COMUNE DI CASTIADAS PROVINCIA DI CAGLIARI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADAS DOCUMENTO DI SCOPING Agosto 2016 I professionisti incaricati Dott. Agr. Valerio Boi Assetto Ambientale – Aspetti biotici Dott. Geol. Dario Cinus Assetto Ambientale - Aspetti abiotici - VAS Dott. Ing. Ivan Onnis Pianificazione Urbanistica p_ca.PrCa.REGISTRO UFFICIALE.I.0035324.07-09-2016.h.09:33
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO … · 3.1 La pianificazione urbanistica ... che le possibili sinergie con altri strumenti di pianificazione ... Questa nuova sensibilità
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2. QUADRO NORMATIVO IN MATERIA DI V.A.S. .......................................... 52.1 Normativa Europea ........................................................................................... 52.2 Normativa Italiana ............................................................................................ 82.3 Normativa della Regione Autonoma della Sardegna...................................... 92.4 Funzione e contenuti della VAS .................................................................... 12
3 PIANO URBANISTICO COMUNALE............................................................... 203.1 La pianificazione urbanistica vigente ............................................................ 203.2 Il nuovo Piano Urbanistico Comunale di Castiadas ..................................... 213.2.1 Riferimenti normativi .................................................................................. 213.2.2 L’adeguamento del PUC di Castiadas al PPR ........................................... 243.2.3 L’adeguamento del PUC di Castiadas al Piano di Assetto Idrogeologico 26
Adeguamento del PUC al PAI ......................................................................... 26Adeguamento del PUC al PGRA..................................................................... 29
3.3 Indirizzi e obiettivi del nuovo PUC di Castiadas.......................................... 323.4 Riordino delle conoscenze.............................................................................. 33
3.4.1 Sistema ambientale ............................................................................... 333.4.2 Sistema del patrimonio culturale ............................................................ 393.4.3. Sistema socio-economico..................................................................... 463.4.4. Sistema paesaggio................................................................................. 523.4.5. Sistema insediativo................................................................................ 553.4.6 Obiettivi e criteri di sostenibilità ambientale del PUC di Castiadas . 58
4. LA PROCEDURA DI VAS PER I PUC ............................................................ 594.1 Modello di valutazione ................................................................................... 63
4.1.1 Fase 0 di preparazione.......................................................................... 634.1.2 Fase 1 Orientamento SCOPING.......................................................... 644.1.3 Fase 2 Redazione .................................................................................. 654.1.4 Fase 3 Adozione ................................................................................... 664.1.5 Fase 4 Deposito.................................................................................... 674.1.6 Fase 5 Consultazione............................................................................ 674.1.7 Fase 6 Esame e valutazione e parere motivato ................................... 684.1.8 Fase 7 Adozione definitiva .................................................................. 684.1.9 Fase 8 Verifica di coerenza.................................................................. 694.1.10 Fase 9 Informazione sulla decisione ................................................... 69
4.3 Fase di Scoping ............................................................................................... 694.3.1 Individuazione dei soggetti (allegati I e II)......................................... 694.3.2 Individuazione degli ambiti di influenza del PUC ............................. 694.3.3 Metodologia di valutazione che si intende utilizzare ......................... 694.3.4 Analisi ambientale del contesto (Allegato III)................................... 71Specie vegetali ................................................................................................ 79Specie animali.................................................................................................. 80Specie vegetali ................................................................................................ 83
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Specie animali................................................................................................... 834.3.5 Analisi di coerenza esterna, metodologia e Piani e Programmi diriferimento ......................................................................................................... 84
5 MONITORAGGIO ........................................................................................... 865.1 Sistema di Monitoraggio (scopo e contenuti) ..................................... 865.2 Indicatori ............................................................................................... 865.3 Rapporti di Monitoraggio.................................................................... 88
6 RAPPORTO AMBIENTALE .......................................................................... 896.1 Valutazione di coerenza del piano con gli obiettivi ambientali ...... 896.2 Valutazione di coerenza del piano con i Piani e Programmi consideratipertinenti. ........................................................................................................... 916.3 Proposta di indice del Rapporto Ambientale ..................................... 91
7 VALUTAZIONE DI INCIDENZA .................................................................. 937.1 Analisi dei siti della Rete Natura 2000 potenzialmente interessati dalPiano 937.2 Individuazione dei livelli di criticità degli habitat e delle specie presentinei siti 937.3 Analisi degli agenti causali di incidenza nel PUC.................................... 947.4 Impatti e incidenze del PUC ...................................................................... 947.5 Soluzioni alternative, misure di mitigazione e compensazione del PUCsui siti Natura 2000 ........................................................................................... 95
ALLEGATO I – ELENCO SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIAAMBIENTALE ......................................................................................................... 96ALLEGATO II - PUBBLICO INTERESSATO ................................................... 104ALLEGATO III – SCHEDE DI ANALISI DELLE COMPONENTIAMBIENTALI ........................................................................................................ 105
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1. Introduzione
La presente relazione costituisce il Documento di Scoping relativo alla Valutazione
Ambientale Strategica (VAS) del Piano Urbanistico Comunale (PUC) del Comune di
Castiadas, in adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale (PPR) della Regione
Autonoma della Sardegna.
La prima parte del documento approfondisce i principali aspetti normativi e procedurali in
materia di VAS: gli aspetti normativi comunitari, la disciplina nazionale e regionale
vigente, le fasi ed il processo di Valutazione Ambientale Strategica.
In maniera sintetica, si premette che la procedura di VAS, ha lo scopo di evidenziare la
congruità delle scelte di pianificazione rispetto agli obiettivi di sostenibilità del PUC oltre
che le possibili sinergie con altri strumenti di pianificazione sovraordinati e di pari livello.
Il processo di valutazione individua le alternative proposte nell’elaborazione del Piano, le
azioni potenzialmente impattanti, nonché le misure di mitigazione e compensazione che
devono essere recepite dallo stesso strumento urbanistico.
La VAS favorisce la partecipazione della comunità ai processi decisionali relativi allo
sviluppo del Comune di Castiadas dalla fase preparatoria del PUC, traversando l’intero
percorso decisionale, la sua adozione e approvazione, sino al successivo e continuo
processo il monitoraggio.
La seconda parte del documento riguarda nello specifico la natura e i contenuti del PUC
di Castiadas: gli aspetti normativi, il processo di adeguamento del PUC al PPR e al P.A.I.
(P.S.F.F.), gli obiettivi generali del PUC.
L’ultima parte del documento contiene infine l’individuazione delle componenti ambientali
di interesse per il Comune di Castiadas ed una descrizione sullo stato delle stesse, la
descrizione della metodologia scelta per la conduzione dell’Analisi Ambientale del Piano,
l’elenco dei Piani e Programmi, sia di pari livello che sovraordinati, con i quali il PUC si
rapporta, un indice ragionato del Rapporto Ambientale e l’elenco dei Soggetti in Materia
Ambientale da coinvolgere nel processo di VAS.
2. QUADRO NORMATIVO IN MATERIA DI V.A.S.
2.1 Normativa Europea
Il quadro normativo comunitario attuale in materia di VAS, scaturisce da un’evoluzione
della sensibilità ambientale dell’uomo sempre più consapevole delle modifiche
significative che potrebbe introdurre nell’habitat in cui vive e della conseguente necessità
di un adeguato controllo e monitoraggio sin dalle fase di pianificazione.
Risulta quindi interessante fare un cenno al percorso che ha portato all’approvazione di
leggi e direttive, attualmente in vigore, in quanto il percorso stesso è indicativo delle
modalità con le quali si è giunti a determinati risultati.
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La letteratura di settore attribuisce l’origine delle modalità operative al sistema legislativo
Statunitense con l’approvazione nel dicembre 1969 del “National Environmental Policy
Act”, con il quale fu sancita l’importanza della prioritaria verifica degli effetti generati
sull’ambiente dalla realizzazione di determinate opere.
Il successo ottenuto da tale strumento di controllo ambientale determinò nel corso di
pochi anni, il fiorire di analoghe disposizioni legislative in quei Paesi particolarmente
sensibili alla protezione delle risorse naturali.
Successivamente fu introdotto l’obbligo di effettuare una serie di procedure e analisi
mirate in numerose linee guida e leggi internazionali, nonché in risoluzioni e
raccomandazioni di organizzazioni intergovernative.
Questa nuova sensibilità si affermò anche in Europa, prima limitatamente agli effetti
ambientali dei singoli progetti e poi col passaggio, di portata più ampia, dalla
pianificazione territoriale/urbanistica, alla pianificazione ambientale.
Negli anni più recenti, l’Unione Europea ha infatti provveduto ad emanare provvedimenti
normativi volti non solo a ponderare ex-ante gli effetti derivanti dalla realizzazione di
opere (VIA), così come avvenuto negli USA, ma anche a stimare le ricadute conseguenti
l’adozione di determinati piani.
Nel 1973 si configura, con il Primo Programma di Azione Ambientale (Environmental
Action Plan), la necessità di ricorrere ad una valutazione ambientale a monte nel
processo di pianificazione per prevenire danni ambientali alla fonte.
In questo nuovo quadro viene approvata la Direttiva 85/377/CEE sulla Valutazione di
Impatto Ambientale (VIA), che riguarda gli interventi a più elevato rischio ambientale. In
questa Direttiva si considerano gli effetti ambientali di progetti di investimento di
dimensione particolarmente rilevante o ricadenti in settori di attività economica
Deliberazione del Comitato Istituzionale n.3 del 07.07.2015 - Autorità di bacino
regionale della Sardegna della Presidenza della Regione – DIRETTIVA PER LO
SVOLGIMENTO DELLE VERIFICHE DI SICUREZZA DEI CANALI DI GUARDIA ESISTENTI
(ARTICOLO 22 DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL PAI
I procedimenti grafici di costruzione delle carte delle pericolosità sono riportati nella linee
guida così come di seguito indicato:
Linee guida per l'individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio
idraulico e geomorfologico e delle relative misure di salvaguardia - CAGLIARI,
AGOSTO 2000 - (REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA - ASSESSORATO LAVORI
PUBBLICI - ATTIVITA’ DI INDIVIDUAZIONE E DI PERIMETRAZIONE DELLE AREE A
RISCHIO IDRAULICO E GEOMORFOLOGICO E DELLE RELATIVE MISURE DI
SALVAGUARDIA (DL. 180 e Legge 267 del 3-08-1998)
“Linee guida per l’adeguamento dei P.U.C. al P.A.I.” - Autorità di Bacino Regionale
della Sardegna - DELIBERA DEL COMITATO ISTITUZIONALE N. 3 DEL 18.7.2007 -
Oggetto: Protocolli d’intesa finalizzati alla predisposizione di una procedura inter-
istituzionale concertata per l’adeguamento alle previsioni del P.P.R. e del P.A.I. degli
strumenti urbanistici comunali . Approvazione.
L’adeguamento del PUC di Castiadas al PAI ha pertanto ricalcato quanto prima riportato e
in particolare quanto evidenziato nella Circolare 1/2015 (TITOLO II - PREVENZIONE DEI
PERICOLI E DEI RISCHI IDROGEOLOGICI NEL BACINO IDROGRAFICO UNICO
REGIONALE - ARTICOLO 8 INDIRIZZI PER LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA E PER
L'USO DI AREE DI COSTA) che riporta:
comma 2: Qualora gli studi previsti dal presente comma evidenzino la presenza di aree a
pericolosità idraulica e/o geomorfologica gli stessi saranno approvati dal Comitato
Istituzionale dell'Autorità di Bacino. Se gli studi previsti dal presente comma non
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evidenziano presenza di aree a pericolosità idraulica e/o geomorfologica gli stessi saranno
approvati con determinazione del Segretario dell'Autorità di Bacino. Inoltre si precisa che
per la redazione degli studi previsti dal presente comma si dovrà fare riferimento alle
Linee Guida del P.A.I. e agli allegati E ed F delle Norme di Attuazione del P.A.I. Per
quanto riguarda gli studi relativi alla pericolosità da frana, risulta inoltre opportuno che la
"Carta dei fenomeni franosi venga redatta facendo riferimento alle Linee Guida proposte
Servizio Geologico Nazionale (Quaderno III n.4). Come previsto dall'art. 65 del DLgs n.
152/2006, con la Delibera di approvazione da Parte del Comitato Istituzionale
dell’Autorità di Bacino verranno adottate le misure di salvaguardia nelle nuove aree a
pericolosità idraulica e/o geomorfologica individuale dagli studi in argomento. Agli studi
previsti dal presente comma dovrà fare seguito una variante al P.A.I., secondo le
modalità previste dall'art. 37 delle N.A. e secondo la tempistica prevista dal comma 7
dell'art. 65 del D.Lgs. n. 152,2006.
commi 8 e 9: Ad integrazione di quanto riportato al comma 8, si precisa che nei canali
artificiali e nei fiumi e torrenti non arginati, anche se oggetto di interventi di sistemazione
della se-zione, e nei tratti degli stessi soggetti a tombatura, fascia di tutela deve
intendersi pari a 50 m. Inoltre relativamente ai canali artificiali ed ai fiumi e torrenti non
arginati, anche se oggetto di interventi di sistemazione della sezione, e nei tratti degli
stessi soggetti a tombatura, all'interno dei centri edificati la lascia di tutela deve
intendersi pari a 25 m. Ai sensi della Deliberazione del Comitato Istituzionale dell'Autorità
di bacino n. 10 in data 08.09.2011 deve intendersi che qualsiasi opera delle infrastrutture
a rete, comprese pile e le spalle dei manufatti di attraversamento stradali, possa essere
posizionata se necessario, anche all'interno delle fasce di tutela dei corpi idrici superficiali
cosi come definite all'art. 8 commi 8 e 9 delle Norme di Attuazione del P.A.L. nel rispetto
degli areali o perimetrazioni di pericolosità e relative prescrizioni a condizione che gli
studi di compatibilità idraulica presentati a corredo dell'intervento nelle situazioni ex ante
ed ex post verifichino che lo stesso determini un aumento della pericolosità idraulica delle
aree.
In attuazione della normativa e avendo tenuto in debito conto le linee guida (R:A.S.)come prima riportato si è provveduto alla redazione di:
10.1 studio di compatibilità idraulica
11.1 studio di compatibilità e geologica e geotecnica
Lo studio di compatibilità e geologica e geotecnica (art. 25 NTA del PAI) risulta cosìdefinito:
Elaborato AA_EL_1 (relazione geologica)
Elaborato AA_EL_2 (relazione geotecnica)
Elaborato AA_EL_3 (studio di studio di compatibilità geologica e geotecnica)
Tavola AA_1_(N; S) - Carta geologica
Tavola AA_2_(N; S) - Carta geotecnica
Tavola AA_3_(N; S) - Carta dell’uso del suolo
Tavola AA_4_(N; S) - Carta geomorfologica
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Tavola AA_5_(N; S) - Carta instabilità potenziale
Tavola AA_6_(N; S) - Carta acclività
Tavola AA_7_(N; S) - Carta della pericolosità da frana
Lo studio di studio di compatibilità idraulica (art. 24 NTA del PAI) risulta così articolato:
Elaborato AA_EL_4 (studio di studio di compatibilità idraulica)
Tavola AA_8_(N; S) - Carta dei bacini idrografici
Tavola AA_9_(N; S) - Carta della pericolosità idraulica
Tavola AA_10_(N; S) – Stralcio del PAI
Tavola AA_11_(N; S) – Stralcio del PSFF
Tavola AA_12_(N; S) – Stralcio del PGRA
Lo studio consta e del recepimento della cartografia allegata al P.A.I. e di quella
recentemente allegata al P.S.F.F. che risulta integrata da quella relativa ai bacini
idrografici non studiati e oggetto dello studio art. 8 c. 2 delle NTA del PAI.
Detto studio risulta oggetto di deliberazione del Consiglio comunale di Castiadas che ha
definito l’iter di pubblicazione delle tavole di pericolosità , idraulica e geomorfologica, al
fine di rendere edotta la popolazione e quindi consentire una prima partecipazione al
pubblico interessato.
Adeguamento del PUC al PGRA
La procedura di adeguamento del PUC al PGRA è stata operata traslando sulla CTR la
perimetrazione del PGRA del Comune di Castiadas eseguita dal Servizio difesa del suolo,
assetto idrogeologico e gestione del rischio alluvioni (Via Mameli n. 88 - (1° piano) -
09123 Cagliari) e discende dal Decreto Legislativo 23 febbraio 2010, n. 49 "Attuazione
della direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni".
Di interesse generale risultano le specifiche di cuiall’art. 2 che riporta le seguenti
definizioni:
alluvione: l'allagamento temporaneo, anche con trasporto ovvero mobilitazione di
sedimenti anche ad alta densità, di aree che abitualmente non sono coperte d'acqua. Ciò
include le inondazioni causate da laghi, fiumi, torrenti, eventualmente reti di drenaggio
artificiale, ogni altro corpo idrico superficiale anche a regime temporaneo, naturale o
artificiale, le inondazioni marine delle zone costiere ed esclude gli allagamenti non
direttamente imputabili ad eventi meteorologici;
pericolosità da alluvione: la probabilità di accadimento di un evento alluvionale in un
intervallo temporale prefissato e in una certa area;
rischio di alluvioni: la combinazione della probabilità di accadimento di un evento
alluvionale e delle potenziali conseguenze negative per la salute umana, il territorio, i
beni, l'ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche e sociali derivanti da tale
evento.
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Di interesse specifico risulta l’art. 3 “Competenze amministrative” che riporta gli
adempimenti di cui agli articoli 4, 5, 6 e 7, comma 3, lettera a), siano, secondo quanto
stabilito agli stessi articoli, le autorità di bacino distrettuali di cui all'articolo 63 del decreto
legislativo a 152 del 2006, alle quali, ai sensi dell'articolo 67 dello stesso decreto,
competenti all’adozione dei piani stralcio di distretto per l’assetto idrogeologico.
Gli adempimenti riguardano i dettami dei seguenti articoli:
Art. 4 - Valutazione preliminare del rischio di alluvioni
Art. 5 - Individuazione delle zone a rischio potenziale di alluvioni
Art. 6 - Mappe della pericolosità e del rischio di alluvioni
Art. 7 - Piani di gestione del rischio di alluvioni
Art. 8 - Coordinamento territoriale dei piani di gestione del rischio di alluvioni
Art. 10 - Informazione e consultazione del pubblico
La regione Sardegna ha approvato (Delibera del Comitato Istituzionale n.2 del
15.03.2016) il PGRA con la seguente procedura:
Delibera del Comitato Istituzionale n.1 del 03.12.2014 [file.pdf];
Attuazione della Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di
alluvioni – Valutazione Globale Provvisoria del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni
del distretto idrografico della Regione Autonoma della Sardegna - Art. 10 del D.Lgs. 23
febbraio 2010 n. 49. – Approvazione. Allegato - Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni -
Valutazione Globale Provvisoria [file.pdf]
Delibera del Comitato Istituzionale n.1 del 18.12.2014[file.pdf];
Attuazione della Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di
alluvioni –Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni del distretto idrografico della Regione
Autonoma della Sardegna - Art. 10 del D.Lgs. 23 febbraio 2010 n. 49. – Approvazione del
Progetto di Piano e del Rapporto preliminare sulla VAS
PGRA_ 01: Relazione generale [file.pdf]PGRA_ 02: Relazione sulle mappe della
pericolosità e del rischio [file.pdf] PGRA_ 03: Mappe della pericolosità, già approvate con
deliberazione del Comitato Istituzionale n. 2 del 20.06.2013
PGRA_ 04: Mappe del danno potenziale, già approvate con deliberazione del Comitato
Istituzionale n. 2 del 20.06.2013
PGRA_ 05: Mappe del rischio da alluvione, già approvate con deliberazione del Comitato
Istituzionale n. 2 del 20.06.2013
Le mappe relative agli allegati 3 - 4 - 5 alla Delibera sono visionabili nella pagina dedicata
alla Direttiva Alluvioni 2007/60/CE e D.Lgs.49/2010 - Adempimenti, organizzate per Sub-
Bacino
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PGRA_ 06: Relazione sulle misure non strutturali [file.pdf]PGRA_ 07: Manuale delle allerte
ai fini di protezione civile [file.pdf]PGRA_ 08: Censimento dei piani di protezione civile
locali [file.pdf]PGRA_ 09: Repertorio delle strutture scolastiche a rischio [file.pdf]PGRA_
10: Repertorio dei canali tombati [file.pdf]PGRA_ 11: Repertorio grandi dighe
[file.pdf]PGRA_ 12: Repertorio impianti tecnologici a rischio [file.pdf]PGRA_ 13: Scenari di
intervento strategico: Bassa Valle del Coghinas [file.pdf]PGRA_ 14: Relazione sullo stato
di programmazione delle opere infrastrutturali [file.pdf]Rapporto preliminare sulla VAS
[file.pdf]
Delibera del Comitato Istituzionale n.2 del 31.03.2015 [file.pdf]Attuazione della
Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni –Piano
di Gestione del Rischio di Alluvioni del distretto idrografico della Regione Autonoma della
Sardegna - Art. 10 del D.Lgs. 23 febbraio 2010 n. 49. – Progetto di Piano di Gestione del
Rischio Alluvioni - Aggiornamento dell’elaborato “PGRA_ 10: Repertorio dei canali
tombati”
PGRA_ 10: Repertorio dei canali tombati_Agg_03_2015 [file.pdf]
Delibera del Comitato Istituzionale n.2 del 30.07.2015 [file.pdf];
Direttiva 2007/60/CE – D.Lgs.49/2010 – Coordinamento tra il Piano di Gestione del
Rischio di Alluvioni (PGRA) e gli strumenti della pianificazione di bacino di cui alla Parte
Terza del D.Lgs.152/2006 e s.m.i. – Modifica alle Norme di Attuazione del Piano Stralcio
di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI)
Allegato alla Delibera del Comitato Istituzionale n.2 del 30.07.2015 [file.pdf]
Delibera del Comitato Istituzionale n.1 del 30.07.2015 [file.pdf];
Attuazione della Direttiva 2007/60/CE e del D.Lgs. 23 febbraio 2010 n. 49 – Piano di
Gestione del Rischio di Alluvioni del distretto idrografico della Regione Autonoma della
Sardegna. Adempimenti art. 13 del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152: Proposta di Piano,
Rapporto ambientale, Sintesi non tecnica e Valutazione di Incidenza.
Delibera del Comitato Istituzionale n.1 del 17.12.2015 [file.pdf]Attuazione della
Direttiva 2007/60/CE e del D.Lgs. 23 febbraio 2010 n. 49 – Piano di Gestione del Rischio
di Alluvioni del distretto idrografico della Regione Autonoma della Sardegna.
Approvazione ai fini del successivo iter di approvazione in sede statale ai sensi dell’art. 2
L.R. 9 novembre 2015, n.28 - Adozione ai sensi dell’articolo 66 del DLgs 152/2006
Delibera del Comitato Istituzionale n.2 del 15.03.2016 [file.pdf];
Attuazione della Direttiva 2007/60/CE e del D.Lgs. 23 febbraio 2010 n. 49 – Piano di
Gestione del Rischio di Alluvioni del distretto idrografico della Regione Autonoma della
Sardegna. Approvazione.
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3.3 Indirizzi e obiettivi del nuovo PUC di Castiadas
Con il Nuovo P.U.C. l’Amministrazione Comunale si trova a dover rispondere alla
domanda: può l’ambito territoriale di Castiadas strutturato in sistemi ambientali
complessi, in continua trasformazione, attraversato da tutte le contraddizioni dell’attuale
sviluppo turistico residenziale e alberghiero, rispondere al rinnovato interesse per lo
sviluppo territoriale e paesaggistico, trovando nuovo impulso dallo sviluppo sostenibile e
promuovendo un generale benessere dei cittadini?
La risposta è contenuta nell’obiettivo principale del PUC che è quello di affrontare i temi
dell’insediamento, dell’ambiente, del paesaggio, della storia, della cultura e dell’economia
come un progetto unitario. Progetto che avrà la sostenibilità al centro della sua strategia.
In questo contesto la pianificazione urbanistica, il paesaggio e l’architettura non devono
costituire modi di vedere e di lavorare, ma devono integrare i loro apporti alle diverse
scale, per definire un prodotto unico e nel contempo articolato, il territorio deve essere
inteso come un organismo le cui componenti non sono parti indifferenziate, ma ognuna
ha un preciso ruolo da conoscere e valorizzare.
Il primo obiettivo del nuovo PUC di Castiadas sarà quello di costruire un disegno
strategico che individui l’ossatura di questo organismo, i sistemi delle reti infrastrutturali,
sociali, ecologiche, naturali, storico-culturali, che rappresentano le sue peculiari
caratteristiche, che ne definiscono l’identità, da salvaguardare nell’evoluzione, da cogliere
come riferimento per uno sviluppo sostenibile.
Riconoscere questi nodi territoriali significa individuare le diverse componenti che
convivono talvolta in maniera contraddittoria, dove occorre collegare ed allacciare lo
spazio al più ampio disegno delle reti, superare la monofunzionalità, compiere precise
scelte in materia ambientale e sociale.
Ciò significa analizzare e sintetizzare nel contempo le sue parti, operare scelte alla scala
delle relazioni territoriali e contemporaneamente scendere sui singoli interventi, pervenire
quindi alle scelte di pianificazione ed alle normative di attuazione come sintesi di queste
esperienze progettuali, selezionando gli elementi significativi quali riferimenti cardine per i
successivi sviluppi.
La strategia del PUC sarà definita da:
Approccio alla pianificazione;
Pianificazione strategica alla vasta scala;
Obiettivo di sostenibilità ambientale;
Disegno territoriale per sistemi e sviluppo progettuale per ambiti complessi;
Linee guida e indirizzi normativi di tipo prestazionale e qualitativo.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
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Tale strategia parte da una definizione di idea di Piano basata su criteri di valorizzazione
del paesaggio, dell’identità storico-culturale e di sviluppo ambientale sostenibile.
Si tratta quindi di una pianificazione che supera il concetto di una zonizzazione
indifferente al territorio, operando in una logica di sistema fondata su diverse discipline,
quali ad esempio quelle di tipo economico, storico-culturale, ambientale ecologico,
territoriale e paesaggistico.
Ne derivano ambiti significativi da valorizzare o riqualificare sia in termini di
organizzazione funzionale degli spazi sia sotto il profilo della qualità.
In quest’ottica il PUC definirà progetti strategici connessi alle grandi trasformazioni
insieme a una rete di progetti minori a scala locale, diffusi capillarmente e realizzabili nel
breve, medio e lungo periodo. I criteri delle nuove linee di pianificazione consentiranno
l’attuazione del PUC alle diverse scale urbanistiche di intervento, strutturate in termini
temporali.
3.4 Riordino delle conoscenze
3.4.1 Sistema ambientale
Il sistema ambientale viene in questa fase analizzato in modo generale, in riferimento a
tutto il territorio comunale. Nel rapporto ambientale si suddividerà il territorio in tre
ambiti:
1. Collina;
2. Pianura;
3. Costa.
L’areale di Castiadas risulta congruentemente con le LINEE GUIDA (LUGLIO 2008) PER
L’ADEGUAMENTO DEI PIANI URBANISTICI COMUNALI AL PPR E AL PAI (PIANO
PAESAGGISTICO REGIONALE - L.R. 25 novembre 2004, n. 8 - ) relative alla PRIMA FASE
“IL RIORDINO DELLE CONOSCENZE” - Assetto ambientale – e pertanto sono stati
predisposti i seguenti elaborati:
Elaborato AA_EL_1 (relazione geologica)
Elaborato AA_EL_2 (relazione geotecnica)
E le seguenti tavole assetto ambientale (AA_)
Tavola AA_1_(N; S) - Carta geologica
Tavola AA_2_(N; S) - Carta geotecnica
Tavola AA_3_(N; S) - Carta dell’uso del suolo
Tavola AA_4_(N; S) - Carta geomorfologica
Tavola AA_5_(N; S) - Carta instabilità potenziale
Tavola AA_6_(N; S) - Carta acclività
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Tavola AA_7_(N; S) - Carta della pericolosità da frana
Tavola AA_8_(N; S) - Carta dei bacini idrografici
Tavola AA_9_(N; S) - Carta della pericolosità idraulica
Tavola AA_10_(N; S) – Stralcio del PAI
Tavola AA_11_(N; S) – Stralcio del PSFF
Il quadro ambientale preliminare di riferimento si basa sull’analisi del contesto territoriale
coinvolto e più in generale sui territori contermini. Risulta evidente che l’analisi debba
contestualizzata alle caratteristiche geologiche, geomorfologiche, pedologiche e di
circolazione idrica superficiale e sotterranea.
Geologia
Carbonifero inf.-medio
Il batolite Sardo-Corso occupa, nel basamento sardo, un’area di circa 6000kmq,
affiorando nella parte centro-nord-orientale dell’Isola, lungo una fascia di direzione NNW-
SSE (Gallura, Anglona, Goceano,Baronie, Barbagia, Ogliastra e Sarrabus).
Nella Sardegna sud-orientale i granitoidi rappresentano, sotto il profilo formazionale,
l’ossatura fondamentale. La strutturazione è essenzialmente dovuta all’orogenesi ercinica,
e la classificazione, proposta (Grezzo e Orsini, 1982) su basi geologiche, tessiturali e
composizionali, individua tre grandi famiglie:
1. plutoniti sintettoniche
2. plutoniti tardotettoniche
3. plutoniti post tettoniche
La fenomenologia di messa in posto dei granitoidi è inquadrata in uno spaccato
comprendente l’intera evoluzione tettono – metamorfica del basamento, comprende:
- plutoniti foliate
- plutoniti orientate
- plutoniti isotrope
Si tratta di corpi intrusivi variamente compenetrati e stratificati la cui composizione varia
da gabbri –monzoniti – sieniti – tonaliti a granodioriti e graniti. La messa in posto di
questi corpi è indicata dalle età radiometriche sinora disponibili, che per le facies più
diffuse indicano una messa in posto compresa tra 307Ma e 279Ma. Questi sono stati
successivamente pervasi da manifestazioni magmatiche a carattere filoniano di
composizione da basico-intermedia (lamprofiri) a acida (micrograniti e filoni di quarzo).
Probabilmente meno diffuse le intrusioni di corpi aplitici e pegmatitici.
Sotto l’aspetto della genesi, il corpo granitoide presente nell’area può distinguersi in due
tipi: uno composto da plutoniti tardo tettoniche, prevalentemente costituite da
granodioriti monzogranitiche e monzograniti a grana media o grossa con biotite e grossi
cristalli di K feldspato, in genere di colore grigio e solitamente con notevole variabilità dei
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caratteri tessiturali e composizionali, l’altro costituito da plutoniti post tettoniche
rappresentate da leucograniti rosati a biotite con frequenti facies a grana fine e porfiriche
(Monte Liuru, Bruncu sa Figu).
Al di là della differenziazione genetica e delle sue implicazioni di carattere petrografico, è
importante notare che il batolite del Sarrabus nel suo complesso è interessato da
differenziati leucocrati di natura intermedio acida evoluta (di tipo aplitico e pegmatitico) e
melanocrati di natura basica primitiva (lamprofiri di tipo spassartitico) in facies filoniana,
successivi alla sua messa in posto ma sempre riferibili a fasi tardive dell’orogenesi
ercinica. I filoni sono diffusamente rappresentati nel bacino e la loro giacitura rispecchia
le direttrici tettoniche prevalenti nella regione.
Quaternario
L’erosione e l’azione pervasiva degli atmosferili hanno operato lo smantellamento parziale
del complesso plutonico. I prodotti del ciclo erosivo si ritrovano sia sottoforma di depositi
di versante, alla testate dei canali e parzialmente lungo l’alveo, sia sottoforma di depositi
di natura alluvionale anche terrazzati, lungo gli orli dei canali e lungo le depressioni
morfologiche. Il complesso di questi depositi è riferibile al Quaternario.
Il Quaternario è rappresentato in prevalenza da depositi di origine continentale, costituiti
da accumuli detritici e da depositi fluviali, tra loro intercalati e incisi in fasi successive in
conseguenza dell’alternarsi di periodi di clima freddo ad altri di clima temperato caldo che
hanno provocato il susseguirsi di cicli erosivi e deposizionali condizionati dalle variazioni
del livello marino e da eventuali concomitanti fenomeni tettonici recenti.
In prossimità della sua estremità orientale di questo settore del Sarrabus, lungo la
spiaggia de Sa Ibba de Ziu Franciscu e lungo la rotabile per Capo Ferrato, si rinvengono
in più punti, a quote intorno ai 2-6 m s.l.m., dei livelli ciottolosi di elaborazione marina,
poggianti direttamente sul basamento granitico, riferibili al Tirreniano. Si tratta di
sedimenti di natura prevalentemente quarzosa con spessori variabili tra qualche dm e il m
che rappresenterebbero una antica linea di riva tirreniana. È probabile che questa
paleoriva si estenda anche all’interno, in particolare nei bacini idrografici recapitanti nel
Tirreno, ove andrebbe eventualmente ricercata al di sotto degli accumuli detritici e dei
depositi di origine alluvionale. Si riporta di seguito una classificazione dei principali
depositi affioranti nel bacino del Corr’e Pruna:
a) Alluvioni Terrazzate
Sono costituite da alluvioni che si articolano in tre ordini di terrazzi (T2, T1, T0), a partire
dal (T2) situato a quote più elevate fino al più basso (T0) olocenico. Sono costituiti da
coltri di alluvioni prevalentemente ciottolose con subordinate sabbie e limi. La matrice
spesso arrossata, in special modo nei depositi più antichi che solitamente appaiono anche
i più cementati, contrasta col colore chiaro dei ciottoli costituiti in prevalenza dai
differenziati leucocrati del granito, meno alterabili di questo.
b) Depositi di Pendio
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Diffusi nella zona pedemontana e lungo i bordi della piana, verso cui degradano
dolcemente, sono costituiti da accumuli detritici, tipo glacis, solitamente di debole
spessore. Prodotti della degradazione della roccia sottostante (sabbioni granitici) sono
testimoni dei paleoclimi in cui predominavano processi morfogenetici di tipo periglaciale.
Sono caratterizzati da superfici anche vaste, debolmente inclinate, che fanno da raccordo
tra i versanti dei rilievi circostanti il bacino e il fondovalle dove localmente si rinvengono
intercalati alle alluvioni terrazzate.
c) Alluvioni recenti e attuali
I depositi precedenti sono stati incisi a più riprese, soprattutto in corrispondenza dei
massimi regressivi glaciali, con rimessa in circolazione di ghiaie, sabbie e limi di cui sono
costituiti in prevalenza sotto forma di lenti ghiaioso-sabbiose localizzate in prossimità
degli alvei attuali dei corsi d’acqua e passanti a limo-argillose sopratutto nella parte più
bassa del bacino, dove cioè il rio Corr’e Pruna confluisce nel rio Picocca.
d) Depositi di Versante Recenti e Attuali
Depositi di versante recenti e attuali, eterometrici, si rinvengono un po’ ovunque,
sopratutto nel settore occidentale dove sono relativamente potenti e rappresentati. Sia
lungo i versanti, non di rado rivestiti di abbondante vegetazione, sia al piede di questi, il
detrito di falda è caratterizzato ciottoli di varia natura e dimensione spesso appiattiti e a
spigoli vivi, in genere caotici o debolmente stratificati e non cementati. Altra caratteristica
importante, la maggior acclività rispetto ai depositi tipo glacis, sui quali a volte localmente
si appoggiano.
Non è sempre agevole seguire sul terreno le varie successioni sin qui descritte, e in
particolare i loro rapporti reciproci di giacitura, in quanto queste non sono sempre tutte
presenti con continuità. Dal punto di vista della loro origine si distinguono i depositi tipo
glacis che, come già detto, sono da riferire alle fasi glaciali in particolare quella Wurmiana
maggiormente visibile, le alluvioni terrazzate, delle quali la più antica (T2), che si rinviene
stratigraficamente al di sotto del glacis wurmiano ed è situata a quote riferibili al livello
marino tirreniano, viene considerata un terrazzo eustatico dell’interglaciale Riss-Wurm.
Il terrazzo T1, rinvenibile a quote attorno ai 15-20 m, sarebbe un terrazzo fluviale
riferibile alle fasi tardive del glaciale Wurm formatosi per reincisione dei depositi
precedenti in seguito alla regressione marina. Più in basso di tutti si rinviene il terrazzo
T0 olocenico formatosi in seguito ad una nuova fase di deposizione alluvionale e ad una
nuova reincisione; questo terrazzo è localizzato in prossimità dell’alveo del corso d’acqua
principale.
La rete idrografica del Sarrabus
Schematicamente, la rete idrografica del Sarrabus è schematicamente costituita, da Nord
verso Sud, dai seguenti sistemi di deflusso superficiale:
- Sistema Riu di Quirra - Flumini Durci - (Villaputzu)
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- Sistema Riu Bracconi-Flumini Pisale (Villaputzu)
- Sistema Fiume Flumendosa (Muravera - San Vito - Villaputzu)
- Sistema Riu Picocca- Riu Corr’e Pruna (Castiadas-Muravera- San Vito)
Le rete idrografica del territorio
La rete idrografica nel territorio appare abbastanza sviluppata; di seguito vengono presi
in considerazioni (da N a S) i principali corsi d’acqua, ovvero quelli con il relativo
toponimo nella carta IGMI in scala 1:25000.
Si tratta di corsi d’acqua, ruscelli, piccoli torrenti, e torrenti carattere prettamente
torrentizio.
La circolazione idrica nel territorio vede la presenza di un grosso sistema di deflusso
superficiale facente parte del sistema del rio Picocca e da altri sei piccoli sistemi definiti
da piccoli ruscelli recapitanti nel Tirreno. L’elencazione, da N a S è la seguente:
1) Sistema Riu Corr’e Pruna
Rio Carrubas
Rio Flumini Cerau
Rio Pranu Gruttas
Riu Perdosu
Riu Masone Pardu
2) Sistema Riu Santa Giusta
3) Sistema Riu Cannisoni
4) Sistema Riu San Pietro
5) Sistema Riu Badulesu
6) Sistema Riu Is Laccus
7) Sistema Riu Maccioni
Idrogeologia del territorio
I bacini idrografici del territorio di Castiadas si sviluppano per la maggior parte della
superficie interessando il complesso granitoide.
Questo complesso costituisce il substrato impermeabile mentre l’acquifero è
rappresentato dagli accumuli detritici e alluvionali di fondovalle. In realtà i granitoidi sono
identificati come litotipi impermeabili in facies litoide massiva ma permeabili per
fessurazione e fatturazione. Il sistema di fatturazioni interessanti il complesso fa si che in
esso si sviluppi una certa circolazione d’acqua, anche se di entità contenuta, come
dimostrano alcune piccole manifestazioni sorgentizie a regime stagionale.
I depositi del fondovalle, siano essi di origine alluvionale o eluviale, presentano una
discreta permeabilità, particolarmente quelli di origine più recente, mentre i sedimenti
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che costituiscono i terrazzi più antichi, caratterizzati in genere da un grado di
cementazione più elevato, non consentono una buona circolazione dell’acqua.
In letteratura si riporta, pochi studi in verità, un censimento di opere di captazione,
presenti all’interno del bacino idrografico del rio Corr’e Pruna, la cui rilevazione attraverso
la misura dei livelli statici effettuata in due distinti periodi dell’anno idrologico 2000-2001
che, sotto l’aspetto degli afflussi meteorici, è stato un anno particolarmente favorevole. I
pozzi su cui si è fatta l’osservazione, quasi tutti a largo diametro e poco profondi (6-8 m),
sono stati 130. L’oscillazione della falda è risultata mediamente di 1,5 m. I dati
confrontati con quelli di un precedente rilevamento eseguito nel 1986 hanno evidenziato
che l’oscillazione della falda è rimasta pressoché uguale.
La stesura della carta delle isofreatiche individua, procedendo da S verso N, quattro zone
elementari; la prima, compresa tra le curve 100 e 90, di marcata convessità verso monte,
presenta gradienti idraulici non molto elevati (1,2-1,3%).
La seconda zona, in corrispondenza delle località Pranu Malloccu e Pranu S’erba e S’Ilixi,
è caratterizzata dalla scarsa presenza di pozzi. Per tracciare le isofreatiche si è fatto
ricorso a misure effettuate su fosse freatiche. Ad ogni modo anche qui la convessità è
rivolta verso monte e i valori del gradiente idraulico variano intorno all’1,2%. La terza
zona, la maggiore per dimensioni, è localizzata nella parte centrale dell’acquifero e si
estende esclusivamente a sinistra dell’asse della valle. Qui il Rio Corr’e Pruna scorre
parallelamente ad una serie di piccoli rilievi granitici, situati alla sua destra, che vanno da
Punta Madau a M.te Ontroxiu, e in corrispondenza dei quali l’acquifero è molto limitato.
In questa terza zona le isofreatiche sono più rastremate e disposte all’incirca
diagonalmente rispetto alla direzione N-S dell’asse della valle, ed i gradienti idraulici sono
più elevati (2-2,5%). La direzione del deflusso testimonia la presenza di un’ampia area di
alimentazione in corrispondenza della zona montuosa a occidente costituita dai più alti
rilievi del bacino.
La quarta zona comprende le isofreatiche da 30 a 5 metri in cui la spaziatura aumenta di
nuovo con gradienti idraulici che in località Gola Sa Tellaia e Sedda Is Sarpas assumono
valori dello 0,6-0,8%.
In genere l’acquifero ha una potenza molto limitata, in media dell’ordine dei 15/20 m, e
solo lungo l’asse centrale è potente sino a 30 m. Lateralmente, a questi depositi si
sommano deboli spessori di detrito di origine eluviale e in profondità spessori a volte di
pochi metri a volte anche considerevoli di granito arenizzato in cui si sviluppa circolazione
d’acqua limitata a settori sub superficiali.
La granulometria è eterogenea e costituita da intercalazioni di lenti da ghiaiososabbiose a
limoso-argillose con passaggi di facies, sia laterali che verticali, che si riflettono
ovviamente sulla permeabilità.
La morfologia della falda rispecchia l’andamento del substrato granitico e quindi
condizionata dallo spessore dell’acquifero. Nella seconda zona si evidenzia una maggiore
spaziatura delle isofreatiche e quindi la diminuzione del gradiente idraulico; questo non è
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
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da imputare necessariamente ad un aumento della permeabilità, ma tale variabilità va
ricercata nella posizione del substrato granitico, poco profondo e debolmente inclinato,
che corrisponde alla superficie di abrasione marina, basculata, di cui si è fatto cenno in
precedenza. Per la terza zona, si verifica la situazione opposta; la spaziatura delle
isofreatiche aumenta non solo per una diminuzione della permeabilità, effettivamente
riscontrata, ma anche per l’inclinazione del substrato.
La convessità verso monte delle isofreatiche sta a significare che la direzione del deflusso
converge verso un asse preferenziale di drenaggio posto in corrispondenza dell’asse della
valle e rappresentato in pratica dall’asta del corso d’acqua principale che drena la falda
sia in primavera (fase di piena) che alla fine dell’estate, quando si ha più che altro uno
scorrimento subalveo.
Il calcolo di k dalla formula di Slichter semplificata, K = Q/H, con K in m/s, si individua
nel bacino del Corr’e Pruna, una larga fascia longitudinale con direzione N-S dove
l’acquifero è dotato di permeabilità discreta con valori dell’ordine di 1×10–4m/sec, con
punte di 10-3 m/sec e 10-2 m/sec.
Esiste una fascia localizzata lateralmente, a sinistra della precedente, che copre anche
arte della zona pedemontana, in cui i valori di k sono inferiori (10-5 m/sec.); questi valori
si ritrovano localmente anche all’interno della fascia a massima permeabilità (zona di Olia
Speciosa), e sono dovuti probabilmente a variazioni locali di facies, corrispondenti alla
diversa età e quindi al diverso grado di cementazione dei sedimenti.
3.4.2 Sistema del patrimonio culturale
Le considerazione che seguono si basano sull’esigenza di individuare alcune linee
strategiche di livello sovra comunale ed alcuni riferimenti operativi di livello comunale utili
per chiarire il quadro generale del patrimonio culturale del comparto di Castiadas. In
generale i riferimenti normativi cui dedicare attenzione, oltre a quelli di livello nazionale
(DLG 42,2004) sono il Piano Paesaggistico Regionale, la Legge Regionale 20 settembre
2006, n. 14, “Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura” che in
particolare al Punto 3 dell’articolo 3 riconosce agli enti locali funzioni di integrazione,
coordinamento e gestione dei rapporti tra beni culturali e contesto paesaggistico e
territoriale. Inoltre il Documento Strategico Regionale 2007-2013 - 5.1.2. Beni e attività
culturali - 5.1.2.3. Strategie e priorità di attuazione 2007 – 2013, con la linea orientata a
“Promuovere e valorizzare i beni e le attività culturali”.
CRITICITA’ DESUNTE DALL’ANALISI DEL PUC VIGENTE
Appartiene ormai al senso comune la convinzione che non sia lecito assumere decisioni di
piano che non facciano riferimento alle dimensioni ambientali del territorio.
E’ necessario garantire con la pianificazione urbanistica la tutela e conservazione degli
ecosistemi, ma anche individuare nell’organizzazione spaziale dell’insediamento e nella
definizione degli usi soglie ammissibili di trasformabilità. In tale ottica, la pianificazione
ambientale rappresenta una funzione generale della cultura e della politica del territorio
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
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che si confronta con la pianificazione urbanistica tradizionalmente intesa (Clemente
1989). Devono quindi integrarsi, in essa, le tecniche che individuano nell’ottimizzazione
delle localizzazioni insediative il presupposto di efficacia del piano urbanistico. I metodi e
gli strumenti di costruzione della conoscenza sono finalizzati alla messa in valore delle
risorse ed alla definizione ed al controllo dei loro usi, nel quadro di un progetto di
territorio costruibile sulla coerenza tra il sistema paesaggistico ambientale e
l’organizzazione dello spazio insediativo.
Il processo di piano diventa strategico nel momento in cui si apre alla dimensione della
risorsa culturale in termini innovativi, attivando la partecipazione dei soggetti coinvolti nei
processi di piano, generando un processo di omologazione dei codici di comunicazione tra
i differenti saperi che provveda a costruire un linguaggio comune (tecnico-economico,
giuridico, naturalistico, storico archeologico e paesaggistico in senso lato) sul quale
interfacciare e rendere convergenti i contenuti delle ricerche che costituiscono la base di
conoscenza del piano stesso.
E’ indubbio che il patrimonio storico culturale rappresenti per il comparto territoriale
facente capo al Comune di Castiadas una risorsa importante, forse anche scontata, in
quanto riconosciuta come tale, ma mai messa in valore secondo i criteri propri di quello
che, nella letteratura specialistica, viene indicato come territorio di eccellenza. Cos’è che
rende unico il territorio di eccellenza rispetto al resto? Il fatto che gli abitanti possano far
tesoro delle economie caratteristiche del proprio territorio, rendendo il proprio sistema
funzionante ed esportandolo all’esterno.
Il patrimonio storico culturale deve rappresentare allora una sorta di centro di riequilibrio
attraverso cui concepire nuove opportunità di sviluppo e riorganizzazione di attività già
esistenti. Ciò può avvenire secondo alcune linee prioritarie:
Ricostruzione dell’assetto storico del territorio e delle forme spaziali identitarie più
importanti da considerare elementi futuri di progettualità;
Costruzione di una normativa di uso e gestione controllata della risorsa storico
culturale identitaria, coerente con l’idea di sviluppo propositiva e non mortificante
delle potenzialità espresse ed inespresse del territorio;
Costituzione di reti di attrattori di eccellenza e sistema di offerta integrata sulla
quale costruire politiche turistiche coerenti, secondo criteri di qualità dei mercati
mondiali relativi al prodotto culturale e ambientale;
Attivazione di filiere produttive collegate alle politiche di valorizzazione del
patrimonio;
Realizzazione di una politica unitaria di marketing del sistema delle risorse di
eccellenza in grado di collegare ed integrare, orientandole, anche le iniziative e le
politiche di promozione già presenti nel comparto;
Assumendo gli obbiettivi specifici finalizzati a:
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
41
Migliorare l’attrattività del territorio attraverso la valorizzazione e l’integrazione,
su scala interregionale, dei Poli e degli attrattori culturali, naturali e paesaggistici.
Promuovere e sostenere la competitività, in particolare sui mercati internazionali,
dei servizi di ricettività e di accoglienza, nonché delle imprese che operano in
campo culturale ed ambientale e rappresentano componenti integrate e
complementari dell’offerta turistica regionale (anche in diretta connessione con la
Comunità Europea).
Il territorio diventa allora risorsa al termine di un consistente processo produttivo in cui
una pluralità di attori, con le proprie competenze progettano un reale e potenziale
capitale (Raffestin 1981).
La proposta progettuale si fonda sulla forte coerenza dei fattori territoriali di sviluppo che
ne costituiscono le precondizioni di omogeneità per problematiche e prospettive. Tali
caratteristiche costituiscono un forte elemento di identificazione del territorio e, non a
caso, sono assunti a perno strategico delle politiche di sviluppo locale innescate negli
ultimi anni dagli attori locali, pubblici e privati, che hanno restituito al territorio una
dimensione aperta ed una prospettiva non passiva all’essere protagonisti del proprio
sviluppo. La diagnosi, emersa dall’analisi SWOT, focalizza nell’innesco di un processo
finalizzato a ricostituire la ricchezza dei luoghi l’idea-forza e l’orientamento strategico del
processo di adeguamento del Puc. Su questo orientamento si costituiscono i due
differenti livelli operativi sui quali si traguarderanno le operazioni da individuare e che
possono configurarsi in:
1) Azioni di sistema e di miglioramento del contesto territoriale, a prevalente
responsabilità pubblica e di investitori istituzionali, finalizzate a creare le condizioni,
attraverso la valorizzazione delle risorse territoriali, per favorire lo sviluppo
socioeconomico;
2) Azioni finalizzate a innovare ed integrare le filiere produttive, esposte alla
concorrenza territoriale e consolidare le filiere con elevate potenzialità occupazionali,
in grado di affrontare le problematiche specifiche di ciascuna filiera sviluppando
iniziative fortemente relazionate al contesto ed alle potenzialità delle valenze e dei
livelli di eccellenza caratterizzanti l’area.
A partire da queste considerazioni si può definire una strategia comune: assumere il
territorio, in tutte le sue componenti, come risorsa non riproducibile e,
conseguentemente sviluppare azioni e iniziative sostenibili in termini ambientali,
economici e sociali finalizzate all’emersione di nuovi profili innovativi dell’identità
territoriale attraverso la cornice della costituzione di un sistema turistico locale (STL).
La grande portata innovativa della definizione dei “Sistemi turistici locali” fonda il proprio
spessore nella acquisita consapevolezza che le politiche di sviluppo turistico risultano
efficaci solo se differenziate ed in relazione stretta al complesso territoriale a cui si
riferiscono emancipandosi da logiche verticali/settoriali. La stretta integrazione che il
Turismo ha con gli altri settori economici, si riconnette all’indissolubilità delle azioni di
sostegno allo sviluppo dell’area con i fattori non economici (vivibilità, qualità
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
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dell’ambiente naturale ed umano etc.), legandone l’efficacia alla capacità di assegnare
competitività al contesto territoriale nel suo insieme piuttosto che ai singoli attori
economici che operano direttamente nel settore. La definizione del Sistema turistico
locale è pertanto ispirata massimamente alla capacità di “pensare globale/agire locale”,
fortemente sostenuta dalla Commissione Europea nella promozione delle politiche
d’intervento regionali, che evidenzia l’importanza strategica delle istituzioni e dei soggetti
locali nella capacità di costruire il proprio sviluppo, dei diversi territori nel riuscire a
valorizzare i potenziali endogeni di crescita. In questa direzione assume valore cruciale il
Sistema Locale come decisivo fattore di vantaggio competitivo, in cui la cooperazione e la
costruzione della rete tra i soggetti pubblici e privati, la innovazione e la restituzione di
identità alla comunità territoriale, la valorizzazione di risorse specifiche non trasferibili e
legate ai territori, magari sottoutilizzate o male utilizzate, la qualità complessiva
territoriale e la capacità di differenziarsi costituiscono il perno strategico nella
competizione su scala globale. Il STL, in un’ottica di sviluppo locale, si pone pertanto
l’obiettivo di ripensare e riorganizzare l’offerta turistica ed i plus competitivi del territorio,
di studiare ed orientare le interazioni settoriali con i fattori non economici della
competizione, di valorizzare al massimo le esternalità positive che queste interazioni
possono generare. Sotto questo profilo, in particolare, esternalità significative possono
costituirsi nell’appartenenza del STL ad un sistema di “marca”, vale a dire ad un sistema
condiviso riconducibile all’immagine tipica prevalente del luogo. In secondo luogo,
possono prodursi un approfondimento e una condivisione dei parametri di qualità, per la
quale suggerire un patto che impegni sia gli operatori che le istituzioni ad applicare un
metodo idoneo alla qualificazione dei prodotti turistici e territoriali d’area. In terzo luogo,
il STL potrebbe costituire il punto di partenza per la promozione di forme di
programmazione integrata dell’intervento pubblico ma anche degli investimenti privati, a
beneficio dello sviluppo e dell’occupazione, con ricadute dirette sul sistema delle imprese
quali l’abbattimento dei costi esterni e la costituzione dei servizi di appoggio e di
marketing. In tal senso l’analisi del patrimonio storico-culturale può essere utilizzata come
supporto per la definizione dei ruoli, delle funzioni e delle relazioni del comparto di
Castiadas, sia nel contesto interno che in quello regionale.
Il processo di diagnosi ha consentito di operare in termini scelte e selezioni nei livelli di
eccellenza costituiti dai diversi habitat. La valorizzazione degli habitat, letti come
potenziali attrattori di nuovi investimenti e nuovi consumi di qualità, in un SISTEMA DI
RELAZIONI complesse e articolate funzionali allo sviluppo dei settori economici è una
delle IDEE STRATEGICHE che supportano il Piano. Le azioni conseguenti riguardano
iniziative pubbliche e private nei settori dei beni ambientali, dei beni culturali e
dell’imprenditorialità diffusa.
Il contesto territoriale presenta elementi fisiografici con livelli di UNICITÀ E RARITÀ:
AREE NATURALI PROTETTE;
AREA DELLA BONIFICA: quasi tutte di proprietà pubblica e, quelle private, con
iniziative imprenditoriali già avviate, possono ritenersi micro-poli di sviluppo diffusi sul
territorio con elevate potenzialità nei settori dell’agriturismo, del turismo sostenibile,
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
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dell’artigianato e della produzione di qualità. In una logica di integrazione possono
essere funzionali allo sviluppo di attività imprenditoriali nel settore dell’ospitalità
diffusa;
SISTEMA DEI VILLAGGI RURALI ABBANDONATI: piccoli centri da riqualificare;
CHIESE CAMPESTRI;
PATRIMONIO STORICO-ARCHEOLOGICO: livelli di eccellenza caratterizzano il
comparto di Castiadas e testimonianze significative, sia puntuali che in forma
aggregata, sono presenti in tutta l’area.
RELAZIONE DELLA STRATEGIA CON I RISULTATI DELL’ANALISI SWOT
La strategia è la conseguenza operativa della metodologia utilizzata per sviluppare
l’analisi swot. Per l’analisi swot, relativamente alla definizione dei PUNTI DI FORZA, si è
scelto di assumere come certezze territoriali solo i punti di eccellenza, ciò per accrescere
il grado di competitività del STL nel contesto regionale e favorire l’addizionalità di risorse
finanziarie, pubbliche e private, sulle base di assunzioni assolutamente oggettive.
I PUNTI DI DEBOLEZZA sono stati valutati tenendo conto della natura stessa dello
strumento de Puc al fine di concepire processi di sviluppo basati prevalentemente sulle
risorse endogene e, soprattutto poco influenzabili da variabili esogene. I RISCHI sono
stati valutati tenendo conto del processo di sviluppo interno all’area ed alle sue
potenzialità di generare nel medio e lungo periodo l’effetto espansione o, di contro, di
implodere in assenza di politiche coese ed integrate e centrate sugli obbiettivi sostenibili.
Le OPPORTUNITÀ sono state oggetto di analisi verificando i livelli relazionali possibili
all’interno del PUC. I settori economici coinvolti nel processo di sviluppo che si intende
attivare sono prevalentemente: il settore del turismo e dei servizi a forme di turismo
differenziate (sport estivi, attività escursionistiche, sport acquatici, agriturismo e turismo
rurale, turismo culturale e naturalistico, ospitalità diffusa); tutti i settori in grado di
generare imprenditorialità diffusa con particolare riferimento ai beni culturali,
all’artigianato, con attenzione a quello di tradizione ed alla produzione agroalimentare di
qualità; i settori riferibili ai nuovi bacini d’impiego ed in particolare il settore servizi e delle
attrezzature di livello urbano con particolare riferimento alla creazione di
microimprenditorialità delle produzioni/servizi di nicchia da localizzare nel centro di
Castiadas, il settore di servizio alla tutela e valorizzazione ambientale, il settore dei servizi
alla persona ed alla comunità per ridurre i fenomeni di disagio, esclusione ed
emarginazione sociale. Nel campo delle opere pubbliche o a valenza pubblica sono
ipotizzabili linee di intervento che coinvolgano il settore dei trasporti, verso accentuate
direttici di multimodalità, quello della tutela e valorizzazione ambientale, della gestione
delle risorse idriche, della razionalizzazione delle aree e delle politiche di insediamento
produttivo, del recupero e della fruizione pubblica del patrimonio culturale e rurale.
TERRITORIO COINVOLTO
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
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Con ruoli e funzioni diverse, ma integrate e strategie condivise e partecipate, il processo
di sviluppo che si intende attivare nell’area STL vede coinvolto tutto il comparto
territoriale. In termini di sostenibilità ambientale ciò ha significato differenziare le scelte
tenendo presenti le caratteristiche determinanti la configurazione territoriale. In modo
particolare viene riconosciuto a Castiadas il ruolo di polo o centro del sistema integrato in
grado di creare relazioni forti con il resto del territorio e le borgate adiacenti. In questo
contesto, con la funzione di sistemi di riequilibrio territoriale, viene ipotizzato lo sviluppo
di aree problematiche (bonifica) per creare relazioni di rete.
DOMANDA CHE SI INTENDE SODDISFARE
Si suggerisce un partenariato pubblico e privato interessato al processo di sviluppo
ipotizzato dal STL. La domanda che si intende soddisfare presenta aspetti molteplici
comunque tutti coerenti al principio della sostenibilità ambientale. Il comparto in
questione presenta fabbisogni inevasi sia a livello urbano sia a livello territoriale. A livello
urbano la domanda che si intende soddisfare riguarda la creazione di condizioni
qualitative degli habitat e quantitative nei settori dei servizi diffusi e dei servizi alla
comunità con particolare riferimento ai cittadini. La domanda si caratterizza per avere in
comune le diverse borgate l’intento di caratterizzarsi come area forte e, quindi in grado di
attrarre nuovi investimenti produttivi. Rispetto alla domanda territoriale le esigenze
riguardano la valorizzazione delle componenti territoriali per lo sviluppo di alcuni settori
trainanti quali, ad esempio il turismo e la produzione di qualità. La presenza, seppur
limitata, di fenomeni di marginalità sociali, dopo attente valutazioni ha evidenziato la
necessità di superare le barriere dell’isolamento fisico, sia in termini di servizi che di
nuove opportunità imprenditoriali. Particolare significato assume il riconoscimento della
qualità ambientale quale conditio sine qua non per l’insediamento di nuove attività.
OBIETTIVI GENERALI
Gli obiettivi generali sono:
1. Valorizzazione e la tutela delle risorse naturali e ambientali dell’area;
2. Valorizzazione e la salvaguardia delle risorse culturali;
3. Creazione di un STL e potenziamento e la valorizzazione del sistema produttivo
locale (SPL);
4. Miglioramento della qualità delle aree urbane e dei servizi alla comunità;
5. Rafforzamento delle reti di servizio;
OBIETTIVI SPECIFICI
1. Migliorare la qualità del patrimonio naturalistico ed ambientale riducendone i
fenomeni di degrado ed accrescendone l’integrazione con le comunità locali in
un’ottica di tutela, sviluppo compatibile, migliore fruizione e potenziamento delle
attività connesse; recuperare gli ambiti compromessi a seguito di usi impropri o
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
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conflittuali, regolando la pressione sulle risorse e limitandone l’uso alla loro effettiva
carrying capacity;
2. Consolidare, estendere e qualificare le azioni di salvaguardia e di valorizzazione del
patrimonio storico-culturale, paesaggistico quali strumenti di sviluppo economico
della STL e del SPL, da rendere fruibile in maniera integrata mediante la creazione di
itinerari specifici
3. Migliorare la qualità dei servizi culturali e per la valorizzazione del patrimonio
esistente privilegiando la diffusione delle valenze di contesto dell’area mediante
attività di promozione e divulgazione in un rapporto sinergico pubblico-privato, con il
miglioramento dei servizi pubblici locali per l’accesso e la fruizione del patrimonio
culturale e mediante la promozione e la realizzazione di iniziative culturali innovative
che valorizzino il patrimonio culturale e l’identità locale;
4. Sviluppare l’imprenditorialità e la crescita delle organizzazioni legate alla
valorizzazione del patrimonio culturale, al fine tra l’altro di permettere il recupero, il
restauro e la valorizzazione del patrimonio privato di interesse pubblico presente sul
territorio: infatti, il sistema costituito dal continuum dei siti storici e dalla unicità delle
valenze presenti nell’area risultano funzionali alla creazione di nuove condizioni in
grado di favorire lo sviluppo di strutture ad alta specializzazione dedicate alla
gestione degli interventi di recupero;
5. Favorire lo sviluppo, l’aumento di competitività e di produttività delle iniziative
imprenditoriali nei settori già presenti che hanno dimostrato buone capacità di
sviluppo, in particolare di quelle che hanno già dimostrato di essere sensibili ai
processi innovativi connessi con l’uso delle risorse naturali e culturali; favorire la
nascita e la localizzazione di nuove attività e nuove imprese per iniziative che
assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con il territorio e con
l’ambiente. L’obiettivo è dunque quello di sostenere le PMI artigianali, il settore
commerciale e le imprese dei servizi connessi;
6. Rafforzare il sistema produttivo attraverso il potenziamento delle infrastrutture per
la localizzazione delle attività produttive, la promozione di reti di cooperazione tra le
imprese e lo sviluppo di servizi comuni, favorendo la creazione di centri per
l’erogazione di servizi reali alle imprese e sostenendo la realizzazione di progetti di
cooperazione fra le imprese locali e quelle di altre regioni o paesi;
7. Accrescere e qualificare le presenze turistiche attraverso azioni di marketing del
sistema Turistico Locale e revenue menagement, rafforzando gli strumenti di
pianificazione territoriale, in un’ottica di diversificazione produttiva e sostenibilità
ambientale, mediante iniziative di promozione e commercializzazione dei prodotti
turistici locali;
8. Accrescere l’articolazione, l’efficienza e la compatibilità ambientale delle imprese
turistiche attraverso la promozione dell’innovazione di prodotto, di processo ed
organizzativa ed agendo sulle condizioni di base del territorio. Accrescere, in
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
46
particolare, l’integrazione produttiva del sistema del turismo culturale in un’ottica di
filiera.
9. Sostenere lo sviluppo del comparto rurale e valorizzarne le ingenti risorse agricole,
forestali ed ambientali, mediante interventi laddove si trovino in precario stato
biologico, la tutela della flora e della fauna presenti, la conservazione dell’equilibrio
naturale;
10. Sostenere il recupero del patrimonio rurale ed in particolare dei villaggi rurali
presenti sul territorio di proprietà pubblica e privata, a fini economici, turistici o
culturali e didattici;
11. Migliorare le infrastrutture rurali connesse allo sviluppo dell’agricoltura e del
territorio rurale,
12. Sostenere le iniziative connesse allo sviluppo ed alla valorizzazione della
produzione ittica;
13. Sviluppare le reti tra i piccoli centri dell’area per la riqualificazione ed il recupero
del tessuto insediativo, il miglioramento della qualità degli spazi pubblici, della loro
accessibilità e fruibilità, il recupero di spazi pubblici o privati abbandonati o dismessi,
anche a fini sociali;
14. Rafforzare il capitale sociale in ambito urbano.
3.4.3. Sistema socio-economico
Il Piano Urbanistico Comunale si propone di regolamentare gli sviluppi urbanistici del
tessuto urbano nel rispetto delle caratteristiche storiche ed originali della comunità di
Castiadas, individuando i potenziali percorsi di sviluppo economico e sociale in un’ottica di
sviluppo sostenibile.
Il concetto di sviluppo sostenibile
Il concetto di sviluppo sostenibile è stato proposto alla fine degli anni ottanta, in seguito
alla presa di coscienza, a livello internazionale, dell’impossibilità di proseguire con lo
sviluppo economico basato su consumi sfrenati delle risorse della terra portato avanti dai
paesi industrializzati. Non solo il percorso di crescita indiscriminata è destinato a portare
all’esaurimento delle risorse nel tempo, ma già nell’’immediato sono evidenti le
problematiche di inquinamento e riduzione della qualità della vita che questo ha causato.
L’essenza del concetto di sostenibilità è quella di una visione temporale di lungo periodo,
che guarda alle azioni della comunità per valutarne l’impatto sulle generazioni future. In
grandi linee, garantire la sostenibilità significa garantire che non si sfruttino le risorse
naturali più velocemente di quanto la terra non sia in grado di rinnovarle.
La definizione più accreditata di sviluppo sostenibile è data dallo studio delle Nazioni
Unite pubblicato nel 1987 e noto come Rapporto Brundtland (“Il Futuro di tutti noi”).
Questo fondamentale studio definisce lo sviluppo sostenibile come “lo sviluppo che
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
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soddisfa i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la capacità delle
generazioni future di soddisfare i loro" Questa prima concezione di sviluppo sostenibile
compie il fondamentale passo in avanti di riconoscere che i limiti della sostenibilità
ambientale devono condizionare i percorsi di crescita sociale ed economica.
I quattro pilastri della sostenibilità.
1- La salvaguardia dell’ambiente
Il primo elemento del concetto di sostenibilità è il ruolo primario dell’Ambiente. Negli
ultimi decenni la questione ambientale ha assunto un ruolo sempre più centrale
nell’agenda politica internazionale. Lo sfruttamento irrazionale delle risorse naturali
(prime fra tutte acqua e foreste), l’emissione incontrollata di anidride carbonica
nell’atmosfera (causa dell’aumento della temperatura globale che a sua volta genera il
pericoloso innalzamento dei livelli del mare), l’aumento esponenziale e insostenibile dei
consumi, da cui dipende anche l’ampliamento dell’impatto dei rifiuti sull’ambiente,
l’influenza che l’inquinamento di terre e acque ha sulla salute umana sono problematiche
che ormai non possono più essere sottovalutate. Al rischio naturale va poi aggiunto
quello tecnologico, associato cioè alle attività antropiche che comportano la presenza sul
territorio di impianti produttivi e infrastrutture che, per alcune sostanze trattate, possono
costituire fonti di pericolo. La cronaca offre purtroppo esempi continui di catastrofi
causate dall’uomo, come ad esempio la fuoriuscita di olio greggio dalla piattaforma BP del
golfo del Messico nel 2010.
2- Lo sviluppo economico
Per anni molti hanno considerato lo sviluppo sostenibile in antitesi a quello economico.
Questa contrapposizione, però, non è solo pericolosa ma anche errata. Sarebbe infatti più
corretto dire che esso contrasta solo con il modello di sviluppo illimitato (e spesso senza
regole) che i Paesi più industrializzati hanno conosciuto negli ultimi secoli. La sostenibilità
non può essere interpretata come un vincolo alla crescita economica, piuttosto come una
direzione che la pianificazione economica non può più permettersi di ignorare. Il
processo di sviluppo è visto in quest’ottica come un “processo di cambiamento tale per
cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello
sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri
oltre che con gli attuali".
Gli ultimi dati riportati dallo studio “State of the World 2010” confermano che l’uomo
continua ad utilizzare risorse in eccesso del 30% rispetto al livello di consumo sostenibile
dalla Terra. Di questo passo, quindi, non riusciremo a raggiungere facilmente un modello
di sviluppo sostenibile, secondo la definizione data dal Rapporto Brundtland del 1987.
3- Sviluppo sociale equo
Dalla prima conferenza mondiale sullo sviluppo sostenibile, tenuta a Rio de Janeiro nel
1992 sono derivate le principali convenzioni internazionali sul tema. Tra queste il Piano
d’Azione di Rio (la cosiddetta Agenda 21), che rappresenta il programma da realizzare, a
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
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livello globale, nazionale e locale, per raggiungere lo sviluppo sostenibile in ogni area in
cui l’attività umana danneggia l’ecosistema. Di particolare interesse in questa sede è il
riconoscimento, che per la prima volta viene sancito formalmente
- Del ruolo primario del governo locale e delle comunità locali nello sviluppo sostenibile
- Dell’importanza della partecipazione pubblica alle decisioni che impattano sulla
collettività come condizione necessaria per innescare i percorsi di sviluppo sostenibile.
4- La diversità culturale
Dalla conferenza di Rio il concetto di sostenibilità si è ulteriormente evoluto. Oggi si
riconosce che così come la sostenibilità ambientale non può prescindere dalla
biodiversità, perchè queste dipendono l’una dall’altra, un modello di sviluppo sociale
sostenibile deve riconoscere il valore della diversità culturale. La Dichiarazione Universale
sulla Diversità Interculturale (UNESCO, 2001) specifica infatti che la diversità culturale è
“una delle radici dello sviluppo inteso non semplicemente in termini di crescita
economica, ma come lo strumento attraverso il quale è possibile ottenere un’esistenza
intellettuale, emotiva, morale e spirituale più soddisfacente. In questa visione del
mondo, la diversità culturale è il quarto ambito di politiche attive per lo sviluppo
sostenibile”.
I fondamentali assi del concetto di sostenibilità sono tra loro connessi e si condizionano
l’un l’altro. Non è possibile agire in un ciascuno di essi separatamente senza
considerarne simultaneamente l’impatto sugli altri. Riconoscere la complessità delle
connessioni tra cultura, economia, società e ambiente significa inevitabilmente ricercare
nuovi approcci che possano considerare tali connessioni e incorporare tutti e quattro i
pilastri dello sviluppo sostenibile nei sistemi decisionali e di governo. In ultima analisi lo
sviluppo sostenibile si traduce nella composizione del conflitto tra obiettivi contrastanti; è
la ricerca contemporanea degli obiettivi di prosperità economica, qualità ambientale,
diversità culturale ed equità sociale.
LE ATTIVITÀ ECONOMICHE DEL TERRITORIO DI CASTIADAS
I principali settori produttivi del territorio di Castiadas sono l’agricoltura e il turismo. I
due settori presentano alcune similitudini, nel senso che entrambi i settori utilizzano le
risorse naturali e ne condizionano lo sviluppo, ma sono caratterizzati da dinamiche molto
diverse.
Il prodotto agricolo è sfruttato economicamente sia come materia prima dell’ industria
agroalimentare che come prodotto finito. Come tutti i beni, è soggetto alle leggi della
domanda e dell’offerta: il prezzo aumenta se (1) aumenta la domanda oppure (2)
diminuisce l’offerta – e viceversa. l’offerta di beni agricoli è generalmente soggetta a
stagionalità e agli accidenti meteorologici che influenzano la produzione, ma con la
globalizzazione queste limitazioni sono superate da un offerta proveniente da qualsiasi
parte del mondo a prezzi spesso competitivi. Se l’offerta tende a crescere, il prezzo
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
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tende a calare con conseguenti minori introiti per i produttori locali, particolarmente se
soggetti alla concorrenza globale.
La domanda di questo bene cresce meno che proporzionalmente al crescere del reddito:
con più disponibilità (ricchezza) si spende una proporzione minore del reddito in cibo (e si
aumentano le spese per servizi di intrattenimento, per esempio, oppure automobili). Ne
deriva che le prospettive di crescita della domanda sono limitate, e possono essere
soddisfatte con maggiori facilità dalle importazioni. Le dinamiche di questo settore sono
quindi caratterizzate da potenzialità limitate e gli accorgimenti che permettono di
contrastare tali dinamiche sono gli investimenti che puntano verso prodotti a più alto
valore aggiunto, perché caratterizzati da maggiore qualità (gusto ed elementi nutritivi,
come nel caso del biologico) o da relativa scarsità (da qui le varie denominazioni d’origine
e i prodotti tipici, che per definizione esistono solo in determinati territori).
Viceversa dal punto di vista della teoria economica, il turismo è un bene di lusso, cioè un
bene per il quale si spendono, quando si è più ricchi, quote crescenti del proprio reddito.
Questo significa che la dinamica di prezzo del bene turismo è positiva e dunque questo
settore ha le maggiori potenzialità.
Le potenzialità del settore turistico però contrastano con le possibili ripercussioni negative
dello sviluppo turistico che fa uso intensivo delle risorse naturali: per questo il concetto di
sostenibilità è particolarmente importante nel contesto dello sviluppo basato sul turismo.
LA SOSTENIBILITÀ APPLICATA AL TURISMO
La nozione di sostenibilità, abbiamo visto, implica l’adozione di una visione di lungo
periodo. L’adozione di tale concetto è particolarmente rilevante per il settore turistico, in
quanto quest’ultimo fa delle risorse ambientali e culturali il principale bene di consumo.
In luoghi di villeggiatura balneare come la Sardegna, infatti, il turista cerca
principalmente la spiaggia e il mare e ‘consuma’ queste risorse insieme ai servizi connessi
di intrattenimento e ristorazione. Il concetto di turismo sostenibile costituisce il modello
di sviluppo turistico oggi raccomandato e promosso dalle principali agenzie internazionali,
come l’UNEP e WTO, che lo definiscono come il tipo di sviluppo di turismo che “soddisfa
le esigenze attuali dei turisti e delle regioni d’accoglienza, tutelando nel contempo e
migliorando le prospettive per il futuro. Esso deve integrare la gestione di tutte le risorse
in modo tale che le esigenze economiche, sociali ed estetiche possano essere soddisfatte,
mantenendo allo stesso tempo l’integrità culturale, i processi ecologici essenziali, la
diversità biologica e i sistemi viventi."1
CRITICITÀ
Una prima fondamentale criticità del territorio che punta allo sviluppo turistico balneare è
la possibilità di esaurire o pregiudicare le risorse naturali che ne costituiscono l’attrattiva
turistica.
1 Agenda 21 per il settore dei viaggi e del turismo, World Tourism & Travel Council/ Organizzazione Mondialedel Turismo / Consiglio della Terra, 1996
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
50
Un consumo eccessivo può portare effetti negativi anche nel breve periodo (affollamento
e congestione), con la conseguenza che il turista insoddisfatto della destinazione, non vi
ritorna né la consiglia ad altri. Nel lungo periodo, uno sfruttamento scriteriato della
risorsa ambientale “spegne” completamente le potenzialità di sviluppo turistico della
destinazione.
In teoria, è possibile ottenere compensazione dai responsabili del deterioramento della
risorsa ambientale, in pratica però questi ultimi sono difficilmente identificabili e la
possibilità di imporre una forma di tassazione ambientale (proposta periodicamente dalle
varie amministrazioni delle destinazioni turistiche, l’ultimo esempio viene dalla città di
Roma) si scontra con la necessità di mantenere competitiva la destinazione.
Inoltre, mentre tutti i residenti (e visitatori) soffrono dei danni provocati dallo
sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, soltanto una minoranza dei cittadini ha
diretti benefici dagli introiti del turismo (proprietari di seconde case, proprietari di
alberghi, occupati del settore turistico…).
Tendenzialmente si chiama in causa il concetto di sostenibilità per rimediare a queste
potenziali ciriticità. Ma un’importante critica mossa al concetto di sviluppo sostenibile
riguarda la vaghezza del modello, che viene definito come un concetto "più affascinante
che utile"2. Nessuno oggi si dichiarerebbe mai un fautore dello sviluppo insostenibile, ma
al contempo vi è poca chiarezza riguardo all’esatto significato di sviluppo sostenibile, alla
sua misurabilità e alle politiche che permettano di raggiungerlo.
OBIETTIVI
I riferimenti allo sviluppo sostenibile devono essere intesi come una pianificazione
territoriale che si pone l’obiettivo di minimizzare l’impatto delle attività economiche
sull’ambiente e che sceglie la strada della partecipazione dal basso alle scelte effettuate.
In pratica, è importante che si perseguano finalità definite in maniera piuttosto specifica,
per le quali sia possibile misurare i risultati. Le possibilità di successo di una strategia di
sviluppo sostenibile sono enormemente accresciute se accompagnate da un accurato
monitoraggio dei processi di attivazione di tali strategie.
Una rassegna ragionata della letteratura in materia di turismo sostenibile suggerisce i
seguenti obiettivi:
Massimizzazione e diffusione dei benefici economici derivanti dallo sviluppo delle
attività turistiche;
Sostegno dei benefici di lungo periodo derivanti dal turismo.
Sostenere il primo obiettivo significa, per esempio, che le unità produttive dei settori
tradizionali locali, soprattutto se si tratta di imprese di dimensioni medie e piccole,
devono essere in grado di intercettare la domanda locale e soprattutto di espandere i
2 Luc Ferry in Duncan Taylor, “Disagreeing on the Basics: Environmental Debates Reflect Competing WorldViews, Alternatives, 1992
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
51
propri mercati verso le piazze internazionali. Uno dei benefici indiretti del turismo è
infatti la possibilità per le imprese locali di conoscere "la domanda internazionale"
attraverso i turisti, che la esprimono localmente, imparando in tal modo a conoscere le
caratteristiche e i gusti del consumatore dei mercati esteri.
Agevolare la cooperazione delle piccole imprese locali per migliorarne le capacità di
innovazione e marketing internazionale è una politica pubblica particolarmente utile al
raggiungimento di questo obiettivo.
Il secondo obiettivo si persegue soprattutto ponendo in essere sistemi efficienti di
gestione e governo del territorio, che non si limitano al territorio interessato ma
interagiscono con il sistema costiero e marino più ampio. In Europa è particolarmente
rilevante il programma ICZM (gestione costiera integrata), sostenuto in Sardegna
mediante l’attività della Agenzia regionale Conservatoria delle Coste.
Dal punto di vista economico, si è detto che perché le dinamiche del settore con maggiori
potenzialità rimangano positive nel lungo periodo occorre che il turismo non faccia alto
consumo della qualità ambientale. Questo si ottiene, per esempio, diversificando l’offerta
turistica rispetto al solo turismo balneare e cogliendo al contempo l’altro importante
obiettivo di allungare la stagione turistica mediante l’offerta di servizi complementari e
alternativi alla spiaggia: cultura, intrattenimento, sport, congressistica etc.
Occorre inoltre inquadrare i principali settori produttivi locali in un’ottica sinergica, che
permetta di innescare circoli virtuosi di crescita. Nel settore primario, per esempio, la
sinergia con lo sviluppo turistico permette di:
- Garantire un mercato di sbocco per numerosi prodotti locali;
- utilizzare le presenze turistiche come una piattaforma di test dei mercati stranieri,
innovando le modalità di marketing, packaging e offerta delle produzioni locali.
Attività di promozione del territorio a tutto campo, come ad esempio l’uso di simboli
culturali locali (lingua o dialetto locale, icone dei monumenti ) nella segnaletica, la
ricostruzione di modelli storici e materiali locali nell’arredamento ecc. permettono di
conferire alla destinazione un carattere di unicità che ne accresce il valore.
La scienza economica, giova ricordarlo, si basa sul concetto fondamentale che sia la
scarsità a determinare in primis il valore dei beni economici. Per questo motivo l’oro, un
bene scarso ma non particolarmente utile, ha sempre avuto un valore molto maggiore
dell’acqua, che pure è un bene indispensabile alla vita.
Applicato alla destinazione turistica, questo concetto implica che siano le caratteristiche
uniche ed irripetibili del locale a determinarne il potenziale valore, e come tali queste
devono essere assolutamente valorizzate e comunicate. Occorre tenere presente il fatto
che il turista acquista non un bene, ma un’esperienza, della quale non può formarsi un’
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
52
idea precisa prima di averlo acquistato3 e che sarà largamente influenzata dalla
percezione che questi si fa dell’ambiente, del paesaggio, della gente e cultura che
incontra. È questa miscela unica di ambiente e cultura locale a determinare il successo di
una destinazione turistica. Un esempio per tutti: si pensi all’impatto sulle isole vicine,
meglio attrezzate e attive nel turismo internazionale già da decenni, dell’ingresso dell’isola
di Cuba nel mercato turistico. Apparentemente solo un’ altra isola tra centinaia di
"paradisi caraibici" tutti vicini, tutti tropicali e tutti caratterizzati da paesaggi di
comparabile bellezza … in realtà un’isola la cui cultura unica, autentica e vibrante ha
costituito un magnete di portata tale da spiazzare tutte le destinazioni vicine da subito e
per lungo tempo.
3.4.4. Sistema paesaggio
La Convenzione Europea sul Paesaggio adottata dal Comitato dei Ministri della Cultura e
dell’Ambiente del Consiglio d’Europa il 19 luglio 2000, ha iniziato a rendere concreta l’idea
che sia il paesaggio la chiave di volta attraverso cui governare le trasformazioni del
nostro territorio e delle nostre città.
A livello nazionale il Codice Urbani, ha proseguito la difficile strada della costruzione di un
apparato normativo che sia capace di parlare di tutela non più in termini meramente
vincolistici ma attraverso la progettazione di qualità.
Il paesaggio è un’entità intrinsecamente dinamica, e come tale non può essere
considerato oggetto passivo delle azioni di tutela, ma sistema complesso di valori attivi
attraverso i quali impostare e permeare le modificazioni dello spazio.
La sfida contemporanea è quindi quella di creare una cultura progettuale del paesaggio
che fonda diversi contributi disciplinari in sintesi capaci di mostrare la massima
comprensione teorica e processuale delle complesse relazioni di interdipendenza che ne
caratterizzano le diverse configurazioni.
I vani tentativi di proteggere i valori riconosciuti ai nostri paesaggi attraverso vincoli,
negazioni di fruibilità, hanno favorito da un lato la diffusione nelle comunità di una
conoscenza sempre più superficiale dei luoghi vissuti, dall’altro la ricerca di tutti i vuoti
normativi attraverso i quali utilizzare le maggiori superfici possibili, quasi sempre a fini
edificatori.
Gli esiti, assolutamente conclamati, possono essere efficacemente riassunti nel
riconoscimento di una diffusa perdita di rappresentatività dei nostri paesaggi: qualità
estetica e funzionalità degli ecosistemi componenti devono essere attentamente ri-
valutati e posti al centro delle riflessioni della nuova cultura del progetto.
3 un bene normale come ad esempio un gioiello, può essere perfettamente conosciuto e valutato primadell'acquisto, viceversa un bene-esperienza, come un film, può essere valutato solo indirettamente prima – peresempio conoscendo il regista o gli attori coinvolti. Nel caso dei beni esperienza, quindi, il processo dimarketing diventa fondamentale e addirittura nel caso dei film questo spesso supera il costo della produzione.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
53
Il tema chiave di queste riflessioni è la configurazione processuale degli spazi aperti come
strategia per conferire nuova qualità agli organismi insediativi esistenti e solide basi per la
costruzione di quelli futuri.
Il valore del vuoto, soprattutto nella realtà locale, non è stato ancora compreso in tutte le
sue potenzialità, legate anche alla definitiva e inequivocabile rottura delle dicotomie
città/campagna e urbano/rurale.
Il vuoto come elemento di rigenerazione è una risorsa strategica nel marketing
territoriale: a livello europeo la valorizzazione del vuoto, spesso come produzione di
nuova natura urbana, diventa elemento capace di generare nuova ricchezza.
Il pieno costa più del vuoto e rende meno: il vuoto porta valore aggiunto di nuova qualità
urbana, la nuova qualità porta nuove risorse economiche.
Le forme urbane contemporanee sono caratterizzate da una forte mutevolezza e dalla
forte presenza di quelli che potremmo definire luoghi della contraddizione: le dinamiche
socioeconomiche hanno infatti raggiunto velocità tali da produrre rapidamente sempre
nuovi assetti fisici e sociali generatori di configurazioni spaziali non sempre di qualità.
In sintesi potremmo dire che le nuove esigenze e le nuove (o rinnovate) attività
producono contemporaneamente nuovi luoghi ma anche scarti, residui ai quali è
necessario guardare con occhi e strumenti diversi. Questi scarti, sono i luoghi della
contraddizione, che hanno perso significato e riconoscibilità e che quindi generano per la
comunità e in chi la governa, sentimenti di rifiuto e situazioni di difficile gestione.
L’esclusione di questi spazi dalle dinamiche urbane/territoriali è, o meglio deve essere,
solo temporanea perché proprio questi costituiscono il patrimonio potenziale attraverso il
quale generare nuovi valori: gli scarti diventano gli embrioni di qualità, il materiale
fondamentale nella strutturazione delle nuove configurazioni spaziali.
Per l’ottimale utilizzo di questo potenziale è però necessario avvicinarsi al progetto
urbano e di paesaggio con nuovi strumenti e nuova sensibilità.
Il contributo specialistico sarà fondato metodologicamente su cinque concetti
fondamentali:
> la relazione tra le scale: il rapporto macro|micro è imprescindibile in un corretto
progetto di paesaggio.
Per evidenziare sinteticamente tutta la complessità del concetto di paesaggio potremmo
parlare di sistema di entità spaziali ecologicamente diverse (naturali e artificiali)
complessamente interrelate attraverso processi fisici e socio-culturali.
Questa definizione, per quanto riduttiva, è importante per comprendere la necessità di
lavorare sul paesaggio contemplando contemporaneamente tre scale:
1. quella del progetto
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
54
2. una scala adeguatamente superiore [macro], che permetta di definire compiutamente
il senso del progetto, descrivendo il suo significato all’interno del sistema unitario cui
appartiene l’ambito di intervento
3. una inferiore [micro] che possa spiegare le componenti del progetto in relazione ai
processi che questo innesca o modifica
> la considerazione dello spazio aperto come unico suolo che connette la dimensione
fisica e quella sociale.
L’elemento suolo è infatti la risorsa complessa su cui agiscono tutti i fattori della
trasformazione urbana, ambientale ed economica.
Questo concetto prevede anche una riflessione specifica sul rapporto proprietà
pubblica/proprietà privata. La visione sistemica dello spazio aperto impone infatti di
superare un ragionamento limitato alla sola “proprietà pubblica” a favore di una
riflessione sulla “proprietà ad uso pubblico”: lo spazio aperto è infatti il sistema di luoghi
elettivi della vita collettiva e quindi può essere l’elemento chiave attraverso il quale
coinvolgere concretamente la cittadinanza nelle azioni di tutela e di sviluppo del proprio
territorio.
> la visione del luogo per flussi: il luogo non può più essere descritto e progettato a
partire da tradizionali coordinate (nel senso più ampio del termine) di tipo esclusivamente
spaziale.
Il movimento (ancora da intendersi nella accezione più completa) è un concetto
imprescindibile della contemporaneità e come tale deve imperniare il pensiero
progettuale.
> la consapevolezza che il progetto di paesaggio non può dare forme finite ma
proporre processi: deve individuare gli input corretti che nel tempo, con la giusta
maturazione, renderanno compiute le diverse fasi del progetto contemplando però
sempre la dimensione dell’imprevedibilità
e della variabilità come elemento fondamentale [flessibilità come imperativo].
> i tempi del progetto: il progetto di paesaggio si attua attraverso due modalità, una
molto veloce atta a dare risposte corrette e concrete a situazioni fortemente
rappresentative (per valore o per problematicità) e una lenta, dal forte carattere
strategico, capace di innescare meccanismi di trasformazione strutturale.
Da questi concetti generali la strategia proposta si attuerà a partire dalla seguenti
azioni:
>> Individuazione delle opportune scale interpretative per un corretto riconoscimento
dei fenomeni e processi caratterizzanti il paesaggio dell’ambito comunale di Castiadas.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
55
>> Individuazione delle opportune scale operative che permetteranno di individuare i
temi sui quali costruire la disciplina normativa del nuovo Piano Urbanistico Comunale in
coerenza con quanto prescritto da Piano Paesaggistico Regionale.
>> Proposta di un apparato normativo che superi la logica di zonizzazione tout court e
sia strettamente legato ai temi che derivano dai processi caratterizzanti. Si propone
quindi un approccio trasversale che permetta di sperimentare un’applicazione operativa
concreta della definizione di paesaggio condivisa attraverso la Convenzione Europea.
I temi sono considerati come i dispositivi attraverso i quali definire le opportune
declinazioni del concetto di qualità: dalla riconoscibilità spaziale (“ordine”, identità, …)
alla sostenibilità ecologico – ambientale, ma sempre attraverso una logica interscalare
che faciliti la continua riconoscibilità della loro appartenenza ad una visione generale. In
altre parole il Piano Urbanistico dovrà quindi essere lo strumento che per eccellenza
renderà leggibile il paesaggio comunale come sistema.
Questa impostazione propone implicitamente allo strumento urbanistico comunale di
accogliere la “sfida” di innovazione lanciata dal Piano Paesaggistico Regionale.
Quest’ultimo propone un’interpretazione del Paesaggio regionale estremamente articolata
e strutturata sinteticamente nei tre assetti ambientale, storico-culturale e insediativo a cui
i Piani Urbanistici Comunali devono fare riferimento.
L’impostazione per “temi” può forse sembrare in contraddizione con questa “griglia”, ma
la contraddizione è solo apparente: la struttura per assetti risponde infatti perfettamente
all’esigenza di sistematizzare con chiarezza la conoscenza alla scala regionale, ma deve
trovare nelle azioni progettuali (Piano Urbanistico Comunale) una diversa logica di sintesi
capace di esprimere al meglio le potenzialità e specificità alla scala locale: i temi saranno
infatti individuati rispetto alle morfologie paesaggistiche dell’ambito comunale e quindi
saranno i dispositivi attraverso i quali mostrare con chiarezza attuativa vulnerabilità
(esigenze di conservazione e tutela) e valori (potenzialità per uno sviluppo territoriale
concretamente sostenibile).
3.4.5. Sistema insediativo
Nel nuovo Piano Urbanistico Comunale il sistema insediativo è riprogettato avendo quale
riferimento le criticità emerse in fase di attuazione del PUC vigente. In particolare
l’eccessivo consumo di suolo e la trasformazione di grandi estensioni di suolo agricolo in
zone turistiche, secondo quanto previsto dal PUC vigente, avrebbero portato a una
compromissione dell’ambiente naturale oltre alla perdita del valore paesaggistico di parte
della piana di Castiadas.
Inoltre, si è assunta quale guida all’interpretazione per la definizione degli indirizzi di
riqualificazione e di salvaguardia dell’Ambito territoriale di Castiadas le relazioni fra le
stratificazioni sequenziali insediative e l’anfiteatro naturale, chiuso tra i sistemi sabbiosi e
le pendici montane.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
56
L’idea progettuale identifica i suoi capisaldi nei sistemi sabbiosi e nelle aree umide
produttive, così come nei sistemi di bonifica e nelle emergenze orografiche. Il piano si
attuerà attraverso:
La definizione di azioni necessarie per la promozione e regolamentazione delle attività
rurali ed eventuali integrazioni di queste con funzioni agrituristiche.
La valorizzazione dei servizi e delle attività, compatibili con la funzione agricola, utili
allo sviluppo delle attività turistico-ricreative e della fruizione naturalistica del
paesaggio, anche in relazione alla presenza del Parco Regionale dei Sette Fratelli.
Il mantenimento della funzionalità del sistema idraulico delle acque di bonifica, per
garantire l’apporto idrico alle aree umide costiere e il corretto assetto idrogeologico
della piana costiera.
L’individuazione delle possibili aree di connessione ecologica tra le coperture a bosco
delle fasce pedemontane e montane e i sistemi vegetazionali costieri di Monte Ferru,
Monte Nai e Promontorio di Cala Pira, attraverso la piana agricola di Castiadas.
Favorire un ordinamento colturale diversificato, attraverso lo sviluppo di coltivazioni
biologiche, come elemento caratterizzante della produttività agricola legata al
territorio, intervenendo nel mantenimento di un habitat favorevole alla sopravvivenza
della fauna.
La riqualificazione e il miglioramento degli habitat vegetazionali costruendo un
sistema interconnesso e collegato sia con le formazioni boschive contigue, sia con i
corsi d’acqua, al fine di recuperare il carattere naturalistico, attraverso la connessione
ecologica tra nodi, la creazione o il mantenimento di corridoi o di limiti ecosistemici e
paesaggistici (conservazione delle bonifiche storiche e dei sistemi rurali storici).
La riqualificazione della copertura vegetale degradata al fine di contribuire alla
riconoscibilità dei caratteri strutturali del paesaggio e del suo mosaico, intervenendo
quindi, nel miglioramento della difesa del suolo, della qualità dei corpi idrici
mantenendo gli habitat naturali.
Il mantenimento del sistema insediativo policentrico del Comune di Castiadas
costituito dai centri di Oliaspeciosa, Camisa, Annunziata, Castiadas Centro e San
Pietro assicurando la complementarietà tra i nuclei e il mantenimento delle differenze
dei ruoli e dei servizi rispettivamente offerti.
Possibilità di cambio di destinazione d’uso in strutture ricettive alberghiere, mediante
trasformazione dell’edificato esistente negli insediamenti turistici, attraverso
incrementi volumetrici localizzati nei centri di Oliaspeciosa, Camisa, Annunziata.
La connessione tra i centri insediativi di Annunziata, Olia Speciosa e Camisa
attraverso la realizzazione di un sistema continuo di spazi verdi e di connessioni
pedonali che colleghino le diverse parti dell’insediamento al contesto ambientale e
paesaggistico.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
57
Il miglioramento delle condizioni di accessibilità e di fruizione delle aree destinate alla
balneazione, mediante:
- la preliminare valutazione della capacità di carico delle risorse a prevalente
fruizione balneare;
- l’organizzazione e regolamentazione dei servizi di supporto alla fruizione
turistico ricreativa dei litorali quali viabilità, parcheggi, accessi alla spiaggia, aree
attrezzate, e servizi di spiaggia, coerentemente con i caratteri paesaggistici
dell’Ambito;
- la definizione di un sistema di connessione con i centri dell’entroterra mediante
modalità che consentano di ridurre l’uso del mezzo meccanizzato a ridosso delle
aree balneabili (piste ciclabili, trasporto pubblico di linea, servizi a chiamata,
convenzionamento con trasporti privati, ecc.);
Promozione e valorizzazione del sistema degli empori costieri strutturato sulla centralità
del sito di Sarcapos in connessione con le aree archeologiche di Colostrai, Prenu de Monti
Nai, Cala Pira e Villasimius, considerando parte integrante del sistema i collegamenti viari
storici e l’area del Saltus di Castiadas.
I principi di crescita sostenibile del territorio di Castiadas:
impostare il suo sviluppo su una valorizzazione delle risorse che connotano la sua
identità.
Mantenere e/o costruire un rapporto reale tra la natura e l’insediamento
La suddetta strategia e i criteri di pianificazione nel nuovo Piano Urbanistico Comunale
per quanto concerne il sistema insediativo saranno tradotti in due principali azioni:
ridimensionamento delle zone di espansione residenziale e accorpamento dei volumi
turistici.
Il ridimensionamento delle zone di espansione residenziale consentirà di contenere
l’espansione delle borgate entro limiti che non snaturino il paesaggio urbano/agrario
consolidando l’insediamento policentrico di Castiadas.
Mentre, accorpamento dei volumi turistici già pianificati ma non ancora realizzati,
consentirà la drastica riduzione di consumo di suolo e la ridistribuzione delle volumetrie i
aree già edificate o urbanizzate.
Tale azione è già stata avviata con l’Assessorato degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica
della Regione Sardegna, con il quale in sede di tavolo tecnico di verifica della coerenza
dei 23 Piani di Lottizzazioni fatti salvi, si è raggiunto un accordo con cui il Comune di
Castiadas si è impegnato a rendere coerenti i PdL all’interno dell’adeguamento del PUC al
PPR e al PAI.
In particolare la volumetria residua per le zone F, pari a 76.482 mc, pur assegnata in
termini di diritti edificatori agli originari lottizzanti sarà oggetto di un accorpamento in
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
58
aree urbanizzare, evitando la trasformazione di quella grande porzione di piana della
bonifica di Castiadas. Inoltre, la totalità della volumetria residua sarà destinata alla sola
ricettività alberghiera e non più alla realizzazione di residenze turistiche.
3.4.6 Obiettivi e criteri di sostenibilità ambientale del PUC di Castiadas
In prima analisi considerando anche i territori limitrofi, e quanto riportato nei documenti
attualmente approvati, si restituiscono le seguenti valutazioni ambientali preliminari in
forma tabellare sintetica, come punto zero dell’anali ambientale sa esplicitarsi nel
rapporto ambientale.
Comune di Castiadas
Criticità Punti di Forza
Elevata presenza antropica stagionaleche impone un sistema dipianificazione ad elevata sensibilità sulsistema sabbioso costiero.
Carenza di regolamentazione e gestionedelle accessibilità e della fruizione delsistema litoraneo sabbioso e delle zoneumide.
Crisi del settore agricolo non piùcompetitivo che tende a convertire l'usodelle residenze rurali verso altri finigeneralmente turistici, conconseguente abbandono degliinterventi necessari per conservare ilsistema agricolo efficace e produttivo.
Problemi legati agli squilibri derivantidalla riconversione in residenze stabilidi parti di insediamenti turisticiprevalentemente orientati ad usistagionali.
Erosione del litorale sabbioso edegrado ecologico delle zone umidecostiere.
Frammentazione ecologica dellediverse componenti paesaggistiche acausa degli insediamenti e delleinfrastrutture viarie.
Elevato valore ambientale-naturisticodei sistemi umidi di Santa Giusta e delrelativo cordone di spiaggia.
Piana del Corr’e Pruna caratterizzata dauna elevata diversità di elementiterritoriali in termini naturalistici e diuso del suolo.
Elementi paesaggistici di alto valorecorrispondente all'ecosistema costierodelle pianure costiere di Cala Pira eCala Sinzias.
Elementi geomorfologici di alto valorepaesaggistico per la loro elevataintegrità naturale e fruibilità percettiva,quali Promontorio di Cala Pira, M.teTurno e Sant’Elmo,
Piana di Castiadas con un carattererurale agricolo di valore storicoculturale e con un’importante funzionedi connessione fra elementi delpaesaggio dei boschi e quelli costieri.
Copertura boschiva di alto valore estatus ambientale, con un potenzialeelevato in relazione alla valorizzazione esviluppo funzionale alla fruizionenaturalistica.
Elevata continuità del sistema sabbiosocostiero, di alta qualità ambientale e dinotevole attrattività turistica.
Elevata diversità del contestopaesaggistico costiero rappresentatodal litorale sabbioso in connessione
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
59
territoriale, percettiva e funzionale conil sistema idrografico interno del bacinodel rio San Pietro.
Singolarità del sistema insediativo,rappresentato da una organizzazionedello spazio dell’insediamentofortemente relazionato alla tramaagricola della bonifica.
4. LA PROCEDURA DI VAS PER I PUC
La metodologia che si intende adottare per il processo di VAS del Piano Urbanistico
Comunale di Castiadas rispetta le “Linee Guida per la Valutazione Ambientale Strategica
dei Piani Urbanistici Comunali”, Deliberazione n. 44/51 del 14.12.2010, della Giunta
Regionale, condividendo quanto rappresentato e proposto dall’Assessorato della Difesa
dell’Ambiente, di concerto con l’Assessorato degli Enti locali, Finanze e Urbanistica, e con
i pareri favorevoli di legittimità dei Direttori generali degli Assessorati della Difesa
dell’Ambiente e della Pianificazione Urbanistica Territoriale e della Vigilanza Edilizia.
La procedura di VAS accompagnerà il processo di elaborazione del PUC del Comune di
Castiadas in tutte le sue fasi, costituendo uno strumento indispensabile per orientare le
strategie di sviluppo territoriale verso i principi della sostenibilità ambientale.
Le informazioni necessarie alla descrizione del contesto territoriale saranno reperite
principalmente attraverso la analisi integrata degli elaborati grafici e testuali prodotti
durante la fase di riordino della conoscenza del processo di Piano, che dovranno
esaminare in maniera dettagliata i diversi aspetti ambientali, socioeconomici, storico-
culturali e identitari al fine di descrivere il territorio e la sua evoluzione.
Lo schema riportato nella pagina successiva illustra sinteticamente il percorso da seguire,
articolato per fasi, evidenziando l’integrazione tra processo di VAS e processo di
redazione dei PUC. Successivamente sarà illustrato, con maggiore dettaglio, il percorso
da seguire per una corretta attuazione del processo di VAS, in conformità a quanto
disposto dalla parte seconda del D. Lgs. 152/2006, e s.m.i..
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
60
Il prospetto illustra il percorso da compiere per dare attuazione a quanto stabilito dal D.
Lgs. 152/2006, e s.m.i., in materia di VAS, per la redazione del PUC di Castiadas.
La procedura è scomposta in fasi per ognuna delle quali sono evidenziate le azioni da
compiere nell’ambito del processo di Piano e, contestualmente, ai fini della valutazione
ambientale.
Ciascuna delle fasi indicate sarà approfondita nei successivi paragrafi.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
61
Fase del
piano
PROCESSO DI REDAZIONE DEL PIANO URBANISTICO
COMUNALE
Fase 0
Preparazione
- Avviso d’inizio delle procedure per la redazione del PUC e
della VAS;
- Affidamento incarico per la stesura PUC, per la redazione del
Rapporto Ambientale (compresa la sintesi non tecnica) e/o
per la predisposizione dello studio preliminare ai fini della
eventuale verifica di assoggettabilità;
- Definizione degli obiettivi generali del PUC;
- Individuazione dei soggetti competenti in materia
ambientale
P
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T
E
C
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N
E
Fase 1
Orientamento
(Scoping)
- Definizione dell’ambito di influenza del PUC, della portata e
del livello di dettaglio delle informazioni da includere nel
rapporto ambientale (scoping) da effettuarsi con i soggetti
competenti in materia ambientale;
- Analisi ambientale;
- Individuazione del quadro pianificatorio di riferimento e degli
obiettivi/criteri di sostenibilità ambientale;
- Individuazione di obiettivi ambientali da inserire nel piano;
- Identificazione dei dati e delle informazioni disponibili sul
territorio;
- Organizzazione della struttura dei dati (conversione dei
formati);
- Definizione dei livelli di approfondimento delle informazioni
territoriali e uniformazione delle legende;
- Aggiornamento informativo.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
62
Fase 2
Redazione
- Rilettura unitaria del territorio;
- Prime ipotesi di messa in valore delle
caratteristiche/opportunità presenti sul territorio e
contestuali proposte di mitigazione delle criticità;
- Individuazione degli ambiti locali ( per comuni inseriti in
PPR);
- Prime bozze alternative di progetto del PUC;
- Definizione degli obiettivi specifici e delle linee d’azione e
costruzione delle alternative;
- Analisi di coerenza esterna con riferimento ai piani
sovraordinati;
- Analisi di coerenza con gli obiettivi/criteri di sostenibilità
ambientale;
- Stima degli effetti ambientali;
- Confronto e selezione delle alternative;
- Analisi di coerenza interna;
- Progettazione del sistema di monitoraggio.
- Redazione del PUC, del Rapporto Ambientale e della Sintesi
non tecnica.
Fase 3
Adozione
- Adozione del PUC, del rapporto ambientale e della sintesi
non tecnica.
P
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T
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C
I
P
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Z
I
O
N
E
Fase 4
Deposito
- Pubblicazione della notizia dell’avvenuto deposito del PUC,
del rapporto ambientale, compresa la sintesi non tecnica,
con indicazione delle sedi ove è possibile prendere visione
della documentazione (art. 20 L.R. 45/89 e art. 14 D. Lgs.
152/2006 e s.m.i.);
- Diffusione della notizia dell’avvenuto deposito.
Fase 5
Consultazione
- Presentazione pubblica del PUC e del rapporto ambientale
adottati, possibilmente tra il 15° e il 45° giorno dalla
pubblicazione dell’avvenuto deposito;
- Raccolta delle osservazioni, dei pareri e dei suggerimenti
presentati.
Fase 6
Esame e
valutazione e
parere motivato
(Autorità
Competente)
Fase 7
Adozione
definitiva del
Piano
- Esame e valutazione dei pareri, dei suggerimenti e delle
osservazioni pervenute ed eventuale adeguamento del PUC
e/o del Rapporto Ambientale;
- Emissione da parte della autorità competente del parere
motivato con eventuale richiesta di modifiche e/o
integrazioni al PUC e al Rapporto Ambientale.
- Adozione definitiva del PUC e del rapporto ambientale con
recepimento delle prescrizioni richieste nel parere motivato;
- Redazione della Dichiarazione di Sintesi, che deve
accompagnare il PUC e il rapporto ambientale.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
63
Fase 8
Verifica di
coerenza
(Regione)
- Verifica di coerenza del PUC agli strumenti sovraordinati di
governo del territorio (art. 31 LR 7/2002).
Fase 9
Informazione
sulla decisione
- Pubblicazione sul BURAS e sul sito internet del comune con
indicazione delle sedi ove poter prendere visione di tutta la
Nucleare e Protezione Civile – Agosto 1998), e di seguito riportati:
1) Ridurre al minimo l’impegno delle risorse energetiche non rinnovabili;
2) Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione;
3) Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti
pericolosi/inquinanti;
4) Conservare e migliorare lo stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei
paesaggi;
5) Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche;
6) Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali;
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
65
7) Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale;
8) Protezione dell’atmosfera;
9) Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in
campo ambientale;
10)Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo
sostenibile.
Nella predisposizione del PUC di Castiadas si terrà conto dei dieci obiettivi sopraelencati
valutando attraverso quali scelte strategiche e attraverso quali azioni specifiche tali
obiettivi possano essere concretamente perseguiti.
Di ciò si terrà conto nel rapporto ambientale, come meglio specificato al successivo
punto.
4.1.3 Fase 2 Redazione
In questa fase devono essere precisati gli obiettivi specifici e le linee d’azione da seguire
per la redazione del PUC. Contestualmente dovranno essere individuate anche una o più
alternative possibili per lo sviluppo del territorio comunale. Al fine di pervenire alla
definizione di un Piano il più possibile condiviso da tutte le parti interessate, è importante
che in questa fase siano attivate adeguate forme di partecipazione volte a coinvolgere
tutti i portatori di interesse che potrebbero fornire importanti contributi nella definizione
delle linee di sviluppo del territorio.
Per il processo di partecipazione, che accompagna tutto il percorso di VAS, si seguiranno
le indicazione dell’Allegato C delle “Linee Guida per la Valutazione Ambientale Strategica
dei Piani Urbanistici Comunali”, Deliberazione RAS n. 44/51 del 14.12.2010.
Si dovrà procedere all’affinamento del PUC, individuando le azioni e gli interventi che
consentano di raggiungere gli obiettivi prefissati, e alla stima degli effetti che l’attuazione
delle azioni e degli interventi potrà determinare sull’ambiente, in modo da poter adeguare
il Piano sulla base dei risultati di tali valutazioni. La valutazione degli effetti che
l’attuazione del Piano potrà determinare sull’ambiente deve essere effettuata per tutte le
possibili alternative al fine di individuare quella che, garantendo il raggiungimento degli
obiettivi di sviluppo perseguiti dall’amministrazione comunale, determini i minori impatti
ambientali. Nell’Allegato B alle presenti Linee Guida sono illustrati i criteri da tenere in
considerazione nella scelta del metodo per la valutazione dei potenziali effetti ambientali.
Lo stesso allegato, inoltre, fornisce una panoramica delle metodologie di valutazione
maggiormente diffuse nella conduzione dei processi di VAS.
Nell’ambito della valutazione del PUC si dovrà procedere anche all’analisi della sua
coerenza interna; tale analisi deve consentire di verificare l’esistenza di contraddizioni
all’interno del piano evidenziando, ad esempio, l’esistenza di obiettivi dichiarati ma non
perseguiti e, più in generale, l’esistenza di fattori di contrasto tra gli obiettivi specifici del
piano e le diverse azioni previste, rispetto ad un obiettivo generale.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
66
Infine, dovrà essere definito un adeguato sistema di monitoraggio finalizzato a tenere
sotto controllo gli effetti che l’attuazione del PUC potrà determinare sull’ambiente. In fase
di attuazione del PUC, infatti, dovrà essere possibile confrontare le stime e le valutazioni
ipotizzate con gli effetti reali derivanti dall’effettiva attuazione del Piano, in modo da poter
intervenire tempestivamente qualora dovessero manifestarsi effetti ambientali inattesi o
significativi scostamenti rispetto a quanto previsto in fase di valutazione.
L’esito della fase di elaborazione e redazione è rappresentato dalla stesura finale del PUC,
comprensivo del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica.
Il rapporto ambientale deve dare conto dell’intero processo di elaborazione e adozione
del Piano, dimostrando che i fattori ambientali sono stati integrati nel processo
decisionale con riferimento agli atti normativi e programmatici per lo sviluppo sostenibile
definiti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale. Nel rapporto
ambientale, in particolare, devono essere individuati, descritti e valutati:
- la situazione ambientale di partenza attraverso opportuni indicatori;
- gli obiettivi di sostenibilità ambientale che si intendono perseguire attraverso il PUC;
- i criteri per l’integrazione della componente ambientale;
- gli effetti significativi che l’attuazione del PUC potrebbe avere sull’ambiente;
- le ragionevoli alternative sulla base degli obiettivi e dell’ambito territoriale del PUC;
- il sistema di monitoraggio.
Dovranno essere illustrate, infine, le misure ritenute più opportune per la mitigazione dei
potenziali effetti ambientali che l’attuazione del PUC potrebbe comportare. Tali azioni
potranno assumere la forma di piani attuativi specifici o disposizioni all’interno di
regolamenti attuativi del PUC o altri regolamenti comunali.
Al fine di favorire la più ampia partecipazione, il rapporto ambientale deve essere
affiancato da una sintesi “non tecnica” contenente tutte le informazioni presenti nel
rapporto ambientale in forma comprensibile anche per i “non addetti ai lavori”.
Per maggiori approfondimenti sulle modalità con cui effettuare la valutazione degli effetti
ambientali derivanti dall’attuazione del PUC e per i criteri da seguire per la definizione del
sistema di monitoraggio si rimanda all’Allegato B delle “Linee Guida per la Valutazione
Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali”, Deliberazione RAS n. 44/51 del
14.12.2010.
4.1.4 Fase 3 Adozione
Il Consiglio Comunale di Castiadas provvede alla adozione del Piano Urbanistico
Comunale (ai sensi dell’art. 20 della LR 45/89), del rapporto ambientale e della sintesi
non tecnica, tenuto conto delle possibili alternative e delle relative valutazioni ambientali,
nonché dei punti di vista delle parti interessate coinvolte nel processo di partecipazione.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
67
4.1.5 Fase 4 Deposito
Ai sensi di quanto stabilito dal comma 4 dell’art. 14 del D. Lgs. 152/2006, e s.m.i., le
procedure di deposito, pubblicità e informazione previste dalla L.R. 45/89 devono
coordinarsi con quelle previste dalla normativa vigente in materia di VAS.
A tal fine, dopo l’adozione da parte del Consiglio Comunale di Castiadas, il PUC,
unitamente al rapporto ambientale e alla sintesi non tecnica deve essere depositato, sia
in formato cartaceo che digitale, presso la segreteria del comune e presso la provincia di
Cagliari (Autorità Competente) e, in solo formato digitale, presso l’Assessorato della
Difesa dell’Ambiente della RAS, nonché trasmesso in solo formato digitale all’Assessorato
Enti Locali, Finanze e Urbanistica.
Visto che il PUC di Castiadas è soggetto alla Valutazione di Incidenza di cui all’art. 5 del
D.P.R. 357/1997, deve essere trasmesso anche all’autorità competente per la Valutazione
di incidenza (l’autorità competente è rappresentata dal Servizio SAVI dell’Assessorato
della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna).
Dell’avvenuto deposito deve esserne data notizia mediante le seguenti modalità:
- pubblicazione sull’Albo del comune (ai sensi della L.R. 45/89);
- affissione di manifesti (ai sensi della L.R. 45/89);
- pubblicazione sul sito internet del comune e della Provincia di Cagliari (Autorità
Competente);
- pubblicazione sul BURAS;
- pubblicazione su un quotidiano a diffusione regionale.
L’avviso deve contenere le seguenti informazioni:
- titolo della proposta di piano; ı
- autorità procedente; ı
- indicazione delle sedi ove può essere presa visione del PUC, del rapporto ambientale
e della sintesi non tecnica.
4.1.6 Fase 5 Consultazione
Al fine di rispettare i termini previsti dal comma 3 dell’art. 14 del D. Lgs. 152/2006, e
s.m.i., il PUC di Castiadas, unitamente al rapporto ambientale e alla sintesi non tecnica,
deve essere tenuto a disposizione del pubblico per sessanta (60) giorni, a decorrere dalla
pubblicazione della notizia dell’avvenuto deposito.
Durante tale periodo chiunque potrà prendere visione degli elaborati e presentare, in
forma scritta, le proprie osservazioni all’Amministrazione Comunale che provvede
obbligatoriamente a trasmetterle alla Provincia di Cagliari (Autorità Competente).
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
68
Al fine di favorire il processo di partecipazione del pubblico interessato e dei soggetti con
competenze ambientali, inoltre, tra il 15° e il 45° giorno dal la pubblicazione della notizia
dell’avvenuto deposito sul BURAS, l’amministrazione comunale può organizzare uno o più
incontri pubblici con i soggetti competenti in materia ambientale e il pubblico interessato
per fornire una completa informazione sulla proposta di Piano Urbanistico e sul rapporto
ambientale e per acquisire elementi di conoscenza e di giudizio per la valutazione
ambientale strategica.
Dello svolgimento di tali incontri deve essere data adeguata pubblicità.
Le forme di partecipazione previste ai fini dell’attuazione del processo di VAS devono
essere coordinate ed integrate con eventuali altre forme di partecipazione e informazione
previste dalle procedure ordinarie di adozione e di approvazione del Piano.
L’amministrazione comunale dovrà fornire un resoconto delle fasi di partecipazione
condotte.
L’allegato C delle “Linee Guida per la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani
Urbanistici Comunali”, Deliberazione RAS n. 44/51 del 14.12.2010, fornisce alcuni spunti
che potrebbero essere adottati, relativamente alle modalità con cui potrebbe essere
condotto il processo di partecipazione del pubblico interessato durante il percorso di VAS,
che sono esplicitati al capitolo 10.
4.1.7 Fase 6 Esame e valutazione e parere motivato
La Provincia e l’amministrazione comunale svolgono congiuntamente le attività tecnico-
istruttorie relative alle osservazioni presentate. Il consiglio comunale, ai sensi dell’art. 20
della L.R. 45/89, accoglie o respinge le osservazioni presentate.
Entro novanta (90) giorni dalla scadenza dell’ultimo termine utile per la presentazione
delle osservazioni, la Provincia (Autorità Competente) formula il parere motivato che
costituisce presupposto per il proseguimento del procedimento di adozione definitiva del
PUC ai sensi dell’art. 20 della L.R. 45/89.
Tale parere può essere condizionato al recepimento di specifiche prescrizioni a cui dovrà
provvedere l’amministrazione comunale prima della presentazione del PUC per la sua
adozione definitiva.
Visto che il PUC di Castiadas è sottoposto anche alla procedura di Valutazione di
incidenza di cui all’art. 5 del D.P.R. 357/1997, come modificato dal D.P.R. 120/2003,
preliminarmente all’emissione del proprio parere motivato la Provincia di Cagliari (Autorità
Competente), dovrà avere acquisito il relativo parere emesso dall’autorità competente per
la procedura della Valutazione di incidenza.
4.1.8 Fase 7 Adozione definitiva
Il Consiglio Comunale di Castiadas delibera l’adozione definitiva del piano urbanistico
comunale, unitamente al rapporto ambientale e alla sintesi non tecnica, eventualmente
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
69
modificati alla luce del parere motivato, di cui al paragrafo precedente, accompagnando
la delibera di adozione definitiva con la seguente documentazione:
- parere emesso dalla Provincia (Autorità Competente);
- dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali e i
contenuti del rapporto ambientale sono stati integrati nel PUC e di come si è tenuto
conto dei pareri espressi dai soggetti con competenza ambientale e dei risultati delle
consultazioni nonché del parere motivato;
- misure adottate in merito al monitoraggio.
4.1.9 Fase 8 Verifica di coerenza
Il PUC di Castiadas, unitamente al rapporto ambientale, alla sintesi non tecnica e al
parere motivato emesso dalla Provincia di Cagliari (Autorità Competente), sono inviati
all’Assessorato agli Enti Locali, finanze e urbanistica per la verifica di coerenza di cui
all’art. 31 della LR 7/2002, finalizzata alla verifica di coerenza del Piano agli strumenti
sovraordinati di governo del territorio.
4.1.10 Fase 9 Informazione sulla decisione
A seguito della positiva verifica di coerenza, la decisione in merito all’adozione definitiva
del PUC viene resa pubblica. A tal fine l’amministrazione comunale provvede a pubblicare
la notizia sul BURAS e sul sito internet del Comune di Castiadas e della Provincia di
Cagliari (Autorità Competente) indicando le sedi ove è possibile prendere visione del PUC
adottato definitivamente e di tutta la documentazione oggetto dell’istruttoria.
L’amministrazione comunale, inoltre, deve provvedere a rendere pubblici:
- il parere motivato espresso dalla Provincia (Autorità Competente);
- la dichiarazione di sintesi;
- le misure adottate in merito al monitoraggio.
4.3 Fase di Scoping
4.3.1 Individuazione dei soggetti (allegati I e II)
4.3.2 Individuazione degli ambiti di influenza del PUC
4.3.3 Metodologia di valutazione che si intende utilizzare
Come specificato al paragrafo 6.1 il documento di Rapporto Ambientale, deve dare conto
dell’intero processo di elaborazione e adozione del Piano, dimostrando che i fattori
ambientali sono stati integrati nel processo decisionale con riferimento agli atti normativi
e programmatici per lo sviluppo sostenibile definiti a livello internazionale, comunitario,
nazionale e regionale.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
70
L’analisi ambientale rappresenta dunque, l’atto preliminare della VAS di un PUC, nella
quale è presente la diagnosi della situazione ambientale del territorio comunale e consiste
nell’esaminare lo stato qualitativo di una serie di componenti ambientali.
L’analisi ambientale condotta sul territorio di Castiadas, oltre a definire quale sia lo stato
attuale del territorio, è finalizzata ad indicare le possibili relazioni causa-effetto fra le
dinamiche socio-economiche e le componenti ambientali.
Tale studio costituirà un riferimento per:
- l’individuazione degli obiettivi di sostenibilità del Piano;
- l’individuazione, nella valutazione qualitativa degli effetti, degli impatti ambientali
potenziali diretti ed indiretti del Piano.
Le componenti ambientali saranno descritte attraverso gli indicatori di contesto che si
riterranno più idonei per rappresentare i processi ambientali, insediativi e socio-economici
del territorio di riferimento e, comunque, scelti tra quelli coerenti con i set di indicatori
proposti a livello internazionale (EEA, Eurostat, OCSE), nazionale (ISTAT, APAT) e
regionale (ARPA Sardegna).
In Allegato III sono riportate le schede per componente per le quali è stata valutata,
quando possibile, la reperibilità del dato richiesto dalle linee guida regionali, la necessità
di inserimento di nuovi indicatori e, per alcune, una prima analisi sintetica delle specificità
territoriali per componente.
La raccolta delle informazioni utili per l’analisi ambientale sarà integrata all’interno del
processo di adeguamento del PUC al PPR nella FASE di “RIORDINO DELLA
CONOSCENZA”.
Nella tabella sottostante si riporta l’elenco delle componenti e dei rispettivi indicatori
scelti, ripresi successivamente nelle schede di cui all’Allegato III.
N. Scheda COMPONENTE INDICATORE
1 Qualità dell’aria - variazione della concentrazione di inquinanti in
atmosfera
- incremento kwh prodotti da fonti energetiche
alternative
2 Acqua - disponibilità di risorsa idrica per i diversi usi
(residenziale, turistico e produttivo)
- variazione dello stato qualitativo delle acque marino-
litorali
- efficienza del sistema di depurazione delle acque
reflue [popolazione servita]
3 Rifiuti - quantità di rifiuti differenziati avviati a riciclo (t/anno)
- incidenza di rifiuti destinati a raccolta differenziata
rispetto al totale dei rifiuti prodotti (%)
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
71
4 Suolo - consumo di suolo (percentuale di suolo sottratto
all’agricoltura e destinato all’espansione dell’abitato)
- incremento del numero di elementi soggetti a rischio
idraulico e/o geologico
5 Flora e
biodiversità
- stato di conservazione degli habitat e delle specie di
interesse comunitario
- variazione della superficie occupata da formazioni
forestali e pre-forestali
6 Paesaggio e
Assetto storico
culturale
- numero di interventi di riqualificazione dell’edificato
- numero di interventi di recupero di strade rurali (piste
ciclo pedonali, ippovie, ecc)
7 Assetto
Insediativo e
Demografico
- incremento di superfici insediate
- incremento di superfici riqualificate
- incremento di aree servite
8 Sistema
economico-
produttivo
- incremento delle strutture a servizio del comparto
turistico
- numero di addetti impiegati nel settore
agrozootecnico
- numero di strutture agrituristiche di nuova apertura
9 Mobilità e
trasporti
- incremento annuale chilometrico delle strade di
accesso verso la rete dei cuili
- nuova superficie destinata a zona pedonale rispetto al
totale della superficie del centro storico
10 Energia - Potenza installata da fonti rinnovabili
- numero di interventi di riqualificazione energetica
degli edifici pubblici e privati
- numero impianti solari e fotovoltaici installati
11 Rumore - numero di piani di risanamento acustico attuati
- numero di autorizzazioni in deroga ai limiti di rumore
rilasciate
4.3.4 Analisi ambientale del contesto (Allegato III)
Per analisi di ambientale del contesto s’intende l’acquisizione delle tendenze evolutive dei
sistemi naturali e antropici e delle loro interazioni, funzionale ad un analisi di campo
specifica e utile alla restituzione di un quadro conoscitivo complessivo della situazione in
cui il piano ad inquadrarsi.
L’analisi ambientale dovrà quindi supportare il processo decisionale.
L’analisi articolata secondo il criterio della multi disciplinarietà definirà uno studio/quadro
di dettaglio del territorio su cui il piano ha effetti significativi che permette di definire
obiettivi specifici, articolati nello spazio e nel tempo.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
72
L’analisi ambientale, conseguente alla fase del riordino delle conoscenze e temporalmente
definita con l’analisi del contesto della sicurezza idrogeologica del territorio, rappresenta
l’atto propedeutico della valutazione ambientale di un piano.
Analisi del contesto territoriale4
Il territorio del Comune di Castiadas, parte integrante della Provincia di Cagliari, si
estende nell’area sud-orientale della Sardegna (Sarrabus).
Ha un’estensione di circa 104,00 Kmq e si raggiunge attraverso due principali arterie
stradali: la Strada Statale 125 “Nuova Orientale Sarda” e la Strada Provinciale 20
“Provinciale per Villasimius”.
Il territorio è caratterizzato dalla prevalenza di un vasto sistema montuoso a Ovest del
territorio comunale con punte che raggiungono i 830 mt. s.l.m. (Monte Melas) localizzato
sul sistema montuoso dei “Sette Fratelli”, a Oves al confine amministrativo con Sinnai,;
da diversi sistemi fluviali, il sistema Riu “Corr’ e Pruna, Riu Santa Giusta e altri.
In prossimità dei fiumi sopracitati invece il territorio assume una giacitura pianeggiante
caratterizzate da delle pianure alluvionali.
Il territorio comunale si estende in un ambiente naturalistico suggestivo costituito da
un’area montana sovrastante ampi declivi e da una parte pianeggiante oggetto di una
attività agricola dove domina la pastorizia, la viticoltura e l’olivicoltura, e agrumicoltura.
Ambiente e agricoltura è il binomio che caratterizza questo centro che offre aspetti
inconsueti per la Sardegna sud-orientale sia per la consistenza del gruppo montuoso,
esteso ed elevato, sia per la bontà dei prodotti agricoli da sempre apprezzati (pane,
agrumi, vino, insaccati, miele, carni, solo per citarne alcuni). Nella fascia più bassa, sui
terreni più fertili e di origine alluvionali, sulle aree pianeggianti, è particolarmente intensa
la viticoltura che rappresenta la più importante coltura agricola specializzata, la cui
coltivazione ha origine dalla metà del diciannovesimo secolo. La conduzione dei vigneti è
in irriguo e in asciutto, con approvvigionamento di acqua da pozzi privati.
L'area montana fa registrare una consolidata presenza di attività economiche della
pastorizia (ovina e caprina), all'allevamento bovino ( bovino rustico).
Le risorse ambientali e produttive del territorio comunale svolgono una funzione di traino
delle attività produttive, soddisfacendo la domanda di turismo ambientale e culturale
sempre più esigente. Ciò è giustificato dalle presenti considerazioni la particolare
ricchezza di siti di interesse ambientale con grosso richiamo in riferimento alla fauna e la
flora ivi presente.
Uso del suolo e capacità d’uso dei suoli
Una tematica significativa per il territorio comunale è quella relativa alla conservazione e
tutela della risorsa pedologica anche per quanto concerne il comparto irriguo ed il
sistema agricolo che in esso insiste.
4 A cura del del Dott. Agr. Valerio Boi.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
73
Dall’elaborazione delle informazioni cartografiche elaborate per il PUC, si può notare che
circa il 50% del territorio sia dotato di suoli coltivati/coltivabili, anche se poi risultano
condotti a pascolamento brado (caprino e bovino). Le aree agricole coltivate o coltivabili
ricadono principalmente in zone a morfologia più dolce, a cornice delle principali aste
fluviali con suoli vocati per tali usi. Le colture maggiormente coltivate sono erbacee in
asciutto a prevalenza di erbai autunno vernini e in misura minore cereali da seme. Per
importanza economica nonostante l’inferiore superficie rispetto ai seminativi prevalgono
le coltivazioni arboree dalla viticoltura, olivicoltura e seguite dagli agrumeti. L’orticoltura è
poco presente e risulta prevalentemente su piccole superfici.
Secondo la tabella relativa all’Uso del suolo circa il 90,00 % del territorio è destinato a un
uso agricolo e a formazioni vegetali naturali, circa 10,00 % è urbanizzato.
Figura 4.3.1 - Piano Urbanistico Comunale - Tav. Uso del Suolo (scala 1:10.000)
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
74
USO DEL SUOLO
ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte
Capacità d’uso deisuoli
Rapporto tra la superficieappartenente alla classe I-II (secondola classificazione della capacità d’usodei suoli delle zone agricole – zone E)e la superficie comunale
Carta delle Unitàdi Terre e dellaCapacità d’Usodei Suoli – PUCAssettoAmbientale
Rapporto tra la superficieappartenente alla classe II (secondola classificazione della capacità d’usodei suoli delle zone agricole – zone E)e la superficie comunale
Rapporto tra la superficieappartenente alla classe II-III(secondo la classificazione dellacapacità d’uso dei suoli delle zoneagricole – zone E) e la superficiecomunale
Rapporto tra la superficieappartenente alla classe IV-V(secondo la classificazione dellacapacità d’uso dei suoli delle zoneagricole – zone E) e la superficiecomunale
Rapporto tra la superficieappartenente alla classe IV-VI(secondo la classificazione dellacapacità d’uso dei suoli delle zoneagricole – zone E) e la superficiecomunale
Rapporto tra la superficieappartenente alla classe VI-VII(secondo la classificazione dellacapacità d’uso dei suoli delle zoneagricole – zone E) e la superficiecomunale
Rapporto tra la superficieappartenente alla classe VII (secondola classificazione della capacità d’usodei suoli delle zone agricole – zone E)e la superficie comunale
Rapporto tra la superficieappartenente alla classe VIII(secondo la classificazione dellacapacità d’uso dei suoli delle zoneagricole – zone E) e la superficiecomunale
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
75
USO DEL SUOLO
ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte
Uso del suolo
Superficie urbanizzata: rapporto trala superficie appartenente alla classe15 (aree artificiali) e la superficiecomunale
Carta dell’Uso delSuolo – PUCAssettoAmbientale
Superficie destinata a uso agricolo:rapporto tra la superficieappartenente alla classe 2 (areeagricole) e la superficie comunale
Superficie occupata da boschi e areeseminaturali: rapporto tra lasuperficie appartenente alla classe 3(aree boschive e seminaturali) e lasuperficie comunale
Superficie destinata a verde urbano:rapporto tra la superficie a verdeurbano esistente e la popolazioneresidente
m2/ab
Componente Flora, Fauna e Biodiversità6
Per la sua particolare orografia, il territorio comunale del comune di Castiadas è
caratterizzato da aree seminaturali e boschi, le aree agricole sono appena superiori al
50%, molti di questi appartenenti alle aree dela Bonifica. Nel territorio sono presenti aree
importanti dal punto di vista naturalistico in particolare settori ascrivibili a territori boscati
e aree umide.
I primi comprendono le formazioni vegetali arboree e arbustive con caratteri floristici edensità di copertura molto variabili. Le seconde, aree parzialmente, temporaneamente opermanentemente interessate dalla presenza di acqua, sia in ambiti naturali che artificiali.A tal riguardo le formazioni vegetali con caratteristiche di naturalità talvolta significativa
presenti nel comune di Castiadas possono essere così sintetizzate.
Boschi di leccio: nel territorio sono presenti boschi a prevalenza di leccio (Quercus ilex)
ubicati quasi esclusivamente sui monti dei Sette Fratelli, che si presenta come un insieme
di tipologie di degradazione delle originarie foreste di sclerofille.
Boschi e boscaglie a olivastro: nelle aree naturali e seminaturali sono relativamente
comuni le boscaglie a prevalenza di olivastro (Olea europaea var. sylvestris), con
distinzioni ecologiche e fitosociologiche a seconda dell'ambiente pedoclimatico. Prevale la
serie sarda, termomediterranea dell’olivastro, con l'aspetto di boscaglie edafoxerofile a
dominanza di olivastro e lentisco(Pistacia lentiscus), caratterizzati da un corteggio
floristico termofilo.
5Le classi indicate sono quelle di cui alla classificazione CORINE LAN COVER
6 A cura Dott. Agr. Valerio Boi.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
76
Macchia evoluta e pre-forestale Presente nell'areale delle leccete residuali, con prevalenza
di formazioni miste di corbezzolo (Arbutus unedo) e fillirea (Phillyrea angustifolia), con
leccio subordinato, tipicamente derivanti dall'involuzione di preesistenti formazioni
forestali. Si tratta di un mosaico di cenosi di sostituzione della lecceta,
Macchie e garighe termofile e/o xerofile Comprendono un mosaico di formazioni a
macchia mediterranea costituita prevalentemente da arbusti. Non presentano un grande
sviluppo in altezza e generalmente si tratta di una vegetazione “secondaria”, derivante
dalla degradazione più o meno irreversibile delle formazioni boschive originarie, per cause
direttamente o indirettamente collegate all’attività antropica
Secondo la composizione specifica e lo stadio evolutivo la macchia è rappresentata da
associazioni vegetali diverse: nella macchia bassa rientrano le formazioni a prevalenza di
cisti (Cistus monspeliensis) e con presenza di varie specie erbacee bulbose, in particolare
l’asfodelo (Asphodelus sp); meno frequenti sono il lentisco (Pistacia lentiscus) e il mirto
(Myrtus communis). Si tratta di aspetti tipici e durevoli di una vegetazione ripetutamente
percorsa dagli incendi e con una degradazione del suolo spesso irreversibile. In altri casi
può tuttavia essere costituita da formazioni in cui sono presenti leccio e fillirea; questa
tipologia, pur testimoniando la degradazione di fasi più evolute sia della macchia che
della lecceta, indica una maggiore possibilità di rigenerazione.
Boschi edafoigrofili, boscaglie edafoigrofile e altre formazioni edafoigrofileLungo le aste fluviali, in vallate ed impluvi anche su superfici limitate, sono presenti
comunità forestali caducifoglie costituite, a seconda dei casi, da pioppo bianco (Populus
alba), pioppo nero (Populus nigra) e frassino (Fraxinus sp); su superfici limitate, sono
presenti comunità arbustive di specie caducifoglie costituite, da salici (Salix sp) e/o
tamerici (Tamarix sp). Le cenosi sono generalmente disposte in maniera spaziale
procedendo in direzione esterna rispetto ai corsi d’acqua, con le boscaglie costituite da
salici e rovi e i tamerici in posizione più esterna rispetto alle formazioni arboree.
Localmente si hanno popolamenti elofitici e/o elofito-rizofitici rappresentati da canneti,
tifeti, giuncheti, cariceti.
Particolarmente interessanti sotto il profilo ambientale risultano le praterie perenni e
annuali costituite per lo più cenosi di sostituzione ed elevata degradazione delle
formazioni forestali e dalle macchie a sclerofille preesistenti. Le prime sono costituite
prevalentemente da praterie emicriptofitiche ad asfodelo e, localmente da specie di tipo
steppico (brachipodio, ampelodesma). Le seconde sono date prevalentemente da praterie
terofitiche annuali. Questi ambienti sono da considerare, nelle maggior parte dei casi,
come cenosi di degradazione dei boschi climatofili originari e sono pertanto presenti in
modo diffuso, soprattutto nei settori alto collinari. La fitocenosi, assume una notevole
rilevanza nelle condizioni attuali sia per la dinamicità che per le conseguenti possibilità di
evoluzione verso stadi successivi.
Nel territorio sono presenti anche alcuni rimboschimenti. Di rilevante interesse per
estensione sono i terreni forestali ceduti all’Ente foreste, costituiti da impianti puri di
latifoglie con finalità di ricostituzione boschiva e di protezione. Sono presenti anche
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
77
piantagione di eucalitti, spesso impiantati in terreni privati ad uso agricolo pregresso e
con finalità di produzione di legna da ardere.
Aree di rilevante interesse naturalistico; SIC/ZPS; aree forestali
A Ovest, sud-ovest e a Est del territorio Comunale di Castiadas, ricade un Sito di
Importanza Comunitaria (SIC) così come definite dalla Direttiva 92/43/CEE (nota anche
come Direttiva "Habitat"), recepita in Italia a partire dal 1997 e relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.
In particolare, il territorio in esame comprende i SIC Sito Cod ITB041106 "Monte dei
Sette Fratelli e Sarrabus" . Da Sud, a Ovest, sino al confine con il Gerrei è stato istituito
una Zona di Protezione Speciale (ZPS), la ZPS Cod. ITB043054 "Monte dei Sette Fratelli".
A Est del territorio comunale sul mare è presente il SIC ITB042233 “Punta Santa Giusta”.
L’area è principalmente boscata, con boschi di leccio di alto fusto, importante polmone
verde non adeguatamente sfruttato ne per scopi turistici che per la produzione di
biomassa legnosa (prevalentemente legna da ardere) da utilizzare secondo le disposizioni
standardizzate delle PMPF.
Figura 4.3.2 - In evidenza la parte di territorio comunale all’interno dell’ Area SIC Sito CodITB041106 "Monte dei Sette Fratelli e Sarrabus" ,ZPS Cod. ITB043054 "Monte deiSette Fratelli” e piccola superficie SIC ITB042233 “Punta Santa Giusta”
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
78
Figura 4.3.3 - In evidenza la parte di territorio comunale all’interno dell’ Area SIC Sito CodITB041106 "Monte dei Sette Fratelli e Sarrabus"
Il SIC “Monte dei Sette Fratelli e Sarrabus” è caratterizzato dalla presenza di aree di
rilevante interesse naturalistico sia dal punto di vista vegetazionale che faunistico. Il
Formulario Standard NATURA 2000, approvato nell’ottobre 2013, elenca 9 habitat diversi
di cui 2 prioritari (indicati con * nella tabella seguente) in cui predominano le foreste a
dominanza di leccio e sughera mentre la restante superficie è caratterizzata da formazioni
a ginepro, macchie a euforbia arborea, vegetazione riparale ad ontano nero, a salici, a
pioppi, oleandro e altre importanti specie vegetali e animali.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
79
Codice
Nat. 2000Nome habitat
Superficiein ettari
RappresentativitàSuperficie
relativaGrado di
conservazioneValutazione
globale
9340Foreste di Quercus ilex eQuercus rotundifolia
3997.28 B C B A
9330 Foreste di Quercus suber 1013.0 B B B B
5210Matorral arborescenti diJuniperus spp.
27.84 A B A A
92A0Foreste a galleria di Salixalba e Populus alba
Accipitriformes Circus aeruginosus Falco di palude
Gruiformes Rallus acquaticus Porciglione
Gallinula chloropus Gallinella d'acqua
Charadriiformes Vanellus vanellus Pavoncella
Gallinago gallinago Beccaccino
Lymnocryptes minimus Frullino
Larus cachinnans Gabbiano reale
Mammiferi Logomorpha Lepus capensismediterraneus
Lepre sarda
Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico
Rodentia Apodemus sylvaticus Topo selvatico
La diversità ecologica che caratterizza il territorio del comune di Castiadas favorisce la
possibilità di nicchie ecologiche tali da consentire il mantenimento di una diversità
ecologica. Infatti grazie alla presenza di aree agricole diversificate che consentono la
formazione di differenti microclimi viene garantita una variabilità faunistica sotto
l’aspetto trofico per quanto concerne in particolare Uccelli e Invertebrati, ma anche piccoli
Mammiferi e Rettili Un notevole contributo viene anche dalla presenza di acque
superficiali che consentono di arricchire il contingente faunistico presente garantendo
livelli trofici più articolati e differenziati.
Tra gli aspetti botanici, il paesaggio vegetale è quello di immediata percezione e quindi
uno degli elementi di maggiore attrattiva. La formazione di tipo forestale più estesa in
assoluto è data dalla macchia con le sue differenti fisionomie, generalmente derivanti
dalle utilizzazioni forestali pregresse a cui hanno fatto seguito il pascolo ed i ripetuti
incendi.
L’interesse faunistico è maggiore nelle porzioni di territori relativamente più ricche di
specie riproducentesi o minacciate a diversi livelli, per le quali si presenta la necessità
urgente di interventi gestionali a favore delle risorse faunistiche e dei loro habitat. Sono
zone a morfologia più o meno accidentata coperta dagli ambienti vegetali, con un grado
di naturalità variabile da medio-basso a medio-alto.
4.3.5 Analisi di coerenza esterna, metodologia e Piani e Programmi di
riferimento
Si fornisce di seguito un primo elenco dei Piani e Programmi pertinenti con il Piano
Urbanistico Comunale di Castiadas, rispetto ai quali, nel Rapporto Ambientale (nel
capitolo 7, Rapporto Ambientale, viene chiarito maggiormente questo aspetto) sarà svolta
l’analisi di coerenza esterna dello stesso PUC, approfondendo e specificando eventuali
relazioni e interferenze.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
85
PIANO O PROGRAMMA RIFERIMENTO NORMATIVO STATO DI AVANZAMENTO
Piano Paesaggistico Regionale L.R. n. 8 del 25.11.2004 Approvato con D.G.R. n. 36/7 del
5.9.2006
Piano di Assetto Idrogeologico L.R. n. 45/1989, art. 1, comma 1 Approvato con D.C.P. n. 133 del
19.12.2002, vigente dal
19.02.2004. La Variante al PUP in
adeguamento al PPR relativo
all’ambito omogeneo costiero è
stata approvata con D.C.P. n. 81
del 10.12.2007
Piano Forestale Ambientale
Regionale
D.Lgs. 227/2001, art. 3, comma 1 Adottato con D.G.R. n. 3/21 del
24.1.2006
Piano di Gestione dei Rifiuti della
Regione Sardegna
D.Lgs. 152/2006, art. 199 Adottato con D.G.R. n 51/15 del
12.12.2006
Piano di Gestione dei Rifiuti della
Provincia di Cagliari
D.Lgs. 22/1997
Piano di prevenzione,
conservazione e risanamento
della qualità dell’aria ambiente in
Sardegna
D.Lgs. n. 351/1999, art. 6 Approvato con D.G.R. n. 55/6 del
29.11.2005
Piano Energetico Ambientale
Regionale
D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998 Adottato con D.G.R. n. 34/13 del
2.8.2006
Piano regionale di previsione,
prevenzione e lotta attiva contro
gli incendi boschivi 2005-2007 -
Revisione anno 2007
Legge n. 353 del 21.11.2000 Approvato con D.G.R. n. 25/54
del 3.7.2007
P.O.R. Sardegna “Competitività
Regionale e Occupazione" Fondo
Sociale Europeo 2007-2013
Regolamento (CE) n°1083/2006 Approvato con D.G.R. n. 27/3 del
13.6.2007
Programma di Sviluppo Rurale
per la Sardegna 2007/2013
Regolamento CE n. 1698/2005,
art. 18
Approvato dalla Commissione
europea con Decisione
C(2007)5728 del 20 novembre
2007
Piano dei Trasporti L.R. n. 21/2005 Adottato con D.G.R. n. 30/44 del
2.8.2007
Piano di gestione S.I.C. ITB Direttiva “Habitat” e normativa
nazionale e regionale di
recepimento
Approvato con Decreto
dell’Assessore della Difesa
dell’Ambiente della Regione
Autonoma della Sardegna
Piano Stralcio di Assetto
Idrogeologico
Esecutività della Del. di G.R. n.
54/33 del 30.12.2004
Approvato con D. Ass. LL.PP. 21
febbraio 2005 n. 3.
Piano Stralcio delle Fasce Fluviali Redatto ai sensi dell’art. 17,
comma 6 della legge 19 maggio
Adottato in via preliminare, ai
sensi degli artt. 8 c.3 e 9 c.2 della
L.R. n. 19 del 6.12.2006 dal
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
86
1989 n. 183 Comitato Istituzionale
dell’Autorità di Bacino della
Regione Sardegna con Delibera
n° 1 del 31.03.2011.
PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
e PIANO STRALCIO DI SETTORE
DEL PIANO DI BACINO
Redatto ai sensi art. 44 D. Lgs.
152/99 e ss.mm.ii. - art. 2 L.R.
14/2000 - Dir. 2000/60/CE) (art.
17, comma 6-ter L. 183/89
Piano di gestione del rischio di
alluvioni (PGRA)
Direttiva 2007/60/CE e D.Lgs.49/2010 -
Adottato con Delibera del
Comitato Istituzionale n. 1 del
30/07/2015
Piano Urbanistico
Provinciale/Piano Territoriale di
Coordinamento della Provincia di
Cagliari (PUP/PTCP)
L.R. n. 45/1989, art. 1, comma 1 - Approvato con DCP n. 133 del
19.12.2002 (vigente dal 19
febbraio 2004) Variante in
adeguamento al PPR approvata
definitivamente con D.C.P. n 44
del 27.06.2011 e n. 10
11.03.2013
Piano Provinciale raccolta e
trasporto RSU (PPRTRSU)
Piano Regionale Gestione Rifiuti
Urbani
approvato con del. GR 73/7 del
20.12.2008 Art. 59, comma 3, LR
9/2006 - Delibera del
Commissario Straordinario n. 159
del 22.07.2014
5 MONITORAGGIO
5.1 Sistema di Monitoraggio (scopo e contenuti)
Contestualmente all’attuazione del PUC deve essere avviato il monitoraggio sugli effetti
ambientali derivanti dalla realizzazione degli interventi. I risultati delle verifiche e dei
controlli effettuati devono essere annotati su periodici rapporti di monitoraggio da
redigere secondo quanto stabilito dal sistema progettato.
Per i criteri da tenere in considerazione nella definizione del sistema di monitoraggio
saranno adottati i quelli proposti all’Allegato B delle “Linee Guida per la Valutazione
Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali”, Deliberazione RAS n. 44/51 del
14.12.2010.
5.2 Indicatori
L’individuazione e la valutazione delle criticità Ambientali, Paesaggistiche, Urbanistiche,
Socio-Economiche che possono definire degli impatti ambientali legate allo sviluppo di un
piano urbanistico è una procedura articolata che discende da un analisi specifica di vasto
raggio.
La valutazione sintetica consente l’analisi ambientale ha il fine di fornire specifiche
indicazioni sui potenziali rischi ambientali e sulla quantificazione degli effetti attesi.
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
87
La specifica analisi volta ad identificare i fattori di impatto più significativi saranno
oggetto di un idoneo approfondimento in fase di attuazione del piano.
Il documento di scoping prevede che siano poste le basi ambientali per pervenire al
giudizio della sostenibilità ambientale ovvero quello di prevedere gli effetti conseguenti
alle scelte strategiche effettuate nell’ambito della pianificazione comunale e quantificarne
la rilevanza e l’importanza ambientale.
La scelta degli indicatori ambientali dovrà basarsi su uno spettro ampio e tale da
consentire una valutazione quali/quantitativa ponderata degli effetti ambientali generati,
e che sia tale da consentire una rappresentazione della direzione (positiva/negativa) con
la quale una determinata componente ambientale è influenzata dall’attuazione delle
azioni del Piano.
Le valutazioni prima indicate dovranno basarsi dalla individuazione di due tipi di indicatori
di:
a) compatibilità ambientale: determinato dalla somma algebrica mediata dei pesi attribuiti
a ciascun indicatore. Il valore definirà il grado di compatibilità ambientale delle azioni di
Piano rispetto alle componenti ambientali.
b) impatto ambientale: costituisce il valore univoco dell’impatto nella valutazione pesata e
ponderata d’insieme delle azioni di Piano nella componente analizzata.
Nella scelta degli indicatori di non secondaria importanza appare la valutazione inerente
la combinazione di più azioni su diverse matrici che potrebbero originare impatti
cumulativi e significativi.
Ad esempio per quanto attiene gli indicatori sul uso del suolo la lista è di seguito
specificata.
Lista degli indicatori utilizzati nell’analisi
Argomento indicatore sistema di misuraDissesto idrogeologico Allagamenti
aree a pericolosità idraulica Hi4 Kmq
aree a pericolosità idraulica Hi3 Kmqaree a pericolosità idraulica Hi2 Kmq
aree a pericolosità idraulica Hi1 vFranearee a pericolosità da frana Hg4 Kmq
aree a pericolosità da frana Hg3 Kmqaree a pericolosità da frana Hg2 Kmq
aree a pericolosità da frana Hg1 Kmqaree sottoposte vincolo idrogeologico kmq
Incendi boschivi numero annuo di incendi boschivi nsuperficie totale annua percorsa dal fuoco Kmq
superficie totale media annua per eventopercorsa dal fuoco
Kmq
Consumo del suolo aree edificate Kmq
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
88
aree inedificate Kmq
5.3 Rapporti di Monitoraggio
Ai sensi della normativa vigente (art. 18 D.Lgs.152/06 e s.m.i.) il monitoraggio assicura il
controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione dei piani
approvati e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da
individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune
misure correttive.
Il monitoraggio è effettuato dall’Autorità procedente in collaborazione con l’Autorità
competente anche avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali e dell’Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Delle modalità di svolgimento del monitoraggio, dei risultati e delle eventuali misure
correttive adottate è data adeguata informazione attraverso i siti web dell’autorità
competente e dell’autorità procedente e delle Agenzie interessate.
A tal fine in sede di VAS è necessario definire un sistema di monitoraggio che consenta di
verificare l’eventuale verificarsi di effetti ambientali negativi e i conseguenti meccanismi di
ri-orientamento del PUC.
Il monitoraggio del PUC deve comprendere aspetti riguardanti:
- l’evoluzione del contesto ambientale, anche a prescindere dagli effetti di Piano,
finalizzato ad evidenziare criticità ambientali che dovessero insorgere o aggravarsi nel
periodo di attuazione e di cui il Paino dovrebbe tenere conto;
- la presenza di eventuali effetti negativi sull’ambiente, determinati dall’attuazione del
Piano;
- il grado di attuazione e di efficacia delle misure di mitigazione e controllo.
Il monitoraggio degli effetti ambientali del PUC previsto in sede di VAS non si sovrappone
ad altri meccanismi di controllo esistenti, ma piuttosto deve trovare modalità di
coordinamento e di integrazione che consentano di massimizzarne le sinergie.
L’approccio procedurale più auspicabile suggerisce di inserire il monitoraggio PUC
all’interno di un quadro di riferimento unico nel quale le attività svolte dagli Enti proposti
al monitoraggio ambientale e le attività previste dalla normativa vigente possano essere
significative per il controllo degli effetti del Piano.
Al comma 4 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. si evince che il monitoraggio non figura come una
semplice raccolta dati e popolamenti di indicatori, ma prevede tutta una serie di attività
valutative di interpretazione dei dati e di elaborazione di indicazioni per il ri-orientamento
del Piano ovvero: “Le informazioni raccolte attraverso il monitoraggio sono tenute in
conto nel caso di eventuali modifiche al piano o programma e comunque sempre incluse
nel quadro conoscitivo dei successivi atti di pianificazione o programmazione.”
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
89
Al fine di monitorare gli effetti che eventualmente si realizzeranno all’attuazione del PUC
è necessario definire un sistema di monitoraggio efficace che consenta di verificare
periodicamente lo stato di raggiungimento degli obiettivi prefissati in fase di
programmazione. Occorre quindi individuare alcuni indicatori di programma (di impatto e
di risultato) che consentano di seguire costantemente l’andamento effettivo degli
interventi e con tempestività allertare in caso in cui si rilevino significati scostamenti
rispetto agli obiettivi prefissati.
Gli indicatori che si utilizzeranno durante il monitoraggio saranno principalmente quelli
utilizzati durante la fase di analisi dello stato ambientale (riportati nelle schede
dell’allegato III), per avere così un riscontro delle condizioni ambientali tra il prima e il
dopo l’attuazione.
Gli indicatori verranno comunque definiti e proposti in modo dettagliato durante la fase di
redazione del Rapporto Ambientale, specificando anche la cadenza temporale del
monitoraggio da parte del Autorità procedente e le modalità in cui dovrà essere redatta la
Relazione di Monitoraggio.
Nella Relazione di Monitoraggio sono riportati i risultati delle analisi e dei controlli
effettuati.
6 RAPPORTO AMBIENTALE
6.1 Valutazione di coerenza del piano con gli obiettivi ambientali
Le valutazioni di coerenza in ambito della fase di scoping, possono essere definite in via
preliminare e utili a delineare due fondamentali elementi: il primo riguarda la conoscenza
e la valutazione dell’ambiente, nei suoi aspetti globali e nei suoi elementi componenti; il
secondo è relativo all’ambito di piano, circa il tempo, lo spazio e le modalità d’intervento
sulle risorse e dunque sui valori che vengono loro attribuiti.
Lo studio e l’analisi del contesto ambientale nell’ambito 26 deve tradursi nell’analisi di
contesto della disciplina urbanistica.
Questo travaso è alquanto complesso la base di riferimento è una tematica
originariamente extradisciplinare e viene trattata normalmente da discipline diverse, a
cominciare da quelle di difesa del suolo (geologia, idrogeologia, pedologia, geotecnica,
uso del suolo, pericolosità idraulica e geomorfologica), naturalistiche (ecologia,
biologia) per considerare poi quelle agronomiche (scienze agrarie e forestali), quelle
legate a concetti più allargati di ambiente e paesaggio (geografia, storia, archeologia,
agraria), infine, quelle per cui vi sono importanti implicazioni delle scienze sociali
(economia, sociologia, psicologia,).
Lo sviluppo del progetto urbanistico del piano non solo deve considerare tutti questi
contributi e rispondere, quindi, ad un approccio multi ed interdisciplinare, ma deve
tradurre tutto questo in qualcosa che sia efficace ad una conoscenza del territorio e
risponda a criteri di sostenibilità ambientale e a obiettivi di sviluppo sostenibile che
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
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possono e devono essere raggiunti mediante azioni concrete. Congruentemente con i
dettami della RAS questi risultano:
1. Ridurre al minimo l’impegno delle risorse energetiche non rinnovabili:2. Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione;3. Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti
pericolosi/inquinanti;4. Conservare e migliorare lo stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat
e dei paesaggi;5. Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche;6. Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali;7. Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale;8. Protezione dell’atmosfera;9. Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la
formazione in campo ambientale;10. Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno
sviluppo sostenibile
In definitiva queste possono essere integrate da azioni specifiche che riguardano la:
1. Tutela dei corpi idrici superficiali
la sicurezza idrogeologica del territorio;
il riutilizzo di acque reflue;
2. Tutela dei corpi idrici sotterranei
la riduzione del fabbisogno idrico pro-capite da approvvigionamenti di acque
sotterranee;
3. Riduzione dei rifiuti e aumento percentuale della raccolta differenziata;
4. Aumento della superficie forestale e alberata;
5. Tutela degli ecosistemi: valorizzazione e fruizione ecocompatibile delle aree SIC e
ZPS;
6. Contenimento nel consumo urbano del suolo;
7. Rafforzare piani e metodi strategici di riqualificazione del costruito;
8. Rafforzamento di standard di qualità (aria, acqua, rumore) della vita dell’uomo;
9. Limitazione dell’impermeabilizzazione delle superfici; salvaguardia di condizioni
idrogeologiche dei suoli;
10.Creazioni di corridoi d’area (area costiera - area delle bonifiche)
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
91
6.2 Valutazione di coerenza del piano con i Piani e Programmi considerati
pertinenti.
Le Linee Guida (http://www.sardegnaambiente.it/documenti/18_269_20110203150553.pdf), per laValutazione Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali evidenziamo come ilprogetto di sviluppo del territorio deve essere analizzato in relazione al contestoprogrammatico esistente.Spetta pertanto all’ufficio del piano comunale valutare se le linee di sviluppo delineate dalPiano sono coerenti con gli indirizzi previsti da altri piani e/o programmi già esistenti econ i quali il PUC potrebbe avere delle interazioni.L’analisi pertanto non può prescindere da un analisi di livello comunitario, nazionale,regionale, provinciale (coerenza verticale) e quindi esaminare piani e/o programmi siasovraordinati che di pari livello (coerenza orizzontale).In particolare, trattando lo sviluppo del PUC l’adeguamento oltre al PPR al PAI (leggasiora PSFF e PGRA) rispetto ai quali la coerenza degli strumenti urbanistici è implicita nellostesso processo di adeguamento, dovranno essere, se pertinenti, esaminati almeno iseguenti Piani:
A1 piani sovraordinati1. Piano Forestale Ambientale Regionale;2. Piano Regionale di gestione dei Rifiuti;3. Piano Regionale di Tutela delle Acque;4. Piano di risanamento della qualità dell’aria;5. Piano Regionale delle Attività Estrattive;6. Piano di Sviluppo Rurale;7. Piano di bonifica dei siti inquinati;8. Piano Regionale dei Trasporti;9. Piano Regionale del Turismo;10. Piano Urbanistico Provinciale;11. Piano provinciale dei rifiuti;12. Piano Energetico Ambientale Regionale;13. Piani di gestione aree protette14. Piano stralcio di assetto idrogeologico15. Piano stralcio delle fasce fluviali16. Piani generale del rischio alluvioni17. Progetto IFFI
B1 piani di pari livello1. Piano di zonizzazione acustica;2. Piano urbano della mobilità;3. Eventuali altri piani ritenuti pertinenti (Piano regolatore del Porto, Piano del
traffico, ecc.).
6.3 Proposta di indice del Rapporto Ambientale
Indice del Rapporto Ambientale1 PREMESSA
2 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
2.1 Quadro normativo di riferimento
2.2 Processo di VAS
2.3 Fasi della VAS
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
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2.4 Consultazione e partecipazione
3 PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADAS
3.1 Processo di adeguamento del PUC al PPR
3.1.1 Efficacia e ambito di applicazione
3.1.2 Struttura e contenuti del Piano Paesaggistico Regionale
3.1.3 Attuazione del Piano Paesaggistico Regionale
3.2 Gli ambiti di paesaggio locale
3.3 Obiettivi del PUC
3.3.1 Obiettivi generali del PUC di Castiadas
3.3.2 Obiettivi specifici del PUC di Castiadas
4 ANALISI DI COERENZA ESTERNA DEL PUC DI CASTIADAS
4.1 Piani e Programmi di riferimento
4.2 Valutazione di coerenza esterna
5 ANALISI DI CONTESTO
5.1 Stato dell’ambiente nel territorio comunale di Castiadas
5.2 Analisi SWOT
5.3 Caratterizzazione delle aree di particolare rilevanza ambientale
6 VALUTAZIONE AMBIENTALE DEL PUC DI CASTIADAS
6.1 Criteri di sostenibilità ambientale e obiettivi di sviluppo sostenibile
6.2 valutazione di coerenza del piano con gli obiettivi ambientali e gli
obiettivi di sostenibilità prefissi
6.3 Descrizione e valutazione degli effetti ambientali delle scelte di Piano
7 VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE (VIncA)
8 SISTEMA DI MONITORAGGIO
8.1 Scopo dell’attività di monitoraggio
8.2 Indicatori
8.2.1 Caratteristiche generali degli indicatori
8.3 Relazioni di monitoraggio
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
93
9 SINTESI NON TECNICA DEL RAPPORTO AMBIENTALE
9.1 Processo di adeguamento del PUC al PPR e assoggettabilità a VAS
9.2 Finalità e struttura del Rapporto Ambientale
9.3 Metodologia adottata
9.4 Valutazione degli effetti ambientali delle scelte del PUC
7 VALUTAZIONE DI INCIDENZA
Come già evidenziato il PUC di Castiadas è sottoposto alla procedura di Valutazione di
incidenza di cui all’art. 5 del D.P.R. 357/1997, come modificato dal D.P.R. 120/2003 e
pertanto dovranno essere inseriti all’interno del rapporto ambientale contenuti aggiuntivi
che recepiscono gli indirizzi della direttiva CEE 92/43 o Direttiva Habitat, garantendo il
coordinamento delle finalità di conservazione ai sensi della direttiva stessa con gli
obiettivi da perseguire nella pianificazione e con le conseguenti azioni di trasformazione.
Così come suggerito anche all’Allegato D delle “Linee Guida per la Valutazione Ambientale
Strategica dei Piani Urbanistici Comunali”, Deliberazione RAS n. 44/51 del 14.12.2010, i
contenuti dello studio di incidenza, ai sensi dell’allegato G al D.P.R. 357/97, dovranno
essere articolati nel modo che segue.
7.1 Analisi dei siti della Rete Natura 2000 potenzialmente interessati dal Piano
Nell’ambito dello studio dovranno essere approfonditi i seguenti aspetti:
- inquadramento di ciascun sito della Rete tramite corografia in scala opportuna (scala
1:10.000);
- definizione dell’ambito temporale di valutazione dell’incidenza: previsione degli effetti
nel medio-lungo periodo in relazione alla durata del PUC;
- descrizione dei siti della Rete Natura 2000 interessati: caratteri fisici, habitat e specie
di interesse comunitario, obbiettivi di conservazione, relazioni strutturali e funzionali
per il mantenimento dell’integrità.
7.2 Individuazione dei livelli di criticità degli habitat e delle specie presenti nei
siti
Al fine di valutare la vulnerabilità degli habitat e delle specie presenti nei siti ricadenti
all’interno del territorio comunale si dovrà provvedere all’analisi di dettaglio delle
componenti vulnerabili del sito, sia dirette (flora, vegetazione, fauna, habitat, specie
faunistiche, corridoi ecologici), sia indirette (aria, acqua, suolo, litologia).
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
94
7.3 Analisi degli agenti causali di incidenza nel PUC
Per agenti causali si intendono i fattori di impatto sugli habitat, sulle specie e componenti
abiotiche che caratterizzano i siti della Rete Natura 2000.
Preliminarmente alla valutazione delle incidenze che il PUC può determinare, pertanto,
devono essere individuati ed esaminati tali fattori, attraverso l’analisi dei seguenti aspetti:
- tipologia e reversibilità delle alterazioni dirette e indirette previste dal PUC sulle
Comune di San VitoPiazza Municipio, 3 (09040)E -mail: [email protected]: +39-070-992891 Fax: +39-070-9927971
Comune di MaracalagonisVia Nazionale n° 49Telefono 070/78501 - Fax 070 785143 - P.IVA01894520921 - C.F. 80011730928 - Email:[email protected]
Comune di VillasimiusPiazza Gramsci, 9, 09049Telefono: 070 79301
Comune di SinnaiParco delle Rimembranze - telefono 07076901 -
partita IVA 01331610921 - codice fiscale 80014650925
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Amministrazione Provinciale di CagliariServizio Impianti termici; Inquinamento acustico e VIA eInventario delle emissioni in atmosferac.a. Dott.ssa M. Antonietta PirasServizio Caccia e Agricolturac.a. Anna CoisServizio Viabilità e Mobilitàc.a. Paolo MereuServizio Geologicoc.a. Salvatore PistisServizio Motorizzazionec.a. M.Grazia SurraccoVia Cadello, 9/b – 09121 [email protected]
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato della Difesa dell’AmbienteDirezione generale della difesa dell'ambienteVia Roma, 80 – 09123 CagliariFax 070/6067578Servizio tutela dell'atmosfera e territorioServizio tutela della natura e politiche forestaliServizio sostenibilità ambientale e sistemi informativiServizio valutazioni [email protected]
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato della Difesa dell’AmbienteDirezione del corpo forestale e di vigilanza ambientaleServizio Territoriale dell'ispettoratoripartimentale di CagliariVia Via Biasi, 9 – 09131 Cagliarifax 070/[email protected]
Ente Foreste SardegnaViale Merello, 86 – 09123 Cagliarifax 070/[email protected]
Agenzia Conservatoria delle Coste della SardegnaVia Mameli, 96 – 09123 Cagliarifax 070/[email protected]
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato degli Enti Locali,Finanze ed UrbanisticaServizio pianificazione paesaggisticaed urbanisticaViale Trieste, 186 - 09123 Cagliarifax 070/[email protected]
Regione Autonoma della Sardegna
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Assessorato degli Enti Locali,Finanze ed UrbanisticaServizio tutela del paesaggio e vigilanza province diCagliari - Carbonia IglesiasViale Trieste, 186 - 09123 Cagliarifax 070/[email protected]
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato degli Enti Locali,Finanze ed UrbanisticaServizio centrale demanio e patrimonioViale Trieste, 186 - 09123 Cagliarifax 070/[email protected]
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato dei Lavori PubbliciServizio dell'edilizia pubblicaVia Trento, 69 - 09123 Cagliarifax 070/[email protected]
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato dei Lavori PubbliciServizio territoriale opere idrauliche di CagliariVia Zara,1 - 09123 Cagliarifax 070/[email protected]
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato dei Lavori PubbliciServizio Opere idriche e idrogeologicheViale Trento, 69 -09123 Cagliarifax 070/[email protected]
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato Agricoltura e Riforma AgropastoraleDirezione generale dell'agricoltura e riformaagropastoraleVia Pessagno , 4 09126 Cagliarifax 070 [email protected]
Autorità di Bacino Regione Autonoma della SardegnaDirezione Generale Agenzia Regionale del DistrettoIdrografico della Sardegna
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Servizio difesa del suolo, assetto idrogeologico egestione del rischio alluvioniVia Mameli, 88 – 09123 Cagliarifax 070 [email protected]
Autorità di Bacino Regione Autonoma della SardegnaDirezione Generale Agenzia Regionale del DistrettoIdrografico della SardegnaServizio tutela e gestione delle risorse idriche,vigilanza sui servizi idrici e gestione delle siccitàVia Mameli, 88 – 09123 Cagliarifax 070 [email protected]
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato IndustriaDirezione Generale dell'IndustriaServizio delle Attività EstrattiveVia XXIX Novembre, 41 - 09123 Cagliarifax 070 [email protected]
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato Programmazione, bilancio, credito eassetto del territorio.Centro Regionale di ProgrammazioneVia Mameli 88, 09123 Cagliarifax [email protected]
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato dei trasportiDirezione generale dei trasportifax 070/[email protected]
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato Turismo, Artigianato e CommercioDirezione generale del turismo, artigianato ecommercioVia Roma, 233 – 09123 Cagliarifax [email protected]
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato Igiene e Sanità e dell'Assistenza SocialeVia Roma, 233 – 09123 Cagliarifax [email protected]@pec.regione.sardegna.it
Regione Autonoma della SardegnaAssessorato Pubblica Istruzione e Beni Culturali
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Direzione generale dei beni culturali, informazione,spettacolo e sportViale Trieste, 186 - 09123 Cagliarifax [email protected]
Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSegretariato regionale dei beni e delle attivitàculturali e del turismo per la SardegnaLargo Carlo Felice, 15 – 09124 Cagliarifax 070 [email protected]
Ministero per i Beni e le Attività CulturaliDipartimento per i beni Culturali e PaesaggisticiSoprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici,storici, artistici ed etnoantropologici per le province diCagliari e Oristano (B.A.P.P.S.A.E.)Via Cesare Battisti, 2 – 09123 Cagliarifax 070/[email protected]
Ministero per i Beni e le Attività CulturaliDipartimento per i beni Culturali e PaesaggisticiSoprintendenza per i beni archeologici delle province diCagliari e Carbonia IglesiasPiazza Indipendenza -09124 Cagliarifax 070 [email protected]
Capitaneria di PortoDirezione Marittima di CagliariVia dei Calafati – 09100 Cagliarifax 070 605 17 218 – 070 669 [email protected]
Enac – Ente Nazionale per l'Aviazione CivileDirezione Aeroportualec/o Aeroporto Mario MameliVia dei Transvolatori snc – 09030 Elmas (CA)Fax 070/[email protected]
SO.G.AER. SPAc/o Aeroporto Mario MameliVia dei Transvolatori snc – 09030 Elmas (CA)[email protected]
Agenzia delle DoganeUfficio dogane di CagliariVia Riva di Ponente s.c. - 09123 Cagliarifax 070/[email protected]
Agenzia del DemanioServizio al Territorio e Beni DemanialiVia Lo Frasso 2 – 19127 Cagliarifax 070/[email protected]
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI CASTIADASDOCUMENTO DI SCOPING
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ALLEGATO II - PUBBLICO INTERESSATO
I soggetti facenti parte del Pubblico Interessato che saranno coinvolti nel processo di
Valutazione Ambientale Strategica sono i seguenti:
- Tutti i cittadini interessati e loro comitati;
- Consiglieri Comunali e partiti politici rappresentati;
- Consulte cittadine previste dallo Statuto comunale (Sport; Cultura; Volontariato);
- Associazioni di volontariato e simili;
- Associazioni di categoria: agricoltura, commercio, industria;
- Associazioni Sindacali più rappresentative;
- Associazioni ambientaliste presenti sul territorio;
- Associazioni Enti per la promozione e sviluppo del turismo.
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ALLEGATO III – SCHEDE DI ANALISI DELLE COMPONENTI
AMBIENTALI
Per ciascuna delle tematiche ambientali esaminate viene predisposta una scheda di
sintesi conforme a quella indicata nelle linee guida regionali.
Le schede sono redatte sulla base dei dati attualmente disponibili e hanno lo scopo di
documentare l’esame dello stato qualitativo di una serie di componenti ambientali,
indicando, per ciascuna di esse, gli aspetti esaminati, gli indicatori e le fonti.
Alcuni aspetti e campi delle schede sono in fase di elaborazione, esse saranno
approfondite e redatte sulla base dei materiali prodotti dal PUC in adeguamento al PPR,
nonché sulla base degli elementi che emergeranno dalla consultazione con i soggetti
competenti in materia ambientale.
SCHEDA N. 1 - QUALITÀ DELL’ARIA
SCHEDA N. 2 - ACQUA
SCHEDA N. 3 - RIFIUTI
SCHEDA N. 4 - SUOLO
SCHEDA N. 5 – FLORA FAUNA E BIODIVERSITÀ
SCHEDA N. 6 – PAESAGGIO E ASSETTO STORICO CULTURALE