ECONOMIA, LAVORO, POLITICA
(conoscere per aiutarci a decidere)
CONVERSAZIONI DEL CIRCOLO DI CULTURA
POLITICA “G. E. MODIGLIANI”
(APERTE AI SOCI E AI SIMPATIZZANTI)
PER CAPIRE LA REALTA’ ECONOMICA E
POLITICA … E IL GOVERNO DI MARIO MONTI
PROFESSORE DI ECONOMIA POLITICA NELLA
UNIVERSITA’ BOCCONI
Mario Monti: economista “accademico” Figlio di direttore di banca, nasce a Varese il 19 marzo 1943; consegue la
laurea in economia nell’Università Bocconi di Milano e già nel 1969 è
professore ordinario nell’Università di Trento; dal 1985 è professore
di economia politica nell’Università Bocconi, di cui diventa rettore dal
1989 e, alla morte di Spadolini, presidente dal 1994.
Dopo aver ricoperto incarichi in commissioni parlamentari italiane, dal
1995 al 1999 è commissario europeo agli affari interni (con Santer) e,
dal 1999 al 2004, commissario alla concorrenza (con Prodi).
Tra i suoi più importanti risultati di ricerca vi è il modello Klein-Monti
per ottimizzare il comportamento di banche in regime di monopolio.
Dal 2005 è international advisor di Goldman Sachs ed è nel Research
Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute; è
advisor anche della Coca Cola Company. È stato primo presidente del
"Bruegel", think-tank sorto a Bruxelles nel 2005 e finanziato da 16
stati membri dell’UE e da 28 multinazionali.
Modello Klein-Monti: un buon test per capire il pensiero degli economisti “accademici”
Dati L la liquidità per i prestiti, T i titoli in portafoglio, R la riserva e D i depositi dei clienti, la banca monopolista mira a ottimizzare (rendere massimo) il valore netto del suo patrimonio (NV), secondo la formula:
NV = L (1 + iL) + T (1+ iT) + R (1+ iR) – D (1+ iD)
L’obiettivo della banca in regime di monopolio è la massimizzazione dei profitti, ovvero della sua funzione di valore netto a fine anno: perciò massimizzazione = equilibrio (… e la teoria economica è salva!).
CONSIDERAZIONI CRITICHE:
- Monopolio: ti piace la vita facile, eh!?...
- Assenza di rischio degli investimenti in prestiti, titoli, ecc.
- Assenza di una visione temporale superiore ad un anno
- Assenza di costi di organizzazione e gestione della struttura bancaria
- L’idea che l’economia funzioni come modello razionale è irrealistica
Banca d’investimento Goldman Sachs & subprime
Nel 2004 le banche di investimento idearono lo strumento della reciproca inevitabile distruzione: il credit default swap (buoni ipotecari sub-prime): le banche che avevano fatto prestiti per l’acquisto di case più alti del valore ipotecario delle stesse, emisero obbligazioni a copertura dei loro investimenti permettendo agli speculatori di scommettere loro “contro” (con vendite a termine) riducendo il prezzo di ogni bond (una polizza che nessuna compagnia di assicurazione farebbe sulle case di altre persone); le banche di investimento hanno invece piazzato nei mercati finanziari l’assicurazione sul default di investimenti e di mutui di soggetti terzi. I fondi speculativi di Wall Street e della City hanno scommesso che la bolla speculativa sarebbe esplosa e hanno realizzato miliardi: Lehman Brothers e Bear Stearns sono fallite e la Federal Reserve ha speso 2000 miliardi di dollari per salvare Goldman Sachs, Fanny Mae e Freddie Mac e la compagnia di assicurazioni AIG.
Passata ai titoli di debito sovrano degli stati la speculazione sta portando a rischio default Islanda, Irlanda, Grecia, Spagna, Portogallo, Italia …
Il prof. Monti è la soluzione od è il problema?
• Come può conciliare il suo curriculum di studioso e le sue
(passate?) e ben retribuite consulenze internazionali con gli
interessi “nazionali” italiani (a parte la scontata retorica?)
• Come può conciliare la sua visione accademica della vita
economica (il modello Monti-Klein è la solita pretenziosa
astrazione di strategie bancarie… in regime di monopolio?)
con i reali problemi economici, da lui elencati senza però
indicare alcuna soluzione realistica dei conflitti sociali e
economici in atto … tranne la reintroduzione dell’ICI?
• SI PUÒ DIRE CHE L’ECONOMIA REALE È COSA TROPPO SERIA
PER AFFIDARLA NELLE MANI DI UN ECONOMISTA (ANCHE SE
ILLUSTRE ACCADEMICO)? È CIÒ CHE VOGLIAMO SCOPRIRE!
ECONOMIA, LAVORO, POLITICA: PROGRAMMA 1. Economia e sviluppo
2. Sistema economico
3. Fondazione dell’economia
4. Economia classica
5. Da Marx ai Marginalisti
6. Teorie dello sviluppo e del ciclo
7. Istituzioni e politiche economiche
8. Sviluppo locale: Livorno
9. Livorno e Area Vasta
10. Politiche del lavoro
11. Scenari ambientali
12. Sviluppo sostenibile
Il ciclo di conversazioni si concluderà con una Tavola rotonda sul tema:
«Sviluppo sostenibile di Livorno e dell’Area Vasta»
Sviluppo economico e sviluppo umano
SVILUPPO ECONOMICO
↓
CRESCITA DELLA POPOLAZIONE
↓ ↓ ↓
SVILUPPO UMANO ↓ SOTTOSVILUPPO
↓
ANTROPIZZAZIONE DELLO SPAZIO NATURALE
E CONSUMO DI RISORSE NON RIPRODUCIBILI
Popolazione mondiale dal 10.000 a. C. a oggi (migliaia ab.)
Popolazione mondiale dal 10.000 a. C. a oggi (migliaia di ab.)
Popolazione mondiale dal 1750 al 2005 (migliaia di abitanti)
Popolazione mondiale dal 1750 al 2050 (in scala logaritmica)
Densità della popolazione nel mondo (2006)
“Rivoluzioni” scientifiche, culturali, politiche e economiche
Popolazione mondiale negli stadi di sviluppo (Rostow)
Classi di decollo e indici di crescita economica
Coefficienti moltiplicativi tra
1870 e 1976 dei dati riguardanti popolazione PIL PIL/ab.
Stati Uniti 5,4 38 7
Regno Unito 1,8 7 4
Francia 1,4 10 7
Germania 1,6 13 8
ITALIA 2,1 11 5
Giappone 3,2 49 15
Belgio 1,9 9 5
Olanda 3,8 17 5
Canada 6,4 27 8
Svezia 2,0 23 11
Sviluppo: i lati luminosi (effetti desiderati) Crescita popolazione mondiale: da un milione di abitanti presenti nel mondo all’inizio della rivoluzione agraria (circa 8.000 a.C.) a 300 milioni in epoca romana, a 600 milioni nel 1650, a 1 miliardo nel 1804 poi 2 miliardi nel 1927, 3 nel 1960, 4 nel 1974, 5 nel 1987, 6 nel 1999, 7 nel 2011 (passano 123 anni dal 1° al 2° miliardo; 33 dal 2° al 3°; 14 dal 3° al 4°; 13 dal 4° al 5°; 12 dal 5° al 6°, 11 dal 6° al 7°);
Crescita ricchezza mondiale (1950-2000): il PIL mondiale passa da 6.400 a 43.000 miliardi $ (cresce di circa 7 volte);
Crescita popolazione mondiale (1950-2000): cresce di 2 volte;
Crescita popolazione urbana (1950-2000): gli abitanti delle città erano 30% della popolazione mondiale nel 1950, sono passati nel 2000 al 47% e. dal 2007. hanno superato il 50%.
Sviluppo: i lati oscuri (effetti indesiderati )
Lati oscuri a livello sociale:
• Perdita di prodotti/mestieri/costumi tradizionali
• Eccessiva concentrazione e congestione urbana
• Marginalità delle aree rurali dei paesi sviluppati e non
• Diseguale distribuzione della ricchezza mondiale
• Sottosviluppo diffuso nei paesi arretrati
• Maggiore crescita demografica nei paesi arretrati
• Disuguaglianze nello sviluppo umano: in paesi arretrati
vi sono maggiore mortalità infantile, minore speranza di
vita alla nascita, minore scolarizzazione e/o maggiore
analfabetismo, diffusa malnutrizione e perfino la fame.
Disuguaglianze di sviluppo economico (1993)
Popolazione mondiale (5.537 milioni ab.)
PIL mondiale (27.275 miliardi di $)
N. America S. America Europa Russia Asia Africa Oceania Mondo
abitanti (%) 8% 5% 10% 3% 60% 13% 1% 100,0%
abitanti/Km2 21 17 102 9 110 26 3 43
PIL (%) 25,5% 5,2% 24,8% 2,7% 37,1% 3,3% 1,4% 100,0%
PIL/ab. ($) 15.757 4.926 11.721 4.995 3.033 1.281 13.672 4.926
Disuguaglianze di sviluppo economico (2006)
Nei paesi più ricchi che hanno ~ 1 miliardo di abitanti (16% della popolazione mondiale) il prodotto lordo totale era ~ $ 36.600 miliardi (63% del Pil mondiale)*
Nei paesi a più basso reddito che hanno 2,4 miliardi di abitanti (37,5%), il prodotto lordo totale era $ 1.600 miliardi (3.3% del Pil mondiale)
Nei paesi a reddito medio con circa 3 miliardi di abitanti (46,8%), il prodotto totale era di ~ $ 10 mila miliardi (20.7% del Pil mondiale)
--------
* La ricchezza stimata dei 497 miliardari nel mondo (0,000008% della popolazione mondiale) era $ 3.500 miliardi (7% del Pil mondiale)
Le disuguaglianze dello sviluppo crescono
Nel 1960 il rapporto tra il reddito del quintile più ricco
del mondo e il reddito di quello più povero era 35:1,
ma nel 1997 è arrivato a più del doppio (74:1).
La tendenza di lungo periodo è alla crescita dei divari:
dal rapporto 3:1 nel 1820 si passò a 11:1 nel 1913, a
35:1 nel 1960, a 44:1 nel 1973 ed a 74:1 nel 1997!
Durante le politiche keynesiane, il boom economico e
la quasi piena occupazione le disuguaglianze si
attenuarono: il liberismo e la globalizzazione fanno
crescere le diseguaglianze? Gli economisti dibattono
su questo punto ed i loro pareri sono molto distanti.
Disuguaglianze di sviluppo umano (HDI: ONU, 2000)
Paesi ad Paesi ad Mondo alto HDI medio HDI basso HDI alto red. medio red. basso red. milioni ab. 1.063 4.048 839 878 2.675 2.307 5.950 (%) 18,0% 68,0% 14,0% 15,0% 45,0% 40,0% 100,0% % crescita 0,7% 1,7% 2,7% 0,7% 1,5% 2,2% 1,6% % fertilità 1,7% 2,6% 5,6% 1,7% 2,2% 4,9% 2,8% < 15 anni 19,1% 29,8% 43,3% 18,1% 27,2% 36,9% 29,9% > 65 anni 13,9% 5,9% 3,1% 14,7% 6,6% 4,4% 6,4% HDI 0,918 0,691 0,448 0,930 0,747 0,554 0,722
Disuguaglianze di sviluppo umano (HDI: ONU, 2000)
Paesi ad Paesi ad Mondo
alto HDI medio HDI basso HDI alto red. medio red. basso red.
P. urbana 78,5% 47,6% 29,7% 79,1% 51,2% 31,0% 47,2%
PIL/ab. ($) 24.973 4.141 1.251 27.639 5.734 2.002 7.446
Attesa vita 77,4 67,1 59,7 78,2 69,7 59,7 65,9
Alfabeti 100,0% 78,9% 49,7% 100,0% 86,0% 62,4% …
Scolarità 91,0% 67,0% 38,0% 93,0% 73,0% 51,0% 65,0%
HDI 0,918 0,691 0,448 0,930 0,747 0,554 0,722
Disuguaglianze di sviluppo umano (HDI: ONU, 2000)
Malnutrizione e fame nel mondo (FAO)
Sviluppo: i lati oscuri (effetti indesiderati)
Lati oscuri a livello ambientale:
• Perdita di spazi verdi (agroforestali e naturali dove la fotosintesi clorofilliana produce materia organica, base della vita di tutti gli esseri, uomo compreso)
• Consumo di risorse non riproducibili (energie fossili e/o minerali rari, biodiversità, paesaggi, ecc.)
• Eccessivo sfruttamento delle risorse riproducibili (disboscamenti, pesca/caccia indiscriminate, acque superficiali e profonde, ecc.)
• Inquinamenti dell’aria, del suolo, delle acque …
• Effetto serra (global warming)
Sostenibilità ambientale: impronta ecologica
Sostenibilità ambientale: impronta ecologica
Sostenibilità ambientale: impronta ecologica
Sostenibilità ambientale: impronta ecologica
Sostenibilità ambientale: impronta ecologica
Sostenibilità ambientale: bilancio ecologico
Sostenibilità ambientale: bilancio ecologico
Le «scuole» di pensiero in economia