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Sul rapporto tra architettura e luogo: innovazione e tradizione
Le Corbusier , la Villa Savoye (1928-31) e la Villa Mandrot
(1929-32) Schema aperto, schema chiuso e altre annotazioni
P. Schmitthenner, 1932 Diversi modi di inserire un edificio
nella topografia collinare. Le Corbusier Il principio della casa su
pilotis confrontato con la tradizione costruttiva in muratura
rispetto all’andamento tipografico del suolo.
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Una definizione che può aiutarci a comprendere il ruolo della
tradizione nella trasmissione del significato dell’architettura.
Struttura è prima di tutto ogni singola opera d’arte . Se però la
singola opera d’arte deve essere intesa come una struttura, deve
essere percepita –e anzi già creata – sullo sfondo di determinate
convenzioni ( formule) artistiche date dalla tradizione artistica
residente nella tradizione artistica, residente nella coscienza
dell’artista e del soggetto percettore ( fruitore). Proprio grazie
al confronto con le conquiste artistiche del passato, che sono
diventate proprietà comune del passato e per questo non mutano più,
e in opposizione ad esse diventano percepibili all’interno
dell’opera i rapporti dialettici tra le componenti, così come il
loro equilibrio. Le Corbusier , Almanach d’architecture moderne,
1925.
Heinrich Tessenow (1876-1950). Casa d’abitazione a Berlino,
1913.
“…una casa è innanzitutto un essere concentrato; richiama cioè,
a una coscienza di centralità. La casa è un essere verticale, la
cui verticalità è assicurata dalla polarità della cantina e della
soffitta. Tali estremi sono antitetici in quanto rappresentano
l’opposizione tra la razionalità del tetto, il quale dichiara
immediatamente la propria funzione di mettere a riparo l’uomo che
teme la pioggia e l’irrazionalità della cantina, la quale è in
primis l’essere oscuro della casa….” Gaston Bachelard, La poetica
dello spazio, 1957
“...ci ispirassimo a quegli elementi essenziali, come tali, si
ripetono e rinunciassimo quindi alle soluzioni più individuali e
più originali nella costruzione e nella distribuzione delle nostre
case per ripetere invece pochi tipi edilizi sempre uguali, certo il
nostro tenore di vita ne risentirebbe un vantaggio non indifferente
rispetto alla situazione attuale... “ Heinrich Tessenow,
Osservazioni Elementari sul Costruire 1916
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I cinque punti d’architettura di LC costituiscono le istruzioni
del linguaggio moderno che si oppongono a quel sentimento comune
che costruisce idealmente e concretamente la forma tradizionale
della struttura della casa. (Gaston Bachelard, La poétique de
l’espace) Una casa si radica, si ancora, con le sue fondazioni,
stabilmente al suolo (come ci ricordano gli schemi pubblicati da
Schmitthenner); in alcuni casi si appropria con ambienti interrati
dello stessa materia geologica; la struttura a pilotis costituisce
invece una struttura di transizione che produce uno scollamento dal
suolo del volume abitato galleggiante nello spazio. Una casa si
protegge dagli eventi meteorologici con un tetto a falde ,disegnato
in modo tale da dimostrare con la sua forma l’identità geografica
del luogo; la copertura moderna è un terrazzo giardino, un luogo
inteso come dispositivo per la visione distaccata del paesaggio.
Una casa si compone di stanze, ognuna corrispondente ad un
gradiente di privatezza ; muro e soglia sono i suoi guardiani, i
suoi sostegni, gli elementi architettonici che regolamentano la
sequenza e l’ordine degli eventi; la pianta libera dissolve ed
integra fluidamente funziono e usi. Il muro di tamponamento è un
divisorio; il tramezzo interno un diaframma. La finestra, bucatura
aperta sul muro di perimetro produce una visione fissa: si fa
cornice e dipinto inquadrando un soggetto. Per opposto la finestra
a nastro porta all’interno della casa un continuum paesaggistico:
non richiede un luogo privilegiato per l’osservazione, un punto di
vista, ma seguendoti si fa luogo di scoperta sequenziale, immagine
mobile.
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Paul Schmitthenner, 1884_1972. La forma costruita nel rispetto
del sapere tecnico e delle tradizione che detiene la forza
evocativa del tempo e dell’identità culturali. (Paul Schmitthenner
, La forma Costruita . Variazioni sul tema, 1932) Le Corbusier,
Studio del pittore Ozenfant , Parigi 1922. Quale fu la potenza in
grado di scardinare , agli esordi del XX sec, una cultura tecnica e
figurativa , simbolica e iconografica millenaria, se non quella che
innescò la civiltà macchinista, determinista e funzionalista:
l’estetica del nuovo mondo risiede nella equivalenza tra utile e
bello, in una limpida e chiara La Nue Sachlichkeit ( nuova
oggettività) in cui il sapere razionale dell’ingegneria applicata
nelle costruzioni moderne, nella tecnologia e nei nuovi materiali
si rappresenta nell’efficiente rapporto tra forma e funzione nel
mondo dell’industria, della cantieristica navale ed aereonautica.
(Le Corbusier , Verso un’Architettura, 1923)
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Le Corbusier [Pseudonym of Charles Édouard Jeanneret] – Saugnier
[Pseudonym of Amédée Ozenfant]. Vers une Architecture. Paris,
Editions G. Cres et Cie [1923].
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Radicamento appoggio e sospensione: l’attacco a terra
dell’edificio e il sottosuolo. Le Corbusier, Convento de la
Tourette, 1957-60 Mies van der Rohe, Berlin Gallery,1968
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Architettura del sottosuolo G. B. Piranesi 1720-1778 Lo spazio
Ipogeo di un colombario.
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G.B. Piranesi 1720-1778, Mausoleo di Cecilia Metella , I sec.
a.C.
Tradizione, storia, archeologia L’essere verticale
dell’architettura: l’attacco a terra, lo sviluppo e il coronamento.
Tra aspetti figurativi e tecnico costruttivi attraverso i quali
l’architettura prende forma affrontando aspetti concreti della
realtà: il suolo, lo sviluppo verticale e la stabilità, la
copertura.
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G.B. Piranesi, 1720-1778, Mausoleo di Cecilia Metella I sec.
a.C. Dettaglio del camino d’areazione e illuminazione posto al
centro del tamburo del mausoleo.
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Ser John Soane 1753-1837. Lincoln’s Inn Field Museum Londra
1809-12
Lo spazio tellurico del sottosuolo è immaginato traslando nello
scenario della casa-museo di Soane le atmosfere sperimentate dagli
architetti impegnati nelle prime scoperte archeologiche agli inizi
del XIX sec. La sezione ci mostra due caratteri della casa
ricondotti in una unità spaziale verticale: il sotto, luogo
perturbato dall’esposizione di resti funerari, sarcofagi, steli
ecc.; ed un sopra, luogo più razionale, dominato dalla lanterna e
dalla luce che l’attraversa il vuoto inondando lo spazio a
tutt’altezza. In questa ricerca , allusiva delle scoperte delle
antichità, svolge un ruolo decisivo la diffusione in campo europeo
delle stampe piranesiane, documenti che descrivono la tensione tra
scientificità archeologica e narrazione romantica. G.B.Piranesi Le
antichità romane, 1784
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Ser John Soane 1753-1837. Lincoln’s Inn Field Museum Londra
1809-12
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H. Labrouste 1801-1875 Progetto di studio per un cenotafio 1829
Attacco a terra: il radicamento al suolo attraverso uno spazio
ipogeo.
In questo esercizio compositivo dedicato al progetto di un
cenotafio in ricordo del grande navigatore francese La Pérouse, la
parte basamentale dell’organismo –quella dedicata a raccogliere i
resti del naufragio, ancora, cannoni, ecc.– è scavata e ricavata
dalla roccia, così come la doppia scalea emiciclica d’ingresso. Su
questa base immarcescibile fondata su pietra svetta un tempietto
classico con ordine ionico , segnale di richiamo ottico sul
paesaggio d’intorno. Sappiamo quanto interesse Labrouste mostri nei
confronti dell’architettura scavata nel suo soggiorno italiano: è
da rammentare i suoi importanti studi sull’architettura funeraria
etrusca.
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H. Labrouste 1801-1875. Vista e rilievo di una tomba etrusca,
1849
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K.F. Schinkel , Progetto per Il Castello di Orianda, Crimea
1838. Vista della residenza imperiale dello Zar sul mar Nero. Il
sotto e il sopra: radicamento /elevazione Il sottosuolo è il luogo
di transizione tra terra e cielo; Il sopra è la luce e la
visione.
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K.F. Schinkel , Progetto per Il Castello di Orianda , Crimea
1838. Il sotto e il sopra: radicamento /elevazione Il sottosuolo;
la transizione ; sotto la luce; la visione.
Schinkel descrive, in queste celebri vedute, Tre diverse
situazioni spaziali, scaldate da una luce apparentemente
mediterranea (sebbene ci si trovi sul mar Nero). Esse sono
riconducibili ad un organismo architettonico unitario: una villa
dalle forma ideali classiche: il basamento e le terrazze del
Castello, spazialità solare ed aperta verso il paesaggio marino,
luogo destinato all’osservazione; la corte interna fulcro
dell’organizzazione funzionale della residenza, luogo dell’incontro
tra cielo e terra, la dimensione razionale della residenza; infine
una spazialità ipogea, tellurica, ricavata nello spesso zoccolo
d’appoggio della villa, luogo dove esibire proteggere e conservare
le memorie. Tre spazialità che sintetizzano la transizione tra
sopra e sotto, tra dimensione telluria e solare della casa.
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Le Corbusier, La Chappelle ipogede la Tourrette 1957-60 Le
Corbusier, Cappella di Ronchamp Altare 1950-53
Le Corbusier e il mondo irrazionale del sottosuolo: Il mondo
machiniste è completamente superato. Il rapporto di autonomia tra
suolo e architettura si è modificato. Le Corbusier riconsidera la
possibilità di progettare degli spazi poggiati o scavati nel suolo.
Essi esprimono atmosfere senza tempo, mistiche. Tutte le tecniche
precedentemente teorizzate si piegano ora verso la tradizione .
Nella Chappelle un antico e radicato sentimento umano, quello della
religiosità universale, irrompe con un’atmosfera mistica nella
contemporaneità.
Lo spazialità del sottosuolo
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Le Corbusier e il sottosuolo La cappella di Ronchamp, 1954
Disegni eseguiti a Villa Adriana nel suo viaggio in Italia svolto
nel 1910
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Franco Albini, Il Museo del tesoro della Cattedrale di San
Lorenzo ,Pianta. Genova, 1956
Spazio del sottosuolo Una antica tradizione, quella delle
architetture ipogee, molte delle quali di origine funeraria, sono
reintrodotte nei processi ideativi dell’architettura contemporanea.
E’ questo il caso del museo del Tesoro di San Lorenzo in cui il
riferimento costruttivo, simbolico e spaziale trova nel modello
della tholos mediterranea ed orientale il suo costante
riferimento.
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R. Koolhaas, Casa a Bordeaux 1992-94
Una architettura contemporanea che produce sintesi tra
spazialità del sotto e del sopra, tra scavo e costruzione
Rem Koolhaas ha proposto questa residenza abitata da un disabile
con tre piani impilati l’uno sull’altro: il sotto, il piano
intermedio, e un piano di coronamento. Questi tre diversi piani
sono collegati con una grande piattaforma mobile che funziona anche
come una vera e propria stanza. Si muove liberamente tra i tre
piani, entrando a far parte dello spazio di vita della cucina della
zona giorno trasformandosi in uno spazio ufficio/ biblioteca e la
cantina.
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Il sottosuolo, organico, massivo, inondato da luce indiretta
Lo spazio intermedio, orizzontale e libero
Lo spazio di coronamento che guarda il cielo
R. Koolhaas, Casa a Bordeaux 1992-94
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Dall’edificio in sospensione a quello ipogeo.
Eduardo Chillida, Mount Tindaya . Spazio rituale ricavato nel
cuore della montagna di Tindaya, 2003 Kengo Kuma, Glass/ Wood
House, 2013
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La casa sospesa: palafitte Aldo Rossi, Casa a borgo Ticino,
1976
Una semplice casa bifamiliare, organizzata a pettine, costituita
da un corpo di fabbrica disposto sul limite del bosco e da quattro
corpi slanciati verso il pendio e le visuali. Quest’ultimi sono
sospesi su esili pilastri. Un ‘essenzialità che rasenta lo schema
ideale, l’archetipo. Una architettura che prende forma
dall’oggettiva considerazione del luogo, dei suoi caratteri
distintivi e dalle sue potenzialità di suggerire luoghi per
abitare: il bosco, il pendio, il paesaggio; il portico, i «pontili»
sospesi, le logge.
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Aldo Rossi, Casa a borgo Ticino, 1976
La casa sospesa: palafitte
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Luigi Figini e Gino Pollini, architetti razionalisti del Gruppo
7 Abitazione detta a palafitta al Villaggio dei giornalisti di
Milano , 1933/35
La casa sospesa: palafitte
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Casa Farnsworth rappresenta un insuperabile modello
tipologico-spaziale, tecnico-costruttivo ed estetico della cultura
architettoni-ca contemporanea. Una piattaforma sospesa dal suolo in
prossimità di un fiume, una lanterna diafana, aperta sul contesto
naturale.
La casa sospesa Mies van der Rohe, casa Farnsworth, Chicago,
USA, 1945
La casa sospesa
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Una copertura (progettata come una forma naturale quanto una
foglia che fa ombra sul suolo) è poggiata direttamente al suolo su
esili sostegni in acciaio. La geologia, con le sue materie e le sue
forme è parte del contenuto estetico del programma.
La casa poggiata: continuità tra interno ed esterno.
Oscar Niemeyer, Casa delle Canoas, 1951
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La casa poggiata: la continuità tra interno ed esterno.
Sverre Fehn, Padiglione scandinavo ai giardini della Biennale
1958-62
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La casa poggiata: la continuità tra interno ed esterno.
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Attacco a terra: La casa su terrazzamento.
Souto de Moura, Casa a Moledo, Portogallo 1998
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La casa su terrazzamento Souto de Moura, Casa a Moledo,
Portogallo 1998
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La casa su terrazzamento
Souto de Moura, Casa a Moledo, Portogallo 1998
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La casa su basamento
Mies van der Rohe, Padiglione tedesco all’esposizione di
Barcellona 1929 La spazialità del padiglione espansa e dilatata nel
contesto, ma anche arginata, costruito con pilastri in acciaio,
lastre marmoree e cristallo, si poggia su un alto basamento di
travertino parzialmente scavato a contenere due vasche d’acqua.
Struttura di transizione tra suolo tellurico (con la sua topografia
e la sua morfologia) e l’architettura ordinata dalla tettonica.
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La casa su basamento
Mies van der Rohe, Padiglione tedesco alle’esposizione di
Barcellona 1929 La spazialità del padiglione espansa e dilatata
nell’intorno, ma anche arginata, costruito con pilastri in acciaio,
lastre marmoree e cristallo, si poggia su un alto basamento di
travertino parzialmente scavato a contenere due vasche d’acqua.
Struttura di transizione tra suolo tellurico (con la sua topografia
e la sua morfologia) e l’architettura governata dalla
tettonica.
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La casa su basamento Elemento di compensazione e soglia di
passaggio tra lo spazio abitato e l’intorno , tra la morfologia
naturale del terreno e piano orizzontale della casa.
Mies van der Rohe, Tugendhat House, Brno 1930
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Appoggio dell’edifico al suolo mediante la costruzione in opera
rustica di un basamento ovvero una struttura a contatto con il
terreno, che si adegua alla topografia del sito in modo tale da
realizzare un piano solido orizzontale sul quale erigere il
fabbricato. Louis Isidoro Kahn, Fischer House Pennsylvania, USA,
1967
La Casa con basamento
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L’architettura deduce i suoi caratteri dal luogo: dal suolo,
dalla sostanza materica, dal clima, dalle stesse forme naturaliche
ne definiscono la fisionomia, il carattere . In questa casa
progettata da F.L. Wright non compare più l’interesse per le forme
di transizioni tra il suolo e l’edificio, non più quel confronto
estetico e tecnico che caratterizzato la grande tradizione
costruttiva e figurativa classica. L’edificio è organicamente
derivato dalla forma stessa del luogo, dalla sua materia dalla sua
forma dalla sua struttura geologica. F.L.Wright , Pauson House,
Phoenix, 1939-41
Il rapporto diretto con il suolo .
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F.L Wright, Sturges House Los Angeles,1939
Il rapporto diretto con il suolo.
In questo esempio la struttura muraria- organicamente cresciuta
dal suolo- è resa ancor più espressiva dal rapporto con l’aggetto
con struttura in ligneo della casa/terrazza.
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F.L Wright, Sturges House 1939, Los Angeles Un pilone in
muratura disposto parallelamente alla ripida pendenza dell’
area
l rapporto diretto con il suolo.
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La finestra come dispositivo per la visione statica La finestra
come dispositivo per la visione in sequenza
Luis Barragan , Casa Studio Mexico City , 1948 Mies van der
Rohe, Villa Tugendhat, Brno 1928-30
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A. Libera e C. Malaparte. Villa Malaparte a Capri 1936 Arturo
Martini, L’attesa 1931.
La finestra è per sua natura a sviluppo verticale: è un buco
praticato su una parete muraria dimensionato convenientemente per
non indebolirne la stabilità strutturale e la resistenza. Appare in
questa immagine come una finestra quadro , cornice entro cui
fissare l’oggetto dell’osservazione. Essa predispone nello spazio
un punto geometrico stabile , il punto di vista, che è normalmente
suggerito dall’inquadratura stessa. Nella scultura di Arturo
Martini (nella descrizione pressoché simultanea del dentro e del
fuori, l’immagine della casa e del contesto esterno), si rivela il
contenuto doppio che caratterizza il tema della finestra: da un
lato “occhio” che trascina una porzione di paesaggio nella casa e
dall’altro maschera che rivela con misura e sobrietà l’internità
protetta e riservata della vita domestica.
La finestra come visione statica
visione statica
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Mies van der Rohe, Resort House Project, Jackson Hole, Wyoming,
Interior perspective of living room and south glass wall,” 1939
Theo van Doesburg , 1922 Le scomposizioni di piani di Theo Van
Doesburg. Una ricerca sulla natura geometrico-matematica della
realtà.
La finestra come visione in sequenza Una superficie trasparente,
una superficie colorata, una superficie lignea, linee: rapporti tra
figure geometriche : piani , colori , materie.
Allo spazio prospettico della cultura rinascimentale,
restituzione visiva dell’esperienza umana, l’avanguardia europea,
(neoplasticismo, suprematismo e costruttivismo, cubismo) sperimenta
l’astrattismo geometrico, cercando un contenuto estetico fuori da
ogni imitazione della realtà. La forma non dichiara più una
corrispondenza con la cosa che imita, la restituisce in costruzioni
visuali. In architettura la scomposizione del volume in piani e in
colori, la ricerca di spazialità libera di fluire tra interno ed
esterno, il valore essenziale ed astratto del linguaggio, la
concezione dello spazio anti-prospettica (l’assenza di punti di
vista privilegiati), l’esperienza sensoriale che si compie
attraverso il movimento, realizzano i presupposti intorno ai quali
si muove la rivoluzione estetica e tecnica del movimento
moderno.
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Walter Gropius., La Bauhaus, Dessau , 1926. Angolo dell’aula dei
laboratori: Interno ed esterno sono contemporaneamente presenti
nella realtà sensoriale. La struttura a telaio in c.a.,
arretrandosi dal perimetro del fabbricato, libera l’angolo da
impegni tettonici. La dissoluzione dello spazio prospettico: si
passa dal punto di vista stabile verso una concezione dinamica del
rapporto tempo spazio.
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Walter Gropius. La Bauhaus, Dessau, 1926.
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Heinrich Tessenow. Studio di ambiente domestico con
finestra,1908 Le Corbusier. La finestra a nastro scorre in
continuità tra gli spazi del piano nobile della residenza Stein,
1926-28
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Adool Loos, La casa Moller Praga 1930 Una finestra per una
moderna concezione dell’ordine domestico: IL Raum plan
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“My architecture is not conceived by drawings, but by spaces. I
do not draw plans, facades or sections… For me, the ground floor,
first floor do not exist… There are only interconnected continuous
spaces, rooms, halls, terraces… Each space needs a different
height… These spaces are connected so that ascent and descent are
not only unnoticeable, but at the same time functional” A.Loos
(1930)
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Adool Loos, La casa Moller, Praga, 1930 Una finestra per una
moderna concezione dell’ordine domestico: Il Raumplan
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Adool Loos, La casa Moller Praga 1930 Una finestra per una
moderna concezione dell’ordine domestico: Il Raumplan
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Adool Loos, La casa Moller, Praga, 1930 Una finestra per una
moderna concezione dell’ordine domestico: Il Raumplan
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Adool Loos, La casa di Tristan Tzara, Parigi, 1925_26 Una
finestra per lo spazio urbano città, una finestra per la casa:
ordine pubblico, ordine domestico.
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Le Corbusier & Pierre Jeanneret: Annex to Church Villa
interior Ville D'Avray, France, 1929 Ancora una architettura di
sintesi: finestra e pan de verre. (des types de façade en loggias
brise-soleil (façade pan de verre), et enfin en ossature dénudée
révélant tout le principe constructif)
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La copertura.
Copertura mobile e copertura sostenuta da giovani in un rito
d’iniziazione africano. Le cariatidi dell’Eretteo dell’Acropoli di
Atene V sec. a.c. Giuseppe Pagano Guarniero Daniel. Architettura
rurale italiana . In quaderni della Triennale , 1936 G. Pagano
«esaltare il valore estetico e morale della funzionalità [in cui]
gli elementi dell'architettura devono essere anonimi, collettivi,
perfezionabili…»
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Bernard Rudofsky, Architecture Without Architects, 1964.
Ambienti geografici, climatici e tradizioni tipologiche e
costruttive. Di regola, le origini delle forme di costruzione
indigene e i metodi di costruzione si perdono in un lontano
passato. Case tipiche dell'area mediterranea.( case a terrazzo) Le
coperture piane svolgono la funzione di raccolta delle acque
piovane convogliandole all’interno di cisterne. Una delle soluzioni
più radicali nel campo di riparo è rappresentato dalle città
sotterranee nelle cinture loess cinesi. Loess è il limo,
trasportato e depositato dal vento. A causa della sua grande
morbidezza e elevata porosità, può essere facilmente intagliato. La
fotografia mostra un insediamento, nei pressi Tungkwan (Honnan). Le
corti scure nel paesaggio pianeggiante sono corti o pozzi con lati
verticali alti dai 6 ai 9 metri. Scale a forma di L conducono agli
appartamenti sotterranei illuminati da aperture che danno sul
cortile. Marrakech (Morocco), Anticoli, Tnukkwan (cina), Ravello,
Spagna
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La copertura: falde, terrazza, giardino.
Heinrich Tessenow 1905. L’abitazione dedotta dal modello della
casa di Goethe isolata nel bosco, compatta, proporzionata,
razionale ed evocativa, protetta con un tetto a falde tanto
inclinateo da ricondurci nel clima continentale Europeo: in quella
specifica tradizione costruttiva :la casa proimigenia della cultura
tedesca.
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Le Corbusier, attico de Beistegui, Parigi 1929/32
Dall’alto quando tutto si è fatto silenzio e il fragore della
città si è spento, allora si scoprono nuovi punti d’osservazione:
da un lato Parigi a volo d’uccello tutta d’insieme, dall’altro,
quell’ammasso è selezionato, inquadrato in microcosmi «di pietre,
di giardini e di cielo». Il colpo d’occhio è ridotto in visioni
osservate da un periscopio.
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La capanna è il tetto. Uno schizzo di studio di Gunnar Asplund,
architetto o svedese, della Cappella Woodland, che riflette
l'influenza del romanticismo nordico generando "una sintesi del
tempio e capanna«. Una architettura direttamente ispirata ad una
casa della tradizione popolare scandinava. Il tetto La cappella è
inserita nel bosco di abeti. Come ci ricorda Bachelard ...il tetto
(a dispetto degli altri elementi che costruiscono l’immagine della
casa) dichiara immediatamente, razionalmente, la propria ragione
d’essere: esso mette al coperto l’umo che teme la pioggia e il
solo. I geografi ricordano (…) che, in ogni paese, lo spiovente del
tetto è uno dei segni più sicuri del clima. Si comprende così
l’inclinazione del tetto. (…) nella soffitta è piacevolmente messa
a nudo la forte ossatura della carpenteria, si partecipa alla
solida geometria del carpentiere. (Gaston Bachelard, La poetica
dello spazio 1957.)
Woodland Chapel di Erik Gunnar Asplund Stoccolma ,Svezia,
1918-20
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La copertura belvedere Adalberto Libera e Curzio Malaparte a
Capri Villa Malaparte, 1936
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F.L. Wright. The Usonian houses Jacobs House 1936 Copertura
piana su impianto ad L
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F.L. Wright, Zimmerman House, 1950
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F.L. Wright, Kentuk Kinds , House 1950
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F.L. Wright, Kentuk Kinds, House 1950
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Copertura mimetica Necropoli del Crocifisso, Orvieto VI
sec.a.C.
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Architettura ipogea / Copertura mimetica Necropoli del
Crocifisso, Orvieto VI sec.a.C.
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Copertura mimetica Linea Maginot, fortificazioni lungo la linee
franco_tedesca
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Architettura ipogea Peter Zumthor, Terme di Vals, 1999-2000
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