0 LICEO VALDESE – Via Beckwith, 1 – IT 10066 Torre Pellice TO Ginnasio/Liceo Classico pareggiato con D.M. 9.8.1890 e D.M. 8.8.1898 Opzione sperimentale classica D.M. 23.4.1998 Liceo Europeo D.M. 20.4.1994 Liceo scientifico D.M. 23.4.1998 LICEO PARITARIO Storia della Massoneria: l ’organizzazione in Valpellice e la rappresentazione cinematografica in Walt Disney Tesina di Barbara Bertin, Liceo Giuridico Economico, V anno, A.S. 2013/2014
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Storia della Massoneria: lorganizzazione in Valpellice e ... · Walt Disney perché la maturità rappresenta una frontiera, dove la fantasia e l’immaginazione restano alle spalle
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LICEO VALDESE – Via Beckwith, 1 – IT 10066 Torre Pellice TO
Ginnasio/Liceo Classico pareggiato con D.M. 9.8.1890 e D.M. 8.8.1898
Opzione sperimentale classica D.M. 23.4.1998
Liceo Europeo D.M. 20.4.1994
Liceo scientifico D.M. 23.4.1998
LICEO PARITARIO
Storia della Massoneria:
l’organizzazione in Valpellice e la
rappresentazione cinematografica in Walt
Disney
Tesina di Barbara Bertin, Liceo Giuridico Economico, V anno, A.S. 2013/2014
1
Indice Introduzione ………..…………….………….………………….. p. 2
Che cos’è la massoneria e quali sono le sue origini..….. p. 3
Rituali e simboli
La gerarchia
La massoneria in America ……………………………………..... p. 8
Vita di Walt Disney……………………………………………… p. 9
Walt Disney e la massoneria …………………………………... p. 14
Fumetti
Cortometraggi Film
Serie televisive
La massoneria e i valdesi……………………………………….. p. 21
Cesare Gay
La massoneria oggi …………………………………………….. p. 25
Conclusioni …………………………………………………….. p. 27
Intervista ad un massone………………………………………. p. 29
Allegati…………………………………………………………. p. 31
Sitografia e bibliografia………………………………………… p. 35
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Introduzione Ripensando al percorso di studi svolto fin’ora e cercando di individuarne uno nuovo con cui
proseguire, mi sono interessata a quella che è stata parte della mia cultura dell’infanzia e ho deciso
di approfondire le mie curiosità prendendo come punto d’inizio l’uomo che ha anticipato i suoi
contemporanei dando vita ai primi cartoni animati.
Tutti da piccoli abbiamo ascoltato le favole, i più fortunati hanno potuto imparare a leggerle sui libri
o a vederle rappresentate alla tv.
I fratelli Disney hanno fatto del mezzo televisivo un vero stile di vita. Con l’invenzione del cartone
animato hanno fatto volare la fantasia di grandi e piccini.
Ho scelto Walt Disney perché la maturità rappresenta una frontiera, dove la fantasia e
l’immaginazione restano alle spalle e dove effettivamente ci affacciamo al mondo degli adulti. Così,
nel periodo in cui ho lavorato alla mia tesina, ho potuto sentirmi ancora un pò bambina, riscoprire
quanto le favole mi abbiano fatto crescere e capire che però il mondo reale è ben diverso da quello
della fantasia.
Il cartone animato per me è stata una delle prime forme di educazione assieme alle favole raccontate
dai nonni.
Sono quindi partita dalla scuola, studiato alcune notizie inerenti alla vita dello “Zio Walt”, arrivata
all’idea di un Walt Disney mitico e leggendario da renderlo quasi irreale, per poi analizzare, invece,
la vita reale di un uomo che nel giro di quasi 100 anni ha creato un “patrimonio” non solo dal punto
di vista economico, ma anche dal punto di vista culturale.
Leggendo biografie della vita di Disney, mi sono resa conto che fa riferimento più volte alla
Massoneria, dunque ho deciso di approfondire l’argomento. In seguito ad alcuni studi, ho cercato di
individuare gli elementi tipici di quest’Ordine all’interno delle opere. Mi sono poi interessata al
territorio e al ruolo che la Massoneria ha ricoperto nelle nostre valli.
Se puoi sognarlo, puoi farlo!
[Walt Disney]
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Che cos’è la massoneria e quali sono le sue origini:
La Massoneria è un’associazione fraterna iniziatica che persegue scopi filantropici e punta al
progresso dell’umanità.
Federico II di Prussia nelle “Nuove e Segrete Costituzioni della Antichissima e Venerabilissima
Società” definì la massoneria come:
“Questa Istituzione Universale, le cui origini risalgono alla culla della società umana, è pura nei
suoi dogmi e nella sua dottrina: è saggia, prudente e morale nei suoi insegnamenti, nella pratica,
nei propositi e nei mezzi: la raccomandano specialmente il fine filosofico e umanitario che si
propone. Ha per oggetto l’Armonia, la Fortuna, il Progresso e il Benessere della Famiglia umana
in generale e di ogni uomo individualmente. Con tali princìpi è suo dovere lavorare senza posa e
con fermezza fino a raggiungere questo fine unico che si riconosce degno di essa”.
Si possono individuare due miti dell’origine della Massoneria, entrambi ritenuti validi ed utili al
fine di capire che capire cos’è e cosa fa questa fratellanza:
Il primo ritiene che questa istituzione esisteva ancora prima della creazione del mondo, poiché una
società deve avere anche delle origini mitiche, qui individuate nella dimensione in cui la divinità
può rivelare i suoi misteri. Il primo uomo iniziato fu Adamo, che fondò una nuova comunità,
considerata la prima Loggia massonica. Il suo successore fu Lamech, padre di Jubal e Tubalcain,
grandi conoscitori delle arti e delle scienze che, sapendo dell’arrivo del Diluvio Universale, incisero
le loro conoscenze su due colonne, che resistettero alla punizione divina. La leggenda vuole che
questi pilastri siano stati ritrovati da Hermes. Secondo la tradizione massonica, Abramo dopo aver
appreso gli insegnamenti segreti da Hermes, li portò in Egitto, in cui si formarono numerose
istituzioni iniziatiche. Secondo altre leggende, Abramo avrebbe insegnato i misteri ad Euclide, il
quale li avrebbe portati in Egitto.
Il secondo mito, trattato anche nella Bibbia, sostiene che il re ebraico Salomone scelse un’architetto
e gli affidò il compito di costruire un Tempio in cui poter custodire l’Arca dell’Alleanza, nella quale
dovevano essere custoditi gli antichi misteri. Egli suddivise i lavoratori in tre gruppi, apprendisti,
compagni e maestri, ognuno dei quali aveva una parola segreta da dire al capomastro; questo a
seconda della parola dava un salario diverso. Tre apprendisti, volendo ricevere una paga migliore,
decisero di assaltare l’architetto per fargli svelare la parola segreta del maestro. I congiurati si
posero in modo da sbarrare le porte a sud, est ed ovest del tempio. L’archietetto, dopo la consueta
preghiera nel tempio, s’imbatté nell’apprendista della porta sud, che gli chiese la parola segreta,
minacciandolo di morte con un regolo a piombo. Data la fermezza dell’architetto, il furfante lo
colpì, ferendolo sulla tempia destra. L’architetto scappò verso l’uscita ad occidente, ma il secondo
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malfattore lo aggredì, colpendolo con una livella sulla tempia sinistra. Alla terza uscita l’ultimo
cospiratore gli chiese di nuovo la parola, che però non rivelò; allora l’apprendista lo colpì
violentemente con un maglietto di pietra proprio in mezzo alla fronte. Così morì il grande maestro.
Questo è uno dei miti più famosi ed importanti della ritualità massonica, nel quale viene meglio
rappresentato il legame con l’architettura. Infatti, simbolicamente, i massoni aspirano alla
ricostruzione dell’antico Tempio di Salomone, un concetto che ha un significato molteplice: c’è chi
lo intende come il mondo intero, chi lo immagina come una struttura interiore, e chi ancora ritiene
che il corpo umano sia lo stesso Tempio.
In ogni caso, è evidente che la massoneria discende dalle antiche corporazioni dei cosidetti “liberi
muratori, il termine deriva quindi dal francese franc maçons, e dall’inglese freemasons.
Essa ha le sue origini nella Scozia di fine Cinquecento nelle sue connotazioni uguali all’odierna,
intendendola come una massoneria speculativa, oggi aperta a tutti coloro che hanno degli interessi
culturali, diversa dalle istituzioni precedenti le quali avevano piuttosto un carattere operativo.
Tant’è che già nell’Antico Egitto ci troviamo di fronte a testimonianze di confraternite di architetti,
muratori e artisti, quale la Deir el-Medineh, molto simili alla moderna Massoneria, poiché già
strutturate con i ruoli di apprendista, compagno e maestro, e vedeva come Gran Maestro il faraone
d’Egitto: il sovrano spesso affidava loro incarichi di grande prestigio, e ogni tanto andava a
supervisionare i lavori. I membri della confraternita, pur avendo qualsiasi grado di nobiltà o
povertà, una volta entrati, potevano parlare con il faraone, mentre alcuni dei più importanti
aristocratici egizi facevano fatica ad incontrarlo.
E’ proprio in questi primi tipi di associazioni operative che con gli Statuti della corporazione
muratoria del 1598 viene fissata la leggenda dell'arte e definito un sistema di cooptazione nelle
logge (al tempo stesso i luoghi d'accoglienza e il corpo che vi si raduna) dei muratori (masons,
donde masonry "massoneria") che devono possedere la tecnica dell'arte rinascimentale della
memoria, ed abbiano congiuntamente appreso la Mason Word, la parola che consente il
riconoscimento reciproco dei "fratelli" di corporazione ed assicura, ove occorre, l'invisibilità.
La loggia massonica era la costruzione provvisoria nella quale abitavano gli operai (muratori) che
lavoravano ad una costruzione, generalmente di una chiesa. Le regole tradizionali prescrivevano che
gli individui ammessi a far parte della loggia presentassero un giuramento che li obbligava a
osservare le regole della corporazione (arte) e a mantenere il segreto delle conoscenze tecniche.
Dunque gli esperti dovevano insegnare il mestiere agli inesperti e questi dovevano ubbidire.
Le peculiarità istituzionali, una serie di privilegi consolidati dall'eccezionale sviluppo dell'edilizia
pubblica in quei decenni, la ricchezza e la complessità del patrimonio leggendario dell'arte
muratoria determinano un consolidamento delle strutture massoniche: taluni degli arnesi dell'arte
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utilizzati quali la squadra, il compasso, il livello sono caricati di valenze simboliche, e indicano,
riprodotti come segni o come oggetti, l'appartenenza e il grado; mentre la geometria, identificata
con l'architettura, rivendica il primo posto nell'elenco delle discipline.
Agli inizi del Settecento in Inghilterra la società dei "massoni liberi" (free masons, accepted
masons) è un tratto consolidato della vita sociale a Londra: vogliono farne parte soggetti, di
estrazione sociale medio-alta, che hanno già sperimentato legami corporativi (uomini di teatro,
musici, architetti, uomini di legge, ministri di religione) accanto a nobili attratti dalle attività dei
fratelli. È cosi che con il passare degli anni gli abitanti delle città in cui venivano costruite le logge
iniziarono ad essere curiosi di ciò che avveniva all’interno delle logge, per questo motivo si
iniziarono ad ammettere all’interno delle logge dei “non professionisti”; ciò comportava la
trasvalutazione simbolica del lavoro muratorio. Costoro con la loro personalità e dottrina, con le
loro ambizioni intellettuali e politiche contribuirono a configurare la massoneria come spazio nel
quale si attuavano esperienze di ricerca e si praticavano 'poteri' acquisiti o supposti sulla base di
tradizioni esoteriche, di tecniche magiche, e di una sistematizzazione delle concezioni della natura e
dell'uomo proprie della cultura del tempo. Questo patrimonio culturale rappresenta la parte più
consistente del 'segreto' cui l'iniziato accedeva attraverso percorsi fissati dalla procedura iniziatica e
dai gradi della gerarchia muratoria. Si può quindi dire che ufficialmente la massoneria nasce nel
1717, dall'esigenza di costituire a Londra una "grande loggia", con l'obiettivo dichiarato di conferire
patenti e di ordinare con statuti il sottobosco ormai folto delle diverse logge. Si instaura un rapporto
privilegiato con la nobiltà di sangue e di corte, cui s'affida il ruolo sociale della massoneria come
area di formazione e centro di potere, in direzione soprattutto di quella semplificazione della
teologia e della ritrovata coerenza tra credo sociale e credo religioso resa possibile dagli sviluppi
apologetici della scoperta di I. Newton delle leggi del creato.
In seguito alla formazione ufficiale della Gran Loggia di Londra, venne affidato al pastore
presbiteriano James Anderson il compito di stilare quello che nel 1723 venne pubblicato come il
Libro delle Costituzioni. Questo testo ebbe per molto tempo un’enorme importanza nelle comunità
massoniche, in quanto comprendeva una serie di doveri che costituivano, e in molti casi
costituiscono ancora oggi, una sorta di regolamento delle logge. Molto importante ai fini di questa
trattazione è il secondo dovere:
“Un muratore è un pacifico suddito dei Poteri Civili, ovunque egli risieda o lavori e non deve essere
mai coinvolto in complotti e cospirazioni contro la pace ed il benessere della Nazione, né comportarsi
indebitamente verso i Magistrati inferiori, poiché la Muratoria è stata sempre danneggiata da guerre,
massacri e disordini […]. Se un Fratello divenisse un ribelle contro lo Stato, non deve essere favorito
nella sua ribellione, ma piuttosto compianto come uomo infelice;
Anche alcuni valdesi nel periodo napoleonico ricoprirono un ruolo di rilievo all’interno della
massoneria: il sottoprefetto, pastore e moderatore della tavola valdese Pietro Geymet, fu il primo
Maestro venerabile della loggia massonica di Pinerolo St. Jean de la Parfaite Amitié, fondata nel
1807 e scomparsa con la restaurazione. Ne facevano parte altri autorevoli valdesi, come il
colonnello Giacomo Marauda e i fratelli Cipriano e Paolo Appia, indicati l’uno come fondatore
della loggia e come animatore del circolo sociale, l’altro come il più notevole protagonista politico.
Secondo la ricostruzione di Augusto Comba, storico che rivestì incarichi nazionali del (NEL)
Grande Oriente d’Italia, la massoneria del periodo napoleonico era organizzata dallo stato, come un
organismo collaterale, cui aderivano quasi automaticamente i titolari di cariche pubbliche. Si
diventava massoni in quanto sindaci (lo furono molti sindaci delle valli) o appunto come
sottoprefetti, non viceversa.
Precedenti contatti di esponenti valdesi con la massoneria erano stati sporadici. Con la fine
dell’impero napoleonico, la massoneria fu rigorosamente repressa dai governi della restaurazione.
Tornò un’ organizzazione segreta, spesso intrecciata con movimenti rivoluzionari, in particolare con
la carboneria. I valdesi allentarono, a quanto sembra, i contatti con i “liberi muratori” per vari
decenni, anche se il personaggio principale che viveva tra di loro in quel periodo, Charles Beckwith,
era con ogni probabilità massone. Probabilmente era stato iniziato a Bath, e lo stesso storico
Augusto Comba sarebbe venuto a conoscenza e in possesso di documenti che confermassero quanto
detto, ma che sfortunatamente non sono stati tramandati in tempo. Tuttavia si sa che il colonnello
Charles Bechwith, venuto nelle valli nel settembre del 1827, spiegò ai valdesi nel 1847 il senso
della loro storia: la missione di evangelizzare l’Italia tutta. Ad essa, nei 20 anni precedenti, li aveva
preparati. Con un grandioso investimento finanziario e organizzativo, aveva ricostruito per loro e
con loro un grandioso sistema scolastico: 169 scuolette di montagna con buoni insegnanti, a Torre
Pellice un istituto superiore (il “Collegio” fondato da Gilly) anche qui con insegnanti validi e case
per essi, e una scuola normale per le ragazze; a Pomaretto una scuola media. Inoltre con il suo
contributo permise la costruzione di vari templi, tra cui quello di Torre Pellice e quello di Torino.
Non ripresero i contatti neppure nel periodo cavouriano, quando la massoneria era molto più
considerata nel nuovo regime liberale. Nella seconda metà dell’Ottocento, quasi tutti gli evangelici
italiani “ebbero rapporti amichevoli con le logge massoniche […] nell’ottica di una comune
offensiva anti-cattolica”, in particolare i metodisti episcopali e le chiese libere. Cosi, intorno al 1856
risorse a Torino l’attività massonica, e proprio qui nacque, l’8 ottobre del 1859, la loggia Ausonia,
che il 20 dicembre dello stesso anno diede nuova vita al Grande Oriente d’Italia.
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Più lento fu invece il progresso della massoneria tra i valdesi, tant’è che la chiesa valdese “resistette
quanto poté all’ infiltrazione massonevangelistica”3 . Ne è un esempio Amedeo Bert, massone, che
“ebbe un rifiuto dal Corpo pastorale valdese al quale si era presentato per la consacrazione a
pastore” in quanto, per l’appunto, massone. Differente è invece il caso dei Metodisti i quali, cosi
come mi spiegava il massone, sono di derivazione inglese e quindi più aperti alla massoneria.
La loggia Excelsior di Torre Pellice fu fondata solo nel 1900 e divenne il punto di riferimento dei
massoni valdesi e anche di protestanti di altre parti d’Italia. il nome richiama uno spettacolo molto
noto all’epoca, cioè l’azione coreografica “Ballo Excelsior” di Romualdo Marenco del 1881, una
rappresentazione diventata molto popolare anche all’estero, dedicata all’esaltazione del progresso.
Nel corpo pastorale valdese vi furono massoni che detennero le massime cariche della chiesa: il
presidente del Comitato per l’evangelizzazione (da cui Pinerolo dipendeva sino al 1886) Matteo
Prochet, i moderatori Ernesto Giampiccoli e Guglielmo Del Pesco. Ma non vi fu mai l’adesione
massiccia che caratterizzò altre denominazioni evangeliche. In particolare, non risulta che nessuno
dei pastori di Pinerolo sia stato massone, anche se tre di loro erano legati per parentela ad esponenti
massonici di rilievo. Abbiamo già accennato a Giacomo Marauda e ai fratelli Appia, massoni di
epoca napoleonica e parenti rispettivamente di Luigi Marauda e di Giorgio Appia. Ad essi è da
aggiungere Marco Ayassot, figlio di Ernesto Ayassot, che fu il pastore valdese massone di maggiore
rilievo nella seconda metà del Novecento fino a diventare maestro venerabile della loggia madre
Ausonia di Torino prima di terminare la sua vita massonica in Excelsior.
Un laico importante nella storia della chiesa valdese di Pinerolo e della massoneria fu Cesare Gay,
il quale studiò al collegio di Torre e poi alla facoltà di giurisprudenza di Napoli, dove fu iniziato
alla massoneria. Avvocato, era tutto il contrario del mondo chiuso e provinciale che ha a lungo
caratterizzato Pinerolo e anche la locale chiesa valdese. A lui è legata gran parte della storia
dell’ecumenismo valdese nella prima metà del Novecento, in quanto protagonista di due importanti
vicende. La prima è quella del rapporto tra valdesi/protestanti italiani e modernismo cattolico, un
rapporto che passò soprattutto attraverso due figure: quella di Gay e quella di Ugo Janni, anch’egli
massone. Janni apparteneva alla chiesa vecchio-cattolica e nel 1900 aderì alla chiesa valdese. In
quell’anno (lo stesso della fondazione della Excelsior di Torre Pellice) fu affiliato alla loggia
Mazzini di Sanremo. Nel 1911, in qualità di presidente del Sinodo, invitò a tenervi una conferenza
il “fondatore” del modernismo Romolo Murri.
Cesare Gay fu molto legato all’altra grande figura del modernismo, Ernesto Buonaiuti; questi,
cacciato dalla chiesa cattolica per le sue posizioni teologiche e dall’università italiana per aver
3 Vedi “Valdesi e massoneria” di Augusto Comba
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rifiutato il giuramento di fedeltà al fascismo, fu a lungo ospite proprio di casa Gay a Pinerolo. In un
periodo di scarso o nullo ecumenismo con la chiesa cattolica ufficiale, e di diffidenza verso i
cattolici dissidenti, la nostra città si trovò quindi testimone dell’attività del “pellegrino di Roma”,
come viene chiamato Buonaiuti dal titolo di una sua celebre opera.
Di segno ecumenico in tempi difficili fu anche un altro rilevante aspetto dell’attività di Cesare Gay:
il ruolo di segretario nazionale delle Associazioni Cristiane Dei Giovani (ACDG), legate
all’internazionale YMCA (Young Men’s Christian Association), a sua volta in stretti rapporti con la
massoneria. Questa organizzazione interconfessionale protestante (e ortodossa) ma aperta ai
cattolici risale alla metà dell’Ottocento. Ma nel 1928 fu pubblicata l’enciclica Mortalium animos di
papa Pio XI che vietò ai cattolici l’adesione a movimenti “pancristiani”.
Nello stesso periodo Mussolini manifestava la sua avversione nei confronti delle logge massoniche
anche se alcuni dei suoi più fedeli collaboratori erano confratelli, tra i quali Balbo, Bianchi, De
Vecchi, De Bono, Ciano e Acerbo. Pare che, nel primo decennio del Novecento, Mussolini abbia
tentato due volte, con scarso successo, di entrare a far parte di due logge massoniche: da ciò si può
dedurre un motivo iniziale dell’odio del dittatore nei confronti dell’ordine.
Nel 1912 venne promossa dai nazionalisti un’inchiesta esplicitamente contro la Massoneria che
portò alla distruzione delle sedi di alcune logge italiane da parte delle squadre fasciste durante il
biennio rosso.
Nel 1925, venne promulgata una delle cosiddette “leggi fascistissime”,“sulla regolarizzazione
dell’attività delle associazioni e dell’appartenenza alle medesime del personale dipendente dello
Stato”. In questa legge si dichiarò che “la Massoneria per il suo programma internazionale,
pacifista, umanitario, è nefasta alle idealità e alla educazione nazionale e tanto più pericolosa quanto
più si ammanta di patriottismo […]. La Massoneria costituisce in Italia l’unica organizzazione
concreta di quella mentalità democratica che è al nostro partito e alla nostra idea della Nazione
nemica”. Tale decreto dichiarò dunque formalmente illegale ogni loggia.
Tuttavia nonostante il regime totalitario di Mussolini, il Grande Oriente d’Italia continuò ad
operare, da una parte in modo clandestino, con a capo Ettore Busan, dall’altra, invece, in modo
ufficiale, in esilio a Parigi, guidato dai Gran Maestri esiliati.
Alla morte di Tedeschi venne nominato Gran Maestro all’unanimità dalle logge in esilio il valdese
Davide Augusto Albarin, il quale fu iniziato alla loggia “Cincinnato II”, ad Alessandria d’Egitto, ed
è proprio lì che ebbe il difficile compito di guidare le logge del Grande Oriente italiano in esilio.
Nel medesimo periodo, il fascismo prese ad avversare le ACDG per i loro legami col mondo
anglosassone. Sotto questo attacco concentrico, le ACDG cessarono praticamente di esistere, per
risorgere alla fine della guerra con altre caratteristiche. Ma anche in quegli anni difficili
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continuarono ad essere un fattore della storia. Delle ACDG sotto la gestione del segretario generale
Gay è da ricordare soprattutto il convegno del Castagneto di Villar Pellice nel 1933. Vi erano
“dissidenti” di tutti i generi: l’amico Buonaiuti, il futuro parlamentare socialista Lelio Basso, il
pastore metodista Vincenzo Nitti, sottoposto a sorveglianza speciale dal regime; e alcuni giovani
valdesi allora sconosciuti: Giovanni Miegge, Mario Alberto Rollier, Giorgio Peyronel, Carlo Gay,
Valdo Vinay. Era la generazione dei “barthiani” che dieci anni dopo, a partire dal convegno del
Ciabas del 1943, avrebbe rinnovato la teologia e l’etica politica della chiesa valdese. Al Castagneto
ci fu una significativa anticipazione con un documento di solidarietà a Karl Barth per la sua difesa
dell’autonomia della chiesa dalla politica imperante (il 1933 è l’anno dell’avvento al potere del
nazismo). Fu forse il canto del cigno delle ACDG di Gay, ma con una lungimiranza che la chiesa
valdese, e non solo, non aveva certamente.
Nel dopoguerra riprese l’attività massonica di Cesare Gay. Il fascismo aveva soppresso d’autorità
tutte le logge, comprese la Excelsior di Torre Pellice (tutt’oggi ancora attiva) e la Giordano
Bruno di Pinerolo. Nel 1946 fu rifondata la Excelsior e Gay ne fece parte. Nel 1958 fu il promotore
della nuova loggia di Pinerolo, intitolata a Mario Savorgnan d’Osoppo, ultimo Venerabile di quella
soppressa dal fascismo. Questa loggia è quindi legata al mondo valdese, sia per il ruolo svoltovi da
Gay, sia perché originata da quella di Torre Pellice (di cui però non ci è pervenuto alcun
documento). A Pinerolo esiste anche un’altra loggia, l’Acaia.
La massoneria oggi:
Non si pensi che dalla tendenza a fissare denominatori comuni “deboli” come i doveri di fraternità,
di solidarietà e di libertà ne derivino necessariamente “forme strette” di associazione che hanno
diversa incidenza sugli adepti e sulla vita culturale dell'area in cui operano assumendo la forma di
associazione segreta che fa proprie le regole della setta, bensì è su e grazie a questo terreno “libero”
che attorno alla loggia si consolidano modelli di intervento sociale ed educativo che, a partire dagli
Stati Uniti, hanno generato forme associative come i vari club services (Rotary, Lyons, ecc.) che
organizzano attività sociali di assistenza, sostegno e solidarietà.
Resta caratteristico del mondo della massoneria la disseminazione dei regimi e la scala non sempre
misurabile dei gradi. Alcuni regimi hanno dimostrato una maggior tenuta per la flessibilità del
modello e per il prestigio della tradizione. Se la massoneria simbolica (ovvero inglese, a tre gradi)
costituisce il modello di base, i riti attualmente più diffusi sono due: il Rito Scozzese Antico e
Accettato (nella forma assunta negli Stati Uniti agli inizi dell'Ottocento) e il Rito 'egiziano' antico
primitivo misraim di Memphis, che rispetto al primo mostra maggiori aperture verso esperienze
religiose non giudaico-cristiane.
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Assai diversificata è la funzione socioculturale della massoneria nei diversi paesi. Negli Stati Uniti,
che ospitano oggi più del 60% del popolo massonico, le logge conservano un ruolo importante
come luogo di omologazione dei 'valori americani'. Nel secondo dopoguerra, sia in Europa che in
Asia, le logge militari americane hanno avuto un ruolo importante per la diffusione della
massoneria 'democratica' (anticomunista). In alcuni paesi dell'America Latina, per influenza del
modello francese anticlericale, laico e progressista, le logge massoniche appartengono di diritto
all'area di sociabilità democratica. In altri paesi dello stesso continente, invece, alcune comunità di
immigrati europei hanno usato il modello organizzativo massonico come una forma di part ito-setta
che governasse i processi politici, militari ed economici più importanti.
La composizione sociale della massoneria è quella dei gruppi settari: l'iniziazione equipara il
cooptato ai 'fratelli' che lo ammettono. Resta la scala dei gradi per adeguare i ruoli ai bisogni e
assicurare il controllo degli accessi. Se la pratica delle 'logge di grado' si è consolidata nel tempo,
non altrettanto diffusa risulta la regola ripresa dagli statuti accademici e adottata dagli ordinamenti
di clubs (i Rotary, i Lyons, ecc.) di accogliere nella loggia le diverse figure professionali presenti
nel territorio, anche se permane l'interesse per gli apparati di governo, istituzionali, sociali ed
economici, nella scuola e nell'esercito, cui si affidano i compiti di solidarietà e di riforma morale
propri dell'istituto. Sul piano culturale resta incontestata ancor oggi la superiorità francese, mentre
sul piano esoterico-religioso i contributi più interessanti vengono dagli Stati Uniti e dal Canada.
Negli ultimi anni nell'area linguistica 'europea' (Europa, America, Australia), in cui la massoneria
ha una lunga tradizione ed è tuttora presente, si sono verificati dei fenomeni di settarismo religioso
di varia consistenza ed estensione. A capo di tali correnti si trovano studiosi e praticanti di mistica,
di esoterismo e persino di occultismo e di magia. Sebbene i loro scritti abbiano un pubblico in area
massonica, non si può parlare propriamente di 'intellettuali massonici'. Ancor oggi infatti,
nonostante la mancanza di un centro universale, la massoneria è contraddistinta da uno specifico
modello organizzativo, da una strutturazione gerarchico-territoriale e dal riferimento a un nucleo di
legittimazione (che rilascia patenti, segna i confini della 'legalità' massonica, tutela un corpo
minimo di valori condivisi). Permane, non senza conflitti, la divisione nei due grandi blocchi della
massoneria 'razionalista' e di quella 'spiritualista', ma si tratta di una diversità che riguarda più il
riferimento alla tradizione - in parte storica, in parte inventata - che non i comportamenti dei
'fratelli' o la concreta liturgia di loggia. Più netta è invece la divisione sul terreno dell'ideologia
politica: là dove opera in regimi totalitari, la massoneria pone l'accento sull'elemento corporativo e
solidaristico, sulla politica sociale e sull'umanitarismo, mentre nei regimi democratici assume la
fratellanza e la tolleranza come cardini della libertà politica.
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La massoneria resta comunque un modello associazionistico a ideologia debole, e ciò la rende
facilmente plasmabile in base alle esigenze locali. È questo il motivo della diffidenza che circonda
la massoneria nei paesi in cui si è affermata di recente, e che la induce ad adottare sistemi di
'chiusura' (il vecchio circolo interno).
Due circostanze meritano ancor oggi particolare interesse: i modi in cui la massoneria dei paesi
coloniali ha vissuto il processo di decolonizzazione, e la ricostituzione del tessuto massonico in
tutte le aree 'europee' in cui si è passati da regimi totalitari a regimi democratici. Nel primo caso,
che riguarda in particolare l'Asia e l'Africa, gli esiti del processo di decolonizzazione marcano una
profonda differenza tra i riti massonici che hanno escluso le divisioni razziali e quelli che le hanno
praticate. Particolarmente complicato e frammentario è il quadro asiatico, in cui a presenze
massoniche 'tradizionali' in Giappone, in Corea e nelle Filippine, si affianca l'interessante vicenda
della massoneria indiana, che ha anche una storia politica originale. Nel secondo caso, che riguarda
soprattutto l'Europa, in Germania, Italia e Spagna la massoneria divisa non ha certo recuperato il
ruolo sociale e politico che essa deteneva ancora sino agli anni trenta. Non così nell'area slava e nei
paesi balcanici, dove i nuclei massonici - assai modesti e marginali fra gli anni trenta e cinquanta -
hanno conosciuto negli ultimi anni una vivace ripresa in concomitanza con la restaurazione
religiosa e in vista di un ricambio della classe politica. Questa 'rinascita' massonica, comunque,
deve non poco alle agenzie americane. In generale, tuttavia, l'assenza di indagini approfondite -
statistiche su scala mondiale, classificazioni rigorose, una mappa geografica dei riti e delle
appartenenze - rende impossibili valutazioni meno approssimative di un fenomeno che pure si
impone per continuità, durata ed estensione.
Conclusione Walt Disney e la massoneria:
Così come non può essere definita una chiesa né una setta religiosa, la massoneria non è nemmeno
una società segreta, anche se in periodi e situazioni particolari può aver assunto tali ruoli e funzioni,
ma è piuttosto una società riservata (cosi definita dallo stesso massone che ho avuto modo di
incontrare).
Essa non dispone di un patrimonio dogmatico, di testi canonici, di una gerarchia fissata da norme
immodificabili. È tuttavia portatrice di valori condivisi anche al di fuori dell'appartenenza
massonica. In ogni caso non assume i caratteri di setta, se non in casi particolari ed eccezionali in
cui si è verificata la confluenza di formazioni settarie, religiose o politiche in società massoniche.
Infatti le procedure di riconoscimento formale dell'adepto della loggia, dell'ordine o del rito non
costituiscono affinità col modello settario.
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Fa parte della natura dell'istituto massonico omologare nuovi riti e simboli, che trovano posto nella
foresta inestricabile dei riti massonici e delle scale dei gradi tra cui solo di rado si è tentato di
stabilire corrispondenze. È un fatto che l'estensione e i poteri delle diverse giurisdizioni appaiano
mutevoli e non approdino alla costituzione di un organismo mondiale, che i processi di
legittimazione siano tenuti al livello degli ordini e lascino fuori la ricerca attraverso i riti. Prevale
così una tendenza a fissare denominatori comuni 'deboli' come i doveri di fraternità, di solidarietà e
di libertà.
Quindi, in conclusione non ci sono testimonianze che Disney sia stato un vero e proprio massone in
quanto ad oggi ci sono pervenute soltanto testimonianze della sua partecipazione all’ordine
paramassonico di DeMolay, il cui compito, come già detto, è quello di indirizzare i giovani fino ai
21 anni ad una futura partecipazione alla massoneria. Per questi connotati non è propriamente una
loggia massonica.
Le opinioni su quest’uomo sono diverse e discordanti tra loro: Marc Eliot (che scrisse Walt Disney
il principe nero di Hollywood), non si risparmiò accuse al papà di Topolino: Eliot lo definì
“antisemita e isolazionista, nemico dei comunisti e dei sindacati (il che come già detto gli costò due
lunghi scioperi), organizzatore dittatoriale del lavoro dei propri dipendenti (avrebbe infatti messo i
cartellini segnatempo anche per temperare le matite).” 4
L’attrice Meryl Streep, quest’anno alla consegna dei premi oscar, ha definito papà Disney “ un
bigotto a cui non piacevano per niente le donne, che nella sua vita ha appoggiato una lobby
antisemita”. Alla premiazione dà poi peso alle sue parole citando Ward Kimball, storico
collaboratore di Disney in “Alice nel paese delle meraviglie” e creatore del gatto Lucifero in
“Cenerentola”: “Secondo Kimball, Disney non si fidava dei gatti e delle donne. Le persone più
creative sono spesso irritanti, eccentriche, complicate. L’eccesso d’immaginazione può produrre un
deficit d’umanità.”5
Tutto ciò si potrebbe spiegare con l’autoritarismo del padre, che lo prendeva spesso a cinghiate, e
con la convinzione che si portava dentro d’esser stato concepito fuori dal matrimonio.
Nel 2005, invece, Mariuccia Ciotta pubblica Prima stella a destra e legge in chiave progressista
quello che altri, come Eliot, avevano visto come reazionario: “Disney e i suoi personaggi come
disertori di forme contro ogni appartenenza identitaria e sessuale, capaci di spingere alla rottura
dei codici.”6
Tom Hanks, protagonista del film Saving Mr. Banks di John Lee Hancock, sulla lunga e faticosa
opera di convincimento di Walt Disney per ottenere i diritti del romanzo che Pamela Travers aveva
4 Bompiani,Walt Disney, il principe nero di Hollywood, Marc Eliot 5 Corriere della sera, 10 gennaio 2014 6 Bompiani, Walt Disney, prima stella a destra, Mariuccia Ciotta
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scritto su Mary Poppins, parla di Disney come una leggenda: “lo vedevo ogni domenica sera nel
suo show in tv, avrei voluto vivere vicino a lui.”7
E’ il dilemma che nasce se si mettono a confronto vita e opere: come uomo Disney aveva
probabilmente molti difetti ma i film che ha prodotto sono capolavori.
Intervista:
Alla luce delle mie ricerche e della conversazione con un massone che ho avuto modo di incontrare,
e che tiene a mantenere la riservatezza sul nominativo, mi sono sorte un paio di domande che ho
deciso di inserire nella conclusione del discorso per chiarire ulteriormente l’argomento.
Le risposte alle domande che mi sono posta sono delle stesso massone con cui ho avuto modo di
parlare.
• Secondo Lei come mai la maggior parte delle persone guarda con diffidenza alla
massoneria? Per ignoranza in materia o perché non se ne parla a sufficienza?
E' inevitabile che quanto meno si conosce qualcosa tanto più spaventa. Il fatto di essere una società
iniziatica sottoposta a rituali gelosamente custoditi (anche se ormai tra Internet e Youtube si trova di
tutto, non necessariamente serio e validato) porta la M.'. a essere valutata con grande circospezione
e quasi paura con preconcetti, pregiudizi e luoghi comuni che non lasciano nemmeno la curiosità di
informarsi meglio.
Non in tutti i Paesi però: a Cuba come negli USA, ad esempio, le Logge sono del tutto riconoscibili
pubblicamente e in India non è infrequente incrociare ambulanze con squadra e compasso sulle
portiere. La Francia attualmente ha quasi la metà dei suoi ministri massoni, primo ministro in testa e
non se ne fa un così gran problema.
In Italia tutti soffriamo ancora dell'ingerenza del Vaticano, della mancanza di un secolo dei Lumi e
o di una Riforma come avvenne in altre Nazioni e dunque ogni occasione è buona per accusare la
Massoneria di ogni nefandezza. Non escludo che alcune caratteristiche tipiche dell'italiano medio
possano aver portato storture anche gravi nell'Istituzione, confondendo ad esempio solidarietà e
rapporti mafiosi; ma un conto è un episodio un conto la regola. E da lì a enfatizzare la M.'. come
potere forte ce ne corre, almeno dalla mia esperienza diretta.
Purtroppo mele marce ci sono in ogni consesso, ma posso assicurare che il vaglio a cui si è
sottoposti prima di entrare e la documentazione da esibire sono molto rigorosi, tanto da accusarci,
tra le altre cose, di essere una élite .
7 Corriere della sera, 10 gennaio 2014
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• Secondo Lei per quale motivo alcuni massoni scelgono di non rivelare tale “identità”?
Perché dopo trenta secondi si comincia a parlare ancora di Gelli e della P2, dopo oltre trent'anni!
Perché appena si acchiappa un delinquente si dice subito che è un massone! Inoltre non è semplice
far capire che il termine massoneria non ha copyright: se 7 “deficienti” vogliono associarsi e
definirsi massoni lo possono fare e sono molte decine le massonerie spurie in Italia; il Grande
Oriente d'Italia ha invece oltre 22000 affiliati e una storia bicentenaria. Poi noi, a partire da Sordi,
amiamo buttare tutto in commedia all' italiana e allora il massone mette sempre il cappuccio e
complotta, il medico della mutua visita in due sale contemporaneamente, il costruttore è un bieco
palazzinaro e così via. Infine, in questo mondo di furbi e ladri, nessuno crede facilmente che ancora
oggi vi siano persone che si ritrovano con il solo scopo di aiutare l'umanità a progredire cercando di
migliorare in primis sé stessi. Di tutte le cattiverie alla fine abbiamo deciso di non curarcene,
pensino ciò che vogliono, non sanno quello che si perdono.
E allora ben venga parlare alle giovani generazioni che hanno meno pregiudizi e preconcetti e fanno
domande intelligenti spinti da genuina e disinteressata curiosità.
• La massoneria, nonostante la sua grande e travagliata storia, a mio parere risulta essere, per
cosi dire, “moderna” in quanto è un modello associazionistico caratterizzato da un’
ideologia debole e che quindi permette un certo margine di azione se praticata
diligentemente. Lei cosa pensa a riguardo?
Secondo quanto da Heidegger e Gadamer in qua fino a Vattimo viene definito pensiero debole non
esiste alcuna possibilità, da parte del pensiero, di affermare o raggiungere una qualsiasi verità
stabile o definitiva. Io preferisco definirlo Pensiero Morbido, che è in grado di accettare la pluralità
dei punti di vista senza imporre alcun punto di vista come assoluto e incontrovertibile, senza per
questo cadere nel relativismo del “tutto fa brodo” ma ricercando una visione sincretistica.
Ogni pensiero forte si fonda invece come forma di violenza.
In quest'ottica sì, ritengo gli ideali massonici rispondenti ancora alle tematiche del mondo d'oggi,
peraltro non molto dissimili dal passato.
Qualcuno se la sentirebbe di mettere in naftalina Aristotele o Platone perchè troppo antichi?
L'umanità nel frattempo è riuscita a darsi delle risposte sui grandi quesiti? E' migliorata (non dico come
tenore di vita, ma nella reciproca convivenza)? Sui diritti umani, sul razzismo, sull’antisemitismo, sul
dedicarsi agli ultimi abbiamo davvero fatto passi avanti?
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No! E allora perché ritenere obsoleta una associazione che ha avuto, ha e avrà indubbie qualità,
cercando di portare avanti ideali di fratellanza, uguaglianza e libertà nella tolleranza?
Una disciplina adogmatica, libera da imposizioni ideologiche, che porta a ricercare costantemente con
curiosità non può che, nel medio lungo periodo, portare ad una conoscenza variegata e universale e,
agendo sul singolo, migliorare l’intero consesso umano.
Pur riconoscendo che non tutti potranno inserirsi e trarre giovamento, è un metodo antico ma
moderno che insegna a non fidarsi degli odierni “su internet c’è scritto che..”, “su Facebook dicono
che…”, “c’è un pezzo su Youtube che…”, ma a coltivare l’intelligenza con pazienza e perseveranza
per imparare a separare il grano dal loglio e preparare un pane nutriente da condividere con tutti.
E’ un modo vecchio e ormai inutile? Andiamolo a dire a Salvador Allende, a Mario Berlinguer, ai
19 massoni martiri delle Fosse Ardeatine, solo per citare luminosi quanto misconosciuti esempi di
iniziati.
• Per quali motivi e come è entrato a far parte di questa associazione?
Personalmente non è stato per me molto difficile: retaggio culturale e tradizione familiare
tracciavano sentieri che prima o poi mi avrebbero portato in Loggia.
Esperienze precedenti politico - amministrative e in ambito professionale mi lasciavano alla lunga
con l’amaro in bocca per la cattiveria e l’arroganza dell’ignoranza, intesa anche come arrivismo e
interesse personale con grande sperpero di energie per obiettivi non degni.
Ho trovato un ambiente tollerante che mi ha insegnato ad apprezzare, con l'umiltà dell'intelligenza,
anche e soprattutto chi non la pensa come me, dove non si grida, non si prevarica; le discussioni
sono pacate ed ho potuto cercare quello che unisce e non rimarcare ciò che divide, come tendevo a
fare prima. Sono, come tutti, stato contattato, esaminato e dopo essere stato ritenuto idoneo dalla
totalità degli affiliati, sono stato iniziato.
Allegato numero 1:
Il Rito Scozzese Antico ed Accettato (RSAA) è un sistema di Gradi Massonici che elabora, integra
ed espande il contenuto dei tre Gradi cosiddetti Simbolici della Libera Muratoria Universale. Nel
rispetto della esclusiva Giurisdizione delle Grandi Logge che amministrano i primi tre Gradi
dell’iter iniziatico massonico e che sono il fondamento della Libera Muratoria, senza dei quali la
Massoneria non esisterebbe, il RSAA, sulla loro base, erige la sua sovrastruttura che si definisce
Piramide Rituale e, lavorando alla Gloria del Grande Architetto dell'Universo offre al Maestro
Massone, attraverso la serie dei suoi Gradi, dal IV al XXXIII, una più profonda interpretazione dei
Simboli ed una maggiore illuminazione che sprona il Massone nella ricerca della Verità.
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Il RSAA fa propri gli scopi della Libera Muratoria Universale e, secondo un eclettismo
caratteristico della Massoneria Speculativa, realizza una sintesi delle dottrine tradizionali -
Alchimia, Cabala, Ermetismo, Rosacrocianesimo, Templarismo, ecc. - che propone allo studio dei
suoi adepti nell’intento di stimolarne lo spirito critico in vista del maggiore affinamento della loro
formazione iniziatica. Il perfezionamento interiore e quello dell’umana Famiglia resta l’obiettivo
principale della più complessa e approfondita ricerca che, attraversando le molteplici fasi
progressive dell’iter iniziatico scozzese, tende al conseguimento, nella libertà di coscienza, della
consapevolezza delle più alte problematiche relative alla Vita, alla Morte, alla Società, all’Universo,
al Divino. Per dirla in breve, e con parole più semplici, lo scopo del RSAA è quello di cercare ciò
che vi è di maggior valore nel mondo, cioè di onorare la dignità di ogni persona, esaltare il lato
umano delle attività quotidiane e di offrire il massimo servizio all’Umanità. L’azione tendenziale
della pratica del RSAA aspira a realizzare un’Umanità migliore in un mondo migliore, un’Umanità
felice in un mondo più felice e un’Umanità più saggia in un mondo più saggio.
Allegato numero 2:
L’Ordine Massonico Orientale del Rito Antico e Primitivo di Memphis e Misraïm, o più
semplicemente "Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm", è un sistema muratorio
spiritualista che contiene e conserva tutti i fondamenti operativi dei due grandi percorsi iniziatici,
che nel loro insieme, costituiscono la grande Tradizione iniziatica Occidentale, cioè la Tradizione
Italico-Mediterranea e la Tradizione Nord-Atlantica.
L'Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm" (A.P.R.M.M.), nella sua ampia e complessa
articolazione strutturale fonda il suo sviluppo rituale già a partire dai primi tre gradi della Libera