Università degli Studi di Siena
Dipartimento di Scienze Mediche,
Chirurgiche e Neuroscienze
MASTER IN
FISIOTERAPIA APPLICATA ALLO SPORT
Il rischio di infortunio nella pratica sportiva su terreni in erba
sintetica versus superfici in erba naturale: revisione della
letteratura.
Relatore
Prof. Simone Casani
Tesi di MASTER di:
Christian Lorenzini
Anno Accademico 2011.2012
2
Indice
ABSTRACT ................................................................................................................. 3
1. INTRODUZIONE .................................................................................................... 4
1.1 BACKGROUND E OBIETTIVI ........................................................................... 4
2. MATERIALI E METODI ....................................................................................... 5
2.1 PAROLE CHIAVE E STRINGHE DI RICERCA ................................................. 5
2.2 LIMITI DI INCLUSIONE DEGLI STUDI .......................................................... 5
2.3 SELEZIONE DEGLI STUDI ............................................................................... 5
3. RISULTATI .............................................................................................................. 7
4. DISCUSSIONE ...................................................................................................... 16
5. CONCLUSIONI ..................................................................................................... 18
LIMITI ....................................................................................................................... 19
KEY POINTS ............................................................................................................ 19
BIBLIOGRAFIA ....................................................................................................... 20
3
ABSTRACT
Background e obiettivi: Dalla loro introduzione negli anni '60, le superfici in
materiale sintetico sono sempre più sfruttate negli sport all'aperto laddove le
condizioni climatiche rendono dispendioso e difficile il mantenimento di manti
erbosi naturali. I costi di gestione contenuti fanno preferire i terreni artificiali a quelli
in erba naturale e il continuo progresso ha portato ad avere oggi la “quarta
generazione” di erba sintetica.
Obiettivo dello studio è quello di verificare se il rischio di infortuni muscolo-
scheletrici sia maggiore sui terreni sintetici o su quelli in erba naturale, in modo da
orientare l'intervento di riabilitazione e prevenzione del fisioterapista.
Materiali e metodi: La ricerca sul database MEDLINE è stata effettuata attraverso
stringhe di ricerca formate da parole chiave e termini MESH. Sono stati selezionati
gli studi epidemiologici, prospettici e retrospettivi che indagano il rischio di
infortunio su terreni sintetici rispetto a quelli in erba naturale. I limiti imposti alla
ricerca sono stati la lingua inglese, il limite temporale di 10 anni e la disponibilità
dell'abstract.
Risultati: Sono stati selezionati 18 articoli, successivamente revisionati e riportati in
una tavola sinottica: 3 studi epidemiologici descrittivi, 1 control-case prospettico e
14 studi di Coorte.
I lavori prendono in considerazione sport, categorie, “generazioni” di terreni sintetici
e condizioni climatiche differenti; i risultati delle ricerche sono eterogenei e spesso
non statisticamente significativi. Alcuni autori hanno evidenziato come i terreni
artificiali di prima e seconda generazione sottopongano gli atleti ad un maggior
rischio di infortunio dell'arto inferiore rispetto a quelli in erba naturale, mentre quelli
di terza generazione hanno ridotto di molto l'incidenza grazie alla maggiore
lunghezza delle fibre e al materiale di riempimento che aumentano l'assorbimento
degli impatti.
Conclusioni: Sebbene non sia possibile stabilire con certezza quale tipo di superficie,
in erba artificiale o naturale, predisponga maggiormente a rischio di infortunio, gli
autori sono concordi nel sottolineare l'importanza di un programma di prevenzione
degli infortuni per gli atleti che praticano attività sui terreni sintetici.
4
1. INTRODUZIONE
1.1 BACKGROUND E OBIETTIVI
I materiali sintetici (argilla e acrilico) vengono utilizzati come componenti dei terreni
da gioco a partire dagli anni '40; dagli anni '60 negli Stati Uniti i terreni sintetici
iniziano a sostituire quelli naturali in sport come il football americano e il baseball1.
La “prima generazione” di erba artificiale aveva altezza molto bassa ed era composta
da poliammide (PA), un materiale resistente all'usura. A partire dagli anni '70
vengono sviluppati prodotti a base di polipropilene, meno resistente ma anche meno
abrasivo della poliammide. Il materiale su cui viene installato questo tipo di erba ha
una flessibilità tale da migliorare l'assorbimento degli impatti.
La “seconda generazione”, introdotta dagli anni '80, ha fibre più lunghe e come
materiale di riempimento viene usata la sabbia silicea, fattore che permette un
migliore scivolamento della scarpa sul terreno. Questa è la fase in cui si inizia a
dubitare della sicurezza di tale tipologia di superficie di gioco. Il rimbalzo della palla
irregolare, l'affaticabilità maggiore, l'abrasività e la frequenza di infortuni muscolo-
scheletrici portano gli addetti ai lavori a ripensare la composizione dei materiali.
Negli anni '90 si sviluppano superfici più sicure, che creano minori frizioni, maggiori
assorbimenti degli impatti e minori abrasioni; questi terreni sono quelli di “terza
generazione”, fatti da fibre singole, più lunghe delle precedenti e con l'aggiunta di
gomma al materiale di riempimento siliceo.
Oggi viene proposto un nuovo tipo di terreno, di “quarta generazione”, con erba e
materiale di intaso più morbidi, ancora in fase di perfezionamento.
Obiettivo di questo studio è verificare, attraverso i dati forniti dalla letteratura, se le
superfici di gioco artificiali rappresentano un fattore di rischio maggiore per infortuni
muscolo-scheletrici rispetto ai terreni in erba naturale, in modo da orientare
l'intervento di riabilitazione e prevenzione del fisioterapista.
5
2. MATERIALI E METODI
La revisione della letteratura è stata effettuata sul database elettronico MEDLINE
attraverso il motore di ricerca PUBMED.
Sono stati usati termini MeSH laddove presenti per creare stringhe di ricerca che
individuassero articoli sul rischio di infortunio legato alla pratica sportiva su terreni
sintetici comparati con quelli in erba naturale.
2.1 PAROLE CHIAVE E STRINGHE DI RICERCA
Sono stati utilizzati i termini MESH “Athletic injuries” e “risk factor”
combinandoli, attraverso l'utilizzo dell'operatore booleano AND, con le parole chiave
nelle seguenti stringhe di ricerca: ("Athletic Injuries"[Mesh]) AND "Risk
Factors"[Mesh]AND "artificial" AND "turf"; risk AND injury AND sports AND
"artificial turf"; “risk factor” AND injury AND sports AND "artificial turf";
“artificial turf” AND injury AND “american football”.
2.2 LIMITI DI INCLUSIONE DEGLI STUDI
I limiti imposti al database MEDLINE sono stati la disponibilità dell' abstract, la
lingua inglese e la pubblicazione negli ultimi 10 anni. Sono stati inclusi solo studi
prospettici, retrospettivi ed epidemiologici che rispondessero pienamente al quesito
di ricerca.
2.3 SELEZIONE DEGLI STUDI
Gli studi emersi dalle ricerche sono stati comparati tra loro per verificare l’eventuale
presenza di duplicati. Sono stati inclusi nella revisione gli articoli che presentavano
nel titolo e/o nell’abstract riferimenti ad infortuni muscolo-scheletrici legati alla
6
Related
citation
Studi della revisione
Eventuali duplicati e
articoli non rispondenti
ai criteri di inclusione
Risultati ricerche MEDLINE
Studi rispondenti ai criteri di
inclusione
pratica sportiva su terreni sintetici e naturali rependone il full-text; inoltre sono stati
aggiunti articoli appartenenti alle Related citations. Tutti i restanti studi sono stati
eliminati dalla revisione.
Gli articoli che non erano disponibili in versione free sono stati richiesti alla
biblioteca di Medicina dell’ Università degli Studi di Siena e se non disponibili alle
altre Università italiane.
Figura 1. Flow-chart dello studio.
7
Studi rispondenti ai criteri di
inclusione 17
Related
citation 1
Eventuali duplicati e
articoli non rispondenti
ai criteri di inclusione
18 eliminati
42 duplicati
Risultati ricerche MEDLINE 77
Studi della revisione 18
3. RISULTATI
Le stringhe di ricerca create hanno fornito in totale 77 articoli. Sono stati eliminati 42
studi che risultavano essere duplicati e 18 che non rispondevano ai criteri di
inclusione ( 6 non presentavano nel titolo o nell' abstract riferimenti ad infortuni su
terreni sintetici confrontati con quelli naturali, 6 risultavano essere reviews, 1 analisi
biomeccanica, 3 test di laboratorio, 2 case report). Ai 17 lavori inclusi nella revisione
è stato aggiunto 1 dalle “related citation”.
I 18 studi da revisionare hanno tale struttura: 3 studi epidemiologici descrittivi, 1
studio control-case prospettico e 14 studi di coorte.
Figura 2. Flow-chart dettagliata dello studio.
8
Studio Tipo Contenuto Conclusioni Limiti
Hagel et al.
2003
[2]
Studio
Coorte
Sono analizzati i fattori
di rischio per infortunio
(in fase acuta) in atleti di
football Canadese nelle
università dell’ ovest del
Canada tra '93-'97.
Il rischio di
infortunio (arti
inferiori) nelle gare
giocate su terreni
sintetici (Astro Turf)
è 2 volte maggiore
rispetto ai terreni
naturali.
Alto n° di falsi
positivi per la grande
quantità di
comparazioni;
analisi di infortuni in
fase acuta;
il corretto report
degli infortuni.
Aoki et al.
2010 [3]
Studio
Caso
Controllo
prospettic
o
Vengono analizzate
l'incidenza e i fattori di
rischio per infortuni
acuti e cronici in
calciatori adolescenti in
gare e allenamenti su
terreni sintetici e
naturali nel corso del
2005.
L'incidenza maggiore
di infortuni acuti si
ha in gara
(distorsione di
caviglia) sui terreni
sintetici; gli infortuni
cronici (low back)
sono maggiori in
allenamenti su terreni
sintetici.
I risultati indicano un
rischio maggiore di
infortunio sui terreni
sintetici, anche se
non statisticamente
significativo.
Bjorneboe
et al. 2010
[4]
Studio
Coorte
Analisi di fattori di
rischio per infortuni
acuti in calciatori
Norvegesi professionisti
su terreni naturali e di
terza generazione tra
2004-2007.
La tipologia di
terreno non risulta
essere un fattore di
rischio per infortuni
acuti.
Non è possibile
comparare il rischio
di infortuni da
sovraccarico nelle
due tipologie di
terreno.
Meyers et
al. 2004 [5]
Studio
Coorte
Vengono investigati il
tipo, i meccanismi, il
distretto anatomico, i
fattori ambientali degli
infortuni di giocatori di
football di 8 High
School del Texas tra
1998- 2002.
Vi sono differenze
significative nel
tempo di recupero,
nel meccanismo, nel
distretto anatomico e
nel tipo di tessuto
colpiti da infortunio
a seconda del terreno
di gioco.
I risultati possono
essere influenzati da
diversi fattori come
le attrezzature, il
clima, i ruoli, lo stile
di gioco, gli infortuni
non riportati
correttamente.
Fuller et al.
2010 [6]
Studio
Coorte
Analisi di incidenza,
causa , tipo di infortuni
giocatori di rugby che
giocano su terreni
sintetici e in erba
naturale.
Non ci
sonodifferenze tra i
due tipi di superficie
sia in gara che in
allenamento, anche
se i terreni sintetici
sottopongono più ad
infortunio.
Vengono riportati
perlopiù infortuni
acuti.
Ekstrand et
al. 2006 [7]
Studio
Coorte
Viene indagata
l'incidenza degli
infortuni su terreni
sintetici di terza
generazione versus erba
naturale in calciatori
Svedesi tra 2003-2004.
Non ci sono
differenze
significative per
l'incidenza di
infortunio tra i due
terreni. La nuova
generazione causa
minori sovraccarichi
sui tendini.
Lo scarso numero di
soggetti in esame.
9
Fuller CW
et al. 2007
[8]
Studio
Coorte
Analisi di incidenza,
causa e natura di
infortuni in
giocatori/trici in gare di
lega NCAA tra su
terreni sintetici di
nuova generazione e
naturali.
Non ci sono
differenze
significative
nell'incidenza di
infortunio, che
diminuisce con
l'aumento della
gravità.
Gli autori non
riferiscono limiti
dello studio.
Fuller CW
et al. 2007
[9]
Studio
Coorte
Analisi di incidenza,
natura e causa di
infortuni in
giocatori/trici in
allenamenti di lega
NCAA tra 2005-2006.
Non ci sono
differenze
significative
nell'incidenza di
infortunio tra i due
tipi di terreni sia in
maschi che femmine.
Gli autori non
riferiscono limiti
dello studio.
Hagglund
et al. 2011
[10]
Studio
Coorte
Viene indagata
l'epidemiologia delle
tendinopatie rotulee in
calciatori maschi
professionisti tra 2001 e
2009.
L'incidenza di
tendinopatie rotulee è
influenzata
dall'esposizione
dell'atleta ( la
quantità di attività).
Non sono stati
seguiti criteri
diagnostici specifici
per tendinopatie;
sono stati considerati
solo gli allenamenti
di gruppo e non
quelli individuali.
Ekstrand
et al. 2011
[11]
Studio
Coorte
Vengono analizzate
l'incidenza e la tipologia
di infortunio in
calciatori/trici di elite tra
2003-2008.
Non c'è differenza
fra tipo di superficie
ed incidenza di
infortunio. Sono
riscontrati più
infortuni da
sovraccarico (29%)
rispetto agli altri
lavori (7-11%).
La multifattorialità
degli infortuni e il
gran numero di
comparazioni
possono generare
errori di record e
statistici.
Ekstrand et
al. 2011
[12]
Studio
Coorte
Vengono indagate
l'incidenza, tipo e
distribuzione delle
fratture da stress in
calciatori professionisti
fra 2001-2009.
L'incidenza delle
fratture da stress è
elevata in giovani
atleti in particolar
modo durante la
preparazione, mentre
la zona più colpita è
il quinto metatarso.
Il limite è
rappresentato dalla
difficoltà di fare una
diagnosi corretta.
Steffen et
al. 2007
[13]
Studio
Coorte
Vengono analizzati il
rischio e il tipo di
infortuni in giovani
calciatrici (under 17)
durante la stagione
2005.
Non vi sono
differenze
significative
nell'incidenza di
infortunio su terreni
sintetici di seconda-
terza generazione e
naturali.
La potenza statistica
è limitata per la
grande quantità di
comparazioni.
10
Ramirez
et al. 2006
[14]
Studio
Coorte
Vengono indagati il tipo,
il rischio e l'esposizione
ad infortuni in giocatori
di football americano tra
2001-2002.
Il rischio di
infortunio su terreni
sintetici è 1,6 volte
maggiore che su
quelli naturali.
Il tipo di infortunio e
l' esposizione
possono non esser
stati registrati
correttamente ed aver
alterato le stime.
Dragoo
et al. 2012
[15]
Studio
epidemiol
ogico
descrittiv
o
Vengono calcolate
l'incidenza e i fattori di
rischio per lesioni del
legamento crociato
anteriore in giocatori di
football americano tra
2004-2009.
Su terreni sintetici
l'incidenza di
infortunio è più alta
che su quelli naturali
(1,73 contro 1,43);
anche l'incidenza di
lesioni del crociato
segue lo stesso trend.
Il corretto report , il
numero di scuole
limitato, la carenza di
infomazioni relative
alle caratteristiche
degli infortuni
rappresentano i limiti
dello studio. Dragoo et
al. 2013
[16]
Studio
epidemiol
ogico
descrittiv
o
Indagine su incidenza di
lesione del legamento
crociato anteriore su
terreni sintetici rispetto a
quelli naturali in
giocatori di football.
Gli infortuni su
terreni sintetici sono
maggiori che su
terreni naturali (1,73
contro 1,24); il
meccanismo
lesionale spesso da
non-contatto.
Molte scuole non
hanno partecipato
allo studio; alcuni
dati sono stati
omessi; alcuni
infortuni non sono
stati registrati.
Soligard et
al. 2012
[17]
Studio
Coorte
Viene indagata
l'incidenza di infortunio
in calciatori/trici
Norvegesi tra 2005-
2008.
I terreni sintetici
predispongono
maggiormente a
infortuni di spalla,
clavicola e low back
pain, quelli naturali a
infortuni di caviglia.
Il report degli
infortuni è fornito da
arbitri e allenatori,
con perdita di
informazioni nella
compilazione dei
moduli. Ekstrand J
et al. 2011
[18]
Studio
Coorte
Vengono indagate
l'incidenza e la natura
degli infortuni muscolari
in calciatori
professionisti europei.
L'incidenza di
infortuni muscolari
(arti inferiori) è
minore sui terreni
sintetici rispetto a
quelli in erba
naturale.
Gli autori non
riferiscono limiti
dello studio.
Hershman
EB et al.
2012
[19]
Studio
Coorte
Viene analizzata
l'incidenza di infortunio
in giocatori di NFL tra il
2000-2009 sia su terreni
in erba sintetica che
naturale.
Distrazioni del LCA
e distorsioni in
eversione di caviglia
sono maggiori su
terreni sintetici che
in quelli naturali.
Il limite dello studio
è rappresentato dal
campione analizzato,
comprendente una
sola categoria di
giocatori.
Tabella 1. Tavola sinottica dello studio.
11
Il primo studio analizzato2 prende in considerazione gli infortuni in fase acuta
occorsi ad atleti universitari in gare di football Canadese. In questa analisi fatta su
dati raccolti nel quinquennio 1993-1997, Hagel e colleghi trovano una correlazione
tra rischio di infortunio (arti inferiori) e terreno sintetico circa due volte maggiore
rispetto al terreno in erba naturale. Lo studio in esame presenta alcuni limiti quali la
probabilità di generare un gran numero di falsi positivi per la grande quantità di
comparazioni effettuate; inoltre l'analisi di soli infortuni in fase acuta impedisce di
verificare se i terreni sintetici siano fattore di rischio per infortuni cronici e ripetuti.
L' accesso diretto degli atleti ai clinici e ai fisioterapisti del team ha causato un
difficile report degli infortuni, con probabile perdita di informazioni.
Lo studio di Aoki3 del 2010 sottolinea come, in calciatori adolescenti fra 13 e 17 anni,
chi gioca in terreni sintetici ha un alto rischio di infortunio acuto (distorsione di
caviglia) in partita, di infortunio cronico/sovraccarico (low back pain) in allenamento.
I risultati di questa ricerca, sebbene in accordo con altri dati derivanti dalla letteratura
non risultano statisticamente significativi.
Lo studio di Bjorneboe4 analizza gli infortuni acuti occorsi ai calciatori professionisti
del campionato Norvegese tra il 2004 e il 2007 su terreni sintetici di terza
generazione e su quelli in erba naturale. L'analisi porta alla conclusione che tra le due
tipologie di superficie non ci sia una differenza nell'incidenza di infortuni, né in
allenamento, né in gara. Tali affermazioni non sono valide per gli infortuni da
sovraccarico, sottostimati dagli atleti che proseguono con l'attività e per i quali è
spesso impossibile riconoscere uno dei due terreni come fonte primaria di infortunio.
Meyers e Barnhill5, attraverso uno studio di 5 anni, hanno riscontrato numerose
differenze fra i due tipi di terreno. Gli infortuni su terreni in erba naturale hanno
prognosi più lunga rispetto a quelli sintetici ( 1-2 giorni fino a 22 o più); i terreni
sintetici sottopongono gli atleti ad un maggior numero di infortuni da non contatto e
da stiramento muscolare rispetto a quelli naturali, che a loro volta causano maggiori
danni al cranio, al tratto cervicale (gli impatti sono peggio assorbiti da terreni non
elastici) e alla rete neurale. Uno dei limiti maggiori che gli autori riportano è la
mancanza di una definizione universale di infortunio, che lascia sempre spazio alla
libera interpretazione e classificazione del termine.
12
Al contrario lo studio di Fuller6 non evidenzia differenze significative per quanto
riguarda tipo, incidenza e causa di infortunio sia in allenamento ( dove gli infortuni
muscolari e tendinei dell'arto inferiore sono maggiori su terreni sintetici) che in gara
(dove le superfici sintetiche sottopongono ad infortuni legamentosi di ginocchio e
caviglia).
Questi risultati sono confermati dallo studio di Ekstrand7
, uno dei primi ad
analizzare gli infortuni su terreni artificiali di terza generazione, denominati dalla
FIFA e dall' UEFA “football turf ”, confrontandoli con quelli naturali. L'erba
sintetica sottopone i calciatori presi in esame ad un maggior numero di distorsioni di
caviglia durante le partite (Rate Ratio 1,81 con intervallo di confidenza al 95% da
1,00 a 3,28) , ma questi valori non sono significativi; inoltre gli infortuni su terreni
naturali in allenamento hanno un' incidenza inferiore di quelli su erba sintetica (2,42
contro 2,94), generando anche minori stiramenti muscolari.
In contrasto con il precedente studio, l'articolo di Fuller8 riporta che l'incidenza degli
infortuni decresce con l'aumentare della loro gravità. Secondo l'autore non ci sono
sostanziali differenze tra gli infortuni sui due tipi di superficie, anche se gli uomini
hanno maggiori problematiche legate ai muscoli adduttori e ischiocrurali mentre le
donne subiscono più infortuni del legamento crociato anteriore. Nella seconda parte
dello studio9, quella che analizza gli allenamenti, gli autori arrivano alle stesse
conclusioni; l' incidenza di infortuni negli uomini è maggiore sui terreni artificiali,
mentre per le donne il rischio maggiore è rappresentato dalla superficie naturale.
L'incidenza di infortuni ad esordio graduale (cronici), risulta minore rispetto agli
studi condotti su campioni di atleti europei in quanto le stagioni sportive dell' NCAA
sono più brevi.
Lo studio di Hagglund del 201110
analizza l'epidemiologia delle tendinopatie patellari
(TP) in calciatori maschi professionisti. I risultati evidenziano come unico fattore di
rischio per tendinopatie l'esposizione dell'atleta, ovvero il tempo impiegato in attività
di allenamento o gioco. Il peso e l'altezza hanno risultati borderline, quindi per
verificarne la significatività sono necessari ulteriori studi. L'incidenza maggiore di
tendinopatie è registrata durante la pre-season, fase in cui la preparazione alla
stagione sottopone gli atleti a carichi stressanti. La percentuale maggiore di TP risulta
essere moderata, ovvero con prognosi di 5-7 giorni. I limiti
13
di questo lavoro sono rappresentati sia dalla mancanza di criteri diagnostici specifici
per tendinopatie, sia dalla scarsità di dati registrata in quanto gli allenamenti
individuali e personalizzati come le sedute di pesi e gli non sono stati reperibili.
Nel 2011 Ekstrand11
riporta i risultati di uno studio che analizza gli infortuni occorsi
a calciatori e calciatrici di elite in cui si evidenzia che non c'è differenza di incidenza
fra le due tipologie di superficie, ma viene registrata maggiore intensità di gioco nei
professionisti, con conseguente aumento degli infortuni da sovraccarico, che sono
sottostimati (come quelli cronici) in quanto gli atleti proseguono nella loro attività.
Sempre Ekstrand12
analizza l'incidenza di fratture da stress in calciatori, senza
trovare differenze significative tra le tipologie di terreno. Questo tipo di infortunio è
più frequente in atleti giovani sotto i 26 anni che passano alla categoria
professionistica, in particolar modo durante la preparazione nel periodo estivo,
probabilmente per il fatto che il salto di categoria impone stress fisici notevoli e alta
intensità di gioco. Circa il 78% delle fratture coinvolge il quinto metatarso e ciò è
spiegabile per l'alto numero di cambi di direzione ad alto dispendio energetico a cui
sono costretti i giocatori.
Come per altri studi precedentemente citati, il limite sta nella difficoltà di registrare
l'evento scatenante (onset) di patologie come le fratture e quelle da sovraccarico ed
individuarne una causa specifica.
L'articolo della Steffen13
mostra i risultati provenienti dall'analisi di dati ottenuti da
calciatrici under 17. Per quanto riguarda i tipi di infortunio, quelli lievi (con prognosi
da 1-7 giorni) sono maggiori sui terreni naturali (p=0,06), mentre quelli severi sono
maggiori sui terreni sintetici (p=0,03). Il continuo cambio di superficie non permette
all'atleta di adattarsi agli stress imposti, il che aumenta in maniera importante il
rischio di infortuni da sovraccarico, che non può essere valutato in quanto non è
facilmente riscontrabile la causa del suo esordio.
Ramirez14
, in un'analisi su giocatori di football, riscontra un'incidenza maggiore di
infortuni in gare su terreni sintetici (1,6 volte) rispetto a quelli naturali. Altri fattori
che predispongono ad infortunio sono il ruolo, in quanto i runner hanno un 20% in
più di rischio di infortunio e l'età, dal momento che i giocatori con più anni di
esperienza subiscono più infortuni.
14
Dragoo e colleghi15
analizzano gli infortuni del legamento crociato anteriore in
giocatori di football americano della divisione NCAA. Il report degli infortuni è
ottenuto per mezzo dell'ISS ( Injuruy Surveillance System), che consiste in un
database di facile utilizzo per registrare tutti gli infortuni e le loro caratteristiche in
modo da averne a disposizione una visione globale. Lo studio in esame trova diverse
correlazioni significative tra tipologia di terreno e infortunio del legamento crociato
anteriore(ACL). L'incidenza di lesione del ACL su terreni sintetici è di 1,73, contro
1,43 dei terreni in erba naturale ogni 10000 atleti esposti. Studiando più
approfonditamente la questione, si evidenzia come l'incidenza sia maggiore nei
terreni di terza generazione ( con materiale di riempimento), 1,77 ogni 10000 atleti
esposti contro 1,43 delle superfici di prima e seconda. Probabilmente questi risultati
sono dovuti al fatto che sui terreni artificiali gli infortuni sono aumentati
dall' interazione che si crea fra le superfici e le suole delle scarpe, con notevole
aumento del “momento” torcente del ginocchio, maggiore rigidità opposta alla
rotazione dell'arto e aumento del carico sul piede. Le conclusioni di questo studio
inoltre dicono che gli infortuni sono maggiori durante le gare e durante i pacchetti di
mischia . Lo studio sebbene abbia individuato alcuni aspetti critici della pratica
sportiva su terreni sintetici ha diverse limitazioni come il numero esiguo di scuole
che non sono state analizzate (circa l'85%)e la carenza di dati relativi agli infortuni.
Risultati simili si hanno nello studio di Dragoo16
del 2013; l'articolo è scritto sulla
falsariga di quello del 2012, ma prende in esame solo i risultati emergenti dal
confronto fra superfici. I terreni sintetici sottopongono maggiormente al rischio di
lesione del legamento crociato anteriore (LCA) rispetto a quelli naturali (1,73 contro
1,24 ogni 10000 esposti). Gli infortuni su terreni sintetici di terza generazione
rappresentano l' 89,79%; inoltre nelle superfici con materiale di riempimento
l'incidenza è maggiore che in quelli senza e in quelli naturali (1,77 contro 1,43 e
1,24). I periodi della stagione sportiva in cui è maggiore l'incidenza di lesioni del
LCA sui terreni sintetici sono la pre-season e la in-season (1,38 e 1,9 rispettivamente
ogni 10000 esposti contro 1,31 e 1,19 rispettivamente ogni 10000 esposti); durante la
post-season le lesioni sono maggiormente riscontrate sui terreni in erba naturale (1,8
contro 1,5 ogni 10000 esposti). Inoltre gli infortuni da non contatto sono maggiori sui
terreni sintetici e questo rende molto importante l'utilizzo di strategie preventive per
ridurne l'incidenza.
15
I risultati dello studio di Soligard17
, che prende in esame calciatori/trici tra 13 e 19
anni appartenenti alla Norway Cup, evidenziano, contrariamente alla maggior parte
degli studi presenti in letteratura, come le problematiche di caviglia siano minori sui
terreni sintetici, mentre quelli naturali predispongono maggiormente a low back
pain, problematiche alla spalla e alla clavicola. Questi risultati devono essere
interpretati con una certa cautela, in quanto un limite dello studio è quello di far
effettuare le registrazioni degli infortuni ad allenatori ed arbitri, che non hanno
esperienza in questo ambito, con il rischio di perdere o interpretare male alcuni dati.
Ekstrand in uno studio del 201118
analizza l'incidenza e la causa degli infortuni
muscolari in calciatori professionisti Europei. Gli infortuni muscolari rappresentano
circa il 31% degli infortuni registrati ; l'incidenza di infortunio è più alta in partita sui
terreni sintetici rispetto a quelli in erba naturale delle altre due coorti esaminate
( 6,16 contro 9,58 e 8,75 ogni 1000 ore). I muscoli maggiormente colpiti da lesione
sono gli hamstrings (37%) e l'esordio è quasi sempre traumatico. Il rischio di re-
infortunio muscolare è maggiore sui terreni in erba sintetica rispetto alla coorte della
“UEFA Champion's League” (20% contro 13% rispettivamente); anche l'età gioca un
ruolo fondamentale in quanto giocatori sopra i 30 anni hanno maggiore probabilità
di infortunarsi rispetto a quelli giovani al di sotto dei 22 anni (1,63 contro 1,19 ogni
1000 ore). Lo studio di
Hershman19
analizza l'incidenza di infortuni nella NFL tra 2000 e 2009. In
particolare l'articolo riporta i risultati riguardanti le distrazioni del legamento
crociato anteriore (LCA), del legamento collaterale mediale (LCM) e delle
distorsioni in eversione/inversione di caviglia. I terreni sintetici in cui vengono
giocate le partite sono Field turf (con materiale di riempimento). Nelle partite della
National Football League l'incidenza di lesione del LCA risulta maggiore sui terreni
in erba sintetica rispetto a quelli in erba naturale in quanto la percentuale risulta più
alta del 67%. Le distorsioni di caviglia in eversione hanno un'incidenza maggiore sui
terreni sintetici, con una percentuale del 31% maggiore che su quelli naturali.
16
4. DISCUSSIONE
Gli studi epidemiologici che analizzano gli infortuni sui terreni in erba sintetica e
naturale sono pochi e non hanno risultati statisticamente significativi nella maggior
parte dei casi. Gli sport e i tipi di infortuni analizzati sono molteplici e questo aspetto
può generare degli errori nell'analisi statistica dalla la grande quantità di
comparazioni che gli autori si trovano a dover fare.
La mancanza di una definizione ed una classificazione universale di infortunio rende
difficile confrontare i risultati dei vari studi presenti in letteratura; questo potrebbe
essere un punto di partenza per future ricerche.
Spesso gli articoli non riportano su quale “generazione” di superficie sintetica
vengono svolti gli allenamenti e le partite, generando difficoltà nell'interpretazione
dei risultati. I terreni sintetici di terza generazione sembrano aver sensibilmente
ridotto il numero di infortuni muscolo-scheletrici, anche se qualche evidenza
contraria si ha nel caso delle lesioni del legamento crociato anteriore, che hanno
un'incidenza elevata sulle superfici artificiali.
Secondo la maggior parte degli studi i terreni sintetici di prima e seconda
generazione sottopongono maggiormente ad infortunio rispetto a quelli in erba
naturale.
Molti autori hanno notato come il cambio di superficie di gioco, ad esempio nelle
partite in trasferta, sia una fonte di infortunio perché l'atleta non ha capacità di rapido
adattamento. Per quanto riguarda gli infortuni cronici e da sovraccarico, è difficile
determinare se l'incidenza sia maggiore sui terreni sintetici o in erba naturale in
quanto l'esordio non è acuto e spesso gli atleti non sospendono l'attività sportiva pur
avendo la sintomatologia.
I risultati dei vari studi non possono essere generalizzati in quanto molte sono le
variabili che possono influenzarli, come ad esempio i fattori climatici, le attrezzature,
i livelli di categoria presi in considerazione; quindi sono necessari studi che prendano
in considerazione tutti gli aspetti legati agli infortuni.
Anche se non ci sono risultati significativi gli autori sono concordi nel ritenere
fondamentale un programma preventivo per le principali patologie come le
17
distorsioni di caviglia, le lesioni muscolari, legamentose e per gli infortuni da
sovraccarico per gli atleti che praticano attività sui terreni sintetici.
18
5. CONCLUSIONI
La mancanza di una definizione e di una classificazione universali rende difficile
valutare gli infortuni in ambito sportivo. L'incidenza di infortuni muscolo-scheletrici
dell'arto inferiore è maggiore sui terreni sintetici di prima e seconda generazione di
quella su terreni in erba naturale, anche se i valori non sono statisticamente
significativi. Le superfici di terza generazione hanno ridotto l'incidenza di infortuni
da sovraccarico, ma non quella delle lesioni del legamento crociato anteriore.
Non è possibile concludere con certezza quale delle due tipologie di terreno, sintetico
o in erba naturale, predisponga maggiormente a rischio di infortunio perché le
variabili sono molteplici e vanno indagate con più precisione.
Gli autori sono concordi nel ritenere molto utile un programma di prevenzione degli
infortuni più comuni quali le distorsioni, le lesioni legamentose, muscolari e da
sovraccarico rivolto agli atleti che praticano attività su terreni sintetici.
19
LIMITI
Il limite dello studio è rappresentato dalla ricerca bibliografica, in quanto è stata
revisionata solo quella proveniente dal database MEDLINE; questa scelta è stata
effettuata in quanto ricerche preliminari effettuate su altre banche dati o non hanno
fornito risultati, o questi erano duplicati degli studi già individuati attraverso
PUBMED.
KEY POINTS
. I terreni sintetici di prima e seconda generazione hanno alta incidenza di infortuni
muscolo-scheletrici rispetto a quelli naturali; la terza generazione ha ridotto
l'incidenza di infortuni da sovraccarico, ma ha aumentato quella delle lesioni del
crociato anteriore.
. Non ci sono prove significative che i terreni sintetici predispongano maggiormente
ad infortunio rispetto a quelli in erba naturale.
. È molto importante che vengano adottati programmi preventivi delle principali
patologie muscolo-scheletriche in chi pratica attività su terreni artificiali, in modo da
non rendere estremamente traumatico l'adattamento o il cambio di superficie.
20
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9Fuller CW, Dick RW, Corlette J “ Comparison of the incidence, nature and cause of
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