Paolo Orsi,Elena Croci Paolo Orsi,Elena Croci Laboratorio Autismo, Università di Pavia - Cascina Rossago R.S.D. Laboratorio Autismo, Università di Pavia - Cascina Rossago R.S.D. AUTISMO: DALLA CONOSCENZA AL AUTISMO: DALLA CONOSCENZA AL CAMBIAMENTO CAMBIAMENTO III Edizione III Edizione “ “ Dal paziente autistico al Dal paziente autistico al cittadino: il lavoro” cittadino: il lavoro” San Miniato, 27 - 29 Marzo San Miniato, 27 - 29 Marzo 2014 2014 Continuità dei progetti, Continuità dei progetti, lavoro, abilitazione e lavoro, abilitazione e organizzazione dei contesti organizzazione dei contesti con adulti con autismo con adulti con autismo : : evidenze di efficacia evidenze di efficacia
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Paolo Orsi,Elena Croci Laboratorio Autismo, Università di Pavia - Cascina Rossago R.S.D.
AUTISMO: DALLA CONOSCENZA AL CAMBIAMENTO III Edizione “Dal paziente autistico al cittadino: il lavoro” San Miniato, 27 - 29 Marzo 2014. Continuità dei progetti, lavoro, abilitazione e organizzazione dei contesti con adulti con autismo : evidenze di efficacia. Paolo Orsi,Elena Croci - PowerPoint PPT Presentation
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Paolo Orsi,Elena Croci Paolo Orsi,Elena Croci Laboratorio Autismo, Università di Pavia - Cascina Rossago R.S.D.Laboratorio Autismo, Università di Pavia - Cascina Rossago R.S.D.
AUTISMO: DALLA CONOSCENZA AUTISMO: DALLA CONOSCENZA AL CAMBIAMENTOAL CAMBIAMENTO
III EdizioneIII Edizione““Dal paziente autistico al Dal paziente autistico al
cittadino: il lavoro”cittadino: il lavoro”San Miniato, 27 - 29 Marzo 2014San Miniato, 27 - 29 Marzo 2014
Continuità dei progetti,Continuità dei progetti,lavoro, abilitazione e lavoro, abilitazione e
organizzazione dei contesti con organizzazione dei contesti con adulti con autismoadulti con autismo: evidenze di : evidenze di
efficaciaefficacia
[…] in ICF disability and functioning are viewed asoutcomes of interactions between health
conditions(diseases, disorders and injuries) and contextual
factors.
Towards A Common LanguageFor Functioning, Disability and Health
ICFThe International Classification of Functioning, Disability and Health
World Health OrganizationGeneva2002
Nessuno chiederebbe ad un disabile motorio di essere lui ad
adattarsi a contesti pieni di barriere;
chiedere a persone che soffrono di un altrettanto radicale
disturbo della socialità di adattarsi loro ad una generica
socialità genera solo sentimenti di impotenza, ulteriore
sofferenza e ritiro.
La generica immissione nella socialità di per sé non è affatto utile.
L’inclusione va governata tecnicamente e della socialità vanno in
continuazione facilitate le condizioni.
Abilitazione e riabilitazione Abilitazione e riabilitazione per le persone autisticheper le persone autistiche
Si tratta allora di progettare non solo Si tratta allora di progettare non solo "tecniche“ ma "contesti" di vita pensati "tecniche“ ma "contesti" di vita pensati sulle caratteristiche dell'autismo in cui sulle caratteristiche dell'autismo in cui anche quelle tecniche possano trovar anche quelle tecniche possano trovar
migliore efficacia.migliore efficacia.
Dall’evoluzione dell’autismo ai Dall’evoluzione dell’autismo ai contesticontesti
Per le persone autistiche ad elevato funzionamento, includibili in contesti comuni: lavoro di “mediazione culturale”.
Per le persone a basso funzionamento: “creazione” di contesti adatti, di vita e lavoro vero, non di “intrattenimento”, che consentano una adultità autistica.
Il principio “ecologico”Il principio “ecologico”
E’ necessaria comunque una E’ necessaria comunque una connessione costante tra dimensione connessione costante tra dimensione
tecnica, progettualità esistenziale, tecnica, progettualità esistenziale, cura e organizzazione del contesto di cura e organizzazione del contesto di
vita.vita.Non solo la comprensione della Non solo la comprensione della
fenomenologia dell’autismo, ma gli fenomenologia dell’autismo, ma gli interventi stessi sono efficaci se interventi stessi sono efficaci se
”ecologici”.”ecologici”.Solo questa forte “coerenza” garantisce Solo questa forte “coerenza” garantisce
significatività. significatività.
La dimensione tecnica a sua volta, La dimensione tecnica a sua volta, non si riduce meccanicamente al non si riduce meccanicamente al bilancio e alla “cura delle abilità” bilancio e alla “cura delle abilità”
(presenti, assenti o emergenti) ma (presenti, assenti o emergenti) ma deve tenere conto della deve tenere conto della
dimensione personologica oltre che dimensione personologica oltre che delle caratteristiche nucleari delle caratteristiche nucleari
dell’autismo.dell’autismo.
Rischio di trascurare la soggettività…Rischio di trascurare la soggettività…
È importante implementare È importante implementare comunicazione, espressione e comunicazione, espressione e
capacità di scelta. capacità di scelta. In questo modo si potranno proporre In questo modo si potranno proporre
attività che tengano conto attività che tengano conto dell’inclinazione individuale dell’inclinazione individuale
((motivazionemotivazione).).
NON TUTTI FANNO TUTTO!NON TUTTI FANNO TUTTO!
Abilitazione e riabilitazioneAbilitazione e riabilitazioneper le persone autistiche:per le persone autistiche:
La soggettivitàLa soggettività
Quali contesti per l’autismo Quali contesti per l’autismo
Non esiste un’unica risposta:il lavoro per l’inclusione sociale di
persone con autismo è sia sul contesto che sulla persona
stessa, diversificato in base alle caratteristiche del singolo (alto o basso funzionamento, urbano o
agricolo, ecc.)
“La realtà per una persona autistica è una massa interattiva e confusa di eventi, persone, luoghi, rumori e segnali. Niente sembra avere limiti netti, ordine o significato. Niente è prevedibile.
Gran parte della mia vita è stata dedicata al tentativo di scoprire il disegno nascosto in ogni cosa. Routines, scadenze predeterminate, percorsi e rituali aiutano a introdurre un minimo di ordine in una esperienza inevitabilmente caotica.”
(T. Joliffe, in T. Grandin Thinking in Pictures, 1995)
QUALI CONTESTI PER L’AUTISMO
Principi generali:
CostanzaStabilitàStrutturazioneContinua organizzazione e riorganizzazioneAttenzione per le caratteristiche dell’autismoEducazione strutturata permanente
QUALI CONTESTI E INTERVENTI PER L’AUTISMO•Aspetto naturalistico ed ecologico dell’intervento: stretta connessione tra attività abilitative e progettualità complessiva di vita
•Lavoro “vero” / significativo
•Il “fare insieme”
•Monitoraggio dei CP; centratura sulle soggettività / comunicazione- motivazione
Il contesto rurale della cascina risponde con facilità alle caratteristiche generali che dovrebbe avere un “contesto sufficientemente buono” per l’autismo:
è semplice e ad un tempo ricco di stimoli e attività significative, di cui si vede l’inizio, la fine e il fine.
E’ fortemente coerente, ha una ritmicità e prevedibilità naturale che va incontro ai bisogni di autistici di coerenza e comprensibilità.
IL MODELLO DELLE FARM COMMUNITIES
Il lavoroIl lavoroInsieme alle attività della Insieme alle attività della
vita reale e all’abitare vita reale e all’abitare diventa uno dei diventa uno dei
passaggi obbligatori per passaggi obbligatori per poter rispondere alla poter rispondere alla
domanda “cosa farò da domanda “cosa farò da adulto”.adulto”.
CASCINA ROSSAGOCASCINA ROSSAGOSita a Frazione San Ponzo Semola27050 Ponte Nizza (PAVIA).
RSD accreditata per 24 ospiti con la Regione Lombardia.
Realizzata da Fondazione Genitori per l’Autismo onlus in collaborazione con Laboratorio Autismo dell’Università di Pavia.
Operativa dal maggio 2002, ospita attualmente 24 persone.
Orto e giardinaggioCura della casaCucito Bricolage
Il lavoro diventa così VERO perché svolto in un contesto naturale ed ecologico, dove l’esperienza di vita e di lavoro, in stretta interconnessione, si rivolge alla persona
nella sua globalità.
PROGRAMMAZIONE FLESSIBILE DELLA QUOTIDIANITA’
Chi fa cosa, dove e con chiStrutturazione delle attivitàRegolamentazione dei momenti di pausaFlessibilità nei programmiLavoro in equipeConnessione tra maestro d’opera e
operatore “ponte”Il pensiero del QUI&ORA in un’ottica di
vita
FORMAZIONE DEGLI OPERATORI
Sul campo: esperienza di vita a continuo contatto con gli assistiti e con figure professionali di varia formazione; cura del contesto e degli interventi.
Formazione periodica: riunioni settimanali; corsi di formazione.
Formazione permanente: momenti quotidiani, nel corso delle riunioni di équipe, di discussione e supervisione.
COSA SI INSEGNA AGLI OPERATORI
• Ragionamento clinico: maturare, attraverso il lavoro di gruppo, un pensiero su ogni assistito nella sua complessità corpo-mente-ambiente.
• Ragionamento critico: mettere continuamente in discussione i propri interventi, riconoscendo (e modulando) le proprie reazioni emotive, e trovando la giusta distanza con flessibilità.
RUOLO DELLA FAMIGLIA
Il “dopo di noi” pensato “durante noi”
Parte attiva nel progetto educativo individualizzato
Scambio regolare e continuo
Feedback sul processo, lento e difficile, di generalizzazione delle competenze