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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO
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PEDAGOGIA GENERALE 125124
(A.A. 2017/2018)
Prof.ssa Giuliana Sandrone
MODULO B
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J. Lave, E. Wenger, L’apprendimento situato. Dall’osservazione alla partecipazione attiva nei contesti sociali, Erikson, Trento 2006
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MUTAMENTO DI PROSPETTIVA
L’apprendimento si colloca nel processodi co-partecipazione sociale e non nellatesta dei singoli individui
Carattere «situato» della comprensione, comunicazione edapprendimento umano
L’apprendimento non è una semplice acquisizione diconoscenze proposizionali
Si indaga non tanto sui processi cognitivie sulle strutture concettuali ma sullaforme di partecipazione sociali chefavoriscono o meno l’apprendimento
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MUTAMENTO DI PROSPETTIVA
Se l’apprendimento avviene all’interno di un processo di co-partecipazione, è mediato dalle diverse prospettive dei co-partecipanti
La capacità di una comunità diriprodursi attraverso il processo diformazione non deriva dalladottrina ma dalla conservazione dicerti modi di co-partecipazione incui essa è radicata (p.11)
Fondamentali: l’improvvisazione, i casi reali diinterazione ed altri processi
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QUALE APPRENDIMENTO?
Non si tratta di acquisire strutture e/o conoscenze ma si tratta delmaggior accesso possibile , da parte delle persone che imparano,ad alcuni specifici ruoli di partecipazione alle imprese degli esperti
L’apprendimento è nell’azione
L’apprendimento è unaspetto della pratica inqualunque attività, nonsolo nell’apprendistato
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QUALE APPRENDIMENTO?
L’apprendimento è un aspetto della pratica in qualunque attività, non solo nell’apprendistato
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L’APPRENDIMENTO SITUATO
«Si tratta di un processo interattivo in cui l’apprendistainterviene eseguendo simultaneamente diversi ruoli – persona distatus subordinato, allievo apprendista, unico agenteresponsabile di elementi di minor conto del compito, aspiranteesperto ecc.- ciascuno dei quali implica un diverso genere diresponsabilità, un insieme distinto di relazioni di ruolo e uncoinvolgimento interattivo differente». (pp.16-17)
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L’APPRENDIMENTO SITUATO
«Le conoscenze, anche se estremamente generali, hanno valoresolamente in circostanze specifiche, per cui è possibile affermareche le conoscenze astratte non esistano, di fatto»
«L’apprendimento è parte integrante della pratica sociale nelmondo, è un elemento costitutivo della pratica stessa»
«L’organizzazione dell’istruzione scolastica in quanto forma diinsegnamento si basa sull’affermazione della possibilità didecontestualizzare la conoscenza, quando in realtà le scuolestesse, in quanto istituzioni sociali e luoghi di apprendimento,sono contesti molto specifici». (p.27)
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LA VERA EFFICACIA DEL MAESTRO/TUTOR
Per favorire l’apprendimento nondeve inculcare nell’allievo leproprie rappresentazioni concettuali
Deve saper gestire in manieraefficace la partecipazionedell’allievo in modo che questoabbia la possibilità di crescere
Agire e non solo parlare: anche il discorso deve tuttaviadiventare una pratica sociale e culturale. Questo, secondo gliautori avviene all’interno di una…
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PARTECIPAZIONE PERIFERICA LEGITTIMA
Non è una struttura ma un modo di agire nel mondo incondizioni variabili
E’ la principale caratteristica che definisce l’apprendimentointeso come attività situata
Le persone che apprendono partecipano a una comunità dipraticanti
La piena acquisizione di conoscenze ed abilità richiede ainuovi arrivati di indirizzarsi verso una piena partecipazionealle pratiche socioculturali di una comunità
Concetto complesso
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LA PARTECIPAZIONE PERIFERICA LEGITTIMA
Riguarda le relazioni fra i nuovi arrivati e i veterani
Riguarda le attività, le identità, glistrumenti e le comunità di conoscenzae di pratica
E’ un processo mediante il quale inuovi arrivati entrano a far parte diuna comunità di pratica
L’apprendimento rappresenta un processo con il quale una personadiventa partecipante a pieno titolo di una pratica socioculturale ecomprende, anzi, sussume l’apprendimento di abilità consapevoli
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LA PARTECIPAZIONE PERIFERICA LEGITTIMA
«La partecipazione periferica legittima non è di persé una forma di insegnamento, e tantomeno unastrategia pedagogica o una tecnica di insegnamento.E’ una prospettiva analitica sull’apprendimento, unmodo di intenderlo». (p.27)
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LA PARTECIPAZIONE ALLA PRATICA SOCIALE
L’apprendimento non è un processo di internalizzazione (trasmissionee assimilazione) ma è una partecipazione crescente ad una comunitàdi pratica che coinvolge l’intera persona, è un insieme di relazionidinamiche, cioè sempre in evoluzione
«La partecipazione si basa sempre sulla negoziazione e rinegoziazionesituata del significato nel mondo. Ciò significa che la comprensione el’esperienza sono in costante interazione – anzi, si costituiscono a vicenda.Il concetto di partecipazione dissolve quindi le dicotomie fra attivitàcerebrale e concreta, fra contemplazione e coinvolgimento, fra astrazioneed esperienza: le persone, le azioni e il mondo sono sempre implicate nelpensiero, nel discorso, nel sapere e nell’apprendimento». (p. 34)
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IMPLICAZIONI DIDATTICHE
«Le comunità sociali sono in parte sistemi di relazioni fra persone. Lapersona è definita da queste relazioni e al contempo le definisce.L’apprendere implica quindi il divenire una persona diversa inrelazione alle possibilità aperte da questi sistemi di relazioni. Ignorarequesto aspetto dell’apprendimento significa trascurare il fatto chel’apprendimento comporta la costruzione di identità». (p. 35)
«Identità, sapere el’appartenenza sociale siimplicano a vicenda». (p. 35)
Superamento diadeinsegnante/discente
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CINQUE STUDI SULL’APPRENDISTATO
DIVERSE PROFESSIONIDIVERSI CONTESTI
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VALORE DELL’APPRENDISTATO
Gli studi etnografici mettono in rilievo l’inscindibilità diapprendimento e pratiche lavorative (p. 41)
Superamento di alcuni pregiudizi(fondati su situazioni storichepassate e generalizzate) che loritenevano una forma disfruttamento
Es. pregiudizio storico: l’apprendistato riguarda solamente laproduzione artigianale feudale…
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1) L’APPRENDISTATO DELLE LEVATRICI DELLO YUCATAN
Non vi è insegnamento diretto ma funziona
Professione tramandata a livello familiare
Gradualmente l’apprendista si fa carico di una quantità di lavoro sempre maggiore
Si parte dagli elementi più noiosi e di routine
L’apice è l’espulsione della placenta
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2) L’APPRENDISTATO DEI SARTI DI VAI E GOLA
Sistema formalizzato con precise cerimonie
Gli apprendisti iniziano a creare indumentisemplici (cappelli, abiti per bambini) perpassare ad abiti più complessi (es. abitointero da adulto)
Due fasi: «l’ingresso è il periodo in cui l’apprendista che osservacerca di costruire una prima approssimazione dell’indumento (…). Lostadio della pratica si realizza in un modo particolare: gliapprendisti riproducono un segmento di lavoro dall’inizio alla fine,(…) anche se possono essere in grado di eseguirne alcune parti megliodi altre». (p. 48)
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3) L’APPRENDISTATO DEI NOCCHIERI
Prima fase: per alcuni frequenza di unascuola specializzata preparatoria
I neofiti collaborano con il colleghi maggiormente esperti
Il compito viene ripartito tra più persone
Quando l’apprendista diventerà maggiormentecompetente potrà svolgere sia il proprio compitooriginario che quanto gli altri svolgevano per suo conto
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4) L’APPRENDISTATO DEI MACELLAI
Punto di debolezza: la formazioneiniziale nelle scuole professionaliche non ricalca le esigenze nelleaziende «reali» (es. affilare icoltelli)
Nelle aziende (es. supermercati) nonsolo gli operai specializzati ma anche gliapprendisti imparano raramente tutte leazioni svolte da un macellaio
Suddivisione del lavoro economicamente vantaggiosa per l’azienda ma a scapito degli apprendisti
Partecipazione periferica legittima limitata
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5) L’APPRENDISTATO DEGLI ALCOLISTI ASTINENTI
Diverse forme di partecipazione deinuovi arrivati ai club degli AlcolistiAnonimi che, man mano, diventanoanziani del gruppo
Ricostruzione della propria identità e ruolo attraverso il racconto
della propria vita, la narrazione
Non vi sono indicazioni precise su come narrare la propria storia ma i componenti del gruppo imparano ascoltando e narrando loro stessi
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CONSIDERAZIONI GENERALI
«In tutti e cinque i casi descritti i ricercatori insistono sulla fortecarenza di azioni di insegnamento osservabili; il fenomeno piùimportante è l’apprendimento. La pratica della comunità crea un«curricolo potenziale» nel senso più generale del termine – ciò chepuò essere appreso dai nuovi arrivati con l’accesso perifericolegittimo». (p. 60)
L’attività di apprendimento sembra seguire un ordine caratteristico.Persegue obiettivi ben chiari perché le persone che apprendono, inquanto partecipanti periferici, possono formarsi un’idea complessivadi tutta l’impresa e di quello che c’è da imparare. Inoltrel’apprendimento steso è una pratica improvvisata: il curricolo di
apprendimento delinea le opportunità di pratica. Non consiste inuna serie di norme specifiche ed esplicite per unapratica corretta.
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CONSIDERAZIONI GENERALI
Le ricerche hanno evidenziato come gli apprendisti imparino
principalmente se in relazione con altri apprendisti: la
circolazione delle conoscenze tra pari avviene infatti in modomaggiormente rapido ed efficace
Decentramento delle nozioni di maestria e pedagogia
La maestria non è nel maestro manell’organizzazione della comunitàdi pratica a cui appartiene. E’ nellerisorse comunitarie.
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CONSIDERAZIONI GENERALI
Apprendistato: non solo osservazione ed imitazione delle tecniche
Cultura della pratica
Chi sono le persone coinvolte,cosa fanno, come vivono laquotidianità, come parlano e simuovono, come i maestrivivono e come si relazionanocon le altre personeappartenenti (e non) con alcomunità di pratica
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CURRICOLO DI APPRENDIMENTO E DI INSEGNAMENTO
Curricolo di apprendimento: si tratta di opportunitàsituate, un insieme di risorse per lo sviluppoimprovvisato di una nuova pratica nella quotidianità,considerato dal punto di vista di coloro che apprendono
Il curricolo di insegnamento viene costruitoappositamente per i neofiti ed il significato di quantoappreso è mediato da una persona esterna (il docente)
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IMPLICAZIONI DIDATTICHE
«L’apprendimento non avvienetanto tramite l’imitazione direalizzazioni altrui ol’acquisizione delle conoscenzetrasmesse nell’insegnamento,
quanto piuttosto mediante lapartecipazione centripeta alcurricolo di apprendimento dellacomunità». (p. 65)
Alcune conditio sine qua non…
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1) LA TRASPARENZA
«Per diventare un partecipante a pieno titoload una comunità di pratica è necessarioutilizzare le tecnologie della praticaquotidiana oltre che partecipare allerelazioni sociali, ai processi di produzione ealle altre attività delle comunità di pratica.Ma le conoscenze che si possono trarredall’uso della tecnologia variano molto aseconda della forma di partecipazione che ilsuo utilizzo permette». (p. 66)
«Il significato degli strumenti, in tutta la complessità delle lororelazioni con la pratica, può essere più o meno trasparente per lepersone che apprendono». (p.66)
La trasparenza è un modo per organizzare le attivitàche ne rende visibile il senso.
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TRASPARENZA E ISOLAMENTO
«Nella misura in cui una comunità di pratica isola regolarmente inuovi arrivati, o in modo diretto, come nell’esempio degliapprendisti macellai, o in modo più sottile e pervasivo, come nellascuola, costoro non possono avere una partecipazione periferica. Inentrambi i casi la legittimità non è in discussione. Gli scolari sonoin una posizione di perifericità legittima, ma vengono tenutilontani dal mondo sociale più in generale. Gli apprendisti macellaipartecipano legittimamente, ma non perifericamente, in quantonon viene dato loro un accesso produttivo all’attività nellacomunità dei praticanti». (p. 68)
Con la trasparenza si potrà superare ladicotomia fra apprendere attraversol’esperienza e l’apprendimento adistanza, tra l’apprendere facendo eapprendere per astrazione.
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2) IL DISCORSO E LA PRATICA
L’importanza del linguaggio, del discorso, del parlare
«Nell’apprendistato l’apprendimento si basa su conversazionie storie che concernono casi problematici e particolarmentedifficili» (pp. 70-71)
«Queste storie sono dei veri e propri pacchetti di conoscenza situata». (p. 71)
«Per i nuovi arrivati quindi lo scopo non è quello di impararedal parlare in quanto sostituto della partecipazione perifericalegittima, bensì di imparare il parlare, in quanto chiave dellapartecipazione periferica legittima». (p. 71)
(es. dei tecnici delle fotocopiatrici)
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3) MOTIVAZIONE E IDENTITA’
«La capacità di partecipare in modolegittimamente periferico comporta che inuovi arrivati abbiano ampio accesso allearene di pratica matura. Al contempo laperifericità produttiva richiede un impegnoinferiore in termini di tempo, fatica eresponsabilità rispetto alla partecipazione apieno titolo. I compiti dei nuovi venuti sonosemplici e brevi, il costo degli errori è basso,l’apprendista ha una responsabilità piccolasul piano dell’attività complessiva». (p. 72)
«Il passaggio a una partecipazione più piena alla pratica comporta nonsolo un maggior impegno di tempo, uno sforzo più intenso, l’assunzionedi maggiori responsabilità nella comunità e l’esecuzione di compiti piùdifficili e rischiosi ma anche, cosa più importante, la sensazionesempre più definita di essere un praticante esperto». (p. 73)
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4) CONTRADDIZIONI E CAMBIAMENTO: CONTINUITA’ E SOSTITUZIONE
Si presuppone che nella scuola, ad esempio, docenti e studenti condividano obiettivi e motivazioni dell’attività principale…
«I nuovi arrivati si trovano di fronte ad un dilemma. Da un latohanno bisogno di confrontarsi con la pratica esistente,sviluppatasi nel corso del tempo, e di comprenderla, parteciparvie diventare membri a pieno titolo delle comunità in cui essaesiste. Dall’altro, hanno interesse a che essa si evolva dalmomento che cominciano a costituire la loro stessa identità nelsuo futuro». (p. 75)
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PER CONCLUDERE…
«La partecipazione periferica legittima è molto di più che unprocesso di apprendimento da parte dei nuovi arrivati. E’ unarelazione reciproca fra delle persone e una pratica. Ciò significache il movimento delle persone che apprendono verso lapartecipazione piena a una comunità di pratica non avviene in un
contesto statico. La pratica stessa è in movimento». (p. 76)