Welfare del bufalo e qualità dei prodotti National Reference Centre for Hygiene and Technologies of Water Buffalo Farming and Productions BENESSERE ANIMALE E QUALITÀ DEI PRODOTTI NELLA REALTÀ ITALIANA ED EUROPEA EXPO MILANO, PADIGLIONE WAA-CONAF 25 SETTEMBRE 2015 Dr. Domenico Vecchio - Dr.ssa Esterina De Carlo [email protected]IZSM- Centro di referenza Nazionale sull'igiene e le tecnologie dell'allevamento e delle produzioni bufaline
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Welfare del bufalo e qualità dei prodotti
National Reference Centre for Hygiene and Technologies of Water Buffalo Farming and Productions
BENESSERE ANIMALE E QUALITÀ DEI PRODOTTI NELLA REALTÀ ITALIANA ED EUROPEA
EXPO MILANO, PADIGLIONE WAA-CONAF 25 SETTEMBRE 2015
benessere degli animali da reddito Keep calm and love Buba !!!
Benessere animale garanzia di sicurezza alimentare e di qualità
• Il benessere animale avrebbe un significato in più, potrebbe rappresentare un valore aggiunto al prodotto di qualità, trasformandosi in un’oportunità per sostenere il reddito degli allevatori
Definire il concetto di benessere animale
• “Il benessere è un termine ampio che abbraccia entrambi gli stati fisico e psichico di bene-stare di una animale. I tentativi di valutare il benessere, pertanto, dovranno tenere in considerazionele evidenze scientifiche disponibili riguardanti I sentimenti degli animali, I quali possono derivare dalla loro struttura e funzione ma anche dal loro comportamento” “Brambell Report” (December 1965)
Farm Animal Welfare Council 1979 Cinque libertà : • 1. freedom from hunger or thirst – by ready access to fresh water and a diet to maintain full health and vigour;
• 2. freedom from discomfort – by providing an appropriate environment including shelter and comfortable
resting area;
• 3. freedom from pain, injury or disease – by prevention or rapid diagnosis and treatment;
• 4. freedom to express normal behaviour – by providing sufficient space, proper facilities and company of the animal’s own kind;
• 5. freedom from fear and distress – by ensuring conditions and treatment which avoid mental suffering.
• “Il benessere è uno stato di completa salute psichica e fisica, dove l’aniamle è in completa armonia con il suo ambiente”.Hughes 1976
• “Il benessere animale è dato dalla capacità di adattamento del soggetto all’ambiente”.
Broom 1986
Benessere animale e impatto economico sull’allevamento
PERCHÉ UNA STRATEGIA PER IL BENESSERE DEGLI ANIMALI?
1) L'applicazione della legislazione UE da parte degli Stati membri è ancora carente in un certo numero di settori.
2) I consumatori non dispongono di informazioni adeguate sugli aspetti relativi al benessere degli animali.
3) Molte parti interessate non dispongono di conoscenze sufficienti sul benessere degli animali.
4) Occorre semplificare i principi in materia di benessere degli animali ed elaborarli in modo chiaro.
Disposizioni normative minime
• L'articolo 13 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (C115/4 versione consolidata del 9/5/2008) riconosce gli animali in quanto esseri senzienti e stabilisce che, nella formulazione e nell'attuazione di alcune politiche dell'UE, si tenga pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali.
• Direttiva 98/58/CE del Consiglio, del 20 luglio 1998, riguardante la protezione degli
animali negli allevamenti (GU L 221 dell'8.8.1998, pag. 23) recepita in Italia con il D.L.vo.146/2001.
• Direttiva 2008/119/CE riguardante le norme minime per la protezione dei vitelli
fino a 6 mesi di vita recepita in Italia con il D.L. vo 126/2011 • Inoltre, con la decisione 78/923/CEE del Consiglio relativa alla conclusione della
convenzione europea sulla protezione degli animali negli allevamenti (GU L 323 del 17.11.1978, pag. 12), l'Unione ha reso tale convenzione parte integrante del diritto UE.
LA VALUTAZIONE DEL BENESSERE ANIMALE
• EFSA
• Welfare quality
• AWIN
• Parametri ematici (cortisolo, battericidia, complemento attivato, lisozima, proteine di fase acuta etc.)
• Benenir
Crenbuf e benessere bufalino
• IZSLR PRF 2006201 L’adattamento degli animali agli ambienti di allevamento: ricadute su patologie e consumo di farmaci
• IZSME 04/09 RC Studio sulle proprietà antimicrobiche dei probiotici
indigeni isolati dal latte bufalino. Potenziale utilizzo dei LAB (lattobacilli acidi) come strategia preventiva verso le patologie della mammella ricorrenti in allevamento e alternativa al farmaco in concomitanza alla sperimentazione di due diversi sistemi di ricovero
• IZS ME 07/10 RC Standardizzazione di parametri di benessere
animale nelle bufale lattifere dalla fase di asciutta sino a fine ciclo lattazione, in differenti condizioni di management in grado di influenzare lo stato di benessere e la produttività
Valori di riferimento dei parametri di immunità innata indagati
CONVENZIONE TRA IL MINISTERO DELLA SALUTE E L’IZSLER PER LO SVILUPPO E LA GESTIONE DI SISTEMI DI VALUTAZIONE
DEL BENESSERE E DELLA BIOSICUREZZA NELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI ALLEVAMENTO DEI BOVINI, BUFALINI E OVI-
CAPRINI, CUP: E52I14001190001
OBIETTIVO
• Elaborazione e sviluppo di sistemi per la valutazione del livello di benessere animale e di biosicurezza in
un allevamento
OBIETTIVO
• a) per ciascuna tipologia di allevamento identificare i principali fattori di rischio e i relativi effetti sul benessere animale;
• b) preparare questionari per indagini sul campo e definire algoritmi di calcolo per il sistema di valutazione;
• c) identificare i fattori di rischio più importanti per la biosicurezza e la prevenzione della diffusione delle patologie infettive;
• d) validare statistiche sulla ripetibilità inter-osservatore per ciascun sistema di valutazione;
• e) predisporre disciplinari/manuali a corredo di ciascun sistema di valutazione; • f) ideare un’applicazione web, idonea a raccogliere i dati dei questionari per
l’elaborazione di indici numerici, da istallare su appositi supporti informatici in grado di velocizzare le operazioni di gestione sul campo;
• g) formare veterinari “valutatori” sull’applicazione di ciascun sistema di valutazione in allevamento;
• h) gestire il flusso informativo di ciascuno dei sistemi di valutazione proposti
Attività e competenze: Valutazione del benessere animale
• Bovina da latte a stabulazione fissa (IZSLER - Dr. Bertocchi) • Bovino da carne (IZSLER - Dr. Bertocchi) • Vitello a carne bianca (IZSLER - Dr. Bertocchi / UNIMI – Prof.
Sgoifo Rossi ) • Linea vacca-vitello (IZSUM – Dr. Filippini/Dr.ssa Cordovani) • Ovino, (IZS-SARDEGNA – Dr.ssa Nicolussi) • Bufalino (IZSM CRENBUF – Dr.ssa De Carlo/ Dr. Vecchio) • Caprino (IZSLER sez. bergamo Dr.ssa Gaffuri) • Durata: 1 anno
METODO
• Applicazione dei processi di valutazione del rischio
(Risk assessment)
BUFALA
Procedure per la valutazione del benessere animale di un allevamento attraverso la
valutazione del rischio (RA) 1. Individuare la popolazione target:
tipologie di allevamento ESPERIENZA DI CAMPO
2. Individuare gli scenari espositivi inteso come momento di vita letteratura scientifica
3. individuare i pericoli generali e specifici (raccomandazioni) cause che influenzano negativamente il BA letteratura scientifica
4. Caratterizzare (conseguenze sugli animali) i pericoli – effetti avversi sugli animali conseguenti al verificarsi del pericolo letteratura Scientifica
5. Gestione del rischio stabilire le condizioni normali, negative che vedono trasformarsi il pericolo in rischio per il BA degli animali letteratura Scientifica
6. Caratterizzazione del rischio - misurare l’entità il rapporto negativo fra pericolo e animale e produrre un valore (peso)
expert-opinion
7. Valutazione delle condizioni animali individuare le principali condizioni animali che sono
riconducibili a fattori di non benessere (ABMs) e valutarne l’entità letteratura Scientifica
IZSLER Brescia, 11.03.2015
1. Individuare la popolazione target:
tipologie di allevamento
2. Individuare gli scenari espositivi inteso come momento di vita
3. Individuare i pericoli generali e specifici (raccomandazioni) cause che influenzano negativamente il BA
4. Formazione di un tavolo tecnico di esperti, che possano collaborare al disegno della ricerca
al 31 maggio 2015
IZSLER Brescia, 11.03.2015
5. Caratterizzare (conseguenze sugli animali) i pericoli
– effetti avversi sugli animali conseguenti al verificarsi del pericolo.
- creare una tabella che riporti per ogni condizione di pericolo il o i relativi effetti
avversi che potrebbero esprimere gli animali se subissero la condizione
5. Gestione del rischio stabilire le condizioni di vita normali (il pericolo non si realizza) e quelle negative
(quando si realizza il pericolo) che vedono trasformarsi il pericolo in rischio per il BA
degli animali
- Creare quindi una prima check-list con tutti gli items e i rispettivi limiti negativi e
positivi
- Cominciare a stendere le procedure (disciplinare) necessarie ad applicare la Check list
Entro fine luglio 2015
6. Caratterizzazione del rischio
- misurare l’entità il rapporto negativo fra pericolo e animale e produrre un valore
(peso)
1. Organizzare il tavolo di esperti , sottoporli alla valutazione dei passaggi previsti
nel calcolo della valutazione del rischio, elaborare i dati
2. Prime applicazioni pratiche sul campo del sistema di valutazione
7. Valutazione delle condizioni animali individuare le principali condizioni animali (ABMs) che sono riconducibili a fattori di
non benessere (ABMs) e valutarne l’entità negli allevamenti
7. Completare la checklist con l’area dedicata agli ABMs
7. Produrre la prima procedura bozza 1 per applicare la C.L.
Entro fine Novembre 2015
8 Completare la check-list con Gli ABMs considerati accettabili (fisiologici) negativi e particolarmente positivi. 9 Applicare ad una serie di allevamenti la check-list completa
Entro fine febbraio 2016
10- Completare le procedure (disciplinare ) esplicative della check list 11 collaudare l’applicazione su tablet 11- sviluppare le attività necessarie alla analisi statistiche per la ripetibilità 12 -organizzare un primo corso di formazione per veterinari valutatori
Entro fine maggio 2016
The origin of buffalo is in the Tropical Region, but 3000 years B.C. it was yet present in Mesopotamia. Its presence is recorded in Italy, Egypt and Balkans 800 years P.C. and during the last century it propagated also in Americas. During ’70 it spread also in Mozambique and recently in Australia.
1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012
164,114,424.00
166,281,138.00
168,899,181.00
171,674,884.00
174,138,073.00
177,084,993.00
180,634,680.00
184,054,082.00
187,163,622.00
190,204,757.00
192,858,384.00
195,397,515.00
World buffaloes population (FAO Stat, 2014)
http://faostat3.fao.org/faostat
http://faostat3.fao.org/faostat
Numero di bufali per continente (FAO Stat, 2014)
Total: 195 milioni di capi
Bovinos: 1.4 bilioni di capi
3.8 1.2
189.9
0.39 0.002
0,00
20000000,00
40000000,00
60000000,00
80000000,00
100000000,00
120000000,00
140000000,00
160000000,00
180000000,00
200000000,00
Africa Americas Asia Europe Oceania
http://faostat3.fao.org/faostat
Número de búfalos por continente (FAO Stat, 2014)
> 96%
Produzione mondiale di latte (bufalo vs bovino)
Produzione italiana di latte (bufalo x bovino)
http://faostat3.fao.org/faostat
Trend of Italian Mediterranean Buffalo from 1947 at 2013 “Dati forniti dalla BDN dell’Anagrafe Zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il CSN dell’Istituto "G.
Alone among buffalo populations in Europe, the buffalo population in Italy has shown a steady increase, from a low of 12.5 thousand in 1947, to approximately 382 thousand head in 2013. There has been a steady rise in numbers since the 1950s
• Hughes (1976) “Il benessere è uno stato di completa salute psichica e fisica, dove l’animale è in completa armonia con il suo ambiente” (“Welfare is a state of complete mental and physical health, where the animal is in harmony with its environment”)
• Broom (1986) Il benessere di un animale corrisponderebbe agli sforzi e alla capacità di adattamento del soggetto al suo ambiente (“The welfare of an individual is its state as regards its attempts to cope with its environment”).
• Da queste affermazioni si può percepire come il benessere di un animale non possa prescindere dall’ambiente d’allevamento in cui vive e neppure dalla sua capacità di adattamento.
• Conseguentemente il benessere diventa un’entità variabile e dunque misurabile con indicatori che devono valutare sia le condizioni ambientali presenti in allevamento (management, strutture e condizioni climatiche), sia lo sforzo adattativo dell’animale stesso.
• Gli obiettivi della comunità scientifica, ora, sono proprio quelli di definire come valutare il benessere animale, cioè come giungere ad una sua analisi oggettiva, basandosi su principi scientifici.
Numero totale Allevamenti Aperti latte
76%
Numero totale Allevamenti Aperti misti
10%
Numero totale Allevamenti Aperti carne
14%
Numero totale Allevamenti Bufalini Aperti al 31/05/2014
BDN Al 30/04/2014
BDN Al 30/04/2014
CONVENZIONE TRA IL MINISTERO DELLA SALUTE E L’IZSLER PER LO SVILUPPO E LA GESTIONE DI SISTEMI DI VALUTAZIONE DEL BENESSERE E DELLA BIOSICUREZZA NELLE
DIVERSE TIPOLOGIE DI ALLEVAMENTO DEI BOVINI, BUFALINI E OVI-CAPRINI, CUP: E52I14001190001
National Reference Centre for Hygiene and Technologies of Water Buffalo Farming and Productions
Dr.ssa Esterina De Carlo (IZSM CRENBUF) - Dr. Domenico Vecchio Brescia 10/09/2015
OBIETTIVO
• Elaborazione e sviluppo di sistemi per la valutazione del livello di benessere animale e di biosicurezza in
un allevamento bufalino
Valutazione del benessere animale
Principi e Criteri di benessere alla base dei protocolli di valutazione Welfare Quality®2009
Principi di benessere Criteri di Benessere
Buona alimentazione 1 Assenza di fame prolungata
2 Assenza di sete prolungata
Buona stabulazione 3 Confort durante il riposo
4 Confort termico
5 Facilità di movimento
Buona salute 6 Assenza di lesioni
7 Assenza di malattie
8 Assenza di dolore causato da procedure manageriali
Comportamento
appropriato
9 Espressione di comportamenti sociali
10 Espressione di altri comportamenti
11 Buona relazione animale-uomo
12 Stato emozionale positivo
1 Individuare la popolazione Target
Bufala da latte a stabulazione libera
2 identificazione degli scenari espositivi
Vitelli fino allo svezzamento circa 90 gg
rimonta
asciutta
lattazione
Formazione di un tavolo tecnico di esperti, che possano collaborare al
disegno della ricerca
Composizione tavolo tecnico
• Dr.ssa Esterina De Carlo IZSM CReNBUF Responsabile scientifico del Crenbuf • Dr.ssa Alessandra Martucciello, Responsabile del laboratorio di sierologia del CrenBuf • Prof. Gianluca Neglia Università degli studi di Napoli Federico II Ordinario di Zootecnia Speciale
presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni Animali • Prof. Giuseppe De Rosa Università degli studi di Napoli Federico II Associato di Zootecnia Speciale
presso il Dipartimento di Agraria • Prof. Fabio Napolitano dell’Università degli Studi della Basilicata Scuola di Scienze Agrarie, Forestali,
Alimentari ed Ambientali • Dr. Carlo Grassi Medico Veterinario libero Professionista • Dr. Pasquale Rossi Medico Veterinario libero Professionista • Dr. Massimo Palladino Medico Veterinario libero Professionista • Dr. Antonio Natale Medico Veterinario libero Professionista • Dr. Lazzaro Iemma Medico Veterinario libero Professionista e allevatore bufalino • Dr. Francesco D’ Ausilio Medico Veterinario libero Professionista e allevatore bufalino e Presidente
ANASB • Dr. Domenico Vecchio ,Medico Veterinario, Co.co.pro del Crenbuf.
Individuare i pericoli generali e specifici (raccomandazioni) cause che influenzano negativamente il BA
Sulla base della letteratura scientifica disponibile e del parere degli
esperti sono state individuate due macroare di pericoli : •Management aziendale e personale (Area A);
• Strutture ed attrezzature (Area B).
All’ interno delle Macro aree sono state individuati • gruppi di pericoli •singoli pericolo
Caratterizzare
(conseguenze sugli animali) i pericoli
– effetti avversi sugli animali conseguenti al verificarsi del pericolo.
- creare una tabella che riporti per ogni condizione di pericolo il o i relativi effetti avversi che potrebbero esprimere gli animali se subissero la
condizione
Gestione del rischio
stabilire le condizioni di vita normali (il pericolo non si realizza) e quelle negative (quando si realizza il pericolo) che vedono trasformarsi il pericolo in rischio per il BA
degli animali
Creare quindi una prima check-list con tutti gli items e i rispettivi limiti negativi e positivi Cominciare a stendere le procedure (disciplinare) necessarie ad applicare la Check list
Composizione delle 5 aree tematiche per la valutazione del benessere e della
biosicurezza nell’ allevamento bufalino da latte a stabulazione libera
Aree di valutazione Tematica n.
Area A Management aziendale e
personale
27
Area B Strutture e attrezzature 33
Area C Animal Based measures 23
Area Biosicurezza
Area Grandi rischi e sistemi di
allarme
Totale Item di valutazione
AREA A
MANAGEMENT AZIENDALE E PERSONALE
n.Item = 27
ITEM AREA A MANAGEMENT AZIENDALE E PERSONALE
1 Numero di addetti che si occupano degli animali
2 Formazione degli addetti
3 Formazione addetto per la vitellaia (animali fino allo svezzamento)
4 Gestione dei gruppi
5 Numero di ispezioni giornaliere
6 Tipo di movimentazione
7 Movimentazione in mungitura
8 Gestione della razione
9 Presenza di foraggi nella razione (bufala in lattazione)
10 Disponibilità di acqua(tutti i soggetti presenti in azienda)
11, 12, 13 Pulizia degli abbeveratoi (lattazione-asciutta-rimonta)
14, 15, 16 Pulizia dei pavimenti e delle aree di camminamento non adibite al decubito
17, 18, 19 Igiene, pulizia e gestione dello spazio adibito al decubito degli animali (lattazione- asciutta-rimonta
ITEM AREA A MANAGEMENT AZIENDALE E PERSONALE
20 Gestione della vitellaia (box individuali)
21 Gestione della vitellaia (box multipli)
22 Gestione dello spazio adibito al parto
23 Gestione e prevenzione delle patologie podali
24 Igiene della sala di mungitura
25 Gestione delle operazioni di mungitura e igiene della mammella
26 Uso di ossitocina durante le fasi di mungitura
27 Biosicurezza
Elemento di
verifica
1 Numero di addetti che si occupano degli animali
Più di n° 300 animali/addetto (nel caso in cui la mungitura sia eseguita da altri),
Più di n° 150 animali/addetto (nel caso in cui la stessa persona svolga anche
la mungitura dei relativi circa 70 capi in lattazione),
1 addetto ogni n° 200-300 animali (nel caso in cui la mungitura sia eseguita da
altri)
1 addetto ogni n° 150 animali (nel caso in cui la stessa persona svolga anche la
mungitura dei relativi circa 70 capi in lattazione)
1 addetto per meno di n 200 animali (nel caso in cui la mungitura sia eseguita
da altri)
1 addetto per meno di n 150 animali (nel caso in cui la mungitura dei relativi
circa 70 capi in lattazione)
Effetti Avversi : mastiti, malnutrizione, disidratazione, dismetabolie, comportameto animali (paura), lesioni , lesioni iatrogene, incremento mortalità in tutti i gruppi .
Elemento di
verifica
2 Formazione degli addetti
Il corso si considera di almeno 4 ore (mezza giornata o 2 incontri serali),
con rilascio di attestato di partecipazione, effettuato nei 3 anni precedenti
da un solo soggetto sia esso il titolare o dipendente assunto
Meno di 5 anni di esperienza e nessun titolo di studio inerente
Esperienza di almeno 5 anni e nessun corso di formazione
Esperienza con titolo di studio, o esperienza di 5 anni con corso di formazione
seguito negli ultimi 3 anni
Effetti Avversi : mastiti, malnutrizione, disidratazione, dismetabolie, comportameto animali (paura), lesioni , lesioni iatrogene, incremento mortalità in tutti i gruppi .
Elemento di
verifica
3 Formazione addetto per la vitellaia
(animali fino allo svezzamento)
Le operazioni in vitellaia sono effettuate da personale non dedicato e
con scarsa esperienza e/o formazione
Presenza di almeno un addetto dedicato alla cura dei vitelli
Presenza di un operatore dedicato responsabile della vitellaia e
presenza di un piano di svezzamento ed registro degli eventi
Tutti gli stadi specificati nella figura sopra sono parte di un approccio di biosicurezza che contribuisce alla riduzione del rischio di introduzione e di diffusione di agenti infettivi: 1) limitare il rischio di introduzione (bio-esclusione; 2) limitare la diffusione del patogeno all’interno dell’allevamento, isolando cioè gli animali eliminatori (bio-compartimentazione); 3) limitare la diffusione degli agenti patogeni all’esterno dell’allevamento (trasmissione inter-aziendale) (bio-contenimento); 4) prevenire il rischio di trasmissione all’uomo; 5) prevenire ogni contaminazione o persistenza ambientale del patogeno. Anche l’uomo può rappresentare una fonte di contaminazione per gli animali (es.: Mycobacterium bovis (55)). Gli animali possono essere re-infettati dall’ambiente contaminato, specialmente nei casi di patogeni caratterizzati da grande capacità di persistenza ambientale, come ad esempio Bacillus anthracis (56) o Mycobacterium bovis (57) in condizioni ecologiche ottimali.
PRINCIPI DI BIOSICUREZZA NELL’ALLEVAMENTO ANIMALE
Esempio di organizzazione aziendale di allevamento bufalino diviso in 2 aree di accesso
Esempio di allevamento bufalino suddiviso in aree ZAC e ZAR
Esempio di allevamento bufalino suddiviso in aree ZAC e ZAR
Esempio di allevamento bufalino suddiviso in aree ZAC e ZAR
ELENCO REQUISITI MINIMI IGIENICO-SANITARI
1) L’azienda zootecnica deve essere gestita in conformità con tutte le normative cogenti in
materia di anagrafe, benessere animale, igiene ambientale, gestione farmaci e relativi
trattamenti.
2) In allevamento devono essere disponibili ambienti adeguatamente separati dove tenere
gli animali appartenenti ai diversi gruppi (divisione per tipologia, età, stato fisiologico
etc.) realizzati in maniera tale da agevolare le operazioni di pulizia e disinfezione
3) Devono essere previsti almeno un box infermeria, un’area destinata al parto, un paddock
di isolamento da destinare alla quarantena degli animali di nuova introduzione ed uno
per isolare gli animali malati
4) Deve essere disponibile un locale spogliatoio dove il personale possa lavarsi e
cambiarsi, con separazione tra zona sporca e pulita, provvisto di adeguati sistemi di
lavaggio e disinfezione, nonché di deposito di dispositivi monouso
5) Deve essere previsto un protocollo per i visitatori che includa un adeguato sistema di
controllo degli accessi (preferibilmente mediante recinzione di tutto il perimetro
aziendale) e di limitazione dei movimenti di mezzi e persone
6) Deve essere predisposto un adeguato sistema gestionale (possibilmente informatizzato)
che preveda la registrazione dell’andamento delle patologie, nonché la elaborazione di
principali indici ed indicatori aziendali (fertilità, mortalità e produttività).
7) Deve essere predisposto un manuale di biosicurezza dedicato all’azienda con un
registro che evidenzi gli interventi effettuati nel tempo per adeguamenti strutturali e
gestionali
8) Deve essere previsto un piano formativo per gli operatori dell’allevamento sulle norme
comportamentali da adottare in routine e in emergenza
BIOSICUREZZA
Presenza di manuale di biosicurezza e registrazione delle operazioni svolte
Procedure generali di biosicurezza nella lotta a roditori ed insetti
Precauzioni generali all’ingresso di estranei
Gestione all’ ingresso di visitatori abituali
Disinfezione dei mezzi di trasporto all’ ingresso in azienda
Possibilità di contatto tra automezzi estranei e animali allevati
Raccolta delle carcasse animali
Invio carcasse e organi a laboratori
Carico di animali vivi
Presenza di altre specie animali all’interno dell’ azienda
Acquisto e/o movimentazione di animali fuori dall’ allevamento
quarantena
infermeria
Controllo e prevenzione delle principali patologie infettive
Condizione sanitaria relativa a Brucellosi
Condizione sanitaria relativa a IBR
Condizione sanitaria relativa a tubercolosi
Controllo e analisi delle fonti idriche
Controllo rischio contaminazione di alimenti e fonti idriche
Piano per suddivisione degli animali in gruppo per biocompartimentazione
Disinfezione delle macchine e attrezzature utilizzate in azienda
Scambio di attrezzature tra aziende
Ricovero per animali a pascolo
Sistemi di delimitazione dei pascoli per animali allo stato brado
Geolocalizzazione dei pascoli utilizzati e dell’ intervallo temporale di riferimento
Passaggio di greggi nelle vicinanze dell’ allevamento