1
DIPARTIMENTO
DMI
RELAZIONE COL TERRITORIO
AREA PEDIATRICA
INDICATORI DI QUALITArsquo E RISK MANAGEMENT
POSSIBILI UTILIZZI
AREA NEONATALE
DOLORE NEONATALE - AGGIORNAMENTI
2
Qualsiasi cambiamento in un mondo professionaleParte dalla capacitagrave dei professionisti di acquisire La consapevolezza che egrave un dovere etico riempireDi contenuti locuzioni quali centralitagrave dellrsquoassistenzaEfficacia ed appropriatezza ( A Santullo 2004)
Lrsquoorganizzazione dipartimentale egrave il modelloordinario di gestione operativa delle attivitagravea cui fare riferimento in ogni ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con la finalitagravedi assicurare la buona gestione amministrativa e finanziaria ed il Governo clinico (Ministero Salute)
3
Origini del dipartimentobull Il dipartimento egrave un assetto organizzativo progettato in risposta allrsquoinadeguatezza dellrsquoorganizzazione ospedaliera basata sulla proliferazione di UO
bull Concetti fondanti1Multidisciplinarietagrave2 Integrazione3 Riduzione costi in termini di risorse umane ed economiche
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4
Iter legislativobull DPR 12869 (art10rdquoordinamento interno dei Servizi Ospedalierirdquo) di
fronte alla staticitagrave delle strutture sanitarie emerge lrsquoesigenza diIntegrazione dei compitiFlessibilitagrave e dinamicitagrave dellrsquoorganizzazioneIntegrazione di competenze tra professionistiReciproca collaborazione
Possibilitagrave quindi da parte del Consiglio di amministrazione dellrsquoente di organizzare strutture di tipo dipartimentale
bull Negli aa lsquo70 il dipartimento viene definito comeldquoegravequipe polispecialistica e polidisciplinarerdquo
bull Nel 1974 si definiscono tre tipologie di dipartimento( 1‐ dip che accorpano attivitagrave affini o complementari2‐ dip che accorpano attivitagrave polispecialistiche3‐ dip che accorpano att pol senza esigenza di specifici servizi)
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5
Iter legislativo
bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione
bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture
bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)
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6
Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)
bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo
bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali
(obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)
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7
bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)
bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo
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Iter legislativo
8
Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO
Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata
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9
Iter legislativo
bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario
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10
Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici
(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)
10
Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale
11
Modelli di Dipartimento
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12
bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il
coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo
Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari
Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile
Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze
il DMI
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13
il DMI
bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate
bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri
bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili
bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento
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14
il DMI
Il tutto collegato
col territorio
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2
Qualsiasi cambiamento in un mondo professionaleParte dalla capacitagrave dei professionisti di acquisire La consapevolezza che egrave un dovere etico riempireDi contenuti locuzioni quali centralitagrave dellrsquoassistenzaEfficacia ed appropriatezza ( A Santullo 2004)
Lrsquoorganizzazione dipartimentale egrave il modelloordinario di gestione operativa delle attivitagravea cui fare riferimento in ogni ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con la finalitagravedi assicurare la buona gestione amministrativa e finanziaria ed il Governo clinico (Ministero Salute)
3
Origini del dipartimentobull Il dipartimento egrave un assetto organizzativo progettato in risposta allrsquoinadeguatezza dellrsquoorganizzazione ospedaliera basata sulla proliferazione di UO
bull Concetti fondanti1Multidisciplinarietagrave2 Integrazione3 Riduzione costi in termini di risorse umane ed economiche
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Iter legislativobull DPR 12869 (art10rdquoordinamento interno dei Servizi Ospedalierirdquo) di
fronte alla staticitagrave delle strutture sanitarie emerge lrsquoesigenza diIntegrazione dei compitiFlessibilitagrave e dinamicitagrave dellrsquoorganizzazioneIntegrazione di competenze tra professionistiReciproca collaborazione
Possibilitagrave quindi da parte del Consiglio di amministrazione dellrsquoente di organizzare strutture di tipo dipartimentale
bull Negli aa lsquo70 il dipartimento viene definito comeldquoegravequipe polispecialistica e polidisciplinarerdquo
bull Nel 1974 si definiscono tre tipologie di dipartimento( 1‐ dip che accorpano attivitagrave affini o complementari2‐ dip che accorpano attivitagrave polispecialistiche3‐ dip che accorpano att pol senza esigenza di specifici servizi)
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Iter legislativo
bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione
bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture
bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)
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Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)
bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo
bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali
(obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)
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bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)
bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo
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Iter legislativo
8
Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO
Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata
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Iter legislativo
bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario
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Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici
(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)
10
Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale
11
Modelli di Dipartimento
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bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il
coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo
Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari
Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile
Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze
il DMI
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il DMI
bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate
bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri
bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili
bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento
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il DMI
Il tutto collegato
col territorio
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Origini del dipartimentobull Il dipartimento egrave un assetto organizzativo progettato in risposta allrsquoinadeguatezza dellrsquoorganizzazione ospedaliera basata sulla proliferazione di UO
bull Concetti fondanti1Multidisciplinarietagrave2 Integrazione3 Riduzione costi in termini di risorse umane ed economiche
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4
Iter legislativobull DPR 12869 (art10rdquoordinamento interno dei Servizi Ospedalierirdquo) di
fronte alla staticitagrave delle strutture sanitarie emerge lrsquoesigenza diIntegrazione dei compitiFlessibilitagrave e dinamicitagrave dellrsquoorganizzazioneIntegrazione di competenze tra professionistiReciproca collaborazione
Possibilitagrave quindi da parte del Consiglio di amministrazione dellrsquoente di organizzare strutture di tipo dipartimentale
bull Negli aa lsquo70 il dipartimento viene definito comeldquoegravequipe polispecialistica e polidisciplinarerdquo
bull Nel 1974 si definiscono tre tipologie di dipartimento( 1‐ dip che accorpano attivitagrave affini o complementari2‐ dip che accorpano attivitagrave polispecialistiche3‐ dip che accorpano att pol senza esigenza di specifici servizi)
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Iter legislativo
bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione
bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture
bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)
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Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)
bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo
bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali
(obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)
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bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)
bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo
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Iter legislativo
8
Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO
Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata
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Iter legislativo
bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario
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Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici
(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)
10
Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale
11
Modelli di Dipartimento
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12
bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il
coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo
Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari
Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile
Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze
il DMI
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13
il DMI
bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate
bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri
bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili
bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13
14
il DMI
Il tutto collegato
col territorio
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14
4
Iter legislativobull DPR 12869 (art10rdquoordinamento interno dei Servizi Ospedalierirdquo) di
fronte alla staticitagrave delle strutture sanitarie emerge lrsquoesigenza diIntegrazione dei compitiFlessibilitagrave e dinamicitagrave dellrsquoorganizzazioneIntegrazione di competenze tra professionistiReciproca collaborazione
Possibilitagrave quindi da parte del Consiglio di amministrazione dellrsquoente di organizzare strutture di tipo dipartimentale
bull Negli aa lsquo70 il dipartimento viene definito comeldquoegravequipe polispecialistica e polidisciplinarerdquo
bull Nel 1974 si definiscono tre tipologie di dipartimento( 1‐ dip che accorpano attivitagrave affini o complementari2‐ dip che accorpano attivitagrave polispecialistiche3‐ dip che accorpano att pol senza esigenza di specifici servizi)
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Iter legislativo
bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione
bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture
bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)
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Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)
bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo
bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali
(obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)
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bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)
bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo
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Iter legislativo
8
Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO
Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata
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Iter legislativo
bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario
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Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici
(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)
10
Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale
11
Modelli di Dipartimento
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12
bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il
coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo
Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari
Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile
Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze
il DMI
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13
il DMI
bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate
bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri
bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili
bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento
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il DMI
Il tutto collegato
col territorio
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Iter legislativo
bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione
bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture
bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)
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Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)
bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo
bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali
(obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)
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bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)
bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo
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8
Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO
Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata
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Iter legislativo
bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario
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Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici
(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)
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Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale
11
Modelli di Dipartimento
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bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il
coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo
Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari
Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile
Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze
il DMI
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il DMI
bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate
bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri
bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili
bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento
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il DMI
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col territorio
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Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)
bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo
bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali
(obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 6
7
bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)
bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo
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Iter legislativo
8
Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO
Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata
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9
Iter legislativo
bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9
10
Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici
(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)
10
Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale
11
Modelli di Dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11
12
bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il
coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo
Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari
Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile
Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze
il DMI
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13
il DMI
bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate
bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri
bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili
bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento
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14
il DMI
Il tutto collegato
col territorio
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7
bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)
bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo
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Iter legislativo
8
Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO
Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata
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Iter legislativo
bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario
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10
Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici
(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)
10
Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale
11
Modelli di Dipartimento
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12
bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il
coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo
Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari
Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile
Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze
il DMI
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13
il DMI
bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate
bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri
bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili
bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento
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il DMI
Il tutto collegato
col territorio
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8
Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO
Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata
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9
Iter legislativo
bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario
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10
Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici
(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)
10
Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale
11
Modelli di Dipartimento
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12
bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il
coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo
Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari
Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile
Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze
il DMI
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13
il DMI
bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate
bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri
bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili
bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento
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il DMI
Il tutto collegato
col territorio
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9
Iter legislativo
bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario
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10
Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici
(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)
10
Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale
11
Modelli di Dipartimento
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12
bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il
coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo
Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari
Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile
Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze
il DMI
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il DMI
bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate
bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri
bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili
bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento
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14
il DMI
Il tutto collegato
col territorio
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10
Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici
(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)
10
Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale
11
Modelli di Dipartimento
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12
bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il
coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo
Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari
Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile
Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze
il DMI
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13
il DMI
bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate
bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri
bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili
bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento
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il DMI
Il tutto collegato
col territorio
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11
Modelli di Dipartimento
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12
bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il
coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo
Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari
Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile
Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze
il DMI
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13
il DMI
bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate
bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri
bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili
bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento
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14
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Il tutto collegato
col territorio
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12
bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il
coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo
Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari
Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile
Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze
il DMI
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il DMI
bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate
bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri
bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili
bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento
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il DMI
Il tutto collegato
col territorio
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il DMI
bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate
bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri
bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili
bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13
14
il DMI
Il tutto collegato
col territorio
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14
14
il DMI
Il tutto collegato
col territorio
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14
15
Le TRE fasi del cambiamento
Integrazioneistituzionale
AutonomiaeSpecializ-zazione
Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT
DMI
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15
16
il DMI
La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16
17
il DMI
Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari
Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17
1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
19
PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)
ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19
20
Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica
1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze
infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono
con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione
alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva
espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei
relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici
deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per
obiettivi dellassistenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20
21
2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea
Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21
22
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22
23
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Modello organizzativo proposto
Soggetti
Ambito territoriale
Coordinatore di ambito
Distretto Sanitario
Direttore di Distretto
Dipartimento Materno Infantile
Direttore del DMI
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23
24
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Strumenti della programmazione
Piano sociale di ZonaPDZ
Programma delle attivitagravedistrettuali
PAD
Obiettivi specifici nel
Piano di Zona
Funzioni specifiche
bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari
Funzioni specifiche
bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale
Funzioni specifiche
bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24
25
Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri
bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica
(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )
26
Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire
1 Interventi dedicati al neonato
2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica
3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute
27
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni
FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale
assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27
28
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28
29
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29
30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
31
assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
32
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
33
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33
34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
35
Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35
36
Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
38
bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38
39
Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39
40
Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
41
LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
42
La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
43
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
46
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
47
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
49
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
50
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
51
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
16
il DMI
La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16
17
il DMI
Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari
Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali
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1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)
ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19
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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica
1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze
infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono
con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione
alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva
espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei
relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici
deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per
obiettivi dellassistenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20
21
2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea
Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Modello organizzativo proposto
Soggetti
Ambito territoriale
Coordinatore di ambito
Distretto Sanitario
Direttore di Distretto
Dipartimento Materno Infantile
Direttore del DMI
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Strumenti della programmazione
Piano sociale di ZonaPDZ
Programma delle attivitagravedistrettuali
PAD
Obiettivi specifici nel
Piano di Zona
Funzioni specifiche
bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari
Funzioni specifiche
bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale
Funzioni specifiche
bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri
bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica
(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )
26
Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire
1 Interventi dedicati al neonato
2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica
3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni
FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale
assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
31
assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33
34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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il DMI
Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari
Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali
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1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)
ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19
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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica
1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze
infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono
con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione
alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva
espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei
relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici
deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per
obiettivi dellassistenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20
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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea
Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Modello organizzativo proposto
Soggetti
Ambito territoriale
Coordinatore di ambito
Distretto Sanitario
Direttore di Distretto
Dipartimento Materno Infantile
Direttore del DMI
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Strumenti della programmazione
Piano sociale di ZonaPDZ
Programma delle attivitagravedistrettuali
PAD
Obiettivi specifici nel
Piano di Zona
Funzioni specifiche
bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari
Funzioni specifiche
bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale
Funzioni specifiche
bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri
bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica
(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire
1 Interventi dedicati al neonato
2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica
3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni
FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale
assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
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34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
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Percheacute STEN
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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
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La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)
ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo
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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica
1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze
infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono
con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione
alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva
espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei
relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici
deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per
obiettivi dellassistenza
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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea
Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Modello organizzativo proposto
Soggetti
Ambito territoriale
Coordinatore di ambito
Distretto Sanitario
Direttore di Distretto
Dipartimento Materno Infantile
Direttore del DMI
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Strumenti della programmazione
Piano sociale di ZonaPDZ
Programma delle attivitagravedistrettuali
PAD
Obiettivi specifici nel
Piano di Zona
Funzioni specifiche
bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari
Funzioni specifiche
bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale
Funzioni specifiche
bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri
bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica
(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire
1 Interventi dedicati al neonato
2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica
3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni
FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale
assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
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Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
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Percheacute STEN
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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
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La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)
ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo
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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica
1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze
infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono
con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione
alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva
espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei
relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici
deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per
obiettivi dellassistenza
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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea
Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Modello organizzativo proposto
Soggetti
Ambito territoriale
Coordinatore di ambito
Distretto Sanitario
Direttore di Distretto
Dipartimento Materno Infantile
Direttore del DMI
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Strumenti della programmazione
Piano sociale di ZonaPDZ
Programma delle attivitagravedistrettuali
PAD
Obiettivi specifici nel
Piano di Zona
Funzioni specifiche
bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari
Funzioni specifiche
bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale
Funzioni specifiche
bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri
bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica
(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire
1 Interventi dedicati al neonato
2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica
3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni
FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale
assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
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La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica
1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze
infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono
con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione
alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva
espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei
relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici
deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per
obiettivi dellassistenza
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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea
Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Modello organizzativo proposto
Soggetti
Ambito territoriale
Coordinatore di ambito
Distretto Sanitario
Direttore di Distretto
Dipartimento Materno Infantile
Direttore del DMI
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Strumenti della programmazione
Piano sociale di ZonaPDZ
Programma delle attivitagravedistrettuali
PAD
Obiettivi specifici nel
Piano di Zona
Funzioni specifiche
bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari
Funzioni specifiche
bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale
Funzioni specifiche
bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri
bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica
(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire
1 Interventi dedicati al neonato
2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica
3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni
FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale
assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea
Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Modello organizzativo proposto
Soggetti
Ambito territoriale
Coordinatore di ambito
Distretto Sanitario
Direttore di Distretto
Dipartimento Materno Infantile
Direttore del DMI
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Strumenti della programmazione
Piano sociale di ZonaPDZ
Programma delle attivitagravedistrettuali
PAD
Obiettivi specifici nel
Piano di Zona
Funzioni specifiche
bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari
Funzioni specifiche
bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale
Funzioni specifiche
bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri
bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica
(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire
1 Interventi dedicati al neonato
2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica
3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni
FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale
assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
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34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Modello organizzativo proposto
Soggetti
Ambito territoriale
Coordinatore di ambito
Distretto Sanitario
Direttore di Distretto
Dipartimento Materno Infantile
Direttore del DMI
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Strumenti della programmazione
Piano sociale di ZonaPDZ
Programma delle attivitagravedistrettuali
PAD
Obiettivi specifici nel
Piano di Zona
Funzioni specifiche
bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari
Funzioni specifiche
bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale
Funzioni specifiche
bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri
bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica
(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire
1 Interventi dedicati al neonato
2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica
3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni
FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale
assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
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Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
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Percheacute STEN
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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
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La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Modello organizzativo proposto
Soggetti
Ambito territoriale
Coordinatore di ambito
Distretto Sanitario
Direttore di Distretto
Dipartimento Materno Infantile
Direttore del DMI
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Strumenti della programmazione
Piano sociale di ZonaPDZ
Programma delle attivitagravedistrettuali
PAD
Obiettivi specifici nel
Piano di Zona
Funzioni specifiche
bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari
Funzioni specifiche
bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale
Funzioni specifiche
bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri
bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica
(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire
1 Interventi dedicati al neonato
2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica
3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni
FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale
assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
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34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
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La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Strumenti della programmazione
Piano sociale di ZonaPDZ
Programma delle attivitagravedistrettuali
PAD
Obiettivi specifici nel
Piano di Zona
Funzioni specifiche
bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari
Funzioni specifiche
bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale
Funzioni specifiche
bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri
bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica
(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )
26
Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire
1 Interventi dedicati al neonato
2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica
3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni
FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale
assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
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34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri
bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica
(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire
1 Interventi dedicati al neonato
2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica
3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni
FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale
assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33
34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
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La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
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Necessitagrave di un cambiamento di rotta
bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire
1 Interventi dedicati al neonato
2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica
3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni
FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale
assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33
34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
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Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
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Percheacute STEN
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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
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La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni
FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale
assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33
34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
La promozione di percorsi assistenziali
I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio
bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti
e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare
lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
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34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione
bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria
bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario
bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
31
assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
32
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
49
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
50
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla
Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)
Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33
34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38
39
Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39
40
Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
41
LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
42
La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
43
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
46
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
47
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
48
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
50
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
51
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
53
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
55
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
56
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
58
UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
59
Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da
Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento
31
assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento
organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale
31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
32
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
33
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33
34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
35
Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35
36
Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39
40
Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
41
LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
42
La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
32
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del
dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al
miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32
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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
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34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
35
Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
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La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
33
DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE
Il Comitato di dipartimento
bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni
bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza
bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore
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34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
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Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
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1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34
35
Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35
36
Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
38
bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38
39
Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39
40
Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
41
LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
42
La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
43
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
46
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
47
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
48
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
49
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
50
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
51
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
52
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
53
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
54
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
55
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
56
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
58
UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
59
Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59
60
Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
61
ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
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La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
35
Qualche idea
1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali
Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38
39
Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39
40
Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
41
LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
42
La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
43
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
46
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
47
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
48
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
49
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
50
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
51
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
53
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
55
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
58
UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
61
ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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Nuovi approcci pediatrici
(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)
36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37
38
bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
42
La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
53
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave
bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse
Media intensitagrave o media complessitagrave
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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
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Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
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1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
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Percheacute STEN
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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
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La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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39
Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute
bull Anemia
bull Sindromi emorragiche
bull Disidratazione
bull Sindromi dolorose
bull Perdite di coscienza transitorie
bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza
bull Trauma cranico
bull Asma acuto
bull Laringite acuta
bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti
bull Febbri di natura sospetta
bull Dolori addominali
bull Gastroenteriti
bull Convulsioni
bull Intossicazioni
bull Reazioni allergiche medio‐gravi
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39
40
Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
42
La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
43
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
47
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
48
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
50
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
51
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
53
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
55
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
59
Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
40
Pazienti NON appropriati per OB
bull Febbre in pazienti neutropenici
bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO
bull Epiglottite
bull Meningite
bull Disturbi elettrolitici severi
bull Neonati
bull Insufficienza respiratoria
bull Shock
bull Ostruzione delle vie aeree
bull Cardiopatie o aritmie instabili
bull Coma
bull Intossicazioni gravi
bull Sepsi conclamata eo con shock settico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40
41
LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
42
La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
43
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
46
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
47
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
48
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
49
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
50
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
51
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
52
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
53
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
54
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
55
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
58
UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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60
Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
41
LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip
bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata
bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH
bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h
bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41
42
La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42
1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
43
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
51
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
52
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )
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1 Quale mission
2 Quali risultati
(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
43
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
Il Consultorio familiare
Tutela del benessere in etagrave evolutiva
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43
44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
46
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
48
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
49
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
50
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
51
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
53
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
55
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
58
UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari
LE AREE COINVOLTE SONO
AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ
AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT
hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
La Rete della Pediatria territoriale
il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino
partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute
PLS MMG
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
49
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
50
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
51
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
52
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
55
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale
La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori
LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
50
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
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La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
RIFERIMENTI NORMATIVI
Le attivitagrave consultoriali
L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
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50
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
58
UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
49
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49
50
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
51
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
53
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
55
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
58
UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
61
ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
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Percheacute STEN
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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
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La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare
Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione
primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo
bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave
bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale
50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51
52
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
ad un secondo livello
collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
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Centri nascita STEN TIN
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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
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La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
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bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per
lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
61
ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
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62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
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ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
53
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Il Consultorio familiare
le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
54
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI
si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico
dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in
etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione
scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si
trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-
affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o
dellrsquoapprendimento)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54
55
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
56
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
58
UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
59
Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59
60
Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
61
ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
55
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295
progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali
‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55
56
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
58
UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
59
Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
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ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
56
DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale
Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)
Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
58
UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
59
Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59
60
Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
61
ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57
58
UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
59
Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59
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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
61
ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
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ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
58
UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche
Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)
In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58
59
Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59
60
Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
61
ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
59
Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza
pediatrica ndashmaggio 2005 -
Situazione di partenza
Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale
Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero
Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59
60
Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
61
ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
60
Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile
bull Situazione di partenza
bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica
bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave
bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60
61
ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
61
ALCUNI INTERVENTI
bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005
bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa
diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario
bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)
bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva
con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
62
ALCUNI INTERVENTI
bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione
bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave
bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor
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63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
63
ALCUNI INTERVENTI
bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario
bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico
bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
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65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
64
Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della
Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di
assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128
(Ministero della Salute)
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
65
Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato
solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
66
Centri nascita STEN TIN
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
67
Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
68
La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
69
EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)
Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
70
Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio
bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili
bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
71
Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
72
Percheacute STEN
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
86
NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
73
OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato
durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a
distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
74
La legislazione italiana e lo STEN
bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN
bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato
bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto
bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN
75
La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83
84
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84
85
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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87
OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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La legislazione italiana e lo STEN
Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN
76
Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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82
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)
miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio
77
Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria
Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta
Puglia Toscana
Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia
Ampia copertura
Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria
Realtagrave a
Realtagrave b
Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
83
I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
78
bull ORGANIZZAZIONE
-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI
-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO
-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE
79
1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79
80
Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
81
LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini
2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
3- Ospedale senza dolore
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini
(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno
4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche
nel caso in cui vengano separate dai neonati
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti
6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica
7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale
8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento
10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo
Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001
progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine
Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87
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OSPEDALE SENZA DOLORE
Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide
Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)
Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona
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