FIRENZE FIRENZE OGGI E DOMANI TRA INDIVIDUI E FAMIGLIE OGGI E DOMANI TRA INDIVIDUI E FAMIGLIE L’AREA FIORENTINA L’AREA FIORENTINA QUANTI SIAMO E QUANTI SAREMO QUANTI SIAMO E QUANTI SAREMO Settembre 2007 La statistica per la città La statistica per la città Gianni Dugheri, Irene Ferro, Silvana Salvini, Gianni Dugheri, Irene Ferro, Silvana Salvini, Luca Secondi, Daniele Vignoli Luca Secondi, Daniele Vignoli COMUNE DI FIRENZE COMUNE DI FIRENZE
111
Embed
Rapporto Firenze finale - Ufficio comunale di statistica ...statistica.fi.it/opencms/multimedia/documents/1265123873050_Comune... · Milano. Coll. privata tratta da Pittori del Novecento
This document is posted to help you gain knowledge. Please leave a comment to let me know what you think about it! Share it to your friends and learn new things together.
Transcript
FIRENZEFIRENZE OGGI E DOMANI TRA INDIVIDUI E FAMIGLIEOGGI E DOMANI TRA INDIVIDUI E FAMIGLIE
L’AREA FIORENTINAL’AREA FIORENTINA QUANTI SIAMO E QUANTI SAREMOQUANTI SIAMO E QUANTI SAREMO
Settembre 2007 La statistica per la città La statistica per la città
La statistica per la città La statistica per la città
GGiiaannnnii DDuugghheerrii,, IIrreennee FFeerrrroo,, SSiillvvaannaa SSaallvviinnii,, LLuuccaa SSeeccoonnddii,, DDaanniieellee VViiggnnoollii FFIIRREENNZZEE:: OOGGGGII EE DDOOMMAANNII TTRRAA IINNDDIIVVIIDDUUII EE FFAAMMIIGGLLIIEE
LL’’AARREEAA FFIIOORREENNTTIINNAA:: QQUUAANNTTII SSIIAAMMOO EE QQUUAANNTTII SSAARREEMMOO
COMUNE DI FIRENZE
Sistema Statistico Nazionale Comune di Firenze Ufficio Comunale di Statistica Dirigente Riccardo Innocenti Responsabile Posizione Organizzativa Statistica Gianni Dugheri Ha collaborato Elisa Molino Immagine di copertina Carlo Carrà "Madre e figlio" - 1917 Milano. Coll. privata tratta da Pittori del Novecento in Toscana, Firenze 1979
Premessa Conoscere le principali caratteristiche demografiche della popolazione è alla base dell’attività di programmazione di un’amministrazione comunale. Si pensi, ad esempio, all’organizzazione di servizi come la programmazione scolastica, quella dei servizi sociali e assistenziali oppure al piano per l’edilizia o ai piani urbanistici. Nell’ambito della consolidata collaborazione tra il Comune di Firenze e il Dipartimento di Statistica dell’Università di Firenze, ci si è proposti di sviluppare l’analisi dei movimenti demografici della città. Lo studio, a oggi, ha portato a individuare il profilo demografico di Firenze (Francesca Regina, Silvana Salvini, Daniele Vignoli - “La popolazione a Firenze. Il profilo demografico della città”. Dicembre 2003) e ha prodotto una ricerca sulla percezione dei fenomeni demografici da parte dei cittadini (Gianni Dugheri, Francesca Regina, Silvana Salvini – “La percezione dei fenomeni demografici”. Aprile 2004). In particolare sono state approfondite – assieme allo studio del movimento naturale e migratorio – le caratteristiche strutturali della popolazione e delle famiglie. Con questo obiettivo, si sono esaminati i legami fra dinamica demografica, in particolare le tendenze e le caratteristiche della fecondità e del movimento migratorio, e la distribuzione della popolazione. La descrizione e l’interpretazione dei due fondamentali fenomeni di rinnovo demografico hanno consentito di predisporre le ipotesi di base per la costruzione di scenari demografici utili a verificare le conseguenze delle dinamiche assunte, al fine di predisporre piani di intervento sul territorio. A partire dai risultati ottenuti, due sono gli obiettivi principali che si è dato il gruppo di ricerca per i lavori successivi:
• allargare l’area di studio superando i confini amministrativi del Comune; esigenza, questa, dettata dal fatto che coloro che gravitano su Firenze spesso non vi risiedono, ma provengono dai comuni limitrofi;
• dotare l’amministrazione di uno strumento previsivo delle dinamiche demografiche con il quale stimare, anno per anno, l’ammontare della popolazione per singola età, che consenta di rivedere le ipotesi fatte ogni volta che divengano disponibili i dati reali precedentemente stimati.
Ogni studio di demografia locale non può prescindere dalla considerazione che un comune ha tali reti di relazione, in termini di scambi demografici, commerciali ecc. da non poter essere considerato in alcun modo un’isola. E’ il caso di Firenze, per cui ampi studi già condotti sulla mobilità e sulla struttura demografica hanno messo in luce le interrelazioni con il suo hinterland, formato da comuni che per vari motivi sono inscindibili dal capoluogo stesso. Vista la positiva esperienza delle ricerche passate e in considerazione dell’importanza che le ricerche sulla popolazione hanno nell’attività di programmazione dell’Amministrazione Comunale il progetto “Profilo demografico della città e dell’area fiorentina” è stato inserito nel Programma Statistico Nazionale 2005-2007 e confermato poi nei successivi. Importante è stata la riflessione su quali dati utilizzare: coinvolgendo altri dieci comuni oltre a Firenze si è creato un problema di omogeneità dei dati raccolti. Si è quindi deciso di utilizzare le copie delle anagrafi ricevute dai comuni per l’analisi descrittiva, mentre per le previsioni dell’area è stato necessario ricorrere ai dati Istat relativi alla struttura per sesso e per età della popolazione, al numero di iscritti e cancellati dalle anagrafi per immigrazione o emigrazione e di iscritti in anagrafe per nascita. Infatti, non sempre i dati che provenivano dagli altri comuni interessati erano in grado di fornire informazioni coerenti circa i movimenti in entrata e in uscita dai comuni stessi. Minori sono stati i problemi incontrati nella stima della mortalità poiché si è ritenuta ancora valida la tavola di mortalità provinciale del 2002; scelta, questa, motivata anche dallo scarso peso che il fenomeno riveste nelle previsioni rispetto alle nascite e soprattutto alle migrazioni e immigrazioni, eventi, questi ultimi, che negli ultimi anni hanno conosciuto un forte trend positivo.
Un nodo da sciogliere è stata la scelta dell’ammontare minimo di popolazione per il quale è sensato fare delle previsioni demografiche: nel caso dell’area fiorentina, le previsioni sono fattibili solo a livello di area complessiva con o senza Firenze; nessuno degli altri comuni dell’area raggiunge infatti la soglia minima ritenuta accettabile per effettuare delle previsioni credibili. Un’esigenza emersa in occasione della predisposizione del Piano Strutturale di Firenze è stata quella di ideare uno strumento previsivo riguardante le dinamiche dei nuclei familiari. L’analisi delle famiglie è stata possibile, almeno per il momento, solo per Firenze e non per gli altri comuni dell’area. Bisogna però dire che non sono molte le esperienze, nazionali ed internazionali, a cui fare riferimento: l’importanza di questa analisi risiede anche nel suo aspetto di innovazione sperimentale. In questo volume si trovano quindi due distinti rapporti di ricerca:
• Nel primo lavoro, “Firenze: oggi e domani tra individui e famiglie”, sono stati analizzate, utilizzando i dati di anagrafe, le caratteristiche strutturali e le dinamiche in termini di natalità, mortalità e migratorietà della popolazione fiorentina per aggiornare ed ampliare le ricerche precedentemente svolte: l’aggiornamento consiste, in primo luogo, nell’utilizzo di dati più recenti, in secondo luogo nella costruzione di un sistema previsivo aggiornabile di anno in anno con i nuovi dati disponibili, in maniera da poter monitorare costantemente l’efficacia delle ipotesi di previsione ed eventualmente modificarle. L’ampliamento rispetto al precedente lavoro riguarda invece la costruzione di previsioni sulle famiglie, costruite sulla base delle caratteristiche analizzate, con il metodo della capifamiliarità.
• Nel secondo lavoro, “L’Area Fiorentina: quanti siamo e quanti saremo”, sono stati coinvolti i comuni che circondano Firenze. Grazie alla collaborazione degli uffici anagrafici dei comuni di quella che è stata chiamata “cintura allargata” (comprendenti i comuni di Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Fiesole, Impruneta, Scandicci, Sesto Fiorentino, Calenzano, Lastra a Signa, Signa e Vaglia), è stato possibile analizzare le strutture delle popolazioni residenti confrontando la realtà del comune di Firenze, con quelle dei comuni circostanti e, sulla base di opportune ipotesi, valutare l’evoluzione della popolazione nel suo complesso.
Indice Introduzione……………………………………………………………………………………………………… 9 1. La popolazione residente…………………………………………………………………………………… 10 1.1 La presenza straniera nel comune.……………………………………………………………………… 13 1.2 I flussi migratori……………………..……………………………………………………………………… 16 1.3 La fecondità: un’analisi per contemporanei…………………………………………………………… 18 2. Previsioni demografiche su scala locale per il Comune di Firenze…………………………………. 21 2.1 Nuovi obiettivi e nuove finalità nelle previsioni…………………….…………………………………. 21 2.2 I risultati: quali modificazioni nella struttura per età?…………….…………………………………. 22 2.2.1 Il periodo 2004-2009……………………………………..…………….…………………………………. 22 2.2.2 Quanto sono attendibili le nostre previsioni?……..…………….…………………………………. 24 2.2.3 Le previsioni nel medio periodo: la popolazione al 2021 nelle diverse ipotesi di previsione 25 3. Una caratterizzazione delle famiglie fiorentine…………………………………………………………. 31 3.1 Caratteristiche del capofamiglia…………………………………………………………………………. 32 3.2 Le famiglie unipersonali………..…………………………………………………………………………. 36 3.3 Le famiglie nucleari……………..…………………………………………………………………………. 39 3.4 Famiglie e caratteristiche all’interno dei quartieri.-.…………………………………………………. 41 3.5 Le famiglie straniere………………………………….....…………………………………………………. 44 4. Le previsioni derivate delle famiglie………………………………………………………………………. 47 Alcune considerazioni di sintesi……………………………………………………………………………… 52 Appendice: il metodo dei capifamiglia……………………………………………………………………… 53 Riferimenti bibliografici…………………………….………………………………………………………….. 54
Introduzione Questo rapporto di ricerca rappresenta la naturale evoluzione di uno studio avviato 4 anni fa, con l’obiettivo di analizzare, utilizzando i dati di anagrafe, le caratteristiche strutturali e le dinamiche in termini di natalità, mortalità e migratorietà della popolazione di Firenze. La prima fase della ricerca si è concretizzata nello studio delle caratteristiche demografiche della popolazione registrata dell’anagrafe al 31/12/2001, e nella costruzione di scenari evolutivi il cui scopo era quello di presentare delle alternative plausibili di evoluzione futura della popolazione fiorentina. In questa sede intendiamo aggiornare ed ampliare la ricerca precedentemente svolta: l’aggiornamento consiste, in primo luogo, nell’utilizzo di dati più recenti, relativi alla popolazione residente al 31/12/2004, in secondo luogo nella costruzione di un sistema previsivo aggiornabile di anno in anno con i nuovi dati disponibili, in maniera da poter monitorare costantemente l’efficacia delle ipotesi di previsione ed eventualmente modificarle. L’ampliamento rispetto al precedente lavoro riguarda invece la costruzione di previsioni sulle famiglie, costruite sulla base delle caratteristiche analizzate, con il metodo della capifamiliarità (cfr. appendice 1) Preliminare alla costruzione delle ipotesi di previsione, degli individui e delle famiglie, è certamente l’analisi delle dinamiche che muovono la popolazione. Pertanto nei paragrafi che seguono affronteremo la descrizione delle caratteristiche strutturali della popolazione fiorentina, lo studio della presenza straniera e della migratorietà e della fecondità recente a Firenze (par. 1); il secondo paragrafo avrà come oggetto la presentazione delle previsioni demografiche della popolazione del comune; il terzo paragrafo verterà sulla caratterizzazione delle famiglie e infine nel quarto presenteremo un esercizio di proiezione delle famiglie stesse, sulla base della popolazione prevista in precedenza.
1. La popolazione residente La popolazione residente del Comune di Firenze al 31/12/2004 risulta composta da 367.536 abitanti, con una diminuzione, dal 1991, di oltre 35.000 persone (fig. 1.1), di cui l’8,2% con cittadinanza straniera; un dato importante se confrontato con la presenza straniera riscontrata a Prato, che nel 2004 è pari a 9,1% (Ferro et al.). Firenze negli ultimi anni ha vissuto un consistente incremento della presenza straniera, che è passata dai 25.431 residenti del 2002 ai 30.163 del 2004 (aumento del 18,6%), rispetto ad una diminuzione molto più marcata, nello stesso periodo, dei residenti italiani.
Fig. 1.1 Popolazione residente per sesso al 31/12 degli anni 1991-2004
Dal confronto delle piramidi per età dei residenti complessivi e dei residenti stranieri risultano evidenti le differenze in termini di struttura per sesso ed età: la popolazione straniera si concentra nelle classi di età attive (tra i 20 ed i 49 anni) e nelle età infantili; questa situazione porta la piramide dei residenti complessivi ad allargarsi nella parte centrale e alla base (fig. 1.2). Per meglio comprendere le caratteristiche della popolazione è utile esaminare alcuni indicatori di struttura: l’indice di vecchiaia (IV), che viene calcolato come rapporto tra gli ultrasessantacinquenni e
la popolazione giovanile compresa tra 0 e 14 anni 100140
65 ×=−
+
PP
IV
nel 2004 è pari a 231,0% (IVm=176,5% e IVf=288,5%): ogni 100 residenti di età inferiore ai 15 anni sono presenti 231 persone di età superiore ai 64 anni (a Prato nel 2004, IV=149,0%).
Fig. 1.2 Piramidi per età al 31/12/2004: a) residenti; b) residenti stranieri.
Nota: a) popolazione residente per sesso ed età rapportata alla popolazione residente complessiva; b) popolazione straniera residente per sesso ed età rapportata alla popolazione straniera residente complessiva. Altri due indici descrittivi delle caratteristiche strutturali di una popolazione sono l’indice di ricambio (IR) e l’indice di dipendenza (ID):
1001915
6460 ×=−
−
PP
IR 1006415
65140 ×+
=−
+−
PPP
ID
Nel 2004 l’IR è pari a 186,5% (IRm=166,3% e IRf=207,4%), mentre ID, che mostra quante persone che “pesano” sulla società ci sono ogni 100 persone in età lavorativa ha un valore di 57,7% (IDm=50,7% e IDf=64,5%); più in dettaglio, 17,4 (IDg) sono i giovani ancora in età non lavorativa (0-14) e 40,3 (IDs) gli anziani (65+) non più in età produttive, ogni 100 persone in età 15-64 anni. L’esame congiunto dei tre indicatori di struttura mette in evidenza che il processo di invecchiamento in atto nella popolazione fiorentina continua ad essere più rapido di quello regionale: la Toscana al 01/01/2004 aveva un indice di vecchiaia pari a 191,4 e l’indice di dipendenza era 53,4 (www.demo.istat.it). Dalla figura 1.3 possiamo notare che tali indici hanno valori particolarmente elevati per le donne; questa differenza tra i sessi è dovuta alla maggior presenza delle donne nella classe di ultrasessantacinquenni e in generale, come abbiamo osservato precedentemente, nelle classi più anziane. È infatti significativo l’indice di vecchiaia femminile: per 100 ragazze che hanno meno di 15 anni ci sono 288,5 donne che ne hanno più di 64.
Fig. 1.3 Indici di struttura secondo il sesso al 31/12/2004
Tab. 1.1 - Indicatori demografici al 01/01/2003
Indice di Vecchiaia Indice di Dipendenza Indice di Ricambio
Firenze 194,5 54,1 206,3
Prato 147,0 47,0 135,7
Toscana 192,6 52,9 161,8
Italia 133,8 49,8 118,7 Fonte: www.demo.istat.it Tutto questo naturalmente si riflette nella suddivisione della popolazione per stato civile (figura 1.4). In particolare la categoria dei vedovi/e comincia ad avere consistenza notevole oltre i 65 anni e, come peraltro già rilevato, prevale nettamente la componente femminile, con un peso dell’84,7%, a causa delle differenze tra i sessi in termini di speranza di vita (nel 2001 per le donne 83,4 anni contro i 78,1 per gli uomini). La prevalenza di donne è evidente anche tra i divorziati/e ma in maniera molto più contenuta (65,4%). In questo caso la differenza per genere è da attribuirsi principalmente alla maggiore propensione degli uomini a contrarre un nuovo matrimonio dopo lo scioglimento di un’unione (Istat, 2007).
Fig. 1.4 Piramide per età, per sesso e per stato civile al 31/12/2004.
1.1 La presenza straniera nel comune La popolazione straniera, ad oggi, assume una forte rilevanza nel contesto demografico del Comune; Firenze è, infatti, una delle città italiane con la più alta percentuale di popolazione straniera. Il fenomeno migratorio, che ha avuto origine all’inizio degli anni ’80, si è sviluppato rapidamente, assumendo un’incidenza sempre più consistente sulla popolazione complessiva. Se al 31/12/2001 gli stranieri iscritti erano 23.621 (il 6,3% della popolazione complessiva), al 31/12/2004 siamo arrivati a 30.163, passando all’8,2% dei residenti, un valore, quindi, molto più elevato di quelli evidenziati sia a livello nazionale (in Italia nello stesso anno la quota di stranieri sul totale era di 4,1%), sia a livello disaggregato per ripartizione, per regione e per provincia: infatti nel Centro la quota è pari a 5,1%, in Toscana 5,4%, per raggiungere il 6,7% nella provincia di Firenze (ISTAT, 2005).
Tab. 1.2 Popolazione residente con cittadinanza straniera al 31/12/2004 SESSO
CONTINENTE F M Totale Unione Europea 3.608 4.137 7.745Altri paesi europei 2.269 823 3.092Africa 1.894 3.079 4.973America nord-centro 760 324 1.084America sud 2.024 1.178 3.202Asia 5.020 4.995 10.015Oceania 31 14 45Altri paesi 4 3 7
Totale 15.610 14.553 30.163 A questo proposito è da osservare che gli eventuali incrementi anagrafici verificatisi negli ultimi anni a Firenze, come in tutto il paese, non sono interamente attribuibili a veri e propri aumenti di popolazione. I recenti dati Istat mostrano un’Italia “in crescita” nel 2004, con un numero delle nascite che ha superato quello dei decessi, tuttavia “un quarto dell’incremento (152mila unità) sono «anime morte» risuscitate; si tratta di persone che per varie ragioni non sono state censite 4 anni fa […] Per due terzi il saldo del 2004 è dovuto al saldo dell’immigrazione dall’estero, ma c’è da tener conto che si tratta, in parte (azzardo: almeno per la metà), di persone che vivevano già in Italia da anni e che sono stati regolarizzati con la sanatoria del 2002, ma che per le lungaggini dei provvedimenti amministrativi hanno potuto acquisire la residenza con molto ritardo” (Livi Bacci, in La Repubblica 28/06/2005). Come si legge nello stesso articolo, inoltre, un’altra parte di incremento è dovuta ai ritardi nelle registrazioni anagrafiche, con il risultato che dell’apparente incremento anagrafico riscontrato nel 2004, solo un terzo è in realtà provocato da un aumento delle nascite; tale aumento, oltretutto, è dovuto per il 9% alle straniere e, se è vero che il numero di stranieri è cresciuto, non è poi così certo che siano approdati in Italia nel corso del 2004. Ma torniamo alla situazione del comune di Firenze: più in dettaglio, gli stranieri sono stati classificati all’interno di sette categorie principali sulla base della cittadinanza: Unione Europea, Altri paesi europei, Africa, America del nord e centrale, America del Sud, Oceania e Asia. Attualmente circa il 13% dei residenti stranieri è composto da Cinesi, e le altre quattro etnie maggiormente presenti, Albanesi, Filippini, Rumeni e Peruviani rappresentano complessivamente il 35,5%. Tab. 1.3 Gruppi etnici più numerosi al 31/12/2004
Cittadinanza Femmine Maschi Totale % sul totale degli stranieri
Cina 1.788 2.130 3.918 12,99Albania 1.345 2.093 3.438 11,40Filippine 1.676 1.258 2.934 9,73Romania 1.162 1.133 2.295 7,61Perù 1.265 790 2.055 6,81 Un’analisi degli stranieri simile a quella già effettuata per l’intera popolazione è di sicuro interesse: la componente femminile risulta prevalente (circa il 52%) e, esaminando la popolazione in base alle classi di età, emerge che ben il 68% appartiene a quelle comprese tra i 20 e i 49 anni (quota che scende al 40% nella popolazione complessiva). Questi dati portano naturalmente ad ottenere dei valori degli indici, prima descritti, molto diversi da quelli ottenuti per la popolazione fiorentina nel suo complesso. L’indice di vecchiaia ha un valore pari a 13,3, l’indice di dipendenza è 23,2 e quello di
ricambio risulta 33,3. Ciò conferma come la presenza di persone ultra-sessantacinquenni con cittadinanza straniera sia molto esigua. Al 31/12/2004 il 52,7% degli stranieri risulta celibe o nubile, i coniugati sono circa il 43,4%, mentre i divorziati e i vedovi sono pari complessivamente al 3,9%.
Rifredi/Le piagge
31%
Isolotto/Legnaia
11%
Gavinana/Galluzzo
8%
Centro31%
Campo di marte19%
Fig. 1.5 Presenza straniera nei quartieri al 31/12/2004.
Analizzando, poi, la distribuzione degli stranieri nei cinque quartieri in cui è diviso il Comune è evidente come la più alta concentrazione si registri nel Centro e a Rifredi/Le Piagge (rispettivamente il 31,3% ed il 31,2%). A Gavinana/Galluzzo la presenza di cittadini stranieri è molto più contenuta, infatti è il 7,6% della popolazione straniera (Figura 1.5). La situazione del Centro si conferma anche valutando la quota di residenti stranieri sul totale della popolazione in ciascun quartiere (Tab. 1.4). Tab. 1.4 Percentuale degli stranieri residenti sul totale della popolazione in ogni quartiere - 31/12/2004
Quartiere Percentuale
Centro 13,9
Campo di marte 6,3
Gavinana/Galluzzo 5,5
Isolotto/Legnaia 5,1
Rifredi/Le Piagge 9,1 Tab. 1.5 Distribuzione degli stranieri per quartiere di residenza e continente di provenienza al 31/12/2004 Continente
Quartiere Africa America_NC America_S Asia Europa Oceania Altri paesi Totale Centro 36,0 43,4 27,0 28,0 32,3 60,0 28,6 31,3Campo di marte 18,3 20,7 25,0 16,4 18,5 15,6 28,6 18,6
1.2. I flussi migratori La disponibilità dei dati anagrafici relativi agli anni 2002, 2003, 2004 ha consentito di aggiornare la serie storica dei flussi migratori già costruita dal 1991 al 2001 (Regina, Salvini, Vignoli, 2003). Nel complesso degli ultimi tre anni il saldo migratorio è positivo (+4.345 unità) e su questo risultato hanno un peso determinante gli ultimi due anni: come si vede dai dati in Tab. 1.6, infatti, il 2003 e il 2004 si distinguono per un numero di iscritti molto maggiore rispetto a quello degli altri anni e ciò probabilmente è dovuto, in parte ad un reale maggiore afflusso di persone, ma anche, e soprattutto per il 2003, alle regolarizzazioni che hanno fatto seguito all’introduzione della legge Bossi-Fini. Tab. 1.6 Serie storica degli immigrati e degli emigrati del Comune di Firenze dal 1991 al 2004.
Fig. 1.6 Immigrati e emigrati del Comune di Firenze dal 1991 al 2004.
Esaminando le piramidi per età degli immigrati e degli emigrati possiamo dire che c’è un sostanziale equilibrio in termini di presenza maschile e femminile. Per quanto riguarda i movimenti migratori degli italiani sul territorio, questo non è un dato che stupisce. Se invece consideriamo i flussi di popolazione straniera, il dato può avere diverse cause: nei primi anni in cui Firenze ha visto arrivare gruppi consistenti di stranieri, questi erano per lo più giovani uomini (in gran parte provenienti dal nord Africa) che approdavano in Italia nella speranza di poter trovare un lavoro che consentisse loro di mantenersi e di mandare parte dello stipendio alla famiglia rimasta a casa. Oggi molti di questi hanno trovato una sistemazione stabile e regolare in Italia e la scelta delle donne (spesso con figli) rimaste in patria è stata quella di emigrare e raggiungere il marito. In questo senso si può parlare di una crescente immigrazione femminile legata ai ricongiungimenti familiari. Un altro aspetto da considerare è il fatto che negli ultimi anni Firenze è méta di gruppi etnici diversi rispetto a quelli di alcuni anni fa, e caratterizzati da diversi modelli migratori: abbiamo già detto che la quota maggiore di flussi in entrata proviene dalla Cina e da qui, nella maggior parte dei casi, si spostano famiglie intere; in aumento è anche l’immigrazione dai paesi dell’Est europeo, paesi dai quali sono soprattutto le giovani donne ad emigrare per lavorare come badanti agli anziani e come collaboratrici domestiche. Questi due aspetti, insieme considerati, concorrono ad equilibrare la presenza tra uomini e donne stranieri nel comune di Firenze.
Fig. 1.7 Piramide per età degli immigrati (a) e degli emigrati (b) nel/dal Comune nel 2004
1.3 La fecondità: un’analisi per contemporanei La tendenza della fecondità registrata negli ultimi anni a Firenze non fa eccezione rispetto all’andamento a livello regionale e nazionale. Già dall’osservazione delle piramidi per età della popolazione al 31/12/2004 abbiamo infatti notato che negli ultimi anni la base della piramide si è allargata, segno di un lieve “ringiovanimento” della popolazione. Quanto all’origine di tale mutamento, l’aspetto che ha coinvolto maggiormente la città di Firenze è costituito proprio dalle migrazioni. L’aumento di immigrazione straniera - concentrata prevalentemente nelle età 20-49 anni e quindi nelle età riproduttive - ha portato con sé comportamenti fecondi piuttosto lontani da quelli delle donne italiane, con la conseguenza di un “effetto-rialzo” sulla fecondità complessiva. Questo fenomeno infatti, già sostanziale a livello nazionale, diviene più significativo se scendiamo a livello locale (Magherini e Mencarini, 2001), e la città di Firenze, come già rilevato, ha una quota massiccia di popolazione straniera residente (l’8,2% nel 2004), proveniente per la maggior parte dalla Cina (13% degli stranieri) e dall’Albania (11,4%). I primi provengono da un paese in cui il regime di fecondità ha subito un processo di riduzione velocissimo e marcato - il tasso di fecondità totale (TFT) stimato per il 2005 è pari a 1,7 (ONU, 2005) - ma non per scelte dei singoli, quanto per una politica molto rigida di pianificazione familiare da parte dello Stato; questo porta a pensare che sia naturale una fecondità più elevata da parte di queste comunità. La popolazione albanese invece tutt’oggi presenta regimi di fecondità più elevati rispetto alla popolazione fiorentina, con un TFT che misura circa 2,29 figli per donna (ONU, 2005). Ci soffermeremo quindi sullo studio della fecondità differenziale per nazionalità della madre, in modo da evidenziare le eventuali diversità e le possibili relazioni tra movimenti migratori e fecondità. Alcune precisazioni tecniche prima di passare alla presentazione dei risultati: l’analisi della fecondità che presentiamo ha per oggetto gli ultimi tre anni i cui dati erano disponibili nei registri anagrafici dei nati (2002-2004). Come per l’analisi degli aspetti strutturali della popolazione, si è scelto di lavorare per età singole; la popolazione residente nel comune di Firenze ha infatti una numerosità sufficiente a giustificare uno studio di questo tipo: il numero di nati in ogni anno di calendario da donne in età x è abbastanza robusto e non fortemente condizionato da fattori casuali. Negli ultimi anni non si riscontra una tendenza evidente al rialzo o al ribasso per la fecondità: il TFT del comune di Firenze dal 2002 al 2004 è passato dal valore di 1,10 al valore di 1,08.
Come si vede dai valori in Tab. 1.7 il tasso di fecondità per le donne italiane è inferiore a quello della popolazione totale, comprensiva cioè delle donne straniere che si mantengono su livelli di fecondità prossimi ai due figli per donna. Tab. 1.7 Tasso di fecondità totale nel comune di Firenze dal 2002 al 2004: di tutte le donne residenti, delle donne italiane, delle donne straniere.
2002 2003 2004
TFT 1,10 1,14 1,08
TFT straniere 2,13 1,98 1,86
TFT italiane 0,98 1,05 0,96 È interessante osservare che i comportamenti fecondi di italiane e straniere residenti a Firenze si distinguono anche in termini di cadenza: l’età media al parto delle donne italiane nel 2004 era di 33,5 anni; le donne straniere invece in media hanno figli intorno ai 28 anni (Tab. 1.8). Tab. 1.8 Tasso di fecondità totale ed età media al parto per le donne italiane, per le straniere e valori complessivi. Valori relativi al 2004.
Totale Straniere Italiane TFT < 30 0,35 1,18 0,20
TFT >= 30 0,73 0,68 0,76
TFT 1,08 1,86 0,96
Età media al parto 32,20 27,96 33,50 A giudicare dal modello di fecondità per età descritto in figura 1.8, possiamo dire che c’è un reale anticipo nella realizzazione della fecondità da parte delle immigrate di origine non italiana, rispetto alle donne italiane. I fenomeni esaminati hanno messo in luce una fase della demografia della città sempre più caratterizzata dalla crescente immigrazione. Di conseguenza, almeno secondo i dati più recenti, sembra essere la presenza straniera il motore dei cambiamenti che, anche in tempi relativamente brevi, potrebbero soprammettersi al tradizionale equilibrio demografico locale.
2. Previsioni demografiche su scala locale per il comune di Firenze
2.1-Nuovi obiettivi e nuove finalità nelle previsioni Lo studio delle manifestazioni recenti non consente, da solo, di comprendere le implicazioni di medio e lungo periodo delle nuove tendenze in atto. E’ necessaria, allora, la costruzione di alcuni scenari di popolazione, su orizzonti temporali di medio termine, che permettano di riflettere sulla portata delle conseguenze dell’attuale situazione demografica. Per il Comune di Firenze e per i relativi quartieri di residenza, sono già stati realizzati scenari demografici di medio periodo (Regina, Salvini, Vignoli 2003), guardando alla sua struttura per sesso ed età ed all’andamento intrinseco che la caratterizza negli ultimi anni: la bassa natalità, l’aumento di longevità (specialmente femminile) e la crescente immigrazione. La costruzione di tali scenari ha costituito, quanto meno, un’occasione per riflettere e ragionare sulla nuova realtà demografica e sulle sue implicazioni di medio periodo. Una popolazione “chiusa nelle proprie mura”, infatti, si troverebbe di fronte ad una drastica contrazione demografica, concentrata nelle classi che prendono parte ai processi di produzione–riproduzione. In questo quadro evolutivo, poi, si inseriscono le migrazioni che rappresentano la variabile che più potrà modificare il futuro demografico di Firenze, sia in termini di ammontare totale, che di struttura per sesso ed età (Salvini, Vignoli 2004). A tale proposito sottolineiamo che, in un momento di così rapide trasformazioni, la realizzazione di previsioni demografiche per piccole aree, con l’obbiettivo di cogliere sul territorio l’impatto delle trasformazioni in corso, rappresenta un’operazione più che mai rischiosa. La dinamica demografica di una popolazione dipende direttamente dal modo in cui gli effetti dei flussi demografici, sia naturali (nascite e morti), sia migratori, si combinano tra loro. I fenomeni di natalità e mortalità presentano una certa stabilità ed inerzia, almeno nel breve e medio periodo. La migratorietà rappresenta, invece, la componente più complessa da trattare in termini previsivi e, allo stesso tempo, anche il vero “motore” dell’evoluzione demografica a livello locale. In particolare, la consistenza, la direzione e la composizione dei flussi migratori può essere soggetta a rapide fluttuazioni che possono essere legate sia al contesto (come, ad esempio, un cambiamento nella politica di regolamentazione dei permessi di soggiorno) che a scelte individuali (nella maggior parte dei casi di ordine economico e sociale) le cui conseguenze risultano difficilmente quantificabili. Tuttavia la richiesta da parte delle amministrazioni locali di informazioni sul futuro demografico delle popolazioni urbane è crescente. In particolare, l’interesse è sempre più rivolto a conoscenze che non siano esclusivamente “strumentali”, ma che piuttosto possano costituire una risorsa di tipo “strategico” per l’amministrazione comunale, al fine di identificare l’insorgere o l’evolversi delle principali problematiche di natura socio-demografica. In questo senso, allora, cadono i motivi per una previsione demografica di lungo periodo, in quanto le variabili economiche, politiche e sociali che ad essa si devono connettere, si prestano solo a pianificazioni di breve e medio termine. Mentre in grosse collettività le dinamiche evolutive di popolazione mutano molto lentamente, altrettanto non avviene per collettività più ridotte, esposte al rischio di improvvisi e rapidi cambiamenti di comportamento. Questo vale in particolar modo per quel che riguarda la mobilità: i movimenti migratori obbediscono a leggi economiche e a politiche normative pressoché imprevedibili e i mutamenti in quest’ottica possono essere sia consistenti sia rapidissimi. Ciò attenua la validità del principio di inerzia su cui si basano le previsioni e può, nel corso del tempo, rendere improvvisamente obsoleto il dato rilevato e la previsione che ad esso si affida (Golini, De Simoni, Gesano 1982). Sarà allora necessario che le previsioni demografiche per piccole aree siano effettuate in modo tale da permettere un loro continuo aggiornamento sulla base delle modifiche che dovessero intervenire sulla dinamica demografica (ibidem).
Cambiano dunque finalità ed obbiettivi di questo nuovo esercizio previsivo1. Ciò che si è voluto realizzare, in questa successiva fase della ricerca, è stata la costruzione di un impianto previsivo stabile. Alla base di questo vi è l’ipotesi di una lieve ripresa economica e demografica della città: si ipotizza una crescita, nei diversi settori produttivi, della domanda di lavoro ed una valorizzazione sia quantitativa che qualitativa delle risorse umane disponibili. Questa prospettiva sottintende che il saldo migratorio continui ad aumentare: un’offerta di lavoro crescente costituisce una forza attrattiva considerevole, soprattutto per chi vive in paesi in cui le prospettive di vita sono poco appetibili. Sulla base di queste considerazioni, si è quindi assunto che i flussi in entrata e in uscita subiscano un incremento. Riprendendo l’esame delle tendenze recenti dei movimenti migratori, si è stimato un incremento annuo pari all’1%. Per la fecondità l’ipotesi è di raggiungimento del numero medio di figli per donna registrato a livello nazionale nel 2004, pari a 1,3 (Istat, 2005); tale ripresa è attribuibile in parte all’aumento della presenza straniera di cui si è ipotizzata la continuazione, oltre al presumibile “recupero” delle generazioni che fino ad oggi sembrano aver rinviato le scelte di fecondità (Salvini, Ferro, 2005; Golini, 2005). Infine, per quanto riguarda la mortalità, abbiamo ipotizzato che i livelli si mantengano costanti, sulla base della tavola di mortalità provinciale più recente (2001). In effetti nel breve periodo anche i lievi e auspicabili aumenti della sopravvivenza porterebbero comunque a variazioni relative ed assolute della popolazione poco rilevanti. L’algoritmo previsivo lavora pertanto su base annuale, cosicché il 31 Dicembre dell’anno successivo all’anno base della previsione possano già essere disponibili i dati anagrafici che potranno immediatamente essere confrontati con i dati previsti, dei quali risulterà possibile valutare la correttezza. L’orizzonte temporale scelto per la previsione è di 5 anni, ma l’idea è che per l’anno successivo sia di volta in volta realizzata aggiornando la popolazione base della previsione con quella reale disponibile in anagrafe. In questo modo sarà possibile effettuare i dovuti controlli ed eventualmente modificare le ipotesi di previsione, così da ottenere un risultato sempre più solido ed affidabile. Realizzare previsioni per età singole consente inoltre di aggregare la popolazione prevista in classi di età rappresentative, così da fornire dei risultati immediatamente fruibili e più interpretabili rispetto a quelli che si avrebbero con previsioni su classi quinquennali. In particolare, abbiamo scelto di aggregare le classi in utenza potenziale dell’asilo nido (0-2 anni), utenza potenziale della scuola materna (3-5 anni), utenza potenziale della scuola elementare (6-10 anni), utenza potenziale della scuola media inferiore (11-13 anni), utenza potenziale della scuola media superiore (14-18 anni), fascia di età giovanile (19-29 anni), corpo centrale della popolazione (30-64 anni), popolazione anziana (a partire dai 65 anni di età). Riportiamo infine – con il particolare obiettivo di confrontare i risultati con l’esercizio previsivo effettuato nella precedente ricerca basata sui dati anagrafici al 31.12.2001 e costituita da scenari diversificati al 31.12.2021 (Regina, Salvini, Vignoli, 2003) – il prolungamento dell’andamento della popolazione (e dei relativi indicatori) anche negli anni successivi, fino alla stessa data, il 31.12.2021. Nella costruzione di tali scenari, che avevano lo scopo di presentare i possibili quadri evolutivi derivanti da diverse ipotesi (di stazionarietà, di contrazione e di espansione dei fenomeni demografici), la variabile dominante era costituita dalle tendenze dei movimenti migratori, le cui dimensioni e caratteristiche condizionavano pesantemente i risultati delle proiezioni. 1 La metodologia utilizzata per la produzione degli scenari si basa sul metodo “cohort component” (Salvini, Santini, Vignoli, 2006): tecnicamente, si tratta di “far invecchiare” le persone di ciascun gruppo di età, cioè di calcolare, data una certa probabilità di sopravvivenza, la popolazione dopo 1 anno. Oltre a questo, occorre far intervenire la fecondità, per prevedere quanti bambini nasceranno nel frattempo, e la migratorietà, per vedere quante persone si aggiungeranno o usciranno dalla popolazione.
2.2 I risultati: quali modificazioni nella struttura per età? 2.2.1 Il periodo 2004-2009 Durante il primo quinquennio di previsione (2004-2009) l’ammontare totale della popolazione passa da 367.050 a 364.177 (con una lieve diminuzione dello 0,8%). In particolare il mutamento della popolazione maschile è di –286 unità (gli uomini passano da 171.239 a 170.953) e di quella femminile è di –2.587 unità (le donne passano da 195.811 a 193.224)2.
(a)
1,00 0,50 0,00 0,50 1,00
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
>100
maschi femmine
(b)
0,010 0,005 0,000 0,005 0,010
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
>100
maschi femmine
Fig. 2.1 - Piramidi per età: (a) 31/12/2004; (b) previsione al 31/12/2009. Per quanto riguarda la struttura per sesso ed età (fig. 2.1) soffermiamoci sull’analisi delle classi di età rappresentative (cfr. figure 2.2(a) – 2.2(i)). Nel 2004 il contingente in età 0-2 anni, che comprende la fascia dei nuovi nati ed identifica l’utenza potenziale dell’asilo nido, corrisponde a 8.939 unità (2,4% della popolazione complessiva). Al termine del periodo previsivo in tale classe di età si prevede una diminuzione del contingente, che passa a 7.922 unità (2,2% della popolazione totale). Il contingente della classe di età che rappresenta l’utenza potenziale della scuola materna (3-5 anni), nel quinquennio passa da 8.529 a 7.898 (cioè da una percentuale del 2,3% al 2,2% del totale della popolazione). I bambini in età 6-10 anni corrispondono, in linea di massima, al contingente di scolari della scuola elementare; nel 2004 esso ammonta a 12.821 (pari al 3,5% del complesso della popolazione residente). La sua consistenza complessiva appare crescente per tutto il quinquennio previsivo, divenendo pari a 14.495 (il 4% dall’intera popolazione). Nel 2004 la popolazione residente in età 11-13 corrisponde a 7.644 unità (2,1% della popolazione residente), che identifica in larga misura il contingente di studenti della scuola media inferiore3. Secondo le nostre ipotesi, l’andamento complessivo di questa coorte sarà caratterizzato da un aumento totale del 5,2% fino a raggiungere la numerosità di 8.059 unità. 2 L’ipotesi di costanza nei livelli dei movimenti migratori e della fecondità sui valori medi del triennio 2002-2004, porterebbe differenze contenute dell’andamento della popolazione, sia dal punto di vista strutturale sia della sua dimensione. I risultati dell’esercizio pertanto non sono inclusi nel presente rapporto anche se sono disponibili. 3 Secondo le vigenti definizioni dei contingenti scolastici.
La classe di età 14-18 comprende, con approssimazione variabile, tutti gli studenti che contribuiscono a formare l’utenza potenziale della scuola media superiore. Al 31/12/2004 tali coorti ammontano a 12.665 ragazzi; l’evoluzione prevista per tale contingente descrive una sostanziale stabilità fino al termine del periodo previsivo, in cui si contano 13.008 unità. Il quadro demografico relativo a queste coorti costituisce la premessa per la valutazione quantitativa degli studenti della scuola secondaria; tuttavia in queste considerazioni ovviamente non teniamo conto dei tassi di scolarità dei residenti e di eventuali movimenti pendolari per motivi di studio tra i vari comuni della provincia. I residenti nel comune di Firenze che hanno tra 19 e 29 anni ammontano a 38.500 (il 10,5% del complesso della popolazione). Il trend numerico previsto per questa classe (si passa a 36.050 unità, che rappresentano quasi il 10% del totale della popolazione) risente dei significativi effetti della denatalità che ha caratterizzato la storia demografica recente dai primi anni ’70 fino al picco negativo del 1995. Questo gruppo di individui, che contiene al suo interno la fascia di popolazione che si affaccia sul mercato del lavoro, si presta ad una doppia lettura. Se, da un lato, si potrà verificare una riduzione della pressione sul mercato del lavoro, dall’altro, ipotizzando una sostanziale stabilità delle condizioni socio-economiche, diventerà sempre più difficoltoso il ricambio generazionale delle forze di lavoro (per i prossimi anni solo lievemente bilanciato dall’apporto numerico degli immigrati che, peraltro, in generale non occupano gli stessi segmenti di specializzazione dei residenti). Il corpo centrale della popolazione (30-64 anni) nel 2004 conta 189.364 unità, corrispondenti al 51,6% dei residenti del comune; nell’arco della previsione il contingente sarà caratterizzato da una sostanziale stabilità, infatti, nel 2009 sarà costituito da 185.097 unità (pari al 50,8% del totale). Infine il 25,5% del complesso della popolazione residente è formato da persone in età anziana (oltre i 65 anni la popolazione è di 93.740 unità). Queste classi di età, presumibilmente, non subiranno nei prossimi cinque anni significative variazioni: per il 2009 si prevedono 91.648 unità. Questa lieve riduzione, che può apparire poco intuitiva, è spiegata dall’avvicinarsi ai 90 anni della coorte dei nati durante la prima guerra mondiale. Tale coorte è inevitabilmente ridotta rispetto a quelle precedenti e darà luogo, in un momento in cui il senso comune suggerisce che la popolazione anziana non possa che aumentare, ad una diminuzione dei novantenni. In sintesi, come del resto era prevedibile, si prospetta una struttura per età della popolazione sostanzialmente sbilanciata verso le classi di età più mature. In valori assoluti questo si esplica in un calo di circa 7.378 individui di 20-39 anni e, allo stesso tempo, una sostanziale stabilità degli ultra-sessantacinquenni. La significativa diminuzione nella classe tra i 20 e i 39 anni è il frutto della forte denatalità che ha caratterizzato la città – come del resto l’intero paese – tra gli anni ’70 e la prima metà degli anni ’90. Quanto appena osservato sottolinea come l’invecchiamento della popolazione sia dovuto, non solo all’aumento degli anziani, ma anche, e soprattutto, alla diminuzione degli individui più giovani.
2.2.2 Quanto sono attendibili le nostre previsioni? Torniamo sull’importanza che riveste il grado di attendibilità e accuratezza dei risultati, nel caso si vogliano produrre vere e proprie previsioni di popolazione4. La qualità delle previsioni è determinata da una validità esterna, cioè è necessario, oltre ad un modello concettualmente solido, anche un riscontro effettivo delle previsioni nel futuro (Preston, Heuveline e Guillot, 2001). In particolare, l’ammontare ed il segno degli errori che si sono commessi nella previsione della popolazione nelle sue varie componenti illumina sulla causa che può averli generati, e può costituire un’utile guida nella predisposizione di nuove previsioni (Livi Bacci, 1999). Si è allora deciso di valutare la “solidità” del nostro impianto previsivo ipotizzando che se l’approccio
4 La distinzione tra proiezioni e previsioni è alla base di quasi tutta la letteratura demografica che tratta questi argomenti. Le proiezioni sono il risultato di calcoli formali e forniscono la rappresentazione di un assetto futuro di popolazione, indipendentemente dalla verosimiglianza dei presupposti; la conoscenza dell’evoluzione della popolazione serve, invece, all’utente per compiere delle decisioni (Terra Abrami, 1998)
funziona nel passato, questo possa ragionevolmente funzionare anche per il futuro. Per far ciò si è operata una previsione a partire dal 31/12/2002, cristallizzando i valori dei parametri demografici di mortalità, fecondità e migratorietà e valutandone poi l’errore relativo per gli anni 2003 e 2004, di cui conosciamo i valori reali (quelli effettivamente osservabili dall’anagrafe del comune). La più immediata e semplice misura della qualità di una previsione al tempo t è data dal calcolo dell’errore relativo commesso:
)()()(
tPtPtP
EP−
= ,
dove P(t) è la popolazione reale al tempo t e PP(t) è la popolazione prevista al tempo t. La Tab. 2.1 mostra che l’errore relativo commesso nel prevedere la popolazione per classi di età singole nel 2003 e 2004 è intorno allo 0,4%. Tale risultato appare particolarmente soddisfacente e consente da un lato, di validare il metodo utilizzato e, dall’altro, di guardare alle previsioni qui proposte, almeno per quanto concerne i primi anni a partire dal 2005, con una certa fiducia. Tab. 2.1 Valutazione dell’errore relativo commesso nella previsione dell’ammontare totale della popolazione per gli anni 2003 e 2004.
Popolazione osservata Popolazione prevista Errore relativo 2003 369.588 368.229 0,4 2004 367.050 365.968 0,3
2.2.3 Le previsioni nel medio periodo: la popolazione al 2021 nelle diverse ipotesi di previsione
La proiezione nel medio periodo delle tendenze demografiche degli ultimi anni ha evidentemente la sola finalità di disegnare un quadro di riferimento per la popolazione futura. L’obiettivo fondamentale della ricerca che ha preceduto questo lavoro (Regina, Salvini, Vignoli, 2003), consisteva nella predisposizione di scenari futuri basati su ipotesi diversificate di evoluzione del movimento naturale e del movimento migratorio, senza costituire previsioni ragionate con gradi di affidabilità a priori. In questa fase della ricerca, invece, i risultati che presentiamo per l’evoluzione della popolazione fino al 31/12/2021 costituiscono soltanto il proseguimento delle proiezioni proposte per il quinquennio 2005-2009 sopra commentate, e hanno l’obiettivo di confrontare le conseguenze delle ipotesi di prosecuzione degli andamenti demografici con le ipotesi del lavoro precedente, in particolare alle ipotesi sui movimenti migratori. Con questa premessa, sotto le ipotesi di lieve incremento dei livelli di fecondità e di migratorietà, e di stabilità del modello di mortalità provinciale del 2001, nel 2021 la popolazione fiorentina conterebbe 361.445 abitanti, l’1,6% in meno della popolazione residente al 31/12/2004. Tale decremento della popolazione è certamente il risultato dell’attuale saldo naturale negativo, che nemmeno il massiccio afflusso di immigrati riesce a bilanciare. Osservando i valori dei principali indici di struttura si nota che, se gli andamenti attuali proseguissero nel futuro, si assisterebbe ad un lieve ringiovanimento della popolazione, e infatti l’indice di vecchiaia passerebbe dal valore attuale di 231 a quello di 215,8, dovuto prevalentemente alla struttura per età degli immigrati e all’ipotizzato incremento della fecondità. Si avrebbe, infatti, anche un lieve miglioramento in termini di “sostituzione” tra la popolazione giovane (15-19 anni) e la popolazione in età 60-64 anni, infatti l’indice di ricambio passerebbe da 186,5 a 157,8. Tab. 2.2 Indicatori di struttura della popolazione al 2004 (dati osservati) e al 2021 (dati previsti) Indice di vecchiaia Indice di ricambio Indice di dipendenza
Come si ricorderà, le previsioni realizzate nella ricerca che ha preceduto il lavoro che qui presentiamo, mostravano ben altri scenari futuri per il Comune di Firenze. In particolare il quadro che si prospettava era quello di una popolazione in aumento, al contrario di quanto risulta secondo le ipotesi di proseguimento delle tendenze demografiche attuali. La sostanziale diversità dei risultati, come si è detto, è in primo luogo il prodotto della diversa ipotesi riguardante i movimenti migratori. Questa è senza dubbio la variabile che più delle altre ha la capacità di modificare la dimensione e la composizione della popolazione fiorentina. Il confronto dell’attuale piramide delle età con quella ottenibile sulla base della invariabilità dei livelli e dei modelli migratori sottolinea il processo di “rarefazione” delle età più giovani, soprattutto se la compariamo con quanto appariva nel caso di una crescita lineare dei flussi. In mancanza di una decisa inversione di tendenza della fecondità, è evidente come il ringiovanimento della popolazione sia legato ad una crescita del tutto improponibile delle migrazioni.
(a)
1,00 0,50 0,00 0,50 1,00
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
>100
maschi femmine
(b)
0,010 0,005 0,000 0,005 0,010
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
>100
maschi femmine
Fig. 2.3 - Piramidi per età: (a) 31/12/2004; (b) previsione al 31/12/2021.
Fig. 2.2 – Classi rappresentative della popolazione del Comune; 31/12 degli anni dal 2000 al 2021.
3. Una caratterizzazione delle famiglie fiorentine Le famiglie registrate nel Comune di Firenze al 31 dicembre 2004 risultano essere 174.918 con un numero medio di componenti pari a 2,08. Sottolineiamo, tuttavia, che il quadro che si può derivare da una fonte di tipo anagrafico non è altro che una fotografia delle famiglie ad un dato istante. Per questo motivo ogni volta che si parlerà di “numero di componenti per famiglia” o di “numero di figli” si intenderà implicitamente descrivere queste caratteristiche come risultano dall’anagrafe: l’uscita di un figlio dalla famiglia di origine, ad esempio, produce, a livello anagrafico, la riduzione numerica della famiglia dei genitori, e dà luogo ad una sottostima del numero medio di figli per coppia. La ripartizione secondo la tipologia, illustrata nel fig. 3.1, è stata effettuata seguendo una classificazione che prevede le seguenti categorie di famiglie: unipersonale: composta da persone sole che non vivono all’interno di un nucleo familiare; solitario: composto da un soggetto che rappresenta il capofamiglia e da altre persone non apparentate con lui, definite come conviventi, aggregati o affini; senza struttura: composto da un capofamiglia e altre persone apparentate con lui, ma non legate da vincoli di coppia o di filiazione. È possibile anche la presenza di soggetti ai quali non è stato possibile attribuire un rapporto di convivenza more-uxorio, quelli appunto che vengono definiti conviventi, aggregati, affini; solo coniugi: nucleo composto da una coppia sposata, anche in questo caso è possibile la presenza di conviventi, aggregati, affini; coniugi e figli: nucleo composto da una coppia sposata con uno o più figli, anche in questo caso è possibile la presenza di conviventi, aggregati, affini; padre e figli: composto da un nucleo formato da un genitore di sesso maschile con uno o più figli. È possibile la presenza di conviventi, aggregati, affini; madre e figli: composto da un nucleo formato da un genitore di sesso femminile con uno o più figli. È possibile la presenza di conviventi, aggregati, affini; estesa: composta da un nucleo e da altre persone apparentate con il nucleo, ma non facenti parte di un nucleo proprio, per esempio una coppia di coniugi che vive con la madre del capo famiglia; è possibile la presenza di conviventi, aggregati, affini; multipla: composta da più di un nucleo, per esempio, una coppia di coniugi che vive con i genitori o i suoceri del capofamiglia. È possibile la presenza di conviventi, aggregati, affini; figlio e genitori: composta da uno o più figli che vivono con i propri genitori, in cui uno dei figli si dichiara capofamiglia.
Come si nota, si ha una netta prevalenza delle famiglie unipersonali (42,1%), tipologia familiare che rispetto all’analisi del 2001 (Regina, Salvini, Vignoli, 2003), effettuata anch’essa sulla base dei dati dell’Anagrafe Comunale, evidenzia un incremento di oltre 4 punti percentuali. “Coniugi e figli” costituisce la seconda tipologia familiare maggiormente presente nel comune fiorentino con una percentuale del 22,5%. Di seguito, con un valore del 16,5%, si trova “solo coniugi”. L’8,6% è, invece, composto da “madre e figli” mentre il resto si suddivide, con valori percentuali che oscillano tra l’1,1 e il 2,7 per cento, tra le altre tipologie. 3.1 Caratteristiche del capofamiglia La nostra analisi vuole evidenziare, inizialmente, gli aspetti principali dei capifamiglia per riuscire poi, su questa base, a delineare un profilo delle famiglie fiorentine. D’ora in avanti continueremo a definire le caratteristiche della famiglia in termini delle informazioni dell’intestatario del foglio di famiglia che, solo per semplicità, chiameremo capofamiglia. Da una prima analisi, effettuata operando una distinzione per sesso, si nota per il contesto fiorentino una caratterizzazione maschile della propensione ad essere capofamiglia (61%). E’ interessante, a tale proposito, svolgere una ulteriore specificazione andando ad inserire la variabile età, in modo tale da riuscire ad evidenziare la variabilità dei capifamiglia, distinti per sesso5, all’interno di ciascuna classe e tra le classi stesse. (Tab. 3.1). Dall’analisi della Tab. 3.1 emerge, innanzitutto, che gli uomini rappresentano una quota superiore alla metà in tutte le classi di età, eccezion fatta per le età più giovani (classe di età “tra 20 e 29 anni”) – suggerendo una maggiore propensione delle donne giovani ad uscire dalla famiglia di origine, mentre i giovani tendono a rimanere all’interno della famiglia di origine almeno fino a 30 anni - e per quelle più avanzate (classe di età “70 e più”). Infatti per la classe di età comprendente coloro che hanno 70 anni o più si nota la maggior frequenza delle donne ad essere capofamiglia con un percentuale del 38,4% superiore di circa 15 punti rispetto al valore degli uomini, dovuto al fatto che le donne anziane rimangono vedove con maggiore frequenza, e quindi formano un nucleo unipersonale.
5 Le differenze rispetto al sesso, sono meglio identificabili dal rapporto capofamiglia maschi sul totale dei capifamiglia (Cfm/Cftot).
Tab. 3.1 Capifamiglia per classi di età e sesso Maschi Femmine CfM/Cftot Minore di 20 0,0 0,1 55,0Tra 20 e 29 4,1 5,5 53,6Tra 30 e 39 16,3 14,9 63,1Tra 40 e 49 18,7 14,7 66,4Tra 50 e 59 19,1 13,0 69,5Tra 60 e 69 18,5 13,4 68,470 e più 23,3 38,4 48,7
Totale 100,0 100,0 61,0 Introducendo la variabile “stato civile” (Tab. 3.2), si nota che oltre la metà dei capifamiglia fiorentini sono coniugati (54,2%); rilevante anche il 22,8% di capifamiglia con stato civile “celibe o nubile”; nel 18,3% dei casi il capofamiglia è, invece, vedovo, mentre nel 4,7% è separato o divorziato. Disaggregando in base al sesso si riesce ad evidenziare che oltre il 74% dei capifamiglia maschi è coniugato; allo stesso tempo, si può affermare che nelle altre quattro categorie, le donne capofamiglia presentano sempre una percentuale superiore rispetto agli uomini: in particolare, per quanto riguarda lo status di vedovanza, le donne raggiungono un valore percentuale pari al 39,5%. Tab. 3.2 Capifamiglia per stato civile e sesso (valori percentuali) Maschi Femmine Totale Celibe/Nubile 18,5 29,6 22,8Coniugato/a 74,2 22,8 54,2Vedovo/a 4,7 39,5 18,3Divorziato/a 2,6 8,1 4,7
Totale 100,0 100,0 100,0 E’ interessante ora andare ad indagare la composizione delle famiglie per numero di componenti. Al valore percentuale del 42,1% costituito dalle famiglie unipersonali, si affianca un 54,6% che corrisponde alle famiglie con un numero di componenti compreso tra 2 e 4. Si ha inoltre che il 3,3% delle famiglie fiorentine è composta da più di 4 componenti. All’interno di questa categoria si nota che, sebbene le famiglie di tipo “allargato” costituiscano quasi la metà delle famiglie con più di 4 componenti (si ha, rispettivamente, una percentuale del 23% per le famiglie estese e del 22% per le famiglie multiple), la percentuale più elevata e pari al 38% è da attribuire alla tipologia “coniugi e figli”. A questo punto del nostro studio, risulta interessante concentrarsi sulle singole tipologie familiari; nel prosieguo si farà riferimento, in particolare, ai nuclei composti da una sola coppia. Come emerge dal Fig. 3.2, quasi la metà (47,7%) delle famiglie di soli coniugi è caratterizzata da un capofamiglia di età superiore ai 69 anni; facendo una riflessione riguardante il “vissuto della coppia”, questo fa pensare ad un nucleo familiare caratterizzato da una coppia anziana i cui figli non risiedono nello stesso nucleo familiare.
Fig. 3.2 Famiglie formate da soli coniugi per classe di età del capofamiglia (v. percentuali)
All’interno della tipologia esaminata si nota, inoltre, che il 26% dei capifamiglia ha un’età compresa tra i 60 e i 69 anni, l’11,5% tra i 50 e i 59, mentre soltanto il 7,7% ha un’età compresa tra i 30 e i 39 anni e, addirittura soltanto l’1% ha un’età compresa tra i 20 e i 29 anni. Quest’ultimo dato conferma, da un lato, l’attuale tendenza dei giovani, per diverse motivazioni, a ritardare il passo del matrimonio all’età di circa 28 anni (Santini, Giovannelli, 2006), dall’altro il costante invecchiamento della popolazione. Per quanto riguarda le tipologie familiari “madre con figli” e “padre con figli” approfondiamo il caso in cui si abbia la presenza di ulteriori individui che non siano figli. Tab. 3.3 Famiglie per tipologia e numero componenti
2 componenti 3 o 4 componenti Più di 4 componenti Totale
Madre e figli 70,5 28,6 0,9 100 Padre e figli 46,2 50,9 2,9 100
Totale 64,7 33,9 1,4 100 A tale proposito le tabelle 3.4 e 3.5 di seguito riportate, mostrano per il padre, una maggiore propensione ad una convivenza “more uxorio”. Prendendo in considerazione una famiglia con un unico genitore e 1 figlio si hanno, in totale, 3 componenti nel 62,9% dei casi nella tipologia “padre e figli”; per le madri, invece, la stessa percentuale è pari all’11,2%. Il numero di padri che convivono con altre persone si innalza se si considerano quattro componenti (di cui due figli): nel 71% dei casi considerati, si ha la presenza di un’ulteriore persona, non imparentata con i membri del nucleo, all’interno della famiglia; è ragionevole ipotizzare che si tratti di una convivenza “more uxorio” . Raffrontando, come fatto precedentemente, con il valore percentuale riportato dalla tipologia “madre e figli” nelle medesime condizioni, si assiste ad una valore del 26,6%. Tab. 3.4 Famiglie di padri con figli per numero di figli e numero di componenti Numero componenti PADRE CON FIGLI 3 4 Un figlio 62,9 16,3Due figli 37,1 71,0Tre figli --- 12,7
Tab. 3.5 Famiglie di madri con figli per numero di figli e numero di componenti Numero componenti MADRE CON FIGLI 3 4 Un figlio 11,2 3,3Due figli 88,8 26,6Tre figli -- 70,1
Totale 100,0 100,0 La composizione percentuale per classi di età dei capifamiglia di sesso maschile riflette il naturale ciclo di vita familiare (Tab. 3.6). Tab. 3.6 Capifamiglia maschi per età e tipologia della famiglia (valori percentuali) Età del capofamiglia <20 20-29 30-39 40-49 50-59 60-69 70 e più Unipersonale 93,3 74,5 44,4 29,5 20,6 16,5 20,6Solitario 3,3 6,5 4,5 1,8 0,8 0,4 0,3Senza Struttura 1,7 3,1 1,5 0,8 0,6 0,7 0,9Solo Coniugi 5,1 11,3 7,7 15,3 37,0 54,8Coniugi e figli 4,9 30,7 51,2 52,6 35,1 14,8Padre e figli 3,4 5,0 5,6 5,1 4,1 3,2Estesa 0,8 1,3 1,9 3,0 3,1 2,6Multipla 0,3 0,4 0,7 1,5 2,9 2,8Figli e genitori 1,7 1,4 0,9 0,8 0,5 0,2 0,0
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Un capofamiglia di età inferiore ai 30 anni si inquadra, per la quasi totalità dei casi, all’interno delle tipologie “unipersonale” e “solitario”; questa evidenza può essere spiegata adducendo motivazioni, quali lo studio o il lavoro fuori della propria città natale, che spingono molti giovani a trasferirsi e risiedere nel capoluogo fiorentino. La stessa situazione, con percentuali però relativamente più basse, si riscontra nelle donne. Per la classe di età 30-39 si assiste a due situazioni diverse. Per i maschi, sebbene la tipologia “unipersonale” rimanga ancora la più frequente, si assiste ad un rialzo, rispetto alla classe di età precedente, per la tipologia “coniugi e figli”: dal 4,9% si passa, infatti, al 30,7%. Per quanto riguarda i capifamiglia di sesso femminile, invece, oltre il 60% continua a permanere nella tipologia “unipersonale”. All’interno delle classi di età 40-49 e 50-59 la tipologia di famiglia maggiormente presente, per quanto concerne i capifamiglia di sesso maschile, risulta essere “coniugi e figli”. Ad una età del capofamiglia superiore ai 60 anni, si assiste, per gli uomini, quale naturale evoluzione del ciclo familiare, alla dominanza della tipologia “solo coniugi”. Confrontando, per le stesse classi di età, le situazioni dei capifamiglia di sesso femminile, si riesce a rilevare una dominanza delle tipologie “unipersonale” e “madre con figli”, situazioni che lasciano presagire uno status di vedovanza delle donne.
Tab. 3.7 Capifamiglia femmine per età e tipologia della famiglia
3.2 Le famiglie unipersonali Le famiglie unipersonali sono 73.594, di cui il 59,9% costituito da soggetti di sesso femminile. Da notare che, sulla totalità di donne sole, il 45,4% ha una età maggiore di 69 anni. Per quanto riguarda gli uomini, se si escludono le prime due classi di età, si assiste ad una distribuzione molto più omogenea. Tab. 3.8 Famiglie unipersonali per classi di età e sesso (valori percentuali) Maschi Femmine Minore di 20 0,2 0,1Tra 20 e 29 11,0 7,0Tra 30 e 39 26,1 14,4Tra 40 e 49 19,9 10,8Tra 50 e 59 14,3 9,9Tra 60 e 69 11,1 12,470 e più 17,4 45,4
Totale 100,0 100,0 Questo si spiega osservando che le donne che vivono da sole sono prevalentemente vedove (la percentuale è pari al 42,6%), contrariamente ai maschi che, invece, vivono da soli soprattutto se celibi.
Età del capofamiglia <20 20-29 30-39 40-49 50-59 60-69 70 e più
Fig. 3.3 - Famiglie unipersonali per classi di età e sesso (valori percentuali) Tab. 3.9 Famiglie unipersonali per stato civile e sesso del capofamiglia (valori percentuali) Maschi Femmine Celibe/Nubile 54,3 37,6Coniugato/a 27,3 13,2Vedovo/a 11,5 42,6Divorziato/a 6,9 6,6
Totale 100,0 100,0
54,3
27,3
11,56,9
37,6
13,2
42,6
6,6
0
10
20
30
40
50
60
Celibe/Nubile Coniugato/a Vedovo/a Divorziato/a
Maschi Femmine
Fig. 3.4 Famiglie unipersonali per stato civile e sesso del capofamiglia (valori percentuali) E’ interessante, a questo punto dello studio, indagare la distribuzione per classi di età dei capifamiglia, all’interno delle famiglie unipersonali, distinguendo per stato civile. Per quanto riguarda lo stato civile “celibe o nubile” si evidenzia, come già accennato in precedenza, una spiccata concentrazione, sia per gli uomini che per le donne, nella classe di età compresa tra 30 e 39 anni che rappresenta anche il limite superiore di un trend crescente. A partire dalla classe di età successiva, si assiste, infatti, ad una progressiva diminuzione delle percentuali, eccezion fatta per l’ultima classe di età con riguardo alle donne.
Le famiglie unipersonali con capofamiglia coniugato rappresentano, per un certo verso, l’anomalia di questa tipologia familiare; le motivazioni che possono essere associate a questa situazione sono di due tipi: la separazione di fatto, o la diversa iscrizione anagrafica dei coniugi per ragioni fiscali, legate ad esempio al possesso di due abitazioni di proprietà. A tale proposito, osservando la distribuzione percentuale, si evidenzia una maggiore presenza di capifamiglia che pur vivendo da soli sono coniugati, in età comprese tra i 40 e i 49 anni. Tab. 3.10 Famiglie unipersonali con capofamiglia celibe o nubile per classi di età e sesso del capofamiglia (valori percentuali) Maschi Femmine Minore di 20 0,3 0,2Tra 20 e 29 18,7 17,1Tra 30 e 39 36,8 30,0Tra 40 e 49 20,0 16,7Tra 50 e 59 10,7 10,2Tra 60 e 69 7,0 8,770 e più 6,5 17,1
Totale 100,0 100,0 Tab. 3.11 Famiglie unipersonali con capofamiglia coniugato per classi di età e sesso del cf (valori percentuali) Maschi Femmine Minore di 20 Tra 20 e 29 3,1 3,8Tra 30 e 39 21,0 20,3Tra 40 e 49 27,4 22,7Tra 50 e 59 21,2 22,7Tra 60 e 69 15,4 18,270 e più 11,9 12,3
Totale 100,0 100,0 Tab. 3.12 Famiglie unipersonali con capofamiglia vedovo per classi di età e sesso del cf (v.p.) Maschi Femmine Minore di 20 Tra 20 e 29 Tra 30 e 39 0,1 0,1Tra 40 e 49 0,8 0,6Tra 50 e 59 2,9 2,6Tra 60 e 69 11,8 12,270 e più 84,4 84,5
Totale 100,0 100,0 Tab. 3.13 Famiglie unipersonali con capofamiglia divorziato o separato per classi di età e sesso del cf (v.p.) Maschi Femmine Minore di 20 Tra 20 e 29 0,2 0,5Tra 30 e 39 6,1 7,0Tra 40 e 49 23,1 19,2Tra 50 e 59 33,6 29,7Tra 60 e 69 24,6 23,470 e più 12,4 20,2
3.3 Le famiglie nucleari In questa sezione del nostro studio, concentriamo l’analisi su quelle famiglie formate da almeno due persone, che rivestono, quindi, il carattere di nucleo; di qui il termine di famiglie nucleari. L’ammontare di queste famiglie si determina facilmente per differenza, escludendo dalla totalità delle famiglie, le unipersonali. In valori assoluti, procedendo in tal senso, rivolgeremo la nostra analisi a 101.334 “aggregati”. Un primo focus che è possibile realizzare riguarda la distribuzione delle famiglie nucleari secondo lo stato civile del capofamiglia. Dalla Tab. 3.14 si nota che per il 79,8% dei casi, il capofamiglia è coniugato. Addentrandoci ancora di più nell’analisi e andando a distinguere per sesso, è possibile asserire che, qualora il capofamiglia sia maschio, il 92,2% dei capifamiglia è coniugato. La stessa percentuale per le donne, alla luce anche della minore frequenza con cui la capifamiliarità femminile si riscontra nella realtà, è pari al 40,1% Tab. 3.14 Famiglie nucleari per stato civile e sesso del capofamiglia (valori percentuali) Femmine Maschi Totale Celibe/nubile 15,3 4,8 7,2Coniugato/a 40,1 92,2 79,8Vedovo/a 33,9 2,1 9,7Divorziato/a 10,7 0,9 3,3
Totale 100,0 100,0 100,0 Sarebbe limitativo non trattare la distribuzione delle famiglie nucleari secondo la tipologia familiare. Dalla fig. 3.5 risulta che la famiglia tipica (“coniugi e figli”) ha un’incidenza del 38,8%. Le coppie senza figli sono il 28,5%. Allo stesso tempo emerge, anche, l’avanzare di quelle che è possibile definire come “famiglie nuove”: le famiglie monogenitori costituiscono circa il 20% del totale (la percentuale, sempre sul totale, di “madre e figli” è del 14,9%), mentre le famiglie composite (ossia l’estesa e la multipla) risultano pari al 7%.
28,5
2,7
5,11,9 1,0
2,4
14,9
4,7
38,8
Solitario Senza struttura Solo coniugi
Coniugi e figli Padre e figli Madre e figli
Estesa Multipla Figli e genitori
Fig. 3.5 Famiglie (escluse le unipersonali) secondo la tipologia (valori percentuali)
Restringendo l’analisi alle sole famiglie con figli, si può affermare che esse sono, in valore assoluto, 65169 e che costituiscono quindi il 37,2% delle famiglie totali. Suddividendo per tipologie familiari si ha che il 60,3% è rappresentato da “coniugi e figli”, il 23,2% da “madre e figli”, il 7,3% da “padre e figli”, il 6,4% da famiglie di tipo esteso e, infine, il 2,8% da famiglie multiple. Tab. 3.15 Famiglie con figli secondo la tipologia (valori assoluti e percentuali) Valori percentuali Valori assoluti Coniugi e figli 60,3 39.305Padre e figli 7,3 4.176Madre e figli 23,2 15.112Estesa 6,4 1.813Multipla 2,8 4.753
Totale 100,0 65.159 Per quanto riguarda il numero di figli presenti all’interno delle famiglie fiorentine, nel 63,7% dei casi è presente un unico figlio, nel 31% sono presenti due figli e soltanto nel 4,5% tre figli, mentre il resto è distribuito tra famiglie che hanno dai quattro ai dodici figli. Andando ad analizzare la distribuzione delle diverse tipologie familiari secondo il numero di figli (Tab. 3.16 ) si nota l’elevato peso percentuale (26,7%) della tipologia “madre e figli” nel caso di famiglie con un unico figlio.
0,10,0
0,60,1
0,2
Coniugi e figli Padre e figli Madre e figli Estesa Multipla
Fig. 3.6 Famiglie con figli secondo la tipologia (valori percentuali) Tab. 3.16 Famiglie con figli per numero di figli e tipologia familiare (valori percentuali di riga)
Coniugi e figli Estesa Madre e figli Multipla Padre e figli Totale Un figlio 54,3 7,6 26,7 3,0 8,4 100,0Due figli 71,0 4,2 17,0 2,2 5,6 100,0Tre figli 70,4 4,8 17,2 3,4 4,2 100,0Più di tre figli 71,9 5,2 14,2 6,0 2,7 100,0 Al crescere della presenza di figli (e quindi facendo riferimento alla presenza di due, tre e più di tre figli) si nota, oltre al permanere della predominanza per la tipologia “coniugi e figli”, il peso crescente della famiglia “multipla”, il cui valore percentuale associato, nell’ultimo caso (più di tre figli) sale al 6%. E’ interessante continuare a studiare la presenza di figli nelle tipologie di famiglia in esame, andando ad analizzare la loro distribuzione percentuale, all’interno di ciascuna tipologia. Ebbene, come si nota dalla Tab. 3.17, all’interno di tutte le tipologie considerate, la presenza di un unico figlio assume sempre una percentuale superiore alla metà dei casi considerati; in particolare, questa percentuale
raggiunge il valore massimo per la famiglia estesa (75,8%). Questo riesce a specificare che, anche laddove il numero di componenti e il legame tra di essi porti a definire la famiglia come “allargata”, il numero di figli presente all’interno rimane in linea con la distribuzione rispetto al totale osservata in precedenza. Tab. 3.17 Famiglie con figli per numero di figli e tipologia familiare (valori percentuali di colonna)
Coniugi e figli Estesa Madre e figli Multipla Padre e figli Un figlio 57,3 75,8 73,4 68,3 73,5Due figli 36,5 20,3 22,8 24,4 23,7 Tre figli 5,2 3,3 3,3 5,5 2,6Più di tre figli 1,0 0,6 0,5 0,8 0,2
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Considerando l’età del capofamiglia si nota che, per la classe di età compresa tra 40 e 49 anni, la tipologia di famiglia maggiormente presente è “coniugi e figli” con un valore percentuale che supera il 67%. Elevata è anche la percentuale associata alla tipologia “madre e figli”, pari al 21,5%; la famiglia “padre e figli”, invece, si attesta al 6,8%. Per quanto riguarda le soli madri con almeno un figlio è possibile affermare che queste raggiungono un peso notevole (ovvero il 33,7% considerando che il 35,8% è composto da coniugi con figli) nella classe di età del capofamiglia maggiore di 70 anni. Tab. 3.18- Presenza di almeno un figlio all’interno del nucleo familiare con capofamiglia di età compresa tra 40 e 49 anni (valori percentuali) Coniugi e figli 67,7Estesa 3,1Madre e figli 21,5Multipla 0,9Padre e figli 6,8
Totale 100,0 Tab. 3.19- Presenza di almeno un figlio all’interno del nucleo familiare con capofamiglia di età maggiore o uguale a 70 anni (valori percentuali) Coniugi e figli 35,9Estesa 16,5Madre e figli 33,7Multipla 6,3Padre e figli 7,6
Totale 100,0 3.4 Famiglie e caratteristiche all’interno dei quartieri Un approfondimento dello studio delle famiglie fiorentine può essere realizzato andando ad indagare la variabilità esistente all’interno dei vari quartieri. La distribuzione delle famiglie nei quartieri riflette quella della popolazione: il quartiere più popoloso si conferma Rifredi/Le Piagge con il 27,5% ed un numero, in valore assoluto, di famiglie pari a 48.152. Il quartiere, invece, in cui si registra il minor numero di famiglie è quello di Gavinana/Galluzzo con il 10,6%. Dalla disamina della distribuzione delle diverse tipologie familiari all’interno dei singoli quartieri (Tab. 3.20) emergono spunti di osservazione interessanti. Il quartiere in cui sono maggiormente presenti le famiglie unipersonali è il Centro con il 55,1%. La maggiore presenza di “coniugi e figli” si registra, invece, per il quartiere Isolotto/Legnaia, mentre la minore numerosità si ha al Centro (16,0). Per le altre tipologie si ha una distribuzione piuttosto omogenea tra i diversi quartieri.
Tab. 3.20 Famiglie per tipologia familiare e quartiere di residenza (valori percentuali di colonna) Centro Campo di Marte Gavinana/Galluzzo Isolotto/Legnaia Rifredi/Le Piagge Unipersonale 55,1 42,0 36,6 33,8 39,4Solitario 1,6 1,1 1,4 1,4 1,5Senza struttura 1,7 1,6 1,4 1,6 1,6Solo coniugi 11,3 17,1 18,7 18,7 17,7Coniugi e figli 16,0 22,4 24,7 27,0 23,8Padre e figli 2,6 2,7 2,8 2,8 2,7Madre e figli 8,5 8,9 8,6 8,6 8,6Estesa 1,9 2,8 3,6 4,0 3,0Multipla 0,7 0,9 1,6 1,5 1,2Figli e genitori 0,6 0,5 0,6 0,6 0,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Centro Campo di MarteGavinana/GalluzzoIsolotto/Legnaia Rifredi/Le Piagge
Unipersonale Solitario Senza struttura Solo coniugiConiugi e figli Padre e figli Madre e figli EstesaMultipla Figli e genitori
Fig. 3.7 Distribuzione percentuale delle famiglie per quartiere di residenza
La maggiore percentuale di capifamiglia di sesso maschile si registra nel quartiere Isolotto/Legnaia con una percentuale del 65,4%; la maggiore presenza di donne, invece, è rilevata per il Centro (43%). Tab. 3.21 Capifamiglia per quartiere di residenza e sesso
Centro Campo di Marte Gavinana/Galluzzo Isolotto/Legnaia Rifredi/Le Piagge Femmine 43,0 40,7 37,3 34,6 37,9Maschi 57,0 59,3 62,7 65,4 62,1
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Il maggior numero di famiglie con capofamiglia celibe o nubile si ha in Centro (34,2%). La maggiore presenza di capifamiglia coniugati si è rilevata, invece, per Isolotto/Legnaia (59,2); valori superiori al 50% si sono registrati comunque per tutti gli altri quartieri, eccezion fatta per il Centro.
Il Centro è anche il quartiere in cui sono maggiormente presenti famiglie con capofamiglia divorziato. La più elevata presenza di vedovi si registra per il quartiere Gavinana/Galluzzo. Tab. 3.22 Capifamiglia per stato civile e quartiere di residenza (valori percentuali di colonna)
Per quanto concerne la distribuzione per classi di età è possibile evidenziare la più elevata presenza di capifamiglia con età inferiore a 29 anni al Centro. Il quartiere che, invece, è contraddistinto maggiormente dalla presenza di capifamiglia anziani (di età maggiore o uguale a 70 anni) è Gavinana/Galluzzo. La distribuzione dei capifamiglia tra i diversi quartieri, per le classi di età intermedie, si presenta abbastanza omogenea. Tab. 3.23 Capifamiglia per classe di età e quartiere di residenza (valori percentuali) Centro Campo di Marte Gavinana/Galluzzo Isolotto/Legnaia Rifredi/Le Piagge
Minore di 20 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1Tra 20 e 29 7,7 3,7 3,0 3,5 4,4Tra 30 e 39 19,1 14,2 14,1 14,9 15,6Tra 40 e 49 19,4 16,8 16,7 16,0 16,6Tra 50 e 59 17,4 16,6 15,3 17,6 16,4Tra 60 e 69 13,9 16,4 17,4 18,4 17,170 e più 22,4 32,2 33,4 29,5 29,8
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Un ulteriore aspetto che è possibile approfondire per una più specifica analisi delle famiglie all’interno dei singoli quartieri è la presenza o meno di figli ed eventualmente il loro numero. Dall’analisi della Tab. 3.24 emerge una situazione per alcuni aspetti apparentemente contrastante. Nella zona territoriale Rifredi/Le Piagge, infatti, si registrano i valori percentuali più elevati sia per le famiglie con figli (28,6%) che per quelle senza figli (26,9%). Tab. 3.24 Famiglie secondo la presenza o meno di figli e quartiere di residenza (valori percentuali di colonna) Famiglie senza figli Famiglie con figli Centro 23,5 16,3Campo di Marte 24,4 24,2Gavinana/Galluzzo 10,1 11,6Isolotto/Legnaia 15,1 19,3Rifredi/Le Piagge 26,9 28,6
Totale 100,0 100,0 La Tab. 3.25 e il fig. 3.8 mostrano la distribuzione percentuale, all’interno di ogni quartiere, del numero di figli attraverso le quattro classi già introdotte in precedenza. In tutti i casi si registra una percentuale di famiglie con in casa un solo figlio superiore al 60% con una distribuzione omogenea tra i diversi quartieri. La similarità dei valori percentuali tra i diversi quartieri si registra anche per un numero di figli superiore ad uno. Ricordiamo che per “numero di figli” si intende il numero di figli presenti in famiglia secondo i dati anagrafici. Non si tratta quindi di una valutazione
Centro Campo di Marte Gavinana/Galluzzo Isolotto/Legnaia Rifredi/Le Piagge Coniugato/a 46,3 54,2 57,2 59,2 55,8Divorziato/a 6,0 4,9 3,9 4,0 4,4Non coniugato/a 34,2 21,0 17,9 17,6 20,9Vedovo/a 13,5 19,9 21,0 19,2 18,9
della quantità di figli avuti dalle coppie fiorentine, ma solo di una fotografia della situazione delle famiglie al 31/12/2004. Tab. 3.25 Famiglie con figli secondo il numero di figli e il quartiere di residenza Un solo figlio Due figli Tre figli Più di tre figli Centro 63,5 30,7 4,8 1,0Campo di Marte 62,9 31,7 4,7 0,7Gavinana/Galluzzo 64,5 30,2 4,6 0,7Isolotto/Legnaia 63,6 31,2 4,4 0,8Rifredi/Le Piagge 63,7 31,0 4,5 0,8
63,5
30,7
4,81,0
62,9
31,7
4,70,7
64,5
30,2
4,60,7
63,6
31,2
4,40,8
63,7
31,0
4,50,8
0
10
20
30
40
50
60
70
Centro Campo di Marte Gavinana/Galluzzo Isolotto/Legnaia Rifredi/Le Piagge
Un solo figlio Due figli Tre figli Più di tre figli
Fig. 3.8 Famiglie con figli secondo il numero di figli e il quartiere di residenza (valori percentuali) Le caratteristiche delle famiglie nei quartieri si possono così sintetizzare: il Centro è caratterizzato da famiglie unipersonali, con donne capofamiglia, più anziani e persone divorziate; Isolotto/Legnaia presenta con più frequenza famiglie giovani con figli, in cui il capofamiglia è l’uomo. Gli altri quartieri sono meno tipizzati, nel senso che la distribuzione delle famiglie per tipologia è più omogenea. 3.5 Le famiglie straniere Considerando la totalità delle famiglie fiorentine, va evidenziato che l’ 8,3% è costituito da famiglie il cui capofamiglia è di cittadinanza straniera. Sebbene esse non incidano in maniera determinante sulle tipologie familiari fiorentine, risulta opportuno esaminare le loro caratteristiche peculiari anche alla luce dell’incidenza sempre crescente che fanno registrare. A tale proposito, basti pensare che, nel 2001 esse costituivano il 4,2% delle famiglie totali, valore percentuale che, ad oggi, è praticamente raddoppiato. Distinguendo le famiglie straniere secondo le consuete tipologie familiari si nota che oltre il 60% è rappresentato da famiglie unipersonali; rilevanti sono anche le percentuali associate a “coniugi e figli” (14,3%) e madre e figli (6,4%).
Fig. 3.9 Famiglie con capifamiglia straniero secondo la tipologia familiare (valori percentuali)
Il 56,6% delle famiglie straniere residenti nel capoluogo fiorentino ha un capofamiglia di sesso maschile. La distribuzione per età dei capifamiglia stranieri mette in luce che si tratta essenzialmente di persone e di famiglie giovani: quasi il 38% dei capifamiglia di cittadinanza straniera, infatti, ha una età compresa tra i 30 e i 39 anni. E’ interessante evidenziare che il 48% dei capifamiglia stranieri è coniugato, segno dell’avanzato processo di stabilizzazione delle migrazioni; seguono con il 46% i capifamiglia non coniugati. Tab. 3.26 Famiglie straniere per classe di età del capofamiglia (valori percentuali) Minore di 20 0,3Tra 20 e 29 21,6Tra 30 e 39 37,8Tra 40 e 49 25,3Tra 50 e 59 10,9Tra 60 e 69 2,670 e più 1,5
Totale 100,0 Tab. 3.27 Famiglie straniere per stato civile del capofamiglia (valori percentuali) Coniugato/a 48,1Divorziato/a 3,8Celibe/Nubile 46,0Vedovo/a 2,1
Totale 100,0 Con riferimento alla provenienza si nota, analizzando la cittadinanza del capofamiglia, che il 36,9% proviene da stati europei; il 29% ha nazionalità Asiatica, il 18,7% Africana, il 12% proviene dall’America Latina e il 3,3% dall’America del Nord e Centrale.
Tab. 3.28 Famiglie straniere secondo la cittadinanza del capofamiglia (valori percentuali) Africa 18,7America del Nord e Centrale 3,3America Latina 12,0Asia 29,0Europa 36,9Oceania 0,1
Totale 100,0
Come già fatto per la totalità delle famiglie, è interessante specificare, anche per le famiglie straniere, la presenza o meno di figli che, assieme alla crescente percentuale di persone coniugate, rappresenta un simbolo di Firenze come “luogo di vita”, e non solo di “transito” per opportunità lavorative provvisorie. Ebbene, come si evince dalla Tab. 1.29 nel 73,5% dei casi si tratta di tipologie familiari in cui non sono presenti figli; il 13,5% delle famiglie straniere ha al suo interno un figlio, il 9,1% ne ha due, il 2,9% tre e il rimanente 1% è costituito da famiglie con più di tre figli. Tab. 3.29 - Famiglie straniere per numero di figli (valori percentuali) Nessun figlio 73,5Un figlio 13,5Due figli 9,1Tre figli 2,9Più di tre figli 1,0
Totale 100,0 La maggiore presenza di famiglie straniere a Firenze si registra in Centro (35,5%); segue la zona territoriale Rifredi/Le Piagge (26,7%). La minore concentrazione si ha, invece, per Gavinana/Galluzzo (7,5%). Tab. 3.30 - Famiglie straniere per quartiere di residenza (valori percentuali) Centro 35,5Campo di Marte 20,1Gavinana/Galluzzo 7,5Isolotto/Legnaia 10,2Rifredi/Le Piagge 26,7
Totale 100,0 Volendo studiare la distribuzione di ogni singola tipologia familiare tra i quartieri, emerge che le famiglie unipersonali si concentrano prevalentemente in Centro (38,7) così come le “madri con figli” (34,7%) e le famiglie composte da soli coniugi (34,8%). Nella zona territoriale di Rifredi/Le Piagge si ha la maggiore frequenza di “coniugi e figli” (34,9%), “padri e figli” (36,9%) e di famiglie estese (38,5%) e multiple (45,0%).
4. Le previsioni derivate delle famiglie La stima del numero futuro di famiglie rappresenta sempre più un tema di grande interesse date le ripercussioni che la struttura familiare ha sulla realtà sociale ed economica di un’area territoriale. Specificatamente, la conoscenza dell’entità, ma soprattutto dell’andamento evolutivo delle diverse tipologie familiari è di primaria importanza nella previsione di alcune forme di consumo, nella progettazione e successiva domanda di abitazioni e in molti altri aspetti inerenti le politiche di natura sociale e assistenziale. Fra i diversi metodi esistenti in letteratura per la stima del numero futuro delle famiglie, il più utilizzato è il metodo dei tassi di capifamiliarità6 - headship rate method - che verrà adottato anche nel presente lavoro. Per effettuare una previsione delle famiglie occorre procedere per passi successivi ed il punto di partenza è costituito dalla disponibilità di “previsione di base” della popolazione di riferimento ovvero della conoscenza dell’entità della popolazione prevista distinta per sesso e singolo anno di età. La prima operazione da compiere consiste nella aggregazione della popolazione di base, osservata in un determinato anno di riferimento, per sesso e opportune classi di età. In questo studio la “popolazione di base” deriva, per il primo anno, dall’anagrafe al 31/12/2004 (Tab. 4.1), e per i successivi dalle previsioni della popolazione descritta in precedenza. Le classi di età scelte sono decennali, ad eccezione della prima che comprende bambini e giovani in età 0-24 anni, e dell’ultima (85 e più). La conoscenza della popolazione distinta per classi di età e sesso consente di procedere al calcolo della percentuale di capifamiglia rispetto alla popolazione residente; questa seconda operazione porta all’ottenimento dei cosiddetti tassi di capifamiliarità definiti come la proporzione di capifamiglia nell’ambito del gruppo definito per sesso e classe di età. Tab. 4.1 Popolazione residente secondo la classe di età e il sesso (al 31.12.2004)
CLASSE DI ETÀ Maschi Femmine Totale 0-24 34.733 33.169 67.90225-34 24.814 24.654 49.46835-44 29.231 29.115 58.34645-54 23.005 25.117 48.12255-64 22.706 26.766 49.47265-74 19.668 25.747 45.41575-84 13.794 22.694 36.48885 e più 3.288 8.549 11.837
Totale 171.239 195.811 367.050 In dettaglio il calcolo dei tassi di capifamiliarità (Tab. 4.3) avviene rapportando il numero di capifamiglia di una determinata classe e di un determinato sesso (Tab. 4.2) al totale delle persone osservate nella stessa classe di età e dello stesso sesso (Tab. 4.1). Come abbiamo già osservato, anche dall’analisi dei tassi di capofamiliarità (Fig. 4.1) nel capoluogo fiorentino la proporzione di capofamiglia è sempre superiore per i maschi; per quanto riguarda la distinzione per classi di età i tassi di capifamiliarità seguono un andamento crescente. La conoscenza dei tassi di capifamiliarità osservati in uno specifico anno di riferimento rende possibile, assumendo l’invarianza dei tassi nel tempo, il calcolo del numero atteso di capifamiglia.
6 Si rimanda all’Appendice 1 per ulteriori dettagli sul metodo.
Fig. 4.1 - Tassi di capifamiliarità distinti per classi di età e sesso (al 31.12.2004) I dati anagrafici e le scarse conoscenze relative alle modificazioni strutturali delle famiglie fiorentine non consentono assunzioni particolari relative all’evoluzione dei tassi di capifamiliarità. Questo naturalmente limita molto il potenziale informativo offerto dalle previsioni delle famiglie, nel senso che, a lungo termine, è probabile che sarà proprio la composizione delle famiglie, e quindi le caratteristiche per sesso ed età dei capifamiglia, a modificarsi. In particolare è ragionevole pensare che nel futuro, parallelamente alla diminuzione dei matrimoni e all’aumento delle separazioni (e conseguentemente di famiglie ricostituite), potrà aumentare il numero di capofamiglia donne; ed inoltre è presumibile che la
composizione per età dei capifamiglia stia vivendo delle modifiche verso età mediamente più elevate, a seguito dell’ormai noto ritardo con cui i giovani escono dalla famiglia di origine. Tutto ciò e molto altro purtroppo sfugge alle statistiche deducibili dalla fonte anagrafica, specialmente avendo a disposizione soltanto una fotografia della popolazione fiorentina in un particolare istante. Non per questo però i dati che presentiamo perdono di interesse, soprattutto se letti con un orizzonte temporale breve. Procediamo quindi con la presentazione dei risultati relativi alle previsioni del numero di capifamiglia, operando la consueta distinzione per sesso e classi di età (Tabelle 4.4, 4.5, 4.6, 4.7). Il numero complessivo di famiglie dell’area fiorentina, sulla base delle ipotesi di previsione effettuate, è destinato a diminuire. Se nel 2004 le famiglie erano 174.618, con le stime si prevede una costante decrescita ed un numero di famiglie nel 2021 pari a 172.389 (-1,3% rispetto al 2004) con un numero medio di componenti che rimane sostanzialmente invariato e pari a 2,1. Per comprendere tale diminuzione è necessario fare riferimento all’andamento anch’esso decrescente delle stime della popolazione di base; inoltre si può cercare di analizzare la distribuzione delle stime dei capifamiglia per classi di età e sesso. Distinguendo esclusivamente in base al sesso, si nota una crescita7 del numero dei capifamiglia di sesso maschile dell’1%: dai 106.436 del 2004 si passerà, infatti, ai 107.527 del 2021. Conseguentemente, il numero di capifamiglia di sesso femminile è destinato a diminuire. Tale andamento, come abbiamo detto, riflette la struttura della popolazione prevista per l’anno 2021. Tab 4.4 Previsioni del numero di capifamiglia con distinzione per sesso (Anni 2004- 2021)* Maschi Femmine Totale
*In questa Tab. e nelle successive i dati relativi al 2004 sono di fonte anagrafica, mentre per gli anni successivi si riportano i dati previsti 7 I tassi di variazione percentuale (sia positivi che negativi) riportati da qui in seguito si intendono con riferimento al valore registrato nel 2021 e rispetto al 2004).
Tab. 4.7- Previsione del numero di capifamiglia di sesso femminile e distinzione per classe di età (Anni 2004-2021). CLASSE DI ETÀ 0-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75-84 85 e oltre Totale
Disaggregando per sesso e operando una distinzione per classe di età è possibile evidenziare le classi che maggiormente contribuiscono, da un lato, alla crescita dei capifamiglia di sesso maschile e, dall’altro, alla diminuzione dei capifamiglia di sesso femminile. Per quanto riguarda gli uomini, si nota un aumento dei capifamiglia nelle classi di età 0-24 (+16%), 45-54 (+31%), 55-64 (+11,6%) e 85 e oltre (+26,7%). Per quanto riguarda le donne si nota un decremento del numero di capofamiglia nelle classi di età 25-34 (-14,3%), 35-44 (-16,4%), 65-74(-14,7%) e 75-84 (-18,7%).
Alcune considerazioni di sintesi A conclusione del rapporto possiamo affermare che le caratteristiche di fondo della popolazione fiorentina sono essenzialmente due: è una popolazione “anziana”, conta infatti più di due “nonni” per ogni bambino (IV=231), ed ha un’elevata quota di popolazione straniera che, se da un lato attenua il processo di invecchiamento – sia per struttura per età, sia perché manifesta una maggiore propensione a procreare – dall’altro non riesce ad arginarne completamente i meccanismi in atto. Abbiamo visto che la popolazione straniera residente sul territorio è in rapido aumento, e nel 2004 ha raggiunto l’8,2% dell’intera popolazione. È proprio questo gruppo che, negli ultimi anni, ha consentito di mantenere il tasso di fecondità totale su valori superiori all’unità. L’aumento dell’età media della popolazione e la situazione stazionaria di bassa fecondità, si riflette sulla struttura delle famiglie fiorentine: aumentano le unipersonali rispetto agli anni passati (ora costituite da anziani soli, ora da giovani single), e diminuiscono di 3 punti percentuali rispetto al 2001 le famiglie formate da coniugi con figli; l’offerta di unità abitative necessiterà dunque di un progressivo adeguamento (già in atto peraltro) alle esigenze di famiglie sempre meno numerose. Ecco dunque che le ipotesi di previsione avanzate, plausibili per il breve periodo, consentono di valutare quale sarà l’evoluzione della popolazione nelle diverse classi di età. Evoluzione che avrà immediate ricadute sulle esigenze di infrastrutture, pubbliche (scuole e centri di cura) e private (abitazioni), dei prossimi anni. In particolare ci troveremo a fronteggiare una diminuzione dei bambini in età 0-5 anni, e un incremento dei bambini in età 6-13 anni, con un conseguente aumento dell’utenza potenziale di scuole elementari e medie inferiori. Le fasce di età superiori ai 30 anni saranno pressoché stazionarie e questo, in concomitanza con il calo di giovani in età 19-29 anni, produrrà un faticoso ricambio delle forze di lavoro, con conseguenze intuibili sul sistema pensionistico. Infine un elemento di interesse riguarda i movimenti migratori che coinvolgono e continueranno ad interessare il comune di Firenze: il trend è crescente sia per le immigrazioni (spesso di origine estera) che per le emigrazioni (in molti casi con destinazioni in altri comuni toscani). Nasce perciò l’esigenza di ampliare l’analisi ad un territorio più vasto, che guardi alla città di Firenze, non come ad un’entità isolata, ma per quello che realmente è: un luogo di incontro e di scambio tra le molteplici realtà che la circondano; un crocevia per gli studenti che scelgono l’Università di Firenze come luogo privilegiato di formazione; per le giovani famiglie che gravitano sul territorio per motivi di lavoro e spesso scelgono di abitare nei comuni circostanti per aggirare l’ostacolo dei costi elevati del mercato immobiliare; per i migranti che trovano a Firenze opportunità lavorative. La successiva fase della ricerca dunque vedrà l’introduzione delle popolazioni dei comuni della “cintura allargata”, ovvero dei comuni confinanti con Firenze - Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Fiesole, Impruneta, Scandicci e Sesto Fiorentino – e di altri quattro comuni - Calenzano, Lastra a Signa, Signa e Vaglia - che, pur non essendo limitrofi, hanno Firenze come “punto di riferimento”. Riteniamo che tale ampliamento territoriale consentirà di acquisire nuove informazioni che arricchiranno l’analisi e permetteranno di valutare al meglio quale sarà la struttura demografica del comune di Firenze nei prossimi anni.
Appendice: il metodo dei capifamiglia Il metodo del capofamiglia consiste, una volta calcolata la popolazione futura per sesso ed età, nell’applicare alle singole classi i previsti tassi specifici per sesso ed età di prevalenza di capi-famiglia, in modo tale da ottenere, per l’anno desiderato, una stima dei capi-famiglia e, quindi, indirettamente anche una stima del numero delle famiglie. Analiticamente, la propensione ad essere capo-famiglia per età e sesso: hx,s=CFx,s/Px,s , dove CFx,s rappresenta il numero di capi-famiglia di età x e sesso s e Px,s la popolazione di età x e sesso s. Sulla base dell’analisi delle recenti tendenze andranno previste delle propensioni future, ht+5
x,s, che utilizzeremo poi per ottenere i capi-famiglia al tempo t+5: CFt+5x
,s= ht+5x,s Pt+5
x,s . L’inconveniente principale di un approccio di tipo statico è il tralasciare completamente le dinamiche interne del fenomeno studiato, analizzando unicamente i risultati finali delle previsioni in termini di stock: il tasso di incidenza dei capi-famiglia potrebbe essere modificato nel futuro dai cambiamenti in corso nelle dinamiche delle famiglie, come i primi matrimoni, i divorzi, i matrimoni tra persone già sposate, le scelte di convivenza o di vita come single, ecc.
Riferimenti bibliografici Ferro I., Salvini S., Romanelli M. e Vignoli D. (2005), La Popolazione di Prato: Analisi Territoriale e Scenari Demografici, Annuario Statistico del Comune di Prato, Serie i&c “Informazione e Comune”, n.9. (http://www.comune.po.it/annuario/pubb/previs/home.htm). Giovannelli C., Santini A., 2006, La primonuzialità delle coortifemminili in Italia e nelle sue regioni, Quaderni del Dipartimento di Statistica, n° 1. Golini A. (2005) “Pochi perché?” Intervento a “L’eccezionale quotidiano”. Giornata per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Firenze, Istituto degli Innocenti 21 e 22 novembre 2005. Golini A., De Simoni A. e Gesano G. (1982), Previsioni demografiche per aree sub-regionali, atti della XXXI Riunione Scientifica, “Statistica e Previsione”, Società Italiana di Statistica. ISTAT (2005), “Gli stranieri in Italia: gli effetti dell’ultima regolarizzazione, Stima al 1° gennaio 2005”, Statistiche in breve, Popolazione, 15 dicembre 2005. ISTAT (2007), “Il matrimonio in Italia: un’istituzione in mutamento, Anni 2004-2005”, Nota informativa, Popolazione, 12 Febbraio 2007. Livi Bacci M. (1999), Introduzione alla demografia, terza edizione, Loescher, Torino. Livi Bacci M. (2005) “La demografia delle anime morte”, in La Repubblica 28/06/2005 p.19. Onu (2005), http://www.un.org/french/ Preston S., Heuveline P. e Guillot M. (2001), Demography. Measuring and modelling population processes, Blackwell Publishers, Oxford. Regina F., Salvini S. e Vignoli D. (2003), La popolazione a Firenze. Il profilo demografico della città, Collana “La statistica per la città”, Ufficio Comunale di Statistica, Firenze. Salvini S., Ferro I. (2005) Un difficile equilibrio: i giovani tra flessibilità del lavoro e scelte familiari, Convegno “Famiglie, nascite e politiche sociali”, Roma, 28-29 Aprile 2005, Accademia Nazionale dei Lincei, Atti dei Convegni Lincei, in corso di stampa. Salvini S., Santini A. e Vignoli D. (2006), Le Previsioni della Popolazione. Teoria ed Applicazioni, Serie Didattica 2006/1, Dipartimento di Statistica “G. Parenti”, Firenze University Press. (http://eprints.unifi.it/archive/00001259/).
Indice Introduzione………………………………………………………………………………………………………. 58 1. La popolazione dei comuni della “cintura allargata”…………………………………………………. 59 1.1 La popolazione residente………………………………………………………………………………….. 59 1.2 La presenza straniera nei comuni della cintura……………………………………………………….. 62 1.3 Un confronto tra comuni…………………………………………………………………………………… 64 2. Le previsioni della popolazione dell’area fiorentina………………………………………………….. 68 2.1 Premessa……………………………………………………………………………………………………... 68 2.1.1 Fecondità…………………………………………………………………………………………………… 68 2.1.2 Mortalità…………………………………………………………………………………………………….. 69 2.1.3 Movimenti migratori………………………………………………………………………………………. 69 2.2 Scenari di popolazione…………………………………………………………………………………….. 70 2.2.1 L’area fiorentina…………………………………………………………………………………………… 70 2.2.2 La cintura allargata……………………………………………………………………………………….. 79 Considerazioni di sintesi……………………………………………………………………………………….. 88 Appendice: La struttura dei singoli comuni………………………………………………………………… 89 Riferimenti bibliografici………………………………………………………………………………………… 109
Introduzione Negli studi che hanno preceduto questo rapporto l’attenzione era rivolta alla comprensione della struttura demografica del comune di Firenze. Utilizzando i dati dell’anagrafe fiorentina, abbiamo seguito l’evoluzione della popolazione residente a Firenze negli anni recenti e abbiamo presentato alcuni possibili scenari per l’evoluzione futura. Si sono messi in luce i caratteri prevalenti della popolazione: la forte tendenza all’invecchiamento, la presenza straniera, e la scarsità di nascite. Tutti elementi che spiegano il ridotto numero di componenti per famiglia, l’aumento di famiglie unipersonali (soprattutto di anziani soli) e la scarsità sul territorio di famiglie giovani. Gli scenari proposti mostrano in molti casi un trend decrescente per la popolazione fiorentina (cfr. rapporto precedente in questo volume), che si è ipotizzato essere legato, non tanto alla bassa fecondità – propria anche dei territori limitrofi – quanto piuttosto ad un movimento migratorio in uscita dal comune verso le città confinanti. Un movimento di questo tipo può essere originato semplicemente dalla ricerca di contesti residenziali più consoni alle esigenze delle famiglie (per i servizi offerti e per i costi del mercato abitativo), di conseguenza è possibile che le stesse persone che si trasferiscono per ragioni abitative, continuino a gravitare su Firenze per ragioni di lavoro. Da qui l’esigenza di allargare l’orizzonte e coinvolgere nella ricerca anche i comuni che circondano Firenze, quei luoghi cioè che in molti casi rivestono il ruolo di valvole di sfogo per quella parte della popolazione che ha la propria vita lavorativa e sociale a Firenze, ma nello stesso tempo ha la necessità di vivere “fuori le mura”. Grazie alla collaborazione degli uffici anagrafici dei comuni di quella che abbiamo chiamato “cintura allargata” (i comuni di Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Fiesole, Impruneta, Scandicci, Sesto Fiorentino, Calenzano, Lastra a Signa, Signa e Vaglia), è stato possibile realizzare il lavoro che qui presentiamo, che mette a confronto la realtà del comune di Firenze, con quelle dei comuni circostanti e, sulla base di opportune ipotesi, valuta l’evoluzione della popolazione nel suo complesso. Nel primo capitolo presentiamo una panoramica delle caratteristiche strutturali della popolazione della cintura allargata e della presenza straniera, con uno sguardo alla popolazione dei singoli comuni. Il secondo capitolo ha come oggetto la discussione delle ipotesi alla base delle previsioni della popolazione dell’area fiorentina e della cintura allargata.
1. La popolazione dei comuni della “cintura allargata”
1.1 La popolazione residente
La popolazione residente nei comuni della cosiddetta “cintura allargata”8, secondo i risultati anagrafici al 31.12.2004 è pari a 248.020 abitanti, di cui il 5,7% con cittadinanza straniera. La composizione per età della popolazione, che dal punto di vista demografico rappresenta l’elemento maggiormente significativo per delineare la struttura di una popolazione, evidenzia come oltre la metà dei residenti (51,4%) sia concentrata nelle classi di età comprese tra i 30 e i 64 anni. Lo dimostra la piramide dei residenti complessivi (Figura 1.1) che si allarga soprattutto nella parte centrale. Analizzando all’interno di questa fascia di età il rapporto tra i sessi si nota un sostanziale equilibrio. Al contrario, differenze significative cominciano ad essere presenti a partire da età superiori ai 75 anni, per le quali le donne sono in maggioranza; con l’ulteriore avanzamento di età il differenziale tende ad accentuarsi sempre di più, arrivando ad avere, per gli ultranovantenni, 1.778 donne (che incidono sul totale della popolazione per lo 0,7%) contro “soltanto” 614 uomini (che hanno invece una incidenza percentuale dello 0,3%).
0-45-910-1415-1920-2425-2930-3435-3940-4445-4950-5455-5960-6465-6970-7475-7980-8485-8990 e più
Maschi Femmine
Figura 1.1: Piramide per età al 31.12.2004
8 Con il termine “cintura allargata” ci si riferisce ai comuni di: Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Fiesole, Impruneta, Scandicci e Sesto Fiorentino, confinanti con la città di Firenze, ed ai comuni di Calenzano, Lastra a Signa, Signa e Vaglia.
90 e più 614 1.778 2.392 Totale 120.059 127.923 247.982
Per meglio sintetizzare le caratteristiche della popolazione, è utile esaminare alcuni indici di struttura riportati in Tabella 1.2. Tabella 1.2: Indicatori demografici al 31.12.2004 Maschi Femmine Totale Indice di Vecchiaia (IV) 142,5 190,1 167,7 Indice di struttura della popolazione attiva (IS) 109,3 117,2 113,2 Indice di ricambio (IR) 154,7 174,0 164,2 Indice di dipendenza (ID) 48,5 55,8 52,2 Indice di dipendenza giovanile 20,0 19,0 19,5 Indice di dipendenza senile 28,5 36,8 32,7 Indice di carico di figli per donna (IC) 20,3
Nel 2004 l’indice di vecchiaia (Livi Bacci, 1999), che viene calcolato come rapporto tra gli ultrasessantacinquenni e la popolazione giovanile compresa tra 0 e 14 anni, è pari a 167,7: ogni 100 residenti di età inferiore a 15 anni sono presenti 167,7 persone di età superiore ai 64 anni. Evidenti le differenze per genere (IVm=142,5; IVf=190,1) con un valore più elevato per le donne attribuibile, come già accennato in precedenza, alla loro maggiore presenza, nelle età superiori ai 65 anni dovuta ad una maggiore longevità. Il confronto tra la popolazione dei comuni della cintura e quella del comune di Firenze evidenzia come la popolazione del capoluogo sia sensibilmente più vecchia: l’indice di vecchiaia è pari a 231,0 contro i 167,7 ultra sessantacinquenni ogni 100 minori di 15 anni nei comuni circostanti il capoluogo fiorentino. Il dato fiorentino dell’indice di vecchiaia è decisamente al di sopra della media italiana, pari a 137,8, mentre quello della cintura (167,7) è inferiore all’indice di vecchiaia della popolazione toscana (191,8) e vicino a quello relativo al centro Italia che risulta pari a 160,5. L’indice di struttura della popolazione attiva, che riflette il grado di invecchiamento della popolazione in età lavorativa, è pari a 113,2, valore che sottolinea una predominanza della popolazione di 40-64 anni rispetto alle 25 generazioni più giovani (ossia in età compresa tra 15 e 39 anni).
Il valore dell’indice di ricambio mostra la presenza di 164,2 persone vicine alla cessazione dell’attività lavorativa (in età compresa tra 60 e 64 anni) ogni 100 persone in procinto di entrare nel mercato del lavoro. Dal valore dell’indice di dipendenza si nota che ogni 100 persone in età lavorativa vi sono 52,2 persone che “pesano” sulla società, cioè in età non lavorativa. Maggiori informazioni si ottengono distinguendo tale indice in indice di dipendenza giovanile e indice di dipendenza senile. Il primo riesce ad evidenziare il “peso” della popolazione giovanile in età non lavorativa sulla popolazione di età compresa tra 15 e 64 anni, mentre attraverso il secondo si giunge a determinare il peso della popolazione in età anziana sulla popolazione attiva. Per l’intera area, si registra un indice di dipendenza giovanile pari a 19,5 con valori sostanzialmente equivalenti tra maschi e femmine. L’indice di dipendenza senile è pari invece a 32,7, con un valore più elevato per le donne. Queste peculiarità della popolazione si riflettono, inevitabilmente, sulla suddivisione per stato civile. Nello specifico, lo status di vedovanza comincia a far registrare percentuali elevate a partire dai 65 anni, con una netta prevalenza del sesso femminile. Per quanto concerne le persone coniugate si cominciano a registrare percentuali significative a partire dai 25 anni, con valori che per la classe 25-29 sono più elevati per le donne che per gli uomini. I divorziati, per il solo sesso femminile, cominciano ad essere presenti nella classe 30-34; per entrambi i sessi, però percentuali maggiormente significative si hanno a partire dai 35-39 anni.
0-4
5-9
10-14
15-19
20-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
50-54
55-59
60-64
65-69
70-74
75-79
80-84
85-89
90 e più
celibi / nubili coniugati / e divorziati / e vedovi / e
femminemaschi
Figura 1.2: Piramide per età, sesso e stato civile al 31.12.2004
1.2 La presenza straniera nei comuni della cintura L’area fiorentina ha visto negli ultimi anni crescere la presenza di cittadini stranieri seguendo un trend comune a tutto il territorio nazionale. La crescita della componente straniera della popolazione ha assunto valori rilevanti soprattutto negli ultimi anni. Al 31 dicembre 2004 i cittadini stranieri, regolarmente iscritti nell’anagrafe dei comuni della cintura, sono 14.071 andando a costituire il 5,7% della popolazione complessiva, percentuale che è superiore alla quota di stranieri presenti in Toscana (5,4%) e nel Centro Italia (5,1%), ma comunque ancora inferiore ai valori che si sono raggiunti per Firenze (8,2%) e per la provincia di Firenze (6,7%). La componente straniera della popolazione è una componente più giovane di quella di cittadinanza italiana e privilegia le classi di età produttive e riproduttive (25-29, 30-34 e 35-39), con un valore massimo registrato per la classe di età 30-34 anni.
0,08 0,06 0,04 0,02 0,00 0,02 0,04 0,06 0,08
0-45-910-1415-1920-2425-2930-3435-3940-4445-4950-5455-5960-6465-6970-7475-7980-8485-8990 e più
Maschi Femmine
Figura 1.3: Piramide per età al 31.12.2004
Da notare anche l’elevata frequenza della classe di età 0-4 a testimonianza di una migrazione che, stabilizzandosi, contribuisce in maniera preponderante alle nascite; in particolare, il valore percentuale registrato per i soli stranieri, in questa classe di età, è pari al doppio di quello registrato per la popolazione complessiva, come testimoniano anche i valori dell’indice di carico di figli per donna ottenuto come:
Tabella 1.3: Indicatori demografici al 31.12.2004 Maschi Femmine Totale
Indice di Vecchiaia (IV) 6,9 9,0 8,0 Indice di struttura della popolazione attiva (IS) 42,1 43,3 26,0 Indice di ricambio (IR) 21,7 26,8 24,2 Indice di dipendenza (ID) 28,1 26,8 27,4 Indice di dipendenza giovanile 26,2 24,6 25,4 Indice di dipendenza senile 1,8 2,2 2,0 Indice di carico di figli per donna (IC) 25,2
Con la cautela dovuta al fatto che gli immigrati rappresentano una popolazione “sui generis”, vediamo che gli indici di struttura evidenziano, come già notato con la piramide di età, la prevalenza straordinaria di individui in età giovane e lavorativa. L’indice di vecchiaia, assumendo un valore pari ad 8, sta a significare che ogni 100 individui di età inferiore a 15 anni, ce ne sono 8 di età superiore a 64 anni. Sia l’indice di struttura della popolazione attiva che l’indice di ricambio assumono valori, per i cittadini stranieri, estremamente inferiori rispetto ai valori registrati per l’intera area. Particolarmente significativo risulta il confronto tra gli indici di dipendenza: l’indice di dipendenza senile ha un valore per gli stranieri di 2,0 contro un valore registrato per l’intera area di 32,7, mentre l’indice di dipendenza giovanile è più elevato della popolazione complessiva. Dalla distinzione per stato civile emerge che gli stranieri regolarmente residenti nell’area metropolitana fiorentina sono, in ugual misura, coniugati (49,1%) o non coniugati (48,8%). Esigua la presenza di divorziati (1,1%) e vedovi (1,0%), in connessione anche con la giovane struttura per età. Tabella 1.4: Distribuzione per stato civile e sesso (valori percentuali sul totale)
La provenienza dei cittadini stranieri, suddivisa per grandi aree geografiche, mostra come il 37,3% degli stranieri residenti sia di nazionalità asiatica; seguono i cittadini provenienti da un Paese Europeo non facente parte della U.E. con il 31,5%. Tabella 1.6: Popolazione straniera residente con cittadinanza straniera al 31.12.2004
Maschi Femmine Totale % Unione Europea 284 700 984 7,6
Altri Paesi Europei 2.193 1.882 4.075 31,5 Africa 1.081 762 1.843 14,3
America Nord e Centrale 114 245 359 2,8 America Sud 257 556 813 6,3
I Cinesi costituiscono l’etnia maggiormente presente nel territorio metropolitano fiorentino con il 27,4%, come avviene nel comune di Firenze, pur non raggiungendo i valori che si manifestano nella vicina realtà di Prato (Ferro et al., 2005). Elevata anche la presenza di Albanesi (17%), Romeni (8,8%) e Marocchini (6,9%). Valori percentuali inferiori si registrano per Filippini (4,1%) e Peruviani (3,9%), al contrario di quanto accade a Firenze, dove i Filippini sono al terzo posto con un’incidenza del 9,7%. Tabella 1.7: Gruppi etnici più numerosi al 31.12.2004
Nazionalità Maschi Femmine Totale % sul totale degli stranieri
Cinesi 1.882 1.660 3.542 27,4 Albanesi 1.338 855 2.193 17,0 Romeni 573 566 1.139 8,8 Marocchini 554 338 892 6,9 Filippini 219 305 524 4,1 Peruviani 163 336 499 3,9 La ripartizione dei gruppi etnici più numerosi all’interno dei singoli comuni evidenzia che a Campi Bisenzio si concentra il 68,6% dei cinesi presenti sul territorio. Sempre Campi Bisenzio è il comune in cui è maggiormente diffusa la presenza di Albanesi (23,0%) seguito da Scandicci (18,3%). I Romeni sono più presenti nei comuni di Scandicci (18,6%), Campi Bisenzio (17,9%), Lastra a Signa (16,5%) e Sesto Fiorentino (16,3%). Ancora Campi Bisenzio (24,3%) è il comune di residenza predominante per i Marocchini residenti, seguito da Signa (17,5%) e Scandicci (14,5%). I Filippini sono maggiormente presenti nel comune di Bagno a Ripoli (23,8%) e Fiesole (21,0%). La specializzazione delle attività svolte in qualche caso può spiegare queste presenze. I Filippini svolgono per la maggior parte mansioni di collaborazione domestica e di compagnia per gli anziani e questo può spiegare la loro forte presenza a Fiesole che, come vedremo, è un comune molto anziano. I Peruviani, infine, si concentrano maggiormente nel comune di Sesto Fiorentino (25,0%) e Campi Bisenzio (22,6%). Tabella 1.8: Gruppi etnici più numerosi per comune al 31.12.2004 Cinesi Albanesi Romeni Marocchini Filippini Peruviani n % col n % col n % col n % col n % col n % col Bagno a Ripoli 5 0,1 116 4,7 85 6,2 49 4,8 127 23,8 68 13,4 Calenzano 32 0,9 182 7,4 73 5,4 60 5,9 15 2,8 16 3,1 Campi Bisenzio 2490 68,6 566 23,0 244 17,9 248 24,3 18 3,4 115 22,6 Fiesole 3 0,1 78 3,2 45 3,3 22 2,2 112 21,0 43 8,4 Impruneta 4 0,1 181 7,4 63 4,6 49 4,8 77 14,4 29 5,7 Lastra a Signa 89 2,5 264 10,7 225 16,5 127 12,5 9 1,7 10 2,0 Scandicci 84 2,3 449 18,3 254 18,6 148 14,5 71 13,3 85 16,7 Sesto 484 13,3 336 13,7 223 16,3 124 12,2 68 12,8 127 25,0 Signa 440 12,1 257 10,5 131 9,6 178 17,5 21 3,9 13 2,6 Vaglia 0 0,0 28 1,1 21 1,5 14 1,4 15 2,8 3 0,6
Totale 3631 100,0 2457 100,0 1364 100,0 1019 100,0 533 100,0 509 100,0 1.3 Un confronto tra comuni All’interno della cintura, Scandicci e Sesto Fiorentino, con un numero di residenti rispettivamente pari a 49.666 e 47.243, rappresentano i comuni nei quali si concentra quasi il 40% della popolazione complessiva dell’area fiorentina. I comuni che, invece, in termini di residenti “pesano di meno” sul totale della popolazione sono Impruneta (5,8%), Fiesole (5,7%) e Vaglia (2,0%). Nell’appendice sono riportate le caratteristiche strutturali dettagliate della popolazione anagrafica al 31.12.2004 per i singoli comuni.
Tabella 1.9: Popolazione per comune al 31.12.2004 Popolazione residente % Bagno a Ripoli 25.986 10,5 Calenzano 15.471 6,2 Campi Bisenzio 40.759 16,4 Fiesole 14.225 5,7 Impruneta 14.345 5,8 Lastra a Signa 18.561 7,5 Scandicci 49.666 20,0 Sesto F. 47.243 19,1 Signa 16.743 6,8 Vaglia 5.021 2,0
Totale 248.020 100,0
Elementi significativi per il confronto tra i diversi comuni emergono dagli indici di struttura (Tab.1.10). Fiesole rappresenta il comune più anziano come emerge sia dall’indice di vecchiaia che dalla struttura della piramide per età dove hanno un grosso peso le classi di età più anziane; in questo comune, infatti, ogni 100 residenti di età 0-14 ci sono 213,8 persone di età superiore o uguale a 65 anni. Campi Bisenzio rappresenta, invece, il comune “più giovane”: il valore dell’indice di vecchiaia evidenzia un rapporto anziani (65+) rispetto ai giovani (0-14) pari a 120,8 e la piramide per età registra elevate frequenze relative nelle classi di età più giovani in relazione alla forte presenza straniera a fecondità più elevata. I valori estremi dell’indice di vecchiaia, per i due comuni considerati, trovano riscontro anche nell’età media della popolazione che, se per l’intera area è di 43,9, per Fiesole è di 45,9 mentre per Campi Bisenzio è di 41,2 . Valori dell’indice di vecchiaia più elevati della media si registrano anche per Bagno a Ripoli (203,2), Scandicci (190,0) e Sesto Fiorentino (182,3). L’indice di ricambio fa registrare il valore più elevato per il comune di Scandicci: dal valore pari a 196,3 si evince che ogni 100 giovani che si avviano all’ingresso nel mondo del lavoro, ci sono 196,3 persone vicine alla cessazione dell’attività lavorativa. Il valore più basso per tale indice si ha per il comune di Signa (IR=127,6). L’indice di dipendenza per i singoli comuni risulta maggiormente in linea con il valore medio registrato per l’intera area (ID=52,2); il valore più elevato si ha per Impruneta (57,3) mentre il più basso per Campi Bisenzio (46,2).
Figura 1.4 : Indici di struttura per i Comuni dell’area al 31.12.2004 Per quanto concerne l’indice di carico di figli per donna feconda (IC), il valore più elevato si registra per il comune di Campi Bisenzio (23,06); il valore più basso si ha, invece, per il comune di Calenzano (17,96). Caratteristiche queste che riflettono la diversa presenza di stranieri nei due comuni. Tabella 1.10: Indici di struttura per Comune di residenza al 31.12.2004
IV IR ID IC Bagno a Ripoli 203,2 171,3 53,8 18,34 Calenzano 163,2 159,4 48,2 17,96 Campi Bisenzio 120,8 135,9 46,2 23,06 Fiesole 213,8 173,4 56,7 18,56 Impruneta 172,8 174,5 57,3 20,19 Lastra a Signa 147,3 151,2 51,5 21,11 Scandicci 190,0 196,3 54,9 20,06 Sesto Fiorentino 182,3 169,7 54,5 19,93 Signa 141,5 127,6 48,7 20,66 Vaglia 139,4 165,1 48,8 20,44
Area complessiva 167,7 164,2 52,2 20,3
Infatti, facendo riferimento alla distribuzione degli stranieri all’interno dei singoli comuni della cintura fiorentina, come già rilevato, si osserva una significativa eterogeneità. Campi Bisenzio è il comune in cui sono maggiormente presente gli stranieri, con una percentuale del 31,2%. Valori elevati si registrano anche per i comuni di Sesto Fiorentino (14,8%) e Scandicci (14,1%). Il valore percentuale più basso si ha per il comune di Vaglia. Per ciò che riguarda l’incidenza degli stranieri sulla popolazione di ogni singolo comune è sempre Campi Bisenzio a registrare la percentuale più elevata (10,8%). Un valore percentuale elevato si registra anche per il comune di Signa (7,8%). Relativamente bassa è invece quella presente a Calenzano (3,7%), Scandicci (4,0%) e Bagno a Ripoli (4,1%).
2. Le previsioni della popolazione dell’area fiorentina
2.1. Premessa La conoscenza delle dinamiche di sviluppo di una popolazione riveste, sempre di più, un ruolo di primaria importanza e di aiuto ai policy makers per le attività di pianificazione e programmazione territoriale e dei servizi. L’analisi che segue si propone di indagare l’evoluzione della popolazione dell’area fiorentina nell’orizzonte temporale 2004-2024. Congiuntamente allo scenario pensato per l’area, si sono realizzate previsioni che prendono in considerazione solo il complesso dei comuni della cosiddetta “cintura allargata”. La costruzione di questo ulteriore scenario ha avuto lo scopo di indagare l’esistenza di tendenze evolutive diversificate rispetto a quelle che emergono dalle proiezioni dell’intera area, in cui è compresa Firenze. Alla base della costruzione di un modello previsivo vi è innanzitutto una attenta analisi delle componenti (fecondità, mortalità e movimenti migratori) della dinamica demografica e di una formulazione, per ciascuna di esse, di ipotesi che, opportunamente combinate, generano gli scenari previsivi per la popolazione (Rossi, 1997; Terra Abrami 1998; Salvini et al., 2006). Nei paragrafi seguenti vengono brevemente specificate dapprima le ipotesi predisposte per ciascuna componente demografica per le due popolazioni di interesse e, successivamente, i risultati degli scenari di previsione riguardanti i due territori. Per maggiori dettagli sugli aspetti tecnico-metodologici si rimanda a Preston, Heuveline e Guillot (2001); per un confronto rispetto a scenari evolutivi basati su diverse ipotesi e obiettivi di ricerca si rimanda al lavoro di Regina, Salvini e Vignoli (2003), provincia di Modena (2003) provincia di Padova (2003). 2.1.1 Fecondità Per quanto riguarda la fecondità si è ipotizzato un andamento del TFT differente tra l’area fiorentina e i comuni della cintura. Per l’anno 2003, come si nota dalla Tabella 2.1, si ha un numero medio di figli per donna pari a 1,17 per l’area fiorentina e 1,20 per la cintura. Dalla scomposizione per età del TFT è possibile osservare che, anche in conseguenza della diversa composizione per età dei due territori di riferimento che vede i comuni della cintura allargata caratterizzati da una popolazione mediamente più giovane, l’intero differenziale tra i due TFT è attribuibile alle donne residenti nei comuni della cintura, con età inferiore ai 30 anni. Tabella 2.1 Tasso di fecondità totale ed età media al parto per le donne residenti nell’area fiorentina e nei comuni della cintura allargata. Valori al 2003
AREA FIORENTINA CINTURA ALLARGATA TFT 1,17 1,20
TFT <30 0,38 0,41 TFT >=30 0,79 0,79
Età media al parto 31,4 31,1 Alla luce di queste evidenze si è ipotizzata la continuazione di un trend crescente ed il raggiungimento nel 2024, di 1,45 figli per donna per l’area fiorentina e di 1,5 per i comuni della cintura allargata lasciando però inalterata l’età media al parto. Le differenze sono molto esigue. D’altronde solo di recente sembra essersi arrestato il declino della fecondità accennando una lieve inversione di tendenza (come del resto nella maggior parte delle regioni italiane del Centro-Nord) ed ipotesi di un rialzo maggiore sembrano poco plausibili. Dovremmo in realtà, con ipotesi più complesse, ipotizzare diversi modelli e livelli di fecondità per le donne straniere, per le quali potrebbe sembrare forzata l’assunzione “immediata” di un comportamento riproduttivo identico a quello della popolazione già residente. È presumibile che un processo di assimilazione più lungo porti a lievi mutamenti dei risultati della previsione, così come l’ipotesi di modelli diversi per etnia. La notevole complicazione tecnico-
metodologica e le modeste differenze ottenibili non sembrano giustificare l’introduzione di queste ipotesi aggiuntive. 2.1.2 Mortalità Per la previsione della mortalità futura si è scelto di utilizzare il modello relazionale di Brass (Bonarini, 2002) che lega, attraverso una funzione lineare, la tavola di mortalità della provincia di Firenze alla tavola di mortalità della regione Toscana. Il modello parametrico di Brass è caratterizzato da due parametri, α e β in cui α va a modificare il livello generale della mortalità mentre β modifica la relazione tra la mortalità nelle età adulte e quella nelle età più giovani. Nello specifico, si è deciso di agire sul parametro α e di mantenere costante β nel corso del ventennio di previsione dal momento che non si avevano a disposizione elementi che potessero far pensare ad una sua significativa variazione. Attualmente (Tavole di mortalità Provinciale del 2003, Istat) la speranza di vita nella provincia di Firenze è pari a 78,75 anni per gli uomini e 83,89 anni per le donne. Per entrambi gli scenari previsivi proposti si ipotizza un incremento del parametro α che consentirà, al termine dei venti anni di previsione, il raggiungimento di una speranza di vita pari a 79,3 anni per gli uomini e a 84,4 anni per le donne. Si tratta, come accade nelle previsioni per aree sub-nazionali, di ipotesi che, dal lato strettamente metodologico, lasciano ampi margini di aleatorietà, ma dal lato empirico cambiano solo relativamente i risultati previsivi, in quanto, per variazioni contenute come quelle che caratterizzano i periodi brevi/medi, la mortalità ha un riflesso modesto nelle dimensioni e sulla struttura della popolazione rispetto alle altre componenti di fecondità e migratorietà. 2.1.3 Movimenti migratori Riguardo la migratorietà è noto come tale componente giochi sempre di più un ruolo fondamentale nella struttura per sesso ed età delle popolazioni a livello nazionale, ed in termini anche più significativi a livello locale. Per tale motivazione, le ipotesi sull’andamento futuro dei flussi migratori hanno un ruolo di primaria importanza nella previsione della popolazione futura. I dati di partenza per lo studio dell’andamento dei flussi migratori sono rappresentati dalle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche nel periodo di tempo 2000-2003, poiché purtroppo non disponiamo di serie temporali di maggiore durata per i comuni della cintura, ma solo per Firenze. (a) Area Fiorentina
Figura 2.1 : Andamento dei flussi in entrata, in uscita e del saldo migratorio tra il 2000 e il 2003
Alla luce sia dell’andamento del saldo migratorio negli ultimi anni, sia di una ipotizzata ripresa economica sottostante gli scenari previsivi costruiti, si è deciso di definire, per entrambe le aree di studio, un saldo migratorio crescente nel tempo, con un incremento dei flussi in entrata e in uscita nell’ordine dell’1% annuo. 2.2. Scenari di popolazione 2.2.1. L’area fiorentina L’esito prodotto dall’algoritmo previsivo, in base alle ipotesi appena enunciate, evidenzia un continuo e progressivo decremento della popolazione dell’intera area fiorentina, che passa dalle 615.032 unità del 2004 a 585.489 nel 2024, facendo registrare una variazione negativa tra il periodo finale e il periodo iniziale del 4,8%. Andando ad osservare la struttura della popolazione si nota che, in caso di conferma delle ipotesi considerate, si assisterebbe contemporaneamente, ad una lieve variazione della struttura per età della popolazione, come confermato dalle piramidi per età della popolazione (Figura 2.2 a,b,c) e dagli indici di struttura (Tabella 2.2) .
Figura 2.2: Piramidi per età: a) 31.12.2004; b) previsione al 31.12.2014; c) previsione al 31.12.2024 L’indice di vecchiaia passerebbe dal valore attuale di 203,2 a quello di 203,8. Un lieve ringiovanimento della popolazione, è evidenziato dall’andamento evolutivo dell’indice di ricambio che passerebbe dal valore di 176,6 del 2004 a 163,7 nel 2024. Per l’indice di dipendenza, particolarmente importante per le istituzioni al fine della predisposizione di politiche sociali, si evidenzia, seppure in apparente controtendenza con quanto asserito in precedenza e in modo molto lieve, un leggero incremento che sta ad indicare un maggiore numero di persone che “pesano” sulla società, ogni 100 persone in età lavorativa. Infatti, se nel 2004 si ha un rapporto di 55,5 a 100, nel 2024 si raggiunge il valore di 56,1 con un elevato differenziale per genere. L’andamento di tale indice può essere spiegato facendo riferimento alla speranza di vita, ipotizzata crescente nel corso degli anni, che porterà ad avere un numero crescente di persone “over-65” che vanno a “pesare” sulla popolazione attiva. Infine, l’indice di carico di figli per donna rimane invariato nel corso del ventennio di previsione. Tabella 2.2 Indicatori di struttura della popolazione al 2004 (dati osservati) e al 2024 (dati previsti) IV IR ID IC 2004 2024 2004 2024 2004 2024 2004 2024Maschi 161,6 169,7 161,2 148,8 49,8 52,0 -- --Femmine 246,8 237,1 192,6 179,4 60,9 59,8 19,2 19,3Totale 203,2 197,9 176,6 163,7 55,5 56,1 -- -- Le previsioni sono state realizzate su base annuale, in modo tale da fornire un contributo significativo alle istituzioni preposte alla programmazione e pianificazione dei diversi servizi pubblici (di tipo sociale, assistenziale, economico, urbano) specifici per ciascuna fascia di età. A tale scopo, si è deciso di raggruppare, in base a fasce di età maggiormente significative, la popolazione in: utenza potenziale dell’asilo nido (0-2 anni), utenza potenziale della scuola materna (3-5 anni), contingente di scolari della scuola elementare (6-10 anni), studenti della scuola media inferiore (11-13 anni), utenza potenziale della scuola media superiore (14-18 anni), popolazione giovanile (19-29 anni), corpo centrale della popolazione (30-64 anni), popolazione in età senile (a partire dai 65 anni di età). Infine,
per avere una visione d’insieme dell’evoluzione della popolazione lungo gli anni di previsione, si riporta un diagramma a barre che ne mostra l’andamento evolutivo. Nel corso dell’orizzonte previsionale 2004-2024 si registra una incidenza sostanzialmente costante della popolazione in età 0-14: se nel 2004 gli individui in età 0-14 rappresentavano l’11,7% della popolazione totale, nel 2024 costituiranno l’11,8%. Per la generazione immediatamente successiva, costituita dai giovani in età compresa tra i 15 e i 29 anni, si assiste ad una incidenza percentuale sulla popolazione totale che passa dal 13,7% del 2004 al 14,7% del 2024. In particolare, nel 2004 gli individui di età compresa tra 0 e 2 anni, che costituiscono l’utenza potenziale dell’asilo nido, sono 15.891 (con una incidenza sul totale della popolazione del 2,6%); nel corso degli anni di previsione si assiste dapprima ad un continuo decremento che porta a raggiungere nel 2018 il valore minimo di 13.693 unità; successivamente si osserva una lenta ma continua ripresa che culmina nel valore di 14.502 unità nel 2024 (con una incidenza sul totale sempre pari al 2,5%). Le dinamiche previste per il contingente di bambini fra 3 e 5 anni, che rappresentano l’utenza potenziale delle scuole dell’infanzia, mostrano, a fronte di un valore al 2004 pari a 15.021 unità (pari al 2,4% della popolazione complessiva), un andamento altalenante nel corso degli anni che porta al raggiungimento nel 2024 di un valore pari a 13.743 con una incidenza sempre del 2,4% sul totale della popolazione. L’andamento previsivo per i bambini in età compresa tra 6 e 10 anni, che costituiscono il contingente di scolari della scuola elementare, mostra, a partire da un valore del 2004 pari a 23.037 unità (che rappresenta il 3,7%), un andamento crescente per i primi sette anni di previsione, per poi iniziare un andamento discendente che porta nel 2024 ad un valore pari a 22.282 (con una incidenza lievemente crescente, però, sul totale della popolazione e pari al 3,8%). I ragazzi che costituiscono l’utenza potenziale della scuola media inferiore ammontano, nel 2004, a 13.693 (2,2% della popolazione complessiva); sulla base delle ipotesi di previsione effettuate, si arriverà ad un valore nel 2024 di 13.929 unità ed un peso sul totale della popolazione del 2,4%. Per i ragazzi in età compresa tra i 14 e i 18 anni, che rappresentano l’utenza potenziale della scuola media superiore, si assiste, a fronte di un valore nel 2004 pari 22.728 unità, ad una crescita lieve nei primi dieci anni di previsione; successivamente si osserva un elevato tasso di crescita negli anni 2015-2020 per poi, negli anni finali di previsione, osservare un lieve decremento che porta comunque a raggiungere il valore di 25.088 nel 2024 (passando da una incidenza percentuale del 3,7% del 2004 al 4,3% del 2024). I residenti dell’intera area fiorentina in età compresa tra i 19 e i 29 anni ammontano nel 2004 a 66.126 (pari al 10,7% della popolazione complessiva); nel corso degli anni si assiste dapprima ad un decremento che porta ad un valore minimo, nel 2013, di 59.689 unità e poi ad una ripresa attribuibile ai sempre maggiori flussi migratori in entrata ipotizzati, che porta a raggiungere nel 2024 il valore di 65.889 unità (ed un peso percentuale dell’11,2%). Il corpo centrale della popolazione, costituito dagli individui in età compresa tra i 30 e i 64 anni conta, nel 2004, 311.499 unità, pari al 50,6% della popolazione residente. Per gli individui compresi in questa fascia di età, che rappresentano la porzione di popolazione potenzialmente in forza nel mondo del lavoro, si osserva nel corso degli anni di previsione un lento ma continuo decremento che porta a raggiungere nel 2024 il valore minimo di 288.857 unità. Questa evidenza, assieme alla sempre maggiore longevità degli individui, conduce a porsi diversi interrogativi sull’equilibrio del sistema previdenziale e assistenziale locale (e non solo) posto sempre più a dura prova da una elevata/maggiore incidenza della popolazione di età superiore ai 65 anni sugli individui in età lavorativa che dovrebbero provvedere, nella logica del sistema contributivo vigente, al loro sostentamento. La popolazione in età senile, costituita dagli individui di età uguale o superiore a 65 anni, rappresenta nel 2004 il 23,9% della popolazione residente (in termini assoluti si parla di 147.037 soggetti). Sulla base di un andamento, nel corso degli anni, altalenante, si giunge nel 2024 ad un valore di 141.198 individui, con una incidenza percentuale sostanzialmente stabile (pari al 24,1%).
Figura 2.3. Classi rappresentative della popolazione dell’area fiorentina e Firenze: 31/12 degli anni dal 2004 al 2024
In sintesi, la dimensione complessiva della popolazione fa registrare un andamento decrescente nel corso degli anni; dai 615.032 residenti del 2004 si passa ai 585.489 del 2024 (Tabella 2.3). Si evidenzia inoltre una costante diminuzione dei residenti sia di sesso maschile che femminile, con un tasso di variazione che, per gli anni 2004-2024, è maggiore per gli uomini (-7,2%) che per le donne (-2,6%). Tabella 2.3. Evoluzione della popolazione, distinzione per sesso (anni 2004-2024)
2.2.2. La cintura allargata Lo sviluppo della popolazione dei comuni della cintura presenta una dinamica evolutiva differente rispetto a quella dell’area fiorentina sulla quale la popolazione fiorentina pesa fortemente, descritta nel paragrafo precedente. Va ricordato, come già accennato all’inizio di questo studio previsionale, che le ipotesi alla base delle previsioni sono le medesime specificate per l’area fiorentina per quanto concerne la mortalità e l’andamento dei flussi migratori. Per la fecondità, invece, poiché si disponeva di un dato osservato al 2003 pari a 1,2 figli per donna (superiore di 0,3 punti a quello registrato per l’intera area fiorentina) si è deciso di “far crescere” il TFT fino ad un valore di 1,5, per l’ultimo anno di previsione. Sulla base delle ipotesi descritte, la popolazione dell’area di riferimento fa registrare un aumento, tra il 2004 e il 2024, dell’11,3%, passando da 247.982 a 276.069. Ciò che maggiormente incide su questa diversa tendenza dei comuni della cintura rispetto all’area complessiva è la componente migratoria ed in particolare il flusso in entrata da Firenze verso l’area per il quale si osserva un trend crescente già dal 2001 probabilmente attribuibile alla maggiore “vivibilità”, a livello ambientale ed economico, dell’area immediatamente esterna alla città di Firenze. Alla variazione positiva dell’ammontare della popolazione complessiva si accompagna un incremento dell’indice di vecchiaia, che sta ad indicare un maggiore grado di invecchiamento della popolazione; se nel 2004 si ha un valore dell’indice pari a 167,7 nel 2024 si passa ad un valore di 177,5. Si può notare però la notevole differenza nel grado di invecchiamento dei comuni della cintura rispetto all’area fiorentina, per la quale l’indice di vecchiaia nel 2024 sarà pari a 203,8. Anche il grado di invecchiamento della popolazione attiva, misurato dall’indice di struttura, subisce un incremento tra il 2004 e il 2024; nell’ultimo anno di previsione si ha un rapporto tra le venticinque generazioni più anziane in età lavorativa e le venticinque generazioni più giovani pari a 137,5, contro un valore dell’indice nel 2004 pari a 113,2. L’indice di ricambio fa registrare, invece, una diminuzione: se nel 2004 si hanno 164,3 persone che stanno per lasciare, a causa dell’età, il mondo del lavoro ogni 100 persone che, invece, vi stanno per entrare, nel 2024 lo stesso rapporto si attesta a 146,2. Per quanto concerne l’indice del carico di figli per donna feconda si osserva un lieve incremento tra il 2004 e il 2024, con un valore dell’indice pari a 20,3 nel 2004 e 20,5 nel 2024.
Figura 2.4: Piramidi per età: a)31.12.2004; b) previsione al 31.12.2014; c) previsione al 31.12.2024 Tabella 2.4. Indicatori di struttura della popolazione al 2004 (dati osservati) e al 2024 (dati previsti) IV IR ID IC 2004 2024 2004 2024 2004 2024 2004 2024 Maschi 142,5 154,0 154,8 140,4 48,5 51,5 -- -- Femmine 193,9 200,7 174,0 151,8 55,8 58,8 20,3 20,5 Totale 167,7 177,5 164,3 146,2 52,2 55,3 -- -- La suddivisione della popolazione prevista in classi di età maggiormente significative è di notevole aiuto per una migliore comprensione dell’andamento evolutivo. L’utenza potenziale dell’asilo nido, costituita dai bambini di età compresa tra 0 e 2 anni, è pari nel 2004 a 6.952 unità (con un peso sul totale dei residenti pari al 2,8%); nei primi dieci anni di previsione si assiste ad un andamento decrescente per poi, dopo aver raggiunto il valore minimo nel 2015, cominciare a risalire fino a raggiungere un valore di 7.156 unità nel 2024 (ed un peso percentuale del 2,6%). I bambini che costituiscono l’utenza potenziale della scuola materna in età compresa tra 3 e 5 anni, costituiscono nel 2004 il 2,6% della popolazione complessiva essendo pari a 6.492. Nel 2024 lo stesso contingente, sulla base di un andamento a tratti crescente e a tratti decrescente, raggiunge il valore di 7.024 unità, con una incidenza del 2,5% sul totale della popolazione. Il peso dei bambini in età 6-10 rimane sostanzialmente invariato e pari al 4,2% tra il 2004 e il 2024; se nell’anno iniziale di previsione si hanno 10.216 individui in età scolare, nel 2024 lo stesso contingente assume un valore pari a 11.534. L’utenza della scuola media inferiore, costituita dagli adolescenti in età compresa tra 11 e 13 anni, è pari nel 2004 a 6.049 unità. Durante i primi anni di previsione si osserva un elevato tasso di crescita che perdura fino al 2015, anno in cui il contingente di riferimento assume un valore pari a 7.656 unità; negli anni successivi, nonostante ci si mantenga su valori di oltre 1.000 unità superiori al valore di partenza, si assiste ad un lento e continuo decremento che porta ad un valore per il 2024 di 7218 individui. Per quanto concerne i ragazzi da 14 a 18 anni, che costituiscono l’utenza potenziale della scuola media superiore, si osserva un trend crescente fino al 2020; negli ultimi anni di previsione si ha
un’inversione di tendenza che, da un valore iniziale nel 2004 pari a 10.063, porta al raggiungimento di un valore di 12.725 persone nel 2024. Questa crescita, congiuntamente alla sempre maggiore propensione individuale a frequentare questo ordine di scuole, dovrebbe costituire un monito per le istituzioni pubbliche circa la programmazione e pianificazione di servizi specifici rivolti a questo contingente. L’ultimo segmento della popolazione giovanile, rappresentato dagli individui in età compresa tra 19 e 29 anni, è costituito nel 2004 da 27.626 persone (con una incidenza percentuale dell’11,1%); nel 2024 lo stesso contingente ammonterà a 31.242 unità ed avrà un peso percentuale, sul totale, dell’11,3%. Il 51,3% dei residenti nell’area fiorentina hanno, nel 2004, un’età compresa tra i 30 e i 64 anni; a fronte di un andamento evolutivo che mostra una tendenza sottostante di tipo crescente, si giunge, nel 2024, ad un ammontare di popolazione in questa fascia di età pari a 136.320 individui che vanno ad incidere sul totale della popolazione per il 49,4%. L’ultima classe di età presa in considerazione comprende gli individui in età senile (età maggiore o uguale a 65 anni) che, se nel 2004 conta 53.297 unità (rappresentando il 21,5% della popolazione totale) va a raggiungere, nel 2024 il valore di 62.851 unità (con una incidenza percentuale del 22,8%).
L’andamento complessivo della popolazione dei comuni facenti parte della cintura allargata, mostra (Tabella 2.5) un trend costantemente crescente nel corso degli anni di previsione, che porterà nel 2024 ad un ammontare complessivo della popolazione pari a 276.069 e al già presentato tasso di variazione 2004-2024 dell’11,3%. Per quanto concerne la distinzione dell’andamento per genere, si nota, anche in questo caso, un maggiore tasso di crescita per le donne (+13,1%) rispetto agli uomini (+9,5%).
Considerazioni di sintesi Se si volesse riassumere in una parola il contenuto di questo rapporto, si potrebbe parlare di eterogeneità. La descrizione delle popolazioni dei 10 comuni ha infatti messo in luce le forti differenze che caratterizzano i comuni della cintura, per numerosità della popolazione, struttura per età, presenza straniera: da un comune “storico” come quello di Fiesole, fiore all’occhiello della provincia di Firenze, che conta più di 2 anziani per ogni bambino e con un’incidenza straniera del 4,9%, si passa ad uno dei comuni di più recente espansione - Campi Bisenzio - comune “giovane” e caratterizzato da una forte immigrazione dai territori toscani e soprattutto dall’estero. Inoltre la popolazione del comune di Firenze si distingue rispetto alla popolazione della cintura nel suo complesso che è caratterizzata da una popolazione mediamente più giovane – anche in virtù dell’elevata presenza straniera – e, di conseguenza, da tassi di fecondità più elevati. Come conseguenza di tali differenze e del fatto che, in termini assoluti il comune di Firenze pesa circa il 50% della popolazione complessiva, la previsione della popolazione dell’intera area fiorentina si distingue nettamente da quella per la sola cintura allargata. Per l’intera popolazione dell’area è presumibile che i cittadini residenti nei prossimi venti anni diminuiranno di circa 28.000 unità (il 4,6% della popolazione), ma tale decremento è solo apparente se si prende in considerazione la cintura allargata e si esclude il comune di Firenze: quest’area infatti risulta in espansione con un aumento della popolazione di circa l’11% nell’arco di vent’anni. Ciò che maggiormente incide su questa diversa tendenza è la componente migratoria ed in particolare il flusso in entrata da Firenze verso la cintura per il quale si osserva un trend crescente già dal 2001. I comuni circostanti al capoluogo quindi fungono da “succursali” di Firenze: luoghi cioè in cui molti fiorentini - e non solo – scelgono di dimorare, in cui indubbiamente si svolge una parte della vita sociale ed economica della popolazione, ma che fanno riferimento alla “sede” per gran parte dell’attività lavorativa e per i servizi sanitari e scolastici.
Indicatori demografici al 31.12.2004 Maschi Femmine Totale Indice di Vecchiaia (IV) 175,0 232,4 203,2 Indice di struttura della popolazione attiva (IS) 120,6 129,2 124,9 Indice di ricambio (IR) 170,6 172,0 171,3 Indice di dipendenza (ID) 50,4 57,0 53,8 Indice di dipendenza giovanile 18,3 17,2 17,7 Indice di dipendenza senile 32,0 39,9 36,0
Gruppi etnici più numerosi al 31.12.2004
Nazionalità % sul totale degli stranieriFilippini 13,7Albanesi 12,5Romeni 9,1
Peruviani 7,3Marocchini 5,3Statunitensi 4,7
Popolazione straniera residente con cittadinanza straniera al 31.12.2004
Indicatori demografici al 31.12.2004 Maschi Femmine Totale Indice di Vecchiaia (IV) 151,0 174,7 163,2 Indice di struttura della popolazione attiva (IS) 111,1 118,9 114,9 Indice di ricambio (IR) 151,9 167,2 159,4 Indice di dipendenza (ID) 44,7 51,8 48,2 Indice di dipendenza giovanile 17,8 18,8 18,3 Indice di dipendenza senile 33,0 32,9 29,9 Gruppi etnici più numerosi al 31.12.2004
Nazionalità % sul totale degli stranieriAlbanesi 31,5Romeni 12,6
Marocchini 10,4Cinesi 5,5
Iugoslavi 3,6Ucraini 2,9
Popolazione straniera residente con cittadinanza straniera al 31.12.2004 %
Indicatori demografici al 31.12.2004 Maschi Femmine Totale Indice di Vecchiaia (IV) 102,5 139,7 120,8 Indice di struttura della popolazione attiva (IS) 92,5 99,3 95,8 Indice di ricambio (IR) 130,1 141,9 135,9 Indice di dipendenza (ID) 42,9 49,5 46,2 Indice di dipendenza giovanile 21,2 20,7 20,9 Indice di dipendenza senile 21,7 28,9 25,3 Gruppi etnici più numerosi al 31.12.2004
Nazionalità % sul totale degli stranieriCinesi 56,7
Albanesi 12,9Marocchini 5,6
Romeni 5,5Peruviani 2,6Iugoslavi 2,3
Popolazione straniera residente con cittadinanza straniera al 31.12.2004 %
Indicatori demografici al 31.12.2004 Maschi Femmine Totale Indice di Vecchiaia (IV) 175,2 254,6 213,8 Indice di struttura della popolazione attiva (IS) 117,2 130,6 123,7 Indice di ricambio (IR) 155,4 194,7 173,4 Indice di dipendenza (ID) 51,6 61,8 56,7 Indice di dipendenza giovanile 18,7 17,4 18,1 Indice di dipendenza senile 32,9 44,3 38,6
Gruppi etnici più numerosi al 31.12.2004
Nazionalità % sul totale degli stranieriFilippini 16,0Albanesi 11,1Singalesi 6,5Romeni 6,4
Peruviani 6,1Statunitensi 6,1
Popolazione straniera residente con cittadinanza straniera al 31.12.2004 %Unione Europea 20,4Altri Paesi europei 23,7Africa 11,6America Nord e Centrale 7,5America Sud 9,9Asia 25,7Oceania 1,2
Indicatori demografici al 31.12.2004 Maschi Femmine Totale Indice di Vecchiaia (IV) 147,5 198,3 172,8 Indice di struttura della popolazione attiva (IS) 129,5 133,3 131,4 Indice di ricambio (IR) 174,9 174,0 174,5 Indice di dipendenza (ID) 53,1 61,4 57,3 Indice di dipendenza giovanile 21,4 20,6 21,0 Indice di dipendenza senile 31,6 40,8 36,3 Gruppi etnici più numerosi al 31.12.2004
Nazionalità % sul totale degli stranieriAlbanesi 23,3Filippini 9,9Romeni 8,1
Indicatori demografici al 31.12.2004 Maschi Femmine Totale Indice di Vecchiaia (IV) 127,1 172,2 147,3 Indice di struttura della popolazione attiva (IS) 108,0 109,2 108,6 Indice di ricambio (IR) 146,6 156,1 151,2 Indice di dipendenza (ID) 47,8 55,2 51,5 Indice di dipendenza giovanile 21,3 20,3 20,8 Indice di dipendenza senile 26,4 34,9 30,7 Gruppi etnici più numerosi al 31.12.2004
Albanesi 27,1Romeni 23,1
Marocchini 13,0Cinesi 7,8
Polacchi 2,8Egiziani 1,7
Popolazione straniera residente con cittadinanza straniera al 31.12.2004 %
Indicatori demografici al 31.12.2004 Maschi Femmine Totale Indice di Vecchiaia (IV) 162,4 219,3 190,0 Indice di struttura della popolazione attiva (IS) 112,0 123,8 117,8 Indice di ricambio (IR) 177,2 216,5 196,3 Indice di dipendenza (ID) 51,7 58,0 54,9 Indice di dipendenza giovanile 19,7 18,1 18,9 Indice di dipendenza senile 32,0 39,8 35,9
Gruppi etnici più numerosi al 31.12.2004
Nazionalità % sul totale degli stranieriAlbanesi 23,0Romeni 13,0
Marocchini 7,6Peruviani 4,3
Cinesi 4,3Egiziani 4,1
Popolazione straniera residente con cittadinanza straniera al 31.12.2004
0-45-910-1415-1920-2425-2930-3435-3940-4445-4950-5455-5960-6465-6970-7475-7980-8485-8990 e più
Maschi Femmine
Piramide per età al 31.12.2004
Indicatori demografici al 31.12.2004 Maschi Femmine Totale Indice di Vecchiaia (IV) 149,8 217,2 182,3 Indice di struttura della popolazione attiva (IS) 116,6 126,4 121,5 Indice di ricambio (IR) 152,5 188,1 169,7 Indice di dipendenza (ID) 50,9 58,0 54,5 Indice di dipendenza giovanile 20,4 18,3 19,3 Indice di dipendenza senile 30,5 39,7 35,2 Gruppi etnici più numerosi al 31.12.2004
Nazionalità % sul totale degli stranieriCinesi 23,6
Albanesi 16,4Romeni 10,9
Peruviani 6,2Marocchini 6,0Iugoslavi 4,1
Popolazione straniera residente con cittadinanza straniera al 31.12.2004
0-45-910-1415-1920-2425-2930-3435-3940-4445-4950-5455-5960-6465-6970-7475-7980-8485-8990 e più
Maschi Femmine
Piramide per età al 31.12.2004
Maschi Femmine Totale Indice di Vecchiaia (IV) 118,1 165,1 141,5 Indice di struttura della popolazione attiva (IS) 86,9 91,2 89,5 Indice di ricambio (IR) 128,8 126,6 127,6 Indice di dipendenza (ID) 44,1 53,4 48,7 Indice di dipendenza giovanile 20,2 20,2 20,2 Indice di dipendenza senile 23,9 33,3 28,6 Gruppi etnici più numerosi al 31.12.2004
Nazionalità % sul totale degli stranieriCinesi 33,6
Albanesi 19,6Marocchini 13,6
Romeni 10,0Egiziani 2,6Filippini 1,6
Popolazione straniera residente con cittadinanza straniera al 31.12.2004
0-45-910-1415-1920-2425-2930-3435-3940-4445-4950-5455-5960-6465-6970-7475-7980-8485-8990 e più
Maschi Femmine
Piramide per età al 31.12.2004
Indicatori demografici al 31.12.2004 Maschi Femmine Totale Indice di Vecchiaia (IV) 181,4 146,1 139,4 Indice di struttura della popolazione attiva (IS) 131,9 125,7 128,7 Indice di ricambio (IR) 164,3 166,0 165,1 Indice di dipendenza (ID) 45,7 51,9 48,8 Indice di dipendenza giovanile 19,7 21,1 20,4 Indice di dipendenza senile 26,0 30,8 28,4 Gruppi etnici più numerosi al 31.12.2004
Nazionalità % sul totale degli stranieriAlbanesi 12,7Romeni 9,5Francesi 8,6Filippini 6,8
Marocchini 6,3Iraniani 5,0
Popolazione straniera residente con cittadinanza straniera al 31.12.2004 %
Riferimenti bibliografici Bonarini F. (2002), Modelli di mortalità, CLEUP, Padova Comune di Bologna – Ufficio di Statistica (2003), Scenari demografici nell’area bolognese 2003-2018, Comune di Bologna, Settore Programmazione, Controlli e Statistica. Ferro I, Romanelli M., Salvini S., Vignoli D. (2005), La popolazione di Prato: analisi territoriale e scenari demografici, I&C Informazione e Comune, nuova serie n°9, Comune di Prato. Ferro I., Salvini S., Secondi L., Vignoli D., (2007), Firenze: oggi e domani tra individui e famiglie, La statistica per la città, Ufficio Comunale di Statistica, Comune di Firenze, in corso di pubblicazione. Livi Bacci M. (1999), Introduzione alla demografia, Loescher Editore, Torino Preston S., Heuveline P. e Guillot M. (2001), Demography. Measuring and modelling population processes, Blackwell Publishers, Oxford Provincia di Modena (2003), Previsioni demografiche 2003-2014 per i comuni e per le aree sovracomunali della provincia di Modena, Area programmazione e Pianificazione territoriale, Servizio statistico e osservatorio economico e Sociale. Provincia di Padova (2003), Le proiezioni demografiche in provincia di Padova. Ipotesi e stime a livello comunale (2001-2030), Osservatorio del progetto strategico, quaderno n. 2, Padova. Regina F., Salvini S. e Vignoli D. (2003), La popolazione a Firenze. Il profilo demografico della città, La statistica per la città, Ufficio Comunale di Statistica, Comune di Firenze. Rossi F. (1997), Stime e proiezioni di popolazioni per lo studio dei mercati, in Micheli G.A. e Rivellini G. (a cura di) (1997), Popolazione e Mercato, Franco Angeli, Milano Salvini S., Santini A. e Vignoli D. (2006), Le Previsioni della Popolazione. Teoria ed Applicazioni, Serie Didattica 2006/1, Dipartimento di Statistica “G. Parenti”, Firenze University Press. (http://eprints.unifi.it/archive/00001259/). Santini A. (1992), Analisi demografica. Fondamenti e metodi, La Nuova Italia, Firenze Terra Abrami V. (1998), Le previsioni demografiche, Il Mulino, Bologna. Siti internet: http://www.istat.it http://www.demo.istat.it http://www.demo.istat.it/tav2003/index.html http://statistica.comune.fi.it/
La statistica per la città La statistica per la città
FIRENZEFIRENZE OGGI E DOMANI TRA INDIVIDUI E FAMIGLIEOGGI E DOMANI TRA INDIVIDUI E FAMIGLIE
L’AREA FIORENTINAL’AREA FIORENTINA
QUANTI SIAMO E QUANTI SAREMOQUANTI SIAMO E QUANTI SAREMO
COMUNE DI FIRENZE - Ufficio Comunale di Statistica Via de’ Perfetti Ricasoli, 74 - 50127 Firenze Tel. 055.3282220 - Fax 055.3282221