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1 www.ecoarea.eu Un mese stimolante è stato novembre. Mentre i lavori dell’Expo Area proseguono senza sosta (vi consigliamo di guardare le immagini del cantiere direttamente nel nostro sito) e il progetto cresce, è stato messo a punto il programma Ecoarea Sustainability Program (E.S.P), l’entry level dedicato alle aziende che vogliono intraprendere una prospettiva di sviluppo economico attento all’ambiente e coerente con le possibilità offerte dalla green economy. In particolare, il nostro gruppo si è concentrato nella definizione di uno standard generale e nella sua applicazione nell’ambito del settore dell’ospitalità, cioè pensato per le strutture recettive e gli alberghi. Nel mese di novembre Rimini ha ospitato la quattordicesima edizione di Ecomondo la Fiera internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile e sono state organizzate manifestazioni per dare maggior propulsione al messaggio eco sostenibile. All’interno di Ambiente Festival, che ha portato l’approfondimento scientifico sui temi della sostenibilità ambientale in città, Ecoarea ha organizzato una tavola rotonda dal titolo Il futuro dell’energia e il suo impatto sull’ambiente e sulla salute. Ecoarea è una testata giornalistica iscritta al nr. 9 del Reg. dei giornali e periodici del Tribunale di Rimini in data 31.03.2010. Direttore responsabile Federico Bertazzo. ANNO 1, n°3 Ecoarea srl - via Soleri Brancaleoni, 6 - 47900 Rimini RN p.iva 03654140403 - [email protected] - www.ecoarea.eu ECOAREA bEttER living AvviciNA il mONDO DEllE impREsE All’AmbiEntE ECOAREA MAGAZINE 03 Nelle intenzioni, avremmo voluto approfondire quale percorsi energetici il governo sta predisponendo nell’ambito di una volontà di recupero del nucleare nel nostro Paese, ma poi, dopo aver registrato delle defezioni strategiche tra gli ospiti che avevamo invitato (Sogim, rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico) abbiamo ripiegato su una prospettiva legata al territorio. Sul tavolo degli invitati, insieme a Romano Ugolini, a.d. di Ecoarea, e il nostro Klaus Weissbach, Attilio Raimondi, novembre 2010 responsabile politiche energetiche Regione Emilia-Romagna e Claudio Galli, amministratore delegato di HERAmbiente. Sempre sul fronte delle iniziative locali Ecoarea è presente nel quarto volume di “Innovation Community – Imprese e futuro”, una pubblicazione del CNA di Rimini. Tra le iniziative a cui Ecoarea ha partecipato, anche un incontro nella vicina San Marino, dove il tema delle politiche ambientali sta molto a cuore ad un gruppo di giovani cittadini dell’associazione “sottomarino”; con la vicina Repubblica del Titano in realtà potrebbero esserci sviluppi proficui, soprattutto nello sviluppo di progetti che valorizzino il territorio. Da un’intuizione nata in un momento d confronto con l’Agenzia del demanio di Bologna, potrebbe nascere un percorso ciclabile, originale, un collegamento a impatto zero che unirebbe Rimini con San Marino. A Milano, invece, il prossimo maggio si svolgerà una nuova manifestazione biennale dedicata ai professionisti del mondo del biologico, stiamo già preparandoci. Sul fronte della comunicazione, invece, il nostro ECOAREAMAGAZINE aggiunge, con questo numero, 4 nuove pagine mentre il nostro portale, a breve, troverà finalmente la sua veste definitiva. Siamo arrivati alla fine di un percorso durato quasi sei mesi che è servito a mettere a punto la parte editoriale del nostro progetto. BENVENUTI
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Ecoarea Magazine 03

Mar 11, 2016

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Ecoarea better living, avvicina il mondo delle imprese all'ambiente.
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CONSUM Are

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Un mese stimolante è stato novembre. Mentre i lavori dell’Expo Area proseguono senza sosta (vi consigliamo di guardare le immagini del cantiere direttamente nel nostro sito) e il progetto cresce, è stato messo a punto il programma Ecoarea Sustainability Program (E.S.P), l’entry level dedicato alle aziende che vogliono intraprendere una prospettiva di sviluppo economico attento all’ambiente e coerente con le possibilità offerte dalla green economy. In particolare, il nostro gruppo si è concentrato nella definizione di uno standard generale e nella sua applicazione nell’ambito del settore dell’ospitalità, cioè pensato per le strutture recettive e gli alberghi. Nel mese di novembre Rimini ha ospitato la quattordicesima edizione di Ecomondo la Fiera internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile e sono state organizzate manifestazioni per dare maggior propulsione al messaggio eco sostenibile. All’interno di Ambiente Festival, che ha portato l’approfondimento scientifico sui temi della sostenibilità ambientale in città, Ecoarea ha organizzato una tavola rotonda dal titolo Il futuro dell’energia e il suo impatto sull’ambiente e sulla salute.

Ecoarea è una testata giornalistica iscritta al nr. 9 del Reg. dei giornali e periodici del Tribunale di Rimini in data 31.03.2010. Direttore responsabile Federico Bertazzo. ANNO 1, n°3

Ecoarea srl - via Soleri Brancaleoni, 6 - 47900 Rimini RNp.iva 03654140403 - [email protected] - www.ecoarea.eu

ECOAREA bEttER living AvviciNA il mONDO DEllE impREsE All’AmbiEntE

ECOAREAMAGAZINE03

Nelle intenzioni, avremmo voluto approfondire quale percorsi energetici il governo sta predisponendo nell’ambito di una volontà di recupero del nucleare nel nostro Paese, ma poi, dopo aver registrato delle defezioni strategiche tra gli ospiti che avevamo invitato (Sogim, rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico) abbiamo ripiegato su una prospettiva legata al territorio. Sul tavolo degli invitati, insieme a Romano Ugolini, a.d. di Ecoarea, e il nostro Klaus Weissbach, Attilio Raimondi,

novembre 2010

responsabile politiche energetiche Regione Emilia-Romagna e Claudio Galli, amministratore delegato di HERAmbiente. Sempre sul fronte delle iniziative locali Ecoarea è presente nel quarto volume di “Innovation Community – Imprese e futuro”, una pubblicazione del CNA di Rimini. Tra le iniziative a cui Ecoarea ha partecipato, anche un incontro nella vicina San Marino, dove il tema delle politiche ambientali sta molto a cuore ad un gruppo di giovani cittadini dell’associazione “sottomarino”; con la vicina Repubblica del Titano in realtà potrebbero esserci sviluppi proficui,

soprattutto nello sviluppo di progetti che valorizzino il territorio. Da un’intuizione nata in un momento d confronto con l’Agenzia del demanio di Bologna, potrebbe nascere

un percorso ciclabile, originale, un collegamento a impatto zero che unirebbe Rimini con San Marino. A Milano, invece, il prossimo maggio si svolgerà una nuova manifestazione biennale dedicata ai

professionisti del mondo del biologico, stiamo già preparandoci. Sul fronte della comunicazione, invece, il nostro ECoAREAMAGAzINE aggiunge, con questo numero, 4 nuove pagine mentre il nostro portale, a breve, troverà finalmente

la sua veste definitiva. Siamo arrivati alla fine di un percorso durato quasi sei mesi che è servito a mettere a punto la parte editoriale del nostro progetto. BENvENUTI

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grassi, questo grazie all’allevamento in libertà e pascolo. inoltre non ci sono antibiotici preventivi e farine animali tra i mangi-mi. il rovescio è che questi prodotti risultano particolarmente cari, perché gli allevamenti ecologici necessitano molto spazio e richiedono molta manodopera. Un allevamento di animali però necessità di molta energia, dunque, mangiare molta carne – an-che se biologica- danneggia l’ambiente! la psicologia gioca un ruolo determinante e rende difficile di-scutere del gusto del “bio”. molti sono gli entusiasti, perché le piante crescono più lentamente, contengono dunque meno ac-qua, e quindi maggior il sapore. ma anche la psicologia gioca un grande ruolo: nel corso di degustazioni i candidati spesso hanno preferito la presunta variante biologica che in verità era conven-zionale. Più difficile diventa la questione del “gusto”, quando si tratta di prodotti alimentari trasformati ed elaborati, perché pri-vi di sapori ausiliari, aromi o colori a cui il nostro palato orami è abituato. Di oltre 300 sostanze supplementari per alimenti, ammessi dalla cEE per alimenti convenzionali, solamente 47 possono essere utilizzate per prodotti biologici. consorzi di col-tivatori vanno oltre: solo 25 o fino a soli 14 sostanze ausiliari risultano idonee per loro. chi per decine di anni ha mangiato prodotti alimentari trasformati con aromi aggiunti, deve abituar-si al sapore più “naturale”. Chilometrozero le lunghe di distanze danneggiano il bilancio ecologico Si parla solo di protezione ambientale ed animale nella coltiva-zione e negli allevamenti. le differenze invece possono essere pesanti: spesso i prodotti biologici vengono coltivati fuori sta-gione, in serra. Anche le distanze possono trasformare prodotti biologici in “killer climatici”.

a cura di Klaus [email protected]

LETTERE DALLA

GERMANIAChe cosa distingue pomodori bio da quelli convenzionali? chi sce-glie prodotti biologico vuole un’alimentazione più sana per i propri familiari e per se’, sostiene una produzione più corretta e contribu-isce alla protezione alimentare. Da SternSono sempre più numerose le persone che danno valore alla qualità biologica e sono disposte a pagare di più per questo valore. il 20% della popolazione acquista frequentemente prodotti alimentari bio-logici e la loro motivazione è varia. Più naturalità e prodotti salutari, meno pesticidi e sostanze chimiche, un controllo che garantisce un’alimentazione più sana concorrono a far sì che sempre più per-sone allungano la mano nello scaffale biologico. in un periodo in cui la preoccupazione per le sorti del nostro pianeta interessano sempre più persone i valori, anche sul fronte alimenta-re, giocano un ruolo importante: per l’89% degli acquirenti del “bio” il criterio determinante è il rispetto verso gli animali e per l’82% significa garantire un contributo alla protezione ambientale.ma appurato questo, chiariamo anche subito un altro punto: patati-ne, pizze e dolciumi biologici rimangono patatine, pizza e dolciumi. Meno sostanze nocive. Riguarda il carico di sostanze di sintesi assunte, frutta e verdura biologica garantiscono analisi molto più positive rispetto la coltivazione convenzionale. Da un monitoraggio effettuato per 5 anni nel sud della Germania risulta che il 95% dei alimenti vegetali esaminati era privo di sostanze nocive per l’orga-nismo. coltivazioni convenzionali sono cariche di pesticidi. in modo particolare vale la pena acquistare peperoni, insalate, pomodori o the verde certificate bio. l’insalata biologica non solo contiene meno pesticidi, ma anche pochi nitrati. Una ricerca Usa effettuata in california e durata 10 anni ha eviden-ziato come pomodori da coltivazione biologica contengono un tasso raddoppiato di sostanze secondarie di quercetina e flavonolo; questi antiossidanti possono ridurre il rischio di malattie coronarie e ictus. Altri scienziati in Polonia hanno trovato che pomodori biologici con-tengono fino al 50% più vitamina c. mentre altri studi sostengono che la coltivazione convenzionale cresce il contenuto di carotina, (vitamina A) nelle carote e vitamina B grazie al potassio che è con-tenuto nel concime. latte biologico, uova e carne possiedono, dal punto di vista fisiologico-alimentare, un contenuto migliore di acidi

Gesund, lecker, bio

Sano, ghiotto e biologico

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cibo e' educazione

Healthy, Hunger-Free Kids Act of 2010, appena approvato, prevede uno stanziamento a vantaggio delle scuole pubbliche e degli alunni che proven-gono dalle fasce sociali più deboli.Dieci milioni di dollari a sostegno di un programma pilota che aumenterà l’offerta di cibo salutare nelle scuole pubbliche Usa, 40 milioni di dollari per garantire prodotti agroalimentari da filiera corta, ovvero provenienti da pic-cole e medie aziende agricole. E’ quanto prevede la legge votata nei giorni scorsi a favore della sicurezza alimentare e della qualità del cibo nelle scuo-le americane, soprattutto dove mancano le risorse. E’ questo il risultato di un impegno che l’amministrazione Obama (fortemente supportato dalla first lady michelle) è riuscita ad ottenere. l’attenzione per l’alimentazione in un Paese dalle forte contraddizioni, dove il problema obesità è diffusissimo per colpa della diffusione del junk food ipercalorico e molto economico. Un im-pegno, ma soprattutto un investimento per le prossime generazioni. il pro-getto, fortemente voluto dall’ Organic Trade Association (OTA), rappresenta un passo in avanti importante nelle politiche sociali Usa. “lo stato di salute dei nostri bambini è fondamentale – ha commentato christine Bushway, responsabile dell’associazione per l’agricoltura biologica Usa (Organic trade association) – per il benessere del futuro della nostra nazione, e la qualità del cibo nelle scuole ne è la chiave”. vi è inoltre un altro dato che può essere utile per fotografare la crescente - e inedita - preoccupazione per la qualità dell’alimentazione negli Stati Uniti. Secondo una ricerca prodotta da OTA in collaborazione con KiWi magazine, quasi tre quarti delle famiglie statuniten-si acquistano prodotti biologici. Sono soprattutto le coppie con figli i clienti affezionati a questo settore, alla base la necessità di garantire ai propri figli cibi più salutari privi di ormoni, antibiotici e troppi ingredienti artificiali che invece sono presenti negli alimenti convenzionali. Nonostante anche negli Usa sia molto forte il peso della crisi economica, la preoccupazione per la qualità del cibo sta assumendo contorni sempre più forti, e le famiglie sono sempre più disposte ad investire per i propri figli. Ad incidere, nell’acquisto di cibi a basso impatto ambientale e con meno sostanze chimiche, non è il livello economico delle famiglie ma l’istruzione. Scelgono biologico, quindi, non necessariamente le famiglie con reddito più alto della media ma quelle con un miglior livello scolastico.

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CaMbiano le abitudini aliMentari an-Che negli uSa. Cibo Sano e riSpettoSo dell’aMbiente. il ruolo dell’eduCazione

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in Europa, il consumo energetico degli edifici rappresenta il 40% del fabbisogno energetico complessivo. in pratica, per riscaldare e illuminare in maniera confortevole (e alle volte un po’ eccessiva) gli edifici in cui viviamo e lavoriamo, consumiamo quasi la metà di tutta l’energia che serve alle attività umane. Questo consumo di energia produce il 35% delle emissioni totali di gas serra, che alterano il clima e provocano danni colossali all’ecosistema terrestre. E’ un dato impressionanate.Riducendo drasticamente la quantità d’energia richiesta dagli edifici è possibile incidere in maniera significativa sui consumi globali. i nuovi edifici che si costruiscono oggi in Europa e ancor più quelli che si costruiranno nel prossimo decennio in accordo con la nuova Direttiva 2010 sull’efficienza energetica in edilizia (che manda in pensione quella del 2002, grazie alla quale si è consolidato il trend attuale) sono una risposta importante alla esigenza di riduzione dei consumi. Questo degli edifici efficienti è un tassello importante nel quadro delle politiche continentali per il raggiungimento dell’obbietivo strategico 20-20-20 nel 2020. E’ indispensabile che non si costruisca un solo nuovo edificio che non rispetti i moderni standard energetici. che ogni nuovo edificio produca da sé (almeno in parte) l’energia necessaria al proprio fabbisogno, sfruttando le fonti rinnovabili disponibili localmente. Sacrosanto.Peccato che i nuovi edifici rappresentino una parte davvero esigua del totale costruito. Per quante nuove case si possano costruire, si tratta sempre di una porzione davvero piccola dello stock edilzio esistente.Per questo, la vera sfida è rappresentata dalla “rigenerazione” degli edifici esistenti. E la parola d’ordine è ristrutturazione energetica. Da questo punto di vista l’impegno dimostrato dai governi finora è stato assai poco convinto e convincente nonostante gli incentivi fiscali effettivamente adottati. E purtroppo anche la nuova Dir. Ue risulta poco incisiva e suscita qualche perplessità. Nel capitolo dedicato alla ristrutturazione di immobili esistenti si fa riferimento all’incentivazione di interventi mirati, parziali, come la sostituzione dell’impianto di riscaldamento, idraulico o di climatizzazione con uno più efficiente, astenendosi dall’incentivare interventi coordinati assai più radicali.il 90% degli edifici esistenti consuma individualmente una quantità di energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 10 edifici di pari dimensioni, costruiti con tecnologie efficienti di utilizzo dell’energia.Questo significa che se ristrutturassimo tutti gli edifici esistenti secondo standard energetici rigorosi, potremmo ridurre ad un decimo la richiesta di energia necessaria per condurvi una vita confortevole, anzi molto più confortevole. inoltre, così ridimensionato, il fabbisogno energetico residuo può essere soddisfatto con il solare, il geotermico, il fotovoltaico, il mini-eolico, con impianti di piccola taglia installabili localmente.certo stiamo parlando di un investimento ingentissimo di capitali. ma è stato stimato (studio Eurima) che “gli edifici Ue15 sprecano 270 miliardi di euro ogni anno che potrebbero essere risparmiati conl’adozione di misure basiche di efficienza energetica, come tetti e pareti isolanti”. Un altro interessante report, commissionato da Greenpeace, calcola che un milione di euro di investimenti in efficenza energetica è in grado di generare da 8 a 14 nuovi posti di lavoro. Facciamo 2+2: se la Ue investisse 270 mld in interventi di ristrutturazione energetica degli edifici, potrebbe creare circa 3 milioni di posti di lavoro (per di più in un settore dal futuro assicurato).in questo scenario, in cui la ristrutturazione degli edifici assume un assoluto rilievo economico-strategico, crediamo che le aziende italiane dell’edilizia dovrebbero investire, facendo fruttare le importanti competenze che possiedono in questo settore. E’ questo il campo in cui l’italia non ha rivali e può senz’altro sviluppare una leadership industriale in grado di portare un contributo specifico e rilevantissimo alle strategie europee di risparmio energetico. costruire nuove case ecosostenibili non basta, la sfida si vince ristrutturando quelle vecchie. riccardo sartori

E N E R G i A & RiSTRUTTURAziONE

il problema delle emissioni di co2, principale responsabile dei mutamenti climatici, vede non solo in ritardo, ma addirittura in coda ai 60 paesi censiti da Germanwatch, l’impegno dell’italia.Politiche ambientali inesistenti, scarso impegno per ridurre le emissioni di gas serra, come l’anidride carbonica, principale artefice dei mutamenti climatici effetto di una trasformazione nell’equilibrio ambientale sono questi gli effetti di una visione – non solo industriale – delle politiche di sviluppo del paese. È questo che certifica l’associazione non governativa che an-nualmente produce la classifica degli stati virtuosi, ovvero l’im-pegno per cambiare la tendenza tra quei 60 paesi che da soli producono oltre il 90% delle emissioni di anidride carbonica. la situazione è migliorata, rispetto all’anno scorso, ma il 41° posto ricoperto quest’anno (eravamo al 44°), è dovuto solo alla profonda crisi economica che attanaglia il settore industriale: meno produzione si traduce in meno emissioni. Non si trat-ta quindi del risultato oggettivo di una strategia di riduzione dell’impatto ambientale del nostro Paese, di fatto inesistente a livello di sistema, l’italia infatti oggi si posiziona al 58° posto per le politiche ambientale su 60 paesi, appunto, analizzati. “Tutti i Paesi che si stanno riprendendo dalla crisi stanno investendo in green economy”, spiega mauro Albrizio di legambiente che ha partecipato con Germanwatch e can Europe a stilare la classifi-ca. “Prendiamo, ad esempio, la cina e gli Usa. la cina, che è al 56° posto in politiche ambientali, ha investito in green economy 230 miliardi di dollari. così gli Stati Uniti: al 54° posto, hanno investito 80 miliardi. l’italia nulla”. in Europa l’investimento in green economy non supera i 30 miliardi di dollari, il 40 % dei quali soltanto da parte della Germania. Tra i 27 Paesi Ue l’italia si posiziona al ventunesimo posto, superando solo Estonia, Gre-cia, Slovenia, Bulgaria, lussemburgo e Polonia.

ABITARE

Il Belpaese delle promesse, FANAliNO Di cODA PER il TAGliO AllE EmiSSiONi Di GAS SERRA

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Il Belpaese delle promesse, FANAliNO Di cODA PER il TAGliO AllE EmiSSiONi Di GAS SERRA

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Risparmio energetico e riduzione delle emissioni di anidride carbonica in due mosse: il “certificato bianco” e una decisa svolta verde nell’edilizia. È la ricetta del tedesco Gunter Oettinger, commissario europeo per l’Energia, che in questi giorni ha presentato a Bruxelles ‘Energia 2020’, il suo piano di sostenibilità ambientale per i prossimi anni. Una gamma di proposte che abbraccia non solo le leve della green economy, ma anche la realizzazione di infrastrutture sovranazionali e lo sviluppo di una politica estera comunitaria in tema di eco-sostenibilità. Opportunità, però, in parte smorzate a monte visto che nella bozza della Finanziaria 2011 non è passata la proroga del bonus fiscale del 55% sulle ristrutturazioni edilizie eco-compatibili per le aziende e riconosciuto anche ai privati.il “certificato bianco”, dunque, nell’idea del commissario è una sorta di premio alle aziende virtuose, rilasciato dall’autorità nazionale competente, il cui valore sarà collegato alla percentuale di risparmio energetico raggiunta e che potrà a sua volta essere venduto per recuperare parte dell’investimento compiuto. Per dire, su un risparmio del 10% della prima impresa, la seconda acquirente potrà conteggiare la medesima percentuale per aumentare la propria efficienza. Sul secondo fronte, quello edilizio, Oettinger vuole inserire gli incentivi anche per il restyling delle case già esistenti, visto che per quelle nuove sono già previsti dalla normativa vigente. così, accanto ai contributi nazionali arriverebbero anche quelli comunitari, nell’ottica di un ammortamento dei costi per i privati nell’arco di 20-30 anni. il piano del tedesco si infila nella battaglia contro l’effetto-serra del “20-20-20” da compiere entro il 2020, cioè quella che punta alla riduzione delle emissioni di cO2 e alle crescita del 20% delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Un percorso che sta puntellando con successo i primi due obiettivi, molto meno il terzo, se non altro per la fumosità dei suoi contenuti, tanto che con le misure attuali si faticherà ad arrivare all’11%. A spiegarlo è lo stesso commissario: “Non si è ancora deciso che cosa significhi efficienza energetica, quale sia l’anno base di riferimento su cui calcolarne l’evoluzione, se l’obiettivo del 20% debba essere uguale per tutti o debba essere differenziato, come è avvenuto per la cO2, per paesi e settori industriali “.“Tutto vero – gli fa eco Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto club - il problema è legato al fatto che dovresti avere uno scenario tendenziale, cosa che non hai. E’ una complicazione che gli altri due obiettivi non hanno, perché per la riduzione di emissioni l’anno base è stato fissato nel 1990, mentre quello sul 20% delle rinnovabili è un traguardo da raggiungere rispetto ai confini finale del 2020. Più complicato fissare uno scenario per l’efficienza energetica, ma questa è insita negli altri due obiettivi”. Una possibile soluzione, per Silvestrini, è concentrare la battaglia “avallando l’innalzamento di riduzione della cO2 dal 20 al 30%, e così sarà centrato anche l’altro obiettivo dell’efficienza energetica perché non se ne potrà fare a meno”.

gregory picco

UN PREMIO ALLE AZIENDE VIRTUOSEFINANZIARIA PERMETTENDO

ETICA, ECOLOGIA, ECONOMIA, EFFICIENZAle 4 E di ECOAREA

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Nell’era della tanto discussa crisi economica e finanziaria, sem-pre più la green economy e quindi i comportamenti che conciliano la tutela ambientale con l’innovazione produttiva, la competitività, l’efficienza economica e l’equità sociale, si pone come l’unica op-portunità di svolta. Per capirne le peculiarità, le sostanziali differenze e i cambia-menti necessari utilizziamo la metafora della petroliera e della barca a vela, di Wolfgang Sachs, sociologo, economista ed uno dei principali esperti al mondo sulle questioni ambientali: un gigan-te d’acciaio che mangia petrolio, porta carichi a lunghe distanze simboleggia l’economia industriale; leggera, piccola, elegante, utilizza solo il vento, ma meno potente simboleggia l’economia ecologica.la barca a vela utilizza la natura ma attinge al suo flusso distrug-gerla o consumarla; come le energie e tecnologie rinnovabili. la barca a vela però rende meno: non porta pesi a lunghe distan-ze. Quindi l’economia ecologica non avrà le stesse prestazioni dell’economia industriale, tantomeno nel breve termine. la prospettiva della green economy non è di un’ economia orga-nizzata attorno all’imperativo della crescita: l’obiettivo della nuova economia è il cambiamento, è la resilienza quindi del continuare a crescere ed evolversi con lo scopo di andare incontro ai biso-gni e alle aspettative non solo dei portatori di interesse ma anche dell’intero ecosistema. Un’economia sostenibile, che si adatta con successo ai cambiamenti che disturbano anticipando i rischi, ri-conoscendo le opportunità e configurando prodotti, processi solidi riuscendo a vivere ed operare all’interno dei vincoli ecologici.la necessità è ora quindi di capire che la protezione dell’ambien-te, la decarbonizzazione della produzione, la responsabilità socia-le, il risparmio energetico e la lotta al cambiamento climatico non sono un ostacolo allo sviluppo economico, ma un vero e proprio settore dell’economia.l’esigenza di capire che il pianeta Terra non è un semplice ogget-to, ma è un sistema di funzioni regolatrici grazie alle quali la vita ha avuto origine e si è sviluppata e che la confusione tra “cresci-ta” e “sviluppo” è la stessa che, in un organismo umano, genera cellule in grande quantità senza preoccuparsi delle conseguenze su altri elementi del sistema. in medicina, questo fenomeno, si chiama tumore.la comunità deve pensare e agire con la consapevolezza che si sono allargati i “confini” della propria responsabilità: quelli tem-porali (ossia verso le generazioni future), quelli spaziali (verso l’in-tero pianeta). Bisogna avere quello che il sociologo francese Edgar morin chia-ma coscienza planetaria, la consapevolezza cioè di essere parte di un sistema, di un ecosistema, ancora più ampio nel cui ambito giochiamo però un ruolo fondamentale. Quando capiamo questa nostra connessione più profonda con la vita ogni attività ritrova un orientamento etico e sostenibile, non per “dovere”, ma per “sen-tire ritrovato” .

Economia Ecologica. resilienza

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venerdì 5 novembre, nel Palazzo dell’Arengo (Piazza cavour a Ri-mini), EcOAREA ha organizzato all’interno di ambiente Festival 2010 una tavola rotonda dal tito-lo “il futuro dell’energia e il suo impatto sull’ambiente e sulla sa-lute”. l’incontro, moderato da Anto-nio Felice, ha visto confrontarsi sull’argomento il responsabile energia per Regione Emilia-Ro-magna, Attilio Raimondi, e l’am-ministratore delegato di Hera-Ambiente, l’utility presente nel territorio, carlo Galli. Se allo stato attuale il futuro rimane incerto, con le indicazioni a favore di un ritorno al nucleare in italia mal supportate da una fase politica de-licata, l’Emilia-Romagna marca la sua distanza dalla prospettiva del governo ribadendo una sua con-trarietà e proponendosi a favore di uno sviluppo delle fonti energeti-che rinnovabili in linea con il desi-derio della gran parte dei cittadini nel territorio. Alla base, come ha spiegato Raimondi, la necessità di un integrazione fra i vari settori produttivi, maggiormente coinvol-ti, e “una programmazione nello

sviluppo delle attività”. il problema del fabbisogno energetico, come fattore primario, deve allinearsi ad un “cambiamento nelle abitudini della società”. “Non è sufficien-te – ha ribadito il rappresentante della Regione – produrre energie da fonti rinnovabili se si continua a sprecarne come si sta facendo”. E’ indispensabile dare efficienza al sistema, nel senso di risparmio energetico, nel senso di migliora-re l’uso delle fonti rinnovabili. la Regione, dal canto suo, insiste nel cercare di favorire un mutamento nell’approccio del sistema – “non si può attuare un cambiamento se non si dà l’esempio” – legando la materia ad uno sforzo di Ricerca, innovazione, impresa e agevolando la semplificazione: “regole chiare, certe e concrete”.Hera ambiente, come ha spiegato carlo Galli, oggi sa-rebbe in grado “se si utilizzassero a regi-me gli stabilimenti” di produrre energia equivalente a 3 o 4 centrali nucleari. in particolar modo gra-zie all’impegno sul

fronte delle biomasse. A proposito di nucleare, la tavola rotonda ha evidenziato che oltre che non essere un ipotesi Etica non è neppure Ecologica. il tema delle scorie, in primis, e l’investimento su tecnologie che rappresentano comunque un rischio ambientale e per la salute ne sono la dimo-strazione. l’italia dovrebbe quindi approfittare della situazione in cui si trova soprattutto per sostenere una ricerca di soluzioni a minor impatto ambientale e prive di ef-fetti sull’uomo. la parola chiave è EFFiciENzA ENERGETicA, per perseguire interessi strategici di rinascita dell’economia italiana, rispetto dell’ambiente a sprecare meno risorse.

energia ambiente salute

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ECOAREA ESPAÑAcalle mesones 23E-18001 GranadaSpain Tel +34 902 18 11 22Fax +34 902 18 11 22email: [email protected] DEUTSCHLANDindustriestrasse 18-22industriegebiet GresteD-33818 leopoldshöheGermany Tel +49 5202 990210mob +49 151 14756210email: [email protected] FRANCE7, Rue De la PlaineF-57020 ParisFrance Tel +33 679 966 654email: [email protected]

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LA RETE:

Persone, imprese, Innovazione cNA Piccola industria ha pubblicato il quarto volume di “innovation communi-ty – imprese e futuro”, il progetto entrato ormai nel suo secondo anno. il “club delle imprese innovative” dal novembre 2009 vuole “mettere in rete” le imprese, la ricerca, le istituzioni e facilitare l’accesso alle opportunità economiche previ-ste dall’Unione Europea in materia di innovazione (gli incentivi regionali quali ad esempio il Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013 – relativo ai 4 assi -, le attività di “Sostegno alla creazione di nuove imprese e ricambio generaziona-le”, “We Tech Off”, “Bandi Export misura 5.2 azioni c e D”, “Progetti per Reti di impresa”; azioni nazionali come le iniziative di penetrazione commerciale all’este-ro oppure gli incentivi fiscali ed infine le opportunità offerte direttamente alle no-stre imprese dalla comunità Europea tra cui, per citarne alcuni, i bandi “life”). Un progetto mirato anche a supportare la ricerca industriale e il trasferimento tecno-logico, lo sviluppo innovativo delle imprese, la qualificazione energetico-ambientale, lo sviluppo sostenibile e la valorizzazione e qualificazione del patrimonio culturale e ambientale. Sempre più nell’economia della conoscenza l’innovazione è diventata un elemento strutturale della competizione tra imprese. la sola innovazione d’uso non è più sufficiente, e diventa sempre più necessario l’intreccio tra ricerca in house e l’accesso a competenze esterne e realtà imprenditoriali che presentano “una de-bolezza strutturale in termini di innovazione come la provincia di Rimini” richiedono azioni a livello locale che supportino l’adattamento tecnologico. E così, se il lavoro compiuto nel primo anno dell’innovation community ha posto le basi del percorso di supporto all’adattamento tecnologico delle imprese riminesi, nel secondo anno andrà nella direzione di una crescita “selettiva” della community e dei servizi di qualità che verranno erogati alle imprese, con l’obiettivo di creare quei presuppo-sti che facilitino l’incontro e il dialogo tra mondo della ricerca e aziende. Nel quarto volume della pubblicazione un contributo di Ecoarea Better living.

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E.s.p.

lO SvilUPPO EcONOmicO viRTUOSOATTENTO AllE PERSONE

E Al mONDO cHE E’ iNTORNO A lORO

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le BUONE PRATicHE della GREEN EcONOmy

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