la domenicaDI REPUBBLICADOMENICA 10 MAGGIO 2015 NUMERO 531
CultLa copertina. Ecco perch siamo tutti femministiStraparlando. Sini: La filosofia ha guarito il mio egoMondovisioni. Sorridi dallo smartphone: sei a Seul
Linedito. Che fatica scrivere a quattro mani, lettere e taccuini di Carlo Fruttero Spettacoli. Il ritorno di Adamo: Ho cantato per regine e minatori Next.Quando la piazza degli scontri sar solo virtuale Lincontro.Abderrahmane Sissako: Truffaut chi?
I cassonetti generano mostriIn esclusiva per Repubblicaun nuovo racconto del disegnatoreche sta portando il graphic novelnelle case degli italiani
Zerocalcarenella cittdei Puffi
Repubblica Nazionale 2015-05-10
la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 26LA DOMENICA
Il racconto. Zerocalcare
Repubblica Nazionale 2015-05-10
la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 27
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la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 28LA DOMENICA
Il racconto. Zerocalcare
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Il racconto. Zerocalcare
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la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 32LA DOMENICA
SIMONETTA FIORI
ROCCAMARE (GROSSETO)
UN PEZZETTO ALLA VOLTA, MAI TUTTA INSIEME. La vita devi guardarla cos, altrimenti ti sco-raggi e smetti di vivere. Carlo Fruttero non faceva che ripeterlo alla figlia Carlotta. Unpasso dietro laltro, poi si vede. In fondo anche per la scrittura funzionava allo stessomodo. Un taccuino dietro laltro, centinaia e centinaia di block notes, migliaia di pa-gine a quadretti che ora traboccano dalle scatole di Ikea nello studio di Roccamare.Lui non sera mai fermato a guardarli tutti insieme, ancora meno a farne un monu-mento, forse per non smettere di scrivere, anche se a tratti ne fu molto tentato.
Il taccuino per Fruttero era come la lancia per don Chisciotte o la lampada per il Ge-nio: una protesi o una metafora dellartigiano letterario, anche un rifugio sereno e unluogo dove vivere una vita parallela, colorata di ottimismo e sense of humour. Perchla vita vera non appariva poi cos leggera, ma questo era un segreto da non lasciarsisfuggire. Meglio tuffarsi dentro i quaderni che ora custodiscono tutti i suoi libri, scrit-
ti da solo o in ditta con Lucentini, da La donna della domenica a Mutandine di chiffon, e poi i diari di viaggio, gli in-contri con Beckett che si fidava solo delle sue traduzioni, perfino il journal sui primi passi dei nipotini. Scriveva ovun-que, Fruttero. In giardino sotto lampio cedro, o nella vecchia bergre celeste polvere in soggiorno, o appoggiato sultavolino fiorentino della sua piccola stanza. Lo faceva nella sua ultima casa in Maremma come nelle precedenti abi-tazioni torinesi. Inavvicinabile, specie se con il cappello in testa. Chino su quei fogli in silenzio finch un suo se-gnale consentiva laccesso. Allora metteva da parte il suo taccuino di creature lievi per immergersi nellom-bra calata allimprovviso sulla biondina allegra che aveva sposato. Una grazia da libellula, cos la ri-trasse in un racconto, perduta dietro i richiami della malinconia. Sono come schizofrenico, confessuna volta alla figlia che condivideva con lui la depressione di Maria Pia. Divertente e ironico nella scrittu-ra, la lama spietata del tedio assoluto tra le mura di casa. Tent di esorcizzarla raccontandola in un ro-manzo, Enigma in luogo di mare, con quel personaggio femminile che ossessivamente conta e ricontale pilloline nella scatola, cambia continuamente idea, si veste per andare a fare due passi e poi da-vanti allascensore simpunta e torna indietro. Lunico libro che la moglie, sua sapiente lettrice,non riusc a concludere.
Quante storie scorrono nei taccuini, anche una storia di divorzio. Su fogli bianchi strappa-ti da un block notes appuntata la brutta copia di una lettera, forse la pi difficile da scri-vere. Caro Einaudi, e un maremoto di cancellature, segnacci, ripensamenti. la sua let-tera di dimissioni dalla casa editrice. Nel 1961 Fruttero ha trentacinque anni, un brillan-te redattore non di unazienda editoriale ma del tempio della cultura italiana, e quelladdioallimperatore Giulio non deve essere facile. Ma ha gi scelto Mondadori e la collana di fanta-scienza Urania. Nella lettera farfuglia di maggiore libert per la sua vita privata e cose simili.
Dentro gli scatoloni custoditi dalla figlia nello studio
della casa in Maremma, block notes, appunti
e lettere raccontano metodo e stile di lavoro
(da solo o in dittacon lamico Franco Lucentini)
di un grande maestro dellironia e della leggerezza
La verit che lui in via Biancamano nonsi era mai sentito a suo agio. Ernesto Fer-rero lo ricorda in raccapriccianti sandali dicuoio fatti con le sue mani che contrastano conle morbide giacche inglesi del padrone. Di certonon era il tipo dellintellettuale engag. In Night ofthe Telegram, avrebbe narrato come vissero in casaeditrice linvasione sovietica di Budapest: lui rincorso daGiulio Einaudi che gli fa tradurre in inglese un suo fu-moso testo indirizzato niente meno che alle Nazioni Uni-te. Laria fritta intraducibile, annota Fruttero.Chiunque abbia frequentato la lingua e la cultura in-glesi sa che un appello compilato nel gergo della sinistraitaliana non ha alcuna possibilit di trasposizione. As-sistito da Giulio Bollati, il giovane editor riusc a portarea termine la sua storica missione. Ma cinque anni dopoavrebbe preferito uscire definitivamente dalla Storia.
Il segreto dei taccuini anche in quella visione accon-discendente della vita, di compassione per ogni conce-pibile debolezza e contraddizione, sentimento che lo fe-ce innamorare di Franco Lucentini. Dalle carte spunta-no le lettere scherzose dellamico che gli propone corsidi alfabetismo per le madame torinesi, inclusa la si-gnora Einaudi. Si erano piaciuti sin dallinizio, uniti dalsenso dellumorismo e da una disastrosa tenerezza ver-so le minime cose del creato. Nonostante qualche diffi-colt negli esordi le lettere alla moglie pubblicate quia fianco ne sono mite testimonianza formarono la dit-
ta pi rimpianta del Novecento letterario. Solo il volo di Lucentini sarebbe riuscito a separarli. Per Carlo non fuuna sorpresa. Quando la mattina del 6 agosto del 2002 Carlotta gli disse di Franco, lui si limit a chiedere co-
me. Come aveva fatto. Si lasciato cadere gi dalle scale. E certo, non gli hanno dato alternative. Hadovuto fare da s, come sempre, fino alla fine. Povero Franco. Suicidio da bricoleur, annot sul tac-
cuino. E poi pi o meno argomentava: anche nella scrittura trovava sempre un modo per andareavanti, non sar stato un problema farsi largo in una tromba delle scale cos stretta. Lo disse an-
che nellorazione funebre e ancora oggi nel suo studio poggiata la cartolina che gli mandCeronetti: Senza pedali dorgano eppure immediatamente ricevibile da tutti. Un ser-
mo funebre esemplare. Sullaltro lato della cartolina, un monaco tibetano dalla fac-cia un po scimmiesca. Toh, ma questo Franco, fu la reazione di Fruttero nel ri-
ceverla. Non lo videro mai piangere, ma in quei giorni andava spesso a passeggiareda solo in pineta. I taccuini avevano anche una funzione simbolica. Quando ne perse uno, tra i cuscini
del divano, pens che fosse arrivato il momento di chiudere. Accadde dopo la morte di Lu-centini, nel periodo in cui faticava a imboccare nuove strade. Finalmente ci era riuscito, ma
quel maledetto block notes non si trovava pi. Un segnale, decret lui al telefono con la fi-glia. Non devo scrivere pi. Fin quando il quaderno rispunt da sotto il sedere di unospite.
Sarebbe diventato Donne informate dei fatti, il primo romanzo scritto dopo la morte di Franco.Poi venne il momento di metter da parte i taccuini, sopraffatti da due infarti e cinque pace-
maker. Ma grazie alla infaticabile Olinda cos si divertiva a chiamare Carlotta, ispirato dai dia-bolici assassini di Erba Fruttero continu a passeggiare nella fantasia, dettando alla figlia le sche-
de dei capolavori prediletti. Lamatissimo Flaubert, insieme a Manzoni e a Pinocchio. E poi Tucidide,Plutarco, e via via fino ad arrivare ai contemporanei. Un pezzo alla volta, ripercorreva la sua vita da let-
tore. Sempre pi stanco, obbligato al letto, ormai al termine del viaggio. Ma meglio non guardare la fine,non tutta insieme, altrimenti ci si spaventa. Ancora un po per volta, un racconto dietro laltro per allonta-
narla, la fine, in fondo aveva fatto lo stesso Sherazade. Abbiamo dimenticato la scheda su Melville! Domanimattina te la detto, disse a Carlotta prima di addormentarsi. Chiss se ha sognato Moby Dick.
IL LIBRO
DA UNA NOTTEALLALTRA.
PASSEGGIANDO TRA I LIBRI IN ATTESA
DELLALBA(MONDADORI,
154 PAGINE, 12 EURO)CONTIENE LE SCHEDECHE CARLO FRUTTERO
DEDICAVA AI SUOICAPOLAVORI PREFERITI.
SAR PRESENTATODALLA FIGLIA CARLOTTA
INSIEME A ERNESTOFERRERO E MASSIMO
GRAMELLINI AL SALONEDEL LIBRO DI TORINO IL 18 MAGGIO ALLE 17
PREMIATA DITTA
CARLO FRUTTERO (A DESTRA) CON FRANCOLUCENTINI. SOPRA, LO STUDIO CON LA SCRIVANIA
E LA LIBRERIA DI FRUTTERO NELLA CASA DI ROCCAMARE; IN ALTO, I TACCUINI
USATI PER SCRIVERE INSIEME A LUCENTINI ENIGMA IN LUOGO DI MARE (1991). NELLA FOTO
GRANDE AL CENTRO, FRUTTERO DA GIOVANE
Linedito. Sudate carte
Nei
ditaccuini
RIPRODUZIONE RISERVATA
Fruttero
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MERCOLED
CARA PIA, CI SONO VENUTE
parecchie idee: due a me,
perfette, che potrei
mettere gi in pochi giorni.
Ho spiegato a F. il fatto dei
due nomi, e gli ho detto di scegliersi uno
dei due schemi, che ne potevamo fare
uno per ciascuno, rivendendoci
reciprocamente il lavoro in serata. Sulle
prime sembrava convinto, ma poi, per la
fama di non combinar niente se lasciato
solo, tornato sullidea del lavoro in
coppia. Io non vedo bene come si possa
fare in concreto, a me mi rallenta,
piuttosto; e cos adesso cerchiamo un
tema che abbia due parti molto diverse
fra loro (F. mi grida adesso
che si potrebbe
fare una
partita a
scacchi, con
personaggi che
agiscono gli uni
contro gli altri, e
poi alla fine si
scopre appunto
che erano i due re, le
due torri ecc, mosse
da due forze - cio
noi - esterne).
Vedremo comunque
domattina, ma se mi
alzo prima di F., comincio
una delle mie due, ch
tanto poi mi serve sempre.
C.
DOMENICA SERA
Cara Pia, al terzo giorno di
lavoro siamo arrivati a pag. 13,
che un po sotto la media di 5
pag. al giorno che ci eravamo
prefissa. Ma insomma, siamo partiti. La
nuova trama in piedi, e con vari (e
difficili) aggiustamenti riusciamo a
utilizzare buona parte del gi fatto.
Lidea sarebbe di venir via di qui con 70-
80 pagine finite, farsi dare un grosso
anticipo dalla Mondadori, e finire il tutto
in settembre a Roccamare, tenendo a
bada la T.V. con la scusa (diciamo cos)
che non ci hanno pagati in tempo e che
noi avevamo bisogno di soldi.
Larchitetto viene assassinato nel primo
capitolo, lassassino non ti dico chi .
Lavoriamo pi duramente e pi a lungo
di quanto abbiamo mai fatto, ma sono
deciso a levarmi dai piedi questa roba
una volta per sempre. Il risultato sembra
buono, e comunque divertente e
leggibile, se non proprio finissimo. (Ma
tanto, chi se ne accorge, salvo noi?).
Vi abbraccio
Carlo
Ma che faticascriverea quattro mani
LE LETTERE
IN ALTO, LA LETTERA DI DIMISSIONI DALLEINAUDI
SCRITTA A MANO DA CARLO FRUTTERO,
PIENA DI CANCELLATURE E RIPENSAMENTI.
ACCANTO, UN RITRATTO DI FRUTTERO FATTOGLI DA UN AMICO NEL 1991.
QUI SOPRA, LORIGINALE DI UNA DELLE LETTERE
ALLA MOGLIE PIA CHE PUBBLICHIAMO
ACCANTO
RIPRODUZIONE RISERVATA RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCOLED 5
ECCEZIONALE ALFABETA!
ricevendo allistante la lettera di Carlo riferente il tuo detto
memorabile, allistante, preso da gioia straordinaria, voglio
esternarti il mio pi vivo compiacimento e laugurio che tu,
indirizzando ben pi proficuamente il tuo background
sociologico assistenziale, inizi subito dei CORSI DI ALFABETISMO per
le madame torinesi, cercando cos sarebbe davvero questa lunica
possibilit, e tu sola potresti farlo Lady With (out) An Alphabet! di
toglierle dal loro stato selvaggio! Tra le prime iscritte, naturalmente, ci
sarebbero Graziella, Marisa, Pilin... Ma chiss che un giorno, seduta
nelle ultime file e cercando di passare inosservata, tu non scorga la
stessa madama Einaudi che prende appunti! Mentre fuori, tra le altre
macchine che attendono tutte queste signore per riportarle a casa
dopo la lezione, figurano quelle di due convertiti: un vecchio
camioncino SPA (in sostituzione della pseudo-Rolls Royce) e
unarrugginita bicicletta (seppur ancora recante, sulla canna, un
piccolo stemma baronale). Evviva! Simone aggiunge i suoi abbracci.
Allievo Alf. Lucentini Franco
Carlo, urgealfabetizzarele madametorinesi
FO
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EN
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RU
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Cinquantanni fa
grid a tutto il mondo
il suo Perduto amor
Ora, dopo 80 milioni
di dischi venduti,
Salvatore Adamo
tornato.
Con il romanzo
della sua vita
GIUSEPPE VIDETTI
ROMA
QUAL IL SEGRETO di Perduto amor, la canzone con cui Adamo cistrizz il cuore in quellestate di cinquantanni fa? PerchFranco Battiato si tanto affannato a spogliarla degli eccessiproustiani per ricantarla e farne il titolo di un suo film? Perchquelle vecchie canzoni non cessano di creare struggimento?Per Vinicio Capossela, Adamo un culto; Roberto Vecchioni si offerto di tradurre in italiano suoi brani umoristici finora in-cisi solo in francese. Nanni Moretti ha citato Lei sia in EcceBombo che ne Il caimano, come hanno fatto Verdone, Miche-le Soavi e Valerio Mastandrea con La notte. Il regista curdo Hi-ner Saleem ha voluto Tombe la neige nel film Vodka Lemon.Sar che certe melodie sono droghe. Se ti prendono alle spal-
le non te le togli pi di dosso. Ce ne sono di particolarmente assassine che sinsinuano neipensieri e assumono una forma fotografica; cincolli sopra la tua vita, affidi loro i tuoi se-greti. Inevitabilmente, ogni volta che le incroci ti prendono alla gola. Ce ne sono di spie-tate Unchained Melody, Sealed With a Kiss, And I Love Her, Ruby Tuesday, Cant HelpFalling in Love, Amore che vieni amore che vai, Col tempo sai capaci di paralizzare al-lascolto anche tiranni e metallari.
Battiato ci ha messo emozione ed eleganza nella cover di Perduto amor, mi ha toccato, unregalo insperato, dice Adamo, al secolo Salvatore Adamo da Comiso, provincia di Ragusa,immigrato bambino con la famiglia in Belgio. Il signore, sprofondato nel divano di un crepu-scolare hotel romano tanto caro agli scrittori, di quei distillati di malinconia ne cant a doz-zine negli anni Sessanta. Ora, dopo anni di assenza, torna in Italia non per un revival showma con un romanzo, La notte lattesa (pubblicato nei paesi francofoni nel 2001 e ora pro-posto in italiano da Fazi Editore), e si scopre che neanche gli intellettuali restarono insensi-bili a quei languidi richiami del cuore. Nel 1969, racconta, Dino Buzzati gli scrisse: Si d il ca-so che da parecchio tempo io ho un disco suo (grande), che ho ascoltato decine di volte, e ascol-to ancora con grande piacere, e commozione. Per la musica, la voce, lumanit. E io non sonoaffatto uno specialista di canzoni, anzi. () Magari potessi offrirle le parole per una bella in-venzione. Avevo letto Il deserto dei tartari, Un amore e In quel preciso momento, raccoltadi prose brevi che mi ispirarono due canzoni in francese, Plus tarde De quoi as-tu peur, imb-
Spettacoli. Les italiens
IERI E OGGI
SOPRA, IL 45 GIRI
CON LE SUE PRIME
CANZONI IN ITALIANO
(1962). A DESTRA,
ADAMO OGGI A 71 ANNI.
LE FOTO DI QUESTE
PAGINE SONO
PUBBLICATE PER
GENTILE CONCESSIONE
DEL COLLEZIONISTA
FRANCESCO PIGA
regineeminatori
LE COVER
LA NOTTE (1965)
FU UN SUCCESSO
MONDIALE. ECCO
LE COPERTINE
DEL DISCO USCITE
NEI DIVERSI PAESI
DEL MONDO.
DALLALTO
IN SENSO ORARIO:
IN ARGENTINA,
SPAGNA,
JUGOSLAVIA,
UNIONE SOVIETICA,
GIAPPONE
E IN FRANCIA
cantatoHo
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cile. Buzzati ha una forza narrativa e filosofi-ca che io ho sempre avvicinato a Jacques Brel,che a sua volta si ispirato al Deserto dei tar-tari in Zangra, conferma Adamo.
Non si dileguato con gli anni Sessanta,non si sciolto nelle sue melodie, nei paesifrancofoni sempre rimasto in attivit.Canto da cinquantanni. Vinsi il primo con-corso canoro quando ne avevo sedici. Ora neha settantuno ed stato riscoperto dal pub-blico giovane alla met degli anni Novantagrazie a una sua canzone umoristica, Les Fil-les du Bord de Mer, ripresa dal rocker belgaArno. Nel frattempo il cantante di Cade la ne-ve(1965), la canzone che fece il giro del mon-do e che lartista cant anche in spagnolo, te-desco, turco e giapponese, ha iniziato unacarriera parallela come scrittore. La storia diJulien, limprobabile aiuto becchino prota-gonista di La notte lattesa (il titolo france-se assai pi in sintonia con la rechercheme-lodica del cantante: Le souvenir du bonheurest encore du bonheur, il ricordo della felicit pur sempre felicit) solo parzialmente au-tobiografica. Come Adamo, Julien un rital,figlio di emigrati italiani in Belgio, ma im-merso in una fiction in cui lautore riesce mi-racolosamente a tradurre in un brillante lin-guaggio letterario gli elementi chiave deisuccessi canori: tenerezza, poesia, nostalgia.Ho voluto camuffare molti degli elementibiografici con situazioni di fantasia. Il fattoche mio nonno fosse responsabile del con-sorzio dellacqua di Comiso vero, vero an-che che aveva cominciato a bere e aveva fat-to una fine un po triste. Io gli ho regalato unamorte pi poetica, sulla panchina del parcoche doveva sorvegliare, con la pioggia che scesa allimprovviso dopo un interminabileperiodo di siccit.
Riaffiorano i ricordi: il traghetto Messina-Reggio Calabria che gli sembr pi grandedel Rex di Amarcord, la stazione di Milano incui per pochi minuti perse di vista i genitori esi sent perduto, i primi anni vissuti nelle ba-racche degli italiani accanto alla miniera dicarbone di quel plat pays amato e odiato daBrel, ladorato nonno di Comiso che, quasipresagisse il suo destino, gli fece arrivare aJemappes una chitarra, i sabato sera in cui lacomunit italiana si riuniva a far festa e ibambini cantavano per i minatori sfiancati.Quella voce rauca e sottile che ancora ho mifaceva sentire inferiore. Miscrissi alla Cho-ral Saint Martin del paese, ma il curato mi fe-ce capire che non avevo la voce dangelo chesaspettava. Frustrato, mi mettevo davantiallo specchio e imitavo Elvis usando la scopacome fosse una chitarra. Poi una volta, avevododici anni, in una cioccolateria che aveva unpodio per i musicisti di strada, in preda a unraptus cantai una canzone di Luis Mariano evinsi due chili di cioccolato. I miei credetterolavessi rubata.
Quando aveva tredici anni, nel 1956, il di-sastro di Marcinelle, incidente in minierache caus la morte di duecentosessantadueminatori, in gran parte italiani, fu uno chocper la comunit. Ho vissuto per tre anni inquella citt di baracche accanto alla miniera,il tempo scandito dalla campana che annun-ciava il pericolo, ricorda. Incidenti ce ne-rano spessissimo, in uno mio padre rimase fe-rito alla schiena in modo grave. Marcinelle fuuna tragedia annunciata. Poi nel 96 lamarascoperta: mio padre era stato merce di scam-bio, carne da macello come si diceva. Vennealla luce un documento in cui il Belgio sim-
pegnava a inviare una tonnellata di carboneallItalia per ogni lavoratore mandato in mi-niera. Tre anni dopo Marcinelle, Adamo vin-se il primo concorso canoro allinsaputa dimio padre. Erano tempi duri, non potevo dir-gli che trascuravo gli studi, inoltre la sua opi-nione era che con questa voce non ce lavreimai fatta.
Pap Antonio aveva sottovalutato il fattoche, con quella faccia dangelo, Adamo ave-va gi realizzato la met del miracolo del pop,il resto lavrebbe fatto proprio quella vocesottile e rassegnata. Divent una star mon-diale: in Iran cant per lo Sci. Conservo an-cora le sette monete doro che mi regal Fa-rah Diba. Ero incosciente. Non capivo esatta-mente cosa stesse succedendo, confessa.Per fortuna cera mio padre che dopo quelconcorso divent il mio vero, unico mana-ger. Tanto famoso gi nel 1964 da essere in-vitato a far da interprete ai Beatles dopo il lo-ro famoso concerto allOlympia di Parigi. Etanto pi star, due anni dopo, da solleticarelinteresse di George Martin che, duranteuna session ad Abbey Road, lo present aiFab Four che per lui intonarono La Marsi-gliese, o almeno cos credetti, che mi aves-sero scambiato per francese; in realt stava-no solo provando All You Need Is Love, loavrei scoperto pochi mesi dopo ascoltando lacanzone su disco.
Oltre al potere del suo melisma, Adamoera diventato un sex symbol. Ancora arrossi-sce se ci ripensa. Le giuro che non ne ero con-sapevole. Ero candido, ingenuo. Certe signo-re mi facevano allusioni che non capivo, e sele capivo abbassavo gli occhi. Grazie al mor-boso interesse femminile, il dolce Adamo di-vent un idolo da rotocalco. Soprattutto do-po la strombazzata love story con Paola Ruffodi Calabria, futura regina di Belgio. La tramaera perfetta per i lettori di Grand H-tel e Bolero Film: la bella principes-sa (italiana) sinnamora del bel fi-glio di un minatore (italiano). Pec-cato fosse solo una bufala architet-tata da un settimanale (italiano).La canzone Dolce Paolafu anzi scritta con lacomplicit della principessa, assicura timi-damente. Ne ho parlato recentemente auna cena con suo figlio Filippo, proprio seimesi prima che diventasse re. Si divertitocome un pazzo.
Ora che lambizione del narratore ha pre-so il sopravvento lavventura pop le sembrasolo unarte minore? Che lo fosse lo sape-vo dallinizio, mormora. Solo Brel, Bras-sens e Ferr hanno innalzato la canzone a li-vello di Victor Hugo. Conosco i miei limiti,non bastano ottanta milioni di dischi ven-duti ad arrivare a quei maestri. Ma in tardaet ho affrontato la carriera di scrittore conresponsabilit e onest artistica. Alla lette-ratura non sono arrivato impreparato: com-pro tutti i libri che ho limpressione di doverleggere. Ho una enorme biblioteca dove avolte scopro dei tesori. Due mi hanno ulti-mamente preso alla gola: Les jours, lesmois, les annes del cinese Yan Lianke, eSalvare Mozart di Raphal Jerusalmy. Ro-manzi brevi che ho letto in tre ore e mi han-no rigenerato. Allultima canzone che hascritto (e non ancora pubblicato), Chantez,Adamo ha aggiunto un verso dopo la stragedi Charlie Hebdo. E io ho pianto come voiper lo spirito di libert abbattuto comeunaquila in volo.
SONO NATO A COMISO,SIAMO EMIGRATI IN BELGIO,MIO PADRE LAVORAVA A MARCINELLE,LITALIA SE LERA VENDUTOIN CAMBIO DI UNATONNELLATA DI CARBONE.IL PARROCO MI FECECAPIRE CHE NON EROADATTO AL CORO E ALLORAMI MISI A IMITARE ELVISCON UNA SCOPADAVANTI ALLO SPECCHIO
S VERO, MI SONO ESIBITOPER LO SCI, CONSERVOANCORA LE MONETEDORO CHE MI DIEDE FARAHDIBA. QUANTO AI BEATLESUN GIORNO MI HANNODEDICATO LA MARSIGLIESEIO INVECE HO DEDICATOUNA CANZONE ALLA REGINAPAOLA, MA NON VERO CHE ERA LA MIA AMANTE:LHO DETTO ANCHE A SUOFIGLIO FILIPPO TEMPO FA
SOLO BREL, BRASSENSE FERR HANNO INNALZATOLA CANZONE A LIVELLODI VICTOR HUGO. IO HOINIZIATO DOPO I SETTANTALA MIA CARRIERA DI SCRITTORE, MA CON ONEST. MI ISPIRO ALLA MIA BIOGRAFIA, POI INVENTO: MIO NONNOFECE UNA FINE TRISTE, IO GLI HO REGALATO UNA MORTE PI POETICA
RIPRODUZIONE RISERVATA
IL LIBRO
LA NOTTE... LATTESA DI SALVATORE ADAMO, APPENA USCITO IN LIBRERIA PER FAZI(288 PAGINE, 17,50 EUR0):LILLUSTRAZIONE DI COPERTINA UN INEDITO REGALATOGLIDA DINO BUZZATI
MEMORABILIA/1
IN ALTO, UN GIOVANISSIMOADAMO ALLA CHITARRA AL TEATRO ALHAMBRA DI PARIGI NEL 61, DOVE VINCEIL CONCORSO CANORO DI RADIO LUXEMBOURG E PUBBLICA IL PRIMO DISCO.SOTTO: AL CONCERTO PER LA CROCE ROSSA ALLO STADIO HEYSEL DI BRUXELLES NEL 1964STRINGE LA MANO ALLA REGINA FABIOLA, TRA LA PRINCIPESSA PAOLA E IL PRINCIPE ALBERTO; CON CHARLES AZNAVOURNEL CAMERINO DEL TEATROOLYMPIA DI PARIGI NEL 65
MEMORABILIA/2
PIATTI, BICCHIERINI,
PORTACHIAVI
E ALTRI GADGET
CON LIMMAGINE
E LAUTOGRAFO
DI SALVATORE
ADAMO, IDOLO
PER MILIONI
DI FAN.
IN ALTO, ANCHE
UN SEGNALIBRO
CON LE SUE
FOTOGRAFIE
Repubblica Nazionale 2015-05-10
le proprie gri-da di protesta o
scannerizzare ilproprio corpo. Le im-
magini digitali sono poistate proiettate su uno
schermo di fronte al Congresso. Eanche qui la battaglia vinta. Senza
vetrine sfasciate, senza becera animositche guida gli incappucciati di mezzo mondo.
Tutti ipnotizzati nel vedere lhi-tech piegato alleesigenze di chi protesta contro il bavaglio allastampa. Invisibili, certo. Ma alloccorrenza anchedotati di corpo. Un corpo ovviamente fatto dinne-sti, mutato. Perch in tanti gi sinterrogano sullepossibilit del biohacking. Per visualizzare: pen-sare a qualcosa che sta a met strada tra il prototi-po di un X-Man e il subcomandante Marcos. Chipinstallati sotto lepidermide che consentono di ru-bare dati da ogni dispositivo elettronico che vienesfiorato. E gli hacker freelance o quelli al serviziodei governi che rubano miliardi di password ogni
bernetici dai quali si controllano le vite dei cittadi-ni. Saranno sabotaggi invisibili. Una lotta estesa,senza quartiere n piazza, per il dominio di quellospazio simbolico in cui si articola il discorso pub-blico. Manifestare significher innanzitutto occu-pare siti istituzionali, penetrare nei sistemi infor-matici che garantiscono la sicurezza di enti pub-blici e privati, di aziende e multinazionali. La feno-menologia della protesta? Da ripensare. Ancheperch teoria e prassi delle new riot sono gi tra noi.
E le armi in possesso dei disobbedienti digitalisembrano finire solo dove finisce lo sviluppo dellenuove tecnologie. Si legge di clickactvism, il ten-
LA MEZZANOTTE
del primo maggio2015 passata da po-co. Le forze dellordinecontinuano la ricerca deimembri del Black Bloc, il blocconero che ha minacciato di rovinare lagiornata inaugurale dellExpo. Perquisi-zioni, fermi, sequestro di oggetti contundenti.Ma in quei minuti ci si accorge che una parte del con-flitto anche altrove. Non solo sulle strade, come vedremo,non nelle case occupate. I guerriglieri dellhacktivism, Anonymous, la
moltitudine senza volto, gli hacker che controllano la parte antagonista del cyberspazio, mettono a se-gno il proprio colpo, meno choccante rispetto alla guerriglia urbana che scoppier facendo il giro delmondo allindomani: violano il sito dellEsposizione universale, impediscono la prevendita dei bigliet-ti. Un pugno alla macchina economica di Expo. La reazione immediata. Il sito viene ripristinato. Ma labattaglia simbolica sul web vinta dai seguaci di Guy Fawkes, il cospiratore dinamitardo che anim lacosiddetta congiura delle polveri inglese nel 1605 il cui volto, reso noto dalla maschera di V per ven-detta, diventato anche quello dei sabotatori odierni.
Le proteste del futuro saranno sempre di pi fatte di circuiti elettrici, di software lanciati da terminalilontani, di masse incorporee di manifestanti. Di virus e di ologrammi. Di violazioni dei non luoghi ci-
la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 36LA DOMENICA
Next. Tutti a casa
CARMINE SAVIANO
LINSIEME DELLE TECNICHEDEGLI ATTIVISTICHE SCELGONO LA RETE COMECAMPO DAZIONE
Hacktivism
SI PARTECIPERAI CORTEIVIA OCULUSRIFT. COME GISPERIMENTATODAL FILM
"MILLIONSMARCH"
IN FUTURO SARPOSSIBILE INNESTARESOTTO PELLE CHIP IN GRADO DI RUBAREDATI DA DISPOSITIVIELETTRONICI
Biohacking
Clickactivism
DAGLI OLOGRAMMI AI GRAFFITI DIGITALI. UNA DELLE FORME NON-VIOLENTE PI DIFFUSE.UNIMMAGINE O MESSAGGIOPER IMPORSI ALLATTENZIONE
Visual street art
Cracking
OLOGRAMMA
GRAZIE AL LASER SI PU CREARELIMMAGINETRIDIMENSIONALEDELLOGGETTOPROIETTATO
NETSTRIKE
MOLTIPLICAREGLI ACCESSI A UN SITO INTERNETPER RALLENTARNELATTIVIT O MANDARLO IN TILT
MAILBOMBING
BOMBARDARE DI MAILUN SITO ALLO SCOPODI PARALIZZARNE LE FUNZIONALIT ANCHE INFILTRANDOVIRUS
CRACCARE
VIOLAREILLEGALMENTE UN SISTEMAPROTETTO E ACCEDERE A UN SOFTWARE
HACKER
ESPERTOINFORMATICO IN GRADO DI TESTARELA VULNERABILITDELLE RETIPROTETTE
GLOSSARIO
LE TECNICHE
Scontridipiazza.
LA FORMA PI VIOLENTADI INTRUSIONE DIGITALE.VENGONO VIOLATI SISTEMI CHE CONTENGONODATI SENSIBILI, COMEPASSWORD E CARTE DI CREDITO
IL NUOVO PORTA A PORTA: PIATTAFORME E ASSOCIAZIONI CHE COINVOLGONO I CITTADINI NELLE PROPRIECAMPAGNE DOPINIONE
tativo di coinvolgere i cittadini in campagne di opi-nione pensate esclusivamente per la rete. Poi ba-sta aprire i giornali dell11 aprile di questanno:Madrid invasa da migliaia di manifestanti virtua-li. Da ologrammi. Una forma di protesta che lasciaa bocca aperta innanzitutto le forze dellordine. Gliavatar in 3D dei partecipanti al corteo erano statirealizzati attraverso il sito hologramasporlaliber-tad.org dove gli utenti avevano potuto registrare
Cortei per soli fantasmi e campagne dopinione
che mobilitano ma esclusivamentein rete
Come e perch le rivolte del futuro
non sarannopi in citt
Metarealt
Repubblica Nazionale 2015-05-10
anno finiscono direttamente nella preistoria. Sfio-rare il pc di un membro dello staff del presidentedegli Stati Uniti. Passare la mano sul telefonino diun capitano dindustria. Toccare un server di unamultinazionale. E chiss quali informazioni sar ingrado di diffondere lo Snowden prossimo venturo.Craccare, intrufolarsi nei sistemi pi nascosti, vio-lare le segrete e digitali stanze delle multinazio-nali. Anche questo versante sar al centro delleproteste che verranno. E i nuovi ribelli saranno na-scosti dietro piccoli dispositivi. Una sequenza di ta-sti per lanciare le proprie azioni. Baster unosmartphone. Che da terminale passivo di ricezio-ne di inviti alla mobilitazione il campionario de-gli ultimi anni senza fine diventer il luogo dalquale far partire azioni di massa per mettere sottoscacco reti di sicurezza, per mandare in tilt i siste-mi di comunicazione, per generare black out pi omeno estesi.
E lo scontro non sar solo frontale. Perch le nuo-ve tecnologie consentono anche di ripensare tuttoil vocabolario della non-violenza. Gli esempi di vi-
sual street art in rete sono gi tanti. Si lotta con imessaggi, si declinano gli insegnamenti delmarketing per mettere a punto campagne di opi-nione in grado di oscurare qualsiasi tipo di propa-ganda. Basta unimmagine riuscita, basta unasemplice intuizione per arrivare dove nessunaprotesta di piazza potr mai arrivare: perch ilpubblico che popola il web potenzialmente sen-za fine. Levoluzione del blogger: da pensatore so-litario a monade inserita allinterno di una prote-sta diffusa, senza centro, incontrollabile.
Poi le petizioni, le raccolte di firme. Lesempioda fare quello di Avaaz, di Change.org. Asso-ciazioni che stanno trasformando le proteste siadal punto di vista qualitativo che da quello quan-titativo. Con lambizione di comunicare alli-stante a ogni cittadino del villaggio globale qua-li sono le linee di faglia su cui si misurano gli scon-tri sociali.
Cosa ne sar di picchetti, flash mob, blitz not-turni, sit-in, scioperi della fame, occupazioni, cor-tei, volantinaggi, manifestazioni? Di sicuro reste-ranno tra noi ancora per un bel po. Sempre pi co-me momenti finali di proteste nate altrove e che al-trove mettono a segno i propri punti, le proprie vit-torie e le proprie sconfitte. In un altrove fatto di co-se immateriali, in quellaltrove che ci avvolge e chechiamiamo Rete. E l che le visioni si confrontano,che si decide quel che resta dei conflitti ideologici.Il punto non trasformarla in uno specchio vuotosenza anima, incapace di empatia. Perch e que-sto come sempre le proteste riuscite sono soloquelle che arrivano a scalfire la patina di indiffe-renza che ci separa dagli altri.
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AVATAR
IMMAGINEARTIFICIALE SCELTAPER LA PROPRIARAPPRESENTAZIONENELLA REALTVIRTUALE
LEAKS
IN INGLESE,FUORIUSCITE: ORMAIINDICANO LE FUGHEDI NOTIZIE E DATIRISERVATI PER LADIFFUSIONE A TUTTI
TIMELINE
Virtuale
2007Le primavere arabeche attraversano gli stati del Nordafricatrovano nei socialnetwork il luogo in cui diffonderecontenuti, annunci e richieste del movimento
Nel giorno daperturadellExpo 2015,Anonymous mettea segno un colpo a effetto: il sito ufficialedellesposizione violato e la vendita di biglietti resaimpossibile
2011 2012
2015Madrid ospita, a marzo, la primamanifestazione di piazza fatta da ologrammi.Leffetto da occhisbarrati. Si protestacontro la leggebavaglio
2015
Hacker russi sono sospettati di averviolato le banche datidi centinaia di aziende. Le password degli utenti rubatesarebbero oltre un miliardo
2013
Yoani Snchez apre il suo blogGenerazione Y. Per la prima voltasi articolano con sistematicit le voci delladissidenza al regimedi Fidel Castro a Cuba
Passeranno alla storiacome le prime protestevia Blackberry. A Londra migliaia di giovaniorganizzanomanifestazioniutilizzando il serviziodi messaggistica
Repubblica Nazionale 2015-05-10
la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 38LA DOMENICA
Alla grigliaTra le specie pi diffuse nelle acque italiane, il branzino d il meglio di s cotto sulla griglia Con contorno di patate
LICIA GRANELLO
A RETE PIENA DI PESCI FU PORTATA DENTRO LA GROTTA buia e af-fumicata, in mezzo alla quale friggeva una gran padelladolio... Come potete immaginarvelo, i naselli, i muggi-ni, le sogliole, i ragnotti e le acciughe andarono tutti allarinfusa nella conca a tener compagnia alle triglie. Lulti-mo che rest nella rete fu Pinocchio. Il pescatore di Col-lodi non va tanto per il sottile, allestendo il fritto di pa-ranza, dove i muggini son compagni di sorte del buratti-no pi amato del mondo. Ladattabilit delle specie itti-che alla diversa salinit dellacqua figlia di unevolu-zione plurimillenaria. I pesci sanno assecondare il mu-tare delle condizioni ambientali, cambiando colore,
sesso, e perfino la posizione degli occhi. I pescatori di Como e di Iseo, che da sempre essiccano al so-le e al vento le sardine di lago, raccontano come un tempo l ci fosse il mare, e le alici rimaste im-prigionate nelle conche abbiamo imparato a fare a meno del sale pur di sopravvivere. Senza toc-care lestremo insipido delle acque dolci, le lagune si configurano come un buon compromesso disapidit. Che siano foci o paludi, valli piatte o ramificazioni dei delta dei fiumi, i flussi cambiano alritmo delle maree, con le loro variabili di ritmi, venti e portata dacqua. Risultato: un continuo zig-zagare di durezza ed equilibrio acido-basico, temperatura e percentuale di cloruro di sodio. Il sa-crificio dei pesci ben ripagato, perch i sedi-menti depositati dalla corrente sono ad alto tas-so di fertilit, habitat ideale per lo sviluppo dimicrorganismi alla base della catena alimenta-re acquatica. Tutto quanto la mano sciaguratadelluomo devasta e azzera con la pesca a stra-scico, qui si ritrova intatto e moltiplicato a mil-le: vermi e molluschi, alghe e mini crostacei,una tavola imbandita e sicura, in quanto pocoaccessibile ai predatori di grande taglia. Cos,gli allevamenti estensivi, impiantati sfruttan-do le caratteristiche idrologiche delle coste ita-liane, si sono strutturati in vere e proprie oasinaturali, dove i pesci nascono e crescono in li-bert: niente correnti indotte per obbligarli anuotare continuamente in circolo, smaltendo(in parte) il grasso dei mangimi, niente ali-mentazione supplementare, niente farmaci.Gli esperti sostengono che da un punto di vistaorganolettico, le carni di muggini e spigole al-
levati tra Comacchio e Orbetello, Cabras e Ve-nezia, sono in tutto simili a quelle dei fratelli dilenza, risposta eco-gourmand alla drammaticadiminuzione degli stock marini. Una rete di im-prese virtuose, messe a rischio dagli scarichi in-dustriali con il loro carico di veleni, dallerosio-ne salina, che mangia le aree lagunari, ma an-che dalla diffusione incontrollata di gabbiani ecormorani. Troverete tutto questo al Porto An-tico di Genova, dove dal 14 al 17 maggio si svol-ge la settima edizione di Slow Fish. Tema dellamanifestazione, cambiare rotta per salvare ilmare e nutrire il pianeta. Tra laboratori dellac-qua e degustazioni, scoprirete che il pesce sa es-sere squisito anche lontano dai soliti luoghi e no-mi noti. Che siano di mare o di laguna, accom-pagnatelo con un bicchiere di Pigato biologicodi Aimone Vio: il salmastro vi conquister.
Laguna blu. Quandoallevare meglioche andare a pesca
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I miei tortelli di oratacon ricotta di bufala e fagioliINGREDIENTI
1 ORATA DI CIRCA 2 KG; 30 ASPARAGI DI MARE; 50 G. DI RICOTTA DI BUFALA
10 CL. DI COLATURA DI ALICI; 20 CL. DI FRANCIACORTA DOCG;
20 CL. DI FUMETTO DI PESCE; 10 G. DI FINOCCHIETTO SELVATICO
20 CL. DI ACQUA DI OSTRICHE; 50 G. DI FAGIOLI DI CONTRONE
1 LIMONE BIOLOGICO; OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA QB
10 G. DI POLVERE DI POMODORO
Cuocere i fagioli in acqua e verdure, conservarne ventie con il resto preparare una purea da legare con la ricotta e la cola-tura di alici. Dissalare gli asparagi di mare e metterli
a bagno con Franciacorta, extravergine e il succo di limo-ne. Sfilettare lorata e affettarla come fosse una pasta sfo-glia sottile. Con il resto (pancia e ritagli) preparare unabattuta condita con extravergine, da aggiungere al ri-pieno fatto di ricotta, purea di fagioli, dieci asparagi, buc-cia di limone bio e fiore di sale di Romagna. Avvolge-re il ripieno nella sfoglia di orata e cuocere a vaporea 55C per quattro minuti. Preparare una salsa confumetto, Franciacorta, finocchietto selvatico emet acqua di mare. Mettere i tortelli di orata sul-lacqua di mare coi fagioli di Controne e la salsa.Rifinire con extravergine e gli altri asparagi dimare, profumando con la polvere di pomodoro.
L
La ricetta
LO CHEF
VITTORIO FUSARI CUOCO DELLO STELLATOPONT DE FERR,MILANO TRA I MIGLIORIINTERPRETI DELLA CUCINA DI PESCE DACQUADOLCE E SALMASTRACOME TESTIMONIALA RICETTA IDEATAPER I LETTORI DI REPUBBLICA
Lappuntamento
Bottarga di muggine e di tonno tra i protagonisti della nuova
edizione di Girotonno, a Carloforte, isola di San Pietro,
dal 30 maggio al 2 giugno. In programma, visite alla tonnara,una delle ultime rimaste in attivit,
e incontri con cuochi, pescatori e trasformatori
Il libro
dedicato alle capesanteCoquilles Saint Jacques, lultimolibro di Maria Canabal, giornalista
gastronomica franco-spagnola.Oltre alla storia e geografia
della conchiglia cara ai pellegrini del cammino di Santiago
di Compostela, segreti e ricetteinedite dei migliori chef del mondo
La degustazione
Appuntamento nel golfo di Posillipo il prossimo weekend
con Eb-brezza di mare,degustazione in barca a vela
di vini, fritti &co campani. Levento fa parte di Wine &The
City, collana di eventi gastro-culturali made in Napoli
per tutto il mese di maggio
MUGGINI E SPIGOLE,CEFALI E ORATE.TRA COMACCHIO
E ORBETELLO,VENEZIA
E LA SARDEGNA,CRESCONO
IN VERE E PROPRIEOASI NATURALI.
E NON HANNONULLA DA INVIDIARE
AI LORO FRATELLI DI MARE
E A GENOVA C SLOW FISH
Sapori. Di sale
Repubblica Nazionale 2015-05-10
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MICHELA MURGIA
TRA LE CATEGORIE pi
romantiche
dellimmaginario ce n una
che, sebbene non pi molto
diffusa, quando viene usata
scatena ancora un potente effetto
retorico: quella del villaggio di
pescatori. Lespressione agli ingenui
evoca scenari di costa frastagliata, vecchi
silenti dal volto rugoso e dallo sguardo
acuto, sigarette di trinciato in bilico tra le
labbra screpolate e semi dischiuse, gatti
al sole vicino a chiattini di legno dai colori
vivaci e reti stese ad asciugare su pali di
fortuna. Allarmamentario scenico
mancano solo il maestrale, il mare
infuriato, la salsedine a incrostare le
gomene e naturalmente il pesce,
argenteo e guizzante tra lacqua
trasparente e le mani abili del pescatore
che lo ha meritato sfidando la violenza
della natura. Uscire da questo quadretto
non facile per quelli che in un villaggio
di pescatori ci sono nati veramente, tipo
me, che oltretutto vengo da un paese di
pescatori di stagno, una specie a parte
molto poco apparentata con Il vecchio e il
mare di Hemingway e assai pi prossima
agli allevatori seriali di qualunque altra
specie di bestiame. La laguna del mio
paese unimmensa acquacoltura la
pi grande dEuropa dove i muggini
della leggendaria bottarga di Cabras
crescono fino alla maturit e poi cercano
di raggiungere il mare attraverso i molti
canali in cui li attendono i pescatori. Non
necessario salire in barca ad affrontare
le tempeste per riempire la rete: il pesce
lo si aspetta nelle camere della morte a
valle, sbarramenti artificiali dove i
muggini si infilano spontaneamente e i
pescatori li raccolgono in reti a migliaia
con un lavoro di squadra che coinvolge
una ventina di persone per volta e non
dura pi di venti minuti. Il rischio
maggiore che si corre pescando nel mio
villaggio di pescatori farsi saltare la
dentiera o un occhio per via del pesce che
guizza troppo fitto nella mattanza della
rete finale.
Poca poesia, dunque, ma molto ingegno
e negli anni buoni (purtroppo sempre
meno) anche i risultati. Il lavoro appare
cos poco impegnativo che i pastori
nuoresi che nellallevamento delle
pecore incontrano ben altre fatiche lo
usano come insulto: mandica-pische,
mangiatore di pesce, significa
nullafacente, perch lanimale che ti
finisce sul piatto non hai dovuto
pascolarlo, tosarlo n mungerlo, dunque
ne godi il risultato senza vero merito. Le
tempeste che un pescatore
dacquacoltura oggi deve affrontare
sono quelle della burocrazia e delle scelte
ecologiche scellerate che negli anni
hanno finito per compromettere la
produttivit di una risorsa che era
rimasta intatta per secoli, in un
contrappasso amaro dove il sospetto
che la rete a fine corsa sia in fondo la
stessa per uomini e pesci.
Hemingwaya Cabras non sarebbemai venuto
8pesciper otto piatti
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CefaloIl nome (dal greco kefale,testa) identifica le sottospecie delle Mugilidae, compreso il muggine. Ha carni un pocograsse e sacca ovaricaimportante, ideale per la pasta con la bottarga
GrancevolaIl campione dei granchiadriatici pu vivere nei fondali marini pi profondi o nelle prossimit rocciosedelle lagune. A Venezia lo si prepara a mo di sugoper le linguine
CapasantaAma i fondali sabbiosi, la conchiglia di San Giacomo, che vanta muscolo (noce)color avorio e gonadi(corallo) arancio vivo. Tra le ricette pi riuscite, la gratinatura al forno
OrataOltre agli esemplari di mare (lenza), arrivano sul mercato sia le mediocrimono-porzione degli allevamenti intensivisia quelle ottime degli allevamenti estensivi in laguna. Ideale al cartoccio
TincaTozza e verdastra, di pezzatura anche superioreai tre chilogrammi, ha il suo habitat sui fondalimelmosi di foci, fiumi e stagni. Ha carni fini e gustose, ideali come basi di terrine e pat
AnguillaLa regina delle valli di Comacchio, decisamentepi grande e carnosa se femmina (con il nome di capitone), ha carnigrassose e pregiate, molto apprezzate alla griglia e nel sushi
GhiozzoAbita le acque fangose di Mediterraneo e Mar Nero,il piccolo pesce color sabbiache si ciba di alghe. I ristoranti della lagunaveneta lo utilizzano per realizzare un gustoso risotto
BranzinoAmatissimo dal nord al sud(dove si chiama spigola), un predatore ghiotto di molluschi e croastacei,che ben si adatta nelle acque salmastre.Ottimo al forno con le patate
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la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 40LA DOMENICA
A fare film ci arrivato per vie traverse. Da ragazzo lasci il Mali per
la Mauritania dove scopr la grande letteratura russa. Di qui il passo
per lUrss fu relativamente breve, e a diciannove anni si ritrov a Mo-
sca a studiare cinematografia: Io credevo che Truffaut fosse una
marca di cioccolatini francesi, quelli mi imbottirono di Neorealismo
e Nouvelle Vague. Fu veramente dura. Ora il regista di Timbuk-
tu, una nomination agli Oscar e
sette Csar vinti, pu dire di aver
brillantemente passato quel vec-
chio esame sovietico: Ma la mia
soddisfazione unaltra: non so-
no mai diventato un cinefilo
AbderrahmaneSissako
MARIO SERENELLINI
PARIGI
UNICO MONUMENTO davanti al quale mi raccoglierei non quello al Milite Ignoto ma, se mai esistesse, allEsu-le Anonimo. Abderrahmane Sissako, africano di Pa-rigi, ama sventagliare questa piccola bandiera, as-sunta fin da quando, esule a diciottanni, lasci il Ma-
li per la Mauritania: Periodo terribile. Passavo le mie giornate a giocare aping-pong al Centro culturale sovietico. Per via degli aiuti al Terzo mondo,lUrss era molto presente in Africa negli anni Settanta. Ed l che cominciala mia avventura cinematografica, quando un giorno il direttore mi propo-se di prendere in prestito dei libri della biblioteca. Cosa centrano i film? Orale spiego. La lettura era rimasta fino allora unemozione rinviata per me,come una pagina in ombra. Ma in quel periodo ero talmente gi che chiesiun libro su una vita difficile. Scoprii cos Dostoevskij. Nella biblioteca delCentro culturale non cerano solo opere di propaganda, ma tutta la grandeletteratura russa: Gogol, Gorky, Pushkin, Andreev, Lermontov, Cechov,Tolstoj Li ho divorati tutti, tutti difficili e appassionanti. E la Russia, ov-vero lUrss, divent cos la sua nuova patria: Diciamo il mio nuovo oriz-zonte: dove avrei voluto crescere e conoscere. Ottenni una borsa di stu-dio per lUniversit dellamicizia dei popoli e entrai nellambitissimascuola di cinema di Mosca, la leggendaria Vgk. Fu cos che a dicianno-ve anni mi trovai a studiare cinema in Unione Sovietica, il paese in cuifare il cineasta era un sogno collettivo. Praticamente come fare il co-smonauta.
Dopo nove anni (dall80 all89) alla Vgk, di esilio in esilio sarParigi la nuova patria e la neo-culla in celluloide di un autoreche oggi, dopo Timbuktu, candidato allOscar e premiato prima volta per un regista nero con ben sette Csar (gliOscar francesi), considerato uno dei massimi cineasti afri-
cani, accanto a Ousmane Sembne, Souleymane Ciss, IdrissaOudraogo, Djibril Diop Mambty. Lelegante sciarpa di setaazzurra avvolta su t-shirt e giacca nera, il volto profonda-mente segnato al riparo degli occhiali fum, il regista frenala commozione quando parla del film sulla cittadina del Ma-li caduta per un anno, nel 2012, nelle mani dei jihadisti. Co-me se parlasse di s, di una vita ferita nellincubo digno-ranza e fanatismi che solo lesilio salva e riscatta: La lottaalla barbarie stata, a Timbuktu, la rivolta silenziosa dellapopolazione che s impressa nella mente e nel cuore la mu-
sica diventata proibita. Come i libri imparati a memoria in Fahrenheit 451.S, e anche in questo caso stata una resistenza compatta, un ottimismosolidale. facile diventare indifferenti allorrore: in quei giorni internet si-norgogliva per lultimo modello di smartphone, mentre, ignorate, cento-mila persone erano sotto il giogo islamico. Il dovere di un cineasta di as-sumere come propria la realt degli altri e, insieme, ristabilirne i termini.Partendo da un semplice dato di fatto: i nostri carnefici sono nostri simili,anchessi scossi da dubbi e debolezze. Voglio dire che anche il cieco san-guinario prima di tutto un essere umano, e che prima di uccidere statoun bambino. Cos pure lislam non jihadismo. E viceversa. Lislam il pri-mo ostaggio dei terroristi che lo stravolgono per le loro stragi. uno strap-po che appartiene innanzitutto a noi, noi musulmani, educati allamore perlaltro, alla condivisione di valori universali. Nel Corano, il profeta indicaquale unica differenza tra un cristiano e un musulmano il loro grado di fe-de: un modo per dire che siamo tutti uguali. Anche questi princpi sono pre-si ora in ostaggio. C una gazzella, che fugge allinizio del film e continuaa fuggire alla fine, inseguita dallostinata ferocia umana: la vita in fugache traspare dal viso di due vittime innocenti (interpretate da Layla WaletMohamed e Toulou Kiki, ndr), figlia e moglie del candido tuareg condan-nato a morte. I veri esuli sono quelli che tornano sempre, anche senza tor-nare. Domandiamo: Timbuktu anche un atto damore e ribellione per ilsuo paese dorigine? Forse, vorr dire che anchio sono un esule che non mai partito di casa.
Nel film di Sissako nei giorni scorsi a Milano come presidente della giu-ria del Festival del cinema africano, e tra poco a Cannes come presidentedella giuria dei Corti fioccano anche inattese citazioni, tipo la sequenzadei ragazzini che giocano a calcio (proibito dai jihadisti) con un pallone in-visibile, come nella partita a tennis alla fine di Blow-Up. Un rigurgito di ci-nefilia? Macch. Se c un regista, ancora oggi, a cinquantaquattro anni,senza una solida cultura cinematografica, quello sono io. Certo, a Mosca miavevano imbottito di Neorealismo, Nouvelle vague, Nuovo cinema tedesco,Cassavetes, John FordMa venivo comunque da un paese dove non si rea-lizzano film e non ci sono sale. E quelle poche proiettavano kung-fu, Bol-lywood e spaghetti western: specie la serie di Trinit con Bud Spencer e Te-rence Hill. Il vero spettacolo era in platea, dove il pubblico si alzava di bot-to, tutti insieme, a sostegno delleroe, solo contro tutti. Tanto che mi eroconvinto che il western fosse il genere di maggiore impatto sociale. Nonavevo, daltra parte, che i tre Trinit da citare quando ho affrontato lesa-me dammissione alla grande scuola sovietica: gli esaminatori mi guarda-rono allibiti. Okey, avevo visto anche il peplum italiano, I sette gladiatori eIl monello dove mi ero addormentato ma la cosa non parve colpire po-sitivamente i miei esaminatori. Del resto lesame stesso era una babele: su-damericani, afgani, vietnamiti, arabi. Chi recitava poesie, chi suonava lachitarra. Io mi sentivo perso: cos che si diventa artisti? Non lo sarei maistato. Alla fine furono anni di vero apprendimento e grandi umiliazioni. Isaputelli non mancavano mai di mettermi davanti ai miei limiti. Non ave-vo cultura. Non conoscevo i registi o i pittori sui quali ci interrogavano. Per
me Truffaut era una marca di cioccolato francese. Bergman? Anto-nioni? Illustri sconosciuti. In Africa la vita non era fatta di libri e mu-sei. Quel che mi apparteneva le donne che danzavano in strada,i costumi che cuciva mio zio a Mosca non valevano niente. Avreivoluto urlare: Non conosco Bach, ma Oum Kalthoum e Dimi MintAbba, la cantante pi grande della Mauritania, stata lei a cul-
larmi da piccolo!. Comunque il fatto che alla fine mi abbiano pre-so prova che si pu arrivare a fare un mestiere anche senza es-
serne obbligatoriamente malati. E dunque, per tornarealla sua domanda, la risposta no: non ero cinefilo e con-tinuo a non esserlo. Ritentiamo. Ma come nasce il suodesiderio di cinema? Non dal cinema, ma da mia ma-dre. E dal fratello che non ho mai conosciuto. Meglio: dal-levocazione quasi quotidiana di mia madre del suo pri-mo figlio. Pare la replica dellinfanzia di James M. Bar-rie, lautore di Peter Pan, ossessionato da bimbo dallan-
goscia della madre per la perdita del figlio prediletto: S,forse un po cos. Le spiego. Mio fratello era nato da unrapporto precedente avuto da mia madre con un algerinoche lha portato con s nel suo paese. Mia madre lha atte-so sempre. Non mai tornato. E lei non ha mai smesso diparlare di questo Chrif, che cresceva lontano. Per me, ul-timo nato di unampia nidiata, era diventato un mito, rav-vivato di tanto in tanto da una lettera, da una foto in bian-co e nero. Finalmente, un giorno, avvenne il fantomati-co incontro tra mia madre e lui, a Dakar. Mamma torna casa dicendo: Chrif studia cinema a Mosca, girer deifilm. Nessuno lha mai pi visto. Ma quel giorno capiiche cosa avrei fatto io della mia vita. Se volevo far piace-re a mia madre, prendere il posto di quel figlio di cui leiparlava ogni giorno, dovevo girare dei film.
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IL FANATISMO UNO STRAPPO CHE APPARTIENE A NOI, MUSULMANI EDUCATI ALLAMOREPER LALTRO. LISLAM IL PRIMO OSTAGGIO DEI TERRORISTI CHE LO STRAVOLGONO PER LE LORO STRAGI
I SAPUTELLI MI METTEVANO SEMPRE DAVANTI AI MIEI LIMITI. AVREI VOLUTOGRIDARE: EHI, NON CONOSCO BACH, MA OUM KALTHOUM E DIMI MINT ABBA, LEI MI HA CULLATO QUANDO ERO PICCOLO!
IN AFRICA LA NOSTRA
VITA NON ERAFATTA DI LIBRI,
CINEMA E MUSEIQUEL CHE
MI APPARTENEVA,LE DONNE
CHE DANZAVANO IN STRADA,I COSTUMI
CUCITI DA MIO ZIO,QUI NON VALEVANO
NIENTE
Lincontro. Esuli
L
Repubblica Nazionale 2015-05-10
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