Sanatorio Triestino spa
Casa di Cura Medico Chirurgica
Via Rossetti, 62 34141 Trieste
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N° Ed. 02 Data:
15/12/2011
Standard di prodotto Diagnostica per immagini
Requisiti accreditamento:
G.6
Standard di prodotto Diagnostica per immagini
Gestore del Documento: Redattore/i: dott. P.L. de Morpurgo Approvazione ed Emissione: Direzione Sanitaria Pareri specialistici: Destinatari: Utenza Altri interessati: N° ed Data Modifica Verifica Approvazione 1 18/10/2007 2 15/12/2011
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1. OGGETTO E SCOPO
1.1. OGGETTO
Descrivere le caratteristiche e gli standard di riferimento del Prodotto / Servizio fornito dal servizio di RADIOLOGIA della Casa di Cura Sanatorio Triestino
1.2. SCOPO
Consentire a tutte le parti interessate la valutazione della qualità erogata e la conformità agli standard prescelti e dichiarati .
2. COME RAGGIUNGERE L'UNITÀ OPERATIVA DI RADIOLOGIA
Il servizio di Radiologia del Sanatorio Triestino è opera al piano terra della Casa di Cura. Indirizzo:
Unità Operativa di Radiologia
Casa di Cura “SANATORIO TRIESTINO”
Via D. Rossetti, 62 Trieste
Ubicazione telefono
Piano terra 040 9409502
(dalle 8,00 alle 13,00
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3. IL PERSONALE
L’equipe è composta da: dott. Pierluigi De Morpurgo (Responsabile Medico) Sig.ra Veludo Roberta (Tecnico Sanitario di Radiologia Medica) Sig.ra Spitale (Tecnico Sanitario di Radiologia Medica) Sig.ra Manuela Oleni (Impiegata amm.va) Sig.ra Franceschinel Guerrina (O.S.S.) La struttura organizzativa dell’U.O. è descritta nell’organigramma funzionale Per modalità e orari di accesso alle prestazioni si rimanda alla carta dei servizi.
4. ORARI DI SERVIZIO
La presenza del radiologo è così garantita:
• Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Venerdì: 8,30-13,00 • Martedì 15,00-18,00
Presso la Casa di Cura è attivo 24 ore su 24 un servizio di guardia medica.
5. LE ATTIVITA’
L’ Unità Operativa opera in diversi campi che comprendono la radiologia tradizionale, l’ecografia e la mammografia, a favore di pazienti ricoverati ed ambulatoriali esterni.
6. COME CONTATTARE
• Prenotazione CUP per esami ambulatoriali. Prenotazione telefonica e/o diretta all’Accettazione dell’U.O., con
impegnativa/prescrizione del medico di fiducia.
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7. VOLUMI DI ATTIVITA’
ESAMI 2004 2005 2005
BIOPSIE-ECOGUIDATE 30 22 29
ECOGRAFIE 2887 2411 2565
MAMMOGRAFIE 2366 2063 2131
RADIOLOGIA TRADIZIONALE 6837 6598 6614
RADIOLOGIA CON MEZZI DI CONTRASTO 452 271 471
ALTRO 19 21 12
Totale complessivo 12591 11386 11822
9. RISORSE TECNOLOGICHE A DISPOSIZIONE DELL’U.O.
Il reparto dispone delle seguenti attrezzature elettromedicali:
1 Trocoscopio con potter a colon. Stativo
Genius 8503/800 s.n.469
2 Telecomandato con ampl. di brillanza
TELEDIAGNOST s.n. S100000354/000001
3 Mammografo MAMMODIAGNOST UC
s.n.946209
4 Colangiografo con ampl. di brillanza
UNITA’ CHIRURGICA BU 25 NA
5 Apparecchio portatile PRACTIX 30
s.n. 3150
6 Tubi per esami endorali HELIODENT MD
s.n.04136S02
7 Ortopantomografo OROPANTOMOGRAPH 10
s.n. 078450
8 Ecografo RT 2800
s.n. 21829YM7
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9 Ecografo Esaote ECOCOLORDOPLER AU 5
EPI s.n. 001435
10 Sviluppatrice 3MXP515
s.n. 505145
E’ previsto:
• un controllo di qualità giornaliero sulla sviluppatrice.
• un controllo di qualità annuale di ogni apparecchiatura effettuato in collaborazione
con l’E.Q. (vedi manuale di Qualità presso la Radiologia).
• un controllo di qualità annuale in mammografia con fantoccio (documentazione in
Radiologia) effettuato dall’E.Q.
10. PRINCIPALI LINEE GUIDA ADOTTATE
• Tecnica metodologia ed anatomia radiografica (F.Mazzucato) • Tutela della disciplina sulla standardizzazione e ottimizzazione degli esami ecografici
(De Albertis – Bazzocchi – Usillacchi – Derchi – Gallipoli – Mirk – Solbiati)
11. CATALOGO DEI PRODOTTI
11.1. RADIOLOGIA TRADIZIONALE:
La radiografia tradizionale è la tecnica di indagine radiologica più conosciuta e di uso comune.
Viene anche definita convenzionale, per differenziare gli esami radiologici dalla TAC, dalla Risonanza Magnetica, dall’Ecografia e da tutte le altre indagini diagnostiche più sofisticate che vengono oggi impiegate. Permette di evidenziare e documentare organi ed apparati ed è impiegata per esami del torace, dell’apparato scheletrico(ossa ed articolazioni), dell’apparato digerente e dell’apparato urinario. Le radiografie vengono effettuate tramite l’impiego dei raggi X: la loro interazione con la parte del corpo da esaminare consente di ottenere su una pellicola radiografica, che serve da supporto, o più modernamente con tecnica digitale attraverso l’uso del computer, la sua immagine.
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Il radiogramma del TORACE è tutt’oggi una delle indagini fondamentali e di più frequente impiego nella pratica clinica e le sue indicazioni sono molteplici dando informazioni sulla gabbia toracica, il polmone e la pleura, i grandi vasi del mediastino, il cuore e il piccolo circolo. Consente di esplorare il torace in modo veloce ed in qualsiasi situazione clinica, anche di emergenza, a fronte di un costo e di un’irradiazione veramente modesti.
La prima applicazione dei raggi X per lo studio del corpo umano è stata eseguita sull’APPARATO SCHELETRICO; è resa possibile dalla radiopacità intrinseca delle ossa data dal loro contenuto in calcio,
Nel caso di radiografie al torace e all’apparato scheletrico non sono necessari mezzi di contrasto, ma la radiologia tradizionale può avvalersene in caso di accertamenti all’APPARATO DIGERENTE ed URINARIO, in quanto quest’ultimi non forniscono un’immagine diagnosticamente valida sui radiogrammi per scarso contrasto naturale e sono osservabili solo dopo l’introduzione di un preparato radiograficamente visibile (mezzo di contrasto).
La radiologia tradizionale si avvale di tecniche ben consolidate che prevedono proiezioni specifiche per i diversi distretti corporei e la dose di radiazioni mediamente somministrata viene limitata dall’utilizzo di apparecchiature adatte e di dispositivi protezionistici.Si rivela ancora utile poiché resta l’esame più semplice, rapido e con il minor dosaggio di raggi X ed anche se si possono rendere necessari ulteriori approfondimenti, la radiografia può essere completamente sufficiente ed esauriente
A parte la gravidanza, in particolare nel periodo iniziale, controindicazione comune a tutti gli esami radiologici, la radiografia tradizionale non conosce controindicazioni o limiti particolari. E' importante informare il Tecnico o il Radiologo della propria condizione.
TSRM e medici radiologi operano sempre secondo linee guida atte ad assicurare la massima protezione dosimetrica per il paziente
Nel caso di radiografie al torace e all’apparato scheletrico non sono necessari mezzi di contrasto, ma la radiologia tradizionale può avvalersene in caso di accertamenti all’apparato digerente ed urinario. 11.2. ESAMI CONTRASTOGRAFICI:
I mezzi di contrasto (mdc) sono delle sostanze impiegate in diagnostica per immagini , principalmente in radiologia e anche in RM, per rendere visibili alcune strutture del corpo umano. In radiologia la formazione dell’immagine è dovuta al diverso assorbimento delle radiazioni X da parte delle diverse strutture corporee. Se un organo assorbe poco le
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radiazioni e comunque le assorbe allo stesso modo degli organi che lo circondano, esso non risulterà visibile in modo utile sull’immagine radiografica. Questo è per esempio il caso dello stomaco, del fegato, dei reni e di molti altri organi addominali, che forniscono solo tenue immagine sulle radiografie standard, poco o per nulla visibili ai fini diagnostici. Somministrando queste particolari sostanze diventano visibili gli organi che le contengono, o per riempimento diretto (visceri gastro-intestinali, vene e arterie, ecc,) o per eliminazione selettiva (reni e vie urinarie, vie biliari): il transito dei mdc attraverso i parenchimi o la loro permanenza in alcune strutture altamente vascolarizzate ne determina l’opacizzazione. Vengono usati mdc baritati, gassosi e iodati. I mdc baritati sono delle sospensioni di un sale, il solfato di bario (BaSO4), dotato di intensa radiopacità. E’ un materiale inerte, che non viene assorbito né metabolizzato dall’organismo. Il solfato di bario è usato per esami dell’apparato digerente e clisma opaco. In queste indagini il suo impiego è abbinato ad un contrasto gassoso. I mezzi di contrasto baritati non devono venir usati quando vi sia sospetto di occlusioni o di perforazioni del lume viscerale, poiché il mdc non viene assorbito dall’organismo e dovrebbe quindi essere eliminato per via chirurgica. I mdc iodati sono una categoria di numerose sostanze formate da molecole anche complesse contenenti uno o più atomi di iodio. La loro struttura molecolare ne determina le diverse proprietà biologiche. Si sono ottenuta sostanze per l’opacizzazione dei vasi (vene e arterie), dei linfatici, del canale vertebrale, dei reni e delle vie biliari. I mdc iodati sono delle vere e proprie sostanze farmaceutiche, in genere ben tollerate e quasi del tutto sprovviste di effetti collaterali. I prodotti attualmente in uso, formulati in maniera iso-osmotica e non ionica, hanno infatti fortemente ridotto l’incidenza e la gravità di reazioni collaterali, anafilattiche, che tuttavia giustificano alcune precauzioni e cautele nel loro impiega. Fra gli esami più frequenti che impiegano mdc ricordiamo:
• apparato digerente • clisma opaco • urografia
APPARATO DIGERENTE
S’ intende lo studio del tubo digerente superiore( esofago, stomaco, duodeno) e delle prime anse intestinali. Si somministra per os un mezzo di contrasto radiopaco, in genere solfato di bario abbinato ad una polvere effervescente che determina, per liberazione di gas, una leggera dilatazione del loro lume ed un effetto di doppio contrasto con una più fine visibilità delle pareti del viscere e dei dettagli. L’esame abbisogna di un digiuno completo nelle 12 ore precedenti, i radiogrammi vengono
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assunti in decubiti diversi e non vi è nessuna prescrizione o precauzione da osservare dopo la sua effettuazione.
CLISMA OPACO
E’ l’esame radiografico del tratto distale del grosso intestino(colon, sigma e retto) ottenuto mediante l’introduzione in tempi successivi per via rettale attraverso una sonda di un mezzo di contrasto radiopaco, in genere una sospensione di solfato di bario, e con insufflazione di aria (doppio contrasto) , che permette di evidenziare alterazioni morfologiche e funzionali dei segmenti in esame e di riconoscere eventuali dislocazioni o compressioni da parte di formazioni dell’addome o della pelvi.
L’esame va eseguito dopo una preparazione specifica che garantisca un’adeguata pulizia intestinale. E’ condotto in vari decubiti e,al termine,non viè alcuna prescrizione o precauzione da osservare. Il mezzo di contrasto introdotto viene eliminato normalmente con le feci nei giorni successivi. Apparato digerente e clisma opaco sono indagini dinamiche che studiano in tempo reale il transito del mdc e l’esecuzione è affidata direttamente al medico radiologo che opera secondo le caratteristiche e le problematiche del caso, e prevedono, per un’esecuzione completa ed accurata, la collaborazione del paziente.
UROGRAFIA L’urografia è indagine radiologica dei reni, ureteri e vescica, attraverso la somministrazione di un mezzo di contrasto radiopaco poiché i reni e le vie urinarie sono poco visibili sui radiogrammi dell’addome, essendo la loro densità radiografica scarsa e non differente da quella dei visceri adiacenti. Il preparato contrastografico che si utilizza in urografia appartiene alla categoria dei mezzi di contrasto iodati e viene iniettato per via endovenosa. Nei reni, il preparato iodato viene filtrato ed è eliminato attraverso l’urina. Poiché l’opacizzazione di reni e vie escretrici (bacinetto, ureteri. Vescica. Uretra) avviene secondo la successione fisiologica della formazione e dell’eliminazione dell’urina, anche l’urografia si svolge con una sequenza di fasi, ciascuna dotata di un proprio significato diagnostico. Inizialmente (primi 5 min dall’iniezione) si opacizza il parenchima renale e successivamente si ha l’opacizzazione dell’urina e quindi delle cavità che la contengono (calici,bacinetto,ureteri, vescica). L’indagine può venire completata con lo studio dell’uretra mediante osservazione del transito urinario durante la minzione (uretrografia mi nzionale) e con ripresa di radiogrammi al termine della minzione, per controllare l’efficacia dello svuotamento della vescica .
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L’urografia fornisce quindi informazioni diagnostiche non soltanto morfologiche sui reni e sulle vie urinarie, ma anche funzionali, evidenziando una mancata o ritardata eliminazione del contrasto da una o da entrambi i reni o un incompleto svuotamento della vescica. E’ fondamentale eseguire prima dell’iniezione del mezzo di contrasto un radiogramma standard dell’addome L’urografia è un esame importante e di una certa complessità che espone il paziente ad una dose di radiazioni ionizzanti ad organi particolarmente sensibili come il midollo osseo delle ali iliache e le gonadi. Abbisogna, per una migliore visibilità di reni e ureteri, di una preparazione intestinale prima dell’esame con una dieta povera di scorie, pulizia dell’intestino distale tramite clistere e assunzione di scarsi liquidi. E’ indispensabile trattandosi di un esame che impiega mezzi di contrasto iodato per via endovenosa , eseguire preventivamente le indagini di laboratorio opportune ed un’accurata anamnesi su eventuali forme allergiche o patologiche, per prevenzione verso forme anafilattiche possibili. L’esame non è doloroso né fastidioso, a parte la necessità di sottoporsi all’iniezione del mezzo di contrasto e viene condotto in posizione supina. Non vi è alcuna prescrizione o precauzione da osservare dopo l’esame.
11.3. ECOGRAFIE:
L'ecografia è una metodica di indagine che ha conosciuto un enorme sviluppo negli ultimi anni. Essa utilizza onde acustiche (ultrasuoni) per ricostruire immagini dell'interno di un corpo. Queste onde, infatti, hanno la proprietà di passare attraverso i tessuti del nostro corpo; ogni tessuto poi, a seconda della sua composizione, riflette questa "perturbazione" in maniera diversa, generando degli echi, mentre un computer rileva, elabora, memorizza e stampa tutte le informazioni. L'esame non è né doloroso né fastidioso e si effettua cospargendo uno speciale gel (sostanza altamente conduttrice degli ultrasuoni) sulla superficie cutanea della zona da esplorare. Su di essa viene poi appoggiata una sonda, che rappresenta la sorgente del fascio di ultrasuoni: questi sono emessi da particolari cristalli (piezoelettrici) che entrano in vibrazione ogni qualvolta ricevono impulsi elettrici. Gli ultrasuoni, incontrando sul loro cammino superfici di diversa densità, vengono riflessi e ciò comporta la formazione di echi che tornano indietro verso la sonda e da qui vengono trasferiti a un apparecchio deputato a trasformarli in segnali elettrici e quindi in immagini. L'esame dura dai 10 ai 20 minuti, durante i quali il paziente deve evitare movimenti e deve, in certi momenti e su richiesta dell'esaminatore, trattenere il respiro. L'esame può
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essere moderatamente fastidioso solo nel corso di procedure speciali (inserimento della sonda nel retto o nella vagina nell'ecografia transrettale e transvaginale). I vantaggi di questo esame sono molteplici: non si utilizzano radiazioni ionizzanti e, quindi, risultando innocuo sia per il paziente sia per l’operatore, può essere ripetuto anche a breve distanza di tempo. Il costo dell'apparecchiatura è molto limitato se paragonato agli altri macchinari, ed offre la possibilità di ottenere immagini in tempo reale senza particolari problemi di preparazione del paziente. Inoltre, nello studio di specifiche regioni corporee come utero, ovaie, mammella, muscoli, vescica, fegato e vie biliari, pancreas, milza, prostata, tiroide e reni, si rivela assai versatile e preciso ed in grado di precisare le alterazioni strutturali, conseguenze di numerose patologie. In particolare, l'ecografia può mettere in evidenza noduli di diversa natura, a condizione che raggiungano dimensioni apprezzabili (5/10 mm). L'ecografia non è consigliata nello studio di organi circondati da osso o aria (che gli ultrasuoni non possono attraversare) e va preceduta da altre indagini in determinate condizioni (ad esempio, l'ecografia della mammella va eseguita dopo la mammografia nelle donne di età superiore ai 35-40 anni). Uno degli impieghi classici dell’ecografia si ha durante la gravidanza: i controlli ecografici durante la gestazione sono assolutamente privi di controindicazioni e permettono di seguire con grande precisione il regolare sviluppo del feto. Inoltre, una delle applicazioni più proficue nel campo degli ultrasuoni è l’ecocardiografia, tecnica che permette di esplorare il muscolo cardiaco, ottenendo preziose informazioni sulla struttura anatomica del cuore e sulla sua attività. Per l'analisi degli organi addominali (in particolare, fegato e colecisti) è buona norma, nei 3 giorni che precedono l'esame, non assumere frutta, verdura, formaggi e bevande gassate ed osservare il digiuno assoluto per almeno 5 ore prima dell'esame (acqua e farmaci possono essere assunti senza problemi). Per lo studio degli organi pelvici, invece (vescica, prostata, utero ed ovaie), occorre avere la vescica piena (aver finito di bere 1 litro di acqua circa 1 ora prima dell'esame). In specifiche condizioni (studio di organi addominali e pelvici in pazienti sofferenti di stipsi ed ecografia transrettale per lo studio della prostata) è preferibile eseguire un clistere di pulizia. Per tutti gli altri esami non è necessaria alcuna preparazione. Al termine dell'esame, il paziente non deve eseguire regimi o prescrizioni particolari e può subito riprendere la sua normale attività.
11.4 MAMMOGRAFIA:
La mammografia è un esame radiologico che, utilizzando raggi x, consente uno studio molto accurato delle mammelle.
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Attualmente l’esame viene eseguito impiegando una apparecchiatura radiologica dedicata, il mammografo.
La mammella viene posizionata su un apposito sostegno e compressa mediante un piatto in materiale plastico detto compressore.
Vengono eseguite, di base, due proiezioni (cranio-caudale ed obliqua mediolaterale) per ogni mammella: in totale si ottengono quindi quattro radiografie.
Ulteriori proiezioni aggiuntive possono essere eseguite quando necessario. L’acquisizione delle immagini dura, per ogni proiezione, pochissimi secondi. Complessivamente l’indagine dura 10-15 minuti.
Non vengono somministrati farmaci e non viene utilizzato mezzo di contrasto.
Non è necessaria alcuna preparazione prima dell’esame; non viene effettuata alcuna forma di anestesia. Al termine dell’esame la donna può lasciare il centro immediatamente; non è necessario un periodo di osservazione né essere accompagnati.
Nelle donne con il ciclo mestruale ancora presente, è opportuno eseguire l’esame nella prima metà del ciclo, perché è il periodo in cui il seno è meno teso e quindi più facilmente comprimibile. Inoltre in questa fase è possibile escludere una eventuale gravidanza.
Nelle donne in fase postmenopausale è generalmente possibile eseguire l'indagine in qualunque momento.
Al momento dell’esecuzione dell’esame è importante portare con se tutta la documentazione relativa ad indagini diagnostiche senologiche eseguite in precedenza. Potrebbero essere di fondamentale importanza per il medico radiologo per un eventuale confronto.
La compressione del seno è irrinunciabile per una corretta esecuzione dell’esame; è consigliabile diffidare di indagini eseguite senza adeguata compressione della mammella.
I principali segni radiologici di tumore sono costituiti dalla presenza di opacità a margini più o meno irregolari, aree di distorsione parenchimale, lesioni stellate, asimmetrie, microcalcificazioni.
La mammografia è l'esame più importante per la diagnosi del carcinoma della mammella. Tuttavia la metodica, sebbene notevolmente perfezionata nel corso degli anni, non è in grado di riconoscere la totalità delle lesioni neoplastiche mammarie: nelle casistiche più recenti si riporta dal 10 al 20% di tumori non diagnosticati con la mammografia; le cause possono essere relative al tumore stesso (troppo basso contrasto intrinseco nei confronti
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dei tessuti circostanti), alla scarsa qualità della mammografia, al mancato riconoscimento da parte del radiologo. I limiti della mammografia sono particolarmente gravi nelle donne con un seno cosiddetto "denso", nelle quali la presenza di una ghiandola mammaria di elevata radiopacità impedisce uno studio adeguato e rende difficoltoso, se non impossibile, il riconoscimento dei segni radiologici del tumore.
La maggiore limitazione alla risoluzione di questi problemi sta nella natura stessa delle modalità con cui si ottiene l’immagine mammografica: nel sistema tradizionale, infatti, l’acquisizione, l’esame e l’archivio dell’immagine sono tutti concentrati in un unico oggetto, la pellicola radiografica, con impossibilità quindi di ottimizzare separatamente le singole procedure.
11.5 ORTOPANTOMOGRAFIA
L’ortopantomografia chiamata anche radiografia panoramica delle arcate dentarie, è una tecnica radiografica che produce un’immagine dei denti delle arcate dentarie delle 0ossa mascellari e mandibolari su un’unica pellicola. Per ottenere la proiezione delle arcate si utilizza una tecnica che si bassa sulla rotazione della cassetta radiografica intorno alla testa del paziente in contemporanea rotazione del tubo radiogeno in modo da ottenere un’immagine delle strutture volute,
Essa è fondamentale per un bilancio iniziale e dello stato della bocca prima di un trattamento odontoiatrico ed è inoltre indispensabile per valutare lo stato di dentizione nei soggetti in età di sviluppo, per evidenziare eventuale malformazioni dentarie o denti inclusi e per cercare lesioni ossee, infiammatorie, cistiche o tumorali a carico degli alveoli e degli altri costituenti scheletrici che circondano i denti.
L’0pt è un esame radiografico e quindi espone il paziente alle radiazione ionizzanti: tuttavia la dose di raggi X che è assorbita dal paziente è inferiore di molte volte rispetto a quanto somministrato eseguendo tute le radiografie endo-orali necessarie per visualizzare separatamente tutti i gruppi di denti .
L’opt non richiede nessuna preparazione particolare.
L’esame non è doloroso né fastidioso. Il paziente viene posizionato i piedi con la testa nell’apparecchio iperestesia fissata con due appoggi morbidi in corrispondenza delle orecchie ed è invitato a mordere con gli incisivi anteriori un punto ricoperto di plastica: questo assicura la corretta posizione e l’immobilità della testa.
A parte la gravidanza iniziale,l’opt ha alcune controindicazioni e limiti specifici, legati alla peculiarità tecnica: risulta scadente in presenza di oggetti metallici non asportabili e quando il paziente non collabora sia pur minimamente
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12 PROTOCOLLO INTERNO DI ESECUZIONE DEGLI ESAMI RADIOLOGICI
Nella conduzione degli esami radiologici ed ecografici si seguono i dettami dei seguenti manuali: 1. Tecnica metodologia ed anatomia radiografica (F.Mazzucato) 2. Tutela della disciplina sulla standardizzazione e ottimizzazione degli esami ecografici
(De Albertis – Bazzocchi – Usillacchi – Derchi – Gallipoli – Mirk – Solbiati)
1. PARTE I – NORME GENERALI
1. Leggere con meticolosità la richiesta del medico inviante 2. Controllare le esatte generalità del paziente 3. Nelle donne in età fertile assicurarsi che sia escluso lo stato gravidico 4. Assicurarsi dell’avvenuta preparazione all’esame ove necessaria 5. Dare precise istruzioni su come prepararsi all’esame, indicando gli indumenti da
togliere ed invitando il paziente eventualmente ad indossare i camici in dotazione per coprirsi, prestandogli aiuto se impacciato od impedito
6. Far togliere tutti gli oggetti radiopachi dai segmenti scheletrici da radiografare – prestare attenzione a bottoni, ganci, stecche che potrebbero comunque apparire nel radiogramma
7. Ricoprire il piano del tavolo radiologico con i telini appositi, da sostituire ad ogni esame
8. Assumere una breve anamnesi inerente la richiesta medica presentata e informarsi sulla presenza di radiografie precedenti
9. Aiutare il paziente a posizionarsi in maniera opportuna badando a farlo sentire a suo agio e rinfrancandolo se dolorante o preoccupato – per sistemare il paziente nelle posizioni occorrenti al buon esito dell’indagine usare cunei, cuscini e fasce contenitive in modo d’assicurare l’immobilità
10. In caso di necessità richiedere la momentanea presenza di un accompagnatore provvedendo a farlo allontanare appena il paziente appare tranquillizzato.
11. Lasciare il paziente in posizione scomoda il minor tempo possibile 12. Nei giovani ricoprire dove possibile e senza inficiare la buona riuscita dell’esame le
gonadi con i teli in gomma piombifera in dotazione 13. Scegliere gli appropriati schermi di rinforzo 14. Chiudere i diaframmi quanto necessario 15. Dare precise e chiare istruzioni al paziente per la respirazione o per eventuali
spostamenti necessari 16. Evitare spostamenti bruschi Al temine, aiutare il paziente ad alzarsi standogli
sempre accanto e invitarlo a rivestirsi informandolo della necessità di attendere per la verifica della qualità dell’indagine fatta – accompagnarlo in sala d’attesa.
17. Detergere sistematicamente il tavolo radiologico dopo ogni esame e cambiare telini e camici
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Requisiti accreditamento:
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18. Usare cucchiai, bicchieri ecc monouso. 19. Nei casi d’urgenza agire subito delicatamente e rapidamente 20. All’occorrenza, se ritenuto opportuno ai fini dell’indagine, eseguire proiezioni
adeguate ad una migliore definizione del caso.
2. PARTE II - TECNICA E METODOLOGIA RADIOGRAFICA ESAMI DA ESEGUIRE IN SEZIONE 1-
TORACE
Preparazione del paziente Vedi norme generali. In particolare, prestare attenzione alla presenza di eventuali medagliette fissate con spille di sicurezza.
Preparazione apparecchiatura
• Controllare la distanza fuoco-piano sensibile ( 2m. se a paziente eretto) • Usare la tecnica dei raggi duri • Scegliere sistema di schermi di rinforzo T16 ad alta sensibilità
Formati cassette radiologiche
36 . 43 paziente con corporatura grossa
30 . 40
35 . 35 paziente con corporatura normale
24 . 30
Proiezioni standard da eseguire
• Postero-anteriore • Latero-laterale • (in paziente non deambulante) Antero-posteriore
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All’occorrenza, dopo aver verificato i radiogrammi standard, ove si abbiano immagini di dubbia interpretazione, eseguire: proiezioni mirate sull’apparecchio telecomandato (sez.2) Su richiesta specifica
• Proiezione per apici • Proiezione per cuore e grossi vasi con bolo esofageo (usare PRONTOBARIO
ESOFAGO in cucchiaio monouso).
SEGMENTI SCHELETRICI
(mano-polso–gomito–avambraccio–piede-caviglia-rotula)
Preparazione paziente
Vedi Norme generali
Per gli esami da eseguire a paziente seduto regolare l’altezza dello sgabello adoperato.
Preparazione apparecchiatura
• Usare schermi di rinforzo T2 ad alta definizione • Eseguire l’esame fuori-potter
Formati cassette radiologiche 24.30/2 Mano
Gomito – Avambraccio
Piede
Caviglia
18.24/2 Polso
Calcagno
30.90 Pangonogramma(arto inferiore in toto)
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Casa di Cura Medico Chirurgica
Via Rossetti, 62 34141 Trieste
Sigla: Dir San
N° Ed. 02 Data:
15/12/2011
Standard di prodotto Diagnostica per immagini
Requisiti accreditamento:
G.6
Proiezioni
• Eseguire le proiezioni standard per ogni segmento scheletrico • Eseguire la radiografia dell’arto inferiore in toto (pangonogramma) a distanza
sufficiente, appoggiando la cassetta radiologica a 2m. circa All’occorrenza su dubbi:
mano: proiezioni laterali delle falangi proiezioni oblique delle falangi polso: proiezione per scafoide proiezioni oblique proiezione a pugno chiuso gomito: proiezione obliqua per capitello radiale caviglia: proiezione obliqua per malleoli piede: proiezione laterale per calcagno
Su richiesta specifica
• Proiezione assiale del gomito • Proiezione AP + LL della caviglia sotto carico • Proiezione AP + LL del piede sotto carico • Proiezione assiale della rotula a 30° 60° 90°
N. B. -Arto inferiore in toto su cassetta 30.90 (solo per pazienti interni- - preoperatorio) ESAMI DA ESEGUIRE IN SEZIONE 2
SEGMENTI SCHELETRICI
(spalla-clavicola-scapola-omero-femore-ginocchia-gambe)
Preparazione paziente Vedi Norme generali In particolare, nel caso si dovesse condurre l’esame a paziente seduto sulla pedana del telecomandato, ricoprire quest’ultima con un telino. Usare gli appositi maniglioni d’appoggio per gli esami condotti in stazione eretta.
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Standard di prodotto Diagnostica per immagini
Requisiti accreditamento:
G.6
Preparazione apparecchiature
• Usare il fuoco fine ove consentito dall’apparecchio stesso • Scegliere schermi di rinforzo T6 a media sensibilità con buona definizione
Formati delle cassette radiologiche
Proiezioni
• Eseguire le proiezioni standard • Eseguire sempre la proiezione Outlet della spalla, tranne che nei traumi • Nelle radiografie di artroprotesi d’anca o in presenza di mezzi di fissaggio, prestare
attenzione ad evidenziare l’intero impianto All’occorrenza su dubbi: spalla: proiezione per acromion-claveare proiezione trans-toracica ginocchio: proiezione per rotula proiezione obliqua
24.30/2 Spalla – Scapola – Omero- Sterno-
Art. sternoclaveari 18.24
Ginocchio
20.40 Ginocchio sotto carico
30.90 • Pangonogramma (vedi SEZ. 1)
18.24 Clavicola
24.30 Anca
18.24
20.40
30.40 Femore
Gamba
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Requisiti accreditamento:
G.6
Su richiesta specifica
• Proiezione ascellare della spalla • Proiezione con peso di tensione nelle lussazioni di spalla • Proiezione del ginocchio sotto carico • Proiezione del ginocchio in appoggio monopodalico • Proiezione del ginocchio per spazio intercondiloideo (PA fless.45°) • Pangonogramma
In pazienti barellati eseguire gli esami in sez.1 sulla barella stessa.
CRANIO
Preparazione paziente
Vedi Norme generali
Far togliere l’apparecchio acustico.
Preparazione apparecchiatura
• Usare fuoco fine • Scegliere schermi di rinforzo T6 • Usare, se ritenuto opportuno per un migliore posizionamento, i cuscinetti
radiotrasparenti in dotazione • Prestare attenzione alla diaframmatura
Formati cassette radiologiche 24.30 18.24 Proiezioni Eseguire le proiezioni standard:
• AP o fronto- occipitale su 24.30 • LL su 24.30 • Naso-mento su 18.24
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Standard di prodotto Diagnostica per immagini
Requisiti accreditamento:
G.6
All’occorrenza o su specifica richiesta
In alternativa alla proiezione naso-mento eseguire:
• Occipitale: Proiezione di Worms-Bretton su 18.24 • Base: Proiezione di Hirtz - Proiezione bregma-submento su 18.24 • Rocche e mastoidi: AP transorbitaria su 18.24 – Proiezione di Stenvers su 24.3/20
(bil.) o 18.24 (monol.) – Proiezione di Schueller su 24.30/2 (bil.) o 18.24 (monol.) • Sella turcica: AP e LL su 24.30/2 • Proiezione per forami ottici su 18.24/2 • Proiezione per arco zigomatico su 18.24 • Proiezione per emimandibola su 18.24 da completare eventualmente con una
panoramica da effettuare in Sez. 3 con l’ortopantomografo • Proiezione per ossa nasali da eseguire fuori potter su 18.24/2 • Proiezioni per condili mandibolari su 24.30/4 (bil.) o 18.24/2 (monol.)
In pazienti barellati eseguire l’esame in Sez. 1 usando la griglia fissa in dotazione.
RACHIDE
Preparazione paziente
Vedi Norme generali
Ricoprire la pedana con un telino se l’esame viene fatto a paziente seduto.
Preparazione apparecchiatura
• Usare fuoco grosso • Scegliere schermi di rinforzo T6 • Scegliere dati di esposizioni adeguati per non appiattire il contrasto • Usare la tecnica dei tempi lunghi nella proiezione del rachide dorsale
Formati delle cassette radiologiche
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Requisiti accreditamento:
G.6
Proiezioni
• Eseguire le proiezioni standard • Eseguire sempre le proiezioni oblique del rachide cervicale
Su specifica richiesta
Rachide cervicale: proiezione trans-orale proiezioni dinamiche Rachide lombare: proiezioni oblique proiezione di Serra proiezioni in ortostatismo proiezioni dinamiche Passaggio cervico-dorsale Passaggio dorso-lombare
BACINO
Preparazione paziente Vedi Norme generali. N.B.: - Se possibile nei giovani ricoprire le gonadi con telini piombiferi
Preparazione apparecchiatura
• Usare il fuoco grosso • Scegliere schermi di rinforzo T6
24.30/2 Rachide cervicale
30.40/2 Rachide dorsale-lombare
24.30/2 Rachide sacro - coccigeo
18.24
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Requisiti accreditamento:
G.6
Formati delle cassette radiologiche
36.43
Proiezioni
• Eseguire la proiezione standard – controllare che le rotule siano allo zenit.
• In presenza di artroprotesi o mezzi di fissazione eseguire la proiezione assiale dell’anca interessata comprendendo l’intero impianto
All’occorrenza o su richiesta specifica
• Proiezione per ileo-ischio-pube su 24.3°/2
• Proiezione per ala iliaca su18.24 • Proiezione per sincondrosi sacroiliache su 24.30/2 eseguendo sempre una
proiezione comparativa • Proiezione in ortostatismo
EMICOSTATO
Preparazione paziente
Vedi Norme generali
Preparazione apparecchiature
• In Potter- Bucky • Scegliere schermi di rinforzoT6 (media sensibilità) o T16 (alta sensibilità) a seconda
dello stato del paziente.
Formato delle cassette radiologiche 30.40 24.30 x 2 All’occorrenza completare con:
• Proiezioni mirate sulla zona dolente • Proiezione del torace in presenza di un interessamento polmonare
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Requisiti accreditamento:
G.6
Altre proiezioni del distretto corporeo in esame
• Proiezione per articolazioni sterno claveari su 24.30 con esame comparativo • Proiezioni standard dello sterno su 24.30
APPARATO DIGERENTE
Preparazione del paziente Vedi Norme generali Accertarsi che sia stato mantenuto il digiuno. Preparare tovaglioli monouso, Preparazione apparecchiature
• Tavolo radiologico in posizione verticale • Usare schermi di rinforzo T16
Preparazione del mezzo di contrasto Eseguire sempre l’esame a doppio contrasto (se possibile). Preparare:
• N. 2 bustine di DUOGAS (composto effervescente granulare) in un cucchiaio monouso
• N.1 barattolo di PRONTOBARIO HD da diluire in 200ml. di acqua per ottenere una sospensione di solfato di Ba. Agitare bene il composto.
• In caso non fosse possibile l’assunzione di solfato di Ba (emorragia acuta, fistola, perforazione) usare GASTROGRAFIN ( m.d.c. iodato) 60-100ml. diluiti 1 : 1.
• Per l’esame del solo esofago il Prontobario HD deve essere diluito con una quantità minore di acqua (120ml.) e all’occorrenza predisporre l’uso di PRONTOBARIO ESOFAGO.
All’atto dell’assunzione avvertire il paziente che, per lo sviluppo di anidride carbonica sentirà una leggera distensione gastrica. Formati delle cassette 35.35 Esofago 24.30/2 18.24 Stomaco 24.30 18.24/4 Bulbo duodenale
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Requisiti accreditamento:
G.6
24.30/2 Proiezioni
• AP-LL-oblique nei vari decubiti • Seriografie del bulbo
Su richiesta di apparato digerente completo
• Ritardata a 5 h. su 35.35
CLISMA OPACO Preparazione del paziente Vedi Norme generali. Assicurarsi della preparazione Preparazione apparecchiature
• Predisporre un ulteriore telo di protezione sul tavolo radiologico per far fronte immediatamente ad un’eventuale fuoriuscita di mezzo di contrasto
• Usare schermi di rinforzo T16 Preparazione mezzo di contrasto Usare sempre, ove possibile, la tecnica del doppio contrasto.
• Sacca monouso di PRONTOBARIO COLON da diluire in 500ml. di acqua tiepida se in doppio contrasto, in 2000ml. se a contrasto normale.
• Agitare bene ed insufflare aria nella sacca • Inserire la cannula monouso in dotazione ad ogni confezione di prodotto • Spalmare la cannula con vaselina bianca e, dopo averla posizionata a paziente sul
fianco sinistro, fissarla con cerotto. DPI
• Guanti monouso Formati delle cassette radiologiche 36.43 24.30 30.40 Addome diretto
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Requisiti accreditamento:
G.6
Proiezioni
• Far precedere sempre all’esame una radiografia dell’addome diretto • Eseguire proiezioni AP-LL-Oblique delle varie porzioni intestinali • Proiezione AP per visione d’insieme
Finita l’indagine e tolta la sonda accompagnare il paziente in bagno assicurandosi delle sue condizioni generali.
UROGRAFIA
Preparazione del paziente Vedi Norme generali Accertarsi della preparazione Controllare esami ematochimici Far urinare Chiudere il catetere vescicale se presente Preparazione delle apparecchiature
• Inserire il tomografo • Usare schermi di rinforzo T6 • Preparare pappagallo o padella in caso di cistografia minzionale
Preparazione mezzo di contrasto
• N.1 flacone da 50ml. di ULTRAVIST 370 in flebo Occorrente
• Set per perfusione endovenosa • Ago cannula da 20G • Disinfettante (per la sede dell’iniezione) • Cerotto (per fissare l’ago) • Cerottino da medicazione (post-iniezione) • Bacinella • Asta per flebo
DPI
• Guanti monouso
Metodica d’esame
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Requisiti accreditamento:
G.6
• Radiogramma diretto dell’addome su FORMATO 36.43 • Tomogramma ombre renali 24.30 • Perfusione endovenosa del m.d.c. • Tomogramma reni a 30” dalla fine 24.30 • Tomogramma reni a 1’ dalla fine 24.30 • Radiogramma addome a 7’ 36.43 • Radiogramma addome a 15’ • Radiogramma addome a 25’
All’occorrenza il radiologo può disporre l’esecuzione di:
• Proiezioni oblique dei reni • Radiogrammi per la visualizzazione degli ureteri • Proiezioni oblique della vescica • Radiografie ritardate dell’addome
Eseguire sempre una radiografia della vescica post-minzione
Su richiesta specialistica
• Cistografia retrograda (solo su pazienti portatori di catetere):
o Mezzo di contrasto: OPACIST in flebo o Occorrente: set per catetere – Palo per flebo o D.P.I.: guanti monouso o Proiezioni e formati: AP – Oblique su 24.30/2
• Cistouretrografia perminzionale in proiezione obliqua su 24.30 a paziente eretto (v. cistografia )
Eseguire sempre radiogramma di prova e radiogramma della vescica post-minzione.
FISTOLOGRAFIA
Modalità d’esame
Di volta in volta variabili a seconda della posizione e del problema clinico
Mezzo di contrasto
• Solfato di Ba • Iopamiro 300 in fiale
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Requisiti accreditamento:
G.6
Occorrente
Da valutare caso per caso:
• Aghi cannula da 18G • Aghi cannula da 22G • Folley da 14 – 16- 18 • Garze • Disinfettante • Bacinella • Telini (per pulizia)
DPI
• Guanti monouso • Camice piombato per il radiologo che conduce l’esame
ISTEROSALPINGOGRAFIA
Preparazione del paziente Vedi Norme generali Accertarsi della corretta preparazione Provvedere per tempo al reperimento dello strumento ginecologico da usare presso l’U.O. di Chirurgia
Preparazione apparecchiature
• Controllare la preparazione degli strumenti ginecologici • Preparare il tavolo radiologico con gli opportuni accessori (reggigambe) • Usare schermi di rinforzo T16
Prestare attenzione alla STERILITA’
Preparazione mezzo di contrasto
• N.2 fiale di ISTEROPAC ad opportuna temperatura in siringa da 50ml
Occorrente • Preparazione sterile con: 1. Isterosalpingografo 2. Valve 3. Pinze 4. Speculum
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Requisiti accreditamento:
G.6
• Bacinella sterile • Siringa da 50ml. • Garze sterili • Disinfettante • Telini
D.P.I.
• Guanti sterili • Camice piombato
Proiezioni e formati
• Radiogramma diretto su 24.30 • Dopo posizionamento dell’iniettore da parte del medico ginecologo si eseguono i
necessari radiogrammi mirati nelle proiezioni AP e oblique Al termine dell’esame riconsegnare gli strumenti usati all’U.O. di Chirurgia,. che provvederà per la pulizia e sterilizzazione.
MAMMOGRAFIA
Preparazione paziente
• Vedi Norme generali • Far togliere le collane più lunghe • Richiedere esami mammografici precedenti insistendo sulla loro importanza • Informare della necessità della compressione • Segnalare al radiologo l’eventuale presenza di cicatrici, nei, cheloidi, ecc.
Preparazione apparecchiatura
• Impostare la sviluppatrice su ciclo di lavoro appropriato • Cassette mammografiche con schermi di rinforzo appositi • Usare esposizione automatica • Usare la camera d’esposizione adatta alle dimensioni della mammella da esaminare • Utilizzare collimatori di misura adatta • Controllare che l’indicatore sia su anodo in molibdeno • Si raccomanda la compressione, in particolare la regolazione fine manuale al termine
della manovra stessa Si ricorda che ciò:
o Riduce la distanza oggetto-film e quindi la sfumatura geometrica
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Requisiti accreditamento:
G.6
o Migliora il contrasto permettendo l’uso di Kvoltaggi più bassi, riducendo così la
radiazione diffusa o Diminuisce la sfumatura per movimento o Riduce la dose ghiandolare media o Migliora la definizione delle lesioni
• Posizionare i sistemi d’identificazione di proiezione e di lato
Proiezioni • Caudo-craniale • Obliqua
Fare attenzione alla posizione di mento e spalle
All’occorrenza o su specifica richiesta
• Esami mirati:
1. Esami di dettaglio senza ingrandimento: in potter con griglia – usare i limitatori adatti
2. Ingrandimento diretto:
o Usare distanziatori e limitatori che permettono ingrandimenti diversi o Predisporre il fuoco fine o Fuori Potter senza griglia o Tempi di esposizione lunghi
• Radiografia di pezzo operatorio: o Fuori Potter o Fuoco fine
ORTOPANTOMOGRAFIA
Preparazione del paziente Far toglier collane, orecchini, forcine per capelli, apparecchi acustici, apparecchi dentari mobili, protesi dentarie ed acustiche, maglie a collo alto o con chiusure con bottoni o zip, piercing
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Requisiti accreditamento:
G.6
Far appoggiare la lingua sul palato Richiedere un respiro lento Proiezioni In presenza di incisivi con particolari inclinazioni eseguire 2 radiogrammi, uno per l’arcata inferiore ed uno per la superiore. All’occorrenza Per elementi mal rappresentati eseguire radiografie endorali
ESAMI INTRAOPERATORI
Il TSRM o in sua assenza il medico radiologo muniti dei D.P.I. in dotazione (camici di piombo) posizionano l’apparecchio opportunamente sul campo operatorio. Dopo aver fatto uscire dalla sala tutto il personale non necessario, mantenendo quello indispensabile, con gli opportuni D.P.I. (camici piombati), a maggior distanza possibile, si procede all’esame fluoroscopico, come da indicazione dello specialista chirurgo:
o Riducendo il più possibile il campo d’esposizione con opportuna diafframatura o Limitando al massimo i tempi di scopia, che ha esposizione automatica d’intensità
Si procede quindi alla documentazione grafica dell' immagini significative e all’allontanamento dell’apparecchio.
AGOASPIRATO SU GUIDA ECOGRAFICA
Si esegue su lesioni clinicamente e mammograficamente e/o ecograficamente dubbie o sospette. Ci si avvale della collaborazione dell’UOC Anatomia patologica, istopatologica e citodiagnostica dell’Azienda ospedaliera “Ospedali Riuniti” di Trieste, presso i cui laboratori viene esaminato il materiale biologico prelevato, e che garantisce altresì la presenza di un medico anatomopatologo presso la nostra struttura nel momento del prelievo, previo avviso, per assicurare una perfetta preparazione dei campioni. Occorrente:
• Disinfettante • Siringhe da 10 ml con raccordo • Aghi da 25-27G • Set di vetrini e fissativi per preparati istologici
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G.6
• Bacinella reniforme • Cerottino da medicazione
D.P.I.
• Guanti monouso
Metodologia
Il medico radiologo informata la paziente ed ottenutone il consenso: • Controlla gli esami mammografici ed ecografici precedenti per l’individuazione della
lesione sospetta • A paziente supina localizza tramite sonda ecografica il nodulo • Tendendo la cute per l’immobilizzazione della lesione disinfetta la parte ed
introduce, possibilmente per via obliqua, l’ago • Posiziona la siringa e procede al prelievo per aspirazione mediante movimenti
successivi di va e vieni e rotatori per il campionamento di diverse zone della lesione
La durata dell’aspirazione ed il numero di movimenti sono variabili in rapporto alla densità del tessuto.
• Estratto l’ago comprime la sede del prelievo per l’emostasi e ricontrolla ecograficamente la parte.
In presenza di prelievo adeguato l’anatomopatologo allestisce i preparati:
• Spruzza il materiale prelevato sulla parte prossimale di un vetrino munito dei dati identificativi della paziente
• Esegue lo striscio con un altro vetrino in un'unica direzione • Fissa il preparato secondo procedure in uso nell’Istituto di Anatomia Patologica
Vengono allestiti più preparati che verranno sottoposti a diverse colorazioni nei laboratori dell’UOC Anatomia Patologica dove sono immediatamente recapitati dall’anatomo- patologo stesso.
I vetrini sono corredati da una richiesta informativa comprendente oltre ai dati anagrafici della paziente e l’inviante, la sede ed il tipo di lesione agoaspirata ed i suoi caratteri clinici. Dopo l’esame dei campioni con protocolli in uso presso l’Istituto di Anatomia patologica il relativo referto scritto viene recapitato da personale della Casa di Cura al Servizio di Radiologia per essere consegnato alla paziente da parte del medico radiologo che fornirà le opportune spiegazioni. Il tempo di consegna della risposta è di una settimana, fatto salvo casi di particolare impegno diagnostico.
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G.6
MARCATURA DI UNA LESIONE
Si esegue su lesioni non palpabili o microcalcificazioni che richiedono biopsia chirurgica. Occorrente:
• Disinfettante • Cotone • Siringa • Ago da 20 – 22 G • Marker: soluzione di polvere di carbone inerte all’ 1% in soluzione fisiologica • Bacinella
D.P.I.
• Guanti monouso Metodologia Il medico radiologo informata la paziente ed ottenutone il consenso
• Controlla gli esami precedenti per l’individuazione della lesione sospetta • A paziente supina localizza tramite sonda ecografica la lesione • Preparata la siringa con il marker, disinfetta la parte ed introduce l’ago iniettando la
soluzione a livello della lesione continuando anche durante la ritrazione dell’ago in modo da evidenziare la traccia che dalla cute conduce alla lesione.
La quantità di marker consigliata è di 1ml. • Estratto l’ago comprime la sede dell’iniezione a scopo di emostasi e ricontrolla in
ecografia la riuscita dell’inoculazione. La soluzione di polvere di carbone inerte può rimanere in sede per vari giorni senza reazioni locali.
RADIOGRAFIA DI PEZZO OPERATORIO
Si esegue su reperto mammografico costituito da microcalcificazioni e in tutti i casi in cui la lesione non è macroscopicamente ben evidenziabile. Dopo l’asportazione il pezzo operatorio, in contenitore adatto, giunge in radiologia assieme alla richiesta del chirurgo e la precedente mammografia. Si esegue:
• una radiografia fuori-potter del pezzo con collimatore adatto e fuoco fine • una seconda radiografia ortogonale alla prima
Si confrontano i radiogrammi ottenuti con la mammografia per confermare o meno la presenza della lesione e si invia il tutto al chirurgo per l’iter successivo.
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Requisiti accreditamento:
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13. FORMAZIONE DEL PERSONALE Il personale ha seguito i seguenti corsi di formazione: La corretta gestione dei rifiuti ospedalieri Sicurezza e salute dei lavoratori nelle strutture sanitarie pubbliche e private (D.Lgs 626/94) Uso del telo ad alto scorrimento La prevenzione e la gestione degli incendi Corso per addetti antincendio Rischio biologico Codice della “privacy” Corsi BLS 14. TEMPI DI ATTESA Tenuto conto che l’attività è fortemente condizionata dal budget assegnato dall’ASS n° 1 Triestina e, conseguentemente, dal n° degli esami richiesti, prenotabili attraverso il CUP dell’Azienda territoriale ed erogabili in modo uniforme durante tutto il corso dell’anno, i tempi di attesa variano di anno in anno, con modifiche in corso d’anno per eventuali accordi aggiuntivi. Al Settembre 2007, per tutti i tipi di esami, i tempi di attesa sono di circa 2 mesi.
15. INDICATORI Per garantire la qualità costante delle prestazioni radiologiche sono fissati protocolli di verifica degli standard di qualità stabiliti e dichiarati:
Per Pazienti ambulatoriali:
• TEMPO IN SALA D’ATTESA: è il tempo che intercorre tra l’ora di appuntamento di ogni esame e l’ora della sua effettiva effettuazione,
Ogni 3 mesi si effettua un controllo a campione (2 settimane) sui tempi di permanenza in sala d’attesa da parte dei pazienti, riportando giornalmente sulla scheda di lavoro inviata dal CUP con la lista degli appuntamenti (identificata come Lista prenotati), l’ora dell’effettiva esecuzione di ogni esame da parte del TSRM, rilevando quest’ultima dal radiogramma appena effettuato.
La verifica dei dati e l’aderenza ai parametri fissati viene fatta dal medico
radiologo responsabile. Standard del tempo d’attesa in sala: ≤ 30 m’
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Requisiti accreditamento:
G.6
• TEMPO D’ATTESA RILASCIO REFERTO RADIOLOGICO
Ogni 3 mesi il Direttore Sanitario effettua un controllo a campione sui tempi di consegna del referto radiologico. Cio’ è reso possibile perché il software in uso prevede in automatismo la presenza sia della data di stesura del referto stesso che della data dell’effettuazione dell’esame a cui fa riferimento che vengono riportati sulla copia cartacea. Tempo d’attesa: ≤ 2gg. lavorativi
• CONTABILIZZAZIONE E ANALISI DEGLI SCARTI Negli ultimi anni sono state scartate circa 10 pellicole / settimana pari al 2,5% del consumato. Si ritiene pertanto indicare nel 3% il relativo standard di qualità.
I radiogrammi risultati da scartare dopo un esame radiologico vengono raccolti su uno scaffale dell’armadietto stabilito.
Ogni 3 mesi il medico radiologo e il TSRM provvedono al loro conteggio e all’analisi del motivo del loro scarto, riportando il risultato su apposito schema
Standard di qualità percentuale degli scarti sul consumo : ≤ 3%