CONDOTTE GIOVANILI A RISCHIO E AUTOLESIONISMO OMCeO Monza Brianza 8 febbraio 2018 Dott.ssa Edy Salvan www.animalamente.it CONDOTTE GIOVANILI A RISCHIO E AUTOLESIONISMO «L’ATTACCO AL CORPO»
CONDOTTE GIOVANILI A RISCHIO E AUTOLESIONISMOOMCeO Monza Brianza 8 febbraio 2018
Dott.ssa Edy Salvan www.animalamente.it
CONDOTTE GIOVANILI A RISCHIO E AUTOLESIONISMO
«L’ATTACCO AL CORPO»
ESPLORIAMO VISSUTI E TESTIMONIANZE
“Un giorno in classe, ho conficcato la matita nella pelle per impedirmi di piangere e ha funzionato: il dolore fisico mi ha distratta. Ho cominciato a tagliarmi”.
“Piccoli tagli che portano via pezzi di dolore rimasti incastrati nella pelle”.
“Mia mamma questa mattina ha urlato che sono una delusione. Mentre cercavo di trattenere le lacrime premevo le unghie sul palmo della mano, così forte da far uscire il sangue. Sapevo cosa avrei fatto dopo. Dovevo punirmi, pagare il mio fallimento. Così ho preso la lametta e ho inciso questa frase: Scusa mamma”.
“L’angoscia è tale che l’unico pensiero è volermi spegnere. Non so cosa mi succeda. E’ troppo, troppo e basta. Devo liberarmene”.
“Ciao, ho 13 anni e sono autolesionista da circa un anno, per problemi di famiglia e perché odio il mio corpo…ho paura, però quando lo faccio, non la sento più questa paura”
AUTOLESIONISMO E SCUOLA
Il fenomeno dell’autolesionismo interessa statisticamente due adolescenti sudieci. Non è certamente un fenomeno nuovo, ma attraverso l’uso dei social siè acutizzato e rischia di diventare un modello di comportamento ancora piùdiffuso. Gli autolesionisti agiscono in maniera cruenta sul loro corpo per unevidente disagio che non riescono altrimenti a elaborare. Molto spesso sonovittime di cyber bullismo o hanno problemi di rapporto con i familiari. Spessoquesto fenomeno si propaga a scuola.
Esiste però una difficoltà di entrare nelle scuole e parlarne in maniera esplicita.C’è una resistenza istituzionale persino ad ammettere che il problema esista.Come già accadde per altre forme di disagio giovanile, occorre una seria ecoraggiosa battaglia culturale.
AUTOLESIONISMO E SCUOLA
AUTOLESIONISMO E SCUOLA
Con lame anche improvvisate, si praticano tagli sulle braccia e anche
sull’addome, poi immancabili le fotografie (anche di gruppo) postate in rete.
Sarebbe questa la nuova “moda” dei giovanissimi vicina, pare, alla
sottocultura Emo: termine che indica l’indole emotiva degli adolescenti che,
negli anni ’80, adottavano uno stile estremizzato in questa forma di
autolesionismo.
Il problema è la solitudine, nel senso più completo del termine. Quando
l’assetto familiare crolla, e i ragazzi non trovano mezzi d’espressione, fatti simili
accadono più facilmente.
AUTOLESIONISMO E SCUOLA
Molti iniziano per emulare un compagno o perché hanno conosciuto il fenomeno tramite il web. Hanno in comune storie di solitudini, incomprensioni e/o incomunicabilità con i genitori, oltre a una scarsa accettazione di se stessi e una bassa autostima. Con chi parlano? Con i coetanei: il 58% dei cutters; il 10% lo ha scritto ad un insegnante; solo l'11% è riuscito a parlarne in famiglia, dopo essere stato scoperto. Non è un caso che questi ragazzi abbiano smesso di tagliarsi, o comunque hanno diminuito in modo significativo, appena hanno potuto comunicare il loro disagio e si sono sentiti ascoltati e riconosciuti.
ESPLORIAMO VISSUTI E TESTIMONIANZE
Sentimenti più comuni riportati dai self-
injurers:
- solitudine (anche per avere una “doppia vita”)
- vuoto interiore
- sovraccarico emotivo intollerabile
DEFINIZIONI
S.I.B.
LA SIGLA SIB VUOL DIRE SELF INJURIOS BEHAVIOR, CIOE’COMPORTAMENTO DI AUTOFERIMENTO.
“AZIONI INTENZIONALI, RIPETUTE, A BASSA LETALITA’ CHEALTERANO O DANNEGGIANO IL TESSUTO CORPOREO,SENZA ALCUN INTENTO SUICIDA COSCIENTE”
Questa è la definizione più ampiamente accettata in campoclinico.
Il termine “autolesionismo”, invece, è un termine moltogenerico che racchiude diversi tipi di comportamentiautodistruttivi.
DEFINIZIONI
Il S.I.B. fa parte della più ampia categoria definitaDSH (deliberate self harm, autodanneggiamentointenzionale). I comportamenti di DSH sidistinguono in:
Autoferimento (S.I.B.)
Autoavvelenamento
Autodanneggiamento (condotte a rischio dannosea lungo termine, come gioco d’azzardo patologico,guida pericolosa, promiscuità sessuale, abuso disostanze e alcool,…)
DEFINIZIONI
Il S.I.B. a sua volta si distingue in:
- S.I.B. IMPULSIVO
- S.I.B. COMPULSIVO
- S.I.B. STEREOTIPICO
- S.I.B. MAGGIORE
DEFINIZIONI
Criteri diagnostici (tratti da American Psychiatric Association 2013 – DSM V Washington, DC APA)
A – L’individuo nell’ultimo anno si è provocato per 5 o più giorni intenzionalmente danni alla superficie del corpo senza intento suicida
B – L’individuo ha le seguenti aspettative: sollievo da un sentimento negativo, risolvere una difficoltà personale, indurre uno stato emotivo positivo (bisogno di ripetere l’atto)
C – L’autoferimento è associato a difficoltà interpersonali, sentimenti negativi che si verificano prima dell’atto
D – Il comportamento non è approvato socialmente
E – Il comportamento causa disagio significativo, interferenze personali e scolastiche, o in altre aree importanti di funzionamento
F – Il comportamento non è spiegato da un altro disturbo mentale (psicosi, autismo, ritardo mentale,…)
DEFINIZIONI
MODALITÀ DI FERIMENTO
- tagli o incisioni sulla pelle
- grattarsi ferite
- colpirsi
- grattarsi fino a sanguinare
- mordersi
- tatuarsi da soli
- bruciarsi la pelle
- strapparsi i capelli
Il comportamento più frequente è tagliarsi, seguito dal bruciarsi e dal
colpirsi
EPIDEMIOLOGIA
Mancano dati epidemiologici certi ma da alcuni
anni, come è già successo in altri paesi, anche in
Italia il fenomeno si sta diffondendo. Ciò è evidente
all’interno della virtualità di internet con forum,
blog, chat,…persino tutorial in cui i ragazzi
spiegano come fare…
EPIDEMIOLOGIA
Le stime a nostra disposizione sono principalmenteprovenienti da ricerche americane e inglesi (su campionidi popolazione varia).
Esse indicano la presenza di SIB dai 400 ai 1400 casiogni 100.000 abitanti. Le percentuali aumentano se siprendono in considerazione solo gli adolescenti.
In Gran Bretagna nel 2012, 18 mila ragazze e 4600ragazzi tra 10 e 19 anni sono stati curati per essersi fattimale a soli. L’11 % in più rispetto al 2011.
EPIDEMIOLOGIA
In Italia tale comportamento è pressoché sconosciuto ela ricerca scientifica non ha ancora effettuatoapprofondite ricerche tra la popolazione.Comunque alcuni iniziali studi Italiani riportano unastoria di questi comportamenti nel 21% degli studentiuniversitari e nel 42% degli adolescenti tra i 13 e 22anni.Tali stime sono comunque da leggere con cautela,anche perché il comportamento di autoferimento,essendo stato sempre associato ai sintomi del disturboborderline di personalità, non è stato in precedenzastudiato invece come fenomeno isolato.
APPROFONDIMENTI
Le condotte autolesionistiche sono l’espressione di un profondo
disagio.
La caratteristica fondamentale è il COSTANTE PENSIERO DI
FERIRSI, pensiero che diventa più intrusivo nei momenti di stress.
L’autoferitore tenta di resistere a questi pensieri, oppure organizza
veri rituali attorno al comportamento.
I sentimenti che precedono sono rabbia, delusione, tensione, senso
di vuoto, solitudine, impotenza, colpa. Dopo l’atto lesivo provano un
sollievo temporaneo.
Perciò il ruolo di tali condotte è di VALVOLA DI SFOGO.
APPROFONDIMENTI
Esistono svariati modi per mettere in atto tale condotta ma in genere moltitendono a farlo in un solo modo che li identifica. (CUTTERS o BURNERS).
Un’altra caratteristica è la DOPPIA VITA, il superficiale aspetto di normalità.
Non sempre però il S.I.B. è stato mantenuto nell’ombra:Marilyn Manson ne è un esempio e la stessa principessa Diana ha soffertodi bulimia e si procurava lesioni cutanee, come riportato da una biografia.
L’autoferimento è stato accostato al fenomeno dei piercing ma questetecniche di modifica del corpo sono socialmente contestualizzate, esibite.Al contrario, il S.I.B. è nascosto.
Anche i disturbi del comportamento alimentare sono stati accostati al S.I.B.,in questo caso a ragione.
APPROFONDIMENTI
L’adolescenza e il corpoSi è data particolare rilevanza a questa condotta in riferimentoall’età adolescenziale.In questo periodo il PASSAGGIO ALL’ATTO (azione che nascedall’esigenza di scaricare una forte tensione emotiva) ha unagrande valenza comunicativa, carica di valori simbolici edaffettivi. Esso aiuta a fronteggiare conflitti interni.
Il CORPO è spesso per l’adolescenza luogo di espressionedella sofferenza psichica e strumento di comunicazione diconflitti evolutivi.Sia il S.I.D., sia il disturbo del comportamento alimentarepresentano il desiderio di CONTROLLO sia del CORPO, siasulle proprie EMOZIONI.
Il problema principale è
LA DIPENDENZA O “L’ABITUDINE CHE SI VIENE AD INSTAURARE”
E’ questo che si deve evitare: il cristallizzarsi di questi comportamenti!
APPROFONDIMENTI
STUDI
Vi è difficoltà tra gli studiosi nel trovare una definizione
condivisa per indicare questo complesso
comportamento che ha tante sfaccettature.
Per tale motivo, non è ancora possibile delineare
specifici criteri per la rilevazione del fenomeno.
Non esistono inoltre ancora strumenti di rilevazione
validati a livello nazionale. Perciò, soprattutto in Italia,
sono pochi gli studi sistematici su popolazioni non
cliniche.
STUDI
Si è cominciato a parlare di S.I.L. alla fine degli anni ‘70.
Negli anni ‘90, A. Favazza (1993; University of Missouri)
per primo ha identificato tali comportamenti come una
sindrome con caratteristiche simili ad un Disturbo del
Controllo degli Impulsi (NAS) definendola Sindrome da
Autolesionismo Ripetitivo.
Negli ultimi anni Kim Gratz (University of Mississippi) sta
portando avanti studi in maniera sistematica.
STUDI
Gli studiosi del portale SIBRIC, completamentededicato al supporto dei ragazzi che si trovano inquesta situazione, hanno concluso una ricerca“esplorativa”. Dall’analisi è emerso che:
-Il 66,67% dei soggetti risulta incontrare notevolidifficoltà nella sfera emotiva- l’11,11% ne possiede di lievi- il 22,22% non ne possiede
Tale studio, comunque, è basato su un numeroesiguo di casi; pertanto i risultati sono daleggere con cautela.
I SEGNALI
A cosa prestare attenzione- Indossa vestiti con maniche lunghe anche quandonon è il caso- si notano sulle braccia cicatrici sbiadite o macchioline di sangue sulle maniche- dopo essere apparso rabbioso, si chiude per un po’ di tempo a chiave in bagno o in camera, uscendo poi più calmo.- il tema del dolore o dei tagli è ricorrente negli scritti o nei disegni, nei testi delle canzoni che ascolta, nei siti- rifiuta di andare al mare o in piscina- indossa bracciali che non toglie mai- è spesso vittima di incidenti- inventa scuse per spiegare le lesioni- ….
COSA FARE
1) Adeguata INFORMAZIONE (scuola)2) Intervenire PRECOCEMENTE3) Fornire uno spazio dove dar voce alle paure4) VALIDARE l’esperienza emotiva cioè accogliere il disagio5) Far capire che avete capito che è stato l’unico modo che ha trovato per fronteggiare qualche angoscia6) Aiutare a trovare forme più costruttive per affrontare il problema7) Rivolgersi agli specialisti8) Soprattutto……comunicare
COSA NON FARE
NON SERVE e peggiora la situazione arrabbiarsi,
giudicare, minacciare!
Tutto ciò fa sentire la persona NON COMPRESA NELLA
SUA DIFFICOLTA’!!!
A volte è il ragazzo stesso che domanda aiuto,
magari…lasciandosi scoprire. L’adulto non deve inquisire,
urlare, ma nemmeno minimizzare e supplicare!
Il messaggio da dare è: “Sono preoccupato, NON FINGO
DI NON VEDERE, non ti lascio andare avanti così”
GRAZIE
DELL’ ATTENZIONE