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Numero 104 Dicembre 2011
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Salvami Regina
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SantAmbrogio - Basilica di SantAgostino, Roma
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C risto tutto per noi! Se vuoi curare una ferita, Lui il
med-ico; se stai ardendo di febbre, Lui la fonte; se sei oppresso
dalliniquit, Lui la giustizia; se hai bisogno di aiuto, Lui la
forza; se temi la morte, Lui la vita; se desideri il cielo, Lui la
via; se sei nelle tenebre, Lui la luce... Gustate e vedete che
buono il Signore: beato luomo che in lui si rifugia (Sl 34, 9).
(SantAmbrogio, De virginitate 16, 99)
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Scrivono i lettori 4
Il messaggio profetico integro? (Editoriale) 5
La voce del Papa Chiesa e Stato: indipenden-za e
collaborazione
6
Commento al Vangelo Fate penitenza!
10
LEucaristia e lIncarnazione
18
Araldi nel mondo
26
SantAmbrogio Grande in Terra, grande nel Cielo
32
Facolt di incantare gli occhi e il cuore
50
I Santi di ogni giorno
48
Storia per bambini Il primo albero di Natale
46
accaduto nella Chiesa e nel mondo
40
La parola dei Pastori Il sacerdote nel secolo XXI
37
SalvamiRegina
Periodico dellAssociazione Madonna di Fatima - Maria, Stella
della Nuova Evangelizzazione
SommariO
Anno XIII, numero 104, Dicembre 2011
Direttore responsabile: Zuccato Alberto
Consiglio di redazione: Guy Gabriel de Ridder, Suor Juliane
Vasconcelos A. Campos, EP, Luis Alberto Blanco Corts, Madre
Mariana Morazzani Arriz, EP, Severiano Antonio de Oliveira
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Spedizione in Abbonamento Postale - D. L.
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PD
Contiene I.R. www.araldi.org
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Con la collaborazione dellAssociazione
Privata Internazionale di Fedeli di Diritto Pontificio
ArAldi del VAngelo
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Tel. sede operativa a Mira (VE): 041 560 08 91
Montaggio: Equipe di arti grafiche
degli Araldi del Vangelo
Stampa e rilegatura: CISCRA S.p.A.
VIA SAN MICHELE 36 45020 VILLANOVA DEL
GHEBBO - RO
Gli articoli di questa rivista potranno essere riprodotti, basta
che si indichi la fonte e si invii copia alla Redazione. Il
contenuto degli articoli firmati di responsabilit dei rispettivi
autori.
-
4Salvami Regina Dicembre 2011
Scrivono i lettori
Congratulazioni per questa iniziativa
Insieme ad un cordiale saluto, vorrei complimentarmi con voi per
la vostra opera missionaria nel no-stro Paese, per la bella Rivista
che pubblicate e che ricevo periodica-mente. Vi ringrazio di farmi
parteci-pe dei frutti del Santo Sacrificio, di una Messa quotidiana
per gli amici e benefattori del vostro apostolato.
Mi congratulo con voi per questa iniziativa che, senza dubbio,
aiuter a risvegliare in molti fratelli una lu-ce di speranza di
fronte alle difficol-t della vita.
Vi terr presente nellEucaristia, con gratitudine.
Mons. Cristin C. C.Arcebispo de Puerto Montt Cile
eCCellente mezzo di formazioneAppartengo ad un movimento
cattolico e sono insegnante di Reli-gione in alcuni collegi di
Quito. Ero in cerca di materiale aggiornato del-la Chiesa Cattolica
per le mie lezio-ni e ho trovato questa Rivista. sta-to quanto di
meglio potesse capitar-mi, poich ho capito che si tratta di un
eccellente mezzo di formazione e, soprattutto, molto accessibile a
bambini e adulti.
Mara P. M.Quito Ecuador
un bastone Che Ci aiuta a Camminare
Attribuisco alla rivista Araldi del Vangelo il fatto di essere
uno de-gli elementi che danno maggior im-pulso alla conoscenza
dellopera de-gli Araldi. Nelle nostre vite, in segui-to alle varie
attivit, non ci possi-bile avere una formazione dottrinale come
vorremmo, e questa Rivista
come un bastone che ci aiuta a cam-minare. Penso sempre: quanto
rac-chiuso in questa Rivista mirabile, bello e formativo.
Poter leggere le parole di Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias e
vede-re le attivit degli Araldi nel Mondo crea un legame stretto
con quanti sono lontani. Inoltre, unopera sen-za frutti
morta...
Janel C. F. S. Salvador Brasile
Ci aiuta a evangelizzare la nostra Comunit
Questa Rivista stata molto uti-lizzata da me e dalla mia
famiglia per intendere meglio la Religio-ne Cattolica. Essa ci
aiuta anche ad evangelizzare la nostra comuni-t. La sezione che pi
mi attrae quella che riporta le spiegazioni di Mons. Joo riguardo
il Vangelo, poi-ch insegna con chiarezza e profon-dit. Mi piacciono
molto le Storie per bambini, poich rendono gli inse-gnamenti della
Chiesa di facile com-prensione per i piccoli.
Tnia C. D. de F.Viana Brasile
la raCComando vivamenteMi piace molto leggere la rivista
Araldi del Vangelo, poich di eccel-lente contenuto e di facile
assimila-zione. In essa cerco le conoscenze bibliche di cui ho
bisogno. La racco-mando sempre vivamente.
Maria N. S.Parnamirim Brasile
strumento molto utile per rinnovare la nostra fede
Noi, Suore di Maria e i mille gio-vani della Villa de los Nios,
ci sen-tiamo realmente benedetti per il fat-to di ricevere la
rivista Araldi del Van-gelo, che rappresenta uno strumen-to molto
utile per rinnovare la nostra fede e mantenerci saldi in essa.
Che Dio e la Santissima Vergi-ne Maria vi benedica sempre,
per-mettendovi di continuare a portare il vostro messaggio divino
in tutto il Guatemala e nel mondo intero. Rin-graziamo di tutto
cuore e vi assicu-riamo le nostre preghiere quotidia-ne nelle
vostre intenzioni e per il vo-stro meraviglioso apostolato.
Suor Teresita P.Suore di Maria Villa de los Nios
Guatemala Guatemala
il vero senso della paCeTutto in questa Rivista interessan-
te, dal punto di vista estetico per la ric-chezza dei contenuti,
e anche per la so-stanziosa formazione, cos necessaria ai nostri
giorni, nei quali il relativismo ha messo radici in tutti i campi.
La se-zione che pi richiama la mia attenzio-ne il Commento al
Vangelo di Mons. Joo, proprio per la chiarezza di espo-sizione, la
profondit dottrinale e per gli aspetti nuovi ivi presentati in
forma molto bella e attraente.
Ma vorrei riferirmi, in modo parti-colare, allarticolo sulla
pace La pa-ce di Cristo: un obiettivo inattingibile? , del numero
di luglio scorso, poich in esso stato svolto, in forma obiet-tiva e
chiarificatrice, il vero senso di pace, cos distorto
oggigiorno.
Antonio Z. B. L.San Paolo Brasile
per tutti i livelli soCiali ed etTrovo questa Rivista
meraviglio-
sa, perch tratta questioni di massi-ma rilevanza per tutti i
livelli socia-li ed et. La sezione che pi mi at-trae La voce del
Papa, non cono-sco nessunaltra rivista che affronta meglio
largomento. Essa stata di molta utilit per la formazione del-la mia
famiglia, poich ci insegna so-lo cose buone, soprattutto con gli
esempi dei santi che ci offre.
Roberto F. C.Guarapari Brasile
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Salvami Regina
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Dicembre 2011 Salvami Regina5
Editoriale
San Giovanni Bat-tista portico della Cattedrale di Notre-Dame,
Pari-gi. In fondo le Cascate di Banias in Israele
(Foto: Srgio Hollmann e Berthold Werner)
Il messaggIo profetIco Integro?
ustero, non eccessivamente magro, vestito di peli di cammello e
solito ad alimentarsi di locuste e miele selvatico, San Giovanni
Battista era la rappresentazione stessa della severit. A coloro che
a lui accorrevano
non offriva nessun beneficio materiale. Al contrario,
rimproverava a loro le man-canze con le pi dure parole: Razza di
vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire alli-ra imminente? [...] la
scure gi posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta
buon frutto, sar tagliato e buttato nel fuoco (Lc 3, 7.9).
A questa severit, egli associava la bont del buon pastore che
desidera la sal-vezza del gregge. Attratte dalla sua predicazione e
dalla sua figura, moltitudini da Gerusalemme, dalla Galilea e da
tutta la Giudea lo cercavano, compunte, pentite e desiderose di
cambiar vita.
Ora, dir qualcuno, questo successo duemila anni fa, in una realt
molto di-versa. Se San Giovanni Battista fosse vissuto ai nostri
giorni, come sarebbero le sue predicazioni? Si avvarrebbe dello
stesso rigore per censurare la vita peccami-nosa? O la prudenza gli
raccomanderebbe mezzi pi tranquilli, pi diplomatici?
Di fronte a queste domande, non mancheranno spiriti illuminati a
ragionare sulla necessit di adattare il discorso del Precursore
alla sensibilit delluomo contempora-neo, pi delicato di quelli di
un tempo. Invece di ferire con tanta asprezza lamor pro-prio degli
ascoltatori argomenteranno costoro si deve preferire la tattica
della cap-tatio benevolenti, riconoscendo i lati positivi di ogni
individuo, cercando di potenziarli.
Altri forse consiglierebbero il Precursore di avvalersi dei
moderni mezzi di co-municazione sociale, lanciando le loro idee
come proposte-base da discutere in un areopago globale. Cos, dopo
un ampio dibattito aperto a tutti, lannuncio messia-nico verrebbe
arricchito con apporti di altre culture e altri modi di vedere la
realt.
Possiamo dare per certo, in qualsiasi caso, che il Battista non
vestirebbe pelo di cammello, n si alimenterebbe di miele selvatico
e locuste. Senza dubbio, neppu-re predicherebbe in greco o
aramaico... Ma opportuno chiedersi: edulcorerebbe le censure al
peccato e al peccatore?
La risposta, ovviamente, : no. Perch anche se lui si servisse di
tutti i mez-zi alla sua portata per raggiungere meglio il pubblico
odierno, non apporterebbe nessuna amputazione al suo messaggio
profetico.
Sapeva bene il Precursore e lo sanno bene i veri apostoli di
tutti i tempi che le conversioni non sono frutto di tecniche di
marketing, di dimostrazioni dottrina-li ben strutturate o di abili
argomenti psicologici, ma della grazia divina. Per quan-to il
nostro apostolato debba esser logico e attraente, soltanto lazione
dello Spi-rito Santo sulle anime far germinare in loro le sementi
gettate dal predicatore, al quale compete esser cosciente del suo
ruolo di mero strumento di Dio.
Non c posto, dunque, per i dubbi: se vivesse ai nostri giorni,
il Battista non ri-sparmierebbe alle moltitudini relativiste di
oggi i severi e quanto benefici! am-monimenti di un tempo. Uniti,
chiaro, alla buona accoglienza verso tutte le ani-me veramente
desiderose di conversione.
In questo Avvento, ascoltiamo la sua predicazione che ci invita
ad adorare nei nostri cuori il Verbo Incarnato, figlio di Maria, la
Donna Eucaristica.
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Chiesa e Stato: indipendenza e collaborazione
N
6Salvami Regina Dicembre 2011
La voce deL PaPa
Il contributo della Chiesa per ogni Paese non si limita a
concrete iniziative assistenziali, umanitarie ed educative, ma
mira,
soprattutto, alla crescita etica della societ.
el ricevere le Lettere Credenziali che lac-creditano come
Amba-sciatore Straordinario
e Plenipotenziario della Repubblica Federativa del Brasile
presso la San-ta Sede, le porgo i miei rispettosi vo-ti di
benvenuto e la ringrazio per le significative parole che mi ha
rivol-to, manifestando in esse i sentimen-ti che nutre nellanimo
nelliniziare questa nuova missione.
Ho visto con grande soddisfazione i saluti che mi ha trasmesso
da parte di Sua Eccellenza la signora presiden-te della Repubblica,
Dilma Rousseff, e chiedo a lei, Signor Ambasciatore, di voler
cortesemente trasmetterle la mia gratitudine al riguardo e di
assi-curarla dei miei deferenti voti di mi-gliore successo nello
svolgimento del-la sua alta missione, come pure le mie preghiere
per la prosperit e il benes-sere di tutti i brasiliani, il cui
affetto, sperimentato nella mia visita pastora-le del 2007 rimasto
indelebilmente impresso nei miei ricordi.
Constato con vivo apprezzamen-to e profonda riconoscenza la
dispo-
nibilit manifestata dalle diverse sfe-re governative della
Nazione, come pure dalla sua Rappresentanza diplo-matica presso la
Santa Sede, a soste-gno della XXVIII Giornata Mondia-le della
Giovent che si terr, Dio vo-lendo, nel 2013 a Rio de Janeiro.
La Chiesa ha aiutato a forgiare lo spirito brasiliano
Come lei, Signor Ambasciatore, ha ricordato, il Brasile, poco
dopo aver ottenuto la sua indipendenza come Nazione, ha stabilito
relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Ci non stato altro che il
culmine del-la feconda storia comune del Brasile e della Chiesa
cattolica, che ha avu-to inizio in quella prima messa cele-brata il
26 aprile 1500 e che ha la-sciato testimonianze in tante citt
battezzate con il nome di santi del-la tradizione cristiana e in
numerosi monumenti religiosi, alcuni dei qua-li elevati a simbolo
didentificazio-ne mondiale del Paese, come la sta-tua del Cristo
Redentore con le sue braccia aperte, in un gesto di bene-dizione
allintera nazione.
Tuttavia, al di l degli edifici ma-teriali, la Chiesa ha
contribuito a for-giare lo spirito brasiliano caratterizza-to da
generosit, laboriosit, apprez-zamento per i valori familiari e
dife-sa della vita umana in tutte le sue fasi.
Il recente Accordo tra la Santa Sede e lo Stato Brasiliano
Un capitolo importante in questa feconda storia comune stato
scrit-to con lAccordo firmato fra la San-ta Sede e il Governo
brasiliano nel 2008. Tale Accordo, lungi dallessere una fonte di
privilegi per la Chiesa o presupporre un affronto alla laicit dello
Stato, mira solo a dare un ca-rattere ufficiale e giuridicamente
ri-conosciuto allindipendenza e alla collaborazione fra queste due
realt.
Ispirata dalle parole del suo Di-vino Fondatore, che ordin di
dare a Cesare quello che di Cesare e a Dio quello che di Dio (Mt
22, 21), la Chiesa ha espresso cos la sua po-sizione nel Concilio
Vaticano II: La comunit politica e la Chiesa sono in-dipendenti e
autonome luna dallal-tra nel proprio campo. Ma tutte e due,
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Dicembre 2011 Salvami Regina7
anche se a titolo diverso, sono a servi-zio della vocazione
personale e sociale degli stessi uomini (Gaudium et spes, n.
76).
La Chiesa spera che lo Stato, a sua volta, riconosca che una
sa-na laicit non deve considerare la religione come un semplice
senti-mento individuale che si pu rele-gare nellambito privato, ma
come una realt che, essendo anche orga-nizzata in strutture
visibili, ha biso-gno che la sua presenza comunitaria pubblica
venga riconosciuta.
Per questo corrisponde allo Sta-to garantire la possibilit del
libero esercizio di culto di ogni confessio-ne religiosa, come pure
le sue atti-vit culturali, educative e caritative, sempre che ci
non sia in contrasto con lordine morale e pubblico.
Ebbene, il contributo della Chie-sa non si limita a concrete
iniziative assistenziali, umanitarie, educative, e cos via, ma
tiene presente, in mo-do particolare, la crescita etica del-la
societ, promossa dalle moltepli-ci manifestazioni di apertura al
tra-scendente e per mezzo della forma-zione di coscienze sensibili
al compi-mento dei doveri di solidariet. Per-tanto lAccordo firmato
fra il Brasi-le e la Santa Sede la garanzia che permette alla
comunit ecclesiale di sviluppare tutte le sue potenzialit a
beneficio di ogni persona umana e di tutta la societ
brasiliana.
Linsegnamento religioso contribuisce alla promozione del bene
comune
Fra questi campi di reciproca col-laborazione, mi compiaccio di
sot-tolineare qui, Signor Ambasciato-re, quello delleducazione, al
quale la Chiesa ha contribuito con innumere-voli istituzioni
educative, il cui presti-gio riconosciuto da tutta la societ.
In effetti, il ruolo delleducazio-ne non si pu ridurre a una
mera tra-smissione di conoscenze e di abilit che mirano alla
formazione di un pro-
fessionista, ma deve includere tutti gli aspetti della persona,
dal suo lato so-ciale al suo anelito di trascendenza. Per questo
motivo opportuno riaf-fermare che linsegnamento religioso
confessionale nelle scuole pubbliche, cos come stato confermato nel
sud-detto Accordo del 2008, lungi dal si-gnificare che lo Stato
assume o impo-ne un determinato credo religioso, in-dica il
riconoscimento della religione come un valore necessario per la
for-mazione integrale della persona.
E linsegnamento in questione non si pu ridurre a una generica
so-ciologia delle religioni, poich non esiste una religione
generica, acon-fessionale. Cos linsegnamento reli-gioso
confessionale nelle scuole pub-bliche, oltre a non ferire la laicit
del-lo Stato, garantisce il diritto dei geni-tori a scegliere
leducazione dei pro-pri figli, contribuendo in tal modo al-la
promozione del bene comune.
Partner privilegiato nel campo della giustizia sociale
Infine, nel campo della giusti-zia sociale, il Governo
brasiliano sa di poter contare sulla Chiesa come
partner privilegiato in tutte le sue iniziative che mirano allo
sradica-mento della fame e della miseria.
La Chiesa non pu e non deve mettersi al posto dello Stato. Ma
non pu e non deve neanche restare ai mar-gini nella lotta per la
giustizia (Lettera Enciclica Deus caritas est, n. 28), per cui si
mostrer sempre felice di contribui-re allassistenza ai pi
bisognosi, aiu-tandoli a liberarsi della loro situazione
dindigenza, di povert e di esclusione.
Signor Ambasciatore, nel conclu-dere questo incontro, le rinnovo
i miei voti di buon esito della sua mis-sione. Nel suo svolgimento,
saranno sempre a sua disposizione i diversi Dicasteri che formano
la Curia Ro-mana. Da Dio Onnipotente, per in-tercessione di Nossa
Senhora Apa-recida, invoco abbondanti Benedi-zioni per la sua
persona, per quanti le sono cari e per la Repubblica Fe-derativa
del Brasile, che lei, Eccel-lenza, a partire da ora, ha lonore di
rappresentare presso la Santa Sede.
(Discorso al nuovo Ambasciato-re del Brasile presso la Santa
Sede,
31/10/2011)
Il nuovo Ambasciatore del Brasile presso la Santa Sede, Almir
Franco de S Barbuda, presenta le sue credenziali al Santo Padre il
31 ottobre
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La Chiesa necessita di comunit
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8Salvami Regina Dicembre 2011
Nel loro isolamento volontario, monaci e monache sono realmente
nel cuore della Chiesa e fanno correre nelle loro vene il sangue
puro della
contemplazione e dellamore di Dio.
ugitiva relinquere et ter-na captare: abbando-nare le realt
fuggevo-
li e cercare di afferrare leterno. In questa espressione della
lettera che il vostro Fondatore indirizz al Pre-vosto di Reims,
Rodolfo, racchiu-so il nucleo della vostra spiritualit (cfr.
Lettera a Rodolfo, 13): il forte desiderio di entrare in unione di
vita con Dio, abbandonando tutto il re-sto, tutto ci che impedisce
questa comunione e lasciandosi afferrare dallimmenso amore di Dio
per vive-re solo di questo amore.
Cari fratelli, voi avete trovato il tesoro nascosto, la perla di
gran-de valore (cfr. Mt 13, 44-46); ave-te risposto con radicalit
allinvito di Ges: Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che
possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni!
Seguimi! (Mt 19,21). Ogni monastero maschile o femminile unoasi in
cui, con la preghiera e la meditazione, si scava incessan-temente
il pozzo profondo dal qua-le attingere lacqua viva per la no-stra
sete pi profonda.
Ma la Certosa unoasi specia-le, dove il silenzio e la solitudine
so-no custoditi con particolare cura, se-condo la forma di vita
iniziata da san Bruno e rimasta immutata nel cor-
so dei secoli. Abito nel deserto con dei fratelli, la frase
sintetica che scriveva il vostro Fondatore (Lette-ra a Rodolfo, 4).
La visita del Succes-sore di Pietro in questa storica Cer-tosa
intende confermare non solo voi, che qui vivete, ma lintero Or-dine
nella sua missione, quanto mai attuale e significativa nel mondo di
oggi.
Oggi le persone vivono immerse in una dimensione virtuale
Il progresso tecnico, segnatamen-te nel campo dei trasporti e
delle co-municazioni, ha reso la vita delluo-mo pi confortevole, ma
anche pi concitata, a volte convulsa. Le citt sono quasi sempre
rumorose: rara-mente in esse c silenzio, perch un rumore di fondo
rimane sempre, in alcune zone anche di notte. Negli ul-timi
decenni, poi, lo sviluppo dei me-dia ha diffuso e amplificato un
feno-meno che gi si profilava negli anni Sessanta: la virtualit che
rischia di dominare sulla realt. Sempre pi, anche senza
accorgersene, le perso-ne sono immerse in una dimensione virtuale,
a causa di messaggi audio-visivi che accompagnano la loro vita da
mattina a sera.
I pi giovani, che sono nati gi in questa condizione, sembrano
vo-
ler riempire di musica e di immagini ogni momento vuoto, quasi
per pau-ra di sentire, appunto, questo vuoto. Si tratta di una
tendenza che sem-pre esistita, specialmente tra i giova-ni e nei
contesti urbani pi sviluppa-ti, ma oggi essa ha raggiunto un
li-vello tale da far parlare di mutazio-ne antropologica. Alcune
persone non sono pi capaci di rimanere a lungo in silenzio e in
solitudine.
Ho voluto accennare a questa condizione socioculturale, perch
essa mette in risalto il carisma spe-cifico della Certosa, come un
dono prezioso per la Chiesa e per il mon-do, un dono che contiene
un mes-saggio profondo per la nostra vita e per lumanit intera. Lo
riassumerei cos: ritirandosi nel silenzio e nel-la solitudine,
luomo, per cos dire, si espone al reale nella sua nudi-t, si espone
a quellapparente vuo-to cui accennavo prima, per speri-mentare
invece la Pienezza, la pre-senza di Dio, della Realt pi reale che
ci sia, e che sta oltre la dimen-sione sensibile.
E una presenza percepibile in ogni creatura: nellaria che
respi-riamo, nella luce che vediamo e che ci scalda, nellerba,
nelle pietre Dio, Creator omnium, attraver-sa ogni cosa, ma oltre,
e proprio
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Dicembre 2011 Salvami Regina9
Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla
Libreria Editrice Vaticana. La versione integrale di questi
documenti pu essere trovata in www.vatican.va
per questo il fonda-mento di tutto. Il mo-naco, lasciando tutto,
per cos dire rischia: si espone alla solitu-dine e al silenzio per
non vivere di altro che dellessenziale, e pro-prio nel vivere
delles-senziale trova anche una profonda comu-nione con i fratelli,
con ogni uomo.
Unione con la Realt essenziale e profonda
Qualcuno potreb-be pensare che sia suf-ficiente venire qui per
fare questo salto. Ma non cos. Questa voca-zione, come ogni
vocazione, trova ri-sposta in un cammino, nella ricerca di tutta
una vita.
Non basta infatti ritirarsi in un luogo come questo per imparare
a stare alla presenza di Dio. Come nel matrimonio non basta
celebrare il Sacramento per diventare effettiva-mente una cosa
sola, ma occorre la-sciare che la grazia di Dio agisca e percorrere
insieme la quotidianit della vita coniugale, cos il diventa-re
monaci richiede tempo, esercizio, pazienza, in una perseverante
vigi-lanza divina come affermava san Bruno attendendo il ritorno
del Si-gnore per aprirgli immediatamen-te la porta (Lettera a
Rodolfo, 4); e proprio in questo consiste la bel-lezza di ogni
vocazione nella Chiesa: dare tempo a Dio di operare con il suo
Spirito e alla propria umanit di formarsi, di crescere secondo la
mi-sura della maturit di Cristo, in quel particolare stato di vita.
In Cristo c il tutto, la pienezza; noi abbiamo bi-sogno di tempo
per fare nostra una delle dimensioni del suo mistero.
Potremmo dire che questo un cammino di trasformazione in cui si
attua e si manifesta il mistero della risurrezione di Cristo in
noi, miste-ro a cui ci ha richiamato questa sera la Parola di Dio
nella Lettura bibli-ca, tratta dalla Lettera ai Romani: lo Spirito
Santo, che ha risuscitato Ge-s dai morti, e che dar la vita an-che
ai nostri corpi mortali (cfr Rm 8,11), Colui che opera anche la
no-stra configurazione a Cristo secondo la vocazione di ciascuno,
un cammi-no che si snoda dal fonte battesima-le fino alla morte,
passaggio verso la casa del Padre.
A volte, agli occhi del mondo, sembra impossibile rimanere per
tutta la vita in un monastero, ma in realt tutta una vita appena
suffi-ciente per entrare in questa unione con Dio, in quella Realt
essenziale e profonda che Ges Cristo.
La Chiesa ha bisogno di voi e voi avete bisogno della Chiesa
Per questo sono venuto qui, ca-ri Fratelli che formate la
Comuni-t certosina di Serra San Bruno! Per dirvi che la Chiesa ha
bisogno di voi,
e che voi avete bisogno della Chiesa. Il vostro posto non
marginale: nessuna vocazione marginale nel Popolo di Dio: siamo un
uni-co corpo, in cui ogni membro importan-te e ha la medesima
di-gnit, ed inseparabi-le dal tutto. Anche voi, che vivete in un
volon-tario isolamento, siete in realt nel cuore del-la Chiesa, e
fate scor-rere nelle sue vene il sangue puro della con-templazione
e della-
more di Dio.Stat Crux dum volvitur orbis co-
s recita il vostro motto. La Croce di Cristo il punto fermo, in
mezzo ai mutamenti e agli sconvolgimen-ti del mondo. La vita in una
Cer-tosa partecipa della stabilit del-la Croce, che quella di Dio,
del suo amore fedele. Rimanendo sal-damente uniti a Cristo, come
tral-ci alla Vite, anche voi, Fratelli Cer-tosini, siete associati
al suo mistero di salvezza, come la Vergine Maria, che presso la
Croce stabat, unita al Figlio nella stessa oblazione damo-re. Cos,
come Maria e insieme con lei, anche voi siete inseriti
profon-damente nel mistero della Chiesa, sacramento di unione degli
uomini con Dio e tra di loro. In questo voi siete anche
singolarmente vicini al mio ministero. Vegli dunque su di noi la
Madre Santissima della Chie-sa, e il santo Padre Bruno benedi-ca
sempre dal Cielo la vostra Co-munit.
(Estratto dallOmelia nella Celebrazione dei Vespri, Certosa
di
Serra San Bruno, 9/10/2011)
La vita in una Certosa partecipa della stabilit della Croce, che
quella di Dio, del suo amore fedele
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10Salvami Regina Dicembre 2011
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San Giovanni Battista portico della Cattedrale di Notre-Dame,
Parigi. In fondo, deserto di Palestina (Israele)
1 Inizio del Vangelo di Ges Cristo, Figlio di Dio. 2 Come
scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti
a te, egli ti prepa-rer la strada. 3 Voce di uno che grida nel
deserto: preparate la strada del Si-gnore, raddrizzate i suoi
sentieri, 4 si present Giovanni a battezzare nel deserto,
predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
5 Accorreva a lui tutta la regione del-la Giudea e tutti gli
abitanti di Geru-salemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume
Giordano, confessando i loro peccati. 6 Giovanni era vestito di
peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si
cibava di locuste e miele selvatico. 7 e predica-va: Dopo di me
viene uno che pi forte di me e al quale io non son de-gno di
chinarmi per sciogliere i legac-ci dei suoi sandali. 8 Io vi ho
battezza-ti con acqua, ma egli vi battezzer con lo Spirito Santo
(Mc 1, 1-8).
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Dicembre 2011 Salvami Regina11
Se il male fosse totalmente escluso dalle cose, ne seguirebbe
leliminazione di molti beni
commento aL vangeLo II domenIca davvento
Fate penitenza!
Labbigliamento e le abitudini di San Giovanni Battista stonavano
molto rispetto ai costumi di quella societ. Il contrasto degli
uomini impuri e ingordi, con quella figura retta, semplice,
eloquente, che urlava: Fate penitenza!, scuoteva profondamente le
coscienze.
I Il male nellunIverso creatoA mano a mano che progredisce, la
scienza
va svelando meraviglie insospettate nella vastit siderale.
Costantemente si scoprono nuovi cor-pi celesti, molti dei quali di
folgorante bellezza, disposti in spazi astronomici al di fuori di
qual-siasi standard umano, che si muovono a velocit incredibili in
una delicata e sublime armonia, ri-flesso della perfezione del
Creatore.
Se questa constatazione ci causa un esplica-bile stupore,
consideriamo che Dio, nella sua onnipotenza, potrebbe aver creato
infiniti uni-versi, con infinite altre creature, e questi infini-ti
esseri sarebbero in sua presenza per tutta le-ternit. Dentro ognuno
di questi mondi, Egli saprebbe bene come la Storia si svolge in
ogni istante. Infatti, come sottolinea San Pietro nel-la seconda
lettura di questa domenica dAvven-to, per il Signore, un giorno
come mille anni, e mille anni sono come un giorno (II Pt 3, 8).
proprio della Provvidenza Divina ordinare i mali per il bene
Ora, come concepire che Dio, essendo onni-potente e bont in
sostanza, abbia creato questo
nostro universo dove il peccato ha potuto farsi presente gi
nella rivolta di Lucifero, prima del-la caduta dei nostri
progenitori? Per quale ra-gione Egli gli ha dato la possibilit di
cadere? Non sarebbe stato meglio creare unumanit in-capace di
lasciarsi trascinare da deliri come la costruzione della Torre di
Babele?
Domande come queste hanno afflitto uomini di tutte le epoche, e
diventano pungenti, soprat-tutto, ai nostri giorni cos segnati
dalledonismo e dallavversione a qualsiasi sofferenza. Di fron-te a
queste, bisogna ricordare la dottrina di San Tommaso dAquino,
secondo la quale non in-compatibile con la bont divina permettere
che vi siano mali nelle cose governate da Dio.1
Per giustificare la sua affermazione, il Dot-tor Angelico tra le
altre ragioni espone questa: Se il male fosse totalmente escluso
dalle cose, ne seguirebbe leliminazione di molti beni. Per-tanto,
non proprio della Provvidenza Divina escludere dalle cose
totalmente il male, ma or-dinare a un bene i mali che si
producono.2
Con grande bellezza letteraria, padre Monsa-br sviluppa questo
argomento: Il male , di per s, odioso, ma lindustriosa Provvidenza
sa trar-
Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, EP
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12Salvami Regina Dicembre 2011
ne profitto in favore del bene. Dal-lo spettacolo delliniquit
trionfan-te, Ella fa nascere il desiderio di
una perfezione sublime che com-pensa, agli occhi di Dio, le
umi-liazioni della nostra natura de-gradata; dalla persecuzione dei
malvagi, Ella coglie vir-t eroiche, meriti che non ri-usciremmo ad
acquisire in una vita tranquilla, sacrifi-ci cruenti che, uniti al
Sa-crificio della Croce, arric-chiscono il prezioso tesoro della
Redenzione; dalle ag-gressioni dellerrore, Ella fa sorgere mirabili
manifesta-zioni della verit. La corru-zione romana genera
lere-mitismo della Tebaide; il fu-rore dei giustizieri moltiplica i
martiri; linsolenza dellere-sia chiama al combattimento gli Irenei,
gli Atanasi, gli Ilari,
i Cirilli, gli Ambrogi, gli Agosti-ni, i Girolami, tutto il
battaglio-
ne sacro dei Dottori.3
Lo stesso autore aggiunge: Percorrete la storia delle ca-
tastrofi e in essa vedrete sem-pre il male condannato a
fa-vorire la causa del bene: gli errori incitando alla ricerca
della verit, le eresie apren-do il campo ai dogmi, le inva-sioni
dei barbari rinsanguan-do le virt dei popoli, le rivo-luzioni
flagellando con gran-di crimini e dando dure e sa-lutari lezioni
alla depravazio-ne delle leggi, dei caratteri e dei costumi, le
persecuzioni facendo germinare la glorio-
sa razza dei martiri, il crimine del Calvario con-sumando la
Redenzione del mondo.4
La liberazione annunciata da Isaia
Tra i numerosi episodi dellAntico Testamen-to in cui Dio suscita
il bene dai mali che afflig-gevano il popolo giudeo basta
ricordare, per esempio, il periodo della schiavit in Egitto (cfr.
Es 1, 8-22) concluso con Mos, o, con ancor pi
propriet, lesilio a Babilonia, al quale ci ricon-duce la prima
lettura di questa domenica (Is 40, 1-5.9-11).
I giudei si trovavano sotto la ferula babilone-se, piangendo ed
espiando i peccati commessi quando, ad un certo momento, Dio prov
com-passione di loro ed invi il Profeta Isaia5 per an-nunciare
lattesa liberazione: Consolate il mio popolo, consolatelo, dice il
vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua
servit finita e lespiazione delle sue colpe compiuta (Is 40,
1-2).
Le parole del profeta indicano con chiarez-za che giunta lora
del perdono del popolo di Dio. Egli ha preso liniziativa di
toglierlo dalla schiavit, imponendogli soltanto una condizio-ne:
Nel deserto preparate la via al Signore, ap-pianate nella steppa la
strada per il nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni monte e
colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in pianura (Is 40, 3-4).
Si tratta qui di un linguaggio simbolico usa-to per significare
realt spirituali. Infatti, il Pro-feta invita il suo popolo ad
abbattere lorgoglio, che porta luomo a giudicarsi un dio; ad
ope-rare con rettitudine, correggendo le idee erra-te; ad eliminare
le asprezze generate nellanima dallamor proprio e dallegoismo.
Fatto questo, saranno create le condizioni per il Creatore per
manifestare la sua bont e il suo potere.
Ma la liberazione profetizzata da Isaia trava-lica i limiti
dellAntica Alleanza, dovendo esser intesa nel suo senso
primordialmente messiani-co: Ecco, il Signore Dio viene con
potenza, con il braccio egli detiene il dominio. Ecco, egli ha con
s il premio e i suoi trofei lo precedono. Co-me un pastore egli fa
pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli
agnellini sul se-no e conduce pian piano le pecore madri (Is 40,
10-11).
Cos, la prima lettura di questa domenica, di diafana e di
ricchissima simbologia, prepara le nostre anime allarrivo del
Redentore.
II la voce che chIama nel deserto
La Liturgia di oggi ci presenta linizio del Van-gelo di San
Marco, chiamato da San Giustino Memorie di Pietro,6 poich
lEvangelista, discepo-lo e interprete dellApostolo, ha avuto una
sola preoccupazione nello scriverlo: intera fedelt a tutto quanto
aveva udito dal suo maestro.7
Nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa
la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni monte e
colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in pianura (Is 40, 3-4)
Profeta Isaia, di Aleijadinho Santuario del Signore del Buon Ges
di Matosinhos, Congonhas do Campo (Brasile)
Vic
tor
Toni
olo
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Dicembre 2011 Salvami Regina13
San Pietro metteva in risalto nella sua predicazione il dominio
supremo del Figlio di Dio sulle forze della natura, sui cuori e
sugli stessi demoni
Per questo, commenta un autore del seco-lo passato: Attraverso
il suo greco ebraizzante, basandoci sulle antiche testimonianze e
sulle-same interno del libro, possiamo riconoscere emozionati
linconfondibile fisionomia di San Pietro [...]. Questo il Vangelo
di Pietro, compo-sto con semplicit da un suo discepolo, senza
al-tra pretesa letteraria se non quella di riprodurre le
predicazioni del suo maestro.8
Molto significativo il fatto che questo se-condo sinottico sia
stato redatto a Roma, per un ambiente nel quale predominavano i
gen-tili convertiti. Infatti, come narra Eusebio di Cesarea,
lorigine di questo manoscritto sta nelle insistenti richieste fatte
a Marco dagli ascoltatori del Principe degli Apostoli. Essi lo
importunarono con ogni genere di esortazio-ni affinch componesse un
memoriale scrit-to della dottrina che era stata loro trasmessa a
viva voce. E non lasciarono lEvangelista in pace fino a che non
riusc a portare a termine il suo compito.9
Messaggio centrale della predicazione di San Pietro1 Inizio del
vangelo di Ges Cristo, Fi-glio di Dio.
Vivace e diretto come il suo maestro, San Marco comincia il
racconto mostrando gi nel-la prima riga lidea centrale che orienter
e per-vader il suo Vangelo: Cristo vero Uomo e ve-ro Dio.
Con lintento di difendere davanti ai suoi ascoltatori la
personalit divina di Ges, San Pietro metteva in risalto nella sua
predicazione il dominio supremo del Figlio di Dio sulle for-ze
della natura, sui cuori e sugli stessi demoni, che tante volte i
gentili veneravano come di. questo il motivo per cui San Marco cita
molti miracoli non riferiti negli altri sinottici, al pun-to che il
suo libro conosciuto come il Vangelo dei miracoli.10
Si compie lantica profezia2 Come scritto nel profeta Isaia:
Ec-co, io mando il mio messaggero davan-ti a te, egli ti preparer
la strada. 3 Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada
del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!.
San Giovanni inizia il suo Vangelo risalen-do alla generazione
eterna del Verbo. San Mat-teo dedica i primi versetti del suo
Vangelo, enu-merando i predecessori del Messia secondo la carne.
San Luca apre il rispettivo sinottico nar-rando estesamente la
miracolosa concezione di Giovanni Battista, preludio
dellIncarnazione di Cristo nel seno della Vergine Santissima, per
opera dello Spirito Santo.
Quello di San Marco, tuttavia, il pi breve dei quattro, si apre
con i preliminari del mini-stero pubblico di Ges. Era naturale che
il di-scepolo preferito di San Pietro cominciasse il suo racconto
nel punto dove il Principe degli Apostoli collocava linizio della
predicazione evangelica, osserva Fillion.11
Per introdurre il tema egli proclama con so-lennit una delle
frasi di Isaia ricordate nella prima lettura.12 In essa, lAntico e
il Nuovo Te-stamento, per cos dire, si toccano riverenti. La voce
di colui che chiama nel deserto prende vita concreta nella persona
del Precursore. La profezia annunciatrice della liberazione dal
gio-go babilonese si riveste di un senso molto pi at-
Molto significativo il fatto che il Vangelo di San Marco sia
stato redatto a Roma, per un ambiente nel quale predominavano i
gentili convertiti
San Marco di Maestro del Portillo Museo Diocesano Cattedralizio
di Valladolid (Spagna)
Fran
cisc
o Le
caro
s
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14Salvami Regina Dicembre 2011
La vita stra-ordinariamen-te ascetica di San Giovanni Battista e
le miracolose circostan-ze della sua nascita con-tribuirono a
fissare nello-pinione pub-blica la figura di una persona
completa-mente fuori dal comune
tuale e profondo: la necessit della conversione e della
correzione di vita di fronte allannuncio della Buona Novella che
sta per cominciare
Il maggiore degli uomini e dei profeti4 Si present Giovanni a
battezza-re nel deserto, predicando un battesimo di conversione per
il perdono dei pecca-ti. 5 Accorreva a lui tutta la regione del-la
Giudea e tutti gli abitanti di Gerusa-lemme. E si facevano
battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i lo-ro peccati.
6 Giovanni era vestito di pe-li di cammello, con una cintura di
pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele
selvatico.
Labbigliamento e le abitudini del Battista sto-navano molto
rispetto ai costumi di quella socie-t. Egli rappresentava la
penitenza; rappresenta-va, pertanto, il digiuno, la flagellazione,
la solitudi-ne nel deserto, la mortificazione. A causa di ci il suo
corpo aveva la pelle abbronzata dai mille so-li ardenti del Medio
Oriente. Egli era vigoroso e, nel contempo, molto magro, in tal
modo i digiuni lo avevano consumato. Era anche la stessa
rappre-sentazione della severit piena di bont.13
Percorrere regioni spopolate, vestire con la-spro pelo di
cammello, alimentarsi di locuste e miele selvatico, costituivano
segnali inequivo-cabili di vita ascetica. Prima si erano gi spar-se
per tutta la regione montuosa della Giudea (Lc 1, 65) le miracolose
circostanze della sua nascita. Tutto questo contribu a fissare
nellopi-nione pubblica la figura di una persona comple-tamente
fuori dal comune.
Non a caso, si ritir nel deserto, luogo tante volte scelto da
Dio per comunicare con gli uo-mini. Lisolamento offre una
prospettiva di eter-nit molto difficile da raggiungere nelle
agita-zioni della vita sociale. Lo sapevano bene gli anacoreti,
come SantAntonio, i quali fuggiva-no dal consesso umano e si
stabilivano in luoghi solitari, in cerca di condizioni pi
favorevoli al contatto col soprannaturale.
La nobilt danimo e il disinteresse del Pre-cursore sono messi in
rilievo da questa scelta. Es-sendo parente del Messia la Vergine
Maria era cugina di sua madre, Santa Elisabetta , egli sa-rebbe
potuto perfettamente rimanere nella ca-sa dei suoi genitori,
beneficiando di un convivio
pi prossimo con Ges. Ma, docile al soffio del-lo Spirito Santo,
prese il cammino del deserto, dando uno straordina-rio esempio di
flessibili-t alla voce della grazia.
San Giovanni Battista stato, insomma, una fi-gura impari nella
sto-ria di Israele. Il tetrar-ca Erode lo considera-va uomo giusto
e santo, e lo proteggeva. Lo te-meva e gli piaceva ascol-tarlo,
sebbene le sue pa-role lo sconcertassero. I suoi ascoltatori
arrivaro-no a chiedersi interior-mente se egli non fosse il Cristo.
Ma il maggio-re degli elogi fatti al Pre-cursore usc dalle labbra
divine del Signore Ges: Tra tutti i nati da donna non c nessuno
maggiore di Giovanni (Lc 7, 28).
Infatti, tra tutti i profeti dellAntico Testa-mento, solo lui ha
avuto lincomparabile gloria di incontrare personalmente il Divino
Salvato-re e indicarLo in termini completamente chiari: Ecco
lAgnello di Dio che toglie il peccato del mondo (Gv 1, 29).
Lanima di questo messaggero doveva essere allaltezza della sua
missione. Superiore ad Abra-mo, a Mos e allo stesso Isaia, la
Divina Provvi-denza ha voluto farne laraldo per antonomasia. Dio
vuole che egli sia grande perch la sua mis-sione grande, perch
stato scelto per precede-re cos da vicino Colui che deve
venire.14
Una nazione eccitata dalla predicazione di Giovanni
Incontro al Battista accorrevano, come ab-biamo visto nel
vangelo di San Marco, abitan-ti di tutta la regione della Giudea e
tutti gli abitanti di Gerusalemme (Mc 1, 5). A questi si sommarono
persone di tutta la regione del Giordano (Mt 3, 5) e anche galilei,
come An-drea, il fratello di Simone (cfr. Gv 1, 35-42).
Possiamo immaginare osserva Benedetto XVI limpressione
straordinaria che la figura e il messaggio di Giovanni Battista
dovevano pro-
Die
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uez
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Dicembre 2011 Salvami Regina15
Il Precursore produceva un vero choc in quelle perso-ne abituate
a preoccuparsi esclusivamen-te delle cose della Terra, adoratrici
del confort e della vita piacevole
vocare nelleffervescen-te atmosfera di Gerusa-lemme di
quellepoca. Finalmente cera di nuo-vo un profeta, la cui stes-sa
vita identificava come tale. Finalmente si an-nuncia di nuovo
lazione di Dio nella Storia.15
Mosso da un impul-so soprannaturale, il popolo giudeo sentiva in
quella figura austera il preannuncio di qual-cosa di grandioso.
Per
questo accorrevano tutti a confessargli le pro-prie mancanze e
ricevere il battesimo dalle sue mani. La predicazione di Giovanni
aveva ecci-tato questa nazione che da circa duecento anni non
sentiva la voce di un profeta e necessitava di esser preparata per
ricevere il Messia.
Il Precursore produceva un vero choc in quelle persone abituate
a preoccuparsi esclu-sivamente delle cose della Terra, adoratrici
del confort e della vita piacevole. Al contrario del-la maggioranza
dei suoi ascoltatori, commenta il Prof. Plinio Corra de Oliveira,
egli disinte-ressato, una fiaccola ardente di amore di Dio. Vive
soltanto per la realizzazione della missione che ha. Ha solo Dio
davanti agli occhi. 16
Lo stesso autore aggiunge: A quel popolo che aspettava un Messia
temporale, un re po-tente, Giovanni appariva parlando del Messia,
annunciato non da un guerriero, n da un po-tentato, ma da un
penitente.
Il contrasto degli uomini impuri e ingordi, con quelluomo retto,
semplice, eloquente, e che urlava: Fate penitenza!, scuoteva
profon-damente le coscienze. San Giovanni Battista ris-vegliava un
enorme sentimento di vergogna. Ve-nendo a contatto con lui, le
persone compren-devano che non potevano essere cos. E il Pre-
cursore completava leffetto, dicendo: Raddri-zzate le vie del
Signore L viene il Messia Il giorno di Dio prossimo.17
Si schiudono le porte della Rivelazione7 E predicava: Dopo di me
viene uno che pi forte di me e al quale io non son degno di
chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho
bat-tezzati con acqua, ma egli vi battezzer con lo Spirito
Santo.
Con tale affermazione, il Battista d unidea del-la forza morale,
spirituale e soprannaturale di Colui che doveva venire. Allo stesso
tempo mostra lumil-t della sua anima, poich competeva ai servi
sle-gare i sandali e lavare i piedi dei visitatori.
Possiamo immaginare limpatto prodotto da una simile asserzione
nei suoi ascoltatori, abituati a vederlo affrontare con energia
farisei e sadducei. Gi la scure posta alla radice degli alberi:
ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato
nel fuoco (Mt 3, 10) li minacciava sen-za paura. Meravigliati,
senza dubbio, per i suoi in-segnamenti, i discepoli del Precursore
cercavano di immaginare la grandezza di questaltro perso-naggio
incredibilmente superiore a lui.
Ma, mentre preparava il popolo giudeo al suo incontro con il
Messia, San Giovanni Bat-tista schiuse le porte della Rivelazione
che lo stesso Figlio di Dio veniva a portare. Gi in que-sti
versetti (Mc 1, 7-8) traspare il dogma della Santissima Trinit. In
essi sono in qualche mo-do presenti il Padre, Dio del Popolo
Eletto, il Figlio, che veniva allora annunciato e lo Spirito Santo,
qui menzionato insieme allannuncio del Battesimo sacramentale. San
Giovanni si rivela cos come un uomo realmente ispirato da Dio,
poich dimostra di conoscere uno dei principa-li misteri della Fede,
ancor prima della predica-zione del Divino Maestro.
Con linizio della vita pubblica di Ges, il Precursore va poco a
poco scomparendo: Que-sta la mia gioia che ora compiuta. Egli de-ve
crescere e io invece diminuire (Gv 3, 29-30), affermer. Subito dopo
lascer come ultimo in-segnamento uno dei pi bei riconoscimenti
del-la divinit di Cristo:
Chi viene dallalto al di sopra di tutti; ma chi viene dalla
terra, appartiene alla terra e par-la della terra. Chi viene dal
cielo al di sopra di tutti. Egli attesta ci che ha visto e udito,
ep-
Mosso da un impulso soprannaturale, il popolo giudeo sentiva in
quella figura austera il preannuncio di qualcosa di grandioso
Predica di San Giovanni Battista Cattedrale di Colonia
(Germania)
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16Salvami Regina Dicembre 2011
Mentre preparava il popolo giudeo al suo incontro con il Messia,
San Giovanni Battista schiuse le porte della Rivelazione che lo
stesso Figlio di Dio veniva a portare
pure nessuno accetta la sua testimonianza; chi per ne accetta la
testimonianza, certifica che Dio veritiero. Infatti colui che Dio
ha manda-to proferisce le parole di Dio e d lo Spirito sen-za
misura. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi
crede nel Figlio ha la vi-ta eterna; chi non obbedisce al Figlio
non vedr la vita, ma lira di Dio incombe su di lui (Gv 3,
31-36).
III una dedIzIone che prepara lanIma al natale
Il tempo liturgico dellAvvento ci porta, in qualche modo, a
partecipare alle aspirazioni di quanti nellAntico Testamento
aspettavano con fedelt la venuta del Messia, e a vivere il clima di
grandiosa aspettativa alimentato dal Precur-sore.
Necessit di una conversione incessante
Sono trascorsi duemila anni da questo av-venimento storico, ma
per Dio non c ieri n domani, ma solo un eterno oggi. Come da-gli
israeliti prigionieri a Babilonia o dai giudei dellepoca di Ges,
Egli aspetta da noi la con-versione.
Non volendo che nessuno si perda, il Crea-tore paziente con noi,
mentre aspetta che noi troviamo una vita pura, senza macchia e in
pa-ce (II Pt 3, 14), come afferma San Pietro nella seconda lettura
di oggi. Per questo, Dio ci invi-ta, per cos dire, in ogni ora,
ogni minuto, ogni secondo, ad emendarci dalle nostre deviazioni e
imperfezioni.
Alla prima conversione deve seguire una conversione incessante.
Non basta dire: So-
no cristiano. Mi sono gi convertito! O, come il giovane ricco
del Vangelo: Tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia
giovinezza (Mc 10, 20). O magari: Mi sono confessato e sono
pas-sato dallo stato di peccato mortale allo stato di grazia.
necessario che ogni giorno cresca il nostro amore.
Pertanto, per quanto si progredisca sulla via della virt, ci
saranno sempre punti dove pos-sibile migliorare. Il Signore Ges ci
invita a fis-sare lo sguardo costantemente nel plus ultra, nel duc
in altum (Lc 5, 4) cio, osando lancia-re le reti sempre pi lontano,
con il cuore tra-boccante di grandi desideri per la massima glo-ria
di Dio.
Soluzione alla portata di ognuno di noi
Analizzando le cose sotto questottica, occor-re chiedersi: non
avremo noi qualcosa di con-creto da consegnare a Ges prima di
comme-morare ancora una volta, questanno, la sua na-scita nella
grotta di Betlemme? Magari la rot-tura di unamicizia sconveniente o
pericolosa, a causa della quale ci siamo allontanati da Lui, o
chiss, la rinuncia alleccessivo attaccamento a un determinato bene
o qualche situazione, che frequentemente finisce per condurci al
peccato. La Liturgia ci ispira oggi a deporre ai piedi della
Vergine Madre qualsiasi difetto capace di impe-dirci di ricevere
con ardente devozione il Bam-bino Dio.
Non abbiamo forse lobbligo di sforzarci, in questAvvento, di
preparare nel miglior mo-do possibile, la grotta della nostra
anima, al fine di Ges non trovare in essa un ambiente pi freddo e
inospitale di quello della Grotta di Betlemme? Esaminiamoci
attentamente per sa-
1 SAN TOMMASO DAQUI-NO. Opsculos y Cuestiones selectas. Madrid:
BAC, 2008, v.V, pag. 156.
2 Idem, ibidem.3 MONSABR, OP, Jacques-
Marie-Louis. Retraites Pas-cales. 6.ed. Paris: P. Lethiel-leux,
1905, pag.25-26.
4 MONSABR, OP, Jacques-Marie-Louis. Exposition du
Dogme Catholique. Carme 1876. 9.ed. Paris: Aux Bure-aux de lanne
dominicaine, 1892, pag.205-206.
5 Noto come il Secondo Isaia, distinto da quello che aveva
annunciato i castighi.
6 SAN GIUSTINO, apud FILLION, Louis-Claude. La Sainte Bible
commente. Pa-ris: Letouzey et An, 1912, t.VII, pag.195.
7 Cfr. EUSEBIO DI CESAREA. Historia Eclesistica. Madrid: BAC,
1973, v.I, pag.194.
8 CABALLERO, SJ, Jos. In-troduccin del traductor. In: MALDONADO,
SJ, Juan de. Comentarios a los cua-tro Evangelios San Marcos y San
Lucas. Madrid: BAC, 1951, v.II, pag.3.
9 Cfr. EUSEBIO DI CESA-REA, op. cit., pag.88.
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Dicembre 2011 Salvami Regina17
Il Signore Ges ci invi-ta a fissare lo sguardo costantemen-te
nel duc in altum osando lanciare le reti sempre pi lontano
pere cosa fare in questo senso. Ci saranno senza dubbio mancanze
da sanare nel nostro modo di procedere. Quali? Deviazioni da
rettificare nel-la nostra vita. Quali?
Se, dopo questo bilancio, il risultato ci sar sfavorevole e non
sentiremo il coraggio suffi-ciente per correggere questi difetti,
la soluzio-ne alla portata di chiunque: ricorrere con fi-liale
fiducia alla Madonna, Rifugio dei Pecca-
10 Cfr. FILLION, op. cit., pag.194.
11 Idem, p.197.12 Non sembra superfluo
chiarire che alla frase di Isaia riprodotta dai quattro
Evangelisti Nel deserto preparate la via al Signore, appianate
nella steppa la strada per il nostro Dio (Is 40, 3) San Marco
aggiunge alcune parole di Malachia
(3, 1) e dellEsodo (23, 20). Esse si trovano anche in San Matteo
(11, 10) e in San Luca (1, 76; 7, 27). Cfr. BENEDETTO XVI. Jesus de
Nazar Primeira parte: Do Batismo do Jordo Transfigurao. So Paulo:
Planeta, 2007, pag.31.
13 CORRA DE OLIVEIRA, Plinio. Conferenza inedita,
17/11/1972.
14 BEATO COLUMBA MAR-MION. Jesus Cristo nos seus mistrios
Conferncias espi-rituais. 2.ed. Lisboa: Ora & Labora, 1951,
pag.122.
15 BENEDETTO XVI, op. cit., pag.31.
16 CORRA DE OLIVEIRA, op. cit.
17 Idem, ibidem.
tori. Lei ci otterr dal suo Divino Figlio gra-zie per una
completa vittoria su tutte le no-stre mancanze e deviazioni.
Infatti Ges Cri-sto che voluto rimanere prigioniero per no-ve mesi
nel suo seno purissimo, dipendendo da Lei in tutte le cose, e
coronandola come Regi-na del Cielo e della Terra non trascurer di
esaudire le suppliche da Lei implorate a favore dei suoi devoti
Ges Cristo che voluto rimanere prigioniero per nove mesi nel suo
seno purissimo di Maria, non trascurer di esaudire le suppliche da
Lei implorate a favore dei suoi devoti
Maria col Bimbo Ges, San Giovanni Battista, SantAnna e
SantElisabetta Chiesa di Santa Maria, Ingolstadt (Germania)
Vic
tor
Toni
olo
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LEucaristia e lIncarnazione
D
18Salvami Regina Dicembre 2011
La Chiesa chiamata a imitare la Madonna in tutto, in modo
speciale in ci che concerne la sua relazione con lEucaristia. In
questo mistero santissimo, gli uomini trovano il mezzo di saziare
la loro sete di infinito e raggiungere la vera divinizzazione.
esiderando condur-re luomo alla massima somiglianza con il suo
Creatore, Dio gli ha in-
fuso nellanima la sete di infinito. Questa gli procura nostalgia
della luce che illuminava il suo spirito nel Paradiso e accende in
lui un deside-rio di bene, bellezza e verit che lo trascinano verso
la visione beatifica.
Tuttavia, se traviata dallorgoglio, tale aspirazione finir per
condurlo al delirio di voler usurpare il trono divino. La Storia ci
riporta innume-revoli casi di egolatri con le debo-lezze e
limitazioni proprie della na-tura umana, incluso il peccato avi-di
di farsi adorare come di.
Quanto pi perseguissero questo obiettivo, maggiore sarebbe la
loro frustrazione, perch luomo non po-tr mai soddisfare la sua
ansia di as-soluto confidando nelle proprie for-ze, n tentando di
raggiungere un obiettivo distinto da quello per il quale stato
creato.
Dio realizza ci che impossibile alle nostre forze
Dio vuole, certamente, farci figli suoi, ma la deificazione
delluomo
Don David Edward Ritchie, EP
Gus
tavo
Kra
lj
pu verificarsi solo in virt dellope-ra salvifica del Redentore e
attraver-so lazione della grazia, vera parte-cipazione alla natura
divina precisa-mente in quanto divina.1
Questo sublime paradosso co-s commentato da un teologo
con-temporaneo: Sebbene sia proprio del modo e della dignit degli
esse-ri umani essere divinizzati (ad divi-na elevetur), per il
fatto che essi sono creati ad immagine divina, tuttavia, visto che
il bene divino eccede infi-nitamente ogni capacit umana, les-sere
umano necessita di esser assisti-to supernaturaliter per ricevere
que-sto bene, il che avviene per una spe-cie di dono della
grazia.2
A questo proposito, Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias si chiede:
Perch Dio avr voluto accendere fiamme di desideri irrealizzabili
nei nostri poveri cuori? [...] Che si trat-ti di unatteggiamento
poco o per nulla paterno da parte Sua?.3 E ri-sponde subito dopo:
Mai! Dio la Bont in sostanza. Egli vuole arden-temente renderci
di.4
Bella prova di questa esuberan-te diffusione del bene
proveniente dallAltissimo la stessa opera del-
-
LEucaristia e lIncarnazione
Dicembre 2011 Salvami Regina19
Don David Edward Ritchie, EP
la creazione: Il sole non si stanca di inviarci il suo calore;
le acque di for-nirci i pesci; la terra, i suoi frutti e sempre in
forma sovrabbondante. Sono esseri minerali, vegetali, ani-mali che,
se fossero passibili di fe-licit, esulterebbero nel mettersi al
servizio degli uomini.5
Tuttavia, le meraviglie delluni-verso sono appena un pallido
rifles-so dellinfinita bont del Creatore, che per riscattarci dal
peccato e ri-conciliarci con Lui, deliber che il suo Verbo Si
sarebbe incarnato, de-dicando la sua vita fino allultima goccia di
sangue: E il Verbo Si fece carne e abit tra noi (Gv 1, 14).
Ecco la soluzione di un proble-ma millenario: Dio realizza
quel-lo che con le nostre pure forze sa-rebbe impossibile. Non
potremmo mai raggiungere Dio con i nostri so-li mezzi, per questo
Egli stesso Si ri-veste della nostra carne e nasce Di-vino Infante:
Dio Uomo, e, in Lui, luomo Dio! questo il magnum mysterium che i
cori cantano la not-te di Natale.6
In Cristo il Creatore Si fatto uno di noi, uguale a noi, affinch
po-tessimo esser di Lui e uguali a Lui.7
LIncarnazione ci ha portato la vita della grazia
LIncarnazione pu, pertanto, es-ser considerata come linizio
del-la divinizzazione della natura uma-na. Attraverso di essa,
spiega SantI-reneo, il Verbo di Dio ha abitato nelluomo e Si fatto
Figlio delluo-mo per abituare luomo a conosce-re Dio e abituare Dio
ad abitare nelluomo, secondo il beneplacito del Padre.8 Pi ancora,
ci insegna il Catechismo della Chiesa Cattoli-ca, stato assumendo
la nostra na-tura che Dio ha voluto comunica-re la propria vita
divina agli uomini, creati liberamente da Lui, per farne, nel suo
Figlio unico, figli adottivi.9
Annunciazione, di Juan Rexach Museo Nazionale dArte della
Catalogna, Barcellona (Spagna)
Fran
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o Le
caro
sNon potremmo mai raggiungere Dio con i nostri soli mezzi, Egli
stes-so Si riveste della nostra carne e nasce Divino Infante
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20Salvami Regina Dicembre 2011
In una delle pi bel-le definizioni riguardo al-la sua missione,
Ges Cri-sto ha affermato: io sono venuto perch abbiano la vita e
labbiano in abbon-danza (Gv 10, 10). Qual questa vita, se non
quel-la della grazia?
Innumerevoli episodi dei Vangeli attestano il fat-to che il
Salvatore lha con-ferita a quelli che a Lui si avvicinavano. Cos,
rivol-gendoSi alla donna che era guarita toccandoGli lorlo del
manto, Nostro Signore la chiama figlia, precisa-mente perch, in
quel mo-mento, a causa della fede da lei manifestata, Egli le aveva
infuso la sua vita di-vina: Coraggio, figliola, la tua fede ti ha
guarita (Mt 9, 22).
Daltro canto, le senten-ze rivolte al paralitico: i tuoi peccati
sono perdona-ti (Mt 9, 2), e a colei che Gli aveva lavato i piedi
in casa di Simone: perdona-ti ti sono i peccati (Lc 7, 48), dan-no
una convincente prova che sono state pronunciate dallAutore della
grazia, lunico che pu per autorit propria perdonare i peccati.
Unendo con la sua abituale chia-rezza questi due concetti, padre
Royo Marn afferma: Se proprio come uomo opera i suoi miraco-li,
perdona i peccati e distribuisce la grazia con libert, potere e
indi-pendenza sovrani, perch la sua umanit santissima , di per s,
vi-vificante, ossia, strumento atto a produrre e causare la grazia
in vir-t della sua unione personale con il Verbo Divino.10
Alimento che deifica lanima
Questa vita divina che Cristo ha trasmesso durante il suo
passaggio
sulla Terra, Egli continua a trasmet-terla dopo lAscensione.
Infusa nel Battesimo, essa aumentata e forti-ficata dagli altri
Sacramenti, che aiu-tano la creatura ad approssimarsi al-la
pienezza di perfezione alla quale stata chiamata.
Tuttavia, sebbene tut-ti i Sacramenti producano la grazia, il
Signore Ges ci trasmette questa vita divina in modo del tutto
speciale nellEucaristia, dandoSi Egli stesso alle anime come
nu-trimento.
Dalleccellenza di tale ali-mento, afferma Scheeben, possiamo
verificare quanto elevato sia il valore della vi-ta della grazia da
lui mante-nuta e la grandezza della di-gnit che essa ci fa
meritare. Il Sangue divino di Cristo, assorbito da noi, prova che,
dopo la rigenerazione, il sangue della vita divina cir-cola nella
nostra anima e ci conferisce una nobilt nuo-va. Lunirsi del nostro
corpo alla sostanza del Corpo di Cristo una garanzia che, in realt,
ci facciamo partecipi della natura divina.11
Infatti, al contrario della-limento comune, che assi-milato
dallorganismo uma-no, nellEucaristia Cristo che assume colui che Lo
ri-
ceve, verificandosi di conseguen-za la cristificazione o
configurazio-ne delluomo in Cristo, per mezzo dellamore.12 Infatti,
come afferma Gilson, con la carit che si com-pleta la
partecipazione delluomo al divino.13
Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il
Padre, cos anche colui che mangia di me vivr per me (Gv 6, 57).
Lespres-sione vivr per Me traduce, sot-to questo punto di vista,
una pro-fonda realt: lanima che si comuni-ca elevata al di sopra
delle condi-zioni proprie della natura e parteci-pa allinfinita
felicit di Dio. Cos si applica, con intera propriet, laffer-mazione
di San Paolo: Io vivo, ma non io: Cristo che vive in me (Gal 2,
20). Perci si pu dire a ragione
Santissima Trinit Altare maggiore della Basilica della
Santissima Trinit, Cracovia (Polonia)
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Kra
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Lanima di chi si comunica diventa in un modo specia-le tempio
vivo della Santissima Trinit
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Dicembre 2011 Salvami Regina21
che lEucaristia deifica lanima di chi la riceve con vero
fervore.
Ora, dato che le tre Persone Divi-ne sono inseparabili, come
anche il Corpo, Sangue, Anima e Divinit di Ges Cristo, insieme a
Questi ven-gono allanima di chi si comunica, il Padre e lo Spirito
Santo, rendendola in un modo tutto speciale tempio vi-vo della
Santissima Trinit, per mez-zo di unassociazione misteriosa, ma
profondamente reale, alla vita trini-taria.
Maria ha aperto a tutte le anime le porte della
divinizzazione
La volont divina creatrice. Co-s, quando Ges ha pronunciato le
parole Questo il mio Corpo (Mc 14, 22; Lc 22, 19) e Questo il mio
Sangue (Mt 26, 28; Mc 14, 24), sta-bilendo la nuova ed eterna
Allean-za, ha operato questo sublime cam-biamento: le sostanze del
pane e del vino hanno ceduto il posto alla Divi-na Sostanza. Questa
meraviglia di-ventata possibile grazie al fiat pro-
Santa Cena, del Beato Angelico Museo di San Marco, Firenze
Gus
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Kra
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nunciato dalle labbra della Vergine Santissima.
Fin dalla sua concezione imma-colata, la Santissima Vergine
pos-sedeva una straordinaria unione con Dio ma, a partire dal
momen-to dellIncarnazione, ha raggiunto un apice inconcepibile per
noi, allo stesso tempo in cui apriva le porte della divinizzazione
per tutte le ani-me, con listituzione della Sacra Eu-
Al contrario dellalimento comune, che assimilato dallorganismo
umano, nellEucaristia Cristo che assume colui che Lo riceve
caristia, anticipazione della Pasqua definitiva nella quale
luomo diviniz-zato sazier pienamente la sua sete di infinito.In
quale forma sono spuntati nel fiat della Madonna i primi albori
dellEucaristia?
Una bella risposta a questa do-manda, ce la d SantEfrem: Maria
il sacrario in cui ha abitato il Verbo incarnato, simbolo
dellabitazione del Verbo nellEucaristia. Lo stesso Corpo di Ges,
nato da Maria, na-to per diventare Eucaristia.14
Il Beato Giovanni Paolo II spie-ga con maggior precisione e
chiarez-za: Maria ha praticato la fede eu-caristica ancora prima
che fosse isti-tuita lEucaristia, quando ha offerto il suo ventre
virginale per lIncarna-zione del Verbo di Dio. LEucaristia, nel
tempo stesso in cui evoca la Pas-sione e la Resurrezione, si
colloca nel prolungamento dellIncarnazio-ne e Maria,
nellAnnunciazione, ha concepito il Figlio divino anche nel-la realt
fisica del corpo e del san-
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Maria, Donna Eucaristica
S
22Salvami Regina Dicembre 2011
gue, in certa misura anticipando in Lei quanto si realizza
sacramental-mente in ogni credente, quando ri-ceve, nel segno del
pane e del vino, il Corpo e il Sangue del Signore.15
Da parte sua, il Prof. Plinio Corra de Oliveira, commentan-do le
belle riflessioni fatte su que-sto Mistero da San Luigi Maria
Gri-gnion de Montfort nel suo Tratta-to,16 afferma: Come Dio ha
forma-to il primo uomo a partire dalla ter-ra vergine, ancora
libera dalle male-dizioni che vi sarebbero cadute con il peccato
originale, anche il Nuo-vo Adamo stato formato, per ope-ra dello
Spirito Santo, da una terra immacolata, che la carne virginale
della Madonna.17
La creatura per eccellenza divinizzata da Cristo
Sulla prima effusione di grazie nellanima della Madonna,
com-menta Garrigou-Lagrange: La gra-zia abituale, che la Santissima
Ver-gine ha ricevuto nello stesso istante della creazione della sua
santa ani-ma, stata una pienezza nella quale gi si verificava
quello che lAngelo Le avrebbe detto il giorno dellAn-nunciazione:
Ave piena di grazia.18
Aggiunge il teologo domenica-no che, nellistante
dellIncarna-zione, Maria ha ricevuto un gran-de aumento della
pienezza di gra-zie.19 Per render pi chiara que-sta seconda
pienezza, spiega che la venuta del Verbo Incarnato nel se-no di
Maria ha prodotto in Lei tut-to quanto pu realizzare la pi
fer-vente Comunione, e altro ancora. Questo perch nellEucaristia
la-nima riceve Ges tutto intero, ma sotto le apparenze del pane,
men-tre nellIncarnazione Egli Si da-to tutto intero a Maria sotto
la sua vera forma e con un contatto imme-diato, il quale produceva
di per se stesso, ex opere operato, pi e me-glio del pi perfetto
dei Sacramen-ti, un aumento di vita divina.20
Victor Toniolo
e vogliamo riscoprire in tut-ta la sua ricchezza il rappor-
to intimo che lega Chiesa ed Eu-caristia, non possiamo
dimen-ticare Maria, Madre e modello della Chiesa. Nella Lettera
apo-stolica Rosarium Virginis Mariae, additando la Vergine
Santissima come Maestra nella contempla-zione del volto di Cristo,
ho inse-rito tra i misteri della luce anche listituzione
dellEucaristia.In ef-fetti, Maria ci pu guidare verso questo
Santissimo Sacramento, perch ha con esso una relazio-ne
profonda.
A prima vista, il Vangelo ta-ce su questo tema. Nel racconto
dellistituzione, la sera del Gio-ved Santo, non si parla di Maria.
Si sa invece che Ella era presen-te tra gli Apostoli, concordi
nel-la preghiera (At 1,14), nella pri-ma comunit radunata dopo
lA-scensione in attesa della Pente-coste. Questa sua presenza non
pot certo mancare nelle Cele-brazioni eucaristiche tra i fedeli
della prima generazione cristia-na, assidui nella frazione del
pa-ne (At 2, 42).
Ma al di l della sua parteci-pazione al Convito eucaristico, il
rapporto di Maria con lEuca-ristia si pu indirettamente deli-neare
a partire dal suo atteggia-mento interiore. Maria donna eucaristica
con lintera sua vi-ta. La Chiesa, guardando a Ma-ria come a suo
modello, chia-mata ad imitarla anche nel suo rapporto con questo
Mistero santissimo.
Madonna del Santissimo Sacramento Chiesa dei Santi
Claudio e Andrea dei Borgognoni, Roma
Mysterium fidei! Se lEucari-stia mistero di fede, che supera
tanto il nostro intelletto da obbli-garci al pi puro abbandono
al-la parola di Dio, nessuno come Maria pu esserci di sostegno e di
guida in simile atteggiamento. Il nostro ripetere il gesto di
Cri-sto nellUltima Cena in adem-pimento del suo mandato: Fa-te
questo in memoria di me! di-venta al tempo stesso accogli-mento
dellinvito di Maria ad ob-bedirgli senza esitazione: Fate quello
che vi dir (Gv 2,5). Con la premura materna testimo-niata alle
nozze di Cana, Maria sembra dirci: Non abbiate ten-tennamenti,
fidatevi della paro-la di mio Figlio. Egli, che fu ca-pace di
cambiare lacqua in vino, ugualmente capace di fare del pane e del
vino il suo corpo e il suo sangue, consegnando in que-sto mistero
ai credenti la memo-ria viva della sua Pasqua, per far-si in tal
modo pane di vita.
(Beato Giovanni Paolo II. Ecclesia de Eucharistia,
17/4/2003, n.53-54)
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Dicembre 2011 Salvami Regina23
Benedetto XVI in occasione della sua visita alla Basilica di
Aparecida il 12 maggio 2007
Cos, Maria Santissima stata per eccellenza la creatura
diviniz-zata da Cristo, non solamente at-traverso lEucaristia, ma
anche at-traverso la Presenza Reale della Se-conda Persona della
Trinit per nove mesi nel suo ventre materno.
Effetti della Presenza Reale di Ges nel seno di Maria
Si pu, pertanto, dire che, nel grande mistero dellIncarnazione,
gli effetti della Presenza Reale di Ges nellanima della Madonna
so-no stati incomparabilmente superio-ri a quelli della Comunione
sacra-mentale.
Infatti, in questa, Cristo Si d agli uomini affinch ricevano da
Lui la vita; nellIncarnazione, Egli Si da-to a Maria, ma anche ha
vissuto di Lei, nella sua natura umana, poich da Lei riceveva
lalimento e lo svi-luppo del suo Corpo, che si forma-va nel seno
virginale; in controparti-ta, Egli alimentava spiritualmente la
santa anima di Maria, aumentando in Lei la grazia santificante e la
ca-rit.21
Questo profondo rapporto tra la Madre umana e il Figlio Divi-no
cos sottolineato dal Prof. Pli-nio Corra de Oliveira: Per la legge
delle reciprocit e per la legge delle analogie, tutto indica che,
nella mi-sura in cui la Madonna dava il suo corpo a Nostro Signore,
Egli Le da-va, per cos dire, il suo spirito [...], pertanto,
durante tutto il tempo del-la gestazione, Lei ebbe progressi e doni
insondabili, meravigliosi, simi-li alla gestazione che si
verificava in Lei.22
Se Cristo desider stare in que-sto modo in Maria e, per cos
di-re, lasciarSi appropriare da Lei, sarebbe normale che Lui
rendes-se partecipe della Sua vita divi-na, al di sopra di tutte le
altre cre-ature, Colei da cui ha voluto rice-vere la Sua vita
corporea.23 Per questo, lanima di Maria, deifica-
ta, risplenderebbe della bellezza del Padre, del-lo splendore
del Verbo, degli ardori dello Spiri-to dAmore, vero Capo-lavoro
della natura e del-la grazia.24
Desiderio di diventare divino tabernacolo
Quando cessato il contatto fisico conti-nuo di Ges con sua
Ma-dre, nella nascita, Lei ha smesso di essere un sacra-rio vivo di
Cristo secon-do lespressione conia-ta da Giovanni Paolo II per
diventare lineffa-bile paradiso della sua vi-ta terrestre. Ma, il
gran-de desiderio di tornare ad essere il divino taberna-colo senza
dubbio ha ac-compagnato ininterrotta-mente la Madre di Dio.
In che modo suo Fi-glio avrebbe soddisfatto questo de-siderio?
il Papa stesso che ci ri-sponde: Ricevere lEucaristia do-veva
significare per Maria quasi accogliere di nuovo nel suo ventre quel
Cuore che aveva battuto allu-nisono con il Suo.25 Per questo, la
santa Comunione doveva essere il momento culminante del rincontro
interiore con suo Figlio. Dopo 33 anni di ardente attesa, quel
Cor-po, consegnato in sacrificio e pre-sente ora nelle specie
sacramen-tali, era lo stesso Corpo concepito nel suo ventre!.26
Daltro canto, afferma Jourdain: Si pu dire, senza timore di
sba-gliarsi, che stato principalmen-te per la sua Santissima e
Beatissi-ma Madre che Nostro Signore Ge-s Cristo ha istituito il
Sacramen-to dellEucaristia. Senza dubbio, Egli lo ha istituito per
tutta la Chie-sa, ma, dopo Ges, Maria la par-te principale della
Chiesa.27 Sen-
Hec
tor
Mat
tos
Maria il modello di come ciascuno di noi chiamato ad accogliere
il dono che Ges fa di se stesso nellEucaristia
za macchia originale o attuale, la-nima di Maria Santissima si
trova-va in condizioni superiori a quelle di qualsiasi altra
creatura umana per ricevere lalimento eucaristico e, per questo, i
suoi effetti erano stati pa-radigmatici in questa purissima
abi-tazione.
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24Salvami Regina Dicembre 2011
1 ROYO MARN, OP, An-tonio. Teologa Moral pa-ra seglares Moral
fun-damental y especial. 7.ed. Madrid: BAC, 1996, v.I, pag.200.
2 KERR, OP, Fergus. After Aquinas. Versions of Tho-mism. Oxford:
Blackwell, 2002, pag.159.
3 CL DIAS, EP, Joo Sco-gnamiglio. Sarete come dei. In: Araldi
del Van-gelo. Padova. Anno VII. N.23 (Dic., 2005); pag.6.
4 Idem, ibidem.
5 Idem, ibidem.6 Idem, ibidem.7 Idem, ibidem.8 SANTO IRINEU
DE
LIO. Adversus Hreses, l.III, cap.20, 2.
9 CCC 52.10 ROYO MARN, OP, An-
tonio. Teologa de la per-feccin cristiana. 9.ed. Madrid: BAC,
2001, pag.79-80.
11 SCHEEBEN, Matthias Joseph. As maravilhas
da graa divina. 2.ed. Pe-trpolis: Vozes, 1956, pag.120.
12 Conviene ricordare, con il Dottor Angelico, che questo
Sacramento con-ferisce spiritualmente la grazia con la virt della
carit (SAN TOMMA-SO DAQUINO. Som-ma Teologica, III, q.79, a.1,
ad.2).
13 GILSON, tienne. Le Thomisme. Introduc-tion la philosophie
de
Saint Thomas dAquin. 6.ed. Paris: Vrin, 1997, pag.424.
14 SANT EFREM, apud Texto Base para o 48 Congresso Eucarstico
In-ternacional, 2004, n.67.
15 BEATO GIOVANNI PA-OLO II. Ecclesia de Eu-charistia, n.55.
16 Cfr. SAN LUIGI GRIG-NION DE MONTFORT, Tratado da verdadeira
de-voo Santssima Vir-gem, n.16-21.
Ogni comunione di Maria, com-menta Roschini, avr dovuto,
cer-tamente, accendere quel trasporto di santo amore che ha sentito
fin dal momento dellIncarnazione; avr dovuto rinnovarLe tutte le
gioie del-la divina maternit e tutte le dolcez-ze degli abbracci
divini. Mentre Lei stringeva amorosamente contro il suo cuore quel
Corpo divino, car-ne della sua carne, Ges La inebria-va sempre di
pi col suo amore e La arricchiva con grazie specialissime. Era il
torrente della vita divina che si spargeva nel seno della Vergine
e, mentre riempiva la sua immensa ca-pacit, produceva in Lei una
capaci-t sempre maggiore. Questa, a sua volta, esigeva un altro
aumento di grazia, accumulato da Ges con una generosit
proporzionale allamo-re che sentiva per sua Madre
ama-tissima.28
Purissimo specchio che restituiva integralmente il divino
amore
Sullunione sacramentale di Ma-ria con Ges, Garrigou-Lagrange
afferma: Questa comunione sareb-be la fusione pi intima possibile,
qui sulla terra, delle sue due vite spi-rituali, come il riflesso
della comu-nione della santissima anima di Cri-sto con il Verbo, al
quale personal-
mente unito; o anche, come limma-gine della comunione delle tre
Per-sone Divine nella stessa verit infi-nita e nella stessa bont
senza limi-ti.29
Questa unione che, in certa ma-niera, trasforma lanima in Dio
con la conoscenza e lamore,30 stata in Maria come un purissimo
spec-chio che non solo restituiva integral-mente al Signore Ges la
luce e la-more da Lui ricevuti, ma li conden-sava per rifletterli
sulle anime di tut-ti gli uomini che sarebbero diventa-ti Suoi
figli con lazione della grazia. A tal punto la Madonna stata
di-
Il torrente della vita divina che si spargeva nel seno della
Vergine e, mentre riempiva la sua immensa capacit, produceva in Lei
una capacit sempre maggiore
vinizzata che la Chiesa non ha dub-bi nellapplicare a Lei la
descrizione, fatta dalla Scrittura, della Sapienza eterna, immagine
e somiglianza di Dio, superiore a tutte le creature:31 Lei un
soffio del potere di Dio, unirradiazione limpida della gloria
dellOnnipotente; [...] uneffusio-ne della luce eterna, uno specchio
senza macchia dellattivit di Dio, e unimmagine della sua bont (Sap
7, 25-26).
Maria, archetipo di piet eucaristica
NellEucaristia, come abbiamo visto, il Salvatore, che Si
incarnato nel seno di Maria da pi di venti se-coli, continua ad
esser la fonte di vi-ta divina per lumanit. E questa vita divina
permette al battezzato di con-formare i suoi pensieri e le sue
azio-ni alla volont di Dio, pensando e agendo in consonanza con
Lui.
Ora, pi che a una mera somi-glianza con il Creatore, la
voca-zione cristiana ci chiama a una ve-ra unione con Lui. Tale
unione sar reale nella misura in cui partecipia-mo a questa stessa
vita divina, nella quale siamo stati introdotti dal Bat-tesimo.
Vediamo, daltra parte, dopo que-ste brevi considerazioni, che
lEuca-
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Dicembre 2011 Salvami Regina25
17 CORRA DE OLIVEI-RA, Plinio. Conferen-za. So Paulo, 5/6/1972.
Apud: CL DIAS, EP, Joo Scognamiglio. Pe-queno Ofcio da Imacu-lada
Conceio comenta-do. 2.ed. So Paulo: As-sociao Catlica Nossa Senhora
de Ftima, 2010, v.I, pag.246.
18 GARRIGOU-LAGRAN-GE, OP, Rginald. La Mre du Sauveur et notre
vie intrieure. Paris: Cerf, 1948, pag.61
19 Idem, p.104.20 Idem, ibidem.21 Idem, ibidem.22 CORRA DE
OLIVEI-
RA, Plinio. Conferenza. So Paulo, 23/12/1968.
23 SCHEEBEN, Matthias Joseph. A Me do Sen-hor. Lisboa: Aster,
1960, p.100-101.
24 PHILIPON, OP, Marie-Michael. A verdadeira fi-sionomia de
Nossa Senho-ra. Rio de Janeiro: Olm-pica, 1956, pag.96.
25 BEATO GIOVANNI PA-OLO II, op.cit., n.56.
26 Idem, ibidem.27 JOURDAIN, Zphyr-
Clment. Somme des grandeurs de Marie. Ma-rie dans la Sainte
glise. Paris: Hippolyte Walzer, 1900, v.IV, pag.561.
28 ROSCHINI. Instruccio-nes marianas, apud RO-YO MARN, OP,
Anto-nio. La Virgen Mara. Ma-drid: BAC, 1997, pag.262.
29 GARRIGOU-LAGRAN-GE, op.cit., pag.130.
30 Idem, pag.131.31 Cfr. SCHEEBEN, A
Me do Senhor, op. cit., pag.90.
32 Idem, pag.58.33 BEATO GIOVANNI PA-
OLO II, op. cit., n.53.34 BENEDETTO XVI. Sa-
cramentum caritatis, n.33.
ristia ha raggiunto nella Madonna pienamente e in modo
insuperabile tutti i suoi effetti. In maniera singo-lare, in Lei si
consumata la diviniz-zazione della natura umana, al pun-to che
possiamo affermare che la sua partecipazione ai beni, alla vita e
alla beatitudine di Dio poggia sul-la sua piena introduzione
sostanzia-le nella famiglia divina.32
Pertanto, estremamente lode-vole prestar ascolto ai continui
ap-pelli della Chiesa, specialmente de-gli ultimi pontefici, che
invitano ad adorare Ges eucaristico per inter-mediazione della sua
Santa Madre: La Chiesa, vedendo in Maria il suo modello, chiamata a
imitarLa an-che nella sua relazione con questo mistero
santissimo33, ha afferma-to il Beato Giovanni Paolo II. Per Papa
Benedetto XVI, Lei il per-fetto modello di come ciascuno di noi
chiamato ad accogliere il do-no che Ges fa di se stesso
nellEu-caristia.34
Ecco il mezzo, per gli uomini di tutti i tempi di saziare, senza
abban-donare la condizione umana, la pro-pria sete di infinito e
raggiungere la vera divinizzazione in maniera umile, sottomessa e
amorosa , as-sumendo Maria come mezzo e ar-chetipo di piet
eucaristica.
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Statua pellegrina del Cuore Immacolato di Maria. In fondo, il
Santissimo Sacramento esposto per ladorazione perpetua nella
Cappella del Seminario
degli Araldi a Caieiras, Brasile
-
Portogallo: dieci anni di Apostolato dellIcona
M
26Salvami Regina Dicembre 2011
Messa nella Chiesa della Santissima Trinit A sinistra, la Statua
Pellegrina del Cuore Immacolato di Maria ricevuta da Mons. Manuel
Linda; al centro, loffertorio; a destra, il Vescovo Ausiliare di
Braga durante la sua omelia.
aria nostra Madre, e come tale La onora, nella sua casa, ognuno
dei partecipanti dellApostolato dellI-
cona del Portogallo, distribuiti in tutto il Paese. Una volta
allanno, in particolare, essi si riuniscono per renderle omag-gio
nel Santuario di Fatima, a Cova da Iria, dove si raccolgono in
numero sempre maggiore.
Cos, lo scorso 8 ottobre, quasi diecimila persone so-no accorse
nel luogo dove Maria apparsa ai tre pastorel-li, per celebrare il
IX Incontro Nazionale dellApostolato dellIcona in Portogallo, che
ora compie il suo decimo anno di attivit nel Paese.
Il programma dellevento iniziato con la recita del ro-sario
attorno la statua della Madonna di Fatima, nella Cap-pella delle
Apparizioni. In seguito, stato realizzato un cor-teo in direzione
della Chiesa della Santissima Trinit, dove
il Vescovo Ausiliare di Braga, Mons. Manuel Linda, ha
pre-sieduto la solenne Celebrazione Eucaristica.
Allinizio della sua omelia, egli ha affermato: So bene che siete
andati nelle famiglie e nei diversi ambienti del mondo, ad
annunciare a tutti che Dio ci vuole come sua famiglia e che questa
condizione della vera felicit. Subito dopo, ha ricor-dato il ruolo
missionario che ogni fedele deve esercitare nel-la societ,
invitando tutti alla conversione a Ges Cristo. Per questo, niente
di meglio che prendere Maria Santissima co-me modello della Nuova
Evangelizzazione, oggi cos necessa-ria: Stiamo nel Santuario della
Madonna del Rosario di Fati-ma e nel mese del Rosario. Apprendiamo
da Lei a vivere nel-le tre dimensioni in cui si basa la Chiesa di
cui Lei modello: lascolto della Parola e il suo annuncio; la
celebrazione litur-gica della fede; la vita di una carit senza
limiti.
Foto
s: N
uno
Mou
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Gab
riel
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Dicembre 2011 Salvami Regina27
Cappella delle Apparizioni Il programma ha avuto inizio con la
recita del rosario nella Cappella delle Apparizioni (foto sopra) e
si concluso con un filiale saluto alla Madonna di Fatima nel
piazzale annesso (foto sotto).
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28Salvami Regina Dicembre 2011
ella seconda met di ottobre, la Statua Pellegrina del Cuore
Immacolato di Maria ha visitato la cit-
t di Oria, in provincia di Brindisi. Essa stata accolta dal
segretario cittadino, Claudio Zanzarelli, dal parro-co di San
Francesco di Paola, Don Tommaso Presciano, e da bambini di varie
scuole della regione. Subito dopo, stata portata in processione
fino alla menzionata par-rocchia per esser venerata dai fedeli.
Si avuto anche un incontro con circa 1.200 studen-ti provenienti
da diversi collegi, a cui sono state spiega-te le apparizioni e il
messaggio della Madonna a Fatima. Nella Parrocchia San Francesco
dAssisi, Don Domeni-co Spina ha consacrato la citt alla Vergine
Maria.
Pellegrinaggio a Brindisi
Visita in una scuola
Parrocchia San Francesco dAssisiProcessione per le vie del
centro
Parrocchia San Francesco di Paola
N
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Dicembre 2011 Salvami Regina29
ei giorni 27 e 29 settembre, due religiose appartenenti alla
So-
ciet di Vita Apostolica Regina Vir-ginum hanno difeso
pubblicamente le loro tesi di dottorato in Filosofia nell auditorio
Pio XII, dellUniversit Pon-tificia Bolivariana (UPB), di Medelln,
in Colombia. Si tratta della brasilia-na Suor Juliane Vasconcelos
Almeida Campos, EP e la canadese, Suor Kyla Mary Anne MacDonald,
EP.
Due ore e mezza di dibattito
La prima ha presentato la sua tesi in-titolata Il sensus
pulchrum: chiave della relazione con lassoluto e, dopo un
di-battito di due ore e mezza, ha ricevuto il voto massimo summa
cum laude.
Su questo lavoro, uno dei mem-bri della commissione
esaminatrice, il Dott. Carlo Enrico Restrepo, professore
dellUniversit Pubblica di Antioquia, ha dato la seguente
valutazione: il suo con-tributo alla filosofia, alla teologia
mistica, allestetica e ad altri campi incontesta-bile. stimolante
incontrare opere di ta-le spessore nei nostri ambienti accademi-ci.
Lesposizione riccamente documen-tata al punto da superare la
capacit del lettore, che invece di giudicare, termina per
apprendere con la lettura.
Uno specialista nella commissione esaminatrice
Due giorni dopo, ha esposto il suo lavoro Suor Kyla, con una
tesi inti-tolata Gregorian Chant: channel of the transcendentals of
being in the me-
taphysical formation of western man (Il Canto Gregoriano: canale
per i tra-scendentali dellessere nella formazio-ne metafisica
delluomo occidentale).
Dopo unora e quaranta minuti di di-fesa, uno dei giurati, il
Dott. Ignazio Ven-to Villate, professore dellUniversit Au-tonoma di
Madrid e discepolo del famo-so direttore del coro di Silos, maestro
Francesco Lara, ha invitato gli araldi ad intonare un canto
gregoriano in azione di grazie per la riuscitissima difesa di tesi
che ha fatto guadagnare a suor Kyla il vo-to massimo, summa cum
laude.
La consegna dei titoli avvenuta il 20 ottobre nelluniversit
stessa, in una cerimonia presieduta dal Rettore Generale, Mons.
Luigi Fernando Ro-driguez Velsquez.
Domande dal vivo, via internet
Il 16 novembre scorso, il Diac. Pa-olo Beorlegui, EP, ha difeso
la sua te-si su Los dos Anglicos (I due Ange-lici), nella quale ha
dimostrato che lo-pera del celebre pittore domenicano lespressione
plastica della filosofia di San Tommaso.
A far parte della commissione esa-minatrice stato espressamente
invita-to il Dott. Ignazio Uribe Martnez, pro-fessore titolare
della Facolt di Filosofia della Pontificia Universit Cattolica di
Valparaiso, in Cile, e dottore presso lU-niversit di Firenze.
Siccome non po-tuto essere fisicamente presente, ha as-sistito alla
difesa della tesi ponendo le sue domande attraverso internet.
Dottori canonici in Filosofia
Ir. Juliane Campos, EP
Suor Kyla MacDonald, EP
N
Suor Juliane Campos difende la sua tesi nellAuditorio Pio
XIIDiac. Pablo Beorlegui, EP
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30Salvami Regina Dicembre 2011
Argentina Nella Parrocchia Santa Julia, a Buenos Aires, sono
stati visitati cinque ospedali geriatrici durante la realizzazione
di una Settimana con Maria (foto a sinistra e al centro). Nella
vicina diocesi di San Giusto, la Statua Pellegrina stata ricevuta,
con grande entusiasmo, dai fedeli della Parrocchia San Giovanni
Bosco e Santa Clara (a
destra).
Paraguay Araldi hanno organizzato il cerimoniale della solenne
Messa celebrata nel Vicariato Castrense, ad
Asuncin, giorno 13 ottobre, anniversario delle apparizioni di
Fatima.
El Salvador Nella Mattinata con Maria realizzata il 23 ottobre
scorsco nella citt di Vitria, tra le varie attivit, si snodata
unaffollata processione fino alla chiesa madre.
Brasile Il giorno 8 ottobre, il Vescovo di Bragana Paulista,
Mons. Srgio Aparecido Colombo, ha amministrato il Sacramento della
Confermazione a 189 fedeli nella Chiesa Madonna del Rosario. I
cresimandi appartengono alla
Parrocchia Madonna delle Grazie, affidata alle cure degli Araldi
del Vangelo.
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In Messico, cerimonie in onore di MariaI
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Parrocchia Sacra Famiglia (DF) Piazza dei Tori San Marco
Collegio Marista di Aguascalientes
Chiesa San Michele Arcangelo (DF)Cattedrale del Messico (DF)
Chiesa San Giovanni Bosco (Aguascalientes)
n occasione del mese del Rosario, il Coro e lOr-chestra degli
Araldi del Vangelo di Bogot hanno
partecipato, in Messico, alle cerimonie in onore della Madonna.
Esse sono state organizzate dagli araldi che l vivono.
Le prime funzioni hanno avuto luogo nella Cattedrale
Metropolitana e nelle Parrocchie San Michele Arcange-lo, Madre di
Dio di Czestochowa, Signore della Resurre-zione e Sacra Famiglia,
del Distretto Federale. Sono con-sistite in solenni celebrazioni
Eucaristiche durante le qua-li la Statua Pellegrina del Cuore
Immacolato di Maria ve-niva condotta in corteo per poi essere
incoronata dal cele-brante. Dopo la Messa, la statua rimaneva a
disposizione dei fedeli che si approssimavano per venerarla.
Nella diocesi di Aguascalientes, oltre ad un concerto nella
Cattedrale, si sono susseguite cerimonie nelle Par-rocchie del
Signore dellEncino, della Madonna del Ri-fugio, della Madonna dei
Boschi, di San Giovanni Bosco, come nel Convento della
Visitazione.
Non mancata loccasione in questi giorni per evan-gelizzare la
giovent. Sono state realizzate rappresenta-zioni musicali nel
Collegio La Salle de Seglares (DF) e nel Collegio Marista de
Aguascalientes. In questa la Sta-tua stata anche portata alla casa
di riposo San Nicola e gli araldi hanno anche partecipato a
programmi radio e TV locali. E stato an