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PERIODICO D’INFORMAZIONE TECNICA A CURA DI AUDIOGAMMA E AUDIODELTA - ANNO V NUMERO 17 GIUGNO 2008 | ALTA FEDELTÀ | HI-END | AUDIO VIDEO | HOME CINEMA | CUSTOM INSTALLATION | SOFTWARE A/V |
60

Gammadelta 17

Mar 16, 2016

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Audiogamma

Periodico d'informazione tecnica a cura di Audiogamma e Audiodelta
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In linea con la tradizione B&W, anche la Serie Custom Installation

rappresenta lo stato dell’arte della tecnologia nel campo dei

diffusori. Un patrimonio che deriva direttamente dai modelli più

famosi e rappresentativi: il Nautilus e la Serie 800. Tuttavia con la

Serie Custom installation non sorgerà il problema di come

posizionare sistemi di altoparlanti di dimensioni impegnative,

quale tipo di finitura scegliere o addirittura come nascondere i

cavi. Ogni modello si istalla direttamente a parete o nel soffitto,

quasi a scomparire nella sua superficie. Così potrete apprezzare la

bellezza dei vostri ambienti ottenendo un suono invisibile al vostro

sguardo ma con una presenza in grado di emozionare il cuore e la

mente. Questa è musica. Dal modello Signature 8nt, pura

eccellenza audiophile in configurazione a tre vie, ai piccoli diffusori

coassiali a due vie CCM 50 per istallazioni a soffitto, la Serie

Custom Installation B&W offre una gamma di ben 24 diffusori per

ogni esigenza di ambiente, non solo domestico. La loro qualità

sonora vi capiterà di apprezzarla anche in una boutique o in un

hotel. Sarà facile riconoscere la ricchezza e la profondità del

suono B&W. Quasi un peccato non riuscire a vederlo.

www.audiogamma.it

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Diffusori Serie In Wall. Quasi un peccato non vederli.

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Argò Srl ● Circ.ne Nomentana, 214 ● 00162 Roma ● Tel. +39 06 86 06 129 ● [email protected] ● www.argoeditore.net argòargò

_p _ q g

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L’editoriale

l’incarnazione stessa delladefinizione “esoteric audio”, capacedi proporre componenti fatti amano con un’accuratezza daamanuense benedettino, dallostraordinario fascino acustico. Altro nome (e personaggio) chevale assolutamente la penaconoscere è Norbert Lehmann,dell’omonima azienda costruttricedel “magico” Black Cube, microstadio phono dall’eccezionalemusicalità che non confligge con letasche degli audiophili. Grandeappuntamento, poi, con Denon checon una “lectio magistralis”tecnologica (processore + finalemulticanale) stabilisce moltoprobabilmente il punto più alto mairaggiunto da un costruttore neisistemi di controllo edamplificazione per applicazioniaudio/video con estensioniinformatiche. Per rimanerenell’Olimpo delle gioie tecnologicheche fan più interessante la vita, uncenno al Convergent SL1Renaissance. E’ una versione ancoramigliorata di quello che vieneconsiderato “il migliorepreamplificatore a valvole delmondo”. L’SL1 Renaissance derivadall’inarrivabile Legend,praticamente un “lingotto d’oro contubi sottovuoto”. E per una vitaHigh-End su tutta la linea, esordisceuna rubrica curata dalla rivista EVO,la pubblicazione più autorevolededicata alle dream cars e allesportive pure, che va ad affiancarsi al’OROLOGIO nel presentarvi ilmeglio di questi straordinari “mondiparalleli”. Buone vacanze ai nostrilettori e arrivederci alla prossimaedizione del Top Audio Video Show.

Guido Baccarelli

Esordire dicendo: “in questonumero tante novità” può apparirescontato, ma non ci interessal’originalità nelle premesse. Molto di più, invece, ci premeesserlo nei contenuti, appurato chela “classicità” formale diGammaDelta incontra ormai undiffuso consenso edapprezzamento. La prima bellanotizia è che da questo numeroGianfranco Machelli, noto giornalistadi settore, collabora stabilmente perGammaDelta e più in generale peril gruppo. Un editorialistacompetente come lui impreziosiràancora di più le pagine della rivistae la comunicazione che facciamo.Questo numero, poi, premel’acceleratore (non solo in sensofigurato, vedremo) sull’Alta Qualità,e con le iniziali maiuscole.Conoscerete più da vicino Hovland,costruttore californiano che sembra

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La Serie 06 rappresenta per Rotel una grandesfida. La costante ricerca e l’affinamento dinumerosi progetti doveva infatti condurre allarealizzazione di nuovi componenti in grado disostituire quelli della leggendaria Serie 02migliorandone le performance. E non è statofacile. In linea con il Balanced Design Concept èstata dedicata ulteriore cura alla scelta dellacomponentistica e allo sviluppo di nuovecircuitazioni. Assoluta novità per gli amplificatoriè l’introduzione del circuito elettronico diprotezione dei diffusori, che elimina l’utilizzo deifusibili di uscita. Poi un nuovo lettore CD contecnologia a 24 bit per una migliore risoluzione eun sintonizzatore digitale DAB. Tutto questo peroffrire un suono eccezionale. Provate adascoltare e giudicate voi stessi. www.rotel.it

Un suono eccezionale.Senza eccezioni.

www.audiogamma.it

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In questonumero

Editoriale pag 3

Sommario pag 5

News pag 6

Denon AVP-A1HD | POA-A1HD pag 14

Planar PD8150 pag 18

Hovland HP100 | Radia pag 20

Roth Audio Alfie pag 25

Rotel RSP-1069 pag 28

Evo: Bentley Brooklands pag 33

In libreria: La Musica veglia il Tempo pag 36

Le vie del suono. Cina pag 38

L'Orologio: Rolex Milgauss pag 40

Le monografie di MusikBox: Peter Gabriel pag 42

I migliori rivenditori: Hi-Fi Club Uniaudio pag 46

Il software di riferimento pag 50

Lo specchio di Cassandra pag 54

GammaDeltaPeriodico d’informazione tecnica a cura di Audiogamma e Audiodelta

Anno V - Numero 17 - Giugno 2008

Autorizzazione Tribunale Milano

Numero 433 del 14-06-2004

Direzione editoriale Guido Baccarelli

Direttore responsabile Giancarlo Valletta

Art director Andrea Penati

Grafica ed impaginazione XMedium

Collaboratori Marco Fullone, Ken Kessler, Gianfranco Machelli, Roberto Missoli,

Anselmo Patacchini, Alessandro Pasi, Francesca Pieralli, Dario Vitalini, Marco Vivaldini,

Lorenzo Zen.

Editore Audiogamma SpA Milano Italy Via Pietro Calvi 16

Telefono +39 02 55181610 [email protected]

Stampa AG Bellavite

Abbonamenti [email protected]

Spedizione PostaTarget

Copyright GammaDelta è un marchio registrato da Audiogamma SpA

Tutti i marchi, i marchi registrati e i nomi di prodotto citati sono di proprietà dei

rispettivi proprietari. © 2008 - Audiogamma SpA

Informazioni sul copyright

La riproduzione è vietata con qualsiasi mezzo analogico o digitale senza il consenso

scritto dell'editore. Sono consentite le citazioni a titolo di cronaca, studio o recensione,

purché accompagnate dall'indicazione della fonte “GammaDelta” e l'indirizzo

telematico “www.gamma-delta.net”.

Contenuti

Salvo dove espressamente citato valgono le vigenti leggi sulla proprietà intellettuale.

Caratteristiche tecniche / strutturali e prezzi dei prodotti citati negli articoli possono

subire modifiche o aggiornamenti senza preavviso.

GammaDelta Indice

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News: le ultime novità

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Audiogamma News

ben più elevata del costo richiesto. Per chi ama muoversi in territorioHigh-End, Lehmann Audio harealizzato i modelli Black CubeDecade (1.595 euro) e Silver Cube(3.500 euro), unità phono che giàdallo chassis fanno presagire illivello qualitativo. Circuito diequalizzazione RIAA passivo,zero controreazione,stadio diuscita inclasse A,switchesper guadagno eimpedenza, stadiodi alimentazione PWX. Tutto gratificante per l’occhio, masolo l’ascolto diretto con i vostri LPvi aprirà nuovi orizzonti sonori. Norbert Lehmann, non soddisfattodell’apprezzamento dei suoiutilizzatori e della carta stampata,prosegue la sua ricerca, la sua sfidanel trasformare un segnale elettricoin pura musicalità. In questo “solco” –è proprio il casodi dirlo- nasce l’amplificatore percuffia Black Cube Linear (790 euro)che, assieme alle unità phono, èstato utilizzato nell’ambito diimportanti collaborazioniprofessionali con alcuni “giganti”dell’alta fedeltà storica, quali vanden Hul e Ken Ishiwata. E’ dotatoanche di un ingresso linea, adotta

una circuitazione ZeroFeedback,

Lehmann AudioGiunto alla sua terza revisione,l’entry-level Black Cube ènaturalmente in catalogo, ancor piùbuono e conveniente che mai,modulabile per sofisticazione erelativa performance in funzionedella classe della sorgente analogica,del sistema di riproduzione nel suocomplesso, delle necessità delcliente. La sua versione “entry-level”è la Statement (350 euro), conalimentazione esterna, mentre ilBlack Cube standard (475 euro) lapossiede già a bordo. L’up-grade ècostituito dall’alimentatore PWX(350 euro) che gli dona birra emuscolarità. Chi vuole partire forte vada subito alsodo con la soluzione BlackCube SE (750euro), formato dalBlack Cube e dalPWX. Sorprendentela qualità delle prestazioni(grande basso, medioliquido e alto aperto edinformativo) e dellacostruzione tecnica, di classe

Lehmann Audio, del genialeingegnere del suono NorbertLehmann, è un marchio tedescodi grande tradizione con uncatalogo molto ricco di soluzioniper gli appassionati del vinile equalche interessante altroprodotto che completa la gammacon la “solita” originalità tipicadell’ingegnere teutonico.

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La vita stimata della lampada (da300 W UHP) è di 2.500 ore el’ottica ha un rapporto di tiro di1,85:1 - 2,22:1. Novità assoluta le condizioni digaranzia, del tutto inedite per unproiettore. Oltre, infatti alla duratache passa dai canonici 2 a 3 anni, èstata inclusa una clausola cheprotegge da eventualimalfunzionamenti di uno o piùpixel, ed è stato allungato il periododi copertura della lampada daicanonici 3 mesi a un anno. Prezzo: 5.900 euro

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InFocus IN83Da InFocus, il nuovo IN83 conrisoluzione full-hd 1920X1080 DLPche utilizza -primo al mondo- lastraordinaria matrice DLP Dark Chip4. Dotato della stessa mise esteticadei fratelli minori IN81 e IN82 confinitura black-piano, l’IN83 vantacaratteristiche tecniche da primato,con un rapporto di contrasto di ben5000:1 (15.000:1 con l'Iris) eluminosità di 1.600 Lumen. A bordouna ruota colore a 7 segmenti e unprocessore Pixelworks a 10 bit diultima generazione per una resavideo senza compromessi. Perottenere, poi, il massimo delleprestazioni anche in relazione alloschermo e all’ambiente dove èinstallata la macchina, sonopresenti due preset ISF(Night & Day), ma èanche possibile(attraverso unsensore esterno)effettuare unacalibrazione ad-hoc tramitel’applicativo InFocusColor Gamut Calibrator.Ricca la dotazione di ingressi,con 1 HDMI 1.3 con HDCP, 1DVI, VGA o component via DVI-M1,1 component, 1 SVideo e 1composito.

News

stadio di uscita in classeA e alimentazioneinterna. Variante“informatica”è il BlackCube LinearUSB (1.050 euro), con connessioneUSB e DAC interno per accogliere ifiles musicali da qualsiasi hard-disc.Anche in questo caso il guadagno èvariabile da 0 a 20dB. Perottimizzare il pilotaggio con unfinale di potenza, disponibile il BlackCube Buffer (750 euro) utile perinnalzare la tensione di uscita conun guadagno variabile tra 0 e 20decibel e caratteristiche elettricheidentiche agli altri componenti laserie. Chiude la panoramica ildelizioso Black Cube Stamp (750euro), finale stereo da 20W/4 ohmdi raffinatissima impostazionesonica, partner ideale per casseacustiche da 87dB in su.Una notaaggiuntiva utilea chi possiedeun Black Cubeprecedente al 2006.Dopo questa data, difatti,la circuitazione è stata totalmenteridisegnata sulla basedell’esperienza maturata e sugliinput provenienti dagli utilizzatori.Pur essendo la componentistica per

La classe dell’IN83 si evince anche dalla dotazione degli ingressi, almeno generosa, eche vede input HDMI e DVI-M1, oltre ad analogici DSub 15, component, SVideo evideocomposito. Due le uscite trigger, per la salita/discesa dello schermo e per unaeventuale tendina di cambio formato.

Il retro del Silver Cube evidenzia la qualità ed il numero delle connessioni, stabilendola cifra prestazionale del componente.

granparte la

stessa,questa è stata

sensibilmentemigliorata nei punti

cruciali dovel’incremento qualitativo dei

componenti si traduceimmediatamente in musicalità.Questa strategica operazione hainteressato i condensatori del filtrodi equalizzazione RIAA e lo stadio diuscita; lo stadio di ingresso e quellodi alimentazione. La circuitazionedual-mono migliora e ottimizza lepossibilità di intervenire sulguadagno, adattandolo in modo piùdiscrezionale ai diversi tipi di testinee della loro tensione d’uscita.

Altra soluzioneassolutamente non banale è la

possibilità di attenuaregradualmente la risposta alle bassesotto i 60 hertz per proteggere iwoofers e non affaticare inutilmentel’amplificazione con inutili frequenzesubsoniche o rumore estraneo alsuono.

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Denon CX3Hi-Fi in punta di iPod

Un sistema rivoluzionario da Denon. Il CX3 offre una sintesi perfetta traprestazioni audio di livello assoluto e forme accattivanti, di tendenza. Unsintoamplificatore e un lettore di CD/SACD che vi affascineranno con lineemorbide e rifiniture perfette, il tutto racchiuso in un ingombro minimo. Lariproduzione sonora è potente e di grande qualità, grazie a circuiti diamplificazione di nuova concezione che riescono a erogare una potenza diben 150W + 150W (su 4 ohm) con un'efficienza reale del 90%. Armoniadella forma e perfezione del suono che saranno in grado di offrire le massimeprestazioni al vostro Apple iPod collegabile, come una qualsiasi sorgente USBo un giradischi, direttamente al sintoamplificatore. Ma il CX3 non è solo unsistema di riproduzione: nelle sue caratteristiche tecniche e strutturaliscoprirete un vero e proprio sistema Hi-Fi di riferimento, in grado di soddisfarele aspettative più esigenti. La soluzione del suono, senza compromessi.

DRA-CX3Sintoampli Stereo

DRA-CX3Lettore CD/SACD

ASD-1RiPod Docking Station

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News

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OS ScreenFondata ad Osaka nel 1953, la OS Screen si è sempre dedicata allaproduzione di teli per proiezione,dapprima per uso professionale –aquell’epoca non esistevanoapplicazioni ludiche – e poiper uso amatoriale,sviluppando inizialmentetecnologie adatte ai vecchiproiettori CRT e poi permacchine LCD, DLP e D-ILA.Si chiama PURE MAT la telacreata per proiettori digitalida OS Screen, realizzata conuna speciale tramaturaintrecciata e con unguadagno di 0,8; in essasono assenti tutti i difettipropri dei teli tradizionali,come l’effetto moirè, gli hot

spot, ristretti angoli di visuale ecc.ecc.. Motorizzati o manuali e dotatidell’ultima versione della tela PURE

MAT, la PURE MAT II(WF202), i teli OS Screen

–tutti tensionati condispositivo contenuto nelcontrappeso- sono disponibiliin versione 4:3 o 16:9, da 80”a 120”. Per chi non vuolerinunciare al massimo dellaqualità i cornice fissa solo 16:9sempre con tela PURE MAT II,da 80” a 150”. In arrivo, dalla seconda metàdi quest’anno, la linea E2S dimicro-forati Hi-End. Prezzi a partire da 585 euro

(A1-080 schermo manuale16:9 da 80”)

Esoteric X-05Si chiama X-05 il nuovo lettore diCD/SACD della giapponese Esoteric.Sostituisce l’SA-60 e derivadirettamente dal nuovo due telaiP05/D05. Ne adotta la sezionemeccanica (VRDS-Neo/VMK5) emolte soluzioni circuitali ecostruttive: si preannuncia essereuna macchina di assolutoriferimento nel suo segmento dimercato. La veste estetica è la stessadei fratelli maggiori della serie ’03 e’01, con frontale completamente in

alluminio e la “solita” finestra sulpannello superiore che mostra lameccanica al lavoro. X-05 fa partedella serie “X”, ed è quindi unamacchina puramente audio, ingrado di riprodurre CD e SACD edotata di convertitori D/A 24bit/192kHz Cirrus Logic CS4398 inconfigurazione dual-mono, comedual-mono sono anche i circuitiaudio di uscita, ai quali è possibilecollegare l’amplificatore tramiteattacchi bilanciati XLR o sbilanciatiRCA. Il prezzo è di 5.500 euro

Le connessioni sul retro dell’X-05 sono in più standard e formati, quali l’audio digitaleottico ed elettrico, audio analogico RCA e XLR, più il link per la sincronizzazione delclock con unità esterne. Da notare il tipo di supporto, tre piedi in metallo massiccio perminimizzare i punti di contatto con l’esterno, filtrando parte delle vibrazioni esogene.

Il frontale riprende il look di famiglia, con volumi e superficie puri e radi comandirazionalmente disposti. La percezione che trasmette è quella di “strumento” tecnico dialta precisione ancor più e, ancor prima, di quella di lettore digitale per la riproduzioneaudio hi-fi. E’ significativo, dopo averlo ascoltato, quanto ciò risponda a verità.

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Classé realizza da semprecomponenti audio di assoluta

qualità. Il PreamplificatoreStereofonico CP-700, cuore di

un sistema Delta Classé ne èun esempio. Le morbide linee

del suo chassis privo dirisonanze contengono una

circuitazione dal designbilanciato che fa rivivere,nella

sua purezza originaria,qualsiasi tipo di musica. Nulla

è lasciato al caso e laprogettazione, curata nei

minimi dettagli, è stata fruttodi lunghe ed estenuanti sedutedi ascolto. Il risultato è questo

CP-700, un prodottoottimizzato sotto ogni punto

di vista. Grazie alla suainterfaccia touchscreen di

facile personalizzazione e allasua compatibilità con qualsiasi

tipo di sorgente, ilPreamplificatore Stereofonico

CP-700, accoppiato con lanutrita scelta di amplificatori

finali della Serie Delta diClassé, è in grado di restituire

sensazioni uniche.

A Different Classé

Preamplificatore Stereofonico CP-700

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News

Cavi Hi-End daAudioquestFinalmente completa la gammaSignature Series by Audioquest. Aicavi di segnale sbilanciati e bilanciatiXLR già a listino, si affiancanoadesso quelli di potenza, i digitali,per giradischi e, infine, di reteelettrica. La linea Signature è lamassima espressione delgeniale Bill Low, deus exmachina di Audioquest.Egli, con questa serie, hainteso progettare dei cavi senzaalcun compromesso, ideati, primadi tutto, per “se stesso”; ne sonovenuti fuori dei veri gioielli, e ciò siadi nome che di fatto. Ci sono voluti,per la loro realizzazione, molti annidi studi e ricerche, eper questomotivohanno vistoprima la lucele connessioni disegnale e poi tuttele altre. Conduttoriinterni inargentopuro, eogniaspettocurato nei minimi dettagli a partiredai connettori di nuovo disegno eassolutamente inediti, per unagamma davvero completa. Duemodelli di interconnessioneanalogica, uno XLR e uno RCA –gliunici già a listino-, due digitali, unoda 75 ohm RCA e uno da 110 ohmXLR, un cavo per giradischi JIS-RCA,

uno di potenza e infine unconduttore per rete elettrica.Tutti adottano il sistemaDBS, a 144 volt per leconnessioni dipotenza e

a 72 Vper gli

altri, oltreall’esclusivo

Noise DissipationSystem al massimo

grado, capace di drenarequalsiasi disturbo RF

catturato dal cavo. I Bill LowSignature sono quanto di meglio sipossa trovare attualmente incommercio, lo stato dell’arte nelle

interconnessioni, sotto ogni puntodi vista. Chi cerca

quella magicaalchimia che

permette,con la “sola”sostituzione

di un cavo, ditrovare maggiori

beneficirispetto

all’avvicendamento di unapparecchio, ha trovato la soluzionea tutti i suoi problemi. Adatti ad impianti no-compromise,questi prodotti rappresentanol’assoluto stato dell’arte. I prezzi apartire da 3.200 euro (cavo pergiradischi da 1,2 mt) sono allineaticon la classe del prodotto.

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Convergent SL1ReinassanceIl preamplificatore stereo High-EndConvergent Audio Technology SL-1Ultimate, in virtù anche del suoimmaginifico nome, sembravaessere insuperabile, il massimo, lostratosferico punto d’arrivo nelladelicatissima quanto prestigiosapartita giocata dai grandi progettistidi preamplificatori stereod’eccellenza ai quali Ken Stevens diCAT sicuramente appartiene. Comefa praticamente da oltre un paio didecadi, Mr. Stevens non è mai pagodella sua pur sublime creazione,tant’è che l’Ultimate è diventatoaddirittura... Legend. Il Legend, è inpratica, viste le modifiche piuttostosostanziali, un progettointrinsecamente originale, tanto dagiustificare un nome nuovo per unnuovo modello dal costo, ahimé,

quasi doppio rispetto all’Ultimate.Come detto, lo spirito creativo diStevens è in moto perenne. Dallasiderale creatura denominatasignificativamente Legend, ecco leidee giuste per ritoccare quel tantoche basta l’SL1 Ultimate Phono, orain versione Renaissance. Questeriguardano lo stadio dialimentazione (come era lecitoaspettarsi), l’ingresso passivo by-passante per il collegamento concomponenti audio/video; lacommutazione selezionabile delguadagno high/low e, piùimportante, il trasformatore pertestine a bobina mobile incorporatocon un rapporto segnale/rumoresuperiore al precedente. Prezzi9.500 euro SL1 Reinassanceversione linea, 11.900 euro conpreamplificatore phono.

Praticamente immutato nella sua veste estetica, sobria fino al minimalismo, il preConvergent SL1 Renaissance cela al suo interno la base del suo infinito talento sonicoed i suoi radi ma sensibili progressi.

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vpi aries 3 black knight

riscoprire la purezzaNero e prezioso come il vostro vinile, Aries 3 BlackKnight vanta straordinaria eleganza e performanceassolute, prossime a quelle del top di gamma VPI: ilfavoloso HR-X. Un grande suono che deriva da unarealizzazione accurata e materiali che sono frutto discelte sapienti. Il piatto è in materiale com-posito di elevato spessore con un sistemaperno-cuscinetto invertito di altissima qua-lità. La base, estremamente stabile, ècostituita da due piani di materiale acrilicoin cui si interpone uno strato di alluminio.

Una formula che si è rivelata efficace al fine di ridurredrasticamente le vibrazioni esterne. Nel pieno rispettodella tradizione VPI il motore è posto in un contenitoreseparato ma perfettamente integrato nella base, chepoggia su quattro coni in alluminio con sfere d’acciaio

sulla parte terminale così da fornire un’ecce-zionale rigidità e un ampia possibilità di rego-lazione. Gli straordinari bracci JWM 9 e l’as-soluto JWM 10.5ì lo corredano in alcuneversioni disponibili. Tutto ciò che serve ariscoprire la purezza della vostra musica.

www.audiogamma.it

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News

Fatman iTube 452Un nuovo, eccellente apparecchio siaffianca alla linea Fatman diamplificatori a valvole con dockingstation per iPod. Si chiama iTube452 ed è un prodotto unico sottomolti punti di vista. La mise esteticaaffascinante ed estremamenteoriginale colpisce di primo acchito.Una sorta di semicerchio, nero nellastruttura e bronzo ad accogliere levalvole e accompagnato da duemanopole finite inox, una per ilvolume e l’altra per la selezioneingressi. Sul piccolo pannellofrontale un Vu-meter circolare daitoni vintage con lancetta arancione,come nella migliore tradizione perquesto tipo di indicatori. Dietro unaveste estetica davvero particolare eaccattivante, batte un cuore digrande qualità. Costruito inconfigurazione dual-mono, il 452

vanta trasformatori di alimentazionee di uscita separati, e ben 9 valvoletotali, 5x12AX7 preamplificatrici e 4finali 6L6G con sistema diregolazione del bias automatico. Lapotenza erogata è di 45W percanale su 4/8 ohm con 4 ingressiselezionabili e un rapportosegnale/rumore superiore a 86 dB.Un “vero” amplificatore a valvole dirango che prevede in dotazione,anche una docking station per iPodseparata, in modo da poter fruiredell’oramai “universale” player diApple. iTube 452 di Fatman è lasoluzione per appassionati dalpalato fine che non voglionorinunciare a qualità e potenza, maanche attenti al budget, vistol’eccellente rapporto qualità/prezzoche offre l’oggetto, iTube 452 costainfatti 1990 euro.

Lutron, il riferimento di settoreDal mese di Maggio c.a.Audiogamma s.p.a. distribuisce ilfamoso marchio americano leadermondiale nel settore dei sistemi dicontrollo della luminosità.Tra i molti prodotti che verrannocommercializzati, quello dimaggiore interesse è senza dubbioil nuovo Grafik Eye QS, basato sulsistema Grafik Eye di Lutron mache introduce molte nuovefunzionalità. Sei zone diilluminazione e quattro scenepreimpostate disponibili sull’unità dicontrollo principale (con 16preselezioni possibili attraversoaddizionali unità a muro) econtrollate da un nuovo display amatrice di punti. Integrato unorologio astronomico, che consentedi regolare in modo automatizzatole luci e le tende ad una data ora

del giorno o all’alba/tramonto, esono solo parte delle novitàintrodotte.Per garantire la massima flessibilità,infatti, Grafik Eye QS puòinterfacciarsi con tende, tapparelle,schermi di proiezione, apparati AV edi sicurezza, per dare vita ad unsistema integrato di “controllototale”. Interessante la nuovafunzione di monitoraggio delconsumo, attraverso un display checonsente all’utilizzatore di verificarein tempo reale il risparmioenergetico ottenuto dall’interosistema via via che l’illuminazioneviene ridotta. Queste tra le novitàpiù significative introdotte nel nuovoQS, già leader di mercato a pochigiorni dalla sua introduzione.Grafik Eye QS è disponibile inun’ampia gamma di combinazionidi colori e finiture, per soddisfarequalsiasi esigenza.

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iTube 452 rispetta appieno la tradizione dei “tube-amp” presentando sul retro dueserie di tre morsetti per il collegamento ad una coppia di diffusori. Uno dei connettoriè di massa, mentre gli altri due consentono la scelta tra le impedenze di 4 e 8 ohm, infunzione delle casse collegate.

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Era il 1996 quando Denon,precorrendo di gran lunga i tempi,debuttò con il preamplificatore AVP-A1, un riferimento per gli esordidell’Home Theatre ed il primoprodotto con decodifica DolbyDigital / THX 5.1. Dopo quel fortesegnale, e fino a questi nuovimodelli di pre/finale multicanaleAVP-A1HD / POA-A1HD, Denon ha sempre preferito optarenell’alto di gamma per soluzioniintegrate, come testimoniano leserie di amplificatori A/V diriferimento AVC-A1 e AVC-A11.

Il nuovoriferimento

L’attuale momento storico vede unasituazione per certi versi simile aquella del 1996, affermatosi il Blu-ray come lo standard vincente,l’alta definizione sta avendosempre più successo e con essaanche le nuove decodifiche audio.Denon, ancora una volta primo tratutti, debutta con un “referencestandard”: il tandem pre & finaleAVP-A1HD & POA-A1HD, macchinedalle prestazioni formidabili, ingrado di decodificare qualsiasiformato audio; di gestire i segnalivideo fino a 1080p meglio di comefarebbe un processore esterno; dielevata compatibilità multimediale e,infine, con tanta potenza adisposizione sia della musica, sia delcinema. In quest’ottica Denonmodula le diverse declinazioninell’alto di gamma, con il segmentoHi-End coperto dall’accoppiata quiin analisi, e subito sottol’amplificatore integrato A/Vmulticanale AVC-A1HD, dotato di 7canali in luogo dei 10 delpredecessore AVC-A1XVA, einserendosi circa alla metà traquest’ultimo e l’AVC-A11XVA. Ciò per rispondere a nuove ecrescenti esigenze di mercato, cherichiedono da una parte prestazionino-compromise –coperte appuntoda AVP-A1HD e POA-A1HD - edall’altra elevatissime qualità eversatilità, perseguendo al tempostesso il massimo contenimentodell’ingombro fisico, aspettotutt’altro che trascurabile.

Unici davveroIl pre-processore AVP-A1HD ed ilfinale multicanale POA-A1HD sonorealmente macchine senzacompromessi.

Un’accoppiata di riferimentoassoluto, che coniuga tutte leesigenze presenti e future. Dallamultimedialità all’audio/video,questi due poderosi gioiellisapranno soddisfare, per moltianni a venire qualsiasi richiesta,sia qualitativa, sia quantitativa.In sintesi, il nuovo riferimentodi mercato.

Denon AVP-A1HD | POA-A1HD

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Denon

“All-in-One”Il pre AVP-A1HD è un “all-in-one”nel senso più estensivo del termine.Ingloba, lo vedremo nel proseguodell’articolo, tutte le funzioni che unappassionato AV possa desiderare,richiedere, sognare. Partendo dalladescrizione tecnica, va sottolineatala costruzione della macchina e lasua ingegnerizzazione, di livelloassoluto. L’organizzazione interna èestremamente razionale, filaturapraticamente inesistente e un telaiodi alluminio di grande robustezza

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Sia il processore audio/videomultimediale, sia il secondo, finaledi potenza da 150W x10 su 8 ohm,sono autentici rappresentantidell’attuale stato dell’arte in quantoa performances, ma anche lafrontiera dell’Audio/Video piùavanzata. Un cenno va sicuramentefatto all’estetica, con unpreamplificatore classicamenteDenon, e con un look che nel finaleviene arricchito dalla presenza di tregrossi strumenti vu-meter dievocazione squisitamente “vintage”.Il pre AVP-A1HD è unimpressionante condensato ditecnologia. Nel suo cuore digitale,infatti, trovano spazio: unprocessore con decodifiche HD; unprocessore video di livelloelevatissimo, indispensabile pereffettuare precise operazioni dideinterlaccio e scaling; una centralemulti-room fino a 4 zone e, dulcis infundo, un “client” multimediale,dotato anche di tecnologia Wi-Fi.Ciò che impressiona –soprattuttol’appassionato più evoluto- è la

L'AVP-A1HD è costruito in modo esemplare. La filatura, quasi nulla, denota unaingegnerizzazione da manuale. Notare i due grossi trasformatori toroidali deputatiall'alimentazione dei circuiti audio analogici.

Due i telecomandi a disposizione dell'AVP-A1HD, uno "main" in tecnologia OLED a sfioramento, e l'altro semplificato e dedicato alla zona 2.

incredibile qualità con la qualel’AVP-A1HD effettua tutte questeoperazioni, senza che nessunainterferisca sull’altra. Di solito, i “condensati” ditecnologie diverse, eccellendo in unaspetto, possono deficitare in altri.Non è così nell’AVP-A1HD, doveogni aspetto è curato nei minimidettagli e dove tecnologie operantiin modo diversissimo –bastipensare alla tecnologia WiFi e alsegnale stereofonico analogico-convivono senza alcun problema.Il finale POA-A1HD non è da menodel suo “socio” pre, purincorporando meno tecnologia. Lacostruzione è totalmente modulare,con 10 sezioni finali completamenteseparate che condividono solo lasezione d’alimentazione, questacostituita da 4 trasformatori adavvolgimenti separati per le sezionidi potenza e 8 per i driver. Il tutto inuno chassis totalmente in alluminio,di grande spessore, indispensabileper questioni di robustezza e dismorzamento delle vibrazioni.

che provvede anche alla messa amassa dei circuiti. Quest’ultima èparticolarmente curata, vista latipologia molto diversa di segnalipresenti all’interno dell’AVP-A1HD,che comprendono sia quelli videoche audio, sia digitali che analogici,fino a quelli informatici, ed in formastereofonica, multicanale e HD. E’ facile intuire come un’errataingegnerizzazione possa facilmenteingenerare interferenze e ritorni, chedi solito viaggiano proprio a livellodi massa.

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Anche per questo motivo lealimentazioni e i conseguentitrasformatori sono numerosi, intotale 7, di cui i 2 più ingombrantidedicati uno ai circuiti d’uscita audiobilanciati, l’altro alle altre sezioniaudio analogiche, mentre gli altri 5,più piccoli, asservono a tutti gli altricircuiti, eccezion fatta per le sezionidigitali e di servizio, per i qualiesistono ulteriori alimentatori aimpulsi.

La componentistica utilizzata è tuttadi elevatissimo livello, e grandeattenzione è stata posta nella sceltadi ogni componente. Le sezioni audio analogiche sonorealizzate completamente adispositivi discreti (transistor), sonotutte uguali e in configurazionebilanciata in classe A (il segnalesbilanciato è ottenuto prendendoun ramo del bilanciato). Eccellenti le prestazioni anche dei

12 convertitori D/A PCM1796 BurrBrown, in configurazione doppiodifferenziale (tipica dei lettori CD Hi-End) per la massima precisione diconversione. Per la parte video sonopoi utilizzati chip di livello assoluto,come il Realta SXT2LF, che effettuala conversione i/p più quella A/D, emolti altri “campioni” di solitosfruttati nelle realizzazioniprofessionali del massimo livello. Il Denon AVP-A1HD va quindiconsiderato un oggettomultimediale nel suo totale,collegabile in Rete e dotato sia diporta Ethernet, sia Wi-Fi, in grado difare da client per file AAC, MP3,WAV, WMA, FLAC. Può visualizzare foto JPEG tramite leuscite video, suonare le radioInternet, ed essere controllato conun software da rete. Non mancanoingressi USB dove poter collegareplayer o dischi fissi, e per iPodtramite dock, non fornito. Presenti –ovviamente - le decodifiche DolbyTrue HD e DTS HD, effettuatetramite tre processori DSP a 32-bitvirgola mobile, che gestiscono tuttigli ingressi/uscite audio dell’AVP-A1HD. Per la parte video,supportato l’HDMI 1.3 sui numerosiingressi/uscite HDMI anche nellamodalità Deep Color 30/0/36 bitxvYCC. Le circuitazioni che logestiscono sono in grado dieffettuare conversione da analogicoa HDMI e deinterlaccio-duplicazione-scaling con algoritmiadattivi al movimento. Avanzateanche le funzioni multi-room, fino a4 zone controllabili, e la possibilitàdi utilizzare un segnale digitaleaudio e video component per laZona 2.

Un finale assolutoIl finale POA-A1HD, da 150W x10 su8 ohm, è la summa dell’oltretrentennale esperienza Denonnell’amplificazione. Beneficia di una progettazionecompletamente nuova, nella qualeconvergono sinergicamente il know-how accumulato nel 2/canali diclasse High-End (vedi l’eccellenteintegrato PMA-SA1), e dall’altraquella del multicanale. Il risultato èun finale senza compromessi checoniuga la “spettacolarità” deirumori cinematografici, con il rigoreed il realismo tonale e prospetticodell’evento musicale. Ben 10 le sezioni di amplificazionecompletamente separate eorganizzate in monoblocchi, per lequali è possibile anche unaconfigurazione a ponte 2 a 2 peruna potenza di ben 500 wattcontinui per 5 canali, su 4 ohm, o250 watt per 5 su 8 ohm, semprecontinui.

Ascolto e utilizzazioneUn primo plauso va fattoall’intuitività di apprendimento deinuovi menù di interfaccia utentesviluppati da Denon, presenti neimodelli alto di gamma, fino alsintoamplificatore AVR-3808.Guidano in modo semplice e senzaincertezze anche l’utente menosmaliziato. In poche mosse èpossibile accedere a qualsiasifunzione o taratura, rendendospendibili anche le funzioni piùcomplesse e di uso meno comune.Questo è un aspetto fondamentalein apparecchi del calibro dell’AVP-A1HD, complessi comenessun altro.

Denon

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Preamplificatore A/V AVP-A1HDRisposta in frequenza: 10Hz-100kHz (+1/-3dB)Distorsione (THD): 0,005%Rapporto S/N (IHP pesato A): 102 dBBanda passante video: 5Hz-100MhzLan WiFi: IEE802.11b/802.11gConsumo: 150W/0,3 W stdbyDimensioni: 43,4x21,4x48,5cm (LxAxP) Peso: 27,5kgPrezzo: 7.500 Euro

Amplificatore finale POA-A1HDPotenza d’uscita: 10x150W 8 ohm | 10x300W 4 ohmPotenza d’uscita a ponte: 5X300W 8 ohm | 5x500W 4 ohmRisposta in frequenza: 10Hz-100Khz (8ohm | +1/-3dB)Consumo: 1200W/0,3 W stdbyDimensioni: 43,4X28,1X50,3cm (LxAxP) Peso: 60kgPrezzo: 7.500 Euro

Davvero imponenti i due apparecchi. Rappresentano l'attuale stato dell'artenell'amplificazione audio/video hi-end, e a pochi giorni dalla loro uscita sono giàconsiderati le migliori macchine in commercio.

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Passiamo adesso alle note diutilizzazione audio e video, vista lapresenza a bordo delpre/processore di un ottimoprocessore video. Riguardo l’utilizzoin multicanale, l’accoppiata non èseconda a nessuno, potenza inesubero e con un grande controllo;la sensazione è quella di staredavvero tra le pareti di una salacinematografica. Le nuovedecodifiche HD sono stupefacenti ec’è di che emozionarsi. Eccellente, poi, anche l’ascolto instereofonia, con il quale siraggiungono prestazioni di tuttorispetto; come mai ciera capitato diascoltare con unsistema multicanale.Di livello elevato, laresa in 2 canali puòdefinirsi a livello dellemigliori realizzazionispecificatamentecostruite solo per lastereofonia.Come processorevideo l’AVP-A1HD hadelle prestazioniautenticamente top,che lo pongono tra imigliori incommercio. Il deinterlaccio /duplicazione e loscaling avvengono inmodo eccellente e alivello dei migliorisistemi separati. Con l’AVP-A1HD si ècerti di poter fruire almeglio di qualsiasisegnale, anche abassa risoluzione,indubbiamente ungrande vantaggio.Con i Denon AVP-AHD & POA-A1HD si ha la

netta sensazione di assistere ad unaprestazione complessiva allo statodell’arte. Qualsiasi segnale, daquello informatico, a quelloanalogico, dall’A/V HD di ultimagenerazione al digitale, vieneriproposto al massimo della qualitàoriginaria, con un apporto audio distraordinario impatto e verismo.

ConclusioniQuesta coppia di elettronicheDenon stabilisce l’ennesimostandard di riferimento sul qualetutti gli altri competitors dovrannomisurarsi.

Anche per questorappresenta uninvestimento digrande valore alungo termine.Un’accoppiata digran pregio sottoogni aspetto, curatanei minimi dettaglie in grado di darvoce ed immagine aqualsiasi cosa e nelmodo migliore.

Il prezzo, seppurealto in assoluto, ègiustificato dallapressochéesclusivadotazione delpreamplificatoree dalla superbaautorevolezzadel finale, voceed anima di ognibit.

Denon

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La costruzione del finale è completamente modulare e consta di 10 sezioni finalicompletamente separate e alimentate da 4 trasformatori a nuclei indipendenti.

La quantità di ingressi e uscite a disposizione è impressionante. Notare gliingressi XLR/RCA del finale e i generosi connettori per i cavi dei diffusori.

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Grandidifferenze

Top di gamma della linea “Full-HD”,il videoproiettore Planar PD8150 sicontraddistingue sensibilmente dalladiretta concorrenza grazie allemolte, innovative soluzioni inclusenel suo progetto. Il risultato sulcampo, anzi in salotto, sarà uncoinvolgimento emotivo ed unaspettacolarità da salacinematografica ben equipaggiata.Godetevi lo spettacolo!

Planar è un’azienda americanaleader di settore nel videoprofessionale. Decise – più di dueanni fa - di cercare nuoveopportunità nel mercato home-cinema in modo deciso eperentorio, proponendo dapprimauna linea di proiettori e una dischermi ad alto guadagno (gli“XScreen”), e affiancando loro,successivamente, dei modelli dimonitor TV LCD “Full-HD” da 37” a52”. E’ dello scorso anno, infine, laacquisizione da parte di Planar dellaRunco, compagnia statunitensecostruttrice di prodotti video Hi-Enddi classe mondiale. La gammaofferta diventa pertanto moltoampia, in grado di coprire qualsiasiesigenza. Ciò che mancava al giàdotato catalogo Planar erano “solo”dei proiettori con matrice Full-HD,in grado di completare una linea dimacchine di per sé molto ricca, masguarnita nell’alto di gamma.

Meglio tardiL’attesa è stata in fine premiata.Planar non ama far le cose in fretta,preferisce dotare di originalità einnovazione i propri prodotti, e persviluppare soluzioni che possanoeffettivamente tracciare un solco trai prodotti del marchio statunitense equelli della concorrenza, ci volevatempo. Tempo ben speso, visto che ilPD8150, e in buona parte il suo“quasi-gemello” PD8130 appaionomacchine genuinamente originalinelle soluzioni tecniche adottate,soluzioni che non sono inconsistentiartifici da marketing, ma effettivemigliorie che si ripercuotonosensibilmente sulla qualità delleprestazioni, di classe non men cheeccellente.

Molto avantiIl primo approccio è con una vesteestetica originale e sofisticata. Lineeavvolgenti, adatte per qualsiasi tipodi installazione, arricchite da unafinitura nero lucido ottenutaattraverso un pigmento metallico,rifinita con trasparente multistrato. Il risultato è di piacevolezza inedita,di grande impatto, estetico e tattile.Dal punto di vista tecnico molte lenovità introdotte. Tra quelle di maggior spicco, il“Dynamic Black”, nuova tecnologiache fornisce un sostituto elettronicoal dispositivo chiamato “Irisdinamico”, il quale permette unelevatissimo rapporto di contrasto(15.000:1 massimo), con effettidiretti sulla qualità delle immagini,del tutto assimilabile a quella“cinematografica”.Ma le leccornie tecniche nonfiniscono qui.

Planar PD8150

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VisioneIl PD8150 èunamacchina dieccezionalecaratura. Siacon i normalicontenuti PAL, siacon i nuovi supporti inalta definizione, riesce sempre asbalordire con la qualità delle suedoti visive. Incarnati pieni, ottimatridimensionalità ed eccezionalecomportamento sulle basse luci,dove si riescono nitidamente ascorgere anche i dettagli più confusinel nero. Una macchina“cinematografica” nel vero senso

della parola,

dove è solo l’abilitàdel regista e del direttore dellafotografia a fare la differenza. Lasensazione è quella di staredirettamente sul set, più che diassistere ad una “riproduzione”.Non c’è mai alcun effetto ditrascinamento, né traccia deicongeniti difetti della tecnologiaDLP, che qui sembrano scomparire,magicamente, lasciando spazio soloallo spettacolo, di qualsiasi tipo eprovenienza, sempre comunquegodibili nel pieno della loro natura.Nell’uso pratico, la macchina è

Nel PD8150 è stato utilizzato ungruppo ottico sovradimensionatoche evita la tipica diminuzione diluminosità ai bordi dell’immagineproiettata. Inoltre, garantisce lamessa fuoco uniforme in tutta l’areadi proiezione. Molta attenzione èstata posta nell’aumentare il piùpossibile il comfort di impiego,adottando un contenitore adalto assorbimento acustico,l’adozione di particolarismorzatori, e una ruota coloredotata di cuscinetti asfioramento invece dei comunicuscinetti a sfere. Insomma, ilPD8150 non si “sente”, si vede.Permette una fruizione delleimmagini senza alcun disturbo dinessun tipo. Un ulterioreperfezionamento riguarda lagestione della luce spuria che, nelcaso del PD8150, è pari al 50% dellivello del nero generato dalproiettore. Questa caratteristica èmolto importante perché sovente,in altri prodotti, eccellenti rapportidi contrasto vengono vanificati dallaluce di scarto emessa dal sistema diraffreddamento. Molto utile, poi, l’impostazionedelle memorie di calibrazione “ISF

Planar

estremamente silenziosa epraticamente non emette lucespuria, due aspetti che fanno partedel concetto di qualità che solo unamacchina top può offrire, ma chemolto spesso vengono dimenticati.

ConclusioniUn proiettore top di gamma, per ilquale è valsa la pena di aspettarequalche tempo. Assolutamente

performante, il PD8150 èinfatti il proiettorecinematografico pereccellenza, e uninvestimento davveroazzeccato. La macchina Planar

si vede talmente bene chemolto difficilmente vi verrà la

voglia di sostituirla con una diprestazioni migliori; guardandola

si dimentica di assistere a unariproduzione e ci si immerge“semplicemente” nel contenuto. Dipiù non si potrebbe volere. Gliamanti dello sport potranno godersii loro eventi “quasi” come dal vivo,e qualsiasi contenuto, anche a bassarisoluzione, viene perfettamente“addomesticato” dal PD8150 cheriesce a rendere ogni cosa più chedegna di essere guardata. Nessundifetto, davvero, neanche nellecondizioni di garanzia. Nel caso–remoto- che una macchina abbiabisogno di assistenza, essa vienedirettamente sostituita con unanuova, basta fare una telefonata.Planar si fida dei suoi prodotti.

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day & night”, più un’otticapredisposta per l’utilizzo di un filtroriduttore d’intensità luminosa(Neutral Density Filter). La potenzadella lampada, regolabile, permette4000 ore di vita a bassa potenza,2000 ad alta potenza.Il PD8150, infine, è

disponibile sia inversione standard con rapporto ditiro 1,85:1 - 2,40:1, sia in quella“short trow” (1,56 - 1,86), a sceltadel cliente e senza sovrapprezzo,per meglio adattarsi, insieme allapossibilità di decentramento otticoverticale -120% + 50% (montaggioa soffitto) e orizzontale ±15%, aqualsiasi installazione.

Molti gli ingressi a disposizione del PD-8150, tra i quali component su BNC e su PIN,HDMI e DSub15 VGA per PC

Caratteristiche tecniche Connettività: 2 HDMI 1.3 | 1 DSub 15, 2 Component | 1 SVideo | 1 CompositoRisoluzione nativa: 1920x1080Rapporto d’aspetto: 16:9Rapporto di tiro: 1,85:1 | 2,40:1 o1,56:1 | 1,86:1 (distanza/altezza)Decentraggio ottico: V -120% + 50% H ±15% Luminosità: 1000ANSI LumenRapporto di contrasto: 15000:1 (max)Lampada: sostituibile dall’utente 180/200 W MHP 4000h di durata maxDimensioni: 53x20x45,5cm (LxAxP)Peso: 10kgPrezzo: 6.490 Euro

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Le due metà del cielo High-End

L’annoso dilemma: “valvole otransistors” può esseretecnicamente argomento di puraaccademia, ma sonicamente e aimassimi livelli prestazionali questaopzione ha ancora i suoi validimotivi, fatti di pro&contro perambedue le tecnologie. E sescegliessimo entrambe le due metàdel suono High-End?

Hovland è un nome relativamentenuovo per l’Italia e, se pur noninedito, alla maggioranza degliaudiophili nostrani suoneràsconosciuto. Sconosciuto non èperò sinonimo di “esordiente” o di“secondario”; dietro questomarchio si cela una formidabilerealtà produttiva che ha nella cifradella progettualità e dellacostruzione, due elementi originalidi straordinaria importanza.

Californian DreamsCaliforniana di Los Angeles,Hovland esiste da oltre vent’annicon un background di conoscenzaed esperienza ancora più datato. Lasua fama di (grande) costruttore dielettroniche audio è stata precedutadalla qualità propriacomponentistica (condensatori film

& foil MusicCap), estesamenteutilizzata ed apprezzata da altricostruttori High-End, come datweakers di alto bordo. Leelettroniche, amplificazioni in specialmodo, sono frutto di unalunghissima gestazione progettuale,continuamente suffragata dasperimentazione sul campo(laboratorio e sala d’ascolto), quinditraslato in prassi tramite unamaniacalmente accurata costruzionemanuale delle singole parti. Il tuttoè poi vestito in modo acconcio,miscelando nel look e nella forma lasensazione di autorevolezza,esclusività, pratica eleganza con unpizzico di trasgressività (il plexiglas)che ne rappresenta la genialitàoriginale dietro il pur talentuosoesercizio tecnico.Bob Hovland ha progettato ecostruito le proprie creature perraggiungere l’ambizioso traguardodi coniugare in un'unica soluzione:“Passion, Truth, Inspiration,Precision, Beauty”. Una “mission”da far tremare i polsi, ma Bob ha lespalle larghe dell‘americano chesogna in grande, e cosa c’è di piùstimolante per un audiofilo di un“american-audio-dream” divenutorealtà? Già solo a vederle, con queipannelli squadrati senza incertezze,le dimensioni importanti, il quasilibidinoso feeling meccanicotrasmesso dall’azione dellemonumentali manopole (nessuntelecomando potrai mai trasmetterequesta sensazione di “chirurgica”precisione), i led azzurrini da hi-fid’epoca, le elettroniche Hovlandinfondono un senso di possente,sobria ed incrollabile personalità.

Hovland HP100 | Radia

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Il finale stereo RadiaNonostante i finali di potenzaappaiano spesso esteticamentemeno stimolanti dei pre, in questocaso il Radia fa eccezione, con il suobel frontalone in perspex colorghiaccio retroilluminato da una lieveluminosità blu che lo rende similead un miraggio artico. Al centro delpannello, un inserto in metallo gliconferisce quel tocco diautorevolezza che non puòmancare ad un power-ampd’eccellenza. La costruzione è dual-

Sinergia totaleLa linea attualmente indistribuzione in Italia è modulata sudue modelli di preamplificatore –HP100 e HP200 - disponibili in treversioni (solo linea, phono MM ephono MC), e due modelli di finalidi potenza, uno stereo – il Radia -ed uno monofonico, lo Stratos. Lacoppia prescelta per cominciare atracciare un profilo identificativo deiprodotti Hovland è quella compostadal pre HP100 con stadio phonoMC e dal finale stereo a stato solidoRadia.

Il pre HP100Il pre HP-100 è disponibile incatalogo in tre differenti versioni,stadio linea, phono MM e phonoMC. Quello in nostro possesso è laversione MC e per l’ascolto di cui diseguito daremo nota è interfacciatoad una testina Denon DL103Rmontata su giradischi ProJect RPM-10. L’HP-100 è fornito di noveingressi ed utilizza, come è lecitoaspettarsi, la migliore

Hovland

mono, con una sezione dialimentazione allo stato dell’artecostituita da componentisticatotalmente realizzata a mano., contrasformatori sovraddimensionati,condensatori ultraveloci, e diodirettificatori Schottky. A differenza delpre, il Radia è un disegno a statosolido a simmetria totalmentecomplementare con stadi diingresso a J-Fet e transistors d’uscitabipolari a contenitore metallico TO-3. La potenza di uscita è di 125 wattper canale su 8 ohm, che diventano200 su un carico di 4. Datipuramente indicativi, essendo lamusica un evento in continua,rapidissima evoluzione ricca divarianti di ogni tipo.

Note di ascoltoControllori rigidi e severi delcomportamento sul campo dellacoppia Hovland HP-100 MC / Radiasono i Bowers & Wilkins SignatureDiamond, diffusori di sovranatrasparenza ed umanissimaanaliticità, ma prive della proterviachirurgica di taluni modelliconcorrenti che scambiano l’enfasidel medio/alto per effettivo potererisolutore.

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componentistica passiva disponibilee - nei punti cruciali per il risultatoacustico – si impiegano icondensatori di “famiglia”MusicCap. Il comando del Volume ècostituito da un attenuatore stereo aresistenze con contatti in argento a31 posizioni con passi da 2 decibel.La “firma” Hovland la ritroviamo nelcablaggio interno del segnale di altolivello, realizzato con cavoschermato in argento Generation 3,mentre quello dello stadio phono fauso del Music Groove 2. Lo chassisè un monoscocca all’interno delquale sono disposte, isolate l’unadall’altra, le tre schede circuitaliprincipali. In questa configurazioneè ridotto al minimo il rischio diinterazioni o influenze di originemagnetica e/o elettrica. Anche lostadio di alimentazione impiegacomponentistica custom-made per iltrasformatore e – ovviamente – icondensatori. Le valvole impiegatesono due 12AX7, una 12AU7 per lostadio linea; 2 AX7 e una 12AT7 perlo stadio phono.

Squisitamente "hand-made" la costruzione dell'HP100, con utilizzo di molti componentiinterni -come i condensatori- costruiti in casa Hovland e ad-hoc per il prodotto.

Molto originale l'estetica del Radia, con l'utilizzo di pexiglas di grande spessore e lucido per la base contrapposto allo stessomateriale, ma satinato, sul frontale, che si illumina -come il preamplificatore- di una riposante illuminazione celeste.

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Questa stessa dote la si ritrova nelleelettroniche Hovland, con le qualipalesano più di un’affinità elettiva,come una totale, pressoché“magica” sinergia acustica, dove lamigliore calligrafia del suonoaudiophile è interamente e

meravigliosamente posta al serviziodel messaggio musicale. Questoimpagabile frutto - nonpreventivabile in questa entità edefficacia a priori, ma solo sulla cartaper sovrapponibili intenti progettuali– trova la sua conferma, ed in alcuni

frangenti della Prestazione anche ilsuo trionfo, nelle ambizioni, nellafelicità delle scelte progettali ecostruttive, nelle peculiaritàestetico/funzionali che rendonoquesti prodotti visivamenteinequivocabili ancor prima diesserlo nell’ascolto, che va fatto incondizioni ottimali per sistema,software ed acustica ambientale.

ConclusioniUna nota finale, quasi un aneddoto,però significativo per gli amantidella musica, ancor prima dell’audiod’eccellenza: pur incarnando duerappresentanti della massima

qualità/tecnologia hi.fi mondiale,questa abbinata Hovland/B&W si èdimostrata soavemente indulgenteanche nell’ascolto di dischisemplicemente commerciali, quelliche compriamo tutti noi, “music-lovers”, estraendo da essi l’anima,l’essenza più vitale e coinvolgentedel loro contenuto. Un dono questoche può avere una valenzainestimabile per molti appassionati,in special modo i collezionisti didischi. Non vi resta che provare dipersona prendendo appuntamentocon un centro dimostrativoHovland/B&W. E non dimenticate ivostri dischi.

Hovland

Hovland HP100 - Preamplificatore a valvoleStadio LineaImpedenza d’ingresso: 100 kohmGuadagno: 14 dBRisposta in frequenza: +0/-.25 dB | 0 Hz-25 kHzDistorsione (THD): <.1% @ 3V in uscitaRapporto Segnale/Rumore: 80 dBImpedenza d’uscita: 2500 ohm

Stadio Phono MM (guadagno 46 DB)Impedenza d’ingresso: 1 meg ohmRisposta in frequenza: ±0.15 dB | 25 Hz-25 kHzRapporto Segnale/Rumore: 60 dB/2 mVTensione minima d’ingresso: 0.7 mV @ 1000 Hz

Stadio Phono MC trasformatore MC7 (guadagno 63 DB)Tensione minima d’ingresso: 1.0 mV @ 1000 HzImpedenza d’ingresso: 530 ohmValvole: linea 12AX7 (2) | 12AU7 (1) | 12AT7 (1)Dimensioni: 46,4x13,3x44cm (LxAxP)Peso: 13 kgPrezzo: 6.500 Euro (linea) | 7.500 Euro (MM) | 7.900 Euro (MC)

Radia - Finale di potenza a stato solidoPotenza d’uscita: 125 W/canale su 8 ohm | 200 W/canale su 4 ohmImpedenza di ingresso: 50 kohm | sbilanciatoGuadagno: 26 dB | non-invertente | carico 4/8 ohmDistorsione (THD): <0.1% @1 kHz/8 ohm | <0.15% @ 1 kHz/4 ohmRapporto Segnale/Rumore: 92 dBDimensioni : 46,4x42,3x18,3cm (LxAxP)Peso: 33.2 kgPrezzo: 10.900 Euro

La realizzazione del Radia è completamente dual-mono, unico elemento in comune aidue canali sono infatti il cavo di alimentazione e il relativo alloggiamento.

Molti gli ingressi a disposizione dell'HP-100, tutti sbilanciati RCA. L'ingresso phono sullaestrema destra viene utilizzato come ulteriore aux nella versione solo lineadell'apparecchio.

Le due sezioni finali del Radia assicurate alle alette di raffreddamento. Estremamenteordinata la realizzazione, che prevede l'utilizzo di componentistica selezionata e inbuona parte costruita o direttamente presso Hovland o su specifica da terze parti;anche i cavi sono fabbricati da Hovland: davvero nulla è lasciato al caso.

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X-01D2VERTICE DI PERFEZIONE

Il lettore CD SACD X-01D2 si pone alvertice della straordinaria serie X gra-zie alla presenza di una raffinataversione della meccanica VRDS-NEO con slitta di lettura deldisco derivata dall’unità ditrasporto Esoteric P-03. Ilconvertitore D/A multibitadotta una configura-zione dual differentialper una completaseparazione dei canali.Come nei modelli X-01 eX-01 LE sono utilizzati quattroDAC Burr Brown 1704 x 8 percanale ed ogni serie è posta su circuitiseparati, destro e sinistro. Oltre alla tecnolo-gia D/A multibit, la versione D2 è dotata di deco-difica DSD (direct stream digital) con processore disegnale a 1 bit Analog Devices AD 1955, un’altra

rivoluzionaria innovazione che deriva dai compo-nenti separati Esoteric P-03/D-03. Un nuovo mec-

canismo di chiusura del vassoio porta discoconsente inoltre un’ulteriore isolamento

da rumori esterni. La connettivitàè garantita dall’ingresso di

sincronizzazione clockWORD, dal sistemaiLINK, uscite analogi-

che e digitali multicana-li, oltre a uscite bilancia-

te e sbilanciate audio 2canali con terminali RCA

nextgen. Una meccanica allostato dell’arte e un’elaborazione

del segnale digitale all’insegnadella più avanzata tecnologia

fanno dell’X-01D2 una macchina alvertice della perfezione. Come ogni

componente Esoteric.

www.audiogamma.it

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www.audiogamma.it

HyperSpike.

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Roth Audio, del geniale James Roth,offre una linea di prodotticaratterizzata da apparecchifocalizzati sul design puro, senzaperò tralasciare le prestazioni, allequali tiene molto lo stesso Roth.Catalogo relativamente limitato, maintrigante quello del costruttoreinglese, con il modello MC4Coocon, amplificatore ibrido dibassa potenza per iPod, il “neonato”MC8, vero e proprio amplificatoreintegrato a tutto tondo, con

Alfie, ilconquistatore

Un celebre film degli anni ’60raccontava di Alfie, un donnaioloimpenitente ed eterno conquistatoredel fascino femminile. L’Alfie tecnologico dei giorni nostriconserva lo stesso fascino,ammaliando, senza appello,chiunque lo ammiri. Oltre adapparire, grande sostanza dentro,pronto a non deludere nessunaaspettativa.

Roth Audio Alfie

circuitazione a valvole in classe A edocking esterna, e infine, Alfie,macchina tutto fare in grado dirisolvere in un sol colpo moltediverse esigenze.

Proprio tuttoAlfie si presenta in una elegantelivrea laccata nero “grand piano”raccolta in una “conchiglia” dialluminio telaio, sorta di gusciometallico che va a custodire unsistema “all-in-one” dotato di unDVD player; sintonizzatore AM/FM;orologio con doppia sveglia;docking station per iPod, più casseacustiche amplificate (sistema 2.1con subwoofer). Suadente la vesteestetica, caratterizzata dal grossodisplay (192 x 24mm), dai segmentirosso vintage sovrastato dallameccanica di lettura “slot-in” e dallatastiera di controllo a sfioramento,illuminata in tinta. Tramite essa, otelecomando a corredo, è possibilegovernare l’intero sistema. E’ un insieme studiato nei minimidettagli, senza lasciar nulla la caso,una sorta di “quintessenza” dell’evotecnologico. Alfie è nato perrisolvere – in un’unica soluzione –tutte le esigenze di riproduzione esonorizzazione di piccolocabotaggio; con esso è possibilevedere (e sentire) film, ascoltareCD, iPod, radio spingendo un tastoe senza altri ingombri che nonquello dell’unità stessa. Comoda la vita con Alfie!

Alfie è una macchina estremamente versatile e di design. Speaker per iPod, lettore CD,DVD e radio AM/FM in un insieme compatto e molto elegante.

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Versatile“All-in-one”, certo, ma anche tra ipiù versatili della sua categoria.Dotato di uscite video composito, S-Video e Component, Alfie puòessere collegato a qualsiasi TV. Puòaccogliere sorgenti audio esterne,come un sintonizzatore TV o unMP3 player, per esempio.La “voce” di Alfie è fornita da unsistema acustico composto da trealtoparlanti, due banda larga da 6,35cm, con finali dedicati da 10W l’uno,e un woofer da 10,2 cm con sezionedi potenza da 20W. Mentre glialtoparlanti anteriori sonoelegantemente celati da una grigliadi tessuto nera sul pannello frontale,il subwoofer emette verso il basso eposteriormente, dove è collocato iltubo di accordo per il bass-reflex. Afilo con il pannello posteriore ladocking station per iPod, estraibilecon un semplice “click”, pronta adaccogliere il player Apple. La suacollocazione è molto ergonomica epermette di manipolare quest’ultimoutilizzando il comando a crocieracome si fa normalmente nell’usostand-alone. Il lettore DVD ècompatibile con i formati DVD, CD-DA, Video CD, DVCD, CDR/RW eMP3 e permette quindi la letturapraticamente di ogni formato.

Ascolto/utilizzoL’uso di Alfie è intuitivo e semplice.Si utilizza di istinto, senza granderichiesta di attenzione. Ciò èimportante per un oggetto che deveessere usato da tutta la famiglia, condiversi gradi di preparazione e

ConclusioniAffascinante e seducente comel’Alfie di Michael Caine, questoconcentrato di tecnologia offre tuttele opzioni possibili. Ma Alfie si puòcomprare anche solo perché èbello, e dopo ragionare su quelloche fa, o viceversa. In ogni caso, fate un ottimoacquisto, duraturo ed affidabile perse stesso e per tutta la famiglia.

Roth Audio

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Caratteristiche tecnicheRisposta in frequenza: 20Hz-20kHzPotenza di uscita: 2x10W+1x20WAltoparlanti: 2x6,35cm+1x10,2cmDistorsione THD: <0,3%Ingressi: ausiliario su mini-jack 3,5mmUscite: cuffia | video | SVideo | ComponentDisplay LCD: 192x24mmCompatibilità iPod: 4G | 5G | 5,5G | 6G | iPod mini | iPod nano 1G |2G | 3G | iPod TouchDimensioni: 39x12x25,5cm (LxAxP)Alimentazione: 110V/230V CA selezionabileConsumo: st-by 9W, massimo 32WPeso: 5,6kgPrezzo: 649 Euro La dotazione di uscite è di tutto rispetto, essendo presenti attacchi video sia

SVideo/composito che component.

macchina di questa classe.L’utilizzazione quotidiana,disincantata e spontanea, scorre viasenza problemi, con Alfie centrodell’intrattenimento, home-entertaintment universale, rendefelici tutti. Chi è appassionato diradio, sente la radio; chi vuoleascoltare il proprio iPod, ascolta

l’iPod, chi ama ilcinema, vede unfilm. Alfierisponde alle

esigenze di tutti,con un suonoed un videocoinvolgentied

appassionati.

“attenzione” alla tecnologia. Il suoascolto è molto accattivante, con unbasso impensabile per un’unità cosìcompatta, e con un medio-alto maiinvasivo e piuttosto piacevole. E’ difficile mettere in crisi Alfie. Safare la voce grossa quanto basta,purché non si pretendano livelli dadiscoteca, nonrichiesti di norma aduna

Dal telecomando a corredo è possibile controllare qualsiasi operazione, compresa la gestione del lettore di DVD integrato.

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MJ Istit. giugno_08.indd 1 19-05-2008 15:02:31

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RSP-1069 raccoglie la pesanteeredità dell’RSP-1066 e dell’RSP-1068, modelli che hanno stabilitoparametri di riferimento nel lorosegmento di mercato, grazie aprestazioni e margine di versatilitàsuperiori alla loro direttaconcorrenza. L’RSP-1066 è stato unpredecessore nella tecnologia cheandava ad affermarsi: in un

Specie evoluta

momento in cui trionfavano isintoamplificatori di ogni tipo, e iprocessori ultracostosi, questomodello già offriva quasi tutto ildesiderabile ad un prezzo inferiorealla concorrenza e con prestazioni“Rotel-grade”. E fu successo. L’RSP-1068, conseguente evoluzione, nemigliorò le caratteristiche e leperformances, basandosi su unprogetto sostanzialmente simile.

Nuovo modello, altrastoriaRSP-1069 nasce in un momentotecnologico diverso rispetto al suopredecessore. L’affermarsi di nuovistandard di collegamento e lenuove opportunità offerte daprocessori di decodifica econversione più performanti, hasuggerito a Rotel un progettocompletamente nuovo. Su questebasi è stato sviluppato l’RSP-1069,dotato del nuovo chip DSP Aureusdella Texas Instruments, e deiconvertitori Burr-Brown a 24 bit/192kHz. Le novità non si fermano qui.La macchina vanta numerosesezioni d’alimentazione dedicate edi nuovo disegno, oltre ad unaparticolare cura nella selezione deicomponenti e nei percorsi deidiversi segnali che viaggiano nellostesso chassis. Dotato di 4 ingressi/1

RSP-1069 è il nuovo modello dipreamplificatore-processore A/VRotel. Macchina di grandeconvenienza economica, apparecompletamente rinnovato rispetto aisuoi predecessori con avanzatefunzionalità multi-room che lorendono appetibilead una vasta plateadi utilizzatori.

Rotel RSP-1069

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AscoltoRSP-1069 è una macchina di livelloelevato, che permette un ottimoascolto non solo in multi-canale, maanche in stereofonia. Unintrattenitore a tutto tondo, adattoad utenti dal palato fine chepretendono il massimo delleprestazioni audio. Eccellente sottoogni profilo, RSP-1069 mostra le suedoti in ogni occasione,cinematografiche quando si tratta dimulticanale, e di abile direzioneorchestrale quando si esibisce ilnostro artista preferito. Non si ha lasensazione di “riproduzione”, e ognicontenuto viene trattato con lamassima cura e “professionalità”. Idecoder interni, come le sezioniA/D e D/A sono eccellenti, ealtrettanto eccellente è lo scalervideo, derivato dalla unità separataRotel RVE-1060, che permetteprestazioni davvero elevate e similia quelle di un processore esterno.

ConclusioniRSP-1069 è una macchina ad ampiorespiro. Sia che cerchiate un“semplice” processore A/V dielevato livello con eccellentiprestazioni audio, sia che abbiatebisogno, invece, di una avanzatacentrale di controllo multi-room, inentrambi i casi RSP-1069 fa al casovostro. Abbinato a sezioni finali di rangoadeguato (per esempio i digitaliRMB-1077, RB-1091 o RB-1092)riuscirà a soddisfare davveroqualsiasi esigenza, con latradizionale qualità a cui Rotel ci haabituato.

Rotel

Capace di decodificare Dolby ProLogic II, Dolby Digital/AC-3, DolbyDigital EX, DTS ES, DTS 24/96 eDTS. Decoder HDCD e MP3, a RSP-1069 manca solo un decoderinterno per formati audio HD,prelevabili, però, da un lettore chene sia già dotato e - tramitel’ingresso audio 7.1 - a bordo delpre-processore.

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uscita HDMI con scaling interno finoa 1080p, effettuato con chipFaroudja DCDI di ultimagenerazione, RSP-1069 è anchecapace di numerose ed ineditefunzioni dedicate al multi-room, utiliad una gestione di 3+1 ambienti,completamente indipendenti (RSP-1066 e RSP-1068 si fermavano a 2,con delle limitazioni). Grazieall’interfacciamento con le KeypadRotel RKP, RSP-1069 potrà divenireuna vera e propria centrale multi-zona, in grado di distribuire sial’audio, sia il video. Tale prestazionesi affianca a quella già offerta dalsintoamplificatore stereofonico RSX-1052, e dalla sua versionemulticanale A/V RSX-1058: RSP-1069completa la gamma. Le funzionimulti-room dei tre prodotti -loaccenniamo brevemente- sono le

RSP-1069 è un pre-processorecon evolute funzioni multi-room e capace di gestire finoa 4 ambienti completamenteseparati. Consente di collegaretutti i più moderni dispositivisia audio che video,garantendo connettività ancheHDMI. Presente anche unauscita RJ-45 per potercollegare la macchina ad unHUB proprietario che smista isegnali in massimo 3 ambientiin modo completamenteindipendente.

Tastierini e hub -forniti come accessori- rendono l'RSP-1069 una vera centrale multi-room per un massimo di 4 stanze controllabili in modo completamente indipendente.

medesime, e permettono didistribuire il suono in tutto la casa,gestendo per ogni singola zona unimpianto “virtuale” in modocompletamente indipendente. Sipuò regolare il volume, cambiare ibrani del CD, scegliere le stazioniradio, ascoltare l’iPod. Effettuaretutte le normali operazioni chesiamo abituati a compiere su unqualsiasi impianto residente. Ciò èpossibile grazie ad una matrice dicommutazione, di concezioneavanzata, che permette la totaleindipendenza tra lesingole zone,attraverso l’utilizzodi un potentemicroprocessorein grado di gestirele funzioniimpostabili sulle tastierine murali.

Caratteristiche tecnicheDistorsione armonica totale: <0,008%Distorsione di intermodulazione: <0,008% alla massima potenzaRisposta in frequenza: 10hz-120kHz (+/-3 dB)Rapporto segnale/rumore: linea 95dBLivello di uscita preamplificata: 1,2V (200mV input)Risposta in frequenza video: 3Hz-100 MHz (Component)Rapporto segnale/rumore video: 45 dBImpedenza di uscita: 75 ohm Livello di uscita: 1VConsumo di corrente: 80W max | 4,7W st.byAlimentazione: 230VACDimensioni: 43,2x12,2x34,1cm (LxAxP) Peso: 9KgPrezzo: 1.950 Euro

Il retro dell'hub RKB-200 necessarioper le funzioni multi-room

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Piccoli cubi cresconoIl Black Cube Decade èsostanzialmente la massimaevoluzione del progetto originario,con una costruzione senzacompromessi ed alimentazioneassociata ma separata. Gli stadid’ingresso sono di altissima qualità,tipici di modelli ben più costosi delpur ambizioso B.C. Decade. Ilcircuito dell’equalizzazione RIAA, diaccuratezza elevatissima, è situatotra due stadi di guadagno linearidotati di condensatori di altaprecisione MKP. Il guadagnomassimo realizzabile è di 66dB,sufficiente per pilotare anche la piùriottosa delle MC. Se di gustiproprio difficili, il B.C. Decadeconsente una taratura finedell’impedenza d’ingressopraticamente infinita, come pure lacapacità. Da sempre con un occhioall’esigente, ma gratificante mondodell’audio professionale, questogioiellino di Norbert Lehmann èdotato di “soft-bass roll-off filter”,associato alla selezione delguadagno, entrambi controllabili dalfrontalino. La componentistica diquesto circuito è realizzata conrelais di grado professionale. Comedetto in precedenza, il B.C. Decadeè alimentato via PWX II, unitàappositamente studiata, perspingere al meglio le prestazionipotenziali della sezione pre-phono.Il PWX II è dotato di dispositivi anti-interferenze posizionati nei punticritici dell’alimentazione. Similmenteal Silver Cube, il B.C. Decade èdotato di cavo schermato conconnettore professionale Neutrikper collegarsi all’unità audio.

Dedicato a chi già conosce le dotidel piccolo, magico Black Cube.Dedicato, anche, a chi vuol farl’esperienza del Vinile senzaperdere tempo in convenevoli,andando subito al sodo della“performance”.

Il fascinoinfinito delDisco NeroLehmann Black Cube Decade | PWX II

Il piccolo, minimalista Black Cube,con le sue varianti migliorative, si ècostruito la sua invidiabilereputazione sulla squisita musicalitàe sull’ottimo grado costruttivo, benoltre l’onesto prezzo richiesto.Questi, però, non è stato il solo aportar allori alla Lehmann Audio: ilSilver Cube, stadio phono di classe“reference”, rappresenta una dellepiù autorevoli alternative nelsegmento High-End dellariproduzione del disco vinilico. Inmezzo, il vuoto, fino a quandoNorbert Lehmann decise dicolmarlo presentando il Black CubeDecade, l’anello mancante tra i dueestremi del bel suono a 33 giri.

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Per questo andiamo ad ascoltare ilBlack Cube Decade certi dellenostre impressioni percettive. Ladefinizione a consuntivo dell’ascoltodel Lehmann Black Cube Decadepotrebbe esser questa: “trasparentenaturalezza”, oppure “analogicaassenza”, nel senso che nonimprime al suono alcuna paleseimpronta, ma lo permea di uncalore, di un alone melodicodeliziosamente analogico,fisiologicamente compatibileall’umano sentire. Molto incisivo nellasciar affiorare, assecondandolo, ilcarattere delle singole testine; lamoderna ariosità delle Sumiko, ilvirile spessore armonico dellaDenon. Tutte si giovano di una bellapresenza scenica, di un dettagliopreciso, ma mai feroce, di unagrana finissima, cromaticamentestemperata in mille tonalità.

ConclusioniIl Lehmann Black Cube Decade èuno strumento perfetto edammaliante per ogni analogistaimpenitente, come per ognicollezionista musicale; un’ottimaopportunità per “contagiare”qualche neofita del Black Disk o,addirittura, o chi un disco a 33 girinon l’ha mai nemmeno toccato.Una provocazione da raccogliere...

L’amplificazione è un altroevergreen, il modello integratoPrimare I30, un centinaio di ottimiwatt scandinavi che hanno raccoltoallori sulla stampa di mezzo pianeta,compresa quella acida quantoperfida dell’isola di Albione. Circa le casse acustiche, un bel paiodi torri B&W, modello CM7, tre viedal suono pari all’estetica, cioèintrigante.I progettisti/costruttori di stadiphono sono esposti più di altri adesser vittime di equivoci,dell’impreparazione e/odell’improvvisazionedell’audioreviewer di turno. E’ il circuito che sta tra l’incudine (lasorgente) ed il martello (lo stadio dipotenza) ed ha un compito crucialedel quale però non ha totalmente inmano il destino. Se il recensoreutilizza una sorgente scarsa o malinstallata, il pre-phono si “limiterà” arestituire quanto ad esso inviato,cioè un suono scarso o deficitario.Se invece dovesse essere lo stadiodi potenza finale ad essere fallace(errata interfaccia elettrica traampere ed ohm), il suono sarebbesostanzialmente lo stesso.Insomma, per capire i veri meriti diuno stadio phono si deve averetutta la catena di riproduzionemessa a punto.

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Lehmann Audio

Preamplificatore Phono MM/MCGuadagno regolabile 36/66 dBBass Roll Off: inseribile | 6dB/Oct 60 HzDimensioni PWX II/Decade: 12x5x28cm (LxAxP)Cavo di interconnessione in dotazionePrezzo: 1595 Euro

Il pre è costruito con grande ordine, la realizzazione è praticamente dual-mono apartire dalle stabilizzazioni e grande cura è stata posta nella scelta dei componenti.

Il collegamento tra alimentatore e pre è costituito da un ottimo cavo con connettoriDIN di tipo professionale a 4 poli.

L'alimentatore è dotato di un toroidale di grande capacità e da sezioni di livellamentoe prima stabilizzazione che è riduttivo definire surdimensionate.

La “Performance”Dopo aver letto tutto questo non viè venuta un briciolo di curiosità persapere come suona la versione de-luxe del celebratissimo cubetto neroanalogico? A noi sì.A disposizione abbiamo una basemotore Pro-Ject RPM10, top digamma della casa austriaca, contelaio rigido, piatto in metacrilato adalta massa e ferma disco a gravità,trazione naturalmente a cinghia conmotore separato.

Il braccio è un classico moderno diPro-Ject Audio, il modello in fibra dicarbonio 10CC, con errore radialeminimizzato in virtù della sualunghezza extra, articolazione sucuscinetti, contrappeso a gravità. Circa i fonorivelatori, ci siamo tolti losfizio di provarne ben tre: Sumiko Blue Point Special Evo III,Sumiko Black Bird, Denon DL103R,tutti di tipo MC, i Sumiko ad altauscita (2.5mV), il Denon solo0.25mV.

La ricetta del Buon SuonoBasta gettare uno sguardo dentro la scatola per capire a che rangoappartiene il piccolo/grande Black Cube Decade. Stadi di guadagnorealizzati con condensatori ad alta precisione MKP. Controlli per variaresia il guadagno (36-66dB); sia la pendenza del filtro per la gamma bassa(6dB/ottava @60Hz). Slot a corredo per ottimizzare il valoredell’impedenza. Stadio d’uscita in classe A e 0 controreazione globale. Filtro anti radiofrequenze nella sezione di alimentazione audio.Connettori RCA dorate di alta qualità. Schede circuitali di alta qualità adoppia faccia. Connettori professionali con attacchi dorati Neutrik perl’alimentazione. Cabinet in alluminio con finitura nero o argento.Trasformatore toroidale da 30VA. Condensatori elettrolitici Low-ESR.

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L’intervista Norbert Lehmann

utilizza nella sua attività di studiomastering, in Olanda, il mio BlackCube Linear, piuttosto che altriprodotti professionali, molto piùcostosi. Ma non è l’unico: altrimarchi leader di mercato stannousando i miei prodotti: Ortofon hacomprato, nell’ottobre 2006, alcuneunità di Black Cube Statement per itest qualitativi delle proprie testine.Sennheiser ha usato per lapresentazione dei propri modellitop di cuffie dinamiche all’IFA ilBlack Cube Linear, comprandonepoi degli esemplari per le propriesale d’ascolto. La stazione emittenteWDR di Colonia, la più grande radiopubblica d’Europa, con moltissimaproduzione di musica classica, hacomprato il suo quarto Black CubeLinear Pro per effettuare l’editing. Gammadelta: Essendosi costruitoun così alto credito tra gliappassionati del Disco Nero, apparenaturale la sua spiccata propensioneper l'Analogico. Reputa ancorasuperiore l'LP rispetto agli altrisupporti da 12”?.Norbert Lehmann: Il fattoreemozionale prodotto dall’ascolto diun LP è semplicementeirraggiungibile. Amo moltissimoquel sound. Gammadelta: Perchè?Norbert Lehmann: L’LP èanalogico. L’informazione sull’LP èimmagazzinata senza soluzione dicontinuità nell’unità di tempo.All’opposto, nel CD, la registrazionedigitale dell’informazione musicale è

“tagliata” in tanti pezzi. Questa ladifferenza tecnica. Per unavalutazione sonora, lasciatemiraccontare una storiella del passato.Uno dei professori al tempo in cuisvolgevo i miei studi di ingegneria aDusseldorf era Johann NikolausMatthes, già produttore dell’AlbanBerg Quartett. Una volta ci illustrò ladifferenza tra un LP ed un CDprodotti dalla stesso master digitale.Il giradischi era un modello diqualità standard con una testinaMM, mentre il lettore CD era uncomponente vincitore di un testmolto complesso per quel tempo, edal costo di quattro volte superioreall’intero sistema analogico. Eranocollegati allo stesso amplificatoreintegrato e senza stadio phonoesterno aggiuntivo. L’LP vinsenettamente, ed in un modo chenon avevo previsto. Questoepisodio mi convinse a perseverarecon l’analogico. Passarono quindicianni, e la riproduzione digitale fecenotevoli progressi, cosìnaturalmente anch’io cominciai adascoltare i CD. Certo,il CD èeconomico, facile da maneggiare,non ha bisogno di regolazioni e cosìvia, ma ascoltare un LP significasganciarsi dal mondo terreno evolare via in altro. Prendermi iltempo per ascoltare LP mi mette inuno stato di totale relax, di rinascitamentale. Sono emotivamenteconcentrato nel sentirmi bene. Ilmio desiderio è quello ditrasmettere questa sensazioneattraverso i miei prodotti. Gammadelta: Immagino che nelprogettare abbia sempre presente ilperseguimento di un dato modellosonoro, piuttosto che sempliciobiettivi tecnici da raggiungere.Potrebbe descriverci in poche parolequesto ipotetico modello e con inche circostanze materiali lo abbiarealizzato (marca e modello deicomponenti la catena diriproduzione)Norbert Lehmann: Il recuperodelle informazioni è l’aspetto piùimportante, anche se può suonarepiuttosto “tecnico”. E sono leinformazioni contenute nel segnale

musicale a stabilire il gradoemozionale dell’ascolto. La musica èmolto di più che alcuni, isolatiepisodi tecnici. Il mio obiettivo nellaprogettazione elettronica è poterriprodurre musica nella suainterezza attraverso una tecnologiada me creata che non nascondanessuna di quelle informazioni.Gammadelta: Alcune riviste audiosono tornate ad avere un giradischiin copertina; gli annuari audio nehanno le pagine piene e nei negozifanno bella mostra assieme alleamplificazioni valvolari. Modaeffimera o ricerca di vera musicalità?Norbert Lehmann: E’ davverobuffo come molte aziende,all’improvviso, si scoprano orientateall’analogico tanto per non essermeno della concorrenza. E’ semprepositivo vedere gente che coltiva ilproprio hobby e rilassarsi in unmondo che sembra girare semprepiù veloce, e ogni anno di più. Iopreferisco, però, quei costruttori cheoffrono qualità rispetto a quelli cheproducono cacca. Se un clientecompra un prodotto di unconcorrente ed è soddisfatto conquello, certo ho perso una vendita,ma ho ancora l’opportunità perincontrarlo in futuro con uno deimiei prodotti. Se quel cliente,invece, compra immondizia, saràperso per sempre all’Alta Fedeltà. E’fondamentale tenere alto l’interesseper l’alta qualità nella riproduzionemusicale. Così, per tornare alla suadomanda, i veri amanti della musicasono forti abbastanza per iniziare unpercorso che, speriamolo, non vadaperduto,e diventi importante infuturo. Molti bambini non sannonemmeno come suoni in realtà unostrumento acustico. La loroconcezione di ascolto musicale ètutta nel loro apparecchio da 64kB.Dimostrare la differenza tra lequalità di ascolto ha spesso ilrisultato di vedere bocche aperte: lalotta tra formati digitali ad altarisoluzione ha visto vincitore l’LP. Gliappassionati di musica non voglionodiscutere di diritti d’autore; voglionosemplicemente ascoltare & goderedella propria musica preferita.

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Un'intervista nella quale NorbertLehmann ci dice come & perchè ilsuono del Vinile sa ancora regalareemozioni.

Gammadelta: Signor Lehmann,era circa la metà degli anni '90quando presentò il suo Black Cube,stadio phono minimalista dalla voced’oro. Come spiega il successo dipubblico & critica raccolto dal suopiccolo, nero, musicalissimoscatolino ultraminimalista?Norbert Lehmann: Agliappassionati e alla stampa di settoresemplicemente piacque l’dea di unmotore Mercedes in una scoccaSkoda. Cosi facendo, gran parte delloro budget per le spese hi-fi potevaessere deputato alla musica. A partequesto, devo molto della miacredibilità al fatto di aver sviluppatoesclusivamente apparecchi che avreivoluto comprare per me stesso.Tecnicamente, la preparazione di uningegnere audio passa attraversol’esame e l’analisi di numerosidispositivi elettronici e laconsultazione di schemi e progettiper componenti di usoprofessionale. Rimasi colpito dallapovertà della componentistica incontrapposizione con la bontà delprogetto di alcuni di questi prodotti.Provai così a combinare l’alta qualitàdell’ingegnerizzazione conun’accorta scelta qualitativa delleparti circuitali. A prova di ciò,considerate il fatto che Martin deBoer, della ditta “The Master”,

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La Bentley Brooklands è unafantastica vettura da pub. Conquesto non voglio dire soltanto cheè una vettura fantastica con la qualerecarsi al pub (indubbiamente lo è,ma prima fareste bene a controllarele dimensioni del parcheggio), mache sembra proprio quel tipo diauto che può essere stata progettatasoltanto dopo un bel paio di boccalidi birra. E non è una critica: ilpensiero privo di inibizioni èqualcosa di meraviglioso. Ci siincontra con un paio di colleghidopo l’orario di lavoro, sichiacchiera del più e del meno, sitrangugia qualche boccale e,improvvisamente, ci si ritrova a

disegnare la sagoma di una coupé adue porte, lunga 5,20 metri, pesantequasi tre tonnellate con i passeggeria bordo, azionata dal motore V8 piùricco di coppia di tutto il mondo, ingrado di sfiorare i 300 km/h e checosta all’incirca 345.000 euro. Indubbiamente questo genere dicose non accade alle 8:30 di ungrigio lunedì mattina nella sala delconsiglio di amministrazione. Anchese non sappiamo come sia nato ilprogetto di questo modelloBrooklands, quelli della Bentleyammettono che si tratta del risultatodi un esercizio del tipo “cosasuccederebbe se...”. Un cinicopotrebbe sentirsi tentato dicompletare la frase con le parole “ilriscaldamento globale nonesistesse”. Forse gli ingegneri dellaBentley non sono convinti della suaesistenza. Come il suo nomesuggerisce, la Brooklands si ispira alpassato glorioso e scialacquatoredella Bentley, quando la storiadell’automobilismo e dellecompetizioni era direttamente eappassionatamente legata alledimensioni, alla potenza e allavelocità, vale a dire a vettureenormi, massicce e poco plausibili.La discussione del tipo “cosasuccederebbe se...” avevapresumibilmente preso inconsiderazione l’idea diun’ammiraglia in grado di prendereil posto della Continental T dellafine degli anni 90, capace dirappresentare i valori delle Bentleydella vecchia scuola e di superare inmagnificenza quelli della Azure TCabriolet su cui è basata. In effetti,la Brooklands è un’evoluzione, informato coupé, di quell’enormevettura dotata di capote; è stata

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Bentley Brooklands

Sportive, eleganti, uniche. Una vetrinasulle più belle autovetture in commercio,curata dalla più esclusiva rivista di settore.

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Driven by Evo

Bentley S2 del 1959. Da quei tempi,la sua cilindrata è solomoderatamente aumentata,raggiungendo i 6,75 litri, ma 49 annidi applicazione della tecnologia edue compressori hanno consentitoun aumento della potenza e dellacoppia pari al 150%, con un piccomassimo di 530 CV e 1.050 Nm. Viprego di notare l’assenza diqualunque aggettivo persottolineare il concetto: bastano idati a spiegare perché la Brooklandsè in grado di compiere il passaggioda 0 a 160 km/h in 11 secondi. Esistono cose molto peggiori cheritrovarsi all’interno dell’opulento espazioso abitacolo della Brooklands..La prima volta che ci si ritrova dietroil suo volante si è costretti a rivederetutte le proprie convinzioni, mabasta percorrere una ventina dichilometri per rendersi conto che si

dato che a questa vettura nebasterebbero in effetti la metà.Anche la potenza di 530 CV erogataa soli 4.000 giri sembra un po’deludente nel contesto del peso diquesta vettura, dato che equivalesoltanto a 199 CV per tonnellata.Però, i 1.050 Nm di coppia fannosparire tutte queste impressioni,cancellano qualsiasi sorriso dallafaccia del proprietario di una 911 efanno piazza pulita di qualsiasivettura che tenti anche sololontanamente di avvicinarsi a questotipo di lusso. Tanto vale ammetteredirettamente che è una dellemeraviglie del mondo. Ne verranno costruiti soltanto 550esemplari e 500 di questi sono giàstati venduti a persone che nonl’hanno mai guidata. Spero che sirendano conto di che cosa hannocomprato.

Alessandro Pasi

equipaggiata con un elegantetettuccio in acciaio saldato a manoai pannelli di un retrotrenolievemente modificato e con unmotore ancora più potente. Ineffetti, qualsiasi concezione di“prodigalità” possiate avere inmente, la si può applicare allaBrooklands, soprattutto per quantoriguarda ciò che la gente definisce lasua caratteristica più preziosa inassoluto. Ci vogliono 130 oresoltanto per la saldatura a mano deipannelli della scocca. Altri elementidi prodigalità sono i pacchetticomprendenti la vernice dellacarrozzeria e l’arredamento interno:“tre miliardi e mezzo” di opzioniofferte come standard.. E, poi, c’è la versione perfezionatadel grosso motore V8 ad aste ebilancieri apparso per la prima volta,con una capacità di 6,23 litri, nella

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sta viaggiando su una vetturaenorme ma sorprendentementeelastica, e non su uno yachtSunseeker dalla potenza pazzescache ti scaraventa in avanti. In ogni caso, l’accelerazione rimanequella di uno yacht Sunseeker. Ilpotentissimo slancio sembrasprigionarsi da un pozzo senzafondo di “energia nera”,accompagnato soltanto da unleggerissimo brontolio del motoreV8 a basso regime di giri collocatodavanti a noi. Se si ascolta moltoattentamente si riesce a percepire ilclic delle punterie dei cuscinetti arulli, ma non tentate di sporgervi inavanti quando tenete l’acceleratorepremuto fino in fondo: i vostrimuscoli addominali nerisentirebbero. Il fatto che il cambioautomatico disponga di sei rapportiappare quasi arbitrario, o puòsembrare addirittura un impiccio,

L’arredamento interno della Brookland è quanto di più opulento e sfarzoso si possaimmaginare. Le rifiniture sono maniacali e curati anche nei dettagli apparentementepiù insignificanti.

Stare al volante della Brookland è una esperienza unica, sotto ogni punto di vista.L’accellerazione di cui è capace è in grado di spazzare via “quasi” ogni avversario. I 160 Km/h si raggiungono in appena 11 secondi, non male per un bestione da quasi3 tonnellate!

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www.audiogamma.it

Fatman nasce dall’incontro tra le raffinate sonorità valvo-

lari e la tecnologia del più affermato media player digitale.

Passato e presente insieme, per un nuovo modo di

ascoltare. Una collezione di oggetti di indiscusso fascino,

ricchi di armonia nelle linee e nelle note: iTube Valve

Dock, Carbon Edition, iTube 182, iTube 252. Amplificatori

a valvole e docking station ovvero quello che serve per

apprezzare la purezza musicale di un moderno media

con tutto il meraviglioso calore del suono del passato.

ieri, oggi, domani

iTube Carbon Edition

iTube 182

iTube 252

133_fatman_pgp_apl_08.qxp:- 4-04-2008 10:26 Pagina 1

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Ho sempre amato questo concettodi base, ponendolo in antitesi aisostenitori dell’Analiticità, delParticolare sonoro, e per le tantealtre caratteristiche checompongono la “nomenclatura”descrittiva durante un ascolto“audiophile”. Sono certo soggettive e affascinanti,ma non possono prescindere dal“rispetto del silenzio” che tutti glistrumenti di riproduzione devonoavere. Facendoci attenzione, non homai sentito parlare alcunappassionato del “silenzio” in unacatena di riproduzione audio. Ho visto tanta soddisfazione sui voltidegli appassionati nel dichiarare lapotenza del proprio amplificatore;mai nel descriverne la “silenziosità”.Di questo concetto abbiamodiscusso accademicamente più voltecon Lorenzo Zen (nostrocollaboratore ed uno dei piùnavigati “addetti ai lavori” oggi incircolazione) ed io. Lui la chiama“l’arte del silenzio”, da cui è avulsala maggior parte del popoloaudiofilo. Baremboim lo descrivecon incredibile semplicità, comefosse la cosa più naturale delmondo. Un punto di vista, quellodel grande maestro, stimolante e

riflessivo, e quello che miha colpito particolarmentetra tanti altri egualmenteinteressanti. In questolibro, infatti, si parla–soprattutto- di vita, dimusica, di filosofia e dipolitica. Sempre conintensità e passione.Spassionatamenteconsigliabile.

Giancarlo Valletta

In libreria“La Musicaveglia il Tempo”

“La Musica veglia ilTempo”. Feltrinelli Editore

Davvero interessante questo librodel direttore d’orchestra DanielBaremboim. Un continuo alternarsitra storie di musica e storie di vita,in una incessante trama intessuta trafilosofia ed esistenza. Una trattazione che non si limita adanalizzare con mero tecnicismo lamusica, ma ne ispeziona la struttura,gli elementi, le componenti,separando le une dalle altre peringrandirle fino a scoprirne ognisegreto, affermando - senzaincertezze – che nulla ha significatoisolatamente; e solo lacomprensione del tutto chiarisce lalibertà dell’espressione musicale. Questo libro, probabilmente,potrebbe essere di gran di interesseper il pubblico “audiofilo”, abitualelettore di queste pagine. E per la prima volta, come direttoredi questo foglio, voglio esortare ilettori a riflettere sul contenuto diquesto scritto. Baremboim, analizza,studia il silenzio come parteintegrante della musica, e lo fa inmodo struggente e puntualissimo. Il “silenzio” è la vita e la morte dellanota, nell’attesa di un nuovo suonoe di una nuova vita, partedell’essenza stessa della musicastessa.

Daniel Baremboim Feltrinelli Editore

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P-Ap AudioGammaCONV.indd 1 20-03-2006 9:21:55

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non esiste più. Prima di entrare nelMillennio, un buon numero dimarchi occidentali sono statiacquistati a titolo definitivo daconglomerati cinesi di base ad HongKong, molti dei quali hannospostato la produzione nel Far East.Allo stesso tempo, molte aziende,ancora di proprietà occidentale, sisono trasferite in Asia nel tentativodi rimanere competitive. Ciò che èaccaduto in una sola decade èrivoluzionario: i Cinesi hannoadottato metodi di lavorooccidentali; gli Occidentali hannoimparato ad apprezzarel’atteggiamento cinese, in particolarelavorare con maggior lena rispettoai “bradipi” dell’Ovest. Questo èstato però sufficiente a far sì cheregolamentazioni governative equestioni politiche influisseropesantemente su questa mini-rivoluzione industriale, alimentandole preoccupazioni degli stranieri chevenivano a trovarsi di fronte ad unamaggior ingerenza della burocrazia.Il mio direttore mi disse che, peruna grande marca diventata diproprietà cinese, era facile trovare lasoluzione per avere prodotticostruiti in Cina con standardoccidentale: essa doveva trovarecollaboratori da inviare dall’Ovest asupervisionare la manifattura cinesein loco. Semplice, no? Le difficoltà?Trovare collaboratori disposti atrasferirsi in Cina ed imparare lalingua. I risultati sono stati per Cinaed Ovest sorprendenti ereciprocamente influenti. Mentre lagià menzionata Quad gode di unsensibile innalzamento qualitativo,così le aziende locali aspirano ailivelli occidentali per standardcostruttivo e prestazionale.

E’ stato un po’ di tempo fa, più diuna decina d’anni. Mi trovavo inCina, per il mio primo hi-fi show inquel paese, quando mi apparveinequivocabilmente chiaro che iCinesi erano pronti per lasciare ilsegno nel mondo dell’Audio Hi-Fi,ed anche clamorosamente. Certonon potevamo sapere quantorapidamente volessero entrare nelmercato High-End; oppure cheavrebbero voluto dominare lamanifattura dell’amplificazionevalvolari, o comprare una quantitàdi marchi occidentali. Lo hannofatto. Oggi rappresentano lamaggiore potenza in tal senso.L’aspetto intrigante è come sianostati in grado di migliorare cosìvelocemente i loro standardcostruttivi: facevano amplificatoripotenzialmente pericolosi, oggisfornano prodotti grandementedesiderabili. E’ provato, peresempio, che i prodotti Quadprovenienti dalla Cina sono costruitiad un più alto standard rispetto aquando erano “made in England”.Per arrivare a questo sono statiprofusi molta intelligenza, originalitànelle soluzioni ed estrema pazienza.Se ripensate ai prodotti audio cinesidei primi anni Novanta, questierano di standard sensibilmenteinferiore a quello normalmenteadottato in Occidente. Le valvole, adesempio, raramente erano inseriteverticalmente diritte, ma semprependenti, come se si dovesserovendere solo a Pisa. I profili deipannelli degli amplificatorimancavano di rifinitura al punto dadiventare taglienti, mentre leserigrafie delle funzionicontenevano errori di ortografia.Peggio di una FIAT. Tutto questo ora

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Le vie del suono. Cina

Ken Kessler è uno tra i più notirecensori di Hi-Fi a livello mondiale.Firma autorevole di molte rivisteinternazionali di settore in linguainglese, tra le quali ricordiamoStereophile (USA) e Hi-Fi News (UK).Oltre ad aver realizzato molti librispecifici sulla materia e scrittoinnumerevoli articoli, può definirsi apieno titolo un vero appassionato diriproduzione musicale fin dai suoialbori, e rappresenta una delle iconeviventi del settore, almeno dal puntodi vista giornalistico. Acutoosservatore e grande professionista,coltiva molte altre passioni, tra cuiorologi, vini e.. l’Italia..!

Ken Kessler

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Le vie del suono

Sono passati i giorni in cui i primiampli a valvole cinesi prendevanoregolarmente fuoco. Oggi, prodottidesiderabili come quelli di Shanlin,possono competere con i miglioriprodotti high-end americani edeuropei. Un altro sviluppoimprevisto di questa rivoluzione èrappresentato dalla nascita di unnuovo canone estetico. Le miglioriapparecchiature cinesi, da Shanlinga Melody, a Opera-Consonance,esibiscono un inedito appeal dicalibro “High-End” che rifugge dallook più tradizionale.La ragione di questo fenomeno èdovuta in non piccola misura allanatura dell’industria Hi-Fiprecedente all’apertura della Cinaverso i mercati occidentali. In queitempi, i progettisti cinesi dovevanofare i conti con quel poco cheavevano, e l’emergenza affinal’ingegno ed il pensiero creativo. Erauna situazione non dissimile da

quella dell’Europa dopo la SecondaGuerra Mondiale, con carenze diogni sorta, ma con moltacomponentistica da surplus militareche gli appassionati potevanoadattare alle necessità civili. Invece,in Cina, grande parte del panoramadell’audio High-End è figlio dischemi circuitali occidentali e classicidel passato. Lo stesso dicasi perl’impostazione tecnica dell’ultimagenerazione di amplificazioni elettori CD. Un altro fenomenoderivato dall’ascesa cinese èl’insorgenza del costruttore “multi-culturale” come Prima Luna. Diproprietà olandese, con uffici inOlanda, i prodotti sono costruititotalmente in Cina con unacondivisione di intenti aziendali econ un contatto diretto costante tra idue Paesi. Ciò spiega comel’affidabilità e la consistenza del“made in China” sia migliorato cosìrapidamente.

Per il mercato interno cinese questosi è tradotto in un vantaggio totale,a partire dall’aumento delleopportunità di lavoro. Per ilconsumatore, invece, con lostipendio ancora al di sotto dei livellieuropei, significa che l’Hi-Fi diproduzione nazionale non è piùquel pietoso compromesso che eraun decennio fa. E’, invece, unapacchia per gli aspiranti audiofili.Nel mio ultimo viaggio in Cina, nel2006, sono stato sconcertato dallaquantità di sistemi audio high-endestremi di provenienza occidentalein offerta. Visitando Shenzen eGuangzhou, ho notato come ognigrande marchio - Sonus Faber,B&W, Mark Levinson, AudioResearch e così via - avesse una suarappresentanza negli shoppingcentre più alla moda. Ancora piùimpressionante era la vastaselezione di componenti(soprattutto amplificatori) prodottida aziende locali, molti dei qualinon disponibili per l’export. Leamplificazioni valvolari si trovanoovunque, grazie ad un eccesso didisponibilità di tubi esistente sulmercato cinese. I prezzi sono

parimenti sorprendenti, sebbenevada considerato il fatto che 100euro per un operaio cinese sonoancora una cifra tutt’altro cheindifferente. La cosa che mi haletteralmente impressionato, però, èla quantità di amplificatori a valvole,da una trentina di watt e bencostruiti, venduti in negozi diricambi al costo di ciò che noipagheremmo solo per le valvole. Sec’è un lato negativo in tutto questo,riguarda la realtà commerciale, cioèla difficoltà dei costruttori occidentalia competere con gli stipendi cinesi.Fortunatamente questo non affliggei marchi di high-end estrema invirtù di quel valore chiamato“autenticità”. E’ difatti molto difficilevendere prodotti di lunga tradizionee blasone che non siano costruitinel loro paese d’origine. In dueparole: vorreste una Ferrari NONcostruita in Italia?Così, per il futuro prossimo, lamaggioranza dei marchi esclusivi èragionevolmente al sicuro, ma altasso in cui l’audio evolve in Cina, iltempo che rimane è contato...

Ken Kessler

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Che cosa hanno in comune unfisico, che effettua esperimenti sulmagnetismo, e un appassionato dihi-fi, che ascolta musica vicino a undiffusore o a un altoparlante?Apparentemente niente, in realtàsono entrambi sottoposti a elevaticampi magnetici.

Una vetrina sui grandi classicidell’orologeria scelti ed analizzati dallapiù autorevole rivista di settore.

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Rolex Milgauss

Perciò, nel caso indossino al polsoun orologio meccanico, lamagnetizzazione del movimentopotrebbe generare difetti einstabilità di marcia. Una fra leprime Case a pensare a realizzareun segnatempo espressamente perun utilizzo in ambienti con elevatiflussi magnetici è stata la Rolex nel1954. L’orologio in questione è ilMilgauss, che deve il suo nomeproprio all’unione della parole“mille” in francese e Gauss, l’unitàdi misura dell’induzione magnetica,che indica una resistenza pari a1.000 Oersted (unità di misuradell’intensità del campo magneticonel sistema CGS). In che modo laRolex ha ottenuto questo tipo diprotezione decisamente alta,considerato che un orologionormale manifesta i primimalfunzionamenti già a 60 Oerstede non supera la soglia dei 100? LaCasa ha innanzitutto utilizzato per ilmovimento tutte parti realizzate inuna particolare lega antimagnetica epoi ha adottato un secondofondello e un quadrante in ferrodolce per proteggere meglio ilmeccanismo isolandolo da qualsiasicampo elettromagnetico esterno.Nei primi anni di vita del Milgaussfurono realizzate solo tre referenze,l’ultima nel 1966. L’orologio, infatti,non conquistò il favore del pubblicoforse proprio per la sua caratteristicatroppo specializzata e ben prestovenne venduto solo su precisaordinazione della clientela finché,nel 1988, la Rolex decise di toglierlodefinitivamente dai suoi listiniufficiali. Il 2007, però, è stato l’annodel grande ritorno, coincidente tral’altro con il cinquantenario dellasua nascita.

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quanto potesse esserlo nel 1954,considerato che al giorno d’oggil’esposizione ai campi magnetici èsicuramente triplicata, a causa del

progresso scientifico e tecnologico.Siamo sicuri, perciò, che la nuovaproduzione avrà decisamente undestino e una fortuna migliori.

L’Orologio

è sempre di colore arancio. Passando ad analizzarne il cuore, ilnuovo calibro automatico 3131presenta interessanti soluzionitecniche con lo scopo di migliorarnela resistenza ai campi magnetici,come l’ancora della scappamentorealizzata in un nuovo materialeamagnetico. Inalterata, invece,rispetto ai suoi predecessori, lacollaudata costruzione del secondofondello in ferro dolce, compostoda due sezioni avvitate all’internodella cassa. Insomma, i nostalgici diquesto singolare modello sono statiaccontenti da questa rentrée ingrande stile, decisamente piùattuale ora per la sua peculiarità di

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Questa nuova versione strizzal’occhio alle linee e all’esteticadell’ultimo modello realizzato nel1966, la Ref. 1019. La cassa è prodotta esclusivamentein acciaio ed è disponibile conquadrante nero con indici bianchi,quadrante bianco con indici arancio,e quadrante nero con indici bianchie arancio. Quest’ultima declinazionepresenta una novità: il vetro zaffiro,infatti, è realizzato in un’ineditatonalità “verde giubilare”. Ereditàdella Ref. 6541, secondo modellostorico del 1958 oggiparticolarmente ambito daicollezionisti, è la particolare lancettaa saetta, che in quest’ultime versioni

Il primo modello realizzato del Milgauss,la Ref. 6541 (nella foto un esemplaredel 1958), con la cassa tipo Submarinere il quadrante a nido d’ape. La sua valutazione oggi può ancheraggiungere i 70.000 euro.

La Ref. 1019 del Milgauss (nella foto unmodello del 1970) rimase in vendita finoal 1988. Il design è simile -seppure conle dovuta differenziazioni- alla attualeRef. 116400 e la sua quotazione, vista lamaggiore reperibilità sul mercato, puòraggiungere i 30.000 euro.

La Ref.116400 non

adotta il vetrozaffiro colorato.

Qui fotografata laversione con

quadrante bianco e indiciarancio. Si noti la

particolare a foggia asaetta della lancetta

centrale dei secondi, ripresadalla seconda referenza

prodotta nel 1958. Prezzo:4.770 euro.

A distanza dicinquant’anni

dalla suanascita la Rolex

ripropone ilMilgauss, un

orologio resistente a unflusso di densità magnetica

fino a 1.000 gauss, comesottolineato dal suo nome. In

foto la Ref. 1164000GV, conquadrante nero e indici bianchi e

arancio, e con il vetro zaffiro verde.Prezzo: 5.065 euro.

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Peter preferisce plasmarelentamente le proprie creazioni,magari coinvolgendo alcuni amici divecchia data (Collins, Rutherford e ilredivivo Phillips) per ricreare unambiente familiare nel qualeprovare la bontà del nuovomateriale e registrare democasalinghi. Ospite fisso di questeprove è anche il poeta ingleseMartin Hall. Ora, Gabriel tenta dimettere in piedi una coppia creativa,alla maniera di Elton John e BernieTaupin, con una rigida suddivisionedei ruoli fra gli autori della musica edelle parole. All’inizio la joint-venture sembrafunzionare, con più di venti canzonicomposte dal duo. Una di queste,You Never Know, interpretata daCharlie Drake e pubblicata susingolo nel 1975, appartiene allastessa vena ludica di Willow Farm,tanto più che la stridula vocedell’anziano comico inglese èsorprendentemente simile a quelladel Gabriel più caricato e teatrale. Il disco passa inosservatononostante la presenza di un certoRobert Fripp alla chitarra e di KeithTippet alle tastiere. Passa un anno, e mentre i Genesisspopolano con il rassicuranteprogressive di A Trick Of The Tail,l’unico segnale di vita provenientedal pianeta-Gabriel è la tremolanterivisitazione di un classico,Strawberry Fields Forever deiBeatles, gonfiata di archi finoall’inverosimile ed editasull’antologia All This And WorldWar II nel 1976. E sempre nel 1976,in autunno, cominciano leregistrazioni dell’atteso ellepi solistapresso i Soundstage Studios diToronto in Canada.

Peter GabrielNon scherzatecon le scimmie...

“... Inganna la volpe, tradisci il topo, puoiscimmiottare la scimmia...”

Peter GabrielShock The Monkey

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Anselmo Patacchini

Il celebre New Musical Express nelluglio 1975 cominciò a diffonderesospetti sul distacco del frontmandei Genesis, prontamente rintuzzatidalla casa discografica Charisma finoall’agosto dello stesso anno, quandoi componenti del gruppo rivelaronol’avvenuta fuoriuscita. Decisioneconfermata dallo stesso Gabriel inuna lunga lettera inviata alla stampa,dove il cantante descrive le ragionidell’abbandono, con l’ormaiconsueta ironia e il solito gusto peril nonsense. L’inattività del primo periodo è soloapparente.

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Le monografie di Musikbox: Peter Gabriel

Sotto l’egida del roccioso Bob Ezrin,Peter dà corpo alle sue primecomposizioni bilanciandosi tra unsound tipicamente di matrice astelle e strisce e partiture piùmeditate. Il trentatregiri (senza titolo,verrà subito denominato PeterGabriel I) esce nel febbraio 1977. La copertina si presenta minimale einquietante, col volto di Gabriel chesi riesce appena a vedere dietro ilparabrezza bagnato di un’auto.Solsbury Hill, scelto come singolo, èil brano trainante, basato su unripetitivo arpeggio di chitarraacustica con una ritmica semplice emonocorde, ma decisamenteaccattivante. Al resto pensa la bellavoce di Peter. Ma la perla è l’ultimatraccia in scaletta Here Comes TheFlood, che parte con un riflessivo esoave riff acustico su cui poggial’ugola sognante dell’autore. L’album incontra da subito unincoraggiante successo di critica e dipubblico sia in Europa sia negliStates, confortando l’insicuro Gabrielin vista del suo primo tour

mondiale. Passaic (New Jersey) èuna località priva di fascino per unevento storico (5 maggio 1977): ilconcerto d’esordio dell’ex-Genesissenza il gruppo con cui eracresciuto, che va sul palco senzamaschere né costumi, sostituiti dauna semplice tuta da jogging. Con una buona quantità di nuovomateriale già rodato e consolidatonelle esibizioni live, durante laprimavera del 1978 Peter affronta laregistrazione del secondo progettoin maniera radicalmente diversarispetto al primo, scegliendo l’amicoRobert Fripp come produttore oltreche come musicista. Registrato ai Relight Studios diHilvarenbeek in Olanda e negli studiHit Factory di New York, PeterGabriel II risente pesantemente deivoleri di Fripp, lanciatosinell’impresa quasi disperata divelocizzare il metodo compositivo ecreativo di Gabriel. Il pezzo introduttivo On The Air,musicalmente si rifà a The LambLies Down On Broadway. Viene

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edificata, infatti, sul medesimoschema, costituito da un velocearpeggio di tastiera iniziale seguitoda un riff molto tosto, con unapausa di riflessione a tre quarti delpezzo, e un conclusivo riff asfumare. Scarna e potente risultaD.I.Y., mentre Mother Of Violence èuna delle ballate più attraentidell’intera carriera gabrieliana,eseguita con un canto appenasussurrato su di un delicato ecomplesso intreccio di chitarra epiano. Il delizioso Indigo descriveun triste racconto di un anzianopatriarca in fin di vita, ispirato alclassico blues Old Man River einterpretato con accorata dedizione.White Shadow è un gran pezzodalle atmosfere metalliche e marzialicon Fripp che nel finale ci dà unsaggio della sua immensa classe.Troppo ruvido e forse troppo fragileal tempo stesso, l’ellepi ottienemeno consensi del precedente,nonostante alcuni pezzi sianodavvero splendidi. La successivatournée si svolge ancora in teatri dimedia grandezza, in Europa, negliStati Uniti e poi di nuovo nelvecchio continente. La lenta, mainesorabile riscossa del Nostro eroecomincia nel 1980, con larealizzazione del terzo ellepi, ancora

pubblicato senza titolo (conosciutocome Peter Gabriel III) edall’enigmatica copertina. Un lottodi squisite composizioni che sipresentano senza difetti, compatte eispirate. I suoni si trasformanopassando in mezzo a diavolerietecnologiche, sintetizzatori Fairlight ebatterie elettroniche. Spariscono ipiatti della batteria, e l’eco deitamburi non è più tenuta a freno,ma lasciata libera di esplodere intutta la sua forza. Bastano le primebattute della canzone iniziale,Intruder, per capire tutto questo. Inmezzo, storie di alienazione, paura,smarrimento, ossessioni, guerra(Games Whitout Frontiers), follia(Lead A Normal Life) esegregazione (Biko). E poi sonoritàalgide e marziali (I Dont’Remember) al servizio di una vocesardonica e beffarda, a volte calda epassionale, mai avara di sincere evive emozioni. In barba ai parerinegativi di certa critica con la puzzasotto il naso, l’album trionfa,arrivando al primo posto delle chartinglesi, vendendo ottimamente negliStati Uniti e lasciando così con unpalmo di naso gli assai pocolungimiranti funzionari dell’Atlanticche l’avevano scaricato dopo icommenti del loro boss.

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Anche la conseguente tournéeottiene consensi unanimi, con leeccezionali esecuzioni dei nuovibrani e la ripresa di classici delpassato in chiave decisamenteritmica e battagliera.Il 1981 vede l’uscita di pochi motivisparsi su dischi estemporanei, comeil vinile allegato alla rivista TheBristol Recorder, pubblicato agennaio, al quale Peter contribuiscecon tre brani prelevati dai tourprecedenti. Nel mese di giugno duecuriosi quarantacinque girimostrano variegate testimonianzedella creatività dell’artista: AnimalsHave More Fun /S.U.S. raccogliedue tracce composte da Gabriel sutesti dell’idolo punk Jimmy Pursey,mentre Screaming Jets/AmericanMachines di Johnny Warman sigiova di bizzarri coretti del Nostrosul lato A. Il 1982 si rivelerà al contrarioun’annata straricca di avvenimenti,che segneranno per semprel’evoluzione futura del musicista. Assieme ai curatori di The BristolRecorder Gabriel organizza unambizioso e fallimentare (sottol’aspetto economico) festivalmusicale chiamato World Of Music,Arts And Dance (WOMAD), datenersi a Shepton Mallet, Inghilterra,dal 16 al 18 luglio. Pur non essendoresponsabile in prima persona delle

suo il riff di I Know What I Like emenare le mani sul favoloso finaledi The Knife. Appianati i debiti con icreditori e con il proprio passato,l’Arcangelo si concentraattentamente sulla promozione delsuo quarto progetto (Peter GabrielIV) uscito nel frattempo e accoltodalla solita messe di pareridiscordanti. Nell’opener TheRhythm Of The Heat vienedirettamente stabilito il mooddell’album, con un pulsareossessivo di tamburi cheaccompagna le disavventure di CarlGustav Jung in Africa, seguendol’evoluzione delle sue sensazioniriportate in un suo scritto risalenteal 1925. Shock The Monkey, giàuscita come singolo, è stravolta eriarrangiata diventando un sinceroomaggio alla musica soul e funkfuturista. La traccia Lay Your HandsOn Me si ciba di una magnificaalternanza tra parti parlate emelodie avvolgenti, un’oasi di calmae derive ritmiche. San Jacinto è unaltro momento stupendo trasonorità tradizionali di marimba eflottanti sintetizzatori. La voce filtratadi Gabriel si insinua nei meandridella strabiliante The Family AndThe Fishing Net contraddistinta da

Le monografie di Musikbox: Peter Gabriel

spaventose perdite, Peter diventa ilbersaglio principale dei creditori,arrivando a ricevere numeroseintimidazioni telefoniche. Perrisollevare il vecchio amico daquesta situazione davvero difficile, iGenesis si offrirono di estendere illoro tour britannico aggiungendo unconcerto di beneficenza. E così, asette anni di distanza dal dolorosodistacco, Gabriel si ritrovònuovamente fianco a fianco con lasua band, anche se per una solaserata. Il 2 ottobre al Milton KeynesBowl, flagellato dalla pioggia etrasformato in una pozza di fango,oltre 45 mila persone si riscaldaronoal fuoco della nostalgia e dei ricordi.Gabriel, Collins, Banks, Rutherfordassieme a Chester Thompson allabatteria e Daryl Stuermer al basso,presentarono una straordinariacarrellata di classici da The MusicalBox a Supper’s Ready con il megliodi The Lamb Lies Down OnBroadway. I vari pezzi furonosuonati perfettamente e cantati daun Gabriel in vena di ammannirelezioni di feeling e presenza scenica.Il tutto avvenne con tanto dimaschere abbinate alle canzoni,come ai bei vecchi tempi in cui ilmarchio Genesis significava fantasiae creatività. Per i due momenti dichiusura pure Steve Hackett si unì aifesteggiamenti, per cesellare da par

continui e folgoranti mutamentiscenici. Chiude l’energica Kiss OfLife basata su un fitto gioco dipercussioni. Nella natia Inghilterraprevale un forte scetticismo fra i varigiornalisti di settore, incapaci dicogliere l’equilibrata fusione trasperimentalismo e orecchiabilità.Intanto dal Nord America parte ilnuovo tour, dove il cantante sfoggiaun elaborato trucco facciale chetrasforma il volto di Gabriel nelmuso della scimmia impazzita diShock The Monkey. A suggello di sei intensi anni diattività concertistica, sempre nel1983 viene pubblicato dallaCharisma Plays-Live, doppio long-playing dal vivo registrato nel corsodel tour nordamericano effettuatonel 1982. Le tracce sono estrapolateda diversi concerti non specificati,ma tale è la mole di ritocchi esovraincisioni che da un latol’insieme risulta coerente eassemblato in modo perfetto,dall’altro rende difficile considerarequest’opera come un vero discolive. Risulta piuttosto un buongreatest hits, che consenteparallelamente al musicista di offrirealtro materiale in pasto al pubblicoe ai discografici.

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Sempre nel 1983 il cantante entra incontatto con Martin Scorsese,desideroso di trarre un film dalcontroverso romanzo L’ultimatentazione di Cristo di NikosKazantzakis: un altro seme piantatoche germoglierà anch’esso cinqueanni più tardi. Il 1984 consolida il rapporto fraPeter e il cinema, regalandoci duepezzi - per la verità abbastanzainsipidi - inseriti sulle relativecolonne sonore di due pellicole digrande successo. La soundtrack diAgainst All Odds di Taylor Hackfordpullula di elementi dei Genesispassati e presenti, da Phil Collins aMike Rutherford, fino a Gabriel checontribuisce con l’indefinita WalkThrough The Fire. Ancora di peggiofarà Out Out, convenientementesuonata nella scena deimostriciattoli impegnati a devastareun bar in Gremlins, di Joe Dante.Ma nel 1985, dopo questipreliminari molto deludenti, si potràassistere alla vera e positivacongiunzione fra Gabriel e il grandeschermo: la colonna sonora di Birdydel regista Alan Parker. Unasoundtrack cupa e sognante,perfetto accompagnamento per ilfilm, ricco d’atmosfera e imperniatosulle avventure adolescenziali di dueamici americani, uno dei qualiossessionato dal volo degli uccelli,che subiranno le ferite fisiche ementali della brutale guerra delVietnam. Spicca Sketchpad WithTrumpet And Voice, un meravigliosoduetto tra la tromba disincarnata diJohn Hassell e la voce di Gabriel,tesa e senza parole.

Anselmo Patacchini

Nella discografia abbiamo preso in esame tutti i 33giri giri di Peter Gabriel pubblicati nel Regno Unito dal 1977 al 1985. Le valutazioni si intendono per dischi in condizioni di copertina e vinile M/M (Mint/Mint) e si riferiscono alla stampa originale.

Peter Gabriel (I) (Charisma CDS 4006; quotazione attuale 25 euro) l’album è pubblicato nel febbraio 1977. Inciso neglistudi Soundstage di Toronto (Canada) con registrazioni aggiuntive nei londinesi Morgan Studios e Olympic Studios effettuatenel gennaio 1977, è stampato con una confezione a busta, ideata dallo studio Hipgnosis, che mostra sul fronte e retrocopertinadue immagini fotografiche con il volto di Gabriel che riusciamo a intravedere dietro il parabrezza bagnato di un’automobile. Peter Gabriel (II) (Charisma CDS 4013; quotazione attuale 25 euro) l’album esce nel giugno del 1978. Inciso ai RelightStudios di Hilvarenbeek e alla The Hit Factory di New York, è stampato con una confezione a busta che mostra una caratteristicacopertina realizzata ancora dallo studio Hipgnosis. All’interno un inserto di quattro pagine con fotografie, testi e crediti. Peter Gabriel (III) (Charisma CDS 4019; quotazione attuale 23 euro) l’album è pubblicato nel giugno 1980. Registrato adAshcombe House (Bath) con gli studi mobili Manor e presso gli studi Townhouse di Londra è stampato con una confezione abusta. Sul frontecopertina lo studio Hipgnosis crea un’immagine di Gabriel che si sta liquefando, mentre nel retro è riprodottoil volto dell’artista finalmente normale. Peter Gabriel (IV) (Charisma PG4; quotazione attuale 23 euro) l’album è pubblicato nel settembre 1982. Registrato adAshcombe House con gli studi Mobile One l’album mostra sul frontecopertina una originale e curiosa immagine: unamaschera di colore giallo e blu scattata in maniera sfocata e indistinta con la dicitura “peter gabriel” in carattere minuscoloposizionata, per l’ennesima volta, in alto a sinistra. Inner sleeve con testi e crediti. Plays-Live (Charisma PGDL 1; quotazione attuale 30 euro) il doppio album è pubblicato nel maggio 1983. Contienetestimonianze dal vivo della tournée nordamericana del 1982 anche se i brani sono sono stati ampiamente rielaborati in studiocon numerose sovraincisioni. La confezione mostra sul frontecopertina una bellissima fotografia di Gabriel (scatto di ArmandoGallo) con la caratteristica maschera da scimmia dipinta sul volto.Birdy (Charisma CAS 1167; quotazione attuale 23 euro) colonna sonora dell’omonima pellicola di Alan Parker, è pubblicatonel marzo 1985. Registrato presso gli studi Real World di Bath, mostra una confezione singola con una scena tratta dal filmsulla copertina.

Peter Gabriel I 1975

La discografia Peter Gabriel 1977 - 1985

Peter Gabriel II 1978 Peter Gabriel III 1980

Peter Gabriel IV 1982 Plays-Live 1983 Birdy 1985

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Eccovi una gustosa intervista diGammaDelta con una dellepochissime esponenti del gentilsesso operanti nel “macho” mondodell’audio hi-fi. Stiamo parlando diMarinella Malerba, titolare del puntovendita di Milano Hi-FiClub/Uniaudio. Dinamica e dibattuta pronta, appassionata dellaprima ora, parla con competenza epartecipazione dei prodotti come dipolitica commerciale; del suorapporto con i clienti, naturale edimmediato. Uniaudio ha una suastoria, ed un invidiabile creditoacquisito nel tempo che non vienescalfito nemmeno in momentidifficili come questi.L’organizzazione può contare sucinque sale dimostrative e con unvasto ventaglio di scelta tra marchee modelli a disposizione dellaclientela audiophila.

I migliori rivenditori:Hi-Fi Club Uniaudio

“Cerchiamo di guidare, mai di imporre uno specificomarchio o modello elasciamo sempre al cliente il tempo per maturare la scelta giusta”

GammaDelta: Come nasce Hi-FiClub, è una sua idea?Marinella Malerba: Il negozionasce giusto 40 anni fa per unavolontà personale di mio padre,grande appassionato e oggi al miofianco in negozio. Per dar forma alsuo progetto, con un socio hainiziato l’avventura (originata tra lepareti domestiche) come Hi-Fi Club,diventato Uniaudio, attualedenominazione, solo in un secondomomento. Il nome non è frutto delcaso: i clienti avevano una tesseracon la quale potevano accedere adeterminati sconti o facilitazioni, espesso si intrattenevano per ascoltio per quattro chiacchiere. Questoapproccio un po’ familiare èrimasto; molti dei nostri clienti sitrasformano in amici e ci sifrequenta al di fuori del merorapporto commerciale. La tradizioneiniziale è continuata anche dopo ilcambio di sede, avvenuto nel 2000,per meglio adattarsi alle rinnovateesigenze del mercato. Ora abbiamocinque sale per l’audio puro, piùuna grande per il cinema. Questapolitica punta a dare una rispostaalla maggior parte delle necessitàdella clientela. I nostri fidelizzatisono certamente appassionati ditecnologia e di sistemi audio, ma losono soprattutto di musica e film,quindi badano più al risultatopiuttosto che alle apparecchiaturecon le quali lo si persegue.GammaDelta: Ha parlato diclienti, dei suoi clienti. Comincia avedere facce nuove?Marinella Malerba: Devo direche c’è forte interesse delle personeattorno ai 30 anni, hanno riscopertoi vecchi vinili del papà o del nonnoe si stanno rendendo conto che un

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sistema per riprodurre musica sipuò comprare in un luogo diversodalla grande superficie, come inegozi specializzati che sanno comee cosa consigliare. Purtroppo i puntivendita come il nostro hanno subitol’assalto dei centri commerciali chehanno distolto la clientela dalfrequentare gli specializzati dove ètrattato al meglio uno specificosettore, come l’hi-fi, e non lavatrici otelevisori e climatizzatori. Uniaudiopropone esclusivamente hi-fi,videoproiezione e display al plasma(Pioneer). Questo per dire chesiamo aperti anche all’audio/video,ci mancherebbe. Negli ultimi anni èstata la maggiore evoluzione delsettore.GammaDelta: Noi stessi, comeosservatori privilegiati, notiamo ilritorno verso l’hi-fi pura di moltiappassionati precedentementemigrati verso il cinema in casa.Anche lei osserva lo stessofenomeno?Marinella Malerba: Lo avvertiamoin misura minore. Per vocazioneabbiamo sempre proposti sistemihi-fi e A/V combinati. E’ difficile cheil nostro cliente non affianchi al

sistema A/V quello Hi-Fi. Gli èsufficiente utilizzare le uscite pre-outdel processore o sintoamplificatorein suo possesso per i canali frontali,utilizzando l’amplificatore stereo,lettore CD e diffusori per l’ascoltodella musica.GammaDelta: Lei è la prima“signora” che ci capita diintervistare; mostra una grandecompetenza: l’audio per lei è unpiacere o un dovere professionale?Marinella Malerba: Entrambe,altrimenti avrei fatto qualcos’altronella vita. E’ chiaro che ci sono imomenti difficili e a volte ci riflettisu e ti chiedi se ne vale la pena omeno. A me piace il rapporto con laclientela: noi vendiamo “emozione”e - a parte qualche cliente nonparticolarmente coinvolto – lamaggior parte è fatta da personepiuttosto particolari. Amo questolavoro e mi ritrovo in disaccordocon quei clienti che mettono tuttosul piano del prezzo e dellecaratteristiche tecniche. E’ riduttivo!Non si può comprare uncomponente audio per come ècostruito e/o per il prezzo più basso.Dimenticano che il servizio che

diamo al cliente nelle sessioni ha uncosto ed un valore innegabili. E poi,per quanto ci riguarda, nonsopporto la diffidenza nei confrontidi una donna: a volte mi chiedono:“posso parlare con un esperto?”GammaDelta: Qual è il vostroapproccio ha con il cliente?Marinella Malerba: Noi abbiamosempre lasciato al cliente il tempoper maturare la propria scelta. Tuttivengono trattati allo stesso modo aprescindere dalla loro disponibilitàeconomica. Anzi, per quanto miriguarda, è chi ha poca disponibilitàche deve azzeccare scelta giusta,non può, dopo un mese, buttar viae rifare tutto da capo. Come normagenerale, pongo molte domandecirca l’ambiente d’ascolto,l’arredamento, il tipo di musica. Puòessere sensibile la differenza nellacomposizione di un sistema audiose si ascolta – di norma - a basso oalto volume. Non posso far sentireogni cosa sia presente in negozio,ma devo arrivare ad intercettare leesigenze. Il negozio è organizzato inmodo che il cliente possa, con untelecomando, confrontare più casseacustiche. Lasciato da solo, egliriesce a farsi un’idea di cosaeffettivamente gli piace. In quelmomento interveniamo noi, avendointuito quale sonorità è la più adattaa lui ed il livello di prestazioni a cui

vuole arrivare. In questo modoguidarlo al meglio è più facile eporta a un risultato “quasi” certo.Poi è questione di budget, è ovvio.Spesso scelgono casse moltocostose, allora è nostro compitotrovare un’alternativa più vicina allepossibilità economiche del cliente.Cerchiamo di guidare, mai diimporre uno specifico marchio omodello. I miei genitori hannointrapreso questa attività perpassione, per questo ci permettiamodi vendere ciò che ci piaceveramente. Un prodotto che a noinon aggrada, o laddove il rapportocon il fornitore non ci garantiscauna certa tranquillità, perl’assistenza tecnica ad esempio, nonlo vendiamo. E questa politica èpienamente condivisa dalla nostraclientela. Io devo essere semprecerta che il cliente sia soddisfatto,perché quando un amico va trovarloa casa sua egli deve poter esserefelice dell’acquisto per poter benparlare di noi. E per un bel po’ dianni; deve poter dire “l’ho presocinque anni fa da Uniaudio e sonoancora contento”. E così mi mandal’amico. Da noi si è sempre inmovimento: ci sono tre zone consedici coppie di casse collegate intotale. Nella prima zona ci sono poisedici amplificazioni in funzione,nelle altre rispettivamente otto e sei,

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e non succede mai che un clientevoglia sentire quell’amplificatore conquel lettore e quella coppia di cassegià collegate. Ecco allora lamigrazione continua da una salaall’altra. Lo facciamo con il sorrisosulle labbra; per questo la gentetorna volentieri. Trovarci non èfacile; siamo nascosti in un cortile efacciamo pochissima pubblicità, mala clientela è felice di “scovarci”. GammaDelta: Lei ha sempremostrato una felice propensione peri prodotti del catalogoAudiogamma...Marinella Malerba: Sì, e mipiacciono i prodotti sia di basso chedi alto gamma. Ultimamente hoordinato i Bowers & WilkinsSignature Diamond, ed è la primavolta, da almeno venti anni in qua,che mi capita di ascoltare una cassache sia capace di farmi venire lapelle d’oca. Circa questo episodio, eper avere altri pareri su questa miaimpressione, ho contattato i mieiclienti più affezionati, di provatacompetenza “auditiva”, uno deiquali aveva appena acquistato unacoppia di B&W 802D, quindipotenzialmente nemmenointeressato ad un nuovo acquisto diacustiche. Ho detto loro: “passate innegozio con i vostri dischi per

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però si rischia di comprare soloscatole senza senso. E così succedeche ascoltano da noi, ma compranoin Internet.GammaDelta: Ama il suo lavoro,presumibilmente ancor di più, amala musica, la cui riproduzione enobilitazione dovrebbe essere ilcompito istituzionale dell’hi-fi.Marinella Malerba: La musica èla mia più grande passione, ma nonho tempo, purtroppo, di dedicarlel’attenzione che vorrei; non esco acomprare dischi, non riesco adaggiornarmi, se non per i titoli e leetichette che ho in negozio. Leggorecensioni, cerco di stare informata,ma è dura.GammaDelta: A casa niente hi-fi?Marinella Malerba: Ho unpiccolo sistema, ma non ho iltempo ascoltarlo. Ho la fortuna disentire quelli in negozio, quindi nonho dedicato ad esso un angoloparticolare della casa, ma è un relaxche mi concedo giornalmente.GammaDelta: L’iPod haaccentuato l’attenzione per lamusica, ma abituando la massadegli utilizzatori ad un ascolto dibassa qualità. C’è, a suo avviso, undesiderio diffuso verso un recuperodella qualità audio perduta?

ascoltare le Signature Diamond. Poiditemi il vostro parere; io le trovocasse meravigliose”. Tutti i mieiclienti hanno confermato questomio giudizio. Ricordo ancoraquando sono arrivate in negozio. Leho sballate e collegateimmediatamente senza curarmi sela catena fosse qualitativamenteidonea. Sono rimasta letteralmentesenza parole. Fantastiche; le facciosentire anche a chi viene acomprare una radiolina perché mipiace far partecipare i clienti allecose che reputo belle. Con leSignature Diamond la voce ègranitica al centro della stanza e hola percezione di aver davantiquindici metri di palcoscenico. Unacosa incredibile.GammaDelta: Cosa pensa delmercato audio on-line?Marinella Malerba: A voltecapita che il cliente al quale haidedicato anche due giorni diattenzione venga in negozio con lapagina stampata del sito tal dei talicon un prezzo migliore del tuo. Lostesso cliente chiede poi di trattareancora il prezzo. Mi cadono lebraccia: quel cliente non ha avutoalcun rispetto del tuo lavoro. Questomodo di vendere l’audio svilisce ilruolo degli specialisti, senza i quali

Marinella Malerba: L’interessec’è, ma distinguerei tra il cliente chescarica saltuariamente e quello cheinvece utilizza qualsiasi contenutopurché scaricato gratuitamente. Houna figlia di 16 anni e benedico ilgiorno che sono nati certi siti,altrimenti avrei dilapidato le miesostanze in CD e DVD usa & getta.Tutto ciò produce anche una crisi dicreatività. Devo dire che anche lepersone che possiedono unimpianto audio ragguardevoleprima o poi “cascano” nella trappoladell’iPod, perché è comodo e cimettono dentro tutti i dischi chevogliono, se lo portano in vacanza,e via così. Certo lo Zeppelin di B&Wè una macchina affascinante; riescea fare dei veri miracoli anche confiles di scarsissima qualità. Seimpiegato al meglio delle suepotenzialità, ha poco da farsiperdonare. Ho notato spesso tantagente che si crede incapace di potercogliere le differenze tra un sistemae l’altro. Mi dicono: “io non hol’orecchio per...” oppure “io nonsono abituato, mi consigli lei”. Poistanno qui quarti d’ora e si rendonoconto di avere coscienza – cometutti - di poter ascoltare ledifferenze.

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Il softwaredi riferimento

La cosa da analizzare attentamenteè che in tempi in cui tutto sembraruotare sul business legato ai lettorimultimediali e ai loro accessori unafascia di pubblico è alla costantericerca di prodotti di qualità e ilSACD anche nella più sempliceconfigurazione stereo costituisceancora un notevole passo in avantirispetto al suono offerto dal CDtradizionale. Allora perché nonsfruttarlo maggiormente magari inambito jazz o nelle ristampe dimateriale storico? Gli audiofili e gliappassionati in genere dimostranodi non fermarsi davanti al prezzospesso molto elevato di questiprodotti (basti pensare che perristampe in vinile spesso bisognasborsare anche 50 Euro per unsingolo disco!) per cui non credoaffatto che il costo sia un ostacolo inassoluto per l'utente finale, almenose si parla di supporti destinati adun target così esigente ed evoluto. Ea ben guardare un lettore SACD diqualità non costa di più di un buongiradischi con braccio e testinaadeguati. Viviamo quindi conpiacere e sorpresa il grande ritornodel vinile e le sempre più numeroseristampe di catalogo: a questoproposito vi proporremo quantoprima il risultato di un duello incorso tra il sottoscritto e il buonGiancarlo Valletta dove abbiamomesso a confronto dischi storiciascoltati con lo stesso impianto mariprodotti da vinile e CD o SACD.Il mio malumore ovviamente ècomune a tutti coloro che hannoinvestito molti soldi in sistemi audiodi qualità impostati proprio suisupporti audio ad alta definizione esi ritrovano oggi a effettuareestenuanti ricerche di prodotti nei(pochissimi) negozi in Italia, oppure

Marco Fullone

In questi anni di collaborazione conil magazine GammaDelta ho piùvolte espresso il mio disappunto perla fine poco decorosa dei supportimulticanale dedicati alla musica. Mi riferisco in particolare al DVDAudio - praticamente sparito daicataloghi - e al Super Audio CD,ormai sempre meno utilizzatodall'industria discografia (dallemajor in particolare), se non incampo classico.

Jackson Browne“Running On Empty” (Rhino/Warner)CD Audio + DVD Audio con traccia alta risoluzione stereo e 5.1 (96k/24 Bit)e traccia multicanale Dolby Digital per lettori DVD Video

David Crosby“If I Could Only Remember My Name” (Rhino/Warner)CD Audio (codificato HDCD) + DVD Audio con traccia alta risoluzione stereo e 5.1 (96k/24 Bit) e traccia multicanale Dolby Digital per lettori DVD Video

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Ma veniamo alle caratterisctichetecniche dei dischi in esame. Perquanto riguarda i due capolavori deiCrosby e Browne posso dire cherispetto al pur buon lavoro diremastering del CD audio laversione sia stereo che multicanalepresente in high resolution nel DVDAudio è davvero inarrivabile, specienei brani da studio di JacksonBrown dove si può godere di unapresenza e spazialità eccellente. I pezzi live (talvolta registrati sul buso in hotel) di questo album nonsono allo stesso livello ma sempredi gran lunga superiori rispetto allavecchia stampa CD. Per Crosby il

Il software di riferimento: Audio

ad acquistare online da storeinternazionali (quest'ultima è unapratica sempre più diffusa econveniente alla quale dedicheròuno spazio il prossimo numero).Tuttavia i CD + DVD Audio chepropongo in questo numero sonodistribuiti ufficialmente anche inItalia ma se non li trovate potete adesempio acquistarli su internet(www.tower.com ) ad un prezzodavvero interessante (circa 22Dollari ciascuno + spese dispedizione, fate voi i conti in Euro!).Lo stesso vale per i SACD dellasplendida serie Living Stereo, tuttidistribuiti da Sony BMG.

discorso cambia leggermenteperché la qualità del masteroriginale (del 1971) non era proprioeccelsa e talvolta si percepisconodifetti che il remastering non hapotuto cancellare completamente.Tuttavia qui la traccia 5.1 è davveroaffascinante e può essereincredibilmente utile per entrare nelmondo surreale e un po'psichedelico del primo disco dasolista di Crosby, il quale -incredibilmente - farà un altro discoin proprio dopo ben 18 anni. Perquanto riguarda la collana “LivingStereo” realizzata dalla BMG sulcatalogo storico RCA si è letto moltonelle riviste specializzate e spesso siè gridato al miracolo per le qualitàsoniche di master vecchi anche dicinquant'anni riproposti suCD/SACD ibridi con traccia siastereo che surround. Nelle note dicopertina si legge che per il masterDSD sono stati utilizzati i nastrioriginali che i tecnici della RCA inquegli anni registravano con unatecnica semplice ma efficace: consoli 3 microfoni. E di fatto la tracciasurround del SACD è esattamente ilmix originale sui canali sinistro,centrale e destro senza nessun altrointervento di missaggio (infatti icanali surroundposteriori e ilsub non sonopresenti).

Ho ascoltato una ventina di titoli diquesta serie in in gran parte latraccia SACD sia stereo che insurround offre un suonostupefacente se si pensa alletecniche di registrazioni di mezzosecolo fa. Definizione e dinamicasono eccellenti, la profondità dellascena è ricostruita con rigore. Il suono ha quella caratteristica disetosità e calore talvolta sconosciutonelle registrazioni di oggi, unacaratteristica che farà felici gli amantidel valvolare e delle registrazionirigorosamente analogiche e che haaffascinato anche me, di solito piùpropenso a master scintillanti.Provare per credere.! Nel boxdedicato alla serie ho selezionato ilavori che più mi hanno colpito al di

là delle qualitàartistiche, titoli amio avviso che

dovete assolutamente ascoltare.

Brahms “Piano Concerto No. 1 in D Minor”Arthur Rubistein - Chicago Symphony Orchestra - Director: Fritz Reiner

Ravel “Bolero” / “La Valse”Debussy “Images For Orchestra”Boston Symphony Orchestra - Director: Charles Munch

Ludwig Van Beethoven “Simfonie N. 5 e 6”Boston Symphony Orchestra - Director: Charles Munch

Mussorgsky “Pictures At An Exibition” / “A Night On A Bold Mountain”Tchaikovsky “Marche Slave”Chicago Symphony Orchestra - Director: Fritz Reiner

Johann Sebastian Bach Concerto in D Minor for Two Violins, BWV 1043New Symphony Orchestra Of London - Director: Sir Malcolm Sargent

Wolfang Amadeus Mozart “Simfonia Concertante in E-Flat, K 364”RCA Victor Symphony Orchestra - Director: Izler Solomon

Johannes Brahms “Concerto In A Minor For Violin and Cello, Op. 102” RCA Victor Symphony Orchestra - Director: Alfred Wallenstein

Ludwig Van Beethoven “Concerto In D, Op. 61”Felix Mendelssohn “Concerto in E Minor, Op. 64”Boston Symphony Orchestra - Director: Charles Munch

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Il software di riferimento: Video

un intero concerto e che per l'uscitasu DVD il gruppo ha volutoproporre con un grande lavoro direstauro audio e video. Bastipensare che il negativo originaledella pellicola è stato controllatoframe per frame e restaurato intutte le imperfezioni mentre l'audio- derivato da un master multitrack a25 canali - è stato rimasterizzatooffrendo un ottimo PCM stereo eun coinvolgente DTS Surroundcodificato in 96/24.I 95 minuti di concerto consentonodi vedere in azione i Queen in unmomento di grande energia epurtroppo anche in uno degli ultimisprazzi di affiatamento. Il concertose paragonato ad altre mega rockband in fondo non ha grandiimmagini spettacolari ma si basaproprio sulla genuinità del rock, conun gruppo (ma soprattutto unFreddie Mercury) in stato di grazia.E forse questa semplicità di base èun elemento a favore della musica,pochi fronzoli e molta sostanza:

sono le canzoni le vere protagonistee la band non si risparmia maiconcedendo a pezzi di grandepopolarità quella ruvidezza equell'impatto tipici solo del live.Tornando alla tecnica del girato inpellicola la differenza si vede subitodalle prime immagini del DVD,semplicemente fantastiche, concolori splendidi e inquadrature dialtissima qualità. Davveroimpareggiabili se confrontate atantissime immagini derivate damaster video tradizionali, anche benpiù recenti. Ottimo anche ilremaster audio, sia in PCM stereoche in DTS, anche se in taluni puntidel concerto si nota chiaramenteche l'audio non corrisponde

esattamente alle immagini registratenel concerto, ma sono solo pochiframmenti. Davvero interessanteanche poter rivedere una secondavolta il concerto con il commentoaudio di Brian May e Roger Deacon,i quali raccontano tanti aneddotigustosi sul questo storico live.

Marco Fullone

QUEEN“Rock Montreal”(Eagle Vision/Edel)DVD formato video 16:9Audio PCM stereo e DTS (96/24)Surround 5.1

Questo concerto è stato registratonel novembre del 1981 in uno deiperiodi di maggior successo delgruppo inglese, reduce da un tourtrionfale in America Latina e dalfamoso concerto allo stadioMorumbi di San Paulo di fronte a131.000 persone. Originariamenteintitolato “We Will Rock You” il DVDderiva da un vero e proprio filmripreso su pellicola in formato35mm, una tecnica utilizzata per laprima volta da una rock band per

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Ricordo appassionati che, sotto ilbombardamento delle riviste, nonsolo acquistavano tutto il nuovo indigitale, ma addirittura si liberavanodelle vecchie raccolte per sostituirlecon nuovi e fiammanti dischetti diplastica... A dire il vero per me, eper altri come me, quella fu unastupenda occasione per mettereinsieme incredibili raccolte a prezzimolto bassi, raccolte che oggi sono,giustamente, occasione disoddisfazione e di orgoglio. Ricordo che la motivazione di baseriguardava la pretesa assolutasuperiorità del mondo “elettronico”sul mondo “meccanico” e lagenerale convinzione che un“qualcosa di nuovo” sia sempresuperiore a “qualcosa di piùvecchio”. La incondizionata fiducianella scienza è dura a morire!Ora però ci avviciniamo ad unasvolta epocale, non tanto nel nostropiccolo mondo, quanto in quelloben più importante e “totale”:l’intero Pianeta! Si incomincia acapire che non sempre “nuovo èbello”, ma, soprattutto si capisceche è importantissimo essereestremamente attenti agli “effetticollaterali” nascosti sotto i maliosiveli delle nuove scoperte!Ma, per tornare agli anni ’80,ricordo ciò che mi disse, anni dopo,il direttore di una rivista, che miconfidò il disappunto di alcunegrosse aziende produttrici di lettoridigitali: “...ma perché permettete aquel c... di Zen di scrivere quellecavolate sui CD?... con tutti i soldiche noi investiamo in pubblicitàsulla vostra rivista!...”Questo era lo scenario di queitempi, ma, onestamente, non misono mai fatto alcun problema per

Non capita spesso l’occasione dipotersi finalmente levare qualchesassolino dalla scarpa e, quandoquesta si presenta, sorge e si dilatain noi un vago senso diliberazione... Recentemente, questaopportunità mi si è presentata,leggendo su di una rivista di settore,che un nuovo Album musicale esceesclusivamente in formatoscaricabile ed ...in vinile, snobbandoclamorosamente il CD!Per me il collegamento con i lontanianni ‘80 è stato immediato: allorafui abbondantemente sbeffeggiato ederiso perché, nei miei articoli diquel tempo, sostenevo ad oltranzala qualità del vecchio e caro LP, nonabbracciando entusiasticamente,come tutti facevano, il nuovocompact disc. Conservointeressantissima corrispondenzanella quale svariati personaggi,anche “appassionati ed illuminati”mi chiedevano come facevo a “noncapire” e mi elencavano tutti i difettidell’analogico e tutti i vantaggi deldigitale, mi invitavano adaggiornarmi e a non essere cosìpateticamente passatista...“Sicuramente Zen ha i suoi interessida difendere...” “E’ scioccamenteretrogrado chi continua a volerusare i vecchi LP invece di aiutarequesta nuova e meravigliosatecnologia a crescere e svilupparsi...”“Bisogna non capire assolutamentenulla di riproduzione musicale pernon accorgersi degli immensi passiavanti che la tecnica ha fatto...”Questi sono solo accenni di quellamarea montante che vedeva tutto ilmondo audiofilo gettare alle ortichei vecchi dischi per acquistare ilnuovo gioiello della scienza e dellatecnica.

Lo specchiodi Cassandra

La leggenda narra che il Dio Apollo erainnamorato di Cassandra, figlia diPriamo ed Ecuba. Egli aveva promessod'insegnarle a indovinare il futuro, seella avesse acconsentito a concedersi alui. Cassandra accettò lo scambio, ericevette le lezioni del dio; ma, unavolta istruita, si sottrasse a lui. AlloraApollo le sputò in bocca, ritirandolenon il dono della profezia, ma quellodella persuasione.

Pierre Grimal

Enciclopedia dei miti - Ed. Garzanti

Lorenzo Zen

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Lo specchio di Cassandra

tutte quelle critiche che mi venivanoriversate addosso. Sono semprestato molto sereno nelle mieconvinzioni, anche perché non sibasavano su “prove di laboratorio”,ma semplicemente sulla mia giàlunga esperienza sul campo e suquella dei tanti clienti che, neglianni, avvaloravano costantemente lemie tesi. Esperienza, poi, che comeogni persona assennata può subitocapire, deve basarsi unicamentesugli ascolti e sulla eventuale“fatica” che questi ascolti possonoprovocare: bisogna sempre lasciareche sia “il corpo” a parlare e non il,quasi sempre ingannevole,“mentale” .E adesso è arrivata l’ora della resadei conti: il vecchio vinile non solosta tornando clamorosamente adessere considerato e prodotto, ma,

a parte i più retrivi (ed i piùsordi!...), molti hanno capito che,probabilmente, il “mantenimentodell’analogo” rappresenta, comesempre avevamo gridato, lamassima espressione possibile,(logicamente sul piano della resadelle qualità artistiche) perl’immagazzinamento della“analogicissima” musica.Sicuramente il download è ilpresente e sicuramente è anche ilfuturo, per praticità, comodità edesigenze di mercato, ma il vecchioLP avrà sempre, al suo arco, moltefrecce che nessuno spunterà mai.Ricordo un articolo, che avevoscritto nel marzo del 1985, nel qualedicevo di fare attenzione, perchénon era l’analogico che era morto,ma era forse proprio il CD cheaveva serie possibilità di non

“diventare mai vecchio”!E, poi, v’è un’altra doverosaconsiderazione che risulta essereuna bruciante ironia per i fanaticidel progresso a tutti i costi: ilvecchio LP rappresenta, in assoluto,il più sicuro e “innovativo” formatocontro ogni pirateria e, per la suaelaborata produzione, contro ogniforma di svilimento chel’improvvisazione e l’assenza dicultura può provocare.Potrebbe, quindi, essere la piùgrande garanzia possibile per tenerein vita il mercato dell’ Alta Fedeltà,altrimenti destinato allo sfilacciarsi eal corrompersi, sotto la valanga,qualitativamente disastrosa, che laRete può vomitare. Infatti, il “tutto”raggiungibile da “tutti” si dirigeobbligatoriamente verso la pura“quantità” e quindi manca, perdefinizione, della “qualità”,elemento sul quale si basa tutto ilnostro settore che, da sempre, ha“l’alta qualità della riproduzione”come scopo finale.Purtroppo ho sempre notato cometutti vorremmo, legittimamente, laqualità a bassissimo prezzo (e laqualità effettivamente può costarepochissimo...), ma nessunovorrebbe pagare la ricerca ed il

lavoro assolutamente necessari perarrivare al raggiungimento,sicuramente possibile, degli elevatistandard qualitativi! Tutti vogliamo poter pagare poco ilrisultato, ma nessuno vuolcontribuire alla realizzazione dellastrada da poter percorrere perottenere quel risultato. Questa problematica è tragicamentelegata alla distorta concezione chetutti abbiamo della “democrazia”,sempre sentita come punto d’arrivodi un doloroso e conflittuale riscatto(o, per i peggiori, è l’ambito dovechi è più “furbo” ha la possibilità difare i propri comodi: “homo hominilupus”...) e non come laconsapevolezza unitaria di una“umanità” (intesa non comecollettività, ma come definizionedella peculiarità dell’ “essereuomo”) della quale l’individuo sideve riappropriare. L’uomo può fare ben poco permigliorare la Società, ma può faremoltissimo per migliorare se stesso!Comunque, in fin dei conti, ritengoche il disco in vinile è sopravvissutoe sopravvivrà ancora perché,probabilmente, rappresenta unapunta di eccellenza nella diuturnaesplorazione compiuta dall’uomo:

come gli strumentiprodotti dalla vecchiascuola Cremonese diliuteria, o il lavoro delDominicus Perignon, ola nascita dellaantichissima Polenta...Scoperte piccole egrandi cheaccompagnano ilnostro percorso ed ilfluire del nostro tempo,momenti nei quali lapercezionedell’Intellettofattivamente siconcretizza nell’Operadell’uomo: non pernulla è stato detto chefu Noe ( in greco Nous= intelletto) l’inventoredel vino...

Lorenzo Zen

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