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1 Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto Po
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Jul 16, 2020

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Piano Strategico di MarketingComune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto Po

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LOMBARDIA MANTOVA E OLTEOPO

COMUNE DI QUISTELLOCOMUNE DI SAN GIACOMOCOMUNE DI SAN BENEDETTO

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LEGENDA

collegamenti ipertestuali pagine Internet

collegamenti ipertestuali video

collegamenti ipertestuali su focus

committentiComune di Quistello

Comune di San Giacomo delle SegnateComune di San Benedetto Po

Ricerca a cura di: Coprat

AugStudioventisei

Direzione Scientifica prof Alberto Grandi

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indice

prima parte

seconda parte

terza parte

quarta parte

Ricerca ed analisi sulle dinamiche socioeconomiche e di sviluppo territoriale

1. Presentazione 5 2. Uno sguardo ragionato 8

3. Il contesto Lombardo e territoriale 113.1 Il contesto lombardo 113.2 Il contesto territoriale: la Provincia di Mantova e l’Oltrepo 153.3 Il sistema Oltrepo 21

4. ATTRACT: le dinamiche socio-economiche nel contesto locale 234.1 Le dinamiche sociali nell’area ATTRACT 234.2 Le dinamiche economiche nell’area ATTRACT 395 ATTRACT, i fattori di innovazione locale: il sistema scolastico e il welfare 595.1 L’offerta formativa nell’Oltrepo 625.2 ATTRACT: Gli elementi di innovazione del sistema formativo 685.3 ATTRACT: Gli elementi di innovazione del sistema sistema locale del welfare 71

6 I Comuni nell’area ATTRACT: attivare la vocazione locale 726.1 Un territorio cerniera 726.2 Quistello : La manifattura 786.3 San Giacomo delle Segnate: la logistica 806.4 San Bendetto Po: bottega, sapere e turismo 81

7. Comunicazione 858. Conclusioni 929. Conclusioni quadro conoscitivo attract 99

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1.

Comune di San Benedetto Po

“1007 fondazione del Monastero di Polirone”

PRESENTAZIONE

“La ricerca si compone di una sezione quantitativa ed una qualitativa. Nella parte quantitativa si è sviluppata una analisi desk, per fornire una rappresentazione il più possibile esaustiva sono stati utilizzati dati provenienti da diverse fonti (Eurostat, Istat, Rapporti di ricerca) e sono state effettuate alcune elaborazioni ad-hoc sui microdati Istat sulle forze di lavoro (mIcro.Stat).Per quanto riguarda la sezione qualitativa sono rappresentati i risultati emersi dai questionari somministrati agli attori locali e agli imprenditori e dai Focus territoriali.”Le origini di San Benedetto Po risalgono ad un passato molto lontano. Probabilmente esisteva, già in epoca romana, un insediamento sull’isola di Polirone, situata tra il fiume Po e il Lirone (così come in altre zone delle sponde del Po).Quando nel 1007 Tedaldo di Canossa, nonno della contessa Matilde, fondò il Monastero di Polirone, in queste terre non rimanevano che pochissimi abitanti, riuniti attorno ad una piccola chiesa dedicata a Santa Maria, San Benedetto, San Michele arcangelo e San Pietro. Con la fondazione del monastero, Tedaldo puntava a controllare (non solo spiritualmente) l’intero territorio e a garantire la navigazione sul fiume. I monaci che si stabilirono in quest’isola, infatti, furono impiegati per secoli nel consolidamento del tratto mantovano del corso del Po al fine di arginare i danni delle allora frequenti esondazioni. In quel periodo il fiume non era regolato dagli argini ma scorreva abbastanza liberamente per tutta la pianura, distruggendo con i suoi straripamenti il lavoro nei campi.

Determinante fu il contributo di Matilde di Canossa che nel 1077 donò l’abbazia a Gregorio VII, il quale unì il complesso al monastero di Cluny in Borgogna (facendo sì che fosse l’abate del cenobio francese a nominare quello di Polirone) aumentandone l’attività di miniatura, edificando chiese e chiostri e ospitando personaggi illustri come Sant’Anselmo da Baggio e Bonizone di Sutri. In questo periodo il monastero si arricchì inoltre di terre, di una rete di priorati dipendenti e di monasteri aggregati, una sorta di Cluny dell’Italia Settentrionale e quindi un centro fondamentale della Riforma della Chiesa.

collegamenti ipertestuali su focus

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“1420 il monastero entra nella Congregazione di Santa Giustina

di Padova”

“Nel XVI sec. il monasteroPolirone diventa centrointellettuale attivo”

Comune di San Giacomo

delle Segnate

Grazie a Guido Gonzaga (abate commendatario del monastero, poi titolare della preposi-tura) il Monastero entra nel 1420 nell’appena costituita Congregazione di Santa Giustina di Padova. Non si tratta solo di un cambiamento religioso, ma di una vera e propria “renovatio” nell’edilizia, nell’economia, nella cultura. Il monastero assume la forma e la struttura che conserva ancora oggi. Nello stesso peri-odo i monaci ricoprono un ruolo attivo nelle riforme agrarie dell’epoca, attuando opere di bonifica e mutando i contratti con i coloni, obbligandoli a consegnare loro un terzo del raccolto. Queste causarono forti contrasti che caratterizzarono i rapporti tra i contadini e il monastero nel secolo successivo.

All’inizio del XVI sec. Polirone diventa quindi un centro intellettuale attivo, ospitando importanti studi teologici e filosofici. Sempre in quegli anni, Gregorio Cortese commissiona ad Antonio Allegri, detto il Correggio, un’opera per il refettorio monastico e a Giulio Romano il restauro e l’ampliamento della chiesa della basilica abbaziale, che si impreziosisce di decorazioni classicheggianti e a grottesche.Nel Cinquecento l’abbazia raggiunge quindi un eccezionale splendore, tanto che tra i numerosi ospiti si contano personalità illustri quali Martin Lutero, Paolo III, Giorgio Vasari, Palladio e Torquato Tasso.

È il 1609 quando una rovinosa inondazione del Po provoca danni incalcolabili, seguiti, vent’anni dopo, dai danni perpetuati dagli eserciti stranieri. Nel corso della conquista del ducato di Mantova, infatti, le truppe imperiali rimasero nell’abbazia per circa due anni, per poi lasciare il posto ai francesi che ne proseguirono l’impoverimento.Nel corso della peste del 1630, inoltre, si fu addirittura costretti, nell’esiguo tentativo di arginare la crisi, a vendere il corpo di Matilde di Canossa e di una parte della prestigiosa biblioteca. Una seppur modesta ripresa economica cominciò a intravedersi nel XVIII secolo (quando il complesso era sotto il controllo di austriaci e francesi), grazie all’opera di due importanti personaggi: da una parte, Maria Teresa cercò di accontentare le esigenze dei coloni, ponendo così fine ad una secolare lotta fra i monaci e i contadini, che nel 1519 aveva provocato addirittura l’uccisione di Frà Bonaventura; dall’altra, l’ultimo abate Mauro Mauri, cercò di far fronte al rischio della soppressione promuovendo tra il 1790 e il 1797 alcuni importanti interventi.

San Giacomo delle Segnate fu istituito nel 1924 in seguito a scorporo di una porzione del territorio comunale di Quistello, grazie alla legge sul riordino degli enti locali del 1922. La zona risulta abitata fin dall’alto medioevo ed è sempre stata terra di confine. Il toponimo “delle Segnate”, infatti, ne identifica proprio la funzione di “segnatura” tra entità amministrative differenti. Queste zone hanno sempre gravitato nell’orbita economica del monastero di San Benedetto, al quale si affiancò il potere politico dei

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Comune di Quistello

“Quistello resta proprietàdei Gonzaga fino al 1708”

Gonzaga fino al 1707, per poi entrare stabilmente nel complesso sistema del Lombardo-Veneto asburgico. Storicamente l’economia di questo piccolo comune è sempre rimasta legata a un settore primario poco evoluto, finalizzato per lo più alla sussistenza. Questa condizione strutturale ha provocato frequenti fiammate migratorie fin dall’età moderna, ma è soprattutto negli anni ’50 e ’60 del XX secolo che San Giacomo subì un vero e proprio tracollo demografico, perdendo quasi il 40% degli abitanti. Negli ultimi decenni la specializzazione verso un’agricoltura più evoluta, soprattutto nel settore zootecnico e poi lo sviluppo del settore logistico hanno modificato l’intero assetto socio-economico del comune. Queste recenti trasformazioni hanno senz’altro permesso un deciso innalzamento del reddito pro-capite, ma non hanno interrotto del tutto la riduzione del numero di abitanti, che è ancora in corso, seppure a un ritmo molto più lento rispetto alla seconda metà del XX secolo.

Quistello, adagiato sulla riva destra del fiume Secchia, deriverebbe il proprio nome dal Custellum, un emissario del Po Vecchio che scorreva a fianco dell’abitato e lo delimitava sul lato settentrionale (probabilmente il torrente Crostolo. Il toponimo “Custello” compare nel celebre atto di donazione, risalente al 1007, con cui Tedaldo di Canossa dona il territorio, il castello e la chiesa a San Benedetto, segnando la fondazione del celebre monastero polironiano.Attorno al 1336 la Secchia è portato a sfociare in Po presso Mirasole di San Benedetto Po da Cavezzo, e quindi a passare sul fianco ovest di Quistello. Esiste una certa disputa circa il motivo di tale deviazione: forse per completare la bonifica dell’area di San Benedetto Po o per rendere possibile il drenaggio delle acque nei pressi di Mirandola evitando inoltre che quest’ultima città fosse frequentemente allagata dalle piene del fiume.La zona di Quistello restò di proprietà della famiglia Gonzaga fino al 30 giugno 1708 (Dieta di Ratisbona) per poi passare agli austriaci e seguire le sorti storiche degli altri comuni mantovani.L’economia è storicamente legata al settore primario, ma ha sempre svolto anche la funzione di centro commerciale di medio livello, accreditandosi come una delle piazze più vivaci dell’Oltrepò Mantovano. Nonostante questo, anche Quistello ha dovuto subire gli effetti demografici dell’esodo dalle campagne degli anni ’50 e ’60, passando in poco tempo da quasi 10.000 abitanti alla vigilia della II Guerra Mondiale a poco più di 6.000 all’inizio degli anni ’70.La precoce industrializzazione ha modificato nel profondo l’assetto socio-economico del paese, come si può tutt’ora constatare, facendone un caso abbastanza particolare nel contesto del Destra Secchia.

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2.

“I territori si organizzano per attrarre individui, organizzazioni e imprese”

UNO SGUARDO RAGIONATO

Le imprese operano sul mercato in stretta sinergia con il territorio nel quale sono insediate. Anzi, è necessario dire che è lo stesso territorio a competere con l’impresa. Oggi è possibile affermare che dopo la turbo compressione globalista, si riconosce nel distretto/territorio un valore importante per almeno 3 ragioni:

• Modalità organizzativa locale nello spazio globale• Presenza di un patrimonio di conoscenza distintivo• Presenza di un modello di sviluppo endogeno

Nello scenario contemporaneo dunque la competizione non si gioca più tra soggetti singoli ma tra Sistemi a base territoriale.Esiste quindi una competizione tra sistemi, quelli che nel passato si sarebbero definiti come “distretti” nei quali entra oggi prepotentemente in gioco la componente del Capitale Immateriale. La competitività si gioca quindi rispetto alla capacità di attrarre attività ad alto valore aggiunto.Tale competizione per il territorio si sostanzia in 2 dotazioni:HARDWARE: presenza di beni naturali e materialiSOFTWARE: presenza di fattori intangibili

In questo nuovo scenario globale, nel quale c’è una forte riduzione delle distanze e sono facilitati i flussi di scambio, i territori rischiano di rimanere schiacciati o subire dei processi di arretramento. Per questo i territori si organizzano (città-regioni-sistemi Paese) per attrarre individui, organizzazioni, imprese e per concretizzare un vantaggio competitivo. In questa dimensione le varie aree territoriali devono mettere in campo una prospettiva strategica. La definizione di una prospettiva strategica può essere letta sia sul versante del singolo sia sul piano territoriale.

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La pianificazione strategica nell’impresa privata è basata su 2 aspetti:

Individuazione dei punti di forza e di debolezza (analisi Swot)

Attività di promozione

Rispetto ai territori le azioni si possono sviluppare attraverso delle analisi di Foresight oppure attraverso il marketing territoriale. Il marketing territoriale diviene quindi un processo finalizzato alla creazione di valore per una collettività composta dall’insieme di individui che fruiscono di un territorio predeterminato nei suoi confini. Può essere inteso in 3 accezioni che vengono analizzate distintamente ma che in realtà operano congiuntamente:

Finalizzatore delle politiche territoriali e urbane

Promozione del territorio

Riorganizzazione delle procedure amministrative

La definizione della strategia di azione si basa sulle risorse presenti.Le risorse non devono essere viste in un’ottica statica ma piuttosto in un’ottica sinergica e dinamica che sviluppa un “insieme di valori tangibili e intangibili” la cui combinazione rafforza il valore complessivo dei vari fattori territoriali.Ulteriore elemento caratterizzante è il Grado di differenziazione del territorio che è direttamente proporzionale alla percezione da parte del fruitore della unicità e della irripetibilità delle risorse del territorio.

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“La vocazione del territorio e’ esprimibile attraverso

il concetto di identità’”

Tali risorse, ancora una volta, sono sia di tipo materiale sia immateriale e sono tanto più competitive quanto uniche e quindi non riproducibili.

In questa situazione si vengono a creare dei vantaggi competitivi sostenibili poiché in ragione della loro unicità quelle risorse devono essere conservate e valorizzate.Tali risorse possono essere trasformate in vocazioni, anche in questo caso non si tratta di una semplice somma ma piuttosto una scelta strategica: risorse diverse possono portare a vocazioni diverse.

La trasformazione delle risorse in vocazioni porta alla qualificazione del territorio. La vocazione del territorio è esprimibile attraverso il concetto di identità.Sulla base dell’identificazione dell’identità territoriale è possibile andare a definire le strategie di sviluppo territoriale. Il lavoro di ricerca proposto muove da tali considerazioni e si pone l’obiettivo di individuare il profilo, la vocazione di ciascuna area oggetto del piano Attract e di valorizzarne la dimensione rispetto alla ricerca ed insediamento di nuove realtà economiche.

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3.

3.1 Il contesto lombardo

PRIMA PARTE

IL CONTESTO LOMBARDO E TERRITORIALE

Regione Lombardia è uno dei cinque motori d’Europa, una delle regioni più avanzate del Continente e quindi dell’intero contesto globale. Ragionare dunque delle prospettive di impresa di una porzione caratterizzata della Regione pretende uno sguardo ragionato su una dimensione più vasta per comprendere le dinamiche attualmente in corso. A livello nazionale nel corso del 2018 si è registrato un rallentamento del ciclo economico. Questo unitamente al venir meno degli sgravi contributivi introdotti nel 2015 determinerà delle conseguenze sull’occupazione, con una stima in decrescita rispetto al 2017. La stessa crescita economica subirà una contrazione nel biennio 2019-2020 provocando una ricaduta negativa sui livelli occupazionali.

Lo scenario al 2021/20261 elaborato dal Centro Prometeia illustra una prospettiva di costante contrazione del Pil nazionale dopo un quadriennio di risalita dalla pesante crisi iniziata nel 2008 (tab 1-2)

2017 2018 2019 2020 2021

pil 1,5 1,2 1,2 1 0,9

saldo regionale 2,0 1,4 0,8 0,9 1

Tab.1: Scenario al 2021Fonte: Prometeia

1 Fonte Prometeia

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Il quadro economico lombardo nell’ottica europea

“tra il 2013-2016 il PIL pro capite della Lombardia

e’ cresciuto dell’8,1%”

07-11 12-16 17-21 22-26

pil -0,6 -0,5 1,1 1,1

saldo regionale -2,5 2,1 1,0 1,4

Tab.2: Scenario al 2026Fonte: Prometeia

Nel 2016 e 2017 si è consolidata la ripresa dell’economia lombarda iniziata nel 2014. il 2017 ha visto una crescita tendenziale del PIL nazionale dell’1,6% e dell’1,8% in Lombar-dia, crescita sostenuta principalmente dalla domanda estera. Secondo le previsioni Pro-meteia sugli scenari delle economie locali2 nei prossimi anni l’economia lombarda dovreb-be continuare a crescere ad un tasso superiore rispetto a quello nazionale e quello delle altre regioni del nord ovest, sebbene con ritmi di crescita meno sostenuti (Tab 3).

Ripartizione 2016 2017 2018 2019 2020

Lombardia 1,2 1,8 1,8 1,2 1,2

Nord ovest 0,9 1,7 1,7 1,1 1,1

Nord est 1,3 1,8 1,8 1,1 1,1

Italia 0,9 1,6 1,5 0,9 1

Tab. 3: Il PIL in Lombardia: variazioni percentuali su valori concatenati 2010Fonte: Prometeia, Scenari per le economie locali

Rispetto alle altre regioni europee qui considerate, il PIL pro capite (in parità di potere d’acquisto) lombardo è inferiore solo alle regioni del Baden-Württemberg e della Baviera, che superano abbondantemente i 40mila euro. Con i 37.300 euro del 2016, il PIL pro capite della Lombardia è superiore a quello registrato nelle altre regioni europee a specializzazione manifatturiera di Francia, Spagna e Gran Bretagna e delle altre regioni italiane prese a confronto. Infatti, dopo la battuta di arresto della seconda fase della recessione che porta il PIL pro capite regionale a 34.500 euro, tra il 2013 e il 2016 si registra una crescita dell’8,1% che fa sì che il dato salga sopra il valore pre-crisi del 2008 (36.500 euro).

2 Scenari economie locali, Prometeia

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Il mercato del lavoro in Lombardia

“in Lombardia i tassi occupazionali dei giovani rimangono intorno al 20%

a fronte di una media europea che supera il 30%”

Sul fronte delle esportazioni, la domanda estera continua a fare da traino alla ripresa economica lombarda: nel 2017 le esportazioni regionali hanno raggiunto un nuovo record a 120 miliardi di euro, +7,5% rispetto al 2016, evidenziando una dinamica tra le migliori nel confronto nazionale e europeo che riflette gli andamenti positivi di tutte le province e di tutti i settori manifatturieri; crescono in particolare farmaceutica (+25,2%), alimentare (+17,0%) e metalli (+9,0%) e accelerano tra ottobre e dicembre automotive, elettronica e gomma/plastica (Assolombarda, aprile 2018). Grazie alla robusta accelerazione la Lombardia sta accorciando il differenziale di performance sul pre-crisi rispetto a tutti i benchmark (+15,6% il 2017 sul 2008). Tuttavia, lo scarto resta ampio sia nel confronto nazionale (nel 2017 sul 2008 ed Emilia-Romagna +26,0%) sia nel confronto europeo (Catalunya +40,2% nel 2017 rispetto al 2008 e Baden-Württemberg +34,9%).3

Il rafforzamento della congiuntura economica regionale è stato accompagnato da un graduale e costante miglioramento del mercato del lavoro. In Lombardia, nel 2017 il tasso di occupazione della popolazione adulta (15-64 anni) supera, seppur di poco, il livello pre-crisi attestandosi al 67,3%, valore che tuttavia resta al di sotto di quello delle altre regioni europee considerate (ad eccezione della Catalunya duramente colpita dalla crisi economica). È soprattutto la crescita dell’occupazione femminile che determina la ripresa dei livelli occupazionali, con un incremento del tasso di occupazione femminile di 2pp rispetto al 2008 che raggiunge il 59,3% nel 2017. Tra il 2013 e il 2017 aumenta anche il tasso di occupazione maschile (+ 3pp) anche se non a sufficienza da raggiungere il livello del 2008.

La crescita del tasso di occupazione femminile durante e dopo la crisi è un fenomeno generalizzato nelle economie europee prese a confronto. Nelle regioni tedesche del Baden- Württemberg e della Baviera il tasso di occupazione femminile aumenta di circa 6pp rispetto al 2008, portando il tasso di occupazione femminile a oltre il 73% e contribuendo ad una crescita più sostenuta dell’occupazione rispetto alla Lombardia e alle altre regioni a specializzazione manifatturiera. Più in generale, in tutte le regioni considerate, incluse quelle italiane, si registra una riduzione più o meno marcata del tasso di occupazione tra il 2008 e il 2013 (fatta eccezione per le due regioni della Germania e il Rhône-Alpes) e una successiva ripresa tra il 2013 e il 2017 che riporta i livelli occupazionali sopra o vicino al dato precedente alla crisi. Purtroppo la dinamica positiva dell’occupazione osservata nel periodo 2013-2017 non è altrettanto forte per i più giovani tra i 15 e i 24 anni per i quali il tasso di occupazione nel 2017 rimane molto al di sotto di quello del 2008 in Lombardia (-11pp). Nel 2017, in Lombardia i tassi occupazionali dei giovani rimangono intorno al 20% a fronte di una media europea che supera il 30%, sia per gli uomini che per le donne. Rispetto alle altre regioni europee a caratterizzazione 3 IL MERCATO DEL LAVORO IN LOMBARDIA E NELLE PRINCIPALI REGIONI UE A SPECIALIZZAZIONE MANIFATTURIERA, UnionCamere Lombardia, 2018

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manifatturiera, la Lombardia ha il tasso di occupazione dei giovani più basso (21,7%). Tra il 2008 e il 2013 il tasso di disoccupazione cresce in tutte le regioni considerate e per entrambi i generi, fatta eccezione per quelle tedesche che ne sperimentano addirittura una riduzione. Al 2017 la Lombardia, così come la Catalunya e il Rhône-Alpes riportano tassi di disoccupazione che sono più elevati rispetto al 2008, questo nonostante vi sia stato un miglioramento dovuto alla ripresa fatta registrare tra il 2013 e il 2017. A differenza delle altre regioni italiane (Veneto ed Emilia-Romagna) in Lombardia, così come nelle altre regioni manifatturiere europee, non si rilevano significative differenze nei tassi di disoccupazione tra maschi e femmine. Bisogna però rilevare che la partecipazione al mercato del lavoro delle ragazze sotto i 24 è inferiore in Lombardia rispetto a quanto accade nelle altre due regioni italiane (si veda figura A3 in Allegato). In Lombardia l’effetto scoraggiamento tra i giovani è stato più forte rispetto alla media italiana e soprattutto tra i maschi: -11pp la riduzione nei tassi di attività dei giovani lombardi tra il 2008 e il 2017 a fronte di una riduzione media di -5,7pp. Gli effetti della crisi sui giovani si ripercuotono anche sulla quota di giovani che vengono inclusi tra i NEET, cioè i giovani che non lavorano (perchè disoccupati o inattivi) e che non sono iscritti a percorsi di istruzione e/o formazione. Nella prima fase della recessione in Lombardia la quota di giovani NEET tra i 18 e i 24 anni aumenta di quasi 9pp raggiungendo il 22,2% nel 2013; tra le altre regioni europee oggetto di confronto un livello di tale entità si registra nel West Midlands e nella Cata-lunya (25,7%). Con la ripresa economica anche in Lombardia si riduce la quota di NEET restando tuttavia ancora sopra i valori pre-crisi e sopra il livello medio europeo.

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3.2 Il contesto

territoriale: la provincia di mantova e l’oltrepo

Il contesto territoriale: la Provincia di Mantova

“Nel mantovano quasi il 60% delle famiglie sono composte

da uno o due componenti”

Al 1° gennaio 2017 la popolazione residente a Mantova ammonta a 412.610 individui, suddivisi in 202.255 maschi e 210.355 femmine (tab. 4). Rispetto al 2011 (dato ultimo censimento) la popolazione provinciale registra un decremento di 258 unità. Per il suo territorio fortemente agricolo, la densità abitativa della provincia è decisamente contenuta, 174 abitanti per kmq, la più bassa delle province lombarde, dopo quella di Sondrio. Facendo riferimento all’ultimo periodo intercensuario a Mantova la popolazione over 65 anni aumenta dell’11%, crescita cui contribuisce in particolar modo la fascia degli ultraottantenni. Parallelamente calano del 7,7% gli abitanti compresi tra i 15 e i 39 anni, anche se nel contempo si incrementa la classe dei giovanissimi 0/14 del 24,4%. Gli andamenti sono coerenti con quelli della maggior parte delle province lombarde: tuttavia a Mantova il processo dell’invecchiamento, sebbene presente, risulta meno accentuato rispetto ad altre realtà provinciali (tab 4-5)

area m f totale

totale provincia 202.074 210.794 412.868

Tab. 4: Indicatori demografici della popolazione totale residente al 09/10/2011 (CENSIMENTO) per classi di età. Provincia di Mantova.Fonte ISTAT

L’età media è pari 44,6 anni (tab. 5).

CLASSI DI ETÀ età media % 0-14 % 15-64 % 65 e + Totale

PERCENTUALE 44,6 13,80% 64,30% 21,90% 100%

Tab. 5: Indicatori demografici della popolazione totale residente al 09/10/2011 (CENSIMENTO) per classi di età. Provincia di Mantova.Fonte ISTAT

Nel mantovano quasi il 60% delle famiglie sono composte da uno o due componenti, questo significa che più della metà delle famiglie non hanno figli o sono monoparentali. Ci si sposa quindi sempre meno e ci si separa sempre di più, soprattutto dopo i primi anni di matrimonio o di convivenza. Il 22% delle famiglie è composto da tre persone, il 15% da quattro e la percentuale si abbassa notevolmente collocandosi in una forbice che comprende il distretto di Suzzara con il 7,3% e Guidizzolo con il 4,49%.

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Il contesto territoriale: l’Oltrepo La configurazione classica di un distretto industriale, secondo un modello ormai consolidato è più o meno questa:

• tante unità produttive elementari, piccole e responsabilizzate all’interno delle quali si forma e si accumula il sapere • Istituzioni sociali, formali e informali, in grado di conservare e trasmettere le esperienze• Poche grandi unità, dove per lo più ci si limita a controllare, assemblare e commercializzare i risultati dell’intero processo socioeconomico4.

Ovviamente si tratta di una stilizzazione estrema, ma che ha l’indubbio merito di permettere una lettura in controluce anche dei fenomeni storici avvenuti in un determinato territorio. Direi che questo schema è naturalmente applicabile a una seppur breve ricostruzione storica delle vicende socioeconomiche dell’Oltrepò Mantovano a partire dagli ultimi decenni del XIX sec.Lo sviluppo in senso moderno del Basso Mantovano risale alla seconda metà dell’800 almeno per quel che riguarda l’area intorno a Suzzara, il cosiddetto sinistra Secchia; per quanto riguarda il Sinistra Secchia, le tempistiche e le modalità di sviluppo furono decisamente differenti.

La trasformazione di quello che genericamente viene definito “distretto meccanico di Suzzara” è legata essenzialmente a due precondizioni fondamentali: l’esistenza di un’economia basata esclusivamente su di un’agricoltura certamente arretrata dal punto di vista tecnologico ma sempre più bisognosa di macchine, e il posizionamento di Suzzara al centro di un favorevole crocevia ferroviario che la collegava con Modena, Ferrara, Verona e Parma, e di conseguenza con i mercati del Nord del paese e con importanti sbocchi marittimi. Il primo insediamento industriale della zona è stato l’Officina Casali, nata intorno alla metà del secolo scorso e situata dove in anni più recenti ha trovato posto l’ancora esistente FIAT-IVECO. Questa storica fabbrica ha avuto una funzione molto importante nello sviluppo industriale dell’area, soprattutto sul piano culturale: “La prima pietra di uno stabilimento meccanico è stata posta centocinquant’anni fa, ed è quella della fabbrica Casali, che ritengo abbia avuto un ruolo fondamentale nel formare lo spirito del nostro paese. Subito dopo la Casali, ha cominciato a svilupparsi l’attività meccanica e un po’ alla volta in zona sono nate altre officine meccaniche legate all’agricoltura”5.L’industria meccanico-agricola di Suzzara, nei decenni successivi alla nascita delle prime fabbriche ed officine meccaniche, raggiungerà un livello di sviluppo tale da diventare, intorno alla Prima Guerra Mondiale, la principale produttrice italiana di trebbiatrici. 4 Cfr. G. Becattini, Il distretto industriale, Torino, 2000, pp. 57-89.5 CONSULTA ECONOMICA D’AREA DESTRA PO - SINISTRA SECCHIA” (a cura di), Maturità di un distretto economico tra calo demografico, immigrazione e nuove forme di sviluppo, Suzzara, 1998, pp. 12-13.

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La Casali, trasformata in MAIS (Meccanica Agricola Industriale Suzzarese) diventerà, negli anni tra le due guerre mondiali, un’azienda all’avanguardia ed in grado, come già era successo in precedenza, di determinare morfologicamente il territorio.

Nella ricostruzione storica, un’attenzione particolare va dedicata alle vicende del 1955, quando la FIAT espelle dallo stabilimento di Suzzara i quadri più sindacalizzati (iscritti alla CGIL). Da quella data comincia a prendere vigore quel ricco tessuto artigiano che in parte, negli anni successivi, costituirà l’indotto della FIAT. “Dal 1955 gli operai licenziati, lavoratori con grandi capacità manuali, con una notevole etica del lavoro -interpretato come opportunità di riscatto, non solo economico ma anche politico- si sono messi in proprio ed hanno cominciato delle attività”6. Dal punto di vista sindacale è stata persa una battaglia politica, ma sul piano economico e sociale si riconosce che da quel momento inizia un nuovo percorso. Lo stesso sindacato legge chiaramente il processo di formazione e crescita di nuove aziende artigiane, poi diventate, in parte, l’indotto della FIAT, come il percorso di formazione di una classe artigianale che ha costituito l’ossatura di un modello di sviluppo degli anni ‘70 e dei primi anni ‘80.

Sempre in quegli anni cominciano a nascere e ad affacciarsi al sistema di subfornitura FIAT, alcune imprese a livello artigianale che successivamente diventeranno le più significative e rilevanti aziende leader dell’intera area. È questo, ad esempio, il caso della Bondioli-Pavesi, nata come impresa terzista per le aziende della zona che producevano trebbiatrici e macchine agricole, e successivamente sviluppatasi con un proprio prodotto per diventare, ai nostri giorni, una impresa di caratura internazionale.Per tutti gli anni ’90 la realtà produttiva dell’area si caratterizzava per la molecolarità del suo tessuto industriale, e quindi per una notevole presenza di imprese di piccole e piccolissime dimensioni: quelle con 1-2 addetti erano circa 2.400, quelle con 6-9 dipendenti erano poco più di duecento e il crescente numero di addetti era inversamente proporzionale al numero delle aziende. Ci troviamo, quindi, di fronte ad un tessuto sociale estremamente dinamico e vitale sul piano dell’imprenditorialità e che in passato, in particolare nelle fasi critiche (nel 1955 con l’espulsione dalle grandi fabbriche e tra i ‘70 e ‘80 quando i processi di ristrutturazione ridussero la necessità di lavoro vivo), è stato in grado di assorbire manodopera e attutire le tensioni sociali (tab 6)

6 Ibidem, p. 15.

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1981

Classi dimensionali 1-2 3-5 6-9 10-19 20-49 50-99 100-199 200-499 500 e oltre Totale

Unità locali 2.624 610 199 115 57 8 8 4 1 3.626

Addetti 3.501 2.212 1.403 1.534 1.748 554 1.229 1.092 1.059 14332

1991

Classi dimensionali 1-2 3-5 6-9 10-19 20-49 50-99 100-199 200-499 500 e oltre Totale

Unità locali 2.425 58 219 147 63 16 3 2 1 2.934

Addetti 3.275 2.405 1.545 1.972 1.872 1.127 311 698 1.135 14.340

2001

Classi dimensionali 1-2 3-5 6-9 10-19 20-49 50-99 100-199 200-499 500 e oltre Totale

Unità locali 2.365 73 321 151 71 18 3 2 1 3.005

Addetti 3.089 2.454 1.648 2.002 1.948 1.154 307 678 1.100 14.380Tabella 6: Unità locali ed addetti nel distretto industriale Basso Mantovano per classe dimensionale. Annualità 1981-1991-2001.Fonte: CCIAA Mantova, Annuario Statistico Provinciale, Mantova.

Per tutti gli anni ’80 e ’90, questa realtà produttiva, fatta di imprese di piccole e piccolissime dimensioni, si articola intorno a tre poli principali: quello storico legato alla meccanica agricola, quello di più recente formazione legato alla produzione di banconi frigorifero, e quello che ruota intorno allo stabilimento FIAT-IVECO. Oltre a questi tre poli principali operano alcune aziende storiche come la Pinfari, che è un caso a parte perché non è direttamente legata a nessuno dei tre poli in quanto produce giostre ma ha una solida tradizione. Un ruolo centrale per lo sviluppo dell’area lo hanno avuto anche alcune aziende leader di medio-grandi dimensioni in grado di fare cultura industriale, intorno alle quali si è potuto sviluppare un tipo di capitalismo “molecolare”. Da questo punto di vista, l’adesione al modello teorico del distretto industriale, richiamato all’inizio di questo paragrafo, sembra addirittura da manuale.

Quindi, anche l’area si presenta variegata con l’innesto, in un tessuto molto ampio di imprese artigiane e manifatturiere con un buon livello competitivo e di alcune aziende leader in grado di generare cultura industriale e di disegnare il territorio.

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Tale proliferazione di attività industriali è stata possibile grazie anche ad una cultura del lavoro molto radicata, che diventa elemento di verifica per le risorse esterne che vi entrano in relazione: una sorta di crinale tra ciò che può essere accettato e ciò che si intende rifiutare. Come è ovvio gran parte di queste aziende sono nate come indotto delle varie aziende leader7.

Alla fine degli anni ‘90, però, stava emergendo un’importante evoluzione riguardante alcune imprese di piccole dimensioni che hanno smesso i panni del “terzista” per indossare quelli dell’impresa “mista” (ossia impresa che è sia subfornitrice sul mercato di vendita, sia committente sul piano degli acquisti) o committente, cominciando a fare prodotti propri e a produrre per l’export. Proprio la costruzione di “reti lunghe” sembra essere oggi uno degli elementi di forza e al tempo stesso di criticità dell’intera area. Per quanto riguarda il soggetto imprenditoriale, in perfetta adesione del modello Marshalliano e Schumpeteriano, si tratta di una figura che spesso nasce da realtà artigiane o che, prima di aprire la propria attività, faceva l’operaio di linea nelle fabbriche della zona. È quindi una figura che ha avuto la capacità di rischiare, che è dotata di una notevole facoltà intuitiva rispetto ai mercati e ai flussi economici, e che ha dimostrato nel corso degli anni di sapere innovare la produzione, permettendogli di acquisire una buona capacità competitiva. Ma è chiaro che un modello imprenditoriale di questo tipo, se, da un lato, garantisce una forte spinta iniziale al processo di sviluppo, dall’altro apre il classico problema legato al ricambio generazionale.

Ma in fondo, la questione è più ampia perché investe i processi di crescita, di formazione e di selezione non solo della classe dirigente, ma anche e della forza lavoro. Tale problematica è legata in parte ad un generalizzato calo demografico e in parte alle difficoltà a ricalibrare il rapporto tra offerta e domanda formativa, che sembra essere uno dei principali problemi che assillano da sempre i distretti industriali e, più in generale, le aree forti del Paese. Da un lato manca la manodopera, quella specializzata ma anche quella dequalificata da istruire ed addestrare dentro l’impresa, dall’altro lato il passaggio del testimone dell’azienda di famiglia, che viene custodita gelosamente e difficilmente viene aperta a figure esterne, non sempre riesce con pieno successo, poiché non è detto che i figli rivelino le stesse doti e capacità dei padri fondatori.Le vicende economiche del cosiddetto “destra Secchia” sono affatto diverse. Del resto molto differenti erano le condizioni di partenza: in questa zona prevaleva storicamente un’agricoltura povera dove addirittura si praticava una “zootecnia semibrada”8.

7 Cfr. CCIAA, cit.8 E. Camerlenghi, Verso il territorio merce, in Storia di Mantova, vol. II, Mantova, 2008, p.16.

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È pur vero che anche nel Destra Secchia non mancano le esperienze industriali di una certa rilevanza e alcune embrionali organizzazioni distrettuali, come il tessile a Poggio Rusco e a Ostiglia, l’industria del legno a Moglia e, più di recente, una certa contaminazione del biomedicale sul confine con la provincia di Modena. Così come non mancano alcune importanti industrie di rango sovraprovinciale o addirittura nazionale, come, ad esempio, lo zuccherificio di Ostiglia o l’Europhon di Quistello. Tali esperienze, come si sa, non sono più presenti sul territorio e già questa constatazione permette di differenziare in maniera decisa il Destra Secchia dal resto dell’Oltrepò.

Come si diceva, il percorso socioeconomico di questa area presenta delle caratteristiche molto particolari fin dai primi anni post-unitari. Inutile qui ripercorrere le note vicende de “la Boje”9 o quelle, ancor più note, della nascita ed evoluzione della cooperazione mantovana10, quello che qui interessa rimarcare è che negli anni tra le due guerre mondiali e ancora nel secondo dopoguerra questa area non conosce i fermenti sociali che si registrano nel Suzzarese. Ciò è testimoniato dall’inserimento di molti comuni del Destra Secchia nell’elenco delle zone depresse del centro-Nord già nella prima legge del 1957 che prevedeva incentivi ed esenzioni fiscali11. Tale condizione verrà ribadita dieci anni più tardi, con la legge n. 717 del 1966, per finire con il riconoscimento, nel 2000 da parte dell’Unione Europea, dell’intera area tra le zone meritevoli di interventi strutturali, in particolare quelli relativi al cosiddetto “Obiettivo 2”, finalizzati a favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali.

A fronte di una così forte politica di incentivi, la tanto attesa riconversione economica non si è ancora verificata. Anzi è avvenuto il fenomeno opposto, vale a dire quello di una ulteriore specializzazione dell’area nel settore agricolo, con alcune esperienze imprenditoriali e associative di particolare rilevanza. Come detto, a questa vocazione agricola, bisogna aggiungere un robusto tessuto di imprese agroalimentari e una serie di “protodistretti” che rendono questa zona più complessa e articolata di quanto potrebbe apparire a prima vista.Non solo, ma proprio gli ultimi interventi strutturali dell’Unione Europea e della Regione Lombardia hanno creato le condizioni per la nascita di nuove esperienze economiche basate sul settore turistico (e agrituristico), sui servizi alla persona e sul welfare in generale. In questi ultimi casi, è evidente che l’invecchiamento della popolazione, che vedremo meglio nelle prossime pagine, ha creato una domanda quasi del tutto nuova.

9 Cfr. R. Salvadori, La boje! Processo dei contadini mantovani alla Corte d'Assise di Venezia, Milano, 1962.10 Cfr. L. Cavazzoli, R. Salvadori, Storia della cooperazione mantovana dall'Unità al Fascismo, Venezia, 1984.11 L. 635, 29 Luglio 1957.

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3.3. Il sistema

oltrepo

La rete dell’Oltrepo

L’analisi del territorio dei Comuni compresi nel progetto ATTRACT non può essere dunque sviluppata senza una riflessione più ampia di sistema e, nel caso, specifico, il sistema caratterizzato dell’Oltrepò Mantovano.Questo è uno dei pochi territori della Lombardia che si estende oltre il fiume Po. I comuni situati oltre il fiume sono 26; appartengono tutti alla Provincia di Mantova e il loro territorio è incuneato tra quello delle province emiliane di Reggio Emilia, Modena e Ferrara e quelle venete di Rovigo e Verona. Tra le città più importanti ci sono Gonzaga e Suzzara presso il confine con l’Emilia-Romagna. Attraversare il dell’Oltrepò Mantovano significa trovare un paesaggio in cui l’operosità dell’uomo si fonde con naturalezza e la tranquillità della natura, dove i suoni della vita produttiva si perdono nei silenzi dell’aperta campagna.Per la sua posizione geografica, crocevia tra nord e sud e tra est e ovest, esso conserva grandi testimonianze di un glorioso passato.Dagli Etruschi ai Romani, da un fecondo Medioevo con i monaci benedettini e Matilde di Canossa al ducato gonzaghesco che ha improntato di sé l’intero territorio, alle guerre d’indipendenza alle lotte contadine.La vocazione agricola ha prodotto una cucina che è stata definita di principi e di popolo: i salumi tipici, il Parmigiano Reggiano, i famosi tortelli di zucca, gli agnoli in brodo, i risotti, il tartufo, gli stracotti, la torta di tagliatelle sono soltanto alcuni dei piatti tipici che si possono gustare nei ristoranti e negli agriturismi della zona.L’Oltrepo mantovano è dunque una terra lontana dalla centralità del capoluogo regionale. Un territorio caratterizzato che ha saputo definire un sistema di governance territoriale per la gestione integrata e coordinata dei sistemi culturali, ambientali, turistici, dei servizi associati, del sistema socioeconomico e rurale.

1 La consulta economica d’area

Nel territorio è presente una Consulta Economica d’Area che collabora con il sistema imprenditoriale e con il mondo della scuola per sviluppare dei percorsi innovativi e per-formativi. La Consulta Economica d’Area è un’associazione, che non persegue fini di lucro ed ha tra le sue finalità principali la promozione dello sviluppo economico-sociale e la valorizzazione del territorio.Tale attività avviene attraverso studi, ricerche, pubblicazioni, convegni utili ad analizzare e comprendere aspetti e problemi del territorio favorendo la realizzazione d’interventi, progetti coinvolgendo enti e competenze specifiche.

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2 Il distretto rurale dell’Oltrepo12

L’Oltrepò, si caratterizza per un’agricoltura ricca e specializzata, favorita da condizioni geoclimatiche favorevoli e dai terreni fertilissimi e condotta con mezzi meccanici avanzati (il che spiega anche la specializzazione produttiva dell’industria nel comparto metalmeccanico).La superficie agricola è prevalentemente destinata alla produzione di cereali e di foraggio per il bestiame, ma sono presenti anche produzioni orticole di pregio. Nell’area, infine, è molto rilevante anche la viticoltura, che si caratterizza per la produzione del Lambrusco mantovano. L’Oltrepò Mantovano, inoltre, ha un indiscutibile punto di forza nel settore agroalimentarerappresentato dalle produzioni agro-alimentari tipiche rinomate anche a livello internazionale e nella pregevolezza delle specialità enogastronomiche locali.Il circondario dell’Oltrepò è inoltre territorio di produzione del formaggio Parmigiano Reggiano; il formaggio è prodotto per circa il 92% in cooperative lattiero-casearie, interessati negli ultimi anni da processi di concentrazione e fusione.

3 Il consorzio dell’Oltrepo mantovano

Il consorzio dell’Oltrepò mantovano è un sistema di governance territoriale per la gestione integrata e coordinata dei sistemi culturali, ambientali, turistici, dei servizi associati, del sistema socioeconomico e rurale dell’Oltrepò Mantovano. La governance praticata vuole essere innovativa e multilivello in modo di dare reale applicazione alle parole molto utilizzate nei documenti programmatici quali sistema, rete, integrazione, sussidiarietà e partecipazione.

12 Cfr. R. Salvadori, La boje! Processo dei contadini mantovani alla Corte d’Assise di Venezia, Milano, 1962.

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4.

4.1 Le dinamiche

sociali nell’area Attract

SECONDA PARTE

ATTRACT: LE DINAMICHE SOCIO-ECONOMICHE NEL CONTESTO LOCALE

I Comuni analizzati sono: Quistello, San Benedetto Po, San Giacomo delle Segnate. Ricadono nell’area del Basso Mantovano che a sud confina con la Regione Emilia-Romagna e a nord con il Fiume Po.L’ambito in analisi confina a ovest con i Comuni di Pegognaga, Motteggiana e Moglia mentre a est con Revere, Poggio Rusco e Magnacavallo. Il territorio in analisi appartiene alla zona di bassa pianura che non supera i 50 m s.l.m.; è interamente compreso nel bacino idrografico del fiume Po ed è caratterizzato anche dalla presenza del fiume Secchia. I comuni sono attraversati da un reticolo artificiale (bonifica e irrigazione), strettamente integrato e interagente con quello naturale che fa assumere al sistema delle acque un rilevante ruolo nell’organizzazione e nella gestione del territorio anche sotto il punto di vista agricolo.

L’area, come tutta la provincia, si caratterizza per una storica bassa dinamica demografica (esodo dalle campagne, invecchiamento, ecc.). I dati nudi e crudi mostrano come la popolazione della provincia di Mantova cresca sempre a un tasso inferiore rispetto sia alla media nazionale sia a quella lombarda. Questa bassa dinamica si accentua a partire dagli anni ’70. Infatti i saldi naturali diventano addirittura negativi a partire dal censimento del 1981. Nell’ultimo ventennio senza l’apporto di stranieri, la popolazione indigena sarebbe ulteriormente calata, per questo, come vedremo fra un po’. il calo della popolazione straniera negli ultimi due anni è il segnale più preoccupante sull’intera struttura economica dell’area. In questo contesto, si assiste a una diversa distribuzione abitativa. Se nel decennio precedente la crescita era distribuita su tutti i comuni del distretto, oggi si assiste a un vistoso spostamento verso due poli a scapito di tutti gli altri comuni: nel Destra Secchia verso Poggio Rusco e verso il nucleo Suzzara-Motteggiana nel Sinistra Secchia (tab. 7).

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COMUNE

Popolazione Totale Maschi

Totale Femmine Totale Variazione Totale

Maschi Totale

Femmine Totale Variazione

31.12.2001 2011 2011 2011 2001-2011 01.01.2017 01.01.2018 01.01.2018 2011-2018

Borgofranco sul Po 890 374 415 789 -101 358 401 772 -17

Carbonara di Po 1.327 671 663 1.334 7 635 624 1.259 -75

Felonica13 1.664 706 756 1.462 -202 - - 1.336 -126

Gonzaga 8.037 4.546 4.567 9.113 1.076 4588 756 9.193 80

Magnacavallo 1.777 822 826 1.648 -129 750 2791 1.521 -127

Moglia 5.668 2.889 3.032 5.921 253 2696 1255 5.544 -377

Motteggiana 1.967 1.289 1.231 2.520 553 1342 3469 2.655 135

Ostiglia 7.192 3.336 3.592 6.928 -264 3272 3568 6.838 -90

Pegognaga 6.632 3.566 3.675 7.241 609 3478 515 7.069 -172

Pieve di Coriano 839 505 533 1.038 199 502 3321 1.033 -5

Poggio Rusco 6.291 3.191 3.316 6.507 216 3302 599 6.628 121

Quingentole 1.236 572 615 1.187 -49 580 2876 1.186 -1

Quistello 5.848 2.732 2.977 5.709 -139 2676 1280 5.616 -93

Revere 2.472 1.216 1.316 2.532 60 1188 3554 2.508 -24

San Benedetto Po 7.516 3827 3.869 7.696 180 3486 785 7.217 -479

San Giacomo d/S 1.690 875 895 1.770 80 767 621 1.595 -131

San Giovanni del Dosso 1.187 640 660 1.300 113 624 606 1.264 -52

Schivenoglia 1.233 606 631 1.237 4 568 3731 1.201 -97

Sermide 6.462 3.043 3.246 6.289 -173 3607 751 6.089 -200

Serravalle a Po 1.720 768 806 1.574 -146 746 1067 1.498 -76

Sustinente 2.258 1.050 1.184 2.234 -24 956 10694 2.068 -166

Suzzara 17.701 10.080 10.456 20.536 2.835 10460 1054 21.211 675

Villa Poma 2.044 965 1.081 2.046 2 943 48833 2.014 -32

TOTALE DISTRETTO 93.651 48.269 50.342 98.611 4.960 47.524 401 97.315 -1.296

Tabella 7: Area Oltrepo: Popolazione residente per comune e variazione percentuale rispetto al 2001Fonte: GeoDemo-Istat

13. Il Comune di Felonica in seguito a Referendum del 6 novembre 2016, è stato incorporato il 1° marzo 2017 nel comune di Sermide.I cittadini dei due comuni oggetto della fusione hanno anche scelto di cambiare la denominazione del comune di Sermide in Sermide e Felonica.

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“Nella primavera 2012 l’intera aera dell’Oltrepo mantovano è stata colpita da un pe-sante sisma, le cui conseguenze sono tangibili ancora oggi. Gli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 hanno prodotto danni ingenti al patrimonio edilizio abitativo e produttivo dei comuni interessati e hanno comportato l’evacuazione di un elevato numero di perso-ne. I danni più rilevanti si sono registrati in 15 comuni (il cosiddetto “cratere”), che origi-nariamente era costituito da: Felonica, Gonzaga, Magnacavallo, Moglia, Motteggiana, Pegognaga, Poggio Rusco, Quingentole, Quistello, San Benedetto Po, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide e Villa Poma.”Non sembra azzardato ipotizzare che la ristrutturazione del sistema produttivo (sarebbe ora di smetterla di chiamarla crisi), stia provocando anche una diversa distribuzione demografica all’interno dell’area. Già questo fatto è in qualche modo opposto al consueto modello distrettuale, che, vale la pena ricordarlo, prevede una distribuzione delle attività produttive e della popolazione “a macchia d’olio”. Una concentrazione verso pochi poli in controtendenza rispetto all’intera area, potrebbe indicare anche una razionalizzazione “spontanea” nell’uso del territorio, all’interno della quale sopravvivono poche aree dalla spiccata vocazione manifatturiera e/o logistica, in grado quindi di esercitare ancora una certa attrattività abitativa. Come argomenteremo meglio in sede di conclusioni, questo dato da solo dovrebbe spingere verso una più forte integrazione delle politiche urbanistiche e ridurre sensibilmente la concorrenza tra i comuni nell’offerta di aree produttive. Se all’analisi quantitativa affianchiamo un’analisi di tipo qualitativo, balza agli occhi una differenza molto evidente tra le due aree che compongono l’Oltrepò. La piramide della popolazione, infatti, mostra due situazioni quasi opposte, con un Destra Secchia in regresso e un Sinistra Secchia stabile (tab. 8-9).

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COMUNE ETÀ MEDIA % 0-14 % 15-64 % 65 e +

Borgofranco sul Po 51,3 9,20% 57,40% 33,40%

Carbonara di Po 47,6 12,40% 58,50% 29,10%

Felonica 51,4 9,50% 56,40% 34,10%

Gonzaga 42,7 15,20% 64,70% 20,10%

Magnacavallo 48 12,00% 60,20% 27,80%

Moglia 46,4 12,70% 62,20% 25,00%

Motteggiana 42 15,00% 66,30% 18,70%

Ostiglia 47,4 11,30% 61,60% 27,10%

Pegognaga 44,6 14,00% 63,40% 22,50%

Pieve di Coriano 45,9 13,30% 62,60% 24,10%

Poggio Rusco 45,8 12,30% 64,30% 23,50%

Quingentole 46,8 13,00% 59,90% 27,10%

Quistello 48,1 11,80% 59,90% 28,30%

Revere 48,2 10,90% 61,70% 27,40%

San Benedetto Po 47,5 11,50% 61,60% 26,90%

San Giacomo d/S 47,8 10,80% 62,50% 26,70%

San Giovanni del Dosso 45,1 14,00% 62,90% 23,10%

Schivenoglia 49,7 10,30% 59,50% 30,20%

Sermide 47,8 10,50% 63,00% 26,50%

Serravalle a Po 48,4 10,80% 59,70% 29,50%

Sustinente 46,4 12,00% 63,00% 25,00%

Suzzara 43,7 15,60% 61,60% 22,90%

Villa Poma 46,9 12,30% 61,40% 26,30%Totale Area Oltrepo 45,8 13,10% 62,20% 24,70%

Provincia di Mantova 44,6 13,60% 63,30% 23,10%Tabella 8: Area Oltrepo: Indicatori demografici della popolazione totale residente al 09/10/2011 (CENSIMENTO) per età e comune Fonte: Fonte: GeoDemo-Istat

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COMUNE ETÀ MEDIA % 0-14 % 15-64 % 65 e +

Borgofranco sul Po 51,8 10,10% 28,00% 34,20%

Carbonara di Po 48,3 12,10% 58,50% 29,40%

Felonica 51,7 9,60% 55,50% 34,90%

Gonzaga 43 14,90% 65,00% 20,10%

Magnacavallo 48,4 11,60% 59,90% 28,50%

Moglia 46,6 12,70% 62 25,40%

Motteggiana 42,4 14,50% 66,80% 18,70%

Ostiglia 47,5 11,20% 61,40% 27,40%

Pegognaga 45,1 13,50% 63,50% 23,10%

Pieve di Coriano 46,1 13,50% 62,70% 23,80%

Poggio Rusco 46,1 12,10% 64,40% 23,50%

Quingentole 47,1 12,60% 60,30% 27,20%

Quistello 48,4 11,80% 59,50% 28,70%

Revere 48,6 10,60% 61,20% 28,20%

San Benedetto Po 47,8 11,30% 61,60% 27,10%

San Giacomo d/S 48 10,50% 62,80% 26,60%

San Giovanni del Dosso 45,1 14,40% 62,00% 23,60%

Schivenoglia 49,6 10,60% 60,00% 29,40%

Sermide 48,2 10,20% 62,80% 27,10%

Serravalle a Po 49,1 10,90% 58,40% 30,70%

Sustinente 46,6 12,30% 62,60% 25,10%

Suzzara 44 15,30% 61,70% 23,00%

Villa Poma 47,1 12,30% 61,10% 26,60%

Totale Distretto 46,1 13,10% 62,20% 24,70%

Provincia di Mantova 44,8 13,60% 63,30% 23,10%Tabella 9: Area Oltrepo: Indicatori demografici della popolazione totale residente al 01/01/2017 per età e comuneFonte: Fonte: GeoDemo-Istat

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Dal punto di vista demografico, guardando agli ultimi due censimenti, la popolazione del territorio ha registrato una crescita nel decennio 2001-2011, registrando un numero di abitanti, a fine periodo, pari a 98.611 (+18,4%), con una variazione di 4.960 abitanti. Dal 2011 il Distretto ha registrato una leggera flessione, portando la popolazione complessiva a 97.315 persone al 1° gennaio 2017 (1.296 unità in meno). (tab. 10)

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COMUNE Popolazione31.12.2001

Totale Maschi2011

Totale Femmine

2011Totale2011

Variazione2001-2011

Totale Maschi

01.01.2017

Totale Femmine

01.01.2017Totale

01.01.2017Variazione2011-2017

Borgofranco sul Po 890 374 415 789 -101 364 408 772 -17

Carbonara di Po 1.327 671 663 1.334 7 637 622 1.259 -75

Felonica 1.664 706 756 1.462 -202 636 700 1.336 -126

Gonzaga 8.037 4.546 4.567 9.113 1.076 4.628 4.565 9.193 80

Magnacavallo 1.777 822 826 1.648 -129 754 767 1.521 -127

Moglia 5.668 2.889 3.032 5.921 253 2.725 2.819 5.544 -377

Motteggiana 1.967 1.289 1.231 2.520 553 1.366 1.289 2.655 135

Ostiglia 7.192 3.336 3.592 6.928 -264 3.332 3.506 6.838 -90

Pegognaga 6.632 3.566 3.675 7.241 609 3.477 3.592 7.069 -172

Pieve di Coriano 839 505 533 1.038 199 510 523 1.033 -5

Poggio Rusco 6.291 3.191 3.316 6.507 216 3.271 3.357 6.628 121

Quingentole 1.236 572 615 1.187 -49 590 596 1.186 -1

Quistello 5.848 2.732 2.977 5.709 -139 2.705 2.911 5.616 -93

Revere 2.472 1.216 1.316 2.532 60 1.208 1.300 2.508 -24

San Benedetto Po 7.516 3827 3.869 7.696 180 3.557 3.660 7.217 -479

San Giacomo d/S 1.690 875 895 1.770 80 786 809 1.595 -131

San Giovanni d/D 1.187 640 660 1.300 113 628 636 1.264 -52

Schivenoglia 1.233 606 631 1.237 4 585 616 1.201 -97

Sermide 6.462 3.043 3.246 6.289 -173 3.015 3.074 6.089 -200

Serravalle a Po 1.720 768 806 1.574 -146 740 758 1.498 -76

Sustinente 2.258 1.050 1.184 2.234 -24 975 1.093 2.068 -166

Suzzara 17.701 10.080 10.456 20.536 2.835 10.462 10.749 21.211 675

Villa Poma 2.044 965 1.081 2.046 2 954 1.060 2.014 -32

DISTRETTO 93.651 48.269 50.342 98.611 4.960 47.905 49.410 97.315 -1.296

Tabella 10: Area Oltrepo: Popolazione residente per comune e variazione rispetto al 2001Fonte: Fonte: GeoDemo-Istat

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Come è possibile osservare dalla tabella, concentrando l’attenzione al quinquennio 2001-2017 la riduzione della popolazione residente è abbastanza generalizzata nei Comuni della zona. Fanno eccezione i Comuni di Gonzaga, Poggio Rusco, Motteggiana e Suzzara, che confermano il trend di crescita nel corso di 15 anni ed il Comune di Quingentole che inverte il saldo negativo avviato nel 2001. Un dato particolarmente interessante è l’analisi della popolazione tra varie fasce di età (tab.11).

COMUNE ETÀ MEDIA % 0-14 % 15-64 % 65 e +Borgofranco sul Po 51,3 9,2% 57,4% 33,4%

Carbonara di Po 47,6 12,4% 58,5% 29,1%

Felonica 51,4 9,5% 56,4% 34,1%

Gonzaga 42,7 15,2% 64,7% 20,1%

Magnacavallo 48,0 12,0% 60,2% 27,8%

Moglia 46,4 12,7% 62,2% 25,0%

Motteggiana 42,0 15,0% 66,3% 18,7%

Ostiglia 47,4 11,3% 61,6% 27,1%

Pegognaga 44,6 14,0% 63,4% 22,5%

Pieve di Coriano 45,9 13,3% 62,6% 24,1%

Poggio Rusco 45,8 12,3% 64,3% 23,5%

Quingentole 46,8 13,0% 59,9% 27,1%

Quistello 48,1 11,8% 59,9% 28,3%

Revere 48,2 10,9% 61,7% 27,4%

San Benedetto Po 47,5 11,5% 61,6% 26,9%

San Giacomo d/S 47,8 10,8% 62,5% 26,7%

San Giovanni del Dosso 45,1 14,0% 62,9% 23,1%

Schivenoglia 49,7 10,3% 59,5% 30,2%

Sermide 47,8 10,5% 63,0% 26,5%

Serravalle a Po 48,4 10,8% 59,7% 29,5%

Sustinente 46,4 12,0% 63,0% 25,0%

Suzzara 43,7 15,6% 61,6% 22,9%

Villa Poma 46,9 12,3% 61,4% 26,3%

Totale Area Oltrepo 45,8 13,1% 62,2% 24,7%Provincia di Mantova 44,8 13,6% 63,3% 23,1%Tabella 11: Area Oltrepo: Indicatori demografici della popolazione totale residente al 09/10/2011(CENSIMENTO) per età e comuneFonte: GeoDemo-Istat

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La popolazione compresa nell’area Oltrepo al Censimento 2011 risultava essere mediamente più vecchia rispetto al dato provinciale. In tutte le fasce di età viene evidenziato una tendenza all’invecchiamento della popolazione. Il Comune con l’età media più alta era Felonica con 51,4 anni mentre il comune più giovane era Motteggiana con 42 anni.

Il Comune che presenta il dato migliore rispetto alla media provinciale nella fascia 0-14 era Suzzara. Analizzando il confronto tra il dato del censimento 2011 e i dati al 1° gennaio 2017 (tab.5) è possibile osservare una sostanziale conferma del fenomeno nel distretto sul dato provinciale. In continuità con i dati del Censimento 2011, per quanto riguarda il 2017 la differenza di genere è a favore delle donne, che superano gli uomini di 1.571 unità e rappresentano il 50,8% della popolazione totale, un dato di poco inferiore a quello provinciale (51%). (tab.12-13)

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0-14 15-64 65e+ TOTALE

COMUNE M F T M F T M F T M F T

Borgofranco sul Po 46 32 78 216 214 430 102 162 264 364 408 772

Carbonara di Po 76 76 152 392 345 737 169 201 370 637 622 1.259

Felonica 61 67 128 385 357 742 190 276 466 636 700 1.336

Gonzaga 707 667 1.374 3.087 2.885 5.972 834 1.013 1.847 4628 4.565 9.193

Magnacavallo 93 83 176 461 450 911 200 234 434 754 767 1.521

Moglia 383 320 703 1.743 1.692 3.435 599 807 1.406 2.725 2.819 5.544

Motteggiana 195 191 386 947 826 1.773 224 272 496 1.366 1.289 2.655

Ostiglia 373 390 763 2.186 2.015 4.201 773 1101 1.874 3.332 3.506 6.838

Pegognaga 493 458 951 2.260 2.227 4.487 724 907 1631 3.477 3.592 7.069

Pieve di Coriano 76 63 139 329 319 648 105 141 246 510 523 1.033

Poggio Rusco 423 379 802 2.189 2.079 4.268 659 899 1.558 3271 3357 6.628

Quingentole 75 74 149 380 335 715 135 187 322 590 596 1.186

Quistello 347 317 664 1.673 1.670 3.343 685 924 1.609 2.705 2.911 5.616

Revere 140 125 265 772 763 1.535 296 412 708 1.208 1.300 2.508

San Benedetto Po 419 397 816 2.312 2.135 4.447 826 1128 1.954 3.557 3.660 7.217

San Giacomo d/S 88 80 168 516 486 1.002 182 243 425 786 809 1.595

San Giovanni del Dosso 98 84 182 411 373 784 119 179 298 628 636 1.264

Schivenoglia 72 55 127 366 355 721 147 206 353 585 616 1.201

Sermide 336 283 619 1.964 1.857 3.821 715 934 1.649 3.015 3.074 6089

Serravalle a Po 94 69 163 454 421 875 192 268 460 740 758 1.498

Sustinente 118 137 255 642 652 1.294 215 304 519 975 1.093 2.068

Suzzara 1.668 1.579 3.247 6.713 6.376 13.089 2.081 2.794 4.875 10.462 10.749 21.211

Villa Poma 119 129 248 600 630 1.230 235 301 536 954 1.060 2.014

Totale Area Oltrepo 6.500 6.055 12.555 30.998 29.462 60.460 10.407 13.893 24.300 48.080 49.651 97.315

Totale Provincia 28.823 26.831 55.654 132.587 128.318 260.905 40.845 55.206 96.051 202.255 210.355 412.610Tabella 12: Area Oltrepo: Popolazione residente per sesso e grandi classi di età - dettaglio comunale anno 1° gennaio 2017Fonte: GeoDemo-Istat

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COMUNE ETÀ MEDIA % 0-14 % 15-64 % 65 e +

Borgofranco sul Po 51,8 10,1% 28,0% 34,2%

Carbonara di Po 48,3 12,1% 58,5% 29,4%

Felonica 51,7 9,6% 55,5% 34,9%

Gonzaga 43,0 14,9% 65,0% 20,1%

Magnacavallo 48,4 11,6% 59,9% 28,5%

Moglia 46,6 12,7% 62,0 25,4%

Motteggiana 42,4 14,5% 66,8% 18,7%

Ostiglia 47,5 11,2% 61,4% 27,4%

Pegognaga 45,1 13,5% 63,5% 23,1%

Pieve di Coriano 46,1 13,5% 62,7% 23,8%

Poggio Rusco 46,1 12,1% 64,4% 23,5%

Quingentole 47,1 12,6% 60,3% 27,2%

Quistello 48,4 11,8% 59,5% 28,7%

Revere 48,6 10,6% 61,2% 28,2%

San Benedetto Po 47,8 11,3% 61,6% 27,1%

San Giacomo d/S 48,0 10,5% 62,8% 26,6%

San Giovanni del Dosso 45,1 14,4% 62,0% 23,6%

Schivenoglia 49,6 10,6% 60,0% 29,4%

Sermide 48,2 10,2% 62,8% 27,1%

Serravalle a Po 49,1 10,9% 58,4% 30,7%

Sustinente 46,6 12,3% 62,6% 25,1%

Suzzara 44,0 15,3% 61,7% 23,0%

Villa Poma 47,1 12,3% 61,1% 26,6%

Totale Area Oltrepo 46,1 13,1% 62,2% 24,7%

Provincia di Mantova 44,8 13,6% 63,3% 23,1%Tabella 13: Area Oltrepo: Indicatori demografici della popolazione totale residente al 1° gennai 2017 per età e comuneFonte: GeoDemo-Istat

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Popolazione Straniera

“L’immigrazione e’ un termometro molto sensibile per quanto riguarda l’attrattività economica di un’area”

Complessivamente la popolazione dell’area Oltrepo rappresenta il 23,6% dell’intera popolazione mantovana. Per quanto riguarda la suddivisione della popolazione per classi di età va evidenziato che la popolazione dell’Oltrepo risulti essere più anziana rispetto alla media provinciale, sia come età media che nelle classi di età.

Un altro dato particolarmente preoccupante è il calo della popolazione immigrata che si registra negli ultimi anni. Verrebbe da individuare proprio in questo il più importante segnale di un regresso complessivo dell’economia. Sarebbe opportuno valutarne il peso nei vari settori. L’immigrazione è un termometro molto sensibile per quanto riguarda l’attrattività economica di un’area12. È evidente che su questo fenomeno non influisce solo della robustezza del sistema delle imprese attuale, ma anche le prospettive di medio periodo reali o percepite. Come si sa, le aspettative sono uno dei più potenti fattori in grado di condizionare l’andamento economico di un territorio; sia le aspettative interne, sia quelle esterne, vale a dire le previsioni del resto del mondo sulle tendenze economiche di un’area. A ciò va aggiunto il dato, anche questo negativo, sul tasso di invecchiamento della popolazione residente. Normalmente, la componente immigratoria ha anche l’effetto di portare a un certo ringiovanimento della popolazione perché gli immigrati hanno strutturalmente un’età media inferiore a quella locale e sono più portati a fare figli. Purtroppo, l’effetto di ringiovanimento viene riassorbito nell’Oltrepo, come nell’intero Mantovano, da un ben più forte invecchiamento della popolazione locale. I dati qui presentati non lasciano dubbi sulla variazione di qualità della struttura della popolazione, evidenziando una situazione ormai critica: forse non preoccupa perché essa accomuna l’Oltrepo mantovano a tutte le provincie dell’asta del Po da Alessandria a Ferrara. Tutti i trend sono in peggioramento ovunque e resteranno tali almeno per un quindicennio.

Alla data del censimento i cittadini stranieri residenti in provincia di Mantova sono 49.426 e costituiscono il 12,1% della popolazione complessiva mantovana, una percentuale superiore a quella di tutte le province lombarde, eccetto Brescia, e anche del nord-ovest dell’Italia e dell’intero Paese. Al censimento 2001, gli stranieri erano 15.433: in un decennio si sono più che triplicati, anche se lavariazione intercensuaria non si colloca tra le maggiori registrate nelle province lombarde.L’incremento della popolazione totale è dovuto esclusivamente alla componente straniera, al netto della quale la popolazione mantovana sarebbe diminuita dell’1% (tab.14-15).

12 Cfr. M. Livi Bacci, In cammino. Breve storia delle migrazioni, Bologna, 2010, pp. 37-46.

collegamenti ipertestuali pagine Internet

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TERRITORIO M F TOTALE

LOMBARDIA 553.326 586.137 1.139.463

PROVINCIA DI MANTOVA 25.371 26.164 51.535

DISTRETTO OLTREPO 6.028 6.098 12.126

Tabella 14: Popolazione straniera residente al 1 Gennaio 2017 per sesso: confronto territorialeFonte: GeoDemo-Istat

TERRITORIO

Censimento 2011

Censimento 2001

Variazione assoluta

2011/2000

Variazione percentuale 2011/2001

v.a. per 100 stranieri

per 100 residenti in

totalev.a. per 100

stranieriper 100

residenti in totale

Mantova 49.426 5,2 12,1 15.433 4,8 4,1 33.933 220,3

Lombardia 947.288 100 9,8 319.557 100 3,5 627.731 196,4

Nord ovest 1.426.471 35,4 9,0 468.546 35,1 3,1 957.925 204,4

Italia 4.027.62 100 6,8 1.334.889 100 2,3 2.692.738 201,7

Tabella 15: Stranieri residenti per territorio in ordine decrescente rispetto alla percentuale di stranieri: censimenti del 2001 e del 2011 ai confini attuale Fonte: GeoDemo-Istat

Guardando al territorio di riferimento, è possibile osservare l’evoluzione della presenza di cittadini stranieri. Il dato aggregato al 1° gennaio 2017 indica che nel distretto dell’Oltrepo è presente il 23,5% della popolazione straniera. Rispetto al Censimento 2011 tale rapporto ha subito una variazione negativa di 674 unità. Il dato provinciale registra invece una crescita di 1.800 unità, pari al 5,5% di incremento (tab.16-17).

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36

COMUNE Popolazione Straniera

residente al 31 dicembre Maschi

Popolazione Straniera residente al

31 dicembre Femmine

Popolazione Straniera residente al

31 dicembre TotaleBorgofranco sul Po 37 34 71

Carbonara di Po 95 76 171

Felonica 52 48 100

Gonzaga 624 633 1.257

Magnacavallo 102 88 190

Moglia 376 360 736

Motteggiana 252 217 469

Ostiglia 435 446 881

Pegognaga 440 395 835

Pieve di Coriano 35 42 77

Poggio Rusco 415 372 787

Quingentole 61 69 130

Quistello 213 272 485

Revere 115 143 258

San Benedetto Po 536 443 979

San Giacomo d/S 34 133 267

San Giovanni d/D. 104 87 191

Schivenoglia 70 66 136

Sermide 386 364 750

Serravalle a Po 90 86 176

Sustinente 96 116 212

Suzzara 1.833 1.685 3.518

Villa Poma 59 65 124

Distretto Oltrepo 6.560 6.240 12.800

Totale provincia 24.927 24.808 49.735Tabella 16:Cittadini Stranieri.Popolazione residente al 31 dicembre 2011 (dati ricalcolati a partire dal Censimento 2011) Fonte: GeoDemo-Istat

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37

0-14 Ita-liani

0-14 Stra-nieri

15-64Ita-liani

15-64Stra-nieri

65e+65e+Stra-nieri

TOTA-LE

Italiani

TOTA-LE

Stra-nieri

C O M U N E M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T M F T

Borgofranco Po 46 32 78 18 8 26 216 214 430 35 45 80 102 162 264 0 0 0 364 408 772 53 53 106

Carbonara di Po 76 76 152 19 19 38 392 345 737 51 50 101 169 201 370 5 7 12 637 622 1.259 75 76 151

Felonica 61 67 128 4 17 21 385 357 742 40 34 74 190 276 466 0 1 1 636 700 1.336 44 52 96

Gonzaga 707 667 1.374 107 112 219 3.087 2.885 5.972 413 438 851 834 1.013 1.847 11 32 43 4628 4.565 9.193 531 582 1113

Magnacavallo 93 83 176 25 17 42 461 450 911 64 61 125 200 234 434 4 1 5 754 767 1.521 93 79 172

Moglia 383 320 703 69 50 119 1.743 1.692 3.435 186 218 404 599 807 1.406 9 21 30 2.725 2.819 5.544 264 289 553

Motteggiana 195 191 386 41 39 80 947 826 1.773 199 173 372 224 272 496 10 16 26 1.366 1.289 2.655 250 228 478

Ostiglia 373 390 763 86 102 188 2.186 2.015 4.201 447 390 837 773 1101 1.874 13 19 32 3.332 3.506 6.838 546 511 1057

Pegognaga 493 458 951 78 69 147 2.260 2.227 4.487 263 257 520 724 907 1631 6 12 18 3.477 3.592 7.069 347 338 685

Pieve di Coriano 76 63 139 2 5 7 329 319 648 17 29 46 105 141 246 0 2 2 510 523 1.033 19 36 55

Poggio Rusco 423 379 802 101 82 183 2.189 2.079 4.268 414 378 792 659 899 1.558 9 26 35 3271 3357 6628 524 486 1010

Quingentole 75 74 149 9 11 20 380 335 715 62 39 101 135 187 322 4 10 14 590 596 1.186 75 60 135

Quistello 347 317 664 57 41 98 1.673 1.670 3.343 198 244 442 685 924 1.609 3 18 21 2.705 2.911 5.616 258 303 561

Revere 140 125 265 26 24 50 772 763 1.535 88 99 187 296 412 708 5 7 12 1.208 1.300 2.508 119 130 249

S.Benedetto Po 419 397 816 69 72 141 2.312 2.135 4.447 256 273 529 826 1128 1.954 14 28 42 3.557 3.660 7.217 339 373 712

S.Giacomo d/S 88 80 168 24 20 44 516 486 1.002 72 88 160 182 243 425 3 3 6 786 809 1.595 99 111 210

S. Giovanni d/D 98 84 182 24 24 48 411 373 784 66 67 133 119 179 298 2 0 2 628 636 1.264 92 91 183

Schivenoglia 72 55 127 15 10 25 366 355 721 54 48 102 147 206 353 1 2 3 585 616 1.201 70 60 130

Sermide 336 283 619 75 59 134 1.964 1.857 3.821 363 268 631 715 934 1.649 13 26 39 3.015 3.074 6089 451 353 804

Serravalle a Po 94 69 163 22 12 34 454 421 875 70 65 135 192 268 460 1 4 5 740 758 1.498 93 81 174

Sustinente 118 137 255 14 20 34 642 652 1.294 44 79 123 215 304 519 1 3 4 975 1.093 2.068 59 102 161

Suzzara 1.668 1.579 3.247 366 308 674 6.713 6.376 13.089 1.173 1.249 2.422 2.081 2.794 4.875 35 79 114 10.462 10.749 21.211 1574 1636 3210

Villa Poma 119 129 248 8 17 25 600 630 1.230 43 49 92 235 301 536 2 2 4 954 1060 2.014 53 68 121

Totale Distretto 6.500 6.055 12.555 1.259 1.138 2.397 30.998 29.462 60.460 4.618 4.641 9.259 10.407 13.893 24.300 151 319 470 48.080 49.651 97.315 6.028 6.098 12.126

Totale Provincia 29.172 27.102 56.274 5.363 4.904 10.267 132.571 128.833 261.404 19.386 20.028 39.414 40.331 54.859 95.190 622 1.232 1.854 202.074 210.794 412.868 25.885 26.586 52.471

Tabella 17: Popolazione italiana e straniera residente al 1 Gennaio 2017 per sesso: confronto territoriale per comune e fascia d’etàFonte: GeoDemo-Istat

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Dal punto di vista della analisi per fasce d’età, è possibile notare che nel Distretto, proporzionalmente, il rapporto più alto tra residenti italiani e stranieri si registra nella fascia 0-14 anni con un rapporto quasi di 1 a 5. Nella fascia di età 15-64 anni tale rappporto scende al 15,3% rispetto ai e crolla al 1,9% nella fascia di età 65+. Il comune con il rapporto più alto tra cittadini stranieri ed italiani è Motteggiana con il 18%.

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39

4.2 Le dinamiche

economiche nell’area Attract

Il sistema produttivo del territorio

I dati specifici relativi al sistema delle imprese delineano una situazione leggermente migliore rispetto al resto della provincia. Rimane, però, una sensazione complessiva di lento regresso. Leggendo i dati sulla struttura imprenditoriale dell’area e analizzando il trend dal 2001, i fondamentali aggregati non sono positivi. Come detto l’area dell’Oltrepò sembra reggere meglio a questo difficile contesto globale rispetto alla media provinciale, ma non sembra ancora in grado di invertire la tendenza.Partendo da una classica analisi settoriale, si conferma la vocazione agricola e manifatturiera della zona, nonostante il forte ridimensionamento di quest’ultima (tab. 18-19).

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016Saldo 20162009

20162009

20162011

SETTORE ATTIVITAIm-

prese Attive

Im-prese Attive

Im-prese Attive

Im-prese Attive

Im-prese Attive

Im-prese Attive

Im-prese Attive

Im-prese Attive

Im-prese Attive

Im-prese Attive

Im-prese Attive

A Agricoltura, silvicoltura pesca 2.698 2.644 2.601 2.513 2.438 2.390 2.377 2.351 -347 -12,9 -9,6

B Estrazione di minerali da cave e miniere 3 3 2 3 3 2 1 1 -2 -66,7 -50,0

C Attività manifatturiere 1.273 1.248 1.223 1.183 1.147 1.121 1.075 1.047 -226 -17,8 -14,4

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 2 8 9 11 12 13 14 14 12 600,0 55,6

E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 8 7 7 6 8 9 8 9 1 12,5 28,6

F Costruzioni 1.646 1.620 1.598 1.553 1.508 1.460 1.369 1.337 -309 -18,8 -16,3

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 1.892 1.925 1.958 1.929 1.928 1.891 1.823 1.816 -76 -4,0 -7,3

H Trasporto e magazzinaggio 209 198 195 195 194 194 196 184 -25 -12,0 -5,6

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 452 445 456 451 460 455 445 450 -2 -0,4 -1,3

J Servizi di informazione e comunicazione 78 80 84 88 94 100 96 95 17 21,8 13,1

K Attività finanziarie e assicurative 141 148 142 142 149 143 144 145 4 2,8 2,1

L Attività immobiliari 261 271 272 273 275 267 270 264 3 1,1 -2,9

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 117 119 122 129 136 130 137 149 32 27,4 22,1

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp... 104 106 111 121 131 143 158 162 58 55,8 45,9

P Istruzione 14 12 13 14 13 11 10 10 -4 -28,6 -23,1

Q Sanità e assistenza sociale 25 27 35 39 43 43 42 44 19 76,0 25,7

R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 54 53 60 60 60 61 62 64 10 18,5 6,7S Altre attività di servizi 406 416 418 403 393 394 404 397 -9 -2,2 -5,0

X Imprese non classificate 18 16 6 3 3 3 4 6 -12 -66,7 0,0

Totale 9.401 9.346 9.312 9.116 8.995 8.830 8.635 8.545 -856 -9,1 -8,2

Tabella 18: Imprese attive nell’area economica Oltrepo suddivise per settori di attività – annualità 2009/2016 Fonte: CCIAA MN-InfocamereFonte: CCIAA MN-Infocamere

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2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016Saldo 20162009

20162009

20162011

ATTIVITA Addetti Addetti Addetti Addetti Addetti Addetti Addetti Addetti Addetti Addetti Addetti

A Agricoltura, silvicoltura pesca 3.790 3.890 4.497 4.419 3.358 4.236 4.207 4.162 372 9,8 -7,4

B Estrazione di minerali da cave e miniere 43 39 27 30 30 29 14 13 -30 -69,8 -51,9

C Attività manifatturiere 11.898 11.651 12.029 11.826 11.597 11.322 11.046 10.720 -1178 -9,9 -10,9

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria con-dizionata 4 5 8 9 11 13 13 12 8 200,0 50,0

E Fornitura di acqua; reti fognarie 99 103 93 84 92 97 27 36 -63 -63,6 -61,3

F Costruzioni 3.275 3.447 3.429 3.226 3.199 3.086 3.030 2.922 -353 -10,8 -14,8

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 3.885 4.273 4.283 4.296 4.288 4.272 4.127 4.032 147 3,8 -5,9

H Trasporto e magazzinaggio 780 746 803 823 915 1.101 1.070 975 195 25,0 21,4

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 1.259 1.476 1.619 1.693 1.654 1.518 1.421 1.391 132 10,5 -14,1

J Servizi di informazione e comunicazione 218 230 312 298 258 260 255 264 46 21,1 -15,4

K Attività finanziarie e assicurative 206 226 220 218 227 223 223 226 20 9,7 2,7

L Attività immobiliari 469 460 475 487 472 451 472 459 -10 -2,1 -3,4

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 179 215 250 259 250 261 350 626 447 249,7 150,4

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 441 441 435 453 457 487 753 825 384 87,1 89,7

P Istruzione 49 30 23 24 24 23 22 24 -25 -51,0 4,3

Q Sanità e assistenza sociale 318 328 632 656 705 783 810 850 532 167,3 34,5

R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 142 160 147 154 147 152 156 182 40 28,2 23,8

S Altre attività di servizi 665 729 753 760 739 703 732 714 49 7,4 -5,2

X Imprese non classificate 324 347 77 162 77 60 69 66 -258 -79,6 -14,3

Totale 28.044 28.796 30.112 29.877 28.500 29.077 28.797 28.499 455 1,6 -5,4Tabella 19: Addetti nell’area economica Oltrepo suddivise per settori di attività – annualità 2009/2016Fonte: CCIAA MN-Infocamere

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In particolare appare molto forte la crisi delle costruzioni (che coinvolge anche l’attività estrattiva), in linea con quanto sta avvenendo in tutto il Paese. È evidente che il ridimensionamento di questo comparto rappresenta una frattura storica con un consolidato modello di sviluppo che ha sempre visto nel settore edile, considerato nel suo complesso, uno dei cardini irrinunciabili. Anche di questo sarà opportuno tenere conto in sede di conclusioni e di indicazioni politico-amministrative. Si rafforzano e diventano sempre più frequenti le sovrapposizioni settoriali. In particolare si assiste alla trasformazione del settore agricolo, che è sempre più multisettoriale (ad esempio con la produzione di energia e il turismo) e il terziario che si “impossessa” di parte dei cicli produttivi (logistica attiva).

È probabile che gli schemi interpretativi che abbiamo usato fino a qualche anno per leggere la realtà economica non abbiano più la stessa capacità esplicativa. La visione statica dell’economia, che la divisione in settori porta fatalmente con sé, è sicuramente superata nella fase di trasformazione che stiamo vivendo.A tale proposito, potremmo parlare di “razionalizzazione” del sistema produttivo, con un incremento medio delle dimensioni delle imprese (gli addetti calano meno velocemente delle imprese). Al quale fa da contraltare il settore artigianale con un fenomeno inverso (tab. 20).

collegamenti ipertestuali pagine Internet

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IMPRESE ARTIGIANE

  2011 2016 2011/2016 2011/2016

  SETTORE ATTIVITA Imprese Attive Addetti Imprese

Attive Addetti Imprese Attive Addetti Imprese

Attive Addetti

A Agricoltura, silvicoltura pesca 72 235 63 213 -9 -22 -12,5 -9,4

B Estrazione di minerali da cave e miniere 0 0 0 0 0 0 - -

C Attività manifatturiere 921 3.557 756 2.747 -165 -810 -17,9 -22,8

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore 1 4 1 8 0 4 0 100

E Fornitura di acqua; reti fognarie 1 1 4 8 3 7 300 700

F Costruzioni 1.398 2.421 1.136 1.917 -262 -504 -18,7 -20,8

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 180 454 151 419 -29 -35 -16,1 -7,7

H Trasporto e magazzinaggio 164 391 142 340 -22 -51 -13,4 -13

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 79 227 84 175 5 -52 6,3 -22,9

J Servizi di informazione e comunicazione 15 35 18 41 3 6 20 17,1

K Attività finanziarie e assicurative 0 0 0 0 0 0 - -

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 32 55 31 52 -1 -3 -3,1 -5,5

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 36 119 61 145 25 26 69,4 21,8

P Istruzione 2 3 1 0 -1 -3 -50 -

Q Sanità e assistenza sociale 0 0 0 0 0 0 - -

R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento 11 13 12 14 1 1 9,1 7,7

S Altre attività di servizi 382 639 358 603 -24 -36 -6,3 -5,6

X Imprese non classificate 0 0 0 0 0 0 - -

TOTALE 3.294 8.154 2.818 6.682 -476 -1472 -14,5 -18,1Tabella 20: Imprese e addetti nell’area economica Oltrepo: quadro riassuntivo per singolo comparto IMPRESE ARTIGIANE – annualità 2011/2016Fonte: CCIAA MN-Infocamere

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“economia nazionale, sta selezionando le imprese del rapporto con i mercati internazionali”

Il primo è coerente con il modello distrettuale; tradizionalmente all’interno dei distretti le fasi espansive sono accompagnate da un incremento del numero delle imprese e una riduzione della loro dimensione media, al contrario, nelle fasi recessive cala il numero delle imprese e cresce la dimensione media delle stesse. L’evoluzione delle imprese artigianali, al contrario, necessita di un’ulteriore riflessione. Si potrebbe ipotizzare che l’artigianato, così come il commercio, stiano svolgendo la funzione di ammortizzatori sociali impropri; le basse barriere all’entrata e i bassi costi di avviamento permettono di aprire un’attività la cui effettiva tenuta e la cui redditività andranno però verificate nel medio periodo. Al di là di questi elementi contingenti, è però evidente che la struttura aziendale determina in buona misura la performance della stessa. In altre parole, questa fase storica di cambiamento dell’intera economia nazionale, sta selezionando le imprese sulla base, soprattutto, del rapporto con i mercati internazionali.

Un dato sicuramente positivo e che rappresenta una parziale eccezione nel contesto provinciale è la tenuta dei due Sistemi Locali del Lavoro. In un contesto complessivamente negativo, infatti, i SLL di Suzzara e Ostiglia hanno retto e sono ancora statisticamente rilevabili. A differenza di quanto sta avvenendo in molti altri SLL della provincia, che stanno letteralmente scomparendo. Questo elemento è forse quello che più di tutti gli altri ci permette di verificare la profondità del processo di sviluppo dei decenni precedenti. Uno degli assunti di base della teoria distrettualistica, riguarda il concetto, mutuato dalla sociologia, del capitale sociale, vale a dire l’insieme delle risorse di tipo relazionale durature che un individuo o un’impresa può utilizzare, insieme ad altre risorse, per perseguire i propri fini13. Uno degli elementi che contraddistingue lo sviluppo di tipo distrettuale da tutti gli altri possibili percorsi di sviluppo, pare proprio essere la capacità di destinare una parte rilevante del benessere derivante dalla crescita economica in capitale sociale, al fine di rendere più solido il sistema di relazioni all’interno del distretto stesso e, in ultima analisi, rendere più resistente alle fasi di difficoltà il sistema economico locale14.

Il processo di terziarizzazione rappresenta un elemento di continuità con il decennio precedente e con il contesto regionale nel quale è inserita l’area. Rimane il fatto che questo processo appare sovrastimato a causa dell’esternalizzazione di molti servizi che un tempo erano interni alle imprese. Per questo il manifatturiero è ancora il motore dell’economia locale pur in presenza di un vistoso calo nel numero di occupati e di imprese. Anche il settore primario non è immune da questo processo di terziarizzazione; molte attività stagionali, infatti, vengono oggi svolte da cooperative di servizi, che quindi stanno

13 R. D. Putnam La tradizione civica delle regioni italiane, Milano, 1997.14 Cfr. A. Arrighetti e G. Seravalli, Sviluppo economico, convergenza e istituzioni intermedie, in A. Arrighetti e G. Sera-valli (a cura di), Istituzioni intermedie e sviluppo locale, Roma, 1999.

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“diversi giovani mantovani che frequentino l’Università nella ventina di sedi universitarie distanti da Mantova

trovano lavoro piu’ facilmente nelle località di studio”

nel terziario, per conto delle imprese agricole, ma stiamo sempre parlando di lavori agricoli.

Diverso il discorso sulla tipologia di occupazione e sul livello scolastico richiesto. Occorre ricordare che il SOLE-24Ore ha di recente mostrato la classifica delle province italiane per impiego percentuale di laureati tra 25 e 34 anni sul totale degli addetti: ebbene Mantova risulta 104-esima su 110 province15. In realtà non vi sono segnali che inducano a pensare che la situazione dell’Oltrepò sia sostanzialmente migliore di quella del resto della provincia. E’ quindi evidente che diversi giovani mantovani che frequentino l’Università nella ventina di sedi universitarie distanti da Mantova meno di 150 chilometri trovino lavoro più facilmente nelle località di studio. O ambiscano ad andare all’estero.

Per questo può risultare molto interessante l’ampliamento del welfare, con un forte contributo del settore privato. Anche in questo caso è evidente il legame con i fenomeni demografici (invecchiamento). Ma si tratta comunque di un cambiamento che deve essere considerato in modo positivo, foriero di ulteriori specializzazioni e di un innalzamento del livello professionale e culturale complessivo della componente lavoro. Se, come abbiamo visto poco sopra, le imprese mantovano richiedono lavoro poco scolarizzato, nel settore del welfare, al contrario, la formazione dei lavoratori è uno degli elementi più importanti e tutto lascia intendere che tale professionalizzazione nei prossimi anni tenderà ad innalzarsi ulteriormente.

Se i dati demografici indicano due situazioni decisamente differenti, per quanto riguarda la struttura economica il discorso è sicuramente più articolato. Le due aree presentano una distribuzione delle imprese per fasce dimensionali abbastanza simile, con una sostanziale differenza per quanto riguarda le imprese di maggiori dimensioni, che sono concentrate in gran parte intorno al polo di Suzzara (sinistra Secchia). Forse più che dualismo, occorrerebbe prendere in considerazione l’ipotesi che le due aree rappresentino realtà tra di loro complementari e quindi coerenti. Questa nuova immagine andrebbe ulteriormente approfondita, ma già così imporrebbe una riflessione sulle politiche territoriali e sugli incentivi alle imprese che andrebbero meglio tarati sia per quel che riguarda i settori, sia per quel che riguarda le aree specifiche di intervento.

Tra i dati in controtendenza, c’è il numero degli occupati nelle imprese straniere, che è leggermente cresciuto negli ultimi cinque anni (tab. 4), a fronte, come si è visto, di un calo della popolazione straniera nello stesso arco temporale (tab 21).Per altro, occorre anche sottolineare come il dato delle imprese straniere segni una

15 Cfr. G. Trovati, Solo il 10,6% ha dato esami all’estero, ma il 50% si dice pronto a emigrare, in “Il sole-24 ore”, 17 maggio 2017.

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sostanziale tenuta, soprattutto se confrontato con il dato complessivo delle imprese nell’area. Tutto questo potrebbe indicare un maggiore radicamento della popolazione straniera nel tessuto socio-economico dell’area. Questo maggiore radicamento troverebbe una sua spiegazione nel già citato “capitale sociale”, che ha creato le condizioni per una migliore integrazione. Molti segnali fanne pensare che questo oggi non sia più sufficienti, ma siano necessarie politiche intenzionali che vadano in questa direzione.

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IMPRESE STRANIERE

2011 2016 2011/2016 2011/2016

SETTORE ATTIVITÀ Imprese Attive Addetti Imprese

Attive Addetti Imprese Attive Addetti Imprese

Attive Addetti

A Agricoltura, silvicoltura pesca 8 22 20 57 12 35 150 159,1

C Attività manifatturiere 238 764 189 612 -49 -152 -20,6 -19,9

F Costruzioni 279 356 240 289 -39 -67 -14 -18,8

G Commercio all'in- grosso e al dettaglio 175 199 190 245 15 46 8,6 23,1

H Trasporto e magazzinaggio 8 89 16 120 8 31 100 34,8

I Attività dei servizi di alloggio e di ristora-zione

61 189 76 246 15 57 24,6 30,2

J Servizi di informazio-ne e comunicazione 10 24 8 26 -2 2 -20 8,3

K Attività finanziarie e assicurative 2 2 2 4 0 2 0 100

L Attività immobiliari 1 1 1 0 0 -1 0 -

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 1 1 2 4 1 3 100 300

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese

14 55 33 81 19 26 135,7 47,3

P Istruzione 0 0 0 0 0 0 - -

R Attività artistiche, sportive e di intrattenimento

1 1 4 8 3 7 300 700

S Altre attività di servizi 12 23 18 41 6 18 50 78,3

X Imprese non classificate 2 5 0 17 -2 12 - 240

TOTALE 812 1.731 799 1.750 -13 19 -1,6 1,1Tabella 21: Imprese straniere/addetti nell’area Oltrepo – annualità 2011/2015Fonte: CCIAA MN-Infocamere

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Analisi quantitativa: il sistema delle imprese

nel distretto dell’Oltrepo

Infine, occorre fare un cenno all’evento sismico del 2012, che ha sicuramente rappresentato un momento importante nel determinare l’evoluzione economica dell’area. I dati demografici e quelli economici ci permettono di affermare che gli effetti del terremoto non si siano distribuiti in maniera omogenea tra i veri comuni dell’area; alcuni (Felonica, San Giacomo, Moglia e San Benedetto) hanno conosciuto un autentico tracollo demografico. Particolarmente rilevante per i comuni di Moglia e San Benedetto, in quanto va a invertire la tendenza del decennio precedente. Anche per quel che riguarda i settori, si può affermare che il sisma abbia penalizzato in particolare il commercio, avendo tolto molti spazi e luoghi di socializzazione nei centri storici.

Dal punto di vista dell’organizzazione economica l’Oltrepo non è riconosciuto come unica area economica. Esso viene infatti suddiviso, anche in ragione della struttura economica che li caratterizza, in due aree economiche distinte che fanno capo rispettivamente ai Comuni di Suzzara e Ostiglia. Al 31.12.2016 sono risultate attive 8.545 imprese (tab. 22).

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2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016Saldo 20162009

20162009

20162011

SETTORE ATTIVITA Imprese Attive

Imprese Attive

Imprese Attive

Imprese Attive

Imprese Attive

Imprese Attive

Imprese Attive

Imprese Attive

Imprese Attive

Imprese Attive

Imprese Attive

A Agricoltura, silvicoltura pesca 2.698 2.644 2.601 2.513 2.438 2.390 2.377 2.351 -347 -12,9 -9,6

B Estrazione di minerali da cave e miniere 3 3 2 3 3 2 1 1 -2 -66,7 -50,0

C Attività manifatturiere 1.273 1.248 1.223 1.183 1.147 1.121 1.075 1.047 -226 -17,8 -14,4

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 2 8 9 11 12 13 14 14 12 600,0 55,6

E Fornitura di acqua; reti fognarie 8 7 7 6 8 9 8 9 1 12,5 28,6

F Costruzioni 1.646 1.620 1.598 1.553 1.508 1.460 1.369 1.337 -309 -18,8 -16,3

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 1.892 1.925 1.958 1.929 1.928 1.891 1.823 1.816 -76 -4,0 -7,3

H Trasporto e magazzinaggio 209 198 195 195 194 194 196 184 -25 -12,0 -5,6

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 452 445 456 451 460 455 445 450 -2 -0,4 -1,3

J Servizi di informazione e comunicazione 78 80 84 88 94 100 96 95 17 21,8 13,1

K Attività finanziarie e assicurative 141 148 142 142 149 143 144 145 4 2,8 2,1

L Attività immobiliari 261 271 272 273 275 267 270 264 3 1,1 -2,9

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 117 119 122 129 136 130 137 149 32 27,4 22,1

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 104 106 111 121 131 143 158 162 58 55,8 45,9

P Istruzione 14 12 13 14 13 11 10 10 -4 -28,6 -23,1

Q Sanità e assistenza sociale 25 27 35 39 43 43 42 44 19 76,0 25,7

R Attività artistiche, sportive 54 53 60 60 60 61 62 64 10 18,5 6,7

S Altre attività di servizi 406 416 418 403 393 394 404 397 -9 -2,2 -5,0

X Imprese non classificate 18 16 6 3 3 3 4 6 -12 -66,7 0,0

TOTALE 9.401 9.346 9.312 9.116 8.995 8.830 8.635 8.545 -856 -9,1 -8,2

Tabella 22: Imprese attive nell’area economica Oltrepo suddivise per settori di attività – annualità 2009/2016Fonte: CCIAA MN-Infocamere

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L’evoluzione dell’andamento nel periodo analizzato registra una riduzione complessiva di 856 imprese (-9,1%). Il calo del numero di imprese è costante dal 2009 al 2016. Il calo maggiore si registra nelle imprese dei settori Costruzioni, Agricoltura e Attività Manifatturiere. Un incremento nel numero di imprese deve essere registrato invece nel settore dei Servizi.

Per quanto riguarda il numero degli addetti si deve osservare un andamento altalenante. In termini di unità si deve registrare un progressivo calo nel periodo 2011-2013. Nell’annualità 2014 si è invece manifestata una leggera crescita per poi assestarsi nel 2016 a 28.499 addetti (tab.23).

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2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016Saldo 20162009

20162009

20162011

SETTORE ATTIVITA Addetti

A Agricoltura, silvicoltura pesca 3.790 3.890 4.497 4.419 3.358 4.236 4.207 4.162 372 9,8 -7,4

B Estrazione di minerali da cave e miniere 43 39 27 30 30 29 14 13 -30 -69,8 -51,9

C Attività manifatturiere 11.898 11.651 12.029 11.826 11.597 11.322 11.046 10.720 -1178 -9,9 -10,9

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 4 5 8 9 11 13 13 12 8 200,0 50,0

E Fornitura di acqua; reti fognarie 99 103 93 84 92 97 27 36 -63 -63,6 -61,3

F Costruzioni 3.275 3.447 3.429 3.226 3.199 3.086 3.030 2.922 -353 -10,8 -14,8

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 3.885 4.273 4.283 4.296 4.288 4.272 4.127 4.032 147 3,8 -5,9

H Trasporto e magazzinaggio 780 746 803 823 915 1.101 1.070 975 195 25,0 21,4

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 1.259 1.476 1.619 1.693 1.654 1.518 1.421 1.391 132 10,5 -14,1

J Servizi di informazione e comunicazione 218 230 312 298 258 260 255 264 46 21,1 -15,4

K Attività finanziarie e assicurative 206 226 220 218 227 223 223 226 20 9,7 2,7

L Attività immobiliari 469 460 475 487 472 451 472 459 -10 -2,1 -3,4

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 179 215 250 259 250 261 350 626 447 249,7 150,4

N Noleggio, agenzie di viaggio, ser-vizi di supporto alle imprese 441 441 435 453 457 487 753 825 384 87,1 89,7

P Istruzione 49 30 23 24 24 23 22 24 -25 -51,0 4,3

Q Sanità e assistenza sociale 318 328 632 656 705 783 810 850 532 167,3 34,5

R Attività artistiche, sportive, di intrat-tenimento e divertimento 142 160 147 154 147 152 156 182 40 28,2 23,8

S Altre attività di servizi 665 729 753 760 739 703 732 714 49 7,4 -5,2

X Imprese non classificate 324 347 77 162 77 60 69 66 -258 -79,6 -14,3

Totale 28.044 28.796 30.112 29.877 28.500 29.077 28.797 28.499 455 1,6 -5,4Tabella 23: Addetti nell’area economica Oltrepo suddivise per settori di attività – annualità 2009/2016Fonte: CCIAA MN-Infocamere

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Complessivamente nel periodo analizzato si deve registrare una riduzione di 581 addetti. I settori maggiormente colpiti sono quelli Manifatturiero e quello delle Costruzioni. Crescite di addetti si evidenzia invece nei settori Sanità, Agricoltura e dei Servizi in generale.L’analisi per singoli comparti dell’evoluzione del sistema di impresa nell’area dell’Oltrepo consente di mettere a fuoco con maggiore puntualità l’evoluzione imprenditoriale del distretto (tab. 24-25).

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IMPRESE ARTIGIANE

2011 2016 2011/2016 2011/2016

  SETTORE ATTIVITA Imprese Attive Addetti Imprese

Attive Addetti Imprese Attive Addetti Imprese

Attive Addetti

A Agricoltura, silvicoltura pesca 72 235 63 213 -9 -22 -12,5 -9,4

B Estrazione di minerali da cave e miniere 0 0 0 0 0 0 - -

C Attività manifatturiere 921 3.557 756 2.747 -165 -810 -17,9 -22,8

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 1 4 1 8 0 4 0 100

E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione 1 1 4 8 3 7 300 700

F Costruzioni 1.398 2.421 1.136 1.917 -262 -504 -18,7 -20,8

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 180 454 151 419 -29 -35 -16,1 -7,7

H Trasporto e magazzinaggio 164 391 142 340 -22 -51 -13,4 -13

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 79 227 84 175 5 -52 6,3 -22,9

J Servizi di informazione e comunicazione 15 35 18 41 3 6 20 17,1

K Attività finanziarie e assicurative 0 0 0 0 0 0 - -

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 32 55 31 52 -1 -3 -3,1 -5,5

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 36 119 61 145 25 26 69,4 21,8

P Istruzione 2 3 1 0 -1 -3 -50 -

Q Sanità e assistenza sociale 0 0 0 0 0 0 - -

R Attività artistiche, sportive, di intratteni-mento e divertimento 11 13 12 14 1 1 9,1 7,7

S Altre attività di servizi 382 639 358 603 -24 -36 -6,3 -5,6

X Imprese non classificate 0 0 0 0 0 0 - -

TOTALE 3.294 8.154 2.818 6.682 -476 -1472 -14,5 -18,1Tabella 24: Imprese e addetti nell’area economica Oltrepo: quadro riassuntivo per singolo comparto IMPRESE ARTIGIANE – annualità 2011/2016Fonte: CCIAA MN-Infocamere

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IMPRESE FEMMINILI

2011 2016 2011/2016 2011/2016

SETTORE ATTIVITA Imprese Attive Addetti Imprese

Attive Addetti Imprese Attive Addetti Imprese

Attive Addetti

A Agricoltura, silvicoltura pesca 507 769 451 539 -56 -230 -11 -29,9

B Estrazione di minerali da cave e miniere 0 0 0 0 0 0 - -

C Attività manifatturiere 277 1.613 218 1.162 -59 -451 -21,3 -28

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata. 0 0 0 0 0 0 - -

E Fornitura di acqua; reti fognarie 0 0 0 0 0 0 - -

F Costruzioni 70 286 62 185 -8 -101 -11,4 -35,3

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 535 1.072 467 820 -68 -252 -12,7 -23,5

H Trasporto e magazzinaggio 16 78 13 103 -3 25 -18,8 32,1

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 169 525 156 390 -13 -135 -7,7 -25,7

J Servizi di informazione e comunicazione 20 44 25 63 5 19 25 43,2

K Attività finanziarie e assicurative 35 54 41 55 6 1 17,1 1,9

L Attività immobiliari 70 102 49 72 -21 -30 -30 -29,4

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 28 31 37 352 9 321 32,1 1.035,50

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 29 138 32 74 3 -64 10,3 -46,4

P Istruzione 2 2 2 2 0 0 0 0

Q Sanità e assistenza sociale 15 186 11 201 -4 15 -26,7 8,1

R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 18 64 18 61 0 -3 0 -4,7

S Altre attività di servizi 247 387 243 393 -4 6 -1,6 1,6

X Imprese non classificate 1 14 0 4 -1 -10 - -71,4

TOTALE 2.039 5.365 1.825 4.476 -214 -889 -10,5 -16,6

Tabella 25: Imprese e addetti nell’area economica Oltrepo: quadro riassuntivo per singolo comparto IMPRESE FEMMINILI – annualità 2011/2016Fonte: CCIAA MN-Infocamere

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Le imprese giovanili presentano complessivamente un dato fortemente negativo. In questo quadro evidentemente si deve osservare come il calo importante di aziende, al netto di quelle che evidentemente superano la soglia di età indicata dalla definizione, derivi dalla mancata creazione di nuove realtà (tab 26-27).

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IMPRESE GIOVANILI

2011 2016 2011/2016 2011/2016

SETTORE ATTIVITÀ Imprese Attive Addetti Imprese

Attive Addetti Imprese Attive Addetti Imprese

Attive Addetti

A Agricoltura, silvicoltura pesca 106 219 90 219 113 0 -15,1 0

C Attività manifatturiere 107 354 0 0 -107 -354 - -

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 0 0 49 162 162 162 - -

E Fornitura di acqua; reti fognarie 1 1 0 0 -1 -1 - -

F Costruzioni 291 469 143 256 -35 -213 -50,9 -45,4

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di auto 193 257 134 157 -36 -100 -30,6 -38,9

H Trasporto e magazzinaggio 15 37 16 199 184 162 6,7 437,8

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 67 223 54 109 42 -114 -19,4 -51,1

J Servizi di informazione e comunicazione 6 6 5 4 -2 -2 -16,7 -33,3

K Attività finanziarie e assicurative 23 25 23 25 2 0 0 0

L Attività immobiliari 20 17 11 15 -5 -2 -45 -11,8

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 9 17 8 10 1 -7 -11,1 -41,2

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 15 40 25 51 36 11 66,7 27,5

P Istruzione 1 1 1 1 0 0 0 0

Q Sanità e assistenza sociale 5 76 3 7 2 -69 -40 -90,8

R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 11 12 8 8 -3 -4 -27,3 -33,3

S Altre attività di servizi 77 114 50 77 0 -37 -35,1 -32,5

X Imprese non classificate 0 3 0 14 14 11 - 366,7

TOTALE 947 1.871 620 1.314 -327 -557 -34,5 -29,8Tabella 26: Imprese e addetti nell’area Oltrepo: quadro riassuntivo per singolo comparto IMPRESE GIOVANILI – annualità 2011/2016Fonte: CCIAA MN-Infocamere

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IMPRESE STRANIERE

2011 2016 2011/2016 2011/2016

SETTORE ATTIVITÀ Imprese Attive Addetti Imprese

Attive Addetti Imprese Attive Addetti Imprese

Attive Addetti

A Agricoltura, silvicoltura pesca 8 22 20 57 12 35 150 159,1

C Attività manifatturiere 238 764 189 612 -49 -152 -20,6 -19,9

F Costruzioni 279 356 240 289 -39 -67 -14 -18,8

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 175 199 190 245 15 46 8,6 23,1

H Trasporto e magazzinaggio 8 89 16 120 8 31 100 34,8

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 61 189 76 246 15 57 24,6 30,2

J Servizi di informazione e comunicazione 10 24 8 26 -2 2 -20 8,3

K Attività finanziarie e assicurative 2 2 2 4 0 2 0 100

L Attività immobiliari 1 1 1 0 0 -1 0 -

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 1 1 2 4 1 3 100 300

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese

14 55 33 81 19 26 135,7 47,3

P Istruzione 0 0 0 0 0 0 - -

R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 1 1 4 8 3 7 300 700

S Altre attività di servizi 12 23 18 41 6 18 50 78,3

X Imprese non classificate 2 5 0 17 -2 12 - 240

TOTALE 812 1.731 799 1.750 -13 19 -1,6 1,1Tabella 27 – Imprese straniere/addetti nell’area Oltrepo – annualità 2011/2015Fonte: CCIAA MN-Infocamere

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Il quadro riassuntivo dell’intero territorio ci permette di osservare in forma unitaria l’andamento delle imprese e degli addetti nel periodo analizzato (tab. 28-29).

2011 2016 2011-2016

IMPRESE ATTIVE FEMMINILI 2.039 1.825 -214 -10,5

ADDETTI IMPRESE FEMMINILI 5.365 4.476 -889 -16,6

GIOVANILI IMPRESE 947 620 -327 -34,5

GIOVANILI ADDETTI 1.871 1.314 -557 -29,8

STRANIERE IMPRESE 812 799 -13 -1,6

STRANIERE ADDETTI 1.731 1.750 19 1,1

ARTIGIANE IMPRESE 3.294 2.818 -476 -14,5

ARTIGIANE ADDETTI 8.154 6.682 -1.472 -18,1

Tabella 28 – Imprese/addetti nell’area Oltrepo – annualità 2011/2016Fonte: CCIAA MN-Infocamer

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SETTORE ATTIVITA TOTALE IMPRESE ARTIGIANE FEMMINILI GIOVANILI STRANIERE

A Agricoltura, silvicoltura pesca 26,4 2,2 24,7 14,5 2,5

B Estrazione di minerali da cave e miniere 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

C Attività manifatturiere 11,9 26,8 11,9 0,0 23,7

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

0,2 0,0 0,0 7,9 0,0

E Fornitura di acqua; reti fognarie 0,1 0,1 0,0 0,0 0,0

F Costruzioni 15,9 40,3 3,4 23,1 30,0

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 21,6 5,4 25,6 21,6 23,8

H Trasporto e magazzinaggio 2,4 5,0 0,7 2,6 2,0

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 5,3 3,0 8,5 8,7 9,5

J Servizi di informazione e comunicazione 1,1 0,6 1,4 0,8 1,0

K Attività finanziarie e assicu-rative 1,7 0,0 2,2 3,7 0,3

L Attività immobiliari 3,3 0,0 2,7 1,8 0,1

M Attività professionali, scien-tifiche e tecniche 1,9 1,1 2,0 1,3 0,3

N Noleggio, agenzie di viag-gio, servizi di supporto alle imprese

2,0 2,2 1,8 4,0 4,1

P Istruzione 0,1 0,0 0,1 0,2 0,0

Q Sanità e assistenza sociale 0,5 0,0 0,6 0,5 0,0

R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 0,8 0,4 1,0 1,3 0,5

S Altre attività di servizi 4,7 12,7 13,3 8,1 2,3

X Imprese non classificate 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0Tabella 29 – Peso Imprese per settori sul totale imprese nell’area economica Oltrepo – annualità 2016Fonte: CCIAA MN-Infocamere

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5 ATTRACT, i fattori di innovazione locale: il sistema scolastico e il welfare

Il sistema e la rete di istruzione e formazione nell’Oltrepo appaiono particolarmente ricchi e diversificati, in raccordo con la vivacità e le caratterizzazioni di impresa che interessano il territorio. La visione dei percorsi di istruzione e formazione infatti presenta eccellenze riconosciute sia sul versante pubblico sia sul versante privato.

Guardando al dato provinciale all’anno scolastico 2016/2017 alla scuola superiore erano iscritti 14.067 studenti, dei quali 7.051 femmine e 7.047 maschi, facendo così registrare una sostanziale parità di sesso nel contesto scolastico mantovano (Tab.30)

Valore Femmine % Maschi %Studenti con cittadinanza

straniera%

14.098 7.051 50,0% 7.047 50,0% 1.641 11,6%Tab.30: Popolazione scolastica in provincia di Mantova – anno scolastico 2016/2017Fonte MIUR

La scelta dei giovani rispetto al proprio percorso di studi ha confermato la preferenza per la formazione liceale, seguita da quella tecnica e professionale Tab.31.

Valore Licei % Tecnici % Professionali %

14.098 6.268 44,4% 5.122 36,3% 2.708 19,2%

Tab.31: Popolazione scolastica e percorsi formativi in provincia di Mantova – anno scolastico 2016/2017 Fonte MIUR

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60

Appare utile in questo contesto affrontare il tema della scelta dei percorsi formativi con particolare riferimento all’istruzione tecnica e professionale, in ragione dell’analisi socio-economica che si propone e rispetto alle possibili sinergie e linee di azioni che possono essere attivate tra realtà istituzionali, privato e mondo dell’impresa. In questa prospettiva le tab.3-4 raccontano una chiara articolazione dell’adesione degli studenti rispetto ai percorsi formativi. (tab 32-33) Nel contesto liceale l’orientamento prevalente è quello Scientifico seguito da Scienze Umane e Artistico.

Valore Artistico Classico Linguistico Musicale e Coreutico Scientifico Scienze

umane

6.268 849 370 1.168 134 2.463 1.284

Tab.32: Popolazione scolastica e percorsi formativi in provincia di Mantova – anno scolastico 2016/2017Fonte MIUR

Valore (A+B) A. Istruzione Tecnica

IndirizzoEconomico

IndirizzoTecnologico

B. Istruzione professio-

nale

IndirizzoIndustria e Artigianato

Indirizzo Servizi IeFP

7.830 5.122 2.042 3.080 2.708 498 1.863 347Tab.33: Popolazione scolastica e percorsi formativi Tecnici e Professionali in provincia di Mantova – anno scolastico 2016/2017Fonte MIUR

Osservando il prospetto relativo alla formazione Tecnica e Professionale è possibile evidenziare come vi sia da parte degli studenti una preferenza per l’indirizzo tecnologico nell’istruzione tecnica e per il settore dei servizi per l’istruzione professionale.Si è voluto anche indagare le diverse strategie di orientamento scolastico tra studenti con cittadinanza italiana e quelli ancora privi. Tale analisi, ancora parziale in ragione dei dati disponibili, consente tuttavia di portare alla luce la diversa valutazione sulla scelta formativa prevalentemente diretta agli studi tecnici e professionali per gli studenti con cittadinanza straniera (71,5%) rispetto agli studenti italiani (53,4%), L’istruzione liceale invece viene scelta dal 28,5% degli studenti con cittadinanza straniera rispetto al 46,6% degli studenti con cittadinanza italiana. (tab 34-35)

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61

Studenti con cittadinanza straniera Licei tecnico professionale

1.641 467 614 560Tab.34: Popolazione scolastica e percorsi formativi in provincia di Mantova – anno scolastico 2016/2017Fonte MIUR

Valore licei % tecnico % professionale %Italiani 12.457 5.801 46,6% 4.508 36,2% 2.148 17,2%

Stranieri 1.641 467 28,5% 614 37,4% 560 34,1%

Totale 14.098 6.268 5.122 2.708Tab.35: Popolazione scolastica e percorsi formativi in provincia di Mantova – anno scolastico 2016/2017Fonte MIUR

Le diverse scelte con molta probabilità derivano da fattori di matrice culturale ed anche da necessità e condizioni di tipo socio-economico. Il diverso approccio rispetto alle tipologie formative, con una scelta prossima alla metà rispetto all’opzione liceale (mentre raddoppia rispetto alla formazione professionale) induce ad affrontare con attenzione questa condizione anche nella prospettiva, evidentemente diversa anche solamente rispetto ai tempi di accesso, rispetto al mondo del lavoro.

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62

5.1L’offerta formativa

dell’oltrepo

Guardando dunque al quadro d’insieme rappresentato dalle scelte formative degli stu-denti mantovani è utile evidenziare le potenzialità e le coerenze dell’offerta formativa pre-sente nell’Oltrepo, anche e soprattutto in ragione delle caratteristiche socio-economiche del territorio oggetto dello studio (Tab.36).

Istruzione Liceale Istruzione Tecnica Istruzione Professionale IeFP

ISTITUTO SUPERIORE G. GALILEIOstiglia

ISTITUTO SUPERIORE G. GALILEIOstiglia

ISTITUTO SUPERIORE STROZZI

San Benedetto Po

FONDAZIONE SCUOLA DI ARTI E MESTIERI F.

BERTAZZONISuzzara

ISTITUTO SUPERIORE A. MANZONI

Suzzara

ISTITUTO SUPERIORE A. MANZONI

Suzzara

ISTITUTO SUPERIORE G. GREGGIATI

Ostiglia

ISTITUTO SUPERIORE STROZZI

Palidano di Gonzaga

Tab.36: Istituti Superiori e IeFP nel territorio dell’OltrepoFonte Provincia di Mantova

La presenza dell’istruzione superiore e IeFP nel territorio dell’Oltrepo (suddivisa nei due ambiti di Suzzara ed Ostiglia) è dunque diffusa, distribuita in modo omogeneo e particolarmente ricca sul versante delle proposte formative (Tab.37)

collegamenti ipertestuali pagine Internet

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tab. 37

Denominazione istituzione Comune Tipo

istituzioneTipologia

offerta Indirizzo Articolazione/opzioni/profilo

Diploma professionale(IV anno IeFP)

SCUOLA DI ARTI E MESTRIERI F.BERTAZZONI

Scuola di Arti e Mestieri

F.BertazzoniSUZZARA

cfp IeFP operatore elettrico tecnico elettrico

cfp IeFP operatore meccanico

tecnico per la conduzione e

manutenzione di impianti automa-

tizzati

cfp IeFPoperatore della risto-

razione

preparazione pasti

cfp IeFPoperatore della risto-

razione

preparazione pasti tecnico di cucina

cfp IeFPoperatore

amm.-segretariale

informatica gestionale

Tecnico dei servizi di impresa -

Informatica gestionale

cfp IeFPoperatore

della ristorazione

servizi di sala e bar

cfp IeFP operatore meccanico

cfp IeFP operatore elettrico

cfp IeFP operatore amm.

segretariale

informatica gestionale

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64

Denominazione istituzione Comune Tipo

istituzioneTipologia

offerta Indirizzo Articolazione/opzioni/profilo

Diploma professionale(IV anno IeFP)

LICEO MANZONI

L. Linguistico

SUZZARA

statale Offerta Liceale liceo linguistico

L. Scientifico ad indirizzo

sportivo statale Offerta Liceale liceo scientifico ind.

sportivo

L. Scientifico

statale Offerta Liceale liceo scientifico - scienze applicate

statale Offerta Liceale liceo scientifico

L. Scienze Umane

statale Offerta Licealeliceo delle scienze

umane - economico sociale

statale Offerta Liceale liceo delle scienze umane

I. T. Econo-mico - A. Manzoni

statale Istruzione Tecnica amministrazione, finanza e marketing

statale Istruzione Tecnica amministrazione, finanza e marketing

sistemi informativi aziendali

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65

Denominazione istituzione Comune Tipo

istituzioneTipologia

offerta IndirizzoArticolazione/

opzione/profilo

Diploma profes-sionale(IV anno

IeFP)

LICEO GALILEI

L. Linguistico

OSTIGLIA

statale Offerta Liceale liceo linguistico

L. Scientifico

statale Offerta Liceale liceo scientifico

statale Offerta Licealeliceo scientifico -

scienze applicate

L. Scienze Umane

statale Offerta Licealeliceo delle scienze

umane - economico sociale

statale Offerta Liceale liceo delle scienze umane

I.T. Tecnologico

statale Istruzione Tecnica

meccanica, meccatronica

ed energia

meccanica e meccatronica

statale Istruzione Tecnica

costruzioni, ambiente e territorio

statale Istruzione Tecnica

informatica e telecomunicazioni informatica

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66

Denominazione istituzione Comune Tipo

istituzione Tipologia offerta IndirizzoArticolazione/

opzione/profilo

Diploma profes-sionale(IV anno

IeFP)

ISTITUTO GREGGIATI

Istituto Professio-nale - Greggiati

- OstigliaOSTIGLIA

statale Istruzione Professionale

servizi commerciali

statale Istruzione Professionale

servizi per la sanità

e l'assistenza sociale

statale Istruzione Professionale

manutenzione e assistenza

tecnica

L. Artistico - Greggiati -

OstigliaOSTIGLIA

statale Offerta Liceale liceo artistico audiovisivo e multimedia

statale Offerta Liceale liceo artistico grafica

statale Offerta Liceale liceo artistico arti figurative

Istituto Professio-nale - Greggiati - Poggio Rusco

POGGIO RUSCO statale Istruzione

Professionaleenogastrono-mia e ospitali-ta' alberghiera

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Denomina-zione istru-

zionecomune tipo

istruzionetipologia offerta indirizzo

articolazione/opzione/ profilo

diploma professionale (IV anno IeFP)

ISTITUTO STROZZI

L. Scienze Umane statale Offerta

Liceale Liceo scientifico

I. T. Economico A. Manzoni

statale Offerta Liceale

Liceo delle Scienze Umane -

economico sociale

statale Istruzione tecnica

Liceo delle Scienze Umane

statale Istruzione tecnica

amministrazione, finanzia

e marketing

sistemi informativi aziendali

statale Istruzione tecnica

amministrazione, finanzia

e marketing

sistemi informativi aziendali

Fonte Provincia di Mantova

La proposta formativa illustrata risponde, come sottolineato, in modo coerente con le caratteristiche imprenditoriali del territorio, sia nel settore manifatturiero che in quello dell’agro-alimentare. A questa offerta, di carattere pubblico, si affianca significativamente, sul versante privato, quella del Centro Tecnologico di Pegognaga che opera in relazione con il mondo dell’impresa nell’ambito della programmazione dei fondi nazionali, regionali e delle singole imprese.

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5.2 ATTRACT: Gli elementi

di innovazione del sistema formativo

Focus Scuola Arti e Mestieri

Nella realtà dell’Oltrepo sono presenti, storicamente, dei centri di formazione peculiari nati dalla stretta sinergia e sintonia tra imprese e territorio: la Scuola Arti e Mestieri con sede a Suzzara e il Centro Tecnologico con sede a Pegognaga.Entrambe le realtà hanno sviluppato una forte sinergia con il sistema produttivo del territorio partendo dal versante della formazione scolastica ed introducendo delle connessioni per la formazione post-diploma e per la formazione lungo tutto l’arco della vita attraverso il Centro Tecnologico.

La Scuola di Arti e Mestieri “F. Bertazzoni” nasce a Suzzara il 9 ottobre 1877 per iniziativa dell’Ing. Francesco Piazzalunga, del Maestro Agostino Bertazzoni, del Maestro Venceslao Ceretti e del Ragioniere Agricola Sears che, in quella data, chiesero l’autorizzazione della Giunta Municipale per l’apertura di una Scuola serale tecnica, allo scopo di “elevare le diseredate plebi”.Con questa idea, la “tecnica” entrò per la prima volta in Suzzara, paese allora poverissimo, dando l’opportunità ai suoi abitanti di migliorare le condizioni di lavoro e di vita.Negli anni successivi, la Scuola cambiò nome diverse volte, pur mantenendo in sé lo spirito che ne aveva promosso la fondazione ed esercitò un’importante influenza innovativa con l’introduzione di una nuova cultura tecnologica che contribuì alla trasformazione dei piccoli laboratori artigiani di Suzzara.Nel 1945 la ricostruzione di Suzzara passa ancora attraverso la Scuola. Per rompere con il passato se ne cambia nuovamente il nome. Essa viene intitolata all’Ing. Francesco Bertazzoni “per rendere omaggio alla memoria dello stesso, che spese molti anni della sua vita dedicandosi con passione alla Scuola per il bene degli operai.Si giunge, così, al 1954, anno di costruzione dell’attuale sede, segno del ruolo educativo e sociale che viene riconosciuto a questa Istituzione nella realtà provinciale.Nel 1972 la Scuola viene riconosciuta come Centro di Formazione Professionale ed è finanziata dalla Regione Lombardia per lo svolgimento di corsi di formazione di qualifica, di corsi serali e di aggiornamento professionale per lavoratori. Nel 2002 ottiene l’accreditamento regionale per la Formazione Professionale.ll 5 Maggio 2003, su iniziativa del Comune di Suzzara, la Scuola viene trasformata in Fondazione e successivamente consegue la Certificazione di Qualità UNI EN ISO 9001, adoperandosi in tal modo per il conseguimento di una sempre migliore qualità dei servizi formativi erogati, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti in vigore.

collegamenti ipertestuali su focus

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“La Scuola di Arti e Mestieri si caratterizza per l’offerta di servizi formativi rivolta:• A giovani in obbligo formativo che desiderano ottenere una preparazione idonea ad un qualificato inserimento lavorativo.• Ad adulti occupati e disoccupati attraverso interventi di formazione continua e permanente con obiettivi di aggiornamento professionale e di crescita personale e culturale.• Ad apprendisti, secondo le normative che disciplinano l’apprendistato e secondo quanto previsto dalle disposizioni dell’Amministrazione Provinciale.• Ad allievi degli Istituti Comprensivi e delle Scuole Superiori, nonché adulti disoccupati per interventi di orientamento scolastico e professionale.• A giovani e adulti attraverso una formazione superiore e post diploma tesa al conseguimento di una preparazione professionale e di un inserimento lavorativo adeguati.• Ad aziende, attraverso la progettazione e realizzazione di interventi formativi mirati al raggiungimento di competenze professionali elevate.• Agli operatori delle Amministrazioni e degli Enti pubblici, mediante l’analisi dei fabbisogni formativi, la pianificazione degli interventi, la progettazione ed organizzazione di corsi di aggiornamento ad hoc sulle tematiche legate soprattutto al miglioramento dei servizi rivolti al cliente-cittadino.” Il Centro Tecnologico Arti e Mestieri è una società consortile i cui Soci prevalenti sono Piccole e Medie Imprese del tessuto produttivo. L’obiettivo primario è la promozione della crescita e della competitività delle Imprese attraverso l’offerta di servizi evoluti:

1 Consulenza

Consulenza alle imprese che spazia su diversi ambiti tematici: dal miglioramento e sviluppo dell’organizzazione della produzione in ottica Lean alla valorizzazione dei ruoli e del team building aziendale, dalla sicurezza aziendale alla gestione ambientale. Una particolare attenzione è rivolta al settore metalmeccanico, proponendo consulenza accreditata su: processi speciali di saldatura, analisi di materiali metallici, processi di lavorazione e trattamenti, failure analysis.

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2 Formazione aziendaleIl Centro è accreditato ufficialmente per la Formazione Continua Aziendale e offre la possibilità di una elevata personalizzazione dei contenuti formativi, utile a raggiungere efficacemente gli obiettivi di crescita e professionalizzazione delle risorse umane aziendali. I corsi possono essere di diversi livelli in relazione alle diverse tematiche: dai corsi per la sicurezza sul lavoro alla formazione manageriale su temi specifici o per le mansioni tecniche. La formazione è attiva anche sulla piattaforma e-learning dedicata, con proposte personalizzabili per fabbisogni specifici.

3 Laboratori tecnici

Laboratori con strumentazioni e personale tecnico specializzato e qualificato, in grado di realizzare prove e analisi funzionali utili a supportare e a garantire l’affidabilità e qualità dei processi delle imprese attraverso i controlli o per alla ricerca e risoluzione di problemi, criticità, non conformità, ecc.

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5.3 ATTRACT: Gli elementi

di innovazione del sistema del Welfare

Il sistema locale del welfare si struttura in una consolidata e ramificata esperienza che trova origine nel buon governo locale. La divisione storicizzata tra le due aree dell’Oltrepo, Sinistra e Destra Secchia, riverbera i suoi effetti anche sulle scelte di organizzazione dei servizi a livello territoriale con la presenza di due Piani di Zona con Capofila rispettivamente i Comuni di Suzzara e Ostiglia.

La crisi del 2008, ed il suo perdurare, hanno determinato nuove scelte di innovazione dei servizi da parte degli enti locali.In questo senso emerge la scelta da parte dei Comuni del Sinistra Secchia di dotarsi di un nuovo strumento dando vita all’Azienda Speciale Consortile Socialis. In quest’ottica il sistema di propone di attivare forme di welfare generativo, un ripensamento del sistema organizzativo, il rafforzamento delle reti con il privato sociale ed il mondo dell’associazionismo.

Socialis è un’azienda speciale consortile con il fine di provvedere all’esercizio dei servizi socio- assistenziali, socio-sanitari integrati e, più in generale alla gestione integrata dei servizi alla persona; regola i rapporti con i singoli Comuni partecipanti all’Azienda medesima mediante apposito contratto di servizio.L’Azienda è percepita quale ente strumentale degli enti locali per l’ottimizzazione dell’efficienza nella gestione dei servizi e – dunque – quale idoneo mezzo attraverso cui sviluppare e potenziare il “Welfare Locale” ed elaborare risposte innovative ai bisogni emergenti e all’articolazione delle domande che la società esprime. Nello specifico Socialis è chiamata a risponde all’esercizio di funzioni sociali, assistenziali, educative, socio-sanitarie e sanitarie e, più in generale, alla gestione associata dei servizi alla persona mediante: • la gestione associata ed integrata degli interventi e dei servizi sociali in attuazione dei programmi e delle azioni definite nel Piano di Zona• la gestione di servizi alla persona di competenza istituzionale degli Enti consorziati che gli stessi ritengano opportuno conferire all’Azienda• la gestione di ulteriori attività e servizi nel campo sociale, assistenziale, educativo, culturale, sociosanitario e sanitario e nelle aree di intervento legate alla salute e al benessere fisico e psichico dei cittadini • la gestione di interventi di promozione, formazione, consulenza e orientamento concernenti le attività dell’Azienda, aventi finalità di promozione dei diritti di cittadinanza.

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6

6.1Un territorio

cerniera

TERZA PARTE

I COMUNI NELL’AREA ATTRACT: ATTIVARE LA VOCAZIONE LOCALE

La realtà complessa dei Comuni dell’Oltrepo si intreccia con una spiccata vocazione ad essere realtà di cerniera tra la Lombardia e l’Emilia, unendo le caratteristiche migliori delle due realtà.L’Oltrepò Mantovano, dal Sinistra al Destra Secchia, presenta una sostanziale uniformità ed una comune atmosfera, marcatamente rurale.È un ambiente di acqua e di terra, nel bel mezzo della bassa pianura padana di origine alluvionale.È attraversato dal Po, il Grande Fiume, e da un fittissimo reticolo formato dai suoi affluenti (il Mincio e il Secchia), da fossati e canali irrigui che ne solcano le terre fertilissime.Le vocazioni che emergono in questi luoghi sono il risultato di un connubio fecondo tra la dimensione imprenditoriale e i temi del buon vivere legati alla tradizione di una terra densamente caratterizzata dal comparto agricolo dal quale è nata una ricca e per molti aspetti innovati impresa manifatturiera. Dalle radici agricole, i cui valori di attaccamento all’identità del luogo e alla responsabilità del lavoro non si sono stemperati lungo le trasformazioni del XX secolo, si articola un insieme di esperienze del mondo produttivo che oggi dialogano con l’Europa e con il mondo.

Tale dato è per altro confermato dalla costante positiva performance dell’export nella provincia di Mantova lungo l’ultimo decennio.Il sisma del 2012 ha certamente inciso nello sviluppo del territorio determinando una ovvia concentrazione degli sforzi della parte pubblica verso la ricostruzione e la riattivazione dei processi locali.Il virtuosismo locale è per altro affiancato non solo alle innovazioni nei settori del welfare e della formazione già accennati ma anche da un costante percorso di innovazione amministrativa caratterizzato dai percorsi di fusione delle realtà comunali degli ultimi anni.

collegamenti ipertestuali pagine Internet

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Il comparto produttivo I comuni dal punto di vista del sistema produttivo hanno subito delle variazioni nel corso di un decennio segnato sai dalla crisi sia dalle difficoltà legate al sisma del 2012 (tab. 38)

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

QUISTELLO 0,0 -0,8 -0,8 -0,2 0,2 -0,8 -1,3 -1,7 -0,7 -1,6

SAN BENEDETO PO 0,0 -0,4 0,5 0,3 -0,7 -0,9 -1,8 -1,6 -0,6 -1,2

SAN GIACOMO DELLESEGNATE

-5,3 2,6 3,6 -1,0 -1,5 1,5 -2,5 -1,5 -1,1 -0,5

TOTALE PROVINCIA -0,4 0,6 0,5 -0,6 -0,6 -0,3 0,0 -0,4 -0,7 -0,9

tab. 38ATTRACT: iscrizioni e cessazioni 2009-2018

Come si può osservare l’andamento iscrizioni-cessazioni ha subito in particolare per San Benedetto e Quistello un segno maggiormente negativo nell’ultimo triennio mentre San Giacomo delle Segnate presenta una contrazione più contenuta (tab. 39)

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018Q ISCRIZIONI 43 41 31 39 27 25 19 22 28 24

CESSAZIONI 43 46 36 40 26 30 27 32 32 33TOT ANNO PRE-CEDENTE 650 644 635 633 621 617 605 600 587 577

SB ISCRIZIONI 46 43 38 42 35 36 25 37 31 33

CESSAZIONI 46 46 34 40 40 43 38 48 35 41TOT ANNO PRE-CEDENTE 739 741 740 740 742 738 727 694 681 675

SG ISCRIZIONI 11 16 17 15 12 10 12 9 6 6

CESSAZIONI 22 11 10 17 15 7 17 12 8 7TOT ANNO PRECEDENTE 207 194 197 207 194 195 199 194 187 187

tab. 39ATTRACT: iscrizioni e cessazioni 2009-2018

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“il grande comparto agro-alimentare, da sempre fattore caratterizzante il territorio, ha dimostrato di reggere l’urto della crisi”

Il sistema produttivo è stato certamente trasformato dalla crisi. Il cambiamento più significativo ha certamente toccato il settore edile, con riflessi anche sull’indotto, mentre gli elementi di innovazione hanno toccato il settore del welfare sia in ragione della diversa struttura demografica del territorio sia in ragione delle nuove opportunità nate in particolare con l’insediamento di aziende del settore privato.Il grande comparto agro-alimentare, da sempre fattore caratterizzante il territorio, ha dimostrato di reggere l’urto della crisi.Il settore manifatturiero in tutti i comuni ha presentato delle variazioni attivando dei processi di concentrazione mentre il numero degli addetti è rimasto sostanzialmente invariato, segno questo non solo di una sostanziale tenuta ma anche di capacità di assorbire nuova manodopera (tab. 40-41-42).

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Attività manifatturiera: 2009-2018

tab. 40

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Agricoltura, Silvicoltura e Pesca: annualità 2009-2018

tab. 41

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77

Commercio all’ingrosso e al dettaglio: 2009-2018

tab. 42

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6.2 Quistello:

la manifattura

“l’ingresso di imprese straniere ha permesso la sostan-ziale tenuta del settore manifatturiero nel suo complesso,

fino agli anni 2000

Il tratto distintivo della realtà di Quistello è la presenza di una forte impresa manifatturiera, rappresentata da esperienze imprenditoriali di carattere internazionale. Oltre ad essere sede di importanti sedi locali di marchi internazionali, Quistello si è tradizionalmente imposta come realtà nella quale vi sono esempi di impresa che rappresentano prodotti unici nel panorama nazionale. Tale vocazione è presente fin dal secondo dopoguerra e si è sempre caratterizzata per la capacità di posizionarsi in nicchie di mercato ad alta specializzazione tecnologica; capital intensive, per usare una definizione molto in voga oggi. Non solo, ma tale caratteristica è dovuta, almeno inizialmente, non tanto all’insediamento di imprese provenienti da altre aree, ma quasi sempre all’iniziativa di imprenditori locali. Questo sviluppo dal basso, per così dire, ha cominciato a segnare il passo già negli anni ‘80, ma l’ingresso di imprese straniere ha permesso la sostanziale tenuta del settore manifatturiero nel suo complesso, fino agli anni 2000.

L’impatto della crisi economica ha certamente pesato nell’evoluzione dell’ultimo decennio definendo processi di concentrazione tra imprese. L’altro significativo settore è quello agro-alimentare caratterizzato da prodotti di eccellenza e dalla presenza del consorzio della pera Igp (tab. 43).

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anno 2009 anno 2011 anno 2015 anno 2016 anno 2017 anno 2018

QUISTELLO QUISTELLO QUISTELLO QUISTELLO QUISTELLO QUISTELLO

Settore Attive Addetti tot. Attive Addetti tot. Attive Addetti tot. Attive Addetti tot. Attive Addetti

tot. Attive Addetti tot.

A Agricoltura, silvicoltura pesca 236 375 229 351 222 348 222 331 218 330 209 320

B Estrazione di minerali da cave e miniere - - - - - - - - - - - -

C Attività manifatturiere 92 1164 82 1.255 70 1.290 67 1.173 67 939 72 974

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata - - - - 1 1 1 1 1 1 1 2

E Fornitura di acqua; reti fogna-rie 1 4 1 4 1 4 1 4 1 4 1 4

F Costruzioni 79 188 85 214 81 177 81 179 81 179 77 176

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 125 195 122 207 111 172 109 176 105 176 101 161

H Trasporto e magazzinaggio 15 32 14 34 11 36 10 38 9 38 9 41

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 25 68 28 112 24 93 23 86 23 84 24 92

J Servizi di informazione e comunicazione 6 8 5 7 6 6 6 8 5 8 6 7

K Attività finanziarie e assicurative 10 12 10 14 11 11 10 10 8 9 9 10

L Attività immobiliari 8 6 7 6 8 6 8 6 9 6 7 4

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 6 15 5 17 7 15 7 6 8 9 8 8

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 7 6 7 8 9 7 7 6 5 6 6 4

P Istruzione - - 1 0 1 4 1 4 1 4 1 3

Q Sanità e assistenza sociale 3 25 4 27 7 34 6 30 5 29 5 30

R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 4 7 5 7 4 8 4 7 4 7 5 6

S Altre attività di servizi 25 37 26 38 26 33 24 28 27 29 26 31

X Imprese non classificate 2 2 2 21 0 18 0 18 0 18 0 20

Grand Total 644 2.144 633 2.322 600 2.263 587 2.111 577 1.876 567 1.893

Tab. 43 Quistello. Evoluzione per settore 2009-2018

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6.3 San Giacomo delle

Segnate: la logistica

La realtà di San Giacomo delle Segnate è la più piccola dei comuni interessati al progetto Attract. Eppure questo piccolo centro ha saputo costruire una interessante reticolo imprenditoriale grazie alla posizione strategica collocata idealmente a cavallo tra la Lombardia e l’Emilia. Operano qui infatti importanti aziende del settore dei trasporti e della logistica. L’evoluzione del sistema produttivo conferma la sostanziale tenuta di questo settore nel corso del tempo sia sul versante delle aziende sia degli addetti. (tab.44)

anno 2009 anno 2011 anno 2015 anno 2016 anno 2017 anno 2018

S.Giacomo d/S S.Giacomo d/S S.Giacomo d/S S.Giacomo d/S S.Giacomo d/S S.Giacomo d/S

Settore Attive Addetti tot. Attive Addetti tot. Attive Addetti

tot. Attive Addetti tot. Attive Addetti

tot. Attive Addetti tot.

A Agricoltura, silvicoltura pesca 67 79 67 92 61 85 58 85 57 85 59 87

B Estrazione di minerali da cave e miniere - - - - - - - - - - - -

C Attività manifatturiere 41 295 44 271 39 251 38 257 37 259 34 249D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata - - - - - - - - - - - -

E Fornitura di acqua; reti fognarie - - - - - - - - - - - -

F Costruzioni 26 80 30 59 25 55 20 42 22 43 23 53G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 31 52 36 62 37 51 39 50 39 47 37 44H Trasporto e magazzinaggio 3 37 4 41 3 41 3 45 3 44 3 45

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 10 17 7 14 9 23 9 26 9 28 11 31

J Servizi di informazione e comunicazione 1 1 1 1 1 1 3 3 3 3 3 3

K Attività finanziarie e assicurative - - - - - - - - - - - -

L Attività immobiliari 5 4 6 17 6 18 6 18 5 17 5 7

M Attività professionali, scientifiche e tecniche - - - - - - - - - - - -

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 1 1 2 3 4 4 4 5 4 5 4 4

P Istruzione - - - - - - - - - - - -Q Sanità e assistenza sociale - - - - - - - - - - - -R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 0 0 1 0 1 0 1 0 1 0 1 0

S Altre attività di servizi 9 17 9 21 8 17 6 14 7 16 7 17

X Imprese non classificate 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Grand Total 194 583 207 581 194 546 187 545 187 547 187 540tab. 44San Giacomo delle Segnate. Evoluzione per settore 2009-2018

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6.4 San Benedetto Po:

bottega, sapere e turismo

La grande vocazione di San Benedetto Po è legata alla sua storia antica. Una rete fitta fatta di artigianato e commercio, ristorazione che interpretano i temi dell’accoglienza, della bellezza del territorio e della cultura rispettando ancora oggi una lontana regola benedettina.I recenti interventi diretti al recupero del sistema monastico del Polirone rafforzano questa prospettiva andando a definire una possibile affermazione di San Benedetto Po quale borgo delle idee, anche nell’ottica del raccordo con il mondo dell’impresa.Del resto la primaria vocazione di questo centro è confermata anche dal conferimento del riconoscimento quale Borgo tra i più belli d’Italia. Ovviamente questa vocazione turistica si sposa con il tessuto agricolo di quel territorio, permettendo di affiancare alla proposta culturale e monumentale, anche quella gastronomica (tab.45).

anno 2009 anno 2011 anno 2015 anno 2016 anno 2017 anno 2018 S.BENEDETTO PO S.BENEDETTO PO S.BENEDETTO PO S.BENEDETTO PO S.BENEDETTO PO S.BENEDETTO PO

Settore Attive Addetti tot. Attive Addetti tot. Attive Addetti tot. Attive Addetti tot. Attive Addetti

tot. Attive Addetti tot.

A Agricoltura, silvicoltura pesca 269 327 265 395 246 383 243 373 234 348 231 337B Estrazione di minerali da cave e miniere 1 35 1 23 0 6 0 6 0 6 0 6

C Attività manifatturiere 99 533 96 579 86 538 79 545 78 531 72 511D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata - - - - - - - - - - - -

E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 1 4 1 5 2 3 2 4 2 5 2 5

F Costruzioni 104 209 99 209 94 207 92 191 89 183 86 178G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 140 220 149 260 129 272 126 229 129 227 127 232

H Trasporto e magazzinaggio 13 25 13 31 9 29 9 34 9 38 8 37I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 40 118 41 139 43 126 42 108 42 136 41 127

J Servizi di informazione e comunicazione 3 1 4 3 2 3 3 3 3 4 3 4

K Attività finanziarie e assicurative 7 7 8 8 10 15 8 12 9 15 7 12L Attività immobiliari 20 43 19 42 19 52 18 52 18 53 19 41M Attività professionali, scientifiche e tecniche 8 9 7 9 8 6 10 7 12 9 12 10

N Noleggio, agenzie di viaggio, supporto alle imprese 7 36 6 34 12 32 13 33 13 34 14 30

P Istruzione - - - - - - - - 1 0 1 0Q Sanità e assistenza sociale 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 0R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 5 4 5 4 8 5 9 25 9 21 8 20

S Altre attività di servizi 22 58 25 76 25 48 26 50 26 48 26 46X Imprese non classificate 1 2 0 3 0 1 0 1 0 0 0 0Grand Total 741 1.632 740 1.821 694 1.727 681 1.674 675 1.658 658 1.596tab. 45San Benedetto Po. Evoluzione per settore 2009-2018

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L’analisi qualitativa L’analisi qualitativa ha toccato tutte le realtà coinvolte nel progetto e si è sostanziata nella realizzazione di:

Una scheda azienda La realizzazione di video interviste attraverso la somministrazione di3 domande riguardanti la realtà aziendale ed il territorio

La realizzazione di incontri di presentazione del progetto realizzando momenti di condivisione della opportunità/criticità del territorio

La scheda aziendaleLa scheda aziendale è stata somministrata a 15 realtà aziendali rappresentative del tes-suto imprenditoriale dei Comuni coinvolti nel progetto Attract. Si tratta di realtà di piccole e medie dimensioni (>50 addetti), che operano nei settori manifatturiero, agro-alimentare, edile, del welfare e della logistica. Ad ogni soggetto sono stati somministrati i quesiti indi-cati nella scheda (tab.46-47).

tab. 46

DATI GENERALI AUMENTO STABILE DIMINUZIONE

Azienda: Prospettive fabbisogno occupazionale prossimo anno:

Settore: Prospettive fabbisogno formativo prossimo anno:

Codice Ateco: Prospettive sul fatturato:

Numero addetti: Prospettive sulla produzione:

Quota fatturato estero sul totale: Prospettive sulla domanda interna:

Fabbisogno occupazionale ultimo anno:

Prospettive sulla domanda estera:

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Domanda: Indicare le prospettive aziendali indicando il valore se in aumento – stabile - diminuizione

tab. 47

DOMANDE RISPOSTE

Prospettive fabbisogno occupazio-nale prossimo anno:

Le risposte delle aziende riflettono la congiuntura economica che sta attra-versando il nostro Paese. Il fabbisogno occupazione del prossimo anno viene prevalentemente indicato con una tendenza alla stabilità.

Prospettive fabbisogno formativo prossimo anno:

Il fabbisogno formativo è indicato come crescente nella prospettiva da parte degli imprenditori;

Prospettive sul fatturato;Prospettive sulla produzione;

Le prospettive sul fatturato vengono prevalentemente indicate con tendenza stabile o in leggero aumento. Nella stessa dimensione si collocano le prospet-tive relativa alla produzione.

Prospettive sulla domanda interna;Prospettive sulla domanda estera;

Uno spunto interessante viene invece fornito dal raffronto tra le prospettive sulla domanda interna e quelle sulla domanda estera. In questo caso infatti la risposta delle imprese indica una tendenza stabile o negativa rispetto alla domanda interna mentre vi è una lettura positiva nei confronti della domanda estera, che viene indicata dalla larga prevalenza degli intervistati in fase positiva.

Elaborazione dati a cura di Altrimentièuguale

Uno spunto interessante viene invece fornito dal raffronto tra le prospettive sulla domanda interna e quelle sulla domanda estera. In questo caso infatti la risposta delle imprese indica una tendenza stabile o negativa rispetto alla domanda interna mentre vi è una lettura positiva nei confronti della domanda estera, che viene indicata dalla larga prevalenza degli intervistati in fase positiva.

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“necessità di completare le opere infrastrutturali ancora aperte

e necessarie per rafforzare il sistema”

Le video intervisteGli imprenditori coinvolti hanno partecipato anche alla realizzazione di video interviste che hanno lo scopo di dare una rappresentazione della realtà locale, contestualizzando il rapporto impresa-territorio nella consapevolezza che la competizione non si risolve es-clusivamente nel rapporto tra le imprese ma, in un’ottica più densa di marketing, in una competizione tra territori. Le domande sottoposte agli imprenditori riguardavano tre temi:• Cosa c’è in questo territorio che non trova in altri contesti?• In quale realtà crede che la Sua impresa avrebbe avuto un vantaggio competitivo risp-etto a questo territorio?• Cosa chiederesti oggi a Babbo Natale?Rispetto al quesito 1) vi è una condivisione rispetto alle caratteristiche positive del lavoro in un contesto conosciuto, caratterizzato da personale qualificato e con un approccio positivo verso l’azienda. Emerge quindi una “dimensione” propria della realtà dell’Oltrepo, fondata su professionalità, voglia di fare, dedizione al lavoro. Tali elementi si uniscono ad un apprezzamento generalizzato dei percorsi formativi presenti nell’area.Rispetto al quesito 2) e 3) vi è una criticità riconosciuta dagli attori locali rappresentata dalla rete viabilistica e infrastrutturale locale che viene considerata debole, con la necessità di procedere ad una rapida conclusione delle opere ancora aperte, che renderebbero i collegamenti con la rete autostradale dell’Autostrada del Brennero più agevoli.In linea generale deve essere sottolineata la posizione strategica del territorio, cerniera naturale tra la Lombardia e l’Emilia-Romagna.

Gli incontri sul territorioNel periodo tra luglio e settembre 2019 si sono svolti 3 incontri nell’area Attract (04.06.2019 Quistello, 08.07.2019 San Giacomo delle Segnate, 26.09.2019 San Benedetto Po) utili alla presentazione del progetto e ad attivare momenti di confronto con gli imprenditori locali. La partecipazione qualificata agli incontri ha consentito di rappresentare e discutere sulle prospettive del territorio. L’analisi delle aree di maggiore sviluppo (manifatturiero, agro-alimentare e welfare) ha consentito di ragionare sulle opportunità di sviluppo anche in una forma nuova rispetto alla visione tradizionale del territorio. La dimensione del welfare ad esempio rappresenta una traiettoria nuova di competizione e di innovazione per l’intera area. La sottolineatura emersa dal confronto con gli imprenditori è relativa alla necessità di completare le opere infrastrutturali ancora aperte e necessarie per rafforzare il sistema assieme ad un percorso di innovazione legato ai temi della formazione (la perenne difficoltà a recuperare manodopera specializzata) ed al consolidamento della rete del welfare locale, elemento imprescindibile per garantire e mantenere uno standard elevato della qualità della vita a livello locale.

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attractiva.it

canale youtube

QUARTA PARTE

LA COMUNICAZIONE CREA IDENTITÀ

Comunicare un territorio significa conoscere e comprendere gli elementi che ne delineano la forma: morfologia, demografia, economia, dinamiche sociali. Ma questo non basta. Contano il saper fare rappresentato da gesti sapienti, il racconto che spiega una trama sociale antica, quel filo invisibile che lega le persone e che noi chiamiamo Comunità. Un sistema complesso che è, allo stesso tempo, un’istantanea fedele e sincera, immediata di un territorio. E una volta condivisa forma, spartito e tono di voce tutto diventa uno strumento efficace e potente per rappresentare il valore di un’area. Perché per raccontarsi è fondamentale conoscersi bene.

Proprio per questo il Progetto AttrAct è diventato anche una straordinaria occasione di riscoperta e re-interpretazione del sistema territoriale, stesso. Ed è attorno a questa nuova condizione che la comunicazione interviene, favorendone la messa a sistema e la trasformazione in una proposta organica utile ad accrescere la percezione del valore dell’intero territorio e quindi la sua competitività.

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font 2. Font: Helvetica 75 bold (headline) Helvetica 35 thin (sub headline)

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roll up

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pieghevole digitale

collegamenti ipertestuali pagine Internet

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volantino

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cartelli vetrinae cartelline

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presentazioni

collegamenti ipertestuali presentazione Quistello

gallery presentazioni

collegamenti ipertestuali presentazione San Benedetto Po

collegamenti ipertestuali presentazione Quistello scuole

collegamenti ipertestuali presentazione San Giacomo

delle Segnate

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video

collegamenti ipertestuali video - relazione finale

collegamenti ipertestuali video - Quistello

collegamenti ipertestuali video - San Giacomo delle Segnate

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8

teorie dello sviluppo

CONCLUSIONI

ATTRACT può essere ricondotto alla grande famiglia degli interventi di marketing territoriale. Il Marketing territoriale, a sua volta, ci riporta a un’idea generale di sviluppo, come somma di tanti processi fortemente localizzati; Sidney Pollard per primo ha parlato proprio dello sviluppo economico come di un fenomeno esantematico, per cui all’interno di una stessa nazione, con norme uguali e con dotazione di capitale fisso uniforme, possono convivere aree molto avanzate con altre decisamente meno dinamiche. Nel momento in cui questa ricerca deve diventare uno strumento in mano agli amministratori e a tutti i portatori di interesse presenti su un determinato territorio, tale visione deve essere tenuta ben presente.

Ma proprio perché il progetto ATTRACT ha una forte vocazione pragmatica, vi sono due questioni preliminari di carattere teorico, che vanno subito affrontate. Una è quella, già citata, del carattere locale dello sviluppo, l’altra quella del carattere locale delle politiche. Sono due questioni distinte, nel senso che dare una risposta all’una non implica aver risposto anche all’altra. Il problema può essere quindi riunito in due domande: si può affermare che lo sviluppo economico sia prevalentemente locale? Sono necessarie politiche locali di sviluppo? Qualcuno potrebbe pensare che la seconda domanda sia inutile, perché la sua risposta dovrebbe discendere direttamente dalla prima, ma in realtà sarebbe legittimo ritenere necessarie politiche di sviluppo locali anche pensando che lo sviluppo sia globale (cosa che in effetti vediamo verificarsi spesso) o, per contro, politiche globali anche ritenendo che lo sviluppo sia locale.

In altre parole, si può pensare che lo sviluppo sia un processo i cui meccanismi decisivi funzionano su scala nazionale o meglio ancora continentale e mondiale, e ritenere che politiche di sviluppo adeguate a questo processo, per esempio quelle volte all’accumulazione del capitale fisico e umano, abbiano una rilevante dimensione locale perché dipendono, oltre che dalle regole generali che ordinano queste funzioni, anche dall’efficienza delle singole organizzazioni per esempio banche e scuole. Per contro, si può pensare che lo sviluppo sia solo locale, ossia risponda a meccanismi specifici dei luoghi e quindi differenti da luogo a luogo non per tratti minori o secondari, e ritenere

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“lo sviluppo economico ha molto a che fare con i luoghi

nello stesso tempo che le politiche di sviluppo debbano essere nazionali europee o mondiali, con riferimento, ad esempio, alle reti infrastrutturali che danno vantaggi localizzati e quindi differenziati, ma non possono essere organizzati se non su grande scala.

Allora rispondiamo a una domanda alla volta. La prima domanda deve avere una risposta positiva: lo sviluppo economico è locale, in quanto, proprio come sostiene Pollard, le possibilità di crescita sono legate a risorse immobili poco o male utilizzate. A pensarci bene, il solo fatto che esista una categoria concettuale come quella delle “risorse immobili” dimostra che lo sviluppo è locale, dal momento che a risorse diverse corrispondono meccanismi di sviluppo diversi. Ma anche alla seconda domanda dovremmo rispondere positivamente, per cui sono necessarie politiche locali di sviluppo e questo per tre motivi: 1) i vincoli che impediscono l’uso produttivo delle risorse potenziali sono specifici dei luoghi; 2) sono specifiche le difficoltà dell’azione individuale e collettiva; 3) sono specifiche anche le capacità e le difficoltà delle istituzioni. Per questo possiamo affermare la necessità di mettere in campo progetti di sviluppo decisamente connotati, molto diversi da luogo a luogo. A questi argomenti a favore di politiche di sviluppo locali bisognerebbe aggiungere anche l’accresciuta consapevolezza e capacità di mobilitazione delle comunità locali. Sarebbe perciò una sorta di imperativo democratico quello di concepire e condurre politiche di sviluppo partendo dai luoghi, o almeno coinvolgendo in maniera effettiva i luoghi.

In teoria l’opposto di “sviluppo locale” dovrebbe essere “sviluppo senza aggettivi”, cioè quell’idea, antica e moderna al tempo stesso, secondo la quale la trasformazione socio-economica contemporanea segue sempre sostanzialmente lo stesso percorso e le differenze che possono manifestarsi nei diversi luoghi sono non sostanziali. I dati esposti nelle pagine precedenti di fatto escludono questa visione. Allora, dato per assodato che lo sviluppo economico ha molto a che fare con i luoghi e che le politiche atte a perseguirlo devono avere anch’esse una forte connotazione locale, resta da capire se per ogni territorio esiste una ricetta ottimale o se tale ricetta non esiste e quindi la scelta tra le tante opzioni possibili deve essere vista come una scelta politica, quando non ideologica. In questo caso, purtroppo, la teoria economica non ci può venire in aiuto; anche i più recenti studi sui processi di sviluppo locale non risolvono questo dilemma. Le scelte che stanno alla base delle politiche di sviluppo hanno un carattere almeno parzialmente, ma inevitabilmente, indeterminato, il che non vuol dire che l’esito di tali politiche sia semplicemente legato al caso, ma al contrario, che gli unici antidoti all’indeterminatezza siano lo studio e la conoscenza. Niente è sicuro, ma almeno si può lavorare per ridurre l’incertezza.

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la divergenza tra i territori

Uno degli elementi più innovativi del progetto Attract è che, affrontando il tema dell’attrattività economica di un territorio, non va ad impattare su comuni depressi o arretrati, ma si porrebbe l’obiettivo di rilanciare aree già avanzate, quantomeno se confrontate con il resto del Paese, o aree che stanno conoscendo qualche difficoltà dopo un lungo periodo di crescita. È evidente che in questo contesto, non ci si può limitare ad attirare investimenti indifferenziati, ma uno dei principali argomenti risulterà essere quello dell’innovazione, dal quale a sua volta, discende il tema del rapporto tra dinamica economica locale e cambiamento delle specializzazioni internazionali. I dati dei singoli comuni convolti in questa ricerca e la sintesi complessiva dell’intera area costituita da Quistello, San Benedetto Po e San Giacomo delle Segnate ci restituiscono un quadro molto interessante all’interno di un contesto più ampio dell’Oltrepò Mantovano. Nella sostanza quello che è avvenuto negli ultimi dieci anni è un progressivo spostamento di fattori verso quei comuni che già nei decenni precedenti avevano fatto da traino del cambiamento economico di questo pezzo della provincia di Mantova, vale a dire Suzzara e, in misura minore, Poggio Rusco. Ma questo semplice dato, da un lato giustifica da solo l’intervento di Attract, dall’altro fa piazza pulita di un’idea tanto diffusa quanto pericolosa, secondo la quale lo sviluppo economico di un’area relativamente arretrata dipende dalla crescita di quelle più avanzate. Il capitale, infatti, affluirebbe naturalmente verso le aree che inseguono, a maggior ragione in un periodo di prolungata stagnazione economica. Secondo questa visione ottimistica, vi sarebbe una spontanea convergenza nei tassi di crescita tra i diversi territori all’interno di un’area più o meno ampia.

Ancora una volta, i numeri di questa ricerca, ma non solo, ci dicono che tutto questo ottimismo è assolutamente fuori luogo. La spiegazione più semplice per il persistere della divergenza è che i mercati non funzionano bene, con regole e incrostazioni storiche che permettono vantaggi territoriali ingiustificati; senza queste artificiali distorsioni, le risorse verrebbero spontaneamente impiegate secondo la loro migliore produttività, ne consegue che la migliore politica di sviluppo (anzi l’unica) dovrebbe limitarsi a ridurre i vincoli al massimo dispiegamento della concorrenza in tutti i settori e in tutte le realtà. Ma tutto questo è fuorviante; molte risorse cruciali sono attratte verso le aree avanzate e non per un eccesso di regole o vincoli, anzi. L’apertura e il buon funzionamento dei mercati appare più un risultato dello sviluppo che un mezzo per ottenerlo. Per avere lo sviluppo occorre, in sostanza, più e non meno intervento intenzionale da parte del pubblico.

Le evidenze emerse in questa ricerca confermano tale approccio e finiscono per mettere ulteriormente in discussione alcuni paradigmi teorici consolidati. Prendiamo il caso di San Benedetto Po: nel momento in cui si afferma la centralità del patrimonio artistico e culturale, compreso quello immateriale, nel determinare la traiettoria di sviluppo di quel comune, si potrebbe dare l’impressione di sostenere una visione “spontaneista” dello sviluppo stesso. Queste risorse, infatti, sarebbero capaci naturalmente di innescare

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e sostenere lo sviluppo, magari con gli enti locali che si limitano a fare promozione turistica. Come già accennato, ci si basa sui limiti della mobilità di tali risorse e che quindi non possono essere perse per la capacità di attrazione di aree vicine più avanzate, ne consegue che prima o poi i monumenti, l’ambiente, la cultura o la gastronomia siano in grado di stimolare processi di sviluppo locale. Ma proprio i numeri, che come si sa hanno la testa dura, ci dicono che le risorse immobili possono rimanere inaccessibili, può accadere cioè che potenziali risorse anche notevoli (come nel caso di San Benedetto Po) non diventino mai effettivamente o completamente utili perché mancano le condizioni che ne permettono l’impiego. In altre parole, non basta che un borgo sia tra i più belli d’Italia; per farne un sito turistico, infatti, è necessaria un’azione collettiva che non sia solo di tipo promozionale, ma sia volta ad attirare investimenti e a mobilitare le risorse umane e finanziarie, che potrebbero comunque essere già presenti sul territorio.

San Giacomo delle Segnate, dal canto suo, si incarica di smontare un’altra idea diffusa e consolidata secondo la quale lo spazio è un ostacolo in assoluto. In questo piccolo comune la dotazione infrastrutturale non è per nulla migliore di quella dei comuni vicini e la sua posizione geografica non è più vantaggiosa o più strategica di quella di molti altri nell’Oltrepò Mantovano; ciò non di meno, la logistica gioca qui un ruolo centrale nell’economia locale. Lo sviluppo e le specializzazioni settoriali seguono spesso percorsi apparentemente casuali, ma a San Giacomo negli ultimi quarant’anni è bastato che un’impresa di logistica iniziasse la propria attività per far diventare cumulativo questo processo. La crescita del settore dei trasporti, infatti, ha naturalmente fatto seguito all’inizio dell’attività di quello che è ancora il principale player nell’area. Non solo, ma tale specializzazione contiene in sé un’ulteriore potenzialità, perché è ormai evidente che la logistica tenda ad appropriarsi di parti dei processi produttivi e commerciali che le stanno a monte e a valle, per questo si sta assistendo a una trasformazione dell’intero tessuto economico locale, settore primario compreso, in funzione di una logistica sempre più raffinata e innovativa.

A Quistello la realtà appare più complessa, ma proprio per questo più interessante in sede interpretativa. Lo sviluppo industriale di questo paese è molto precoce, prendendo l’avvio già nel 1949 con la nascita dell’Europhon, azienda specializzata nella produzione di apparecchi radiofonici. La presenza della grande impresa, in un’area sostanzialmente arretrata, può generare effetti di natura opposta; dal processo di gemmazione di tipo distrettuale, fino all’opposto, con l’assorbimento delle energie locali da parte di quell’unica grande impresa. A Quistello sembra possibile individuare un percorso intermedio tra questi due estremi, con la nascita di un vivace tessuto di piccole e medie imprese, ma che poco o nulla hanno a che fare con la storica azienda di elettronica. Proprio questa struttura, che potremmo definire a due dimensioni, ha permesso di superare la crisi dell’Europhon, seppur dolorosa dal punto di vista sociale ed economico,

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welfare e sviluppo locale

tanto che ancora oggi Quistello si caratterizza per una netta prevalenza del settore manifatturiero rispetto agli altri comuni dell’area Attract. La tentazione di vedere qui il classico modello di sviluppo “Marshalliano” deve essere in qualche modo contenuta; siamo in realtà di fronte a un percorso evolutivo abbastanza originale caratterizzato da un sostanziale equilibrio tra i vari settori. Dal punto di vista teorico, un tale tessuto economico non dovrebbe presentare particolari vantaggi, ma alla prova pratica, quello che si può registrare è una maggiore resilienza di fronte alle crisi locali e alla perdurante stagnazione economica complessiva.

In questo contesto, che, con sfumature diverse, si può riscontrare in molte altre aree della cosiddetta Terza Italia, il progetto Attract ha sicuramente il merito di provare non solo ad attirare investimenti dall’esterno, ma anche di provare a mobilitare le notevoli energie imprenditoriali e lavorative di questi stessi territori. Già, perché dobbiamo dirci le cose come stanno: maggiore è la presenza di imprese di piccole e medie dimensioni, maggiore sarà la dipendenza dal contesto ambientale. Tuttavia, nel dibattito politico corrente, il riferimento al radicamento territoriale è considerato più come un problema che come una possibile risorsa e questo è davvero paradossale all’interno della realtà italiana.

Ma, si badi bene, non c’è solo la questione di come creare in maniera diretta nuove opportunità di insediamento o nuovi posti di lavoro. Il processo può essere meno immediato, ma non per questo meno rilevante. Si pensi alla fotografia demografica che è stata presentata nelle pagine precedenti e come l’invecchiamento della popolazione vada a pesare sul welfare state. In un paese come l’Italia, con un forte debito pubblico, i costi della redistribuzione sono ovviamene molto alti e finiscono per scaricarsi sugli oneri contributivi, scoraggiando l’occupazione, specie in settori a bassa produttività, tra questi proprio quelli relativi ai servizi alla persona. La risposta dell’area oggetto della ricerca è stata molto forte da questo punto di vista, con balzo in avanti del settore assistenziale particolarmente evidente, in netta controtendenza rispetto a tutti li altri settori economici. E evidente che si tratta di una reazione difensiva, rispetto a uno stato sociale sempre meno efficiente e capillare, ma è anche evidente che tale risposta difensiva evidenzia un potenziale imprenditoriale straordinariamente ricco, vivace e creativo. In questo caso, quindi, una condizione di svantaggio (l’invecchiamento della popolazione) ha favorito la crescita di un settore a sua volta penalizzato dalle condizioni macroeconomiche dell’Italia.

La crescita del welfare locale è solo un esempio tra i tanti che identificano quest’area proprio in virtù delle sue caratteristiche sociali prima che economiche. Infatti, la forte differenziazione territoriale, insieme a un livello di radicamento locale delle attività produttive che non ha probabilmente uguali in Europa, dovrebbe spingere ad affrontare i problemi dello sviluppo a partire dai territori. Non si tratta, naturalmente, di sposare

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l’importanza dell’innovazione

uno specifico modello di sviluppo, dato che, come abbiamo visto, i tre comuni hanno conosciuto percorsi decisamente differenti. Il problema è piuttosto di valutare adeguatamente come la competitività, l’occupazione e la coesione sociale si possano meglio tenere insieme attraverso azioni coordinate a livello territoriale. Ciò riguarda sia le aree minori sia le grandi città, sia lo sviluppo delle grandi imprese, sia la crescita delle piccole aziende o quelle del turismo e dei servizi. Ma per procedere in questa direzione, bisogna anzitutto conoscere la configurazione assunta dall’economia delle diverse aree, individuandone i punti di forza e anche gli indubbi elementi di debolezza. Ad esempio, gli effetti negativi del “nanismo” delle imprese del Basso Mantovano non possono essere contrastati solo con interventi di regolazione che le liberino dai famosi “lacci e laccioli” o con schemi di incentivazione individuale, come molto spesso fanno le politiche di sostegno agli investimenti; politiche sacrosante, sia chiaro, ma sicuramente non sufficienti. Le imprese dei settori tradizionali, come le attività più innovative, hanno bisogno per crescere e rafforzarsi di beni collettivi dedicati che si formano con la cooperazione tra soggetti locali.

Se vogliamo che il progetto ATTRACT riesca a incidere più profondamente nei sistemi locali, è necessario che tenga in considerazione uno degli elementi di debolezza più evidenti non solo dell’economia di questi comuni, ma, oserei dire, di tutto il sistema Paese, vale a dire quello dell’innovazione. Le attività innovative non si sviluppano in modo isolato, ma servono strutture formative di elevato livello, un contesto culturale stimolante e un’alta qualità urbana e sociale. Ci vogliono soprattutto relazioni formali e informali efficaci tra scuole e sistema delle imprese. Tra le altre cose, in questa ricerca è emerso anche questo aspetto, ma soprattutto è emersa la complementarietà tra i diversi comuni oggetto dell’indagine.

C’è infine un altro aspetto, che rischia di rimanere in controluce rispetto ai dati puramente quantitativi, vale a dire la possibilità di valorizzare al meglio i beni comuni di cui dispongono questi comuni. Mi riferisco, ovviamente, al patrimonio ambientale e storico-artistico, alle tradizioni di saper fare radicate in quest’area, ma anche alla possibilità di legare l’applicazione delle nuove tecnologie alla valorizzazione di questo patrimonio (dal restauro, alla catalogazione e fruizione dei beni territoriali, ma anche al turismo di qualità). In una fase dell’organizzazione economica in cui la produzione può essere facilmente decentrata, la progettazione e la creatività richiedono condizioni locali, fattori non di mercato e di costo che solo determinati luoghi possono offrire; mettendo a disposizione la possibilità di valorizzare in chiave innovativa le risorse culturali sedimentate dalla loro storia lunga. Ciò richiede che questo percorso venga stimolato promuovendo la cooperazione e la progettazione dei soggetti che vivono in quei territori. Solo loro possono trovare le strade efficaci perché quelle realtà che oggi mostrano costi sociali diffusi possano valorizzare meglio il loro capitale latente. La valorizzazione di

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aree produttive non utilizzate è una politica intelligente che può aiutare questi processi e che riesce a influire efficacemente sulla capacità di cooperazione fra gli attori locali. Questo progetto dimostra che ancor più che nel passato lo sviluppo economico ha una dimensione sociale che non può essere trascurata.

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9 CONCLUSIONI QUADRO CONOSCITIVO ATTRACT

Il cuneo della provincia di Mantova dove sono situati i comuni di San Benedetto Po, Quistello e San Giacomo delle Segnate, è situato nella parte sud-est della regione Lombardia, tutti a ridosso della riva destra del Po.I comuni, se da un lato, si trovano in una posizione strategica in quanto confinanti con la Regione Emilia Romagna, con la Regione Veneto e con ben otto provincie dall’altro, la lontananza dal cuore pulsante di Milano ha reso più difficoltoso l’inserimento nello sviluppo economico lombardo.

Nonostante possa sembrare meno forte rispetto ad altre provincie lombarde, la provincia di Mantova negli anni è stata la sede di importanti aziende di tipo agricolo, industriale e negli ultimi tempi, visti gli avvenimenti a livello economico in tutto il territorio nazionale, più specificatamente sul settore terziario e logistica. Specifica, che da sempre ha caratterizzato la realtà produttiva mantovana nel tempo è la presenza di numerose imprese di piccole o medie dimensioni.

A livello infrastrutturale fondamentale per i collegamenti nazionali e internazionali è l’autostrada A22 Modena-Brennero, che rappresenta oggi un collegamento fondamentale per raggiungere il Nord dell’Europa. In particolare i tre comuni sono collocati nelle estreme vicinanze dei caselli 665 Mantova Sud, 664 Pegognaga e 663 Reggiolo-Rolo. Da qui le connessioni con l’A4 Torino - Venezia e l’A1 sono agevoli e immediati per raggiungere tutte le polarità italiane.I collegamenti ferroviari, anche se minori rispetto ad altre province lombarde, sono uno dei mezzi pubblici più usati per gli spostamenti più frequenti. Nella provincia le linee principali sono la Milano- Mantova la Parma-Ferrara e la Verona-Bologna con le quali è possibile raggiungere alcune delle principali città lombarde e delle altre regioni confinanti per poter poi arrivare alla destinazione predefinita.

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In particolare, il tracciato della Parma – Ferrara attraversa i territori dei tre comuni, con stazioni nel comune di San Benedetto Po e Quistello e serve già anche il trasporto merci. I comuni della provincia di Mantova hanno avuto una crescita in cui dal centro urbanizzato, principalmente residenziale, e dai nuclei delle piccole frazioni, si sono sviluppate una o più aree produttive-industriali distaccate dal centro, al di là dei limiti del primo sviluppo (canali, ferrovia,...)isolate nelle aree agricole, nate lungo le principali arterie di traffico intercomunale.Grazie a questo sviluppo in ogni comune è ben visibile il proprio polo produttivo che a seconda del carattere e delle potenzialità comunali presenta un indirizzo tematico abbastanza specializzato per il paese.

Anche i tre comuni, oggetto del progetto Attract hanno avuto lo stesso sviluppo. I tre comuni, in relazione alla propria storia con il proprio polo produttivo presentano infatti specifici caratteri identificativi : il comune di Quistello nel campo manifatturiero con marchi internazionali, il comune di San Giacomo delle Segnate invece più forte sul campo dei trasporti e della logistica e infine San Benedetto Po’ più sviluppato sull’artigianato e del commercio con una forte vocazione turistica.

Nel passato, a livello produttivo, si è registrato un “gap” di sviluppo di questa zona rispetto al resto della provincia; qui si è registrata una minor intensità economico –produttiva, un tasso di disoccupazione più alto, rispetto alla media provinciale e regionale in cui l’agricoltura rivestiva ancora un ruolo significativo, con un calo delle unità locali operanti nei settori secondario e terziario.

La struttura produttiva dell’area risente ancora di “lacune infrastrutturali” – non razionale utilizzo degli scali ferroviari esistenti e mancata costruzione di strade a lunga percorrenza - che rendono poco appetibili per nuovi insediamenti le aree produttive disponibili.Questi comuni in occasione della costruzione del loro primo Piano di Governo del Territorio (PGT) conforme alla Legge Urbanistca Regionale lombarda, L.R. 12/2005 si sono accumunati e hanno cooperato, per predisporre uno strumento di pianicazione di valore territoriale che offrisse servizi, opportunità e possibilità in modo integrato, al di là dei campanilismi, soprattutto nell’identificare le zone destinate ai poli produttivi, senza disperdere aree naturali e a favore della concentrazione delle risorse nei comuni più grandi di Quistello e San Benedetto Po, in continuità alle aree produtive esistenti, anche per garantire la migliore accessibilità ai siti e alle aziende già esistenti anche in appoggio ai futuri insediamenti.

La ristrutturazione economica dell’ultimo decennio non ha favorito l’insediamento di nuove realtà nei poli individuati nei PGT, lasciando intatte le possibilità edificatorie previste.

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Negli ultimi anni alcune delle realtà produttive esistenti più grandi si sono comunque consolidate o ampliate, stimolando il miglioramento o la nuova realizzazione delle infrastrutture viarie, di comunicazione, ma anche le dinamiche finanziarie degli istituti di credito o lo sviluppo di servizi pubblici o privati stimolati dalla mole di personale che si sposta quotidianamente. Inoltre si auspica che questi sviluppi incentivino e trainino anche altre unità produttive locali o esterne. Per il prossimo futuro è da segnalare la conferma della realizzazione degli ultimi tratti dell’asse stradale Poggio Rusco-Pegognaga (PO-PE) da parte della Provincia di Mantova, proprio nel tratto tra Quistello e San Giacomo delle Segnate, la realizzazione del nuovo ponte sul Po tra San Benedetto Po e Bagnolo, collegamenti infrastrutturali che permetteranno spostamenti più veloci e comodi, sanando le lacune infrastrutturali di cui sopra.

Inoltre in tutti e tre i comuni, è in corso di posa la rete della fibra ottica, che, come strumento di miglioramento dei mezzi di comunicazione e commercializzazione dei prodotti e delle idee è divenuto uno dei servizi fondamentali e imprescindibile delle aree produttive.

I dati emergenti a livello di quadro complessivo si possono così sintetizzare: debolezza dell’ambito considerato rispetto all’intera provincia, ma anche presenza di potenzialità che possono ancora essere utilizzate.

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Figura 9 - Analisi SWOT generale dell’area del Destra Secchia

Punti di forza Punti di debolezza• Disponibilità di manodopera qualificata• Disponibilità di spazi per aree insediative• Elevata dotazione infrastrutturale per gli

impianti di produzione di energia elettrica • Presenza di vie fluviali utilizzabili a fini

commerciali e per finalità turistico-ricreative• Presenza di risorse naturali di pregio (parchi e

oasi) e di bellezze artistiche ed architettoniche• Presenza dei servizi di base e di svago

a servizio della popolazione insediata e insediabile

• Presenza di attrattività culturali, artistiche e di prodotti agroalimentari di qualità

• Tendenza allo spopolamento• Invecchiamento della

popolazione• Livelli di disoccupazione più alti

rispetto alla media provinciale• Sistema economico con un

ruolo ancora importante dell’agricoltura

• Scarsa propensione all’iniziativa imprenditoriale

• Rete infrastrutturale viaria, ferroviaria, fluviale, insufficiente (ancora per poco)

• Scarsa tendenza all’iniziativa associativa fra imprese

Opportunità Rischi• Disponibilità di strumenti e risorse finanziarie

per lo sviluppo dell’area (Attact, Bando al Via,....)

• Realizzazione di un unico grande polo concentrato in un comune capace di competere con le altre aree del mantovano

• Disponibilità dell'Amministrazione pubblica a facilitare e incentivare il percorso insediativo degli operatori economici nei tempi e fiscalmente.

• Attivazione di strumenti di attrattività del territorio

• Attrattività delle altre aree del Mantovano a maggiore sviluppo socio-economico e delle province confinanti

Fonte: elaborazioni Nomisma.

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COMUNE DI QUISTELLOPROVINCIA DI MANTOVA

REGIONE LOMBARDIA

PROGETTO ATTRACT Comune di Quistello

Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

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PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI QUISTELLO

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PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI QUISTELLO

QUADRO CONOSCITIVO - LIVELLO PROVINCIALEIl sistema infrastrutturale

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PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI QUISTELLO

QUADRO CONOSCITIVO - LIVELLO PROVINCIALEIl sistema produttivo

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PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI QUISTELLO

QUADRO CONOSCITIVO - LIVELLO PROVINCIALEI servizi

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PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI QUISTELLO

IL COMUNE DI QUISTELLOLe infrastrutture viarie

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PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI QUISTELLO

IL COMUNE DI QUISTELLO Le aree produttive da PGT

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PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI QUISTELLO

IL COMUNE DI QUISTELLOLe principali industrie

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PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI QUISTELLO

IL COMUNE DI QUISTELLOI servizi comunali

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PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI QUISTELLO

IL COMUNE DI QUISTELLO Le aree proposte

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PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI QUISTELLO

IL COMUNE DI SQUISTELLOLe aree proposte nel PGT vigente

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COMUNE DI SAN BENEDETTO POPROVINCIA DI MANTOVA

REGIONE LOMBARDIA

PROGETTO ATTRACT Comune di San Benedetto Po

Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

architetturaingegneriaterritorio

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PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN BENEDETTO PO

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PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN BENEDETTO PO

QUADRO CONOSCITIVO - LIVELLO PROVINCIALEIl sistema infrastrutturale

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PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN BENEDETTO PO

QUADRO CONOSCITIVO - LIVELLO PROVINCIALEIl sistema produttivo

PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN BENEDETTO PO

QUADRO CONOSCITIVO - LIVELLO PROVINCIALEIl sistema infrastrutturale

Page 119: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

119

PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN BENEDETTO PO

QUADRO CONOSCITIVO - LIVELLO PROVINCIALEI servizi

Page 120: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

120

PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN BENEDETTO PO

IL COMUNE DI SAN BENEDETTO POLe infrastrutture viarie

Page 121: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

121

PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN BENEDETTO PO

IL COMUNE DI SAN BENEDETTO POLe aree produttive

Page 122: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

122

PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN BENEDETTO PO

IL COMUNE DI SAN BENEDETTO POLe principali industrie insediate nel territorio

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123PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN BENEDETTO PO

IL COMUNE DI SAN BENEDETTO POI servizi comunali

Page 124: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

124

Page 125: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

125

PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN BENEDETTO PO

IL COMUNE DI SAN BENEDETTO POLe aree proposte nel PGT vigente

Page 126: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

126

COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE SEGNATEPROVINCIA DI MANTOVA

REGIONE LOMBARDIA

PROGETTO ATTRACT Comune di San Giacomo delle Segnate

Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

architetturaingegneriaterritorio

Page 127: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

127

PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE

SEGNATE

Page 128: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

128

PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE

SEGNATE

QUADRO CONOSCITIVO - LIVELLO PROVINCIALEIl sistema produttivo

Page 129: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

129PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE

SEGNATE

QUADRO CONOSCITIVO - LIVELLO PROVINCIALEI servizi

Page 130: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

130 PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE

SEGNATE

IL COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE SEGNATELe infrastrutture viarie

Page 131: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

131PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE

SEGNATE

IL COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE SEGNATELe aree produttive

Page 132: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

132 PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE

SEGNATE

IL COMUNE DI SAN BENEDETTO POLe principali industrie insediate nel territorio

Page 133: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

133PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE

SEGNATE

IL COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE SEGNATEI servizi comunali

Page 134: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

134 PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE

SEGNATE

IL COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE SEGNATELe aree proposte

Page 135: Piano Strategico di Marketingattractiva.it/wp-content/uploads/2019/12/rendicontazione.pdf · Piano Strategico di Marketing Comune di Quistello, San Giacomo delle Segnate e San Benedetto

135PROGETTO ATTRACT Realizzato nell’ambito delle azioni del Programma AttrACT cofi nanziato da Regione Lombardia

COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE

SEGNATE

IL COMUNE DI SAN GIACOMO DELLE SEGNATELe aree proposte nel PGT vigente