ASSISTENZA Punti di assistenza veri e propri (mec- canici per biciclee) sirovano in cià, e quindi nei punti di partenza dell’itine- rario, mentre un’eventuale assistenza di minima si può trovare quasi dap- pertutto, fermo restando che in ogni giro di questo genere ciascuno deve essere autosufficiente almeno per i normali casi di foratura e per ripara- zioni elementari. Nella borsa non deve inoltre mancare il kit medico di pronto soccorso. NOTE IMPORTANTI Si raccomanda di rispettare il codice della strada ed indossare attrezzatu- re protettive e un abbigliamento in grado di garantire il benessere neces- sario per pedalare in tutta sicurezza. Inoltre sienga presente che anche se siamo su percorsi ciclabili, la presenza di escursionisti a piedi è molto proba- bile e anzi sono loro ad aver sempre la precedenza. Panaro Trebbia Taro Ceno Montone Po Po L a m o n e R e n o S e c c h ia P a r m a A14 E45 A13 A22 A1 A21 A21 A1 A15 CICLOVIA BOSCHI DI CARREGA CICLOVIA DEL TARO CICLOVIA DEL SECCHIA CICLOVIA DEI GESSI ROMAGNOLI CICLOVIA DELLA MEMORIA CICLOVIA DI MONTEVEGLIO CICLOVIA DELLO STIRONE CICLOVIA DEL TREBBIA CICLOVIA DEL PARCO DEI SASSI CICLOVIA DEI GESSI DI GAIBOLA Bologna Rimini Ravenna Ferrara Modena Parma Reggio Emilia Piacenza Forlì Cesena Imola Faenza Fidenza Salsomaggiore Terme Castell' Arquato Gossolengo Rivergaro Gazzola Fornovo di Taro Ozzano Emilia Vernasca Collecchio Brisighella Borgo Tossignano Castel- fiumanese Fontanelice Riolo Terme Comacchio Vignola Bazzano Monteveglio Campogalliano Rubiera Sala Baganza Zocca Guiglia Sasso Marconi Lama di Reno Pian di Venola San Lazzaro di Savena Pianoro Salsomaggiore Terme Castell' Arquato Gossolengo Rivergaro Gazzola Fornovo di Taro Ozzano Emilia Vernasca Collecchio Brisighella Borgo Tossignano Castel- fiumanese Fontanelice Riolo Terme Comacchio Vignola Bazzano Monteveglio Campogalliano Rubiera Sala Baganza Zocca Guiglia Sasso Marconi Lama di Reno Pian di Venola San Lazzaro di Savena Pianoro Bid ente Bologna Rimini Ravenna Ferrara Modena Parma Reggio Emilia Piacenza Forlì Cesena Imola Faenza Fidenza La ciclovia del Trebbia è caraerizzata da una notevole diversità di ambien- ti. Si parte da quello urbano, con l’at- traversamento del centro storico di Piacenza: lasciata la stazione ferro- viaria si pedala per strade lastrica- te in pavè, in buona parte pedonali o comunque senza problemi diraffico, fra chiese romaniche e animate piaz- ze. Si esce poi in direzione sud, verso le colline, araversando l’ambiente peri- ferico, comunque molto verde e sem- pre su pista ciclabile protetta. Un bel percorso permette di raggiungere in tua sicurezza l’abitato di Gossolengo, un breverao inevitabilmente a fian- co dellarafficata provinciale conduce poi al grande ponte sul Trebbia dopo il quale si percorre un primo anello sul greto, in sinistra idrografica, sotto il castello di Rivalta. È questo l’ambien- te fluviale, dove si pedala su sentiero tra radi pioppi e salici, in pratica suer- razzi golenali mai raggiunti dalle piene, ma a due passi dalle lame azzurre del Trebbia che serpeggianora i citoli. Dopo la consigliabile visita al borgo di Rivalta siorna al ponte sul Trebbia per intraprendere un secondo anello,uo su viabilità campestre, per Roveleto Landi e Pieve Dugliara fino a Rivergaro. Qui si consiglia un’eventuale sosta sul verdissimo lungofiume dopodiché si può riprendere la via del ritorno, sem- pre in destra idrografica Trebbia e pia- cevolmente mosso fra stradine bian- che, vecchi mulini, ancora canali, orti e anche ambienti più “selvatici” di ripa fluviale con boschei, arbusteti eer- reni sassosi e assolati su cui è possibi- le avvistare il non comune occhione, il corriere piccolo o gli altriimidi uccelli abitatori del greto. CICLOVIA DEL TREBBIA CICLOVIE DEI PARCHI GUIDA AGLI ITINERARI CICLABILI NELLE AREE PROTETTE DELL’EMILIA-ROMAGNA Coordinamento Editoriale e Redazionale Regione Emilia-Romagna Servizio Parchi e Risorse forestali Viale della Fiera 8 - 40127 Bologna Tel. +39 051 5276080 Fax +39 051 5276957 [email protected]hp://ambiente.regione.emilia-romagna.it/ ambiente/parchi-natura2000/ Aree pree dell’Emilia-Romagna A cura di Enzo Valbonesi, Monica Palazzini e Maria Vioria Biondi Testi di Sandro Bassi Fografia copertina Milko Marchei Elaborazione cartografica degli itinerari Francesco Corte con Fabrizio Colacino StudioUndici Largo Ghibellini 17, Pavullo (MO) www.studioundici.net Hanno collaborato Parco regionale fluviale del Trebbia: Adalgisa Torselli, Gabriele Santacroce Parco regionale dello Stirone e del Piacenziano: Stefano Porta, Sergio Tralongo Parco regionale Boschi di Carrega: Angelo Vanini Parco fluviale regionale del Taro: Michele Zanelli Riserva naturale orientata Cassa di espansione del fiume Secchia: Giuliano Pozzi Parco regionale Sassi di Roccamalatina: Giovanni Savini Parco storico regionale di Monte Sole: Riccardo Bassi Parco regionale Abbazia di Monteveglio: Filippo Gardini, Raffaella Leonelli Parco regionale Gessi bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa: Enrico Angelini, Lucia Montagni Parco regionale Vena del Gesso romagnola: Luca Catani, Massimiliano Costa Provincia di Modena: Roberto Ori Servizio Parchi e Risorse forestali: Antonella Lizzani, Stefania Vecchio Servizio mobilità urbana erasporto locale: Fabio Formentin, Paola Bassi FIAB-Federazione Italiana Amici della Biciclea: Umberto Rovaldi, Claudio Pedroni. Progeo grafico e impaginazione Francesca Palladini - StudioUndici Largo Ghibellini 17, Pavullo (MO) www.studioundici.net Stampa La Tipolitografica Salsese S.C.a.R.L. Via G. Magnaghi, 1 43039 Salsomaggiore Terme (PR) www.tipografiasalese.it Agosto 2014 Per quanto non difficile, la ciclovia dello Stirone sale lungamente nel fon- dovalle dell’omonimoorrente, su per- corso piacevolmente movimentato e a tratti piuttosto impervio (passaggi strei, brusche svolte su fondo sasso- so o con buche, radici, ecc.). Il paesag- gio va dalle distese di campi intercala- ti a filari di grandi alberi (querce, gelsi) fino ai boschi collinari che rivestono le alture di Vigoleno, passando per l’am- biente fluviale dello Stirone, incassato fra ripide scarpate e con costanti mac- chie di salici e pioppi. Il volo colora- tissimo dei gruccioni o l’osservazione dei reperti fossili rendono ancora più emozionante l’escursione. Non man- cano mivi di interesse storico-monu- mentale legati airai urbani (Fiden- za, Vigoleno, Salsomaggiore) o a sin- goli edifici antichi isolati nel conte- sto rurale (le romaniche chiese di San Nicomede e San Genesio). L’itinerario è ad anello con alcune varianti da uti- lizzare a seconda delle variabili stagio- nali. Partiti dalla stazione di Fidenza e araversato il centro storico si rag- giunge, nel periferico quartiere Luce, l’argine di destra idrografica dello Sti- rone che farà da direttrice dell’itine- rario. Una deviazione su stradelli privi diraffico consente di aggirare la con- fluenza del torrente Ghiara dopodi- ché si risale a fianco del greto fino a Scipione Ponte, nei pressi del centro visite del parco. Altri tratti su sentie- ro a breve distanza dall’alveo porta- no in località Trabucchi, ormai nell’al- to corso, dove si può intraprendere la salita finale per Vigoleno, borgo col- linare con antichi edifici nella calda e giallastra pietra arenacea locale. L’iti- nerario si muove poi su viabilità ordi- naria verso la ciadinaermale di Sal- somaggiore da dove programmare il ritorno a Fidenza mediante una como- da pista ciclabile oppure inreno. CICLOVIA DELLO STIRONE La ciclovia del Taro si compone di due diversi itinerari fisicamente distinti ma complementari e, volendo, percorri- bili l’uno di seguito all’altro. Si parte dalla stazione ferroviaria di Collecchio e, araversato il centro, si va in dire- zione sud lungo la vecchia Statale della Cisa per un paio di chilometri, voltando a destra su viabilità secondaria fino a Corte Giarola, complesso monumenta- le di grande fascino storico e architet- tonico, nonché sede del parco, e centro visita, che offre possibilità di noleggio di biciclee. Il primo itinerario è abba- stanza semplice,uo suerreno pia- neggiante, lungo tranquille stradine campestri che si snodano verso sud (monte)occando l’edificio monastico di Oppiano, antico punto di sosta dei pellegrini che percorrevano il fondoval- le direi a Fornovo, lungo la via Fran- cigena per Roma. Oltrepassata la fra- zione di Villanova si giunge ad Ozza- no Taro, di nuovo sulla Statale della Cisa, dove si volta a sinistra per chiu- dere l’anello passando per Gaiano: qui, eventualmente, c’è la possibilità di connettersi con la ciclovia dei Boschi di Carrega. L’ambiente è sempre rura- le, senzaraffico,ra siepi, filari di gelsi ed esemplari di querce o di noci isola- ti fra i campi. Il secondo anello parte sempre da Corte Giarola ma si snoda a ridosso del Taro e degli antichi canali che si dipartono dal corpo idrico prin- cipale, in ambiente fluviale vero e pro- prio (boschi, boschei, ambienti sasso- si di greto), su sentiero a fondo natu- rale pianeggiante ma piacevolmen- te movimentato e più “avventuroso”: basta peraltro un minimo di aenzio- ne a qualche repentino cambiamento di direzione, qualche passaggio rela- tivamente streo o con fondo un po’ accidentato (sassi, radici,alvolta poz- zanghere) e a qualche piccolo guado. CICLOVIA DEL TARO CICLOVIA BOSCHI DI CARREGA CONSIGLI UTILI CHE BICI USARE? In linea di massima va bene qualsiasi mountain bike e in qualche percorso addirit- tura la city bike: al massimo, nei pochi punti problematici, dovrete scendere per far qual- che metro a piedi. I superallenati non avran- no bisogno neanche di questa precisazione euavia fateesoro della norma aurea che dice di andare piano, anche in itinerari rela- tivamente facili come questi dove comun- que ci sono quantomeno discese ripide, penzialmente insidiose specie se sterrate: chi va forte guadagnerà solo pochi secondi, rischiando comunque di cadere e magari di farsi male sul serio, mentre andando piano si è sicuri di divertirsi davvero. Dieci percorsi ciclabili all’interno dei parchi e delle riserve naturali dell’Emilia- Romagna che consentono di godere di stupendi paesaggi in collina e in pianura e di scoprire bellezze non solo naturalistiche e ambientali, ma anche storiche e architeoniche. Questi itinerari sono destinati aui gli appassionati della bici- clea, ma anche ai ciclisti meno esperti. Sono infairacciati con diversi gradi di difficoltà per la maggior parte percorribili in mountain bike, ma in alcuni casi anche con una normale biciclea. Nella schedaecnica di ciascuna “Ciclovia” sono descrieue le informazioni utili per per scegliere il percorso più appropriato: lunghezza, dislivello, grado difficoltà,empi percorrenza, mete culturali e ambien- tali e recapiti utili. Le diverse ciclovie sono accessibili anche con ilreno con un percorso “fuori parco”, indicato da una segnaletica specifica, che parte dalla sta- zione ferroviaria più vicina e arriva alle porte dell’area prea. Trenitalia infai mee a disposizione carrozze dedicate alrasporto biciclee con un piccolo sup- plemento di 3,5 euro. Prima di partire si consiglia comunque di consultare per orari, prezzi e modalità il sito web: www.trenitalia.com. Parco Fluviale Regionale dello Stirone Ciclovia dello Stirone m 500 400 300 200 100 0 10 20 30 40 49,5 Km Stazione di Piacenza Vallera Vallera Gossolengo Gossolengo Rossia Rossia Rivalta Roveleto Landi Roveleto Landi Rivergaro Stazione di Piacenza 100 100 150 200 100 200 200 250 250 150 150 150 m 400 300 200 100 0 5 10 15 20 25 35 30 40 42,5 Km 288 75 77 107 120 130 134 152 164 175 356 209 207 158 210 159 149 111 91 75 Stazione di Fidenza Ingresso Parco quartiere Luce Ponte sul torrente Ghiara CRAS Museo all'aperto Strada dei Gelsi Scipione Ponte Tre Pioppi Chiesa di S. Genesio Vigoleno La Villa incrocio SP 56 Borla Pietra Nera CV Scipione Ponte Scipione Castello SP 57 Salsediana Piazza Berzieri Stazione di Salsomaggiore Terme Ponte Ghiara Fidenza zona Ospedale di Vaio Stazione di Fidenza m 500 400 300 200 100 0 5 10 15 20,3 Km 109 114 114 110 109 112 108 113 108 118 116 131 130 118 Stazione di Collecchio Bivio Strada Conventino inizio percorso Bos. di Carrega Bivio Strada Campirolo Corte di Giarola Oppiano Loc. Ozzano Bivio Strada Vigne Gaiano Bivio via Libertà Bivio Strada Giarola Ponte Scodogna Bivio via Negri Bivio Strada Nazionale Ovest Stazione di Collecchio SCHEDA TECNICA AREA PROTETTA: Parco regionale fluviale del Taro LUNGHEZZA: circa 20 km il primo itinerario e circa 6 Km il secondo DISLIVELLO: trascurabile GRADO DI DIFFICOLTà: basso nel primo (strade e stradine, asfaltate o ghiaiate) e medio nel secondo (sentieri e piste un po’ più accidentate, pur senza difficoltà oggeive) TEMPI DI PERCORRENZA: mezza giornata INFORMAZIONI: Centro visite parco Corte di Giarola Strada Giarola 11 loc. Pontescodogna - Collecchio Tel. +39 0521 802688 [email protected]www.parchidelducato.it Ne: possibilità di noleggio mountain bike presso la Corte di Giarola (aperto anche la domenica) SCHEDA TECNICA AREA PROTETTA: Parco regionale dello Stirone e del Piacenziano LUNGHEZZA: 42 km itinerario completo percorribile nei due sensi di marcia. Se non si sale a Vigoleno sono da strarre 7 km. Se si utilizza la linea ferroviaria Salsomaggiore-Fidenza strarre 10,5 km. Le eventuali deviazioni comportano differenze di qualche chilometro senza particolari dislivelli DISLIVELLO: 100 m per arrivare a Trabucchi, 300 m se si raggiunge anche Vigoleno, altri 100 m per Salsomaggiore GRADI DI DIFFICOLTà: modesta sino alla località Trabucchi; media se si effeua l’itinerario completo, a causa della lunghezza e del dislivello TEMPI DI PERCORRENZA: una giornata INFORMAZIONI: Centro visite e museo naturalistico loc. Scipione Ponte 1, Salsomaggiore Terme Tel. +39 0524 581139 info.stirone-piacenziano@ parchiemiliaoccidentale.it www.parchidelducato.it SCHEDA TECNICA AREA PROTETTA: Parco regionale fluviale del Trebbia LUNGHEZZA: circa 50 km senza deviazioni DISLIVELLO: 300 m TEMPI DI PERCORRENZA: una giornata GRADO DI DIFFICOLTà: da bassa a media a seconda delle condizioni del terreno nelrao, più o meno fangoso, sul greto del Trebbia eenendo conto che la lunghezza non èrascurabile INFORMAZIONI: c/o Provincia di Piacenza Corso Garibaldi 50, Piacenza Tel. +39 0523 795480 [email protected]www.parchidelducato.it m 400 300 200 100 0 5 10 15 18,6 Km 109 109 176 194 204 285 200 135 135 115 114 109 177 Stazione di Collecchio Bivio via Conventino Ponte Verde Casinetto Bocchi il Crocile CRAS Bassone Talignano Ca’ Balestrieri Ponte Scodogna Stazione di Collecchio via Campirolo SCHEDA TECNICA AREA PROTETTA: Parco regionale Boschi di Carrega LUNGHEZZA: circa 20 km (compresa la deviazione a Talignano) DISLIVELLO: 200 m GRADO DI DIFFICOLTà: basso se si resta sempre sul percorso principale, quasiuo asfaltato; medio se si effeuano le varianti su stradelli forestali (sconsigliabili dopo forti piogge a causa del fango) TEMPI DI PERCORRENZA: mezza giornata INFORMAZIONI: Centro visite parco “Casineo” Via Olma 2, Sala Baganza Tel. +39 0521 836026 info.boschi-carrega@ parchiemiliaoccidentale.it www.parchidelducato.it Ne: presso il Casino dei Boschi esiste un noleggio di mountain bike a cura del parco ANGELO BATTAGLIA PARCO REGIONALE FLUVIALE DEL TREBBIA Siraa dell’ultimo parco, in ordine diempo, istituito dalla Regione. L’areaute- lata si estende in pianura, dalla confluenza del Trebbia nel Po (appena a nord di Piacenza) fino a monte di Rivergaro, per un’estensione complessiva di 4.049 eari. L’ambiente èipicamente fluviale, con un greto citoloso molto ampio e fortemente condizionato dall’andamento stagionale idrico, che vede periodi di prolungata siccità, con il fiume suddiviso in mille dinamici rivolei, alternati a fasi piovose dove il corpo idrico si compaa, lambisce e sommerge le boscaglie ripa- riali di salici arbustivi, che nei seori marginali e di suolo più profondo lasciano il posto a macchie arboree. Siraa di ambienti di consistente valore naturalistico, importanti punti di riferimento per l’avifauna migratoria. PARCO REGIONALE DELLO STIRONE E DEL PIACENZIANO Il parco, istituito nel 2011, nasce dall’unione del Parco regionale dello Stirone e della riserva naturale Geologica del Piacenziano. L’itinerario ciclabile però interessa sola- mente il seore del parco localizzato lungo il fondovalle dello Stirone. Soprauo nel primorao, il fiume scorre incassato in una sorta di canyonra argille plioce- niche. La morfologia è selvaggia e le scarpate rivelano giacimenti fossili di nevo- le importanza. Per quanto riguarda la copertura vegetale si può distinguerera gli ambienti agricoli di fondovalle e quelli di greto, con formazioni di salici e pioppi, mentre le parti più alte, da Ponte Trabucchi a Vigoleno, sono rivestite di boschi misti. La fauna è ricca e diversificata: anche il ciclista “inransito” non prà far a meno di nare svariate specie di uccelli nidificanti lungo il fiumera cui il variopinto gruc- cione, un uccello migratore che costruisce il nido in gallerie scavate nelle scarpate. PARCO REGIONALE FLUVIALE DEL TARO Il parcoutela per una ventina di chilometri il corso del fiume Taro, dalla via Emilia a Parma fino Fornovo. Il paesaggio va dalle riarse distese di ghiaie del greto, fino ai campi coltivati circostanti passando per boschei ripariali. Nell’area prea sono compresi l’ampio alveo e i vicini terrazzi fluviali, entrambi storicamente segnati dall’intenso sfruamento da parte dell’uomo, ma ancora caraerizzati da una gran- de varietà di ambienti di nevole valore naturalistico e di fondamentale importan- za per l’avifauna migratoria, che sosta sulle rive del Taro durante gli spostamenti stagionali. Ai lati del fiume sirovano aree golenali dove compare la raraamerice alpina e fioriscono epilobio e viperina azzurra, pratelli aridi con dense macchie di olivello spinoso e preziose orchidee ed estesi coltivi araversati da antichi canali e punteggiati di storici edifici rurali e religiosi. Fra gli uccelli del greto vanno citati: sterna comune, fraticello, corriere piccolo e il raro ed elusivo occhione. PARCO REGIONALE BOSCHI DI CARREGA Una raffinata atmosfera storica e aristocratica, anche se arai decadente, circonda il parco, il primo ad essere stato istituito sulerritorio regionale nel lontano 1982. L’area protetta, estesa su 1.270 ettari, è un incantevole mosaico di boschi (uno dei pochi rimasti neierritori pedecollinari della regione), vaste radure, scenogra- fici specchi d’acqua, splendide residenze nobiliari impreziosite da romantici parchi, ombrose vallee, bacini calanchivi, campi coltivati. I Boschi di Carrega conservano l’impronta conferita loro dalle famiglie ducali prima e dalla famiglia Carrega poi, a partire dalla seconda metà del ‘700 fino ai primi decenni del ‘900. L’abbondante fauna che popolava le bandite ducali è ancora una della maggiori ricchezze dell’area prea. L’animale più rappresentativo è il capriolo, che quirova un ambiente par- ticolarmente favorevole per l’alternarsi di boschi e ampie radure. Il vasto greto del Trebbia. LUCIANO PRAZZOLI Il Castello di Rivalta. ARCHIVIO PARCO Il borgo e il castello di Vigoleno. ARCHIVIO PARCO Scorcio lungo lo Stirone. EMANUEL FIOR La sterna uccello simbolo del parco. GIOVANNI BERTOLINI Veduta aerea del fiume Taro. FRANCESCO GRAZIOLI Caprioli (Capreolus capreolus). GIOVANNI BERTOLINI La Villa del Casino dei Boschi. Federazione Italiana Amici della Biciclea Emergenza Ambientale www.corpoforestale.it Emergenza Sanitaria Vigili del fuoco Arma dei Carabinieri www.carabinieri.it Questo itinerario si sviluppa in un pae- saggioipicamente forestale ed è per- corribile in ogni stagione, anche nella più calda estate vista la prevalenza di trai freschi e ombreggiati. Siamo ad una quindicina di chilometri a sud di Parma, su antichi terrazzi fluviali fra Baganza e Taro da sempre coperti di boschi di grande valore naturalistico oltre che storico euristico-ricreativo. L’itinerario parte dalla stazione ferro- viaria di Collecchio e, attraversato il paese, raggiunge l’ingresso del parco, alermine della laterale via Conventi- no. Una striscia d’asfalto costeggia il Bosco della Capannella e sale con due tornanti al rettilineo dove si devia a destra per uno sterrato che conduce in breve al Casino dei Boschi, grandiosa residenza dei duchi di Parma immersa in un parco-giardino tocentesco che ospita oggi il centro visite del parco. Si prosegue verso sud, sempre su asfalto ma in ambiente sempre più forestale fino ai 300 metri di quota di Monte Castione, “giro di boa” del nostro itinerario che da questo punto in poi scendera castagneti fino a Tali- gnano da cui si può raggiungere la romanica Pieve di Talignano (e da li eventualmente raccordarsi alla Ciclovia del Taro) oppure, conerreno asciut- to, immeersi nel sentiero per MTB e attraverso Piana Marchesi e il pitto- resco Lago della Svizzera raggiungere via Conventino già percorsa all’andata. Questo itinerario è raggiungibile anche dalla stazione di Parma, passando da Sala Baganza. Da Parma si consiglia di imboccare la ciclovia BI 16, detta Tirrenica o Ti-Bre (Brennero – Tirreno) della rete ciclabile nazionale BicItalia. Il tracciato è descrio sia sul sito www. biciitalia.com che sulla mappa n. 9 dal titolo “la via Farnese lungo il Baganza” della serie Parma in Bici realizzata da FIAB-Parma.
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AssistenzAPunti di assistenza veri e propri (mec-canici per biciclette) si trovano in città, e quindi nei punti di partenza dell’itine-rario, mentre un’eventuale assistenza di minima si può trovare quasi dap-pertutto, fermo restando che in ogni giro di questo genere ciascuno deve essere autosufficiente almeno per i normali casi di foratura e per ripara-zioni elementari. Nella borsa non deve inoltre mancare il kit medico di pronto soccorso.
note importAntiSi raccomanda di rispettare il codice della strada ed indossare attrezzatu-re protettive e un abbigliamento in grado di garantire il benessere neces-sario per pedalare in tutta sicurezza. Inoltre si tenga presente che anche se siamo su percorsi ciclabili, la presenza di escursionisti a piedi è molto proba-bile e anzi sono loro ad aver sempre la precedenza.
PanaroTrebbia
Taro
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A14
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A1 A21A21
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CICLOVIABOSCHI DI CARREGA
CICLOVIA DEL TARO
CICLOVIA DEL SECCHIA
CICLOVIA DEI GESSI ROMAGNOLI
CICLOVIA DELLA MEMORIA
CICLOVIA DI MONTEVEGLIO
CICLOVIA DELLO STIRONE
CICLOVIA DEL TREBBIA
CICLOVIADEL PARCO
DEI SASSI
CICLOVIA DEI GESSI DI GAIBOLA
Bologna
Rimini
Ravenna
Ferrara
Modena
ParmaReggioEmilia
Piacenza
Forlì
Cesena
Imola
Faenza
Fidenza
SalsomaggioreTerme
Castell' Arquato
Gossolengo
RivergaroGazzola
Fornovo di Taro
Ozzano Emilia
VernascaCollecchio
Brisighella
BorgoTossignano
Castel-fiumanese
Fontanelice
RioloTerme
Comacchio
Vignola
Bazzano
Monteveglio
Campogalliano
Rubiera
SalaBaganza
Zocca
Guiglia Sasso Marconi
Lama di Reno
Pian di Venola
San Lazzaro di Savena
Pianoro
SalsomaggioreTerme
Castell' Arquato
Gossolengo
RivergaroGazzola
Fornovo di Taro
Ozzano Emilia
VernascaCollecchio
Brisighella
BorgoTossignano
Castel-fiumanese
Fontanelice
RioloTerme
Comacchio
Vignola
Bazzano
Monteveglio
Campogalliano
Rubiera
SalaBaganza
Zocca
Guiglia Sasso Marconi
Lama di Reno
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San Lazzaro di Savena
Pianoro
Bide
nte
Bologna
Rimini
Ravenna
Ferrara
Modena
ParmaReggioEmilia
Piacenza
Forlì
Cesena
Imola
Faenza
Fidenza
La ciclovia del Trebbia è caratterizzata da una notevole diversità di ambien-ti. Si parte da quello urbano, con l’at-traversamento del centro storico di Piacenza: lasciata la stazione ferro-viaria si pedala per strade lastrica-te in pavè, in buona parte pedonali o comunque senza problemi di traffico, fra chiese romaniche e animate piaz-ze. Si esce poi in direzione sud, verso le colline, attraversando l’ambiente peri-ferico, comunque molto verde e sem-pre su pista ciclabile protetta. Un bel percorso permette di raggiungere in tutta sicurezza l’abitato di Gossolengo, un breve tratto inevitabilmente a fian-co della trafficata provinciale conduce poi al grande ponte sul Trebbia dopo il quale si percorre un primo anello sul greto, in sinistra idrografica, sotto il castello di Rivalta. È questo l’ambien-te fluviale, dove si pedala su sentiero
tra radi pioppi e salici, in pratica su ter-razzi golenali mai raggiunti dalle piene, ma a due passi dalle lame azzurre del Trebbia che serpeggiano tra i ciottoli. Dopo la consigliabile visita al borgo di Rivalta si torna al ponte sul Trebbia per intraprendere un secondo anello, tutto su viabilità campestre, per Roveleto Landi e Pieve Dugliara fino a Rivergaro. Qui si consiglia un’eventuale sosta sul verdissimo lungofiume dopodiché si può riprendere la via del ritorno, sem-pre in destra idrografica Trebbia e pia-cevolmente mosso fra stradine bian-che, vecchi mulini, ancora canali, orti e anche ambienti più “selvatici” di ripa fluviale con boschetti, arbusteti e ter-reni sassosi e assolati su cui è possibi-le avvistare il non comune occhione, il corriere piccolo o gli altri timidi uccelli abitatori del greto.
CiCloviA del trebbiA
CiCloviedei pArCHiGUidA AGli itinerAri CiClAbili nelle Aree protette dell’emiliA-romAGnA
Coordinamento editoriale e redazionaleRegione Emilia-RomagnaServizio Parchi e Risorse forestaliViale della Fiera 8 - 40127 BolognaTel. +39 051 5276080Fax +39 051 [email protected]://ambiente.regione.emilia-romagna.it/ambiente/parchi-natura2000/
Aree protette dell’emilia-romagna
A cura diEnzo Valbonesi, Monica Palazzini e Maria Vittoria Biondi
testi diSandro Bassi
Fotografia copertinaMilko Marchetti
elaborazione cartografica degli itinerariFrancesco Corte con Fabrizio ColacinoStudioUndiciLargo Ghibellini 17, Pavullo (MO)www.studioundici.net
Hanno collaborato Parco regionale fluviale del Trebbia: Adalgisa Torselli, Gabriele SantacroceParco regionale dello Stirone e del Piacenziano: Stefano Porta, Sergio Tralongo Parco regionale Boschi di Carrega: Angelo Vanini
Parco fluviale regionale del Taro: Michele ZanelliRiserva naturale orientata Cassa di espansione del fiume Secchia: Giuliano Pozzi Parco regionale Sassi di Roccamalatina: Giovanni Savini Parco storico regionale di Monte Sole: Riccardo BassiParco regionale Abbazia di Monteveglio: Filippo Gardini, Raffaella LeonelliParco regionale Gessi bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa: Enrico Angelini, Lucia MontagniParco regionale Vena del Gesso romagnola: Luca Catani, Massimiliano CostaProvincia di Modena: Roberto OriServizio Parchi e Risorse forestali: Antonella Lizzani, Stefania VecchioServizio mobilità urbana e trasporto locale: Fabio Formentin, Paola BassiFIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta: Umberto Rovaldi, Claudio Pedroni.
progetto grafico e impaginazioneFrancesca Palladini - StudioUndiciLargo Ghibellini 17, Pavullo (MO)www.studioundici.net
stampaLa Tipolitografica Salsese S.C.a.R.L.Via G. Magnaghi, 143039 Salsomaggiore Terme (PR)www.tipografiasalese.itAgosto 2014
Per quanto non difficile, la ciclovia dello Stirone sale lungamente nel fon-dovalle dell’omonimo torrente, su per-corso piacevolmente movimentato e a tratti piuttosto impervio (passaggi stretti, brusche svolte su fondo sasso-so o con buche, radici, ecc.). Il paesag-gio va dalle distese di campi intercala-ti a filari di grandi alberi (querce, gelsi) fino ai boschi collinari che rivestono le alture di Vigoleno, passando per l’am-biente fluviale dello Stirone, incassato fra ripide scarpate e con costanti mac-chie di salici e pioppi. Il volo colora-tissimo dei gruccioni o l’osservazione dei reperti fossili rendono ancora più emozionante l’escursione. Non man-cano motivi di interesse storico-monu-mentale legati ai tratti urbani (Fiden-za, Vigoleno, Salsomaggiore) o a sin-goli edifici antichi isolati nel conte-sto rurale (le romaniche chiese di San Nicomede e San Genesio). L’itinerario è ad anello con alcune varianti da uti-
lizzare a seconda delle variabili stagio-nali. Partiti dalla stazione di Fidenza e attraversato il centro storico si rag-giunge, nel periferico quartiere Luce, l’argine di destra idrografica dello Sti-rone che farà da direttrice dell’itine-rario. Una deviazione su stradelli privi di traffico consente di aggirare la con-fluenza del torrente Ghiara dopodi-ché si risale a fianco del greto fino a Scipione Ponte, nei pressi del centro visite del parco. Altri tratti su sentie-ro a breve distanza dall’alveo porta-no in località Trabucchi, ormai nell’al-to corso, dove si può intraprendere la salita finale per Vigoleno, borgo col-linare con antichi edifici nella calda e giallastra pietra arenacea locale. L’iti-nerario si muove poi su viabilità ordi-naria verso la cittadina termale di Sal-somaggiore da dove programmare il ritorno a Fidenza mediante una como-da pista ciclabile oppure in treno.
CiCloviA dello stirone
La ciclovia del Taro si compone di due diversi itinerari fisicamente distinti ma complementari e, volendo, percorri-bili l’uno di seguito all’altro. Si parte dalla stazione ferroviaria di Collecchio e, attraversato il centro, si va in dire-zione sud lungo la vecchia Statale della Cisa per un paio di chilometri, voltando a destra su viabilità secondaria fino a Corte Giarola, complesso monumenta-le di grande fascino storico e architet-tonico, nonché sede del parco, e centro visita, che offre possibilità di noleggio di biciclette. Il primo itinerario è abba-stanza semplice, tutto su terreno pia-neggiante, lungo tranquille stradine campestri che si snodano verso sud (monte) toccando l’edificio monastico di Oppiano, antico punto di sosta dei pellegrini che percorrevano il fondoval-le diretti a Fornovo, lungo la via Fran-cigena per Roma. Oltrepassata la fra-zione di Villanova si giunge ad Ozza-
no Taro, di nuovo sulla Statale della Cisa, dove si volta a sinistra per chiu-dere l’anello passando per Gaiano: qui, eventualmente, c’è la possibilità di connettersi con la ciclovia dei Boschi di Carrega. L’ambiente è sempre rura-le, senza traffico, tra siepi, filari di gelsi ed esemplari di querce o di noci isola-ti fra i campi. Il secondo anello parte sempre da Corte Giarola ma si snoda a ridosso del Taro e degli antichi canali che si dipartono dal corpo idrico prin-cipale, in ambiente fluviale vero e pro-prio (boschi, boschetti, ambienti sasso-si di greto), su sentiero a fondo natu-rale pianeggiante ma piacevolmen-te movimentato e più “avventuroso”: basta peraltro un minimo di attenzio-ne a qualche repentino cambiamento di direzione, qualche passaggio rela-tivamente stretto o con fondo un po’ accidentato (sassi, radici, talvolta poz-zanghere) e a qualche piccolo guado.
CiCloviA del tAro CiCloviA bosCHi di CArreGA
ConsiGli Utili CHe biCi UsAre?In linea di massima va bene qualsiasi mountain bike e in qualche percorso addirit-tura la city bike: al massimo, nei pochi punti problematici, dovrete scendere per far qual-che metro a piedi. I superallenati non avran-no bisogno neanche di questa precisazione e tuttavia fate tesoro della norma aurea che dice di andare piano, anche in itinerari rela-tivamente facili come questi dove comun-que ci sono quantomeno discese ripide, potenzialmente insidiose specie se sterrate: chi va forte guadagnerà solo pochi secondi, rischiando comunque di cadere e magari di farsi male sul serio, mentre andando piano si è sicuri di divertirsi davvero.
Dieci percorsi ciclabili all’interno dei parchi e delle riserve naturali dell’Emilia-Romagna che consentono di godere di stupendi paesaggi in collina e in pianura e di scoprire bellezze non solo naturalistiche e ambientali, ma anche storiche e architettoniche. Questi itinerari sono destinati a tutti gli appassionati della bici-cletta, ma anche ai ciclisti meno esperti. Sono infatti tracciati con diversi gradi di difficoltà per la maggior parte percorribili in mountain bike, ma in alcuni casi anche con una normale bicicletta. Nella scheda tecnica di ciascuna “Ciclovia” sono descritte tutte le informazioni utili per poter scegliere il percorso più appropriato: lunghezza, dislivello, grado difficoltà, tempi percorrenza, mete culturali e ambien-tali e recapiti utili. Le diverse ciclovie sono accessibili anche con il treno con un percorso “fuori parco”, indicato da una segnaletica specifica, che parte dalla sta-zione ferroviaria più vicina e arriva alle porte dell’area protetta. Trenitalia infatti mette a disposizione carrozze dedicate al trasporto biciclette con un piccolo sup-plemento di 3,5 euro. Prima di partire si consiglia comunque di consultare per orari, prezzi e modalità il sito web: www.trenitalia.com.
Parco Fluviale Regionale dello Stirone
Ciclovia dello Stirone
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AreA protettA: Parco regionale fluviale del Taro
lUnGHezzA: circa 20 km il primo itinerario e circa 6 Km il secondo
dislivello: trascurabile
GrAdo di diFFiColtà: basso nel primo (strade e stradine, asfaltate o ghiaiate) e medio nel secondo (sentieri e piste un po’ più accidentate, pur senza difficoltà oggettive)
tempi di perCorrenzA: mezza giornata
InFormAzioni: Centro visite parco Corte di Giarola Strada Giarola 11loc. Pontescodogna - CollecchioTel. +39 0521 [email protected]
note: possibilità di noleggio mountain bike presso la Corte di Giarola (aperto anche la domenica)
sCHedA teCniCA
AreA protettA: Parco regionale dello Stirone e del Piacenziano
lUnGHezzA: 42 km itinerario completo percorribile nei due sensi di marcia. Se non si sale a Vigoleno sono da sottrarre 7 km. Se si utilizza la linea ferroviaria Salsomaggiore-Fidenza sottrarre 10,5 km. Le eventuali deviazioni comportano differenze di qualche chilometro senza particolari dislivelli
dislivello: 100 m per arrivare a Trabucchi, 300 m se si raggiunge
anche Vigoleno, altri 100 m per Salsomaggiore
GrAdi di diFFiColtà: modesta sino alla località Trabucchi; media se si effettua l’itinerario completo, a causa della lunghezza e del dislivello
tempi di perCorrenzA: una giornata
inFormAzioni: Centro visite e museo naturalistico loc. Scipione Ponte 1, Salsomaggiore TermeTel. +39 0524 581139info.stirone-piacenziano@parchiemiliaoccidentale.itwww.parchidelducato.it
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AreA protettA: Parco regionale fluviale del Trebbia
lUnGHezzA: circa 50 km senza deviazioni
dislivello: 300 m
tempi di perCorrenzA: una giornata
GrAdo di diFFiColtà: da bassa a media a seconda delle condizioni del terreno nel tratto, più o meno fangoso, sul greto del Trebbia e tenendo conto che la lunghezza non è trascurabile
inFormAzioni: c/o Provincia di PiacenzaCorso Garibaldi 50, PiacenzaTel. +39 0523 795480info.trebbia@parchiemiliaoccidentale.itwww.parchidelducato.it
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AreA protettA: Parco regionale Boschi di Carrega
lUnGHezzA: circa 20 km (compresa la deviazione a Talignano)
dislivello: 200 m
GrAdo di diFFiColtà: basso se si resta sempre sul percorso principale, quasi tutto asfaltato; medio se si effettuano le varianti su stradelli forestali (sconsigliabili dopo forti piogge a causa del fango)
tempi di perCorrenzA: mezza giornata
inFormAzioni: Centro visite parco “Casinetto”Via Olma 2, Sala Baganza Tel. +39 0521 836026info.boschi-carrega@parchiemiliaoccidentale.itwww.parchidelducato.it
note: presso il Casino dei Boschi esiste un noleggio di mountain bike a cura del parco
ANGELO BATTAGLIA
pArCo reGionAle FlUviAle del trebbiA
Si tratta dell’ultimo parco, in ordine di tempo, istituito dalla Regione. L’area tute-lata si estende in pianura, dalla confluenza del Trebbia nel Po (appena a nord di Piacenza) fino a monte di Rivergaro, per un’estensione complessiva di 4.049 ettari. L’ambiente è tipicamente fluviale, con un greto ciottoloso molto ampio e fortemente condizionato dall’andamento stagionale idrico, che vede periodi di prolungata siccità, con il fiume suddiviso in mille dinamici rivoletti, alternati a fasi piovose dove il corpo idrico si compatta, lambisce e sommerge le boscaglie ripa-riali di salici arbustivi, che nei settori marginali e di suolo più profondo lasciano il posto a macchie arboree. Si tratta di ambienti di consistente valore naturalistico, importanti punti di riferimento per l’avifauna migratoria.
pArCo reGionAle dello stirone e del piACenziAno
Il parco, istituito nel 2011, nasce dall’unione del Parco regionale dello Stirone e della riserva naturale Geologica del Piacenziano. L’itinerario ciclabile però interessa sola-mente il settore del parco localizzato lungo il fondovalle dello Stirone. Soprattutto nel primo tratto, il fiume scorre incassato in una sorta di canyon tra argille plioce-niche. La morfologia è selvaggia e le scarpate rivelano giacimenti fossili di notevo-le importanza. Per quanto riguarda la copertura vegetale si può distinguere tra gli ambienti agricoli di fondovalle e quelli di greto, con formazioni di salici e pioppi, mentre le parti più alte, da Ponte Trabucchi a Vigoleno, sono rivestite di boschi misti. La fauna è ricca e diversificata: anche il ciclista “in transito” non potrà far a meno di notare svariate specie di uccelli nidificanti lungo il fiume tra cui il variopinto gruc-cione, un uccello migratore che costruisce il nido in gallerie scavate nelle scarpate.
pArCo reGionAle FlUviAle del tAro
Il parco tutela per una ventina di chilometri il corso del fiume Taro, dalla via Emilia a Parma fino Fornovo. Il paesaggio va dalle riarse distese di ghiaie del greto, fino ai campi coltivati circostanti passando per boschetti ripariali. Nell’area protetta sono compresi l’ampio alveo e i vicini terrazzi fluviali, entrambi storicamente segnati dall’intenso sfruttamento da parte dell’uomo, ma ancora caratterizzati da una gran-de varietà di ambienti di notevole valore naturalistico e di fondamentale importan-za per l’avifauna migratoria, che sosta sulle rive del Taro durante gli spostamenti stagionali. Ai lati del fiume si trovano aree golenali dove compare la rara tamerice alpina e fioriscono epilobio e viperina azzurra, pratelli aridi con dense macchie di olivello spinoso e preziose orchidee ed estesi coltivi attraversati da antichi canali e punteggiati di storici edifici rurali e religiosi. Fra gli uccelli del greto vanno citati: sterna comune, fraticello, corriere piccolo e il raro ed elusivo occhione.
pArCo reGionAle bosCHi di CArreGA
Una raffinata atmosfera storica e aristocratica, anche se a tratti decadente, circonda il parco, il primo ad essere stato istituito sul territorio regionale nel lontano 1982. L’area protetta, estesa su 1.270 ettari, è un incantevole mosaico di boschi (uno dei pochi rimasti nei territori pedecollinari della regione), vaste radure, scenogra-fici specchi d’acqua, splendide residenze nobiliari impreziosite da romantici parchi, ombrose vallette, bacini calanchivi, campi coltivati. I Boschi di Carrega conservano l’impronta conferita loro dalle famiglie ducali prima e dalla famiglia Carrega poi, a partire dalla seconda metà del ‘700 fino ai primi decenni del ‘900. L’abbondante fauna che popolava le bandite ducali è ancora una della maggiori ricchezze dell’area protetta. L’animale più rappresentativo è il capriolo, che qui trova un ambiente par-ticolarmente favorevole per l’alternarsi di boschi e ampie radure.
il vasto greto del trebbia.
LUCIANO PRAzzOLIil Castello di rivalta.
ARChIVIO PARCOil borgo e il castello di vigoleno.
ARChIVIO PARCOscorcio lungo lo stirone.
EMANUEL FIORla sterna uccello simbolo del parco.
GIOVANNI BERTOLINIveduta aerea del fiume taro.
FRANCESCO GRAzIOLICaprioli (Capreolus capreolus).
GIOVANNI BERTOLINIla villa del Casino dei boschi.
Federazione ItalianaAmici della Bicicletta
Emergenza Ambientalewww.corpoforestale.it
Emergenza Sanitaria Vigili del fuocoArma dei Carabinieri www.carabinieri.it
Questo itinerario si sviluppa in un pae-saggio tipicamente forestale ed è per-corribile in ogni stagione, anche nella più calda estate vista la prevalenza di tratti freschi e ombreggiati. Siamo ad una quindicina di chilometri a sud di Parma, su antichi terrazzi fluviali fra Baganza e Taro da sempre coperti di boschi di grande valore naturalistico oltre che storico e turistico-ricreativo.L’itinerario parte dalla stazione ferro-viaria di Collecchio e, attraversato il paese, raggiunge l’ingresso del parco, al termine della laterale via Conventi-no. Una striscia d’asfalto costeggia il Bosco della Capannella e sale con due tornanti al rettilineo dove si devia a destra per uno sterrato che conduce in breve al Casino dei Boschi, grandiosa residenza dei duchi di Parma immersa in un parco-giardino ottocentesco che ospita oggi il centro visite del parco.Si prosegue verso sud, sempre su asfalto ma in ambiente sempre più
forestale fino ai 300 metri di quota di Monte Castione, “giro di boa” del nostro itinerario che da questo punto in poi scende tra castagneti fino a Tali-gnano da cui si può raggiungere la romanica Pieve di Talignano (e da li eventualmente raccordarsi alla Ciclovia del Taro) oppure, con terreno asciut-to, immettersi nel sentiero per MTB e attraverso Piana Marchesi e il pitto-resco Lago della Svizzera raggiungere via Conventino già percorsa all’andata. Questo itinerario è raggiungibile anche dalla stazione di Parma, passando da Sala Baganza. Da Parma si consiglia di imboccare la ciclovia BI 16, detta Tirrenica o Ti-Bre (Brennero – Tirreno) della rete ciclabile nazionale BicItalia. Il tracciato è descritto sia sul sito www.biciitalia.com che sulla mappa n. 9 dal titolo “la via Farnese lungo il Baganza” della serie Parma in Bici realizzata da FIAB-Parma.
Itinerario da manuale: comprende un clamoroso inizio urbano attraverso il centro storico di Modena (la mera-vigliosa Piazza Grande è patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco), un avvicinamento lungo piste ciclabili o stradine a traffico molto scarso, una possibile deviazione (a Campogallia-no) e una meta di eccelso valore natu-ralistico: la riserva “Cassa di Espan-sione del fiume Secchia”. L’itinerario comprende anche Rubiera dove si può ammirare l’antico Ospitale, il centro storico e la Pieve romanica di S. Fausti-no. Nate alla fine degli anni ’70 come dispositivo di “sicurezza idraulica” per regolare le piene del fiume Secchia, le casse di espansione (bacini arginati con perimetro di 8 chilometri e superfi-cie allagabile di circa 200 ettari) hanno acquisito nel tempo molteplici valen-ze: elemento caratteristico del pae-saggio, habitat per la sosta e nidifica-zione di uccelli e, non ultimo, meta di
escursioni e passeggiate. Dalla stazio-ne ferroviaria di Modena si raggiunge la via Emilia e la si segue verso ovest, deviando oltre le porte della città su un percorso lungo stradine “minori” fino ad attraversare il Secchia con il bel ponte “Barchetta”. Sulla riva opposta si può deviare per il centro di Campo-galliano, altrimenti dal Santuario della Sassola si raggiunge la cassa di espan-sione che presenta almeno tre diver-se tipologie di ambienti: il bosco pla-niziale, il canneto lungo gli argini e le distese d’acqua, anche con vegetazio-ne palustre. Il percorso ciclistico pro-posto è ben rappresentativo in quanto permette di avere informazioni visive dell’habitat complessivo dell’area pro-tetta; consiste nel giro completo degli argini, piacevolmente arricchito da qualche variazione e da soste di carat-tere “contemplativo” e faunistico, vista la vocazione al birdwatching dell’inte-ra riserva.
CiCloviA del seCCHiA
Itinerario di notevole impegno, sia per lunghezza che per dislivello, anche se accorciabile un poco in caso di necessità. Tutto gravita attorno ai Sassi, guglie arenacee emergenti nel paesaggio e quasi sempre visibili al centro dell’anello del nostro percor-so. Curiosamente simili alle Meteore greche, oltre all’interesse geomorfo-logico essi racchiudono peculiarità botaniche e faunistiche: basti citare il picchio muraiolo, il raro geotritone presente in alcune cavità naturali o i rapaci nidificanti sulle rupi come il falco pellegrino. Da non perdere anche una visita a Pieve di Trebbio, tra l’altro vicinissima al centro parco “Il Fonta-nazzo”: chiesetta che conserva l’im-pianto romanico e parecchi elementi scultorei in pietra originali, nonostante il pesante restauro dei primi del ‘900. Dalla stazione ferroviaria di Vignola si raggiungono i confini del parco con il Sentiero Natura del fondovalle Panaro.
Oltrepassato Ponte Casona si percorre la strada omonima fino all’inconfon-dibile bivio di quota 307 dove si sale a tornanti fino a Pieve di Trebbio. Si arriva poi a Castellaro e al Borgo dei Sassi, dominati dalle guglie arenacee che sono cuore e principale attrattiva del parco. Dopo l’eventuale salita a piedi alla più alta di esse, si torna al bivio di Castellaro per raggiungere, su asfalto, il paese di Roccamalatina. Da qui si può salire a Montecorone, altro borghetto di origine medievale inca-stonato tra campi e castagneti e in vista del Sasso di Sant’Andrea, oppu-re intraprendere subito il periplo della valle del Mulino della Riva con tortuo-sa strada a mezza costa che raggiunge Castellino delle Formiche, in posizione panoramica verso i Sassi. Da qui, pas-sando per Sant’Apollonia, si scende al bivio di quota 307 già toccato all’an-data e si fa ritorno a Vignola.
CiCloviA del pArCo dei sAssi
Itinerario di collina con qualche disli-vello, ma facile (è tutto su asfalto) e in ambiente ideale, di boschetti alternati a campi e, in alcuni settori, a calanchi. Fulcro e cuore del parco, nonché dell’escursione, è l’Abbazia di Santa Maria di Monteveglio che dà nome e identità all’area protetta. Si tratta di una chiesa romanica che conserva ancora l’architettura origi-naria (anche se fu oggetto, fra 1927 e 1931, di restauri che comportarono qualche arbitrario rifacimento) e che con la sua mole di mattoni rossi, la sua cornice di cipressi e la sua posizione pittoresca al termine di un borghetto silenzioso, possiede anche un indiscu-tibile pregio paesaggistico. Si parte dalla stazione ferroviaria di Bazzano e, attraversato il centro storico (con la Rocca e il suo museo civico ricco di reperti archeologici, da non perdere), per stradine secondarie si raggiungono i confini del parco. Aggirato il paese di Monteveglio lungo la pista ciclabile, si
raggiunge con una breve ma intensa salita l’abbazia, meritevole di visita per i suoi motivi di interesse storico, architettonico e ambientale. Ridiscesi lungo via Abbazia fino al centro visite del parco, situato nei bellissimi prati di San Teodoro alle porte dell’abitato nuovo di Monteveglio, si riprende il giro che inizialmente si tiene paralle-lo al torrente Ghiara di Serravalle per poi salire dal versante sud del parco lungo strade asfaltate a traffico locale assai scarso, e in piacevole ambiente campestre. La salita termina nei pressi del crinale che separa la valle del Rio Paraviere da quella del Rio Marzatore attorno ai 300 m di quota, da dove si inizia a scendere fra boschetti misti di latifoglie (querce, carpini, aceri) e pic-coli coltivi con ciliegi e noci. Raggiunta Tagliolina si percorre tutto l’ombroso fondovalle del Rio Marzatore chiuden-do l’anello ad un paio di chilometri da Bazzano.
CiCloviA di monteveGlio
CiCloviA dellA memoriA
Itinerario molto gratificante malgrado (anzi, per qualcuno grazie a) il non tra-scurabile impegno fisico dovuto a disli-vello, relativa lunghezza del percorso e ricorrente presenza di tratti fangosi. Il luogo possiede – certo – evidenti motivi di interesse paesaggistico (lunghi tratti di crinale tra Reno e Setta, con vedute panoramiche), botanico (boschi misti di latifoglie tipiche della media monta-gna appenninica affiancate ad auten-tiche peculiarità come i nuclei rupe-stri di leccio o di pino silvestre) e fau-nistico (possibilità di avvistare branchi di ungulati, senza trascurare la presen-za ormai stabile del lupo), ma va sotto-lineato come questo sia essenzialmen-te un parco storico e memoriale, lega-to al ricordo del più doloroso eccidio di civili commesso in Italia dagli occupan-ti nazisti. Partiti dalla stazioncina di Lama di Reno si raggiunge la romanica pieve di Panico, che si consiglia di visi-tare, dopodiché si sale a San Silvestro,
sul crinale tra Reno e Setta che segne-rà in pratica tutta l’ossatura dell’itine-rario. Lasciatisi alle spalle i tratti argil-losi, con frequente presenza di fango, si raggiungono le formazioni arenacee di Monte Sole, la cui cima viene però aggirata con una lunga deviazione pas-sante per il vicino oratorio di Cerpia-no e per il cimitero e chiesa di Casaglia. Questi edifici, come gli altri seguen-ti, sono i muti testimoni della stra-ge che comportò la distruzione della comunità di Monte Sole nell’autunno del 1944 (770 vittime, 955 complessi-ve nel periodo dell’occupazione); sono stati consolidati ma non ricostruiti e ad essi è affidato il compito di traman-dare «ciò che è stato» ed il messaggio che «tutto questo non si ripeta più».Il ritorno avviene dal centro visita del parco il “Poggiolo”, lungo la stradina che scende a Sperticano e a Pian di Venola, dove si riprende il treno.
Itinerario di prima collina relativamen-te breve ma con salite da non sottova-lutare. Dopo una partenza in ambien-te urbano si raggiungono le porte del parco, caratterizzato da una roccia non comune, il Gesso, e dai relativi ambienti carsici movimentati da doli-ne (grandi conche imbutiformi con, sul fondo, la classica grotta ad inghiottito-io), boschetti, ex coltivi e piccole rupi; non manca anche l’ambiente fluviale, rappresentato da pioppi, salici e onta-no nero, con sottobosco in prevalenza di corniolo, sambuco, acero campestre, sanguinella. Il percorso ad anello è raggiungibile sia dalla stazione ferro-viaria di San Lazzaro che da quella di Ozzano. Da Pizzocalvo, con l’omonima chiesetta, si va verso sud e al primo bivio si può deviare, facoltativamente, per attraversare l’Oasi Fluviale WWF
di Molino Grande, sull’Idice. Altrimenti si sale direttamente verso Gaibola, su strada ripida e ben presto sterrata che raggiunge l’ambiente carsico dei Gessi, crivellati di doline e qui rivestiti di boschi con spettacolari fioriture prima-verili di geofite (bucaneve, scilla, dente di cane). Costeggiate le grandi doline delle Buche di Gaibola e poi di Ronza-na e dell’Inferno, si raggiunge l’asfal-tata via dell’Eremo da cui si scende in breve, a destra, al fondovalle zena. Oltrepassato il centro parco “Luigi Fan-tini” e la vicina Grotta del Farneto, di interesse storico-archeologico e oggi anche didattico e turistico, si raggiun-ge la località La Cicogna, da cui è pos-sibile riprendere la pista ciclabile verso la stazione di San Lazzaro oppure pro-seguire per via Palazzetti e ritornare alla stazione di Ozzano.
CiCloviA dei Gessi di GAibolA CiCloviA dei Gessi
Escursione lunga e non priva di disli-velli, ma accorciabile in vari modi in caso di necessità. Si svolge prevalen-temente su strade asfaltate con scarso traffico e, in caso di terreno asciutto, è possibile deviare attraverso alcune varianti su sentiero. I motivi di interes-se naturalistico risiedono nella singola-rità della roccia, il gesso, protagonista di morfologie carsiche insolite, nonché substrato per una copertura vegetale qualitativamente ricca, mediterranea sulle pendici rivolte a sud e boscosa invece su quelle a nord. Dalla stazio-ne di Brisighella si sale per la provin-ciale diretta a Riolo Terme, sfiorando la Rocca e il Santuario del Monticino; da quest’ultimo si stacca una spetta-colare deviazione, più impegnativa e fattibile solo con terreno asciutto, che attraversa tutto il “Museo geologico all’aperto del Monticino”, realizzato nell’enorme trincea di una cava abban-donata; altrimenti si tiene la provin-
ciale fino a Case Varnello, oltre le quali si volta per la comunale via Rontana e, poco dopo, per il centro visite Ca’ Carnè. L’ambiente si fa più forestale e carsico, con affioramenti di gesso che presentano magnifiche erosioni. Da Ca’ Carnè si sale all’asfaltata, ora un po’ distante dall’affioramento gessoso, per raggiungere il passo della Valletta, da cui si scende velocemente a zattaglia. Qui si può intraprendere un secon-do anello che aggira Monte Mauro, vetta principale della Vena del Gesso e zona carsica di selvaggia suggestione. Nel versante nord si attraversa anche una fascia di argille con testimonianze della velleitaria opera di bonifica ten-tata nel Ventennio. Ridiscesi al fondo-valle Sintria, si va a tagliare il promon-torio gessoso del “passo del Gatto”, attraversando l’ennesima zona di doli-ne e boschetti carsici e sbucando infi-ne sulla provinciale Riolo-Brisighella.
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AreA protettA: Riserva naturale orientata Cassa di espansione del fiume Secchia
lUnGHezzA: da 25 km nel tragitto più breve a 38 km a seconda delle deviazioni
dislivello: trascurabile
GrAdo di diFFiColtà: basso. L’itinerario interno è alla portata di tutti, quello da Modena può presentare qualche disagio dovuto
al traffico automobilistico e alla mancanza, anche se in pochi punti, di pista ciclabile protetta
tempi di perCorrenzA: una giornata
inFormAzioni: Sede della riserva c/o L’OspitaleVia Fontana 2, Rubiera, Tel. +39 0522 627902Cell. +39 348 5219711RNSecchia@parchiemiliacentrale.itwww.parchiemiliacentrale.it
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sCHedA teCniCA
AreA protettA: Parco regionale dei Sassi di Roccamalatina
lUnGHezzA circa 50 km complessivi
dislivello: 550 m in salita e altrettanti in discesa
GrAdo di diFFiColtà: elevata (lunghezza e dislivello non trascurabili
ma fondo quasi sempre buono)
tempi di perCorrenzA: una giornata
inFormAzioni: Centro Parco “Il Fontanazzo”Via Pieve Trebbio 1287Roccamalatina di GuigliaTel. +39 059 795721parcosassi@parchiemiliacentrale.itwww.parchiemiliacentrale.it
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AreA protettA: Parco regionale dell’Abbazia di Monteveglio
lUnGHezzA: 27 km circa, compresa la deviazione per Monteveglio Alto
dislivello: 380 m in salita e altrettanti in discesa
GrAdo di diFFiColtà: facile (totale assenza di sterrati e/o tratti fangosi; c’è una salita con qualche strappo assai ripido ma non problematico)
tempi di perCorrenzA: mezza giornata (escluso soste e visita all’abbazia)
AreA protettA: Parco storico regionale di Monte Sole
lUnGHezzA: circa 25 km
dislivello: 550 m in salita e 500 m di discesa
GrAdo di diFFiColtà: da medio ad elevato, variabile a seconda della stagione (presenza di tratti fangosi oltre che ripidi)
tempi di perCorrenzA: una gior-nata
inFormAzioni:Centro ParcoVia Porrettana Nord 4, Marzabotto Tel +39 051 932525 Fax +39 051 [email protected]
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AreA protettA:Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa
lUnGHezzA: 21 km (con la deviazione all’Oasi Fluviale WWF del Molino Grande)
dislivello: 200 m
GrAdo di diFFiColtà: medio (è presente un tratto in forte salita e
su fondo sterrato, comunque non proibitivo)
tempi di perCorrenzA: mezza giornata
inFormAzioni: Centro visite parco “L. Fantini” Via Jussi 171loc. Farneto - San Lazzaro di Savena (BO)Tel. +39 051 [email protected]
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sCHedA teCniCA
AreA protettA:Parco regionale della Vena del Gesso romagnola
lUnGHezzA: circa 30 km (21 km percorrendo solo il primo anello)
dislivello: 900 m complessivi
GrAdo di diFFiColtà: alto se si percorre l’itinerario completo, per via del dislivello e della lunghezza; medio se si taglia l’anello di Monte Mauro; i tratti su terreno argilloso sono varianti fattibili solo in stagione asciutta
tempi di perCorrenzA: una giornata se si compie tutto l’itinerario; mezza se si taglia l’anello di Monte Mauro
inFormAzioni: Centro visite e rifugio Ca’ Carnèservizio di ristoro e foresteriaTel. +39 0546 81468Attività didattiche e turistiche, visite guidate ed escursioni in grottaTel. +39 0546 [email protected]
riservA nAtUrAle orientAtACAssA di espAnsione del FiUme seCCHiA
Estesa su 255 ettari, la riserva è stata istituita nel 1996 su un ambiente realizzato artificialmente alla fine degli anni ’70 per ragioni di sicurezza idraulica. Si tratta infatti di due vasti bacini in grado di ricevere le acque di piena del Secchia allo scopo di “alleggerirne” la portata e di evitare straripamenti nei territori a valle. Il livello delle acque è variabile a seconda dell’andamento stagionale e climatico e comunque compreso entro pochi metri. Negli ampi bacini, interrotti da lingue di terra e isolot-ti periodicamente sommersi e colonizzati dalla vegetazione, trova rifugio una ricca avifauna: aironi, garzette, nitticore. Le alte arginature, sviluppate per 8 km attorno ai bacini, sono coperte da vegetazione eterogenea, che va da lembi di canneto a pioppi e salici di bordatura. Interessante è anche il fitto bosco ripariale nell’alveo del Secchia costituito da diverse specie igrofile sia autoctone (salice, pioppo, ontano) che esotiche (ailanto, robinia e acero americano).
pArCo reGionAle dei sAssi di roCCAmAlAtinA
Fulcro del parco, sia in senso topografico che per la sua peculiarità paesaggistica e geomorfologica, è il complesso dei Sassi: guglie arenacee oligoceniche, con tipicità botaniche e faunistiche. Il parco, a metà strada tra collina e montagna, si estende su una superficie complessiva di 2.300 ettari. La “progressiva emersione” delle guglie è dovuta all’erosione differenziale che ha smantellato più velocemente le tenere argil-le sottostanti; le morfologie sono naturali ma a volte rimaneggiate dall’uomo nei secoli, fin dalle prime fortificazioni medievali, come nel caso di «gradinate a spirale, cisterne, ripostigli, grotte, forni e perfino ampie camere…». Discorso diverso riguarda le grotte naturali: piccole cavità create dalla corrosione, sia pur limitata, esercitata dalle acque sulla componente calcarea delle arenarie. Le arenarie dei Sassi sono il regno incontrastato di rapaci come il falco pellegrino, storicamente legato a queste inaccessibili pareti per la nidificazione.
pArCo reGionAle dell’AbbAziA di monteveGlio
Il parco è stato istituito nel 1995 e si estende su 881 ettari, tutti in Comune di Monteveglio, in un lembo di paesaggio collinare tipico delle basse quote, dai 100 m del fondovalle Samoggia ai 349 m di Monte Freddo. ”Cuore” del parco è l’abbazia di Santa Maria di Monteveglio con la millenaria pieve, inserita in un territorio colli-nare di piccole valli e impervi calanchi che si estendono inframmezzati a ex-coltivi, seminativi e vigneti. La realtà geologica è assai diversificata: i rilievi più pronunciati, incluso il colle dell’Abbazia, sono costituiti da rocce marnose e calcarenitiche sui cui ripidi pendii sono localizzate ampie coperture boschive di latifoglie decidue miste, ad esclusione di qualche pianta di olivo sul colle della Cucherla. Le diffuse morfolo-gie calanchive, caratterizzate da una copertura discontinua erbacea o al massimo arbustiva, si sviluppano invece su terreni prettamente argillosi, secchi e riarsi d’esta-te e fangosi d’inverno.
pArCo storiCo reGionAle di monte sole
Istituito nel 1989, il Parco regionale Storico di Monte Sole è forse quello che più si distacca dal panorama delle aree protette regionali, proprio per il suo carattere sto-rico del tutto peculiare. Esso conserva una memoria dolorosa che è sia testimonian-za degli avvenimenti sia monito affinché i fatti qui avvenuti non si ripetano mai più. Ciò premesso, non mancano comunque motivi di interesse legati ai caratteri natu-rali e ambientali, quali i dirupi con leccio ed erica, i prati con orchidee, i nuclei relitti di pino silvestre, il ricco patrimonio floristico complessivo, la ricchezza di ungulati e avifauna, oltre alla presenza accertata del lupo. Un’escursione che abbia per filo con-duttore i luoghi degli eccidi è un’esperienza indimenticabile: chi non lo ha provato fatica a credere che edifici sventrati, lapidi con lunghi elenchi di nomi sconosciuti e rievocazioni di avvenimenti di settant’anni fa possano suscitare tali e tante emozio-ni, ma il parco esiste proprio per questo.
pArCo reGionAle dei Gessi boloGnesi e CAlAnCHi dell’AbbAdessA
Istituito nel 1988 su una superficie di 3.421 ettari (più 1.377 di area contigua), il Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa tutela una zona carsica ed una limitrofa porzione di argille. Se entrambe presentano motivi di interesse geomorfo-logico, botanico e paesaggistico, la prima appare maggiormente peculiare per via dei numerosi fenomeni di carsismo esterno e sotterraneo: basti citare le oltre 150 grotte grandi e piccole, accessibili di norma solo ai gruppi speleologici organizzati, ma che costituiscono un patrimonio di inestimabile valore scientifico ed ecologico anche per la presenza di una quindicina di specie di pipistrelli. La zona dei Calanchi dell’Abbadessa racchiude ambienti selvaggi, quasi desertici, caratterizzati da versan-ti ripidi e con pochissima vegetazione: un ambiente popolato da diverse specie di anfibi, rettili, rapaci e mammiferi, tra i quali recentemente ha fatto la sua comparsa anche il lupo.
pArCo reGionAle dellA venA del Gesso romAGnolA
Esteso su 6.000 ettari, ne presenta oltre 2.000 di affioramento gessoso ed è l’area carsica più importante dell’Emilia-Romagna, con oltre 220 cavità naturali già note e rilevate più altre in corso di esplorazione. L’area protetta, che per straordinario interesse naturalistico è stata sin dall’ottocento meta di esplorazioni scientifiche, presenta una grande varietà di ambienti, preziosi rifugi per specie animali e vegetali anche rare. Sulle rupi volte a sud si trovano habitat di tipo mediterraneo, con cespu-glieti di leccio e terebinto e “tappeti” di elicriso, timo e addirittura “erbe grasse” del genere Sedum; nei versanti a nord troviamo invece doline e forre con microclima fresco-umido che ospitano piante amanti del freddo e veri e propri relitti floristici e faunistici di quota ben più alta. Straordinario il patrimonio faunistico dell’area, inte-ressante soprattutto per i pipistrelli (diverse colonie riproduttive e svernanti nelle grotte) e i rapaci diurni e notturni.
SERGIO RAMIpanorama verso il calanco di rivabella.
MONICA PALAzzINIi ruderi di Caprara di sopra.
FRANCESCO GRAzIOLIdue ciclisti nell’itinerario tra dolina dell’inferno e dolina di Gaibola.
GIANPAOLO zANIBONICalanchi presso Castel dè britti.
GIANPAOLO zANIBONItante sono le grotte di grande valore speleologico e archeologico nel parco.
MILKO MARChETTIl’itinerario lungo l’anello di monte mauro.