L'ESERCITO DITERRACOTTA
DEL PRIMO IMPERATOREDELLA CINA
CINA
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di Patrizia Civeli
A Litong, circa 35 km ad ovest di Xi’an, sitrova, inviolato, il mausoleo di Qin Shi Huandi, il Primo Augusto Imperatore della dinastiaQin (che non a caso si pronuncia “cin”), illeggendario e controverso sovrano, ossessionato dall’idea di ottenere l’immortalità, chenel corso del III secolo a.C. seppe unificareun territorio immenso e creò, di fatto, la Cina.Le cronache del tempo affermano che per lasua realizzazione occorsero quasi quarant’anni.La sepoltura monumentale si trova sotto untumulo alto una cinquantina di metri circondato da una doppia cinta muraria il cui perimetro esterno è circa 6.300 metri e il cui contenuto resta ancora un mistero.Sima Qian, il grande storico vissuto nel I secolo a.C. narrava che nell’immenso palazzosotterraneo, costruito con il lavoro coatto dioltre 700.000 uomini, il soffitto e la sala principale riproduceva fedelmente la volta celeste,
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mentre l’Impero era raffigurato sul pavimento.I fiumi che scorrevano verso il mare graziead ingegnosi congegni meccanici, contenevanomercurio al posto dell’acqua.Nel marzo del 1974, dopo ventidue secoli, apoco più di mille metri dalla collina dovesuccessivamente venne appunto localizzatoil mausoleo del Primo Imperatore, alcuni contadini, intenti a scavare un pozzo, riportaronoalla luce la testa di un guerriero di terracotta.Le indagini condotte da un gruppo di archeologi subito accorsi sul posto confermaronol’ipotesi che in quel luogo fosse interrata laleggendaria armata posta a difesa del PrimoImperatore sepolto nell’immenso mausoleo.A tutt’oggi sono state aperte quattro fosse: lan. 1 corrisponde a quella fortuitamente individuata dai contadini del luogo, mentre la n.2 e la n. 3 furono rinvenute pochi anni dopograzie ad interventi mirati.
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Nel 1995 venne poi scoperta l’esistenza di una quarta fossa chesi rivelò completamente vuota.
Gli archeologi ritengono che lestatue interrate siano circa 8.000,ma finora ne sono state recuperate poco più di 1.300 in un’area dicirca 25.000 metri quadrati: solouna parte dell’immenso esercitodi terracotta è stata dissotterratae sono occorsi anni di pazientelavoro per ricomporre le migliaiadi frammenti, ma l’impressioneche l’esercito di terracotta produce su coloro che per la prima volta hanno la sorte di trovarselodavanti è davvero stupefacente.
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ognuno coadiuvato da oltre 20 assistenti, perun totale di oltre 1.500 artigiani.Le prospezioni compiute, la collocazionedelle fosse e l’assetto dei guerrieri finorarecuperati indicano con chiarezza che le statue sono state disposte seguendo principi ditattica militare in vigore durante l’inizio delperiodo imperiale.I lineamenti del volto, lo sguardo, le acconciature e tanti altri particolari del capo e delcorpo sono così perfetti da lasciar intuirel’appartenenza etnica dei singoli soldati: ognistatua riproduce sembianze diverse, così come fedeli alla realtà sono gli equipaggiamentim i l i t a r i e l e b a r d a t u r e d e i c a va l l i .I contorni squadrati dei corpi vigorosi e ilineamenti, semplici e forti allo stesso tempo,denotano una ricerca di realismo ed unagrande cura nella definizione dei dettagli.
Allineati in serena compostezza compongonoun grandioso simbolo di forza e potenza.Solenni e marziali nel portamento, come siconviene ad un esercito imperiale, i guerrierisono di altezza maggiore rispetto alla staturacomune.Gli esemplari in piedi misurano circa duemetri mentre gli arcieri in ginocchio misurano un metro e venti ed il loro peso si aggiraintorno a 150 chili.Le statue erano in origine dipinte in diversicolori ma oggi sono visibili solo alcune traccedei pigmenti impiegati.Però lo splendido colore della terracotta nontoglie nulla al fascino e alla suggestione chesi prova alla loro presenza.La realizzazione dell’esercito di terracottarichiese uno sforzo enorme: è stato calcolatoche presero parte alla sua costruzione almeno85 maestri, il cui nome compare sulle statue,
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Ma è soprattutto nell’esecuzione delle testeche il talento dei maestri artigiani è riuscitoa produrre i r isultat i più spettacolari .I soldati hanno uno sguardo profondo, fiero,marziale; guardano fissi un punto lontano,immobili a scrutare l’orizzonte.Ci si incanta a guardarli.Rapiti dall’elegante armonia dei loro volti.Allineati e composti balestrieri, fanti ed arcierisembrano in at tesa di r icevere ordini .Il lavoro degli archeologi non conosce sosta:gli scavi continuano ed è uno spettacolo nellospettacolo assistere alla loro paziente sapientissima opera.In alcune sezioni, ancora immersi nella terra
come prigioni, intricati intrecci di corpi, armature, cavalli.Meravigliosamente sinuosi, come nella “battaglia di Anghiari”.La fossa n. 3, la più piccola, si ritiene fossestata destinata al quartier generale dell’armata: sono stati recuperati 68 guerrieri fra ufficiali ed attendenti oltre a magnifici cavalli edun carro.La presenza di numerose ossa animali portaa ipotizzare che i comandanti compisserosacrifici propiziatori prima della battaglia.Gli archeologi si sono a lungo interrogati sullafunzione della fossa n. 4 che è stata rinvenutacompletamente vuota.
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Tra le varie ipotesi avanzate per scioglierel’enigma, la più attendibile sembrerebbe quella secondo la quale la fossa sarebbe stata destinata a contenere il corpo centrale dell’armata, contenendo la fossa n. 1 e la fossa n. 2,rispettivamente, l’ala destra e l’ala sinistradel l ’eserci to e la n. 3 l ’a l to comando.L’intera legione per la quale era stata preparata la fossa n. 4 avrebbe dovuto essere composta di soldati in carne ed ossa, probabilmente i rec lus i che avevano lavorato a l lacostruzione del mausoleo, destinati ad essereimmolati sul luogo secondo un’antichissimausanza, all’epoca non ancora abbandonata.E’ ancora una volta lo storico Sima Qian afornirci le notizie che possono suffragare questa ipotesi e spiegare perché il sacrificio dimassa non avvenne.
Nella sua imponente opera Shiji (Memorie di uno storico), egli riporta unepisodio che fa riferimento ad unadecisione assunta dall’Augusto Imperatore su suggerimento di uno dei suoiministri, di risparmiare quegli uominiper inviarli a combattere contro lepopolazioni che in varie parti dell’Impero insorgevano contro il giogo imposto dall’autorità centrale.I soldati avrebbero così difeso sul campo di battaglia l’Imperatore invece diessere a sua disposizione per le gloriedi una vita ultraterrena.
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