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Austrade e ferrovie, aumentati i costi di percorrenza Mobilità pag. 4-5-6 I trasferimenti statali preocupano Bellinazzi Bilancio pag. 9 Il referendum boccia Villanova Polesine Territorio pag. 16 pag. 8 Vendita Asm, la decisione sembra essere presa L’acquirente potrebbe essere Ascopiave O rmai la decisione sembra presa e la strada imboccata: il Comune di Rovigo sta pen- sando seriamente a mettere in vendita il “gioiellino” di casa: Asm Set. E’ già stato anche individuato l’acquirente, vale a dire Ascopiave. Nel recente passato il primo cittadino Bruno Piva aveva più volte parlato di questa possibilità. In- dividuando tra l’altro, in questa, uno degli snodi chiave del programma politico dei prossimi mesi dell’amministrazione comunale. Della questione si è parlato nel corso dell’ultimo vertice di mag- gioranza di gennaio. Ma l’argomento era già sta- to affrontato - nella stessa sede - in precedenza, una decina di giorni prima. In quella circostanza era anche stato precisato che in caso di confer- mata cessione sarà l’amministratore unico Ugo Fiocchi a trattare la cessione. Lo stesso Fiocchi in occasione di quell’incontro aveva illustrato nei dettagli la situazione della partecipata. Resta da vedere chiaramente come la decisione di cedere la partecipata potrebbe venire messa in pratica. Al momento infatti le possibilità sono due. Da una parte sarebbe possibile privilegiare l’aspetto economico, concentrandosi cioè sullo spuntare il maggiore prezzo di vendita possibile. In alterna- tiva un’altra strada potrebbe invece essere quel- la di avere come contropartita maggiori quote azionarie di Ascopiave. La cessione di Asm Set è stata anche al centro di colloqui tra il sindaco Piva e il “collega” di Verona Flavio Tosi. In par- ticolare si era parlato di aprire all’ingresso di so- cietà veronesi o lombarde. Un percorso che però non può prescindere dal diritto di prelazione che Ascopiave. possiede partecipando già al 49% la stessa Asm Set. Appare - almeno allo stato - molto difficile convincere Ascopiave a rinunciare all’esercizio di questo diritto di prelazione. Non mancano comunque contrarietà, anche forti e decise, all’ipotesi. Ne ha parlato con chiarezza Julik Zanellato, candidato alla segreteria provin- ciale del Pd “IL CENTRO E’ MORTO”. CONCHI: “MAI DETTO” L’associazione Una ha lanciato una petizione per fare in modo che il comune di Rovigo sottoscriva una convenzione, per sostenere l’alimen- tazione e le cure dei gatti randagi, ora ospiti dell’Oasi pag. 12 CURE DEI GATTI RANDAGI, IL COMUNE PARTECIPI ALLE SPESE Il centro storico è morto”. Una frase che, “imputata” all’assessore comunale Ezio Conchi, ha scatenato uno dei peggiori polveroni politici degli ultimi tempi. Sulla stampa, la frase, è stata infatti riportata in questa maniera. Mentre l’amministratore assicura che il discorso era un po’ più articolato pag. 14 Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 11 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it di Rovigo 10% 40% 50% 30% 30% 50% 50% 20% 20% 10% 10% 30% 20% 60% 40% 60% COUPON del risparmio Cogli le migliori offerte della tua zona! EDITORIALE Amarezza metropolitana di Nicola Stievano I l 2014 dovrebbe essere l’anno della città metropolitana Padova - Venezia -Treviso, durante il quale il progetto prenderà forma e finalmente decollerà dopo un lungo dibattito politico. Ma l’an- no nuovo non si apre certo sotto i migliori auspici visto che l’intento di dare vita ad un grande sistema di relazioni fra i tre centri e i territori interessati rischia di es- sere ridimensionato, se non addirittura affossato, dalle carenze della rete dei trasporti. In una città metropolitana che si rispetti i collegamenti ferroviari e stradali dovrebbero essere potenziati al massimo, resi più efficienti e messi a disposizione dei lavoratori e di tutti coloro che si muovono quotidianamente all’interno dell’area. Solo così è possibile accorciare le distanze, ren- dere più facili gli spostamenti di uomini e merci. Invece questo 2014 si apre con i problemi di sempre soprattutto sul fronte del trasporti ferroviari. Nonostante i note- voli investimenti, specialmente sulla linea Padova - Venezia, il sistema ferroviario me- tropolitano, del quale si sente parlare ormai da un ventennio buono, è ancora al palo e i collegamenti, dopo l’entrata in vigore del nuovo orario “cadenzato”, mostrano tutta la loro fragilità proprio in ambito locale. continua a pag. 3 continua a pag. 8 L’Intervento S ono giornate di febbrili trattative alla Camera, giornate di incontri e di incroci tra le diverse forze politiche, che dovrebbero final- mente portare a definire il cammino delle riforme, a cominciare da quella che oggi è probabilmente la riforma più attesa, quella della legge elettorale. Legge elettorale, un cambiamento è necessario *Deputato Pd di Diego Crivellari* SPACCIO DI FABBRICA VIA DEL COMMERCIO, 12 - ROVIGO Loc. BORSEA AREA COMMERCIALE LA FATTORIA - TEL. 0425 474954 dormiflex.rovigo@dormiflex.it - www.dormiflex.it C’è una nuova diva in città MHz 94.150 101.850 94.950 www.radiodiva.it
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Rovigo gen2014 n11

Mar 12, 2016

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Rovigo gen2014 n11
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Page 1: Rovigo gen2014 n11

Austrade e ferrovie, aumentati i costi di percorrenza

Mobilità

pag. 4-5-6

I trasferimenti statali preocupano Bellinazzi

Bilancio

pag. 9

Il referendum boccia Villanova Polesine

Territorio

pag. 16

pag. 8

Vendita Asm, la decisione sembra essere presa L’acquirente potrebbe essere Ascopiave

Ormai la decisione sembra presa e la strada imboccata: il Comune di Rovigo sta pen-sando seriamente a mettere in vendita il

“gioiellino” di casa: Asm Set. E’ già stato anche individuato l’acquirente, vale a dire Ascopiave. Nel recente passato il primo cittadino Bruno Piva aveva più volte parlato di questa possibilità. In-dividuando tra l’altro, in questa, uno degli snodi chiave del programma politico dei prossimi mesi dell’amministrazione comunale. Della questione si è parlato nel corso dell’ultimo vertice di mag-gioranza di gennaio. Ma l’argomento era già sta-to affrontato - nella stessa sede - in precedenza, una decina di giorni prima. In quella circostanza

era anche stato precisato che in caso di confer-mata cessione sarà l’amministratore unico Ugo Fiocchi a trattare la cessione. Lo stesso Fiocchi in occasione di quell’incontro aveva illustrato nei dettagli la situazione della partecipata. Resta da vedere chiaramente come la decisione di cedere la partecipata potrebbe venire messa in pratica. Al momento infatti le possibilità sono due. Da una parte sarebbe possibile privilegiare l’aspetto economico, concentrandosi cioè sullo spuntare il maggiore prezzo di vendita possibile. In alterna-tiva un’altra strada potrebbe invece essere quel-la di avere come contropartita maggiori quote azionarie di Ascopiave. La cessione di Asm Set

è stata anche al centro di colloqui tra il sindaco Piva e il “collega” di Verona Flavio Tosi. In par-ticolare si era parlato di aprire all’ingresso di so-cietà veronesi o lombarde. Un percorso che però non può prescindere dal diritto di prelazione che Ascopiave. possiede partecipando già al 49% la stessa Asm Set. Appare - almeno allo stato - molto difficile convincere Ascopiave a rinunciare all’esercizio di questo diritto di prelazione. Non mancano comunque contrarietà, anche forti e decise, all’ipotesi. Ne ha parlato con chiarezza Julik Zanellato, candidato alla segreteria provin-ciale del Pd

“Il centro e’ morto”. conchI: “maI detto”

L’associazione Una ha lanciato una petizione per fare in modo che il comune di Rovigo sottoscriva una

convenzione, per sostenere l’alimen-tazione e le cure dei gatti randagi, ora

ospiti dell’Oasi

pag. 12cure deI gattI randagI,

Il comune partecIpI alle spese

Il centro storico è morto”. Una frase che, “imputata” all’assessore

comunale Ezio Conchi, ha scatenato uno dei peggiori polveroni politici degli ultimi tempi. Sulla stampa, la frase, è

stata infatti riportata in questa maniera. Mentre l’amministratore assicura che il

discorso era un po’ più articolato

pag. 14

Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 11 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

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EDITORIALE

Amarezza metropolitana di Nicola Stievano

Il 2014 dovrebbe essere l’anno della città metropolitana Padova - Venezia -Treviso, durante il quale il progetto

prenderà forma e fi nalmente decollerà dopo un lungo dibattito politico. Ma l’an-no nuovo non si apre certo sotto i migliori auspici visto che l’intento di dare vita ad un grande sistema di relazioni fra i tre centri e i territori interessati rischia di es-sere ridimensionato, se non addirittura affossato, dalle carenze della rete dei trasporti. In una città metropolitana che si rispetti i collegamenti ferroviari e stradali dovrebbero essere potenziati al massimo, resi più effi cienti e messi a disposizione dei lavoratori e di tutti coloro che si muovono quotidianamente all’interno dell’area. Solo così è possibile accorciare le distanze, ren-dere più facili gli spostamenti di uomini e merci. Invece questo 2014 si apre con i problemi di sempre soprattutto sul fronte del trasporti ferroviari. Nonostante i note-voli investimenti, specialmente sulla linea Padova - Venezia, il sistema ferroviario me-tropolitano, del quale si sente parlare ormai da un ventennio buono, è ancora al palo e i collegamenti, dopo l’entrata in vigore del nuovo orario “cadenzato”, mostrano tutta la loro fragilità proprio in ambito locale.

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continua a pag. 8

L’Intervento

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Sono giornate di febbrili trattative alla Camera, giornate di incontri e di incroci tra le diverse forze politiche, che dovrebbero fi nal-mente portare a defi nire il cammino delle riforme, a cominciare

da quella che oggi è probabilmente la riforma più attesa, quella della legge elettorale.

Legge elettorale, un cambiamento è necessario

*Deputato Pd

di Diego Crivellari*

continua a pag. 8

L’Intervento

Sono giornate di febbrili trattative alla Camera, giornate di incontri e di incroci tra le diverse forze politiche, che dovrebbero fi nalmente portare a defi nire il cammi-

no delle riforme, a cominciare da quella che oggi è probabilmente la riforma più attesa, quella della legge elettorale.

Legge elettorale, un cambiamento è necessario

*Deputato Pd

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Page 2: Rovigo gen2014 n11

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Page 3: Rovigo gen2014 n11

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Sfratti: 65 casi in due anni. Saccardin cerca soluzioni

ospedalI

pag. 10

Con la legge 339, una via alla sanità convenzionata

cultura

pag. 25

Tutto pronto per “L’ossessione nordica”

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 15.317 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Lisbona 10Tel. 049 8704884 Fax 049 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected] in redazione il 29 gennaio 2014Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Clicca su Scarica giornali, scegli l’edizione che ti interessa e sfogliala conLa Piazza la leggi anche sul web aggiornata con le ultime news!

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VeneziaPadovaRovigo Treviso

è un marchio registrato di proprietà

srldi

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

EDITORIALE

Amarezza metropolitana Ormai le proteste dei pendolari sono all’ordine del giorno e le notizie dei disagi si moltiplicano, al punto che la Regione ha intenzione

di cancellare l’accordo per il trasporto locale con Trenitalia e individuare altre soluzioni. Proprio mentre andiamo in stampa arriva la notizia che il Governatore del Veneto Zaia ha revocato il contratto con Trenitalia invocando la possibilità di fare una gara per assegnare il servizio. “Mettiamo in discussione il fatto che ci possa essere solo ed esclusivamente un gestore per i treni regionali. - ha detto - Facciamo una gara, è una facoltà che ci viene data dalla legge”.

Non è accettabile che migliaia di lavoratori ogni giorno siano in balia di ritardi, cancellazioni, disservizi e molte altre incognite che causano problemi a non fi nire. Non è accettabile che chi sceglie o è costretto a ricorrere ai mezzi pubblici si trovi a dover affrontare temi di percorrenza insostenibili, almeno il doppio rispetto a chi ricorre all’automobile. Ma anche per gli automobilisti muoversi all’interno della cit-tà metropolitana comincia a costare caro, molto caro. Ad inizio anno gli aumenti dei pedaggi su sistema autostradale tra Padova, Venezia, Treviso e Rovigo sono un’amara realtà con la quale sono chiamati a fare i conti anche gli autotrasportatori. A quanto pare è il prezzo da pagare per la costruzione del Passante, il quale però, con queste cifre rischia di essere sempre meno frequentato, soprattutto dai pendolari.

Anche loro devono far quadrare i conti con costi sempre più alti e stipendi al palo. Mentre la politica sta cercando di correre ai ripari prevedendo sconti e agevolazioni per i residenti, soluzioni che probabilmente dovevano essere messe a punto prima dell’introduzione degli aumenti, c’è chi prevede un sensibile aumento del traffi co sulla viabilità locale. E qui siamo ancora in pieno scaricabarile fra entri e Regione. Davvero un pessimo debutto per l’anno della Pa-Tre-Ve.

segue da pag. 1

di Nicola Stievano

Giudice di pace nuovI uffIcI

In vIa all’ara

Nuovi uffici per il “Giudice di pace”. Il servizio di magistratura si sposterà dall’at-tuale via Boscolo a via All’ara, negli uffici

che stanno sopra la Cassa di Risparmio del Veneto. In questo modo tutti gli uffici della

giustizia rodigina verranno avvicinati alla sede principale di via Verdi e alla nuova

succursale dell’ex ufficio del registro.Aiuto ai disoccupati

un protocollo d’Intesa per creare lavoro

Un protocollo d’intesa per favorire l’inseri-mento lavorativo di 67 disoccupati in 23 comuni del Polesine. Si tratta di lavori di

pubblica utilità che verranno retribuiti attra-verso un fondo realizzato con i 250.000 euro messi a disposizione della Regione

Veneto, i 150.000 euro erogati attraverso il fondo di solidarietà dalla Fondazione

Cariparo e il contributo di 6.000 euro da parte del Consvipo. Il protocollo d’intesa è stato firmatao da Consvipo, dalla Fon-dazione Cariparo, Federsolidarietà con la

partecipazione dei comuni di Adria, Badia Polesine, Bagnolo di Po, Canda, Castelmas-

sa, Castelnuovo Bariano, Corbola, Costa di Rovigo, Crespino, Ficarolo, Lendinara,

Loreo, Melara, Occhiobello, Papozze, Pettorazza Grimani, Polesella, Porto Tolle,

Rosolina, San Martino di Venezze, Stienta, Taglio di Po, Trecenta

La proposta tre lIngue fIn dalla

prImarIa

“Rendere obbligatorio lo studio delle lingue straniere a partire dalla scuola primaria”.

E’ la proposta avanzata dall’assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia Leonardo

Raito e inviata in questi giorni al ministro Maria Chiara Carrozza, ai sottosegretari ed ai presidenti della VII commissione di Camera e Senato. “E’ dalla scuola primaria se non dalla scuola dell’infanzia – sottolinea l’assessore di Palazzo Celio - che i bambini hanno la predi-sposizione migliore per l’apprendimento. È lì, quindi, che occorrerebbe rendere obbligatorio lo studio delle lingue straniere, con insegna-menti tenuti però da docenti madrelingua.

CaldaieIspezIonI sullo stato dI manutenzIone

E’ partita lo scor-so 30 gennaio la campagna sullo stato di manutenzione degli impianti

termici, sottoscritta tra As2 e la Provincia. Una raccomandata all’utente soggetto alla verifica indicherà data ed orario della visita, numero dell’ispettore incaricato e cellulare per eventuale modifiche. Quattordici i comuni interessati, in quattro dei quali: Loreo, San Martino, Ceneselli e Villadose, saranno verificate le utenze, caldaie, domestiche mentre negli altri 10 i comuni la verifica interesserà impianti aziendali superiori ai 35 kw. Dagli uffici di palazzo Celio fanno sapere che l’utente in regola non dovrà pagare nulla mentre sa-ranno 70 gli euro che si dovranno versare se la certificazione non risulterà idonea.

Società una fIrma contro Il gIoco d’azzardo

E’ iniziata a fine gennaio la rac-colta firme per la presentazione di una proposta di legge contro il gioco d’azzardo. Si tratta di un’iniziativa

che tra le finalità chiede più poteri ai Comuni per regolamentare la diffusione dello slot machines e la costituzione di un fondo di solidarietà da destinare alla cura, prevenzione e ricerca. “E’ un dovere di chi ricopre un incarico pubblico – ha ricordato l’assessore di Palazzo Celio Marinella Mantovani – fare queste battaglie a favore della famiglia”. Nell’ufficio anagrafe di ogni comune sono a disposizione i moduli per la raccolta delle firme per sottoscrivere la proposta di legge d’iniziativa popolare. Per firmare, è necessario un documento d’identità; c’è tempo fino al 28 febbraio. Poi gli elenchi torneranno in Provincia.

agrIcoltura

pag. 17

Incontro con Paolo De Castro a Palazzo Celio

scuola

pag. 18

Sindacato in classe. La rete degli studenti medi

personaggIo

pag. 23

Baldassare Bonifacio,viaggiatore del XVII secolo

urbanIstIca

pag. 26-27

Piano Casa: L’ultima parola ai sindaci

economIa

pag. 28

Il Veneto si affida all’export per uscire dalla crisi

cultura

pag. 32

Salgado a Venezia presenta la nuova mostra “Genesi”

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Page 4: Rovigo gen2014 n11

4 Argomento del mese

focus come funzIonano le agevolazIonI

Per avere gli sconti indispensabile il Telepass

Le agevolazioni sono applicate a Tutti i possessori di Telepass (con contratti family, business e ricaricabili, abbinati a persone fi siche ed a veicoli di classe A) che

abbiano effettuato la registrazione e che utilizzino l’auto-strada come pendolari tra due stazioni predefi nite, con per-corso massimo di 50 chilometri. La percentuale di sconto è proporzionale al numero dei viaggi e non alla loro lunghez-za. Sino a 20 transiti mensili non viene applicato nessuno

sconto. A partire dal 21° transito lo sconto (per tutti e 21 i viaggi effettuati) sarà dell’1% e crescerà linearmente (2% del pedaggio complessivo per 22 transiti effettuati, 3% per 23 viaggi…) fi no al 20% del pedaggio complessivo che scatta dopo il 40° transito. Chi fa 41 viaggi, cioè, avrà su tutti e 41 e sino al 46° viaggio (i giorni lavorativi in un mese sono al massimo 23) lo sconto del 20%. Per i transiti successivi al 46° viaggio si paga la tariffa intera. Lo sconto è applicato per un massimo di due viaggi al giorno, compresi i festivi. Per registrarsi basta andare, a partire indicativamente dal 25 febbraio 2014 (gli sconti sono comunque validi dal 1° febbraio) sul sito Telepass (www.telepass.it) o sul sito/uffi cio della Concessionaria interessata, defi nendo il percorso che si utilizza abitualmente, indicando il casello di entrata e quello di uscita. Per il sistema aperto, in cui il cliente non effettua la transazione che permette di stabilire da dove si proviene e/o dove si è diretti, il cliente indicherà il casello o la barriera di attraversamento. Lo sconto verrà calcolato al termine del mese in cui vengono effettuati i transiti.

Dopo un mese di polemiche di fuoco sul caro pedaggio ecco la “soluzione Lupi”: uno sconto progressivo per i pendolari che usano l’autostrada quasi tutti i giorni fi no ad un massi-

mo del 20 per cento. L’annuncio arriva direttamente da ministro dei trasporti con l’intento di mettere fi ne alle polemiche, specie in Veneto, regione in cui le tariffe autostradali hanno conosciuto i rincari più elevati, e andare incontro ai lavoratori pendolari. Sarà così? Staremo a vedere perché qualche ora dopo la pubblicazione delle modalità per ottenere gli sconti (almeno 20 viaggi mensili sulla stessa tratta, sconto progressivo dall’1 al 20 per cento fi no ad un massimo di 46 viaggi, su una percorrenza non superiore ai 50 chilometri) gli automobilisti già iniziavano a sbizzarrirsi sui diversi “scenari”, constatando che alla fi ne la soluzione è il solito com-promesso all’italiana, congegnato da una parte per accontentare i clienti e dall’altra per non scontentare le concessionarie autostra-dali, assai restie ad allentare i cordoni della borsa. PENDOLARI AGEVOLATI? Se sulla carta nel nostro Veneto sarebbero qualche decina di migliaia gli automobilisti in possesso dei requisiti per ot-tenere gli sconti dall’altra, osservano in parecchi, i veri benefi ci li vedrà solamente chi prenderà l’autostrada tutti i giorni per almeno cinque volte la settimana, sullo stesso percorso, andata e ritorno.

Poca cosa dunque rispetto a quanto si paga in più sulle nostre autostrade dall’inizio dell’anno. Piuttosto che niente, osservano invece altri, si tratta almeno di un primo passo che porterà un benefi cio a chi effettivamente percorre l’autostrada tutti i giorni per recarsi al lavoro. Considerando che tra andata e ritorno sulla Padova - Venezia o sul Passante, per citare due delle autostrade più frequentate dai nostri pendolari, con le tariffe attuali si arrivano a spendere anche 6-7 euro al giorno, lo sconto massimo che si potrà ottenere in un mese, per chi usa l’autostrada tutti i giorni, può arrivare anche a 30 euro. Basterà a convincere migliaia di automobilisti ad accantonare l’idea di percorrere la viabilità loca-le, con il rischio di congestionare il già diffi cile traffi co locale? Il ministro Maurizio Lupi ha cercato di portare a casa la soluzione più vantaggiosa possibile, facendola applicare retroattivamente dal primo febbraio. “Abbiamo voluto dare un segnale chiaro ai pendolari, - spiega - una categoria che oggi soffre la crisi econo-mica e sulla quale l’impatto degli aumenti dei pedaggi si faceva sentire in modo signifi cativo”. IL NODO DELLE CONCESSIONI. Dietro alla questione degli sconti si gioca una battaglia ancor più delicata e controversa, quella della proroga delle concessioni auto-stradali. Tant’è che qualche ora dopo l’annuncio del ministro sia il

Presidente veneto Zaia che l’assessore Chisso si sono affrettati a sottolineare la necessità di prolungare le concessioni, visto che gli sconti, almeno per i primi mesi, ricadranno sulle concessionarie. “Vediamo raggiunto un obiettivo che abbiamo fortemente voluto e perseguito. - afferma Chisso - Un traguardo che è anche nostro. Ora il prossimo passo è il prolungamento della concessione”. In questo periodo il Ministero si è impegnato a trovare delle “com-pensazioni” a tutela dei bilanci delle concessionarie e a studiare la percorribilità di un allungamento delle concessioni. Un aspetto que-sto che l’Unione Europea non vede proprio positivamente, anche se i concessionari faranno di tutto per ottenerlo. Il confronto politico è aperto, anche perché in Veneto verranno costruite altre arterie stradali a pedaggio. Operazioni che si ripercuoteranno sulla defi -nizione delle tariffe di pedaggio, con le immancabili proteste dei cittadini. Diego Bottacin, consigliere regionale del gruppo misto, si scaglia contro l’allungamento delle concessioni. “Questo non farà che scaricare i costi dei mini sconti applicati oggi sugli utenti di domani, che pagheranno un prezzo ben superiore. L’unica via d’uscita è invece introdurre criteri di concorrenza nel sistema. Il Mi-nistero deve riscattare tutte le concessioni e organizzare delle gare a evidenza pubblica a cui possano partecipare i potenziali gestori”.

di Nicola Stievano

Zaia e Chisso plaudono al provvedimento:

“Ora la proroga delle concessioni

autostradali”

Critico Bottacin “Questo non farà

che scaricare i costi sugli automobilisti,

meglio fare le gare”

CARO PEDAGGIIl ministro Lupi annuncia

le agevolazioni fi no al 20% per chi percorre l’autostrada tutti i giorni,

con effetto retroattivo dal primo febbraio. Non mancano però

le perplessità su un meccanismo che rischia di escludere comunque

migliaia di automobilisti e di bloccare la realizzazione della città

metropolitana Padova - Venezia - Treviso proprio in uno dei suoi aspetti più importanti, il sistema dei trasporti Sconti ai pendolari, per molti ma non per tutti

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5Argomento del mese

di Nicola Stievano

“Gli aumenti delle tariffe si ripercuotono sulla viabilità” Il confronto politico Critici sulla gestione locale Peraro e Valdegamberi

Veneto con le autostrade più care d’Italia: questo lo scenario che andrà a delinearsi con la realizzazione dei nuovi tratti a pedag-gio, dalla Nogara - mare in polesine, alla regionale 10 nella Bassa Padovana, dalla pedemontana Veneta alla nuova Romea Commerciale, e tutto con il meccanismo della fi nanza di progetto, come è stato per il Passante di Mestre. E’ in gioco non solo

l’assetto della viabilità e dei trasporti all’interno di aree nevralgiche della città metropolitana Padova - Venezia - Treviso, che rischia di essere messa in discussione proprio dalla diffi coltà e dagli alti costi di spostamento, ma anche una politica di intervento che avrà conseguenze concrete sulle tasche dei cittadini. Nella Bassa Padovana, ad esempio, già monta la protesta per l’esenzione del pedaggio lungo la nuova Regionale 10 ridotta a solo due anni, con la conseguenza che una volta scaduto questo termine i residenti del territorio saranno costretti a pagare anche per andare nel nuovo ospedale all’uscita della superstrada. Non va meglio in Polesine né nella Riviera del Brenta, alle prese con il caro pedaggi sul già costoso Passante. Il terreno di scontro è infuocato soprattutto intorno alle concessioni, che lasciano alle società carta bianca sulle politiche dei prezzi. Stefano Peraro, consigliere regionale Udc, parla di cortocircuito poli-tico - tecnico. “Politico, perché il Presidente Zaia sulle tariffe critica i presidenti delle concessionarie da lui nominati o appartenenti al suo stesso partito. Tecnico, perché con gli aumenti si riducono i fl ussi di traffi co lungo le autostrade, che si riversano o nella viabilità ordinaria o nel trasporto pubblico locale, settori che non se la passano bene nella nostra regione. Di certo non servono i 52 milioni di euro previsti dal bilancio 2014, dopo 3 anni di assenza di investimenti regionali, a cambiare le sorti della viabilità veneta”. Per Stefano Valdegamberi di Futuro Popolare “le tariffe potrebbero scendere del 15-20 per cento facendo luce e pulizia nella gestione delle società concessionarie. Basta evitare di gestire le autostrade come è stato fatto negli ultimi anni”.

Sconti ai pendolari, per molti ma non per tutti

Infrastrutture

Gruppo del pD in Consiglio regionale “Al pettine vent’anni di politiche sbagliate”Sempre caldo il fronte dei trasporti in Veneto, in un crescendo di disagi ai danni

dell’utenza, tanto nei collegamenti ferroviari che lungo le strade. A dominare in questo periodo le questioni legate all’introduzione del nuovo orario cadenzato

e al rincaro dei pedaggi autostradali. Due emergenze per le quali il gruppo del Pd in Consiglio regionale è sul piede di

guerra, in un pressing costante sulla Giunta Zaia perché assuma decisioni concrete.“Sono giunti al pettine i nodi di un ventennio di politiche sbagliate su mobilità

e infrastrutture: il Veneto si trova ad essere la prima regione in Italia per aumento delle tariffe autostradali e agli ultimi posti per effi cienza del trasporto pubblico loca-le, su gomma e su ferro”, riassume così il quadro il consigliere democratico e vice presidente della Commissione Trasporti, Bruno Pigozzo.

“Zaia dovrebbe chiedere scusa ai veneti – rincara la dose il capogruppo Lucio Tiozzo. Se siamo arrivati a questo punto, persino con un’indagine dell’Authority sui disservizi dei trasporti ferroviari, è colpa di chi doveva svolgere ben prima una vigi-lanza ed un controllo rigoroso su quanto avveniva. Aveva tutto il tempo per interveni-re direttamente nel corso di questi anni, segnati da montagne di denunce di cittadini, dai richiami e dalle nostre sollecitazioni ad investire più risorse e trovare soluzioni ai disagi sempre più crescenti”.

Dunque, che fare? Secondo Tiozzo “Già con il bilancio 2014 è necessario che la Regione inserisca risorse massicce per l’integrazione dei trasporti ferro-gomma, per il rinnovo del materiale rotabile e la manutenzione, senza agitare lo spauracchio della nuova gara e garantendo davvero il diritto alla mobilità di tutti i veneti. Tra l’altro – evidenzia da parte sua il democrat Franco Bonfante – nei giorni scorsi Trenitalia ha smascherato la Giunta regionale dimostrando come il Veneto sia inadempiente per alcuni pagamenti di importo rile-vante e per altri servizi aggiuntivi già concessi e di cui la Regione non ha ancora assicurato la copertura. A testimonianza del fatto che le responsabilità politiche di questo governo di centrodestra per l’insuffi cienza dei servizi ferroviari sono pesanti”.

E per quanto riguarda il salasso delle tariffe autostradali, i consiglieri regionali del PD non hanno dubbi nel dire che “i rincari sono fi gli di una politica di investimenti infrastrutturali che ha privilegiato la fi nanza di progetto.

Ora, complice la crisi e la contrazione dei fl ussi di traffi co, i veneti si ritrovano a pagare il conto di ingenti investimenti infrastrutturali come il Passante di Mestre, co-stato mille milioni, e rimasto oltretutto privo delle cosiddette ‘opere complementari’ per carenza di risorse. La cosa da fare con urgenza è non solo garantire all’utenza locale forme di agevolazione e sconti, ma rivedere nel complesso un piano regio-nale dei Trasporti che, a 10 anni dalla sua approvazione, sta mostrando tutti i suoi drammatici limiti”.

Lucio Tiozzo, Bruno Pigozzo e Franco Bonfante

Tiozzo: “Nel bilancio 2014 vengano stanziate risorse per l’integrazione dei trasporti ferro-gomma”

Page 6: Rovigo gen2014 n11

6 Rovigo

Dal 1° gennaio sono entrati in vigore gli aumenti dei pedaggi sulla rete au-tostradale. Hanno assunto dimensioni

differenti a seconda della tratta particolare, ma sono stati accolti nello stesso modo da-gli automobilisti in generale e dai pendolari in particolare: come una iattura.

In un periodo di forte crisi economica è infatti evidente come aggiungere una nuova voce di uscita - o comunque incrementarne una - nei bilanci familiari non sia proprio la sorpresa che tanti si attendevano con il nuovo anno. L’aumen-to poi assume una sfumatura particolare in Polesine, dove il futuro della viabilità si annuncia a pedaggio. Le due arterie che dovrebbero essere le direttrici portanti dei prossimi anni - vale a dire la Valdastico e la Nogara Mare - già nei primi progetti sono state disegnate come vere e proprie auto-strade a pagamento. Nella nostra provincia,

insomma, pare che il destino di chi vuole muoversi sulle grandi arterie sarà quello di pagare.

E le contrarietà hanno già cominciato a farsi sentire. Sia a livello regionale che pro-vinciale. Sul primo fronte infatti più d’uno ha fatto notare come il Nordest abbia paga-to un dazio decisamente maggiore rispetto ad altre realtà su questo fronte. Sulla A 13 Rovigo - Padova l’aumento si colloca a quo-ta 4,43%. Ma ci sono altre tratte, come per

esempio la A4, dove gli incrementi sono arrivati a sforare il 7%.

C’è poi il caso di un percorso tutto polesa-no, vitale per centinaia di pendolari. Vale a dire

la Occhiobello - Ferrara Nord. Pochi chilome-tri che vengono percorsi ogni mattina da co-loro - e sono davvero tantissimi - che o sono originari del capoluogo estense che hanno scelto di trasferirsi sull’altra sponda del Po conservando il proprio lavoro “a casa”,

oppure sono polesani che hanno trovato impiego a Ferrara. Per tutti loro il costo del pedaggio è aumentato del 20%, passando da 50 a 60 centesimi. Non una somma - 10 centesimi - in grado di spostare chissà quali equilibri, si dirà. Vero.

Ma vero anche che in molti non l’hanno presa bene. Soprattutto facendo il paragone con altre comunità che hanno visto le am-ministrazioni comunali spendersi in prima persona per ottenere sconti per i pendolari. Il caso più citato è quello dei cinque Comu-ni del Veneziano che hanno ottenuto per i propri pendolari sconti del 40% sul tratto Mirano - Padova.

Anche a livello veneto si sta ragionando sulla possibilità di ottenere sconti per chi ogni giorno percorre un determinato seg-mento di autostrada. Si è parlato per esem-pio di sistemi di telepass che siano in grado di riconoscere automaticamente le vetture che appartengono a persone del territorio, applicando una tariffazione agevolata.

In ogni caso, la novità del 1° gennaio

non è piaciuta.“La giudichiamo una mossa senza reale

motivazione e controproducente - ha detto Roberto Zuccato, presidente di Confindu-stria Veneto - soprattutto in un momento non facile per l’impresa e per le famiglie. Temiamo che l’unico effetto che avrà sarà quello di abbattere ancora più i consumi e azzerare quei timidi segnali di ripresa che si intravedevano”.

Infine, un ultimo motivo di contrarietà da parte di tanti. Il rischio concreto che molti pendolari, pur di risparmiare qualche euro al giorno - che a fine mese fanno un discreto gruzzoletto - possano riversarsi sulla viabilità ordinaria. Vale a dire su provinciali, regionali e, dove ci sono statali. Il tutto con l’effetto immediato di rallentare il traffico e congestionarlo. E tutte le conseguenze che ne derivano in termini di sicurezza.

di Lorenzo Zoli

Due i grandi cantieri che interesseranno la viabilità del domani: Vadastico Sud e Nogara-mare, ma per percorrerle sarà necessario tirare fuori il portafogli

Mobilità Dal primo di gennaio autostrade più care

In Polesine muoversi sarà un costo

Anche sul fronte treni le novità - e i pro-blemi - non mancano. L’orario caden-zato, introdotto lo scorso dicembre, ha

sollevato un vero vespaio di polemiche. Da una parte le corse sono aumentate. Dall’al-tra sono però state evidenziate alcune criti-cità. E sulle tratte alle quali la Regione si è trovata costretta proprio per questo motivo a dovere mettere mano - con la program-mazione di 18 nuove corse - c’è anche la Verona - Rovigo.

Una tratta che tra l’altro appare - quanto a servizio - una delle più critiche di tutto il Ve-neto. Soprattutto per quanto riguarda la pun-tualità. Secondo i dati più recenti infatti i treni che possono essere considerati puntuali, ossia che durante il percorso programmato accumu-lano un ritardo non superiore ai 5 minuti, sono l’85% del totale. Un dato che va letto alla luce della media regionale, che parla del 91,37%. Insomma: un dato non incoraggiante.

Ma sullo sfondo c’è una possibilità de-cisamente ancora peggiore: vale a dire un possibile aumento del costo dei biglietti. Una eventualità figlia dei rapporti tra la Regione del Veneto e Trenitalia.

La seconda infatti ritiene di avanzare an-

cora pagamenti relativi al contratto di servizio per il 2012. Resta quindi da chiarire come sarà possibile finanziare i nuovi aggiustamenti necessari dopo l’introduzione dell’orario ca-denzato, anche nel nostro Polesine.

Una eventualità potrebbe essere senza dubbio quella di aumentare i biglietti. Mai i biglietti singoli, non gli abbonamenti. Questo perché la Regione, come ha detto chiaramente l’assessore Renato Chisso, “non ha intenzione di mettere le mani nelle tasche dei lavoratori pendolari e degli studenti”. Anche su questo fronte, insomma, resta da verificare quale piega prenderanno gli eventi. Sperando che il risultato non sia un aggravio di costi. In questo momento, proprio non se ne sente il bisogno.

REGIONE – TRENITALIA puRTROppO SI pARLA DI AuMENTO DEI bIGLIETTI

Lo.Zo.

Da chiarire come sarà possibile finanziare i nuovi aggiustamenti necessari dopo l’introduzione dell’orario cadenzato, anche nel nostro Polesine. Una eventualità potrebbe essere senza dubbio quella di aumentare i biglietti. I biglietti singoli, non gli abbonamenti

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8 Rovigo

Ormai la decisione sembra presa e la strada imboccata: il Comune di Rovigo sta pensando seriamente a mettere in vendita il “gioiellino”

di casa: Asm Set. E’ già stato anche individuato l’acquirente, vale

a dire Ascopiave. Nel recente passato il primo citta-dino Bruno Piva aveva più volte parlato di questa possibilità. Individuando tra l’altro, in questa, uno degli snodi chiave del programma politico dei prossi-mi mesi dell’amministrazione comunale.

Della questione si è parlato nel corso dell’ultimo vertice di maggioranza di gennaio. Ma l’argomen-to era già stato affrontato - nella stessa sede - in precedenza, una decina di giorni prima. In quella circostanza era anche stato precisato che in caso di confermata cessione sarà l’amministratore unico Ugo Fiocchi a trattare la cessione. Lo stesso Fiocchi in occasione di quell’incontro aveva illustrato nei det-tagli la situazione della partecipata.

Resta da vedere chiaramente come la decisione di cedere la partecipata potrebbe venire messa in pratica. Al momento infatti le possibilità sono due. Da una parte sarebbe possibile privilegiare l’aspet-to economico, concentrandosi cioè sullo spuntare il maggiore prezzo di vendita possibile. In alternativa un’altra strada potrebbe inve-ce essere quella di avere come contropartita maggiori quote azionarie di Ascopiave.

La cessione di Asm Set è stata anche al centro di colloqui tra il sindaco Piva e il “collega” di Verona Flavio Tosi. In particolare si era parlato di aprire all’ingresso di società veronesi o lombarde. Un percorso che però non può prescindere dal diritto di prelazione che Ascopiave possiede par-

tecipando già al 49% la stessa Asm Set. Appare - almeno allo stato - molto difficile convincere Ascopiave a rinunciare all’eserci-zio di questo diritto di prelazio-ne.

Non mancano comunque contrarietà, anche forti e decise, all’ipotesi. Ne ha parlato con chiarezza Ju-lik Zanellato, candidato alla segreteria provinciale del Pd. A suo avviso la strada della cessione non

è quella da battere, poiché consentirebbe sì di raci-molare un po’ di liquidità, ma perdendo di vista un progetto ben più ampio.

“Disfarsi di un vero e proprio gioiello come Asm Set solo per ridurre i debiti di Asm Spa non appare certo la soluzione migliore - ha detto - Meglio sareb-be potenziare, assieme agli altri comuni del Polesi-ne, i servizi pubblici locali, per esempio unendo Asm e As2 in una grande azienda a livello polesano di tipo strumentale”.

di Lorenzo Zoli

Amministrazione e servizi La maggioranza sembra aver preso una decisione

Asm in vendita, l’acquirente potrebbe essere Ascopiave

Il Sindaco Piva in occasione della sottoscrizione del contratto dell’energia elettrica

Contrario Julik Zanellato: “Disfarsi di Asm per ridurre i debiti di Asm Spa non può essere la soluzione migliore”

La cessione è stata al centro di colloqui tra Piva e Flavio Tosi

Solo al 95esimo posto. Con un indice di gradimento pari al 44%. Questa la posizione del primo cittadi-no di Rovigo Bruno Piva nella classifica dei sindaci

dei Comuni capoluogo più amati dello Stivale. Almeno secondo i risultati del tradizionale sondaggio pubblicato dal quotidiano economico - finanziario il Sole24Ore a seguito dei rilevamenti eseguiti da Ipr Marketing. Non esattamente una piazza d’onore per Piva, che perde tra l’altro anche alcune posizioni rispetto all’anno preceden-

te: - 3,5%. Peggio ancora se si pensa che la percentuale di gradimento al momento delle elezioni, che superava il 51%.

Il sindaco del Comune capoluogo del Polesine tutta-via da parte sua non si scompone e spiega con chiarezza il perché.

“Purtroppo - dice - stiamo tutti pagando lo scotto del-le azioni del governo. Non solo perché le decisioni prese da una coalizione che vede centrosinistra e centrodestra

alleati possono suscitare perplessità, ma anche e soprat-tutto a causa dei tagli che vengono effettuati a carico dei Comuni. E che ci legano le mani e ci rendono impossibile agire per le nostre realtà. Stiamo pagando questo. E acca-de anche a grandi sindaci che sono sempre stati amati e graditi. Un esempio molto calzante è quello di Flavio Tosi di Verona. In questa classifica è sempre stato nelle prime posizioni. Quest’anno è arrivato addirittura 21esimo, per-dendo oltre il 9% dei consensi”.

In cIttà piva perde appeal tra i concittadini“e’ colpa del governo”

Lo.Zo.

segue da pag. 1

Molto si è discusso in relazione alla possibile intesa tra Renzi e Ber-lusconi, ma io credo che il nuovo segretario del Pd bene abbia fatto ad accelerare i tempi, puntando ad un accordo ampio e condiviso sul-le regole elettorali e mettendo nel “pacchetto“ complessivo una seria revisione dell’assetto istituzionale (superamento del bicameralismo

perfetto, riforma del Senato, taglio dei costi della politica). Un cambiamento è oggi necessario, occorre dare un segnale al Paese, imprimere una chiara direzione di marcia e non può essere considerato “eversivo’” cercare il coinvolgimento delle opposizioni: pur riconoscendo la fondatezza delle argomen-tazioni di chi, soprattutto nel centrosinistra, nutre forti dubbi sull’affi dabilità e sulla tenuta di Berlusconi e della rinata Forza Italia, dobbiamo anche aggiungere che, almeno fi nora, ad uno sguardo obiettivo, il movimento di Grillo poco o nulla ha fatto per “scongelarsi” e per dare un contributo costruttivo al dibat-tito. Si continua a scommettere su un collasso del sistema, ma è una scommessa pericolosa, perché giocata contro gli interessi degli italiani, non contro questo o quel partito.

La bozza del cosiddetto “Italicum” rappresenta invece un buon punto di partenza e potrebbe essere il primo tassello di una stagione di più ampie riforme, da avviare rapidamente, se verranno risolti alcuni dei nodi maggiormente controversi. Il nodo principale rimane sempre quello del rapporto tra eletti ed elettori, che tuttavia non può limitarsi al balletto sull’introduzio-ne o meno delle preferenze. Personalmente, renderei obbligato-rie le primarie per legge e faccio il tifo, non da oggi, per collegi piccoli e il più possibile omogenei territorialmente, guardando al modello del “collegio uninominale” che vige Oltremanica. Utopia? Forse, ma questo modello per molti versi obblighereb-be a ripensare radicalmente il rapporto tra il parlamentare e i cittadini, all’insegna della trasparenza e di una più incisiva rappresentanza dei nostri territori.

*Deputato Pd

L’Intervento

di Diego Crivellari*

Legge elettorale, un cambiamento è necessario

Page 9: Rovigo gen2014 n11

9Rovigo

La rotatoria all’incro-cio denominato “da Romano” è diven-

tata definitiva. La giunta ha approvato il progetto conclusivo per la rea-lizzazione dell’opera che andrà a sostituire i new jersey in plastica bianchi e rossi, posizionati provvisoriamente in via sperimentale, all’incrocio fra viale regina Margherita – via Dante Alighieri-viale Della Pace. L’importo complessivo stanziato per la realizzazione dell’inter-vento è di 135 mila euro.

neWsIncrocio “da Romano” la rotatorIa è dIventata defInItIva

Circa due milioni e mezzo di minori trasferimenti statali. Una previsione che sta facendo terrorizzare i Comuni e che se si con-cretizzerà, vorrà dire taglio a tutti i servizi. “Abbiamo partecipato

– spiega l’assessore al Bilancio Stefano Bellinazzi - ad un incontro formativo dell’Anci Veneto, per capire come impostare i bilanci e le notizie non sono state per niente rassicuranti. Innanzitutto il Bilancio di previsione verrà prorogato perché a tutt’oggi non è possibile quan-tificare il Fondo di solidarietà. Basta pensare che quello del 2013 è stato reso noto il 21 gennaio 2014. Stiamo lavorando in un contesto difficilissimo. Nel precedente esercizio – prosegue Bellinazzi - il mar-gine di manovra era proprio di un paio di milioni di euro e comunque,

risicatissimo. Se il taglio dei trasferimenti statali verrà confermato, ci troveremo in una situazione che non potrebbe essere risolta nem-meno con le aliquote delle tasse locali. Infatti, il calcolo di questo ammanco è stato fatto tenendo conto dell’applicazione al massimo della Iuc, l’imposta unica comunale che comprende l’Imu (applicata su tutti gli immobili ad eccezione della prima casa), Tasi e Tari. E’ un federalismo fiscale che non funziona. Non è giusto che lo Stato trasfe-risca ai Comuni le sue inefficienze. La proposta in atto è che nel Fondo solidarietà venga messa la differenza tra gettito e quello che manca. Sono fiducioso che si troverà la soluzione, altrimenti vorrà dire mette al tappeto i Comuni, che non potranno più garantire alcun servizio”.

Senza trasferimenti statali la situazione economica del Comune non potrebbe essere risolta nemmeno con le aliquote delle tasse locali al massimo

Amministrazione L’assessore Bellinazzi preoccupato per il bilancio di previsione

Se i tagli verranno confermati, incideranno sui servizi

L’assessore al Bilancio Stefano Bellinazzi

Il nuovo consiglio del Sindacato del tempio della Rotonda si è ufficialmente presentato al sindaco Bruno Piva e alla città. Il presidente Giovanni Boschetti, la vice Eva Grandi e gli altri componenti: Graziella Maria Andreotti, Orazio

Cappellari e Gabriele Cappato, hanno colto l’occasione per illustrare le attività e, nel contempo, le problematiche del prestigioso tempio rodigino, simbolo della città. Nel 2013 sono stati realizzati 62 eventi, tra convegni, concerti, cerimonie, incontri e conferenze, a questo aggiungiamo – ha detto Boschetti -, 14.500 visi-tatori di cui 4000 stranieri. “Numeri importanti che ci fanno capire quanto questo

influisca anche sull’economia della città e che dovrebbero essere sostenuti”. La chiesa necessita di costante manutenzione, come ha aggiunto Grandi, per questo chiediamo pubblicamente aiuto anche ai privati, affinchè sostengano quello che è un patrimonio di tutti. “Il tempio della Rotonda – ha detto -, è il gioiello della nostra città, un monumento all’arte, alla bellezza, alla cultura. Dobbiamo proteg-gerlo, urgono interventi ma non ci sono risorse. Colgo l’occasione per rivolgermi alla sensibilità di soggetti privati che in questo periodo stanno definendo i bilanci, affinché si ricordino di darci una mano” Pienamente d’accordo il sindaco che ha

evidenziato le ormai conosciute risorse esigue a disposizione. Durante l’incontro è stato sollevato anche il problema dei continui atti vandalici che si registrano all’interno del porticato. Per questo vi è il progetto di installare tre cancelli che impediscano l’accesso alle persone fuori l’orario di apertura. Iniziativa che dovrà avere il benestare della Soprintendenza. Il sindaco ha raccolto e condiviso le ri-chieste, ribadendo però che, al di là delle varie azioni che si potranno assumere, l’obiettivo è accrescere il senso civico di tutti.

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Dicono di noi:Elena - 24 anni- frequenta da poco più di un anno. Ha perso 12 Chili in 8 mesi ed ha raggiunto il suo peso ideale. Nonostante la sua giovane età , Elena ha grossi problemi di vene varicose, fragilità capillare e pesantezza di gambe. “Grazie al percorso ideato per me, non solo ho perso i kg in eccesso, dando sollievo alle mie gambe, ma ho anche migliorato sensibilmente la fragilità capillare e l’ ispessimento delle vene; tanto che i flebologi che mi seguono mi consigliano di non rinunciare mai a questo metodo di trattamento e definiscono miracoloso il cambiamento estetico e di salute delle mie gambe.”

Elisabetta – 47 anni – frequenta da sempre. Per lei che non ha bisogno di perdere peso il programma scelto è rivolto al rimodellamento del corpo, al mantenimento del peso ideale e al rassodamento dei tessuti. ”Da quando ho scoperto una valida alternativa alla palestra, non manco mai ad un appuntamento. Sono entusiasta dei risultati che decanto con tutti. Non avevo un corpo così bello e tonico neanche a 20 anni.”

Serena - 42 anni - frequenta da maggio 2013. In poco più di sette mesi ha perso 20 Kg. “Abituata ad una vita sedentaria e viste le mie precedenti abitudini non avrei mai pensato di riuscire a fare un attività fisica con piacere e con facilità. La felicità di aver cambiato velocemente 4 taglie e potermi finalmente permettere vestiti corti e pantaloni stretti è impagabile. Continuo il mio percorso, ponendomi l ‘obbiettivo di perdere altri 5 chili, perché ormai ho trovato un attività che mi piace, mi fa star bene e mi tiene in forma… e chi ci rinuncia più!”

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10 Rovigo

Gli sfratti aumentano in maniera vertigino-sa e il 2014 non lascia presagire nulla di buono. Il comune di Rovigo negli ultimi

24 mesi ha registrato ben 65 casi con il coin-volgimento di 90 minori e 7 anziani. Di questi 40 riguardano famiglie immigrate e 22 famiglie italiane per un totale di almeno 180 persone. I numeri non bastano a dar conto del dramma che l’emergenza casa espri-me a livello nazionale.

“Il futuro non è sicu-ramente roseo - ha spie-gato l’assessore Antonio Saccardin - stiamo cercando di trovare delle strade da percorrere per tamponare la situazio-ne nei prossimi due-tre anni, con la speranza che la forte crisi del Paese passi, o almeno, si attenui”. Quindi sono stato dal prefetto e ho interpellato il presidente dell’Ater che ha degli alloggi che non sono dentro la programmazio-ne annuale, per i quali si potrebbe fare una

convenzione con il Comune per la sistemazio-ne di alcune abitazioni e una compensazione dell’esborso con gli affitti. Il Comune destinerà diecimila euro, ricavati dalla destinazione del 5 per mille, altri 25 mila li metterà la Fondazione Cariparo e in questo modo sarà possibile siste-mare ulteriori 6 alloggi.

Si punta anche alla Regione, dove da tempo si studiano bandi ad hoc per tamponare le situazioni di morosità e scongiurare nuovi sfratti.

Nel frattempo delle 65 famiglie, siamo riusciti a sistemarne 12 che erano posti in graduatoria alloggi parcheggio o Ater, 6 sono rientrati nel Paese d’origine, una ventina sono ospitati temporaneamente nelle strutture di accoglienza o in bred&breakfast e i restanti hanno trovato soluzioni proprie, ospitati in famiglia o presso connazionali.

“E’ comunque una situazione sempre più

complicata, conclude Saccardin. Servirebbe una politica della casa a livello nazionale. La povertà è in continuo aumento, basta pensare che in 10 mesi, ho incontrato 146 persone che non avevano mai contattato i servizi sociali. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le associazioni di volontariato e le parrocchie, per il fondamen-tale e prezioso lavoro”.

Società L’assessore Saccardin cerca soluzioni per un problema dai numeri impressionanti

Sfratti, 65 casi in due anniCoinvolte 22 famiglie italiane e 40 famiglie immigrate, per un totale di almeno 180 persone Il nuovo Piano casa del Veneto non piace ai primi

cittadini dei capoluoghi che sono pronti a presentare a breve un progetto di legge in Regione per modifi-

carlo. I sindaci di Venezia, Padova, Treviso, Vicenza, Rovigo e Belluno con la presenza del ministro Zano-nato si sono incontrati a Venezia per valutare le dispo-sizioni in materia di urbanistica ed edilizia contenute nel “Piano Casa ter”, varato a fine novembre dalla Regione Veneto. Seppur ritenuto uno strumento fondamentale per rilanciare l’economia, e in particolare l’edilizia, il nuovo Piano casa del Veneto permetterebbe di ampliare le proprietà immobiliari con un iter burocratico facilitato ed inciderebbe sul potere decisionale delle amministrazioni comunali in materia di pianificazione territoriale. Anche se questa volta il Piano casa ter dovrebbe essere permanente e in linea teorica applicabile a tutti i territori comunali del Veneto senza possibilità di veto da parte dei primi cittadini, le cose non paiono filare lisce. I sindaci dei capoluoghi di provincia del Veneto hanno avuto modo di analizzare la legge regionale elaborando un serie di importanti valutazioni e si sono trovati concordi nell’esprimere un comune disagio nei confronti della Regione per le conseguenze che comporterebbe l’applicazione della nuova legge nei diversi territori. Secondo il Sindaco di Rovigo Bruno Piva ad esempio“ le disposizioni del piano casa che permet-terebbero di operare in deroga alle norme urbanistiche ordinarie potrebbero privare di una parte degli introiti economici per le concessioni erogate dai Comuni incidendo, quindi, sulle risorse finanziarie comunali”.

Il Ministro Zanonato ha presentato una serie di misure tese a rafforzare la com-petitività dei territori, a incrementare la produttività delle imprese e a diffondere l’innovazione tecnologica. Dal tavolo è emersa la comune intenzione di costruire a breve una proposta di legge regionale, da porre all’attenzione dei rispettivi Consigli comunali, nella quale si evidenzi la necessità di una pianificazione e programmazio-ne urbanistica ed edilizia condivisa con le Amministrazioni locali.

neWs

piano Casa terI sIndacI con zanonato: legge da modIfIcare

Anche per il 2014, i lavoratori potranno ricevere anticipatamente, rispetto all’e-rogazione Inps, un sostegno finanziario necessario per il mantenimento delle loro famiglie. Per il nuovo anno infatti la giunta di Palazzo Celio ha approvato

la delibera per il rinnovo della convenzione per la realizzazione del progetto Anti-cipazione Sociale per i lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria e in deroga a zero ore

“Segno - ha osservato l’assessore Guglielmo Brusco - della massima at-tenzione che la Provincia ha nei confronti dei lavoratori, onde evitare qualsiasi pericolo di interruzione degli effetti finora prodotti. Tutto questo grazie alla preziosa collaborazione con la Fondazione Cariparo e con la Cassa di Risparmio del Veneto che hanno già comunicato la loro disponibilità. Ora, ha proseguito l’assessore al Lavoro della Provincia, si tratterà di coordinare con i nostri partner Consorzio di Sviluppo e Cgil-Cisl-Uil, l’adesione formale a questa grande oppor-tunità che dal 2009 ad oggi ha interessato moltissimi lavoratori ed aziende”.

“Quasi ogni giorno c’è una crisi aziendale, quasi ogni giorno imprenditori e lavoratori dipendenti sono messi alle strette da problemi che si ripercuotono anche sulle loro famiglie e indirettamente, con le loro spese, anche sul com-mercio e l’economia in generale. I tempi che si annunciano non sono certo dei migliori. Teniamo sempre monitorato il caso Grimeca e stiamo seguendo anche altre vicende particolarmente toccanti anche dal punto di vista umano, Morupa e Icap, sperando di riuscire a sbloccare queste situazioni allarmanti. Da parte nostra, la promessa di non abbassare la guardia e di fare del nostro meglio per aiutare in questo difficile periodo, le aziende piccole o grandi che siano e i loro lavoratori”, ha concluso l’assessore.

Lavoro

In breve

Le schede ospedaliere sono state approvate. I posti letto negli ospedali polesani sono stati tagliati. A dire la verità, più all’interno dell’Ulss 18 che della

19. Ora l’attesa è per il secondo passo della riforma prevista dalla Regione al momento del varo del Piano sociosantario del quale le schede ospedaliere sono sta-te una espressione.

Vale a dire l’attivazione di quelle strutture sul territorio di livello intermedio, che dovrebbero andare a compensare i posti letto tagliati, all’interno delle quali dovrebbero trovare accoglienza quei pazienti non particolarmente gravi da necessitare il ricovero in ospedale.

I contorni di questa riforma sono comunque anco-ra tutti da definire. Per cercare di fare chiarezza Cgil Rovigo ha organizzato un convegno alla Cittadella sanitaria, sede dell’Ulss 18. Il risultato della giorna-ta è stata che ancora un percorso chiaro non è stato attivato. Ma che i cardini importanti della riforma po-trebbero essere la partenza dai punti sanità sparsi nel nostro territorio, come base per le strutture di livello intermedio da attivare.

Sanità. Tagliati i posti letto ora sI aspettano le strutture IntermedIe

Una legge regionale appena approvata e che potrebbe ri-disegnare a fondo i contorni

della sanità polesana. Perlomeno per quanto riguarda il mondo della sanità privata convenzionata. Vale a dire affidata a quei soggetti - ambulatori, cliniche, case di cura, centri diagnostici - che pur essen-do di proprietà di privati sono abili-tati - il termine esatto è accreditati - per lavorare per conto del servizio sanitario nazionale.

Sino a oggi non era facile ottenere l’accreditamento. Anzi: tanto vale dire che in Polesine come altrove nella nostra Regione i nomi sono sostanzialmente gli stessi da anni e anni. Ed è proprio per “rompere” questo sostanziale oligopolio e aprire il mercato che è arrivata la legge regionale 339, portata avanti dal capogruppo in consiglio regionale di Forza Italia e presidente della commissione competente in tema di sanità Leonardo Padrin.

Lo scopo della nuova legge è quello di snellire la procedura per gli accreditamenti, fornendo una scaletta temporale certa per rispondere a chi fa domanda di potere lavorare per conto della sanità pubblica. Allo stesso modo, vengono anche indicati i criteri ai quali dovranno attenersi i direttori generali delle singole Ulss nello stipulare i contratti con gli erogatori privati accreditati. Le linee guida parlano di economicità, complementarietà rispetto alle necessità presenti sul territorio delle singole aziende sanitarie; e infine di qualità, un criterio a oggi importante ma non sempre scontato. Lo scopo è appunto quello di rendere più completa e omogenea l’offerta di servizi sanitari all’interno delle singole Ulss. In modo da evitare che i cittadini per fare un esame - per esempio una risonanza magnetica - debbano andare al di fuori della propria azienda sanitaria di riferimento. O anche fuori provincia.

La nuova scaletta temporale predisposta da Padrin e approvata dal consiglio regionale preve-de che chi faccia domanda di accreditamento debba ricevere una risposta entro il 30 novembre di ogni anno. E una risposta motivata.

Non solo: con un emendamento al testo di legge poi approvato è stato anche previsto che quelle strutture che a oggi sono ancora in attesa di un riscontro alla propria istanza lo debbano ottenere entro il 31 marzo prossimo.

Legge regionale 339una vIa aperta per la sanItà prIvata convenzIonata

di Roberta Giacomella

Ro.Gi. Lo.Zo.

Ro.Gi.

Nella foto l’assessore di palazzo Nodari, Antonio Saccardin

la provIncIa antIcIpa la cassa IntegrazIone

Lo.Zo.

L’assessore: “In 10 mesi, incontrate 146 persone mai rivolte ai servizi sociali”

Flavio Zanonato

Page 11: Rovigo gen2014 n11

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Page 12: Rovigo gen2014 n11

12 Rovigo

“Il centro storico è morto”. Una frase che, “imputata” all’assessore comunale Ezio Conchi, ha scatenato uno dei peggiori polveroni

politici degli ultimi tempi. In primo luogo sulla sua esatta formulazione. Sulla stampa è stata infatti riportata in questa maniera. Mentre l’ammini-stratore assicura che il discorso era un po’ più articolato e che il concetto era che la grande distribuzione nel centro storico di Rovigo è ormai morta. Non certo il centro in sé.

La precisazione non è peregrina, se si pensa che l’argo-mento all’ordine del giorno era l’insediamento nella zona del parco commerciale Sul del Decathlon. Una questione sulla quale si sta parlando come minimo dalla primavera

scorsa. E che ha diviso politici e cittadini in tre fazioni. Da una parte coloro che sono assolutamente favorevoli al

progetto, poiché ritengono che in un periodo di crisi come questo sarebbe semplicemente follia rifiutare l’offerta di imprenditori che si offrono per inse-diare una attività in grado di garantire nuovi posti di lavoro. Dall’altra quanti ritengono che sia ora di smetterla di

incentivare insediamenti fuori città e che sia giunto il mo-mento di rivitalizzare il centro storico e di riportare la gente nel cuore della città. Infine, ci sono coloro che - a prescindere da ogni questione economica o di opportunità politica - fan-no semplicemente notare come la legge regionale nata per fermare la cementificazione e il consumo di suolo impedisca

l’insediamento di nuove aree commerciali.Da parte sua la maggioranza della maggioranza politi-

ca che guida Rovigo - sia consentito il gioco di parole - sta da tempo spingendo per fare in modo che si possa arrivare all’insediamento. Mentre le associazioni di categoria dei commercianti ritengono che una mossa del genere sarebbe un ulteriore colpo, forse mortale, per il commercio nel centro storico e per il centro storico stesso.

E’ a questo punto della discussione che era intervenuto l’assessore Conchi. “Da parte mia - aveva detto - sono fa-vorevole all’arrivo di nuovi investimenti. Se per fare sì che possano insediarsi a Rovigo Decathlon o altri imprenditori sarà necessario seguire alcuni accorgimenti che ci vengo-no indicati dalla legge regionale lo faremo senza dubbio. Io penso che sia necessario venire incontro e dare spazi a

quanti vogliono fare investimenti nel nostro territorio.Poi, ci si era spostati verso il cuore del problema. “Ri-

tengo ovvio e naturale - aveva proseguito Conchi - che gli imprenditori preferiscano investire dove sono certi che la gente va, vale a dire nei centri commerciali”.

E’ a questo punto che è arrivata la frase incriminata. Che ha scatenato un putiferio, in primis con le associazioni di categoria dei commercianti, poi persino con i colleghi con-siglieri del Pdl che hanno preso le distanze dalle - presunte - dichiarazioni dell’amministratore e dalla frase “incriminata”.

L’avrà detta? Non l’avrà detta? L’avrà detta ma magari inserita in un contesto più ampio? Chissà. Di sicuro, foca-lizzarsi su questo non aiuta a risolvere il problema. Che è certamente più ampio e complesso di una frase.

di Lorenzo Zoli

“Il centro storico è morto”. L’esponente di Palazzo Nodari assicura che il suo discorso era un po’ più articolato

Amministrazione e commercio Una frase forse sfuggita all’assessore crea un polverone

Conchi al centro delle polemiche

Periodo di cambiamenti in Vicolo Donadoni. Cambio di guardia in ben due reparti: immigrazione e polizia stra-dale. Da qualche settimana, infatti, si sono insediati

presso la Questura di Rovigo i nuovi responsabili dei due settori: Antonio Maria Addis, responsabile della stradale e

Luca Iobbi responsabile dell’immigrazione. A prendere il posto dell’ex responsabile dell’ufficio immigrazione, il tren-tatreenne Francesco Morselli (assegnato a Ragusa come responsabile dell’ Ufficio prevenzione generale soccorso pubblico, ovvero le volanti del 113), è il marchigiano Iobbi, trentaquattrenne originario di San Benedetto del Tronto fre-sco di corso e alla prima esperienza. Iobbi arriva da Roma,

dove praticava la professione forense in attesa di terminare il corso. A sostituire Simone Rodella, invece, ora assegnato al Reparto prevenzione crimine di Padova, sarà Addis, cin-quantenne originario di Sassari, prima impiegato presso la Polfer (polizia ferroviaria) di Venezia e poi presso la Polstra-da (polizia stradale) di Padova.

F.D.L.

sono arrIvatI addIs e IobbIQuestura

Associazioni di categoria: Decathlon sarebecolpo mortale al commercio in centro

Ancora novità per Polesine acque. Con una nota rivolta ai cittadini e alla stampa il Presidente e i membri del Comitato istitu-

zionale del Consiglio di bacino “Polesine” (Ex ATO), rendono nota l’intenzione di procedere con un nuovo affidamento per la gestione del servizio idrico integrato a Polesine Acque. Al mo-mento si sta lavorando ad una proposta sulla base di quanto suggerito dall’Avvocato padova-no Testa, legale di fiducia dell’ente. “Nel mese di dicembre 2013 - si legge nella comunicazio-ne - questo ente d’ambito aveva predisposto un progetto di nuovo affidamento alla Polesine Acque spa sulla scorta del mandato ricevuto dall’assemblea dei sindaci con la presa d’atto della decadenza, per non conformità con i requi-siti richiesti per il modello “in house providing”, dell’affidamento concesso alla stessa Polesine Acque nel 2004”. Polesine Acque avrebbe chiesto di poter ripristinare l’affidamento deca-duto, ma secondo Testa questo non è possibile. L’unica possibilità è un nuovo affidamento, con regole chiare e precise. L’ente gestore dovrà in-fatti rispettare alcuni vincoli, in primis la “solidità finanziaria del gestore, requisito indispensabile al fine di procedere ad un nuovo affidamento diretto alla Polesine acque la quale dovrà pre-sentare un piano di ristrutturazione finanziaria e di ripiano del debito complessivamente credi-bile”. Ciò che più potrebbe interessare i cittadini è che l’Aeeg (autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico) ha emanato il nuovo “Metodo tariffario idrico (Mti) che obbliga gli enti d’ambito di fatto ad aggiornare non solo

i piani d’ambito per quanto riguarda gli inve-stimenti programmati ma anche i piani econo-mici – finanziari e le convenzioni di gestione / affidamento”. Il tutto da espletarsi entro il 31.03.2014 e non è chiaro se questo compor-terà un aumento in bolletta per i cittadini, ma appare molto probabile. Intanto l’assemblea del 29 gennaio, durante la quale si sarebbe dovuto approvare il bilancio 2012, non è stata parte-cipata (presenti sei comuni su cinquantadue). Nessuna motivazione ufficiale, solo ipotesi. Alcuni sindaci potrebbero essere preoccupati per la possibilità d’innalzamento delle tariffe, altri dissentirebbero dall’idea di capitalizzare nuova-mente la società (una ricapitalizzazione da 2,5 milioni di euro circa era già stata effettuata dai Comuni nel 2006) rinunciando a parte del cre-dito vantato nei confronti di Polesine acque (ora si parlerebbe dai quattro ai dieci milioni di euro), altri potrebbero essere preoccupati dai contenuti del parere dell’ avvocato Testa.

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Page 13: Rovigo gen2014 n11

NEI NEGOZI WIND DI ROVIGO - CORSO DEL POPOLO, 88ADRIA - CORSO VITTORIO EMANUELE II,151

Page 14: Rovigo gen2014 n11

L’associazione Una ha lanciato una petizione per fare in modo che il comune di Rovigo sottoscriva una convenzione, arenata nelle maglie della

burocrazia, per sostenere l’alimentazione e le cure dei gatti randagi, ora ospiti dell’Oasi di proprietà dello stesso. Finora sono state raccolte 1262 firme: manca poco per arrivare alle 2000. Attualmente l’associazione si sostiene principalmente grazie a do-nazioni di cittadini, raccolte di fondi e alimenti. L’oasi felina, gestita dai volontari Una, accoglie un’ottan-tina di gatti; tuttavia nel corso dell’anno sono circa 400 gli animali accuditi, che intervengono anche nelle colonie feline sparse nel territorio provinciale. L’asso-ciazione, inoltre, promuove l’adozione dei gatti abban-donati.

“Il nostro scopo è quello di ridurre sempre più il feno-meno del randagismo di animali da affezione, perse-guire la salvaguardia, il miglioramento e lo sviluppo sostenibile dell’ambiente naturale e delle sue risorse,

il rispetto di ogni forma di vita, per l’eliminazione di qualsiasi forma di violenza e crudeltà” - dicono i volontari. Uno degli ostacoli è costituito proprio dalla carenza di risorse sia finanziarie che umane. L’asso-ciazione, composta unicamente da volontari, attua la gestione delle colonie feline, cattura e sterilizza ani-mali randagi che altrimenti vedrebbero i loro cuccioli morire di fame o malattia e promuove le adozioni per animali abbandonati. Una ricorda che il decreto del Presidente della Repubblica del 31 marzo 1979 prevede che “È attribuita ai singoli o associati (...) funzione, esercitata dall’Ente nazionale protezione

animali, di vigilanza sulla osservanza delle leggi e dei regolamenti generali e locali, relativi alla protezione degli animali ed alla difesa del pa-trimonio zootecnico”. “Ecco il perché della richiesta di una

convenzione, in un’epoca in cui le offerte della gen-te si sono drasticamente ridotte. Non abbiamo mai vissuto un periodo economico così difficile e siamo

molto preoccupati perché non riusciamo più a com-prare il cibo, a pagare i veterinari e temiamo di non riuscire ad accogliere i gattini abbandonati che ci ar-rivano ogni anno (più di 300 solo nel 2012)”. Nel frattempo si è attivata a fine anno Asm Set con un contributo di 3000 euro a sostegno dell’associazio-ne. Il sostegno è devoluto per cibo, vaccinazioni e la realizzazione di materiale promozionale da distribu-ire alla cittadinanza e nelle scuole. “Abbiamo scelto di dare nuova energia ad Una – spiega Bergamin, presidente di Asm Set - perché l’associazione sta attraversando un momento di difficoltà. Dopo una visita alla struttura mi sono confrontato con il cda dell’azienda e abbiamo deliberato un contributo, che servirà anche a portare avanti un bel progetto di pro-mozione e sensibilizzazione, attraverso un opuscolo informativo che porteremo nelle scuole”.

di Melania Ruggini

Le donazioni sono drasticamente diminuite e i volontari sono in difficoltà con l’acquisto di cibo e con il pagamento dei veterinari

Associazione Una Petizione per convincere il Comune a sottoscrivere una convenzione

Servono fondi per l’alimentazione e le cure dei gatti

Nonostante qualche ritardo con la pubbli-cazione del pieghevole, è pronta l’atti-vità ufficiale 2014 degli Amici della Bici

di Rovigo, che hanno in calendario una serie di eventi fino all’estate. La nuova stagione è ufficialmente partita lo scorso 9 febbraio, quando l’associazione è scesa in Piazza V. Emanuele con il banchetto per la presentazione dell’attività 2014 e contestualmente ha fatto conoscere l’iniziativa “Bicisicura”, ossia un efficace sistema per combattere i furti di biciclette. Si tratta della schedatura delle bici at-traverso foto e numero di telaio, in modo da creare una banca dati del mezzo che possa permettere il riconoscimento della propria due ruote in caso di ritrovamento. Mercoledì 12 marzo alle ore 18.00, la libreria Calibrì in Corso del Popolo 210 a Rovigo ospiterà Fernando Da Re che presenterà il libro “Con l’Armenia nel cuore”, interessante racconto di viaggio in bicicletta. Domenica 23 marzo l’appuntamento è con la consueta pedalata in occasione della giornata FAI di primavera. Domenica 13 aprile ci aspetta la pedalata con gli Amici della Bicicletta di Verona su itinerario d’acqua e di visitazione nel medio Polesine. Venerdì 25 aprile avrà luogo la peda-lata “Resistere, pedalare, Resistere” nei luoghi della resistenza in collaborazione con ANPI. Domenica 11 maggio si terrà la consueta manifestazione per i più piccoli denominata “Bimbinbici”. Domenica 18 maggio viene organizzata un’escursione per la giornata della bonifica in collaborazione con il Consorzio Adige Delta Po, con itinerario da definire. Domenica e lunedì 1 e 2 giugno ci sarà il “Bicitalia day”, escursione con Fiab nazionale. Domenica 8 giugno ci si sposta sul Delta del Po con Bike&boat. Da giovedì 19 a domenica 22 giugno si terrà il ciclo raduno nazionale a Palermo, mentre domenica 22 giugno tocca all’escursione all’oasi di Salvaterra in collaborazione con il Wwf di Rovigo chiudere in bellezza il calendario.

amici della bici di rovigo Un anno sui pedali

Me.Ru.

L’oasi felina accoglie un’ottantina di gatti, ma nel corso dell’an-no sono circa 400 gli animali accuditi

14 Rovigo

Mentre Emergency compie i suoi primi 20 e si prepara a tagliare il traguardo con nuove iniziative per coinvolgere i

propri volontari, il 2013 si chiude all’insegna delle donazioni. Nonostante la crisi il gruppo rodigino ha raccolto, infatti, oltre 11.000 euro di fondi grazie a ben 36 iniziative, organizzate principalmente nel territorio polesano, ma an-che nelle province limitrofe, che hanno ospitato banchetti, cene e molte altre iniziative. Così a fine anno il bilancio si è chiuso in bellezza, con 1.321 euro in più rispetto al 2012, frutto quasi esclusivamente delle molte donazioni giunte a inizio anno in ricordo di Luciano Bombarda, volontario e fondatore del gruppo, scomparso a Ficarolo nel dicembre 2012. Le donazioni rice-vute in ricordo di quest’ultimo hanno sostenuto il centro di maternità di Anabah, in Afghanistan.

Ciò che è realmente cresciuta in Emer-gency è l’attività dei banchetti: 36 nel 2013 e 1.000 euro in più dalla cessione di gadget rispetto all’anno prima. Tra i risultati record, il banchetto natalizio di Cavarzere, che ha portato ben 686,50 euro in soli due giorni. Grazie alla cessione di magliette, libri, calendari e altri gad-get si sono ottenuti 5.200 euro, +25% rispetto al 2012; da notare anche un leggero aumento delle tessere “Amico di Emergency”, ossia 988 euro nel 2013, a dispetto delle 840 del 2012. Il dato stabile è positivo, se si considera che l’an-

no precedente aveva registrato un calo di fondi del 14% rispetto al 2011. I volontari rodigini si sono prodigati anche per le trasferte, come a Ferrara, nella bassa padovana e in Friuli. Po-sitivo per esempio il risultato della cena di set-tembre a Bellombra, che ha raccolto 1.008,50 euro. Da segnalare anche il favorevole bilancio dell’attività nelle scuole, con 20 incontri nelle scuole elementari, medie e superiori. E il 2014 è iniziato mettendone già a segno altri 16. Da ricordare infine la proficua collaborazione con l’Università Popolare Polesana, che ha program-mato lezioni a cura dei relatori a Badia Polesine, Canaro e Costa di Rovigo. Tra le attività di inizio anno, il coordinatore regionale Mauro Boniolo è stato ospite, lo scorso 26 gennaio, dell’assem-blea del Centro Francescano di Ascolto, dedicata al tema dei diritti, mentre a fine gennaio si è svolto un incontro formativo a Vicenza, utile per relatori e aspiranti.

EMERGENCy COMpIE 20 ANNITANTE LE INIZIATIvE E LE DONAZIONI

Me.Ru.

A fine anno il bilancio dell’associazione è stato chiuso positivamente con 1321 euro in più rispetto allo scorso anno rispetto al 2012

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Page 15: Rovigo gen2014 n11

15Rovigo

Di quanto avvenuto all’interno del Partito Democratico polesano ne ab-biamo lungamente parlato nei mesi

scorsi. Dopo la sospensione del congresso av-

venuta in seguito alla denuncia di brogli, e alle varie diatribe tra le diverse fazioni, il Pd è ancora senza un segretario. Ovvero, al momento la carica è ancora ricoperta dall’Onorevole Diego Crivellari, in attesa del nuovo congresso. “Il congresso del Pd polesano ripartirà dopo l’insediamento della nuova commissione provinciale per il congresso, che è stata nominata dal li-vello regionale nella giornata di lunedì 27 gennaio - ci comunica l’onorevole Crivellari - questo è il primo tassello di un percorso che entro la metà di febbraio dovrà portare alla conclusione del congresso e all’elezione del nuovo segretario provinciale. Dovrebbe es-sere la volta buona”.

“Purtroppo - commenta il segretario uscente, in merito all’ipotesi che la man-canza di un segretario ufficiale possa aver provocato un rallentamento nelle attività dei circoli - l’allungamento dei tempi del congresso non è stato indolore per il par-tito, ma credo che i nostri circoli abbiano patito soprattutto il clima di acceso scontro interno al gruppo dirigente. Non tutti sono stati in grado di interpretare la divisione tra

due candidature alla segreteria in modo suf-ficientemente responsabile. Qualcuno più di altri ha puntato sull’aggressività, sull’esa-sperazione dei toni, ma non credo che alla lunga questo metodo paghi”.

Bisognerà capire anche se questo ac-ceso scontro abbia creato anche danni più gravi, del tipo: disaffezione da parte degli elettori o peggio qualche rischio di scissio-ne.

“Non vedo assolutamente rischi di scissione all’orizzonte per il Pd – tranqui-lizza immediatamente Crivellari - l’ottima partecipazione registrata alle primarie di dicembre, anche in Polesine, conferma che la nostra gente è sempre pronta alla mobi-litazione nelle occasioni importanti. Certo, adesso dobbiamo avere la capacità di fer-mare gli scontri dentro il partito, dobbiamo recuperare assolutamente una dialettica più serena e costruttiva. Resto anche convinto che nelle nostre recenti divisioni abbiano spesso giocato troppo spesso questioni personali o comunque parziali. Il Pd deve essere in grado di lasciarsi alle spalle una zavorra fatta di tensioni e contrapposizioni ereditate dai vecchi partiti. Il rinnovamento deve continuare”.

di francesca De Luca

Crivellari: “Toni troppo accesi”. Escluso ogni rischio di scissione ma bisogna recuperare una dialettica più serena e costruttiva

Politica Il congresso a breve, si voterà entro la prima metà di febbraio

Il Pd è ancora senza segretario

Le rimostranze dei cosiddetti “forconi”, sono state uno dei temi delle politica degli ultimi tempi. Il movimento, nato

spontaneamente lo scorso 9 dicembre, ha fatto molto parlare di se e non sempre in termini encomiastici. Si ricorderà di Danilo Calvani (uno dei portavoce del movimen-to) che attraversava la folla a bordo di una jaguar, ma accanto a questi vanno ricordati anche i tanti che in quei giorni hanno dato luogo ad una protesta pacifica, creando empatia con i cittadini. Ma a distanza di due mesi dalle prime proteste, è leggittimo chiedersi che fine abbiano fatto i “forconi” e soprattutto che fine abbia fatto la loro protesta. “Il gruppo di Rovigo non c’è più - ci comunica Andrea Volpe, venticinquenne indicato dalla stampa come uno dei coor-dinatori del presidio del capoluogo – in un primo momento i militanti erano molti (circa una trentina) ma l’interesse è andato via via scemando. Non c’è stato un buon ri-scontro da parte della popolazione”. Diver-sa, invece, la realtà di Adria, dove il presidio è ancora attivo e pulsante. A raccontarcelo è Veronica Bocchio, una dei militanti del movimento adriese. “Innanzitutto - ci tiene a precisare - il nostro movimento ha natura apolitica e apartitica. Ognuno ha le proprie idee, ma all’interno del gruppo è impor-tante ciò che ci unisce: voler cambiare la politica di questo paese”. Il gruppo conta una decina di attivi che si ritrovano in un locale in via Monsignor Pozzato; una sorta di info-point nel quale ci si può recare per chiedere informazioni e di fronte al quale generalmente vengono organizzate le azioni di volantinaggio. Il gruppo di Adria sottolinea anche la sua trasformazione in un comitato indipendente dal quello nazio-nale, giravano voci che il movimento dei “forconi” volesse trasformarsi in un partito politico. “Questo è in contrasto con i nostri principi – spiega Bocchio – pertanto, ma non solo per questo, abbiamo deciso di rimanere in contatto con tutti i presidi che hanno scelto la strada dell’autonomia. Ad esempio Padova”. “Non appena avremo i permessi - ci comunica Veronica – orga-nizzeremo una nuova manifestazione”. La loro azione, al momento, è focalizzata sulla contro-informazione; le rivendicazioni sono generiche e le idee in merito alle pos-sibili alternative al sistema politico vigente non sono ancora state profilate. “Stiamo stilando dei punti per noi fondamentali, la base delle nostre rivendicazioni. Ci stiamo lavorando, perché prima di rivolgerci all’e-sterno vogliamo acquisire competenze ed esser certi di ciò che diciamo”.

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VIAGGIO IN PROVINCIAROVIGO

E’ sparita Villanova Polesana. Il progetto di fusione tra i sei comuni del Medio Polesine è stato a dir poco fugace,

giusto il tempo di compiacersi di quanto an-ticipo la piccola provincia di Rovigo pareva avere rispetto alle altre zone del Veneto e il nuovo comune è stato sommerso, come Atlantide, da un mare di “no”. La fusione tra i comuni di Arquà Polesine, Costa di Rovigo, Frassinelle, Pincara, Villamarzana e Villanova del Ghebbo non ha retto l’urto con lo scoglio del referendum popolare ed è colata a picco.

“Colpa della politica - è stato detto dei bene informati - sebbene la campagna pro fusione tra i comuni fosse stata portata avanti congiuntamente sia dal Centrodestra sia dal Centrosinistra, le ragioni dei contrari sono prevalse e questo è un voto che rischia

di mettere in forse il resto dei progetti ag-gregativi ai quali il territorio polesano si approccerà nei prossimi mesi”. Il voto dello scorso 9 febbraio, infatti, sarebbe dovuto essere l’apripista nel panorama delle fusioni in Polesine, dopo l’ormai storico sodalizio tra Contarina e Donada. A Villadose e Ce-regnano il referendum dovrebbe tenersi tra circa un anno e “per strada” ci sono anche le fusioni tra Rovigo e Pontecchio; Calto, Castelmassa e Ceneselli e nel Delta: Ariano con Corbola. La carta dei vantaggi economi-ci di cui godrebbero i comuni nati da fusioni,

messa in campo dalla Regione con la legge regionale diciotto del 27 aprile 2012 (ga-rantendo alle nuove realtà amministrative vantaggi diretti in termini di finanziamenti e la possibilità di superare il patto di stabilità per un periodo di due anni) non è bastata a piegare lo scetticismo dei cittadini. L’obietti-vo della Regione, infatti, sarebbe di arrivare un giorno a 150 Comuni complessivi nella nostra regione, ma da oggi il risultato sem-brerebbe essere più lontano. Questi millan-tati “benefici” non sono stati convincenti. “Essere un grande comune – sostenevano i contrari al progetto di Villanova Polesine - non significa avere servizi migliori” e ad esserne convinti alla fine sono stati in molti. “Sicuramente anche il non aver coinvolto la cittadinanza fin da subito – questo il pare-re di chi ha seguito da cittadino il percorso

delle sei fusioni – è stato uno dei limiti dell’operazione”. La diffidenza, insomma, l’ha fatta da padrona, così i voti sono an-dati verso il “no” in quattro comuni su sei e i sì hanno vinto solo dove l’astensionismo è stato alto. A Frasinelle, per esempio, su 1360 aventi diritto si sono presentati alle urne 660 persone delle quali 370 hanno votato favorevolmente alla fusione mentre 283 si sono espressi contrari. Stessa cosa a Pincara dove hanno votato 481 persone su 1078 aventi diritto: i “si” sono stati 315 mentre i “no” si sono fermati a quota 157.

Ben diversa invece la situazione ad Arquà Polesine dove alle urne si sono recati in 1344, su 2413 aventi diritto, esprimendo ben 1094 voti per il “No” contro 244 “si”. Un abissale distacco tra i due fronti si è cre-ato anche a Villanova del Ghebbo, dove su 1179, erano 1675 gli aventi diritto, i “no” sono stati 1018 e 157 “si”. Più mitigare le distanze a Costa di Rovigo e a Villamar-zana, ma il “no” ha comunque pesato nel mandare a fondo il progetto Villanova Pole-sine. A Costa di Rovigo: hanno votato 1476 su 2317 aventi diritto, i “si” sono stati 530 mentre i “no” sono saliti a 933, mentre a Villamarzana hanno votato 618 persone, su 1048 aventi diritto, e il confronto si è fermato a 258 contro 355: cento voti di differenza a favore del “no”.

di fortunato Marinata

Cittadini diffidenti in 4 dei 6 comuni al voto. Secondo molti c’è stato un problema di comunicazione

Fusione dei comuni Al referendum del 9 febbraio vince il “no” dei cittadini

In tema di fusioni la piccola provincia di Rovigo pareva essere in anticipo rispetto alle altre zone del Veneto

Taglio delle province. Le motivazioni che sostengono la riforma messa in campo dal ministro Delrio hanno perso slancio nelle scorse settimane. Soprattutto l’aspetto le-

gato ai risparmi, che la trasformazione delle province in enti di secondo livello dovrebbe apportare, è stato messo in forse anche dalla Corte dei Conti durante l’audizione alla commis-sione Affari Costituzionali del Senato di qualche settimana fa. L’organo dello stato, infatti, ha ribadito che la riforma sulle Province di sicuro non produrrà risparmi nell’immediato ed è talmente complessa che di certo porterà all’aumento dei costi. C’è dell’altro: anche in merito alla costituzionalità della riforma non tutto sembrerebbe filare liscio come l’olio. Il parere di alcuni costituzionalisti è tutt’altro che favorevole e questo ha offerto il “destro” al presidente dell’Upi, An-tonio Saitta. “Chi altro ancora deve attestare che questa legge è costosa, che produrrà caos, che genererà effetti

devastanti sui territori e sul bilancio dello Stato, perché lo capiscano anche il Parlamento e il Governo?”. Lo ha dichia-rato il presidente dell’Upi, Antonio Saitta, commentando il documento consegnato dalla Corte dei Conti alla commissio-ne Affari costituzionali del Senato, nel quale la magistratura contabile conferma il giudizio critico già espresso alla Camera dei deputati. “A proposito delle Città metropolitane la Cor-te dei Conti – ha proseguito Saitta – segnala il rischio di “ipertrofia organizzativa” e di “carattere eccentrico” della previsione della divisione in comuni della città metropolitana perché produrrebbe nuovi enti. Quanto alle funzioni, la Corte stigmatizza il procedimento di svuotamento, che definisce complesso e facendo l’esempio dell’edilizia scolastica, par-la di funzioni anche operative che eccedono la dimensione comunale e che quindi devono restare alle Province. Ma il giudizio netto che si legge nel testo della magistratura con-

tabile – sottolinea ancora il presidente dell’Upi Saitta - è quello in merito ai risparmi: scrive infatti la Corte dei Conti ai senatori che è del tutto improbabile che una riorganizzazione di così complessa portata sia improduttiva di costi e che i risparmi nell’immediato sono di entità contenuta, mentre i costi sono considerati talmente certi che nelle conclusioni si sottolinea la necessità di trovare adeguate coperture. Lo stes-so segnale di allarme era stato lanciato dalla Corte dei Conti alla Camera dei Deputati, ma lì non si è ritenuto di volere ascoltarlo. Ci aspettiamo che almeno in Senato un richiamo di allerta così importante non resti lettera morta. Altrimenti qualcuno, governo o Parlamento, dichiari apertamente che anche se la riforma delle Province porterà ad forte aumento della spesa pubblica e al caos, si porterà avanti perché è stata annunciata: almeno i cittadini sapranno a quale follia si sta andando incontro”.

TAGLIO DELLE pROvINCE OMbRE SuLLA CERTEZZA DI uN RISpARMIO E SuLLA COSTITuZIONALITà DELLA RIfORMA

Villanova pareva avveniristica e invece è già del passato

Un voto che forse pregiudica il resto dei progetti aggregativi in corso

L’area dove sarebbe dovuto nascere il nuovo comune di Civitanova Polesine

Il presidente dell’Upi Antonio Saitta

“Un “Grande Comune nonsignifica avere servizi migliori”

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17Spazi aperti

Il Delta del Po si fa conoscere e si apre al confronto con realtà simili. Diverse le iniziati-ve realizzate grazie ai finanziamenti del GAL

Delta del Po per creare un percorso volto a valo-rizzare i prodotti tipici dell’agricoltura, della pe-sca e dell’artigianato. Nella tre giorni prevista il 7, l’8 e il 9 marzo il Delta si confronterà con le aree Riserva Biosfera – Mab Unesco prove-nienti dalla Francia, Spagna, Romania e Russia attraverso i ristoratori e i produttori dei territori, oltre ad essere protagonista del convegno che vedrà la presenza dei rappresentanti dei delta della Camargue, Ebro, Evros, Danubio e Volga. I progetti che si andranno poi ad attivare per un importo complessivo di 1.123.000 euro propongono diverse iniziative. L’“Eco Leader Network” è una di queste e nasce per creare sviluppo e integrazione dei singoli territori citati con le relative eccellenze. Zone morfologica-mente simili, con grandi fiumi che sfociano a delta creando degli habitat unici, si ritrovano a non valorizzare i prodotti nonostante le loro peculiarità. Inoltre, sebbene il turismo enogastronomico sia in crescita, qui l’offerta nella ristorazione dei prodotti locali è scarsa. Il progetto, complementare ad azioni locali di promozione, valorizzazione e informazione sui

prodotti tipici del territorio, per questo si può considerare integrativo al Lapis che promuove le produzioni tipiche locali nei mercati italiani ed esteri. Il Lapis favosce la conoscenza dei prodotti tipici locali agro-alimentari e artigiana-li dei territori di riferimento dei Gal relativi al “Polesine” (Gal Delta Po), alla “Murgia” (Gal della Puglia) e al Delta del Po, coinvolgendo gli operatori rurali, rafforzando l’immagine delle zone e delle tipicità che, se promosse solo a livello locale, non avrebbero la possibilità di perdurare nel tempo e soprattutto di essere apprezzate da altri fruitori. Si tratta di territori tra loro lontani e legati alla civiltà contadina e alle produzioni tipiche che proprio per la loro diversità possono trovare l’elemento di siner-gia per la loro valorizzazione. Collegate quindi le problematiche “comuni” per la carenza/eccesso di acqua all’opportunità di sviluppare la vocazionalità e la ruralità dei territori con la promozione congiunta dei prodotti tipici locali.

TRE GIORNI DI CONfRONTO CON LE ALTRE AREE RISERvA bIOSfERA

El.Ca.

Il 7, l’8 e il 9 marzo il Delta si confronterà con gli adenti al programma MAB provenienti da: Francia, Spagna, Romania e Russia. In un convegno incontrerà i rappresentatnti della Camargue, Ebro, Evros, Danubio e Volga

Geremia Gennari e Marco Gottardi

di Lorenzo Zoli

Agricoltura Paolo De Castro è arrivato in Polesine lo scorso 7 gennaio

E’ stato ministro. E ora è presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo. Paolo De Castro è arrivato in Polesine lo scorso 7 gen-

naio, quando a Palazzo Celio, sede della Provincia di Rovigo, ha incontrato sindaci e associazioni di agricoltori. Il tema fondamentale è stato come migliorare la competitività del comparto agricolo italiano. Che avrebbe enormi potenzialità e capacità di distinguersi a livello europeo, ma che per tutta una serie di fattori non riesce a farlo. Ad avviso di De Castro il primo punto fondamentale sul quale battere è sburocratiz-zare: eliminare le pastoie che spesso ostacolano lo sviluppo delle aziende agricole e fanno perdere tempo prezioso. In particolare è necessaria una maggiore flessibilità e velocità nell’accesso ai contributi e alle linee di finanziamento.

Allo stesso modo, si deve guardare a quelle realtà che possono servire da esempio. Una di queste, ha spiegato l’ex ministro, è il Trentino. Dove ci sono aziende agricole che pure avendo una estensione inferiore ai due ettari riescono comunque ad essere leader a livello assoluto nella produ-zione di mele.

Si è parlato anche della questione Ogm. E, visto il mo-

mento storico, davvero non poteva essere diversamente. “Non ci sono dubbi - ha detto De Castro - che il 90% circa della soia che al momento importiamo comprandola in Eu-ropa sia Ogm. Una soluzione per il nostro paese dovrebbe essere quella di mettere in campo un piano proteine vegeta-li. Uno strumento che purtroppo al momento manca, sia a livello nazionale che europeo”.

“Dobbiamo concentrarci - ha pro-seguito, catturando l’attenzione delle folta platea presente - per aumentare la nostra produzione interna e fare in modo di non essere più dipendenti in questa misura dall’estero. E’ così che finiamo obbligati a importare prodotti Ogm. Dobbiamo cominciare a incamminarci con decisione in questa direzione, altrimenti non arriveremo mai”. Insomma: l’Italia dovrebbe acquisire una maggiore indipendenza dai “colleghi” europei. E questo risultato può essere raggiunto unicamente investendo con convinzione su un piano inten-sivo di colture.

Probabilmente il concetto centrale dell’incontro che il

relatore ha cercato di trasmettere è stata proprio la necessità di fare rete. Ossia di mettere assieme tutte le realtà a livello provinciale, regionale, nazionale ed europeo. Anche per non perdere quelle opportunità che ci sono, a disposizione di chi abbia l’attenzione sufficiente a conoscerle e sfruttarle.

“Abbiamo proprio di recente approvato quattro regola-menti - ha precisato De Castro - In tutto sono 600 pagine

circa, nelle quali sono contenute tante novità e possibilità. Gli addetti ai la-vori dovrebbero studiarle molto bene, dal momento che lì sono descritte sia la situazione che le opportunità per le agricolture dei 28 paesi componenti dell’Unione”.

Tutte questioni che non possono prescindere da un maggiore coinvolgimento dei giovani nel primario e nell’a-groalimentare. Un settore che può essere una importante opportunità in questo periodo di crisi. Un tema questo che torna tuttavia a legarsi con quello della necessità di sempli-ficare le procedure ed eliminare quelle storture del sistema italiano che vanno sotto il nome di burocrazia. “Un male - ha

precisato l’ex ministro - che tra l’altro abbiamo inventato noi e che non ha corrispettivi negli altri paesi dell’Unione”. Come dire: una palla al piede che prima di parlare di compe-titività andrebbe rimossa.

Infine, un concetto che potrebbe apparire banale ma che non lo è in nessun modo: la necessità di tutela e rispetto dl territorio, come condizione imprescindibile per assume-re finalmente un ruolo di leadership a livello europeo. Sia nell’agroalimentare che nel primario in genere. Dal mo-mento che, come ha ricordato De Castro ai rappresentanti delle maggiori associazioni di categoria del settore e anche a tanti privati che hanno voluto essere presenti all’incontro, le potenzialità ci sono, ma è tempo di metterle per davvero in pratica.

Competitività: l’obiettivo da cogliere L’ex ministro e ora presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo ha incontrato sindaci e le associazioni del settore primario

“Sburocratizzare: eliminare ciò che ostacola lo sviluppo delle aziende”

Nella foto il presidente della commis-sione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo, Paolo De Castro

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1818 Mondo scuola

Aule fredde? Trasporti pubblici scomodi o insufficienti? Problemi didattici? Gli stu-denti hanno la possibilità di rivolgersi al

loro “sindacato”: la Rete degli studenti medi. Questa associazione ha una struttura articolata principalmente su tre livelli: nazionale, regionale e provinciale. In alcune realtà particolari, come la provincia di Belluno, il sindacato studentesco è organizzato anche a livello cittadino. In Po-lesine, al contrario, l’obiettivo attuale è quello di radicarsi in tutto il territorio provinciale, non

coinvolgendo solo gli studenti che frequentano gli istituti secondari di secondo grado del capo-luogo ma allargando la partecipazione almeno ai ragazzi dei poli scolastici di Adria e di Badia. Lo scorso 14 dicembre è stata organizzata una

manifestazione di piazza per protestare contro il servizio di trasporto pubblico provinciale, spesso insufficiente o inadeguato: Greta Temporin, at-tuale coordinatrice polesana della Rete, lamen-ta che il costo degli abbonamenti continua a salire, che le corriere sono sporche e rotte e che gli orari non favoriscono la partecipazione degli studenti alle attività pomeridiane, sottolineando che la qualità e l’efficienza di questo servizio aiuta gli studenti ad affrontare con maggiore se-renità gli impegni scolastici. In seguito a quella

di Mattia De poli

Lo scorso 14 dicembre è stata organizzata una manife-stazione di piazza per protestare. Tra gli impegni futuri: la cronica mancanza di spazi di aggregazione giovanile

“Sindacato in classe” Trasporti pubblici, abbonamenti sempre più alti, servizio sempre più scadente

La Rete degli studenti medi

neWs Il nuovo esecutivo:antonIo esposIto, sofIa cantà, sIlvIa cattan e greta temporIn

L’ultimo finesettimana di gennaio Lendinara ha ospitato il congresso provinciale della Rete degli studenti medi. I membri del sindacato studentesco si sono riuniti per tracciare la linea politica dell’as-sociazione e per avanzare alcune proposte concrete di azione, ma quell’appuntamento è stato so-

prattutto l’occasione per rinnovare le cariche di governo: l’esecutivo è ora composto da Antonio Esposito, Sofia Cantà, Silvia Cattan e da Greta Temporin che ha assunto il ruolo di coordinatrice. Alcuni di questi ragazzi già il prossimo settembre dovranno passare il testimone ad altre persone, perché si iscriveranno

all’università, ma la neocoordinatrice spiega che, al di là delle figure di rappresentanza, in Polesine la Rete opera grazie alla fondamentale collaborazione del gruppo di soci. In generale, la partecipazione dei giovani alle realtà sociali, come la Rete degli studenti medi, è piuttosto scarsa: tra i ragazzi serpeggia un senso di sfiducia e una crescente apatia, che sconfinano sempre più nell’indifferenza al pensiero di “tanto non cambia nulla”. Ma nei momenti importanti, quando si affrontano questioni urgenti, le manifestazioni di piazza sono partecipate e fanno riscoprire il senso di appartenenza. M.D.P.

iniziativa è stato aperto un tavolo di confronto con la Provincia, in particolare con l’assessore Giorgio Grassia, che ha dimostrato attenzione per il problema sollevato. In passato l’associa-zione ha affrontato anche problemi più com-plessi, come gli effetti della cosiddetta “riforma Gelmini”: attraverso diverse manifestazioni e iniziative nazionali la Rete ha cercato di sensi-bilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze dei cambiamenti apportati al sistema scolastico. Oggi a livello regionale il sindacato studentesco

si sta adoperando affinché venga approvata una legge quadro sul diritto allo studio. E in Po-lesine? Gli obiettivi attuali potrebbero sembrare meno ambiziosi ma affrontano questioni di primaria importanza: radicare la Rete in tutto il territorio provinciale e rimediare alla mancanza di spazi di aggregazione giovanile. In entrambi i casi è considerata estremamente importante non solo il confronto con le istituzioni ma anche la collaborazione con le locali associazioni di volontariato.

Importante il confronto con le istituzioni e la collaborazione con il volontariato

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Page 23: Rovigo gen2014 n11

23Personaggio

Un “polesano nel mondo” all’inizio del XVII secolo? E’ proprio così. Si tratta di Baldassare Bonifacio (1585-1659), figlio dell’insigne giurista rodigino Bonifacio

Bonifacio (1545-1598), professore di diritto civile all’uni-versità di Padova, “esponente di una famiglia rodigina ‘di consiglio’, tra le più illustri, nonché autorevole giureconsulto al servizio della Serenissima”. Proprio per questa prestigiosa pubblica attività paterna, esercitata in varie città della Repub-blica Veneta, a Baldassare capitò di ve-nire alla luce a Crema, città nella quale il padre era stato nominato assessore pro tempore.

Uno squarcio sulla vita e le opere di Baldassare Bonifacio si è aperto gra-zie ad un’importante opera di Enrico Zerbinati, presidente dell’Accademia dei Concordi, apprezza-to studioso e ricercatore, che ha dato alle stampe il corposo volume: “Baldassare Bonifacio, Peregrinazione, a cura di Enri-co Zerbinati”, edito dalla stessa dall’Accademia dei Concordi.

Baldassare Bonifacio - come risulta evidente dal titolo del suo scritto autobiografico, pubblicato in forma antologica a conclusione di un puntiglioso lavoro esegetico e di appro-fondimento da parte del curatore - ebbe una vita molto movi-mentata, caratterizzata da una continua “peregrinazione” in

luoghi anche lontani dal Polesine, terra questa nei confronti della quale egli sempre manifestò una profonda nostalgia, definendo Rovigo “carissima patria” e “città favorita da Dio”.

Conseguita a Padova nel 1604 a 19 anni la laurea in studi giuridici, dopo un periodo di relax presso parenti in quel di Fiesso – paese da Baldassare definito “grande e ricco villaggio del Polesino di Rovigo” – inizia dunque il suo “pere-grinare”. Nel 1605 all’età di vent’anni, si porta in Austria a

Graz, come segretario di Nunziatura, di cui era titolare mons. Girolamo con-te di Porcìa, al tempo vescovo della diocesi di Adria. Con il quale due anni dopo raggiungerà Roma, per ritornare a Rovigo alla fine del 1607. Il 1608 si caratterizza per Baldassare come

un anno di continui spostamenti all’interno dello Stato Vene-to, approdando a Padova, Treviso, Feltre, Belluno, Vicenza, Brescia, Bergamo ed in altre città, per lo più al seguito dello zio Giovanni Bonifacio, anch’egli assessore della Repubblica, che, con paterna sollecitudine, cerca di introdurre il nipote nell’ambito dell’apparato amministrativo, pensando anche di accasarlo quanto prima. Senonché nell’anno successivo, il 1608, si registra una imprevista svolta da parte di Baldas-sare che, lasciando interdetto lo zio, decide di abbracciare la

carriera religiosa, venendo poi ordinato sacerdote a Treviso nel 1612. Nell’ambiente ecclesiastico trova apprezzamenti e giusti appoggi per far carriera con remunerativi appannaggi, aspetto questo sempre tenuto in grande considerazione dal Bonifacio.

E’ così che nel 1615, all’età di 30 anni, è insignito dell’arcipretura nel duomo di Rovigo (nomina passatagli dallo zio, mons. Girolamo ritiratosi in pensione). Nel ’19 ottiene la cattedra in “Umanità” presso l’Archiginnasio di Padova. L’anno successivo viene designato dalla Serenissima retto-re della neocostituita Accademia dei Nobili alla Giudecca, tenendo nell’occasione l’orazione inaugurale. Nel 1623 lo troviamo nuovamente a Roma, al seguito dell’ambasciatore veneziano Pietro Contarini. Torna l’anno successivo con la nomina di arcidiacono con destinazione Treviso, città in cui nel 1630 – all’età di 45 anni - sarà nominato arciprete della centralissima pieve di San Vito. Ma l’anno dopo troviamo mons. Baldassare a Rovigo, qui approdato per trovare un più sicuro riparo all’infuriare della peste (detta dai posteri “man-zoniana” dopo la pubblicazione de “I promessi sposi”) in un ambiente considerato meno esposto al contagio. Scampato il pericolo, eccolo ancora a Treviso, per traslocare nel 1637 a Padova con l’incarico di rettore della nuova Accademia dei Nobili Veneti.

Nel 1640, all’età di 55 anni, è nominato abate di Santa Maria d’Oliveto in Puglia a San Severo, collezionando nel frattempo altre investiture finché, nel 1653, alla veneranda età di 68 anni, viene chiamato a Roma (terzo viaggio nella capitale) per la nomina a Vescovo di Capodistria, città che raggiungerà l’anno successivo, lasciando Treviso col rimpianto nel cuore.

Nella sede vescovile le “peregrinazioni” del prelato ro-digino si svolgono all’interno della diocesi soprattutto per le visite pastorali, raggiungendo, nonostante la salute malfer-ma, anche località isolate, percorrendo strade impervie con mezzi disagevoli. E a Capodistria, nel 1659 all’età di 74 anni, si concluderà la vita del prelato rodigino che percorse molte strade del mondo, lasciandoci una testimonianza dei suoi viaggi nel manoscritto “Peregrinazione”, approdato alle stampe dopo quasi cinque secoli, grazie all’iniziativa del prof. Zerbinati e dei suoi collaboratori.

di Lino Segantin

A distanza di quasi quattro secoli, pubblicata la “Peregrinazione”: l’originale scritto del rodigino divenuto vescovo ci Capodistria

Storia Importante pubblicazione a firma di Enrico Zerbinati

Baldassare Bonifacio, viaggiatore del XVII secolo

Nella foto il presidente dell’Accademia dei Concordi e autore della pubblicazione Enrico Zerbinati

A Capodistria nel 1659, all’età di 74 anni, si concluderà la vita del prelato rodigino

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25Cultura provinciale

Cresce l’attesa per l’apertura della nuova mostra di palazzo Roverella, che sarà inaugurata il 22 febbraio e rimarrà aperta fino al 22 giugno. Nel corso degli

ultimi mesi la curiosità per “l’ossessione nordica”, tema del prossimo allestimento, è stata alimentata da un ciclo di conferenze nelle principali città d’Italia: il “roadshow” è partito da Venezia all’inizio di dicembre e entro la fine di gennaio ha fatto tappa a Roma, a Ferrara, a Milano, a Padova e da ultimo a Rovigo. Tra i relatori sono stati coinvolti nomi importanti, come Beatrice Buscaroli, docen-te di arte contemporanea presso l’università di Bologna, e lo psichiatra Vittorino Andreoli. Gli argomenti affrontati hanno messo in evidenza la complessità del fenomeno artistico scelto da Giandomenico Romanelli: il ruolo della Biennale veneziana nella formazione di un particolare gusto artistico, l’influenza dei pittori mitteleuropei e scan-dinavi su quelli italiani tra Otto e Novecento, il rapporto tra la pittura e la psicanalisi o la filosofia o la religione. La ri-sposta di pubblico a queste iniziative autorizza a sperare in grande anche per la mostra. Il battage pubblicitario inizia a farsi sempre più pressante e anche tra la gente comune se ne parla con interesse. La città di Rovigo sarà pronta ad affrontare adeguatamente questo importante appun-tamento culturale? Solo alla fine di giugno si potrà fare

una verifica dei risultati conseguiti: in ogni caso è evidente qualche tentativo di non farsi trovare impreparati, con il rischio di finire a lamentare le occasioni perdute. La Ca-mera di commercio rodigina ha organizzato già all’inizio del mese di dicembre un incontro aperto a tutti, e rivolto in particolare ai commercianti, per raccogliere idee e pro-poste al fine di migliorare l’accoglienza dei tanti visitatori attesi. E non è casuale che Lorenzo Belloni figurasse tra i relatori dell’ultimo incontro del roadshow, proprio a Rovi-go. Molte le strategie per invogliare le persone a visitare la mostra: il biglietto di ingresso ha un costo di 9 euro ma l’organizzazione della mostra ha previsto diverse promo-zioni, con ingressi ridotti o gratuiti. L’8 marzo le donne potranno visitare l’esposizione senza pagare nulla. Un biglietto ridotto (6 euro) è riservato non solo ai bambini e ai ragazzi tra 6 e 18 anni, alle persone con più di 65 anni, agli studenti universitari e agli insegnanti, ma anche a tutti i papà il 16 marzo, a tutte le mamme l’11 maggio e a tutti i visitatori nel corso della Settimana della cultura e tutti i martedì e mercoledì mattina tra le 9 e le13. La riduzione è applicata anche a tutti coloro che si presentano all’ingresso con una persona che ha già visitato la mostra e che, munita del precedente biglietto, potrà ripercorrere le sale espositive gratuitamente. La mostra è rivolta anche al

pubblico locale e vuole contribuire alla crescita culturale del territorio: per questo tutte le persone residenti a Rovigo o in Polesine potranno beneficiare di uno sconto ed entrare con il biglietto ridotto.

di Mattia De poli

Un ciclo di conferenze ha anticipato l’inaugurazione, toccando città come Venezia, Roma, Ferrara, Milano e Padova

Palazzo Roverella La nuova mostra aprirà i battenti il 22 febbraio

L’ossessione nordica, tutto pronto

Nelle foto: Arnold Böcklin, “Rovina sul mare”; Felice Casorati, “Le due bambine” ed Ermanno Wolf Ferrari, “Betullea”

Scrivere un romanzo, inventare una trama solo a partire da una frase pronunciata casualmente, può sem-

brare strano ma è esattamente quello che è successo a Linda Stocco. Alla domanda “quando sei nata?”, risponde “l’ultimo giorno dello scorpione” e si accorge che queste parole sono perfette come titolo di un libro. Si cimenta per la prima volta con la scrittura di un’opera letteraria: aveva già tentato con un’altra storia ma aveva rinunciato. Non ha fatto studi specifici, ha conseguito il diploma, fa la mamma e aiuta il marito nel lavoro: non è laureata ma “la fantasia non ha bisogno della laurea”. Da sempre le piace leggere, predilige gli scrittori americani, adora i noir: così cerca di elaborare una storia criminale, in cui l’identità dell’assassino è nota fin dal prin-cipio e l’indagine cerca di chiarire le ragioni dell’uccisore. C’è un serial killer che sevizia e uccide donne anziane, un tenente colonnello dei carabinieri che indaga con l’aiuto di una psicologa. E non manca la componente amorosa. Per i dettagli Linda Stocco ha consultato degli esperti e degli specialisti del settore ma la vicenda è completamente frutto della sua immaginazione e facilmente comprensibile per tutti i lettori. L’autrice ha deciso di ambientare la storia nel suo Polesine, e in particolare nel Delta, perché l’acqua è un elemento essenziale: un corpo immerso nell’acqua si decompone più velocemente. Ma le hanno detto che se questa vicenda si verificasse realmente, nella pro-vincia di Rovigo scoppierebbe il caos. Il libro è stato già oggetto di vari incontri in diversi centri polesani e prossimamente “L’ultimo giorno dello scorpione” verrà presentato a Lusia mercoledì 19 febbraio alle ore 21: soddisfatta del riscontro ottenuto finora, Linda Stocco sta già lavorando ad altri due romanzi, sui quali però mantiene il più rigoroso riserbo.

lInda stocco

M.D.P.

“L’ultimo giorno dello scorpione”

La compagnia rodigina, diretta da Massimo Mu-naro, è in piena attività e

continua a raccogliere successi anche oltre i confini nazionali, confermando la qualità dei suoi lavori. In meno di una settimana il “Teatro del lemming” si dividerà fra Sarajevo e Venezia. Nella rielaborazione metateatrale della celebre tra-gedia di Shakespeare “Amleto” il pubblico si identifica con il protagonista e partecipa ai suoi conflitti interiori: l’opera è stata proposta nell’ambito della kermesse internazionale “Sarajevo winter festival 2013” ed ha ricevuto il “Silver snowflake” come miglior spettacolo teatrale, consegnato nella capitale bosniaca l’8 febbraio 2014 in occasione della cerimonia inaugurale della trentesima edizione. Il 14 febbraio, invece, giorno di san Valen-tino e festa degli innamorati quest’anno coincide con la vigilia del Carnevale veneziano (15 febbraio - 4 marzo) e proprio in tale data, al teatro delle Fondamenta nuove alle ore 19 e in replica alle ore 21, il “Teatro del lemming” propone “Giulietta e Romeo - Lettere dal mondo liquido”, una rilettura originale del capolavoro shakespeariano, in cui i due innamorati sono imma-ginati come personaggi del mito: i temi principali sono quello dell’amore come forza vitale e insieme dirompente e quello della festa come occasione d’incontro che, dietro la maschera teatrale, può avere conseguenze e sviluppi inattesi. Per i curiosi che per il momento non hanno la possibilità di assistere agli spettacoli, la compagnia ha realizzato alcuni video promoziona-li, caricati sul social network “Vimeo”.

“Teatro del lemming”

In breve

Il cantiere artistico di DeltArte, il progetto ideato e curato da Melania Ruggini, ha riacceso i motori. Da aprile a settembre, infatti, un fitto calendario di mostre, eventi,

concerti, performance, escursioni, presentazioni di film ine-diti animeranno la vita culturale del Delta del Po diventan-done motivo di visitazione. Saranno diversi i momenti clou della rassegna, con nomi di spicco del mondo dell’arte ma anche con progetti legati al territorio che coinvolgeranno soprattutto i più giovani. Tra questi la novità più interes-sante è forse quella dedicata ai cortometraggi. Si tratta di un concorso di videoarte, ideato in collaborazione con Voci per la Libertà, (L’associazione è capofila del progetto sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nell’ambito del bando Culturalmente) rivolto ai giovani videomaker che, prendendo spunto dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, dovranno realizzare un video della durata massima di 3 minuti ed inviarlo entro 19 aprile con “we transfer” all’in-dirizzo e-mail [email protected]. La partecipazione, tuttavia, dovrà essere perfezionata compilando l’apposito modulo di iscrizione, scaricabile dai siti www.deltarte.com o www.vociperlaliberta.it. Le tre opere vincitrici saranno premiate il 17 luglio durante la manifestazione Voci per la Libertà - Una Canzone per Amnesty a Rosolina Mare in concomitanza a DeltArte. Accanto a questo nuovo contest, infatti, l’associazione Voci per la Libertà ha dato avvio alla XVII edizione del festival. Anche in questo caso si tratta di un concorso (affiancato dall’ormai celebre Premio Amnesty International Italia riservato ai big italiani che nel 2013 hanno interpretato canzoni sui diritti umani cari ad Amnesty International) al quale potranno prendervi parte tutti gli artisti esordienti, con o senza album editi. Basterà avere 2 brani registrati, uno dei quali incentrato sui diritti umani. Ma la nuova sfida che DeltArte lancia agli artisti, si giocherà sul tema “Geografie ad alto potenziale creativo”: un campo d’indagine che porterà l’intero territorio al centro dell’agire dei 15 artisti chiamati a lasciare un segno nella terra Delta del Po, eleggendola quale nuova rotta della cultura contemporanea. Altro importante comune denominatore di questa edizione sarà il fattore riciclo: molti artisti infatti lavoreranno direttamente sul territorio recuperando quei materiali ecologici di scarto che l’uomo rifiuta ma che la terra è in grado di conservare, facendo del recupero ecosostenibile la loro bandiera, al fine di responsabilizzare i visitatori su tematiche di urgente attualità e proponendo una tipologia di creazione artistica basata sul rispetto dei materiali naturali e dell’ambiente.

Arte e territorio deltarte e vocI per la lIbertà, cultura per

tutta la prImavera e l’estate

Che fine ha fat-to la Rovra? Restando in

tema di creatività, la seconda edizione del festival d’arte contemporanea Del-tArte, finanziato dalla Fondazione Cariparo all’interno del concorso Culturalmente, è dedicata proprio al celebre albero plurisecolare, diventato l’emblema del territorio e scomparso nella primavera del 2013. Questa perdita è stata vissuta, infatti, molto sentitamente dagli abitanti locali e dell’in-tera provincia di Rovigo, facendo seguire numerosissime dichia-razioni d’intenti per non farla cadere nell’oblio e per perpetuarne la memoria. In questi giorni gli organizzatori di DeltArte si sono incontrati con il sindaco di Ariano, Giovanni Chillemi, per fare il punto della situazione. E proprio dal primo cittadino è partita l’i-niziativa di organizzare un bando di idee, aperto alla collettività, avente come tematica il futuro della Rovra e avente quale capo-fila il giovanissimo festival. Nei prossimi giorni saranno pertanto contattati Ente Parco e Regione Veneto per realizzare questa ini-ziativa. Se l’iniziativa andrà in porto, i primi tre progetti vincitori saranno premiati con una targa di riconoscimento in occasione delle giornate di DeltArte, che si svolgerà da aprile a settembre nei vari comuni del Delta del Po, ossia Adria, Ariano, Porto Viro, Porto Tolle, Loreo, Taglio di Po, Rosolina. Il sindaco Chillemi commenta:” nei prossimi mesi, intanto, la Rovra si potrebbe prelevarla dal sito e sistemarla in un capannone per pulirla dalla carie e disinfettarla, in attesa di capire cosa possiamo fare per perpetuarne la memoria”.

Storia e territorioQuale futuro per la “rovra” dI san basIlIo?

M.D.P. Me.Ru.

“amleto” vInce Il “sIlver snoWflake” al “sarajevo WInter festIval”

Page 26: Rovigo gen2014 n11

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Non sarà più quel disastro che poteva essere. Lo pensano sicurametne i primi cittadini del veneto che, per la

maggior parte, avevano dichiarato guerra all’ultimo piano casa cui la Regione Veneto aveva dato il via libera sul fi nire del 2013. Il terzo da che la crisi è iniziata ma il più pe-ricoloso, a detta loro, perché privo di vincoli urbanistici certi.

Una situazione talmente grave che il Consiglio dei Ministri aveva impugnato la legge in cinque punti davanti alla Corte Co-stituzionale. A fi ne gennaio, però, durante un vertice al dipartimento degli Affari regio-nali tra i capi degli uffi ci legislativi del Mi-nistero dei beni culturali, del Ministero delle infrastrutture e del Ministero dell’Ambiente e il vicepresidente della Regione Veneto, Marino Zorzato, i tecnici veneti si sono impegnati a riscrivere alcuni contenuti della Legge Regionale 32/2013.

In quell’occasione, infatti, Marino Zor-zato, “padre” del piano casa ter, ha fi rmato un impegno di dieci righe in cui si afferma che dovrà essere rivista la possibilità di rea-lizzare interventi di ampliamento a distan-za non superiore a 200 metri dal lotto di pertinenza e dovranno essere chiariti altri aspetti relativi ai centri commerciali nei cen-tri storici. Modifi che che riconoscerebbero ai Comuni la possibilità, attraverso le pro-cedure della variante semplifi cata dei piani urbanistici, di apporre limiti al nuovo Piano

casa della Regione.L’impegno sottoscritto esplicita, inoltre,

che gli interventi previsti dal Piano casa non troveranno applicazione per quegli edifi ci oggetto di specifi che norme di tutela ur-banistica e territoriale anche in relazione a quegli strumenti che saranno approvati dai Comuni dopo l’entrata in vigore della sud-detta legge. Rimane quindi fermo l’ordina-rio potere urbanistico dei Comuni interessati dalle disposizioni del nuovo Piano Casa. L’abrogazione, con la nuova legge regiona-le, delle norme del prece-dente Piano casa relative ad un generalizzato potere di bloc-co da parte dei Comuni viene quindi com-pensata dalla precisazione che rimangono fermi gli ordinari poteri urbanistici dei Co-muni. Ad oggi ( mentre scriviamo) restano impugnate l’art. 7 e l’art. 10 comma 6 che estende gli interventi edilizi anche alle aree a rischio idrogeologico e l’art. 11 comma 1 e 2 che elimina l’obbligo, per gli interventi di ristrutturazione edilizia, di rispettare la sagoma esistente sulle quali si attenderà un pronunciamento della Corte costituzionale.

A ben vedere la risposta che potrebbe arrivare a questo proposito non potrà non tener conto del fatto che il Decreto del Fare 69/2013 ha già stabilito che possono es-sere considerate ristrutturazioni le demoli-zioni e ricostruzioni con cambio di sagoma.

Intanto, però, si va avanti e il vicepre-sidente Zorzato si dice pronto a riaprire il

di Germana urbani

Trovato l’accordo Governo-Regione: i Comuni potranno porre limiti al nuovo piano casa attraverso varianti dei piani urbanistici

Marino Zorzato: “Incongruenti certe posizioni dei primi cittadini”

dialogo con i Comuni per concordare insie-me tutti i chiarimenti necessari da apportare alla legge. Una disponibilità che c’era già stata a parole ma che non si era poi ve-rifi cata. Anche perchè Zorzato aveva più volte ben sottolineato quanto, a suo parere fossero incongruenti certe posizioni dei pri-mi cittadini. “Si può stimare che il Piano Casa nel Veneto valga dai 6 agli 8 milioni di metri cubi – aveva detto durante una con-ferenza esplicativa sul Piano Casa ter – che corrispondono appena a un valore tra il 5 e il 7 per cento dei 100 milioni di metri cubi di nuova espansione edilizia prevista nel Ve-neto. Con quale coraggio, quindi io chiedo, alcuni sindaci puntano l’indice accusatore

sul Piano Casa, quando città come Venezia prevede nel suo Pat un’espansione di oltre 6 milioni di metri cubi per il residenziale e di 3 per il produttivo; quando Padova ha aggiunto ai 2,6 milioni che residuavano dal vecchio Piano Regolatore per la residenza, il direzionale e il commerciale, ulteriori 2 mi-lioni di metri cubi con il Pat? Non possono certo questi amministratori a venirci a dare lezioni di tutela del territorio”.

Zorzato non ha mai smesso di difen-dere lo spirito e gli obiettivi della norma supportando questa sua posizione con i dati relativi agli effetti prodotti dalle precedenti edizioni del Piano Casa nel Veneto, forniti dalle stesse associazioni di categoria che

operano nel settore edile: “Utilizzando questo strumento – ha detto Zorzato – 7 mila aziende del comparto hanno evitato la chiusura, 11 mila posti di lavoro sono stati salvati e altrettante famiglie hanno potuto contare su un’entrata preziosa in tempo di crisi, sono stati realizzati interventi per 2,8 miliardi con un aumento degli investimenti pari al 5,8% nel campo delle ristrutturazio-ni: il tutto grazie ai 60 mila casi di recupero edilizio che hanno migliorato anche esteti-camente i nostri centri abitati”. E nel sot-tolineare questi aspetti ricordava anche che l’edilizia veneta muove un indotto compo-sto da oltre 80 settori merceologici diversi.

Marino Zorzato

Piano casa: l’ultima parola ai sindaci

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11Il Veneto in primo piano

La disputa sul Piano casa, secondo Dario Bond e Piergior-gio Cortelazzo, rispettivamente capogruppo e vicecapo-gruppo del Pdl in Consiglio regionale, si ridurrebbe ad

una lotta che vede da una parte progressisti con l’obiettivo di liberare investimenti per miliardi di euro e dall’altra vete-rocomunisti e pseudo-ambientalisti che frenano l’economia. I due consiglieri, infatti, all’indomani dell’impugnazione del Piano Casa ter da parte dell’Esecutivo Letta avevano ribadito l’opposizione senza se e senza ma a questo Governo che a sentir loro non faceva l’interesse del Veneto e dei vene-ti. “L’impugnazione di un provvedimento simbolo come il Piano Casa ter è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso - hanno detto i consiglieri - e che ci costringe a chiedere a tutti i parlamentari veneti, che si riconoscono nei valori del centrodestra, di staccare la spina a questo Governo a chiara trazione Pd. Il mandante politico di questa operazione è il Partito democratico e la soluzione della “impugnazione

parziale” è un compromesso al ribasso inaccettabile, perché rende ancora più incerto il quadro giuridico nel quale cittadini e operatori possono muoversi”.

I consiglieri del Gruppo regionale di Forza Italia, Leo-nardo Padrin, Mauro Mainardi, Davide Bendinelli e Remo Sernagiotto dichiarano, invece di attendere “di vedere la nota di Palazzo Chigi – affermano – che parla di “punto di equilibrio trovato tra le esigenze regionali di sviluppo del territorio e le competenze comunali sulla tutela delle proprie zone” e poi ci esprimeremo, ricordando a Zorzato che il suo interlocutore non è il Governo, ma il Veneto, e che la legge deve rispondere alle necessità dei suoi cittadini. Ben venga il confronto e l’impegno fi rmato dal vice-presidente a Roma – concludono i quattro consiglieri di FI - ma a niente serve continuare a girare attorno al problema per sostenere la leg-ge se ciò che occorre per andare incontro alle necessità dei cittadini è, di fatto, la sua modifi ca”.

A cantar vittoria sono sicuramente i regionali del Partito Democratico che a metà gennaio avevano presentato una proposta di legge per rimediare a quello che defi niscono “l’errore madornale” del terzo Piano casa, cioè lo scontro istituzionale tra Regione e Comuni sulle competenze piani-fi catorie del territorio.

“Dall’incontro di Roma con i tecnici dei ministeri - ha dichiarato il consigliere regionale e vice presidente della com-missione Urbanistica, Bruno Pigozzo - Zorzato ha avuto la conferma che da parte nostra non c’è stata alcuna strumen-talizzazione o boicottaggio sotterraneo del Piano Casa: solo la richiesta di modifi care alcuni punti critici”. “Attorno a que-sto nodo – precisa - c’erano semplicemente due posizioni opposte: quella dell’assessore, che punta a far prevalere su tutto il diritto soggettivo di chi vuole fare interventi edilizi e quella del PD, che sostiene la tutela dell’interesse collettivo, evitando il confl itto tra le competenze programmatorie della

Regione e quelle dei Comuni, in una visione d’insieme del territorio. Il governo ha confermato che quella individuata da noi è la strada da seguire: ora dunque ci si confronti ra-pidamente per correggere e migliorare subito una legge che abbiamo sempre ritenuto uno strumento utile per l’economia veneta, purché usato nel modo giusto, come avvenuto dal 2009 ad oggi”.

di Germana urbani

Bon e Cortellazzo chiedono ai parlamentari veneti Pdl di uscire dal Governo, i consiglieri di Forza Italia favorevoli alla modifi ca della legge

Il Pd esulta: avevamo ragione

Inu

All’indomani dell’approvazione anche la sezione veneta dell’Istituto Nazionale di Ur-banistica aveva espresso la sua preoccupazione di fronte al piano casa regionale nel suo complesso, che veniva giudicato come un tentativo di superare la pianifi cazione

del territorio dando soluzione al singolo caso. L’istituto dichiarava che “pur condividendo la scelta di intervenire sulla città costruita rigenerando il tessuto urbano esistente, desta poi forte perplessità la possibilità di applicazione anche nei centri storici”. Secondo l’INU il centro storico va tutelato in quanto insieme urbano e non in riferimento ai singoli edifi ci. “Si dimentica che in Veneto - si leggeva in una nota - come nelle altre Regioni si producono

piani e strumenti di pianifi cazione votati dai Consigli Comunali ed approvati poi da Regione e Province sulla base di una legge regionale. Il Presidente Zaia ha più volte dichiarato la sua contrarietà a nuovo consumo di suolo, ma poi vengono approvati questi provvedi-menti che collocano gli interventi edilizi al di fuori della normale prassi di pianifi cazione urbanistica formata dalla Regione. Se la Regione - concludeva l’Istituto - ritiene che sia superato questo sistema di pianifi cazione, provveda ad avviare velocemente una revisione della legge urbanistica regionale: INU Veneto è pronta a collaborare alla revisione della normativa urbanistica, che è del 2004”.

“pIuttosto rIvedIamo la normatIva urbanIstIca”

27Il Veneto in primo piano

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Page 28: Rovigo gen2014 n11

28 Il Veneto in primo piano12 Il Veneto in primo piano

Piccola e media impresa, in attesa di una ripresa dei consumi nei mercati interni, l’internazionalizzazione rap-

presenta la strada maestra per poter soprav-vivere e, magari, anche crescere.

E’ questa la via tracciata per la ripresa del Made in Veneto. Un percorso che hanno intrapreso stabilmente già oltre 6mila im-prese manufatturiere venete con almeno 10 addetti, su un totale di 11.248 (in base ai dati Istat sul Censimento dell’Idustria 2011).

Emerge dallo scenario che nel 2013 ha caratterizzato l’andamento economi-co italiano e Veneto nello specifi co, viene confermato nelle traiettorie tracciate per il 2014: la recessione - sostiene il Centro Stu-di di Confi dustria Padova - è fi nita, ma non i suoi effetti. La ripartenza economica sarà lenta e diffi cile a causa della ridotta capacità

produttiva, intaccata dalla prolungata cadu-ta della domanda interna, dagli ostacoli del credit crunh, dalla minore competitività e di perdita di occupazione.

Tuttavia i primi segnali di una inversione di tendenza sono già emersi nella seconda metà dello scorso anno e vengono confer-mati dalle previsioni per il 2014.

Al calo del PIL dell’1,8 per cento nel 2013 seguirà, a livello nazionale, un incre-mento nel 2014 dello 0,7 per cento che sarà lievemente superiore per alcune regioni fra cui il Veneto, per il quale la stima è di +8 per cento, anche grazie ai benefi ci deri-

vanti dalla ripresa delle esportazioni (+4,1 per cento rispetto al +3,7 per cento in Ita-lia). Nei primi 9 mesi del 2013 il Veneto, in controtendenza rispetto all’Italia, aveva già manifestato una moderata vivacità nella crescita dell’export (+2 per cento il dato re-gionale rispetto al - 0,3 per cento in Italia, secondo l’Istat). Un recupero che nel 2014 si stima ancora più sostenuto, tale da co-locare la nostra regione al secondo posto , dopo Lombardia (+4,4 per cento) e insieme a Emilia Romagna, per variazione positiva dell’export.

di Ornella Jovane

Nel 2014 stimata una ripartenza economica, in Veneto più consistente grazie anche ai benefi ci effetti della ripresa delle esportazioni

Economia I dati e le conclusioni del Centro studi di Confi ndustria Padova

L’export, via maestra per il Made in Veneto che vuole uscire dalla crisi

neWs

Tra le provincie di Padova, Treviso e Vi-cenza si concentra un’area con oltre 4.100 imprese esportatrici, che gene-

ra il 65,8 per cento dell’export regionale (33,6 miliardi di euro).

Per sostenere ed incentivare l’interna-zionalizzazione delle piccole emedie im-prese venete le Confi ndustrie di Padova, Vicenza e Treviso hanno messo a punto un servizio integrato, FarExport, con lo scopo di supportare il crescente numero di aziende che vuole esportare e soprattut-to, allargare la platea di Pmi che intende reagire alla crisi affacciandosi ai mercati mondiali.

L’obiettivo è di allargare la platea di impr4ese che, da sole o in rete, esportano di almeno altre 3mila unità, realtà che fi no ad oggi hanno operato eslusivamente o in prevalenza sul mercato domestico.

“Il progetto vuole offrire un aiuto co-stante anche alle aziende che non hanno una grande frequentazione dei mercati internazionali e che per svilupparla hanno necessità di individuare i migliori canali di-stributivi e commerciali - osserva Giusep-pe Zigliotto, presidente di Confi ndustria Vicenza -. Tutto ciò senza dimenticare chi

già esporta e lo fa in modo strutturato”.“Allargare i confi ni dei mercati - di-

chiara Massimo Pavin, presidente di Con-fi dustria Padova - soprattutto dove è più intensa la domanda di prodotti italiani, è uno dei driver per stimolare la ripresa”.

“I mercati internazionali sono un ine-luttabile obiettivo per le nostre aziende, per questo mettiamo insieme le rispettive conoscenze e competenze - commenta Alessandro Vardanega, Presidente diu Unindustria Treviso - per poter dare soste-gno alle imprese, particolarmente a quelle che hanno minore o poca esperienza nell’affrontare i mercati esteri”.

un servizio integrato delle Confi ndustrie di padova, Treviso e vicenzafareXport, per portare all’estero 3mIla nuove Imprese venete

Zigliotto, Pavin e Vardanega

In Veneto sono già 6mila le imprese che hanno intrapreso la via dei mercati esteri

Mentre “in tutte le principali eco-nomie esistono piani strategici”, in Italia “la politica industriale è

tuttora assente”. E non si può più perde-re tempo. Lo sottolinea il Centro Studi Confi ndustria spiegando in un’analisi che così, l’Italia è “meno competitiva” mentre, avvertono gli industriali, “gli altri principali Paesi avanzati sostengono la manifattura con domanda pubblica, incentivi alla ricerca, regolamentazione e formazione”.

Usa, Francia, Germania e Uk tu-telano la manifattura. “L’evidenza internazionale non lascia dubbi: in tutte le principali economie avanzate esistono piani strategici, di medio-lungo periodo, a supporto dell’industria, che passano anche attraverso l’individuazione selettiva di aree di intervento ritenute chiave per la crescita” rileva il CsC, che descrive le misure messe in campo dall’amministrazione Obama negli Stati Uniti, dalla Germania, dalla Francia, dalla Gran Bretagna. “In Italia, invece, la

politica industriale è tuttora assente - ma, avverte Confi ndustria - per rimanere al passo degli altri, il Paese deve individuare le idee di cambiamento, nei bisogni della società e nelle tecnologie, e costruire intor-no ad esse una strategia d’intervento che, con un approccio di sistema, massimizzi le potenzialità del suo tessuto produttivo”.

Non bastano misure spot. Servono “interventi mirati a tamponare gli effetti distruttivi della recessione economica -, ma - l’obiettivo ultimo deve essere intercettare le nuove opportunità di sviluppo, offerte da una domanda in crescita nel mondo emer-gente e dalle rivoluzioni tecnologiche in atto, ed evitare che esse vadano perse, a benefi cio di altre aree del mondo. Ovunque la politica industriale appare uno strumento normale di politica economica, ma non in Italia”. E “non c’è più tempo da perdere” sottolineano gli economisti di Viale dell’A-stronomia.

CONfINDuSTRIA: IN ITALIA MANCA uNA pOLITICA INDuSTRIALE, NECESSARIO CAMbIARE pASSO

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30 Il Veneto in primo piano 13Il Veneto in primo piano

Violenza in famiglia. Se ne sente parlare spesso an-che perché non passa giorno che le cronache ripor-tino episodi di maltrattamenti tra le mura domesti-

che. Il commento più diffuso è sempre lo stesso: “Cose d’altri tempi”. Eppure, gli episodi sono attualissimi. Le vittime nella maggior parte dei casi sono le mogli, i fi gli e per quanto validissimi psicologi tentino di ravvisarne le cause nelle tensioni, nelle frustrazioni e nello stress del vivere moderno, il rimando o il paragone rimane rivolto a epoche passate. Quasi non si riuscisse ad accettarlo come un problema della contemporaneità. Si è portati a ritenere che questi reati avvengano in realtà remote, certo disagiate, da persone abominevoli senza cultura, senza valori, senza gentilezza. Non è così, non sempre. La precisazione è d’obbligo per sfatare il luogo comune sul quale sarebbe fi n troppo semplice riparare, ritenendo che queste cose accadono in famiglie che vengono da altri luoghi (magari dal Sud), in famiglie che hanno altre culture (magare legate ad altri credi religiosi), in fami-glie che hanno altri problemi (alcol, droghe, a-socialità). Ritenere questo equivale a credere che la violenza in famiglia sia “roba” d’altri tempi. Il tema è importante e infatti in questo giornale ne abbiamo già parlato, tuttavia in questo articolo abbiamo preso in considerazione gli aspetti legali chiedendo un parere all’avvocato Fulvia Fois.

Avvocato, quanti sono i casi di maltrattamento che fi niscono davanti un giudice?

“Il reati endo – familiari, ovvero che si consumano all’interno delle mura domestiche tra soggetti general-mente legati da un vincolo coniugale o parentale riman-gono spesso nell’ombra, è diffi cile farli emergere.

Statistiche ormai risalenti a qualche anno fa, ma ancora atten-dibili, riferiscono che il numero di donne, tra i 16 e 70 anni, oggetto di violenza supera abbondantemen-te i 6 milioni di unità e che il 90% di queste non denuncia il fatto alle autorità giudiziarie. I casi che fi niscono in Tribunale rap-presentano quindi una minima parte rispetto a quanto rimane sotto silenzio tra le mura domestiche”.

Certo i dati che riguardano i maltrattamenti ri-volti alle donne sono fi n troppo e tristemente noti. Ma nel caso dei fi gli, come si fa a capire che ci si trova davanti a un reato di maltrattamenti in fami-glia? Prendiamo il caso di un genitore che ha un fi -glio minorenne particolarmente “diffi cile”, ossia che questo giovane congiunto sia solito cacciarsi in situa-

zioni particolari per le quali un semplice rimbrotto non possa essere ritenuto suffi ciente a persuaderlo dal tenersene a debita distanza. Insomma una volta il “ceffone” era ritenuto educativo, due erano una vera e propria lezione. Oggi è reato?

“Ha parlato di lezione. Va detto che il reato di mal-trattamenti in famiglia, ancorché si collochi generalmen-te tra i reati a tutela delle relazioni familiari, per il suo tenore letterale, tende ad avere una portata espansiva che travalica i limiti della famiglia ravvisandosi, ad esem-

pio, anche nei rapporti tra docente ed allievo o tra datore di lavoro e dipendente.

Questo reato può essere com-messo non da chiunque ma solo da parte di soggetti che rivestono un determinato ruolo all’interno della

famiglia od unione di fatto, o una posizione di autorità o peculiare affi damento nelle aggregazioni comunitarie as-similate alla famiglia (esempio organismi di istruzione, custodia…) con qualsiasi comportamento commissivo od omissivo fi nalizzato a maltrattare la vittima ingene-rando nella stessa una sofferenza fi sica, morale o psichi-ca con effetti di prostrazione e avvilimento.

A proposito dell’elemento soggettivo richiesto dal reato in esame questo si ravvisa nella coscienza e vo-lontà del soggetto agente di sottoporre la propria vittima

in modo continuativo e sistematico a sofferenze fi siche, morali e psicologiche e che i singoli atti vessatori sono per lo stesso espressione di una condotta già posta in essere cui si ricollegano”.

Avvocato, mi dica la verità, le norme che il no-stro stato ha adottato per contrastare e sanzionare il reato legato ai maltrattamenti verso familiari sono buone leggi? Ossia costituiscono un valido deterrente a questi reati, purtroppo così diffusi?

“Il reato nell’agosto del 2013 è stato interessato da una consistente modifi ca legi-slativa a seguito della conversione in legge (L. 119/2013) del D.L. 93/2013 per dare maggiore tutela alle vittime.

In quest’ottica è stato abrogato il II comma dell’art. 572 del c.p. – che prevedeva un’aggravante speciale - e contestual-mente la previsione di un’aggravante comune con suo inserimento all’art. 61 n. 11 quinquies del c.p. c.d. aggravane della violenza assistita”.

Avvocato, mi faccia capire meglio “Si tratta di un’aggravante con un maggior raggio

di azione rispetto alla precedente che si applica oltre che per il reato di maltrattamenti in famiglia anche nei de-litti non colposi contro la vita e l’incolumità personale quando il reato è “commesso in presenza o in danno di

un minore di anni diciotto ovvero di persona in stato di gravidanza”.

Vittima è anche chi assiste ai maltrattamenti? Poniamo come esempio il fi glio che vede i genitori litigare in modo violento.

“Affi nché si possa ritenere sussistente l’aggravante della c.d. “violenza assistita”, intesa come l’insieme delle conseguenze comportamentali e psicologiche su minori che assistono ad episodi di violenza su fi gure di riferimento, è necessario che il minore assista ad una pluralità di atti di maltrattamento non essendo suffi cien-te l’aver assistito ad un singolo episodio.

Dunque, fatti episodici ed occasionali, pur essendo penalmente rilevanti in relazione ad altre fattispecie di reato quali ad esempio il reato di minacce, ingiuria, lesioni non potendo essere collocati all’interno di un intento unitario non consentono di qualifi care gli stessi nella fattispecie del reato di maltrattamenti in famiglia con la conseguenza che detto reato sarà da ritenersi non sussistente”.

Nel caso lo sia, invece, che cosa succede?“La commissione di reati che pregiudicano l’incolu-

mità fi sica della persona offesa o dei suoi prossimi con-giunti è il presupposto affi nché il giudice possa adottare la misura cautelare dell’allontanamento del soggetto vio-lento dalla casa familiare o altre misure consimili (artt. 282 bis e 282 ter c.p.p.).

Tale provvedimento può assumere contenuti diversi atteso che il giudice può anche ordinare al soggetto di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima, quali il luogo di lavoro o altri luoghi la cui fre-quentazione sia necessaria per motivi di lavoro”.

Il giudice può disporre che a essere allontanato sia il fi glio, nel caso sia vittima di maltratta-menti?

“L’allontanamento del minore è una misura estrema che il giudice può adottare ove questa risponda

al supremo interesse del minore. In tal senso la legge (artt. 330 e 331 Codice civile) è chiara nello stabilire che l’allontanamento del minore dalla residenza fami-liare potrà essere disposto nei casi in cui la permanenza presso la stessa sia pregiudizievole per il minore.

Non vi è dubbio che i maltrattamenti posti in essere da uno dei genitori a danno dell’altro o, ancor più, del fi glio minore potrà verosimilmente rappresentare quel grave pregiudizio che legittima l’allontanamento di quest’ultimo dalla casa dei genitori”.

di fortunato Marinasta

Si è portati a ritenere che questi crimini avvengano in realtà remote, certo disagiate, da persone abominevoli senza cultura, senza valori, senza gentilezza. Non è così, non sempre

Una piaga purtroppo e tristemente sempre più diffusa nella nostra società

La violenza in famiglia non è un reato d’altri tempi

I casi che fi niscono in Tribunale sono una minima parte rispetto a quanto rimane nel silenzio

Il numero di donne, tra i 16 e 70 anni, oggetto di violenza supera di molto i 6 milioni

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32 Cultura veneta16 Cultura veneta

Vicenza Palazzo Leoni Montanari

Nel parlare di agenzie fotografi che nel mondo, il sinonimo più usato per rappresentarle ruota attorno alla Magnum Photos per l’importanza

assunta a livello planetario. Fu fondata nel 1947 da George Rodger, Henri Cartier-Bresson, David Seymour e Robert Capa con lo scopo di proteggere la traspa-renza d’informazione e il diritto d’autore in ambito fotografi co. Il perno della fi losofi a dell’Agenzia verte nel considerare le immagini scattate di proprietà del fotografo Magnum e non delle riviste dove esse ven-gono pubblicate, permettendo all’autore di scegliere soggetti, temi e orientare la produzione verso uno stile più aderente a quello del fotografo e libero da vincoli. Per rendere omaggio a tale lavoro fotografi co che ha segnato l’attualità di questi due secoli, il polo muse-ale di Intesa Sanpaolo, a Vicenza, propone presso le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari “Magnum Contact Sheet” fi no all’11 maggio. La mostra, in collabora-zione con Magnum e Forte di Bard sede della prima esposizione, è suddivisa in sette sezioni con circa 150

opere: una per ogni decennio dell’agenzia fotografi ca Magnum. Sessanta sono i provini a contatto (contact sheets) esposti accanto ai propri “scatti fi nali” per riper-correre la realizzazione d’immagini ricche di patos. Un processo in cui il fotografo scatta più volte, sviluppa il proprio supporto, sceglie un’istantanea fra tante, elabo-ra l’immagine con cui vuole comunicare al mondo e alla fi ne crea. Nascono immagini celebri come per esempio l’invasione di Praga di Josef Koudelka, i carri armati in piazza Tienanmen di Stuart Franklin, Che Guevara im-mortalato da René Burri, Martin Luther King da Leonard Freed e lo sbarco in Normandia testimoniato da Robert Capa. Ogni decade, partendo dal dopo guerra, porta il visitatore a rivivere ciò che è successo nel mondo e la sua attualità fi no al 2010, perché l’Agenzia Magnum è tempo passato ma anche presente. In quest’ambito a conclusione della mostra tre fotoreporter Magnum della nuova generazione Jerôme Sessini, Paolo Pellegrin e Alex Majoli narrano la loro scelta per la foto. Una mo-stra dunque da non perdere.

Agenzia Magnum: fotografi e di garanzia

La notizia ha avuto scalpore internazionale e neanche l’ide-atore della serie Jurassic Park poteva prevederlo: da dicem-bre “Dinosauri in carne e ossa” si fanno notare a Palazzo

Bonaguro e nelle strade di Bassano del Grappa. Ovviamente in questo piccolo gioco di parole non vi è nulla da temere, perché fi no al 4 maggio è accessibile il mondo degli antichi abitanti della terra estinti a causa di due eventi simultanei, come da recenti teorie. All’impatto comprovato di un mega asteroide rinvenuto in un’area della penisola dello Yucatan tra terra e oceano in Messico circa 66.038.000 anni fa, si associano dei cambiamenti climatici già in atto che stavano già decimando la popolazione dei dinosau-ri. Due eventi catastrofi ci congiunti come questo meteorite così enorme che alla prima parte di esso, in contatto con il suolo, si contrapponeva un’intera area estesa ben al di sopra dell’atmosfe-ra. A Bassano i dinosauri sono intesi come esseri immortali, dai quali non possiamo che essere affascinati. Una chiave di lettura emotiva e di cultura vero fi lo rosso per questa riproduzione a

grandezza naturale. Si possono così osservare il tranquillo Glyp-todonte, il possente Mammut, il temibile Tirannosauro, i minu-scoli Jinfengopteryx e Scipionyx in contrapposizione agli enormi Diplodoco, Allosauro e Indricoterio. L’idea dell’allestimento e la ricostruzione è made in Italy all’interno di un curato lavoro di squadra, che s’innesta nella suggestiva sezione del Museo Civico Mondo Animale all’interno della mostra zoologica permanente, caratterizzata da una straordinaria collezione di mammiferi natu-ralizzati. L’esposizione è curata dai paleontologi Stefania Nosotti e Simone Maganuco mentre il comitato scientifi co è composto da affermati studiosi del panorama nazionale e internazionale tra cui spicca John Horner, paleontologo del Museum of the Rockies in Montana, che ha ispirato il personaggio del cult Jurassic Park essendo stato anche consulente scientifi co della trilogia. Un’occa-sione unica da non perdere, facendo sempre attenzione a non essere troppo invadenti perché il loro risveglio, scherzosamente parlando, non sarebbe troppo amichevole.

Archeologia

Al.Ch. Al.Ch.

Ha viaggiato per i deserti dell’Africa e dell’America, ha visto i ghiacciai dell’Antartide, le foreste pluviali dell’Indonesia, la Nuova Guinea, il Congo e l’Amazzonia fi no alla taiga dell’Alaska e alle montagne della Siberia e del Cile

“Lo scopo di questo progetto è di ricongiungerci con il mondo com’era prima che l’uomo lo modifi casse fi no quasi a sfi -gurarlo” così il fotografo brasiliano Sebastião Salgado pre-

senta la sua ultima tematica artistica “Genesi” tradotta nell’attuale mostra. Fino all’undici maggio, è possibile ammirare 240 fotografi e in bianco e nero scattate dal sessantenne Maestro sud americano presso la Casa dei Tre Oci di Venezia, isola della Giudecca. Un percor-so fortemente voluto e sentito da Salgado che l’ha visto immortala-re, in numerosi click, le terre del pianeta Terra dai deserti dell’Africa e dell’America, dai ghiacciai dell’Antartide, dalle foreste pluviali dell’In-donesia, Nuova Guinea, Congo e Amazzonia fi no alla taiga dell’A-laska e alle montagne della Siberia e del Cile. Dunque un percorso espositivo che si sviluppa in cinque sezioni ripercorrendo i rispettivi continenti: il Pianeta Sud, i Santuari della Natura, l’Africa, il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl. Nel trovare gli scenari migliori Seba-stião è entrato in simbiosi con gli elementi naturali e le popolazioni autoctone, trascorrendo molti mesi con esse al fi ne d’evidenziare la migliore armonia con la natura. E’ stato con i Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica, gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana, le tribù Himba del deserto namibico, i Pigmei delle foreste equatoriali del Congo settentrionale e le tribù delle più remote foreste della Nuova Guinea. Inoltre è migrato assieme a elefanti e zebre tra

il Kenya e la Tanzania. Solo in questo modo, partendo dalla nostra società contemporanea, è possibile carpire atmosfere uniche da im-pressionare sulla pellicola. Come spiega il Maestro “questo progetto è inteso come un percorso potenziale verso la riscoperta del ruolo dell’uomo in natura. L’ho chiamato Genesi perché, per quanto pos-sibile, desidero tornare alle origini del pianeta: all’aria, all’acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita, alle specie animali che hanno resistito all’addomesticamento, alle remote tribù dagli stili di vita cosiddetti primitivi e ancora incontaminati, agli esempi esistenti di forme pri-migenie d’insediamenti e organizzazione umane. Nonostante tutti i danni già causati all’ambiente, in queste zone si può ancora trovare un mondo di purezza, perfi no d’innocenza. Con il mio lavoro intendo testimoniare com’era la natura senza uomini e donne, e come l’u-manità e la natura per lungo tempo siano coesistite in quello che oggi defi niamo equilibrio ambientale”. Un percorso iniziato nel 2003 e che ora si presenta alla società che fa parte del sistema distruttivo dei vari ecosistemi. Una denuncia tramite la pellicola su ciò che stiamo perdendo. A livello biografi co Salgado (1944) arriva alla fotografi a nel 1973 dopo aver lavorato come economista. Il suo impegno per la terra natia è apprezzatissimo tanto da aver ricreato e rigenerato, con il suo Istituto Terra, migliaia di chilometri di foresta amazzonica in estinzione.

di Alain Chivilò

Casa dei Tre Oci di Venezia Sebastião Salgado presenta il suo ultimo lavoro fotografi co

Genesi: la Terra com’era in origine

Alcuni degli scatti in mostra

bASSANO ASSEDIATA DAI DINOSAuRI

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33Cultura veneta 17Cultura veneta

di vesna Maria brocca

Alberto Caeiro, Álvaro de Campos, Ri-cardo Reis non sono semplicemente gli eteronimi quali era solito servirsi

il poeta Fernando Pessoa (nato il 13 giu-gno 1888 e morto il 30 novembre 1935 a Lisbona) per fi rmare i suoi scritti, ma rap-presentano le molteplici sfaccettature dell’a-nima dell’artista a cui non bastava un solo “cambio abito” per vivere il proprio tempo. Del resto, come scrive Tabucchi, “Nel cuore di tenebra che è l’umano sentire, misterio-so, profondo, che appartiene ai precordi, Pessoa, come tutti i grandi poeti, fonda la sua poesia”. Mettere in musica il “sentire”, cioè l’essenza stessa del poeta che incarna alla perfezione la “saudade” della sua terra che trova sfogo nelle melodie del “fado”, è impresa assai ardua e richiede estrema padronanza del linguaggio musicale. Ci è ri-uscito magistralmente il compositore Mirco De Stefani, noto soprattutto per essere sta-to l’unico Maestro che abbia collaborato per

oltre un trentennio con il poeta Andrea Zan-zotto, mettendo in musica e trasformando in nuove opere molte delle sue poesie. La nuova sfi da è vinta, come testimoniano i nu-merosi commenti critici del settore, grazie al CD “De la musique”, per l’etichetta Rivoalto (2013), che contiene una “Suite” in nove

movimenti per fl auto solo. Il lavoro disco-grafi co è stato inciso dalla celebre fl autista coneglianese Anna Tirindelli, molto nota sia nel campo del concertismo internazionale, sia nel campo dell’insegnamento (dal 1999 è stata titolare di Cattedra di Flauto presso il Conservatorio di Vibo Valentia, con trasferi-mento defi nitivo nel 2011 allo “Steffani” di

Castelfranco Veneto). In questo CD l’ascol-tatore trova nove brani che compongono una “Suite” organica, che si sviluppa quale fi ume in piena partendo da una sola nota per poi presentare l’intera scala cromatica nella “Giga” fi nale: “polifonia nell’unità a cui tende la poetica di Pessoa”. Tutti i nove movimenti della composizione interpretano in musica, secondo il sentire del composi-tore, la poesia titolata “De la musique”; poesia che a sua volta riprende il primo verso dell’ “Art poétique” di Verlaine. Come spiega il compositore pievigino De Stefani, “con queste composizioni per fl auto solo, realizzate nel 2004, si è tentata un’incur-sione nell’universo - anzi, negli universi - di Fernando Pessoa servendosi del linguaggio musicale come fonte di luce: una minima traccia luminosa attraverso il labirinto creato dal poeta portoghese per nascondere a sé e agli altri la sua stessa vita, per confondere le sue plurime impossibili esistenze. La po-

esia che dà il titolo alla “Suite” per fl auto solo - “De la musique” - descrive l’incontro possibile/impossibile tra due fi gure sogna-te: l’immagine del poeta e di una misteriosa presenza femminile, forse personifi cazione della musica, che emerge “a poco a poco, tra gli alberi antichi”. Tracce di presenze/assenze reperibili attraverso “lettere e se-

gni irregolari che s’aprono alla meraviglia”. Così Àlvaro de Campos, uno degli eteronimi (sorta di alter ego dotati di una propria per-sonalità e biografi a) creati dalla fantasia del poeta per affi dare la voce dei suoi versi, una delle moltiplicazioni/divisioni di un io che si vede attraverso gli specchi deformanti della coscienza”.

Mirco De Stefani ha composto una “Suite” in nove movimenti per fl auto solo. Il lavoro discografi co è stato inciso dalla celebre fl autista coneglianese Anna Tirindelli

Poesia e musica Un lavoro che ha dato una nuova voce alla poesia del grande Portoghese

Nel suono di un fl auto le identità poetiche di Pessoa

“De la musique”; poesia che riprende il primo verso dell’ “Art poétique” di Verlaine

Nelle due foto Mirco de Stefani e Anna Tirindelli

Sarà il prossimo

Einstein?Nome

Cognome

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3524

i nostri Esperti

Per comprendere i valori presenti nei metodi diagnostici dei ritmi di fertilità (MD) si possono evidenziare almeno tre tipi di approccio:a. Scientifi co: la conoscenza dei processi biologici legati al fatto generativo.b. Psicologico: la risonanza affettiva nelle persone che decidono di percorrere questo cammino (MD) per un esercizio responsabile della loro sessualità, che può comportare l’astinenza dall’atto sessuale nei periodi fecondi qualora non si cerchi una gravidanza.c. Etico – antropologico: l’individuazione dei valori morali legati alla procreazione responsabile (PR) che sono insiti nella struttura della persona umana.Questi tre approcci sono connessi tra di loro a motivo dell’unità del subietto umano che è allo stesso tempo una creatura biologica - psicologica – spirituale.Voglio abbozzare la dimensione etica dei MD che trova il suo fulcro in una cristiana

comprensione dell’umanità e del signifi cato della sessualità. I MD sono anzitutto una risposta etica al problema della PR, al contrario della contraccezione che si limita a essere soltanto una risposa tecnica. MD e contraccezione rispondono a un identico problema: quello di una regolazione razionale della fertilità. Ma alle spalle delle due modalità ci stanno due modi differenti di concepire l’uomo e il suo rapporto con la natura (rispetto o dominio) e due modi tra loro inconciliabili di concepire la sessualità umana stessa. Sul piano etico la proposta dei MD risponde alla domanda sul bene effettivo dell’uomo e sulla responsabilità che ciascuno ha delle proprie azioni come essere libero (autonomo), chiamato cioè a realizzare la pienezza della propria umanità attraverso le decisioni della propria libertà. Gesù stesso con la sua vita è stato un testimone dell’autentica libertà che non si arrende al cospetto delle ideologie predominanti le quali impongono un

modo di agire automatico e non autentico.I MD indicano una strada per vivere in modo autentico tutte le dimensioni dell’amore coniugale e la responsabilità della trasmissione della vita e della educazione della prole connessa con l’amore coniugale. Il riferirsi ad una determinata visione dell’uomo è ciò che alla fi ne decide sul giudizio morale riguardo ai MD e alla contraccezione. Nella visione cristiana l’uomo è creato da Dio per amore e, per ciò stesso, è chiamato all’amore; la vocazione e la responsabilità dell’amore è iscritta nell’umanità dell’uomo e della donna in quanto creati a immagine e somiglianza di Dio che è Amore. L’amore investe non soltanto la dimensione spirituale della persona ma la totalità del suo essere: corpo, anima, spirito. Dio non abbandona l’uomo e gli dona la forza nelle gioie e nei dolori, la forza di rialzarsi sempre e di vivere l’amore in modo più consapevole e maturo giorno dopo giorno. Questa visione

dell’uomo, in cui Dio è il fi ne ultimo del signifi cato e del valore dell’ esistenza umana, determina la responsabilità di sé nei vari ambiti del suo agire. Da questo modo di interpretare la realtà (dono di Dio Amore) risulta facile dedurre che l’uomo non è un padrone assoluto della sua vita e del mondo che abita, ma è chiamato a essere un amministratore fedele del progetto di Dio e della natura che gli sono affi dati in quanto un essere razionale e libero.Secondo questa visione la sessualità umana non può essere concepita unicamente come semplice realtà biologica a totale disposizione del arbitrio umano e della sua crescente capacità di dominio tecnico che la scienza oggi mette a sua disposizione, ma coinvolge la sua personalità e la sua responsabilità, perché contiene dei signifi cati simbolici. Cogliere ed approfondire oppure rifi utare questi signifi cati simbolici della sessualità umana è determinante per dare una direzione alla propria vita.

LO SPAZIO DELL’ETICA

La procreazione responsabile; i metodi naturalidi Magdalena Buszynska ([email protected])

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Cari lettrici e lettori, in questo numero vorrei prendere in considerazione con Voi il fenomeno del mobbing e la sua rilevanza penale nel nostro ordinamento anche alla luce degli orientamenti giurisprudenziali in merito. Che cos’è il mobbing?Il termine mobbing deriva dal verbo inglese “to mob” che signifi ca attaccare, assalire, circondare e, nel linguaggio comune, individua un fenomeno purtroppo assai diffuso nei luoghi di lavoro consistente in una serie di atti o comportamenti vessatori, protratti nel tempo, posti in essere nei confronti di un lavoratore da parte dei componenti del gruppo di lavoro in cui è inserito o dal suo capo, caratterizzati da un intento di persecuzione ed emarginazione fi nalizzato all’obiettivo primario di escludere la vittima dal gruppo (così Corte Cost. n. 359/2003).Le motivazioni alla base delle condotte mobbizzanti sono molteplici: spingere la vittima a lasciare da sé il posto di lavoro senza che sia il datore di lavoro a licenziarla o una ritorsione in conseguenza di comportamenti non condivisi o ancora il rifi uto del soggetto vessato ad accettare proposte o richieste immorali o illegali.Quali sono le caratteristiche essenziali del mobbing?Il mobbing si contraddistingue per la serialità delle

condotte vessatorie; queste, infatti, singolarmente considerate, potrebbero anche essere di per se stesse lecite e/o legittime assumendo carattere illecito solo a seguito del loro ripetersi nel tempo. A titolo esemplifi cano si indicano tra le condotte capaci di integrare il mobbing il demansionamento del lavoratore mediante l’attribuzione di compiti inferiori rispetto a quelle contrattualmente previste; la sostanziale estromissione dall’attività lavorativa; la mancata assegnazione di nuovi lavori o la sottrazione degli strumenti per lavorare; i ripetuti trasferimenti ingiustifi cati. Altra caratteristica distintiva del mobbing è il fatto di essere realizzato all’interno di luoghi di lavoro al punto che si distingue tra mobbing c.d. verticale, posto in essere dal datore di lavoro nei confronti di un suo sottoposto e mobbing c.d. orizzontale, posto in essere dai colleghi verso un soggetto di pari grado. Infi ne il fenomeno in esame si caratterizza per l’effetto vessatorio delle reiterate condotte persecutorie che devono essere tali da generare nella vittima uno stress psico-fi sico, indi un danno alla salute.La qualifi cazione giuridicaIl mobbing, a tutt’oggi, non trova un’espressa defi nizione normativa per cui è compito del giudice, in ossequio al principio di legalità, cardine del diritto

penale italiano, ricondurre la fattispecie concreta di mobbing ad una fi gura di reato espressamente prevista dal legislatore. In merito, si rileva di come il problema della qualifi cazione giuridica del mobbing sia relativamente recente se si considera che le prime sentenze in materia risalgono ai primi anni del 2000. Ciò detto, il fenomeno in questione è stato ricondotto, a seconda delle caratteristiche della fattispecie concreta, ora al delitto di lesioni personali di cui all’art. 582 c.p. (Cass. Pen. n. 42266/2005, Trib. Monza 23.04.2007), ora all’abuso d’uffi cio di cui all’art. 323 c.p. (Cass. Pen. 40891/2007), ora alla violenza privata di cui all’art. 610 c.p. (Cass. Pen. n. 31413/2007) nonché al reato di molestie (art. 660 c.p.).Tuttavia, la giurisprudenza prevalente ha cercato di combattere il fenomeno del mobbing attraverso il ricorso al delitto di maltrattamenti contro familiari e conviventi di cui all’art. 572 c.p. Quest’ultimo, infatti, attesa la natura di reato abituale, si presta a ricomprendere al suo interno anche condotte mobbizzanti.Il reato di maltrattamenti è volto alla tutela non solo delle relazioni in ambito familiare ma anche di relazioni più ampie, preservando il soggetto

sottoposto all’altrui autorità o affi dato ad un terzo per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte. In considerazione di ciò il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore, in quanto caratterizzato dal potere direttivo e disciplinare del primo nei confronti del secondo, è stato ricondotto alla relazione di autorità necessaria perché possa dirsi integrato il delitto di maltrattamenti. Come tutelarsi dal mobbingLe strategie per difendersi dal mobbing sono diverse. Dal punto di vista pratico è certamente utile, anche ai fi ni processuali, cercare la non facile solidarietà di un gruppo di colleghi che potranno, se necessario, venire a testimoniare in sede giudiziale. Caldamente consigliabile anche il tenere un’agenda ove indicare giorno per giorno le condotte vessatorie subite onde poter facilmente relazionare chi dovrà tutelare le proprie ragioni.Di certo la soluzione non può individuarsi nel rassegnare le dimissioni.

AFFARI DI FAMIGLIA

Mobbing e condotte vessatorie sul posto di lavoro come tutelarsi

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: [email protected] autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

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36 A tavola

CUCINA

COUS COUS ALLA CREMA DI CAROTE, CON RADICCHIO E SALAME

INGREDIENTI PER 5 PERSONE: 250G COUS COUS DI SEMOLA

365G CAROTE MONDATE E LESSATE

30G NOCCIOLE

745G RADICCHIO DI TREVISO 70G SALAME A CUBETTI

PECORINO ROMANO A SCAGLIE

1 CUCCH MOSTARDA DI MELE COTOGNE

2 SPICCHI AGLIO

DRAGONCELLO

CANNELLA

OLIO EVO

SALE

MONDARE, AFFETTARE E LESSARE LE CAROTE IN ACQUA BOLLENTE SALATA; FRULLARLE CON L’AGLIO, IL DRAGONCELLO, LA CANNELLA, QUALCHE SCAGLIA DI PECORINO E L’OLIO EVO. OTTENERE UNA CREMA, DA AMMORBIDIRE CON L’ACQUA DI COTTURA DELLE CAROTE.TRITARE LE NOCCIOLE E MESCOLARLE, CON ANCHE LA MOSTARDA, ALLA CREMA DI CAROTE.MONDARE IL RADICCHIO E TAGLIARLO A PEZZETTI, CUOCERLO SULLA PIASTRA E TENERLO DA PARTE IN UNA CIOTOLA.PORTARE A BOLLORE 300ML DI ACQUA SALATA CON UN CUCCHIAIO DI OLIO; SPEGNERE IL FUOCO E VERSARE IL COUS COUS. LASCIAR RIPOSARE PER CIRCA 4 MINUTI, FINCHÈ NON HA COMPLETAMENTE ASSORBITO L’ACQUA.SGRANARE IL COUS COUS CON UNA FORCHETTA E VERSARLO NELLA CIOTOLA CON IL RADICCHIO; AMALGAMARE INFINE CON LA CREMA DI CAROTE ED IL SALAME A CUBETTI.

MANUELA E SILVIA BIZZO

COCKTAILS I CONSIGLI DI PAOLO CLINTO SELVAGGIO

INGREDIENTI:DEDICATO AL PROF NONNATO RENATO UNO DEI PADRI FONDATORI DELLA SCUOLA ALBERGHIERA DI ADRIA. IN UNA BOULLE DI CRISTALLO GHIACCIO VERSARE UNA BOTTIGLIA DI CLINTO SELVATICO (O FRAGOLINO) 12CL MARASCHINO LUXARDO 4 CL SCIROPPO FRAGOLA MIXER AGGUNGERE FRAGOLINE DI BOSCO DEL PARCO DEL DELTA, CON UN MESTOLINO VERSARE IN COPPE DA CHAMPAGNE. GRAZIE PROFESSORE CIN CIN

by Paolo Marani

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LA RICETTA

BICCHIERINO DI CIALDA CROCCANTE con crema al recioto passito, spuma di gianduia e

alchechengi ai pistacchiINGREDIENTI UOVA, BURRO, ZUCCHERO, MASCARPONE, CREMA GIANDUIA, PASSITO, GRANELLA DI PISTACCHIO

ESECUZIONE PER PREPARARE IL BICCHIERINO: 50 GR. DI ZUCCHERO, 50 GR. DI ALBUME, 50 GR. DI FARINA BIANCA, 50 GR. DU BURRO. AMALGAMERE IL TUTTO CON L’AIUTO DI UNA PLANETARIA PER CIRCA 10 MIN. STENDERE L’IMPASTO SU UN FOGLIO DI CARTA DA FORNO FORMANDO DEI CERCHI DA 10 CM. DI CIRCONFERENZA L’UNO. CUOCERE IN FORNO PER 2 MIN. CIRCA, TOGLIERE E DARGLI LA FORMA DI UN BICCHIERINO CON L’AIUTO DI UNA COPPETTA CAPOVOLTA, ADAGIANDOLI SOPRA. FARE RAFFREDDARE.PER LA CREMA AL MASCARPONE: 5 TUORLI, 300 GR. DI ZUCCHERO, 500 GR. DI MASCARPONE. SBATTERE LE UOVA CON LO ZUCCHERO PER CIRCA 10 MIN. FINO AD OTTENERE UNA SPUMA MORBIDA. INCORPORARE IL MASCARPONE E MESCOLARE LENTAMENTE PER CIRCA 1 MIN. DIVIDERE LA CREMA IN DUE CIOTOLE. IN UNA AGGIUNGERE LENTAMENTE DEL VINO PASSITO, NELL’ALTRA LA CREMA DI GIANDUIA. APRIRE GLI ALCHECHENGI, PIEGARE LE FOGLIE VERSO L’ALTO E IMMERGERE IL FRUTTO NEL CIOCCOLATO DI CREAM DI GIANDUIA E ADAGIARVI SOPRA IL BICCHIERINO DI CIALDA. RIEMPIRLO CON LA CREAM AL VINO PASSITO E DECORARE CON GLI ALCHECHENGI.

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“Credo che il nostro successo sia stato proprio questa propensione nel dotarsi di strumenti sia di esecuzione - vedi il laser e di altri macchinari di rifi nitura - che di progettazione con il modellatore tridimensionale SOLID EDGE che offre la possibilità al cliente di “vedere” il pezzo prima della sua esecuzione. Ogni anno spendiamo oltre 300 mila euro per l’acquisto di nuove attrezzature per far fronte alle continue esigenze del mercato”.Quanti operai avete attualmen-te?“Dagli 8 che aveva nel 2006 ora la METAL PROJECT s.r.l. annovera 25 operai tutti veramente validi e appas-sionati del loro lavoro. Posso dire che in azienda si respira un clima di com-pleta collaborazione”Quando, secondo lei, la METAL PROJECT s.r.l. ha fatto il vero sal-to di qualità?“Quando ho deciso di creare l’attuale uffi cio di progettazione. Con Sabrina, Albero e Andrea siamo in grado di soddisfare il cliente dalla progettazio-ne fi no al prodotto fi nito assicurando la più alta qualità”.

Protagonisti a NordestProtagonisti a Nordest

Il titolare Fabio Bizzo investe molto sull’innovazione.L’ufficio progettazione il fiore all’occhiello dell’azienda

Un’azienda viva, partecipata da tut-ti, operai e tecnici, con un apporto da parte del titolare a 360°. Questa l’impressione che si ha nel visitare la METAL PROJECT di via Meucci, 29 a Piove di Sacco. Azienda specializzata nella lavorazione dei vari tipi di lamie-re e profi lati con macchine operatrici a controllo numerico quali piegatrici, punzonatrici e taglio laser. Nata nell’89 grazie all’intuizione del titolare Fabio Bizzo, METAL PROJECT s.r.l. si è viepiù sviluppata fi no a giungere ad un fatturato di ol-tre 3 milioni di euro. Fabio Bizzo 52 anni, sposato con una fi glia, è nel set-tore della lavorazione della lamiera da 25 anni. Dapprima assieme al fratello nella sede di Valli di Chioggia, poi nel 2006 è approdato in zona industriale piovese dove ha dato l’impulso in-novativo e commerciale alla METAL PROJECT s.r.l. “Non è facile districarsi

nel mercato in questo momento – ci ha dichiarato Fabio Bizzo – ma posso contare sul prezioso apporto dei miei collaboratori. I componenti dell’uffi cio tecnico, Sabrina collaboratrice “tutto fare”, Alberto, Andrea; della segre-teria Erica ed Anna e di mia moglie Adriana Bassan che mi aiuta nell’am-ministrazione dell’azienda e per i vari contatti con gli enti”.Verso che tipologia di clienti si rivolge la METAL PROJECT s.r.l.? “Noi lavoriamo per i più svariati set-tori, dalla climatizzazione all’esigenza del singolo privato, realizzando pro-dotti sia di serie che di nicchia. Come terzisti ci rivolgiamo alle aziende che commerciano con l’estero”.La METAL PROJECT s.r.l. è co-nosciuta come azienda tecnolo-gicamente avanzata, pertanto investe molto sulla ricerca e sull’innovazione.

Certifi cata Iso 2001 sorge in Zona Industriale piovese

METAL PROJECT, azienda leader nella lavorazione della lamiera

L’intervista

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Dai 1,5 del 2002 ora

la METAL PROJECT

fattura oltre 3 milioni di euro

A sinistra il titolare Fabio Bizzo, sotto la moglie

Adriana Bassan e a fi anco Alberto, Sabrina e Andrea dell’uffi cio Progettazione

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