ANNO 24 • NUMERO 2 • MARZO/APRILE 2008 27 QUINTESSENZA INTERNAZIONALE INTRODUZIONE Nella pratica clinica quotidiana, in special modo in ambito protesico-riabilitativo, gli ope- ratori odontoiatrici si trovano spesso costretti ad affrontare la problematica dell’ipersensibi- lità dentale-dentinale 1,2 . Tale problematica risulta essere una reazione dolorosa degli elementi dentari sottoposti a trat- tamenti che prevedano l’esposizione per fresag- gio o “preparazione” della parte dentinale sotto- stante lo smalto, azione che provoca la diretta co- municazione tra stimoli esterni meccanico-termi- ci e la parte vitale interna dell’elemento stesso os- sia la polpa, secondo la teoria idrodinamica di Brannström e Aström (1962-66). I tubuli dentali contengono al loro interno un fluido definito “Li- quor dentinale”, che subisce spostamenti di va- ria natura a seguito degli stimoli che incidono su- gli elementi dentari compromessi o trattati (es. monconi preparati), perciò è il movimento di ta- le fluido a mediare la trasmissione dello stimolo doloroso attraverso la dentina, esso funge infat- ti da vettore di trasferimento degli stimoli ester- ni (tattile, termico, meccanico, chimico…) verso la polpa dentale, che percepisce tale segnale co- me uno stimolo doloroso (Teoria Idrodinamica di Brannström e Aström del 1962-66) 1 . È ormai universalmente noto infatti, che i tu- buli dentinali presenti nello spessore della dentina consentono una continuità biologica e fisiologica tra dentina e polpa, facendo quin- di sì che qualsiasi stimolo esterno che colpi- sce direttamente o indirettamente la dentina coinvolga anche l’organo pulpare. Pure durante le procedure protesiche quin- di, stimoli termici, meccanici o chimici, sono potenzialmente in grado di produrre uno sti- molo doloroso nel paziente sottoposto a trat- tamento riabilitativo 3,4 (Figg. 1,2). Per tale ragione alla base della risoluzione dell’ipersensibilità dentinale o dentale c’è il tentativo di ottenere l’obliterazione dei tubuli dentinali, o di provocare la coagulazione del loro contenuto, reale responsabile della sinto- matologia dolorosa del paziente 5,6 . Enrico Gherlone*, Andrea Pilloni**, Alessandro Dolci*** Valutazione clinica dell’efficacia di apatite neo active suspension nella desensibilizzazione di pilastri protesici vitali * Università degli studi di Milano “Vita Salute San Raffaele”. ** Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. *** Università degli studi di Roma “Tor Vergata”. Indirizzo per la corrispondenza: Prof. Enrico Gherlone Università degli Studi di Milano “Vita Salute San Raffaele” Dipartimento di Odontoiatria E-mail: [email protected]Parole chiave: Desensibilizzanti dentinali, ipersensibilità dentinale, idrossiapatite. Nella pratica clinica quotidiana, in special modo in ambito protesico-riabilitativo, gli operatori odon- toiatrici si trovano spesso costretti ad affrontare la problematica dell’ipersensibilità dentale-dentina- le. Tale patologia risulta notevolmente fastidiosa e molto diffusa specie nella popolazione adulta, che maggiormente è sottoposta sia all’insorgenza di patologie, sia a trattamenti riabilitativi che im- pongono sacrifici in termini tissutali orali, come ad esempio i trattamenti protesici. Il protesista deve spesso fronteggiare situazioni spiacevoli dovute alla sintomatologia dolorosa che i pazienti segnalano. Scopo del seguente lavoro è stata la valutazione dell’efficacia desensibilizzan- te a livello clinico di un materiale di nuova concezione: Apatite neo active suspension (Ghimas Ita- lia): una sospensione al 30% di idrossiapatite nanometrica in alcool assoluto, utilizzata su monco- ni protesici vitali al fine di ridurre l’ipersensibilità dentinale dei pazienti riabilitati.
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Valutazione clinica dell’efficacia di apatite neo active ... · Per la valutazione della sensibilità soggettiva ... il secondo valore di sensibilità ... 10 = sensibilità massima).
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ANNO 24 • NUMERO 2 • MARZO/APRILE 2008 27
QUINTESSENZA INTERNAZIONALE
INTRODUZIONE
Nella pratica clinica quotidiana, in special
modo in ambito protesico-riabilitativo, gli ope-
ratori odontoiatrici si trovano spesso costretti
ad affrontare la problematica dell’ipersensibi-
lità dentale-dentinale1,2.
Tale problematica risulta essere una reazione
dolorosa degli elementi dentari sottoposti a trat-
tamenti che prevedano l’esposizione per fresag-
gio o “preparazione” della parte dentinale sotto-
stante lo smalto, azione che provoca la diretta co-
municazione tra stimoli esterni meccanico-termi-
ci e la parte vitale interna dell’elemento stesso os-
sia la polpa, secondo la teoria idrodinamica di
Brannström e Aström (1962-66). I tubuli dentali
contengono al loro interno un fluido definito “Li-
quor dentinale”, che subisce spostamenti di va-
ria natura a seguito degli stimoli che incidono su-
gli elementi dentari compromessi o trattati (es.
monconi preparati), perciò è il movimento di ta-
le fluido a mediare la trasmissione dello stimolo
doloroso attraverso la dentina, esso funge infat-
ti da vettore di trasferimento degli stimoli ester-
ni (tattile, termico, meccanico, chimico…) verso
la polpa dentale, che percepisce tale segnale co-
me uno stimolo doloroso (Teoria Idrodinamica
di Brannström e Aström del 1962-66)1.
È ormai universalmente noto infatti, che i tu-
buli dentinali presenti nello spessore della
dentina consentono una continuità biologica
e fisiologica tra dentina e polpa, facendo quin-
di sì che qualsiasi stimolo esterno che colpi-
sce direttamente o indirettamente la dentina
coinvolga anche l’organo pulpare.
Pure durante le procedure protesiche quin-
di, stimoli termici, meccanici o chimici, sono
potenzialmente in grado di produrre uno sti-
molo doloroso nel paziente sottoposto a trat-
tamento riabilitativo3,4 (Figg. 1,2).
Per tale ragione alla base della risoluzione
dell’ipersensibilità dentinale o dentale c’è il
tentativo di ottenere l’obliterazione dei tubuli
dentinali, o di provocare la coagulazione del
loro contenuto, reale responsabile della sinto-
matologia dolorosa del paziente5,6.
Enrico Gherlone*, Andrea Pilloni**, Alessandro Dolci***
Valutazione clinica dell’efficacia di apatite neoactive suspension nella desensibilizzazione di pilastri protesici vitali
* Università degli studi di Milano “Vita Salute San Raffaele”.
** Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
*** Università degli studi di Roma “Tor Vergata”.
Indirizzo per la corrispondenza:
Prof. Enrico Gherlone
Università degli Studi di Milano “Vita Salute San Raffaele”