ALMA MATER STUDIORUM-UNIVERSITA' DI BOLOGNA SEDE DI CESENA
FACOLTA' DI ARCHITETTURA "ALDO ROSSI" CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA
CICLO UNICO IN ARCHITETTURA
Edoardo Persico e il viaggio.Le case di un uomo libero.
Studente Francesca Basile
Relatori Giovanni Leoni Sergio Polano Annalisa Trentin
Sessione I Anno Accademico 2008-2009
Edoardo Persico e il viaggio. Le case di un uomo libero
L'Italia del nuovo secolo vive tra molteplici contraddizioni.
Emarginazion speranza di riscatto. Dai portici di Genova e Napoli,
su carrette pericolo mondo. la crisi, iniziata da tempo, nei
confronti dello studio canonic cagionevole salute.
I. Edoardo Persico e il viaggio
il fermo terminato. E' libero di agire, nei limiti deg ad
attenderlo quattro mura grigie, a volte ap di fuga, una soluzione
nuova al male della v
La casa era gi, per Persico, un lu
II.1 Napoli 1900-1926
pag. 5 6
7 13
14
16
19
II. Le case
20 33 35 40
Premessa Allinizio del 1900 lequinte si aprono su una scena di
pensamenti radicali, di slanci generosi e utopistici, di ricerche
spregiudicate, in cui si riflettono le inquietudini e le impazienze
della societ occidentale, che la crisi del liberismo, soprattutto
in Europa, la crescita industriale e le tensioni imperialistiche
serpeggianti fra le grandi potenze acuiscono fino allesasperazione.
I problemi che il secolo precedente lascia si presentano con
rinnovata forza, da quello sociale, che lespansione del movimento
socialista imponeva
come primario, a quello della spartizione delle colonie e dei
mercati internazionali; e ben presto tutti si sarebbero riversati
nel bollente crogiuolo della prima guerra mondiale e della
Rivoluzione russa. Ein questo clima che larte e la letteratura
vedono fiorire le cosiddette avanguardie del Novecento, gruppi,
correnti, tendenze e movimenti che si accavallano nel primo
ventennio del secolo, imponendo con una urgenza fino ad allora
ignota il ruolo dellartista e dellarte nella cultura e nella
societ.
Introduzione Alla mente di EdoardoPersico sono stati associati
viaggi in terre solo nominate con deferenza dai suoi colleghi:
Francia, Russia, America. Egli non cerc mai di smentire le voci,
rafforzato da una passione smisurata per lo studio di lingue e
terre straniere. I suoi racconti riuscivano a trasportare anche gli
ascoltatori, insieme a lui, sulle rive della Senna, o dellHudson,
costeggiando le pi degne architetture di quello e di dieci secoli
prima, lontani dalla realt di Napoli, Torino, Milano, dove i soldi
non bastavano per il pranzo. Ma dai
1.4 Il Baretti, in esilio
1.3 Delitto e castigo
1.2 Sulla soglia
1.1 La culla
ne e miseria connotano la societ italiana. L'emigrazione resta
ancora l'unica ose e maleodoranti, si parte per l'America, la terra
del sogno, del nuovo
co ed obbligato, porta Persico a entrare nel corpo militare,
nonostante la
gli stravolgimenti mondiali e delle intenzioni del padre su di
lui. perte da piccoli squarci di luce, attraverso i quali
intravedeva una nuova via vita, la schiavit.
uogo senza luce.2.2 Un uomo di buona volont
II.2 Torino 1927-1929
II.3 Milano 1930-1936
3.2 Profeta d'architettura 3.3 Punto ed a capo
3.1 Asse di un triangolo
2.3 La ricerca dell'oro
2.4 Pittore tra pittori
54 56 5868 71 81 83 8789 95 113viaggi doveva fare ritorno; ad
attenderlo quattro mura grigie, a volte aperte da piccoli squarci
di luce, attraverso i quali intravedeva una nuova via di fuga, una
soluzione nuova al male della vita, la schiavit. ruolo al quale era
inetta, un giovane di ventanni, educato nellambito di una
tradizione cattolica e monarchica a cui, confortato dalla parallela
azione francese, ancora si appigliava un certo pensiero
aristocratico italiano, dal Piemonte alla Sicilia, dove mai poteva
guardare, se, forte di unintima, incoercibile libert, avvertiva
linsufficienza di tale contorno, e di tale precettista, per lanima
aperta e curiosa, per lanima assetata di verit.
116
Fondatore della rivista I Cattolici in una faticosa gavetta
Negli anni intorno al 20in cui la crisi di un risorgimento
incompiuto e deviato, non risolta dalla guerra, si riacutizzava nei
conati reazionari di una timida borghesia, perennemente accanita a
pretendere per s un
IV. Bibliografia
III. I progetti
2.1 Una luce
3.4 Le case
I. Edoardo Persico e il viaggio
6
PremessaLItalia del nuovo secolo vive tra molteplici
contraddizioni. Emarginazione e miseria connotano la societ
italiana. Lemigrazione resta ancora lunica speranza di riscatto.
Dai porti di Genova e Napoli, su carrette pericolose e
maleodoranti, si parte per lAmerica, la terra del sogno, del nuovo
mondo.Nel solo 1900 emigrano pi di 350.000 italiani. Molti di essi
trovano fortuna in America. LItalia di inizio Novecento un paese
prevalentemente agricolo, che comincia a beneficiare
dellaccelerazione industriale. Le famiglie censite nel 1901 sono
7.145.000; di esse il 50% sono contadine. La povert e lindigenza
continuano ad essere un possibile focolaio di rivolte, specialmente
al sud. Anche listruzione difetta: oltre il 42,5% dei maschi
italiani totalmente analfabeta. La base culturale, sociale e
politica della vita italiana la famiglia borghese. Essa si
raccoglie intorno alle donne di casa e si caratterizza per
linvadente moralismo di importazione inglese. Nella struttura
familiare la donna responsabile dellandamento domestico. Luomo,
invece, si preoccupa essenzialmente del lavoro e delle attivit
esterne. Nei salotti, regno delleffimero e della frivolezza, non si
contano i candelabri di bronzo dorato, i tappeti e gli amorini, le
specchiere, i grandi ritratti a olio. E, intanto, laltra faccia
della famiglia italiana quella segnata dalle lacrime, dai servizi
di assistenza, dalla confusione dei refettori e dei dormitori
pubblici. Molti sono i nuclei familiari che si raccolgono intorno
al soccorso offerto dalle parrocchie e dalle varie confraternite.
Nellarco di dieci anni il Realismo europeo d alcuni tra i suoi
segnali pi illuminanti; ma contemporaneamente monta una vigorosa
reazione nei confronti della concezione materialistica del mondo
espressa dalla cultura positivista, alla quale si contrappone
sempre pi il gusto della perfezione formale, lostinato rifiuto
dellintellettuale ai miti della societ di massa, la sua tendenza a
chiudersi nellinaccessibile torre davorio di unarte apprezzata da
pochi, una sensibilit curata fino alla malattia. Questo
atteggiamento contribuisce a creare, fra il 1880 e il 1890,
latmosfera generale entro cui si svilupp la vasta corrente del
Decadentismo europeo, che fu fenomeno per lo pi letterario, ma
interess per vari aspetti anche le altre espressioni artistiche. La
corrente decadentista vera e propria viene superata poi, verso il
1890, dal movimento simbolista, ma i confini fra le due tendenze
rimangono vaghi. Inoltre, Decadentismo e Simbolismo avanzano fino
ad estendersi al XX secolo e racchiudono nella loro formula
personalit e tendenze disparate. Del resto la supremazia della
soggettivit, del sogno, dellirrazionale, dellistintivo o del
morboso, che decadenti e simbolisti reclamano nei confronti della
piatta razionalit del Positivismo, non un fatto esclusivamente
artistico. In campo filosofico e nei settori scientifici pi
avanzati matura una diversa coscienza dei problemi, nella quale il
malessere degli artisti avrebbe trovato conferme e stimoli
intellettuali pi rigorosi. La filosofia europea di questi anni
punta ad una rivalutazione dellirrazionale, della volont, inclina
verso forme di Neoidealismo, elabora teorie dellazione e genera la
scuola storicista. 7
Negli ultimi anni del IXX secolo, Nietzsche pubblica le sue
opere maggiori (Umano troppo umano, 1880; La gaia scienza, 1882;
Cos parl Zarathustra, 1884; Al di l del bene e del male, 1885):
Henri Bergson d alle stampe lEssai sur les donnes immdiates de la
conscience(1889); Sigmund Freud pubblica Linterpretazione dei sogni
(1889). Inizia il Novecento. Le certezze su cui tutta la precedente
cultura si fondava vacillano o si dimostrano illusorie: il senso
del vitalismo, la funzione dellinconscio e della vita onirica, il
nuovo concetto di tempo e di storia legato alla processualit del
divenire, mettono in crisi il modello di razionalit ottocentesco,
aprendo la cultura europea a una visione delle cose pi articolata e
problematica. La stessa riflessione scientifica, del resto,
superava, con gli studi di Planck ed Einstein i vecchi dogmi del
meccanicismo, introducendo il concetto di relativit e ponendo in
discussione i presupposti stessi della logica scientifica.
Allinizio del 1900 le quinte si aprono su una scena di pensamenti
radicali, di slanci generosi e utopistici, di ricerche
spregiudicate, in cui si riflettono le inquietudini e le impazienze
della societ occidentale, che la crisi del liberismo, soprattutto
in Europa, la crescita industriale e le tensioni imperialistiche
serpeggianti fra le grandi potenze acuiscono fino allesasperazione.
I problemi che il secolo precedente lascia si presentano con
rinnovata forza, da quello sociale, che lespansione del movimento
socialista imponeva come primario, a quello della spartizione delle
colonie e dei mercati internazionali; e ben presto tutti si
sarebbero riversati nel bollente crogiuolo della prima guerra
mondiale e della Rivoluzione russa. Ein questo clima che larte e la
letteratura vedono fiorire le cosiddette avanguardie del Novecento,
gruppi, correnti, tendenze e movimenti che si accavallano nel primo
ventennio del secolo, imponendo con una urgenza fino ad allora
ignota il ruolo dellartista e dellarte nella cultura e nella
societ.
Il 9 gennaio 1900 nasce Edoardo Persico. Primo figlio della
famiglia, mamma insegnante, pap notaio, sottoposto ad attenzioni e
aspettative forse eccessive per liberare la propria fantasia.
Nellautunno del 1909 gi iscritto al Regio Ginnasio Giuseppe
Garibaldi. La salute incostante non permette a Edoardo di
diplomarsi nellanno sperato: cambier diversi istituti, com stato
dimostrato dalla ricerca nellarchivio della citt. Il diploma
arriver solo dopo nove anni al Regio Liceo Vittorio Emanuele,
subito dopo liscrizione, probabilmente forzata dal padre, a
Giurisprudenza. Il primo esame viene superato col minimo solo a
diciannove anni: la crisi, iniziata da tempo, nei confronti dello
studio canonico ed obbligato, porta Persico a entrare nel corpo
militare, nonostante la cagionevole salute.
la crisi, iniziata da tempo, nei confronti dello studio canonico
ed obbligato, porta Persico a entrare nel corpo militare,
nonostante la cagionevoleDal primo di agosto 1914 ha inizio la
Prima Guerra Mondiale. Alla politica espansionistica degli Imperi
centrali, Germania e Austria-Ungheria, si contrappone la difesa
degli interessi strategici delle potenze dellIntesa. LItalia,
legata alla Triplice Alleanza con gli Imperi centrali da un patto
solo difensivo, rimane neutrale fino al 1915, quando, sullonda
dellirredentismo, si schiera al fianco dellIntesa; due anni dopo,
al ritiro della Russia, sconvolta dalla Rivoluzione, corrisponde
lentrata in guerra degli Stati Uniti.
8
Il conflitto ottiene come risultato complessivamente otto
milioni di morti, un numero impressionante di feriti ed invalidi,
distruzione e povert. Le conquiste territoriali sono minime, il
volto dellEuropa ormai irriconoscibile. Durante la Guerra e per la
Guerra si dispongono tutti i mezzi che la tecnologia moderna mette
a disposizione; ma il peso maggiore di quegli anni sostenuto dalle
fanterie, consumate in una battaglia di posizione che paga con
migliaia di morti ogni metro di terreno conquistato o perduto. Cos,
anche gli entusiasmi e le desolazioni che sempre caratterizzano
ogni dopoguerra risultano in certi modi diversi dai precedenti.
Alla scomparsa dellImpero austro-ungarico e al crollo delleconomia
tedesca corrispondono infatti gli enormi problemi finanziari che i
paesi vincitori devono affrontare, con i vertiginosi debiti di
guerra contratti con le banche statunitensi e i difficili problemi
della riconversione dellindustria bellica in industria di pace. n
tutta lEuropa i reduci premono per trovare un lavoro che li riporti
alla normalit; al tasso di disoccupazione, dovunque altissimo,
corrisponde uninflazione che in Germania raggiunge punte assurde, e
fulminei arricchimenti a favore di chi nella guerra aveva trovato
una non sempre lecita fonte di enormi guadagni. In Italia, dove lo
sforzo bellico aveva dato impulso allindustria, senza per risolvere
le carenze strutturali del sistema produttivo, la crisi del
dopoguerra si trasforma in crisi politica acuta, dalla quale
emerge, sullonda di un nazionalismo tradito dalla Conferenza per la
pace di Versailles e di conflitti sociali ormai insanabili, il
colpo di Stato fascista del 1922, attuato con la complicit della
monarchia sabauda e lappoggio dei grandi gruppi industriali e
finanziari. Il fascismo cala sulla nazione come tentativo di
governare con metodi dittatoriali e antiquati una crisi moderna,
fatta di intricati nodi economici ed esasperata dai conflitti di
classe che lemergente carattere di massa della societ pone ormai
con urgenza. A nulla vale unopposizione divisa fra i tradizionali
gruppi del liberalismo italiano e i partiti della sinistra, in
contrasto anchessi, del resto, dopo la scissione del 1921 che fa
uscire dal PSI il gruppo comunista di Gramsci.
il fermo terminato. libero di agire, nei limiti degli
stravolgimenti mondiali e delle intenzioni del padre su di lui.In
questi anni Persico ritorna in patria dalla Jugoslavia: il fermo
terminato. libero di agire, nei limiti degli stravolgimenti
mondiali e delle intenzioni del padre su di lui. Gli eventi si
dimostrano favorevoli: vive per conto suo, si mantiene grazie ad un
lavoro alla Biblioteca Nazionale ed alle sovvenzioni familiari e
inizia a sognare la fuga. Scrive High Flame, edito a Londra nel
1919 per Arts Editions, e Jardins dautomne, 1921, per la casa
editrice Shneiderberg, di Berne. I due romanzi vengono esauriti in
poche settimane, dando adito a Persico di speranze di
evasione.Problemi di crisi e ristrutturazione capitalistica si
presentano, in forme diverse, in tutti i paesi. La Francia e
lInghilterra, uscite stremate dalla guerra, devono fronteggiare
conflitti di classe altrettanto gravi, in parte scaricandoli sul
loro impero coloniale e in parte rispondendo alla conflittualit
sindacale, sempre pi accesa, con atteggiamenti autoritari.
9
Da questi episodi si sprigiona la carica critica di Edoardo
Persico, dal febbraio 1924, mese di inizio della collaborazione
epistolare con i giornali di opposizione di Piero Gobetti. Il primo
scritto politico, pubblicato il 16 dicembre 1924 su La Rivoluzione
Liberale, intitolato Lettera dalla Spagna, contiene, gi nel titolo,
unaspirazione allesilio in Spagna non and mai ed una dichiarazione
dintenti: la scelta del giornale non proveniva da coincidenze od
occasioni fortuite, ma era stata pianificata per almeno un anno da
corrispondenza cartacea col direttore. Persico desidera non solo un
lavoro come reporter da Napoli, ma un posto di lavoro a Torino,
nella stessa citt del coetaneo, ai suoi occhi gi realizzato e
combattivo. Sorretto da formali complimenti, tradotti in promesse
di successo, nel 1925 Persico lascia Giurisprudenza, la Biblioteca
Nazionale e la famiglia, diretto a Torino.
aspirazione all'esilio
lascia Giurisprudenza, la Biblioteca Nazionale e la famiglia
Nel viaggio obbligatoria una sosta nei pressi di Roma, a casa
dellamico Carlo Curcio: un punto dappoggio per quegli scritti
sporadici di teatro ed arte, come La messinscena, settembre 1925 o
Craig, novembre 1925, entrambi pubblicati su Il Baretti. In
quellanno, purtroppo, la pubblicazione dei giornali di Piero
Gobetti viene interrotta dalla censura fascista, e il direttore
costretto allesilio, in Francia, dove si ammaler e spegner due anni
pi tardi. Persico viene a conoscenza della notizia solo una volta
giunto a Torino. Ormai, nella citt dellindustria, con la moglie,
Cesira Oreste, sposata da pochi mesi, con la quale divide una
soffitta senza luce n acqua.
Si fanno di carta i soldi per il pane
La Bagnante di Valpincon, Auguste Ingres, 1879, Parigi, Louvre;
Odalisca, Luigi Spazzapan, 1930, Milano, Civico Gabinetto dei
Disegni.
Decide comunque di affidarsi alla propria penna, ma, eccetto
qualche scarno intervento su riviste specialistiche, come larticolo
Fiat: operai, pubblicato su Motor Italia nel dicembre del 1927,
tale attivit non pu mantenerlo. Diventa indispensabile il lavoro
alla Fiat: lavaggio dei pavimenti dalle cinque del mattino alle
sette di sera. Si fanno di carta i soldi per il pane, per il caff
al Caf Diley, in Piazza Vittorio Emanuele, e per il sogno di una
casa editrice che porti il nome di Edoardo Persico. La Libreria
Edoardo Persico, in effetti, viene aperta il 14 dicembre del 1928,
e chiusa dopo due mesi per mancanza di fondi. Sotto lala di Alberto
Sartoris, nello studio dello scrittore, in Corso Vinzaglio 24, a
Torino, Persico viene assorbito da pittura ed architettura, fino ad
ora relegate ad interessi secondari rispetto alla letteratura e
alla politica. Entra nel circolo degli intellettuali di Corso
Cavour, distinguendosi, da subito per nitidezza di pensiero,
serenit dei modi e originalit delle posizioni ideologiche. Viene
presto assunto dal gruppo dei Sei pittori di Torino come grafico
ufficiale e giornalista in trasferta per le loro mostre. Il gruppo
si propone come sostenitore e diretta conseguenza delle tendenze
pittoriche francesi dellOttocento ed inizio Novecento. I cataloghi
delle mostre associano alla poesia de La bagnante di Valpincon di
Ingres, 1808, al Dorso nudo di Chessa, 1932, la natura morta e
sospesa di Carlo Levi nel Paesaggio di frutta, 1930, alle
impressioni cubiste di Cezanne tra i suoi monti alla fine del IXX
secolo. Con lultima esposizione pubblica del gruppo unito si
sfalder in seguito allabbandono di Persico il, cosiddetto, pittore
si trasferisce a Milano per dirigere la Galleria darte Il Milione,
marzo 1929.
I cataloghi delle mostre associano
alla poesia
la natura
sospesa
; Dorso nudo, Gigi Chessa, 1926, Collezione privata.
Le violon d'Ingres, Man Ray, 1924, Los Angeles, Paul Getty
Museum.
24 ottobre 1929. La borsa di New York crolla. Il gioved nero
trascina tutto il mondo in una depressione economica senza
precedenti. Leuforia del facile arricchimento che, soprattutto
negli Stati Uniti, aveva prodotto un aumento artificioso del valore
dei titoli industriali, e che aveva dato vita al mito dei ruggenti
anni Venti, cede il posto alla sfiducia ed alla povert. Il 1930 si
apre allinsegna dellincertezza e del pessimismo.
Per Persico il 1930 anno di svolta. Le abitudini di vita il
cappotto marrone, la cravatta e la camicia, a contrastare con le
spoglie pareti di casa, letto-scrivaniafinestra in Via XXII Marzo-
restano le stesse. Le reazioni dei colleghi di vita cambiano.
casa, letto-scrivania-finestra
Nel 1933 due eventi imprimono al corso della storia un andamento
decisivo: la vittoria dei nazionalsocialisti di Hitler alle
elezioni politiche tedesche e lascesa di Franklin Delano Roosevelt
alla presidenza degli Stati Uniti dAmerica. Contemporaneamente, ai
confini orientali dellEuropa, lenorme sforzo dellURSS per
accelerare il processo di industrializzazione e far superare al
paese il livello di degenerazione del sistema sovietico in regime
totalitario. Sono questi gli anni pi drammatici di tutto il
ventennio. Sono questi i mesi che precedono lo svelamento
dellorrore: intercettazioni, perquisizioni, intimidazioni, minacce,
sequestri, violenze. La morsa del totalitarismo stringe ormai
lEuropa, con la proliferazione di regimi di stampo fascista, in
Ungheria, Polonia, Jugoslavia, Bulgaria, Grecia. Nel frattempo la
Spagna proclama la repubblica, sullonda di un forte movimento
popolare; di l a poco la sua guerra civile, scatenata dai rivoltosi
del generale Franco, avrebbe visto il coinvolgimento diretto o
indiretto di molti paesi, a cominciare dallItalia fascista, che con
la conquista dellEtiopia, aveva proclamato lImpero, e della
Germania nazista.
Forme uniche della continuit nello spazio, Lavorare e
combattere. Per la patria, p
La spinta al rinnovamento delle forme saldamente integrate del
razionalismo ottocentesco assume toni pi precisi, pur senza trovare
una visione unitaria che ne rendesse omogenei gli sviluppi. Anzi,
da questo momento che la teoria filosofica rinuncia a darsi un
assetto sistematico, tentando, con la crescente attenzione ai
problemi del linguaggio e delle relazioni logiche che strutturano
il pensiero, di cercare le basi fondanti di una conoscenza non
assoluta, ma intimamente rigorosa del mondo; in maniera
apparentemente opposta, cercano di sottrarsi, attraverso il
recupero dellesistenza individuale contemplata con lucido
disincanto, allannullamento della specificit del singolo
nellanonima massa. Entrambe le tendenze si traducono, in arte ed in
architettura, nelle avanguardie. Le vedette, usate nel passato per
assicurarsi un discreto vantaggio dai nemici che provenivano dal
fronte, nel Novecento prendono parola, impongono il proprio gusto,
modellano ideali di libert nel bronzo, per fuggire da un nemico
invadente che li attacca alle spalle: il passato. La rivoluzione
auspicata dagli artisti in questo momento un acceso dibattito
contro un male figurato.
La tortura della parola esercitata dal movimento fascista
ancoraPersico diventa co-redattore di Casabella assieme a Pagano
nel 1930. I suoi accenti polemici trascinano in fretta la rivista
alla fama mondiale. La grafica, curata al millimetro, gli articoli
impegnati, larredamento dinterni e la pubblicit si armonizzano a
creare unopera darte completa, nella quale i Chiaristi possono
trovare lo stesso spazio di Le Corbusier e gli espressionisti una
copertina attenta quanto quella dei razionalisti. Gli interventi
firmati da Persico negli ultimi anni di lavoro guardano avanti,
alla sua maniera, gli artisti chiamati modernisti.
considerata un fastidio sopportabile e, soprattutto, facile da
eludere: basta una critica allarchitettura o allarchitetto fascista
dalle pagine di Casabella o di Domus.
Umberto Boccioni, 1913, New York, Moma; per la vittoria,
manifesto fascista, 1936.
Il Manifesto futurista di Marinetti ha gi compiuto ventanni, ma,
nonostante let, ancora quello pi assimilabile al pensiero del
direttore di Casabella dal 1933. In SantElia, oggi si trova uno
slancio positivo assente in Allestremo della modernit: Le
Corbusier. Proprio nel momento in cui Persico accusato di
internazionalismo e idealismo, dallo stesso compagno di avventure,
Pagano, dimostra, invece, unobiettivit solidale ad entrambi i
mondi: sia a quello europeo, accelerato e smisurato, sia a quello
italiano, bloccato tra le righe dei manifesti fascisti e le linee
dei dipinti puristi. Nemmeno le vicende politiche sembrano
incarnare i principi della sua filosofia matura: iscritto al
partito socialista a ventidue anni, e di una fede cattolica
profonda, si trova ad allestire la Galleria Vittorio Emanuele a
Milano, in occasione delle elezioni del partito dei fasci. I tubi
Innocenti, da lui scelti, predisposti e dipinti, compongono un
monumento aereo animato da altoparlanti e pannelli che espongono la
gloria della guerra e del lavoro dei campi. Molti critici vedranno
un tradimento di ideali; gli amici pi vicini lo definiranno poesia
delluomo moderno: Giulia Veronesi in Tutte le Opere. 1923-1935,
Comunit, Milano, 1964. Nella stessa raccolta si trova una
testimonianza degli ultimi pensieri del poeta. Il 1934 lega
lattivit di Persico ad un evento: la Mostra dellAeronautica, dove
ha luogo e riceve i complimenti della critica europea la Sala delle
Medaglie dOro, episodio architettonico e artistico di unintensit
evocativa difficile da descrivere a parole per gli stessi
giornalisti dellepoca. Gropius, che visita la sala il 16 di
ottobre, scrive su una cartolina: Sono rimasto incantato di fronte
alla Sua meravigliosa opera. Nel 1936, alla vigilia
dellallestimento che lo intitoler architetto, il Salone dOnore alla
VI Triennale, Persico gi arredatore dinterni a Napoli, per
abitazioni, e a Milano, per due negozi della Parker, oggi perduti.
Gennaio 1936. La Spagna conosce terremoti popolari che si
amplieranno in guerra civile. Lalleanza Italia Germania si
rafforza, pronta a sostenere la dittatura franchista contro ogni
moto di ribellione. Il quattordicesimo anno fascista porta alla
frontiera quella porzione darte che non si era ancora arresa e che
vedeva alla linea di partenza una dittatura di pensiero che avrebbe
messo in pericolo ogni mezzo di comunicazione, anche il pi intimo.
Stretto alla propria onest morale, alla povert dei mezzi, che lo
saldava ai pensieri pi autentici, e alla fantasia compositiva che
lo tormentava e lo accompagnava dallinfanzia, Edoardo Persico cade
nellultima imboscata fascista nella notte del 10 gennaio 1936, un
giorno dopo aver compiuto i trentasei anni. Alla chiusura della
redazione, si incammina verso casa, assieme ad Anna Maria
Mazzucchelli e Giulia Veronesi. Pensando a voce alta, ricorda la
vita a Torino, la sua prima tappa, di povert e rinascita. Gli amici
si separano. Ultimo testimone il collega Marcello Nizzoli, col
quale era solito fare le ore piccole sulla pianta di una casa o di
un ufficio. I ricordi dellarchitetto ritraggono il volto di uomo
livido e impolverato, appena battuto e confuso. Persico non entra
nemmeno nello studio dellamico: lo guarda senza dire nulla e lo
saluta. stanco. Torna a casa.
IntroduzioneAlla mente di Edoardo Persico sono stati associati
viaggi in terre solo nominate con deferenza dai suoi colleghi:
Francia, Russia, America. Egli non cerc mai di smentire le voci,
rafforzato da una passione smisurata per lo studio di lingue e
terre straniere. I suoi racconti riuscivano a trasportare anche gli
ascoltatori, insieme a lui, sulle rive della Senna, o dellHudson,
costeggiando le pi degne architetture di quello e di dieci secoli
prima, lontani dalla realt di Napoli, Torino, Milano, dove i soldi
non bastavano per il pranzo. Ma dai viaggi doveva fare ritorno; ad
attenderlo
quattro mura grigie, a volte aperte da piccoli squarci di luce,
attraverso i quali intravedeva una nuova via di fuga, una soluzione
nuova al male della vita, la schiavit.
Ecco, lidea di un viaggio: un percorso fatto di tappe, di
memorie, di scritti. Le parole, di un secolo fa e di oggi, di
Persico e di Pagano, di archivisti e scrittori mi hanno guidato in
giro per lItalia, in questa collezione. La prima tappa affrontata
Napoli: luogo di nascita, di maturazione, di insoddisfazione. Tra
le piazze e le strade del centro cresciuto un ragazzo fragile nel
fisico e incorruttibile nello spirito. Scuola primaria cattolica,
nella quale ha iniziato a mettere radici una fede indiscussa e una
incrollabile coscienza religiosa. Il tragitto verso casa era breve,
un paio di isolati; poi, in studio, dal padre avvocato, a
sperimentare la vita da patriarca. Il modello paterno rimane
autoritario e pesante fino al Liceo, classico, ancora a pochi passi
di distanza da una famiglia tanto, troppo, vicina. La carriera
notarile lo aspetta inevitabilmente a diciotto anni, quando inizia
il servizio militare. In questo periodo non si hanno notizie di
lui, solo una data discrizione alla facolt di legge: 17 ottobre
1917. In due anni di studio e lavoro - era impiegato alla Libreria
Nazionale - passa tre esami.
La spinta data dal padre alla vita autonoma, le sovvenzioni
mensili passategli, non bastano a sanare una curiosit di vita che
veniva tradita solo dalle ore interminabili di letture dogni genere
proprio sul luogo di lavoro, oltre ogni straordinario, al lume di
un banchetto consumato.Al 1923 risalgono le testimonianze dei suoi
primi veri e propri libri: due, uno in inglese ed uno in francese,
dimostrazione che la fuga era stata preannunciata, che i titoli
autobiografici racchiudevano molto pi che fantasie adolescenziali.
The High Flame, la fiamma, il calore che porta alla grandezza, fu
esaurito. Jardins dautomne, altro successo, proclam la sua figura
come nuovo talento narrativo, senza considerare che, per Persico,
la stagione letteraria stava quasi per terminare. Allarrivo
dellinverno, infatti, il giovane autore dichiara di avere in tasca
altri tre romanzi, dei quali non viene mai pubblicata nemmeno una
pagina, ma che gridano le sue intenzioni nella vita, altre rispetto
a quelle spergiurate ad editori di tutta Italia: La vita inquieta,
Il Bugiardo, Il porto lontano. Il viaggio alle porte: pubblica La
citt degli uomini doggi, un libricino intenso, nel quale chiara la
passione per larte e la sua rinnovata spinta a conoscere e a far
conoscere. Una sosta intermedia nella residenza di campagna del
migliore amico napoletano lo porta alle nozze con Cesira Oreste,
insegnante di chimica in un liceo di Pesaro.
La casa era gi, per Persico, un luogo senza luce.
Senza calcoli, ma, ancora una volta, mosso da ideali e sicurezza
nella propria missione, si dirige nella citt della speranza. A
Torino trova, invece, delusione e dura crescita: non abituato
a vivere del proprio mestiere e nutrito di aspettative rosee nei
confronti della culla dello sviluppo industriale e culturale
italiano, spera per i primi mesi di campare con articoli sporadici
per le riviste pi disparate. Purtroppo, le referenze che portava ai
quotidiani non erano diverse da quelle di una segretaria
dellufficio assunzioni e Gobetti, costretto alla censura, non era
pi in grado di garantirgli denaro e successo. Quando i debiti dal
panettiere si fanno insostenibili, decide di piegarsi. Dal 1927 al
1929 svolge il mestiere di lustra pavimenti, assicurandosi un po di
libert di pensiero, di respiro economico, ma, soprattutto, un altro
paio danni di matrimonio. La vita di coppia nella soffitta senza
acqua n elettricit, con un solo lucernaio di via Madama Cristina
inizia, dalla fine del Ventennio, a separare ununione intellettuale
che agli amici sembrava indistruttibile. A Curcio Persico si
confida ammettendo crisi professionali e personali, alle quali Sira
era costretta ad assistere e a porre rimedio. Non si conosce la
data esatta della separazione, che, quasi sicuramente, non si
traduce mai in divorzio. sicuro che dal dicembre del 1929 il
pittore ricercato e impegnato al pari di Lionello Venturi, critico
darte affermato, assieme al quale si occupa di creare unimmagine al
gruppo dei Sei pittori di Torino, degna del migliore agente
discografico odierno. Durante una di queste mostre viene notato dai
fratelli Bardi, che lo invitano nella capitale lombarda alla
direzione della galleria darte il Milione.
Milano , finalmente, la citt della creazione, delle possibilit e
dei riconoscimenti.Una maturit artistica che si estende a tutte le
filosofie: grafica, critica, pittura, arredamento, architettura.
Lamicizia e lo scontro ideologico
con Pagano, la collaborazione fianco a fianco con Nizzoli, le
intrusioni in diversi progetti editoriali e le mostre, il suo vero
campo di battaglia, il successo da redattore a Casabella. La
serie
di eventi politici dellepoca e la salute malferma, che lo
portano in ospedale pi volte durante gli ultimi anni di vita,
rendono queste vittorie il climax di una vita consacrata allarte e
alla conoscenza. Il viaggio un pretesto e una metafora per trattare
di attitudine alla verit: la spinta pi profonda a fare
dellarchitettura, larte meno immediata ma pi disponibile, uno
strumento comunicativo al pari di un cartellone pubblicitario, ma
con un livello diverso di complessit grafica e carico simbolico. Il
percorso parallelo svolto tra la casa e il viaggio porta ad un
medesimo risultato finale: scoprire luomo. Luomo che sta dietro
agli scritti e luomo moderno che nascer da questi. Verranno
esaminate le pi forti volont e le fievoli brezze della
superficialit modaiola, fino ad arrivare alla dichiarazione di
identit fra luomo e la propria dimora. La stracitata locuzione
sostanza di cose sperate vale per ogni materia:
architettonica, scultorea, spirituale. Un solo motivo: non siamo
altro che artefici di ci che siamo. Se la creazione mossa da una
volont, la volont trova ragione nella speranza, e la speranza corpo
nella materia.
Costruiremo sempre la nostra casa e fabbricheremo sempre le
nostre speranze.Sar pi semplice leggere tra il nero e il bianco di
queste pagine e capire il significato delle bugie, della storia,
della follia e della critica.
Alle recensioni dellepoca si intrecciano i miei commenti, forti
di una ricerca e una condivisione di tempi ed intenti. I profili
dei tubi Innocenti, utilizzati nelle sue opere, contribuiranno a
tracciare il profilo delluomo, fino alla stanza pi riuscita, dove
un corridoio fatto di steli e raggi conducono alla Vittoria di
Fontana e spicca quasi il volo tanto agognato da Persico. Quel
trionfo, quella vittoria, il viaggio che lo ha
portato a vivere con lancora delle tradizioni al piede e una
mente virtuosa e sradicata dalla realt della corrente, dei muri, al
di l delle apparenze.
Glossario
Gli oggetti della mia ricerca sono state le case nelle quali
Persico ha passato la propria vita: in archivio per ritrovare i
fabbricati e in viaggio per comprenderli nelle rispettive citt
(Napoli, 1900-26; Torino, 1927-29; Milano, 1930-36). Per affondare
tra le pagine delle sue critiche sono state indispensabili almeno
tre letture di ogni pezzo, che fosse di critica dotta, un pamphlet
giovanile, una lettera ad un amico. Le citazioni sono gli strumenti
espressivi maggiormente utilizzati da Persico; nella trascrizione
dei brani stato necessario adottare un sistema di note che non
interferisse con la fruizione dello scritto e che, allo stesso
tempo, fosse facilmente consultabile. Molte note contengono
traduzioni, spiegazioni, o riferimenti ad eventi, cose e persone,
cos da rendere pi vicino il pensiero dellautore, anche alla sola
prima lettura. La tesi risulta oggi composta di cinque sezioni.
Nellintroduzione sono contenute le motivazioni della scelta di
questa persona. La seconda sezione si presenta divisa in capitoli:
ogni capitolo una tappa del viaggio. Ogni tappa descrive le
aspirazioni e le azioni, sogni e realt di Persico in un certo lasso
temporale. Durante le analisi, due sono state le scoperte
vincolanti questa impostazione: per prima, la riproposizione di
certe costanti durante ogni soggiorno; per seconda, la variazione
di interessi e passioni che contraddistinguono una permanenza
dallaltra. Ogni citt ha conosciuto un volto di Persico, ferme
restando le sue abitudini e necessit puramente umane. ancora da
ventenne che confessa il bisogno di un modello diametralmente
opposto a quello offertogli del padre. Quando ancora a Napoli,
cerca una connessione con quella realt cos piccola; si interessa di
politica locale, frequenta lo studio paterno e cerca di proseguire
quella campagna informativa che Gobetti aveva iniziato a Torino.
Presto, per, si sente soffocare: cerca di aprirsi, sfogarsi in un
libro che non verr capito nella sua citt. Allora fugge, prima da
amici, poi verso un altro modello di vita, una uova figura paterna.
Il ciclo ricomincia: ricerca di modelli, elaborazione di
unideologia, realizzazione in un campo artistico ed infine svolta
per unaltra citt e una nuova arte. Da queste analisi nasce anche la
divisione dei tre capitoli in paragrafi, quattro, che toccano tutte
le mete del viaggio, senza, per, esaurire la curiosit del lettore o
imporre una lettura univoca. A questo scopo gli scritti non sono
stati stralciati ed una prima introduzione , scevra di giudizi, si
contrappone alla lettura pi personale, sempre successiva al brano.
Nella terza sezione sono presentate Le case, ovvero, le recensioni
di ambienti pi o meno familiari da Persico scritte per quelle che
furono le sue vere e proprie abitazioni: le redazioni di Casabella
e Domus. Anche in questo caso, i commenti dellautore si limitano a
seguito del brano, mentre le notizie, attuali o remote, riguardanti
ledificio, sono raccolte subito dopo il titolo. Per meglio seguire
il testo, la tesi si aiuta di immagini provenienti dagli archivi
delle tre citt toccate, di scansioni, o di fotografie. Spesso le
immagini risultano impaginate grazie alla tecnica brevettata da
Persico su Casabella della pagina unita: due fogli a comporre una
figura orizzontale, altrimenti sacrificata.
In alcuni casi, invece, sono state utilizzate immagini pi
piccole, ridotte ad un terzo della pagina; unaltra regola del
maestro grafico. La quarta sezione chiude la ricerca storica.
Ripercorre tutto il viaggio per guidare il lettore alla
conclusione. Infine troviamo il progetto di allestimento museale
itinerante. Le strutture indipendenti, facilmente componibili,
toccano le mete fondamentali del viaggio. La sezione si compone di
una relazione progettuale, descrittiva della nascita ed evoluzione
degli elementi espositivi, e di tavole in formato A3. Lo scopo
presentare un confronto: le disponibilit reali (la casa) contro il
sogno (il viaggio) di un individuo slegato dalle circostanze
materiali e volto al futuro. La tesi una scommessa sulla validit
del suo metodo progettuale, fatto di immersioni nella vita
quotidiana alternate a momenti creativi in isolamento. Qualche
parola sul lessico: omaggio inevitabile. I primi scritti rivelano
una predisposizione allostentazione del sapere, come se il mestiere
dello scrittore si associasse a quello del maestro. Seguono pezzi
aperti, che non rivelavano il sottotesto. il caso de La citt degli
uomini doggi, che presenta contaminazioni letterarie stratificate
nel tempo e nello spazio, dalla Bibbia ad Ernest Hello, di
interpretazione tuttaltro che immediata. In questi scritti
frequente lutilizzo di una doppia anima scrivente, un colloquio
interiore, a volte espresso, come nel Dialogo dellautore e di un
lettore, a volte sublimato a cambi repentini di argomento o di
stato emotivo, come nellarticolo Fiat: operai. Altro caso , poi,
costituito dalle due conferenze, Profezia dellarchitettura e Punto
e a capo per larchitettura, riportate per intero in modo da
lasciare ininterrotto il filo comunicativo tra il lettore e
lautore. Proprio perch poste al termine dellultima tappa, nel
percorso di interpretazione e traduzione, risultano quasi prive di
sottotesto. Le numerose citazioni presenti appartengono al mondo
dellarchitettura. Il lessico passa da elementare a tecnico, ma non
mai contorto. I riferimenti letterari o architettonici risultano
familiari. La lettura immediata e non esistono significati
reconditi, se non il solito spirito ironico di invettiva verso il
male del secolo. Per facilitare la lettura della tesi opportuno
introdurre letimologia che Persico attribuisce ad alcuni vocaboli
ricorrenti. Il significato dei termini stato estratto dalla lettura
dei testi compresi allinterno della raccolta Tutte le opere
(1923-1935), edizioni Comunit, curata da Giulia Veronesi.
ARCHITETTURA: non soltanto una rivoluzione artistica [] ma anche
una trasformazione della vita []. Costruire una casa che interpreti
liricamente i bisogni del nostro tempo. Una villa di Mendelsohn,
Casabella, agosto 1932. pu anche essere arte di Stato, ma prima
unaffermazione del cittadino e della sua personalit civile. In
Italia bisogner dunque non tanto creare unaltra coscienza la
coscienza architettonica ma diffondere talune idee della nuova
architettura come altrettanti ideali di vita. Una villa di
Elsaesser, Casabella, gennaio 1933.
CITTA: con i palazzi signorili e le abitazioni popolari, gli
edifici pubblici e le costruzioni industriali [] che serviranno fra
laltro a stabilire una specie di clima della citt nuova in Italia.
Il vantaggio di questa insistente esplosione sar chiaro pi tardi,
quando, tirando le somme, riusciremo a identificare la vera
tendenza del rinnovamento edilizio italiano, in cui si riflette non
solo un aspetto dellestetica, ma limportanza delle aspirazioni
collettive. La citt che si rinnova, Casabella, gennaio 1931.
COMMITTENTE: Due umoristi russi, Ilic Ilf ed Eugenio Petroff, si
son fatti unintervista con se stessi, e alla domanda: Qual il
vostro lettore preferito, hanno risposto: Il viaggiatore in tram.
Crediamo che pochissimi architetti italiani abbiano per ideale di
cliente il viaggiatore in tram; eppure a lui che i costruttori
italiani debbono pensare, pi che a quello delle automobili e degli
sleepings. Viaggiatori in tram: operai, impiegati, povera gente per
la quale gli architetti italiani prepareranno le case popolari, gli
alloggi minimum, i mobili combinabili. Ecco, veramente, un ideale
moderno e non umoristico. Un ideale, Domus, settembre 1933. GUSTO:
Chi limitasse il desiderio di un gusto nuovo esclusivamente alle
forme architettoniche, senza curare laffermazione dello spirito
nuovo in tutte le cose pi minute della vita quotidiana, mostrerebbe
di non intendere le ragioni che animano un movimento estetico il
quale si afferma ovunque giunga lopera delluomo. Il gusto moderno,
come ogni altro, un fatto non soltanto della vita spirituale, ma
della pratica e della tecnica.Lopera delluomo, Casabella, marzo
1932. STILE: non la mania dello standard o una semplice bizzarria
davanguardia; ma lo specchio stesso del nostro tempo, rivolto ad un
ordine estetico nuovo al quale tutti gli artisti e tutti i paesi
contribuiscono egualmente. Una mostra internazionale della casa a
Colonia, Casabella, gennaio 1932. STORIA: continua conversione dal
vecchio al nuovo. Sintende: per gli architetti che hanno una viva
coscienza dellarte. Una villa rinnovata. il secolo delle
automobili, della seta artificiale, delle case razionali. La casa
del duca, Casabella, 1931.
I. Le case
I
II.1 Napoli, 1900-1926 In lottaNegli anni intorno al 20 in cui
la crisi di un risorgimento incompiuto e deviato, non risolta dalla
guerra, si riacutizzava nei conati reazionari di una timida
borghesia, perennemente accanita a pretendere per s un ruolo al
quale era inetta, un giovane di ventanni, educato nellambito di una
tradizione cattolica e monarchica a cui, confortato dalla parallela
azione francese, ancora si appigliava un certo pensiero
aristocratico italiano, dal Piemonte alla Sicilia, dove mai poteva
guardare, se, forte di unintima, incoercibile libert, avvertiva
linsufficienza di tale contorno, e di tale precettista, per lanima
aperta e curiosa, per lanima assetata di verit.Neppure le lettere,
fra DAnnunzio e Marinetti, poich Svevo era ignoto, ed era ignoto
Campana, avevano dato gran che, oltre alla rivelazione degli stati
danimo inquieti dei vociani. Restava la politica degli oppositori,
di coloro che cercavano fuor dai confini lesempio o laiuto: da
Gramsci a Gobetti. Allora quel giovane, che non si aggrega a nessun
carro, che non pu essere inserito dentro a una corrente, a un
movimento (neo-guelfismo, action francaise o un altro qualsiasi),
neppure oggi, sente che lapertura altrove. E sembrando cercare luce
per illuminare il proprio spirito, oggi vediamo comegli abbia in
realt cercato per tutta la vita, dal suo risveglio ventenne fino
alla morte, di poter soltanto liberare luce da s, la luce che
dentro lo bruciava.
1.1
La culla, 1900-1923A Napoli, Persico nasce, il 9 gennaio del
1900. Cresce nel cortile di casa, un palazzo in stile neoclassico
di fine Settecento. La famiglia Persico, pap Giuseppe, avvocato,
mamma Laura, insegnante, laureata in teologia, Edoardo, e Renato,
fratello minore, occupavano il piano nobile dello stabile. Nella
corte, ancora, i bambini a rincorrersi. Sullo scalone di destra la
portinaia passa lo straccio e ricorda vividamente di quando, anche
lei, giocava a nascondino tra quelle colonne. Non ricorda nulla
della famiglia Persico, che, probabilmente, dopo la scomparsa di
Renato, ha cambiato domicilio, come risulta dalle carte catastali.
Mi conferma, per, che lunico appartamento in affitto del palazzo in
fondo al corridoio del primo piano. Un percorso buio solcato dalla
luce plastica proveniente dal rosone che sovrasta lingresso
allappartamento. Nessuna pedana di benvenuto, nessuna etichetta al
campanello. Restando sospesa, fuori dalla porta, mi chiedo se sia
mai successo ad Edoardo adolescente, o ventenne, gi solo, di
attendere qualche minuto, per abbandonare i propri pensieri e
riconciliarsi alla vita di tutti i giorni, quotidianamente uguale a
se stessa. Pi probabilmente, avr valicato la soglia disadorna,
severa, come il padre, con superficialit, si sar diretto in salone
per un breve saluto ai parenti e, frettoloso, in camera, ad
annotare i pensieri insorti nel breve tragitto da scuola a casa.
Forse, nella sua camera erano gi un paio gli oggetti non superflui:
tra i ninnoli impolverati, le penne regalate ed i libri consigliati
dal padre, una scrivania ed un letto. Nessun libro sul comodino, ma
una libreria datata e incompleta due stanze pi in l, nella quale
rifugiarsi ogni volta che il padre avesse chiesto di lui e del suo
futuro.
Come spiegare quello che aveva dentro? Non era chiaro nemmeno
nei suoi scritti pi temerari. Come controvertere le regole di un
mondo animato da inerzia perfetta? Quali alternative avrebbe
proposto ad un teatro incrollabile?La citt degli uomini doggi il
primo scritto di Persico, di cui si conosca il testo; stato
pubblicato in volume a Firenze presso leditore A. Quattrini nel
1923. Vi si trovano pure segnalate dello stesso autore due edizioni
fuori commercio, in data precedente, che non stato possibile
reperire: The High Flame, Arts Editions, 1919, London (esaurito), e
Jardins dautomne, ed. C. Shneiderberg, 1921, Berne (esaurito). In
preparazione vi annunciato un romanzo: Il carico di sale, uno dei
tre romanzi annunciati da Persico dal 1923 al 1929. Un altro, dato
come imminente sul Baretti in febbraio 1925, si intitolava: La vita
inquieta, ma era stato precedentemente intitolato in qualche
annuncio Il porto lontano. Scritto a Napoli nel 1923, rimaneggiato
e riscritto pi volte, una notte del 1927, a Torino, egli distrusse
lintero manoscritto sotto gli occhi della moglie. Il terzo,
annunciato nel catalogo dei Fratelli Ribet Editori a Torino nel
1928, si intitolava Il bugiardo, e verosimilmente non fu mai
scritto. La citt degli uomini doggi , in parte, una succinta
rielaborazione nel tono di certa letteratura cattolica di quegli
anni ancora impregnati, nonostante tutto, di dannunzianesimo di
alcune pagine di Ernest Hello, scrittore particolarmente congeniale
al giovane Persico: ma questo, ventiduenne appena, sembra sorvolare
su certe profondit ( laddove, per esempio, scambia limmaginazione,
di cui Hello ragiona, con la fantasia ), mentre, per converso,
anima il proprio scritto di unautentica sofferenza. Persico,
scrivendo di queste pagine, giudicava cosa non bella , scrivendone
ad un amico nel marzo del 1924: risulta, tuttavia, di particolare
importanza per intendere lanimo suo, la sua storia spirituale.
Basti riflettere sul titolo stesso, cio sul fatto che dal primo
allultimo scritto uno sia stato il movente, uno il fulcro, il fine
della sua azione polemica, critica, creativa: contribuire alla
edificazione della citt nuova, quando i popolo nuovi fonderanno,
nella luce, la citt di vita sulle rovine della citt cimitero. Una
pagina essenzialmente lirica e nella quale riecheggiano le voci di
San Paolo, di Giovanni Evangelista, di qualche mistico, egli
dedica, nel libro, allimmagine della citt cubica - la citt di
cielo, emblema apocalittico della nuova Gerusalemme : essa la
figura, la traduzione poetica della sua passione. Persico non
faceva mistero della derivazione di certe sue pagine di questo
libro da pagine di Hello (n di altre derivazioni che abbiano dato
vita a pagine sue: nelle quali ci che conta sono, naturalmente, le
sue modificazioni); ne parl infatti a Ferdinando Ballo nellatto di
donargli una copia del rarissimo volume, quella stessa che Ballo
rese conosciuta ripetendo lavvertenza dellautore in un articolo del
1930. e ne parl al pittore Renato Birilli, leggendogli nel 1931
qualche brano del suo scritto; su una breve lettera a lui diretta
si trova, annotato a matita, il titolo del libro di Hello, LHomme,
a cui di frequente si riferisce, oltre che ad una probabile
suggestione di Pguy, La citt degli uomini doggi.
A quella lettura accenna Birilli in una lettera del 14 aprile
1933: Non so perch tho scritto: forse pensando a un tuo scritto,
per me indimenticabile, dove mi ti sei aperto, e non a me solo:
dove luomo ha guardato gli uomini e il proprio destino; dove ti sei
appena reclinato sul tuo passato, considerando il tuo stato attuale
di pena.
Luomo moderno che si ritrova su una pietra a guardare lesodo
della sua gente come un profeta: ricordi? Ti siamo forse passati
davanti anche noi giovani? Eravamo anche noi in quel momento le tue
genti? Lo vorrei, perch sento che bello camminare cos stretti sotto
uno sguardo che comprende . a Shira Oreste Chiarofonte sorella
della mia fedelt PROLOGO Lettore mio caro, fra il momento in cui
scrivo e il momento in cui leggerai, che accadr? Un segreto fra la
mia penna ed il tuo sguardo. La vita del mondo , oggi, un mistero,
e alla soglia di questo mistero io esito a parlare. Quando la
gravezza dellaria, quando i turbini della polvere, quando il colore
del cielo e della terra, il colore che precede luragano, quando
questi segni si rivelano, un silenzio si fa non solo sugli uomini,
ma anche sugli animali e le piante. Nessuno ha, da tempo, amato.
Tutti hanno scordato che esiste nel mondo lAmore. I morti sono
accatastati, gli uni sugli altri, senza pi odio, n bandiera. Nella
terra, dove il mondo che muore si unisce sempre al mondo che nasce,
i morti stanno faccia a faccia, affratellati. Ormai non v pi che
una sola patria ed una sola speranza, come non v che una sola
guerra ed una sola vittoria. la gravezza dellaria, quando i turbini
Perci oggi tento lArte.
La vita del mondo un mistero e alla soglia di questo mistero io
esito a parlare.
della polvere, quando il colore del cielo e della terra, il
colore che precede luragano, quando questi segni si rivelano
In un tramonto, lasciai la casa paterna per andare fra gli
uomini a creare la mia vita. Bella e disperata, fatta di audacie,
ricca di forza, libera. Il mio cuore cantava: lasciatemi andare, io
sono come lusignolo, che pi canta e pi triste. Io sono come la vela
che va se il vento la gonfia e pi corre con laquilone. Ancora
cantava: io sono come la timida cerva che fugge, trepida dellombra.
Recai fra gli uomini il mio cuore nel pugno. Lanima diceva: Dio
morto! Lamore morto! Sulla terra s fatta la notte e noi pure saremo
morti quando nascer lalba. Il corpo diceva: mangiare, bere e
dormire, ecco la vita. La vera amicizia il danaro, la parentela
serve alleredit, lamore un esercizio fisico. Andavo, andavo come il
daino eccitato dalla sete e dicevo, come il pino alluragano: non
per me sono addolorato; ma pel nido chera fra i miei rami. Un
giorno, sentii quasi un urlo dentro: tutto brucia! In un tempio, i
cantori giovanetti melodiavano lenti, lorgano sospirava le voci pi
lievi. Larmonia vinse i cuori adolescenti ed i sacerdoti, ritti
nelloro delle bianche stole, scorsero negli occhi dei cantori i
tristi amori goduti con rosate fanciulle. Le canne modularono
cupamente il terrore della morte che regna sulle case. In mezzo
alla gente vestita a festa, accidiosa, indifferente, sentii quasi
un urlo dentro: tutto brucia!
In un tramonto, lasciai la casa paterna per andare fra gli
uomini a creare la mia vita.
Come il vento dautunno, che traversa la selva e giunge al piano
gonfio di foglie gialle, di profumo e di gridi duccelli, tornai, in
unalba, alla casa paterna, nera e sgretolata, infestata dai topi e
dalle zanzare, lestate; nascosta dal gelo, linverno. E mi fu
rivelato, miracolosamente, nella bont il senso della vita. Ora,
camminer sulle pietre senza ferirmi i piedi, e incontrando la
grazia dun fiore, potr fermarmi a intenderne la strana dolcezza.
Lettore mio caro, tutto io amo: laridit dei numeri freddi e la
magia delle visioni divine. Tutto io ricordo: linferno delle strade
popolose ed il profumo dei giardini fioriti. tempo che dica la mia
parola. La parola un atto; perci oggi tento l'Arte.
Isacco benedice Giacobbe, Marc Chagall, 1931-1934, Brescia,
Museo "Arte e Spiritualit"
il mondo un deserto popolato duomini: vanno, vengono, comprano,
vendono, parlano, tacciono, adulano, denigrano, edificano,
demoliscono.Ho guardato nel cuore dei contemporanei come in uno
specchio ed ognuno stato il mio fratello ed il mio compagno. Perci,
so che il mondo un deserto popolato duomini: vanno, vengono,
comprano, vendono, parlano, tacciono, adulano, denigrano,
edificano, demoliscono. Si direbbe un esercito in rotta: i
fuggiaschi si scontrano corpo a corpo e, nel disordine, si sgozzano
fra loro, perch combattono nella notte. Ma che fa questa torma di
sbandati? Fugge il volto della verit. Ecco la vita interiore degli
uomini, lessenza dei loro profumi; il resto dettaglio, ornamento
che varia secondo la moda o il capriccio del personaggio. Il mondo
la scimmia della saggezza; se n fabbricata una che somiglia alla
vera come il gorilla somiglia alluomo. La vera saggezza trova la
pace sui culmini, la saggezza del mondo sacquieta nella fossa dove
caduta, perch laggi non distingue il bianco dal nero. La vera
saggezza tende ad unire, la saggezza del mondo tende ad amalgamare
elementi che non possono unirsi, e, quando li ha sovrapposti, crede
di averli fusi. Gli uomini conoscono la convenienza ed ignorano
larmonia: amano lodio; ma per accoglierlo al banchetto della vita,
dove lerrore trova sempre un posto e la verit non ne trova nessuno,
necessario che sia travestito, con talune menzogne, da persona
dabbene.
Se un uomo vivo esiste, bisogna che divenga insignificante per
essere tollerato.Se un uomo vivo esiste, bisogna che divenga
insignificante per essere tollerato. Nel mondo si mentisce senza
interesse, senza paura, per amor proprio, per vanit, per
consuetudine.
Si mentisce come si respira
La menzogna la parola stessa.
Si mentisce come si respira, perch la menzogna, in questa citt
disabitata, la parola stessa. Anche la verit diventa menzogna,
toccando le labbra degli uomini: quando dicono la verit, credono di
esprimere unopinione qualunque e vogliono che viva daccordo con
loro, disonorata da immondi contatti. Quando lhanno insozzata, la
tollerano perch diventata menzogna, utile ad autorizzare le altre,
a confondere il bene ed il male. E gli uomini sono contenti. La
grandezza lodio del mondo, la mediocrit ne il fascino; le si aprono
le porte ed essa entra con la sicurezza che d il senso del diritto.
La mediocrit insolente come il mondo cieco: se la grandezza passa,
la mediocrit insulta ed il mondo non guarda. Gli uomini vanno,
vengono, comprano, vendono, parlano, tacciono, adulano, denigrano,
edificano, demoliscono: quale legame li unisce? La coalizione.
Lunit lamore, la coalizione lodio che mescola nemici privati contro
un nemico comune. Gli uomini hanno un nemico comune: fuggono il
volto della verit.
La vita un viaggio, molti lhanno affermato; ma nessun viaggio
mostra alluomo la realt delle cose: egli singanna, perch cerca
sempre senza trovare mai.La vita un viaggio, molti lhanno
affermato; ma nessun viaggio mostra alluomo la realt delle cose:
egli singanna, perch cerca sempre senza trovare mai. Per, in fondo
a questo errore una grande verit: il bisogno del flusso e del
riflusso. il bisogno del cuore e del sangue, del giorno e della
notte, di tutte le armonie che vogliono una pausa fra le loro
parole.
Perch, allora, luomo che va e viene obbedisce ad un bisogno e
non trova la pace? Perch invece di cercarla nel mondo invisibile,
la cerca nel mondo esteriore, che simboleggia laltro ma non lo
costituisce. Quello che cerca la verit, lunica cosa necessaria, e
linquieto tormento che lo sospinge per tutte le strade la coscienza
della sua mancanza. Tutto mendicano gli uomini: il pane del corpo e
il pane dellintelligenza. Quando un paese ci ha dato i suoi
prodotti, le sue idee, il suo linguaggio, dopo qualche tempo
esausto per noi, e andiamo a mendicare altrove. Una nuova contrada
sar esausta a sua volta. Noi siamo cos grandi che nulla basta a
nutrirci, e cos miserabili da ricorrere a queste cose
insufficienti, sempre. Il viaggio d agli sciocchi unistruzione che
aumenta la loro stupidit; ma pu dare agli altri una differente
istruzione. Ognuno trae dai fatti e dalle cose un succo che non il
prodotto dei fatti e delle cose; ma della propria natura. Un uomo
in riva al mare, forse, chiner il capo e cercher le piccole
conchiglie sparse sul lido. Seguite questo sguardo che fugge il
mare e scopre le conchiglie, in cui una piccola eco delloceano: ,
veramente, lo piccola eco sguardo degli uomini doggi.
locchio delluomo fatto per lo spazio.
dell'oceano
Ma dice lorizzonte: locchio delluomo fatto per lo spazio. Se v
un muro a pochi passi dalla tua finestra, il tuo occhio lo
distingue; ma saffatica. Va in campagna, il tuo occhio si riposa
perch il panorama sallarga. Sali una montagna, il riposo del tuo
occhio pi grande. Guarda il mare, il tuo occhio si tranquillizza.
la portata dello sguardo che svela la bellezza e la verit. La vista
fisica limmagine dellaltra: cos dice lorizzonte. Indovinare: una
parola singolare, perch la cosa che esprime pare sia oltre i limiti
dellumanit. Tuttavia, essa per luomo duna importanza che fa
fremere. La vita mescola le persone con le cose, il bene col male,
il sublime con lorrido. La terra, grigia, vela tutto con una cappa
di cenere. Un uomo che guardasse una strada popolosa sarebbe
spaventato, se riflettesse alle realt che gli passano davanti,
coperte, dissimulate. Ma il suo spavento aumenterebbe, se si
dicesse: la mia vita dipende, forse, da uno di questi passanti. A
qual segno lo riconoscer? La vita degli uomini, quella delle
nazioni, listinto, il ricordo del passato, la realt del presente,
lattesa dellavvenire, tutto indica alluomo che pu aver bisogno di
indovinare. Perci, la sfinge. V sempre nel mondo unincognita da
risolvere. La sfinge antica voleva che non vi fosse risposta; ma
noi possiamo uccidere la sfinge. Ecco il segreto: amare. Tutti
quelli che hanno indovinato, hanno amato. Lintelligenza abbandonata
a se stessa arriva in pratica al dubbio, in teoria alla fatalit. La
sfinge antica lintelligenza impotente. Lamore conosce meglio la
strada: arriva in pratica alla luce ed in teoria alla giustizia.
Questa ricompensa, serbata a colui che indovina, contiene una
suprema ragione.
a e
L'amore conosce meglio la strada
Colui che indovina ricompensato perch colui che indovina colui
che ama.
la forza che rapida, in
d
Pastorale n. 46: L'inconveniente di costruirsi una casa in una
piana e vicino a un fiume, Honor Daumier, 1846, Milano, Fondazione
Mazzotta.
Luomo raramente guidato dal ragionamento;
e lo regge lassociazione didee. Intendo lassociazione
incosciente, nevitabile, che governa non solo lintelletto puro; ma
soprattutto la fantasia, terribile potenza.Luomo raramente guidato
dal ragionamento; la forza che lo regge lassociazione didee.
Intendo lassociazione incosciente, rapida, inevitabile, che governa
non solo lintelletto puro; ma soprattutto la fantasia, terribile
potenza. Pensate ad un uomo sconvolto da qualche passione profonda:
resiste ai consigli degli amici, alle preghiere della famiglia,
alle lagrime, alle minacce; ma una parola, un gesto, unassociazione
didee potr rompergli il sonno dello spirito. Insegnate a questuomo
che bello compiere un delitto, non sarete creduto; ravvivate con la
fantasia linfamia e il disgraziato penser che occorra commetterla
per essere grande. Evocate le persone che avete conosciuto,
interrogate i vostri ricordi, e vaccorgerete che la giustizia non
presiede alla loro durata: un uomo vi avr fatto del male e
conservate di lui una bella opinione, un altro vi avr beneficato e
non ne avrete pi memoria. Perch si crede che il delitto possa
essere segno di grandezza: un prodotto dellimmaginazione, niente
altro.
delitto
un prodotto dell'immaginazione, niente altro.Il linguaggio umano
, sempre, complice di questa menzogna. Se un giovane ha perduto
molto tempo, ha fatto debiti, sciocco, annoiato, si dice che ha
molto vissuto. Bisognerebbe dire, invece, che molto morto. Allora,
perch affermano che ha molto vissuto? per una falsa associazione
didee, per la fantasia, che allidea della vita richiama quella del
disordine. Il bello il male: ecco la segreta convinzione dei
contemporanei, che hanno dissociato la bellezza dalla bont, per
trovarla nei delitti temerari e negli scandali clamorosi; ma queste
cose sono il male, che sidentifica sempre col brutto, e luomo, che
cerca in esso lincanto della bellezza, finisce per proclamare che
il bello il male. La falsa associazione didee, per qualche tempo,
non osa svelarsi; ma quando lerrore maturo lassurdo si tradisce
nominandosi. Il bello il brutto.
Il bello il brutto. La verit e l'errore due regine che vivono in
pace
La verit e lerrore sono, pel mondo, due regine che vivono in
pace, ciascuna nel suo regno. In mezzo a loro siede lindifferenza
con faccia di donna giusta. Lindifferenza una sorta di odio
mascherato di tolleranza, lodio inasprito dalla menzogna. La
bestemmia non mi meraviglia, mi stupisce la neutralit. Fra quelli
che amano e quelli che odiano necessario scegliere il campo: non si
tratta del mondo in generale, ma delluomo in particolare, perch
tutte le forze morali e materiali a nostra disposizione sono tante
armi nelle nostre mani, e bisogna battersi. A meno che gli uomini
non si disinteressino di loro stessi, parteggiare per gli uni o per
gli altri necessariamente un sacro dovere.
Pastorale n. 47: Un leggero colpo di vento, Honor Daumier, 1846,
Milano, Fondazione Mazzotta.
Se siete vivi, svegliatevi!
Se siete vivi, svegliatevi!
Se siete morti, risuscitate!
Se siete morti, risuscitate!
Prendete le vostre idee, le vostre passioni, le vostre preghiere
e gettatele sulla bilancia.
Che pensereste di un medico che si rifiutasse di curarvi per i
buoni procedimenti dellindifferenza? Questo medico direbbe: Fra la
malattia e la salute, sono imparziale. Io sono un eclettico:
bisogna ammettere tutto e tutto provare. Provate la peste, vi dar
sensazioni che la salute vi nega. Perch giudicare la peste col
criterio degli altri e condannarla? Voi sentite la comicit di
questo farnetico, perch si tratta della pratica. Ma la malattia un
riflesso del male spirituale e, perci, bandite lindifferenza, che
vuole il trionfo dellerrore. Io sono per la verit.
Io sono per la verit.
Il disprezzo del bene ed il rispetto del male un sentimento che
esiste; ha un nome assurdo come la cosa, un nome che non significa
niente, perch esprime il nulla: rispetto umano. Il sentimento, di
cui parlo, ha bisogno di unespressione folle, poich soltanto in un
manicomio pu significare qualcosa. Immagino un essere, superiore
alluomo ed ignorante delluomo, al quale dovrei insegnare la vita
del mondo.
Immagino un essere, superiore all'uomo ed ignorante dell'uomo,
al quale dovrei insegnare la vita del
Voi sapete meglio di me, gli direi, che cos la verit e la
bellezza; ma quello che ignorate il sentimento degli uomini per la
verit e la bellezza. Credete che sia lamore? Lodio? Vi sbagliate:
la vergogna. Dovrei ripetere, perch mi crederebbe pazzo, ed
aggiungerei: Signore, gli uomini sono fieri dignorare la verit e la
bellezza. Hanno inventato che la magnificenza dello spirito, questo
diamante ch fuoco e profumo, una povera cosa. Voi non capite e
nemmeno io; ma cos! Parlerei ancora, e quanto pi intelligente fosse
il mio allievo, tanto meno intenderebbe, perch lintelligenza
comprende lessere e linintelligenza comprende il nulla. E se gli
dicessi: Gli uomini chiamano rispetto luniversale disprezzo di
tutto quello che , vedrei lo spirito errante, stanco dellassurdo,
spiegare le sue ali lievi e fiammanti, per andare a trovare nelle
regioni superiori la chiarezza e la semplicit delle cose
intelligibili.
DIALOGO DELLAUTORE E DI UN LETTORE
Un lettore: Persico, che male than fatto gli uomini ch li
calunni cos? Io: Nessun male. Io scrivo la verit, perch son di
quelli che ancora accedono una lampada davanti a certe fedi. Questo
un libro desperienza, che ha solo un protagonista: lautore. Non
calunnio il mondo, se parlo di me stesso. Un lettore: ma tu
critichi tutti! Finirai collirritare i nemici e disgustare gli
amici. Io: Non ti ho detto che mi son visto nel cuore degli uomini
come in uno specchio? Perci dico male di tutti. N curo il giudizio
della gente; vorresti che mimpensierissi della ragazza in fregola
di marito, del deputato, dellautore drammatico fischiato, della
donna fatale, del marito indulgente, delladulatore molesto, del
contorsionista, del ministro speculatore, della canzonettista,
dello studente bocciato, del mio portinaio e di chiss quantaltri?
Questa zoologia, ch in fondo il pubblico dei lettori, non mi turba
una digestione, n mi fa sputare un capello bianco. Un lettore:
pure, dovrai fare i conti con la critica.
la critica non esiste
una chiacchierona slombata e compiacente
Io: Amico mio, la critica non esiste, altrimenti la faccia del
giorno sarebbe cambiata in sette giorni. La critica, com praticata
oggi, una chiacchierona slombata e compiacente: il signor Tizio,
critico, conosce il signor Caio, scrittore; bisogna, perci, che gli
usi dei riguardi, qualunque cosa faccia o dic. pu darsi che il
signor Tizio, che non hai dee, che non ha stile, che non ha
orizzonte, sia ammirato dal signor Caio; dunque, il critico trover
facile che lo scrittore gli somigli e lo ammirer a sua volta. Ma
accade che il signor Tizio abbia letto nella sua infanzia le poesie
di Parzanese, i Reali di Francia, il Libro dei sogni, lAlmanacco di
Barbanera, e si sia convinto che dopo Parzanese la lirica non abbia
pi le bellezze da cantare, che i Reali di Francia siano un modello
di prosa, che nel Libro dei sogni sia consacrata la somma del
pensiero umano, che con lAlmanacco di Barbanera le possibilit della
scienza siano esaurite. Allora al signor Caio non resta niente da
dire. Credi che bisogna tacere, perch esistono dei sordi? Non li
curo e parlo a dispetto loro. Io non son legato a nessuno, i
cenacoli dei letterati non mi hanno accolto n da pontefice n da
iniziato, non ho salito le scale dei quotidiani, nemmeno mhai udito
litigare nei salotti intellettuali. Ho amato la Natura, che schiude
ai devoti il portico della Bellezza, e le buone compagnie su pei
poggi del mio paese. Un lettore: Allora, tu sei un estraneo? Io:
Perch lamore, come tu lintendi, delitto. La donna un pericolo
sociale, cos lhai voluta: il suo primo dovere dessere madre, e ne
hai fatto una cosa pel tuo piacere. Perci ama il sangue e spinge
gli uomini in guerra! Io non conosco la tua mummia dal lezzo
mortale, io conosco soltanto lamore che mi fa andare. Coro dei
morti: Luomo appena una forma che passa Tutti i morti hanno la
stessa faccia Pure i fiori avvizziscono fra le nostre braccia Un
lettore: Ho paura. Dove, dove mi condurrai?
Io: Verso il giorno che nasce, quando accanto a fontane dacqua
pura si apriranno fontane di pane. Ma seguimi, ancora, per le
strade buie del mondo, incontro alla bufera delle ombre tragiche.
Tutti gli atti, anche i pi impotenti, trovano nella comunit Ogni
pluralit si risolve, sempre, in unentit qualunque. La passione del
male il numero in cui si acquietano tutti i sentimenti
contraddittori dei contemporanei. Parlate ad un uomo del piacere di
far soffrire o di veder soffrire, egli creder che occorra risalire
alle epoche barbariche per trovarne un esempio; eppure lo stesso
uomo lha provato molte volte nella vita senzaccorgersene,
attribuendolo alla grande sensibilit della sua anima. Per chi non
conosce gli uomini, pare impossibile; ma evidente per chi sa
leggere. La passione del male fine a se stessa; voi siete
disgraziati, vi affacciate alla finestra gridando: guardate la mia
miseria! e portate a spasso il vostro male come una porpora. Ecco
tutto. Esistono taluni, i quali credono che la loro vita avrebbe
maggiore interesse se il male si mischiasse pi spesso al bene nella
pratica cotidiana, e quando sastengono dal male, non lo condannano:
provano, anzi, una specie di rammarico! Il fascino dellabisso, la
guerra del bene e del male, lindulgenza della neutralit, la
seduzione della frode che parla ornato, questi abomini dominano non
solo gli uomini posseduti dallerrore; ma sguisciano anche nelle
anime che vogliono essere oneste. Queste anime ignorano lunit del
vero del bello del bene; ma la giustizia mangia il suo pane. Il
male, ch un alimento della vanit, serve a far parlare e piangere,
malgrado la dignit della parola e delle lagrime. Per, queste stille
somigliano a sacrifici umani. Lavorare semplice; ma difficile
riposare. Niente pu procurarsi da s, chi solo: tutto lo minaccia
col terrore dellimminenza. La realizzazione dun progetto umano
esige un numero infinito di movimenti in una folla di esseri;
indispensabile la complicit del mondo, che non dipende da nessuno.
Imprendere unopera qualunque, confidando nelle proprie forze, come
pretendere di far rotare con la forza del mignolo gli astri nel
cielo. Ma lazione del solitario pu unirsi al travaglio del mondo.
Tutti gli atti, anche i pi impotenti, trovano nella comunit la
vita. Noi operiamo col mondo, ed il nostro lavoro si riposa in
esso. Chi misurer la propria azione? occorrerebbe inseguirne leco.
Il mondo unalchimia di unit. Perci, laltro comandamento della
comunione. Il vello doro , nei secoli, il simbolo della maggiore
idolatria. Lamore del danaro ha due aspetti: la cupidigia, di cui
si parla spesso perch una passione clamorosa, e lavarizia, di cui
si parla pi raramente perch una passione silenziosa. La cupidigia
vuole avere pi di quello che ha; lavidit di onori o di denaro
minaccia gli altri nei loro egoismi e, perci, si manifesta
allattenzione degli uomini. Lavarizia ,invece, una passione
segreta, nel principio e negli effetti. Tutte le altre svelano il
volto agli occhi dei posseduti e di chi le stia a guardare, si
nominano sulle rovine che producono; ma essa, come certe virt, ama
loscurit, assume il tono e il nome di previdenza, di economia,
perfino di saggezza. Luomo che si esamini, pu riconoscersi tutti i
vizi pi infami; ma lavarizia no, perch pare chessa conduca ad una
durevole prosperit per una strada di pazienza. Non il benessere uno
scopo della vita umana? Eppure, questidolo segreto, mostruoso,
reclama il sacrificio di tutta la vita: terribile vedere i
centesimi, che si mischiano ai bisogni pi volgari dellesistenza
fisica, infiltrarsi nel sangue, invadere lanima, riempire i giorni
e le notti. Ogni religione domanda il sacrificio. Lavaro offre al
suo idolo, oltre i piaceri, la salute, la vita, il sacrificio della
ricchezza: pi lama e pi si condanna alla povert. Questoro per lui
il cuore del mondo: un cuore spento. Ancora, al danaro sacrifica il
danaro stesso: se per guadagnare molto bisogna spendere un poco, vi
rinunzia, perch ha lamore fisico del metallo. Perfino il suono
delle monete lo fa tremare, come la voce di unamante.
la vita.
Allora, tu sei un estraneo?
Via Toscanella, Ottone Rosai, 1922, Firenze, collezione
privata.
Perch lamore, come tu lintendi, delitto. La donna un pericolo
sociale, cos lhai voluta: il suo primo dovere dessere madre, e ne
hai fatto una cosa pel tuo piacere. Perci ama il sangue e spinge
gli uomini in guerra!
Io non conosco la tua mummia dal lezzo mortale, io conosco
soltanto lamore che mi fa andare.
I bagnanti, Cristoforo De Amicis, 1933, Milano, collezione De
Amicis.
Niente somiglia allavarizia pi della prodigalit: lavaro pu
morire nascondendo il segreto del suo tesoro, il prodigo avendo
dissipato la sua fortuna. Gli effetti sono identici, perch le cause
sono le stesse. Lavaro nega alla vita lespansione, perch la
concentrazione la sua mania. Il prodigo nega alla vita la
concentrazione, perch lespansione la sua mania. La realt del
mistero evidente. Luomo che apre gli occhi lo scorge. Per non
vederlo deve chiuderli; perch il mistero sparisce, se manca la
luce. Mistero e luce, questi due termini che lignoranza crede
contraddittori, sono per la scienza due termini correlativi. Pi si
fa luce e pi il mistero singrandisce: mai gli uomini conquisteranno
interamente la verit. Le strade non hanno fine, lorizzonte non ha
limite; perci, mistero e verit non sono sinonimi per la gente
meccanica. Un secolo ha per caratteristica la negazione del
mistero. Questo secolo, che rappresenta una sosta negli animali
della terra, appartiene alla famiglia dei mostri, ed giustificato
dalla storia come questi sono giustificati dalla zoologia. Si
chiama il Novecento. Un pregiudizio, molto diffuso, mostra
questepoca come lera del coraggio spirituale, delle ardenti
novazioni, ed afferma che gli errori sono il prodotto di grandezza
danima e di eccesso di pensiero. Niente di pi pernicioso: perch d
al Novecento una certaria di magnificenza, che lo rende
interessante agli sciocchi. Vi sono stati e vi sono che vogliono
dare a bere che i criminali siano anime generose le quali hanno
invaso il dominio del male, perch i confini della bont erano troppo
angusti per loro. Questo vinello trova facili bevitori nella
taverna allinsegna della bestia trionfante; ma la verit diversa: i
criminali scivolano nel fango e nel sangue. Il Novecento scivola
nel fango e nel sangue. Questo ci vorrebbero far ammirare e
credere: che il male sia la bellezza! Quando una generazione ha
perduto lequilibrio disarmata, se ne fa quello che si vuole, la si
pu rotolare come gli osti spagnoli rotolavano in una coperta il
buon Sancho Panza. Si parla deccesso di pensiero, ed i
contemporanei, invece di scoppiare dalle risa, fanno la ruota come
i tacchini, con due bargigli gonfi di stupidit. Questa vilt
intellettuale, uno dei segni del tempo, frutto dellorgoglio; per
esso gli uomini rinnegano la verit e si condannano alle tenebre. Ma
lora della giustizia vicina: quando i popoli nuovi fonderanno,
nella luce, la citt di vita sulle rovine della citt cimitero.
Ecco una citt come tutte le altre: visi conosciu palazzi,
botteghe con ciascuna un mercan Insanipoli:
Io scrittore ho teso la mano e dormito sotto il portico col
mendicante, mi son cinto di monili con la donna superba; ho
nascosto il tesoro con lavaro, ho pianto sullultimo pane col
povero; ho vegliato le lunghe notti nel giaciglio con la meretrice,
ho mortificato la mia carne con lasceta; ho costrutto, nelle ore di
rivolta, la barricata con linsorto, ho serrato la fabbrica col
padrone; ho sognato le belle chimere col poeta, ho goduto al
convito col ricco; ho vissuto il tedio dei lunghi giorni con
laccidioso, mi sono inginocchiato col sacerdote sullaltare. Il
cuore del mondo , veramente, il mio cuore; se in esso rivissero gli
odi e gli amori, i peccati e le purit, le esaltazioni e gli
scoramenti dei contemporanei. Ma non la mia vita che narro: che
conta il mio borgo lontano? Tutto quello ch umano e pratico pu
essere superato; io vorr aprire la volta di piombo scuro, che pesa
sugli uomini dadesso, alla luce, in cui mi sono inginocchiato
allalba della rivelazione della bont. La vita del mondo si svolge
come sullinvolucro raffreddato di un oceano di fuoco: io ho rapito,
forse, una scintilla di questo fuoco distante. Quando guardo
intorno, maccorgo che la situazione degli spiriti si riassume in
una sola parola: confusione. Ecco una citt come tutte le altre:
visi conosciuti, andature note, voci dogni giorno, chiese, palazzi,
botteghe con ciascuna un mercante dentro, fondachi bui e vie
colorate. Insanipoli: la Citt. Qui, ogni cosa ha un aspetto
notturno e gli uomini sono morti come i trapassati; la vita
uninfame pallottola di sterco rotolante sulle poche necessit
elementari dellesistenza fisica: odio tenace e bestiale, risse di
padri e figli, adulterii di mariti e di mogli, foia di maschi e di
femmine. Citt con uomini, con passioni, con mercati, con donne
attente alla spesa, con giovani in cerca dimpiego, con lascivie
negli angoli oscuri. Citt sorda, citt sfaccendata, citt contenta,
citt gonfia di ricchezza accumulata da secoli e ondeggiante come
unalterna marea. Citt potente come il traboccare dun letamaio,
senza la tragedia della coscienza. Gli uomini doggi sviluppano
negli affari facolt considerevoli, scrivono giornali, pubblicano
libri, amministrano, governano; ma sono privi dellunico sentimento
capitale: lamore per la grandezza e lorrore per tutto quello ch
basso. Vanno vanno senzaccorgersi che la vita un orto non vasto ,
dove sono umili fiori; che vano cercare oltre ogni limite un bene
prodigioso, se tutti i doni sono accanto a noi e dentro di noi.
Vanno, vanno, cadono per le vie della citt morta, insozzata dalle
immondizie della loro fornicazione, e non odono attraverso il cuore
la voce profonda della terra che dice: Vieni! Vieni a me!
uti, andature note, voci dogni giorno, chiese, nte dentro,
fondachi bui e vie colorate. la Citt.
LA CITTA CUBICA Et civitae in quadro posita est et longitudo
eius tanta est, quanta et latitudo et longitudo, et altitudo, et
latitudo eius, aequalia sunt . Apocalypsis B. Joannis Apostoli,
caput XXI: 16.
Et civitae in quadro posita est et
longitudo eius tanta est, quanta et
latitudo et longitudo, et altitudo,
et latitudo eius, aequalia sunt .
Povert serena, Ubaldo Oppi, 1919, collezione privata.
La citt degli uomini da secoli dura e rigurgita come un
mostruoso alveare. Ma, un giorno, essa croller con le sue
architetture ed i sui idoli, quando tutti avranno inteso il sermone
predicato al mondo da Colui che vi fu crocefisso: Il cielo intorno
a voi e forma una citt cubica, limpida come cristallo e piena di
luce. L la vostra esistenza reale ed immortale. Il mondo che vi
sembra cos sostanziale una vana forma che deturpa lo splendore di
questo cristallo celeste. Le vostre vite sono tracce evanescenti:
come imparerete la strada a questo cielo di luce e la verit di
questa esistenza? il racconto Ascoltate la verit! Pel fatto che il
mondo vi appare solido, vi riesce difficile comprendere come possa
essere la proiezione di un solido superiore. Ma ciascuno di voi ha
il suo corpo celeste che sta in relazione al corpo fisico:
lindividuo si manifesta in innumerevoli personalit, la somma delle
quali la sua vera esistenza. La nascita e la morte sono vanit; per
il corpo celeste esse non esistono, poich non cominci la propria
esistenza al momento della sua proiezione nel corpo fisico, n
cesser di esistere quando pi non si proietter. Il tempo vanit,
perch il corpo celeste non conosce aumento, e solo la sua
manifestazione, essendo successiva, crea lillusione del tempo.
Imparate ora il segreto dellimmortalit. La coscienza del corpo
celeste e quella del corpo fisico sono una e divina. Quindi,
possibile identificarle e sollevarsi cos fino alla citt cubica.
Questo pu essere fatto per mezzo del desiderio, dellazione, della
devozione; ma pi di tutto per mezzo dellamore, come vi insegner.
Voi villudete che ogni persona sia differente dalle altre, e che
alcune siano migliori e altre peggiori; ma queste differenze sono
accidentali, esse non esistono nel mondo celeste, dove tutti sono
figli di Dio e possono divenire uno col Padre. Amando i vostri
simili, voi accumulate tesori in cielo; unitevi luno allaltro:
lamore pu questa congiunzione. Quando sarete fusi in vicendevole
amore, lindividuo trasceso, le coscienze si fondono in una e si
forma la pi grande unit. Questo pu ripetersi a poco a poco da
tutti, e, quando lamore fosse divenuto una legge universale della
vita, le anime cesserebbero di lasciarsi portare alla deriva dalla
corrente ed entrerebbero nella grande pace. Quandesse fossero unite
nella citt cubica, la citt degli uomini svanirebbe. Io vi ho detto
queste cose perch abbiate la pace, perch tutti siano uno .
deve
COMMIATO Lettore mio caro, se questo libro ti piaciuto come un
dono damore, lho scritto per te. Ho sofferto la fatica, la
prigione, le fustigazioni; ho provato le veglie, la fame, la sete,
il digiuno, il freddo; posso dire col convertito di Damasco: ecco
la mia vita! Io sono un viandante; ma, se non mi scaccerai, induger
ancora sulla soglia del tuo cuore, per dire la mia canzone.
Veramente, sono una di quelle nature inhabiles tout ce qui nest pas
louvre divine . Obbedisco alla Poesia; perci tento lArte. Io ti
racconter le favole degli uomini doggi, ed necessario che manifesti
i miei propositi. Se il Romanzo Moderno potesse parlare, direbbe:
Signori, la vita non ha senso, pesante, stupida, noiosa; io vi
allieter, studiando le convulsioni della vostra agonia. Voi che
andate verso catastrofi spaventose, avrete il conforto dessere
seguiti da qualcuno. Il Novecento un secolo che vive triste nel
fondo dun abisso, perch gli negata la gioia della Verit. Gli uomini
doggi, che hanno perduto il desiderio, come troveranno le
soddisfazioni? Come troveranno la parola di vita, se ne ignorano il
senso? Come troveranno, se hanno smarrito listinto di cercare? Il
romanzo ha voluto colmare labisso con la passione, che vuota il
sangue delluomo.
Il romanzo moderno il tentativo di rendere rapida la vita,
allinfuori della verit; ma la sua stravaganza pi noiosa della sua
frigidit: esso , veramente, il libro noioso per eccellenza. Il
cuore umano fatto per essere colmato damore; il romanzo,
caratterizzato dallassenza damore, ha un solo amore: quello del
male. Detesta la misericordia ed fiero quando ha messo insieme un
certo numero dorrori, quando ha abbattuto sotto i vostri occhi le
vittime della fatalit, che, invece della giustizia, presiede alla
sua invenzione. Il racconto, come la storia, per svelare la luce
deve lasciar sentire nei fatti la presenza della verit, laroma che
impedisce alla vita umana di putrefarsi. Bisogna rendere
allesistenza la sua forma: sostituire alla fatalit, sovrana della
morte, la giustizia, ministra della vita. Non tempo che la Verit
appaia come la legge della Bellezza e che tutte le cose si
trasfigurino in essa? Perci oggi tento lArte.
svelare la luce
La citt degli uomini doggi, ed. Quattrini, Firenze, 1923La citt
degli uomini doggi. La citt: un insieme di case, piazze, municipio
e chiesa. La citt degli uomini: un insieme di anime, corpi e cuori,
tutti uguali, sotto la mano del destino. Gli uomini doggi:
corridori, compratori, mentitori. Oggi: lattimo della scrittura, il
momento di cui Persico scrive, il giorno che precede il domani.
Nella prima parte del prologo due misteri vengono svelati. Il
lettore viene subito messo al corrente della preoccupazione dello
scrittore: linterpretazione dellarte, che il messaggio lanciato
venga compreso nella sua totalit e che tra i due non si frapponga
troppo spazio temporale. La paura di risultare superato, di non
rispondere alla necessit del momento, ma, soprattutto, di
ritrovarsi solo, con un messaggio in una mano e una lingua
incomprensibile attraverso la quale divulgarlo. Si tratta del primo
mistero: la comunicazione nellArte. La parola mistero rimanda al
vocabolario cattolico e richiama ad un tono di elevatezza quasi
sacrale, proprio perch dei pi alti doni di Dio sta scrivendo: arte
e vita. Questo il secondo mistero. Persico non ha soluzioni per la
vita. Ammette candidamente di avere appena cominciato a camminare
solo, ma rende disponibili le proprie piccole verit acquisite.
Vorrebbe aiutare, salvare gli uomini: non pu fare a meno di amare.
Per questo, oggi, scrive. ancora a Napoli nel 1922. Ha appena
terminato il servizio militare e il momento per dichiarare
lavversione nei confronti della carriera del padre sembra giunto.
costretto da tre anni a studiare giurisprudenza. Nel frattempo,
lavora in biblioteca, scrive per la rivista Il Baretti, pubblica
due romanzi in lingua inglese e francese, intraprende il sogno di
un viaggio. Decide di partire proprio in queste righe: si pu
supporre, infatti, che le verit pi grandi le confessasse solo alle
pagine dei libri, mentre le parole che laria trasportava
racchiudevano lessenza pi giocosa della sua fantasia. In un
tramonto, verosimilmente, quello della sua identit dichiarata,
costruita, falsa, lascia un tetto non pi suo. La casa dalla quale
si allontana definita paterna. Dalle orme del padre,
dalla prigione delle proprie idee di libert, devia.
Da un fallimento inevitabile, dalla prevedibile morte interiore,
scappa. Si tratta di un passo. Basta poco per cambiare rotta, per
trovarsi al di l di un confine, fino a ieri, invalicabile.Persico
sa che la vita degli uomini disperata. Li ha sempre visti
affannarsi, ha conosciuto le fatiche del lavoro, ma, pi di altri,
conosce la disperazione pi cocente, di diventare un uomo mancato.
Sotto legida del padre il passaggio da ragazzo sognante a uomo che
vive di sogni sarebbe risultato evidente, a lui per primo. Decide,
allora, di mischiarsi alla folla. consapevole della propria
diversit: il canto per il quale la gente lo riconosce non di gioia,
ma di dolore, per essere legato alla sua stessa indole.
Lincompletezza eterna dei poeti romantici si ritrova, a tratti, tra
queste righe: la coscienza di una natura e la negazione della
stessa, per laspirazione ad unimmensit irraggiungibile; sulle
letterature scolastiche verrebbe definita Sturm und Drang, io
preferisco animo artistico. Significativa anche la seconda
similitudine. La mollezza di una vela a riposo pari alla forza che
sprigiona quando si tende al vento: cos, un artista privo di
ispirazione, oppure animato e sollecitato da eventi o esempi, che
anela a volare proprio come fa laquilone. Lultimo paragone si
riferisce ad una situazione che Persico spera di avere lasciato nel
passato. Il cuore cantava, come un aedo, come Francesco Petrarca
nel Canzoniere, il coraggio di un uomo che non vive e che, di
conseguenza, non ha ragione di temere. Il vero animo trepido quello
del cervo che esce dallombra del cespuglio per distrarre
lattenzione del predatore dagli elementi pi deboli del branco. Il
vero animo trepido quello di un uomo che rifiuta la protezione del
padre ed affronta la vita.
Il cuore cantava, nel pugno; lanima, invece, diceva che era
troppo tardi per lamore, troppo tardi per la vita.
Luomo sarebbe morto.Il corpo rispondeva che la vita era
possibile e limitata a tre azioni: mangiare, bere e dormire. Quanto
lanima rimpiange e il cuore rincorre risolto in funzioni:
l'amicizia sta al denaro come i genitori stanno alleredit.Lurlo
che scuote Persico dai suoi pensieri tuona in una mattina che
profuma di antichit. Sembra di camminare tra i canneti del
Nilo,
proprio dove nella Bibbia si racconta di Mos; oppure, di votare
ci che si ha di pi caro alla dea protettrice di un tempio pagano,
sotto gli occhi vigili di sacerdoti in stola bianca. In seguito
allavvertimento, che da altri non poteva venire, se non dalla sua
coscienza, ritorna a casa, che trova diversa, ma costantemente
inaccessibile, destate e dinverno. riportando i propri passi
allorigine, tornando indietro nel tempo, ripercorrendo i momenti pi
scabrosi e quelli pressoch dimenticati, che scopre il senso della
vita. Una rivelazione lo riconduce allinterno di s, nel luogo pi
remoto e sicuro, dove il viaggio iniziato, e dove non pu essere
raggiunto da insidie materiali, come le pietre, ma da dove riuscir
a contemplare la bellezza della natura.
La conoscenza di s porta allamore incondizionato per ogni cosa.
Per questo motivo si sente pronto a tentare. Gli strumenti non
glimancano, n prevale in lui un qualunque altro stimolo. In queste
righe sta la sua Arte. In queste righe ancora assopita la
competenza di un architetto, votato allaridit dei numeri e alla
magia delle visioni divine.
Un minimo cenno alla struttura del libro, ignota probabilmente
allo stesso autore, risulta in quelle undici mansioni, dirette
allunit di un messaggio fondamentale, che, purtroppo, oggi, non
dato conoscere. Lultima invocazione pu essere rivolta allArte
stessa, a quel soffio unitario, che viene introdotto nel periodo
precedente, oppure, potrebbe essere un richiamo allattenzione del
lettore, una richiesta di aprire mente e animo e di dedicarsi
devotamente ad un nuovo poema salvifico. Il racconto che segue
riguarda il viaggio. I toni e le descrizioni sono gli stessi della
prosa teatrale di fine Ottocento. Una prima scena collettiva, ad
introdurre la protagonista, lUmanit, e, di seguito, il dialogo
della voce narrante. Pare quasi anticipare il teatro dellassurdo.
Immaginiamo di trovarci seduti in una poltrona, col biglietto
ancora in mano, in attesa: sul palco, le premesse di una commedia
che debba rivelare la nostra natura. Una voce narrante ci
racconterebbe cosa succede: il disegno puro e ingenuo della vita.
Una seconda voce, pi disincantata e pi esperta, aiuterebbe la
lettura secondaria. In questa immagine, le due voci starebbero a
rappresentare lambivalenza di Persico, diviso tra il ragazzo che
vede ancora la
vita dallesterno e una coscienza pi adulta, cresciuta solo in un
mondo onirico, fatto di aspirazioni e realizzazioni, e arricchito
dalla letteratura.
Personaggi: la Paura, il Narratore, gli uomini, lOdio, la Verit.
Atto primo. Scena prima: un deserto; gli uomini si muovono veloci,
scontrandosi, in disordine, sfogando la loro ira contro altri
uomini, senza luce, senza riconoscersi o vedersi. La paura anima
gli uomini