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la domenicaDI REPUBBLICADOMENICA 10 MAGGIO 2015 NUMERO 531
CultLa copertina. Ecco perch siamo tutti femministiStraparlando.
Sini: La filosofia ha guarito il mio egoMondovisioni. Sorridi dallo
smartphone: sei a Seul
Linedito. Che fatica scrivere a quattro mani, lettere e taccuini
di Carlo Fruttero Spettacoli. Il ritorno di Adamo: Ho cantato per
regine e minatori Next.Quando la piazza degli scontri sar solo
virtuale Lincontro.Abderrahmane Sissako: Truffaut chi?
I cassonetti generano mostriIn esclusiva per Repubblicaun nuovo
racconto del disegnatoreche sta portando il graphic novelnelle case
degli italiani
Zerocalcarenella cittdei Puffi
Repubblica Nazionale 2015-05-10
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la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 26LA DOMENICA
Il racconto. Zerocalcare
Repubblica Nazionale 2015-05-10
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la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 27
Repubblica Nazionale 2015-05-10
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la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 28LA DOMENICA
Il racconto. Zerocalcare
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la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 30LA DOMENICA
Il racconto. Zerocalcare
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la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 32LA DOMENICA
SIMONETTA FIORI
ROCCAMARE (GROSSETO)
UN PEZZETTO ALLA VOLTA, MAI TUTTA INSIEME. La vita devi
guardarla cos, altrimenti ti sco-raggi e smetti di vivere. Carlo
Fruttero non faceva che ripeterlo alla figlia Carlotta. Unpasso
dietro laltro, poi si vede. In fondo anche per la scrittura
funzionava allo stessomodo. Un taccuino dietro laltro, centinaia e
centinaia di block notes, migliaia di pa-gine a quadretti che ora
traboccano dalle scatole di Ikea nello studio di Roccamare.Lui non
sera mai fermato a guardarli tutti insieme, ancora meno a farne un
monu-mento, forse per non smettere di scrivere, anche se a tratti
ne fu molto tentato.
Il taccuino per Fruttero era come la lancia per don Chisciotte o
la lampada per il Ge-nio: una protesi o una metafora dellartigiano
letterario, anche un rifugio sereno e unluogo dove vivere una vita
parallela, colorata di ottimismo e sense of humour. Perchla vita
vera non appariva poi cos leggera, ma questo era un segreto da non
lasciarsisfuggire. Meglio tuffarsi dentro i quaderni che ora
custodiscono tutti i suoi libri, scrit-
ti da solo o in ditta con Lucentini, da La donna della domenica
a Mutandine di chiffon, e poi i diari di viaggio, gli in-contri con
Beckett che si fidava solo delle sue traduzioni, perfino il journal
sui primi passi dei nipotini. Scriveva ovun-que, Fruttero. In
giardino sotto lampio cedro, o nella vecchia bergre celeste polvere
in soggiorno, o appoggiato sultavolino fiorentino della sua piccola
stanza. Lo faceva nella sua ultima casa in Maremma come nelle
precedenti abi-tazioni torinesi. Inavvicinabile, specie se con il
cappello in testa. Chino su quei fogli in silenzio finch un suo
se-gnale consentiva laccesso. Allora metteva da parte il suo
taccuino di creature lievi per immergersi nellom-bra calata
allimprovviso sulla biondina allegra che aveva sposato. Una grazia
da libellula, cos la ri-trasse in un racconto, perduta dietro i
richiami della malinconia. Sono come schizofrenico, confessuna
volta alla figlia che condivideva con lui la depressione di Maria
Pia. Divertente e ironico nella scrittu-ra, la lama spietata del
tedio assoluto tra le mura di casa. Tent di esorcizzarla
raccontandola in un ro-manzo, Enigma in luogo di mare, con quel
personaggio femminile che ossessivamente conta e ricontale
pilloline nella scatola, cambia continuamente idea, si veste per
andare a fare due passi e poi da-vanti allascensore simpunta e
torna indietro. Lunico libro che la moglie, sua sapiente
lettrice,non riusc a concludere.
Quante storie scorrono nei taccuini, anche una storia di
divorzio. Su fogli bianchi strappa-ti da un block notes appuntata
la brutta copia di una lettera, forse la pi difficile da scri-vere.
Caro Einaudi, e un maremoto di cancellature, segnacci,
ripensamenti. la sua let-tera di dimissioni dalla casa editrice.
Nel 1961 Fruttero ha trentacinque anni, un brillan-te redattore non
di unazienda editoriale ma del tempio della cultura italiana, e
quelladdioallimperatore Giulio non deve essere facile. Ma ha gi
scelto Mondadori e la collana di fanta-scienza Urania. Nella
lettera farfuglia di maggiore libert per la sua vita privata e cose
simili.
Dentro gli scatoloni custoditi dalla figlia nello studio
della casa in Maremma, block notes, appunti
e lettere raccontano metodo e stile di lavoro
(da solo o in dittacon lamico Franco Lucentini)
di un grande maestro dellironia e della leggerezza
La verit che lui in via Biancamano nonsi era mai sentito a suo
agio. Ernesto Fer-rero lo ricorda in raccapriccianti sandali
dicuoio fatti con le sue mani che contrastano conle morbide giacche
inglesi del padrone. Di certonon era il tipo dellintellettuale
engag. In Night ofthe Telegram, avrebbe narrato come vissero in
casaeditrice linvasione sovietica di Budapest: lui rincorso
daGiulio Einaudi che gli fa tradurre in inglese un suo fu-moso
testo indirizzato niente meno che alle Nazioni Uni-te. Laria fritta
intraducibile, annota Fruttero.Chiunque abbia frequentato la lingua
e la cultura in-glesi sa che un appello compilato nel gergo della
sinistraitaliana non ha alcuna possibilit di trasposizione.
As-sistito da Giulio Bollati, il giovane editor riusc a portarea
termine la sua storica missione. Ma cinque anni dopoavrebbe
preferito uscire definitivamente dalla Storia.
Il segreto dei taccuini anche in quella visione
accon-discendente della vita, di compassione per ogni conce-pibile
debolezza e contraddizione, sentimento che lo fe-ce innamorare di
Franco Lucentini. Dalle carte spunta-no le lettere scherzose
dellamico che gli propone corsidi alfabetismo per le madame
torinesi, inclusa la si-gnora Einaudi. Si erano piaciuti sin
dallinizio, uniti dalsenso dellumorismo e da una disastrosa
tenerezza ver-so le minime cose del creato. Nonostante qualche
diffi-colt negli esordi le lettere alla moglie pubblicate quia
fianco ne sono mite testimonianza formarono la dit-
ta pi rimpianta del Novecento letterario. Solo il volo di
Lucentini sarebbe riuscito a separarli. Per Carlo non fuuna
sorpresa. Quando la mattina del 6 agosto del 2002 Carlotta gli
disse di Franco, lui si limit a chiedere co-
me. Come aveva fatto. Si lasciato cadere gi dalle scale. E
certo, non gli hanno dato alternative. Hadovuto fare da s, come
sempre, fino alla fine. Povero Franco. Suicidio da bricoleur, annot
sul tac-
cuino. E poi pi o meno argomentava: anche nella scrittura
trovava sempre un modo per andareavanti, non sar stato un problema
farsi largo in una tromba delle scale cos stretta. Lo disse an-
che nellorazione funebre e ancora oggi nel suo studio poggiata
la cartolina che gli mandCeronetti: Senza pedali dorgano eppure
immediatamente ricevibile da tutti. Un ser-
mo funebre esemplare. Sullaltro lato della cartolina, un monaco
tibetano dalla fac-cia un po scimmiesca. Toh, ma questo Franco, fu
la reazione di Fruttero nel ri-
ceverla. Non lo videro mai piangere, ma in quei giorni andava
spesso a passeggiareda solo in pineta. I taccuini avevano anche una
funzione simbolica. Quando ne perse uno, tra i cuscini
del divano, pens che fosse arrivato il momento di chiudere.
Accadde dopo la morte di Lu-centini, nel periodo in cui faticava a
imboccare nuove strade. Finalmente ci era riuscito, ma
quel maledetto block notes non si trovava pi. Un segnale, decret
lui al telefono con la fi-glia. Non devo scrivere pi. Fin quando il
quaderno rispunt da sotto il sedere di unospite.
Sarebbe diventato Donne informate dei fatti, il primo romanzo
scritto dopo la morte di Franco.Poi venne il momento di metter da
parte i taccuini, sopraffatti da due infarti e cinque pace-
maker. Ma grazie alla infaticabile Olinda cos si divertiva a
chiamare Carlotta, ispirato dai dia-bolici assassini di Erba
Fruttero continu a passeggiare nella fantasia, dettando alla figlia
le sche-
de dei capolavori prediletti. Lamatissimo Flaubert, insieme a
Manzoni e a Pinocchio. E poi Tucidide,Plutarco, e via via fino ad
arrivare ai contemporanei. Un pezzo alla volta, ripercorreva la sua
vita da let-
tore. Sempre pi stanco, obbligato al letto, ormai al termine del
viaggio. Ma meglio non guardare la fine,non tutta insieme,
altrimenti ci si spaventa. Ancora un po per volta, un racconto
dietro laltro per allonta-
narla, la fine, in fondo aveva fatto lo stesso Sherazade.
Abbiamo dimenticato la scheda su Melville! Domanimattina te la
detto, disse a Carlotta prima di addormentarsi. Chiss se ha sognato
Moby Dick.
IL LIBRO
DA UNA NOTTEALLALTRA.
PASSEGGIANDO TRA I LIBRI IN ATTESA
DELLALBA(MONDADORI,
154 PAGINE, 12 EURO)CONTIENE LE SCHEDECHE CARLO FRUTTERO
DEDICAVA AI SUOICAPOLAVORI PREFERITI.
SAR PRESENTATODALLA FIGLIA CARLOTTA
INSIEME A ERNESTOFERRERO E MASSIMO
GRAMELLINI AL SALONEDEL LIBRO DI TORINO IL 18 MAGGIO ALLE 17
PREMIATA DITTA
CARLO FRUTTERO (A DESTRA) CON FRANCOLUCENTINI. SOPRA, LO STUDIO
CON LA SCRIVANIA
E LA LIBRERIA DI FRUTTERO NELLA CASA DI ROCCAMARE; IN ALTO, I
TACCUINI
USATI PER SCRIVERE INSIEME A LUCENTINI ENIGMA IN LUOGO DI MARE
(1991). NELLA FOTO
GRANDE AL CENTRO, FRUTTERO DA GIOVANE
Linedito. Sudate carte
Nei
ditaccuini
RIPRODUZIONE RISERVATA
Fruttero
Repubblica Nazionale 2015-05-10
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MERCOLED
CARA PIA, CI SONO VENUTE
parecchie idee: due a me,
perfette, che potrei
mettere gi in pochi giorni.
Ho spiegato a F. il fatto dei
due nomi, e gli ho detto di scegliersi uno
dei due schemi, che ne potevamo fare
uno per ciascuno, rivendendoci
reciprocamente il lavoro in serata. Sulle
prime sembrava convinto, ma poi, per la
fama di non combinar niente se lasciato
solo, tornato sullidea del lavoro in
coppia. Io non vedo bene come si possa
fare in concreto, a me mi rallenta,
piuttosto; e cos adesso cerchiamo un
tema che abbia due parti molto diverse
fra loro (F. mi grida adesso
che si potrebbe
fare una
partita a
scacchi, con
personaggi che
agiscono gli uni
contro gli altri, e
poi alla fine si
scopre appunto
che erano i due re, le
due torri ecc, mosse
da due forze - cio
noi - esterne).
Vedremo comunque
domattina, ma se mi
alzo prima di F., comincio
una delle mie due, ch
tanto poi mi serve sempre.
C.
DOMENICA SERA
Cara Pia, al terzo giorno di
lavoro siamo arrivati a pag. 13,
che un po sotto la media di 5
pag. al giorno che ci eravamo
prefissa. Ma insomma, siamo partiti. La
nuova trama in piedi, e con vari (e
difficili) aggiustamenti riusciamo a
utilizzare buona parte del gi fatto.
Lidea sarebbe di venir via di qui con 70-
80 pagine finite, farsi dare un grosso
anticipo dalla Mondadori, e finire il tutto
in settembre a Roccamare, tenendo a
bada la T.V. con la scusa (diciamo cos)
che non ci hanno pagati in tempo e che
noi avevamo bisogno di soldi.
Larchitetto viene assassinato nel primo
capitolo, lassassino non ti dico chi .
Lavoriamo pi duramente e pi a lungo
di quanto abbiamo mai fatto, ma sono
deciso a levarmi dai piedi questa roba
una volta per sempre. Il risultato sembra
buono, e comunque divertente e
leggibile, se non proprio finissimo. (Ma
tanto, chi se ne accorge, salvo noi?).
Vi abbraccio
Carlo
Ma che faticascriverea quattro mani
LE LETTERE
IN ALTO, LA LETTERA DI DIMISSIONI DALLEINAUDI
SCRITTA A MANO DA CARLO FRUTTERO,
PIENA DI CANCELLATURE E RIPENSAMENTI.
ACCANTO, UN RITRATTO DI FRUTTERO FATTOGLI DA UN AMICO NEL
1991.
QUI SOPRA, LORIGINALE DI UNA DELLE LETTERE
ALLA MOGLIE PIA CHE PUBBLICHIAMO
ACCANTO
RIPRODUZIONE RISERVATA RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCOLED 5
ECCEZIONALE ALFABETA!
ricevendo allistante la lettera di Carlo riferente il tuo
detto
memorabile, allistante, preso da gioia straordinaria, voglio
esternarti il mio pi vivo compiacimento e laugurio che tu,
indirizzando ben pi proficuamente il tuo background
sociologico assistenziale, inizi subito dei CORSI DI ALFABETISMO
per
le madame torinesi, cercando cos sarebbe davvero questa
lunica
possibilit, e tu sola potresti farlo Lady With (out) An
Alphabet! di
toglierle dal loro stato selvaggio! Tra le prime iscritte,
naturalmente, ci
sarebbero Graziella, Marisa, Pilin... Ma chiss che un giorno,
seduta
nelle ultime file e cercando di passare inosservata, tu non
scorga la
stessa madama Einaudi che prende appunti! Mentre fuori, tra le
altre
macchine che attendono tutte queste signore per riportarle a
casa
dopo la lezione, figurano quelle di due convertiti: un
vecchio
camioncino SPA (in sostituzione della pseudo-Rolls Royce) e
unarrugginita bicicletta (seppur ancora recante, sulla canna,
un
piccolo stemma baronale). Evviva! Simone aggiunge i suoi
abbracci.
Allievo Alf. Lucentini Franco
Carlo, urgealfabetizzarele madametorinesi
FO
TO
EN
ZO
RU
SS
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la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 34LA DOMENICA
Cinquantanni fa
grid a tutto il mondo
il suo Perduto amor
Ora, dopo 80 milioni
di dischi venduti,
Salvatore Adamo
tornato.
Con il romanzo
della sua vita
GIUSEPPE VIDETTI
ROMA
QUAL IL SEGRETO di Perduto amor, la canzone con cui Adamo
cistrizz il cuore in quellestate di cinquantanni fa? PerchFranco
Battiato si tanto affannato a spogliarla degli eccessiproustiani
per ricantarla e farne il titolo di un suo film? Perchquelle
vecchie canzoni non cessano di creare struggimento?Per Vinicio
Capossela, Adamo un culto; Roberto Vecchioni si offerto di tradurre
in italiano suoi brani umoristici finora in-cisi solo in francese.
Nanni Moretti ha citato Lei sia in EcceBombo che ne Il caimano,
come hanno fatto Verdone, Miche-le Soavi e Valerio Mastandrea con
La notte. Il regista curdo Hi-ner Saleem ha voluto Tombe la neige
nel film Vodka Lemon.Sar che certe melodie sono droghe. Se ti
prendono alle spal-
le non te le togli pi di dosso. Ce ne sono di particolarmente
assassine che sinsinuano neipensieri e assumono una forma
fotografica; cincolli sopra la tua vita, affidi loro i tuoi
se-greti. Inevitabilmente, ogni volta che le incroci ti prendono
alla gola. Ce ne sono di spie-tate Unchained Melody, Sealed With a
Kiss, And I Love Her, Ruby Tuesday, Cant HelpFalling in Love, Amore
che vieni amore che vai, Col tempo sai capaci di paralizzare
al-lascolto anche tiranni e metallari.
Battiato ci ha messo emozione ed eleganza nella cover di Perduto
amor, mi ha toccato, unregalo insperato, dice Adamo, al secolo
Salvatore Adamo da Comiso, provincia di Ragusa,immigrato bambino
con la famiglia in Belgio. Il signore, sprofondato nel divano di un
crepu-scolare hotel romano tanto caro agli scrittori, di quei
distillati di malinconia ne cant a doz-zine negli anni Sessanta.
Ora, dopo anni di assenza, torna in Italia non per un revival
showma con un romanzo, La notte lattesa (pubblicato nei paesi
francofoni nel 2001 e ora pro-posto in italiano da Fazi Editore), e
si scopre che neanche gli intellettuali restarono insensi-bili a
quei languidi richiami del cuore. Nel 1969, racconta, Dino Buzzati
gli scrisse: Si d il ca-so che da parecchio tempo io ho un disco
suo (grande), che ho ascoltato decine di volte, e ascol-to ancora
con grande piacere, e commozione. Per la musica, la voce, lumanit.
E io non sonoaffatto uno specialista di canzoni, anzi. () Magari
potessi offrirle le parole per una bella in-venzione. Avevo letto
Il deserto dei tartari, Un amore e In quel preciso momento,
raccoltadi prose brevi che mi ispirarono due canzoni in francese,
Plus tarde De quoi as-tu peur, imb-
Spettacoli. Les italiens
IERI E OGGI
SOPRA, IL 45 GIRI
CON LE SUE PRIME
CANZONI IN ITALIANO
(1962). A DESTRA,
ADAMO OGGI A 71 ANNI.
LE FOTO DI QUESTE
PAGINE SONO
PUBBLICATE PER
GENTILE CONCESSIONE
DEL COLLEZIONISTA
FRANCESCO PIGA
regineeminatori
LE COVER
LA NOTTE (1965)
FU UN SUCCESSO
MONDIALE. ECCO
LE COPERTINE
DEL DISCO USCITE
NEI DIVERSI PAESI
DEL MONDO.
DALLALTO
IN SENSO ORARIO:
IN ARGENTINA,
SPAGNA,
JUGOSLAVIA,
UNIONE SOVIETICA,
GIAPPONE
E IN FRANCIA
cantatoHo
Repubblica Nazionale 2015-05-10
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cile. Buzzati ha una forza narrativa e filosofi-ca che io ho
sempre avvicinato a Jacques Brel,che a sua volta si ispirato al
Deserto dei tar-tari in Zangra, conferma Adamo.
Non si dileguato con gli anni Sessanta,non si sciolto nelle sue
melodie, nei paesifrancofoni sempre rimasto in attivit.Canto da
cinquantanni. Vinsi il primo con-corso canoro quando ne avevo
sedici. Ora neha settantuno ed stato riscoperto dal pub-blico
giovane alla met degli anni Novantagrazie a una sua canzone
umoristica, Les Fil-les du Bord de Mer, ripresa dal rocker
belgaArno. Nel frattempo il cantante di Cade la ne-ve(1965), la
canzone che fece il giro del mon-do e che lartista cant anche in
spagnolo, te-desco, turco e giapponese, ha iniziato unacarriera
parallela come scrittore. La storia diJulien, limprobabile aiuto
becchino prota-gonista di La notte lattesa (il titolo france-se
assai pi in sintonia con la rechercheme-lodica del cantante: Le
souvenir du bonheurest encore du bonheur, il ricordo della felicit
pur sempre felicit) solo parzialmente au-tobiografica. Come Adamo,
Julien un rital,figlio di emigrati italiani in Belgio, ma im-merso
in una fiction in cui lautore riesce mi-racolosamente a tradurre in
un brillante lin-guaggio letterario gli elementi chiave deisuccessi
canori: tenerezza, poesia, nostalgia.Ho voluto camuffare molti
degli elementibiografici con situazioni di fantasia. Il fattoche
mio nonno fosse responsabile del con-sorzio dellacqua di Comiso
vero, vero an-che che aveva cominciato a bere e aveva fat-to una
fine un po triste. Io gli ho regalato unamorte pi poetica, sulla
panchina del parcoche doveva sorvegliare, con la pioggia che scesa
allimprovviso dopo un interminabileperiodo di siccit.
Riaffiorano i ricordi: il traghetto Messina-Reggio Calabria che
gli sembr pi grandedel Rex di Amarcord, la stazione di Milano incui
per pochi minuti perse di vista i genitori esi sent perduto, i
primi anni vissuti nelle ba-racche degli italiani accanto alla
miniera dicarbone di quel plat pays amato e odiato daBrel, ladorato
nonno di Comiso che, quasipresagisse il suo destino, gli fece
arrivare aJemappes una chitarra, i sabato sera in cui lacomunit
italiana si riuniva a far festa e ibambini cantavano per i minatori
sfiancati.Quella voce rauca e sottile che ancora ho mifaceva
sentire inferiore. Miscrissi alla Cho-ral Saint Martin del paese,
ma il curato mi fe-ce capire che non avevo la voce dangelo
chesaspettava. Frustrato, mi mettevo davantiallo specchio e imitavo
Elvis usando la scopacome fosse una chitarra. Poi una volta,
avevododici anni, in una cioccolateria che aveva unpodio per i
musicisti di strada, in preda a unraptus cantai una canzone di Luis
Mariano evinsi due chili di cioccolato. I miei credetterolavessi
rubata.
Quando aveva tredici anni, nel 1956, il di-sastro di Marcinelle,
incidente in minierache caus la morte di
duecentosessantadueminatori, in gran parte italiani, fu uno chocper
la comunit. Ho vissuto per tre anni inquella citt di baracche
accanto alla miniera,il tempo scandito dalla campana che
annun-ciava il pericolo, ricorda. Incidenti ce ne-rano spessissimo,
in uno mio padre rimase fe-rito alla schiena in modo grave.
Marcinelle fuuna tragedia annunciata. Poi nel 96 lamarascoperta:
mio padre era stato merce di scam-bio, carne da macello come si
diceva. Vennealla luce un documento in cui il Belgio sim-
pegnava a inviare una tonnellata di carboneallItalia per ogni
lavoratore mandato in mi-niera. Tre anni dopo Marcinelle, Adamo
vin-se il primo concorso canoro allinsaputa dimio padre. Erano
tempi duri, non potevo dir-gli che trascuravo gli studi, inoltre la
sua opi-nione era che con questa voce non ce lavreimai fatta.
Pap Antonio aveva sottovalutato il fattoche, con quella faccia
dangelo, Adamo ave-va gi realizzato la met del miracolo del pop,il
resto lavrebbe fatto proprio quella vocesottile e rassegnata.
Divent una star mon-diale: in Iran cant per lo Sci. Conservo
an-cora le sette monete doro che mi regal Fa-rah Diba. Ero
incosciente. Non capivo esatta-mente cosa stesse succedendo,
confessa.Per fortuna cera mio padre che dopo quelconcorso divent il
mio vero, unico mana-ger. Tanto famoso gi nel 1964 da essere
in-vitato a far da interprete ai Beatles dopo il lo-ro famoso
concerto allOlympia di Parigi. Etanto pi star, due anni dopo, da
solleticarelinteresse di George Martin che, duranteuna session ad
Abbey Road, lo present aiFab Four che per lui intonarono La
Marsi-gliese, o almeno cos credetti, che mi aves-sero scambiato per
francese; in realt stava-no solo provando All You Need Is Love,
loavrei scoperto pochi mesi dopo ascoltando lacanzone su disco.
Oltre al potere del suo melisma, Adamoera diventato un sex
symbol. Ancora arrossi-sce se ci ripensa. Le giuro che non ne ero
con-sapevole. Ero candido, ingenuo. Certe signo-re mi facevano
allusioni che non capivo, e sele capivo abbassavo gli occhi. Grazie
al mor-boso interesse femminile, il dolce Adamo di-vent un idolo da
rotocalco. Soprattutto do-po la strombazzata love story con Paola
Ruffodi Calabria, futura regina di Belgio. La tramaera perfetta per
i lettori di Grand H-tel e Bolero Film: la bella principes-sa
(italiana) sinnamora del bel fi-glio di un minatore (italiano).
Pec-cato fosse solo una bufala architet-tata da un settimanale
(italiano).La canzone Dolce Paolafu anzi scritta con lacomplicit
della principessa, assicura timi-damente. Ne ho parlato
recentemente auna cena con suo figlio Filippo, proprio seimesi
prima che diventasse re. Si divertitocome un pazzo.
Ora che lambizione del narratore ha pre-so il sopravvento
lavventura pop le sembrasolo unarte minore? Che lo fosse lo sape-vo
dallinizio, mormora. Solo Brel, Bras-sens e Ferr hanno innalzato la
canzone a li-vello di Victor Hugo. Conosco i miei limiti,non
bastano ottanta milioni di dischi ven-duti ad arrivare a quei
maestri. Ma in tardaet ho affrontato la carriera di scrittore
conresponsabilit e onest artistica. Alla lette-ratura non sono
arrivato impreparato: com-pro tutti i libri che ho limpressione di
doverleggere. Ho una enorme biblioteca dove avolte scopro dei
tesori. Due mi hanno ulti-mamente preso alla gola: Les jours,
lesmois, les annes del cinese Yan Lianke, eSalvare Mozart di Raphal
Jerusalmy. Ro-manzi brevi che ho letto in tre ore e mi han-no
rigenerato. Allultima canzone che hascritto (e non ancora
pubblicato), Chantez,Adamo ha aggiunto un verso dopo la stragedi
Charlie Hebdo. E io ho pianto come voiper lo spirito di libert
abbattuto comeunaquila in volo.
SONO NATO A COMISO,SIAMO EMIGRATI IN BELGIO,MIO PADRE LAVORAVA A
MARCINELLE,LITALIA SE LERA VENDUTOIN CAMBIO DI UNATONNELLATA DI
CARBONE.IL PARROCO MI FECECAPIRE CHE NON EROADATTO AL CORO E
ALLORAMI MISI A IMITARE ELVISCON UNA SCOPADAVANTI ALLO SPECCHIO
S VERO, MI SONO ESIBITOPER LO SCI, CONSERVOANCORA LE MONETEDORO
CHE MI DIEDE FARAHDIBA. QUANTO AI BEATLESUN GIORNO MI HANNODEDICATO
LA MARSIGLIESEIO INVECE HO DEDICATOUNA CANZONE ALLA REGINAPAOLA, MA
NON VERO CHE ERA LA MIA AMANTE:LHO DETTO ANCHE A SUOFIGLIO FILIPPO
TEMPO FA
SOLO BREL, BRASSENSE FERR HANNO INNALZATOLA CANZONE A LIVELLODI
VICTOR HUGO. IO HOINIZIATO DOPO I SETTANTALA MIA CARRIERA DI
SCRITTORE, MA CON ONEST. MI ISPIRO ALLA MIA BIOGRAFIA, POI INVENTO:
MIO NONNOFECE UNA FINE TRISTE, IO GLI HO REGALATO UNA MORTE PI
POETICA
RIPRODUZIONE RISERVATA
IL LIBRO
LA NOTTE... LATTESA DI SALVATORE ADAMO, APPENA USCITO IN
LIBRERIA PER FAZI(288 PAGINE, 17,50 EUR0):LILLUSTRAZIONE DI
COPERTINA UN INEDITO REGALATOGLIDA DINO BUZZATI
MEMORABILIA/1
IN ALTO, UN GIOVANISSIMOADAMO ALLA CHITARRA AL TEATRO ALHAMBRA
DI PARIGI NEL 61, DOVE VINCEIL CONCORSO CANORO DI RADIO LUXEMBOURG
E PUBBLICA IL PRIMO DISCO.SOTTO: AL CONCERTO PER LA CROCE ROSSA
ALLO STADIO HEYSEL DI BRUXELLES NEL 1964STRINGE LA MANO ALLA REGINA
FABIOLA, TRA LA PRINCIPESSA PAOLA E IL PRINCIPE ALBERTO; CON
CHARLES AZNAVOURNEL CAMERINO DEL TEATROOLYMPIA DI PARIGI NEL 65
MEMORABILIA/2
PIATTI, BICCHIERINI,
PORTACHIAVI
E ALTRI GADGET
CON LIMMAGINE
E LAUTOGRAFO
DI SALVATORE
ADAMO, IDOLO
PER MILIONI
DI FAN.
IN ALTO, ANCHE
UN SEGNALIBRO
CON LE SUE
FOTOGRAFIE
Repubblica Nazionale 2015-05-10
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le proprie gri-da di protesta o
scannerizzare ilproprio corpo. Le im-
magini digitali sono poistate proiettate su uno
schermo di fronte al Congresso. Eanche qui la battaglia vinta.
Senza
vetrine sfasciate, senza becera animositche guida gli
incappucciati di mezzo mondo.
Tutti ipnotizzati nel vedere lhi-tech piegato alleesigenze di
chi protesta contro il bavaglio allastampa. Invisibili, certo. Ma
alloccorrenza anchedotati di corpo. Un corpo ovviamente fatto
dinne-sti, mutato. Perch in tanti gi sinterrogano sullepossibilit
del biohacking. Per visualizzare: pen-sare a qualcosa che sta a met
strada tra il prototi-po di un X-Man e il subcomandante Marcos.
Chipinstallati sotto lepidermide che consentono di ru-bare dati da
ogni dispositivo elettronico che vienesfiorato. E gli hacker
freelance o quelli al serviziodei governi che rubano miliardi di
password ogni
bernetici dai quali si controllano le vite dei cittadi-ni.
Saranno sabotaggi invisibili. Una lotta estesa,senza quartiere n
piazza, per il dominio di quellospazio simbolico in cui si articola
il discorso pub-blico. Manifestare significher innanzitutto
occu-pare siti istituzionali, penetrare nei sistemi infor-matici
che garantiscono la sicurezza di enti pub-blici e privati, di
aziende e multinazionali. La feno-menologia della protesta? Da
ripensare. Ancheperch teoria e prassi delle new riot sono gi tra
noi.
E le armi in possesso dei disobbedienti digitalisembrano finire
solo dove finisce lo sviluppo dellenuove tecnologie. Si legge di
clickactvism, il ten-
LA MEZZANOTTE
del primo maggio2015 passata da po-co. Le forze
dellordinecontinuano la ricerca deimembri del Black Bloc, il
blocconero che ha minacciato di rovinare lagiornata inaugurale
dellExpo. Perquisi-zioni, fermi, sequestro di oggetti
contundenti.Ma in quei minuti ci si accorge che una parte del
con-flitto anche altrove. Non solo sulle strade, come vedremo,non
nelle case occupate. I guerriglieri dellhacktivism, Anonymous,
la
moltitudine senza volto, gli hacker che controllano la parte
antagonista del cyberspazio, mettono a se-gno il proprio colpo,
meno choccante rispetto alla guerriglia urbana che scoppier facendo
il giro delmondo allindomani: violano il sito dellEsposizione
universale, impediscono la prevendita dei bigliet-ti. Un pugno alla
macchina economica di Expo. La reazione immediata. Il sito viene
ripristinato. Ma labattaglia simbolica sul web vinta dai seguaci di
Guy Fawkes, il cospiratore dinamitardo che anim lacosiddetta
congiura delle polveri inglese nel 1605 il cui volto, reso noto
dalla maschera di V per ven-detta, diventato anche quello dei
sabotatori odierni.
Le proteste del futuro saranno sempre di pi fatte di circuiti
elettrici, di software lanciati da terminalilontani, di masse
incorporee di manifestanti. Di virus e di ologrammi. Di violazioni
dei non luoghi ci-
la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 36LA DOMENICA
Next. Tutti a casa
CARMINE SAVIANO
LINSIEME DELLE TECNICHEDEGLI ATTIVISTICHE SCELGONO LA RETE
COMECAMPO DAZIONE
Hacktivism
SI PARTECIPERAI CORTEIVIA OCULUSRIFT. COME GISPERIMENTATODAL
FILM
"MILLIONSMARCH"
IN FUTURO SARPOSSIBILE INNESTARESOTTO PELLE CHIP IN GRADO DI
RUBAREDATI DA DISPOSITIVIELETTRONICI
Biohacking
Clickactivism
DAGLI OLOGRAMMI AI GRAFFITI DIGITALI. UNA DELLE FORME
NON-VIOLENTE PI DIFFUSE.UNIMMAGINE O MESSAGGIOPER IMPORSI
ALLATTENZIONE
Visual street art
Cracking
OLOGRAMMA
GRAZIE AL LASER SI PU
CREARELIMMAGINETRIDIMENSIONALEDELLOGGETTOPROIETTATO
NETSTRIKE
MOLTIPLICAREGLI ACCESSI A UN SITO INTERNETPER
RALLENTARNELATTIVIT O MANDARLO IN TILT
MAILBOMBING
BOMBARDARE DI MAILUN SITO ALLO SCOPODI PARALIZZARNE LE
FUNZIONALIT ANCHE INFILTRANDOVIRUS
CRACCARE
VIOLAREILLEGALMENTE UN SISTEMAPROTETTO E ACCEDERE A UN
SOFTWARE
HACKER
ESPERTOINFORMATICO IN GRADO DI TESTARELA VULNERABILITDELLE
RETIPROTETTE
GLOSSARIO
LE TECNICHE
Scontridipiazza.
LA FORMA PI VIOLENTADI INTRUSIONE DIGITALE.VENGONO VIOLATI
SISTEMI CHE CONTENGONODATI SENSIBILI, COMEPASSWORD E CARTE DI
CREDITO
IL NUOVO PORTA A PORTA: PIATTAFORME E ASSOCIAZIONI CHE
COINVOLGONO I CITTADINI NELLE PROPRIECAMPAGNE DOPINIONE
tativo di coinvolgere i cittadini in campagne di opi-nione
pensate esclusivamente per la rete. Poi ba-sta aprire i giornali
dell11 aprile di questanno:Madrid invasa da migliaia di
manifestanti virtua-li. Da ologrammi. Una forma di protesta che
lasciaa bocca aperta innanzitutto le forze dellordine. Gliavatar in
3D dei partecipanti al corteo erano statirealizzati attraverso il
sito hologramasporlaliber-tad.org dove gli utenti avevano potuto
registrare
Cortei per soli fantasmi e campagne dopinione
che mobilitano ma esclusivamentein rete
Come e perch le rivolte del futuro
non sarannopi in citt
Metarealt
Repubblica Nazionale 2015-05-10
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anno finiscono direttamente nella preistoria. Sfio-rare il pc di
un membro dello staff del presidentedegli Stati Uniti. Passare la
mano sul telefonino diun capitano dindustria. Toccare un server di
unamultinazionale. E chiss quali informazioni sar ingrado di
diffondere lo Snowden prossimo venturo.Craccare, intrufolarsi nei
sistemi pi nascosti, vio-lare le segrete e digitali stanze delle
multinazio-nali. Anche questo versante sar al centro delleproteste
che verranno. E i nuovi ribelli saranno na-scosti dietro piccoli
dispositivi. Una sequenza di ta-sti per lanciare le proprie azioni.
Baster unosmartphone. Che da terminale passivo di ricezio-ne di
inviti alla mobilitazione il campionario de-gli ultimi anni senza
fine diventer il luogo dalquale far partire azioni di massa per
mettere sottoscacco reti di sicurezza, per mandare in tilt i
siste-mi di comunicazione, per generare black out pi omeno
estesi.
E lo scontro non sar solo frontale. Perch le nuo-ve tecnologie
consentono anche di ripensare tuttoil vocabolario della
non-violenza. Gli esempi di vi-
sual street art in rete sono gi tanti. Si lotta con imessaggi,
si declinano gli insegnamenti delmarketing per mettere a punto
campagne di opi-nione in grado di oscurare qualsiasi tipo di
propa-ganda. Basta unimmagine riuscita, basta unasemplice
intuizione per arrivare dove nessunaprotesta di piazza potr mai
arrivare: perch ilpubblico che popola il web potenzialmente sen-za
fine. Levoluzione del blogger: da pensatore so-litario a monade
inserita allinterno di una prote-sta diffusa, senza centro,
incontrollabile.
Poi le petizioni, le raccolte di firme. Lesempioda fare quello
di Avaaz, di Change.org. Asso-ciazioni che stanno trasformando le
proteste siadal punto di vista qualitativo che da quello
quan-titativo. Con lambizione di comunicare alli-stante a ogni
cittadino del villaggio globale qua-li sono le linee di faglia su
cui si misurano gli scon-tri sociali.
Cosa ne sar di picchetti, flash mob, blitz not-turni, sit-in,
scioperi della fame, occupazioni, cor-tei, volantinaggi,
manifestazioni? Di sicuro reste-ranno tra noi ancora per un bel po.
Sempre pi co-me momenti finali di proteste nate altrove e che
al-trove mettono a segno i propri punti, le proprie vit-torie e le
proprie sconfitte. In un altrove fatto di co-se immateriali, in
quellaltrove che ci avvolge e chechiamiamo Rete. E l che le visioni
si confrontano,che si decide quel che resta dei conflitti
ideologici.Il punto non trasformarla in uno specchio vuotosenza
anima, incapace di empatia. Perch e que-sto come sempre le proteste
riuscite sono soloquelle che arrivano a scalfire la patina di
indiffe-renza che ci separa dagli altri.
la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 37
RIPRODUZIONE RISERVATA
AVATAR
IMMAGINEARTIFICIALE SCELTAPER LA PROPRIARAPPRESENTAZIONENELLA
REALTVIRTUALE
LEAKS
IN INGLESE,FUORIUSCITE: ORMAIINDICANO LE FUGHEDI NOTIZIE E
DATIRISERVATI PER LADIFFUSIONE A TUTTI
TIMELINE
Virtuale
2007Le primavere arabeche attraversano gli stati del
Nordafricatrovano nei socialnetwork il luogo in cui
diffonderecontenuti, annunci e richieste del movimento
Nel giorno daperturadellExpo 2015,Anonymous mettea segno un
colpo a effetto: il sito ufficialedellesposizione violato e la
vendita di biglietti resaimpossibile
2011 2012
2015Madrid ospita, a marzo, la primamanifestazione di piazza
fatta da ologrammi.Leffetto da occhisbarrati. Si protestacontro la
leggebavaglio
2015
Hacker russi sono sospettati di averviolato le banche datidi
centinaia di aziende. Le password degli utenti rubatesarebbero
oltre un miliardo
2013
Yoani Snchez apre il suo blogGenerazione Y. Per la prima voltasi
articolano con sistematicit le voci delladissidenza al regimedi
Fidel Castro a Cuba
Passeranno alla storiacome le prime protestevia Blackberry. A
Londra migliaia di giovaniorganizzanomanifestazioniutilizzando il
serviziodi messaggistica
Repubblica Nazionale 2015-05-10
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la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 38LA DOMENICA
Alla grigliaTra le specie pi diffuse nelle acque italiane, il
branzino d il meglio di s cotto sulla griglia Con contorno di
patate
LICIA GRANELLO
A RETE PIENA DI PESCI FU PORTATA DENTRO LA GROTTA buia e
af-fumicata, in mezzo alla quale friggeva una gran padelladolio...
Come potete immaginarvelo, i naselli, i muggi-ni, le sogliole, i
ragnotti e le acciughe andarono tutti allarinfusa nella conca a
tener compagnia alle triglie. Lulti-mo che rest nella rete fu
Pinocchio. Il pescatore di Col-lodi non va tanto per il sottile,
allestendo il fritto di pa-ranza, dove i muggini son compagni di
sorte del buratti-no pi amato del mondo. Ladattabilit delle specie
itti-che alla diversa salinit dellacqua figlia di unevolu-zione
plurimillenaria. I pesci sanno assecondare il mu-tare delle
condizioni ambientali, cambiando colore,
sesso, e perfino la posizione degli occhi. I pescatori di Como e
di Iseo, che da sempre essiccano al so-le e al vento le sardine di
lago, raccontano come un tempo l ci fosse il mare, e le alici
rimaste im-prigionate nelle conche abbiamo imparato a fare a meno
del sale pur di sopravvivere. Senza toc-care lestremo insipido
delle acque dolci, le lagune si configurano come un buon
compromesso disapidit. Che siano foci o paludi, valli piatte o
ramificazioni dei delta dei fiumi, i flussi cambiano alritmo delle
maree, con le loro variabili di ritmi, venti e portata dacqua.
Risultato: un continuo zig-zagare di durezza ed equilibrio
acido-basico, temperatura e percentuale di cloruro di sodio. Il
sa-crificio dei pesci ben ripagato, perch i sedi-menti depositati
dalla corrente sono ad alto tas-so di fertilit, habitat ideale per
lo sviluppo dimicrorganismi alla base della catena alimenta-re
acquatica. Tutto quanto la mano sciaguratadelluomo devasta e azzera
con la pesca a stra-scico, qui si ritrova intatto e moltiplicato a
mil-le: vermi e molluschi, alghe e mini crostacei,una tavola
imbandita e sicura, in quanto pocoaccessibile ai predatori di
grande taglia. Cos,gli allevamenti estensivi, impiantati
sfruttan-do le caratteristiche idrologiche delle coste ita-liane,
si sono strutturati in vere e proprie oasinaturali, dove i pesci
nascono e crescono in li-bert: niente correnti indotte per
obbligarli anuotare continuamente in circolo, smaltendo(in parte)
il grasso dei mangimi, niente ali-mentazione supplementare, niente
farmaci.Gli esperti sostengono che da un punto di
vistaorganolettico, le carni di muggini e spigole al-
levati tra Comacchio e Orbetello, Cabras e Ve-nezia, sono in
tutto simili a quelle dei fratelli dilenza, risposta eco-gourmand
alla drammaticadiminuzione degli stock marini. Una rete di im-prese
virtuose, messe a rischio dagli scarichi in-dustriali con il loro
carico di veleni, dallerosio-ne salina, che mangia le aree
lagunari, ma an-che dalla diffusione incontrollata di gabbiani
ecormorani. Troverete tutto questo al Porto An-tico di Genova, dove
dal 14 al 17 maggio si svol-ge la settima edizione di Slow Fish.
Tema dellamanifestazione, cambiare rotta per salvare ilmare e
nutrire il pianeta. Tra laboratori dellac-qua e degustazioni,
scoprirete che il pesce sa es-sere squisito anche lontano dai
soliti luoghi e no-mi noti. Che siano di mare o di laguna,
accom-pagnatelo con un bicchiere di Pigato biologicodi Aimone Vio:
il salmastro vi conquister.
Laguna blu. Quandoallevare meglioche andare a pesca
RIPRODUZIONE RISERVATA
I miei tortelli di oratacon ricotta di bufala e
fagioliINGREDIENTI
1 ORATA DI CIRCA 2 KG; 30 ASPARAGI DI MARE; 50 G. DI RICOTTA DI
BUFALA
10 CL. DI COLATURA DI ALICI; 20 CL. DI FRANCIACORTA DOCG;
20 CL. DI FUMETTO DI PESCE; 10 G. DI FINOCCHIETTO SELVATICO
20 CL. DI ACQUA DI OSTRICHE; 50 G. DI FAGIOLI DI CONTRONE
1 LIMONE BIOLOGICO; OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA QB
10 G. DI POLVERE DI POMODORO
Cuocere i fagioli in acqua e verdure, conservarne ventie con il
resto preparare una purea da legare con la ricotta e la cola-tura
di alici. Dissalare gli asparagi di mare e metterli
a bagno con Franciacorta, extravergine e il succo di limo-ne.
Sfilettare lorata e affettarla come fosse una pasta sfo-glia
sottile. Con il resto (pancia e ritagli) preparare unabattuta
condita con extravergine, da aggiungere al ri-pieno fatto di
ricotta, purea di fagioli, dieci asparagi, buc-cia di limone bio e
fiore di sale di Romagna. Avvolge-re il ripieno nella sfoglia di
orata e cuocere a vaporea 55C per quattro minuti. Preparare una
salsa confumetto, Franciacorta, finocchietto selvatico emet acqua
di mare. Mettere i tortelli di orata sul-lacqua di mare coi fagioli
di Controne e la salsa.Rifinire con extravergine e gli altri
asparagi dimare, profumando con la polvere di pomodoro.
L
La ricetta
LO CHEF
VITTORIO FUSARI CUOCO DELLO STELLATOPONT DE FERR,MILANO TRA I
MIGLIORIINTERPRETI DELLA CUCINA DI PESCE DACQUADOLCE E
SALMASTRACOME TESTIMONIALA RICETTA IDEATAPER I LETTORI DI
REPUBBLICA
Lappuntamento
Bottarga di muggine e di tonno tra i protagonisti della
nuova
edizione di Girotonno, a Carloforte, isola di San Pietro,
dal 30 maggio al 2 giugno. In programma, visite alla tonnara,una
delle ultime rimaste in attivit,
e incontri con cuochi, pescatori e trasformatori
Il libro
dedicato alle capesanteCoquilles Saint Jacques, lultimolibro di
Maria Canabal, giornalista
gastronomica franco-spagnola.Oltre alla storia e geografia
della conchiglia cara ai pellegrini del cammino di Santiago
di Compostela, segreti e ricetteinedite dei migliori chef del
mondo
La degustazione
Appuntamento nel golfo di Posillipo il prossimo weekend
con Eb-brezza di mare,degustazione in barca a vela
di vini, fritti &co campani. Levento fa parte di Wine
&The
City, collana di eventi gastro-culturali made in Napoli
per tutto il mese di maggio
MUGGINI E SPIGOLE,CEFALI E ORATE.TRA COMACCHIO
E ORBETELLO,VENEZIA
E LA SARDEGNA,CRESCONO
IN VERE E PROPRIEOASI NATURALI.
E NON HANNONULLA DA INVIDIARE
AI LORO FRATELLI DI MARE
E A GENOVA C SLOW FISH
Sapori. Di sale
Repubblica Nazionale 2015-05-10
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la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 39
MICHELA MURGIA
TRA LE CATEGORIE pi
romantiche
dellimmaginario ce n una
che, sebbene non pi molto
diffusa, quando viene usata
scatena ancora un potente effetto
retorico: quella del villaggio di
pescatori. Lespressione agli ingenui
evoca scenari di costa frastagliata, vecchi
silenti dal volto rugoso e dallo sguardo
acuto, sigarette di trinciato in bilico tra le
labbra screpolate e semi dischiuse, gatti
al sole vicino a chiattini di legno dai colori
vivaci e reti stese ad asciugare su pali di
fortuna. Allarmamentario scenico
mancano solo il maestrale, il mare
infuriato, la salsedine a incrostare le
gomene e naturalmente il pesce,
argenteo e guizzante tra lacqua
trasparente e le mani abili del pescatore
che lo ha meritato sfidando la violenza
della natura. Uscire da questo quadretto
non facile per quelli che in un villaggio
di pescatori ci sono nati veramente, tipo
me, che oltretutto vengo da un paese di
pescatori di stagno, una specie a parte
molto poco apparentata con Il vecchio e il
mare di Hemingway e assai pi prossima
agli allevatori seriali di qualunque altra
specie di bestiame. La laguna del mio
paese unimmensa acquacoltura la
pi grande dEuropa dove i muggini
della leggendaria bottarga di Cabras
crescono fino alla maturit e poi cercano
di raggiungere il mare attraverso i molti
canali in cui li attendono i pescatori. Non
necessario salire in barca ad affrontare
le tempeste per riempire la rete: il pesce
lo si aspetta nelle camere della morte a
valle, sbarramenti artificiali dove i
muggini si infilano spontaneamente e i
pescatori li raccolgono in reti a migliaia
con un lavoro di squadra che coinvolge
una ventina di persone per volta e non
dura pi di venti minuti. Il rischio
maggiore che si corre pescando nel mio
villaggio di pescatori farsi saltare la
dentiera o un occhio per via del pesce che
guizza troppo fitto nella mattanza della
rete finale.
Poca poesia, dunque, ma molto ingegno
e negli anni buoni (purtroppo sempre
meno) anche i risultati. Il lavoro appare
cos poco impegnativo che i pastori
nuoresi che nellallevamento delle
pecore incontrano ben altre fatiche lo
usano come insulto: mandica-pische,
mangiatore di pesce, significa
nullafacente, perch lanimale che ti
finisce sul piatto non hai dovuto
pascolarlo, tosarlo n mungerlo, dunque
ne godi il risultato senza vero merito. Le
tempeste che un pescatore
dacquacoltura oggi deve affrontare
sono quelle della burocrazia e delle scelte
ecologiche scellerate che negli anni
hanno finito per compromettere la
produttivit di una risorsa che era
rimasta intatta per secoli, in un
contrappasso amaro dove il sospetto
che la rete a fine corsa sia in fondo la
stessa per uomini e pesci.
Hemingwaya Cabras non sarebbemai venuto
8pesciper otto piatti
RIPRODUZIONE RISERVATA
CefaloIl nome (dal greco kefale,testa) identifica le sottospecie
delle Mugilidae, compreso il muggine. Ha carni un pocograsse e
sacca ovaricaimportante, ideale per la pasta con la bottarga
GrancevolaIl campione dei granchiadriatici pu vivere nei fondali
marini pi profondi o nelle prossimit rocciosedelle lagune. A
Venezia lo si prepara a mo di sugoper le linguine
CapasantaAma i fondali sabbiosi, la conchiglia di San Giacomo,
che vanta muscolo (noce)color avorio e gonadi(corallo) arancio
vivo. Tra le ricette pi riuscite, la gratinatura al forno
OrataOltre agli esemplari di mare (lenza), arrivano sul mercato
sia le mediocrimono-porzione degli allevamenti intensivisia quelle
ottime degli allevamenti estensivi in laguna. Ideale al
cartoccio
TincaTozza e verdastra, di pezzatura anche superioreai tre
chilogrammi, ha il suo habitat sui fondalimelmosi di foci, fiumi e
stagni. Ha carni fini e gustose, ideali come basi di terrine e
pat
AnguillaLa regina delle valli di Comacchio, decisamentepi grande
e carnosa se femmina (con il nome di capitone), ha carnigrassose e
pregiate, molto apprezzate alla griglia e nel sushi
GhiozzoAbita le acque fangose di Mediterraneo e Mar Nero,il
piccolo pesce color sabbiache si ciba di alghe. I ristoranti della
lagunaveneta lo utilizzano per realizzare un gustoso risotto
BranzinoAmatissimo dal nord al sud(dove si chiama spigola), un
predatore ghiotto di molluschi e croastacei,che ben si adatta nelle
acque salmastre.Ottimo al forno con le patate
Repubblica Nazionale 2015-05-10
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la RepubblicaDOMENICA 10 MAGGIO 2015 40LA DOMENICA
A fare film ci arrivato per vie traverse. Da ragazzo lasci il
Mali per
la Mauritania dove scopr la grande letteratura russa. Di qui il
passo
per lUrss fu relativamente breve, e a diciannove anni si ritrov
a Mo-
sca a studiare cinematografia: Io credevo che Truffaut fosse
una
marca di cioccolatini francesi, quelli mi imbottirono di
Neorealismo
e Nouvelle Vague. Fu veramente dura. Ora il regista di
Timbuk-
tu, una nomination agli Oscar e
sette Csar vinti, pu dire di aver
brillantemente passato quel vec-
chio esame sovietico: Ma la mia
soddisfazione unaltra: non so-
no mai diventato un cinefilo
AbderrahmaneSissako
MARIO SERENELLINI
PARIGI
UNICO MONUMENTO davanti al quale mi raccoglierei non quello al
Milite Ignoto ma, se mai esistesse, allEsu-le Anonimo. Abderrahmane
Sissako, africano di Pa-rigi, ama sventagliare questa piccola
bandiera, as-sunta fin da quando, esule a diciottanni, lasci il
Ma-
li per la Mauritania: Periodo terribile. Passavo le mie giornate
a giocare aping-pong al Centro culturale sovietico. Per via degli
aiuti al Terzo mondo,lUrss era molto presente in Africa negli anni
Settanta. Ed l che cominciala mia avventura cinematografica, quando
un giorno il direttore mi propo-se di prendere in prestito dei
libri della biblioteca. Cosa centrano i film? Orale spiego. La
lettura era rimasta fino allora unemozione rinviata per me,come una
pagina in ombra. Ma in quel periodo ero talmente gi che chiesiun
libro su una vita difficile. Scoprii cos Dostoevskij. Nella
biblioteca delCentro culturale non cerano solo opere di propaganda,
ma tutta la grandeletteratura russa: Gogol, Gorky, Pushkin,
Andreev, Lermontov, Cechov,Tolstoj Li ho divorati tutti, tutti
difficili e appassionanti. E la Russia, ov-vero lUrss, divent cos
la sua nuova patria: Diciamo il mio nuovo oriz-zonte: dove avrei
voluto crescere e conoscere. Ottenni una borsa di stu-dio per
lUniversit dellamicizia dei popoli e entrai nellambitissimascuola
di cinema di Mosca, la leggendaria Vgk. Fu cos che a dicianno-ve
anni mi trovai a studiare cinema in Unione Sovietica, il paese in
cuifare il cineasta era un sogno collettivo. Praticamente come fare
il co-smonauta.
Dopo nove anni (dall80 all89) alla Vgk, di esilio in esilio
sarParigi la nuova patria e la neo-culla in celluloide di un
autoreche oggi, dopo Timbuktu, candidato allOscar e premiato prima
volta per un regista nero con ben sette Csar (gliOscar francesi),
considerato uno dei massimi cineasti afri-
cani, accanto a Ousmane Sembne, Souleymane Ciss,
IdrissaOudraogo, Djibril Diop Mambty. Lelegante sciarpa di
setaazzurra avvolta su t-shirt e giacca nera, il volto
profonda-mente segnato al riparo degli occhiali fum, il regista
frenala commozione quando parla del film sulla cittadina del Ma-li
caduta per un anno, nel 2012, nelle mani dei jihadisti. Co-me se
parlasse di s, di una vita ferita nellincubo digno-ranza e
fanatismi che solo lesilio salva e riscatta: La lottaalla barbarie
stata, a Timbuktu, la rivolta silenziosa dellapopolazione che s
impressa nella mente e nel cuore la mu-
sica diventata proibita. Come i libri imparati a memoria in
Fahrenheit 451.S, e anche in questo caso stata una resistenza
compatta, un ottimismosolidale. facile diventare indifferenti
allorrore: in quei giorni internet si-norgogliva per lultimo
modello di smartphone, mentre, ignorate, cento-mila persone erano
sotto il giogo islamico. Il dovere di un cineasta di as-sumere come
propria la realt degli altri e, insieme, ristabilirne i
termini.Partendo da un semplice dato di fatto: i nostri carnefici
sono nostri simili,anchessi scossi da dubbi e debolezze. Voglio
dire che anche il cieco san-guinario prima di tutto un essere
umano, e che prima di uccidere statoun bambino. Cos pure lislam non
jihadismo. E viceversa. Lislam il pri-mo ostaggio dei terroristi
che lo stravolgono per le loro stragi. uno strap-po che appartiene
innanzitutto a noi, noi musulmani, educati allamore perlaltro, alla
condivisione di valori universali. Nel Corano, il profeta
indicaquale unica differenza tra un cristiano e un musulmano il
loro grado di fe-de: un modo per dire che siamo tutti uguali. Anche
questi princpi sono pre-si ora in ostaggio. C una gazzella, che
fugge allinizio del film e continuaa fuggire alla fine, inseguita
dallostinata ferocia umana: la vita in fugache traspare dal viso di
due vittime innocenti (interpretate da Layla WaletMohamed e Toulou
Kiki, ndr), figlia e moglie del candido tuareg condan-nato a morte.
I veri esuli sono quelli che tornano sempre, anche senza tor-nare.
Domandiamo: Timbuktu anche un atto damore e ribellione per ilsuo
paese dorigine? Forse, vorr dire che anchio sono un esule che non
mai partito di casa.
Nel film di Sissako nei giorni scorsi a Milano come presidente
della giu-ria del Festival del cinema africano, e tra poco a Cannes
come presidentedella giuria dei Corti fioccano anche inattese
citazioni, tipo la sequenzadei ragazzini che giocano a calcio
(proibito dai jihadisti) con un pallone in-visibile, come nella
partita a tennis alla fine di Blow-Up. Un rigurgito di ci-nefilia?
Macch. Se c un regista, ancora oggi, a cinquantaquattro anni,senza
una solida cultura cinematografica, quello sono io. Certo, a Mosca
miavevano imbottito di Neorealismo, Nouvelle vague, Nuovo cinema
tedesco,Cassavetes, John FordMa venivo comunque da un paese dove
non si rea-lizzano film e non ci sono sale. E quelle poche
proiettavano kung-fu, Bol-lywood e spaghetti western: specie la
serie di Trinit con Bud Spencer e Te-rence Hill. Il vero spettacolo
era in platea, dove il pubblico si alzava di bot-to, tutti insieme,
a sostegno delleroe, solo contro tutti. Tanto che mi eroconvinto
che il western fosse il genere di maggiore impatto sociale.
Nonavevo, daltra parte, che i tre Trinit da citare quando ho
affrontato lesa-me dammissione alla grande scuola sovietica: gli
esaminatori mi guarda-rono allibiti. Okey, avevo visto anche il
peplum italiano, I sette gladiatori eIl monello dove mi ero
addormentato ma la cosa non parve colpire po-sitivamente i miei
esaminatori. Del resto lesame stesso era una babele: su-damericani,
afgani, vietnamiti, arabi. Chi recitava poesie, chi suonava
lachitarra. Io mi sentivo perso: cos che si diventa artisti? Non lo
sarei maistato. Alla fine furono anni di vero apprendimento e
grandi umiliazioni. Isaputelli non mancavano mai di mettermi
davanti ai miei limiti. Non ave-vo cultura. Non conoscevo i registi
o i pittori sui quali ci interrogavano. Per
me Truffaut era una marca di cioccolato francese. Bergman?
Anto-nioni? Illustri sconosciuti. In Africa la vita non era fatta
di libri e mu-sei. Quel che mi apparteneva le donne che danzavano
in strada,i costumi che cuciva mio zio a Mosca non valevano niente.
Avreivoluto urlare: Non conosco Bach, ma Oum Kalthoum e Dimi
MintAbba, la cantante pi grande della Mauritania, stata lei a
cul-
larmi da piccolo!. Comunque il fatto che alla fine mi abbiano
pre-so prova che si pu arrivare a fare un mestiere anche senza
es-
serne obbligatoriamente malati. E dunque, per tornarealla sua
domanda, la risposta no: non ero cinefilo e con-tinuo a non
esserlo. Ritentiamo. Ma come nasce il suodesiderio di cinema? Non
dal cinema, ma da mia ma-dre. E dal fratello che non ho mai
conosciuto. Meglio: dal-levocazione quasi quotidiana di mia madre
del suo pri-mo figlio. Pare la replica dellinfanzia di James M.
Bar-rie, lautore di Peter Pan, ossessionato da bimbo dallan-
goscia della madre per la perdita del figlio prediletto: S,forse
un po cos. Le spiego. Mio fratello era nato da unrapporto
precedente avuto da mia madre con un algerinoche lha portato con s
nel suo paese. Mia madre lha atte-so sempre. Non mai tornato. E lei
non ha mai smesso diparlare di questo Chrif, che cresceva lontano.
Per me, ul-timo nato di unampia nidiata, era diventato un mito,
rav-vivato di tanto in tanto da una lettera, da una foto in bian-co
e nero. Finalmente, un giorno, avvenne il fantomati-co incontro tra
mia madre e lui, a Dakar. Mamma torna casa dicendo: Chrif studia
cinema a Mosca, girer deifilm. Nessuno lha mai pi visto. Ma quel
giorno capiiche cosa avrei fatto io della mia vita. Se volevo far
piace-re a mia madre, prendere il posto di quel figlio di cui
leiparlava ogni giorno, dovevo girare dei film.
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IL FANATISMO UNO STRAPPO CHE APPARTIENE A NOI, MUSULMANI EDUCATI
ALLAMOREPER LALTRO. LISLAM IL PRIMO OSTAGGIO DEI TERRORISTI CHE LO
STRAVOLGONO PER LE LORO STRAGI
I SAPUTELLI MI METTEVANO SEMPRE DAVANTI AI MIEI LIMITI. AVREI
VOLUTOGRIDARE: EHI, NON CONOSCO BACH, MA OUM KALTHOUM E DIMI MINT
ABBA, LEI MI HA CULLATO QUANDO ERO PICCOLO!
IN AFRICA LA NOSTRA
VITA NON ERAFATTA DI LIBRI,
CINEMA E MUSEIQUEL CHE
MI APPARTENEVA,LE DONNE
CHE DANZAVANO IN STRADA,I COSTUMI
CUCITI DA MIO ZIO,QUI NON VALEVANO
NIENTE
Lincontro. Esuli
L
Repubblica Nazionale 2015-05-10
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