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QUINTESSENZA INTERNAZIONALE
INTRODUZIONE
Nella pratica clinica quotidiana, in special
modo in ambito protesico-riabilitativo, gli ope-
ratori odontoiatrici si trovano spesso costretti
ad affrontare la problematica dell’ipersensibi-
lità dentale-dentinale1,2.
Tale problematica risulta essere una reazione
dolorosa degli elementi dentari sottoposti a trat-
tamenti che prevedano l’esposizione per fresag-
gio o “preparazione” della parte dentinale sotto-
stante lo smalto, azione che provoca la diretta co-
municazione tra stimoli esterni meccanico-termi-
ci e la parte vitale interna dell’elemento stesso os-
sia la polpa, secondo la teoria idrodinamica di
Brannström e Aström (1962-66). I tubuli dentali
contengono al loro interno un fluido definito “Li-
quor dentinale”, che subisce spostamenti di va-
ria natura a seguito degli stimoli che incidono su-
gli elementi dentari compromessi o trattati (es.
monconi preparati), perciò è il movimento di ta-
le fluido a mediare la trasmissione dello stimolo
doloroso attraverso la dentina, esso funge infat-
ti da vettore di trasferimento degli stimoli ester-
ni (tattile, termico, meccanico, chimico…) verso
la polpa dentale, che percepisce tale segnale co-
me uno stimolo doloroso (Teoria Idrodinamica
di Brannström e Aström del 1962-66)1.
È ormai universalmente noto infatti, che i tu-
buli dentinali presenti nello spessore della
dentina consentono una continuità biologica
e fisiologica tra dentina e polpa, facendo quin-
di sì che qualsiasi stimolo esterno che colpi-
sce direttamente o indirettamente la dentina
coinvolga anche l’organo pulpare.
Pure durante le procedure protesiche quin-
di, stimoli termici, meccanici o chimici, sono
potenzialmente in grado di produrre uno sti-
molo doloroso nel paziente sottoposto a trat-
tamento riabilitativo3,4 (Figg. 1,2).
Per tale ragione alla base della risoluzione
dell’ipersensibilità dentinale o dentale c’è il
tentativo di ottenere l’obliterazione dei tubuli
dentinali, o di provocare la coagulazione del
loro contenuto, reale responsabile della sinto-
matologia dolorosa del paziente5,6.
Enrico Gherlone*, Andrea Pilloni**, Alessandro Dolci***
Valutazione clinica dell’efficacia di apatite neoactive suspension nella desensibilizzazione di pilastri protesici vitali
* Università degli studi di Milano “Vita Salute San Raffaele”.
** Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
*** Università degli studi di Roma “Tor Vergata”.
Indirizzo per la corrispondenza:
Prof. Enrico Gherlone
Università degli Studi di Milano “Vita Salute San Raffaele”
Dipartimento di Odontoiatria
E-mail: [email protected]
Parole chiave: Desensibilizzanti dentinali, ipersensibilità dentinale, idrossiapatite.
Nella pratica clinica quotidiana, in special modo in ambito protesico-riabilitativo, gli operatori odon-
toiatrici si trovano spesso costretti ad affrontare la problematica dell’ipersensibilità dentale-dentina-
le. Tale patologia risulta notevolmente fastidiosa e molto diffusa specie nella popolazione adulta,
che maggiormente è sottoposta sia all’insorgenza di patologie, sia a trattamenti riabilitativi che im-
pongono sacrifici in termini tissutali orali, come ad esempio i trattamenti protesici.
Il protesista deve spesso fronteggiare situazioni spiacevoli dovute alla sintomatologia dolorosa che
i pazienti segnalano. Scopo del seguente lavoro è stata la valutazione dell’efficacia desensibilizzan-
te a livello clinico di un materiale di nuova concezione: Apatite neo active suspension (Ghimas Ita-
lia): una sospensione al 30% di idrossiapatite nanometrica in alcool assoluto, utilizzata su monco-
ni protesici vitali al fine di ridurre l’ipersensibilità dentinale dei pazienti riabilitati.
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Tale patologia risulta notevolmente fastidiosa
e molto diffusa specie nella popolazione adul-
ta, che maggiormente è sottoposta sia all’insor-
genza di patologie, sia a trattamenti riabilitativi
che impongono sacrifici in termini tissutali ora-
li, come ad esempio i trattamenti protesici.
La protesi fissa così come l’odontoiatria
conservativa tende bensì ad utilizzare come
elementi pilastro, su cui basare le riabilitazio-
ni fisse dei pazienti, elementi lasciati vitali, in
modo tale da garantire la maggior resistenza
e quindi durata degli stessi, una volta conclu-
sa la terapia protesica e/o conservativa, tale di-
scorso resta valido a meno che non si palesi-
no patologie acute o pregresse della polpa,
che rendano in tal modo necessaria la terapia
scanalare degli elementi compromessi7.
La scelta di mantenere vitali il più possibi-
le gli elementi dentari specie a scopi protesi-
ci è legata al fatto che il dente non-vitale risul-
ta inevitabilmente più fragile, e quindi presen-
ta una prognosi meno favorevole a lungotermi-
ne, inoltre ogni volta che un elemento viene
sottoposto a terapia scanalare va accertato
che tale terapia sia eseguita nel modo più ac-
curato possibile e secondo protocolli interna-
zionalmente accettati, per scongiurare il co-
munque presente rischio di problemi ad insor-
genza tardiva quali granulomi/cisti più o me-
no sintomatiche nel corso degli anni.
Il protesista deve spesso fronteggiare situa-
zioni spiacevoli dovute alla sintomatologia dolo-
rosa che i pazienti segnalano, sintomi che a
volte accompagnano la vita quotidiana del pa-
ziente successivamente al posizionamento di un
provvisorio per estese riabilitazioni, o più sem-
plicemente a seguito dell’esecuzione di restau-
ri (intarsi/otturazioni) particolarmente estesi.
Tali sintomi vengono in maggioranza se-
gnalati durante tutte le fasi delle riabilitazioni
proteiche, ossia:
• durante la rimozione dei provvisori;
• durante le prove metalli o le prove dei manu-
fatti conservativi;
• durante le fasi finali di prova della ceramiz-
zazione grezza e definitiva;
• durante le fasi di cementazione.
Il mercato moderno offre svariate sostanze
definite “Desensibilizzanti”, con il preciso
scopo di fornire all’operatore validi ausili di fa-
cile impiego e bassi costi8,9.
I momenti ideali in cui può e deve essere
eseguita la desensibilizzazione degli elementi
sintomatici sono: al termine della fase iniziale di
preparazione dei monconi con gli elementi già
anestetizzati e prima della fase di cementazio-
ne, in modo da creare una protezione a lunga
durata sulla superficie dentinale.
Scopo del seguente lavoro è stata la valu-
tazione dell’efficacia desensibilizzante a livel-
lo clinico di un prodotto di nuova concezione,
costituito da una sospensione al 30% di idros-
siapatite nanometrica difettiva in alcool asso-
luto, utilizzata su monconi protesici vitali al fi-
ne di ridurre l’ipersensibilità dentinale dei pa-
zienti riabilitati (Figg. 3,4).
Fig. 1 Moncone vitale preparato. Fig. 2 Moncone vitale (molare) preparato.
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MATERIALI E METODI
È stato scelto come materiale desensibiliz-
zante Apatite neo active suspension (Ghi-
mas Italia): sospensione al 30% di idrossiapa-
tite nanometrica in alcool assoluto: il prodotto
si presenta come un gel fluido, costituito da una
innovativa idrossiapatite medical grade cristal-
lina di sintesi originale Ghimas con cristalli di di-
mensione compresa tra 70 : 100 nanometri,
poco riassorbibile e molto resistente agli attac-
chi acidi della cavità orale.
La dimensione nanometrica della sostanza
in studio rende possibile il riempimento dei tu-
buli dentinali creando in tal modo un effetto
desensibilizzante.
Sono stati selezionati 32 casi/elementi den-
tari controllo, e 32 casi/elementi trattati.
Gli elementi selezionati sono: elementi vita-
li, parodontalmente sani, e da sottoporre a ria-
bilitazione protesica fissa.
Gli indici parodontali scelti sono stati:
- PLI ≤ 10% - BOP ≤ 10%
- PPD ≤ 3 mm - Mobilità = 0
Per la valutazione della sensibilità soggettiva
durante lo svolgimento del protocollo clinico è
stata scelta una scala di valori da 0 = Anestesia,
a 10 = massima dolorabilità-ipersensibilità.
Per il rilevamento della sensibilità si è scel-
to l’Air Blast Test sia a livello Vestibolare che
Linguale, da registrare in 3 tempi (t0 = Inizia-
le, t1 = Intermedio, t2 = Finale).
I valori rilevati sono stati registrati in appo-
site schede cliniche: per ciascun elemento
trattato e per ciascun elemento controllo.
L’utilizzo di Apatatite neo active suspen-
sion ha previsto il seguente protocollo:
• valutazione clinica della vitalità del monco-
ne (Fig. 5);
• isolamento dei monconi trattati;
• assenza di asciugatura dei monconi (Fig. 6);
• applicazione mediante pennellatura topica
con microbrush dell’intera superficie del mon-
cone con Apatite neo active suspension
per 3 volte ogni passaggio (3 volte al tempo
t0, 3 volte al tempo t1) (Figg. 7,8).
Fig. 3 Monconi preparati. Fig. 4 Monconi al tempo t0: primo passaggio di Apatite neo
active suspension.
Esempio di scheda clinica per la registrazione dei dati rilevati.
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PROTOCOLLO CLINICO
Il protocollo clinico ha previsto quattro fasi di
lavoro e tre fasi di registrazione dei dati clinici.
• FASE 1 - PREPARAZIONE: Gli elementi trat-
tati e di controllo sono stati sottoposti ad
anestesia locale e preparati secondo i crite-
ri protesici attuali, al paziente è stato quindi
posizionato un provvisorio in resina ribassa-
to a freddo e dimesso.
• FASE 2 - TEMPO t0: Non viene eseguita alcu-
na anestesia, bensì, una volta rimosso il prov-
visorio in resina, viene eseguito il 1° AIR BLA-
ST TEST sui monconi vitali selezionati, per va-
lutare la sensibilità iniziale secondo la scala
scelta, i valori vengono registrati nelle appo-
site schede cliniche. Viene poi eseguito sui 32
casi trattati il 1° passaggio con Apatite neo
active suspension (eseguito per tre volte
consecutive con 30 sec. di riposo tra essi).
Fig. 5 Radiografia indorale di 2 monconi vita-
li trattati.
Fig. 6 Moncone preparato, assenza di asciugatura.
Fig. 7 Primo passaggio di Apatite neo active suspension,
tempo t0, e sua eliminazione con fase di asciugatura con aria.
Fig. 8 Secondo passaggio di Apatite neo active
suspension, tempo t1, riposizionamento di Apati-
te neo active suspension.
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• FASE 3 - TEMPO t1: Viene registrato (una
volta rimosso il provvisorio senza alcuna
anestesia) il secondo valore di sensibilità
dell’elemento trattato (valore intermedio),
da riportare nella SCHEDA CLINICA del
paziente. Si esegue quindi il 2° passaggio
di Apatite neo active suspension (per 3
volte consecutive con 30 sec di riposo tra
essi).
• FASE 4 - t2: Si esegue l’ultima registrazio-
ne (senza provvisorio) nella SCHEDA CLI-
NICA del paziente relativa alla sensibilità
residua.
Nelle tabelle seguenti sono riassunti i valo-
ri registrati durante il protocollo clinico nelle
singole schede cliniche.
ANALISI STATISTICA
La sensibilità dell’elemento trattato è stata
considerata come variabile semiquantitativa; è
stata misurata e valutata attraverso l’attribu-
zione di un valore numerico secondo una sca-
la da 0 a 10 (0 = anestesia, 10 = sensibilità
massima).
L’analisi statistica è stata diretta verso la va-
lutazione di tre parametri:
• la media dei valori misurati nei due gruppi;
• la mediana dei gruppi di valori misurati;
• la distribuzione delle frequenze dei valori
misurati;
• il confronto tra le mediane dei vari gruppi.
Casi test trattati con Apatite neo active suspension
Vestibolare Linguale
T0 T1 T2 T0 T1 T29 1 0 10 7 29 3 0 9 4 19 3 0 10 6 28 4 1 10 3 09 2 0 9 2 010 1 1 10 3 010 8 0 10 2 010 1 0 10 3 110 4 1 9 1 09 2 0 9 1 09 3 0 9 2 19 1 0 9 2 09 2 0 10 5 28 1 0 10 3 09 1 0 9 1 010 3 0 10 4 110 1 1 10 1 010 7 0 10 1 010 1 0 9 1 09 2 0 9 0 010 3 0 9 1 010 2 0 10 0 09 3 1 9 4 29 3 0 10 6 49 1 1 10 2 18 2 1 9 1 09 3 1 10 3 110 1 0 10 1 010 1 0 10 2 110 2 1 9 2 110 2 1 9 1 09 2 1 9 1 0
Casi controllo trattati con Apatite neo active suspension
Vestibolare Linguale
T0 T1 T2 T0 T1 T29 9 9 10 10 109 9 9 10 10 109 9 8 10 10 910 10 10 10 10 910 7 1 10 9 99 6 3 9 6 110 10 9 10 10 99 9 9 10 10 109 9 9 10 10 109 9 8 10 10 910 10 10 10 10 99 8 7 9 9 69 7 6 10 9 710 6 2 10 5 49 9 9 10 10 109 9 9 10 10 109 9 8 10 10 910 10 10 10 10 910 5 3 9 8 79 9 9 9 9 98 8 8 9 9 99 8 8 9 9 99 9 9 10 10 109 9 9 10 10 109 9 8 10 10 910 10 10 10 10 99 9 9 9 9 99 9 9 9 9 98 8 8 9 9 99 8 8 9 9 910 10 10 10 9 99 9 9 10 9 9
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RISULTATI
Per quanto riguarda il gruppo di controllo, i va-
lori misurati sono riportati nella tabella 1.
Lato vestibolare: t0 mediana = 9, t1 mediana
= 9, t2 mediana = 9; quindi non si è evidenziata
una differenza significativa tra t0, t1, t2.
Lato linguale: t0 mediana = 10, t1 mediana
= 10, t2 mediana = 9; in questo lato invece si
nota che al t2 la sensibilità è < 10% rispetto al
t0 e al t1.
Per quanto riguarda invece i casi trattati con
Apatite neo active suspension, i dati sono rias-
sunti nella tabella 2.
Lato vestibolare: t0 mediana = 9, t1 mediana
= 2, t2 mediana = 0; in questo gruppo si hanno
variazioni significative della sensibilità: al t1 la
sensibilità è inferiore dell’80% rispetto al t0, men-
tre al t2 la sensibilità è inferiore del 20% rispetto
al t1 e del 90% rispetto al t0.
Lato linguale: t0 mediana = 10, t1 mediana =
2, t2 mediana = 0; anche in questo lato si sono
ottenuti valori con differenze significative; infatti, al
t1 la sensibilità è inferiore dell’80% rispetto al t0,
al t2 la sensibilità è inferiore del 20% rispetto al t1
e del 100% rispetto al t0.
Nella tabella 3 sono riportati, invece, i dati glo-
bali (vestibolari e linguali) nei due gruppi e nel gra-
fico 1 la variazione media dell’ipersensibilità dei
monconi nei due gruppi.
Si può notare che la differenza di sensibilità tra
i due gruppi è mediamente maggiore del 70%;
Controllo
Vestibolare LingualeT0 T1 T2 T0 T1 T2
Media 9,22 8,59 7,91 9,69 9,28 8,63
Mediana 9 9 9 10 10 9
E.s. 0,10 0,22 0,42 0,08 0,20 0,33
Score 0 ÷ 3 0 0 4 0 0 1
Score 4 ÷ 6 0 3 1 0 2 2
Score 7 ÷ 10 32 29 27 32 30 29
Tabella 1
Test
Vestibolare LingualeT0 T1 T2 T0 T1 T2
Media 9,34 2,38 0,34 9,53 2,38 0,63
Mediana 9 2 0 10 2 0
E.s. 0,12 0,29 0,09 0,09 0,31 0,17
Score 0 ÷ 3 0 28 32 0 25 31
Score 4 ÷ 6 0 2 0 0 6 1
Score 7 ÷ 10 32 2 0 32 1 0
Tabella 2
Globale
Controllo TestT0 T1 T2 T0 T1 T2
Media 9,45 8,94 8,27 9,44 2,38 0,48
Mediana 9 9 9 9 2 0
E.s. 0,07 0,15 0,27 0,07 0,21 0,09
Score 0 ÷ 3 0 0 5 0 53 63
Score 4 ÷ 6 0 5 3 0 8 1
Score 7 ÷ 10 64 59 56 64 3 0
test U di Mann-Whitney P n.s. <0.001 <0.001
Tabella 3
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usando Apatite neo active suspension, quindi,
si ottiene una riduzione della sensibilità di alme-
no il 70% al t1 ed almeno il 90% al t2.
La variazione nel tempo, inoltre, conferma la
sostanziale differenza nei due gruppi di monco-
ni valutati, con elevata significatività statistica tra
gruppi (P<0.001 al test U di Mann-Whitney).
Nei grafici seguenti si mostra la ripartizione
delle frequenze degli score di intensità dell’iper-
sensibilita dei moconi nei due gruppi.
• Grafico 2 – lato vestibolare.
• Grafico 3 – lato linguale.
• Grafico 4 – globale.
• Grafico 5 – presenza/assenza di ipersensibilità.
Si è scelto di raggruppare in tre livelli l’entità
dell’ipersensibilità registrata: in un primo livello
(comprendente gli scores da 0 a 3) un grado di
minima sensibilità; in un secondo livello (com-
prendente gli scores da 4 a 6) un grado di iper-
sensibilità presente, ma sopportabile; in un terzo
Grafico 1
Grafico 2 Grafico 3
Grafico 4 Grafico 5
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In the daily clinical practice, especially in the prosthetic-restorative ambit, the operators have face
up often the problem of the dental-dentinal hypersensitivity. This pathology is very troublesome and
wide-spread in the adult patients, who are mostly underwent either to the diseases rising or to the
prosthetic treatments sacrificing of the oral tissues. The prosthesis operator often faces unpleasant
situations due to the patient’s painful symptomatology. The aim of the present study was to evalua-
te the desensitizing efficacy of APATITE neo active suspension (GHIMAS ITALY), a new conception
material: a 30% suspension in absolute alcohol of nanometric hydroxyapatite, used on vital prosthe-
tic abutment in order to reduce the dentinal hypersensitivity of the restored patients.
Key words: Dentinal desensitizers, dentinal hypersensitivity, hydroxyapatite.
livello (comprendente gli scores da 7 a 10) un’i-
persensibilità severa.
Appare evidente dai grafici la sostanziale dif-
ferenza nei due gruppi di monconi trattati, con
netta differenza tra assenza di ipersensibilità nei
trattati con Apatite neo active suspension ri-
spetto ai monconi controllo sia al 1° passaggio,
sia al 2° passaggio.
CONCLUSIONI
I dati clinici rilevati hanno dimostrato che la dif-
ferenza di sensibilità tra i casi trattati ed i casi
controllo è mediamente maggiore del 70%.
Tale dato permette di affermare che la me-
todica da noi valutata clinicamente dell’utiliz-
zo di Apatite neo active suspension come
materiale desensibilizzante di elementi prote-
sici pilastro vitali, determina una riduzione di
sensibilità di almeno il 70% al 1° passaggio, e
di almeno il 90% al 2° passaggio.
Si segnala infine che l’applicazione di Apatite
neo active suspension, proprio per la dimensio-
ne nanometrica dei cristalli di idrossiapatite, non de-
termina alcun incremento di spessore del monco-
ne, consentendo la facile ricollocazione dell’ele-
mento protesico preparato in precedenza.
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