TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI _____________________________________________________________________________ 1 Proc. n. 458/2011 R. G. N. R. – D. D. A. Proc. n. 4879/2011 R. G. G.I.P. N. 78/2011 O. C. C. TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA – SEZIONE G.I.P. - G.U.P. – ORDINANZA DI APPLICAZIONE DI MISURE CAUTELARI (Artt.272 e ss. C. p. p.) Il giudice per le indagini preliminari, dr. Domenico Santoro, esaminati gli atti del procedimento penale in epigrafe indicato nei confronti di: 1. CONDEMI Domenico, nato a Reggio Calabria in data 3.7.1976, ivi residente in viale Europa nr. 79; 2. CONDEMI Filippo, nato a Reggio Calabria in data 27.5.1974, ivi residente in viale Europa nr. 79; 3. PLUTINO Giuseppe, nato a Reggio Calabria in data 5.8.1964, ivi residente in viale Europa nr. 79; 4. ROTTA Vincenzo, nato a Reggio Calabria in data 11.2.1953, ivi residente in via Pio XI nr. 213; 5. LOMBARDO Vincenzo, nato a Reggio Calabria il 19.5.1973, residente a Sorbolo (PR) in via Piave nr. 2; 6. CALDERAZZO Rosario, nato a Palmi in data 13.7.1970, residente a Reggio Calabria in via SS 18, II Tratto, I traversa Scaccioti, nr. 24. INDAGATI CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo, CALDERAZZO Rosario [unitamente a BORGHETTO Eugenio (“Gino”), CARIDI Antonino, CARIDI Bruno, CARIDI Santo Giovanni, ZINDATO Francesco (“Checco”) e ZINDATO Andrea Gaetano, IANNI’ Natale, IDOTTA Antonino, LATELLA Paolo, MODAFFERI Giuseppe, PENNESTRI’ Fabio, PERLA Matteo (“Giorgio”), ZINDATO Giovanni, ZINDATO Giuseppe e CENTO Demetrio, BORGHETTO Tullio, QUARTUCCIO Vincenzo ed altri, nei cui confronti si procede separatamente nell’ambito del proc.n.259/06 RGNR DDA] Capo A) per il reato di cui agli art.416 bis, commi 1°, 2°, 3°, 4° e 5°, c.p., per aver fatto parte di un’associazione a delinquere di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta ed in particolare del sodalizio BORGHETTO – CARIDI – ZINDATO, operante nell’ambito della più ampia cosca LIBRI, finalizzata al controllo dei quartieri di Modena, Ciccarello e S.Giorgio extra di Reggio Calabria, previa spartizione tra gruppi criminali, sulla base di deliberati mafiosi, del territorio d’influenza e delle attività criminali da perpetrare sullo stesso; Ciò, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva:
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ZINDATO Giuseppe e CENTO Demetrio, BORGHETTO Tullio, QUARTUCCIO Vincenzo ed altri, nei cui
confronti si procede separatamente nell’ambito del proc.n.259/06 RGNR DDA]
Capo A) per il reato di cui
agli art.416 bis, commi 1°, 2°, 3°, 4° e 5°, c.p., per aver fatto parte di un’associazione a
delinquere di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta ed in particolare del sodalizio
BORGHETTO – CARIDI – ZINDATO, operante nell’ambito della più ampia cosca LIBRI, finalizzata al controllo dei quartieri di Modena, Ciccarello e S.Giorgio extra di Reggio Calabria,
previa spartizione tra gruppi criminali, sulla base di deliberati mafiosi, del territorio d’influenza e
delle attività criminali da perpetrare sullo stesso;
Ciò, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di
assoggettamento ed omertà che ne deriva:
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PM:- Ho capito. Ma questo anche recentemente? O sempre parliamo dell’epoca?
MR:- No, sempre dell’epoca, no?
…OMISSIS…
L’identificazione dei soggetti chiamati dal MOIO è contenuta nell’informativa redatta dalla Squadra
Mobile di Reggio Calabria in data 26.7.2011, che evidenzia:
“ Soggetti identificati da questo Ufficio per i fratelli CONDEMI Filippo nato a nato a Reggio Calabria in data 27.05.1974, ivi residente in viale Europa nr. 79 e CONDEMI Domenico, nato a Reggio Calabria in data 03.07.1976, ivi residente in viale Europa nr. 79, essendo utile precisare che CONDEMI Filippo, come indicato dal collaboratore di giustizia MOIO, è socio accomandatario della RHEGIUM REGAL CARS S.a.s. di Filippo CONDEMI & C., sedente a Reggio Calabria in viale Europa nr. 79, società che ha quale attività il noleggio di autovetture di lusso per cerimonie ed eventi.(Allegato nr. 01) “
L’assunto investigativo portava la P. G. a chiedere ed ottenere il monitoraggio delle utenze
radiomobili in uso ai sopra indicati soggetti, nonché all’attivazione di servizi di intercettazione
ambientale a bordo delle autovetture in uso a CONDEMI Domenico e MANDALARI Carmelo.
Cui, in esito alle prime risultanze investigative, si aggiungeva il monitoraggio delle utenze
radiomobili in uso a ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario.
Queste, dunque, le premesse, utili a comprendere l’evoluzione delle attività investigative e gli
approdi cui esse hanno portato.
2) GLI ELEMENTI INDIZIARI ED I CRITERI DI VALUTAZIONE.
Ciò detto, prima di procedere alla disamina delle emergenze investigative compendiate nella
richiesta, che efficacemente sintetizza il materiale indiziario a carico degli indagati, reputa il giudice
necessario effettuare alcune considerazioni in ordine ai criteri di valutazione degli elementi di
prova, nel caso di specie rappresentati, come poco sopra anticipato, da
1) esiti di intercettazioni telefoniche e ambientali
oltre che
2) dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia
e
3) da dichiarazioni delle persone offese e di altre persone informate sui fatti.
2. A) I criteri di valutazione delle intercettazioni.
Prima problematica da affrontare in proposito è quella relativa all’identificazione dei soggetti
conversanti.
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sono provenienti da soggetto non motivato da astio nei confronti degli accusati, ma anzi inserito,
nella posizione di vertice nella cosca d’appartenenza ed entro il medesimo nucleo familiare e,
quindi, da sempre sia testimone, sia, soprattutto, autore, anche per averle deliberate ed autorizzate,
delle condotte criminose perpetrate dai membri della consorteria: la sua conoscenza dei fatti riferiti,
dunque, deriva o dall’aver direttamente deliberato, autorizzato, disposto e preso parte ai fatti, o
dall’aver direttamente appreso i fatti dai responsabili o dall’aver indirettamente ascoltato il racconto
di tali fatti da soggetti pienamente inseriti nel contesto criminale di riferimento.
Nutrito è l’elenco dei provvedimenti giudiziari già adottati anche sulla base delle dichiarazioni di
VILLANI Consolato:
1. decreto di fermo dei PP.MM. del 14/10/2010 nei confronti di CORTESE Antonio cl. 1962;
2. richiesta del 21/10/2010 dei PP.MM. --- competenti in relazione al luogo di esecuzione del
fermo --- di convalida del fermo e di applicazione di misura cautelare personale coercitiva
nei confronti di CORTESE Antonio per il reato di cui all’art. 416 bis c.p.;
3. ordinanza di convalida del fermo e di contestuale applicazione della misura della custodia
cautelare in carcere nei confronti del predetto indagato, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale
di Trieste in data 23/10/2010;
4. richiesta di rinnovazione della misura cautelare del P.M. del 26/10/2010;
5. ordinanza emessa l’08/11/2010 dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria ai sensi
dell’art. 27 c.p.p. applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di CORTESE
Antonio;
Tutti i provvedimenti elencati sono fondati sugli elementi di prova rappresentati
dall’incrocio delle precise e dettagliate dichiarazioni accusatorie rese dal VILLANI
Consolato e da LO GIUDICE Antonino (nato a Reggio Calabria, l’01/09/1959; ivi residente
in via Zara Is. 32 n. 16), con i riscontri alle stesse acquisiti nel corso delle indagini.
Tali provvedimenti, hanno - tra l’altro - ricostruito l’attuale operatività della cosca LO GIUDICE in
seno alla ‘Ndrangheta, riconoscendo la bontà, la credibilità, la attendibilità delle dichiarazioni rese
dai collaboratori di giustizia VILLANI Consolato e LO GIUDICE Antonino.
A tal proposito, si riportano di seguito:
a) lo stralcio dell’ordinanza emessa in data 02/11/2010 dal Tribunale del Riesame di Reggio
Calabria (con riferimento alla posizione di LO GIUDICE Luciano cl. 1974 per il delitto di cui
all’art. 416 bis c.p.), nella parte relativa alla attendibilità di LO GIUDICE Antonino:
“… omissis …
Passando all’esame del contenuto del provvedimento impugnato, le odierne risultanze procedimentali si reggono sul contenuto accusatorio nei confronti dei fratelli LO GIUDICE delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia VILLANI Consolato, figlio di VILLANI Giuseppe e di LO GIUDICE Caterina, a sua volta figlia di LO GIUDICE Domenico, fratello del boss LO GIUDICE Giuseppe cl. 39, padre di LO GIUDICE Antonino e Luciano. … omissis … E di seguito si richiama il commento del G.I.P: … In ultimo, in data 13/10/2010, lo stesso LO GIUDICE Antonino iniziava il suo percorso collaborativo con l’A.G., tratto in arresto in quanto raggiunto da O.C.C. nell’ambito dell’odierna inchiesta unitamente a LO GIUDICE Luciano, in questa sede impugnata, che, dopo un atteggiamento iniziale non scevro da una certa reticenza, rendeva dichiarazioni speculari a quelle del VILLANI (cfr. pag. 10 del decreto di fermo a carico di CORTESE Antonio) in ordine alla propria partecipazione a gravi fatti di sangue, alla propria ascesa criminale nella ‘ndrangheta, alla carica raggiunta da ultimo del “Vangelo”, ai propri stretti rapporti intrattenuti con Pasquale CONDELLO, che aveva ospitato durante la sua latitanza in almeno un’occasione; di avere ricevuto dal CONDELLO la proposta di acquisire un peso maggiore nella gerarchia mafiosa con affidamento di compiti omicidiari e di controllo del territorio di particolare delicatezza; di essersi sottratto a tali
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proposte per la scelta meditata con il proprio gruppo di restare per conto loro, come cellula criminale del tutto autonoma; di avere dato incarico a CORTESE Antonio di collocare l’ordigno esploso il 3.1.2010 davanti l’edificio sede della Procura Generale di questa città e quello esploso davanti l’abitazione del Procuratore Generale dr. Salvatore DI LANDRO il 26.8.2010 ed il bazooka fatto rinvenire in prossimità degli uffici di questa Procura; di avergli ordinato in altre occasioni attentati dinamitardi (anche al Bar Arangea, citato dal Villani, ed alla pescheria in via Aschenez) e di averlo personalmente visto confezionare bombe; di essere il reale possessore delle armi sequestrate in occasione dell’arresto di CORTESE Paolo Sesto, detenute dal CORTESE Antonio per conto dei LO GIUDICE. In particolare, LO GIUDICE Luciano asseriva che CORTESE Antonio aveva eseguito attentati dinamitardi anche su incarico del primo e, unitamente a questi, e negli anni 2003-2004 CORTESE Antonio si era recato in Austria a prelevare un notevole quantitativo di armi pesanti, circa una trentina, tra cui kalashnikov a colpo singolo. Ancora negava di avere con il fratello un ruolo paritario all’interno della cosca (essendo egli effettivamente in una posizione sovraordinata al Luciano, per come già emerso), pur ammettendo che il LO GIUDICE Luciano lo aveva sempre aiutato nella gestione dei suoi affari criminali, attribuendogli, ove esplicitamente richiesto di farlo di collocarlo gerarchicamente, il grado di “picciotto” il primo nella gerarchia mafiosa. Orbene, i predetti dati non meritano particolare commento, trattandosi di una serie così imponente e granitica di riscontri al dichiarato del VILLANI da non lasciare più alcun dubbio sulla riconducibilità degli odierni addebiti al LO GIUDICE Luciano, tanto più che la fonte di interpretazione di quegli accadimenti è proprio quella autentica, rispetto ai fatti in commento, e cioè le propalazioni di LO GIUDICE Antonino, capo dell’omonima cosca in questa sede attribuita al di lui fratello Luciano. In relazione a tali dichiarazioni, le critiche difensive si sono appuntate quasi esclusivamente sulla diversa carica di ‘ndrangheta attribuita dal VILLANI al LO GIUDICE Luciano (la “santa”) rispetto a quella riconosciutagli dal fratello LO GIUDICE Antonino, che gli attribuiva al più la dote, senz’altro inferiore, di “picciotto”. Non si tratta di dato idoneo a svalutare le accuse del VILLANI, atteso che il percorso collaborativo del LO GIUDICE, ancora nella sua fase iniziale (si tratta di dichiarazioni rese l’indomani della maturazione della decisione di collaborare), pur fornendo uno spaccato potenzialmente dirompente dello scenario criminale di stampo mafioso degli ultimi anni, deve, come si è già visto, in questa fase embrionale, scontrarsi con le pur istintive umane resistenze volte a tentare di minimizzare il ruolo dei propri cari e familiari, con i quali sino a qualche giorno addietro si condividevano scelte di vita criminale e non, ancorché in termini tali da non negare il vero: la partecipazione del LO GIUDICE Luciano alla cosca in commento. In quest’ottica il giudizio sulle iniziali propalazione del LO GIUDICE, limitatamente a questi aspetti e con riferimento al ruolo che le sue dichiarazioni debbono avere in questa fase (al più di ulteriore riscontro a quanto già emerso in modo pacifico dal rimanente materiale indiziario), può considerarsi positivo”;
b) lo stralcio dell’ordinanza custodiale emessa in data 08/11/2010 dal G.I.P. presso il
Tribunale di Reggio Calabria (con riferimento alla posizione di CORTESE Antonio cl. 1962 per
il delitto di cui all’art. 416 bis c.p.), nella parte relativa alla attendibilità di LO GIUDICE Antonino:
“… omissis …
Quanto alla credibilità intrinseca ed estrinseca dei collaboratori di giustizia sopraindicati che hanno reso dichiarazioni etero accusatorie nei confronti del Cortese e prima ancora sulla esistenza ed operatività della cosca LO GIUDICE nel reggino la stessa è stata già vagliata e ritenuta dal G.I.P. in sede di emissione del titolo custodiale carico di LO GIUDICE Antonino e LO GIUDICE Luciano per gravissimi reati di appartenenza ad associazione mafiosa nonché da questo Decidente in sede di emissione dell’OCC in carcere a carico di MURINA Carmelo. … omissis… Alle figure già delineate dei collaboratori di giustizia i cui sintonici e convergenti dichiarati formano, insieme alle altre emergenze che di seguito si esamineranno, la grave piattaforma indiziaria a carico del CORTESE, si allinea la figura di un altro pentito nuovo di zecca LO GIUDICE Antonino, capo dell’omonimo clan operante nel quartiere reggino di Santa Caterina. L’elevatissimo spessore criminale del LO GIUDICE emerge prepotentemente da tutto il corredo di atti, richiamati testè.
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Le dichiarazioni, coerenti e precise, rese da VILLANI Consolato chiariscono il ruolo di vertice, in seno alla cosca omonima, il quale, a suo dire, attualmente ha il grado del Vangelo, che deve ritenersi ricoperto ben oltre la data del suo arresto avvenuto il 15/09/1991e perdurante sino ad oggi. … omissis… In data 13/10/2010, LOGIUDICE Antonino manifestava la propria volontà di collaborare con la giustizia e, nel corso degli interrogatori del 13 e, soprattutto, del 14/10/2010, rendeva dichiarazioni nel corso delle quali cominciava a riferire le sue conoscenze sul contesto mafioso nel quale per anni è stato inserito ed ha operato. Un primo vaglio delle sue dichiarazioni consente di ritenere le stesse munite del carattere della spontaneità, della verosimiglianza, della logica interna. Egli si è assunto la paternità di gravi fatti criminosi (anche di omicidio), che mai, dalle indagini espletate, erano stati a lui ricondotti. Le sue dichiarazioni risultano, peraltro, munite del crisma del privilegio per la fonte superprimaria dalla quale esse derivano ossia dal vertice assoluto della cosca omonima, all’interno del nucleo familiare, che rappresenta lo zoccolo duro del clan, e, quindi, da sempre sia testimone, sia, soprattutto, autore, anche per averle deliberate ed autorizzate, delle condotte criminose perpetrate dai membri della consorteria. La sua conoscenza dei fatti riferiti, dunque, deriva o dall’aver direttamente deliberato, autorizzato, disposto e preso parte ai fatti, o dall’aver direttamente appreso i fatti dai responsabili o dall’aver indirettamente ascoltato il racconto di tali fatti da soggetti pienamente inseriti nel contesto criminale di riferimento. … omissis … Le dichiarazioni del LO GIUDICE con riguardo a CORTESE Antonio risultano non solo confermate dal dichiarato di accusa del VILLANI ma anche da una poderosa mole di riscontri che verranno ripercorsi allorquando si tratterà specificatamente della posizione del CORTESE. Ma non basta, altre conferme ricevono le chiamate di accusa del LO GIUDICE con riguardo all’associato alla cosca TEGANO, Carmelo MURINA. Costui, raggiunto da OCC in carcere emessa da questo Decidente, in data 1 novembre 2010, è stato destinatario di plurime chiamate incrociate provenienti dai collaboratori MOIO, MUNAO’, VILLANI, tutte riscontranti LO GIUDICE Antonino. Inutile appare ogni valutazione sulla figura dei collaboranti MUNAO’ Umberto, IANNO’ Paolo e LO GIUDICE Maurizio, la elevatissima credibilità intrinseca ed estrinseca dei quali, vagliata e ritenuta in numerosissimi processi di criminalità organizzata cui hanno dato un contributo poderoso, fa parte ormai del notorio giudiziario. Le circostanze sopra evidenziate con riguardo a tutti i propalanti, i cui dichiarati consentono di tessere la tela indiziaria in ordine alla partecipazione del CORTESE alla cosca LO GIUDICE e, prima ancora, in ordine alla attuale esistenza ed operatività della cosca de qua, tranquillizzano circa la attendibilità soggettiva ed oggettiva di essi. Si tratta di soggetti tutti esponenti di spicco e di primo piano delle cosche di appartenenza. Costoro nel parlare dei TEGANO, o dei loro sottoposti, dei LO GIUDICE e dei loro sottoposti non parlano di un mondo inventato ma del loro mondo, del mondo da loro frequentato e frequentato anche ai più alti livelli. Ciascuno dei dichiarati, per la parte che è consentito conoscere, appare intrinsecamente armonica, coerente con il contesto di vita che hanno ricostruito e con la personalità emersa, e ne emerge la congruenza, nell’ambito degli interrogatori del PM, dei quali è possibile allo stato apprezzare solo alcuni stralci, e la logica espositiva. Sono tutti soggetti privi di precedenti condanne per calunnia né sono riversati in atti o allegati dall’indagato CORTESE e/o dagli altri chiamati (CORTESE, LO GIUDICE Antonino e Luciano), che si è limitato a sostenere di non sapersi spiegare il perché delle accuse mosse a suo carico dai collaboratori MOIO, VILLANI e MUNAO’, elementi dai quali inferire l’esistenza in capo a ciascuno di costoro di sentimenti di odio, di malanimo e di vendetta a carico dei chiamati. Anche con riguardo al LO GIUDICE Antonino, che pure durante il suo stato di libertà declamava la sua volontà di fare piazza pulita, con ogni mezzo, dei suoi compari ’ndranghetisti, si può agevolmente osservare che tanto sosteneva al fine di potere avere più ampi spazi di operatività criminale, a questo punto, invero, inutili avendo egli avviato la sua carriera di collaboratore di giustizia. Ciascuno dei collaboratori è quindi soggetto che ha conosciuto dall’interno la cosca di appartenenza e che ha lavorato per essa anche nei momenti più difficili e cruenti della
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guerra di mafia (LO GIUDICE, MOIO, MUNAO’, IANNO’), che si è reso responsabile in passato di gravissimi fatti delittuosi. Ed è proprio questa lunga militanza ora nelle fila teganiane e destefaniane ora nelle fila condelliane, ora nelle fila della cosca LO GIUDICE, che ha fruttato ai vari VILLANI, MOIO, LO GIUDICE Maurizio una succulenta ascesa nella scala gerarchica guadagnata sul campo, la quale ultima diventa fonte di notizie preziosa ed assai attendibile. Alle stesse conclusioni si perviene con riguardo al LO GIUDICE Antonino ed allo IANNO’ Paolo da sempre al vertice dei sodalizi di appartenenza. Le dichiarazioni di ciascuno di essi sono connotate, pertanto, dai requisiti della congruenza interna, logica, ed esterna, cioè della plausibilità e verosimiglianza obiettive e storiche, della spontaneità, autonomia e dal carattere diretto delle conoscenze esposte ed anche laddove alcune notizie fossero riferite de relato, tuttavia esse risultano, comunque, apprese in prima persona nell’ambito criminale di interesse, da parte di altri soggetti che vi appartenevano e che le comunicavano come fonte prima. Quanto ai riscontri esterni e al livello di essi si è già riferito delle numerose conferme esterne che i loro dichiarati hanno rinvenuto ma quel che in questa sede interessa è il dato che essi si confermano e si riscontrano reciprocamente. Parimenti affidabili soggettivamente ed altamente credibili sono i pentiti ormai storici LO GIUDICE Maurizio, MUNAO’ e IANNO’, che hanno fornito apporti preziosi in numerosi processi di criminalità organizzata del nostro distretto giudiziario e la cui attendibilità intrinseca ed estrinseca è stata già notoriamente vagliata e ritenuta da molte AAGG. Tutti si sono autoaccusati di fatti gravissimi e vantano un pedigree criminale di tutto rispetto che li ha resi teca preziosa ed inesauribile di conoscenze di innumerevoli fatti delittuosi, a moltissimi dei quali hanno personalmente preso parte. D’altro canto, la loro privilegiatissima posizione ed il loro non comune osservatorio (si rammenta che IANNO’, già capo del locale di Gallico è stato braccio destro durante la guerra di mafia del boss supremo CONDELLO Pasquale) tranquillizza sulla elevata attendibilità anche quando riferiscano di fatti conosciuti ed appresi de relato perché comunque appresi da fonti primarie privilegiatissime in contesti seri ed importanti in cui nessun ruolo può giocare lo scherzo, la
spavalderia, l’elaborazione fantasiosa o la millanteria“; Continua, così, il P. M., affrontando il tema della attendibilità dei collaboratori.
Il discorso fatto per VILLANI Consolato può essere ribadito anche per MOIO Roberto.
Quest’ultimo cominciava la sua collaborazione nel settembre ’10, a seguito dell’arresto subito in
esecuzione della cd.”Operazione Agathos”.
Anche per il MOIO positivo è il giudizio sull’attendibilità intrinseca delle sue dichiarazioni, per
le seguenti ragioni: 1) le dichiarazioni rese hanno il carattere della spontaneità, della
verosimiglianza, della logica interna; 2) nel corso degli interrogatori resi, il MOIO si è assunto la
responsabilità della commissione di gravi fatti criminosi (anche di omicidio), che mai, dalle
indagini espletate, erano stati ricondotti allo stesso; 3) le dichiarazioni rese sono provenienti da
soggetto non motivato da astio nei confronti degli accusati, ma anzi inserito in posizione di assoluto
rilievo entro la cosca TEGANO, dovuta al rapporto di parentela diretto con TEGANO Giovanni e
TEGANO Pasquale e, quindi, da sempre sia testimone che autore delle condotte criminose
perpetrate dai membri della consorteria: la sua conoscenza dei fatti riferiti, dunque, deriva o
dall’aver direttamente preso parte ai fatti o dall’aver direttamente appreso i fatti dai responsabili o
dall’aver indirettamente ascoltato il racconto di tali fatti da soggetti (i frateli TEGANO) posti al
vertice della propria organizzazione.
A ciò si aggiunga che anche le dichiarazioni del MOIO sono state utilizzate e positivamente
vagliate nell’ambito di una pluralità di provvedimenti giudiziari ed in particolare:
a) decreto di fermo dei PP.MM. del 07/10/2010 nei confronti di LO GIUDICE Antonino cl.
1959;
b) richiesta dei PP.MM. dell’08/10/2010 di convalida del fermo e di applicazione di misura
cautelare personale coercitiva nei confronti di LO GIUDICE Antonino cl. 1959 e di LO
GIUDICE Luciano cl. 1974 per il reato di cui all’art. 416 bis c.p.;
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c) ordinanza di non convalida del fermo e di contestuale applicazione della misura della
custodia cautelare in carcere nei confronti dei predetti indagati, emessa dal G.I.P. in data
09/10/2010;
d) ordinanza del Tribunale del Riesame del 02/11/2010 di conferma della ordinanza del G.I.P.
sub c).
Tutti provvedimenti fondati sugli elementi di prova rappresentati dall’incrocio delle precise e
dettagliate dichiarazioni accusatorie rese da VILLANI Consolato, MOIO Roberto e LO GIUDICE
Antonino con elementi di riscontro alle stesse acquisiti nel corso delle indagini (dichiarazioni di
altri collaboratori di giustizia, attività di intercettazione telefonica ed ambientale, documentazione,
ecc.).
Nonché:
a) decreto di fermo dei PP.MM. del 27 ottobre 2010 nei confronti di MURINA Carmelo, cl.
1964;
b) richiesta dei PP.MM. del 30/10/2010 di convalida del fermo e di applicazione di misura
cautelare personale coercitiva nei confronti di MURINA Carmelo, cl. ’64, per il reato di cui
all’art. 416 bis c.p.;
c) ordinanza di non convalida del fermo e di contestuale applicazione della misura della
custodia cautelare in carcere nei confronti dei predetti indagati, emessa dal G.I.P. in data 01
novembre 2010.
Anche tali provvedimenti sono fondati sugli elementi di prova rappresentati dall’incrocio delle
precise e dettagliate dichiarazioni accusatorie rese da MOIO Roberto, VILLANI Consolato e LO
GIUDICE Antonino.
A tal proposito, anche per il MOIO si riporta lo stralcio lo stralcio dell’ordinanza custodiale emessa
in data 08/11/2010 dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria (con riferimento alla posizione
di CORTESE Antonio cl. 1962 per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p.), nella parte relativa alla
attendibilità di VILLANI Consolato, MOIO Roberto e di LO GIUDICE Antonino:
“ Quanto alla credibilità intrinseca ed estrinseca dei collaboratori di giustizia sopraindicati che hanno reso dichiarazioni etero accusatorie nei confronti del Cortese e prima ancora sulla esistenza ed operatività della cosca LO GIUDICE nel reggino la stessa è stata già vagliata e ritenuta dal G.I.P. in sede di emissione del titolo custodiale carico di LO GIUDICE Antonino e LO GIUDICE Luciano per gravissimi reati di appartenenza ad associazione mafiosa nonché da questo Decidente in sede di emissione dell’OCC in carcere a carico di MURINA Carmelo. … … altre conferme ricevono le chiamate di accusa del LO GIUDICE con riguardo all’associato alla cosca TEGANO, Carmelo MURINA. Costui, raggiunto da OCC in carcere emessa da questo Decidente, in data 1 novembre 2010, è stato destinatario di plurime chiamate incrociate provenienti dai collaboratori MOIO, MUNAO’, VILLANI, tutte riscontranti LO GIUDICE Antonino. … Si tratta di soggetti tutti esponenti di spicco e di primo piano delle cosche di appartenenza. Costoro nel parlare dei TEGANO, o dei loro sottoposti, dei LO GIUDICE e dei loro sottoposti non parlano di un mondo inventato ma del loro mondo, del mondo da loro frequentato e frequentato anche ai più alti livelli. Ciascuno dei dichiaranti, per la parte che è consentito conoscere, appare intrinsecamente armonica, coerente con il contesto di vita che hanno ricostruito e con la personalità emersa, e ne emerge la congruenza, nell’ambito degli interrogatori del PM, dei quali è possibile allo stato apprezzare solo alcuni stralci, e la logica espositiva.
Sono tutti soggetti privi di precedenti condanne per calunnia né sono riversati in atti o allegati dall’indagato CORTESE e/o dagli altri chiamati (CORTESE, LO GIUDICE Antonino e Luciano), che si è limitato a sostenere di non sapersi spiegare il perché delle accuse mosse a suo carico dai
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collaboratori MOIO, VILLANI e MUNAO’, elementi dai quali inferire l’esistenza in capo a ciascuno di costoro di sentimenti di odio, di malanimo e di vendetta a carico dei chiamati. Anche con riguardo al LO GIUDICE Antonino, che pure durante il suo stato di libertà declamava la sua volontà di fare piazza pulita, con ogni mezzo, dei suoi compari ’ndranghetisti, si può agevolmente osservare che tanto sosteneva al fine di potere avere più ampi spazi di operatività criminale, a questo punto, invero, inutili avendo egli avviato la sua carriera di collaboratore di giustizia.
Ciascuno dei collaboratori è quindi soggetto che ha conosciuto dall’interno la cosca di appartenenza e che ha lavorato per essa anche nei momenti più difficili e cruenti della guerra di mafia (LO GIUDICE, MOIO, MUNAO’, IANNO’), che si è reso responsabile in passato di gravissimi fatti delittuosi. Ed è proprio questa lunga militanza ora nelle fila teganiane e destefaniane ora nelle fila condelliane, ora nelle fila della cosca LO GIUDICE, che ha fruttato ai vari VILLANI, MOIO, LO GIUDICE Maurizio una succulenta ascesa nella scala gerarchica guadagnata sul campo, la quale ultima diventa fonte di notizie preziosa ed assai attendibile. Alle stesse conclusioni si perviene con riguardo al LO GIUDICE Antonino ed allo IANNO’ Paolo da sempre al vertice dei sodalizi di appartenenza.
Le dichiarazioni di ciascuno di essi sono connotate, pertanto, dai requisiti della congruenza interna, logica, ed esterna, cioè della plausibilità e verosimiglianza obiettive e storiche, della spontaneità, autonomia e dal carattere diretto delle conoscenze esposte ed anche laddove alcune notizie fossero riferite de relato, tuttavia esse risultano, comunque, apprese in prima persona nell’ambito criminale di interesse, da parte di altri soggetti che vi appartenevano e che le comunicavano come fonte prima.
Quanto ai riscontri esterni e al livello di essi si è già riferito delle numerose conferme esterne che i loro dichiarati hanno rinvenuto ma quel che in questa sede interessa è il dato che essi si confermano e si riscontrano reciprocamente”.
Ciò posto, quanto – come sopra – evidenziato nella richiesta di applicazione di misure cautelari
non può che essere condiviso da questo Ufficio, che, d’altra parte (per come si coglie dalla lettura
degli stralci dei provvedimenti che sono stati emessi e vengono richiamati nella richiesta – ai quali
si aggiungono altri, successivi, che analoghe valutazioni hanno operato –), ha già affrontato la
questione dell’attendibilità dei nuovi collaboratori in diverse ordinanze (con conferma, peraltro, da
parte del Tribunale per il Riesame), nelle quali, in maniera sintonica, si è evidenziato come, sia con
riguardo al MOIO, sia con riferimento al VILLANI, possa ritenersi superato il vaglio relativo
alla credibilità dei dichiaranti ed all’attendibilità intrinseca della loro chiamata.
E, infatti, le dichiarazioni rese dal VILLANI e dal MOIO hanno il carattere della spontaneità,
della verosimiglianza e della logica interna. Nel corso degli interrogatori resi, poi, per quanto
emerge allo stato, si sono assunti la responsabilità in ordine a gravi fatti criminosi, che mai, dalle
indagini espletate, erano stati ricondotti agli stessi; dette dichiarazioni provengono da soggetti non
motivati da astio nei confronti degli accusati, ma, anzi, inseriti in posizione di evidente importanza
nella ‘ndrangheta reggina, l’uno in posizione di rilievo nella cosca TEGANO (dovuta al rapporto di
parentela diretto con TEGANO Giovanni e TEGANO Pasquale), l’altro espressione
dell’articolazione di essa che è la cosca LO GIUDICE, dotato del grado di Vangelo, e, quindi, da
sempre, sia testimoni sia autori delle condotte criminose perpetrate dai membri delle rispettive
consorterie facenti parte della ‘ndrangheta: la loro conoscenza dei fatti riferiti, dunque, deriva o
dall’avervi direttamente preso parte o dall’avere direttamente appreso i fatti stessi dai responsabili o
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Calabria, previa spartizione tra gli stessi, sulla base di deliberati mafiosi, del territorio
d’influenza e delle attività criminali da perpetrare sullo stesso; ciò, avvalendosi della forza di
intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne
deriva per commettere delitti come omicidi, estorsioni, danneggiamenti, detenzione e porto illegale
di armi, anche da guerra ed esplosivi; per acquisire in modo diretto o indiretto il controllo e la
gestione di attività economiche, di concessioni di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici e
comunque per realizzare per sé e per altri profitti e vantaggi ingiusti.
Nella cosca BORGHETTO-CARIDI-ZINDATO, a CARIDI Antonino, CARIDI Bruno,
CARIDI Santo Giovanni, ZINDATO Francesco e ZINDATO Andrea Gaetano era contestata la
qualifica di promotori e capi del sodalizio. ZINDATO Giovanni, invece, ne rispondeva quale
partecipe, essendo uomo di fiducia di CARIDI Santo Giovanni, col compito di accompagnare il
predetto agli incontri con esponenti mafiosi di altre zone territoriali, come OPPEDISANO
Domenico e PESCE Vincenzo, nonché di fare da elemento di collegamento tra CARIDI Santo
Giovanni ed il fratello CARIDI Bruno.
Era contestata anche l’aggravante della disponibilità e dell’uso delle armi, con epoca di
commissione del reato indicata dall’aprile 2000 per CARIDI Bruno, CARIDI Santo Giovanni e
QUARTUCCIO Vincenzo (cfr. Sentenza “Wood”) e dal luglio 2007 per CARIDI Antonino (cfr.
Sentenza “Testamento”).
Appare, dunque, opportuno richiamare alcuni stralci di quel provvedimento, efficaci nel delineare
l’attuale operatività del sodalizio oggetto della contestazione associativa sub A), che mutua la
sua descrizione da quella di cui al detto titolo coercitivo (convalidata, allo stato, anche
dall’intervenuta recentissima pronuncia di decreto dispositivo del giudizio, pure allegato in atti).
Si osservava, in particolare, nell’ordinanza (ff. 225 – 237), quanto segue:
Conclusioni sull’addebito associativo
Gli elementi raccolti, e sino al momento analiticamente esposti, quali emergenti
in primo luogo dall’imponente attività di captazione di conversazioni svolta nel presente procedimento o in questo comunque utilizzata e valorizzata, consentono di
giungere a conclusioni dotate del carattere della certezza in merito all’asse portante della costruzione accusatoria: l’esistenza di una compagine associativa connotata in senso mafioso imperante sul territorio in osservazione, riproducente nella sostanza i
caratteri descritti nella contestazione in fatto articolata dal PM. Gli elementi utili a convalidare tale conclusione, peraltro, non si limitano a quelli
esposti nel presente capitolo; ma comprendono (né potrebbe essere diversamente date le peculiari caratteristiche dei delitti-fine) tutti quelli raccolti e analiticamente commentati nelle parti del presente provvedimento relative alla ricostruzione di
episodi di estorsione e danneggiamento che, nel contesto osservato, si dimostrano più che ragionevolmente, per svolgimento, finalizzazione e modalità esecutive,
espressione effettiva e attuale del controllo sul territorio esercitato dal gruppo e del
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prelievo forzoso da questo effettuato delle risorse economiche del luogo, secondo modalità note alla sociologia e alla cronaca prima che al diritto.
Da tutti tali elementi si desume dunque l’esistenza di un gruppo soggettivo relativamente ampio, costituito da personaggi profondamente legati fra loro da vincoli talvolta di parentela e sempre di contiguità documentati in modo inequivoco dalle
conversazioni captate, e stretti da rapporti la cui solidità e il cui significato emerge dalla ricognizione delle vicende in cui, di volta in volta, essi appaiono coinvolti e
cointeressati. I rapporti fra tali soggetti sono certamente connotati, oltre che da una contiguità
che percepibilmente si nutre di interessi diversi da quelli della pura e semplice
amicizia, ma è per contro illuminata nei suoi reali caratteri dal riflesso delle attività, invero di qualificazione inequivocabile, ricostruibili sulla scorta dei dati di prova a
disposizione. Del resto, proprio quanto osservato qualche paragrafo fa in merito alla
circolazione di notizie, fra i soggetti coinvolti nell’inchiesta, circa l’attività della polizia giudiziaria e dei poteri pubblici in genere, come pure l’adozione delle cautele descritte e la condivisione della cura per il reimpiego dei proventi delle attività poste in essere
dai personaggi maggiormente inseriti nel sistema economico locale e per l’occultamento delle risorse, danno la misura di quanto sia diffuso e condiviso, nel
circuito personale osservato, un complesso d’interessi che trascende quello del singolo, come pure travalica la singola operazione, illecita o apparentemente lecita (se di copertura o reimpiego), per qualificarsi come pertinente a un’entità di maggiore
dimensione, connotata da requisiti di stabilità e continuità che ripetono tali caratteristiche da quella dell’attività svolta.
Il complesso di tali attività, poi (e il riferimento è sia a quelle per le quali gli elementi a disposizione hanno consentito l’elevazione di imputazioni specifiche, sia a quella parte maggiore di eventi cui il riferimento figura solo per indizio, per quanto
concludente), costituisce con evidenza lo “strumentario” tipico dei modi di agire dei gruppi associativi connotati in senso mafioso: l’inchiesta, invero, raffigura un numero
sufficiente di estorsioni, danneggiamenti ragionevolmente spiegabili soltanto con la proiezione verso finalità estorsive, operazioni di condizionamento degli operatori economici, di pressione sulle amministrazioni locali e d’infiltrazione nel tessuto
economico, attività volte al reimpiego di capitali e alla creazione di evidenze imprenditoriali fittizie e di fenomeni d’interposizione nella titolarità di beni, perché una
simile conclusione sia convalidata. E’ quindi chiara l’esistenza di un gruppo di soggetti legato al territorio e volto alla
perpetrazione di una serie di delitti di varia natura, ma tutti finalizzati alla sottrazione
di risorse al territorio, attraverso una filosofia a metà strada tra il fiscale e il parassitario, attuata con modalità violente: modalità il ricorso alle quali è solo talvolta
necessario, in generale essendo diffuso nel territorio il metus nei confronti di un gruppo così potente.
Con ciò resta confermata la ricorrenza di un altro dei requisiti della contestazione
associativa elevata dall’Accusa: la pratica, da parte di tale gruppo di soggetti, di un metodo mafioso, incentrato sulla capacità d’intimidazione scaturente dalla
consapevolezza, diffusa nel territorio signoreggiato, della pervasività di un potere occhiuto, spregiudicato e violento, l’acquiescenza al quale è percepita come ineluttabile al fine di evitare conseguenze anche di estrema gravità; che si pone come
alternativo al complesso di regole disciplinanti la comune convivenza e che ripete la sua forza dalle capacità “militari”, dalla predisposizione alla violenza dei sodali e dalla
capacità di resistere anche ai poteri pubblici e alla forza della legge, in ciò essendo agevolato dal clima di omertà costituente dato sociologico e costantemente osservato
del contesto territoriale e sociale in esame.
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I caratteri sopra osservati replicano pressoché scolasticamente la descrizione della fattispecie incriminatrice di cui all’art. 416 bis del codice penale.
Si vedrà appena oltre come il gruppo in argomento sia strettissimamente embricato a realtà mafiose di diversa origine e composizione, tanto da potersi dire che, sotto molteplici riguardi, esso agisca talvolta come un gruppo unico, tanto
contigui appaiono gli interessi delle diverse compagini. Per quello che riguarda la composizione personale del gruppo medesimo, nel
corso dell’esposizione sono indicati gli elementi scaturenti dall’attività d’indagine, e in particolare da quella d’intercettazione telefonica, utili a mostrare la riferibilità ai soggetti raggiunti dalla contestazione associativa elevata dal PM di condotte
particolarmente qualificanti in chiave associativa: cioè direttamente ricollegabili all’attuazione del programma dell’associazione e congruenti con i fini che questa si
propone. Come emerge dalla ricognizione di tali elementi, quali analizzati nelle parti del
presente provvedimento giudicate più congrue per la trattazione dei diversi argomenti (alle quali si rinvia in questa sede), per tutti i soggetti specificati nel capo d’imputazione sub A si registra il coinvolgimento, in alternativa, o in delitti costituenti
esplicazione del programma criminoso, o in attività che tali delitti presuppongono (quali la riscossione di somme), o nell’attività di reimpiego dei capitali,
d’intermediazione imprenditoriale o interposizione nella titolarità o disponibilità di beni, o in attività economiche comunque strategiche per membri dell’associazione, o nell’attività di controllo, di acquisizione d’informazioni, di sorveglianza, di tutela degli
interessi del gruppo, o in attività di disciplina e controllo dei livelli delinquenziali “inferiori”: in ogni caso attività attuative del programma anche in parti minute e
congruenti con gli interessi del gruppo, la cui effettuazione, atteso il carattere assolutamente non equivoco delle stesse, non poté ragionevolmente essere percepita dagli interessati se non come aderente al programma e agli scopi condivisi dal gruppo.
In più di un caso, poi, i passi intercettati consentono di cogliere i tratti di un’attività di programmazione e di definizione degli equilibri del gruppo, dello svolgersi delle attività
di questo, della composizione dei contrasti insorti nel contesto delle attività svolte, dei rapporti con altri gruppi delinquenziali, sullo sfondo del più completo panorama associativo reggino, che, lungi dal potersi considerare mere discussioni accademiche,
valgono immediatamente a rivelare l’adesione del loquente alle logiche decisionali e operative della consorteria; e in qualche caso a rivelare altresì, attraverso la
dimostrata prossimità alle istanze decisionali del sodalizio, il rango ricoperto dal soggetto di volta in volta coinvolto nell’addebito associativo, nei termini proposti dalle contestazioni in fatto.
Ne deriva, nei confronti di costoro, la ricorrenza di una situazione indiziaria largamente sufficiente all’applicazione della chiesta cautela, con l’eccezione della
posizione di FERRITO Mauro, in relazione alla quale l’impossibilità di pervenire alla sicura ricostruzione della vicenda in tema di armi dante materia alla contestazione di cui al capo L preclude la possibilità di attribuire all’indagato in questione il ruolo
assegnatogli dalla non convalidabile, quanto alla posizione in esame, impostazione accusatoria.
La collocazione della cosca nel panorama delinquenziale del territorio
A conclusione della rassegna degli elementi che hanno consentito di delineare i tratti della consorteria mafiosa per cui è causa, di definirne per profili importanti i suoi equilibri interni e di ricostruire segmenti rilevanti della sua attività, devono riportarsi e
brevemente valutarsi una serie di ulteriori dati che confluiscono in questo procedimento provenendo da diversi e recenti inchieste di vasto respiro.
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Tali inchieste, note con i nomi convenzionali di Meta e Crimine, appaiono portatrici di elementi di conoscenza di notevole rilievo proprio per l’ampiezza dei
procedimenti cui hanno dato origine: ampiezza dovuta non soltanto alla estensione della dimensione soggettiva (sono decine e decine, infatti, i soggetti colpiti dai due provvedimenti), ma sopra tutto dall’approccio, dalle finalità e dai risultati delle
indagini, che per la prima volta, in misura relativamente ridotta per la prima operazione (avente per oggetto la potente cosca CONDELLO, di primaria importanza
nel panorama mafioso reggino) ma notevolissima per la seconda, giungono a fornire una descrizione unitaria del fenomeno mafioso noto come ‘ndrangheta, del quale viene per la prima volta, con tale ultima operazione, proposta una lettura
complessiva, incentrata sul ravvivamento di un’aggregazione di una molteplicità di cosche, presenti sull’intero territorio nazionale e cono proiezioni estere, unificate sotto
il controllo di organismi di vertice fortemente strutturati e accomunate dal rispetto di comuni procedure, prassi operativi, riti, strategie, interessi, risorse.
Gli esiti di tali inchieste, che si nutrono di un’imponentissima messe di intercettazioni di conversazioni, corroborate da attività d’investigazione per così dire tradizionale, hanno una ricaduta anche nella presente inchiesta, nella misura in cui
permettono di cogliere almeno i tratti della collocazione della consorteria per cui è oggi procedimento nella vastissima e articolata galassia delinquenziale della provincia.
Per certi versi, gli elementi offerti da queste inchieste hanno una valenza descrittiva, molte delle conversazioni riguardando temi affatto generali e addirittura questioni “diplomatiche” riguardanti i rapporti fra i diversi, se pur in tesi collegati,
sodalizi; ma nell’ambito di questa massa di elementi si colgono dati estremamente precisi, in grado di proiettare una luce risolutiva anche sui snodi importanti dell’attività
della consorteria di cui al capo A dell’epigrafe e sull’attività e attuale posizione di soggetti di spicco all’interno della stessa.
Anche in questo caso si ritiene opportuno seguire la tecnica espositiva
consistente nel riportare i dati d’indagine quali proposti dalla procedente PG (generalmente come veicolati nella richiesta cautelare, che in questo caso è quella che
il PM deposita nell’agosto scorso), per poi evidenziare i profili e gli spunti suscettibili di acquisire rilevanza, e talvolta decisività, sul piano indiziario in rapporto agli addebiti sottoposti a verifica.
Come in altri passi del presente provvedimento, si noterà che nei brani riportati alcune delle conversazioni d’interesse sono omesse (rinviando tanto l’organo di PG
quanto il Requirente agli allegati alle informative, contenenti le trascrizioni estese), figurando però un sunto efficace del dialogo e la citazione di passaggi particolari.
Oltre a fornire una “localizzazione” della consorteria BORGHETTO-CARIDI-
ZINDATO nell’attuale panorama criminale del luogo, gli elementi consentono altresì di aver per certo come nella compagine associativa giochino un ruolo di rilievo CARIDI
Antonino e ZINDATO Giovanni. Quanto al primo, va subito specificato che al tempo della formulazione della
prima richiesta cautelare non era in dubbio che lo stesso fosse il punto di riferimento
primario del gruppo; soltanto, gli elementi sopraggiunti hanno mostrato, come si vedrà oltre, che egli mantiene fattivamente tale ruolo anche in costanza dello stato di
detenzione. Parte principale dei dati di cui si tratta si riferisce alle figure dei citato CARIDI
Antonino (che evidentemente resta sullo sfondo nelle conversazioni, essendo appunto
detenuto), CARIDI Santo Giovanni, che si è già notato rivestire un ruolo di assoluto rilievo nella consorteria e ZINDATO Giovanni: e il punto d’interesse è dato dai rapporti
con il c.d. capocrimine OPPEDISANO Domenico, la cui figura è delineata principalmente, e da ultimo, nell’ambito del proc. 1389/08 R.G.N.R. D.D.A..
Nelle informative riportate nella richiesta cautelare la PG incaricata delle indagini si esprime nei termini che seguono.
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Le indagini condotte nell’ambito del procedimento penale nr. 1389/08 RGRN
mod.21 DDA, cd “PATRIARCA”, hanno consentito di tratteggiare l’assetto strutturale della ‘ndrangheta, rivelando ruoli, compiti, mansioni e mandati ben precisi in relazione ad una molteplicità di soggetti, alcuni dei quali già coinvolti in pregresse attività
investigative, altri invece ritenuti estranei al detto contesto criminale. …
Ciò che emerge con forza è l’esistenza di una organizzazione unitaria, strutturata gerarchicamente,
che si basa sul controllo del territorio in maniera capillare, e che dispone di importanti articolazioni sia sul
territorio nazionale che a livello transnazionale.
…
Le acquisizioni investigative di seguito illustrate sono il risultato di una prolungata attività
d’intercettazione telefonica ed ambientale, supportata da servizi di osservazione, controllo e pedinamento,
che hanno permesso di raccogliere elementi utili a delineare l’esistenza di un’organizzazione malavitosa
di stampo ‘ndranghetista, avente base strategica in Calabria (segnatamente nella provincia di Reggio
Calabria) con attive ramificazioni sia nel Nord Italia (segnatamente in Piemonte, Liguria, ma soprattutto
in Lombardia nell’hinterland milanese) sia all’estero con propaggini in Svizzera (nella zona di Zurigo) e
in Germania (segnatamente nelle città di Francoforte, Singen ed in altre località), ma anche in altri stati.
In queste località, come si avrà modo di rilevare, è stato replicato il modello strutturale della ‘ndrangheta
calabrese. Le suddette ramificazioni criminali, seppur dotate di apparente autonomia, relativamente alle
classiche forme di manifestazione mafiosa, in realtà sono rigidamente dipendenti alla ‘ndrangheta della
provincia di Reggio Calabria.
Il complesso delle acquisizioni investigative offre uno spaccato inedito della ‘ndrangheta.
Dalle intercettazioni, per voce degli stessi esponenti, si apprende di organismi (provincia,
mandamento, società, locale), di gradi (sgarrista, santista, vangelo), nonché di ruoli (“cariche”) che
danno un’unica chiave di lettura del fenomeno ‘ndrangheta nella prospettiva di una struttura unitaria
gerarchicamente organizzata. Le decisioni vengono comunque prese nell’area geografica della provincia
di Reggio Calabria nel rispetto rigoroso di regole e procedure, lasciando tuttavia alle articolazioni esterne
ampi margini di autonomia nella gestione delle attività criminali sul territorio su cui insistono.
Tale struttura di ndrangheta, avvalendosi della forza di intimidazione e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà che ne derivano è dedita alla commissione dei delitti, tra i quali traffico di sostanze stupefacenti i cui proventi
vengono successivamente investiti e riciclati attività commerciali e/o imprenditoriali specie nel Nord Italia, ove riesce a infiltrare il tessuto economico imponendosi nel
settore del movimento terra, finanche a insediarsi all’interno, e quindi gestire, imprese pulite in difficoltà economica.
In tale contesto di particolare pregio risultano le intercettazioni ambientali
captate sia nell’autovettura di OPPEDISANO Michele cl. 1969, nipote di OPPEDISANO Domenico, sia nell’appezzamento di terreno dello stesso OPPEDISANO Domenico, che
in occasione dei colloqui del detenuto OPPEDISANO Pasquale, fratello del suddetto Michele.
La strategia investigativa si è rivelata particolarmente fortunata poiché i controlli hanno interessato principalmente soggetti anche di altissimo spessore nel contesto criminale oggetto di osservazione, titolari di un pari bagaglio di conoscenze.
Le complessive risultanze di tali attività investigative consentono di ricostruire non solo alcuni dati salienti della storia della “ndrangheta” della provincia reggina, ma
anche di acquisire utili informazioni sulla attuale e più recente struttura della stessa e sull’intero organigramma.
In sintesi si può rilevare che l’organizzazione ndrangheta ricomprende un vertice,
denominato “provincia”, e ben tre mandamenti ( quello Tirrenico, quello del Centro, e quello Jonico), all’interno dei quali sono individuabili vari “locali” di ‘ndrangheta,
organizzati sempre su base territoriale. Per quanto riguarda i “locali” che si trovano
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fuori dall’ambito territoriale di Reggio Calabria, essi “rispondono” alla “provincia” direttamente o attraverso “locali” di uno dei tre “mandamenti” reggini.
… Punto di riferimento dell’intera organizzazione criminale, e per tutti i
mandamenti sopra descritti, è senza dubbio alcuno OPPEDISANO Domenico (prima
“caposocietà” e poi “capocrimine” della ‘ndrangheta). Nel contesto delineato OPPEDISANO Domenico1 mantiene un ruolo di vertice.
Egli, ancorché all’epoca non ancora identificato, figura agli atti del proc. nr. 14/98 cd. “Armonia”. In quel contesto tale “Mico OPPEDISANO” viene indicato, nel corso di una conversazione ambientale, quale destinatario di una “carica” di ‘ndrangheta.
La posizione baricentrica occupata dall’Oppedisano ha valorizzato notevolmente l’esito delle acquisizioni investigative. Infatti è stata ricostruita la fitta tratta di
rapporti tra gli esponenti delle cosche dell’intera provincia (e relative articolazioni nazionali e transnazionali), alla base della struttura organizzativa individuata: sono
emersi contatti tra gli OPPEDISANO con GATTUSO Nicola della cosca FICARA/LATELLA e con CARIDI Santo della cosca LIBRI/CARIDI, nonché contatti con altre famiglie di ‘ndrangheta della fascia jonica reggina.
E’ in questo quadro che si registrano, nelle conversazioni intercettate, riferimenti
estremamente significativi al ruolo ricoperto da CARIDI Antonino (che si noterà costituire ancora un punto di riferimento effettivo del gruppo anche nella considerazione del circuito delinquenziale “maggiore”), mentre si traggono elementi
ulteriori a carico della posizione di CARIDI Santo Giovanni, il cui ruolo nell’ambito della cosca risulta elevato in importanza e rilievo proprio in ragione dell’attuale carcerazione
del fratello CARIDI Antonino. Il rango e la collocazione della cosca, poi, sono rivelati dai contatti intrattenuti
appunto da CARIDI Santo Giovanni con OPPEDISANO Carmelo, il citato capocrimine,
le conversazioni intercorse col quale sono, come si noterà, prodighe di dati di assoluto rilievo.
Nello stesso contesto, si colgono i tratti dell’inserimento attivo nella consorteria di ZINDATO Giovanni, quale uomo di fiducia di CARIDI Santo, presente in occasione di incontri “al vertice” di elevatissimo rilievo e qualificazione (s’intende: tra il CARIDI e
l’OPPEDISANO), e incaricato di compiti di rilievo nell’ambito delle attività ancora del CARIDI.
Particolare rilievo è rivestito dal dialogo intercorso il 31 gennaio 2009 in occasione dell’incontro tra CARIDI Santo e OPPEDISANO Domenico: incontro al quale, assai significativamente, ha modo di assistere lo ZINDATO, e che è interamente
dedicato alla trattazione di temi, vicende e argomenti riferibili alla vita delle associazioni criminali di riferimento dei conversanti e della ‘ndrangheta in generale.
Che non si tratti di scambi di opinioni meramente colloquiali o di disquisizioni sociologiche è circostanza che, al di là della rispettosa familiarità dei toni, che si fonda sul mutuo riconoscimento di rango e rilevanza (s’intende anche da parte
dell’OPPEDISANO nei confronti del CARIDI) è conclusione legittimata dall’esame data dalla rassegna degli argomenti trattati, che spaziano dall’esame di principi generali
dell’ordinamento e degli assetti mafiosi alla considerazione e all’analisi di problemi specifici, quali quelli attinenti al conferimento delle cariche, agli equilibri interni, ai dissapori fra i gruppi e altro.
Questi gli stralci d’interesse.
Trascrizione integrale della registrazione ambientale linea 1204, progressivo 104, dalle ore 14:30:06 alle ore 15:30:10
1 Nato a Rosarno il 05.12.1930, ivi residente in via Palermo nr. 9
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… Don MICO: non mi ricorco chi me lo ha detto... se me lo ha detto... questo me
lo ha detto qualcuno di là... hanno detto che...(inc)...non gli manca nulla, io ho detto.. guardate, il problema a Reggio, sono in una maniera tale, che francacmente, eh... quelli che hanno il potere, praticamente, gli sembra che quando un giovanotto, si
estende un pò di più, e si fa un poco di amicizie, più largo, gli sembra a loro... (riferendosi ha quelli che hanno potere) "che il giovane possa avere amicizie più di
loro e più di altri", per questo ho detto io... è questo quà il motivo...cose sbagliate ! CARIDI: Io nemmeno...
…
CARIDI: che gli uomini non vanno neanche ...inc... neanche ...inc.... chi è uomo e ha un problema con uno di noi altri se la vede lui
OPPEDISANO: se la vede lui certo CARIDI: se poi non è buono o non è capace si siede in una parte "compare
vedete che non sono capace"
OPPEDISANO: ...inc.... CARIDI: vedete ...inc....
OPPEDISANO: ecco esatto si CARIDI:...inc.... OPPEDISANO: e all' .....inc........ loro due ...inc... (incomprensibile da 14:52:14
a 14:52:25) posso essere d'accordo con compare CICCIO e compare CICCIO la deve vedere che deve tornare indietro e "nmi nci fannu u ...inc..." un altra volta!? e non è
cosi! Ecco perchè vi dico io le cose si mettono male. Certamente quando dovete trovare un gruppo di uomini, di "riggitani" e che accettino che hanno ...inc.... questi due? Io non mi posso sedere li, per l'amore!
CARIDI: per me nemmeno, per me no, io già gliel'ho detto.... OPPEDISANO: eh eh eh eh
CARIDI:....io già gliel'ho detto.... OPPEDISANO: mi dispisce, mi dispiace CARIDI:io già gliel'ho detto.... se erano.... inc...ci sono gli uomini....
OPPEDISANO: abbiamo ...inc.... questi qua hanno uomini, mi ha fatto la mossa, ... hanno uomini....
CARIDI: che se li tengano OPPEDISANO: ma però , a questo punto qua, però questi qua non sono uomini
.... uomini attivi ...inc.... e lo sparano.... se lo devono sparare
CARIDI: ...inc.... OPPEDISANO: ...inc.... è offesa, non è una vergogna per loro stessi nel caso
portano avanti, mettono avanti a questo qua per farlo saltare nel fosso …
CARIDI: e poi....inc..... Il primo sbaglio già è cominciato alla madonna due anni fa quando c'era... quando eravamo la che dovevamo andare .... ha preso...inc...
quando si è aggiustato come avevate detto voi ... si è aggiustato...inc... OPPEDISANO: lo so, lo so [14:56:34] CARIDI: perchè siamo rimasti con una parola due ore prima con compare ROCCO
e per me era così, poi è arrivato lui e si è aggiustato OPPEDISANO: si si lo so
CARIDI: io, non sapendo tante cose gli ho detto io ...inc... [14:56:44] però lo sbaglio lo ha fatto lui
OPPEDISANO: si...inc... la sotto...inc.... guardate. Prima è venuto nel mio coso è passato da la ..... dal santolucoto .... non so.... inc... qua sotto ... inc... amici miei,
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sono paesani miei qua...inc... io non è che sono venuto... gli ho detto ... non è che sono venuto per parte della SOCIETA', io sono venuto per la madonna perchè vengo
tutti gli anni ... sono venuto pure..... inc... fatti...per i fatti miei [14:57:15]. Poi è arrivato compare CICCIO. Voi siete qua sotto io sono salito questa mattina, voi ve ne salivate la sopra e la CARICA ve la prendevate pure. Io non sono venuto per la
CARICA. .....inc.... io mi sono partito coi paesani miei, mi parto da qua per vedere la madonna che mi interessa a me la CARICA. Le CARICHE si fanno altrove prima
[14:57:36] CARIDI: prima OPPEDISANO:prima si fanno e poi si pensa ...inc...
CARIDI: io non sapevo io quelle cose le ho prese la OPPEDISANO: ...inc....
CARIDI: che io non le sapevo prima se no non partivo proprio ...inc.... …
CARIDI: secondo voi questo poteva stare alle regole [14:58:25] OPPEDISANO: ecco perchè vi dico io! CARIDI: io come....inc... non ne conosco .... ne a voi ne a quegli altri
OPPEDISANO: si si si CARIDI: io cammino per fatti miei ...inc... col mio nome....inc...
OPPEDISANO: estatto CARIDI: ...inc... se me lo fate vedere ...inc.... OPPEDISANO: io... qua da noi in un certo senso, in un certo senso....
CARIDI: e chi mi chiama vado gli ho detto io. Qualsiasi buon amico che io ritengo che hanno piacere e che io ritengo che merita io presenzio, dove è è .....
OPPEDISANO: si si si CARIDI: .... che mi chiamano OPPEDISANO: vedete non è .. a questo punto qua non è che noi .... guardate per
la società che ci litigiamo (fonetico "sciarriamo") CARIDI:no. ...ci raccogliamo che siamo un gruppo di amici ...inc....
OPPEDISANO: ...inc... ci raccogliamo per essere amici tutti quanti assieme per ripettarci l'un l'atro no che "jarmamu carretta" l'uno all'altro ....inc....
CARIDI: ....inc.....
GIOVANNI: se no dobbiamo cambiare i [14:59:10] ...inc.... quello che dice, quello che dice la SOCIETA' si deve fare
OPPEDISANO: si deve fare e basta è quello GIOVANNI: ....inc.... OPPEDISANO: guardate, non c'è padrone, non c'è padrone, assieme siamo una
famiglia CARIDI:...inc.....
OPPEDISANO: per ogni paese in una famiglia assieme CARIDI: una famiglia, dal nenato fino al padre sono sempre una famiglia OPPEDISANO: sempre una famiglia
CARIDI: ora se quello è neonato e quello è grande ..... OPPEDISANO:una famiglia. Una famiglia non è che ... c'è il padrone, no c'è il
ripetto CARIDI: bravo, bravo il rispetto OPPEDISANO: uno è più anziano, c'è il rispetto e mano a mano girando insomma
arriviamo tutti la, a girando a girando CARIDI: e la famiglia.....
… OPPEDISANO: ....inc..... [15:00:09] Praticamente non e che... Noi, guardate a
Rosarno siamo oltre 250 [15:00:13] ....inc..... CARIDI: ....inc.....
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OPPEDISANO: e quante ....inc..... famiglie qua e comandate CARIDI: cero, certo
OPPEDISANO: ....a FRANCESCO ...inc.... [15:00:22] ...oinc... CARIDI: ...inc... una persona giusta come a voi OPPEDISANO: ...inc.... che andiamo riscaldando la .....
CARIDI: ...inc.... OPPEDISANO: ..... che abbiamo famiglie... che ce ne sono da una parte e ce ne
sono dall'altra...... CARIDI:si OPPEDISANO:.....nel mezzo, guardate qua...inc... loro subito...inc... fare pace
CARIDI: ...inc.... OPPEDISANO: ....inc..... ecco per ciò vi dico io un paese come Rosarno
...inc...(s'è detto?) centro vero e proprio .... sempre a numero ..inc... poi buca "u santinu" pure qua ...inc...... arriva qua ....inc... arriva qua, è un paese pure di
commercio capite la nave arriva qua avete capito! [15:01:05] e quindi .... quindi o ci comportiamo bene, tutti ci dobbiamo comportare bene, non c'è che.... se meritate, se merita una cosa non è che gli diciamo no. Se lo merita un posto stai tranquillo che lo
ha...
CARIDI: certo, senza che cerca OPPEDISANO:eh eh dobbiamo sapere noi se può o non può CARIDI: uno quando è chiamato risponde ... sono presente sono ...inc...
OPPEDISANO:esatto, esatto, ..... ma non [15:01:39] (fonetico "mu trascura") perchè vedete ci sono tempi, il giovane è l'avvenire, diciamo praticamente noi, Io a
mano a mano ...inc... (si sovrappongono le voci) e mi devo coricare CARIDI:.è normale ....inc.... è storia (si sovrappongono le voci) GIOVANNI: .... quello che abbiamo parlato ora
OPPEDISANO: mi devo coricare... a mamo a mano devo dare strada al giovane CARIDI:certo
OPPEDISANO: se io ancora dopo anni di SGARRO .... devo prendere al giovane e lo devo prendere ...quello che ...inc.... come quello che ....inc..... come ...inc....
CARIDI: certo [15:02:06]
OPPEDISANO: è giusto? Non è che deve aspettere che me ne vada io e poi.... inc.... anticipatamente ..... deve essere avviato il giovane
CARIDI: e qui mi pare a me..... OPPEDISANO: ...inc... la vogliono sempre, sempre loro CARIDI: ...inc...
OPPEDISANO: senza di loro non..... non è vero GIOVANNI: purtroppo la natura è cosi [15:02:23] si è giovani e si è vecchi.
OPPEDISANO: E' si vecchi....non c'è niente da fare... è in quella maniera GIOVANNI: La colpa non è la nostra eh... OPPEDISANO:Si si... però ricordati...sapate il perchè ? perchè a mio avviso non
c'è l'unità... Io quando sono venuto a Reggio...Compare Ciccio ce l'ha con me pure per il fatto che sono venuto a Regggio, non invitando quell'altro Nicola, e sono venuto a
Reggio per la discussione sempre per il fatto...(inc)... no ? Noi siamo venuti là... ma se noi fossimo colpevoli, del fatto che siamo arrivati là quella giornata... e avvessimo fatto una decisione di qualcosa...nell'assessenza di ...(inc)... o di un'altro, allora è
giusto ...(inc)... noi non abbiamo fatto niente proprio, ci hanno invitato abbiamo mangiato e basta... senza nulla nei confronti di uno e nei confronti di un'altro...
[15:03:14] abbiamo dato quelle cariche e basta... abbiamo ristabilito soltanto... una ...(inc)... ai responsabili i Reggio... [15:03:23] volevano ristabilire..(inc)... che tutti si
sono prese le cariche, hanno le cariche a Reggio, non hanno chiesto nemmeno il
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permesso...nasoste (fonetico "ammucciati")...(inc).. la carica... però non se ne prendono nei paesi...
GIOVANNI: Ah... non se ne prendono dei paesi ? OPPEDISANO: Tutta la responsabilità... io l'ho detto sempre... se 150
assieme...sono uomini e sono responsabili a Reggio, si discute la facenda... si vede...
facendo insieme con questi uomini responsabili... in un certo senso si può ristabilire una cosa...ma invece in questo modo... non partecipande eh eh...
CARIDI: ...(inc)... OPPEDISANO : no no non è così... CARIDI: le cose non vanno avavnti...
… CARIDI: Però guardate, se sono stati lasciati un pochettino così, perchè
pensando, che dall'età che hanno... o perlomeno io li conoscevo...(inc)... però io non ho fatto casino, problemi con nessuno...(inc)...
OPPEDISANO: si si certo ognuno ha i problemi suoi... CARIDI: non è che se ho problemi vado a raccontarli a tutti... io sono in grado se
c'è qualcosa, ringraziando a Dio, di sbrigarmela da solo... io, per certi...(inc)... penso
che arriveranno a pensare e a capire, se sono chiacchere o non sono chiacchere... invece...(inc)...
OPPEDISANO: Continuado... continuando continuando...(inc)... CARIDI: Ora ringraziando Dio è uscito Carmelo... OPPEDISANO : E' uscito Carmelo ? (si sovrappongono le voci)...(inc)... se prende
una posizione, per me guardate... (Caridi parla sopra le parole di OPPEDISANO rendendo incompresibile il dialogo)...
CARIDI: con i LOCALI in questi giorni ci incontriamo, e discutiamo certe cose. OPPEDISANO eh...eh... CARIDI: Io con Voi... qundo volete...
OPPEDISANO: si... per me quando mi mandate l'ambasciata, per noi siamo pronti..
CARIDI: per quanto riguarda...(inc)... io gli ho detto che non li conosco, io sono...(inc)... con il mio nome, con il mio cognome, e con il mio lavoro, fate quello che volete... a me se viene un buon amico, che per me merita, la porta è sempre
aprta. OPPEDISANO: certo...!
CARIDI: fino a quando non sbaglia con me, se sbaglia con voi rispondete voi...(inc)...(si sovrappongono le voci di CARIDI e di OPPEDISANO).
OPPEDISANO: se l'errore c'è... guardate, uno è giusto deve punire, se l'errore è
al livello di...(inc)... ma se noi abbiamo un'affere tutti e due, e non l'abbiamo capito tutti e due...(inc)... niente, ma...(inc)...prima a livello di pidocchioso, se sbagliavi o
non sbagliavi praticamente, dicevi un'infamità, facevi tragedie...(inc)... CARIDI: è giusto !! OPPEDISANO: Queste cose, sono le cose pesanti... tragedie, infamità...e...
CARIDI: si... si... si... OPPEDISANO: capite... queste quà sono le cose pesanti,e allora se uno fa queste
cose quà...(inc)... CARIDI:..(inc)... quindi togliamolo del tutto ( fonetico "cacciamulu du tuttu"). OPPEDISANO: a casa uno se ne deve andare e basta... perchè con noi non può
stare, ma se io vi ho detto, e voi ve la site segnata la cosa, che magari... non sò l'affare...
CARIDI: ma se state facendo un'affare voi, che centra, voi siete diretto là, non devo mica dare conto a te...(inc)... o qunquo se li fanno loro mica qualcuno gli
domanda.
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OPPEDISANO: eh... qualcuno gli domanda ? Giusto.... e perciò vi dico io...sono cose che si devono ragionare però... ragionare alla perfezione...associazione per tutti
praticamente...(si sovrappongono le voci) CARIDI: ...(inc)... OPPEDISANO: soprattutto perchè la strada è unica, non è che tu sei in una strada
ed io in un'altra, devono seguire tutti la stessa strada...quelli che fanno parte...poi... se non la vedono, se non la vedono non è che... giusto ? può stare pure per gli affari
suoi... poi se non gli piacciono, praticamente quelle...(inc)... si sta per gli affari suoi, e nessuno lo tocca, il locale se lo tiene per gli affari suoi, avete capito com'è ?
…
OPPEDISANO: ma vedete... vedete quanto sono miserabili le persone ? se io vi devo dare una lira a voi no.., vi devo dare una lira...(inc)...tu a me devi dare una lira,
perchè siamo rimasti che tu mi devi dare una lira, ma io, che cerco, che io a voi una lira non ve la dò, ve ne dò mezza lira, mi rivolgo a voi, vedete che mi ha cercato una
lira quello, e voglio dargliene mezza...(inc)... CARIDI: quelli sono i più miserabili... OPPEDISANO: per una lira ci siamo messi d'accordo, e una mi devi dare... una
lira ci siamo messi d'accordo, e una mi devi dare, e basta non ne voglio più sapere...(inc)... a me deve dare una lira e una lira mi deve dare, voi avete
cercato..(inc)... voi siete morto, voi siete morto, poi la lira glielo data a lui..(inc)... perchè non gliel'ha data prima la lira... la lira... e quello non moriva...
CARIDI: quando già c'era il morto, prima deve scappare il morto...
OPPEDISANO: tu lo hai invocato per fare una cosa a loro praticamente, no... (Caridi parla in sottofondo ma è incomprensibile)... tu ci scrivi, perchè poi aspettavi
che si deve prendere la parcella pure lui, e cosa ha preso quel giorno...(inc)... peròlui 20 gli doveva dare e 20 gliene ha dovuto dare, 20 mila euro, sono 20 mila, e 20 mila gli ha dato... gli ho detto io non ammazzo te, a te non ti ammazzo, io ti faccio morire
di crepa cuore, ti ammazzo il figlio ti ammazzo, io ti ammazzo prima il figlio, e muori di crepa cuore tu...
CARIDI: certo... OPPEDISANO: sono 20, e 20 mi devi dare... (in sottofondo Caridi dice: 20 sono e
20 mi devi dare)... poi glieli ha dati...
GIOVANNI: ...e quest'altro dignità non ne aveva... OPPEDISANO: ...sei malandrino..? sei talmente "SBIRRAZZO"...(inc)... (la voce
di CARIDI in sottofondo vine coperta dalle parole di Don Mico e da rumori) …
TRASCRIZIONE INTEGRALE DELLA REGISTRAZIONE AMBIENTALE NR. 105 LINEA 1204 PROGRESSIVO 105 DALLE ORE 15:30:06 ALLE ORE 15:49:13
… CARIDI:purtroppo la vita ...inc.... per tutti e la cosa più brutta quando ...inc....
con gli anziani...... inc... (sovrapposizione di voci)
OPPEDISANO:... inc... (sovrapposizione di voci) CARIDI:....inc..... con tutto il rispetto per voi.... inc.... deve avere piacere di
vedervi e di discutere ...inc..... io poi per l'anzianità stravedo. per le persone anziane perchè mi piace parlare come stiamo parlando con voi che mi sto scialando
UOMO:..... però quando non c'è..... inc..... fare così
CARIDI: .... INC...... …
CARIDI: compare Mico il discorso è uno solo ....inc.... a Reggio non conviene, questo è poco ma sicuro (ride)
OPPEDISANO: ...inc... guardate noi facendo e ridendo ....inc.... facciamo ...inc.... a Nicola, una botta di sessanta eravamo non è che ci raccoglievamo nel ristorante
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...c'erano uomini nei tavoli la ...... lui prendeva e coglioneggiava ....inc... ...inc.... sessanta ci siamo raccolti ...... quando sono venuti, quando ...inc... dove dare le
cariche, chi deve andare, chi non deve andare ma tutti in accordo non è rimane ...inc... un altra cosa ...inc....
CARIDI: ....inc....
OPPEDISANO: .....inc...... CARIDI: è normale
OPPEDISANO: ...inc.... che sfantasia. Non c'era mai, mai.... questo rimane tra noi ...inc....
CARIDI: è bello così ....inc.........(sovrapposizione di voci)
OPPEDISANO: .....inc.........(sovrapposizione di voci) se avevate la carica...non avevate la carica! insomma con l'accordo facciamo tutte cose giusto?! e quindi perciò
noi, gli uomini che erano più liberi praticamente per potere camminare ......... CARIDI: ...inc.....
… CARIDI: ora vediamo ....inc..... OPPEDISANO:perchè si devono fare le cariche nuove pure ....inc.... mi dovete
fare tutte cose ...inc..... CARIDI:....inc.... si fanno le cariche nuove...inc.....
OPPEDISANO: ..... inc..... agli uomini che hanno la possibilità di camminare CARIDI: certo OPPEDISANO: non è che voi vi prendete una responsabilità e non potete uscire
fuori da ......inc.... CARIDI: ...... e vi nascondete dietro la porta... o quando c'è una cosa.....
CARIDI: che ci sono persone che sanno quello che hanno e una decisione ancora non l'hanno presa
OPPEDISANO: ecco esatto, esatto. Non c'è niente di vergognare ...inc... figli giovani.... inc... bisogna parlare ...inc... tutto il mondo come abbiamo fatto ....inc....
CARIDI: e poi se esce un giovane che dice qua le cose devono cambiare ....
OPPEDISANO: ...inc... CARIDI: ...facciamo le ...inc... scavallare. Ma non è così! non è così
OPPEDISANO: ...inc... cambiare, a cambiare, le nuove generazioni devono cambiare
UOMO: siamo...inc....
CARIDI: non va bene perchè ...inc.... rischio ...inc... loro sai che ...inc.... OPPEDISANO: l'anziano, l'anziano..... inc.... c'è un accordo che è disponibile e
dove va va..... CARIDI: ma è giusto di testa pure OPPEDISANO: ecco giusto ...inc.... veramente che è disponibile ma se hai un
impegno o non puoi camminare allora che cazzo te la prendi a fare la responsabilità? CARIDI: bravo, bravo
“
Altamente significativo, poi, appare il fatto che l’incontro tra il CARIDI e l’OPPEDISANO, presente lo ZINDATO, abbia come epilogo la visita dei tre ad altro
esponente di spicco della ‘ndrangheta locale, il rosarnese PESCE Vincenzo, capo dell’omonima cosca, al quale il CARIDI viene presentato come “il fratello di NINO
CARIDI; genero di MICO LIBRI”. Che il ruolo di vertice di CARIDI Antonino sia costantemente riconosciuto è
circostanza rivelata per concludente indizio dal fatto che lo stesso è titolato a conferire cariche di ‘ndrangheta.
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Il dato emerge chiaramente dalla lettura di un dialogo intercettato sulla autovettura in uso a GATTUSO Nicola, soggetto coinvolto nelle inchieste di cui si è
detto in esordio, tra lo stesso GATTUSO e CARIDI Santo Giovanni. Questa la ricostruzione dell’episodio riportata nella richiesta cautelare.
In una conversazione avvenuta sulla Mercedes di Nicola Gattuso in data 29 Febbraio 2008 (prog.408 – RIT DDA 1205/07), si palesa sempre di più la stretta
collaborazione tra lo stesso Gattuso e Santo Caridi, nonché la comunione di intenti con la cosca Iamonte, tanto da stare realizzando una “faccenduccia a Melito”.
Dopo che Santo Caridi gli racconta che questa mattina stava andando a Sinopoli
per il fatto di tale Michele, Nicola Gattuso gli racconta che due giorni prima ha incontrato Nucera Antonio, nato a Condofuri il 16.11.1955 (“mi ha visto Totò….Vostro
compare”). Santo gli chiede di cosa abbiano parlato, e Nicola risponde che gli ha detto di sapere che a San Giorgio era tutto fermo, riferendosi al conferimento di nuove “doti
di ‘ndrangheta” (“gli ho detto io, so che è tutto fermo a San Giorgio”). Nicola aggiunge che Nucera gli ha detto che dovrebbero conferire delle cariche (“Eh dice...dobbiamo fare qualche operazione...“) e Nicola ha fatto finta di non sapere nulla. Nucera gli ha
poi risposto di esserne a conoscenza (“lo so pure io e allora“), ed allora Gattuso ipotizza che possa averglielo detto Santo (“si vede che glielo avete detto voi“). Caridi
allora ribatte che ne avevano parlato tempo addietro, e che comunque lui sa che non è il momento (“..inc.. l'altra volta. Lo sa pure lui che è tutto fermo.“) e che parla proprio per ottenere informazioni (“Lui cerca ..inc.. per scavare e vedere…Tipo che sa
no“)… .
La problematica delle “cariche”, del resto, è una costante di molte conversazioni; e proprio nel prosieguo di quella appena riassunta emerge la prospettiva della “promozione” in favore di CARIDI Santo, anticipata al GATTUSO da OPPEDISANO
Michele, nipote del capocrimine OPPEDISANO Domenico. Di seguito si riporta il sunto della parte di rilievo del dialogo.
Passando a raccontare quanto riferitogli dall’Oppedisano, Nicola dice che su
Reggio Calabria ad “essere in primo piano” saranno: lui (CARIDI Santo) ed altre due-tre persone appartenenti a “famiglie Buone” mentre resterà escluso Paolo. Il Paolo in
questione è MEDURI Paolo, in considerazione del fatto che i due interlocutori ne fanno riferimento, dicendo che ormai ha una certa età – n.d.r. è anziano - (“A voi ve l'ha detto Michele…Si, si, che sarete in primo piano, voi, due, tre persone a Reggio di
FAMIGLIE buone, perchè inutile…compare Paolo…”).
“
Appare quindi condivisibile la chiosa conclusiva del PM, per il quale “sembra quindi prospettarsi in capo al CARIDI Santo una posizione di maggiore rilievo in seno
alla famiglia di San Giorgio, seppure sempre e comunque subordinata a quella del fratello CARIDI Antonino, destinato a riprendere in mano le redini della cosca nel
momento stesso in cui verrà scarcerato, a testimonianza di come - nonostante la carcerazione - non sia venuta meno l’appartenenza al sodalizio criminale, il carisma e la capacità decisionale”.
Del resto, nel prosieguo della conversazione, GATTUSO Nicola ricorda al CARIDI Santo che quando uscirà suo fratello (CARIDI Antonino) si dovrà considerare soltanto
quest’ultimo come punto di riferimento (“Quando esce vostro fratello dobbiamo parlare solo con vostro fratello noi“).
E del resto, con particolare riferimento al problema del conferimento delle cariche
di mafia, è costantemente ribadito che sia proprio CARIDI Antonino il soggetto a ciò titolato. Significativo, in tal senso, è il passo del dialogo riassunto come segue.
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Nel prosieguo della conversazione emergono chiaramente quali siano “le cariche”
assunte da Nicola all’interno dell’organizzazione criminale. In particolare, Nicola commenta negativamente il fatto che MEDURI abbia riferito al padre di Nicola le “cariche di ‘ndrangheta” possedute dal figlio e cioè “IL PADRINO e LA CROCIATA”
(“Solo che poi gli ha detto " 'Ndria, te lo devo dire prima che lo sai da altri, tuo figlio ha questo e questo "….PADRINO, E COSO...... LA CROCIATA”).
GATTUSO Andrea si sarebbe lamentato di questo fatto con Nicola, il quale per giustificarsi gli avrebbe detto che a dargli la carica era stato CARIDI Antonino, ma il padre lo avrebbe corretto facendogli notare che le cariche conferitegli erano due e non
una (“Gli ha detto questo fatto. Mio padre, in prima l'ha presa a male con me, <<come mai, quando l'avete fatto!?>> "Papà", gli ho detto, mi ha fatto Nino Caridi
una sera. Ci siamo trovati un un posto e ha voluto fare questo FIORE." <<E come, UN FIORE, qua DUE FIORI, non è uno>>.)
Che il potere di CARIDI Antonino non sia meramente “onorifico”, o che il riferimento allo stesso non
sia una mera rievocazione o sia riferito al tempo in cui il CARIDI non era ristretto è dato rivelato da un
passaggio estremamente illuminante di una conversazione intercorsa ancora tra GATTUSO Nicola e
CARIDI Santo in tempi recenti (13 settembre 2008, prog. 2875 – RIT DDA 1205/07) e coincidenti con la
condizione di detenzione di CARIDI Antonino, allorché (sono le parole del PM) “lo stesso Gattuso invita
Caridi Santo (in auto con lui) a portare con loro anche Rotta Vincenzo (“E ROTTA dov'é?… Eh venite voi
due, se lo merita, o no voi sapete“). Ma Caridi risponde che prima ne parlerà con il fratello Antonino (“Io
voglio che parlo con mio fratello (CARIDI Antonino ndr.) prima“), evidenziando con tale comportamento il
fatto che sia proprio lui a dirigere l’associazione, anche se detenuto”.
Si tratta, in questo caso, di un dato decisivo, che mostra come un dettaglio anche relativamente minuto
(l’associare un soggetto, in questo caso tale ROTTA, a un’attività evidentemente di qualche rilievo sia
oggetto al previo assenso di CARIDI Antonino, evidentemente contattabile anche in costanza di detenzione
(può fondatamente presumersi attraverso colloqui e comunque con modalità in sé previste dalla legge):
assenso di tale rilievo da dover essere ricercato e ottenuto anche da un soggetto dotato di elevate
responsabilità, nell’ambito del gruppo, come CARIDI Santo.
Ciò che se ne desume è la conferma dell’attualità e dell’effettività dello svolgimento del ruolo apicale
all’interno del circuito associativo indagato da parte di CARIDI Antonino a onta dello stato di carcerazione.
Sul punto, è appena il caso di rilevare che per giurisprudenza costante sussiste compatibilità assoluta tra lo
stato di restrizione in carcere, imputabile a un addebito associativo, e la possibilità di perdurante e effettiva
appartenenza alla stessa famiglia mafiosa, a condizione che in punto di fatto risulti la partecipazione del
detenuto alla vita e all’attività dell’associazione e la prosecuzione della c.d. affectio societatis; e che tale
situazione di fatto può costituire legittimo presupposto per una nuova contestazione di associazione mafiosa,
posto che la partecipazione all’organismo associativo non è necessariamente interrotta dalla sopravvenuta
carcerazione (il principio è confortato, esemplificativamente, da Cass. I, 23 novembre 2000, n. 12907 – Rv.
218440, come anche da VI, 17 gennaio 2003, n. 6262, Rv. 227710 e da IV, 7 dicembre 2005, n. 2893, Rv.
232883).
Alla luce dei dati esposti, possono quindi condividersi le conclusioni del PM, che sintetizza
efficacemente i termini della posizione del CARIDI come segue.
Nei contenuti dei vari colloqui intercettati, in cui si parla del CARIDI Antonino,
appaiono manifestarsi tutti gli elementi variamenti richiamati dalle sentenze sopra emarginate: vi è prova della precedente affiliazione; vi è prova della permanente esistenza della cosca; manca, a contrariis, qualsiasi prova o mera notizia di
dissociazione da parte del soggetto in questione; permane evidente l’affectio societatis rispetto al sodalizio mafioso; sussistono contributi oggettivamente apprezzabili sia di
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tipo organizzativo che morale; vi è l’evidente disponibilità a riprendere in mano le redini della famiglia una volta terminato lo stato di carcerazione.
Sussiste quindi a carico del CARIDI una situazione di gravità indiziaria in ordine al delitto di cui al capo A.
“
Conclusioni di analogo segno devono formularsi quanto alla posizione di ZINDATO
Giovanni, in merito alla quale la richiesta in esame, oltre al dato, già registrato ed illustrato, della partecipazione dello stesso all’incontro tra l’OPPEDISANO e CARIDI Santo, espone quanto appresso si riporta, mutuando a sua volta estesi passi dalle
informative di reato in atti.
Si è già visto sopra come nel corso dell’indagine “Crimine” sia emerso il coinvolgimento di ZINDATO Giovanni, accompagnatore del CARIDI Santo Giovanni ad i
veri e propri summit mafiosi avvenuti tra quest’ultimo, il capo-crimine OPPEDISANO Domenico ed il principale esponente della cosca PESCE di Rosarno, PESCE Vincenzo: summit durante i quali si parlava in termini inequivocabili di ‘ndrangheta, affrontando
una serie di problematiche rilevanti (come l’organizzazione sul territorio, l’attribuzione di ‘gradi’, i rapporti tra le varie cosche) ed ai quali, come già evidenziato, lo ZINDATO,
lungi dal restare estraneo, partecipava personalmente, prendendo parte attiva alle conversazioni tra i presenti, testimoniando così la particolare affidabilità e considerazione goduta in seno al sodalizio ‘ndranghetistico.
A tali elementi, già ampiamente dimostrativi del pieno inserimento dello ZINDATO nell’ambito criminale oggetto del presente procedimento, si aggiungono i
rilievi ulteriori di cui all’inf.va della Sq.Mobile del 9.8.10 che testimoniano ulteriormente il ruolo dello ZINDATO Giovanni quale fiduciario di CARIDI Santo Giovanni ed intermediario tra quest’ultimo e CARIDI Bruno: un coinvolgimento tale da
fare temere allo stesso ZINDATO Giovanni di poter essere sottoposto a misura cautelare da un momento all’altro (verosimilmente proprio il provvedimento di fermo
poi emesso nell’ambito dell’operazione “Crimine”), inducendolo per questo anche a rendersi temporaneamente irreperibile a cavallo del periodo in cui sarebbe dovuta essere eseguita la stessa.
…/…
Le considerazioni rassegnate da questo Ufficio con l’ordinanza denominata “Alta Tensione”
denotano, quindi, con margini di certezza, la correttezza della contestazione cautelare di cui al
capo A), evidenziando, in maniera del tutto coerente alle emergenze indiziarie rappresentate
nel corpo di quel provvedimento, la sussistenza dell’articolazione della ‘ndrangheta definita
cosca BORGHETTO – CARIDI – ZINDATO, la quale opera nel contesto della più ampia
cosca LIBRI, imponendo la sua egemonia nella zona sud di questa città, specie nel quartiere di
San Giorgio, che rappresenta, per così dire, il teatro delle condotte delittuose che sono state
disvelate dall’ulteriore segmento investigativo curato dalla P. G. operante.
Prima di affrontare la parte della richiesta dedicata alle risultanze che non solo convalidano
l’assunto (cui già si era pervenuti con il citato provvedimento) dell’esistenza ed attuale operatività
della cosca BORGHETTO – CARIDI – ZINDATO, ma ne evidenziano ulteriori protagonisti ed
altre condotte delittuose che sono espressione del metodo mafioso pervicacemente esercitato per
conseguire il capillare controllo del territorio, occorre, tuttavia, aprire uno squarcio, per vero
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contigui o, più semplicemente, a terzi ad essa estranei, la soddisfazione dei cui interessi (talora
bisogni) diventa un formidabile grimaldello in grado di piegare la società civile al rapporto con la
‘ndrangheta, finendo con il creare proselitismi e rispondendo ad una delle finalità dell’agire di
questa, incrementare il proprio prestigio e la propria potenza criminale.
Seguendo lo schema espositivo rappresentato nella richiesta, si riporta, al riguardo, quanto
inizialmente rappresentato nell’apposita informativa della Squadra Mobile. Osserva la P. G. quanto
segue:
“
Alle ore 10,30 del 09 marzo 2011 personale dell’Ufficio Volanti su disposizione della sala operativa si portava in via Pio XI nr. 146, dove era stato segnalato il compimento di un atto intimidatorio in pregiudizio dell’Onorevole NUCERA Giovanni in altri atti meglio generalizzato.
Sul posto il personale operante accertava la presenza di una tanica in plastica della capacità di litri 10 colma per la metà di liquido infiammabile posizionata vicino la parte anteriore dell’autovettura Alfa Romeo 159 targata DM*714VD, di proprietà del sopra menzionato NUCERA, che si trovava sul posto.
Nella circostanza lo stesso riferiva di ricoprire la carica di Consigliere Questore, segretario del Consiglio Regionale della Calabria e di essere membro della Commissione Antimafia del medesimo Consiglio Regionale e di non avere mai subito fino a quel momento alcun tipo di atto intimidatorio.
Ancora il medesimo dichiarava al personale intervenuto di risiedere proprio nello stabile sito alla via Pio XI nr. 146, dove al primo piano ha anche sede la sua segreteria politica.
Sul luogo del rinvenimento era altresì presente ONESTO Salvatore nato a Reggio Calabria in data 05.09.1970, ivi residente in via Pio XI diramazione Giuffrè nr. 5/5, collaboratore di NUCERA Giovanni con mansioni anche di autista, che riferiva di avere lasciato in sosta l’autovettura alle ore 23,30 circa della sera precedente e che poco prima nel riprenderla, si era accorto che sul cofano del vano motore era presente la tanica, che aveva prelevato e poggiato in terra, senza dare eccessivo peso a quel rinvenimento, credendo che si trattasse di un oggetto caduto da uno dei balconi soprastanti.
Solo successivamente dopo avere riferito della presenza della tanica all’onorevole NUCERA, entrambi avevano compreso trattarsi di un atto intimidatorio nei confronti dell’onorevole ed avevano richiesto l’intervento delle Forze dell’Ordine.
Sul posto gli operatori della volante facevano intervenire personale della DIGOS e del locale Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica per gli accertamenti di rito.
Nella stessa mattinata NUCERA Giovanni si portava presso gli Uffici della DIGOS per sporgere denuncia dell’accaduto e nel corso della verbalizzazione confermava di ricoprire le cariche istituzionali sopra indicate, aggiungendo di essere anche componente della II Commissione Bilancio, Programmazione ed Economica e che in quel momento si stava occupando della formazione delle liste elettorali per le imminenti consultazioni comunali e provinciali, essendo Coordinatore Regionale del movimento politico “Popolari e Liberali nel PDL”.
Nel prosieguo della verbalizzazione lo stesso escludeva di avere mai subito minacce o intimidazioni sia in relazione alla sua attività politica sia in relazione alla sua vita privata, concludendo di non avere sospetti su alcuno.
Primo dato di interesse è la circostanza che il consigliere regionale, al pari della stragrande
maggioranza delle vittime di reati di matrice mafiosa, nell’immediatezza dell’accaduto, non indica
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le possibili causali della grave azione intimidatoria. Anzi, conclude di non aver sospetti su alcuno.
Si omettono, ora, ulteriori riferimenti contenuti nell’informativa, in quanto connessi a non meglio
precisata attività investigativa (da non escludere, dunque, connessa ad acquisizioni informali) che
consentiva di individuare la possibile causale dell’azione minatoria.
Il seguito della vicenda è il seguente:
Il successivo 18 aprile 2011, l’onorevole NUCERA, contattava il Dirigente della DIGOS esternandogli tutta la sua preoccupazione in ordine ad un incontro avuto poco prima presso la sua segreteria politica, con un uomo che con atteggiamento minaccioso gli aveva formulato una richiesta di assunzione, richiesta alla quale aveva risposto negativamente suscitando le ire dell’uomo che gli aveva prospettato sgradite conseguenze.
Poiché l’interlocutore del politico era a lui noto per essere vicino alle famiglie mafiose che operavano nel quartiere (San Giorgio), non escludeva che allo stesso potesse ricondursi anche l’atto intimidatorio di cui era stato vittima poco tempo prima.
Il successivo 02 maggio il Dirigente della DIGOS ad integrazione di quanto riferito in precedenza aggiungeva di avere appreso dall’uomo politico che anche il proprio figlio era stato avvicinato dal medesimo soggetto che gli aveva prospettato violenti atti ritorsivi nel caso in cui il padre non avesse accolto le sue richieste, ed aveva fatto esplicito riferimento al rinvenimento della tanica di benzina.
NUCERA Giovanni sebbene in tutte le occasioni in cui aveva interloquito con il Dirigente della DIGOS, fosse stato da questi invitato a formalizzare i fatti narrati, aveva sempre rifiutato temendo gravi ritorsioni contro di lui ed i suoi familiari, ma aveva fornito utili elementi alla individuazione del soggetto che aveva posto in essere le minacce, ovvero CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976), cognato dei già citati BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO Eugenio, per avere sposato la sorella di questi BORGHETTO Anna (RC 04.10.1965).
La successiva verbalizzazione resa in data 31.05.2011 da NUCERA Giovanni presso gli uffici di Procura, chiariva ulteriormente gli episodi in narrativa… “
Insomma, anche dopo la minaccia portata all’importante esponente politico regionale (che segue
di poco l’atto gravemente intimidatorio che si è in premessa citato), questi continuava a mantenere
un atteggiamento altalenante, immediatamente comunicando ad un ufficiale di P. G. quanto
occorsogli (ed offrendo dati atti ad individuare l’autore delle condotte minatorie) e, per altro profilo,
rifiutando di formalizzare in un verbale quanto, così, riferito. Chiaro è che (o, per meglio dire,
chiaro non dovrebbe essere, ma così è stato) la ritrosia ha una sola possibile spiegazione, che si
coglierà nel prosieguo dell’esposizione del materiale indiziario: il timore di ritorsioni per sé ed i
propri familiari. Timore esistente – considerata la qualifica del NUCERA di uomo pubblico, di
uomo politico, di pubblico ufficiale – evidentemente perché assai qualificata (cioè estremamente
pericolosa) doveva essere la fonte della minaccia.
In ogni caso, dopo le iniziali titubanze, l’onorevole NUCERA veniva convocato per essere
escusso direttamente dal P. M..
Il quale, efficamente, annota nella richiesta:
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… e stavolta, superando i propri timori, raccontava nei minimi particolari quanto accaduto nel
corso del tempo, rivelando la vera e propria attività estorsiva subita dal CONDEMI Domenico, la
cui ‘insoddisfazione’ complessiva era poi evidentemente sfociata nell’atto intimidatorio
perpetrato ai suoi danni.
Inoltre, era proprio il NUCERA a rivelare il coinvolgimento nell’intera vicenda di Giuseppe
PLUTINO, raccontando l’evoluzione del loro rapporto politico e personale, il progresivo
degradarsi dello stesso, sino all’accondiscendenza manifestata dal PLUTINO innanzi alle
minacciose richieste di natura estorsiva manifestate dal CONDEMI nei confronti del NUCERA.
Si riporta il contenuto integrale del verbale di s.i.t. rese dall’on.NUCERA IL 31.5.11: …
A d.r.”Sono attualmente consigliere regionale e componente della Commissione parlamentare
antimafia della Regione Calabria”;
A d.r. ”Ho subito un atto intimidatorio nel mese di marzo scorso che ho regolarmente denunciato alla
P.S. in particolare ho trovato una tanica di benzina sull’autovettura di mia proprietà ed in mio uso
esclusivo; successivamente a tale fatto non ho subito ulteriori atti intimidatori, credo anche per la
pubblicità che ho scelto di dare immediatamente all’accaduto, proprio per dimostrare la mia assoluta
trasparenza rispetto al fatto”;
A d.r.”Nel mese di aprile scorso sono stato avvicinato da tale CONDEMI Domenico, figlio di
CONDEMI Giuseppe, il quale con tono minaccioso mi chiedeva di attribuire ad una terza persona,
tale CUZZOLA Maria un posto di lavoro; alla mia risposta negativa, dovuta all’impossibilità
oggettiva di assecondare quanto richiestomi, il CONDEMI si arrabbiava e si allontanava
repentinamente dalla stanza, manifestando tutta la sua contrarietà ed avvertendomi che dalla mia
risposta sarebbero potute discendere conseguenze negative per me, non meglio precisate ”;
A d.m.”Conoscevo da tempo il CONDEMI Domenico in quanto vissuto nel quartiere di mia residenza,
tuttavia per poter parlare del mio rapporto con lui devo necessariamente illustrare quello con
PLUTINO Giuseppe, attuale consigliere comunale ed ex assessore del comune di Reggio Calabria:
nel ’02, in occasione delle elezioni comunali dell’epoca, decisi di appoggiare la sua candidatura in
quanto, essendo un ragazzo del quartiere con una base elettorale di circa 400 voti, con aspirazioni a
crescere da un punto di vista politico, ritenni potesse essere meritevole del mio sostegno; il mio
apporto fu determinante ai fini della sua iniziale elezione, tuttavia accadde che a seguito della
competizione e della sua affermazione emerse una causa di ineleggibilità a me sconosciuta, per cui di
fatto il PLUTINO non fu eletto; nonostante questo, nella successiva competizione elettorale, rinnovai
il mio appoggio al predetto che questa volta riuscì ad essere eletto avendo superato nelle more i
motivi ostativi alla sua eleggibilità; successivamente, nel corso della preparazione alla campagna
elettorale delle regionali ’10, alle quali sarebbe dovuto essere il PLUTINO stavolta a sostenere la
mia candidatura, quest’ultimo mi rappresentò un problema circa la delusione da parte di alcuni suoi
parenti, i quali si sarebbero aspettati, per il tramite del mio aiuto, una collocazione lavorativa che
non era mai avvenuta, aggiungendomi in maniera chiara che avrei dovuto fare qualcosa per
aiutare suo zio CONDEMI Giuseppe ed i suoi cugini, tra cui lo stesso CONDEMI Domenico; successivamente alla ‘raccomandazione’ del PLUTINO, anche il CONDEMI Giuseppe mi aveva
personalmente incontrato, chiedendomi un’occupazione per i figli; successivamente alla mia
elezione, il PLUTINO, che nel frattempo era diventato assessore, rinnovò la sua richiesta; a quel
punto io cercai di soddisfarla, però dissi chiaramente al PLUTINO che in ogni caso non avrei
assunto in nessun caso CONDEMI Domenico, da me ritenuto un soggetto ‘particolare’ dai modi
prepotenti e violenti, almeno nel linguaggio”;
A d.r.”Le mie remore sul soggetto erano dovute anche al fatto che sò della parentela tra il predetto ed
i CARIDI ed io non avevo intenzione di istaurare un rapporto fiduciario con qualcuno che anche
lontanamente potesse ricondursi a certi ambienti”;
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
5. GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:
PREMESSA
Il P. M. dà inizio alla trattazione della parte della richiesta dedicata agli elementi indiziari conseguiti
in ordine ai soggetti indagati del reato di cui al capo A) nei termini che seguono:
Dopo avere evidenziato l’esito dell’attività di indagine svolta da cui chiare emergono le
responsabilità in capo a PLUTINO Giuseppe e CONDEMI Domenico in ordine alla pressioni
estorsive poste in essere in pregiudizio dell’onorevole Giovanni NUCERA, finalizzate alla
attribuzione di un incarico presso la struttura politica di quest’ultimo a beneficio di CUZZOLA
Maria, cugina del CONDEMI Domenico e nipote di BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO Gino,
sfociate da ultimo nell’atto intimidatorio ampiamente descritto, si riporterà nel seguito l’esito
dell’attività in indagine svolta nell’ambito del presente procedimento penale, anche per mezzo di
servizi di intercettazione telefonica ed ambientale, avviata in periodo di tempo precedente alle
dichiarazioni testimoniali rese da NUCERA Giovanni, dal figlio Francesco e dal suo collaboratore
SURACI Giovanni, da cui risulterà chiaro l’inserimento di CONDEMI Domenico e di PLUTINO
Giuseppe unitamente ad altri soggetti, nel contesto mafioso denominato cosca CARIDI, attivo sul
territorio urbano del quartiere San Giorgio.
Prima di passare ad analizzare le citate risultanze investigative, appare tuttavia opportuno
evidenziare le relazioni di parentela che legano i protagonisti della presente richiesta così come
riportate nell’inf.va della Sq.Mobile in data 19.7.11 (in realtà 26.7.2011, n. d. e.):
“
… CONDEMI Domenico nato a Reggio Calabria in data 03.07.1976 ivi residente in viale Europa nr. 79, è figlio di CONDEMI Giuseppe nato a Condofuri in data 10.02.1948, ivi residente in viale Europa nr. 79 e fu PLUTINO Antonina (RC 15.02.1949), lo stesso è cugino di primo grado del consigliere comunale PLUTINO Giuseppe, nato a Reggio Calabria in data 05.08.1964, ivi residente in viale Europa nr. 79, fu Domenico e di NUCERA Antonia, infatti PLUTINO Antonina madre del CONDEMI e PLUTINO Domenico padre di PLUTINO Giuseppe sono fratelli. (Allegato nr. 02)
Da rimarcare in questa sede appaiono inoltre i vincoli di parentela che legano in maniera diretta CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976) ai componenti della cosca CARIDI nonché ad altri appartenenti alla medesima consorteria mafiosa.
Infatti CONDEMI Filippo (Condofuri 27.10.1924), nonno dell’odierno indagato CONDEMI Domenico, è zio di CONDEMI Domenico (RC 04.06.1951) di Pietro e NAVELLA Fortunata, che è coniugato con CARIDI Antonina (RC 17.07.1956) (Allegato nr. 03) sorella dei germani CARIDI Antonino (RC 15.01.1960), CARIDI Bruno (Condofuri 08.06.1958), CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967) e CARIDI Leo (RC 18.11.1961) esponenti di vertice della omonima consorteria mafiosa, i primi tre tratti in arresto in data 29.10.2010 da questo Ufficio in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 256/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC.
Il citato CONDEMI Domenico, inteso Micu Petrola (RC 04.06.1951) è stato tratto in arresto nell’anno 1999 in quanto destinatario di provvedimento di custodia cautelare in carcere nell’ambito della cd “Operazione WOOD” per il reato di associazione mafiosa (Cosca CARIDI) e successivamente condannato per tale reato.
Il medesimo è stato destinatario della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di dimora e della misura di sicurezza della libertà vigilata.
Inoltre CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976) annovera legami di parentela ancor più diretti con altri esponenti di rilievo della cosca LIBRI CARIDI, infatti il medesimo è coniugato
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con BORGHETTO Anna (RC 04.10.1965) (Allegato nr. 04) e pertanto è cognato di BORGHETTO Cosimo (nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte in data 11.02.1954, esponente di vertice della cosca LIBRI, con precedenti penali e di polizia per associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, omicidio doloso, porto abusivo e detenzione armi, omicidio volontario tentato, fabbricazione o detenzione di materie esplodenti, ed altro, detenuto dal 08.01.1993 ed in atto ristretto presso la casa di reclusione di Bari, con fine pena prevista per l’anno 2018); BORGHETTO Eugenio (nato a Reggio Calabria in data 20.01.1968 tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, da questo Ufficio in data 29.10.2010 per i reati di associazione mafiosa, estorsione e trasferimento fraudolento di beni, in atto ristretto presso la casa circondariale di Voghera) LATELLA Paolo (nato a Reggio Calabria in data 11.07.1970 tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, da questo Ufficio in data 29.10.2010 per il reato di associazione mafiosa, mentre si trovava già ristretto, in esito ad altro p.p., per i reati di associazione mafiosa estorsione e rapina, reati questi consumati in Milano e per un’altra estorsione aggravata dall’art 7 legge 203/91 evento delittuoso questo consumato in Reggio Calabria) e zio di PENNESTRI’ Fabio (nato a Reggio Calabria in data 26.04.1982 tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, da questo Ufficio in data 29.10.2010 per i reati di associazione mafiosa, danneggiamento aggravato e porto e detenzione abusiva di armi).
Giova infine segnalare che CUZZOLA Maria nata a Reggio Calabria in data 10.10.1989 ivi residente in via Boschicello nr. 19, di Natale e BORGHETTO Silvana (RC 07.07.1969) la cui assunzione presso la struttura politica era stata imposta all’Onorevole NUCERA Giovanni, è nipote di CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976) e dei sopra citati germani BORGHETTO. (Allegato nr. 05)
“
5.1 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:
I RAPPORTI CON IL CONSIGLIERE COMUNALE GIUSEPPE PLUTINO
Delineati i rapporti di parentela di CONDEMI Domenico, che appare il principale protagonista delle
esaminande investigazioni, il P. M. passa a descrivere il tessuto relazionale che ha visto costui
rapportarsi al cugino PLUTINO Giuseppe, all’atto della sua candidatura alle recenti elezioni per il
rinnovo del consiglio comunale cittadino. Il P. M. espone il materiale indiziario, evidenziando come
l’esito delle intercettazioni telefoniche ed ambientali abbia offerto la prova dell’impegno
profuso dal CONDEMI Domenico e dal fratello CONDEMI Filippo, oltre che da altri soggetti
riconducibili alla cosca CARIDI, in favore della candidatura di PLUTINO Giuseppe –
all’epoca Assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Reggio Calabria – per l’elezione
(sarebbe meglio dire la conferma) al consiglio comunale. Opportuna avvertenza metodologica riguarda la
(condivisibile) scelta del P. M. di non riportare, in alcuni casi, il testo delle conversazioni oggetto di commento,
comunque trasfuso nelle informative stilate dalla Squadra Mobile, su cui, come detto, principalmente si fonda la
richiesta di cautela ed alle quali si rimanda per la lettura delle conversazioni omissate. Così nella richiesta:
§ - II.1 – IL RAPPORTO CON PLUTINO GIUSEPPE
§ - a) La campagna elettorale in favore del candidato PLUTINO Giuseppe
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Dopo avere evidenziato le relazioni di parentela intercorrenti tra i vari soggetti indagati, di seguito
verranno riportate le risultanze investigative emerse nel corso dell’attività di indagine esperita
mediante l’esecuzione dei servizi tecnici di intercettazione telefonica ed ambientale.
Un primo dato di assoluta rilevanza sotto il profilio investigativo, derivante dall’attività intercettiva
a carico dei fratelli CONDEMI compiuta nel corso dello svolgimento della campagna elettorale per
le elezioni comunali e provinciali del 15 e 16 maggio 2011, concerne la prova dell’impegno profuso
dai predetti fratelli, nonchè da altri soggetti tutti riconducibili alla cosca CARIDI, in favore della
candidatura di PLUTINO Giuseppe - all’epoca Assessore alle Politiche Ambientali del Comune di
Reggio Calabria - per l’elezione al consiglio comunale.
Si riporta l’in.va della Sq.Mobile:
“
… nel corso del servizio tecnico attivato sull’utenza radiomobile in uso a CONDEMI Domenico era registrata la seguente conversazione ritenuta di particolare interesse investigativo.
Conversazione del 07 Aprile 2011, ore 15:27 progressivo nr. 284 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Interlocutori: CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo
Omissis…
Nel corso del progressivo sopra riportato, CONDEMI Domenico dapprima chiedeva a LOMBARDO Vincenzo, che si trovava a Parma, se avesse fatto rientro in questo centro prima delle prossime elezioni amministrative ed a tale richiesta il LOMBARDO rispondeva di avere già preso accordi con tale Pino, al quale aveva confermato che avrebbe fatto rientro a Reggio Calabria circa dieci giorni prima delle consultazioni elettorali, CONDEMI: Ma per le votazioni scendi? LOMBARDO: Ma per le votazioni, gli ho detto a Pino di si… Per le votazioni ho già parlato con Pino… Una settimana, dieci giorni prima scendo… invitando altresì il CONDEMI, già in possesso di una determinata lista, ad iniziare a parlare con le persone a lui più vicine LOMBARDO:Ma tu in caso…(inc.)… la lista… CONDEMI: Eh. LOMBARDO:Dove hai confidenza, tipo Marcello e tutti questi qua, comincia ad avvicinarli e parlargli. CONDEMI: Uhm, no, andiamo insieme poi Enzo. LOMBARDO:Si lo so, però da Marcello… CONDEMI: Se lo incontro glielo dico.--\
LOMBARDO:Tu da Marcello, so che puoi andare da solo, perché so che puoi andare intanto, vai a dirglielo. CONDEMI: Uhm, va bene. LOMBARDO: Poi andiamo insieme, hai capito? Le persone che abbiamo… che conosciamo, intanto vai e glielo dici, se c’ero io andavamo insieme adesso, ma glielo dici ora, sai come si deve far, glielo devi dire prima, non all’ultimo… hai capito? Poi all’ultimo andiamo insieme, va bò?
Primo dato, dunque, ad emergere è il comune impegno di LOMBARDO Vincenzo, soggetto – come
a breve si dirà – già attenzionato nell’ambito dell’operazione CRIMINE, e del CONDEMI
Domenico in favore di un candidato alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di nome
Pino, prontamente identificato per l’odierno indagato PLUTINO Giuseppe, con cui essi avevano già
preso accordi.
Il contenuto del dialogo faceva comprendere come LOMBARDO Vincenzo nato a Reggio Calabria in data 19.05.1973 residente a Parma, soggetto indagato in stato di libertà nell’ambito della Operazione CRIMINE, in quanto ritenuto appartenente alla cosca CARIDI e CONDEMI Domenico fossero impegnati ad effettuare la compagna elettorale per un candidato di nome Pino, con il quale
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avevano già preso precisi accordi, candidato identificato in ragione dei contatti intrattenuti per PLUTINO Giuseppe.
Infatti esplicativa in ordine ai rapporti intercorrenti tra PLUTINO Giuseppe CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo appariva la seguente conversazione.
Conversazione del 05 Aprile 2011, ore 15:33 progressivo nr. 200 Utenza chiamante: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Utenza chiamata 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe
Omissis…
Nel corso del dialogo intercettato CONDEMI Domenico informava l’Assessore PLUTINO Giuseppe (chiamato Pino) dell’avvenuto decesso del nonno di LOMBARDO Vincenzo, mentre ulteriori conversazioni registrate nel prosieguo del medesimo servizio di intercettazione telefonica nell’evidenziare come i due avessero partecipato insieme ai funerali del congiunto del LOMBARDO, avvenuti nel quartiere di Gallico, confermavano l’esistenza dei diretti rapporti intercorrenti tra i tre soggetti sopra menzionati, rapporti ulteriormente messi in risalto da un SMS registrato sull’utenza radiomobile in uso al LOMBARDO ed indirizzato a PLUTINO Giuseppe, con il quale il primo, che risiede e lavora a Parma, chiedeva al PLUTINO informazioni circa i giorni di permesso politico che gli spettavano..
SMS del 04 Maggio 2011, ore 17:02 progressivo nr. 5 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata 328/5318632 intestata a PLUTINO Giuseppe
Testo del messaggio: Ciao pino fammi sapere se il permesso politico copre giorno 12 e 13.--\
Altrettanto utili a testimoniare il legame esistente tra CONDEMI Domenico, LOMBARDO Vincenzo e PLUTINO Domenico apparivano due conversazioni registrate il 9 e 10 maggio 2011.
Conversazione del 09 Maggio 2011, ore 14:16 progressivo nr. 1415 Utenza chiamante: 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo
Utenza chiamata 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo
CONDEMI: Si.--\
LOMBARDO: Buongiorno.--\
CONDEMI: Allora?--\
LOMBARDO: Che fai? Ascolta un attimo, ma… quel documento per me, per il lavoro, quando me lo manda Pino?--\
CONDEMI: …(voci di ragazzi in sottofondo)…chiama a lui.--\
LOMBARDO: E ho provato a chiamarlo ma ce l’ha spento, ricordagli tu, perché se non mi manda…--\
CONDEMI: Ma tutti e due i numeri?--\
LOMBARDO: No, uno ne ho io, e non mi… se lui non mi manda il documento, gli avevo mandato pure il messaggio la volta scorsa.--\
CONDEMI: Eh.--\
LOMBARDO: Se non i manda il documento la licenza non me la danno.--\
CONDEMI: Che numero hai tu?--\
LOMBARDO: E ora non lo so, aspetta, aspetta che te lo dico…
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CONDEMI intanto che LOMBARDO gli trovi il numero di Pino, parla con i figli che stanno giocando.
LOMBARDO: Tre due otto, cinquantatre…(inc.)…--\
CONDEMI: Come finisce?--\
LOMBARDO: …(inc.)…--\
CONDEMI: Sei sette?--\
LOMBARDO: Sei, tre due.--\
CONDEMI: Eh.--\
LOMBARDO: Questo qua ho io.--\
CONDEMI: Ma come finisce?--\
LOMBARDO: Sei, tre, due.--\
CONDEMI: E aspetta che ti do quell’altro.--\
LOMBARDO: Si dammelo.--\
CONDEMI: Enzo, non so adesso come si trova.--\
LOMBARDO: …(inc.)…Ascolta, ascoltami a me, mandami un messaggio oppure glielo dici tu, altrimenti, altrimenti non mi danno la licenza.--\
CONDEMI: Ma il tuo numero ce l’ha lui?--\
LOMBARDO: Certo che ce l’ha.--\
CONDEMI: E ti faccio chiamare da lui, dai.--\
LOMBARDO: Eh, va bene ciao, ci sentiamo dopo ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Questo primo progressivo aveva ad argomento la necessità da parte del LOMBARDO di ricevere da PLUTINO Giuseppe la documentazione necessaria per ottenere un permesso lavorativo per fare ritorno a Reggio in occasione della campagna elettorale.
Ricevuta la chiamata del LOMBARDO, CONDEMI Domenico telefonava immediatamente al PLUTINO per fargli contattare il primo.
Conversazione del 09 Maggio 2011, ore 14:19 progressivo nr. 1416 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico
Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe
CONDEMI: Pronto?--\
PLUTINO: Pronto.--\
CONDEMI: Ma dove sei ?--\
PLUTINO: A casa.--\
CONDEMI: Chiama a Enzo, a mio compare che da due ore ti sta chiamando, vuole parlarti.\
PLUTINO: Va bene ciao.--\
CONDEMI: Ciao.--\
Fine della conversazione.--\
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Se LOMBARDO e CONDEMI si impegnano perché PLUTINO faccia avere al primo (che con lui
interagisce via sms) la documentazione necessaria affinché possa fruire del congedo per motivi
elettorali, dalla disamina delle intercettazioni nei riguardi del CONDEMI emerge come, nella
campagna elettorale in favore del PLUTINO, fosse impegnato anche tale CALDERAZZO Rosario,
al cui riguardo, nel seguito dell’informativa, vengono riportate le principali notizie di rilievo penale.
CALDERAZZO, peraltro, emerge essere collegato con lo stesso LOMBARDO Vincenzo, con il
quale interagisce sempre in relazione alla campagna elettorale del PLUTINO, per la quale anch’egli
era stato convocato dal CONDEMI (e, soprattutto, aveva già preso accordi con l’assessore).
Gli uomini più affidabili prossimi al CONDEMI, pertanto, emerge come si stiano preparando alla
competizione elettorale in favore del PLUTINO.
Nello stesso periodo sull’utenza radiomobile in uso al CONDEMI veniva registrata un’altra conversazione che nel confermare l’impegno di questi per le sorti elettorali del PLUTINO, evidenziava come anche CALDERAZZO Rosario nato a Palmi in data in data 13.07.1970, (soggetto con precedenti penali e di polizia per associazione a delinquere, ricettazione, riciclaggio ed estorsione, in passato sottoposto a controllo di polizia mentre si trovava in compagnia di CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967), CARIDI Antonino (RC 15.01.1960), ZINDATO Giuseppe (Condofuri 30.08.1957), tutti risultati essere esponenti di vertice della cosca LIBRI CARIDI nel corso della pregressa attività di indagine espletata nell’ambito del p.p.259/06 RGNR DDA, e pertanto destinatari della OCCC in precedenza richiamata), e di GATTUSO Nicola (RC 20.05.1965) (destinatario dell’ordinanza di fermo emessa nell’ambito della cd “Operazione Crimine”, quale esponente della omonima cosca attiva nel locale Oliveto Valanidi), si fosse impegnato in favore di Pino (PLUTINO) per la campagna elettorale in corso, in vista delle imminenti elezioni comunali.
Conversazione del 25 Aprile 2011, ore 19:17 progressivo nr. 827 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata 380.1915134 in uso a CALDERAZZO Rosario Interlocutori: CONDEMI Domenico e CALDERAZZO Rosario
Omissis…
Il progressivo sopra riportato si dimostrava chiaro nei suoi contenuti infatti CONDEMI Domenico, invitava CALDERAZZO Rosario, che in quel momento si trovava a Roma, a fare rientro a Reggio in quanto dovevano fare la campagna elettorale, Vedi che dobbiamo fare la campagna elettorale.
Circostanza questa di cui era ben a conoscenza il CALDERAZZO, Lo so, ce l’ho già il pensiero… che aveva già iniziato a darsi concretamente da fare, …già ho parlato con mia moglie e con tutti, in considerazione degli accordi già presi con PLUTINO Giuseppe, Si, con chi dovevo parlare della mia famiglia, i miei nipoti, tutti quanti a Pino votano, questo è fuor di dubbio, avevo già parlato con Pino io… Con Pino avevamo già parlato prima, avevo già parlato con mia moglie.
Nel prosieguo del dialogo il CONDEMI, invitava il suo interlocutore a prendere contatti con una serie di soggetti, attività questa già messa in atto dal CALDERAZZO, CONDEMI: Quei ragazzi che gli era morto lo zio, chi sono? CALDERAZZO: Chi sono Domenico… chi è?? CONDEMI: Maria SCARCELLA hai parlato? CALDERAZZO: Mia nipote è. CONDEMI:Diglielo voglio dire, ah. CALDERAZZO: Lo sanno tutti i miei nipoti, già ho parlato, ho parlato già, ho parlato con tutti i miei nipoti, pure quelli… allora, tutta la mia famiglia, nipoti, cognati e cosi votano tutti la, è fuori da ogni dubbio, gli dico pure dove votano. CONDEMI: Quando scendi poi parliamo dai.
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La parte finale del dialogo intercettato evidenziava inoltre come CALDERAZZO Rosario avesse preso accordi con il compare del CONDEMI, LOMABRDO Vincenzo, per fare rientro in città in occasione dello svolgimento della campagna elettorale, …avevamo già parlato con Vincenzo… Di scendere e fargli la campagna insieme… Con tuo compare Vincenzo siamo rimasti d’accordo, che scendiamo una settimana prima e gli facciamo campagna, già avevamo parlato con Vincenzo.
Ma il progressivo in esame faceva emergere i contatti esistenti tra i protagonisti del dialogo ed un altro soggetto ROTTA Vincenzo, che dal tenore della conversazione, risultava essere particolarmente vicino al CONDEMI, tanto che CALDERAZZO Rosario non ottenendo risposta al telefono da quest’ultimo, aveva chiamato proprio il citato ROTTA, Non penso, ci siamo sentiti ieri, gli ho detto che ti ho chiamato e non mi hai risposto al telefono, poi ho chiamato a Vincenzo ROTTA, che appena possibile aveva informato CONDEMI Domenico, Eh, me l’ha detto Vincenzo.
“
Come correttamente si osserva nella richiesta, la conversazione riportata dalla P. G. impone
all’attenzione investigativa ROTTA Vincenzo, legato a CONDEMI Domenico ed a CALDERAZZO
Rosario ed anch’egli sostenitore – a breve si vedrà il perché – della candidatura del PLUTINO. Il
dato riveste importanza, attesa la caratura criminale del ROTTA emersa nel corso delle indagini,
durante l’attività d’intercettazione condotta nei confronti di MANDALARI Carmelo, soggetto
ritenuto intraneo alla cosca ROSMINI, in considerazione delle conversazioni registrate nel corso dei
servizi di intercettazione ambientale allora attivati a bordo dell’autovettura FIAT PANDA targata
CS*811*EK in uso ad ALAMPI Natale [quest’ultimo tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di
custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, nr. 5702/09 R. GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, da
questo Ufficio in data 29.10.2010 per i reati di associazione mafiosa (Cosca ROSMINI) e trasferimento
fraudolento di beni].
Così la Squadra Mobile:
“ Conversazione del 24 Marzo 2011, ore 20:22 progressivo nr. 196
A bordo dell’auto Fiat 500 targata DS*451*RW di MANDALARI Carmelo Persone presenti MANDALARI Carmelo, MANDALARI Fortunato Antonino (padre,RC
Veicolo in movimento, a bordo MANDALARI Carmelo in compagnia della madre e del padre, alle ore 20:23:18 si fermano, MANDALARI Carmelo scende a comprare i dolci da Diego, la madre e il padre rimangono a bordo, conversazione varia tra i due coniugi. Alle ore 20:24:28 Carmelo sale a bordo e riavvia la marcia, dopo poco si ferma nuovamente in quanto incontra a ROTTA Vincenzo al quale immediatamente presenta i propri genitori, poi conversazione varia amichevole tra MANDALARI Carmelo e Vincenzo ROTTA, quest’ultimo dice a Carmelo qualsiasi cosa ha bisogno di andare a trovarlo, poi dice ai suoi genitori che può essere per Carmelo come una fratello maggiore, quindi si salutano e MANDALARI Carmelo riavvia la marcia…--\
MADRE: …(Inc.)…--\
CARMELO: La migliore persona di San Giorgio è mamma, questo si è presentato davanti al Giudice con il camuffo, quando era imputato con Giovanni ROSMINI, gli ha detto ma lei…ma lei gli ha detto il Presidente…là il Giudice…il Presidente che
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ne so…lei si presenta con atti mafiosi, col camuffo, lui gli ha detto io non mi nascondo, sono malandrino e lo potete scrivere!!!…(ride)…Avrà fatto qualche dieci anni.--\
PADRE: Come si chiama?--\
CARMELO: Vincenzo ROTTA…--\
MADRE: Vincenzo ROTTA…(Inc. a causa di fruscii)…sai chi era suo padre Francesco, quello là che era sempre di fronte, e abitava di fronte al coso abitava…di fronte come cazzo si chiama…(Inc. a causa di fruscii)…sua nipote Concetta lavorava con me…--\
CARMELO: Questo è lo zio di Massimo IACONIS!--\
MADRE: Eh, la mamma…la mamma…Concetta la mamma di Massimo IACONIS lavorava con me.--\
CARMELO: Comunque è bravissimo! Gli ha detto in quella maniera al Presidente…(inc.)…--\
…Continua conversazione varia tra Carmelo MANDALARI e i genitori, alle ore 20:31:17, si fermano, a bordo assieme a loro sale anche CILIONE Romilda fidanzata di MANDALARI Carmelo, quindi nuovamente veicolo in movimento. Continua conversazione varia tra i presenti, inizialmente parlano di come cucinare il pollo, poi la madre di Carmelo chiede a Romilda come sta suo nonno, la ragazza le risponde che sabato lo dimettono dall’ospedale. Alle ore 20:37:25 si fermano, scendono e si allontanano.--\
Cade la linea.--\
Nel corso del progressivo riportato MANDALARI Carmelo che si trovava in compagnia dei genitori e della fidanzata CILIONE Romilda, incontrava compare Cecè soggetto che il prosieguo della conversazione permetteva di identificare per ROTTA Vincenzo, in oggetto generalizzato, con il quale intratteneva una breve conversazione nel corso della quale il ROTTA nel dirsi disponibile in caso di bisogno, lo invitava a considerarlo come un fratello maggiore, …poi conversazione varia amichevole tra MANDALARI Carmelo e Vincenzo ROTTA, quest’ultimo dice a Carmelo qualsiasi cosa ha bisogno di andare a trovarlo, poi dice ai suoi genitori che può essere per Carmelo come una fratello maggiore.
Ripresa la marcia, il giovane spiegava ai presenti che la persona appena incontrata, era, PADRE: Come si chiama? CARMELO:Vincenzo ROTTA… da egli considerato come uno dei “migliori cristiani” del quartiere San Giorgio, affermazione questa da intendere chiaramente nel senso “ndranghetistico”.
Infatti il MANDALARI per meglio rafforzare il concetto appena espresso raccontava al genitore di un episodio di cui era stato protagonista in passato il ROTTA, allorquando imputato insieme a Giovanni ROSMINI, identificato per ROSMINI Giovanni (RC 25.04.1962, inteso “Carrozza”, in atto detenuto, esponente della omonima consorteria), fratello di ROSMINI Diego (RC 25.06.1972 tratto in arresto da questo Ufficio nell’ambito del p.p. 259/06 RGNR DDA), si era presentato innanzi al giudice dichiarando esplicitamente la propria appartenenza agli ambienti criminali di questo centro, La migliore persona di San Giorgio è mamma, questo si è presentato davanti al Giudice con il camuffo, quando era imputato con Giovanni ROSMINI, gli ha detto ma lei…ma lei gli ha detto il Presidente…là il Giudice…il Presidente che ne so…lei si presenta con atti mafiosi, col camuffo, lui gli ha detto io non mi nascondo, sono malandrino e lo potete scrivere!!!…(ride)…Avrà fatto qualche dieci anni… Comunque è bravissimo! Gli ha detto in quella maniera al Presidente…(inc.)…
In ordine a ROTTA Vincenzo giova evidenziare che lo stesso annovera precedenti penali e di polizia per rapina porto e detenzione di armi, favoreggiamento e che risulta indagato per il reato di associazione mafiosa nell’ambito della Operazione Crimine.
Infatti le indagini svolte hanno evidenziato la contiguità del medesimo con esponenti della
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consorteria LIBRI CARIDI, tra cui CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967) e CONDEMI Domenico (RC 03.07.1976).
Indicativi circa l’inserimento di ROTTA Vincenzo nel contesto mafioso oggetto dell’attuale approfondimento investigativo, appaiono anche i controlli di polizia cui il medesimo è stato sottoposto, dai quali risultano rapporti di frequentazione con CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967), CONDEMI Domenico, ZINDATO Giovanni (Condofuri 06.05.1968 tratto in arresto quale esponente della cosca CARIDI nell’ambito della Operazione Alta Tensione).
ROTTA Vincenzo dal tenore delle conversazioni registrate in quei giorni appariva anch’egli impegnato nella campagna elettorale in corso, in favore dei PLUTINO Giuseppe.
Conversazione del 21 Aprile 2011, ore 22:42 progressivo nr. 191 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo
Utenza chiamata 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Omisis…
Infatti nel corso del progressivo sopra riportato ROTTA Vincenzo raccomandava al figlio di impegnarsi a recuperare voti in favore di PLUTINO Giuseppe, e sopratutto di fare saper in giro del loro concreto impegno in favore di questi, A te, a chiunque ti chiede, ti chiede… va bene, quando vai in giro Reggio, Reggio e ti chiede qualcuno gli devi dire che glielo fai a Pino… a PLUTINO va bene?... Uhm… gli devi dire mio padre ed io… io… mio padre ed io siamo impegnati con…va bene?
Motivo dell’impegno appariva in particolare la sistemazione lavorativa del figlio, promessa dal candidato PLUTINO, Che mi ha detto lui, che da qua ad un altro mese può essere che sia definitiva da Antonio, ha diciotto dipendenti Antonio ah… Va bene? Ha detto che da qua, massimo ad un altro mese, la cosa si deve definire, va bene, che è andato molte volte lui per il fatto dei contributi a Catanzaro… Va bene? E se va bene la situazione là non hai tanti… tanti problemi, al quale tale promessa veniva costantemente rammentata da CONDEMI Domenico (Mico), Lui mi ha detto che da qua ad un altro mese…che tutti i giorni Mico glielo glielo ricorda…
La ratio dell’impegno elettorale in favore del PLUTINO emerge con tutta evidenza dal
corrispettivo che ROTTA Vincenzo attende, ovvero un impiego per il figlio, che non solo deve
andare alla ricerca di voti ma deve mostrare pubblicamente che lui ed il padre appoggiano il
PLUTINO, frattanto continuamente sollecitato dal CONDEMI Domenico per la “sistemazione” del
giovane ROTTA Domenico.
Altro soggetto impegnato nella campagna elettorale è CONDEMI Filippo, al cui riguardo la P. G.
indica quanto segue:
Analogo impegno era concretamente manifestato anche da parte di CONDEMI Filippo, fratello del più volte citato Domenico, indicato anch’esso dal collaboratore di giustizia MOIO Roberto quale appartenente alla cosca CARIDI del cui esponente apicale CARIDI Antonino (RC 15.01.1961) al pari del fratello era da considerarsi uomo di fiducia.
A testimoniare l’impegno anche da parte di CONDEMI Filippo in favore di PLUTINO Giuseppe si riporta il contenuto di una conversazione registrata in data 29.04.1011.
Conversazione del 29 Aprile 2011, ore 16:36 progressivo nr. 1296 Utenza chiamante: 342/1655370 intestata ed in uso a RIGGIO Marta
Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Interlocutori: CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta
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Il sopra riportato dialogo intercorso tra CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta nata a Reggio Calabria in data 15.12.1991, ivi residente in via Niccolò Tommaseo n. 23, offriva chiara conferma di quanto in premessa affermato, infatti alla ragazza che dal CONDEMI era stata cooptata per la raccolta di voti, Ma dico li avete raccolti una ventina di voti tu e il tuo ragazzo? e catechizzata su come impegnare gli elettori a dare il voto, …stategli di sopra alle persone, fatti dire, tipo, di darti la sezione, gli devi dire dove glieli hai trovati, tipo, tipo che al candidato gli devi portare le sezioni, hai capito? Così li metti in croce…se no…, che chiedeva come in concreto avrebbero dovuto votare, Ma tipo uh… si deve scrivere, si deve scrivere il nome?… Quando …(inc.)… deve mettere la croce sul partito?..., CONDEMI Filippo rispondeva, E il nome PLUTINO!, invitandola a passare dalla segreteria a ritirare i fac- simile, E passa e prenditi i fac-simile, tu sul partito metti la croce sul partito e scrivi PLUTINO!Accanto al simbolo del, tipo, del PDL.
Corretta appare la sottolineatura con cui la P. G. evidenzia il comune impegno di tutti gli indagati
nel reperimento di consensi in favore del PLUTINO. Dato che emergerà anche nella disamina del
traffico telefonico captato sulle singole utenze.
Dopo avere riportato i primi esiti dell’attività investigativa che evidenziavano come CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo, tutti per come riferito nel corso della presente nota, a vario titolo riconducibili all’alveo della cosca CARIDI, e CALDERAZZO Rosario, personaggio gravato da numerosi precedenti penali e di polizia, fossero tutti concretamente impegnati nel reperimento di consensi elettorali in favore del candidato PLUTINO Giuseppe, si ritiene opportuno riportare di seguito una serie di conversazioni registrate sulle singole utenze radiomobili in uso ai protagonisti della presente trattazione dal cui contenuto si otterrà ulteriore conferma di quanto fino ad ora riferito.
Conversazione del 13 Aprile 2011, ore 13:51 progressivo nr. 426 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 392.3838497 in uso a LOMBARDO Vincenzo Interlocutori: CONDEMI Lombardo e LOMBARDO Vincenzo
Omissis …
Il progressivo sopra riportato si rivelava di interesse in quanto ancora una volta dimostrava come i due interlocutori CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo, avessero in corso l’attività oggetto di approfondimento investigativo, in particolare metteva in luce che il LOMBARDO aveva preso contatti con tale Gaetano, che essendo libero da impegni elettorali, dal primo era stato mandato a parlare direttamente con il candidato PLUTINO Giuseppe, Ah vedi, vedi che avevo parlato con coso… Con… con Gaetano… Eh, che andava a trovare a Pino, eh, hai capito?... E forse andava a trovare a Pino, per il fatto delle elezioni, motivo per cui invitava il CONDEMI ad andare a trovarlo al fine di impegnarlo definitivamente, Che lui è libero e pure la sua famiglia, ha detto che andava a trovarlo, caso mai vai pure tu al Bart e trovalo tu a Gaetano, in pratica già lo sa, al Bart, al Bart lavora già gliel’ho detto, ha detto, guarda io sono disponibile anche perché, la sua famiglia… cose, vai, vai e parla pure tu che già lo sa, va bene?
In data 15 aprile 2011 era registrato il seguente dialogo, intrattenuto da CONDEMI Domenico con un uomo che gli si trovava accanto, mentre il telefono era in connessione in attesa che la persona chiamata, il cognato CUZZOLA Natale nato a Reggio Calabria in data 06.10.1963 (padre di CUZZOLA Maria la cui assunzione era stata imposta all’on. NUCERAp Giovanni, soggetto, risultato essere in costante contatto telefonico con CONDEMI Domenico, giova riferire che lo stesso, gravato de precedenti penali e di polizia per furto, ricettazione e falso, è cognato oltre che del citato CONDEMI, anche dei fratelli BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO Eugenio. Ancora, al fine di delineare l’ambiente criminale in cui appare inserito il CUZZOLA giova riferire che in data 21 agosto 2001 l’attivazione di un servizio di video ripresa attivato nelle adiacenze dall’abitazione di
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FRANCO Michele e del genero MURINA Carmelo, entrambi di recente destinatari di provvedimento di fermo per il reato di associazione mafiosa, aveva permesso di notare il sopraggiungere dell’autovettura FIAT Punto di colore bianco targata AV *315* JP, alla guida della quale vi era proprio il CUZZOLA, (intestatario e proprietario dell’auto), assieme al medesimo per come accertato da un immediato riscontro sul territorio, viaggiava l’oggi defunto PERLA Domenico, nato a Reggio Calabria il 2.1.1966, con numerosi precedenti penali a carico per gravi reati tra cui associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio, armi, coinvolto, tra l’altro, in importanti procedimenti penali quali “Olimpia” e “Valanidi 3”, in quell’atto reggente del locale di Ciccarello. Inoltre in tempi più recenti lo stesso CUZZOLA Natale è stato sottoposto a controllo di polizia insieme a LATELLA Paolo (RC 11.07.1970) e IANNI’ Natale (RC 12.04.1967) entrambi tratti in arresto da questo Ufficio in esecuzione dell’Ordinanza d custodia cautelare in carcere nr. 259/06 RGNR DDA, 5702/09 RG GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, per il reato di associazione mafiosa) rispondesse, dal cui tenore oltre al già evidenziato impegno in favore di PLUTINO Giuseppe emergeva la capacità del CONDEMI, nella raccolta di voti in vista delle prossime consultazioni elettorali.
Conversazione del 15 Aprile 2011, ore 18:53 progressivo nr. 507 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico
Utenza chiamata: 349.8431172 in uso a CUZZOLA Natale Interlocutori: CONDEMI Domenico, uomo non identificato e CUZZOLA Natale
Omissis…
Il contenuto della conversazione sopra riportata permetteva di comprendere come CONDEMI Domenico, fosse in grado di veicolare verso il PLUTNO un grande numero di preferenze, … già così ho un movimento di centocinquanta voti, con questi dieci che ho scritto qua.
Altrettanto significativo appariva un altro dialogo captato con le medesime modalità di quello sopra riportato in data 18.04.2011.
Conversazione del 18 Aprile 2011, ore 12:23 progressivo nr. 552 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico
Utenza chiamata: 320.3075297 in uso a LA ROSA Donatella Interlocutori: CONDEMI Domenico Uomo non identificato e LA ROSA Donatella
Omissis…
Nel corso della conversazione CONDEMI Domenico telefonava alla cognata LA ROSA Donatella (RC 17.08.1973) moglie di BORGHETTO Eugenio (RC 18.01.1968) e mentre era in attesa che la donna rispondesse, si aveva modo di ascoltare un uomo che affermava al CONDEMI la sua attendibilità in termini di raccolta di voti, affermando che se lui si fosse impegnato dicendo di avere la possibilità di portare alla causa un grande numero di voti, quel numero sarebbe poi risultato in sede di scrutinio, …(inc.)… guarda che io te li porto tutti, come mi manca un voto di tutti quelli che ti porto… quanti sono cinquemila che ti dico? Te li porto tutti e cinquemila…
Si coglie, dunque, come il CONDEMI fosse in grado di veicolare un rilevante numero di preferenze
in favore del PLUTINO, al quale, però, sottoponeva anche le richieste che provenivano dai possibili
elettori, analogamente a quanto si è visto per il ROTTA Vincenzo, il quale invitava il figlio alla
ricerca di consensi per l’assessore, considerato che il CONDEMI sarebbe stato suo sponsor.
L’impegno elettorale del CONDEMI, non si limitava solamente ad una raccolta di adesioni, ma si sostanziava anche nel sottoporre al candidato PLUTINO Giuseppe le esigenze dei possibili elettori.
Conversazione del 22 Aprile 2011, ore 18:58 progressivo nr. 668 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe
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CONDEMI: A Catona, vedi che mi ha chiamato mio zio.--\
PLUTINO: Eh.--\
CONDEMI: Si sta lamentando…(inc.)… che davanti alla sua porta d’entrata, ha detto che tra un po’ non entra nemmeno, che è pieno di spazzatura, là, sotto del Brico.--\
PLUTINO: Eh.--\
CONDEMI: Che sono insieme ora, che vadano…(inc.)…--\
CONDEMI: Sotto del Brico, dove c’è la sua casa, davanti al cancello della sua villa dice.--\
PLUTINO: Ah, e digli come si chiama la via.--\
CONDEMI: Ah?--\
PLUTINO: Va bene adesso me la vedo io, ciao, ciao.--\
CONDEMI: Proprio sotto del Briko è.--\
PLUTINO: Ciao, ciao.--\
CONDEMI: Ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Nel corso di questo progressivo infatti il PLUTINO che ancora ricopriva la carica di assessore
alla politiche ambientali veniva sollecitato da CONDEMI Domenico a fare effettuare un intervento nei pressi del BRICO, dove le strade erano invase dai rifiuti, si era infatti nel periodo di tempo in cui il Comune di Reggio Calabria per più giorni si era trovato nella impossibilità di smaltire l’immondizia a causa della momentanea chiusura delle discariche.
Analogamente CONDEMI Domenico in data 10.05.2011 contattava PLUTINO Giuseppe per sollecitare un intervento di questi presso il Governatore della Calabria SCOPELLITI, finalizzato al pagamento degli stipendi dei dipendenti della Multiservizi.
Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 10:21 progressivo nr. 1448 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe
PLUTINO: Pronto.--\
CONDEMI: Dove sei?--\
PLUTINO: A Catanzaro sono.--\
CONDEMI: A Catanzaro ?--\
PLUTINO: Eh a Catanzaro…(inc.)…--\
CONDEMI: Ma vedi… vedi che questi ragazzi della MULTISERVIZI si stanno lamentando che hanno due mesi di stipendio arretrati.--\
PLUTINO: Sto… sto provvedendo io, gli devi dire… chi è il tuo amico ALBANESE?--\
CONDEMI: Si, stai provvedendo?--\
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PLUTINO: Devi dirgli… devi dirgli che domani gli do notizie io, che stiamo lavorando.--\
CONDEMI: Domani sicuro gli darai notizie?--\
PLUTINO: Si diglielo, glielo avevo già detto.--\
CONDEMI: No, sono qua, ma passa da qua che stanno lavorando, non hanno...--\
PLUTINO: Se sono a Catanzaro, dove devo passare, ah?--\
CONDEMI: Nemmeno per la benz… non possono lavorare dicono.--\
PLUTINO: Perché?--\
CONDEMI: Perché non hanno i soldi nemmeno per la benzina delle motoseghe.--\
PLUTINO: Eh, va bene.--\
CONDEMI: Come lavorano?--\
PLUTINO: Domani, domani gli diciamo tutto, domani ho notizie, va bene?--\
CONDEMI: Parla con il Governatore, vedi la che devi fare, va bene?--\
PLUTINO: Ciao, ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Si apprezza, quindi, in questo frangente, un primo dato di assoluto rilievo: il PLUTINO, assessore
alle politiche ambientali, viene investito dal CONDEMI, che gli rappresenta che le strade innanzi al
BRICO sono colme di rifiuti, per un intervento diretto alla loro rimozione.
Ancora, il CONDEMI, facendo leva sulla comune appartenenza politica del PLUTINO con il
Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, rappresenta all’assessore la situazione dei
ragazzi della Multiservizi, i quali avevano il problema del mancato pagamento degli ultimi due mesi
di stipendio, sollecitandolo, pertanto, a parlare con il Governatore (vedi là che devi fare, va bene).
Ancora in data 29.04.2011 CONDEMI Domenico telefonava a LOMBARDO Vincenzo per conoscere l’andamento della campagna elettorale.
Conversazione del 29 Aprile 2011, ore 12:09 progressivo nr. 1050
Utenza chiamante: 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo
LOMBARDO telefona a CONDEMI, in attesa che questi risponda, si lamenta e impreca sul fatto che oggi probabilmente non mangerà.
CONDEMI: Pronto.--\
LOMBARDO: Allora?.--\
CONDEMI: Come siamo?--\
LOMBARDO: Eh, io sempre bene, di salute.--\
CONDEMI: La campagna elettorale come sta andando?--\
LOMBARDO: Tu non ti preoccupare di questo fatto.--\
CONDEMI: Eh.--\
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Ma il compito di CONDEMI Domenico non si limitava alla raccolta di consensi per il cugino,
ma anche ad un diretto intervento in caso di terzi soggetti che facevano campagna elettorale per conto di altri candidati.
Conversazione del 30 Aprile 2011, ore 12:01 progressivo nr. 1084
Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 320.4794216 intestata ad Azienda Ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli ed
in uso a Peppe, non identificato Interlocutori: CONDEMI Domenico e Peppe
Omissis…
Nel corso del dialogo sopra riportato CONDEMI Domenico che era stato informato del fatto che il suo interlocutore stava chiedendo voti per un altro candidato, Ti sapevo poco serio, che ti sapevo poco serio…Ma… ma vai in giro pure a toglierci i voti?, lo convocava immediatamente presso la segreteria politica del PLUTINO per un chiarimento, Dove sono? Vieni qua……che te lo dico di persona… Vieni qua alla segreteria.
Nei giorni a seguire erano registrate una serie di conversazioni che dimostravano la capillare
raccolta di preferenze elettorali di CONDEMI in favore del PLUTINO. Conversazione del 02 Maggio 2011, ore 10:50 progressivo nr. 1158 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico
Utenza chiamata: 347.8660269 in uso a NOCERA Antonio Interlocutori: CONDEMI Domenico e NOCERA Antonio
NOCERA: Pronto.--\
CONDEMI: Ohu.--\
NOCERA: Ah.--\
CONDEMI: Dove sei, vedi che oggi è lunedì.--\
NOCERA: Dal dentista sono, sto arrivando.--\
CONDEMI: Vedi, vedi che ho chiamato ad Andrea, e mi ha detto di parlare con te per i voti.--\
NOCERA: Per che cosa?--\
CONDEMI: Ah, per che cosa?--\
NOCERA: Per i voti?--\
CONDEMI: Si.--\
NOCERA: Ciao.--\
CONDEMI: Ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Ed ancora, Conversazione del 06 Maggio 2011, ore 14:52 progressivo nr. 1316
Utenza chiamante: 348.8064309 in uso a MIDURI Antonello Carmelo
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Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e MIDURI Antonello Carmelo
CONDEMI: Mi hai abbandonato.--\
MIDURI: No compare, si, sono giornate frenetiche vedi.--\
CONDEMI: Compare mi avevi detto che mi chiamavi.--\
MIDURI: Eh, hai ragione ma io… tu devi capire che pure che …(inc.)… mi sposo, e sto scappando da una parte all’altra.--\
CONDEMI: Eh, ma …(inc.)… mi stai raccogliendo un po’ di voti?--\
MIDURI: Si certo, certo.--\
CONDEMI: Ah?--\
MIDURI: Di questo puoi stare tranquillo.--\
CONDEMI: Ma vieni…quando ci vediamo cos’ ti do un po’ di materiale?--\
MIDURI: Domani mattina ci… ti chiamo quando sono al bar e ti… e ci vediamo dai.--\
CONDEMI: Però compare impegnati.--\
MIDURI: No, se ti dico… io te l’ho detto, non è che ti prometto venti, o trenta voti, o cinquanta voti.--\
CONDEMI: No, quello che…--\
MIDURI: Quelli che posso te li raccolgo, stai tranquillo, come te li ho raccolti le altre volte.--\
CONDEMI: Va bene, allora ti aspetto…--\
MIDURI: Va bene?--\
CONDEMI: Allora chiamami domani.--\
MIDURI: Domani mattina ti chiamo, devo uscire con mia mamma, appena finisco con mia mamma, tanto a te pure che ti chiamo a …(inc.)… non è che ti interessa.--\
CONDEMI: Eh?--\
MIDURI: Dico, pure che ti chiamo a mezzogiorno, non è che ti interessa, no?--\
CONDEMI: No, no, domani è sabato, no.--\
MIDURI: Perfetto va bene.--\
CONDEMI: Aspetto la chiamata vedi eh.--\
MIDURI: Va bene.--\
CONDEMI: Ciao Compare.--\
MIDURI: Ci vediamo domani ciao Doddy.--\
Fine della conversazione.--\
Successivamente anche a bordo dell’autovettura in uso al CONDEMI era registrato un
progressivo di analogo tenore.
Conversazione del 11 Maggio 2011, ore 11:09 progressivo nr. 19 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico
Persone presenti CONDEMI Domenico,CUZZOLA Natale ed Angelo (non identificato)
Veicolo in sosta, a bordo CONDEMI Domenico che chiede a qualcuno dove sta lavorando, poi parla al cellulare con un
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tale Totò, gli chiede informazione su un pezzo di ricambio Fiat, chiude la conversazione e dopo poco scende dal mezzo, alle ore 11:15:20 sale a bordo assieme a Natale ed avviano la marcia, conversazione varia tra i due, CONDEMI risponde al cellulare e dice all’interlocutore che si vedranno in segreteria, alle ore 11:16:25 si ferma e conversa con un tale Angelo che incontra per strada…--\
DOMENICO: Angelo, ma i voti li stai raccogliendo?--\
ANGELO: …(Inc.)…certo, sono andato tutti i giorni per ricordargli.--\
DOMENICO: Ma gli ricordi…hai il materiale tu?--\
ANGELO: Ho, quelli piccoli ho!--\
DOMENICO: Non hai nemmeno quelli piccoli…--\
…A questo punto della conversazione interviene anche CUZZOLA Natale che dice ad Angelo, che se ha bisogno può andare può andare a parlare con suo compare Ciccio ALTOMONTE il proprietario del ristorante il FARO, che ha anche tre ville sul mare, glielo dice che l’ha mandato lui Natale CUZZOLA. Infine rientra nella conversazione CONDEMI Domenico e gli raccomanda di cercare voti. I presenti si salutano, CONDEMI riavvia la marcia in compagnia del cognato Natale CUZZOLA, conversazione varia, alle ore 11:20:28 si fermano, Natale CUZZOLA scende, alle ore 11:23:52 sale a bordo, nuovamente veicolo in movimento,la conversazione risulta parzialmente incomprensibile a causa di rumori e fruscii, CUZZOLA spiega a CONDEMI che deve andare all’infortunio a far vedere la risonanza magnetica. Successivamente veicolo in sosta, i due scendono e si allontanano.--\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Ed ancora lo stesso giorno,
Conversazione del 11 Maggio 2011, ore 12:05 progressivo nr. 1508 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico
Utenza chiamata: 328.5568982 in uso a NUCERA Giuseppe nato a CONDOFURI il 24.06.1951, residente in via Vico Petrillina nr. 8 (RC)
Interlocutori: CONDEMI Domenico e MIDURI Antonello Carmelo
NUCERA: Pronto.--\
CONDEMI: E Allora, ti ho chiamato prima.--\
NUCERA: Mi hai chiamato?--\
CONDEMI: Eh.--\
NUCERA: Ora l’ho visto ti stavo… ti chiamavo.--\
CONDEMI: Si.--\
NUCERA: Non prendeva, diceva Wind, dove sei?--\
CONDEMI: Ora sono sull’autostrada.--\
NUCERA: E dove stai andando.--\
CONDEMI: Sto andando per vedere se mi danno… da due miei compari, se ci danno qualche voto.--\
Continuando CONDEMI spiega dove si trova al momento, successivamente nomina degli antinfiammatori che un medico ha ordinato alla moglie per il tunnel carpale, NUCERA dice che quelle medicine non le ha, dovrebbero vedere di cambiare medicinale, CONDEMI parlerà con suo cugino e poi si risentiranno, dice che quando si libera passa a trovarlo.-
Fine della conversazione.--\
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Dunque, se continua la capillare richiesta di voti da parte del CONDEMI per conto del PLUTINO –
che si accompagna, peraltro, ad un diretto intervento nei confronti di un individuo che aveva fatto
propaganda per altro candidato e veniva chiamato a “rapporto” presso la segreteria dell’assessore –,
essa veda interagire il CONDEMI unitamente al ROTTA Vincenzo, che lo invita a recarsi da un
tale, dal quale avrebbero potuto ottenere cinque voti.
Comincia, invece, ad emergere il dato maggiormente preoccupante, quello inerente al controllo dei
potenziali elettori: infatti, rivolgendosi a tale Carmelo, CONDEMI lo invitava a comunicargli con
precisione quanti voti aveva raccolto e le sezioni dove questi sarebbero risultati.
Anche la stessa sera CONDEMI Domenico veniva informato da ROTTA Vincenzo che il
giorno dopo sarebbe stato opportuno andare insieme a trovare una persona in quanto avrebbero potuto ricavare almeno cinque voti.
Conversazione del 11 Maggio 2011, ore 22:32 progressivo nr. 27 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico
Persone presenti CONDEMI Domenico e ROTTA Vincenzo
…Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico che si ferma e conversa con ROTTA Vincenzo il quale inizialmente è distante dal veicolo, quindi le sue parole risultano incomprensibili, dopo si avvicina e la loro conversazione inizia ad essere comprensibile…--\
CONDEMI: …sbrogliagli il piede.--\
ROTTA: Ci vediamo domani gioia, se vuoi che andiamo me lo dici, perché dice che cinque voti ce li ha lui e quattro li ha…(inc.)…--\
CONDEMI: Chi?--\
ROTTA: Il vecchio…(inc.)…--\
CONDEMI: …(Inc.)…--\
ROTTA: Andiamo dice che…(inc.)…--\
…A questo punto della conversazione CONDEMI saluta ed avvia la marcia, rumori e fruscii in sottofondo. Si ferma e scende.--\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Anche il successivo 13 maggio CONDEMI Domenico invitava tale Carmelo in corso di
identificazione ad indicargli con precisione quanti voti aveva raccolto e le sezioni dove questi sarebbero risultati.
Conversazione del 13 Maggio 2011, ore 14:49 progressivo nr. 1575 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico
Utenza chiamata: 393.4838572 in uso a Carmelo in corso di identificazione Interlocutori: CONDEMI Domenico e Carmelo
Carmelo: Pronto.--\
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Carmelo: Quattro, cinque, aspetta un minuto… cinque…--\
CONDEMI: Tu quanti voti ci dai al comune, due?--\
Carmelo: Sei, sette…--\
CONDEMI: Ah.--\
Carmelo: Circa dodici.--\
CONDEMI: No, lascia stare dodici, quanti ce ne dai al comune?--\
Carmelo: Dodici.--\
CONDEMI: Dodici?--\
Carmelo: Eh.--\
CONDEMI: Va bene, segna le sezioni dove escono questi dodici voti.--\
Carmelo: Allora, Santa Caterina, metti…--\
CONDEMI: Devi segnare le sezioni dove escono.--\
Carmelo: Va bene.--\
CONDEMI: Va bene?--\
La conversazione tra i due prosegue con Carmelo che spiega dove sta lavorando, dice che è stato messo come rappresentante di lista per favorire la figlia di un amico suo candidata alla Provincia, parlano di Walter che è candidato a sindaco, concordano di vedersi in segreteria per prendersi il materiale per le elezioni. Carmelo dice che ha cani addestrati bene per la caccia, si salutano concordando di vedersi domani e CONDEMI gli raccomanda ancora una volta per i voti, seguono saluti finali.
Fine della conversazione.
Il reperimento di voti porta a porta proseguiva anche nei giorni seguenti ad opera dei soggetti
che avevano quale riferimento proprio il CONDEMI, che aveva anche il compito di contabilizzare le promesse di voto.
Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 11:42 progressivo nr. 1617 Utenza chiamante: 328.5568982 in uso a NUCERA Giuseppe nato a Condofuri (RC) il
24.06.1961, residente RC in Vico Petrillina nr. 8 Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe
NUCERA: Domenico.--\
CONDEMI: Buongiorno.--\
NUCERA: Ma che stai… (inc.)… stai raccogliendo voti?--\
CONDEMI: Eh…(inc.)…--\
NUCERA: Vedi che io ti ho raccolto due voti adesso.--\
CONDEMI: Eh?--\
NUCERA: …(inc.)… non li ho messi in elenco.--\
CONDEMI: Perché?--\
NUCERA: …(inc.)…--\
CONDEMI: Dove sei?--\
NUCERA: Dove sei tu?--\
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CONDEMI: No, qua a San Giorgio, ma non ti sento bene.--\
La conversazione si interrompe in quanto cade la linea.-
Fine della conversazione.--\
Altrettanto significativa appariva la seguente conversazione che costituiva un seguito a quella in precedenza riportata.
Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 11:42 progressivo nr. 1617 Utenza chiamante: 328.5568982 in uso a NUCERA Giuseppe nato a Condofuri (RC) il
24.06.1961, residente RC in Vico Petrillina nr. 8 Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe
CONDEMI: Pronto.--\
NUCERA: …(inc.)… è caduta la linea.--\
CONDEMI: Eh, ma non ti prendeva bene.--\
NUCERA: No, ero dentro il corridoio, apposta, stavo andando… stavo scendendo dal bar dalla parte di dentro.--\
CONDEMI: Dove sei ora?--\
NUCERA: Perché oggi mi scogliono, non voglio fare un cazzo…(inc.)…--\
CONDEMI: Va bene, adesso vedo se passo, dai.--\
NUCERA: Ero qua con Peppe …(inc.)… con Peppe ROTTA.--\
CONDEMI: Eh.--\
NUCERA: E con un altro.--\
CONDEMI: Ora vedo se passo.--\
NUCERA: Ora, ora… poco fa, c’era una che mi ha detto.--\
CONDEMI: Eh.--\
NUCERA: Ha detto, forse i miei figli non so dove farli votare, qua e là, gli ho detto io, tieni qua ci sono i cosi di PLUTINO.--\
CONDEMI: Ah, tu se vuoi ne raccogli una ventina di voti la.--\
NUCERA: Aspetta, no, una ventina te li ho raccolti al Brico, Domenico, stai zitto.--\
CONDEMI: Eh?—\
NUCERA: Senti mi ha detto…gli ho detto qua questi sono i cosi di PLUTINO, dammi l’ufficialità che io li comunico, sei una dei nostri, hai capito?--\
CONDEMI: Eh.--\
NUCERA: Ha detto: ora parlo con loro ha detto, ma sicuramente si, va bene, glieli ho dati, me l’ha detto lei però.--\
CONDEMI: Certo se no tu… domani glielo dicevi.--\
NUCERA: No, ma io non glielo dicevo veramente...(inc.)…--\
CONDEMI: E non lo so che tu non glielo dicevi?--\
NUCERA: Dov’eri che non prendeva… non prendeva il telefono?--\
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CONDEMI: No ero… ora sono uscito, ero sotto la doccia.--\
NUCERA: Ah ti ho fatto il numero due volte, pure quell’altro, quell’altro diceva inesistente.--\
CONDEMI: Eh.—\
NUCERA: Va bene ma devi andare a scuola poi all’una?--\
CONDEMI: No, no oggi no.--\
NUCERA: Ah, perché se no che vieni a fare, già sono le dodici meno un quarto.--\
CONDEMI: Ora passo dai, devo andare che ho un appuntamento con mio compare alla segreteria e poi vengo la.--\
NUCERA: Dove sei ora?--\
CONDEMI: Ora qua…--\
NUCERA: A casa?--\
CONDEMI: Vicino a casa tua sono.--\
NUCERA: Sopra la macchina? E va bene, fai come vuoi, tanto no è…--\
CONDEMI: …(inc.)…--\
NUCERA: Va bene ciao.--\
CONDEMI: Ci vediamo dopo ciao.--\
NUCERA: Ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Il sopra riportato progressivo si dimostrava di interesse investigativo in quanto costituiva il
naturale seguito alla conversazione nr. 668 in cui CONDEMI Domenico chiedeva un diretto intervento all’allora assessore PLUTINO finalizzato alla rimozione di una grande quantità di rifiuti presenti nei pressi del BRICO, infatti nel corso del sopra riportato dialogo NUCERA Giuseppe informava il CONDEMI che proprio presso il BRICO aveva raccolto numerosi voti, Aspetta, no, una ventina te li ho raccolti al Brico, Domenico, stai zitto…
Il progressivo che precede, pertanto, si collega a quello che si era poco sopra commentato,
evidenziando, dunque, come NUCERA Giuseppe avesse comunicato a CONDEMI Domenico di
avere raccolto al BRICO, evidentemente presso coloro i quali in quei pressi risiedevano, una
ventina di voti. Ma CONDEMI palesa grande capacità di penetrazione all’interno della comunità
nomade stanziata nel quartiere Ciccarello, presso la quale pronostica di aver raccolto una quarantina
di voti. Ecco i dialoghi in proposito posti in risalto dalla P. G..
La ricerca di voti in favore del PLUTINO da parte di CONDEMI Domenico, si estrinsecava anche nella successiva conversazione che si dimostrava particolarmente utile ai fini per cui si procede in quanto dimostrava come CONDEMI Domenico avesse la capacità, in considerazione del carisma goduto all’interno degli ambienti criminali, di reperire un grande numero di preferenze anche presso la comunità ROM di questo centro residente nel quartiere Ciccarello.
Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 21:49 progressivo nr. 1632 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico
Utenza chiamata: 347.7644107 in uso a ARCATI Angelo nato a Reggio Calabria il 02.05.1947, ivi residente in via Ciccarello nr. 16
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CONDEMI telefona ad ARCATI, in attesa che l’interlocutore chiamato risponde parlando con altra persona dice: Almeno dagli zingari dobbiamo prendere una quarantina di voti.
ARCATI: Pronto.--\
CONDEMI: Ehi.--\
ARCATI: E Mimmo.--\
CONDEMI: …(inc.)…--\
ARCATI: Ah?--\
CONDEMI: Hai organizzato per domani mattina?--\
ARCATI: Per domani mattina? Per andare dove?
CONDEMI: La, per portare tutti gli invalidi a votare.--\
ARCATI: E ma… gliel’ho detto a qualche due, a massi… oggi è passato Massimo per trovarti.--\
CONDEMI: Eh.--\
ARCATI: E’ venuto tre volte la alla sede.--\
CONDEMI: E co… e a Cosimo l’hai visto?--\
ARCATI: A Cosimo l’ho visto, allora non l’ho visto?--\
CONDEMI: E com’è?--\
ARCATI: …(inc.)…--\
CONDEMI: E ma, domani mattina alzati con il pensiero dico.--\
ARCATI: E si, ma io sono a lavoro Mico, glielo lascio detto a mio fratello.--\
CONDEMI: A Giovanni?--\
ARCATI: Certo.--\
CONDEMI: E devi dirgli di venire a trovare me.--\
ARCATI: Eh, va bene.--\
CONDEMI: va bene? Deve scendere a San Giorgio che poi glielo dico io.--\
ARCATI: Va bene, va bene.--\
CONDEMI: …(inc.)…--\
ARCATI: Rimaniamo cosi, va bene, ciao, ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Esplicativa in tale senso appariva l’affermazione fatta del CONDEMI che in attesa che il suo
interlocutore rispondesse alla sua chiamata, affermava di poter ottenere un buon numero di voti da parte dei ROM, Almeno dagli zingari dobbiamo prendere una quarantina di voti.
Immediatamente dopo la sopra riportata conversazione, a conferma dell’incessante opera di raccolta voti, a bordo dell’autovettura di CONDEMI Domenico era registrata la seguente conversazione.
Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 21:52 progressivo nr. 86 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico
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Persone presenti CONDEMI Domenico Raffaele in corso di identificazione e Giovanna in corso di identificazione
…Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico e Raffaele, la loro conversazione risulta essere incomprensibile a causa di fruscii e rumori. Alle ore 21:54:30 si fermano CONDEMI da a Raffaele i volantini da consegnare a una donna che si avvicina all’auto…--\
RAFFAELE: …Vedi che non mi debba mangiare, per favore.--\
GIOVANNA: Non ti mangia.--\
RAFFAELE: …si no…senti, tieni quà.--\
GIOVANNA: …(Inc.)…--\
RAFFAELE: Uno…due…a Loredana glielo dai tu, tua figlia vota pure giusto?--\
GIOVANNA: Si.--\
RAFFAELE: Eh, daglielo pure a lei, e sono quattro, tieni, e questo qua alla Provincia, vota a questo alla Provincia.--\
GIOVANNA: Al Bevacqua vedi che ora voto, non voto più…--\
RAFFAELE: Al Bevacqua voti ora?--\
GIOVANNA: Si…(inc.)…--\
RAFFAELE: Perché vi hanno spostato qua?--\
GIOVANNA: Si.--\
RAFFAELE: Va bò dai, lo stesso è, vota lì, sempre lo puoi votare.--\
GIOVANNA: Chi è quest’altro?--\
RAFFAELE: Alla Provincia, ti raccomando PLUTINO, daglielo a tua figlia e a Loredana, ci vediamo….--\
GIOVANNA: …(Inc.)…mi ha detto uno, e poi tuo…tuo cognato me ne ha detto un altro e mio…(inc.)…--\
RAFFAELE: Quale cognato?--\
GIOVANNA: Tuo cognato, perché quanti cognati hai?--\
RAFFAELE: Massimo?--\
GIOVANNA: Una sorella sola hai...--\
…Poi continua conversazione varia tra i presenti, prima di andare via Raffele raccomanda a Giovanna di stare attenta a non sbagliare al Comune, di scrivere PLUTINO...poi scherzano con il cane della donna. CONDEMI e l’uomo salutano e riavviano la marcia, Raffaele afferma che è stato buono andare adesso da Giovanna perché poi a scuola non l’avrebbero vista in quanto l’hanno spostata e adesso vota al Bevacqua, conversazione varia tra i due, Raffele gli spiega che altri tre di quella famiglia votano al Trabocchetto...Si fermano e scendono.--\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Anche il giorno seguente si registrava un’altra conversazione nel corso della quale CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo, spiegavano ad una persona non in grado di scrivere come fare per votare PLUTINO fornendogli lo stampino e ripromettendosi di accompagnarlo al seggio ed eventualmente se ne avessero avuto la possibilità di entrare insieme ad esso all’interno della cabina elettorale.
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Conversazione del 15 Maggio 2011, ore 10:38 progressivo nr. 89 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico
Persone presenti CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo
…Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico e LOMBARDO Vincenzo, conversazione varia tra i due, parlano di donne. Alle ore 10:50:00 si fermano, fanno salire un uomo, CONDEMI gli controlla la scuola dove quest’uomo deve votare, ed afferma che è la 121 al Galluppi, poi siccome quest’uomo non sa scrivere, gli spiega come deve fare, LOMBARDO gli dice che adesso CONDEMI gli darà la scheda e il timbro dove lui deve mettere la penna dentro e passarla, gli uscirà il nome PLUTINO, l’uomo afferma che ha capito. PLUTINO gli spiega infine che vedranno chi c’è, al limite entra e vota con lui. Alle ore 10:54:54 si fermano, CONDEMI prende lo stampino un attimo e fa provare l’uomo a passarlo affinché lui possa controllare che non sbagli, gli spiega che la penna la deve passare una sola volta. Dopo aver fatto questa prova i tre scendono e si allontanano.--\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Altra conversazione di rilievo quella che precede, nella quale si colgono i due sodali CONDEMI
Domenico e LOMBARDO Vincenzo intenti alla ricerca di voti, che indicano ad un elettore non solo
la scuola dove deve votare, ma, non sapendo questi scrivere, si ripropongono anche di offirgli la
scheda ed il timbro dove mettere la penna (chiaramente un normografo), facendoglielo addirittura
provare, non senza avergli riferito che, se occorrerà, dopo aver visto chi c’è (evidentemente al
seggio), entreranno e voteranno con lui. Che, al netto del se una cosa del genere fosse possibile, è
espressione chiaramente indicativa del fatto che i due avevano un controllo scientifico
dell’elettorato, rassicurato per qualsiasi bisogno dovesse rappresentare in relazione al voto da
esprimere verso PLUTINO.
Conversazioni rilevanti, poi, sono quelle in cui, nei giorni dello spoglio delle schede, il CONDEMI
è colto nell’esame dei voti ottenuti nelle varie sezioni, anche in relazione agli altri candidati.
Ma nel corso del servizio di intercettazione avviato sull’utenza radiomobile in uso al più volte citato CONDEMI Domenico, nei giorni dello spoglio delle schede venivano registrate una serie di conversazioni dal cui contenuto emergeva l’impegno di questi nell’esame dei voti ottenuti nelle varie sezioni, nonché i contatti con il PLUTINO con il quale scambiavano i dati in loro possesso in ordine ai voti ottenuti, anche in rapporto agli altri canldidati.
Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 11:07 progressivo nr. 1730 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe
PLUTINO: Pronto.--\
CONDEMI: Ohu.--\
PLUTINO: Ehi dimmi.--\
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riguardo ai rapporti della quale con la cosca CARIDI si è detto in Alta Tensione.
L’intensità dell’impegno del CONDEMI per l’elezione del PLUTINO si apprezza quando, al suo
interlocutore che evidenzia che terzi definiti talebani gli hanno fottuto i voti, replica affermando
che chi si è reso protagonista di tali condotte non merita neanche di essere preso a schiaffi, in
quanto se valeva qualche poco uno dice lo prendeva a schiaffoni… Palesando, pertanto, come
l’eventualità di ritorsioni nei confronti di chi simili condotte poneva in essere, nella specie i
responsabili dello scrutinio, fosse tutto tranne che lontana dal suo modo di agire.
La sopra riportata conversazione si rivelava di interesse ai fini per cui si procede in quanto CONDEMI Domenico intratteneva un dialogo con CAPONERO Paolo Antonio nato a Reggio Calabria il 24.05.1976, dal cui contenuto appariva che anche questi era impegnato in favore del PLUTINO, infatti riferiva al CONDEMI di essere andato a trovare l’uomo politico che però non era presente in quanto era andato a prendere i dati ufficiali, No, anco… ora sto arrivando la, sono andato prima, ed era andato a prendere i dati ufficiali Pino.
In ordine al CAPONERO, giova qui evidenziare che lo stesso è nipote di CRUCITTI Bruno Antonino (nato a Reggio Calabria in data 21.04.1959, tratto in arresto in esecuzione della ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 75/05 RGNR DDA, nr. 86/06 R. GIP DDA e nr. 28/07 ROCCC (Operazione Testamento), in quanto risultato organico alla cosca LIBRI. In particolare nel corso delle indagini era risultato che la ditta REAL Cementi s.r.l., di sua proprietà era da considerarsi come impresa di riferimento nel settore della fornitura di inerti per la sopra citata cosca mafiosa, che imponeva le sue forniture presso i cantieri che sorgevano all’interno della zona di influenza, motivo questo che aveva portato anche alla emissione di sequestro penale preventivo della stessa con conseguente sottoposizione della medesima ad amministrazione giudiziaria) e che all’interno della citata azienda ricopre la carica di Direttore Tecnico, (Allegato nr.06) circostanze queste sopra riferite che confermano ulteriormente la vicinanza di PLUTINO Giuseppe a soggetti contigui alla cosca LIBRI.
Il giorno seguente continuava l’esame delle preferenze ottenute ed in questa circostanza CONDEMI si confrontava con il cognato CUZZOLA Natale.
Conversazione del 18 Maggio 2011, ore 19:07 progressivo nr. 1772 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico
Utenza chiamata: 349.8431172 intestata a BORGHETTO Anna nata a Reggio Calabria il 04.10.1965 e in uso a CUZZOLA Natale
Interlocutori: CONDEMI Domenico e CUZZOLA Natale
CUZZOLA: Domenico.--\
CONDEMI: Ma in che sezione hai votato tu Natale?--\
CUZZOLA: Nella duecentonove (209).--\
CONDEMI: Ma pure Pippo il porco ha votato la, no? Nella tua?--\
CUZZOLA: Eh, penso di si, perché? Quanti ne sono usciti?--\
CONDEMI: No, non c’è ancora, stiamo controllando.--\
CUZZOLA: Uhm, va bene ciao.--\
CONDEMI: Ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Negli stessi giorni a bordo dell’autovettura in uso a CONDEMI Domenico era registrata la
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Conversazione del 20 Maggio 2011, ore 15:42 progressivo nr. 151 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico
Persone presenti: CONDEMI Domenico ed Uomo (non identificato)
Veicolo in sosta, a bordo CONDEMI Domenico uomo.--\
UOMO: Te li hanno fottuti i voti i talebani compare Mimmo.--\
CONDEMI: Si ora…--\
UOMO: Ce li hanno fottuti.--\
CONDEMI: E quando ce li hanno fottuti?--\
UOMO: Ce li hanno fottuti, ce li hanno fottuti, ma la prossima volta li facciamo rappresentanti di lista fuori zona, e solo così ci possiamo affidare a loro.--\
CONDEMI: Il becchino ha fatto il gioco per farci saltare tutto.--\
UOMO: Va bè si sapeva, ma va bè, ma non serve niente quello, pure voi…non c’è bisogno nemmeno che lo chiamate il becchino!--\
CONDEMI: Non serve nemmeno per prenderlo a schiaffi!--\
UOMO: Ma che gli dovete menare a schiaffi…--\
CONDEMI: Perché se valeva…se valeva qualche poco uno dice lo prendeva a schiaffoni.--\
UOMO: E che fate, avete perso tempo.--\
…Alle ore 15:43:25 si sente sbattere uno sportello, l’uomo scende, CONDEMI avvia la marcia da solo, molti rumori e fruscii causati dai finestrini abbassati, alle ore 15:45:20 veicolo in sosta, CONDEMI chiede a tale Peppe dov’è, quindi gli dice che si vedono là. Alle ore 15:46:41 un uomo sale a bordo, nuovamente veicolo in movimento, l’uomo in questione parla al cellulare, a questo punto la registrazione risulta essere molto disturbata a causa di interferenze di linea, veicolo in sosta, CONDEMI scende dalla vettura l’uomo rimane a bordo e parla al cellulare, anche se la sua conversazione risulta essere incomprensibile.--\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Nel corso del progressivo riportato i due interlocutori criticavano l’operato in sede di scrutinio di alcuni soggetti, dagli stessi indicati con l’epiteto di “Talebani”, Te li hanno fottuti i voti i talebani compare Mimmo… Ce li hanno fottuti, e nel prosieguo della stessa CONDEMI Domenico criticava duramente un altro soggetto indicato come “il becchino”, reo di comportamenti finalizzati a far perdere loro preferenze elettorali, Il becchino ha fatto il gioco per farci saltare tutto, che avrebbe meritato una dura punizione, Non serve nemmeno per prenderlo a schiaffi!... Perché se valeva…se valeva qualche poco uno dice lo prendeva a schiaffoni.
Una conversazione registrata il successivo 21 maggio 2011, si rivelava di particolare valenza investigativa.
Conversazione del 21 Maggio 2011, ore 18:49 progressivo nr. 1905 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo
Interlocutori: CONDEMI Domenico
CONDEMI telefona a LOMBARDO, nell’attesa che l’interlocutore chiamato risponda intrattiene un breve conversazione con altre persone a lui vicino, dice: ma a Sbarre quanto abbiamo preso? …hai preso mille
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
voti da solo, con un consigliere Regionale hai preso nove e trenta, altro uomo dice: abbiamo preso contro tutti, CONDEMI risponde: senti una cosa, vedi che a mio cugino lo hanno infalloccato in tutti i posti, i suoi voti non gli sono tenuti, non i nostri… i cento, i duecento di Ravagnese, i trecento…-
Fine della conversazione.--\
Infatti il progressivo sopra riportato, registrato mentre il telefono era in connessione ed in attesa che LOMBARDO Vincenzo rispondesse alla chiamata, confermava la rottura dei rapporti tra PLUTINO Giuseppe ed il consigliere regionale NUCERA Giovanni, infatti CONDEMI Domenico nel commentare il risultato ottenuto, che era comunque al di sotto delle loro aspettative, si diceva soddisfatto in quanto i voti raccolti in questa circostanza erano in ogni caso superiori a quelli ottenuti nelle precedenti consultazioni elettorali in cui il PLUTINO aveva goduto dell’appoggio dell’influente uomo politico, ma a Sbarre quanto abbiamo preso? … hai preso mille voti da solo, con un consigliere Regionale hai preso nove e trenta, altro uomo dice: abbiamo preso contro tutti, lo stesso CONDEMI continuava la disamina giungendo alla conclusione che i voti da loro procurati erano risultati tutti, mentre erano mancati quelli promessi al PLUTINO in persona, senti una cosa, vedi che a mio cugino lo hanno infalloccato in tutti i posti, i suoi voti non gli sono tenuti, non i nostri… i cento, i duecento di Ravagnese, i trecento…
La conversazione è intercettata il 21 maggio 2011 e si trae come il primo commento al voto fosse
nei termini per cui, se con l’aiuto del NUCERA il PLUTINO aveva conseguito un certo numero di
voti, questi erano stati superiori senza il suo appoggio. Evidente elemento di conferma delle
dichiarazioni del consigliere regionale in ordine al fatto che i rapporti con il PLUTINO si erano
incrinati ed al suo dichiarato disimpegno nella recente campagna elettorale delle comunali.
Subito dopo quella ora anticipata una conversazione che rivela come, tra gli elettori del PLUTINO,
vi fosse tale Ninì Barà, pregiudicato tratto in arresto per l’operazione WOOD (che ha riguardato,
appunto, la cosca CARIDI).
Indicativa circa la provenienza di parte dei suffragi in favore del PLUTINO, era anche la seguente conversazione.
Conversazione del 23 Maggio 2011, ore 21:39 progressivo nr. 1950 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico
Utenza chiamata: 349.4544523 in uso a QUARTUCCIO Diego nato a Reggio Calabria il 27.03.1980, ivi residente in via Pio XI nr. 34
Interlocutori: CONDEMI Domenico e QUARTUCCIO Diego
CONDEMI: Ohu.--\
QUARTUCCIO: Ma tuo zio Ninì BARA’ dove vo… in quale sezione ha votato?--\
CONDEMI: In nessun posto, non vota lui.--\
QUARTUCCIO: Ma in quale votano Lellè…--\
CONDEMI: Mio zio Ninì?--\
QUARTUCCIO: Eh.--\
CONDEMI: …(inc.)… penso la cinquantatrè.--\
QUARTUCCIO: Eh, va bene.--\
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Il dialogo sopra riportato intercorreva tra il solito CONDEMI Domenico e QUARTUCCIO Diego nato a Reggio Calabria in data 27.03.1980, ivi residente in via Pio XI diramazione Gullì nr. 34, nipote di QUARTUCCIO Vincenzo (nato a Reggio Calabria in data 02.12.1965, condannato in passato per associazione mafiosa in qualità di esponente della consorteria CARIDI,(Operazione Wood) genero dello storico capo cosca di San Giorgio Pepè CARIDI e pertanto cugino acquisito dei fratelli CARIDI Antonino, Bruno, Santo e Leo, tratto in arresto in data 29.10.2010 in esecuzione dell’OCCC nr. 259/06, 5702/09 RG GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, per il reati di associazione mafiosa (cosca LIBRI CARIDI), estorsione e fittizia intestazione di beni) ed aveva ad oggetto la sezione presso la quale avrebbe dovuto votare uno zio del QUARTUCCIO, indicato come “Ninì Barà”, Ma tuo zio Ninì BARA’ dove vo… in quale sezione ha votato?, soggetto quest’ultimo identificato da questo Ufficio per RODA’ Antonino nato a Condofuri in data 23.11.1951, residente a Reggio Calabria in via Boschicello Traversa Privata nr. 20, inteso “Ninì Barà”, pregiudicato per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed in passato tratto in arresto per il reato di associazione mafiosa, in esecuzione dell’OCCC emessa nell’ambito della cd “Operazione WOOD” che ha riguardato i componenti della cosca CARIDI.
In relazione alla verifica dei voti ottenuti nelle varie sezioni elettorali si riportano di seguito le seguenti conversazioni.
Conversazione del 03 Giugno 2011, ore 11:09 progressivo nr. 2281 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico
Utenza chiamata: 328.5568982 in uso a NUCERA Giuseppe nato a Condofuri, residente RC in Vico Petrillina nr.8
Interlocutori: CONDEMI Domenico e NUCERA Giuseppe
NUCERA: Pronto.--\
CONDEMI: Allora?--\
NUCERA: Sono uscito fuori, non prendeva, come sono uscito fuori, ho cercato di chiamare a te e ho chiamato Lorenzo, perché non mi sono messo gli occhiali, gli ho detto io va bene ci siamo sentiti.--\
CONDEMI: Che fa?--\
NUCERA: …(inc.)… Brico.--\
CONDEMI: Eh, allora è in stato confusionale per quanti soldi incassa, no?--\
NUCERA: Eh, veramente.--\
CONDEMI: Ma la crisi ce l’ha ancora? Digli se ci prende a quello per lavorare.--\
NUCERA: Senti una cosa, ma perché non è andato per dirgli grazie Pino?--\
CONDEMI: Chi te l’ha detto?--\
NUCERA: E come, quella la gli ha telefonato.--\
CONDEMI: Eh?..\
NUCERA: E come no, ma perché fa cosi, lui è furbo non è che è scemo.--\
CONDEMI: E no, gli è caduto di mente forse.--\
NUCERA: E infatti…--\
CONDEMI: Ora lo chiamo e glielo dico.--\
NUCERA: Ora non glielo dire, quando vi incontrate glielo dici, minchia Domenico.--\
CONDEMI: No, lo chiamo e glielo dico subito, che discorsi sono.--\
NUCERA: Ma ormai, minchia, a tipo che te l’ho detto e vai a dirglielo.--\
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NUCERA: Io ieri… mentre parl… mentre parlavamo ieri, hai capito?
CONDEMI: Ma questo è far… è fare politica, se lui vuole fare la politica.--\
NUCERA: Si, ma glielo dici con… con il tempo, non è che ora, ora lui è pure impegnato, glielo dici, gli dici Pino, tu dovevi andare, non sua cugina.-\
CONDEMI: Certo, ora, ora lo chiamo.--\
NUCERA: Ora, dove sei ora?--\
CONDEMI: Ora qua sono, all’officina.--\
NUCERA: E do… dove… io ti ho chiamato per prenderci il caffè.--\
CONDEMI: Eh, e adesso, può darsi che passo, dai.--\
NUCERA: …(inc.)… la macchina e passo un minuto.--\
CONDEMI: Ma ti… ti cammina la macchina?--\
NUCERA: L’ho fatta nuova, non senti?--\
CONDEMI: E allora vieni e ci prendiamo il caffé, perché dopo alle dodici e mezza devo salire questa e mi scogliono pure, non se nemmeno se vado.--\
NUCERA: E ora vengo dai.--\
CONDEMI: Ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Nel corso di questo primo progressivo NUCERA Giuseppe invitava CONDEMI Domenico a
fare passare PLUTINO Domenico presso il BRICO per ringraziare dei voti ricevuti, …(inc.)… Brico…Senti una cosa, ma perché non è andato per dirgli grazie Pino?.
Subito dopo lo stesso, confermando il suo ruolo di fidato consigliere, chiamava il PLUTINO per sollecitare quella visita, rimproverando l’uomo politico di non averla ancora fatta.
Conversazione del 33 Giugno 2011, ore 11:09 progressivo nr. 2281 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 327.5798843 in uso a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Domenico e PLUTINO Giuseppe
PLUTINO: Pronto.--\
CONDEMI: Ma dove sei?--\
PLUTINO: Fuori Reggio.--\
CONDEMI: Ma senti una cosa, lo sai che c’è il funerale della mamma di Angelino ?--\
PLUTINO: Eh si, gli ho già dato le condoglianze per telefono.--\
CONDEMI: Eh, e un altra cosa, mi ha chiamato mio zio.--\
PLUTINO: Eh.--\
CONDEMI: Ma… al …(inc.)… a Lorenzo non sei andato a ringraziarlo ?--\
PLUTINO: E c’è tempo, non scappiamo, qua siamo.--\
CONDEMI: Ah ?--\
PLUTINO: Non scappiamo.--\
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campagna elettorale del CONDEMI Filippo, del LOMBARDO Vincenzo e del ROTTA Vincenzo.
Da notare come, dopo le elezioni, anche il primo si impegnava per apprendere il risultato elettorale
del PLUTINO e veniva contattato dagli elettori per avere notizie sull’esito della consultazione.
Dopo avere esaminato parte delle conversazioni registrate nel corso dei servizi tecnici di
intercettazione telefonica ed ambientale attivati a carico di CONDEMI Domenico, di seguito si riporteranno i contenuti dei dialoghi ritenuti utili ai fini per cui si procede registrati sull’utenza radiomobile in uso a CONDEMI Filippo, LOMBARDO Vincenzo e ROTTA Vincenzo, dal cui contenuto emergerà anche l’impegno profuso da questi ultimi in favore del candidato PLUTINO Giuseppe.
Infatti sull’utenza radiomobile a CONDEMI Filippo erano registrate le seguenti conversazioni:
Conversazione del 27 aprile 2011, ore 17:56 progressivo nr. 1230 Utenza chiamante: 349/5053834 intestata a ESPOSITO Giuseppe Pasquale nato a Reggio
Calabria il 29.03.1959 ivi residente in via Argine destro Calopinace n.64 Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo
Interlocutori: CONDEMI Filippo e ESPOSITO Giuseppe Pasquale
Peppe chiama Filippo gli chiede dove si trovi, Filippo gli risponde di essere là sotto dove si trova il bus, là da Peppe, mentre poco prima si trovava da quell’amico suo che vende le automobili che lo aveva chiamato. Peppe gli chiede come mai sia scomparso per tutto il giorno senza fare una telefonata, FILIPPO gli risponde di essere appena salito da quelli del bus e gli hanno detto che oggi è andato l’architetto ed è tutto a posto domani inizieranno a stampare a patto che quella persona gli porti i soldi, almeno una parte del totale, senza soldi non iniziano le stampe. Peppe commenta le parole di Filippo dicendo che alla fine quello a loro non interessa; alle 17.56.59…--\
FILIPPO: …va bene ora mi sbrigo qua e salgo, raccolgo altri due voti e salgo!-\
PEPPE: E sali che poi ci facciamo una passeggiata per là!--\
FILIPPO: Va bene!--\
PEPPE: Ciao.--\ FILIPPO: Ciao.--\ Fine della conversazione.--\
Alla quale seguiva il giorno dopo il seguente progressivo da cui si apprendeva che CONDEMI
Filippo aveva coinvolto nella campagna elettorale una sua amica di nome Marta che stava dando ottimi risultati.
Conversazione del 28 aprile 2011, ore 21:27 progressivo nr. 1273
Utenza chiamante: 339/5070595 intestata a PIOLI Tatiana nata a Roma il 13.11.1971 ivi residente in via S. Cesano n. 482
Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Interlocutori: CONDEMI Filippo e PIOLI Tatiana
Tatiana telefona a Filippo segue una conversazione di natura varia; alle ore 21.42.34…--\ FILIPPO: …stamattina sono andato…, sopra a chiedergli i voti, quello…uno che è un
amico…, mezzo amico mio … che avevo visto un mese fa, quello lì quando sono andato con la figlia di Giovanni a prenderti il motorino quello che aggiusta gli scooter…--\
TATIANA: Uh!--\
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FILIPPO: …ha detto si passa che lo voto, è una brava persona lo conosco di vista, e io ho detto lascia che passi gli porto queste agende , questi volantini e dice: ”no, sai… sono candida … c’è mio nipote candidato” …, ma come tuo nipote mi hai detto di passare… “e lo so si è candidato mio nipote”, Vabbò gli ho detto lasciamo perdere allora…--\ …FILIPPO cambia discorso dicendo che la persona predetta lo ha informato che a Messina stanno organizzando un grande motor show che si terra nella fiera; alle 21.43.50…--\ FILIPPO: …c’è questo suo nipote candidato! Dico io! Come si può fare? Io stamattina gli
volevo scrivere ad ILENIA, questa qui, tipo come se parlavo…, tipo per chiedergli i voti, ma ho detto ma poi faccio qualche impiccio! Tipo se ci …(inc.)… ci raccoglieva quattro voti.--\
TATIANA: No!--\
FILIPPO: No?--\ TATIANA: Una ragazzina di vent’anni, non è che sà…--\ FILIPPO: E ma questi qua ti raccolgono i voti , però, sai questi qua che hanno i … che
vanno all’università, alle scuole tra le amiche, c’è, amici le cose, che frequentano questi sono una comitiva sai, che non finiscono mai, in un niente ti possono girare dieci voti, vai a trovarli dieci…--\
TATIANA: E allora digli di passare dal negozio che gli devi parlare! Ah! Scusa eh!-\ FILIPPO: E ora parto che scrivo? Poi… se mai poi gli schiacciamo un messaggio tipo…, e
poi gli dico che sono fuori a Roma e poi dopo…se può passare se ci può dare una mano elettorale.--\
TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: No la figlia di GIOVANNI, MARTA! Dice che sta facendo un bel lavoro io l’ho
coinvolta e gli ho detto “ MARTA !”…”ma chi conosco?” come a chi conosci gli ho detto io “vai a scuola conosci cinquantamila persona hai più voti tu di me, io andavo a scuola quelli maggiorenni me li dovevano dare tutti!”…(inc.)… ora con il ragazzo passano ogni tanto, vanno si prendono i volantini e vanno a girare, quell’altra vota comunista… come si chiama…la seconda…--\
TATIANA: GIORGIA!--\
FILIPPO: E GIORGIA l’altra volta avevo detto che aveva scritto a quello lì che frequenta nel, nel…nel negozio del fidanzato di CARLA…--\
TATIANA: Uh!--\
FILIPPO: …è un amico del fidanzato di CARLA d’infanzia, comunista o chi è , non mi ricordo e dice : “ devo votare “ perché lei lavora lì con il cognato e quindi gli ha detto : “dai forza vai che ce la fai!” gli scritto tipo su facebook…--\
…TATIANA interrompe la conversazione dicendo che deve andare a cenare , i due si danno appuntamento per sentirsi dopo cena.--\
Alle 21.46.10 cade la linea.--\
Per come testimoniato dalla seguente conversazione.
Conversazione del 29 Aprile 2011, ore 16:36 progressivo nr. 1296
Utenza chiamante: 342/1655370 intestata ed in uso a RIGGIO Marta Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo
Interlocutori: CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta
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MARTA chiama FILIPPO gli chiede se domani sia al negozio, FILIPPO dice che sta partendo, MARTA chiede se il padre abbia le chiavi FILIPPO dice di si, segue una conversazione di natura varia; alle 16.37.27…--\
FILIPPO: …ma senti ma come voti che state facendo? Marta!--\
MARTA: Qualcuno ad Arangea…--\
FILIPPO: Ma dico li avete raccolti una ventina di voti tu e il tuo ragazzo?--\
MARTA: Si!--\
FILIPPO: Ah?…--\
MARTA: …(inc.)…--\
FILIPPO: …stategli di sopra alle persone, fatti dire, tipo, di darti la sezione, gli devi dire dove glieli hai trovati , tipo, tipo che al candidato gli devi portare le sezioni, hai capito? Così li metti in croce… se no…--\
MARTA: Ma tipo uh… si deve scrivere, si deve scrivere il nome?…--\
FILIPPO: No! Tu, tu…--\
MARTA: …quando si va a votare?--\
FILIPPO: Tu a …(inc.)…--\
MARTA: Quando …(inc.)… deve mettere la croce sul partito?…--\
FILIPPO: E il nome PLUTINO!--\
MARTA: Eh! Ma lo devo scrivere io?--\
FILIPPO: No! Gli …gli dai il fac-simile, non li hai visti i fac-simile in segreteria?--\
MARTA: No!--\
FILIPPO: E passa e prenditi i fac-simile, tu sul partito metti la croce sul partito e scrivi PLUTINO!Accanto al simbolo del, tipo, del PDL.-\
MARTA: Ah!--\
FILIPPO: Prenditi, passa e prenditi i cosi e poi digli a tuo padre che quando ritorna andiamo due giorni là ad accompagnare le sue amiche, hai capito? …(inc.)…Va bene?--\
MARTA: Va bene!--\
FILIPPO: Ok! Grazie!--\
MARTA: Va bene! Ciao!--\
FILIPPO: Ciao grazie! Ciao!--\
Fine della conversazione.--\
Il sopra riportato dialogo intercorso tra CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta nata a Reggio Calabria in data 15.12.1991, ivi residente in via Niccolò Tommaseo n. 23, offriva chiara conferma di quanto affermato nel corso della precedente conversazione, infatti alla ragazza che dal CONDEMI era stata cooptata per la raccolta di voti, Ma dico li avete raccolti una ventina di voti tu e il tuo ragazzo? e catechizzata su come impegnare gli elettori a dare il voto, …stategli di sopra alle persone, fatti dire, tipo, di darti la sezione, gli devi dire dove glieli hai trovati, tipo, tipo che al candidato gli devi portare le sezioni, hai capito? Così li metti in croce…se no…, che chiedeva come in concreto avrebbero dovuto votare, Ma tipo uh… si deve scrivere, si deve scrivere il nome?…
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Quando …(inc.)… deve mettere la croce sul partito?..., CONDEMI Filippo rispondeva, E il nome PLUTINO!, invitandola a passare dalla segreteria a ritirare i fac- simile, E passa e prenditi i fac-simile, tu sul partito metti la croce sul partito e scrivi PLUTINO!Accanto al simbolo del, tipo, del PDL.
Ancora in data 10 maggio era registrata una conversazione dalla quale si aveva ulteriore conferma dell’attività di raccolta di preferenze messa in atto da CONDEMI Filippo.
Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 11:45 progressivo nr. 1995 Utenza chiamante: 338/6589035 intestata a BARBARO GIUSEPPE nato a Reggio Calabria il
23.01.1964 residente via Gagliazzona 10/C Conselice (RA) Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo
Interlocutori: CONDEMI Filippo e BARBARO Giuseppe
FILIPPO: Ehi compare!--\
GIUSEPPE: Compare avevi chiamato?--\
FILIPPO: Si perché mi diceva mio fratello che era passato tuo nipote, tuo cugino oggi a prendersi i bigliettini.--\
GIUSEPPE: Ah!--\
FILIPPO: Per dirtelo che è passato.--\
GIUSEPPE: Quale cugino?--\
FILIPPO: E non ho capito, perché non lo ho visto, non c’ero io sono arrivato dopo, forse era il figlio…, perché dice che siete figli di due fratelli, o non è il figlio di tuo zio Paolo?--\
GIUSEPPE: A può darsi, si, si! Il figlio…(inc.)…Gianni!--\
FILIPPO: …(inc.)… e perché il figlio di tuo zio Paolo penso che lo conosce a mio fratello a MIMMO?--\
GIUSEPPE: Si, si forse è passato il figlio di mio zio GIANNI perché io oggi…, l’altra volta ho chiamato a mio zio GIANNI e mi ha detto:
”guarda ho un impegno!”, mi ha detto!...--\ FILIPPO: Eh!--\ GIUSEPPE: …”con un’altra persona!”, però ha detto: “ la zia vota a uno e io voto a
PINUCCIO!” mi ha detto!--\ FILIPPO: Eh!…(inc.)…--\ GIUSEPPE: …(inc.)… no perché mi ha detto, no, no ti dico quello che mi ha detto mio zio , e se me lo dice
vuol dire che lo fa!--\ FILIPPO: Va bè certo se te lo dice a te che sei suo nipote, non è che lo sta dicendo…--\ GIUSEPPE: Perché poi oltre tutto c’è… la nipote di mio zio la conosce pure PINUCCIO è …Stefania
ARICO’.--\ FILIPPO: La conosce?--\ GIUSEPPE: Si! Che , che là nella segreteria di SCOPELLITI!--\ FILIPPO: …(inc.)…--\ GIUSEPPE: …(inc.)…--\ …FILIPPO interrompe GIUSEPPE e gli chiede quando se ne scenderà giù, GIUSEPPE gli risponde che per fin quando sua moglie non la faranno di ruolo lui non può muoversi, commentano la situazione lavorativa di Giuseppe e poi si salutano; alle 11.47.32 cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\
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Anche CONDEMI Filippo successivamente alle consultazioni elettorali dimostrava tutto il suo interesse verso il risultato ottenuto da PLUTINO Giuseppe.
Una prima conversazione intercorsa con PIOLI Tatiana registrata ad urne appena chiuse esplicitava le aspettative nutrite dal CONDEMI, che sperava addirittura che il suo candidato di riferimento arrivasse primo, pur temendo un risultato inferiore alle attese.
Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 11:45 progressivo nr. 2302 Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo
Utenza chiamata: 339/5070595 intestata a PIOLI Tatiana Interlocutori: CONDEMI Filippo e PIOLI Tatiana
Tatiana telefona a Filippo segue una conversazione di natura varia; alle ore 22.33.55…--\ TATIANA: Ma tu stai andando a dormire?--\ FILIPPO: Io?--\ TATIANA: Eh!--\ FILIPPO: No!--\ TATIANA: Ah! E come mai non vai a dormire?--\ FILIPPO: E coma vado a dormire devo andare a raccogliere ste… sta botta che
prendiamo!--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Qualche dispiacere stasera!--\ TATIANA: …(inc.)…--\ FILIPPO: Sai perché?--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: No! Almeno che non succede una eclisse problemi per entrare non ce ne stanno.--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Bene o male stiamo dentro sicuro, c’è la sicurezza, secondo me è sicuro!\
TATIANA: Uh!--\
FILIPPO: Però il problema qual è? Che noi aspiriamo, nessuno lo dice ma tutti lo pensano, di arrivare primi!--\
TATIANA: Eh?--\ FILIPPO: Tutti…tutti … nessuno lo dice, ma tutti tra di noi c’è quell’aria...-\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: …sentiamo l’odore che siamo i primi!--\ TATIANA: Uh!--\
FILIPPO: Poi dopo sai che succede, in politica, molte volte i conti non quadrano quasi mai, pensi di prendere dieci e ne prendi cinque, pensi di prendere…--\
TATIANA: Cinque e ne prendi dieci!--\ FILIPPO: Quindi con i conti che abbiamo dei voti che dobbiamo avere da qua, di là, quello, quell’altro, tutti quei
movimenti si presume che si arriva a… duemila, pure di più risultano i conti! Siccome poi si deve togliere un buon trenta per cento, vanno a mille e tre, mille e quattro! Ma poi può essere che succede una cosa strana …(inc.)…novecento! Hai capito com’è la politica?--\
TATIANA: …(inc.)…--\ FILIPPO: Non c’è una certezza! C’è ti può ri… ti può riu… ti può tenere tutti i movimenti come sono e…, e ti
prendi quelli che pensi possono tenere al trenta per cento e quindi da duemila ne prendi mille e cinque, possono salire al cinquanta e ne prendi mille! Hai capito? Quindi sono tre opzioni che….non se ne può scartare nessuna….c’è un movimento tra duemila voti! Duemila e cento pure! Un massimo oltre quello no! O quelli… possono uscire quelli, possono uscire mille sette , possono uscire mille e due, possono uscire ottocento! …Però nessuno parla, nessuno chiacchera!--\
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TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: C’è quell’aria, sai? Che …(inc.)…se siamo i primi è un botto!--\
TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Un successo! E’ qualcosa di stratosferico! Se c’era SCOPELLITI non è facile …(inc.)…, uh?
SCOPELLITTI ha schierato tutto, con tutto a tutti dei suoi…, con questo ragazzo, con questo ROMEO! …(inc.)… a duemila e cinque, tremila!--\
TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: C’è, c’è la città intera che gli spinge hai capito? Dottori, avvocati, medici, coordinatori del partito,
deputati, consiglieri regionali …(ride)…assessori, c’è una macchia dietro a questo!--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Però nella vita sai, non si sa mai!…(colpo di tosse)…--\ TATIANA: Infatti!--\ FILIPPO: Comunque!--\ TATIANA: Mah!--\ FILIPPO: …(inc.)… quando sicuro sono al comune è meglio! Perché già unisci i voti e vai, alla provincia hanno
finito alle sette, sette e mezza otto, dice hanno iniziato da poco al comune …(inc.)…--\ TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Uh! Quante persone hanno…(inc.)…--\ TATIANA: …(inc.)…tutti là!--\ FILIPPO: Dice che ci stanno più persone lì che in quelle di Arena! C’è un movimento bestiale a punto ti dico, sono
passato adesso mentre …(inc.)…qui, in alcune segreterie tre o quattro persone!…(colpo di tosse)…, certi stanno…(inc.)… a quelli della provincia …hanno preso duecento cinquanta voti--\
TATIANA: Uh!…--\
…FILIPPO parla di un tale don MIMMO gran parte delle sue parole sono incomprensibili, in seguito i due parlano di alcuni frasi scherzose pronunciate da Don Mimmo; Segue una conversazione di natura varia tra i due; alle 22.45.53 TATIANA dice a FILIPPO che alla provincia loro ormai ce l’hanno fatta, FILIPPO gli risponde che andranno al ballottaggio sicuramente almeno che non succeda qualcosa visto i risultati momentanei degli scrutini; alle 22.46.22… --\
TATIANA: …cinquantasette il comune! Però stanno a dodici scrutinate su duecentodiciassette!--\
FILIPPO: Uh! …(inc.)… la prima era scrutinata alle sei di pomeriggio!--\
TATIANA: Uh!--\ FILIPPO: Ne votano ventiquattro votanti, PODARGONI, dove vota PEPPE, dove votava
PEPPE, abbiamo preso quattordici voti su ventisette, insomma, il quaranta per cento! Uh?…--\
…TATIANA legge a FILIPPO i risultati elettorali non ancora definitivi di Crotone, Cosenza e Catanzaro; FILIPPO racconta di quando SCOPELLITI vinse per la seconda volta l’elezioni da Sindaco evidenziando il numero elevato dei voti ricevuti; i due commentano la situazione elettorale a livello nazionale, parlano delle città di Torino e Bologna; segue una conversazione di natura varia.--\ Alle 23.05.25 cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\
A risultato ormai acquisito CONDEMI Filippo veniva contattato dai vari “elettori” che
chiedevano notizie sull’esito della consultazione. Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 18:52 progressivo nr. 2328 Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo
Utenza chiamata: 338/6589035 intestata a BARBARO Giuseppe Interlocutori: CONDEMI Filippo e BARBARO Giuseppe
PEPPE: Pronto!--\
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FILIPPO: Pronto, Peppe!--\ PEPPE: Allora le abbiamo vinte queste elezioni o no?--\ FILIPPO: Ma si! Diciamo di si!--\ PEPPE: Uh!--\ FILIPPO: …(inc.)…è entrato! Ah?--\ PEPPE: E’ entrato Pinuccio?--\ FILIPPO: Si certo!--\ PEPPE: Uh! Uh!…dimmi?--\ FILIPPO dice a PEPPE di essere in partenza per Roma dove resterà qualche giorno per poi ritornare a Reggio Calabria sabato per la festa di compleanno, i due parlano di come incontrarsi a Roma, infine visto il poco tempo a disposizione per fissare un incontro si accordano per risentirsi nei giorni seguenti.--\ Cade la linea.--\ Fine della conversazione.--\
La stessa sera CONDEMI Filippo effettuava una prima analisi del risultato conseguito nel corso
della seguente conversazione.
Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 22:59 progressivo nr. 2346 Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo
Utenza chiamata: 349/5053834 intestata a ESPOSITO Giuseppe Pasquale Interlocutori: CONDEMI Filippo ed ESPOSITO Giuseppe Pasquale
FILIPPO chiama PEPPE gli dice di essere partito per Roma, seguono commenti vari in merito, FILIPPO dice di essere a Roma per prendere l’automobile e di non sapere se scenderà l’indomani, PEPPE gli risponde che lui l’indomani lo telefonerà che deve incontrarsi con quelle persone, FILIPPO giustifica la sua partenza improvvisa per il fatto di aver trovato un biglietto aereo conveniente; alle 23.02.26…--\
PEPPE: … ti sei visto con PINUCCIO? Ti sei visto? FILIPPO?--\
FILIPPO: Le ho visti un attimo, là così però non abbiamo parlato, forse sesto è ! C’erano differenze di tre, quattro voti!--\
PEPPE: No!…(inc.)… dieci voti!--\ FILIPPO: Per dieci voti ci hanno fregato?…(inc.)…il quinto!--\
PEPPE: Dieci voti! Perché o meno era …(inc.)… la MINASI, BERNA, tutti …questione di sette voti, otto voti, dieci voti, questi sono!--\
FILIPPO: …(inc.)…--\
PEPPE: Eh! FILIPPO però a volte si vince e volte si perde! Bello mio!-\
FILIPPO: Guarda meglio perdere per duecento almeno uno è tranquillo, ma per…--\ PEPPE: Si ma non è il fatto di perdere per duecento, lo sai che cos’è FILIPPO? Onestamente i voti là ci sono
perché mille e duecento preferenze, FILIPPO, non è che sono mille e duecento preferenze del medico del ginecologo o della “coppola del cazzo”, sono tutti sudore!--\
FILIPPO: Sudore sono!--\
PEPPE: E’ sono sudore a tre voti, a due voti, a quattro voti, a cinque voti a sei… sono sudore!…--\
FILIPPO: Noi ci siamo rimasti male!--\
PEPPE: …comunque ha fatto una bella affermazione non per …(inc.)…--\
FILIPPO: Ci siamo rimasti male, che ci siamo rimasti male, però se…se la vediamo con un altro occhio abbiamo fatto un botto! PEPPE!--\
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PEPPE: No, no tutti le persone… i personaggi che erano vicino a PINO PLUTINO erano tutti ragazzi, persone che hanno portato solo i voti della famiglia punto e basta!--\
FILIPPO: Noi siamo partiti…noi, noi rispetto a quelli…--\
PEPPE: Noi! Ti voglio dire ..(inc.)… poi, ognuno come la vede, ah! Perché non c’era non quel compare, ne quel, ne questo e ne quell’altro.--\
FILIPPO: …(inc.)…--\
PEPPE: …(inc.)…FILIPPO! C’è solo, sai chi? Il personaggio con i dieci voti, i cinque voti, i tre voti come a …(inc.)…per dire…--\
FILIPPO: Bravo!..(inc.)…--\
PEPPE: …(inc.)…dice ma chi l’ha votato a …(inc.)…, la mia ragazza, suo fratello e mia suocera! Ecco! Questi sono i personaggi!--\
FILIPPO: Ti voglio dire…--\
PEPPE: Comunque, FILIPPO, ci sentiamo domani! Va bene bello?--\
FILIPPO: …questi voti sono tutti voti, presi, che noi abbiamo contattato tutte le persone c’è gente che prende blocchi di cento voti e conosce una persona, noi li abbiamo presi tutti persona per persona.--\
PEPPE: No! Tutte famiglie, FILIPPO! Che ti devo dire! Ti ha votato per dire, mia moglie , ti ha votato l’amica mia, c’e l’amica mia la compare vicina a me, ti ha votato il compare proprio…le cose strette, va!--\
FILIPPO: Comunque va bene! Comunque…--\ …PEPPE cambia discorso dicendo che lo richiamerà domani mattina per risolvere quella situazione, in seguito parlano di accordi da concludere e di assegni da cambiare, parlano in particolare di un persona da contattare, PEPPE dice che oggi li hanno lasciati stare perché è giusto però se in nottata avessero vinto, stamattina li avrebbe bombardati, FILIPPO gli consiglia di andare a trovarli l’indomani, o di chiamarli e di dirgli se deve mettere in funzione il bus per i ballottaggi, si accordano per risentirsi il giorno dopo.--\
Alle 23.06.44 cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
In data 20 maggio veniva registrato un dialogo intercorso tra CONDEMI Filippo ed
ESPOSITO Giuseppe Pasquale nel corso del quale i due analizzavano i possibili assetti futuri della Giunta Comunale presagendo la nomina ad assessore del PLUTINO, ma soprattutto, come avvenuto nel corso del progressivo nr. 1905 registrato sull’utenza radiomobile in uso a CONDEMI Domenico, in precedenza riportato, certificavano ancora una volta l’insanabile frattura che si era verificata tra PLUTINO Giuseppe ed il consigliere regionale Giovanni NUCERA, PEPPE:E non hai capito?E non abbiamo avuto noi il consigliere regionale con noi! FILIPPO:…(inc.)…di dietro! … PEPPE: Si ma però una cosa …(inc.)… devi partire! Fino ad ieri tuo cugino PINO era sempre dietro a GIOVANNI NUCERA! FILIPPO: Ora siamo soli! PEPPE! Ora…(inc.)…dietro noi. PEPPE:Ora è solo! Eh ! Hai capito!
Oltre all’ulteriore certificazione dell’essersi incrinati i rapporti con il NUCERA, come ben si coglie
dalle frasi appena sopra riportate, appare utile osservare che i commenti dei due interlocuori
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riguardano i possibili assetti della futura giunta, con l’ESPOSITO che comunica al CONDEMI
Filippo che Peppe Scopelliti (il Presidente della Regione), in mattinata, aveva chiamato suo cugino,
ovvero il PLUTINO, prendendolo in giro e dicendo che BERNA gli voleva fregare l’assessorato.
ESPOSITO commentava la telefonata di SCOPELLITI come segno evidente che PINO oramai sia
dentro, provocando la reazione orgogliosa di CONDEMI Filippo, che ribatteva che le elezioni erano
riusciti a vincerle da sole, senza cioè l’appoggio di NUCERA, ciò che veniva conclamato
dall’ESPOSITO poco oltre, peraltro pronosticando la candidatura alla Regione del PLUTINO.
Conversazione del 18 Maggio 2011, ore 14:07 progressivo nr. 2382 Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo
Utenza chiamata: 349/5053834 intestata a ESPOSITO Giuseppe Pasquale Interlocutori: CONDEMI Filippo ed ESPOSITO Giuseppe Pasquale
FILIPPO chiama PEPPE i due si salutano e scherzano; alle 14.07.42…--\
PEPPE: Che c’è bello…FILIPPO…là abbiamo fatto i terzi! Penso!--\
FILIPPO: Che abbiamo fatto?--\ PEPPE: I terzi!--\ FILIPPO: I terzi siamo!--\ PEPPE: Uh!--\ FILIPPO: E come scusa con i risultati che abbiamo noi non siamo neanche…--\ PEPPE: Già siamo arrivati a mille e quarantadue!--\ FILIPPO: Eh! E quella…già c’era la MINASI che era a mille e cinquanta ieri!--\ PEPPE: E va bene! Ma la Minasi è più, ma la Minasi, nei cosi, se guardi sul computer siamo i quarti.--\ FILIPPO: Eh!--\ PEPPE: …ora Peppe SCOPELLITI lo ha chiamato a tuo cugino stamattina e gli ha detto…--\ FILIPPO: Eh!--\ PEPPE: …lo prendeva in giro, no! E gli ha detto: “vedi che BERNA ti vuole fregare
l’assessorato!”--\ FILIPPO: Gli ha detto?--\ PEPPE: Eh! E’ contento PINO dai! E’ “scialato!”--\ FILIPPO: E se siamo terzi noi come glielo prende scusa?--\ PEPPE: No, …perché si combatte tra terzi e quarti!Capisci tu? Gli ho detto…(inc.)…--\ FILIPPO: L’assessorato che aveva PINO o ne vuole un altro?--\
PEPPE: No glielo da un assessorato, poi si vede quale gli darà, non hai capito quello che voglio dire? Ma glielo da!--\
FILIPPO: Glielo da, no?--\ PEPPE: Eh! Come non glielo da! Pure tu! Ma PINO è contento! E’ contento FILIPPO prima di tutto che non
ha …che non c’è stato nessuno che…, diciamo per dire che …(inc.)…--\ …FILIPPO interrompe PEPPE e dice che loro ci sono rimasti male inizialmente ma già nella notte ha capito che alla fine loro hanno fato un botto, visto e considerato che erano soli, PEPPE è d’accordo con FILIPPO e aggiunge che anche il fratello di FILIPPO la notte prima non era in un primo momento contento dell’esito, ma poi hanno riflettuto e hanno capito che comunque era un buon risultato;alle 14.09.08…-\
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PEPPE: ma il discorso di PINO era…, il discorso di PINO è stato questo qua dice: “a me non ci ha aiutato nessuno! Sono voti nostri!”--\
FILIPPO: Noi siamo stati soli! Hai capito?--\
PEPPE: Ecco! Hai capito? Non siamo ne il consigliere facciamo…--\
FILIPPO: …(inc.)…MARINO…--\
PEPPE: …ma pensa tu, che BERNA , sono i voti di NICOLO’!--\
FILIPPO: Eh! Hai capito?--\ PEPPE: E non hai capito?E non abbiamo avuto noi il consigliere regionale con noi!--\ FILIPPO: …(inc.)…di dietro!--\ PEPPE: E allora hai capito, tu? FILIPPO: …(inc.)…SCOPELLITTI che l’ha aiutato!--\ PEPPE: Eh! Pure tu!--\ FILIPPO: Vecchio! Ha imbrogliato tutto il mondo e tutte le cose che ha fatto…c’è, noi eravamo soli!--\ PEPPE: Ma tuo cugino non imbroglia a nessuno, perché tuo cugino fa una politica pulita a…--\ FILIPPO: Perché secondo me, sotto, sotto, lo ha votato anche SARNA…SARRA, secondo me!--\ PEPPE: No, no, no, lascia stare il fatto di SARRA, SARRA ha portato a coso…-\ FILIPPO: …(inc.)…--\ PEPPE: …CHIZZONITI…il vice-presidente del consiglio!--\ FILIPPO: Ma senti ma…--\ PEPPE: FILIPPO vedi che sono rimasti persone grosse fuori!--\ FILIPPO: Eh…, uno come a SIDARI che era, che sono dieci anni che è assessore che ha dato soldi a cane e porci
per fare feste e festini, ed è rimasto a casa!--\ PEPPE: Si …(inc.)…è rimasto fuori, è rimasto SIDARI, è rimasto AGLIANO, è rimasto PEPPE
SERGI , sai quanti soldi ha speso PEPPE SERGI?--\ FILIPPO: Non è entrato PEPPE SERGI?--\ PEPPE: No! Non è entrato è il quinto!--\ FILIPPO: Per davvero non è entrato?--\ PEPPE: Ah per davvero?Si ! Per davvero FILIPPO!…--\ FILIPPO: E ragazzi noi ci lamentiamo…--\ PEPPE: Noi! Noi, FILIPPO che …(inc.)… ci sono stati quando ci siamo visti per mangiare quattro pizze?--
\ FILIPPO: Ma no! Va bene, hai capito? Cioè noi ieri eravamo scontenti perché volevamo fare sempre i primi! Però
…(bestemmia)…che c’è gente che è arrivata…(inc.)…--\ PEPPE: Tu pensa tu, che… dieci anni che sei dietro a tuo cugino FILIPPO, dieci, quindici anni, tuo cugino è
entrato…quando l’hanno fatto assessore è entrato lui! Stavolta è dentro!--\ FILIPPO: Hai capito siamo entrati in un partito dove sono rimasti fuori gli uscenti…--\ PEPPE: Eh…PDL, FILIPPO, noi vedi che qua sono cinque voti, quattro voti, dieci voti di un altro.--\ FILIPPO: Quello ha fatto otto mesi di assessorato bruciato, con la spazzatura in mezzo alla strada…--\ PEPPE: Otto mesi di assessorato con chi? Che BERNA non gli ha fatto fare niente! BERNA…RAFFA!--
\ FILIPPO: …(inc.)… ha avuto qualcosa da amministrare e quindi…(inc.)..--\ PEPPE: No! Niente FILIPPO lui ha fato i suoi voti! Sono tutti voti…due voti, tre voti…--\ …i due continuano commentando il risultato elettorale, FILIPPO dice che secondo lui loro sono stati gli unici in tutto il consiglio comunale a raddoppiare i voti, PEPPE sottolinea la sconfitta di SEBY ROMEO con novecentocinquanta voti, mentre è riuscito ad entrare FALCOMATA’, in seguito parlano dell’ esclusione di POLIMENI; PEPPE racconta che comunque in tanti non erano contenti del risultato avendo come obbiettivo il primo posto , porta l’esempio del padre di FILIPPO che la sera prima era arrabbiatissimo, PEPPE continuando dà importanza alla telefonati di SCOPELLITI come segno evidente che PINO orami sia dentro, FILIPPO ripete che da soli sono riusciti a vincere l’elezioni.--\
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
Alle 14.14.23 PEPPE cambia discorso chiedendo a FILIPPO se abbia sistemato l’automobile, quest’ultimo spiega gli interventi da fare al veicolo; alle 14.14.58…--\
FILIPPO: …hai capito, quindi…quindi ha chiamato SCOPELLITI!--\ PEPPE: Si, si, erano contenti tutti, ma Pino dico…era, era felice!Era, era felicissimo!--\ FILIPPO: E BERNA vuole l’assessorato? Va bene è normale quello spinge, ora lo vuole…(inc.)…--\ PEPPE: Va bene ma FILIPPO, chi vuole e chi non vuole, lascia stare…--\ FILIPPO: Ce ne freghiamo di lui!--\ PEPPE: …renditi conto che quella persona di PEPPE SCOPELLITI non mette le persone a…a MARINO
che è uscito ieri, ha bisogno di gente competitiva che fanno gli assessori…assessori… e PINO ti ha dimost…, e …(inc.)…--\
FILIPPO: …(inc.)…è esperto! Poi gli metti questi cani malati in giro e gli creano …(inc.)…--\ PEPPE: Si ma ti voglio dire, tu devi pensare che PINO…--\ FILIPPO: …(inc.)… un mese!--\ PEPPE: Ma tu devi pensare che tuo cugino PINO in otto mesi ha dimostrato di saper fare l’assessore!--\ …FILIPPO commenta le parole di PEPPE dicendo che se al posto di PINO ci fosse stato ANTONIO CARIDI in quei quattro mesi con tutta quell’emergenze le cose come sarebbero andate a finire, PEPPE lo interrompe dicendo che erano tutti contro compreso RAFFA; alle 14.16.11 …--\
PEPPE: Si ma però una cosa …(inc.)… devi partire! Fino ad ieri tuo cugino PINO era sempre dietro a GIOVANNI NUCERA!--\
FILIPPO: Ora siamo soli! PEPPE! Ora…(inc.)…dietro noi .--\
PEPPE: Ora è solo! Eh ! Hai capito!--\
FILIPPO: Ora, sapendo che sei solo ti vengono, ti avvicinano e ti leccano tutti, e dicono: “ questo ci aiuta a noi , alla Regione!”--\
PEPPE: Eh… alla regione no…si candida lui …(inc.)…i coglioni!--\
FILIPPO: …(inc.)…noi ci portiamo mille voti, però non gliela portata mai nessuno la carretta, vogliono i voti? Vanno e se li trovano! Perché nelle campagne del comune non è mai venuto uno grosso a dirci vi giro trecento voti, hai capito?--\
…PEPPE e FILIPPO commentano l’esito elettorale; Alle 14.2116 FILIPPO chiede se abbia notizia di quello della Provincia, PEPPE dice di averlo telefonato e che si trova a Rizziconi, ma per la serata dovrebbero incontrarsi, FILIPPO dice di non scherzare che quella persona potrebbe aver dato l’assegno a qualcuno e poi non riusciranno a rintracciarlo, FILIPPO chiede a PEPPE di farsi dare i soldi, PEPPE gli risponde di aver chiamato anche MARIO e di avergli detto che loro vogliono chiudere il conto, FILIPPO replica dicendogli che se non vogliono, loro possono ritirare la grafica dall’autobus; Infine parlano di RAFFA e della sua affermazione elettorale.--\
Alle 14.23.29 cade la linea.-\
Infine il 06 giugno era registrata una nuova conversazione intrattenuta con PIOLI Tatiana nel
corso della quale CONDEMI Filippo asseriva di probabili irregolarità nelle operazioni di scrutinio per le quali a suo parere si sarebbe dovuti andare nuovamente alle urne.
Conversazione del 18 Maggio 2011, ore 14:07 progressivo nr. 2382
Utenza chiamante: 339/5070595 intestata a PIOLI Tatiana Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo
Interlocutori: CONDEMI Filippo e PIOLI Tatiana
Tatiana telefona a Filippo segue una conversazione di natura varia; alle ore 22.49.48…--\ TATIANA: …ma che hanno detto lì di tuo cugino? Che gli hanno dato?--\
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
FILIPPO: Ah? Che cosa? No, no niente! Ancora niente! Non…, non è venuto, però ancora non si sa se…(inc.)…è sesto! Hai capito? E’ sesto!…Ventitre voti…dal terzo al sesto ci sono ventitre voti.--\
TATIANA: Pensa te!--\ FILIPPO: Ventitre voti! Un altro, il quinto lo passa per sette voti! La terza è la MINASI, quarta
MARINO, quinto BERNA e sesto lui, tra la MINASI e PINO ci sono trenta voti, ventisette voti! …Ma c’è stato un casino! Ci sono centosettanta sezioni che ci sono voti, più voti che votanti! Dice che hanno fatto un casino, però…--\
TATIANA: Uh!…--\ FILIPPO: …hanno proclamato così per non…. si doveva rivotare, che ne so! Hanno
fatto…, hai visto che la proclamazione è stato l’altro giorno dopo un mese hanno dovuto rifare tutto il controllo delle schede elettorali, al Comune, alla Prefettura, e lo stesso dice che ci sono settemila…voti strani, che ne so che dicono, Comunque! Poi alla fine l’hanno chiuso che nessuno ha fatto ricorso di quelli che hanno perso, …(inc.)…ricorso si deve andare un’altra volta a votare…mah! Ne avevamo mille e cinq…, mille e quarantotto voti di quella sera di notte, ora siamo arrivati a mille e cinquantotto, ci mancavano tre sezioni, tra cui ce ne era una che avevamo più di venti voti! Ci hanno tolto i voti! Hai capito com’è? Era da annullare! Non si capisce quando ci sono questi casini quello che succede perché poi non è che…, ma comunque ormai è andata così…se glielo da è buono per lui, altrimenti è mezzo così… per andare lì a fare il consigliere di destra e dire si o no! ..Che fai? Proposte poche se non c’è un assessorato non può fare niente di utile …uh?--\
TATIANA: Certo!--\
…FILIPPO invita TATIANA chiudere il telefono e di andare a dormire; segue tra i due una conversazione di natura varia.--\ Fine della conversazione.--\
Anche ROTTA era impegnato nella campagna elettorale, come detto in precedenza e come
confermato dalle indicazioni che si traggono dalle conversazioni esposte dalla P. G. in prosieguo.
Impegno che, dal suo punto di vista, aveva una finalità: quella di conseguire un posto di lavoro per
il figlio Domenico, come evidenzia a chiare lettere la conversazione di cui al progressivo n. 191 del
21 aprile 2011 (riportata a ff. 86 – 88 informativa), trovando ulteriore riscontro in quella n. 434 del
6/5/2011, nella quale Vincenzo spiega al figlio quale sia lo scopo dell’impegno, raccogliere quanti
più voti possibile al PLUTINO Perché come consigliere non c’è problema, ma se non sale nei
primi posti per prendere un assessorato, fatti il conto … Con sano realismo, ROTTA Vincenzo
spiega al figlio che deve racimolare quanti più voti possibile in favore del PLUTINO, perché il
problema è che questi deve arrivare tra i primi: in altri termini, deve divenire assessore, perché ciò
garantisce maggiori possibilità di soddisfazione della promessa – evidentemente fatta – di fargli
avere un posto di lavoro (procurabile, questo, ben più facilmente nel momento in cui egli riveste la
carica di assessore). E, infatti, padre e figlio si impegnano per Pino PLUTINO, concludendo con la
conversazione del 17/5/2011, progressivo 580: Il nostro contributo l’abbiamo dato noi, poi se sale
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Analogamente rilevanti ai fini per cui procede apparivano le conversazioni registrate sull’utenza radiomobile in uso a ROTTA Vincenzo, infatti a far data dal 18 aprile si iniziava a comprendere l’impegno dello stesso nella campagna elettorale in corso.
Conversazione del 18 Aprile 2011, ore 12:43 progressivo nr. 138 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo
Utenza chiamata: 328/8555758 intestata a ROTTA Cristina nata a Reggio Calabria il 18.12.1944 Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Cristina (sorella)
Inizialmente la conversazione è di carattere vario Cristina si lamenta delle proprie condizioni di salute del fatto che da alcuni giorni è senza voce, mentre Vincenzo si lamenta per alcuni episodi che si sono verificati del fatto che si è rotto il frigorifero e del fatto che qualcuno gli ha incidentato l’auto mentre era in sosta. Alle ore 12.44.45 la conversazione tra i due diventa utile alle indagini e viene di seguito trascritta in modo integrale…--\
VINCENZO: Questa campagna elettorale che mi rompe i ciglioni pure.--\
CRISTINA: E poi se ne sono andati e non ti hanno detto niente?.--\
VINCENZO: Che hanno detto…alle tre quattro di mattina non lo so.--\
CRISTINA: Sono scappati dico…ecco.--\
VINCENZO: Qualche…qualche vespa di questi della Leonia la notte non lo so,
che cazzo ne so.-\
CRISTINA: Ah… ho capito.--\
VINCENZO: Tutta la fiancata, lo sportello le cose.--\
CRISTINA: Ah…ho capito.--\
VINCENZO: Il frigorifero si è rotto, e lo cacciato fuori.--\
CRISTINA: Umh.--\
VINCENZO: Qua non abbiamo nemmeno occhi per piangere, va a finire che
non posso neanche salire io….--\
CRISTINA …Lo so, lo so.--\
VINCENZO: La campagna elettorale qua in mezzo ai coglioni , devo vedere se posso aiutare a qualcuno affinché mi dia una mano per sistemare Domenico, un bordello.--\
CRISTINA: Eh…ora qua sono sola Patrizia è a casa di Pirri, per mangiare là
VINCENZO: A casa?.--\
CRISTINA Aspetta un minuto.--\
Alle ore 12.45.24 Cristina dice a Enzo di aspettare, dopodiché Cristina si rivolge a persona che si trova con lei le passa il telefono, e gli dice di parlare con lo zio Enzo, successivamente vi è una conversazione di carattere vario tra Vincenzo e donna (nipote), Vincenzo dice che a Pasqua non potrà salire perché ha dei problemi la donna dice che lui non può mai; Alle ore 12.45.50 la conversazione tra i due diventa utile alle indagini e viene di seguito
trascritta in modo integrale…--\
VINCENZO: Mah gioia mia, mi hanno investito la macchina ferma, mi hanno
fatto qualche mille euro.--\
DONNA: Umh…umh.---\
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VINCENZO: La notte nel…nel marciapiede, il frigorifero si è rotto, la
campagna elettorale c’è, devo vedere se posso dare qualche cosa, mi…mi…è disoccupato un bordello c’è.--\
DONNA: Ho capito.--\
VINCENZO: Sta capitando tutto, tutto in questo momento un bordello c’è.--\
DONNA: Ho capito.--\
Poi continua la conversazione di carattere vario , la donna dice che lei non andrà mai a vivere a Reggio, perché a Reggio sfruttano le persone ognuno cerca di sfruttare le persone e poi tutti questi favori che si devono fare, Vincenzo dice che non tutti hanno il cuore nobile come lui che gli ha regalato 750 euro di computer, la donna gli dice che anche lui voleva che gli raccomandassero il figlio per lavorare, Vincenzo sorride poi continua la conversazione familiare. Alle ore 12.52.40, la donna saluta Vincenzo e passa il telefono a persona, la conversazione continua tra Vincenzo e Rocco (nipote) inizialmente di carattere vario poi alle ore 12.53.13. di interesse per le indagini
viene di seguito trascritta in modo integrale…--\
VINCENZO: Il frigorifero si è rotto, la campagna elettorale ci stanno rompendo i coglioni qua, per vedere se posso fare qualcosa per mio figlio, a
quando, a quando mi ero fissato di salire,tutte queste barzellette.-\
ROCCO: Quindi neanche per Pasqua sali zio?.--\
VINCENZO: Eh…ora vediamo come allento vediamo quando posso salire.--\
Poi continua la conversazione di carattere vario, alle ore 12.55.36 Vincenzo parla di nuovo con Cristina conversazione amichevole.--\
Fine della conversazione.--\
Infatti nel corso del progressivo ROTTA Vincenzo nel dialogare dapprima con la sorella e successivamente con i nipoti diceva loro, di avere intenzione di dare una mano a qualche candidato, in modo da ottenere in cambio una sistemazione lavorativa per il figlio, La campagna elettorale qua in mezzo ai coglioni , devo vedere se posso aiutare a qualcuno affinché mi dia una mano per sistemare Domenico, un bordello…La notte nel…nel marciapiede, il frigorifero si è rotto, la campagna elettorale c’è, devo vedere se posso dare qualche cosa, mi…mi…è disoccupato un bordello c’è…Il frigorifero si è rotto, la campagna elettorale ci stanno rompendo i coglioni qua, per vedere se posso fare qualcosa per mio figlio, a quando, a quando mi ero fissato di salire,tutte queste barzellette.
In favore di chi stesse effettuando la campagna elettorale lo si apprendeva da una successiva conversazione.
Conversazione del 21 Aprile 2011, ore 22:42 progressivo nr. 191 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo
Utenza chiamata 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Omissis…
Nel corso del progressivo sopra riportato ROTTA Vincenzo raccomandava al figlio di impegnarsi a recuperare voti in favore di PLUTINO Giuseppe, e sopratutto di fare saper in giro del loro concreto impegno in favore di questi, A te, a chiunque ti chiede, ti chiede… va bene, quando vai in giro Reggio, Reggio e ti chiede qualcuno gli devi dire che glielo fai a Pino… a PLUTINO va bene?... Uhm… gli devi dire mio padre ed io… io… mio padre ed io siamo impegnati con…va bene?
Motivo dell’impegno appariva in particolare la sistemazione lavorativa del figlio, promessa dal
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candidato PLUTINO, Che mi ha detto lui, che da qua ad un altro mese può essere che sia definitiva da Antonio, ha diciotto dipendenti Antonio ah… Va bene? Ha detto che da qua, massimo ad un altro mese, la cosa si deve definire, va bene, che è andato molte volte lui per il fatto dei contributi a Catanzaro… Va bene? E se va bene la situazione là non hai tanti…tanti problemi, al quale tale promessa veniva costantemente rammentata da CONDEMI Domenico (Mico), Lui mi ha detto che da qua ad un altro mese…che tutti i giorni Mico glielo glielo ricorda…
Il successivo 06 maggio a conferma dei reciproci impegni assunti con PLUTINO Giuseppe vi
era il seguente dialogo.
Conversazione del 06 Maggio 2011, ore 21:03 progressivo nr. 432 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo
Utenza chiamata 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Omissis…
Nel corso del progressivo ROTTA Vincenzo chiedeva al figlio di impegnarsi fattivamente a procurare voti per il PLUTINO, …Cerca di darti da fare per trovare un paio di voti per Pinuccio per là, va bene papà?, ed alle difficoltà palesate dal figlio, lo stesso ribadiva la necessità di favorire PLUTINO Giuseppe, Non me ne fotto il macello non macello, quei voti disponibili che ci sono, devono essere per Pino a me ah…ah mi interessano le nostre cose non mi interessano le cose degli altri, va bene?
La stessa sera era registrato un nuovo progressivo ancor più esplicito.
Conversazione del 06 Maggio 2011, ore 23:39 progressivo nr. 434 Utenza chiamante: 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni
Utenza chiamata327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Inizialmente la conversazione di carattere vario, i due parlano di calcio alle ore 23.40.44 la conversazione utile per le indagini viene di seguito integralmente trascritta…--\
VINCENZO: …Hai capito vedi di votare per Pino, che Pino deve arrivare nelle prime posizioni, sennò non prende il coso….
DOMENICO: …Eh…-\
VINCENZO: …A te interessa lui, non ti interessano gli altri che con gli altri non hai dove arrivare.--\
DOMENICO: Di quello che posso, io due voti ho.--\
VINCENZO: No è…è nel tuo interesse.--\
DOMENICO: Che devo fare due voti ho.--\
VINCENZO: Voglio dire io è nel tuo interesse.--\
DOMENICO: Dove glieli prendo…-\
VINCENZO: Perché come consigliere non c’è problema, ma se non sale nei primi posti per prendere un assessorato, fatti il conto.--\
DOMENICO: eh…--\
VINCENZO: …Di quelli che puoi.--\
DOMENICO: Eh…io due sicuri ne ho, il mio e quello di mia madre poi gli altri, si deve vedere se glielo danno se
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VINCENZO: Se dici che gli trovi dieci voti poi sicuro sono…se te lo danno te lo danno.--\
DOMENICO: Uno pensa che te l’ho danno, poi non sai mai quando vanno lì dentro quello che scrivono.--\
VINCENZO: Insomma Riccardo, se dice che te lo da, te lo da, altrimenti ti dice non te lo posso dare!--\
DOMENICO: Si voglio dire certo è normale.--\
VINCENZO: Va bene .--\
DOMENICO: Quello che posso fare faccio.--\
VINCENZO: Diglielo o me lo date o non me lo date senza prendermi in giro.--\
DOMENICO: Ah be…è normale.--\
VINCENZO: Va bene?.--\
DOMENICO: Certo.--\
VINCENZO: Okay.--\
DOMENICO: Ora domenica passo e mi prendo un po’ di cose perché io c’è l’ho quattro o cinque, però sono poche.--\
VINCENZO: Va bene quando sarà me lo dici a me non ci sono problemi , vanno e si prendono.--\
DOMENICO: Si o domani o domenica vediamo come capito per Reggio me li dai.--\
VINCENZO: Va bene.--\
DOMENICO: Io ne ho quattro - cinque, stasera l’ho detto pure a Mimma ma si candida il coso il principale di sua figlia, e giustamente lo deve dare a lui.--\
VINCENZO: Ho capito.--\
DOMENICO: Che devo fare? Qua non è facile trovare un voto sono.--\
VINCENZO: E lo dici a me…ma tu di quello che puoi racimolare racimola, e nel tuo interesse pure non so se ti rendi l’idea.--\
DOMENICO: Eh…lo so.--\
VINCENZO: Quello che puoi quello che riesci mi segui il discorso…non è che noi siamo come quelli che gli ha puntato la pistola in testa alle persone oppure gli facciamo abusi o violenza, se ci vogliono favorire a darci il voto c’è lo danno sempre con gentilezza, educazione e comportamento così funziona per me poi…--\
DOMENICO: Va bene.--\
VINCENZO: Dopodichè poi eh..eh…pare che noi poi gli togliamo l’amicizia, è cosi, uno cerca in qualche modo per grazia ricevuta di ottenere qualcosa, noi andiamo avanti sempre per grazia ricevuta, gli altri che facciano quello che vogliono.--\
DOMENICO: Eh…--\
VINCENZO: …I bastardi sono bastardi e i signori restano sempre signori, che dici tu gioia?.--\
DOMENICO: Certo è normale.--\
VINCENZO: E basta è chiuso, ora coricati e riposati con tua moglie…--\
…A questo punto la conversazione è di carattere vario, prosegue per qualche decina di secondi poi i due si salutano.--\
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Nel corso del progressivo ROTTA Vincenzo ribadiva l’assoluta necessità che PLUTINO
Giuseppe ottenesse un numero considerevole di preferenze che gli avrebbero consentito di ottenere un assessorato, …Hai capito vedi di votare per Pino, che Pino deve arrivare nelle prime posizioni, sennò non prende il coso… Perché come consigliere non c’è problema, ma se non sale nei primi posti per prendere un assessorato, fatti il conto… Ma quello che puoi racimolare racimola Mico…, che qua il problema…che deve essere nelle prime posizioni…Perché eh…è una cosa che arrivi nella prime posizioni a me interessa…Ma quello che puoi racimolare racimola, Pino….eh…Mi…Mico…quello che puoi fare…quello che puoi fare fai, è il problema nostro e di arrivare nei primi, capisci o no?...E lo dici a me…ma tu di quello che puoi racimolare racimola, e nel tuo interesse pure non so se ti rendi l’idea, carica che evidentemente gli avrebbe consentito più facilmente di fornire qualche vantaggio ai ROTTA, Voglio dire io è nel tuo interesse.
Ed a testimoniare il concreto interessamento dei due il giorno successivo,
Conversazione del 07 Maggio 2011, ore 15:16 progressivo nr. 437
Utenza chiamante: 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni Utenza chiamata327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo
Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Domenico chiama Enzo che dice che stamattina è stato ad un funerale e pomeriggio deve andare ad un altro funerale dello zio di Luana.
Vincenzo: …C’era anche Mimmo.--\
Domenico: Eh.--\
Vincenzo: Uhm… lo ho incontrato il paesano tuo, gli abbiamo dato un po’ di tagliandini, ha detto che una volta gli hai mandato i saluti con Mimmo, non c’era lui.--\
Domenico: Si, si.--\
Vincenzo: Che sei salito là sopra, si me lo ha detto.--\
Domenico: E’ bravo, è bravo.--\
Vincenzo: Uhm …è una persona…è una persona perbene.--\
Domenico: Veramente.--\
Vincenzo: Uhm.-\
Domenico: Ha detto vostro figlio un ragazzo d’oro è, ha detto che un giorno gli hai passato i saluti miei ma non c’era.--\
Vincenzo: …(inc.)…un paio di voti e ha detto che c’è li passa.--\
Domenico: Eh va bene.--\
Enzo dice al figlio Domenico di aver incontrato Giuseppe Rotta il quale gli ha detto che la sua ferita sta guarendo.
Fine della conversazione.--\
Impegno proseguito fino alla vigilia delle elezioni per come testimoniato dal seguente dialogo
intercorso tra ROTTA Domenico Giovanni e MARRA Vincenzo Massimiliano.
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Conversazione del 07 Maggio 2011, ore 15:16 progressivo nr. 621 Utenza chiamante: 328/6638227 intestata a ROTTA Domenico Giovanni
Utenza chiamata 349/1379239 intestata a MARRA Vincenzo Massimiliano nato RC il 09/12/1976 ivi residente in via COLLINA DEGLI ANGELI nr. 16 A Interlocutori: ROTTA Domenico Giovanni e MARRA Vincenzo M.
Inizialmente la conversazione è di carattere vario alle ore 21:16:47 inizia ad essere utile per le indagini e viene di seguito integralmente trascritta…--\
ROTTA: …Domani si vota, vedi che dobbiamo appoggiare un amico.--\
UOMO: Come?--\
ROTTA: Domani si vota.--\
UOMO: Eh…--\
ROTTA: Eh, vedi che ti devo dare un bigliettino, a mio cugino.--\
UOMO: Ma per che cosa, Provincia?--\
ROTTA: Al comune!--\
UOMO: Comune?--\
ROTTA: Umh..-\
UOMO: Comune sono carico, e chi è tuo cugino?--\
ROTTA: Pino PLUTINO, quello che era al matrimonio, assessore uscente.--\
UOMO: Eh…va bò, domani vediamo, sono carico però al comune io.--\
ROTTA: Ma al comune buttali al comune, alla Provincia vota a chi cazzo vuoi, a chi lo devi dare a questi “Bambaruni” voti persi, ci vediamo domani pomeriggio dai…verso le sei che fai?--\
UOMO: Io torno per le quattro e mezza cinque domani.--\
ROTTA: Eh…eh ci vediamo verso le sei che io sono a Reggio, alle sei che io sono a Reggio che accompagno a mia moglie dai.--\
UOMO: Va bene.--\
ROTTA: Ci prendiamo un caffè dai.--\
UOMO: Va bene.--\
ROTTA: Va bene, ti chiamo domani verso le sei, le cinque e mezza dai.--\
UOMO: Chiamami…--\
ROTTA: …Okay.--\
UOMO: Che io alle quattro e mezza, cinque, torno.--\
ROTTA: Va bene ciao compare.--\
UOMO: Ciao, ciao, ciao.--\
ROTTA: Ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Anche in data successiva alle consultazioni elettorali erano registrate ulteriori conversazioni che
dimostravano il mantenimento degli impegni assunti con PLUTINO Giuseppe, Il nostro contributo l’abbiamo dato noi , poi se sale sale.
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Domenico: Eh... non ho capito.-- Vincenzo: Poco fa è venuto Angelo con Bruno.-- Domenico: Ah, ho capito.-- Vincenzo: Me l’ha presentato, è venuto qua per dare gli auguri a Pino.-- Domenico: Ah, ho capito, ho capito.-- Vincenzo: Dice che... che hanno parlato con coso e si sono messi d’accordo, così mi diceva,
infatti gli ha detto ad Angelino che il primo sei tu... per il lavoro, hai capito o no? Me l’ha presentato, hai capito, ha detto sai... sai chi è sempre presente qua, Bruno.--
Domenico: Ah, ho capito.-- Vincenzo: Che gli... che pure ha aiutato a Pino gli ha detto.-- Domenico: Eh.-- Vincenzo: Gli ha portato un pò di voti.-- Domenico: Va bene.-- Vincenzo: E ci siamo incontrati qua, mi ha detto che è tutto a posto, d’accordo, e che gli ha
detto ad Angelo che il primo sei tu, hai capito?-- Domenico: Va bene.-- Vincenzo: Per questo ti ho chiamato io, adesso qua del tutto sesto è arrivato, non si capisce
niente con questi voti, le sezioni arrivano, non arrivano, un poco di più, un poco di meno, comunque come consigliere c’è, poi va bene, chi c’è Ciccio?--
Domenico: Si.-- Vincenzo: Salutamelo.-- Domenico: Okay.-- Vincenzo: Ciao.-- Domenico: Ci sentiamo dopo dai.-- Vincenzo: Ciao.-- Fine della conversazione.--
Nel corso del progressivo sopra riportato ROTTA Vincenzo informava il figlio Domenico che
poco prima era andato a fare gli auguri a Pino (PLUTINO) tale Angelo che era in compagnia di un altro uomo di nome Bruno, Poco fa è venuto Angelo con Bruno… Me l’ha presentato, è venuto qua per dare gli auguri a Pino
Nel corso di quell’incontro ROTTA Vincenzo aveva avuto ampie rassicurazioni circa la futura assunzione del figlio, in quanto il suo interlocutore aveva anche aiutato il PLUTINO procurandogli qualche voto, Dice che... che hanno parlato con coso e si sono messi d’accordo, così mi diceva, infatti gli ha detto ad Angelino che il primo sei tu... per il lavoro, hai capito o no? Me l’ha presentato, hai capito, ha detto sai... sai chi è sempre presente qua, Bruno… Che gli... che pure ha aiutato a Pino gli ha detto… Gli ha portato un pò di voti… E ci siamo incontrati qua, mi ha detto che è tutto a posto, d’accordo, e che gli ha detto ad Angelo che il primo sei tu, hai capito?
ROTTA Vincenzo – ultimate le fatiche elettorali – informa il figlio che, poco prima, era andato a
fare gli auguri al PLUTINO un tale Angelo, che era in compagnia di altro uomo, Bruno, e che,
nell’occasione, aveva avuto assicurazioni sulla sua futura assunzione, in quanto il suo interlocutore,
Angelino, che aveva anche aiutato il PLUTINO, procurandogli qualche voto, aveva rassicurato il
ROTTA: mi ha detto che è tutto a posto, d’accordo, e che gli ha detto ad Angelo che il primo sei
tu, hai capito? Insomma, ROTTA aveva ricevuto assicurazioni sul fatto che il figlio sarebbe stato
assunto e le aveva conseguite proprio mentre si trovava presso il PLUTINO (chiaro il riferimento
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Me l’ha presentato, è venuto qua per dare gli auguri a Pino). Di seguito, invece, la conversazione
captata sull’utenza in uso al LOMBARDO Vincenzo, che evidenzia lo stretto legame fra questi, il
CONDEMI ed il PLUTINO.
In maniera del tutto analoga anche nel corso del servizio di intercettazione telefonica attivato sull’utenza radiomobile in uso a LOMBARDO Vincenzo, erano registrate conversazioni utili ai fini per cui si procede, le stesse, avvenute nei giorni a cavallo tra le elezioni e le successive operazioni di scrutinio, dimostravano ancora una volta lo stretto legame esistente tra lo stesso, PLUTINO Giuseppe e CONDEMI Domenico.
In data 16 maggio erano registrate due conversazioni che testimoniavano un litigio avvenuto tra CONDEMI Domenico e DATTILO Giandomenico nato a Reggio Calabria in data 18.09.1975.
Conversazione del 16 Maggio 2011, ore 14:27 progressivo nr. 850
Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 377/2915622 intestata a DATTILO Filiberto Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e DATTILO Filiberto
LOMBARDO: Ei!--\
DATTILO: E nanetto--\
LOMBARDO: Senti una cosa, vedi che ci siamo incontrati, e…, si è incontrato Doddy con Giandomenico…--\
DATTILO: Eh!--\
LOMBARDO: Eh! Sto cazzo di fatto delle votazioni, hanno avuto un poco un battibecco…--\
DATTILO: Perché?--\
LOMBARDO: Perché, perché, Giandomenico gli ha detto…, io pensavo che Giandomenico e…, votava a coso no, poi Giandomenico gli ha detto che gli ha raccolto duecentosettanta (270) voti a PLUTINO, Doddy gli ha detto, come se eravamo all’ospedale che tu ti sei preso l’impegno per PLUTINO, con me, perché di… dice Domenico, gli ha detto all’ospedale e…, per le votazioni sei impegnato e lui gli ha detto no, e questo gliel’ha confermato tuo fratello, poi gli ha detto…--\
DATTILO: Eh!--\
LOMBARDO: … Per il fatto, per il fatto di PLUTINO, gli ha detto si ho parlato con Filiberto gli ha detto Giandomenico, no non ci sono problemi…--\
DATTILO: Eh!--\
LOMBARDO: …Come, gli ha detto, allora sei poco serio gli ha detto Doddy perché a me hai detto così e ora stai uscendo che gli hai raccolto i voti a PLATEROTI, e c’è stato… e hanno avuto un pochettino…, e tuo fratello gli ha detto, no non sbagliamo a parlare…, tipo queste cose qui no…--\
DATTILO: Eh!--\
LOMBARDO: …Te lo sto dicendo, poi gli ha Do…., poi la cosa si è chiusa così voglio dire, non è…, no te lo sto dicendo io, non lo so io come cazzo sono le cose…, perché, perché dice tuo fratello che…, che PLUTINO si era preso l’impegno che lo sistemava al Quiper, è vero questo fatto?--\
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DATTILO: Umh! Guarda che io mi ricordo sinceramente Quiper è la prima volta che lo sento questa parola.--\
LOMBARDO: E pure io, pure io, perché a prescindere del fatto che mi pare strano che si prendeva impegni PLUTINO che sistema a uno...--\
DATTILO: Umh!--\
LOMBARDO: …perché non se l’è preso nemmeno con me mai, comunque io…, il resto, abbiamo chiamato a PLUTINO, gli ha detto PLUTINO non è vero gli ha detto a Giandomenico, gli ha detto allora…, il fatto poi di… che lo sistemava con la cosa delle pulizie, che gliel’hai detto tu…--\
DATTILO: Si, si questo qua, si, si questo qua…--\
LOMBARDO: …Ma è vero questo fatto?
DATTILO: … Si, si, si è vero!--\
LOMBARDO: Ah! E ora glielo dico a Doddy, no per sapere la verità io parlo con te, ma c’eri tu…--\
DATTILO: …(Inc.)…
LOMBARDO: … Te l’ha detto a te PLUTINO?--\
DATTILO: Si, tanto che eravamo andati da un amico suo che praticamente e… ci aveva detto che aveva una ditta in Ospedale, non lo so.--\
LOMBARDO: Ah!--\
DATTILO: Questo diceva.--\
LOMBARDO: E comunque il discorso che gli faceva Doddy, a prescindere di questo discorso qua, tu a me all’ospedale mi hai detto che non ci sono problemi e ora mi dici che gli hai raccolto i voti a PLATEROTI, e hanno avuto un poco un battibecco, ora te lo sto dicendo perché è giusto che tu lo sappia no!
DATTILO: Umh!--\
LOMBARDO: Perché dici…--\
DATTILO: Ma perché, ma perché non ha preso voti Pi…, ne ha preso pochi?--\
LOMBARDO: No, no, perché è uscito tuo fratello e gli ha detto…, diciamo che tuo fratello poteva evitare di dire che gli ha raccolto duecentosettanta (270) voti a PLATEROTI, dice come… a me dici che non ci sono problemi e poi esci che gli fai i voti a PLATEROTI; no ma io sono onesto, lo dico in faccia, lo so però ha sbagliato secondo me tuo fratello a dirglielo, gli poteva fare pure la faccia lavata, non gli puoi dire…, prima gli ha detto non ci sono problemi gli raccolgo i voti e poi gli dici che gli hai raccolto duecentosettanta (270) voti a PLATEROLI.--\
DATTILO: Si, quando hanno un problema vanno da PLATEROTI!--\
LOMBARDO: E ma questo…, no perché poi tuo fratello ha detto a me non mi interessa niente di nessuno qua e la, onestamente io, io non sono entrato in merito perché a tuo fratello quando lo incontro gli dico scusa un attimo gli faccio Giandomenico, tu hai detto che non ti interessa niente di nessuno, se tu hai bisogno di me allora a questo punto a me non interessa, ti rispondo così, io non ho voluto incrementare la cosa perché lo sai, a me non…--\
DATTILO: …(Inc.)… Umh!--\
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LOMBARDO: …Perché tuo fratello a me mi ha detto, io non …--\
DATTILO: Scusa ma pure con me, ma pure con me doveva parlare mio fratello per PLUTINO.--\
LOMBARDO: Eh! E poi ha votato a coso…--\
DATTILO: A casa mia, a casa mia, mio padre, mia madre, mio fratello, avevamo parlato noi…--\
LOMBARDO: Infatti Doddy si è incazzato per questo fatto, dice tu sei libero di fare quello che vuoi però a me hai detto che non ci sono problemi all’ospedale, e sicuramente è vero, gli ha detto…, poi hanno votato cosa…--\
DATTILO: Certo, assolutamente…--\
LOMBARDO: …E…,poi hanno votato la cosa…--\
DATTILO: …E’ pure stupido, ma è pure stupido.--\
LOMBARDO: … No, è pure stupido…--\
DATTILO: …(Inc.)…--\
LOMBARDO: … Poi gli ha detto vuol dire che sei poco serio, gli ha detto Doddy, gli ha detto questo, prende tuo fratello tipo si è incazzato, no no non sbagliare a parlare…, no scusa un attimo gli ha detto Doddy, e… tu mi hai detto che non ci sono problemi che è venuto tuo fratello per le votazioni e tu hai detto che non ci sono problemi e ora mi stai dicendo che gli hai raccolto duecentosettanta (270) voti a PLUTINO! Dice…(Inc.)…--\
DATTILO: Ma che cazzo vuoi fare sempre brutta figura mi fanno fare, che cazzo!--\
LOMBARDO: …No io , io te lo sto dicendo a te perché…--\
DATTILO: Io non ho votato perché ero qua, è inutile che gli dico che ho votato perché…--\
LOMBARDO: …Ma tu, ma io infatti gli ho detto a Doddy, gli ho detto vedi che tuo fratello, che gliel’ha confermato pure…, perché sai che ha fatto tuo fratello, a parte gli ha detto che gli è andato a togliere i voti, lo scemo, che gli ha detto che è andato da Fortunato e gli ha detto uno glielo dai a Pino PLUTINO e uno lo dai a PLATEROTI, ed è andato dai tuoi familiari a togliergli voti, lo sce…, perché non è che si rende conto, e quello si è incazzato giustamente, “puttana pure ci cacci voti” gli ha detto, hai capito!--\
DATTILO: Vabbè questa qua è una ritorsione è questa!--\
LOMBARDO: E’ una?--\
DATTILO: E’ una ritorsione tipo nei miei confronti, perché io gli ho detto di votare a lui.--\
LOMBARDO: Si però voglio dire io…che cazzo glielo dici a…, gliel’ha detto proprio di proposito hai capito, Doddy si è incazzato e gli ho detto io a Doddy, guarda non voglio che arrivate a certe situazioni perché pure per rispetto di …(Inc.)…, si lo so però glielo devo dire che è poco serio mi ha detto.--\
DATTILO: Si ma ha fatto pure bene.--\
LOMBARDO: E…, minchia tuo fratello ha sbagliato a dirgli queste cose, a parte gli ha detto che andava dai tuoi parenti, dove sei andato tu per…per spartire i voti, “puttana ha detto Doddy ci hai tolto anche i voti di tuo fratello”…--\
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LOMBARDO: Cioè…io no, ti ho voluto chiamare per dirti le cose come …, come sono.
DATTILO: Guarda io so…, i miei zii sicuramente hanno votato a Pino PLUTINO, sicuro.--\
LOMBARDO: Ma qualche voto, ma qualche voto, ma non è quello il fatto, però non puoi dire, non gli puoi dire in faccia ai cristiani a crudo così, dai! Pri…,oltre il fatto che gli hai detto prima che non ci sono problemi, e poi, e poi gli ha detto che glieli ha cacciati, e giustamente quello si è incazzato, hai capito!--\
DATTILO: Uh! Uh!--\
LOMBARDO: No, io te lo dico perché è giusto che tu sai prima le cose come sono, proprio la verità, poi se tuo fratello quello che ti dice non lo so…--\
DATTILO: Eh! Eh!--!
LOMBARDO: La verità, c’ero io presente, hai capito?--\
DATTILO: Ho capito, vabò dai!--\
LOMBARDO: Comunque…--\
DATTILO: Umh!--\
LOMBARDO: …Vabò dai ci sentiamo dopo.--\
DATTILO: Devo comb…, e che devo fare, devo combattere con tutti, che ci posso fare io
LOMBARDO: Vabò, ciao ciao.--\
DATTILO: Vabò, ciao.--\
LOMBARDO: Ciao, ciao.--\
…Enzo rivolgendosi a qualcuno che si trova accanto a lui dice: “ha capito tutto”…
Fine della conversazione.--\
Dal contenuto del progressivo sopra riportato si apprendeva di un litigio avvenuto tra
CONDEMI Domenico e DATTILO Giandomenico nato a Reggio Calabria in data 18.09.1975, ivi residente in via Villaggio Arghillà Nord nr. 7 sc 3, fratello dell’interlocutore del LOMBARDO, DATTILO Filiberto nato a Reggio Calabria in data 08.09.1972 ivi residente in contrada Ligoni Pellaro nr. 7.
Tale dissidio aveva avuto la sua genesi nel fatto che il DATTILO Giandomenico, che in origine aveva concordato con CONDEMI Domenico il suo appoggio elettorale per PLUTINO Giuseppe, per sua stessa ammissione non aveva mantenuto gli accordi presi, facendo addirittura campagna elettorale in favore del candidato PLATEROTI, al quale a suo dire era riuscito a procurare 270 voti.
Questo comportamento a dire dello stesso era dovuto ad una promessa fattagli dal PLUTINO che poi non era stata mantenuta, LOMBARDO: …Te lo sto dicendo, poi gli ha Do…., poi la cosa si è chiusa così voglio dire, non è…, no te lo sto dicendo io, non lo so io come cazzo sono le cose…, perché, perché dice tuo fratello che…, che PLUTINO si era preso l’impegno che lo sistemava al Quiper, è vero questo fatto? DATTILO: Umh! Guarda che io mi ricordo sinceramente Quiper è la prima volta che lo sento questa parola. LOMBARDO: E pure io, pure io, perché a prescindere del fatto che mi pare strano che si prendeva impegni PLUTINO che sistema a uno... DATTILO:Umh! LOMBARDO: …perché non se l’è preso nemmeno con me mai, comunque io…, il resto, abbiamo chiamato a PLUTINO, gli ha detto PLUTINO non è vero gli ha detto a Giandomenico, gli ha detto allora…, il fatto poi di… che lo sistemava con la cosa delle pulizie, che gliel’hai detto tu… DATTILO: Si, si questo qua, si, si questo
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qua…LOMBARDO:…Ma è vero questo fatto? DATTILO: … Si, si, si è vero! LOMBARDO:Ah! E ora glielo dico a Doddy, no per sapere la verità io parlo con te, ma c’eri tu… DATTILO: …(Inc.)… LOMBARDO:… Te l’ha detto a te PLUTINO? DATTILO: Si, tanto che eravamo andati da un amico suo che praticamente e… ci aveva detto che aveva una ditta in Ospedale, non lo so. LOMBARDO:Ah! DATTILO:Questo diceva.--\
Il comportamento di DATTILO Giandomenico aveva comunque contrariato sia il LOMBARDO che lo stesso fratello DATTILO Filiberto, che infatti ironicamente affermava che se il fratello avesse avuto qualche problema si sarebbe dovuto rivolgere a PLATEROTI, Si, quando hanno un problema vanno da PLATEROTI!.
Subito dopo LOMBARDO Vincenzo telefonava a CONDEMI Domenico chiedendogli di
recarsi al bar dei fratelli DATTILO.
Conversazione del 16 Maggio 2011, ore 14:37 progressivo nr. 852 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 334/8769451 intestata a CONDEMI Domenico Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e CONDEMI Domenico
LOMBARDO telefona a CONDEMI, nell’attesa che questo risponda si sente dire:” Non volevo che arrivassero alle mani però …(Inc.)…”
LOMBARDO: Oh! Dove sei?--\
CONDEMI: Qua, dove sei tu?--\
LOMBARDO: Io al bar di Filiberto, puoi venire un attimo?--\
CONDEMI: No, non vengo che sono nervoso Enzo, chi c’è Giandomenico, gli devi dire di buttarsi a mare.--\
LOMBARDO: Ma minchia ma sei scemo, non c’è lui.--\
CONDEMI: Eh!--\
LOMBARDO: E…, e siccome ho chiamato a Filiberto e gli ho raccontato tutta la storia…--\
CONDEMI: Lascialo stare non mi interessa guarda, basta, chiudiamo il discorso, non me ne devo prendere di nessuno.--\
LOMBARDO: …Oh! Ma vedi che stai parlando con me, non mi fare girare le scatole.--\
CONDEMI: Ma che ne devo prendere io, che ne ho da prendere, è un cesso diglielo! Devo venire la ad alzargli le mani, meglio che non vengo.-\
LOMBARDO: Non c’è qua lui ah…, io con Domenico sono.--\
CONDEMI: E no, che vengo a fare che dobbiamo scendere qua sotto, ci vediamo qua sotto, un altro poco ci vediamo.--\
LOMBARDO: Ascoltami a me, ho parlato con Filiberto e ha detto che hai fatto bene che gli hai detto in quella maniera perché è giusto…--\
CONDEMI: E’ poco serio ma…--\
LOMBARDO: …(Inc.)…--\
CONDEMI: …Ma me lo deve dire lui, io quello che mi sento di dire al cristiano gli dico.--\
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
LOMBARDO: …No…, perché, perché mi ha detto i fatti, come erano con suo fratello, che suo fratello gli ha detto che non c’erano problemi per PLUTINO…--\
CONDEMI: Me l’ha detto lui a me…--\
LOMBARDO: …Gliel’ha detto a lui.--\
CONDEMI: Me l’ha detto lui a me…--\
LOMBARDO: …Gliel’ha detto pure a lui. Ok, ok, questo va bene, ma glielo ha detto anche a lui--\
CONDEMI: Ma l’ha detto a me, non c’era bisogno che lo diceva a lui, scusa…, a me mi ….--\
LOMBARDO: Si ma ti sto dicendo un’altra cosa…--\
CONDEMI: …”Un poco è pesce, un poco è carne” un cristiano.--\
LOMBARDO: Ora te ne sto dicendo un’altra io…, non solo l’ha detto a te, con me, guarda quando ragioni con me o ragioni…, è inutile che…, che vieni prevenuto , allora non solo te l’ha detto a te, gliel’ha detto pure a Filiberto, ora sai che mi ha detto Filiberto, questo è giusto per farmi un dispetto a me tutti e due fratelli perché sono litigati tra loro…, hai capito, gli ho detto io che non c’è problema, quando hanno bisogno di qualcosa di andare a farsi… da PLATEROTI gli ho detto…, mi ha detto Filiberto…, non vedi mi stanno facendo fare sempre cattive figure i miei fratelli, ti sto dicendo come si è comportando lui, Filiberto, quello che ha detto, perché io subito ho chiamato a lui, vedi che tuo fratello ha sbagliato, ha sbagliato, poi…poi altre…altre cose, ha detto io non mi interesso di nessuno a me interessa solo di PLATEROTI, ha sbagliato pure nei miei riguardi perché io più di una volta l’ho favorito…, ha detto Enzo non vede mi stanno facendo a tipo dispetto a me, mi stanno facendo brutta figu…, mi stanno facendo fare brutta figura, e tu… e che tu hai fatto bene a dirgli in quel modo voglio dire…, mi ha detto, hai capito? Comunque ci vediamo tra poco dai, ciao.--\
CONDEMI: A me, a me, a me lui mi ha detto …(Inc.)…--\
LOMBARDO: No, no, no…--\
CONDEMI: …Lui viene e mi dice a me una cosa, che gli dico che è poco serio, attento… se lo merita.--\
LOMBARDO: No, no, me lo ha detto pure Filiberto, ha detto, ha fatto bene a dirgli in questa maniera perché è poco serio, mi ha fatto fare un'altra cattiva figura, perché pure a lui gli ha detto che…che gli raccoglieva i voti a PLUTINO, pure…(Inc.)…--\
CONDEMI: Ma io non ho capito io… a me ha detto non ci sono problemi, mi ha detto a me.--\
LOMBARDO: Ecco! Ma pure a Filiberto gli ha detto non ci sono problemi glieli raccolgo a PLUTINO, è anche vero il fatto mi diceva Filiberto…, il fatto del…, la…, di… quel coso delle pulizie, comunque ora…, dieci minuti e arrivo, ciao.--\
CONDEMI: Ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Il CONDEMI rifiutava di raggiungere il LOMBARDO, in quanto non aveva intenzione di
incontrare DATTILO Giandomenico.
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LOMBARDO Vincenzo raccontava il contenuto della discussione avuta con DATTILO Filiberto al quale aveva anche detto che se avessero avuto qualche necessità si sarebbero dovuti rivolgere a PLATEROTI e non a PLUTINO, affermazione questa che rendeva evidente come quest’ultimo uomo politico fosse considerato un sicuro punto di riferimento per i protagonisti della presente nota, … hai capito, gli ho detto io che non c’è problema, quando hanno bisogno di qualcosa di andare a farsi… da PLATEROTI gli ho detto…
Le due conversazioni passate in rassegna evidenziano la forte reazione del CONDEMI
rispetto a tale DATTILO Giandomenico, il quale si era impegnato con lui per garantire il suo
appoggio elettorale al PLUTINO ma aveva, invece, votato per PLATEROTI, vantandosi, peraltro,
di avergli raccolto 270 voti.
Ciò in quanto una promessa fatta dal PLUTINO non era stata mantenuta: par di capire che si
trattasse dell’assunzione – non al QUIPER, come in primo momento pareva agli interlocutori ma –
presso una qualche impresa di pulizie (che lo sistemava con la cosa delle pulizie). Il dialogo era,
quindi, riferito da LOMBARDO al CONDEMI, con un commento assai importante, in quanto
emergeva come PLUTINO fosse considerato importante punto di riferimento per i soggetti indagati.
E, infatti, non mancava il contatto diretto tra il LOMBARDO ed il PLUTINO nel corso dello
spoglio delle schede, evidentemente volto ad informarsi sull’ammontare dei voti avuti dal secondo,
che venivano immediatamente comunicati al CALDERAZZO Rosario.
Altro dialogo LOMBARDO – PLUTINO a risultati ufficiali e festeggiamenti in atto.
Il giorno successivo a conferma dello stretto legame esistente tra LOMBARDO Vincenzo e
PLUTINO Giuseppe vi erano i seguenti progressivi. Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 08:44 progressivo nr. 929
Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 328/5318632 intestata a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e PLUTINO Giuseppe
PLUTINO: Bello!--\
LOMBARDO: Pino.--\
PLUTINO: Allora.--\
LOMBARDO: Niente siamo qua, ma che sei secondo?--\
PLUTINO: No…, stiamo vedendo, secondo no, è Daniele, stiamo vedendo com’è la classifica, ora tra poco lo sappiamo..--\
LOMBARDO: Secondo chi è?--\
PLUTINO: Daniele ROMEO.--\
LOMBARDO: Ah!--\
PLUTINO: Umh! Si, ora vediamo.--\
LOMBARDO: Ma primo è Sebi?--\
PLUTINO: Primo è Sebi, secondo Daniele fino a poco fa e terzo io, ora vediamo come si
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PLUTINO: Assai! Più di me…, ha duecento (200) voti di più.--\
LOMBARDO: Puttana!--\
PLUTINO: Vabbò!--\
LOMBARDO: Risulti tu?
PLUTINO: Io sono…, si, sono consigliere eletto, sicuro!--\
LOMBARDO: Ho capito!--\
PLUTINO: Vabbò!--\
LOMBARDO: Vabbò…, ve…, vedi quando io parlo, mille e otto, tre mila, quattro mila.--\
PLUTINO: Ma quale mille e otto…!--\
LOMBARDO: Eh! Eh!--\
PLUTINO: Mille e uno e…, e baciamo a terra.--\
LOMBARDO: Eh!--\
PLUTINO: Hai capito?--\
LOMBARDO: Già le so queste cose io…--\
PLUTINO: Ma figurati io.--\
LOMBARDO: …Non è che non le so.--\
PLUTINO: Vabbò!--\
LOMBARDO: Vabbò dai Pino.--\
PLUTINO: Ci sentiamo dopo, ciao bello.--\
LOMBARDO: Ci sentiamo dopo, ciao, ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Nel corso del progressivo i due commentavano gli esiti del voto e LOMBARDO rammentava al
PLUTINO le sue più prudenti previsioni rispetto a quelle fatte dal suo entourage, Vabbò…, ve…, vedi quando io parlo, mille e otto, tre mila, quattro mila, affermazione questa che era condivisa dal PLUTINO che si diceva comunque soddisfatto del risultato ottenuto, Ma quale mille e otto…!... Mille e uno e… e baciamo a terra.
Analogo contenuto aveva un successivo progressivo.
Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 08:44 progressivo nr. 929 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 328/5318632 intestata a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e PLUTINO Giuseppe
PLUTINO: Enzo!--\
LOMBARDO: Pinuccio, allora!--\
PLUTINO: Bello! No, no io sono dentro, l’unico problema è…, è..., capire la posizione, perché qua siamo in due che oscilliamo tra…, tra terzo e quarto posto, hai capito.--\
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PLUTINO: E beh di fatto può cambiare, non cambia nulla ma può cambiare, nell’assegnazione degli assessorati può cambiare...--\
LOMBARDO: Ho capito.--\
PLUTINO: … Va bene?--\
LOMBARDO: Ma ascolta, aspetta, ma voglio dire ti possono dare un assessorato a te..? no!
PLUTINO: Certo! …(Inc.)…--\
LOMBARDO: Come funzio…--\
PLUTINO: …(Inc.)…--\
LOMBARDO: …Come funziona ai primi tre glieli danno?--\
PLUTINO: Chi arriva prima prende l’assessorato, ma anche…, non è detto questo, no...--\
LOMBARDO: Ah!--\
PLUTINO: …Hai capito?--\
LOMBARDO: Ho capito. Sai che mi devi dire e…, che cosa ha fatto PLATEROTI, una curiosità! --\
PLUTINO: Non lo so, ti dico una bugia.--\
LOMBARDO: Ma si può sapere?
PLUTINO: Si lo possiamo sapere, ma ora non lo so.--\
LOMBARDO: Ah! Poi fammi sapere…--\
PLUTINO: …(Inc.)…--\
LOMBARDO: …Più tardi fammi sapere questa cosa e fammi sapere che hai fatto, mandami un messaggio, mi…, dimmi….--\
PLUTINO: Si…--\
LOMBARDO: … Va bene!--\
PLUTINO: …Certo bello…--\
LOMBARDO: Ciao Pino.--\
PLUTINO: Ciao.--\
LOMBARDO: Ciao, ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Appreso il seppur provvisorio esito degli scrutini, LOMABRDO Vincenzo chiamava subito CALDERAZZO Rosario per informarlo del risultato ottenuto da PLUTINO Giuseppe e dai più noti candidati.
Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 09:53 progressivo nr. 937 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo
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Utenza chiamata: 392/0332446 intestata a CALDERAZZO Rosario Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario
Enzo chiama Rosario per dirgli se è pronto. Rosario dice che sarà pronto per le dieci e mezza perché stava preparando la valigia e che gli sta sistemando la roba Graziella…--\
LOMBARDO: Comunque…, coso ha preso qualche mille (1000) voti, questi.--\
CALDERAZZO: Chi…, Pino?--\
LOMBARDO: Uh! Parlava, lui…, lo storto parlava, due mila, tre mila, ma smettila gli ho detto io, chiacchiere, ha preso primo Sebi VECCHIO intorno a mille e sei…--\
CALDERAZZO: Eh!--\
LOMBARDO: …Secondo Daniele ROMEO…--\
CALDERAZZO: Si!--\
LOMBARDO: … Mille e due e…, lui tra terzo e quarto che combatte con BERNA…--\
CALDERAZZO: Eh!--\
LOMBARDO: … Intorno ai mille…, questi, intorno ai mille…,mille voti. Però…--\
CALDERAZZO: Anzi li ha presi!--\
LOMBARDO: Ah!--\
CALDERAZZO: Li ha presi, ma sale?--\
LOMBARDO: Lui è…, al consiglio sale sicuro, però lui dice che…, ho parlato con Pino, dice è importante se faceva terzo perché è capace che gli danno l’assessorato no.--\
CALDERAZZO: Certo.--\
LOMBARDO: Hai capito!--\
CALDERAZZO: Ma se la…, se la stanno combattendo.--\
LOMBARDO: Stanno combattendo. Di consigliere comunale è consigliere comunale. Perché è successo questo, perché av…, aveva un assessorato che non ha avuto il potere, non avendo il potere…--\
CALDERAZZO: Si.--\
LOMBARDO: …Ci ha rimesso, perché è in perdita per me, e la volta scorsa, è stata una…, una campagna elettorale combattuta al massimo, secondo me è in perdita questa volta, e parlavano tre mila, cinque mila, sette mila, a chiacchiere si fanno i voti.--\
CALDERAZZO: Alla…, alla Melo, alla Melo, Melo così faceva.--\
LOMBARDO: E…, dice…, gli ho detto io, ci giochiamo una scommessa a base di pesce a Taormina, ho detto io, mi gioco che lui non prende nemmeno mille e duecento voti, ma che dici, mi dicevano, ma tu sei scemo, ne prende due mila voti, ha detto, allora ce la giochiamo io da mille e cinque in sopra e tu da mille e cinque in sotto, gli ho detto io te l’ho fottuta la scommessa e infatti gliel’ho fottuta. A me mi dispiace per Pino, però a me il fatto che parla assai (buccazzia) mi girano le scatole, con la sua stupidaggine e la presunzione…, comunque dai.--\
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…Successivamente Enzo dice che non è la coupè di Saro, ma il croupier quello che gira la roulette. Rosario dice che il fatto è vero allora, però non che era da lui perché era da venti giorni che non lavorava, poi continua e dice che è stato Totò, quel ragazzo che era con lui e l’hanno arrestato. Enzo rimane sorpreso ma poi dice che non gliene frega niente e lo saluta.--\
Fine della conversazione.--\
Lo stesso pomeriggio a dimostrazione del grande interesse del LOMBARDO vi era una
ennesima conversazione intercorsa tra questi e PLUTINO Giuseppe che gli confermava il numero di voti ottenuti e lo informava che stavano festeggiando la sua elezione.
Conversazione del 17 Maggio 2011, ore 17:11 progressivo nr. 979 Utenza chiamante: 334/6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Utenza chiamata: 328/5318632 intestata a PLUTINO Giuseppe Interlocutori: LOMBARDO Vincenzo e PLUTINO Giuseppe
LOMBARDO telefona a PLUTINO Giuseppe, nell’attesa che questo risponda si sente dire:” …(Inc.)… ha preso…, è arrivato quarto.”
PLUTINO: Pronto!--\
LOMBARDO: Pino.--\
PLUTINO: Chi è?--\
LOMBARDO: Chi è…, Enzo sono.--\
PLUTINO: Enzo, bello! Tutto a posto.--\
LOMBARDO: Allora?--\
PLUTINO: Tutto a posto.--\
LOMBARDO: E che hai fatto? Apposta ti ho…--\
PLUTINO: Stiamo festeggiando noi!--\
LOMBARDO: … Ma che…, dimmi?--\
PLUTINO: Non sappiamo neanche noi se sono quarto, quinto o sesto, l’importante è che siamo saliti.--\
LOMBARDO: E…, ti danno il consiglio?--\
PLUTINO: Sempre…, tutti consiglieri siamo, poi si vede chi fa l’assessore.--\
LOMBARDO: A…, ho capito, qua.., quarto sei arrivato allora?--\
PLUTINO: Si. --\
LOMBARDO: Ho capito.--\
PLUTINO: Dove sei?--\
LOMBARDO: No, io sono quasi a Roma.--\
PLUTINO: Eh!
LOMBARDO: Aspetta che ti passo…--\
PLUTINO: Col treno sei?--\
LOMBARDO: No, con la macchina, ti passo, ti passo un amico un attimo, aspetta!--\
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
Uomo con Pino PLUTINO gli fa gli auguri e gli chiede se è tutto a posto. PLUTINO lo ringrazia e dice che va tutto bene, anzi benissimo. L’uomo chiede cosa ha fatto Paolo. PLUTINO dice che non lo sa e che ora si informa anche se non crede che sia salito. L’uomo chiede chi è il primo della lista. PLUTINO dice che il primo è stato Sebi VECCHIO. L’uomo chiede se è arrivato a prendere mille (1000) voti e PLUTINO dice di aver preso intorno a mille e cento (1100) voti. L’uomo dice che è un ottimo risultato se consideriamo lo “sfracello che c’è docu”. Pino dice certo e poi i due si salutano.--\
Fine della conversazione.--\
“
Dunque, convenendosi con i commenti del P. M. a f. 95 della richiesta, l’insieme di conversazioni
passate in rassegna, e brevemente commentate, consente di evidenziare una serie di dati che
possono ritenersi pacificamente accertati dal tenore assolutamente chiaro dei dialoghi: - gli odierni
indagati, in primis il CONDEMI Domenico, ma anche il di lui fratello Filippo, LOMBARDO
Vincenzo, ROTTA Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, hanno certamente garantito il loro
appoggio alla candidatura del PLUTINO; - al di là della capillare ricerca del consenso, i quattro,
specie sotto la guida e direzione del CONDEMI Domenico, hanno creato un meccanismo di vero e
prorio controllo del voto, annotando le sezioni elettorali dei vari soggetti che hanno promesso
l’appoggio al fine di verificare poi se questo sia stato concretamente prestato, come, con efficacia,
evidenzia il P. M., che, a tal proposito, richiama le seguenti conversazioni:
Conversazione del 18 Maggio 2011, ore 19:07 progressivo nr. 1772 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 349.8431172 intestata a BORGHETTO Anna nata a Reggio Calabria il 04.10.1965 e in uso a CUZZOLA Natale Interlocutori: CONDEMI Domenico e CUZZOLA Natale
CUZZOLA: Domenico.--\
CONDEMI: Ma in che sezione hai votato tu Natale?--\
CUZZOLA: Nella duecentonove (209).--\
CONDEMI: Ma pure Pippo il porco ha votato la, no? Nella tua?--\
CUZZOLA: Eh, penso di si, perché? Quanti ne sono usciti?--\
CONDEMI: No, non c’è ancora, stiamo controllando.--\
CUZZOLA: Uhm, va bene ciao.--\
CONDEMI: Ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Conversazione del 23 Maggio 2011, ore 21:39 progressivo nr. 1950 Utenza chiamante: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Utenza chiamata: 349.4544523 in uso a QUARTUCCIO Diego nato a Reggio Calabria il 27.03.1980, ivi residente in via Pio XI nr. 34 Interlocutori: CONDEMI Domenico e QUARTUCCIO Diego
CONDEMI: Ohu.--\
QUARTUCCIO: Ma tuo zio Ninì BARA’ dove vo… in quale sezione ha votato?--\
CONDEMI: In nessun posto, non vota lui.--\
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Conversazione del 29 Aprile 2011, ore 16:36 progressivo nr. 1296 Utenza chiamante: 342/1655370 intestata ed in uso a RIGGIO Marta Utenza chiamata: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Interlocutori: CONDEMI Filippo e RIGGIO Marta
MARTA chiama FILIPPO gli chiede se domani sia al negozio, FILIPPO dice che sta partendo, MARTA chiede se il padre abbia le chiavi FILIPPO dice di si, segue una conversazione di natura varia; alle 16.37.27…--\
FILIPPO: …ma senti ma come voti che state facendo? Marta!--\
MARTA: Qualcuno ad Arangea…--\
FILIPPO: Ma dico li avete raccolti una ventina di voti tu e il tuo ragazzo?--\
MARTA: Si!--\
FILIPPO: Ah?…--\
MARTA: …(inc.)…--\
FILIPPO: …stategli di sopra alle persone, fatti dire, tipo, di darti la sezione, gli devi dire dove glieli hai trovati , tipo, tipo che al candidato gli devi portare le sezioni, hai capito? Così li metti in croce… se no…--\
Quindi, il primo meccanismo di controllo della corrispondenza tra elettori che hanno garantito
l’appoggio e voti effettivi è affidato all’individuazione della sezione elettorale presso cui i vari
votanti si recheranno ad esprimere il loro suffragio. In guisa da poter disporre, all’atto dello spoglio,
di una vera e propria mappa del voto che consenta di computare, in relazione a coloro i quali hanno
promesso il voto e che in quella sezione è risaputo esercitino il loro diritto, quanti di essi abbiano
fatto seguito all’impegno: il che si rivela particolarmente utile specie quando si tratti di interi nuclei
familiari che hanno espresso la loro promessa in favore del candidato. E non appare casuale, ad
esempio, che sia richiesto, in una delle conversazioni, in quale sezione abbiano votato quelli del
BRICO, ovvero coloro i quali avevano invocato l’aiuto del PLUTINO, mediato sempre dal
CONDEMI, per liberarsi dalla presenza dei rifiuti che lì abbondavano.
E certamente non erra il requirente quando considera che gli odierni indagati non avevano alcun
ruolo politico formale, mentre potevano certamente ‘appoggiarsi’ direttamente presso la segreteria
del PLUTINO (cfr.progg.1296, 1084, 19, 1575, 1730, 1617, 1296, 54).
Costoro, poi, gravitano in ambienti di criminalità organizzata, alla luce degli elementi emersi sino a
questo punto della trattazione (ci si riferisce, a dichiarazioni di MOIO, vicenda NUCERA,
conversazioni già riportate) e da quelli risultanti a loro carico nell’ambito dell’indagine ‘Crimine’
(vd. oltre).
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Ma il dato saliente è rappresentato dalla circostanza che, dalle conversazioni, emerge con chiarezza
che l’appoggio prestato da costoro al PLUTINO poggia su un rapporto di mutuo scambio: da un
lato l’impegno di CONDEMI e compagni a reperire voti di preferenza, dall’altro l’impegno del
PLUTINO ad adoperarsi per favorire i loro interessi personali, con particolare riferimento al
reperimento di posti di lavoro.
Efficacissimo, poi, il riferimento, esemplificativo, del P. M. alle conversazioni tra ROTTA Vincenzo
e ROTTA Domenico, che conclamano l’oggetto della pattuizione e, che come brevemente annotato
in precedenza, significano come la finalità dell’appoggio prestato non sia quella della mera nomina
a consigliere comunale, ma, piuttosto, ad assessore. Carica, questa, che appare evidentemente di
maggiore interesse, in termini di successive prospettive a beneficio del gruppo di sostenitori.
Peraltro, dalle conversazioni emerge la consapevolezza da parte dello stesso gruppo
dell’importanza e della decisività dell’appoggio prestato, con conseguente necessità di un ritorno in
termini di impegno fattivo da parte del proprio candidato per rispettare le promesse fatte (CONDEMI:
senti una cosa, vedi che a mio cugino lo hanno infalloccato in tutti i posti, i suoi voti non gli sono tenuti, non i
nostri… i cento, i duecento di Ravagnese, i trecento…). Sicchè, ad esempio, si comprende perché
CONDEMI redarguisca il PLUTINO affinché passi da quelli del BRICO per ringraziare.
Che, nella specie, non si trattasse di una mera promessa, destinata a cadere nel dimenticatoio come
sovente accade nell’agone elettorale, è dato provato, con sconvolgente chiarezza dal
comportamento concreto tenuto dal PLUTINO nel corso dell’intera evoluzione della vicenda che
portava all’atto intimidatorio nei confronti dell’on.NUCERA, nonché nel fattivo impegno
dimostrato per l’assunzione di ROTTA Domenico, etc..
Verifica ex post, questa, che, successiva al patto, alla promessa, appare esperita in termini positivi.
Di seguito, secondo lo schema del P. M., si riprende l’esame dell’informativa della Squadra Mobile,
che conclama ulteriori aspetti di penale rilevanza, specie quando si evidenzia come la campagna
elettorale per il PLUTINO fosse stata contrassegnata da metodi evientemente intimidatori,
come l’impedire ad altri candidati l’affissione di manifesti nella zona di competenza del PLUTINO.
Oltremodo significativa, in proposito, la vicenda narrata dalla capolista del P. D., Antonia
LANUCARA, al MANDALARI Carmelo, cui ella confida che: questi del bar non gli hanno fatto
attaccare i manifesti! …gli hanno detto no, qua c’è PLUTINO! E che significa…
“
Dopo avere riportato le conversazioni dal cui tenore emergeva il coinvolgimento di CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo, LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, nella campagna elettorale in favore del candidato PLUTINO Giuseppe, giova qui riferire che il concreto impegno degli stessi che gravitano, anche in considerazione dei pregressi giudiziari e dei
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rapporti di frequentazione intrattenuti, negli ambienti criminali che agiscono all’interno del territorio urbano dei quartieri Modena, San Giorgio e viale Europa e segnatamente nell’alveo della cosca CARIDI, appare utile evidenziare come dal tenore di alcune conversazioni registrate nel corso dei servizi di intercettazione ambientale esperiti da questo Ufficio fosse risultato evidente che l’attività di raccolta delle preferenze in favore del PLUTINO, era stata effettuata anche con metodi intimidatori finalizzati persino ad impedire l’affissione di manifesti elettorali di altri candidati, circostanza questa che emergeva dalle seguenti conversazioni.
Conversazione del 26 Aprile 2011, ore 15:10 progressivo nr. 685 A bordo dell’auto Fiat 500 targata DS*451*RW di MANDALARI Carmelo
Persone presenti MANDALARI Carmelo, LANUCARA Antonia
Veicolo in sosta, a bordo MANDALARI Carmelo, che parla con tale LANUCARA Atonia…--\
LANUCARA: …(Inc.)…--\
MANDALARI: Che si dice?--\
LANUCARA: Si dice che sono la capolista del PD al Comune!--\
MANDALARI: Eh.--\
LANUCARA: …(Inc.)…--\
MANDALARI: Ma vostro figlio forse è, ma vi portate voi?--\
LANUCARA: Si, si, io sono.--\
MANDALARI: Vi portate voi…--\
LANUCARA: Io non sapevo dove trovarvi.--\
MANDALARI: Là dietro abito!--\
LANUCARA: Comunque ora devo portare il bambino dal medico, se poi siete così gentile, se mi suonate e poi…(inc. a causa di voci accavallate)…--\
MANDALARI: Ma più tardi siete a casa?--\
LANUCARA: Verso le tre e mezzo.--\
MANDALARI: Va bene.--\
LANUCARA: Vostra mamma?--\
MANDALARI: Al lavoro.--\
LANUCARA: E lo so, allora guardate, l’unica cosa è questa, se siete impegnato…più amici di prima, se non siete impegnato e mi potete dare qualche voto…
MANDALARI: …abitiamo qua…--\
LANUCARA: Poi guardate c’è un’altra cosa, questi del bar…questi del bar non gli hanno fatto attaccare i manifesti!--\
MANDALARI: A chi?--\
LANUCARA: A quelli che attaccavano i manifesti che…--|
MANDALARI: Eh.--\
LANUCARA: …gli hanno detto no, qua c’è PLUTINO! E che significa…\
MANDALARI: E perché non siete venuta a dirmelo a me?--\
LANUCARA: Ma io vi cercavo, vi cercavo, ora c’è quello che sta attaccando i manifesti…erano due…uno è senza macchina, e, io sto cercando a qualcuno che lo aiuti, ed è Mimmo questo qua sotto che me li attaccava,
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…MANDALARI dopo aver salutato avvia la marcia da solo, rumori e fruscii di sottofondo, successivamente parla al cellulare riferendo all’interlocutore che si trova in Via Lia e sta andando a portargli una multa a tale Pietro NAPPA. Chiude la conversazione e dopo un po’ telefona a un tale Pietro, gli parla della multa che gli hanno fatto, si tratta di un limite di velocità a Brancaleone, l’importo e di quattrocento ottanta euro. Si ferma e scende.--\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Nel corso di questo progressivo MANDALARI Carmelo, incontrava nei pressi della propria
abitazione, …abitiamo qua…, LANUCARA Antonia nata a Reggio Calabria in data 04.10.1941, ivi residente in via Pio XI Diramazione De Domenico nr. 291, candidata (capo lista) al Consiglio Comunale di Reggio Calabria nelle liste del PD, che lo informava di tale circostanza, Si dice che sono la capolista del PD al Comune!, diceva al MANDALARI di averlo cercato, Io non sapevo dove trovarvi, e lo invitava ad andare a trovarla a casa, Comunque ora devo portare il bambino dal medico, se poi siete così gentile, se mi suonate e poi…(inc. a causa di voci accavallate)… Verso le tre e mezzo.
Motivo dell’incontro era sia la richiesta di procacciamento di voti, E lo so, allora guardate, l’unica cosa è questa, se siete impegnato…più amici di prima, se non siete impegnato e mi potete dare qualche voto…, ma soprattutto la necessita della donna di affiggere i suoi manifesti elettorali in quella zona, atteso che ai suoi sostenitori incaricati di svolgere quel compito, era stato impedito dai proprietari o frequentatori di un bar, Poi guardate c’è un’altra cosa, questi del bar…questi del bar non gli hanno fatto attaccare i manifesti! …, che avevano motivato il diniego imposto dicendo che in quella zona era possibile affiggere solamente quelli del candidato PLUTINO, …gli hanno detto no, qua c’è PLUTINO! E che significa…
MANDALARI pertanto chiedeva alla donna perché non si fosse rivolta a lui, E perché non siete venuta a dirmelo a me?, e di conseguenza la stessa gli diceva che lei era in cerca di qualcuno che potesse svolgere quel compito, Ma io vi cercavo, vi cercavo, ora c’è quello che sta attaccando i manifesti…erano due…uno è senza macchina, e, io sto cercando a qualcuno che lo aiuti, ed è Mimmo questo qua sotto che me li attaccava, avete capito, se venite poi ve lo dico.
Il tenore della conversazione non lasciava dubbi quindi sulle modalità mafiose con le quali era effettuata la campagna elettorale in favore del PLUTINO da parte dei suoi sostenitori, infatti significativi in tal senso apparivano gli esiti degli accertamenti esperiti in ordine alla individuazione dei soggetti che avevano impedito l’affissione dei manifesti della LANUCARA, che come si vedrà erano certamente legati a CONDEMI Domenico e di conseguenza al candidato PLUTINO.
Come accennato in premessa l’incontro tra MANDALARI Carmelo e LANUCARA Antonia
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era avvenuto nei pressi dell’abitazione dei due, infatti entrambi sono residenti in via Pio XI Diramazione De Domenico, era infatti il MANDALARI con la sua affermazione, …abitiamo qua…, a dare una prima indicazione del luogo dell’incontro, successivamente certificato anche dal sistema di localizzazione satellitare installato a bordo della sua autovettura oggetto di attenzione investigativa.
… OMISSIS … Un’altra affermazione captata nel corso del dialogo permetteva di comprendere che il bar cui la
donna aveva fatto riferimento era situato nelle vicinanze, questi del bar…questi del bar non gli hanno fatto attaccare i manifesti!, pertanto appariva evidente che l’esercizio pubblico in questione era necessariamente da individuare nell’unico bar esistente nei pressi della via Pio XI Diramazione De Domenico dove i due stavano intrattenendo la conversazione, ovvero il “Bar Settimo Cielo”, sito in via Pio XI nr. 184 (Allegato nr. 08) che dai successivi accertamenti esperiti è risultato essere di proprietà di STELLITANO Antonio nato a Melito Porto Salvo in data 06.02.1980, residente a Reggio Calabria in via Boschicello nr. 16, cognato, per averne spostato la sorella Santina, di quel QUARTUCCIO Diego (nato a Reggio Calabria in data 27.03.1980, ivi residente in via Pio XI diramazione Gullì nr. 34, nipote di QUARTUCCIO Vincenzo (nato a Reggio Calabria in data 02.12.1965, condannato in passato per associazione mafiosa in qualità di esponente della consorteria CARIDI,(Operazione Wood) genero dello storico capo cosca di San Giorgio Pepè CARIDI e pertanto cugino acquisito dei fratelli CARIDI Antonino, Bruno, Santo e Leo, tratto in arresto in data 29.10.2010 in esecuzione dell’OCCC nr. 259/06, 5702/09 RG GIP DDA e nr. 119/09 ROCCC, per il reati di associazione mafiosa (cosca LIBRI CARIDI), estorsione e fittizia intestazione di beni), che nel corso del progressivo nr. 1950 in precedenza riportato, registrato sull’utenza radiomobile in uso a CONDEMI Domenico, veniva da questi contattato per sapere in quale sezione avrebbe votato suo zio RODA’ Antonino inteso “Ninì Barà”, circostanza questa che testimoniava come anche il QUARTUCCIO dovesse essere considerato persona vicina al CONDEMI, per conto del quale era impegnato in favore del PLUTINO.
Altrettanto significativa in ordine al legame esistente tra i “sostenitori” del candidato PLUTINO Giuseppe ed il titolare del Bar Settimo Cielo, STELLITANO Antonio, appariva il fatto che il medesimo, oltre ad essere stato sottoposto a numerosi controlli di polizia mentre si trovava in compagnia del citato QUARTUCCIO Diego, in data 25.01.2010 fosse stato sottoposto a controllo di polizia in questa via Pio XI, mentre si trovava in compagnia di RODA’ Giovanni (RC 01.06.1977), e di CONDEMI Giuseppe nato a Condofuri in data 10.02.1948, padre di CONDEMI Domenico.
I fatti oggetto della sopra riportata conversazione avevano una definitiva conferma in un successivo progressivo registrato a bordo della medesima autovettura.
Conversazione del 28 Aprile 2011, ore 19:30 progressivo nr. 709
A bordo dell’auto Fiat 500 targata DS*451*RW di MANDALARI Carmelo Persone presenti MANDALARI Carmelo e CILIONE Romilda (fidanzata)
Veicolo in movimento, a bordo MANDALARI Carmelo con la fidanzata CILIONE Romilda, musica, inizialmente Carmelo elenca alla ragazza le persone che vanno assieme a loro giorno primo Maggio, poi conversano del tipo di carne che devono farsi cucinare…--\
MANDALARI: …Domani mattina alle cinque vado e gli attacco questi manifesti…--\
CILIONE: …(Inc.)…--\
MANDALARI: …con mio fratello Roberto, e, gli regalo venti euro al ragazzo, certo che vado e glieli attacco ma non con tutti quelli!--\
CILIONE: Ma di chi sono?--\
MANDALARI: Della signora LANUCARA, quella che abita la dietro…quella sotto di Catia…--\
CILIONE: …(Inc.)…--\
MANDALARI: Cinquanta euro, ma cinquanta euro...per i prossimi gli chiede cento, gli ho detto io signora che mi dovete dare…no dice Carmelo che c’entra…--\
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MANDALARI: …no, perché mi aveva chiesto se glieli attaccavo, siccome poi loro a San Giorgio non glieli facevano attaccare…--\
CILIONE: Me l’hai detto!--\
MANDALARI: …eh, gli ho detto datemeli a me che ve li attacco io, per attaccarglieli là, San Giorgio…San Giorgio mi prendevo soldi?…(inc. a causa di interferenze)…--\
CILIONE: Quando vai ora?--\
MANDALARI: Domani mattina presto, alle sei.--\
CILIONE: E la colla chi te la da?--\
MANDALARI: Ce l’ho, l’ho comprata già, le chiedo cinquanta euro, me li deve dare la signora.--\
CILIONE: Certo, pure per la colla, non è che ti sei preso altro.--\
MANDALARI: No, ho comprato la colla…Romi ho comprato la colla, ho comprato il secchio, ho comprato il pennello…--\
CILIONE: Ma non ti sono rimasti soldi puliti!--\
MANDALARI: No, ancora non me li ha dati i soldi, li ho anticipati tutti io, ho comprato tutte queste cose…(inc. a causa di interferenze di linea)…--\
CILIONE: …(Inc. a causa di interferenze di linea)…--\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Il progressivo sopra riportato permetteva quindi di accertare che vi era stato un successivo incontro con la candidata LANUCARA Antonia, nel corso del quale MANDALARI Carmelo aveva assunto l’impegno di affiggere i manifesti elettorali della stessa, il giovane raccontava infatti alla sua fidanzata …Domani mattina alle cinque vado e gli attacco questi manifesti……con mio fratello Roberto, e, gli regalo venti euro al ragazzo, certo che vado e glieli attacco ma non con tutti quelli!... Della signora LANUCARA, quella che abita la dietro…quella sotto di Catia…aggiungendo il motivo per cui era necessario che quel compito lo svolgesse lui, …no, perché mi aveva chiesto se glieli attaccavo, siccome poi loro a San Giorgio non glieli facevano attaccare… ovvero che terze persone, avevano impedito alla donna l’affissione.
Se, dunque, la LANUCARA riesce a fare propaganda in quanto il MANDALARI Carmelo si presta
a tal fine, non passa inosservato il commento del predetto, che chiosa la situazione del quartiere San
Giorgio, quello in cui dominano i CARIDI, come segue:
…no, perché mi aveva chiesto se glieli attaccavo, siccome poi loro a San Giorgio non glieli
facevano attaccare…
Che, ancora una volta, dietro questa manifestazione intimidatoria vi fosse CONDEMI Domenico, lo
si comprende dalla successiva conversazione, in cui il predetto intimava ai suoi uomini di non far
toccare i manifesti da alcuno, essendo quelli gli ultimi giorni di campagna elettorale, reputati
decisivi.
Che tale attività fosse posta in essere da CONDEMI Domenico per mezzo anche dei suoi
accoliti veniva dimostrato dal contenuto di una breve conversazione registrata a bordo dell’autovettura
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Fiat Panda in uso al medesimo. Conversazione del 13 Maggio 2011, ore 19:25 progressivo nr. 54
A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM*804*LN di CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, Giandomenico e uomo non identificati
…Veicolo in movimento, fruscii e rumori dovuti ai finestrini aperti, a bordo CONDEMI Domenico, alle ore 19:31:30 si ferma e chiede a un gruppo di persone se si vedono in segreteria, quindi si avvicina un tale Giandomenico con il quale CONDEMI conversa…--\
DOMENICO: Giandomenico allora?--\
GIANDOMENICO: Tutto apposto.--\
DOMENICO: Vedi quei cosi…che non li tocchi nessuno, perché ora sono gli ultimi giorni, e questi due giorni…--\
…A questo punto della conversazione CONDEMI chiede ad un uomo che è in lontananza che fine ha fatto, quindi gli chiede per i voti e se passa dalla segreteria, poi avvia immediatamente la marcia. Dopo poco si ferma nuovamente e scende.--\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Chiaro appariva in questo caso che l’invito rivolto da CONDEMI Domenico ai suoi
interlocutori, di non far toccare nulla a nessuno avesse ad oggetto proprio i manifesti elettorali, in quanto essendo ormai nelle immediatezze dello svolgimento delle operazioni elettorali era opportuno che i manifesti rimanessero ben visibili e non fossero coperti o staccati da altri, Vedi quei cosi…che non li tocchi nessuno, perché ora sono gli ultimi giorni, e questi due giorni…
Che all’interno del quartiere San Giorgio PLUTINO Giuseppe vantasse “solide” basi elettorali era ulteriormente dimostrato da una successiva conversazione registrata a bordo dell’autovettura Fiat 500 di MANDALARI Carmelo.
Conversazione del 14 Maggio 2011, ore 17:44 progressivo nr. 970 A bordo dell’auto Fiat 500 targata DS*451*RW di MANDALARI Carmelo
Persone presenti MANDALARI Carmelo, CILIONE Romilda e Domenico (Mico) non identificato
Veicolo in movimento, a bordo MANDALARI Carmelo con la fidanzata CILIONE Romilda, alle ore 17:47:15 si fermano e scendono. Alle ore 17:52:52 MANDALARI sale a bordo da solo e riavvia la marcia, telefona a un tale compare Pietro al quale dice che è andato là e gliel’ha pagati, quindi gli chiede di fargliene mandare quindici. Autoradio in funzione, MANDALARI parla al cellulare con un tale Mico, conversazione varia. Alle ore 18:09:22 MANDALARI si ferma e chiede a un tale Giulio di andare con lui, poi chiede a un tale Mico come sono, Mico si avvicina, Carmelo gli chiede come sta andando per FALCOMATA’, Mico gi risponde che sembra sta andando bene e pensa che ce la faccia, quindi chiede a MANDALARI se a San Giorgio gli stanno dando una mano. Carmelo gli risponde che se non se lo giocano a San Giorgio non c’è niente per nessuno, solo per PLUTINO! Poi Carmelo gli chiede se Sebi VECCHIO sale secondo lui, Mico gli risponde che solo con i voti di San Sperato sale, prenderà solo là mille e cento voti, MANDALARI a tal proposito afferma che anche a San Salvatore portano a Sebi VECCHIO. A questo punto MANDALARI Carmelo avvia la marcia e immediatamente dopo si ferma e scende. --\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Nel corso del dialogo sopra riportato MANDALARI Carmelo incontrava un suo amico di nome Mico che gli chiedeva l’andamento della campagna elettorale in ordine alle allora imminenti consultazioni amministrative, quindi chiede a MANDALARI se a San Giorgio gli stanno dando
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una mano ed in tale circostanza lo stesso affermava lapidariamente che a San Giorgio non c’era possibilità alcuna per altri candidati ad eccezione del PLUTINO, Carmelo gli risponde che se non se lo giocano a San Giorgio non c’è niente per nessuno, solo per PLUTINO!
Che il controllo del territorio di competenza da parte della cosca fosse serrato in periodo elettorale
si coglie dalla conversazione che precede, in cui il solito MANDALARI Carmelo ad un tale Mico
che, interrogato dal primo sull’andamento della campagna elettorale del FALCOMATÀ, gli chiede
se a San Giorgio gli stanno dando una mano, risponde, inequivocabilmente, che se non se lo
giocano a San Giorgio non c’è niente per nessuno, solo per PLUTINO!
Espressione, questa, che non ammette lettura alternativa a quella secondo cui è asfissiante il
controllo dell’elettorato del quartiere San Giorgio da parte della cosca CARIDI, ovviamente in
favore del PLUTINO, al di là del quale non c’è niente per nessuno.
Il quartiere – insomma – “risponde”, “deve rispondere” alla chiamata elettorale solo per PLUTINO.
Il quale vanta pure significativi contatti telefonici con ROSMINI Diego, attinto dall’ordinanza
custodiale Alta Tensione, quale esponente della cosca ROSMINI, il cui legame con i CARIDI,
nella spartizione del controllo della parte meridionale della città, è stato sviscerato proprio nel citato
provvedimento custodiale.
Dopo avere riportato i progressivi dal cui tenore era facilmente desumibile con quali metodi
fosse stata effettuata la campagna elettorale in favore di PLUTINO Giuseppe, appare utile precisare che nell’ambito del procedimento penale nr. 259/06 RGNR DDA, ed in particolare nel corso del servizio di intercettazione telefonica dell’utenza radiomobile in uso a ROSMINI Diego nato a Reggio Calabria in data 25.06.1972, ivi residente in via Pio XI nr. 297, esponente di vertice della omonima consorteria attiva nei quartieri Modena San Giorgio Ciccarello, tratto in arresto da questo Ufficio in data 28.10.2010 in esecuzione dell’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nr. 259/06 RGNR DDA, 5792/09 R.GIP. e nr. 119/09 ROCCC, per il reato di associazione mafiosa, erano stati registrati contatti telefonici intercorsi tra il prevenuto e PLUTINO Giuseppe, dei quali si riporta il contenuto riassuntivo, che facevano risaltare come l’uomo politico fosse in rapporti anche con l’esponente di vertice di quella consorteria mafiosa.
(338/6375896) P.P. 1685/07 RGNR DDA Nr. 528/09 RIT Server N°:00000217 MCR00217
Session N°:00000246 ROSMINI Diego
RegistrOra registrazione Durata Tipo Importa Direzion Interlocutore .
Sunto Diego ROSMINI chiama Pino PLUTINO per vedersi domani mattina al negozio.-\
Ancora a rafforzare ulteriormente il radicamento di PLUTINO Giuseppe all’interno del
territorio urbano del quartiere San Giorgio giova qui riferire che questi nel corso dell’ultima campagna elettorale ha stabilito una delle sue segreterie politiche in un edificio sito a Reggio Calabria alla via Pio XI Diramazione Gullì nr. 24, via che ricade all’interno del territorio di influenza delle cosche mafiose ROSMINI e LIBRI CARIDI.
Dopo avere riferito a codesta A.G. dei soggetti che nel corso della compagna elettorale hanno fornito il loro determinate contributo al candidato PLUTINO Giuseppe; delle aspettative palesate da alcuni di questi in ordine al posizionamento di quest’ultimo nella graduatoria degli eletti, interesse chiaramente dettato dalla conseguente possibile assegnazione di un assessorato e delle modalità di esecuzione della campagna elettorale, significativo appare evidenziare l’esito degli accertamenti esperiti da questo Ufficio, in ordine al numero di preferenze raccolte dal candidato PLUTINO Giuseppe nel corso delle ultime consultazioni politiche, accertamento esperito tramite acquisizione dei dati definitivi delle ultime elezioni politiche dal sito della RECASI, società mista appartenente al Comune di Reggio Calabria, che ha curato tale servizio per conto dell’Ente.
Le risultanze di tale approfondimento dimostreranno come il quartiere San Giorgio e zone limitrofe abbiano costituito una vera e propria roccaforte per il candidato PLUTINO Giuseppe.
Infatti l’esito di tale attività ha evidenziato che PLUTINO Giuseppe candidato alla carica di Consigliere Comunale del Comune di Reggio Calabria per la lista nr. 9 PDL ha ottenuto in totale nr. 1058 voti di preferenza.
Lo stesso nelle sezioni nr. 36 Borgata Giardini, nr. 38 Marconi, nr. 40 Rione Ceci, nr. 53 San Giorgio Extra I, nr. 122 Petrillina, nr. 125 Seminario Pontificio, nr. 141 Pio XI, nr. 145 Pio XI Calvario, nr. 186 San Giorgio Extra II e nr. 208 Europa, costituenti il seggio elettorale ubicato presso le Scuole Elementari Ceravolo di viale Europa che per come si evince dalla denominazione delle stesse copre tutta l’area ricadente all’interno dei quartieri comunemente indicati come San Giorgio Boschicello, Rione Marconi e viale Europa sui quali esprimono la loro opprimente egemonia mafiosa le cosche CARIDI e ROSMINI, ha ottenuto un totale di nr. 263 preferenze ovvero ben un quarto dei voti totali ottenuti.
Tale dato appare maggiormente indicativo se rapportato ai risultati ottenuti presso il medesimo seggio elettorale dagli altri consiglieri comunali eletti nella medesima lista (PDL) del PLUTINO e dai primi eletti della lista Scopelliti Presidente.
Al fine di meglio evidenziare quanto sopra espresso si riporta la tabella riassuntiva.
Se dalle conversazioni del MANDALARI Carmelo si era colto come il controllo del territorio di
competenza da parte della cosca fosse ferreo ed univocamente direzionato in favore del PLUTINO,
l’elemento emergente dalle conversazioni intercettate ha ricevuto un significativo momento di
convalida nei dati della competizione elettorale, che evidenziano come – guarda caso – il quartiere
di San Giorgio e le zone ad esso limitrofe abbiano costituito la vera e propria roccaforte del
PLUTINO. Parimenti significativo, nell’ottica investigativa, il numero di voti da costui raccolti
presso le sezioni del plesso scolastico TELESIO di Via Modena o al FERMI, nelle quali esercitano
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Altrettanto significativo appare qui riferire in ordine alle preferenze ottenute dal PLUTINO alle sezioni nr. 54 Modena I, nr. 129 Modena Case Popolari, nr. 138 Modena II, nr. 142 Modena Case UNRRA, nr. 153 Modena Ciccarello e nr. 195 Ciccarello III, costituenti il seggio elettorale ubicato presso il Plesso Scolastico Telesio di via Modena, nonché quelle ottenute alle sezioni nr. 37 Ciccarello I, nr. 161 E. Fermi, nr. 185 Ciccarello II e nr. 217 Ferruccio, costituenti il seggio elettorale ubicato presso l’Istituto Professione Fermi di via Sbarre Superiori Diramazione Laboccetta, costituenti le sezioni dove sono rintracciabili i voti di preferenza espressi dagli appartenenti alla comunità ROM stabilitasi presso le case Popolari di via Ciccarello e presso l’accampamento della Polveriera di via Ciccarello, nelle quali PLUTINO Giuseppe ha ottenuto un totale di nr. 64 preferenze, quindi in linea con la previsione di CONDEMI Domenico circa il minimo di voti da ottenere dai ROM di cui al progressivo nr. 1632 in precedenza riportato. (Allegato nr. 09)
Infatti quest’ultimo nel fare una previsione in ordine alle preferenze da ottenere dai ROM preventivava di ottenerne almeno 40, Almeno dagli zingari dobbiamo prendere una quarantina di voti.
Tale ultima circostanza rappresenta una prima conferma del predominio esercitato dagli appartenenti alla cosca CARIDI, sui membri della criminalità comune che agisce nel quartiere Modena Ciccarello, costituita in larga parte da cittadini di etnia ROM, circostanza questa emersa nel corso dell’espletamento dei servizi di intercettazione telefonica ed ambientale attivati sull’utenza radiomobile ed a bordo dell’autovettura in uso proprio a CONDEMI Domenico, che verrà in dettaglio illustrata nel corso della trattazione dei profili associativi emersi nel corso dell’attività di indagine esperita.
5.2 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO: L’APPOGGIO DEL
CONSIGLIERE COMUNALE GIUSEPPE PLUTINO DOPO LA COMPETIZIONE ELETTORALE.
Se, sinora, si è avuto modo di cogliere i dati indiziari che consentono di ritenere acclarato il
contributo fattivo degli indagati di cui al capo A) in favore del PLUTINO, con la speciale posizione
assunta dal CONDEMI Domenico, la parte della richiesta che, di seguito, si riporta chiarisce, con
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pari efficacia, l’apporto del PLUTINO al fine di soddisfare le pretese dei suoi grandi elettori, primo
tra tutti il citato CONDEMI Domenico.
Così, quindi, il P. M.:
§ - b) L’appoggio del PLUTINO successivo alla competizione elettorale
Nella prima parte della trattazione si è evidenziato come il PLUTINO, a fronte dell’impegno
elettorale prestato in suo favore da parte del CONDEMI, si sia concretamente impegnato nel
soddisfacimento delle pretese di quest’ultimo, tanto da rendersi personalmente responsabile, in
concorso con lo stesso CONDEMI, di un’attività estorsiva ai danni del consigliere regionale
Giovanni NUCERA per garantire un impiego ritenuto soddisfacente a CUZZOLA Maria, nipote di
BORGHETTO Eugenio.
Nel prosieguo, si avrà modo di illustrare il fattivo impegno del PLUTINO a beneficio degli interessi
del gruppo d’appartenenza anche a seguito della competizione elettorale comunale che lo vedeva
eletto in virtù dell’appoggio decisivo dei suoi sodali per come ampiamente illustrato nel precedente
paragrafo.
Si riporta a tal proposito il contenuto di una seconda inf.va della Sq.Mobile del 23.9.11, nella parte
d’interesse:
“ Una prima serie di conversazioni che di seguito verranno riportate oltre ad evidenziare l’esistenza di quel forte vincolo che lega i personaggi oggetto dell’attuale approfondimento investigativo, dimostreranno ulteriormente come PLUTINO Giuseppe, anche in ragione del decisivo apporto ottenuto in occasione delle ultime consultazioni elettorali, costituisca per gli stessi valido punto di riferimento per le risoluzione di varie problematiche. Esplicative in tal senso si dimostrano infatti una serie di conversazioni registrate sull’utenza radiomobile in uso a ROTTA Vincenzo. Infatti questi in data 06 settembre u.s. veniva contattato telefonicamente da CALDERAZZO Rosario.
Conversazione del 06 Settembre 2011, ore 10:02 progressivo nr. 1986 Utenza chiamante: 3920332446 in uso a CALDERAZZO Rosario
Utenza chiamata 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e CALDERAZZO Rosario
ROTTA: Pronto.--\
CALDERAZZO: Compare Vincenzo buongiorno.--\
ROTTA: Ciao.--\
CALDERAZZO: Gliel’avete portate quelle cose?--\
ROTTA: Eh… ancora a casa ce l’ho, in giornata le porto, è urgente?--\
CALDERAZZO: E’ una cosa… siccome avevamo parlato, è una cosa che mi poteva favorire lui, avete capito?--\
ROTTA: E ora, ora …(inc.)… io sono a casa da me che sto aggiustando il pozzetto, come finisco…--\
CALDERAZZO: Fatemi questo favore, va bene? Ciao compare Vincenzo.--\
ROTTA: Male che vada entro… pensi che faccio passare dieci giorni? Va bene?--\
CALDERAZZO: No, io vi ho chiamato, siccome lui mi aveva detto di fargliela avere entro lunedì, avete capito?--\
ROTTA: E va bene, ma entro io… male che vada all’ora di pranzo glielo porto, male che vada.--\
CALDERAZZO: Va bene dai. --\
ROTTA: Va bene?--\
CALDERAZZO: Ci sentiamo dopo, ciao compare Vincenzo vi saluto.--\
ROTTA: Ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Nel corso di questo primo progressivo CALDERAZZO Rosario chiedeva a ROTTA Vincenzo
di consegnare, in giornata qualcosa, Gliel’avete portate quelle cose? che era in suo possesso, Eh… ancora a casa ce l’ho, in giornata le porto, è urgente?, verosimilmente una non meglio indicata documentazione, che doveva essere consegnata ad una terza persona, con la quale il CALDERAZZO aveva già preso accordi e che gli aveva assicurato il proprio appoggio, E’ una cosa… siccome avevamo parlato, è una cosa che mi poteva favorire lui, avete capito?... No, io vi ho chiamato, siccome lui mi aveva detto di fargliela avere entro lunedì, avete capito?,il ROTTA tranquillizzava il suo interlocutore, dicendogli che nel corso della mattinata avrebbe provveduto effettuando la consegna al più tardi all’ora di pranzo, E va bene, ma entro io… male che vada all’ora di pranzo glielo porto, male che vada. Trascorse alcune ore era il ROTTA a chiamare CALDERAZZO Rosario.
Conversazione del 06 Settembre 2011, ore 12:06 progressivo nr. 1988 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo
Utenza chiamata: 3920332446 in uso a CALDERAZZO Rosario Interlocutori: ROTTA Vincenzo e CALDERAZZO Rosario
CALDERAZZO: Pronto.--\
ROTTA: Pronto.--\
CALDERAZZO: Compare Vincenzo, ditemi tutto.--\
ROTTA: Ah, vedi che stamattina lui è impegnato al Comune, va bene? Se riesce a venire a casa per… per l’una e mezza, io vado a casa, perché mi diceva… va bene?--\
CALDERAZZO: Va bene, vi saluto.--\
ROTTA: Io cerco, cerco di trovare il modo per consegnarglielo.--\
CALDERAZZO: Vi saluto, grazie compare Vincenzo.--\
ROTTA: Va bene?--\
CALDERAZZO: Vi saluto, Grazie.--\
ROTTA: Ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Nel corso del dialogo ROTTA Vincenzo informava CALDERAZZO Rosario che la persona che avrebbe dovuto ricevere il materiale quella mattina era impegnato al Comune e che pertanto avrebbe provveduto alla consegna per l’ora di pranzo, Ah, vedi che stamattina lui è
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impegnato al Comune, va bene? Se riesce a venire a casa per… per l’una e mezza, io vado a casa, perché mi diceva… va bene?... Io cerco, cerco di trovare il modo per consegnarglielo. Due successive conversazioni chiarivano chi fosse la persona che aveva promesso il suo appoggio a CALDERAZZO Rosario.
Conversazione del 06 Settembre 2011, ore 14:07 progressivo nr. 1990 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata: 328.5318632 in uso a PLUTINO Giuseppe
Interlocutori: ROTTA Vincenzo e PLUTINO Giuseppe
PLUTINO: Pronto.--\
ROTTA: Pino, Enzo ROTTA sono.--\
PLUTINO: Quanti punti ti hanno dato?--\
ROTTA: Ah undici, a casa sei?--\
PLUTINO: Lo sapevo io, lo sapevo.--\
ROTTA: A casa sei?--\
PLUTINO: Si a casa sono.--\
ROTTA: E va bene, ora vengo.--\
PLUTINO: Ciao, ciao.--\
ROTTA: Ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Infatti nel corso del progressivo sopra riportato registrato alla ore 14,07 ROTTA Vincenzo telefonava a PLUTINO Giuseppe fissando un incontro presso l’abitazione di questi, A casa sei?... E va bene, ora vengo.
Dopo tale incontro lo stesso ROTTA alle 14,44 telefonava a CALDERAZZO Rosario. Conversazione del 06 Settembre 2011, ore 14:44 progressivo nr. 1992
Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Utenza chiamata: 3920332446 in uso a CALDERAZZO Rosario
Interlocutori: ROTTA Vincenzo e CALDERAZZO Rosario
CALDERAZZO: Pronto.--\
ROTTA: Pronto.--\
CALDERAZZO: Compare Vincenzo.--\
ROTTA Ora vengo da casa sua, gliel’ho dato, tutto a posto.--\
CALDERAZZO: Grazie di tutto compare Vincenzo, vi ringrazio.--\
ROTTA: Ma di che cosa, ciao.--\
CALDERAZZO: Vi saluto, grazie.--\
ROTTA: Ciao.--\
Fine della conversazione.--\
Il contenuto del progressivo sopra riportato chiariva con certezza che era PLUTINO Giuseppe
che aveva assicurato a CALDERAZZO Rosario il proprio intervento finalizzato a favorire la
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risoluzione della non meglio indicata problematica di suo interesse, circostanza questa che dimostra ulteriormente come l’uomo politico sia considerato un solido punto di riferimento dagli altri associati.
Il susseguirsi dei dialoghi evidenzia come CALDERAZZO Rosario debba far pervenire della
documentazione ad un terzo, testualmente in quanto “è una cosa che mi poteva favorire”. E, a tal
fine, egli si rivolge a Compare Vincenzo, ovvero il ROTTA, che si impegna a farla giungere al
destinatario, chiaramente identificabile per il PLUTINO. Che, alla fine, riceve il tutto dal ROTTA, il
quale ne dà comunicazione al CALDERAZZO: si conferma, dunque, in una fase successiva alla
competizione elettorale, come il PLUTINO Giuseppe rappresenti punto di riferimento per gli
associati e per le loro esigenze.
E, se si rammenta come le intercettazioni avessero palesato l’impegno del ROTTA e del figlio
Domenico per la ricerca di voti in favore del PLUTINO in quanto era loro aspettativa che questi
provvedesse ad individuare una sistemazione lavorativa per il ROTTA Domenico, le conversazioni
che si passeranno in rassegna fanno ben comprendere come l’uomo politico abbia portato a
compimento il suo impegno in favore dell’associato.
Da sottolineare, ove ancora dovesse reputarsi necessario, che il trait d’union è sempre il CONDEMI
Domenico, il quale passa dal ROTTA, che lo richiama all’osservanza del patto stretto con
PLUTINO: Gli ho detto io, digli a Pino “per quel fatto di mio figlio” gli ho detto io, si, non ti
preoccupare mi ha detto, anzi, l’altra sera mi ha detto che come vede che non mantiene
l’impegno lo prendo a schiaffi mi ha detto, eh, gli ho detto di fare le cose per bene non a schiaffi,
e poi di mandarmi a qualcuno della Leonia per aggiustare là.
Apprezzabile, per inciso, anche la richiesta di mandargli a qualcuno della Leonia per aggiustare là:
insomma l’impiego di personale della Leonia, municipalizzata del Comune di Reggio, per una
qualche esigenza del ROTTA…
Ma analogamente alla vicenda sopra riferita, dal contenuto di ulteriori conversazioni registrate
risulta che PLUTINO Giuseppe, proprio in ragione dell’esistenza del forte vincolo che lo lega agli altri associati e degli impegni assunti in occasione della sua candidatura, è impegnato in prima persona nella ricerca di una occupazione lavorativa per ROTTA Domenico Giovanni nato a Reggio Calabria in data 07.02.1979, figlio di ROTTA Vincenzo.
Già in data 30 luglio u.s. quest’ultimo conversava al telefono con il figlio Domenico in ordine a tale eventualità.
Conversazione del 30 Luglio 2011, ore 20:53 progressivo nr. 1507 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo
Utenza chiamata: 328.6638227 in uso a ROTTA Domenico Giovanni Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Vincenzo telefona al figlio Domenico, inizialmente la conversazione è di tipo familiare.
Vincenzo: …oggi è passato Doddy.--\
Domenico: Eh?--\
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Vincenzo: Mi ha detto, te la sei messa quella cosa, che mi ha portato un… quel coso benedetto di Padre Pio.--\
Domenico: Eh.--\
Vincenzo: …(inc.)… mi ha detto, non parlare con nessuno che sono andato la e che ti ho portato questa cosa a te, gli ho detto io che non me la sono messa ancora perché è tutta nodi, nodi, e la devo sciogliere gli ho detto, ieri sera me l’hai data.--\
Domenico: …(ride)…--\
Vincenzo: Gli ho detto io, digli a Pino “per quel fatto di mio figlio” gli ho detto io, si, non ti preoccupare mi ha detto, anzi, l’altra sera mi ha detto che come vede che non mantiene l’impegno lo prendo a schiaffi mi ha detto, eh, gli ho detto di fare le cose per bene non a schiaffi, e poi di mandarmi a qualcuno della Leonia per aggiustare là.--\
Domenico: Ho capito.--\
Vincenzo: Va bene mi ha detto, hai capito?--\
Domenico: Va bene, e dai ci sentiamo più tardi.--\
Vincenzo: Ma vediamo che facciamo con Pino, prima che io parlo con Mimmo, che facciamo poi brutte figure?--\
Domenico: Va bene.--\
Vincenzo: Che dici tu?--\
Domenico: Speriamo.--\
Vincenzo: Va bene? Vediamo cosa ci dice adesso.--\
Domenico: Eh, va bene aspettiamo un altro po’.--\
Vincenzo: Tanto, due o tre giorni che cazzo cambia.--\
Domenico: No, non cambia niente.--\
Enzo saluta il figlio, gli dice che adesso andrà da Angelo, quando torna darà un po’ di cioccolata al cane.
Fine della conversazione.--\
Nel corso del progressivo ROTTA Vincenzo informava il figlio di avere incontrato Doddy (CONDEMI Domenico) e di avergli raccomandato di ricordare a Pino (PLUTINO) “il fatto di suo figlio”, Gli ho detto io, digli a Pino “per quel fatto di mio figlio” gli ho detto io, sollecitazione che era stata recepita dal CONDEMI che lo aveva tranquillizzato, si, non ti preoccupare mi ha detto, anzi, l’altra sera mi ha detto che come vede che non mantiene l’impegno lo prendo a schiaffi mi ha detto.
A distanza di pochi giorni era registrata un’altra conversazione di particolare interesse il cui tenore dimostrava come il PLUTINO, anche su sollecitazione di CONDEMI Domenico, si stesse adoperando per la sistemazione lavorativa di ROTTA Domenico Giovanni.
Conversazione del 04 Agosto 2011, ore 14:55 progressivo nr. 1559 Utenza chiamante: 328.6638227 in uso a ROTTA Domenico Giovanni
Utenza chiamata: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Domenico: Pronto?--\
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Domenico: Mi ha detto che… se sono interessato a un posto di lavoro a Rogliano, vicino Cosenza.--\
Vincenzo: E per fare che?--\
Domenico: Che ne so, dove ci sono gli extracomunitari, boh.--\
Vincenzo: Ma per fare che cosa, scusa.--\
Domenico: Non lo so, nei centri di prima accoglienza, dove ci sono gli extracomunitari, dove sbarcano gli immigrati penso, no.--\
Vincenzo: Ma devi dirgli che non puoi andare, dove cazzo devi andare.--\
Domenico: Mi ha detto, fammi sapere entro stasera alla sei, ma io… come faccio ad andarmene a Cosenza, boh.--\
Vincenzo: Ma come che cosa, come fisioterapista?--\
Domenico: No, no, nei centri… tipo di prima accoglienza, non so che fanno però.--\
Vincenzo: Ma cammina, la con quei quattro pazzi, per prenderti qualche coltellata, ma questo è ammalato, questo non si rende conto, ma per favore, devi dirgli non… che non puoi, io ho già mia moglie lontano, me ne vado lontano io.--\
Domenico: Eh.--\
Vincenzo: Io solo per Reggio devi dirgli, se trovo un lavoro, chiedigli quando ti chiama, ma con Antonio non hai parlato? Diglielo, devi dirgli ma la da Antonio che… come mi avevi promesso, non hai parlato? Ma dove devi andare Domenico la…(inc.)…--\
Domenico: No, ma io non gli ho detto no, perché volevo telefonarti a te, hai capito?--\
Vincenzo: Ma per qualche sei, settecento euro, non crederti.--\
Domenico: No, ha detto che lo stipendio era buono, però è lontano.--\
Vincenzo: Ma per …(inc.)… a Rogliano tu?--\
Domenico: Come fai… che faccio, non posso…--\
Vincenzo: Rogliano è sopra… sopra Cosenza cosa la, ma per favore, ci vogliono due ore per arrivare, con la strada libera.--\
Domenico: No, non vado, no di andare non andavo, non gli ho detto no perché…(inc.)…--\
Vincenzo: Devi dirgli, guarda, io a Reggio lo… lo devo trovare il posto di lavoro, perché non mi posso muovere, perché ho troppi impegni, già ho mia moglie che è fuori casa, qua va a finire che io… dobbiamo dare un nipotino ai miei genitori, cosi in questo modo che mi sono sposato a fare, devi dirgli ma… poi parli, devi dirgli, ma… con Antonio non hai parlato, che mi avevi, mi avevi, mi avevi promesso che mi prendeva lui, digli in questo modo.--\
Domenico: Va bene.--\
Vincenzo: Va bene? Trovagli una scusa elegantemente, devi dirgli… devi digli, già ho mia moglie a Catania, eh… i miei genitori dov’è che non so… mio padre è ammalato, se lo perdo o non lo perdo, lo posso vedere per dargli un nipotino, mia madre ha una certa età e non sta bene con la salute, devi dirgli, devi dirgli che tua
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madre è sola e non la puoi lasciare, devi dirgli, mia mamma è sola non la posso lasciare.--\
Domenico: Va bene.--\
Vincenzo: Io devo trovare, io devo trovare urgente, urgente, urgente il lavoro a Reggio, mi segui?--\
Domenico: Va bene.--\
Vincenzo: …(inc.)… con Antonio non avevi parlato e mi avevi promesso che io andavo a lavorare la, digli cosi.--\
Domenico: Va bene.--\
Vincenzo: Risoluto, non ti preoccupare, il Doddy ha detto che come lo vede ha detto che lo prende a schiaffi che gli ha promesso il posto la da Antonio, digli la cosa per bene, no, nel senso…--\
Domenico: Si, si, no…(inc.)…--\
Vincenzo: …(inc.)… tutto elegantemente, che tua mamma è sola, già fai sacrifici che hai… che vedi una volta a settimana tua moglie, io ho urgente bisogno devi dirgli, di trovare il posto di lavoro a Reggio, io vivo con mia mamma che è da sola, e mia mamma non è di buona salute devi dirgli, soffre di ernia al disco, non si può muovere, eh, mi segui nel discorso?--\
La conversazione tra padre e figlio prosegue con Enzo che spiega al figlio i problemi della madre che dovrà dire a Pino quando lo rivedrà.
Vincenzo: … io speravo che tu mi facevi lavorare da Antonio devi dirgli, come mi avevi detto, come mi avevi promesso…--\
Enzo dice al figlio che deve spiegare bene a Pino la situazione familiare che ha.
Vincenzo: … ma dove devi andare, tu devi trovare il lavoro a un metro da casa, che vadano a cagare il primo di lui, cerca di nascondersi dietro il dito lui, perché si vede che Doddy l’ha cazziato e adesso cerca di darsi da fare, altrimenti come “nesciva e chiari”, mi segui il discorso?--\
Domenico: Eh.--\
Vincenzo: Devi dirgli, io speravo che tu mi sistemassi da Antonio, devi dirgli, come mi avevi detto, va bene?--\
Domenico: Va bene.--\
Vincenzo: Tutto riso… tutto risoluto devi dirgli, io speravo che tu mi sistemassi da Antonio come mi avevi detto.--\
Domenico: Ora gi chiamo dai.--\
Vincenzo: Va bene? Chiamalo, se ti ha detto alle sei, chiamalo alle sei.--\
Continuando concordano a che ora chiamare Pino, Vincenzo ripete che deve dire che la madre sta poco bene di salute e non è andato a Catania dalla moglie a lavorare per questi problemi, dopo che Domenico chiamerà Pino si risentiranno, seguono saluti finali.
Fine della conversazione.--\
Infatti ROTTA Domenico telefonava al padre informandolo che poco prima lo aveva chiamato
PLUTINO Giuseppe, Mi ha telefonato Pino… Pinuccio… Pino PLUTINO, che gli aveva offerto la possibilità di essere assunto in un centro di accoglienza per extracomunitari a Rogliano in provincia di Cosenza, Mi ha detto che… se sono interessato a un posto di lavoro a Rogliano, vicino Cosenza… Non lo so, nei centri di prima accoglienza, dove ci sono gli extracomunitari, dove sbarcano gli immigrati penso, no, offerta che però non era gradita ai due ed infatti ROTTA Vincenzo invitava il figlio a rifiutare quella offerta ed a ricordare al PLUTINO una promessa fatta in
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precedenza, in relazione ad una sua assunzione presso tale Antonio, suggerendogli inoltre quello che avrebbe dovuto riferire al PLUTINO, Io solo per Reggio devi dirgli, se trovo un lavoro, chiedigli quando ti chiama, ma con Antonio non hai parlato? Diglielo, devi dirgli ma la da Antonio che… come mi avevi promesso, non hai parlato? Ma dove devi andare Domenico la…(inc.)… Devi dirgli, guarda, io a Reggio lo… lo devo trovare il posto di lavoro, perché non mi posso muovere, perché ho troppi impegni, già ho mia moglie che è fuori casa, qua va a finire che io… dobbiamo dare un nipotino ai miei genitori, cosi in questo modo che mi sono sposato a fare, devi dirgli ma… poi parli, devi dirgli, ma… con Antonio non hai parlato, che mi avevi, mi avevi, mi avevi promesso che mi prendeva lui, digli in questo modo… Io devo trovare, io devo trovare urgente, urgente, urgente il lavoro a Reggio, mi segui?... …(inc.)… con Antonio non avevi parlato e mi avevi promesso che io andavo a lavorare la, digli cosi.
Nel prosieguo del dialogo ROTTA Vincenzo invitava il figlio a discutere con il PLUTINO con piglio deciso, in quanto godevano dell’appoggio di Doddy, (CONDEMI Domenico), Risoluto, non ti preoccupare, il Doddy ha detto che come lo vede ha detto che lo prende a schiaffi che gli ha promesso il posto la da Antonio, digli la cosa per bene, no, nel senso… io speravo che tu mi facevi lavorare da Antonio devi dirgli, come mi avevi detto, come mi avevi promesso…
Infine i due interlocutori immaginavano che quest’ultima offerta di lavoro potesse essere dettata anche dalle sollecitazioni del CONDEMI, … ma dove devi andare, tu devi trovare il lavoro a un metro da casa, che vadano a cagare il primo di lui, cerca di nascondersi dietro il dito lui, perché si vede che Doddy l’ha cazziato e adesso cerca di darsi da fare, altrimenti come “nesciva e chiani”, mi segui il discorso?
A distanza di pochi minuti ROTTA Domenico telefonava nuovamente al padre. Conversazione del 04 Agosto 2011, ore 15:06 progressivo nr. 1560
Utenza chiamante: 328.6638227 in uso a ROTTA Domenico Giovanni Utenza chiamata: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo
Interlocutori: ROTTA Vincenzo e ROTTA Domenico Giovanni (figlio)
Vincenzo: Pronto.--\
Domenico: Ehi, eh gli ho telefonato.--\
Vincenzo: Che ha detto?--\
Domenico: No, niente ha detto, io ti avevo chiamato cosi, lo so come erano le tue situazioni, dice, eh… gli ho detto il fatto di Antonio, ha detto lui, si quella è una cosa sempre valida, appena si può si sblocca…(inc.)…--\
Vincenzo: Le chiacchiere sue, ma glielo hai detto tu il fatto di tua mamma che…--\
Domenico: Si, si gliel’ho detto, si mi ha detto, si lo so pure che tua mamma non sta bene, lo so, gli ho detto il fatto pure di Catania, gli ho detto tutto, va bene, comunque cosi è.--\
Vincenzo: E lui per quale motivo ti ha proposto una cosa di queste?--\
Domenico: Ma perché si vede che gli è capitata al momento no, perché sa magari che ho urgenza di lavorare, dice può darsi che uno si arrangi, no?--\
Vincenzo: Ho capito si voleva scaricare…il fatto di Antonio, aveva ragione il Pazzo …--\
Domenico: …(sorride)…--\
Vincenzo: …se gli ha promesso che lo sistema da Antonio, ogni schiaffone mi ha detto, gli ho detto io, parla per bene non ci… non fare bordello, io non ho capito questo fatto di Antonio, Antonio mi è debitore, Antonio mi… gli ho fatto tanti favori, Antonio qua, Antonio la e in fin dei conti, questo ha diciotto dipendenti, perché non lo prende? Non lo so, sedici, diciotto, diciassette quant’è, io non voglio che toglie nessuno, non è giusto che sono padri di famiglia, ma dove sono otto, sono nove, non ho capito questo fatto, non li paga…--\
Domenico: Boh.--\
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Vincenzo: E non li paga, secondo me non li paga, per questo non prende a nessuno, eh, tutto è possibile, forse non li pagano.--\
Domenico: Si, può essere.--\
Vincenzo: Mah.--\
Domenico: Però, prima o poi glieli deve dare i soldi.--\
Vincenzo: Ma… pure che lo stipendio era buono, che pensi che più di mille euro ti davano la?--\
Domenico: Va bene a me non interessa, sono… io, io paga…--\
Vincenzo: Ma per favore, meglio che prendi settecento, ottocento qua.--\
Domenico: Certo, è normale.--\
Vincenzo: Ma per fare cosa, che ti davano, l’alloggio ti davano?--\
Domenico: No, ma non… non è possibile una situazione del genere.--\
Vincenzo: Ma sei ammalato, andavi la per prendere mille euro, e poi ne pagavi trecento di alloggio, ma per favore.--\
Domenico: Ma pure che mi davano l’alloggio…(inc.)…--\
Vincenzo: Ma pure che ti davano l’albergo e tutto spesato, non ti puoi muovere tu.--\
Domenico: …(inc.)…--\
Vincenzo: Tu, come sei combinato con tua mamma a casa, devi trovare un posto a Reggio.--\
Domenico: E’ normale.--\
Vincenzo: Com’è facciamo per trovarti un posto a Reggio, pure da ragioniere ti arrangi, lavori, basta che guadagni qualche po’ di lire e basta è finito il film.--\
Domenico: Certo a me…(inc.)…--\
Vincenzo: No, è inutile che ne parliamo, ormai non c’è niente più, i lavori sono appiattiti papà, nel tuo ramo c’è uno schifo generale che non paga nessuno, non paga nessuno, l’unica cosa che trovi una sistemazione degna, dignitosa.--\
Domenico: Ma basta che porto lo stipendio a casa, qual è il problema.--\
Vincenzo: Va bene, una sistemazione dignitosa in fin dei conti, che si…(inc.)…--\
Domenico: Ma si, quello che è, quello che posso fare io.--\
Vincenzo: Ma che cazzo, in fin dei conti ora qua, pare che… che colpa hai tu se… se sono degenerati questi governi, che colpa ne avete voi altri, ora vediamo papà, vedendo facendo, va bene?--\
Domenico: Ora qua…(inc.)…--\
Vincenzo: Io batto su Doddy, per da Antonio, eh, è passato quasi un anno, più di un anno.--\
Domenico: Certo.--\
Vincenzo: A Natale fa un anno…(inc.)…--\
Domenico: …(inc.)… lui mi ha detto che è una cosa sempre valida, però intanto…--\
Vincenzo: E la cosa è sempre valida, ma a questo qua… ora, ora è arrivato un miliardo, ci sono i soldi Mico, nel giornale stamattina hanno firmato GENTILE, MISITI e SCOPELLITI, sono arrivati un miliardo in Calabria, di euro, duemila miliardi.--\
Domenico: Ma comunque, ora, poi vediamo a settembre se succede qualcosa, se…(inc.)… vediamo.--\
Vincenzo: Ora vediamo papà, che ne so io, ora vediamo se Enzo riesce… a fissarmi una cosa.--\
Domenico: Va bene.--\
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Vincenzo: Io quando parlo con le persone, a me mi devono dire si e no, non vediamo, non facciamo e non diciamo, e chiuso il discorso, ci mettiamo ceci, fave e fagioli, se no, non apriamo nemmeno il discorso.--\
Domenico: E’ normale.--\
Vincenzo: Mi segui nel discorso?--\
Domenico: Certo.--\
Vincenzo: Perché qua onestamente, sai qual è il discorso, che ognuno si spaventa di avvicinarsi da una parte e dall’altra capisci, e ti trova scuse hai capito qual è il discorso?
Domenico: Ho capito.--\
Vincenzo: Poi se ne parla, va bene?--\
Domenico: Va bene.--\
Vincenzo: Ciao, che io sopra a Doddy batto x Antonio sempre, perché a me piace che vai la a fare il tuo mestiere.--\
Domenico: Ma si basta… io ho bisogno di lavorare, il tempo è passato.--\
Vincenzo: Ma se… se fai il tuo mestiere è meglio però.--\
Domenico: Ma si, quello che è, è.--\
Vincenzo: E non lo so che hai bisogno di lavorare? In fin dei conti non è che puoi fare, a tua moglie lasciarla la una settimana, quanto prende Lucia?--\
Domenico: Ottocento euro.--\
Vincenzo: Voglio dire non è che puoi fare una settimana, insomma… ottocento, quattrocento te li do io e sono mille e due e campate, e tua mamma come dobbiamo fare?--\
Domenico: Certo.--\
La conversazione tra padre e figlio continua con Domenico che spiega i costi e i lavori che deve fare nella sua macchina, i lavori li stanno facendo i fratelli Nino e Domenico FOTI, Enzo dice al figlio di portare i suoi saluti ai fratelli FOTI, i lavori alla macchina dovrebbero finirli per fine settembre, Domenico ha concordato il prezzo per tutto il lavoro e quando si vedranno lo dirà anche al padre, continuando dice che ha parlato con Peppe per il fatto di Gianna, quando si libera il posto la ricovereranno un'altra volta, Enzo dice che se serve potrà andare a parlare lui dal dottor COSTARELLA. Il tredici Domenico e Lucia andranno tre giorni in ferie ad Ischia, con loro andranno anche Ugo e la moglie. Enzo dice al figlio che sarebbe ora che gli facessero un nipotino anche per far contenta la madre, nel caso in cui nascesse una femminuccia la dovrebbe chiamare Graziella come la madre. Parlano del cane che oltre a essere una compagnia per Enzo, gli permette di muoversi con lunghe passeggiate che gli fanno bene al fisico. Si salutano concordando di sentirsi ancora in serata.
Fine della conversazione.--\
Riletto, confermato e sottoscritto.--\
Nel corso del progressivo ROTTA Domenico riferiva al padre di avere chiamato il PLUTINO, rifiutando l’offerta e lo informava inoltre che quest’ultimo gli aveva detto di conoscere la sua situazione familiare e che la promessa fattagli per l’assunzione presso Antonio era sempre valida e che appena possibile sarebbe stata mantenuta, Ehi, eh gli ho telefonato…No, niente ha detto, io ti avevo chiamato cosi, lo so come erano le tue situazioni, dice, eh… gli ho detto il fatto di Antonio, ha detto lui, si quella è una cosa sempre valida, appena si può si sblocca…(inc.)…
Dalle parole del figlio, ROTTA Vincenzo si convinceva al contrario che il PLUTINO con quella offerta appena fatta, avrebbe voluto in qualche modo annullare l’originaria promessa di assunzione
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presso Antonio, Ho capito si voleva scaricare…il fatto di Antonio, aveva ragione il Pazzo…ipotesi questa che era stata fatta anche dal Pazzo da intendersi chiaramente CONDEMI Domenico, che infatti viene di frequente viene chiamato con tale appellativo2.
ROTTA Vincenzo concludeva la conversazione con il figlio dicendo di confidare comunque in Doddy per ottenere la sua assunzione presso Antonio, Ciao, che io sopra a Doddy batto x Antonio sempre, perché a me piace che vai la a fare il tuo mestiere.
La sequela di conversazioni, nella chiara intellegibilità del loro contenuto, non richiederebbe
ulteriori commenti, che, tuttavia, s’impongono per l’efficacia dimostrativa di un segmento
dell’addebito di cui al capo A) bis.
Se il 30 luglio 2011 ROTTA aveva – come detto – riferito al figlio di aver ricordato a DODDY,
rectius il CONDEMI Domenico, che PLUTINO doveva provvedere alla sua sistemazione, ed il
CONDEMI, con il suo solito stile, l’aveva invitato a non preoccuparsi, in quanto, se PLUTINO non
avesse mantenuto l’impegno, lo avrebbe preso a schiaffoni, il 4 agosto viene notificato al ROTTA
Domenico l’avvenuto “collocamento” presso una struttura per l’accoglienza di extracomunitari in
quel di Cosenza. Ciò emerge chiaramente dalla telefonata del ROTTA Domenico al padre, il quale,
tuttavia, non è soddisfatto. Il PLUTINO, infatti, a suo avviso, non sta mantenendo l’impegno in
tutto, poiché ROTTA vuole che il ragazzo sia sistemato a Reggio, presso l’attività di tale Antonio.
E, con ciò rendendo manifestazione della sua appartenenza alla consorteria mafiosa, invita il figlio a
comunicare al PLUTINO che il posto di lavoro così individuato non è certo quello atteso, cosa che
egli deve rappresentare al consigliere comunale in maniera risoluta, forte dell’appoggio del
CONDEMI Domenico, che, esattamente come riferito nella prima conversazione che si è
commentata, avrebbe preso a schiaffoni il PLUTINO se non avesse mantenuto l’impegno di farlo
lavorare da Antonio. D’altronde, la pretesa del ROTTA è quella di trovare lavoro per il figlio a un
metro da casa… Senza volere indugiare in considerazioni che potrebbero sembrare ultronee in un
provvedimento giudiziario, non può tacersi che appare francamente sconcertante l’atteggiamento
del ROTTA, che, in un periodo in cui si conclama la profonda crisi economica di questo Paese, con
manovre su manovre che vengono deliberate per far fronte al rischio di default, ottenuto, quale
corrispettivo del sostegno elettorale garantito da lui e dalla consorteria di appartenenza, un posto di
lavoro per il figlio, pretende che il posto venga trovato a un metro da casa….
E ciò che appare ancora più sconcertante è che, quando il ROTTA Domenico avvisa il PLUTINO
che – come intimatogli da papà – quella sistemazione non è la più gradita, l’uomo politico, così
manifestando il suo totale asservimento alle esigenze della cosca che favorisce, si giustifica: No,
2 Indicativo in tal senso appare il progressivo nr. 1329 allegato alla presente informativa, registrato sull’utenza
radiomobile in uso a ROTTA Vincenzo, in data 19.07.2011, nel corso del quale il ROTTA telefona a CONDEMI
Domenico e poiché questi non risponde, ad una persona che gli si trova accanto riferisce testualmente “al pazzo sto
chiamando…. No, ma gli squilla però”
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quanto abbiamo preso? …hai preso mille voti da solo, con un consigliere Regionale hai preso nove e trenta, altro uomo dice: abbiamo preso
contro tutti, CONDEMI risponde: senti una cosa, vedi che a mio cugino lo hanno infalloccato in tutti i posti, i suoi voti non gli sono tenuti, non i
nostri… i cento, i duecento di Ravagnese, i trecento… ).
Tale reciproca consapevolezza era evidentemente alla base delle pretese avanzate dai membri del
gruppo successivamente all’elezione del PLUTINO a consigliere comunale ed alla corrispondente
disponibilità al soddisfacimento delle stesse da parte del predetto come ampiamente illustrato in
precedenza.
Tanto premesso, va detto che CONDEMI Domenico, CONDEMI Filippo, ROTTA Vincenzo,
LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, sono già stati oggetto di attività investigativa
nell’ambito del procedimento penale nr. 1389/08 RGNR DDA, cd. ‘Operazione Crimine’ e dalla
verifica degli elementi emersi nel corso della citata attività investigativa sono risultati, da un lato,
l’organicità alla cosca CARIDI, in virtù del legame con CARIDI Santo Giovanni, reggente del
sodalizio durante la carcerazione del fratello CARIDI Antonino, nonché, dall’altro, gli stretti
rapporti intrattenuti con alcuni dei componenti della consorteria GATTUSO, operante sul territorio
urbano di Oliveto Croce Valanidi: entrambi soggetti successivamente tratti in arresto nell’ambito del
procedimento penale nr. 259/06 RGNR DDA il primo e nr. 1398/08 RGNR DDA il secondo.
Nel prosieguo della trattazione verranno quindi riportati alcun stralci dell’attività
investigativa dell’indagine ‘Crimine’ gli attuali nella parte i cui emergono elementi a carico
degli attuali indagati.
§ - a) CALDERAZZO Rosario
“Nell’ambito delle indagini esperite in relazione al procedimento penale nr. 1389/08 RGNR DDA, venivano avviate diverse attività tecniche d’intercettazione riguardanti, tra gli altri, CARIDI Santo e CALDERAZZO Rosario.
Durante le predette attività, i primi giorni del mese di Settembre 2007, venivano registrate alcune conversazioni concernenti una situazione degna di nota delineante, in maniera adamentina, la forza criminale della cosca Libri–Caridi e l’inserimento in tale contesto di CALDERAZZO Rosario.
In particolare, il giorno 06 Settembre 2007 alle ore 12.08 (prog.5087 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) CALDERAZZO Rosario viene contatto dalla moglie la quale lo invita a portarsi subito in ufficio da lei (“devi venire un attimo in ufficio qua da me!”) e senza aggiungere altro riferisce che si tratta di una cosa urgente. (vedasi allegato nr. 314 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Calderazzo Rosario; Gabriella.
Donna Sa...
Rosario dimmi!
Donna devi venire un attimo in ufficio qua da me!
Rosario che è successo?
Donna è una cosa urgente
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CALDERAZZO giunge presso l’ufficio della moglie alle successive ore 12.25 allorché la avvisa che sta salendo (progr. 5093 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07). (vedasi allegato nr. 315 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Calderazzo Rosario; Gabriella.
Donna Saro!
Rosario sotto sono, sto salendo
Donna sali, sali...
Rosario ma al secondo piano sei?
Donna si nella mia stanza
Rosario ciao...
Alle successive ore 12.35 (prog.5095 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), CALDERAZZO telefona a CARIDI Santo dicendo che deve parlare con lui urgentemente, poichè c'è un problema e vorrebbe evitare di parlarne al telefono (“ho bisogno di parlare con voi d'urgenza che è sorto un problema”). Tuttavia, il CALDERAZZO riferisce che la moglie di Franco”u siccu” sta creando qualche problema e dice che si è comportata malissimo (“eh... in poche parole la... la moglie del "SECCO" là.…di Franco…… sta creando qualche problema... io non... si è comportata malissimo, non male, malissimo...”). A dire del CALDERAZZO, tale donna avrebbe chiamato un ragazzo, assunto da CALDERAZZO con la qualifica di parrucchiere (“ha chiamato, ha chiamato quel ragazzo... il parrucchiere lì“), dicendogli di non andare a lavorare là (“e gli ha detto che LUI non deve andare a lavorare là, di andare a lavorare da tutte le parti, ma non là”), lo avrebbe minacciato e avrebbe aggiunto che altre persone non hanno piacere che lavori da lui (“ha detto lei che lui gli ha detto che altre persone non gli fa piacere che vedano che vada a lavorare là... altre persone”).
CARIDI domanda più volte a CALDERAZZO chi siano queste “altre persone” e quest’ultimo risponde che la donna lo avrebbe detto a “Sara” - cioè LIBRI Serafina (“glieli ha nominati, glieli ha nominati, gli ha nominato a SARA”), figlia di Pasquale.
CARIDI Santo invita allora CALDERAZZO ad andare direttamente a parlare, per rendersi conto di come sia la situazione (“salite, salite sopra li… al quinto piano… e vedete com'è il fatto).
CALDERAZZO dice che andrà alle ore 13-13.30 e parlerà atteso che per lui è una novità. Poi CARIDI Santo dice che lui sapeva per la ragazza ma che comunque per lui il parrucchiere poteva andare a lavorare dove voleva (“il fatto che all'inizio vi avevo detto io, per me può andare a lavorare dove vuole a me non da nessun fastidio nè lui e nè quell'altro... punto... dopo che ...inc...”). CALDERAZZO domanda a CARIDI con chi ne avesse parlato di questo fatto (“ma voi chi ve lo aveva raccontato.... la parente quella del quinto piano ve lo aveva detto questo fatto?…..e che ve lo aveva raccontato lei...ROSA?”). Santo risponde che lui ne aveva parlato direttamente con il fratello Caridi Antonino (“con mio fratello avevamo parlato”), il quale aveva detto che a lui
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non dava fastidio (a me non mi da fastidio... se gli da fastidio a qualcuno... che esca fuori e ne parli”). Santo dice a CALDERAZZO Rosario di andare là (“comunque andate la voi”), e lo stesso risponde che ora andrà.
Si riporta la trascrizione. (vedasi allegato nr. 316 - volume 2)
Interlocutori:
Caridi Santo; Calderazzo Rosario.
Santo Compare Saro, compare Saro ...inc...
Rosario Buongiorno
Santo buongiorno
Rosario ma voi dovete rientrare ancora?
Santo si!
Rosario eh...eh...ho bisogno di parlare con voi d'urgenza che è sorto un problema
Santo eh, che è successo?
Rosario eh... ve ne devo parlare ...
Santo io penso che stasera scendo
Rosario stasera?
Santo uh!
Rosario uh!
Santo può darsi che parto stasera
Rosario ...("sospira")..
Santo che è successo?
Rosario dovevo chiamare...
Santo ah?
Rosario compare Santo!
Santo ditemi
Rosario eh... in poche parole la... la moglie del "SECCO" là...
Santo eh!
Rosario di Franco
Santo eh!
Rosario sta creando qualche problema...io non...si è comportata malissimo, non male, malissimo...
Santo eh!
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Santo ma perchè...che ha fatto ..inc...è venuta là?
Rosario no... che si permetteva a venire là!
Santo e allora?
Rosario ha chiamato, ha chiamato quel ragazzo...il parrucchiere lì
Santo eh!
Rosario e gli ha detto che LUI non deve andare a lavorare là, di andare a lavorare da tutte le parti ma non là
Santo ma lei può dire tutto quello che vuole...poi vediamo, quella è trafficosa (ndr.fa sempre casino) quindi...
Rosario si... lo ha minacciato
Santo eh!
Rosario il ragazzo...certo! questo ragazzo qui
Santo eh!
Rosario è spaventato perchè giustamente.. gli ho detto io tu non preoccuparti che non...
Santo Eh
Rosario no...dice perche ha detto lei che lui gli ha detto che altre persone non gli fa piacere che vedano che vada a lavorare là... altre persone
Santo e chi sono quest'altre persone?
Rosario quelli...!
Santo gli devo dire eh..."vai a farti il tuo lavoro gli devi dire!" (ndr. da riferire alla donna) queste cose non sono cose che...
Rosario non sono cose neanche... ma... lasciamo stare che parliamo per VOI...mi sono spiegato?
Santo uh
Rosario questo è un ragazzo che non c'entra niente, questo andava trovando lavoro.. lì è chiuso e giustamente è venuto e noi c'è lo siamo presi
Santo bravo!
Rosario ora che Tu chiami una persona e gli dice... vai a lavorare da tutte le parti... non viene e non viene... e no questa è una cosa che... non ti devi permettere a farlo neanche nel pensiero... mi sono spiegato... qua abbiamo preso persone che già erano staccate da te (ndr. cioè che non lavoravano più per nessuno) e non centravano niente con te...
Santo uh!
Rosario Mi sono spiegato
Santo Si
Rosario e tu non puoi chiamare una persona che viene a lavorare da me...
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Rosario a casa MIA... e che me lo minaccia eh... ma qua siamo, siamo fuori dal binario, siamo usciti fuori dal binario eh,eh,eh...siamo un pochettino fuori dal binario... che dite voi?
Santo certo!
Rosario siccome gli ho detto che non gli fanno, che non gli fanno piacere anche ad altre persone
Santo Eh... e chi sono, gli dovete dire voi, chi sono queste persone
Rosario glieli ha nominati, glieli ha nominati, gli ha nominato a SARA
Santo Eh!
Rosario Gli ha fatto il nome
Santo Ho capito
Rosario capito... io non so neanche cosa c'entra questa SARA non so neanche chi...
Santo Uh
Rosario non ho capito non so neanche cosa c'entra
Santo ho capito
Rosario è successo qualcosa per loro, io non so
Santo a me non risulta niente
Rosario ma neanche a me
Santo e quindi gli dovete dire, VOI potete fare un'altra cosa
Rosario ah!
Santo potete fare un'altra cosa fino che non rientro io per stasera
Rosario eh!
Santo salite, salite sopra li
Rosario no!
Santo al quinto piano
Rosario eh!
Santo e vedete com'è il fatto
Rosario uh!
Santo va bene... e gli dite che la situazione è questa... e che questa viene e fa casino, vi volevo parlare lui... due minuti vediamo perchè gli fa casino...
Rosario va bene vado io, c'è un rapporto vi voglio dire quando ci sono problemi
Santo bravo...
Rosario all'una vado io, all'una e mezza vado io
Santo uh
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Rosario e per me è una novità questa qua... poi se ci sono discorsi che non so... per me è una novità
Santo certo
Rosario voi sapete qualche cosa
Santo io sapevo per una figliola... a me non mi da fastidio, quindi per me può andare a lavorare dove vuole
Rosario che cosa?
Santo il fatto che all'inizio vi avevo detto io, per me può andare a lavorare dove vuole a me non da nessun fastidio ne lui e ne quell'altro... punto... dopo che ...inc...
Rosario ma voi chi ve lo aveva raccontato....la parente quella del quinto piano ve lo aveva detto questo fatto?
Santo no io non ho parlato di niente con LEI
Rosario E che ve lo aveva raccontato lei...ROSA?
Santo con mio fratello
Rosario come si chiama...
Santo con mio fratello avevamo parlato
Rosario eh... e quindi?
Santo A me non mi da fastidio... se gli da fastidio a qualcuno... che esca fuori e ne parli
Rosario E non hanno parlato
Santo E da quella volta se ne escono ora?
Rosario uh!
Santo comunque andate la voi
Rosario ora vado la io... vi saluto
Santo ve bene ciao compare ... vi saluto...
Alle successive ore 13.13 (prog.5097 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) si ha contezza che CALDERAZZO si sia recato nel luogo indicato da CARIDI Santo, allorché lo stesso glielo comunica (“e qua sono io!”). Caridi gli dice allora che ne parleranno dopo (“va bene dopo parliamo dai..”).
Si riporta la trascrizione. (vedasi allegato nr. 317 - volume 2)
Interlocutori:
Caridi Santo; Calderazzo Rosario.
Rosario Pronto
Santo compare Saro!
Rosario ah!
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Santo fatemi una cortesia... dopo che andate là dove vi ho detto
Rosario e qua sono io!
Santo va bene dopo parliamo dai ..
Rosario vi saluto
Alle ore 13.24, all’esito del colloquio con LIBRI Sara, CALDERAZZO Rosario chiama CARIDI Santo (prog. 5099 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), informandolo di essere andato a parlare con la stessa, la quale gli avrebbe detto che non ci sono problemi (“ho parlato..dice che...io mi ha detto, quello che so io mi ha detto... assolutamente...dice non…non esiste niente dice...“) e che comunque domani andrà la (“siccome dice che domani io vado là”), cioè al colloquio in carcere, e incontrerà sia uno che l'altro (“al coso mi ha detto...(ndr. al colloquio) e incontro sia a uno che all'altro”). (vedasi allegato nr. 318 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Caridi Santo; Calderazzo Rosario.
Santo Compare Saro
Rosario e compare Santo ditemi!
Santo siete uscito?
Rosario si!
Santo avete parlato?
Rosario ho parlato..dice che...io mi ha detto, quello che so io mi ha detto ... assolutamente...dice non...
Santo eh
Rosario non esiste niente dice...
Santo però se fa .. inc...
Rosario uh,uh
Santo però...
Rosario siccome dice che domani io vado là
Santo uh
Rosario al coso mi ha detto... e incontro sia a uno che all'altro
Nel prosieguo della conversazione, CARIDI inoltre suggerisce di andare a Gallina a casa della donna che gli sta creando problemi e dirle di pensare al marito (salite a Gallina a casa sua, gli suonate e gli dite << signora, pensate a vostro marito, per quello che dovete fare per vostro marito, e non pensare ad altre cose, poichè “altrimenti la paga la perdete” e di non interessarsi di altro>>. CALDERAZZO dice che vuole aspettare fino alle ore 13 del giorno dopo, fino a quando cioè Libri Serafina sarà uscita dal colloquio (“io voglio, voglio aspettare fino a domani che mi danno l'imbasciata”), ma CARIDI Santo dice di andare a Gallina adesso, e dire alla moglie di “Franco il
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secco” di non creare problemi, altrimenti perderà la pace <<ma voi andate là e gli dovete dire... "a me devi lasciarmi in pace, fatti i fatti tuoi, seguiti a tuo marito altrimenti la pace la perdi, e non armate (create n.d.r.) zizzanie, fatevi i fatti vostri e pensate a quello che dovete fare e non di quello che fanno gli altri o dove vanno a lavorare, va bene?>>).
Santo e fatemi una cortesia però...
Rosario ditemi, ditemi
Santo salite a Gallina a casa sua, gli suonate e gli dite signora "pensate a vostro marito per quello che dovete fare per vostro marito"
Rosario eh
Santo che è là... lasciate e pensate a seguirvi a vostro marito non pensate a queste cose perchè, perchè se no... gli dovete dire la paga la perdete... così gli dovete dire... lasciate stare le altre persone e compagnia bella non armate zizzanie e niente, guardate quello che dovete fare con vostro marito
Rosario no ma io ...
Santo eh..
Rosario io voglio, voglio aspettare fino a domani che mi danno l'imbasciata
Santo no... ma voi gli dovete portare questa imbasciata ora... subito!
Rosario uh
Santo avete capito! salite li e glielo dite... "Io non sono venuto ad insultare a nessuno e non voglio insultare a nessuno.. a me quando vengono e mi cercano il lavoro gli apro le porte, se a me mi piace la persona io gli apro le porte, siccome voi avete chiuso, è venuto a cercare lavoro e sono entrato per cercare lavoro, gli altri discorsi lasciateli stare ... non, e di non coprirvi con uno e con l'altro gli dovete dire"...
Rosario va bene ci sentiamo dopo
Santo ma diteglielo però
Rosario e voi sapete che deve mancare
Santo salite li sopra, VOI salite li sopra
Rosario eh... e sapete che manchi per me per dirglielo
Santo ma VOI andate là e gli dovete dire... "a me devi lasciarmi in pace, fatti i fatti tuoi, seguiti a tuo marito altrimenti la pace la perdi, e non {armate} create zizzanie, fatevi i fatti vostri e pensate a quello che dovete fare e non di quello che fanno gli altri o dove vanno a lavorare " va bene?
Rosario va bene, ci sentiamo dopo ciao
Santo vi saluto
La vicenda che emerge è quindi relativa all’assunzione di un parrucchiere presso il nuovo centro estetico di CALDERAZZO, denominato “LE MUSE”, inaugurato l’08 Settembre 2007.
Tuttavia, la moglie di tale “Franco u siccu” avrebbe creato dei problemi, osteggiando l’assunzione di un ragazzo.
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Questa situazione viene riferita da CALDERAZZO a CARIDI Santo il quale dà garanzia sul fatto che non dovrebbero esserci problemi, invitando contestualmente CALDERAZZO a recarsi a parlarne con “quella del 5° piano”. La donna, sulla scia di quanto affermato da CARIDI Santo, riferisce che domani, in occasione del colloquio, prospetterà la vicenda “all’uno e all’altro”; rimettendo così il problema al vaglio di LIBRI Pasquale e di Caridi Antonino, in occasione dei colloqui del successivo giorno 07 Settembre 2007.
In effetti, il giorno successivo LIBRI Serafina assieme a LIBRI Rosaria, TUSCANO Elisabetta, VIZZARI Francesca, VIZZARI Caterina si recano presso la casa circondariale di Reggio Calabria dove sono ammesse al colloquio con LIBRI Pasquale – colloquio intercettato al RIT DDA 1707/07 con esito purtroppo negativo, per ciò che concerne i contenuti, a causa della pessima qualità dell’audio - mentre LIBRI Rosa (insieme alla figlia Caridi Antonia ed al nipote Caridi Rocco) è ammessa al colloquio con il marito CARIDI Antonino, portando a compimento quanto già preannunciato a Calderazzo il giorno precedente (“al coso mi ha detto... e incontro sia a uno che all'altro”).
Si intuisce inoltre che “FRANCO ‘U SICCU” potrebbe essere detenuto a che la cosca passi alla moglie un vitalizio “altrimenti la paga la perdete”.
L’intromissione della moglie del predetto FRANCO suscita una reazione di CARIDI Santo il quale invita il CALDERAZZO a recarsi a Gallina presso la predetta invitandola a non impicciarsi “altrimenti la pace la perdete”.
Alle ore 10.54 (prog.5194 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) dello stesso giorno, CALDERAZZO Rosario telefona a CARIDI Santo.
CALDERAZZO, su richiesta di CARIDI che chiede novità (“novità?”), dice che all'una andrà a vedere com'è la situazione (“no all'una vado “), aggiungendo che il giorno prima “Sara” gli ha già detto di essere risentita con la donna, in quanto non si può permettere di mettere in mezzo altre persone (“come si è permessa di fare nomi... ditegli come si permette di fare il nome delle persone”). CALDERAZZO riferisce poi a CARIDI di aver detto a Serafina (“SARA” LIBRI) di essere andato da lei per una questione di correttezza e per sapere se fosse sorto qualche problema di cui non era a conoscenza (“io sono venuto qua per correttezza... gli ho detto io sono venuto qua per correttezza per sapere, io gli ho detto che ero all'oscuro di tutto e non sapevo niente, se c'è qualcosa che me lo dicano”). CARIDI Santo chiede cosa gli ha risposto (“e lei che ti ha detto”), CALDERAZZO risponde che gli ha detto che domani sarebbe andata al colloquio ed avrebbe parlato sia con uno che con l’altro, riferendosi quindi al padre ed all’uomo indicato come “Franco il secco”, facendogli poi sapere, ed anticipandogli comunque che non ci sarebbero stati problemi (“con uno e con l'altro e dice che poi vi faccio sapere, ma penso dice che ve lo dico a priori non.... assolutamente non... non c'è niente di,di,di,di....”).
CARIDI Santo continua dicendogli di non preoccuparsi, in quanto se qualcuno ha interesse dovrà parlarne (“se gli da fastidio che escano a parlarne fuori”), atteso che all’epoca in cui ne avevano discusso non si era fatto avanti nessuno (“e la non è uscito nessuno quindi... se n’è parlato qualche mese, un mese e mezzo fa, due mesi fa questo fatto...”). CALDERAZZO chiede come mai non l'hanno chiamato se c'era qualcosa che non funzionava (“non mi hanno chiamato a me, vi hanno chiamato a voi... non era giusto che chiamino me se c'era qualcosa che non funzionava”), ma Santo gli risponde di non curarsi di loro in quanto si tratta di persone esterne che possono dire ciò che vogliono senza mutare l’esito degli eventi (“ma le persone esterne possono dire quello che vogliono compare Saro”). (vedasi allegato nr. 320 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
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Santo e cosa vi ho abbandonato ho la febbre da tre giorni
Rosario anche voi?
Santo dovevo partire ieri e non mi sentivo per niente
Rosario ve la siete contagiata con vostro fratello?
Santo perchè mio fratello ha la febbre
Rosario anche Bruno si è sentito male con il raffreddore
Santo eh qua con il VIVINC sto andando avanti
Rosario e come siamo?
Santo e qua siamo
Rosario Eh
Santo novità?
Rosario no all'una vado
Santo Eh
Rosario so com'è la situazione
Santo uh va bene
Rosario e com'è come ieri sera, a me viene da ridere
Santo mi viene da ridere per davvero
Rosario ma comunque non... non so io... siamo... siamo tutti mah... io... lei mi ha detto ieri a me
Santo Eh
Rosario come si è permessa di fare nomi...
Santo Eh
Rosario ditegli come si permette di fare il nome delle persone
Santo si bravo...
Rosario ma gli ho detto, dissi io sono venuto qua per correttezza... gli ho detto io sono venuto qua per correttezza per sapere, io gli ho detto che ero all'oscuro di tutto e non sapevo niente, se c'è qualcosa che me lo dicano, gli ho detto io che mi facciano sapere... se c'è qualcosa che non...
Santo e lei che ti ha detto
Rosario no dice domani andiamo là con... (ndr. al colloquio)
Santo eh!
Rosario con uno e con l'altro e dice che poi vi faccio sapere, ma penso dice che ve lo dico a
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priori non.... assolutamente non... non c'è niente di,di,di,di....
Santo quello che c'è stato ve l'ho detto io
Rosario Eh
Santo se gli da fastidio che escano a parlarne fuori
Rosario Eh
Santo e la non è uscito nessuno quindi...
Rosario allora...
Santo se ne parlato qualche mese, un mese e mezzo fa, due mesi fa questo fatto...
Rosario Eh
Santo quindi non è uscito nessuno
Rosario non c'è lo hanno detto
Santo evidentemente
Rosario non mi hanno chiamato a me, vi hanno chiamato a voi... non era giusto che chiamino me se c'era qualcosa che non funzionava non capisco io, scusate... se siamo tutti, se siamo tutti, non lo so io...
Santo ma le persone esterne possono dire quello che vogliono compare Saro
Rosario qua queste sono persone esterne e non interne
Santo uh!
Ancora CALDERAZZO dice che a volte non capisce come sono combinati sotto certi aspetti e dice che se c'è qualcosa che non funziona avrebbero dovuto chiamare lui (“voglio dire io se c'è qualcosa che non funziona devono chiamare a me...”), aggiungendo che per lui la faccenda era chiusa dato che ne aveva parlato proprio con Santo (“il problema.. io ho parlato con voi due parole giusto o no!). CARIDI Santo replica dicendo che a sua volta lui ne aveva parlato con altri, e non era sorto alcun problema (“e io ho parlato anche, ed io ho parlato altre due parole, poi altre parole non c'è ne sono state quindi il discorso è chiuso”).
CALDERAZZO ribatte che lui vuol capire perchè la moglie di Franco “u siccu” si permette di fare/dire determinate cose (“perche io, io, io non..lei che si permetta a fare...dire determinate cose, si vede che c'è qualche spunto per dirle”), ma CARIDI Santo risponde che questo è stato all'inizio quando è andato a parlare con lui (“questo è stato dall'inizio quando siete venuti VOI a parlare con me”).
Calderazzo prosegue dicendogli che quando è andato a parlare con lui, bastava che lo stesso gli dicesse di fermarsi e lui l’avrebbe fatto (“ma io quando sono venuto a parlare con VOI io ho parlato solo due parole con VOI e vi ho detto i fatti e VOI mi avete detto... ci sono i figlioli vedete quello che dovete fare... punto e basta, se VOI mi dicevate compare Saro fermatevi un minuto io mi fermavo un minuto”), ma Santo ribatte ancora una volta che non lo ha fatto perché non ce ne era motivo (“non c'è stato un motivo per dirvelo quindi...”), confermando inoltre che per lui non è cambiato nulla (“e basta il discorso per me è chiuso”).
Calderazzo ribatte, inoltre, che se lo avesse saputo, avrebbe sottolineato che Santo aveva parlato in suo favore e non erano sorti problemi (“se no glielo avrei anche detto, io ho detto che avrei parlato due parole a tizio e nessuno è uscito fuori quindi ora il problema qual'è! dov''è se
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c'era qualche problema prima venivano e parlavano“), e Santo ribadisce, per l’ennesima volta, che non deve preoccuparsi, esortandolo a fare come già programmato ed invitando all’inaugurazione chi volesse (“VOI fate quello che dovete fare, anzi se li volete invitare, invitate a chi dovete invitare e fate quello che dovete fare”).
Calderazzo lo esorta comunque a sistemare la faccenda al suo ritorno, per evitare che possano sorgere nuovi problemi (“come tornate VOI dovete andare a sistemare la cosa, nel senso di parlargli… e io lo so ma io con VOI possiamo parlare quanto vogliamo, ci sono persone che magari rimurginano sotto e poi”).
Rosario voglio capire... io non lo so... io certi momenti io non capisco come, come siamo combinati
Santo uh
Rosario sotto certi aspetti, io sono... voglio dire io se c'è qualcosa che non funziona devono chiamare a ME... a me, dici, senti questo fatto, questo fatto perchè io... tu magari in quel minuto la vedi che non c'è nessun problema perchè non vedi un problema
Santo ...inc...
Rosario il problema.. io ho parlato con voi due parole giusto o no!
Santo uh
Rosario e per me era chiusa la cosa
Santo e io ho parlato anche, ed io ho parlato altre due parole, poi altre parole non c'è ne sono state quindi il discorso è chiuso, basta voi fate quello che dovete fare fate poi andate ...inc...
Rosario eh,eh...
Santo e basta il discorso è chiuso è stato già chiuso prima, ..inc..., quindi non ho capito a questi da dove gli è uscito per davvero
Rosario non lo so, non lo so
Santo questo è il marciume che ha dentro questa
Rosario ah?
Santo questo è il marciume che ha dentro
Rosario si ho capito ma... io la cosa che voglio capire
Santo uh
Rosario perche io, io, io non.. lei che si permetta a fare... dire determinate cose, si vede che c'è qualche spunto per dirle, avete capito cosa vi voglio dire io?
Santo questo è stato dall'inizio quando siete venuti VOI a parlare con me
Rosario eh
Santo si vede che lo hanno portato avanti
Rosario ma io quando sono venuto a parlare con VOI io ho parlato solo due parole con VOI e vi ho detto i fatti e VOI mi avete detto... <<ci sono i figlioli vedete quello che dovete fare... punto e basta>>, se VOI mi dicevate <<compare Saro fermatevi un minuto >>io mi fermavo un minuto eh... mi sono spiegato o no
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Santo non c'è stato un motivo per dirvelo quindi...
Rosario e allora voglio dire, però non se ne può uscire dopo tre, quattro o cinque mesi questa situazione del genere fuori
Santo questa non la conoscete bene VOI
Rosario io ho capito però siccome camminano anche le tragedie, a me non piacciono le tragedie, poi c'è l'invidia c'è il treged... eh,eh... queste cose non funzionano
Santo VOI allora non dovete ...inc... e basta il discorso per me è chiuso
Rosario ma il discorso
Santo può dire quello che vuole
Rosario ma io, io, io... io non sapevo questo fatto qua vostro ieri...
Santo uh
Rosario se no glielo avrei anche detto, io ho detto che avrei parlato due parole a tizio e nessuno è uscito fuori quindi ora il problema qual'è! dov''è se c'era qualche problema prima venivano e parlavano
Santo il problema è lei che cerca di creare zizzania quindi è inutile che parliamo di altro.... quindi.... lo sappiamo come è lei, lo so come è lei
Rosario si ma "armando" (ndr. creando) tragedie con persone che non mi conoscono compare Santo, poi la situazione... mi seguite un attimo
Santo certo
Rosario le persone a me fino a quando
Santo VOI fate quello che dovete fare, anzi se li volete invitare, invitate a chi dovete invitare e fate quello che dovete fare
Rosario ...inc... io,io,io,io compare Santo ...inc... come tornate VOI dovete andare a sistemare la cosa, nel senso di parlargli!
Santo VOI allora andate là e vedete quello che vi dice basta! ci dobbiamo mettere a parlare sempre delle stesse cose, di che cosa voglio dire, cose che sono state chiuse
Rosario e io lo so ma io con VOI possiamo parlare quanto vogliamo, ci sono persone che magari rimurginano sotto e poi ...inc....
Santo ..inc...
Rosario è come dico io, e voi sapete che io
Santo VOI allora tornate là e poi ne parliamo
Rosario vi saluto, ciao compare
Santo ci sentiamo, ciao
Alle successive ore 13.03 (prog.5216 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) CALDERAZZO Rosario, che deve recarsi dai LIBRI per conoscere l’esito del colloquio, chiama un uomo di nome Nino al quale chiede se può accompagnarlo in un posto con la moto (“passa da qui
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sotto al magazzino e mi accompagni da una parte con la moto”). L'uomo dice che tra 5 minuti sarà là (“dammi cinque minuti e sono ...inc... ciao”). (vedasi allegato nr. 321 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Calderazzo Rosario; Tonino.
Tonino si...
Rosario Tonino dove sei
Tonino eh... a piazza Carmine
Rosario ma stai, stai avendo da fare
Tonino cinque minuti perdo ancora
Rosario passa da qui sotto al magazzino e mi accompagni da una parte con la moto
Tonino mu... dammi cinque minuti e sono ...inc... ciao
Rosario ciao
Alle successive ore ore 14.56 (prog.5227 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), CARIDI Santo chiama CALDERAZZO Rosario e chiede se è andato in quel luogo (“siete andato là?”). CALDERAZZO risponde che è andato, ma la bambina gli ha detto che non c'era (“si ma non, non l’ho trovata... non so se era a casa... la figliola mi ha detto che non c'è”).
Caridi Santo gli chiede allora se i mobili siano arrivati (“sono arrivati i mobili?”), e Calderazzo gli dice che è tutto pronto per l’apertura (“si sono arrivate tutte cose... siamo a posto ...inc... tutte cose...“).
Lo stesso CALDERAZZO gli chiede poi quando scenderà (“ma voi scendete?”), ma CARIDI risponde di non saperlo ancora (“poi mi regolo in base a come mi sento”), e in relazione a ciò Calderazzo manifesta incertezza per l’inaugurazione del giorno seguente (“ma vedete se ve ne scendete ora che domani non ci siete che fate.. che faccio io...”). (vedasi allegato nr. 322 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Caridi Santo; Calderazzo Rosario.
Rosario Si pronto!
Santo dove siete a casa?
Rosario ei... no siamo piedi, piedi con questo cav... di negozio stanno facendo alcune rifiniture
Santo siete andato là?
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Rosario si ma non, non lo ho trovata... non so se era a casa... la figliola mi ha detto che non c'è
Santo può darsi che ha mangiato lì sopra
Rosario no... ma la macchina era là
Santo Ah
Rosario la macchina era là... ma non so se... può darsi anche che era... risposava voglio dire no... erano l'una e mezza magari riposava comunque...
Santo sono arrivati i mobili?
Rosario si sono arrivate tutte cose... siamo a posto ...inc... tutte cose... ma voi scendete?
Santo ora vediamo ho un appuntamento alle cinque con uno per vedere una casa
Rosario eh!
Santo poi mi regolo
Rosario ah?
Santo poi mi regolo in base a come mi sento
Rosario vabbò... ma vedete se ve ne scendete ora che domani non ci siete che fate.. che faccio io...
Santo va bò ciao ..inc...
Rosario ..inc...
In serata alle ore 20.47 (prog.5257 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) ancora CARIDI Santo chiede a CALDERAZZO Rosario se è andato nel luogo concordato (“Siete andati là?”), e CALDERAZZO Rosario risponde affermativamente, aggiungendo che poi gli spiegherà (“si poi vi spiego”). CARIDI chiede allora se è tutto a posto (“dico tutto a posto?”), e CALDERAZZO lo rassicura dicendogli di si e che poi gli spiegherà di persona (“si a posto... si...!... ha mandato... poi vi spiego quando ci vediamo..”). (vedasi allegato nr. 323 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Caridi Santo; Calderazzo Rosario.
omissis fino alla ore 20.49,01
Santo Siete andati là?
Rosario si poi vi spiego
Santo avete parlato?
Rosario si,si
Santo dico tutto a posto?
Rosario si a posto... si...!
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Rosario ha mandato... poi vi spiego quando ci vediamo
Santo va bene dai...
Rosario vi devo dire le cose no...
Santo va bo...
Rosario eh.... e se avete bisogno mi chiamate a qualsiasi orario
Santo va bene grazie...
omissis dalle 20.49,19 fino alla fine
Il giorno successivo, alle ore 16.25 (prog.5305 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), GATTUSO Nicola chiama CALDERAZZO Rosario cui chiede di Caridi Santo, appellandolo “compare Santo” (“sentite una cosa...compare Santo?”). CALDERAZZO risponde che non c'è. Nicola afferma di voler essere richiamato (“uh...e gli dite che mi chiama un attimo”). (vedasi allegato nr. 324 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Gattuso Nicola; Calderazzo Rosario.
Rosario Pronto...
Gattuso compare Saro...
Rosario eh!
Gattuso sentite una cosa... compare Santo?
Rosario non c'è!
Gattuso non è venuto?
Rosario no ha la febbre
Gattuso ah... ha la febbre
Rosario ah...ah..
Gattuso uh... e gli dite che mi chiama un attimo
Rosario e se lo rintraccio e da due giorni che lo vado cercando
Gattuso e va bene vedete...
Rosario so che è malato, e che è fuori e che è malato, apposta non è venuto
Gattuso va bene
Rosario e come lo rintraccio che mi chiama, gli mando un messaggio e come mi chiama vi faccio sapere
Gattuso va bene
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Rosario va bene... tante cose.. ci vediamo più tardi...
Gattuso si,si,si,si....
Rosario vi saluto
Gattuso ciao...
Alle ore 21.36 CARIDI Santo chiama CALDERAZZO Rosario (prog.5319 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) e fa gli auguri per l’inaugurazione del nuovo centro estetico (“auguri”). CALDERAZZO dice che si trova in compagnia di Mico e Vincenzo, aggiungendo che la sera precedente, all’inaugurazione, c’erano tutti (“si tutto a posto, diciamo tutto a posto siamo qui con Mico e con Vincenzo... e tutti c'erano questa sera”). CARIDI Santo chiede se è andato qualcuno della sua famiglia (“della mia famiglia è venuto qualcuno?”), CALDERAZZO risponde che della sua famiglia c'erano tutti (“tutti sono venuti quelli della vostra famiglia...non è mancato nessuno”), sancendo così definitivamente che tutti i problemi che erano sorti strada facendo sono stati infine superati. (vedasi allegato nr. 325 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Caridi Santo; Calderazzo Rosario.
Rosario ehi...
Santo auguri
Rosario avete sentito l'odore?
Santo si
Rosario di Voi parlavamo qua, siamo riuniti... tutto a posto?
Santo auguri... si
Rosario siete rientrato
Santo quasi
Rosario e grazie... grazie del pensiero compare Santo
Santo tutto a posto?
Rosario si tutto a posto, diciamo tutto a posto siamo qui con Mico e con Vincenzo... e tutti c'erano questa sera
Santo ah...
Rosario ci eravamo riuniti tutti... Tutto a posto?
Santo della mia famiglia è venuto qualcuno?
Rosario tutti sono venuti quelli della vostra famiglia... non è mancato nessuno
Santo va bene
Rosario va bene... tutto a posto?
Santo ci vediamo...
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Rosario ci vediamo al rientro, grazie di tutto compare Santo... vi saluto
Santo saluto
Rosario ciao
Dalla vicenda sopra descritta, relativa all’apertura del centro estetico “Le Muse” riconducibile a Calderazzo Rosario, emerge chiaramente che la cosca LIBRI-CARIDI è attiva e vitale sul territorio di Reggio Calabria. Proprio in virtù di ciò, CALDERAZZO Rosario, prima d’intraprendere la nuova attività, aveva parlato con CARIDI Santo ottenendo da questi l’assenso, dopo che lo stesso ne aveva parlato a sua volta con il fratello CARIDI Antonino. Oltre a lui, anche le donne della cosca sono a conoscenza degli affari e veicolano le informazioni da e verso i luoghi di detenzione.
Appare poi chiaro come la cosca fornisca assistenza economica alle donne degli affiliati che hanno perso il marito o che si trovano in regime di detenzione (“altrimenti la paga la perdete”).
Nonostante le rassicurazioni di Caridi Santo, per essere sicuro di non incorrere in ritorsioni, CALDERAZZO attende comunque notizie dal carcere (dove sono reclusi Libri Pasquale e Caridi Antonino), ed infatti dopo tale colloquio si affretta a dire a Santo Caridi che tutto è sistemato.
Dell’esercizio commerciale di Calderazzo, ne parlano anche Nicola Gattuso e suo cugino Francesco “Ciccillo”, all’interno della sua Fiat Panda (prog.1698 - RIT DDA 2235/07) in data 13 Febbraio 2008, allorché i due commentano il fatto che lo stesso sia stato incendiato. In particolare, parlando del fatto che Santo Caridi sarebbe tornato l’indomani da Roma (“Santo viene domani…Non c'è. A Roma è…”), Nicola Gattuso racconta al suo interlocutore che un incendio ha interessato il centro estetico “LE MUSE” di Calderazzo, alla cui inaugurazione verosimilmente avevano partecipato anche loro (“Gli hanno bruciato il chiosco a quel ragazzo, che ha inaugurato quella sera la profumeria”). Gattuso Francesco inizialmente non capisce (“Dove… Mi sono dimenticato io“), ma poi Nicola gli spiega chiaramente che si tratta dell’esercizio sito in Via Aschenez, alla cui inaugurazione erano presenti anche la madre di Santo e la moglie di Nino, di proprietà di Calderazzo Rosario (“Là in via Aschenez, c'era la mamma di Santo, la moglie di Nino…Saro, Saro, quel giovanotto“). Inteso di cosa stia parlando, Ciccillo si mostra incredulo (“Saro, a Saro gli hanno bruciato, vattene!“), e gli chiede cosa abbia fatto Santo a proposito (“Santo che fa?“), ipotizzando che Calderazzo non abbia chiesto l’autorizzazione per l’apertura del suo esercizio ed evidenziando, ancora una volta, come tutta la vita commerciale del sistema produttivo reggino sia sotto la morsa ed il controllo asfittico della criminalità organizzata (“Ma perchè non ha parlato con nessuno?”), dato che Nicola lo descrive come spaventato (“Si spaventa”).
Proprio Nicola risponde che ha parlato sicuramente, e Ciccillo ipotizza che possa avere parlato solo con Santo (“..inc..così, ha parlato con Santo e basta”). Nicola gli fa notare, chiedendo altresì conferma della sua affermazione, che non è possibile che si sia rivolto solo a Santo Caridi (“Eh, eh con Santo e basta non è possibile, o basta uno che gli dice...”), anche se è il fratello di Caridi Antonino (“Ah! Si va bè ma come fratello“). Ciccillo gli fa notare che solo perché è il fratello di Antonino non ha “poteri particolari” (“Ma Santo non entra non dalla finestra e non dalla porta”), ma poteva solo conoscere le persone cui rivolgersi per fare presente che Calderazzo stava aprendo un locale (“Ma Santo poteva sapere la strada per andare a trovare a chi deve trovare per dirgli "vedete che qua un amico ha aperto questo locale, cosi, così"). (vedasi allegato nr. 326 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
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Gattuso F. A per la parte del suocero con loro no.
Gattuso N. Ah!
Gattuso F. Ma Santo non entra non dalla finestra e non dalla porta.
Gattuso N. Ah! Si va bè ma come fratello (ndr. di CARIDI Antonino).
Gattuso F. Ma Santo poteva sapere la strada per andare a trovare a chi deve trovare per dirgli "vedete che qua un amico ha aperto questo locale, cosi, così."
Gattuso N. So, che ..inc... tutti questi ..inc..
Gattuso F. Maria che sono bastardi, ma dove vai.
Nel prosieguo della conversazione emergono chiaramente quali siano “le cariche” assunte da Nicola all’interno dell’organizzazione criminale. In particolare, Nicola commenta negativamente il fatto che MEDURI abbia riferito al padre di Nicola le “cariche di ‘ndrangheta” possedute dal figlio e cioè “IL PADRINO e LA CROCIATA” (“Solo che poi gli ha detto " 'Ndria, te lo devo dire prima che lo sai da altri, tuo figlio ha questo e questo "….PADRINO, E COSO...... LA CROCIATA”).
…
In una conversazione avvenuta sulla Mercedes di Nicola Gattuso in data 29 Febbraio 2008 (prog.408 – RIT DDA 1205/07), si palesa sempre di più la stretta collaborazione tra lo stesso Gattuso e Santo Caridi, nonché la comunione di intenti con la cosca Iamonte, tanto da stare realizzando una “faccenduccia a Melito”.
Dopo che Santo Caridi gli racconta che questa mattina stava andando a Sinopoli per il fatto di tale Michele, …
. (vedasi allegato nr. 327 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Gattuso Nicola; Caridi Santo.
OMISSIS FINO ALLE ORE 09.56.08
CARIDI Santo Stavo andando per Sinopoli, ora questa mattina.
GATTUSO Nicola Con Saro.
CARIDI Santo No solo. Dovevo vedere questo fatto di Michele.
Omissis…
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La conversazione tra i due continua al successivo progressivo 411 delle ore 11.06 (RIT 1205/07 DDA) e Nicola racconta a CARIDI una situazione che gli è stata raccontata da Michele Oppedisano. (vedasi allegato nr. 329 - volume 2)
…
Poi, nel prosieguo della conversazione, GATTUSO Nicola ricorda a Santo che quando uscirà suo fratello (CARIDI Antonino) dovranno avere solo lui come interlocutore (“Quando esce vostro fratello dobbiamo parlare solo con vostro fratello noi“) ed aggiunge che, per ora, per Saro non si può fare niente, nel senso che non gli può essere data alcuna carica (“Un passaggio che dovete fare voi, ve lo devo fare io ora, mi dispiace per Saro ma non possiamo fare troppo traffico”).
CARIDI Santo ...inc..
GATTUSO Nicola ..inc.. ora vado dove vi devo lasciare,
CARIDI Santo Lasciatemi a casa che mi prendo la macchina.
GATTUSO Nicola ..inc.. a piedi va, questo discorso glielo dovevamo chiedere, me la vedo io, e voi ...
CARIDI Santo ...inc.. non tanto di noi, io non voglio portate a niente a nessuno, a me se mi richiamano lo sapete chi sono.
GATTUSO Nicola Quando esce vostro fratello (CARIDI Antonino) dobbiamo parlare solo con vostro fratello noi. Un passaggio che dovete fare voi, ve lo devo fare io ora, mi dispiace per Saro (CALDERAZZO Rosario ndr) ma non possiamo fare troppo traffico.
CARIDI Santo ..inc
Il SARO in questione, si identifica proprio nel citato CALDERAZZO Rosario, nato a Palmi il 13.07.1970. A tale conclusione si giunge agevolmente, in considerazione del fatto che GATTUSO Nicola (che si trova in compagnia di CARIDI Santo), poco prima, aveva conversato telefonicamente con il CALDERAZZO, stabilendo, al termine della chiamata, di incontrarsi.
Infatti, alle precedenti 10.08 (prog.26512 - utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), Gattuso Nicola, che aveva già tentato (senza riuscirvi) di chiamare il CALDERAZZO, è contattato proprio dal medesimo e, nel rispondere al telefono lo apostrofa: “Compare Saro…”. In particolare, Nicola invita CALDERAZZO a raggiungerlo al bar Sant’Anna perché è in compagnia di un amico - CARIDI Santo n.d.r. - (“Sentite una cosa, venite qua al bar a Sant'Anna. Ci prendiamo il caffè che sono con....un amico.”). (vedasi allegato nr. 330 - volume 2)
Si riporta la trascrizione:
Interlocutori:
GATTUSO Nicola; CALDERAZZO Rosario.
GATTUSO Compare Saro, buongiorno.
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CALDERAZZO Compare Nicola, buongiorno, come andiamo?
GATTUSO Vi abbiamo disturbato.
CALDERAZZO Ma voi non disturbate mai, compare Nicola.
GATTUSO Sentite una cosa, venite qua al bar a Sant'Anna. Ci prendiamo il caffè che sono con....un amico.
CALDERAZZO ...inc...cinque minuti mi dovete dare....
GATTUSO Si, si, si.
CALDERAZZO ...inc...
Altrettanto utile a delineare la figura di CALDERAZZO Rosario appare quanto emerso in ordine ai rapporti intercorrenti tra gli esponenti delle consorteria mafiose LIBRI CARIDI e GATTUSO con appartenenti della cosca IAMONTE che opera sul territorio di Melito P.S., cui GATTUSO Nicola e CARIDI Santo avevano fatto riferimento nel corso dello stralcio in precedenza riportato.
Rapporti con la cosca IAMONTE
A riprova dello stretto legame esistente anche con la “cosca Iamonte”, si riportano, di seguito, gli elementi relativi ad alcuni contatti ed incontri intercorsi con gli stessi, con particolare riferimento alle occasioni in cui Caridi Santo si è recato a Melito Porto Salvo.
In data 15 Novembre 2007, a riscontro di specifiche risultanze investigative, veniva effettuato, a cura di questa P.G., un mirato servizio di osservazione. Il presupposto della predetta attività era rappresentato dalla telefonata delle ore 11.29 (progr.10099 - utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07) intercorsa tra CALDERAZZO Rosario e CARIDI Santo. Durante la telefonata, CARIDI domanda a CALDERAZZO se vuole andare con lui in un luogo non meglio specificato per vedere un lavoro (“Buongiorno, volete venire con me?...eeh...no...vicino...sto andando a vedere un lavoro...”). Prima che Calderazzo risponda al telefono, in sottofondo, veniva intercettato un breve dialogo (di seguito riportato) tra CARIDI Santo e GATTUSO Nicola, a dimostrazione del fatto che i due fossero insieme.
Da tale dialogo si intuisce la necessità dei due di trovare una scusa per recarsi, assieme a CALDERAZZO, in un luogo, al fine di ricevere una notizia: in particolare, Caridi Santo fa rilevare che sia importante dare l’impressione di essersi recati in detto luogo, non per ricevere la risposta all’”ambasciata” inviata – cosa che sarebbe risultata alquanto inelegante e inopportuna (“Ecco, perchè altrimenti dicono, avete mandato ‘mbasciata e senza nessuna risposta siete venuti“), bensì per altri motivi, e concordano pertanto una versione di comodo e cioè che il motivo della visita era comprare della carne (“Per la carne andiamo?“).
(vedasi allegato nr. 361 - volume 2)
Si riporta la trascrizione:
Interlocutori:
Gattuso Nicola; Caridi Santo; Calderazzo Rosario.
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In sottofondo si sente CARIDI Santo parlare con GATTUSO Nicola:
CARIDI Si ma se gli abbiamo mandato ‘mbasciata non andiamo la per, andiamo, andiamo per ...inc... se ci arriva qualche ‘mbasciata mentre siamo la.
GATTUSO Per la carne andiamo?
CARIDI Ecco, perchè altrimenti dicono, avete mandato ‘mbasciata e senza nessuna risposta siete venuti.
GATTUSO No, no.
CARIDI Non è corretto.
GATTUSO Se non viene quello, compare, non possiamo sapere niente.
CARIDI Appunto
GATTUSO Questo qua dov'è, è nervoso.
Al telefono
CALDERAZZO Buongiorno.
CARIDI Buongiorno, volete venire con me?
CALDERAZZO io sono un pò...dov'è...dobbiamo andare fuori?
CARIDI eeh...no...vicino...sto andando a vedere un lavoro....
CALDERAZZO io qua al magazzino sono...se passate e mi prendete....inc voi dove siete?
CARIDI qua sono al Cedir io
CALDERAZZO al cedir...dieci minuti e arrivo...un quarto d'ora ci metto un quarto d'ora per arrivare....
CARIDI se volete passiamo noi....
CALDERAZZO e passate voi che è meglio
CARIDI va bò stiamo venendo...
CALDERAZZO mi fate la cortesia....dalla parte di sotto sono
CARIDI arrivo arrivo...vi saluto.
CALDERAZZO ciao.
Alle successive ore 12.06 (progr.17977 – utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), attraverso l’intercettazione dell’utenza di GATTUSO Nicola (che si trova sotto la copertura della cella sita in Località S.Elia-89064-MONTEBELLO IONICO-Sett.2.) si intuiva che “la comitiva” era in viaggio in direzione di Melito di Porto Salvo.
Per quanto sopra, alle successive ore 12.10 personale di questo Comando si recava in via Sbarre di questo centro ove, alle ore 12.14, notava l’autovettura Fiat Panda di colore nero targata DB757KG in uso a GATTUSO Nicola, parcheggiata di fronte la macelleria di TOSCANO Giuseppe. All’interno del veicolo, parcheggiato col fronte in direzione sud, veniva riconosciuto, seduto sul sedile anteriore, riservato al passeggero, CARIDI Santo, mentre altra persona non chiaramente
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visibile – certamente CALDERAZZO Rosario – era seduta sul divano posteriore. Al posto guida non vi era nessuno.
L’attività tecnica d’intercettazione consentiva inoltre di verificare che, alle ore 12.27 (progr.6533); 12,28 (progr. 6534) e 12.30 (progr.6537), TOSCANO Giuseppe, dall’utenza 328/1020766 (RIT DDA 1203/07), prova a telefonare a FOTI Saverio sull’utenza 348/7431775 (RIT DDA 908/07), senza tuttavia riuscire a parlarvi.
Alle ore 12.33 (progr.17978 - utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07), viene riscontrato che l’utenza di GATTUSO Nicola si trova sotto la copertura della cella sita in Via Cimitero-località acquedotto-89063-MELITO DI PORTO SALVO - Sett.3.
Alle successive ore 12.35 militari operanti transitavano nuovamente di fronte la macelleria di TOSCANO Giuseppe e ancora si aveva modo di notare la Fiat Panda di colore nero, targata DB*757*KG, parcheggiata di fronte la suddetta macelleria. Diversamente da quanto notato alle precedenti ore 12.14, in questa occasione, a bordo della autovettura, non vi era nessuno e il veicolo era parcheggiato col muso in direzione nord.
Altro passaggio veniva effettuato alle successive ore 12.40, ma la suddetta autovettura non veniva più notata.
Durante tutto il suddetto arco temporale veniva comunque notata, ivi parcheggiata, l’autovettura Mitsubishi Pajero colore grigio chiaro targata ZA*900*KX in uso a TOSCANO Giuseppe.
(vedasi allegato nr. 362 - volume 2)
Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, 15 Novembre 2007, certamente in virtù degli accordi stabiliti nella mattinata precedente con TOSCANO Giuseppe - presso il quale si erano recati, come pattuito, con la scusa di acquistare della carne, ma col chiaro intento di ricevere le notizie che attendono con impazienza (“Si ma se gli abbiamo mandato ‘mbasciata non andiamo la per, andiamo, andiamo per ...inc... se ci arriva qualche ‘mbasciata mentre siamo la… Per la carne andiamo?……… ecco, perchè altrimenti dicono, avete mandato ‘mbasciata e senza nessuna risposta siete venuti…..se non viene quello compare non possiamo sapere niente”), CARIDI Santo, CALDERAZZO Rosario e GATTUSO Nicola si recano nuovamente a Melito Porto Salvo.
Difatti, alle ore 15.37, (prog.17985 – RIT DDA), CARIDI Santo telefona a GATTUSO il quale dice che tarderà ancora 10 minuti. (vedasi allegato nr. 363 - volume 2)
Si riporta la trascrizione:
Interlocutori:
Gattuso Nicola; Caridi Santo;
GATTUSO N. compare Santo.....
CARIDI S. Com’è?
GATTUSO N. altri dieci minuti....
CARIDI S. va bene
GATTUSO N. ciao.
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Alle successive ore 15.58 GATTUSO e CALDERAZZO si recano presso l’abitazione di CARIDI per prelevarlo. CALDERAZZO Rosario telefona (prog.4 – utenza 347/8172899 - RIT DDA 2220/07) a CARIDI dicendo di essere sotto la sua abitazione con GATTUSO Nicola (“qua con compare Cola sono…. siamo sotto”). CARIDI riferisce che li sta raggiungendo (“sto scendendo”). (vedasi allegato nr. 364 - volume 2)
Si riporta la trascrizione:
Interlocutori:
Caridi Santo; Calderazzo Rosario.
Santo Salite
Rosario qua con compare "Cola" sono... siamo sotto
Santo sto scendendo
Si da quindi per certo che, alle ore 15.58 del 15.11.2007, i tre fossero assieme.
Alle ore 16.00 (prog.17986 – utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) GATTUSO che aveva già fissato un appuntamento con OPPEDISANO Michele (vds prog.17971 – utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) e col quale si è gia incontrato alle precedenti ore 14.48 (“oh! Compare Nicola sono qua io” vds prog.17981) concorda con questi d’incontrarsi presso un distributore di carburante. A questo incontro con OPPEDISANO parteciperanno, quindi, anche CARIDI e CALDERAZZO che si trovano a assieme al GATTUSO. (vedasi allegato nr. 365 - volume 2)
Si riporta la trascrizione:
Interlocutori:
Gattuso Nicola; Oppedisano Michele.
Gattuso compare....
Oppedisano oh..compare Nicola....
Gattuso ei....
Oppedisano dove ci vediamo?
Gattuso là alla colonnina...ciao
Oppedisano vabbò ciao.
Che in questo incontro abbia un ruolo anche CARIDI emerge dalla conversazione delle precedenti ore 10.33 allorché, GATTUSO, trovandosi assieme a CARIDI Santo, chiede a OPPEDISANO (prog.17971 – utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) se può andare a Reggio in quel momento. OPPEDISANO riferisce che ha un appuntamento “per andare là”. GATTUSO capisce e i due brevemente si salutano. (vedasi allegato nr. 366 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
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Gattuso inc...qua siamo voi?......a che ora venite?
Oppedisano noo....tenete conto verso le tre e mezzo
Gattuso perchè non ve ne venite ora?
Oppedisano noo. e no perchè ho un appuntamento la con......là....
Gattuso si si....va bene
Oppedisano avete capito?
Gattuso si si....va bò
Oppedisano più tardi
Gattuso si si va bene
Oppedisano va bene? Ciao
Gattuso si ciao.
Dopo avere incontrato OPPEDISANO Michele, CARIDI, GATTUSO e CALDERAZZO si recano a Melito Porto Salvo, certamente al fine di ricevere la notizia per la quale i tre palesano urgenza.
Difatti:
alle ore 17.17 (prog.5 - utenza 347/8172899 - RIT DDA 2220/07) l’utenza 3478172899 di CARIDI Santo si trova sotto la copertura della cella sita in Melito Porto Salvo Via Cimitero - località acquedotto- Sett.3; (vedasi allegato nr. 367 - volume 2)
alle ore 16.53 (prog.811 – utenza 393/7131522 - RIT DDA 1436/07) l’utenza di GATTUSO Nicola si trova sotto la copertura della sella sita in Melito Porto Salvo, LOCALITA ACQUEDOTTO,S.N.C.; (vedasi allegato nr. 368 - volume 2)
alle ore 17.24, in sottofondo ad una chiamata in uscita dall’utenza 329/1765323 (RIT DDA 1203/07) di CALDERAZZO si senta la voce di GATTUSO Nicola.
E’, quindi, più che certo che, analogamente a quanto accaduto in mattinata, tra le ore 16.50 e le ore 17.30 circa del 15.11.2007, CALDERAZZO, GATTUSO e CARIDI si trovassero a Melito Porto Salvo.
Anche durante il pomeriggio del successivo 16 Novembre 2007, CALDERAZZO, GATTUSO e CARIDI col veicolo Peugeot 107 targato DB*867*KM si recano a Melito Porto Salvo, spegnendo in seguito tutti i cellulari in loro possesso rendendo difficoltosa l’individuazione alla p.g. scrivente.
Alle ore 16.20 circa, personale dipendente notava transitare sulla SS106, località Saline Joniche, con direzione di marcia SUD-NORD (da Melito P.S. verso Reggio Calabria) l’autovettura Peugeot 107 targato DB*867*KM, con tre persone a bordo.
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In effetti, le precauzioni adottate (uso di autovettura “pulita” e disattivazione delle utenze cellulari) non ne ha reso agevole l’individuazione. Si può tuttavia sostenere l’ipotesi che i predetti – alla stregua delle accorte modalità utilizzate e dei “contatti” prodromici intercorsi - si siano incontrati con IAMONTE Remingo in un luogo privato (atteso che l’ampia perlustrazione effettuata dalla p.g. durante l’intero arco temporale in cui i predetti si trovavano a Melito, non ha consentito di rintracciare nemmeno la predetta Peugeot 107). …
“
OMISSIS – N. D. E. –
§ - b) CONDEMI Domenico, LOMBARDO Vincenzo e ROTTA Vincenzo
L’appartenenza alla cosca CARIDI del più volte citato CALDERAZZO e degli altri soggetti
protagonisti della presente richiesta, quali CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo e
LOMBARDO Vincenzo, tutti riconducibili al reggente del sodalizio CARIDI Santo, viene
ulteriormente dimostra dall’ulteriore stralcio, anch’esso tratto dalle indagini relative alla
“Operazione Crimine”.
“
Altri soggetti intranei all’organizzazione criminale
…in un’altra conversazione registrata, in data 08 Marzo 2008, all’interno della Fiat Panda di Gattuso Nicola (prog.2044 – RIT DDA 2235/07) - allorquando lo stesso si trova insieme a Russo Francesco - emerge la circostanza che Santo Caridi agisca solo dopo avere ricevuto direttive dal fratello Antonino. (vedasi allegato nr. 375 - volume 2)
In particolare, Gattuso riferisce al Russo che Santo Caridi gli ha detto di non entrare in contrasto con “questi vecchi” e cioè con Paolo Meduri e Francesco Gattuso, poiché altrimenti suo fratello Antonino se la sarebbe presa con lui (“Santo dice di non iarmare" bordello compare Cola, che mio fratello se la prende con me, se mi metto contro a questi qua, questi vecchi...”), aggiungendo che prima gliene avrebbe parlato proprio al fratello e solo in caso di parere favorevole, avrebbero potuto andare contro loro (“..che so se andare da mio fratello..inc.. io parlavo prima con mio fratello e mio fratello diceva, fate quello che cazzo volete io ero più sicuro, che poi "iarmamu" bordello vedete, pure voi”).
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Gattuso Nicola; Russo Francesco.
OMISSIS DALLE ORE 09.20.47 ALLE ORE 09.38.20
GATTUSO Nicola E come dite di fare domani compare Ciccio.
RUSSO Francesco ..inc..
GATTUSO Nicola Alle undici. No, no per fare il discorso compare Ciccio, Santo (CARIDI Santo) dice di non iarmare" bordello compare Cola, che mio fratello (CARIDI Antonino) se la prende con me, se mi metto contro a questi qua, questi vecchi ...
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
GATTUSO Nicola ...che so se andare da mio fratello (CARIDI Antonino) ..inc.. io parlavo prima con mio fratello e mio fratello diceva, fate quello che cazzo volete io ero più sicuro, che poi "iarmamu" bordello vedete, pure voi,
RUSSO Francesco Ma i vecchi, Ciccio (GATTUSO Ciccillo) la come cazzo si deve fare, gli toglie ...
GATTUSO Nicola Si allora, siete pazzo voi.
RUSSO Francesco Che è pieno di ..inc..
GATTUSO Nicola Chi, microspie.
RUSSO Francesco Vedete, telecamere.
OMISSIS FINO ALLA FINE
Ulteriore conferma del fatto che Santo Caridi agisce solo dopo avere ricevuto precise direttive impartite dal fratello Antonino, si ha anche con una conversazione registrata in data 13 Settembre 2008 - sempre all’interno dell’autovettura Mercedes di Gattuso Nicola (prog.2875 – RIT DDA 1205/07), allorché lo stesso Gattuso invita Caridi Santo (in auto con lui) a portare con loro anche Rotta Vincenzo (“E ROTTA dov'é?… Eh venite voi due, se lo merita, o no voi sapete“). Ma Caridi risponde che prima ne parlerà con il fratello Antonino (“Io voglio che parlo con mio fratello (CARIDI Antonino ndr.) prima“), evidenziando con tale comportamento il fatto che sia proprio lui a dirigere l’associazione, anche se detenuto. (vedasi allegato nr. 376 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Gattuso Nicola; Caridi Santo.
OMISSIS DALLE ORE 18.54.06 ALLE ORE 18.55.53
GATTUSO Nicola E ROTTA dov'é?
CARIDI Santo ROTTA? Vincenzo?
GATTUSO Nicola Eh! Eh venite voi due, se lo merita, o no voi sapete.
CARIDI Santo Io voglio che parlo con mio fratello (CARIDI Antonino ndr.) prima.
GATTUSO Nicola Vi sto dicendo, vi ho detto io come vi sembra a voi, come vi pare.
CARIDI Santo Domani ..inc..
OMISSIS DALLE ORE 18.56.50 SINO ALLA FINE
L’appartenenza al sodalizio criminale Libri-Caridi del sopraindicato Rotta, nonché di Calderazzo Rosario e di altri personaggi ancora quali Lombardo Vincenzo e Condemi Domenico, si evidenzia in una serie di contatti telefonici e di conversazioni ambientali captate all’interno dell’autovettura Opel Corsa del Rotta.
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
In data 13 Novembre 2007, alle ore 17.44 (prog.9907 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), CARIDI, dopo tanto tempo, telefona a CALDERAZZO. Dopo i primi convenevoli, i due stabiliscono d’incontrarsi di li a poco presso il banco per la rivendita di frutta e ortaggi sito sul viale Europa, in quell’atto di proprietà di CARIDI Antonia nata a Reggio Calabria in data 05.07.1963 (Allegato nr. 10), (sorella dei fratelli CARIDI e moglie di ZINDATO Giuseppe nato a Condofuri in data 30.08.1957destinatario dell’OCCC nr. 259/06 RGNR DDA “Operazione Alta Tensione) in quel momento ceduto in locazione alla nipote CONDEMI Fortunata 25.06.1977 (Allegato nr. 11) figlia di quel CONDEMI Domenico, inteso Micu Petrola cugino di CONDEMI Domenico (03.07.1976) e di CARIDI Antonina, anche quest’ultima sorella dei fratelli CARIDI. Nel corso della conversazione, CARIDI chiede a CALDERAZZO se può accompagnarlo da una persona (“ma se volete venire prima con me... voglio andare a fare visita a un amico”), prima di prendere parte ad una cena insieme (“che facciamo, ce la facciamo una mangiata stasera?”). (vedasi allegato nr. 377 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Caridi Santo; Calderazzo Rosario.
Rosario E buonasera
Santo buonasera
Rosario e che si dice?
Santo che facciamo, ce la facciamo una mangiata stasera?
Rosario e io stasera sono invitato
Santo io pure, capace che ci vediamo là allora
Rosario siamo invitati nella stessa parte allora
Santo eh... va bene
Rosario tutto a posto?
Santo tutto a posto
Rosario io ho bisogno di parlare un'ora con VOI
Santo si ho una trascuranza, una trascuranza con Voi
Rosario no,no
Santo più di una veramente...però
Rosario no non si tratta di trascuranza tra me e VOI..inc..
Santo ci vediamo stasera dai... ma se volete venire prima con me... voglio andare a fare visita a un amico
Rosario e passate da qua o volete che vengo là io, dove siete VOI?
Santo io ora sono qua al banco
Rosario e sto passando, ciao
Santo vi saluto
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
Durante il loro incontro, i due hanno sicuramente discusso de visu, anche di una cena da effettuare la sera insieme ad altri personaggi a loro vicini. Infatti, alle ore 20.05 CALDERAZZO telefona a ROTTA Vincenzo (prog.9940 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), che gli dice di essere in Piazza, invitandolo a raggiungerlo a casa di un personaggio che non indicano (“ci vediamo a casa sua direttamente vi ho detto!”).(vedasi allegato nr. 378 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Rotta Vincenzo; Calderazzo Rosario.
(Omissis…)
Con la telefonata delle successive ore 20.12 (prog.9943 - utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), si ha conferma dell’identità del predetto personaggio e difatti CALDERAZZO telefona a CARIDI, che dice di trovarsi a casa, invitandolo a raggiungerlo in strada atteso che loro sono quasi arrivati. (vedasi allegato nr. 379 - volume 2)
Sicuramente CALDERAZZO si è recato da CARIDI insieme a qualcun’altro (“e potete scendere siamo quasi vicino NOI”).
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Caridi Santo; Calderazzo Rosario.
(Omissis…)
Alle ore 20.35 CALDERAZZO telefona a ROTTA (prog.9945 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), il quale gli riferisce che si trova al bar e che sta aspettando tale Domenico (“sono al bar, aspetto a Mico”). (vedasi allegato nr. 380 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Rotta Vincenzo; Calderazzo Rosario.
(Omissis…)
Mentre sono a cena, CARIDI Santo, alle ore 21.31, telefona a GATTUSO Nicola (prog.17856 – utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) al quale riferisce di essere passato sia da casa sua (“sono passato da casa e non c'eravate “) sia da casa di GATTUSO Ciccillo, ma di non averli trovati (“sono salito anche, salito anche da vostro cugino”).
GATTUSO Nicola dice che devono incontrarsi (“e ci dobbiamo vedere vedete!”) e CARIDI riferisce che più tardi passerà a trovarlo a casa (“vabbò... passo da voi”). (vedasi allegato nr. 381 - volume 2)
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
Alle successive ore 23.29 (prog.17868 - utenza 348/6616283 - RIT DDA 695/07) CARIDI Santo riferisce a GATTUSO Nicola che tra 5 minuti passerà da lui (“cinque minuti”). (vedasi allegato nr. 382 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Gattuso Nicola; Caridi Santo.
(Omissis…)
Si può quindi affermare che nella serata del 13 Novembre 2007, CALDERAZZO Rosario, CARIDI Santo, ROTTA Vincenzo e tale “Mico”, identificabile, in virtù di incontri successivi, in Condemi Domenico, si siano incontrati e abbiano cenato assieme. Inoltre, immediatamente dopo, Santo decide di incontrare anche GATTUSO Nicola, dopo avere cercato di fare lo stesso, senza tuttavia riuscirci, con GATTUSO Ciccillo.
(…)
Nella stessa mattinata del 14 Novembre 2007 alle ore 08.39 (prog.9956 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07) CALDERAZZO, certamente a seguito dell’incontro della sera prima, telefona a ROTTA chiedendogli di andare subito a prendere un personaggio del quale non fanno il nome, ma del quale è chiara ad essi l’identità, e di ritrovarsi al loro solito luogo d’incontro (“eh.. se vedete a coso là, e ci vediamo li sotto… a chi! a chi dovete portare secondo voi?”).
CALDERAZZO evita di dire sia il nome di questo personaggio che il luogo dell’incontro (“là sotto, compare Vincenzo, dove ci vediamo sempre”). Per avere comunque conferma ROTTA chiede se devono vedersi “da DIEGO” e CALDERAZZO conferma. (vedasi allegato nr. 387 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.
Rotta Pronto
Rosario Buongiorno
Rotta buongiorno anche a voi
Rosario sentite!
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
Rosario eh.. se vedete a coso là, e ci vediamo li sotto
Rotta a che ora?
Rosario ora?
Rotta e dove?
Rosario li sotto compare Vincenzo dove ci vediamo sempre
Rotta e va bene... da Diego?
Rosario eh!
Rotta sto partendo va bene!
Rosario chiamate a coso anche se lo trovate là...
Rotta a chi?
Rosario a chi! a chi dovete portare secondo voi
Rotta ho capito ma non so se lo trovo , se lo vedo va bene.
Luogo dell’incontro tra CALDERAZZO e ROTTA viene individuato nella Pizzeria ad insegna “L’ANCORA,” sita nel Piazzale antistante il Lido Comunale di Reggio Calabria e gestita da PALMA Diego, dove alle successive ore 09.50 personale dipendente nota ivi parcheggiata l’autovettura di ROTTA Vincenzo (vedasi allegato nr. 388 - volume 2)
Alle successive ore 10.29 (prog.194 – RIT DDA 1977/07) CALDERAZZO Rosario e ROTTA Vincenzo salgono a bordo della macchina di ROTTA Vincenzo (RIT 1977/07) con la quale si dirigono da CARIDI Santo. (vedasi allegato nr. 389 - volume 2)
CALDERAZZO Rosario dice che debbono parlare con qualcuno e ROTTA, con riferimento ad altri (forse a CARIDI Santo), sostiene che questi non ha intenzione di scusarsi e aggiunge che, con questi amici, non possono a prescindere e che non vuole fare brutte figure (“Altrimenti a quelle condizioni io, mi lavo le mani con questo, io sono, la parente sua non ne vuole sapere, ..inc.. chiuso, allora non avete capito Saro. Voglio ..inc.. da Santo”).
Nel contesto dei rapporti tra i personaggi sopra indicati, di rilevante importanza appare il successivo scambio di battute durante le quali CALDERAZZO e ROTTA concordano cosa dire a CARIDI per giustificare il fatto che si stiano recando insieme da lui. Dapprima CALDERAZZO dice che devono trovare il modo che nessuno li veda giungere assieme da CARIDI e che soprattutto non lo vedano scendere dal veicolo di ROTTA (“Però dobbiamo fare in modo che non mi vede nessuno che scendo dalla macchina vostra lo sapete voi.”). Mentre viaggiano CALDERAZZO telefona a CARIDI Santo (prog.9979 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07) al quale riferisce che lo sta raggiungendo con un amico.
CALDERAZZO e ROTTA concordano quindi di dire a CARIDI Santo che lo ha accompagnato ROTTA solo perché si sono incontrati al magazzino di CALDERAZZO dove ROTTA si è recato esclusivamente per aver il numero di telefono di CARIDI col quale voleva parlare (“Gli dico che mi avete accompagnato voi, che siete venuto al magazzino a trovarmi… No per rintracciare a voi. ..inc.. no è mi ha chiamato Vincenzo che non poteva ..inc.. con il mio telefono, il telefono vostro che voleva parlare con voi”).
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
ROTTA ha, quindi, intenzione di dire a CARIDI di avere contattato CALDERAZZO perchè voleva parlare con lui (“Gli dico vi ho chiamato perchè volevo parlare con voi, perchè volevo sapere ..inc.. il coso”), e lo stesso gli avrebbe poi detto di accompagnarlo da Santo al banco per fissare un appuntamento (“poi mi avete detto questo, e così vi accompagno, che c'era lui e parlo con lui e ora veniamo al banco e chiudiamo glielo diciamo, in serata, gli facciamo ..inc...”).
CALDERAZZO consiglia di fissare un appuntamento in serata (…..dategli un appuntamento in serata …..quando vi posso trovare che voglio parlare dieci minuti che siamo soli), e lo stesso ROTTA ribatte che dirà a CARIDI che gli spiegherà in seguito il motivo per il quale era andato a trovarlo (“poi te lo racconto perchè sono andato a trovarlo gli dico, poi te lo racconto…..”).
Si riporta la trascrizione in parola.
Interlocutori:
Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo; Caridi Santo.
CALDERAZZO Rosario Dobbiamo parlare.
ROTTA Vincenzo Chi è quello.
CALDERAZZO Rosario Dice che hanno visto a lui.
ROTTA Vincenzo Non aveva intenzione di scusarsi ..inc.
CALDERAZZO Rosario Glielo ha detto già.
ROTTA Vincenzo La madonna santissima, che non, non li possiamo, a prescindere, ..inc.. non posso fare brutta figure.
CALDERAZZO Rosario No...
ROTTA Vincenzo Altrimenti a quelle condizioni io, mi lavo le mani con questo, io sono, la parente sua non ne vuole sapere, ..inc.. chiuso, allora non avete capito Saro. Voglio ..inc.. da Santo.
CALDERAZZO Rosario Però dobbiamo fare in modo che non mi vede nessuno che scendo dalla macchina vostra lo sapete voi.
ROTTA Vincenzo No. anzi ma,
CALDERAZZO Rosario Vediamo dov'è Santo.
ROTTA Vincenzo Io ti posso lasciare a tipo che ..inc.. vedi dov'è lui.
CALDERAZZO Rosario Non parlate.
ROTTA Vincenzo Ti lascio al negozio
CALDERAZZO Rosario No, e chi mi accompagna non c'è nessuno da me.
OMISSIS DALLE ORE 10.30.55 ALLE ORE 10.31.29 CALDERAZZO ROSARIO parla al telefono con CARIDI Santo.
CALDERAZZO Rosario Gli dico che mi avete accompagnato voi, che siete venuto al magazzino a trovarmi, ..inc..
ROTTA Vincenzo Va bene.
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
CALDERAZZO Rosario Ah? No gli dico che mi ha chiamato Vincenzo che doveva dirmi una cosa.
ROTTA Vincenzo E gli volevo dire che stasera viene, così sono venuto a chiamare a voi per essere certi.
CALDERAZZO Rosario No per rintracciare a voi. ..inc.. no è mi ha chiamato Vincenzo che non poteva ..inc.. con il mio telefono, il telefono vostro che voleva parlare con voi
ROTTA Vincenzo E la facciamo completa.
CALDERAZZO Rosario E ma voi, volete che lo troviamo?
ROTTA Vincenzo ..inc...
CALDERAZZO Rosario Al banco arriviamo insieme, non fa niente, meglio se arriviamo insieme, mi seguite.
ROTTA Vincenzo Ho capito
CALDERAZZO Rosario O no.
ROTTA Vincenzo Eh, una volta che gli hai detto che viene uno, a chiamarvi ...
CALDERAZZO Rosario Non gli dico, che ...
ROTTA Vincenzo Gli dico vi ho chiamato perchè volevo parlare con voi, perchè volevo sapere ..inc.. il coso, poi mi avete detto questo, e così vi accompagno, che c'era lui e parlo con lui e ora veniamo al banco e chiudiamo glielo diciamo, in serata, gli facciamo ..inc...
CALDERAZZO Rosario un appuntamento, in serata. quando lo posso trovare, voglio parlare dieci minuti, che siamo soli, ..inc.. che mi trovate se siamo, ha il numero telefono, voi avete il numero di telefono vecchio che non ti rintracciava più.
ROTTA Vincenzo Poi ti racconto perchè sono andato a trovarlo, poi te lo racconto.
CALDERAZZO Rosario Gli dite...
ROTTA Vincenzo Eh, poi te lo racconto ..inc.. racconto, tutte queste barzelette qua. Ma che ci possono fare a noi, ce la possono solo sucare, ..inc.. . Madonna ho il cervello quanto una casa, sull'anima di mia ..inc.. ce l'ho quanto una casa, volevo stare in un posto, ..inc.. per prendere aria .per staccare la spina... tutte queste barzelette, dove sono andato ad incastrarmi io di chi. ...
CALDERAZZO Rosario Siete pazzo netto.
ROTTA Vincenzo ... quattro cornuti qua.
CALDERAZZO Rosario Siete esaurito.
ROTTA Vincenzo Sono esaurito, perchè so che sono esaurito, quel cornuto ha portato a me, all'esaurimento, quello sbirro
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
ROTTA Vincenzo Il tubercoloso dice che arriva qua e dice ce l'ho ..inc.. novantasei, mannaggia la madonna lasciami con la mia pace ..inc.. dalla mattina alla sera io sono esaurito. ...inc..
CALDERAZZO Rosario Eh!
ROTTA Vincenzo Perchè qua secondo me, una sera mi sembra che ho visto i sedili spostati, non per altro, per voi, perchè a me suocera me la possono, gliela metto nella fissa, nella fissa delle sue mamme gli possono mettere le cimice, ma mi vogliono fare a me, a me possono ..inc.. a numero uno, a me la possono sucare, tutte le barzellette sue, quando uno nasce, nasce e basta e chiuso, nasce e muore, forse non la capisce nasce e muore.
CALDERAZZO Rosario Si ho capito.
ROTTA Vincenzo E non, che nasce così, nasce e muore, ..inc.. mangiamoci una bella caramella qua, facciamoci la bocca.
Nel prosieguo della conversazione, Rotta Vincenzo riferisce a Calderazzo che tale Vincenzo è andato da lui per sfogarsi, a causa di qualcosa che gli viene difficile da sopportare (“Eventualmente, domani mattino e che sapete, è venuto Vincenzo a sfogarsi da me che è "patuto" avete capito”). Il Vincenzo in questione è verosimilmente Lombardo Vincenzo che, come verrà in seguito ampiamente spiegato, è in disaccordo con Santo Caridi, a causa probabilmente del fatto che teme di essere superato nella gerarchia dell’associazione da qualche “cristiano” di fiducia di quest’ultimo.
Subito dopo, Calderazzo torna a parlare della versione che dovranno dare a Caridi Santo: in particolare, invita Rotta a fargli un sorriso, e dirgli poi che aveva intenzione di andarlo a trovare e, allo scopo di contattarlo, aveva interessato lui, che a sua volta lo ha invitato ad andarlo a prendere al magazzino (“Santo volevo venire a trovarti, vi avevo chiamato ...inc.. come ho tempo stasera, vi dice a che ora ci vediamo, e sono andato da compare Saro che non avevo il numero per chiamarti, gli dovete dire, ho chiamato a Saro. poi ha chiamato e mi ha detto di andarlo a prendere, gli dite voi, di andare là al magazzino”.)
Rotta suggerisce allora di dirgli che era andato a chiamarlo due volte come previsto (“Digli a Santo che due volte sono andato a chiamarlo, perchè così funziona gli devi dire, hai capito“), e che ha da fare con “cristiani” di un certo spessore, tanto che pure chi non li conosce li invita, data la serietà e l’umiltà con cui parlano (“hai a che fare con "cristianuni" con cosi noi, con tutti quanti, vi porto su un palmo di mano e non ha che fare con ...inc.. ma chi ci conosce e non ci conosce già c'invitano a casa loro, il "cristianu" a noi senza offesa, che si rendono conto, basta che parli con l'umiltà, la serietà”).
È lo stesso Rotta, poi, che ripete la versione di comodo da riferire a Santo Caridi, specificando che gli dirà che aveva contattato Calderazzo (“Gli dite che vi ho chiamato io prima o no. Se gli dice che ti ho chiamato prima io, glielo dico io come, come gli hai detto prima”), e che ha urgente bisogno di parlare con lui, senza dargli ulteriori spiegazioni (“…con il sorrisetto, lo bacio
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<ciao, vedi che ho bisogno urgente di parlare con te, ci vediamo stasera? Si, me ne vado con tutte queste barzellette, barzellette, barzellette, ti saluto ci vediamo stasera e basta>…”).
OMISSIS DALLE ORE 10.35.10 ALLE ORE 10.35.59
ROTTA Vincenzo Ma voi vi rendete conto.
CALDERAZZO Rosario Io non mi rendo conto.
ROTTA Vincenzo Mamma che ..inc..
CALDERAZZO Rosario Se poteva ..inc.. se poteva scendere mio padre qua sotto, so cosa faceva.
ROTTA Vincenzo Mamma che ..inc.. quanto voglio bene a mio figlio, mi ha detto mio figlio" ... ma tu che cazzo c'entri lì .." ..inc..
CALDERAZZO Rosario Vedete c'è la macchina.
ROTTA Vincenzo Va dietro pure lei. Eventualmente, domani mattino e che sapete, è venuto Vincenzo (ndr.LOMBARDO Vincenzo) a sfogarsi da me che è "pattuto" (fuso) avete capito. Quando è venuto per quella via e domanda ma che voglion e che ..inc.. si vuole sfogare ed è venuto sfogarsi con me, ..inc..
CALDERAZZO Rosario ..inc.. per l'appuntamento di stasera, per...
ROTTA Vincenzo Uh! Uh!
CALDERAZZO Rosario Fategli un sorriso, ..inc.. a voi non vi manca, Santo (CARIDI Santo) volevo venire a trovarti, vi avevo chiamato ...inc.. come ho tempo stasera, vi dice a che ora ci vediamo, e sono andato da compare Saro che non avevo il numero per chiamarti, gli dovete dire, ho chiamato a Saro. poi ha chiamato e mi ha detto di andarlo a prendere, gli dite voi, di andare là al magazzino.
CALDERAZZO Rosario Per venire a prendersi la moto.
OMISSIS DALLE ORE 10.37.40 ALLE ORE 10.38.28
ROTTA Vincenzo Digli a Santo che due volte sono andato a chiamarlo, perchè così funziona gli devi dire, hai capito.
CALDERAZZO Rosario Glielo ho detto già.
ROTTA Vincenzo E che si risvegli un pò di sentimento, lo portavano pure ..inc.. là, mi sembra se fosse ..inc.. hai a che fare con "cristianuni" con cosi noi, con tutti quanti, vi porto su un palmo di mano e non ha che fare con ...inc.. ma chi ci conosce e non ci conosce già c'invitano a casa loro, il "cristianu" a noi senza offesa, che si rendono conto, basta che parli con l'umiltà, la serietà, ..inc.. e chi ha da fare con questi giocattoli là, alla festa della madonna, li mettono là, lo sai quel fucile a piombini la,
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di quei fucili a piombini che butti il bambolotto.
OMISSIS DALLE ORE 10.39.30 ALLE ORE 10.40.42
CALDERAZZO Rosario Glielo dico, ..inc.. che mi avete chiamato e siete venuto a prendermi, poi ci vedono lo stesso.
ROTTA Vincenzo Gli devi dire che mi hai chiamato tu
CALDERAZZO Rosario Eh! E siete venuto a prendermi.
ROTTA Vincenzo Uh! Gli dite che vi ho chiamato io prima o no. Se gli dice che ti ho chiamato prima io, glielo dico io come, come gli hai detto prima. Io ho preso ..inc.. con la moto qua, con il sorrisetto, lo bacio <ciao, vedi che ho bisogno urgente di parlare con te, ci vediamo stasera? Si, me ne vado con tutte queste barzelette, barzelette, barzellete, ti saluto ci vediamo stasera e basta>. La cornamusa c'è là. Ma lui al banco è?
CALDERAZZO Rosario Si.
ROTTA Vincenzo ..inc..
CALDERAZZO Rosario ..inc..
ROTTA Vincenzo "puliciato" O dio mio che mal di testa che ho, io pazzo esco qualche giorno, sicuro, ..inc..
CALDERAZZO Rosario Gli dico che mi avete telefonato voi che volevate parlare con lui
ROTTA Vincenzo Si, si, si.
OMISSIS DALLE ORE 10.42.02 ALLE ORE 10.42.17
Alle ore 10.42 circa, Rotta e Calderazzo giungono al banco di frutta sito sul viale Europa e si incontrano con CARIDI Santo. Difatti, alla suddetta ora, ROTTA dice “compare buongiorno” ed esce dal veicolo. In lontananza, si sente quindi la voce di CARIDI Santo. Mentre sono fuori dal veicolo, ROTTA parla con CARIDI Santo al quale chiede di organizzare un incontro, per dirimere una controversia tra accoliti (“Lui è il primo che deve dire mio zio Peppe, e ..inc.. voleva venire, non capisce allora ..inc.. la dovete chiudere ..inc..”)
In seguito alla incomprensibile risposta di Caridi, ROTTA sale in auto spiegando a Caridi che a lui non interessa nulla (“Interessa a me compare, sai cosa m'interessa ...”); per stemperare i toni, lo invitano a scendere di nuovo (“Mannaggia andiamo per favore, compare esci”), e Santo aggiunge di essere disponibile ad incontrarsi per chiarire l’oggetto della discordia (“Allora, te lo dico avanti, vieni, facciamo quello che vogliamo, mattinata, nottata, due parole di queste cose, due e non più ...”). Rotta conclude che ciò che doveva dirgli lo ha detto (“Io, io quello che ti dovevo dire te l'ho detto”), e che è andato da lui solo perché lo rispetta (“Eh, so solo che, se vengo, perchè ti voglio bene, altrimenti non, non venivo”).
Tale conversazione - pur non riuscendo a comprendere il reale motivo della controversia - è emblematica per rappresentare lo spessore in seno all’organizzazione di Caridi Santo: infatti, nonostante Calderazzo e Rotta concordino dichiarazioni di comodo, decidono di mentirgli per timore di una sua reazione. Stessa origine hanno evidentemente le riverenze che gli mostra Rotta, nonostante avesse chiaramente espresso il concetto che non gli interessasse niente di lui, arrivando addirittura a dire, al termine della discussione, di essere andato lì poiché mosso dal
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rispetto che nutre nei suoi confronti (“Eh, so solo che, se vengo, perchè ti voglio bene, altrimenti non, non venivo”).
ROTTA Vincenzo Compare buongiorno.
CARIDI Santo Salutiamo. ..inc..
CALDERAZZO Rosario (parla al telefono) Va bè, ok.
ROTTA Vincenzo Figuratevi compare quando ...
CALDERAZZO Rosario (parla al telefono) Ci sentiamo più tardi.
ROTTA Vincenzo ... il piacere è tutto mio ...
CALDERAZZO Rosario (parla al telefono: Turi sono incasinato questa mattina, sono preso con il lavoro, se è bisogno urgente ci vediamo, altrimenti mi sbrigo le mie cose, ci vediamo poi a Gioa ciao, cugino, ciao salutami a tutti, ciao.)
ESTERNO DELLA MACCHINA
ROTTA Vincenzo ..inc.. questo discorso. Non possiamo giocare, quando ci possiamo vedere soli, mi ha chiamato che vuole la cosa la ..inc.. se glielo diciamo a tutti, al circolo andiamo, ..inc.. senti quando ci vediamo.
CARIDI Santo Da voi?
ROTTA Vincenzo Il pazzo ieri sera è venuto, che dobbiamo fare ...
CARIDI Santo Voi mi parlate di Vincenzo.
ROTTA Vincenzo Un pò sgarrato. Che sia così, lui lo sa sul bene di mio figlio, mi faccio una partita a carte
CALDERAZZO Rosario Lasciate che prendo il casco.
CARIDI Santo ..inc..
ROTTA Vincenzo Lui è il primo che deve dire mio zio Peppe, e ..inc.. voleva venire, non capisce allora ..inc.. la dovete chiudere ..inc..
CALDERAZZO Rosario Compare Vincenzo.
ROTTA Vincenzo Ci vediamo dopo le otto,
SALE IN MACCHINA ROTTA Vincenzo
ROTTA Vincenzo Interessa a me compare, sai cosa m'interessa ...
CARIDI Santo Mannaggia andiamo per favore, compare esci.
ROTTA Vincenzo Per favore Saro.
CARIDI Santo Allora, te lo dico avanti, vieni, facciamo quello che vogliamo, mattinata, nottata, due parole di queste
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CARIDI Santo ...di queste cose, mattino domani, dopo domani
ROTTA Vincenzo Io, io quello che ti dovevo dire te l'ho detto.
CARIDI Santo Quattro parole.
ROTTA Vincenzo Eh, so solo che, se vengo, perchè ti voglio bene, altrimenti non, non venivo.
CARIDI Santo Ciao.
ROTTA Vincenzo Statti bene.
CARIDI Santo Ci vediamo dopo.
OMISSIS DALLE ORE 11.44.10 ALLA FINE
Le operazioni tecniche, hanno consentito di documentare altre riunioni tra i personaggi sopra indicati.
A tal proposito si riportano una serie di conversazioni finalizzate poi ad una cena cui hanno preso parte, in data 23 Novembre 2007, Calderazzo Rosario, Rotta Vincenzo, Lombardo Vincenzo e Condemi Domenico.
Alle ore 13.40 (prog.10856 – utenza 329/1765323 RIT DDA 1203/07), CALDERAZZO Rosario chiede a ROTTA Vincenzo se stasera fanno una rimpatriata (“che facciamo.. c'è la facciamo una rimpatriata stasera?”), ROTTA risponde di si (“e si,si...”). CALDERAZZO dice di chiamare lui a tutti e due (“e chiamate voi, chiamateli voi… e fatemi sapere, a tutti e due..”). Rotta chiede se si mangeranno una pizza (“ci mangiamo un pizza li sotto “) , ma Calderazzo gli dice che faranno “la rimpatriata”, quindi non mangeranno la pizza (“no la rimpatriata...non ce la mangiamo, non ce la facciamo la pizza li sotto “), sancendo così che con il termine “rimpatriata” indicano in realtà una riunione, e non un semplice momento di aggregazione tra amici. (vedasi allegato nr. 390 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.
Rosario E che si dice
Rotta come andiamo?
Rosario tutto a posto, che facciamo.. c'è la facciamo una rimpatriata stasera?
Rotta e si,si...
Rosario ah?
Rotta si,si
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Rosario no la rimpatriata...non ce la mangiamo, non ce la facciamo la pizza li sotto
Rotta va bene
Rosario fate la rimpatriata che poi vediamo, ciao
Rotta va bene, ciao
In virtù di quanto gli ha appena detto Calderazzo, Rotta contatta due soggetti, consentendo così di identificare coloro che prenderanno parte alla cena insieme a loro due, e cioè LOMBARDO Vincenzo (“Cecio”) e CONDEMI Domenico (“Mico”).
Infatti, alle ore 13.41 (prog.784 – utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), ROTTA Vincenzo chiama Lombardo Vincenzo e dice che adesso l'ha chiamato Calderazzo Rosario (“e ora mi ha chiamato coso... Saro... “) per fare una “rimpatriata” in serata (“ho detto io che facciamo c'è la facciamo una rimpatriata e da tanto tempo che non ci vediamo, per stasera però a detto”). Lombardo chiede se avesse rintracciato a Domenico (“ma a Domenico lo hai rintracciato?”), ROTTA dice ancora no. I due si danno appuntamento al bar sotto la chiesa (“e ci vediamo al bar, li sotto alla chiesa”). Su richiesta di Rotta (“e dammi il numero“), Lombardo gli detta il numero di casa di Domenico che è “594510”.
(vedasi allegato nr. 391 - volume 2)
Va precisato, che l’intestatario dell’utenza 393-4942951, in uso a tale Vincenzo, è risultato essere proprio Lombardo Vincenzo, nato a Reggio Calabria il 19.05.1973.
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Rotta Vincenzo; Lombardo Vincenzo.
Lombardo Pronto
Rotta Ciao Enzuccio
Lombardo Enzo allora?
Rotta e ora mi ha chiamato coso... Saro...
Lombardo e...che ti ha detto?
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Rotta ho detto io che facciamo c'è la facciamo una rimpatriata e da tanto tempo che non ci vediamo, per stasera però a detto
Lombardo e a che ora?
Rotta non lo so, dopo delle otto penso io
Lombardo a che ora?
Rotta verso le otto
Lombardo ma a Domenico lo hai rintracciato?
Rotta ancora no...
Lombardo e va bò
Rotta ora, in questo minuto mi ha chiamato Enzo
Lombardo ah!
Rotta ha detto, li chiamate tutti e due per fare una rimpatriata
Lombardo e ci vediamo al bar, li sotto alla chiesa
Rotta non dopo delle otto però
Lombardo ah!
Rotta non dopo delle otto, lo chiami tu a Mico io non ho il numero
Lombardo no, no chiamalo tu eh...eh...
Rotta e dammi il numero
Lombardo e ti do il numero di casa, che a quest'ora penso che è a casa.. 594510
Rotta 594510
Lombardo Eh
Rotta va bene
Lombardo va bene
Rotta ciao gioia ci vediamo alle otto al bar
Lombardo va bene ciao
Rotta ciao.
Dopo essersi fatto dare il numero da Lombardo, Rotta telefona a Domenico (prog.786 - utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), ma inizialmente risponde Margherita (“pronto Margherita, Vincenzo sono”). ROTTA Vincenzo dice a Domenico che l'hanno invitato da quell'amico e dice di vedersi alle otto al bar (“vedete che ci hanno invitato stasera… da quell'amico la, ci vediamo alle otto al bar?”). (vedasi allegato nr. 392 - volume 2)
Riguardo all’intestatario dell’utenza 0965-594510, va precisato che lo stesso risulta essere CONDEMI Giuseppe (Reggio Calabria, 10.02.1948), padre di CONDEMI DOMENICO, nato a Reggio Calabria il 03.07.1976.
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Rotta da quell'amico la, ci vediamo alle otto al bar?
Domenico e va bene
Rotta e ciao un bacio...
Domenico ciao, ciao.
Dopo avere contattato Lombardo e Condemi, ROTTA Vincenzo telefona a CALDERAZZO Rosario (prog.787 - utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), dicendogli di averli chiamati e avere appuntamento al bar alle otto (“tutto a posto, alle otto gli ho detto, e che ci vediamo al bar“). CALDERAZZO dice che è meglio non incontrarsi tutti (“ma non partiamo da la insieme, facciamo come vi dico io“), e gli dice di chiamarlo dopo che loro si siano incontrati al bar (“vi vedete voi là e mi chiamate“). (vedasi allegato nr. 393 - volume 2)
Interlocutori:
Rotta Vincenzo; Calderazzo Rosario.
Rosario Compare Vincenzo
Rotta tutto a posto, alle otto gli ho detto, e che ci vediamo al bar
Rosario a quale bar?
Rotta stasera al bar qua e poi c'è ne veniamo
Rosario ma non partiamo da la insieme, facciamo come vi dico io
Rotta e ci vediamo al bar alle otto e poi se ne parla
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Alle ore 19.31 (prog.10888 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), ROTTA riferisce a CALDERAZZO che sta andando al bar e ha preso appuntamento per le otto (“ora sto andando al bar, gli ho detto che ci vediamo alle otto”). Calderazzo gli dice di incontrarsi da lui al magazzino (“vi aspetto qua da me al magazzino“). (vedasi allegato nr. 394 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.
Rotta Pronto
Rosario ehi...
Rotta ora sto andando al bar, gli ho detto che ci vediamo alle otto
Rosario vi aspetto qua da me al magazzino
Rotta eh, sopra?
Rosario sopra si
Rotta va bene, ciao
Rosario ciao.
Alle ore 19.49 (prog.10891 – utenza 329/1765323 - RIT DDA 1203/07), Calderazzo gli dice di essere in un locale vicino al suo negozio (“vedete che io sono qua... nel locale prima del negozio mio“), ma Rotta risponde che ancora sta aspettando poiché non è arrivato nessuno (“e ancora non è comparso nessuno qui“). (vedasi allegato nr. 395 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.
Rotta Pronto
Rosario vedete che io sono qua... nel locale prima del negozio mio
Rotta come?
Rosario sono nel locale prima del mio negozio
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Rotta e alle otto gli ho detto io, sono ancora meno un quarto sono
Rosario va bene vi aspetto qua
Rotta va bene, ciao
Rosario Ciao
Alle ore 20.39 (progr.300 – RIT DDA 1977/07), la conversazione tra presenti che si svolge all’interno dell’autovettura di Rotta Vincenzo consente di confermare che alla cena parteciperanno anche Lombardo Vincenzo (“CECIO”) e Condemi Domenico (“Mico”). (vedasi allegato nr. 396 - volume 2)
Difatti, a seguito della telefonata con Calderazzo, Rotta si incontra con Lombardo al quale dice che devono andare da Calderazzo. Durante il tragitto per andare a prendere a Condemi, ROTTA dice a Lombardo che faranno un giro largo, in quanto teme che qualcuno possa vederli, (“Facciamo il giro largo, perchè non si può sapere mai, ci tengono sotto pressione i cristiani”).
Alle ore 20.43,29" i due arrivano a casa di Domenico e Rotta dice a Vincenzo di non scendere dalla macchina perchè ci sono i suoi parenti che si affacciano a curiosare: le coordinate GPS indicano che l’auto è in sosta nel Viale Europa di Reggio Calabria, luogo nelle cui vicinanze abita Mico, identificabile in Condemi Domenico.
Successivamente, dopo averne trovato il numero di telefono (“E come si fa. Eccolo qua che l'ho trovato”), Rotta telefona a Calderazzo Rosario al quale dice che tra 15 minuti saranno da lui (“Tra un quarto d'ora siamo là, ciao, ciao”).
Lombardo gli fa notare che secondo lui hanno sbagliato a decidere di incontrarsi in quel luogo (“Noi abbiamo sbagliato che abbiamo preso appuntamento la comunque, l'ho pensato io questo fatto”), ma Rotta gli risponde che il problema è che Calderazzo ancora non è tornato (“Questo ancora si deve ritirare dove cazzo è andato, ma, ma non ha un pò di cervello..”), e avrebbero potuto tranquillamente incontrarsi a casa sua, onde evitare di esporsi al rischio di essere visti da altri (“…ci vedevamo a casa mia, mi prendevate a casa, si potevano evitare tutte queste barzellette…”).
Rotta continua dicendo che non gli interessa se qualcuno li ha visti, e dubita pure che qualcuno li abbia visti: ipotizza piuttosto che Santo Caridi abbia visto lì Vincenzo, e poiché non lo vedeva da un po’, si sia insospettito (“Santo ha naso, capisci? ha visto a te là, era assai che non ti vedeva, con me”), ma Lombardo ribatte che lui è stato via da tempo e quindi non lo poteva sapere (“Era assai che non c'era lui. Che ne sa lui”).
ROTTA Vincenzo Ma io me ne fotto di tutti figurati, che cazzo ...inc.. ce la possono solo sucare, ..inc. qua, loro fanno, fanno le loro barzellette.
LOMBARDO Vincenzo Storti.
ROTTA Vincenzo Ed io mi devo guardare a ..inc..
LOMBARDO Vincenzo Che non mi cacano il cazzo.
ROTTA Vincenzo Ma per favore.
LOMBARDO Vincenzo Devo andare a fargli la salame, mannaggia la madosca, ..inc.. a questo
ROTTA Vincenzo Lo vedo..lo vedo...non ti creare problemi Cecio
OMISSIS DALLE ORE 20.42.30 ALLE ORE 20.44.05
LOMBARDO Vincenzo Me lo dai a me lo trovo io,
ROTTA Vincenzo ..inc..
LOMBARDO Vincenzo Ma tu nella "S",va bene dai, invece di farli tutti
ROTTA Vincenzo E come si fa. Eccolo qua che l'ho trovato.
LOMBARDO Vincenzo Saro (CALDERAZZO Rosario).
ROTTA Vincenzo E Santo andava arrivando ..inc..
LOMBARDO Vincenzo Non parlare per telefono, ..inc..
ROTTA Vincenzo Tra un quarto d'ora siamo là, ciao, ciao (Al telefono). Si parlo con il cazzo, ..inc.. barzellette, gli ho detto alle otto ci vediamo là, questo va a caccia "coppula" del cazzo, ..inc.. ma lasciamo stare che è meglio. Io me lo immaginavo e infatti, ti stavo dicendo.
LOMBARDO Vincenzo Noi abbiamo sbagliato che abbiamo preso appuntamento la comunque, l'ho pensato io questo fatto.
ROTTA Vincenzo A chi?
LOMBARDO Vincenzo Abbiamo preso l'appuntamento là.
ROTTA Vincenzo Ma che cazzo ne so che questi qua sono comparsi tutti in una volta, mi segui il discorso, poi non è che dice, come arrivavate voi, voi andavate per i cazzi vostri, ed io ci vedevamo a casa mia, mi prendevate a casa, si potevano evitare tutte queste barzellette, che questo "maccaruni" non è venuto che cazzo vuoi, se veniva e te ne andavi con lui, ma figlioli miei. Questo ancora si deve ritirare dove cazzo è andato, ma , ma non ha un pò di cervello, ma.
LOMBARDO Vincenzo Hai rotto il parabrezza.
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ROTTA Vincenzo Che cosa. Non l'ho rotto con quel merda di coso, una volta sono andato a cacciare l'acqua, forse con quella punta, me fotto di lui che si rompe che cazzo vuole, me fotto di lui. ..inc.. pare che la gente sapevano che avevamo appuntamento noi...eh eh ...ci hanno visto la...perchè, non sei...oh oh, che cazzo ci devono fare, sucarcela? oh Vincenzo sai quanto me ne fotto io? Io fino a che posso, faccio il coatto, hai visto che non facevo il coatto...nel senso che mi, mi.....fino a che posso ..non vedi che facevo tutto...il coso io.....l'indiano? quanto che non pensino....hai capito? Santo ha naso, capisci? ha visto a te là, era assai che non ti vedeva, con me
LOMBARDO Vincenzo Era assai che non c'era lui. Che ne sa lui
ROTTA Vincenzo Apposta sto dicendo.
LOMBARDO Vincenzo eh eh ...lui..ci ha lui non c'era.
ROTTA Vincenzo Però ha naso hai capito?
LOMBARDO Vincenzo Ha naso, se aveva naso.
GIUNGE CONDEMI DOMENICO E SI UNISCE A ROTTA E A LOMBARDO
Dalle conversazioni avvenute successivamente alla cena, appare subito chiaro che i commensali abbiano discusso di problemi con gli appartenenti “all’ala dei Caridi”, con a capo Santo.
Infatti, a conclusione della cena, Rotta, Calderazzo, Lombardo e Condemi, vanno via a bordo dell’auto del primo (prog.301 – RIT DDA 1977/07). (vedasi allegato nr. 397 - volume 2)
Durante il tragitto, la conversazione che nasce lascia intendere come i quattro mal sopportino Santo Caridi, non riconoscendo quest’ultimo come degno di essere al loro vertice.
In particolare Rotta dice di non riuscire a sopportare lui e i “cristiani” a lui vicini (“a me... inc... lo fa a me, con questi "mau-mau"... la testa sapete come ce l'ho io... con questi "mau-mau"), invitando gli altri presenti ad allontanarsi da loro poiché stanno rovinando la loro associazione (“...dobbiamo cercare di "svermicarci" invece, di questi, siamo "invermicati", ancora non avete capito, dobbiamo "svermicare"!... e se non ci "svermichiamo" siamo rovinati!”), ottenendo l’esplicita approvazione sia di Calderazzo (“Non ne posso più”) che di Condemi (“... e si si...“).
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L’argomento della conversazione si sposta poi su quanto gli stessi abbiano discusso durante la cena: infatti, Rotta chiede se per quel lavoro si trovi bene (“Dove c'è ..inc.. per quel lavoro. Vi "scialate" no, vi trovate nel vostro no”), e Calderazzo gli risponde che “per questo fatto” lui è d’accordo con Domenico (“No guardate, io sono con Mico (ndr.CONDEMI Domenico) per questo fatto, purtroppo per questo fatto, per altre cose, per questo fatto, la vedo come la vede lui, ne più, nè meno.”), aggiungendo che circa ciò di cui hanno parlato prima non glielo permette ed è pronto a creare problemi (“Per questo fatto qua di quello che abbiamo parlato prima, io non glielo permetto neanche questo fatto, io sono il primo che faccio il finimondo”).
Rotta aggiunge che tutti sono con lui (“Pure io, tutti siamo con te“), e in modo risoluto Calderazzo replica dicendo che per qualsiasi cosa sarà dalla sua parte (“Sopra a tutte cose, con te sino alla fine…”), ma in questo caso è dell’opinione che non gli diano niente (“ma per questo fatto, non te la evito, tipo ne parliamo dopo, no per questo fatto la facciamo subito...qua non gli devi dare niente”), anche perché, in caso contrario, otterrebbero il disappunto di altri associati (“che poi veramente ci sputano in faccia i cristiani”).
Rotta ribatte che interverranno al momento opportuno (“Ma questo sarà, quando ci sarà un momento, noi interveniamo subito ..inc.. all'atto”), e quando Calderazzo gli risponde che non c’è occasione per farlo (“Si, ma non c'è neanche movimento per intervenire“), ribatte che non devono pensare che sia contro di loro (“Pensate che io sono contro di voi, sono pure io con voi…”). Ciò che rileva, infatti, è che Rotta, nonostante sia della loro stessa opinione, cerchi di farli riflettere, invitandoli ad agire al momento opportuno, e non d’impeto (“... non mi... non mi hai... non mi hai capito, cercate di essere intelligenti e ogni tanto, lasciateli stare... "il mio sangue!"”), poiché se faranno le cose nel modo giusto eviteranno di avere problemi (“non voglio che vi bruciate... forse non avete capito... noi qui dobbiamo fare le cose... per bene!...”).
CALERAZZO Rosario io lo so chi... inc... inc... inc... si va be! non mi passa nemmeno nell'anticamera... che la famiglia l'ho sistemata in qualche maniera
ROTTA Vincenzo a me... inc... lo fa a me, con questi "mau-mau"... la testa sapete come ce l'ho io... con questi "mau-mau"
CALDERAZZO Rosario Non ne posso più.
ROTTA Vincenzo ...dobbiamo cercare di "svermicarci" invece, di questi, siamo "invermicati", ancora non avete capito, dobbiamo "svermicare"!... e se non ci "svermichiamo" siamo rovinati!
CONDEMI Domenico ... e si si...
ROTTA Vincenzo dobbiamo cercare di "svermicarci"
OMISSIS DALLE ORE 01.16.25 ALLE ORE 01.21.27
ROTTA Vincenzo Dove c'è ..inc.. per quel lavoro. Vi "scialate" no, vi trovate nel vostro no.
CALDERAZZO Rosario No guardate, io sono con Mico (ndr.CONDEMI Domenico) per questo fatto, purtroppo per questo fatto, per altre cose, per questo fatto, la vedo come la vede lui, ne più, nè meno.
ROTTA Vincenzo Che vuol dire ..inc..
CALDERAZZO Rosario Per questo fatto qua di quello che abbiamo parlato prima, io non glielo permetto neanche questo fatto, io sono il primo che faccio il finimondo.
ROTTA Vincenzo E allora qual'è il problema?
CALDERAZZO Rosario Faccio che ..inc..
ROTTA Vincenzo A "gnammi" "gnammi".
CALDERAZZO Rosario Faccio che gli ritorna di nuovo la parola.
ROTTA Vincenzo Voi quando siete ...
CONDEMI Domenico Ma chi?
ROTTA Vincenzo .. voi dovete considerare una cosa, che l'uomo ..inc.. deve tutelare tante cose.
CONDEMI Domenico ..inc..
ROTTA Vincenzo Certo,
CONDEMI Domenico In tutti i posti siamo ...
ROTTA Vincenzo Eh, eh,
CONDEMI Domenico ..inc.. che hanno a che fare con ...
CALDERAZZO Rosario Io sono con te.
CONDEMI Domenico ...inc..
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CALDERAZZO Rosario Io sono con ..inc..., io sono con te, ah? Su questo io ...
ROTTA Vincenzo Pure io, tutti siamo con te.
CALDERAZZO Rosario Sono con te.
CONDEMI Domenico Vai piano Vincenzo.
LOMBARDO Vincenzo Ci sono buche neanche la macchina tieni.
CALDERAZZO Rosario Sino alla fine.
ROTTA Vincenzo Ma è giusto, ..inc.. una cosa con un'altra. Ma questi cosa sanno,
CALDERAZZO Rosario Sopra a tutte cose, con te sino alla fine, ma per questo fatto, non te la evito, tipo ne parliamo dopo, no per questo fatto la facciamo subito...qua non gli devi dare niente.
CONDEMI Domenico ..inc..
CALDERAZZO Rosario No...
CONDEMI Domenico ...ma penso...
CALDERAZZO Rosario No, ma, non possiamo scherzare per queste cose, Vincenzo, che poi veramente ci sputano in faccia i cristiani, non scherziamo.
CONDEMI Domenico Dopo...inc..
ROTTA Vincenzo Ma questo sarà, quando ci sarà un momento, noi interveniamo subito ..inc.. all'atto.
CALDERAZZO Rosario Poi quando andiamo a parlare ..inc.. ridere, ma che cazzo di "puppetuni" siete voi, non scherziamo figlioli, certe cose non le possiamo fare e questa non è una cosa che si può evitare.
ROTTA Vincenzo O si va e si parla ..inc.. anche se vogliamo essere noi, non poteva ..inc.. piccolo più, sono passate le barzelette, noi dobbiamo intervenire al momento giusto, ora non sono momenti.
CALDERAZZO Rosario Ora non c'è neanche ...
ROTTA Vincenzo Da qui dobbiamo andare giusto ...
CALDERAZZO Rosario Si, ma non c'è neanche movimento per intervenire.
ROTTA Vincenzo Apposta dico io.
CALDERAZZO Rosario Se ci sarà parlo io.
ROTTA Vincenzo Pensate che io sono contro di voi, sono pure io con voi, tanto ormai lo sappiamo o pensate che avete a che fare con "u zio cozzu" forse.
CONDEMI Domenico Vediamo.
LOMBARDO Vincenzo ..inc..
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LOMBARDO Vincenzo Tu sei la nostra testa e ancora cadi.
ROTTA Vincenzo Eh...
OMISSIS DALLE ORE 01.24.14 ALLE ORE 01.32.50
ROTTA Vincenzo Avete tre picciotti voi... tre bambocci avete a casa, tre e tre... (pausa)... devo guardare pure io l'incol... i cristiani seri e onesti, devono guardare pure l'incol... quando, quando c'è un bene, c'è un affetto, devi guardare pure l'incolumità... di queste cose uno. Apposta io... voglio le cose che si fanno... ad opera d'arte... e no a muzzo! Andiamo di qua o andiamo di là,
LOMBARDO Vincenzo Dall'autostrada andiamo, devi accompagnarmi e a Domenico a casa.
ROTTA Vincenzo Ho capito, allora facciamo prima ..inc.
LOMBARDO Vincenzo Come vuoi.
ROTTA Vincenzo ..inc.. hai capito Vincenzo, apparte a "cuddiunella" (apparte lo scherzo)
LOMBARDO Vincenzo Ragazzi per me... come volete... come volete...
ROTTA Vincenzo ... non mi... non mi hai... non mi hai capito, cercate di essere intelligenti e ogni tanto, lasciateli stare... "il mio sangue!" ... perchè avete... tre e tre... (si riferisce ai figli dei presenti)... dobbiamo aver... fare delle cose ad opera d'arte e per bene... perchè io come uomo onesto, come persona per bene... e come, come, come... amico che vi vuole bene... non voglio che vi bruciate... forse non avete capito... noi qui dobbiamo fare le cose... per bene!... come i cristiani... oh quando ci troviamo! ... deve essere di qua ...inc... e allora prendiamo... e si prende provvedimento e basta... io la vedo cosi! o mi sbaglio?... Voi avete tre "scugnizzi" (bambini) e ve li dovete godere... e fino a che è possibile che ci da... il Signore, che ogni cosa è volontà del Signore... ricordatelo! Noi... non c'entriamo niente in queste cose...inc.....ha preso sonno almeno, ..inc..
OMISSIS DALLE ORE 01.34.43 ALLA FINE
La conversazione prosegue (prog.302 – RIT DDA 1977/07), e Condemi dice di aver preso una decisione (“ho preso decisione l'altro giorno...“); Rotta ribadisce allora che le cose debbono essere fatte per bene (“devono fare quelle cose belle pulite...“), ed aggiunge che stasera hanno
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Autovettura in movimento a bordo ROTTA - DOMENICO - VINCENZO
ROTTA ... inc... mi mettevo a 10 all'ora io...capito?... qua non passo...inc... se non mi avevi preso quell'iniziativa... ah "malanova" (maledizione) che devi avere! ... minchia oh!... inc... buono il vino ah!... io volevo che era... inc... inc... saltava in aria!... se... inc...
DOMENICO ...inc... ho preso decisione l'altro giorno...
ROTTA devono fare quelle cose belle pulite...
DOMENICO non so Vincenzo... inc... questa sera... inc...
ROTTA ma guarda... sto dicendo io... se uno... inc... stasera la da... inc... abbiamo perso solo tempo hai capito... inc...
DOMENICO ... inc... possibile... inc...
ROTTA siii!... inc... nel discorso noi...certo stiamo facendo chiacchiere... inc... inc... quando le vuoi... inc... e basta, ora... chiama tu... poi... inc... con tutti gli imbrogli e tutti... inc... ci sono imbrogli e barzellette!... inc... scendere di sopra... Maria che mi brucia lo stomaco... inc...
VINCENZO vuoi uscire di qua?
ROTTA nooo... inc... facciamo la via... inc... che facciamo, saliamo, scendiamo... almeno qua c'è il rischio che ci vedano... la è anche più pericoloso... ma no per me... che a me sucare me la può... inc...
UOMO ... inc...
ROTTA ...inc...inc...arriviamo da qua, che facciamo il giro del mondo?...inc...si, di muoversi...inc...non puoi metterti con lui, è fottuto!...quando...inc...quel vino ah!
VINCENZO ma io....
ROTTA no io non ho bevuto assai... a prescindere che mi fa pure male a me... ah a be apposto si e bloccata la scheda in questo porcheria... a me quel porcheria all'ultimo non male per me... ogni volta...inc... mi inguaia con lo stomaco... a me mi inguaia tutti i cazzi... inc...
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
DOMENICO mannaia la vita... inc...perchè fumo già mi sento male.. i sciacqui...
ROTTA con il culo degli altri!...io...inc...con il mio culo le cose!... inc...con il culo degli altri...inc... inc...così è la vita!... inc...
DOMENICO ... il cinghiale il cinghiale!... minchia il cinghiale!
ROTTA un porco e no il cinghiale...
VINCENZO a lui gli devi parlare di cinghiale... vedi come si impenna!
ROTTA si... inc... impenna!... non vedi che è partito...
DOMENICO Nooo
ROTTA si...
VINCENZO nooo, si è messo a ridere...
ROTTA eee sognava, la coppola del cazzo sognava...
Parlano e ridono tutti assieme, incomprensibile (01.44'.40'')
ROTTA aaahh... allora se la... inc... che... inc...
VINCENZO che moriate!... lo so...
ROTTA giriamo no!?
VINCENZO ... inc...gira la sotto!... ma vai la!... gira...
DOMENICO vedi che c'è il palo...
ROTTA un palo!... un palo di femmina ho bisogno (ridono)
VINCENZO gli ha fatto la finta a lui c'era... inc...gli ha fatto la finta! (ride)
ROTTA ... inc... Melo!...ti saluto Cecio ciao...baciami i bambini, ciao...
VINCENZO Buonanotte
Lasciano il mezzo... risalgono ROTTA e DOMENICO conversazione inerente la cena trascorsa ed indicazioni stradali, omissis sino a 01.50'.48'' dove DOMENICO scende dal mezzo e rientra a casa
ROTTA ti ho salutato Mico... ooohh non vedo l'ora di prendermi la citrosodina a casa... vuoi che ti guardo quando entri?
DOMENICO cosa mi devi guardare... pare che ci spaventiamo con un... inc... tuo figlio è? (squilli)
ROTTA Questo è mio figlio Mico... si...
DOMENICO ciao... inc...inc...
ROTTA ciao Mico... ora sto rientrando... eh... eh... va bene, ci sentiamo
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(ndr. Viaggia da solo sino a casa fa diverse esclamazioni inerenti al parcheggio
"... questo carnevale qui chi è? che ha messo quella macchina... questo grande sbirro cornuto... devo prendere i Cristiani ed ammazzarli... inc... questo cornuto... volevo sapere chi era che ha messo... questa macchina qui... questo cornuto qui...")
Gli stessi soggetti, effettuano un nuovo incontro la sera del 30 Novembre 2007, come si evince dai contatti telefonici e dalle conversazioni ambientali che di seguito si riportano.
Alle ore 16.49 (prog.870 – utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07), ROTTA chiede a Calderazzo a che ora si devono vedere (“come siamo, a che ora ci dobbiamo vedere!“). Rosario gli chiede se non lo abbiano già stabilito la sera prima (“non avete stabilito ieri sera?”) e ROTTA risponde che Enzo gli ha detto alle cinque (“e mi ha detto alle cinque Enzo, che so...”). Rosario gli risponde che quando sono tutti pronti di chiamarlo così andranno con la sua macchina (“eh quando siete insieme, mi chiamate ed andiamo con la macchina mia”). (vedasi allegato nr. 399 - volume 2)
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Calderazzo Rosario; Rotta Vincenzo.
(Omissis…)
Il soggetto denominato “ENZO” di cui i due parlano, altri non è che Lombardo Vincenzo, dato che alle successive ore 16.53, Rotta contatta proprio lui (prog.872 – utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07). (vedasi allegato nr. 400 - volume 2)
ROTTA gli chiede a che punto sia (“eh come siamo? “) ed Enzo dice che è quasi pronto (“e sono quasi pronto”). ROTTA dice che è stato chiamato prima da CALDERAZZO (“e ora mi ha chiamato, quando siamo pronti...”). I due si vedranno fra 10-15 minuti al bar (“e al bar al circolo, ci vediamo al bar tra dieci minuti o un quarto d'ora”).
Si riporta la trascrizione.
Interlocutori:
Lombardo Vincenzo; Rotta Vincenzo.
(Omissis…)
Poco dopo, Rotta contatta nuovamente Calderazzo (prog.873 – utenza 329/1606468 - RIT DDA 1896/07) ed i due stabiliscono di vedersi da compare Diego (“ci vediamo li sotto direttamente da compare Diego”) così lasceranno lì una macchina (“così lasciamo una macchina la”). (vedasi allegato nr. 401 - volume 3)
Si riporta la trascrizione.
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Rotta si reca insieme al Condemi ed al Lombardo al luogo di incontro stabilito con Calderazzo per lasciare la sua auto in sosta, e cioè “da Diego”, che altro luogo non è se non il ristorante “L’Ancora” gestito da Palma Diego, e vanno tutti via con l’auto del Calderazzo.
Intorno alle ore 01.33, di ritorno dalla cena, tre salgono sull’auto di Rotta, mentre Calderazzo si ferma a conversare nei pressi della stessa, e la conversazione registrata (prog.367 – RIT DDA 1977/07) è di particolare rilevanza, al fine di lumeggiare le problematiche all’interno della cosca Libri – Caridi. (vedasi allegato nr. 402 - volume 3)
I quattro, forse proseguendo un discorso cominciato in precedenza, discutono del fatto di potere guadagnare (“se volete che facciamo i miliardi... Reggio lasciatela stare...”): Calderazzo dice che non serve andare fuori (“vedi che i soldi... no i miliardi... puoi stare sicuro che sono diverse le cose... li puoi fare pure a casa tua”), ma Condemi non è d’accordo (“...e a casa nostra se noi ci mettiamo così, non ne facciamo soldi... sono invidiosi...”) mentre Rotta è dell’opinione che si può guadagnare facendo degli investimenti legali (“si possono fare, si possono fare, si investono legalmente”).
Una volta andati via, Rotta, Condemi e Lombardo si mettono a discutere dei problemi esistenti in seno alla consorteria mafiosa di cui fanno parte, ed in particolare dei problemi di coesistenza con Santo Caridi ed i “suoi uomini”.
Lombardo, in particolare, chiede ai presenti che ancora non ha capito come debbano agire (“che cazzo dobbiamo fare?...”), e che ha intenzione di continuare solo se non ci saranno più Santo Caridi e la sua frangia, altrimenti non potranno più tenere conto di lui (“io ho detto una cosa...allora io...continuo, solo se...non ci sono quelle persone, se ci sono quelle persone, di me non tenete conto…per discorsi di qua..”).
Rotta cerca di tranquillizzarlo dicendogli che non deve farlo disperare in quanto gli ha spiegato un sacco di volte che a contare sono loro quattro “cristiani”, e tutto il resto è come se non esistesse (“non te... per noi quattro ci interessa!… trent'anni che ti spiego le cose io... siamo quattro crist...è basta! e abbiamo finito...me lo segui il discorso?! Tutto il contorno, le barzellette, le chiacchiere... è tutto fu...fumata... tutto...tutto... tutto cosa è... mi segui o no!? e come te lo devo dire!? è tutto traffico e marea e non c'è niente”).
Che i due stiano parlando di Santo Caridi, si evince in maniera più chiara quando Lombardo afferma che l’altro giorno lo stesso lo ha chiamato chiedendogli il suo numero di telefono, ma lo stesso avrebbe risposto in maniera negativa (“l'altro giorno mi ha chiamato...inc... ...mi ha chiamato Santo...se gli do il numero di cellulare...ma non mi rompere i coglioni!...Santo...il numero di cellulare...ma!”), dato che non vuole avere niente a che fare con certa gente (“...io con i cessi non voglio avere a che fare...”).
Rotta gli fa notare che non sta avendo a che fare con loro (“ma tu!... stai avendo a che fare tu?...Vicè, stai avendo a che fare tu, non stai avendo a che fare...”) e che, poiché sono già compromessi e non possono tornare indietro (“tu ancora non hai capito niente...noi siamo già compromessi... forse ancora non lo hai capito...non c'è altra salvazione...noi ormai ci siamo, siamo compromessi..”), dovranno cercare di limitare i danni (“noi qua dobbiamo prendere le misure...dunque, dobbiamo...dobbiamo cercare il metodo per prendergliele noi”).
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Oggetto delle rimostranze di Lombardo, è quasi sicuramente da ricercare nel fatto che lo stesso tema che qualche affiliato portato da Santo possa ricevere “doti” che voleva per lui, dato che quando Rotta glielo domanda (“...e aspetto che vengono e fanno a lui... a... inc...e chi sei?”), lui risponde con certezza (“...per me... è quello che fanno...“), aggiungendo che non ha intenzione di farsi superare così facilmente nella gerarchia dell’associazione (“...eh!? te lo dico io che gli ammazzo pure i figli, se mi devono fare a me!...me ne fotto di loro...”).
CONDEMI se volete che facciamo i miliardi...Reggio lasciatela stare...
CALDERAZZO Mico...
ROTTA (ride)
CALDERAZZO ...vedi che i soldi...no i miliardi...puoi stare sicuro che sono diverse le cose...li puoi fare pure a casa tua, non ce bisogno che vai... inc...
CONDEMI ...e a casa nostra se noi ci mettiamo così, non ne facciamo soldi...sono invidiosi...
ROTTA si possono fare, si possono fare, si investono legalmente e non si fanno...cia... (rivolto a CALDERAZZO)
CALDERAZZO ...quello del Grifò, quello del Grifò...sognava missili terra/aria...
ROTTA si...
CALDERAZZO ... inc...non parlava più di... inc...
ROTTA si, si...lo dici a me, non lo so io...
CALDERAZZO ... inc...
ROTTA voleva...voleva piantare le cattedrale nel deserto...
CALDERAZZO ...eh!
UOMO ...iih?
ROTTA ... le cattedrali...nel deserto...voleva spostare il Duomo...di Milano...nel deserto!...secondo te il Duomo, il Duomo di Milano nel deserto lo potevano mai fare...che se ne scendevano i fondamenti...se è deserto è deserto, non tiene...maaa si...si possono fare, come dice lui...per davvero....si comincia piano, comincia a guadagnare mille, poi duemila, poi tremila, poi cinquemila, poi seimila...poi si investono e si fa qualche soldo...ma chi è questa?
LOMBARDO ...guarda questa buttana...
ROTTA ...ma che cazzo ha...eh!...questa è un'altra...questa è un'altra
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forma dove...dove non dovrebbero esistere queste cose, vedi!...secondo te se ci sono uomini giusti, ci dovrebbero essere le buttane nella città? ma...
LOMBARDO se...inc...tua moglie...te ne vai...inc...
ROTTA ...che vuol dire?...ma te secondo me non ti funziona...inc...
LOMBARDO eeehh siii!...lo so cosa dici tu...
ROTTA eee...mannaia...perdono ah...non c'è niente da fare...
LOMBARDO ...l'ironia sai qual è Vincenzo tu...la sai l'ironia, ho fatto una battuta di ironia prima...io, si lo so che a ma...quella è meglio che...inc...e non va bene...
ROTTA quando, quando...ci sono i Cristiani giusti...non possono esistere le buttane nella città...inc...non ne parliamo...che se dobbiamo prendere pari...se dobbiamo prenderli pari per davvero non può più...uscire da casa... inc...
LOMBARDO guarda...guarda a quello...
ROTTA ...uno sopra a dieci può...
LOMBARDO ma quello che è ubriaco?...ma...ubriaco è!...guardatelo che non si butta di sopra questo bestia...
ROTTA lascialo che si butta...ci investe...puoi stare tranquillo...
LOMBARDO ...e non è il peggio il suo se poi lo investiamo noi...
ROTTA non ti preoccupare che il pronto soccorso è pronto...
LOMBARDO siii (ride)
ROTTA che stanno facendo, lavori pulizia qua?...che lavoro state facendo?
CONDEMI ...se non lo sai tu...
OMISSIS fino a 01.44'.38''
LOMBARDO a che...inc...questa bacinella?
ROTTA non gridare!
LOMBARDO cosa?
ROTTA non gridare...(impreca)...non gridare...cammina!
LOMBARDO ah?
ROTTA ... inc...certi momenti non ragioni...
LOMBARDO ma se mi fate...
ROTTA non gridare! (impreca)...a tutti e due di testa...
LOMBARDO hai visto come hai preso la...
ROTTA ma non gridare, non coglionare con le cose serie...perchè... sentono i Cristiani, queste barzellette e non si può sapere nulla di
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LOMBARDO no ma...ancora io non ho capito una cosa...ancora non ho capito...mi fanno girare...e ascolta, non ho capito una cosa...
ROTTA (sbuffa)
LOMBARDO che cazzo dobbiamo fare?...io non ho capito ancora...ecco, chiaro chiaro e limpido limpido...io ti ho detto una cosa
ROTTA tuo compare si sta... inc...
LOMBARDO io...aspetta...io ti ho detto una cosa...no, non mi interessa che sento che lo ammazzano, pure con dignità, me ne fotto di lui...me ne fotto...io ho detto una cosa...allora io...continuo, solo se...non ci sono quelle persone, se ci sono quelle persone, di me non tenete conto...per discorsi di qua...per altri discorsi personali... sono sempre...inc...
ROTTA tu ancora non hai capito un cazzo! non te...per noi quattro ci interessa! forse non hai cap... tu hai...hai tre...trent'anni che ti spiego le cose io...mi devi fare "lattariare" (disperare), mi devi fare prendere un'altro infarto a me...tu ora...siamo quattro crist...è basta! e abbiamo finito...me lo segui il discorso?! Tutto il contorno, le barzellette, le chiacchiere...è tutto fu...fumata... tutto...tutto...tutto cosa è...mi segui o no!? e come te lo devo dire!? è tutto traffico e marea e non c'è niente
LOMBARDO l'altro giorno mi ha chiamato...inc...
ROTTA ne puoi avere trenta....minchia...
LOMBARDO ...mi ha chiamato Santo...se gli do il numero di cellulare...ma non mi rompere i coglioni!...Santo...il numero di cellulare...ma!
ROTTA ...tu ancora, io ti spiego le cose e tu mi devi fare salire i cazzi a me!...
LOMBARDO ... inc...
ROTTA ...poi non... inc...
LOMBARDO ... io con i cessi non voglio avere a che fare...
ROTTA ma tu!... stai avendo a che fare tu?...Vicè, stai avendo a che fare tu, non stai avendo a che fare...
LOMBARDO che s'impiccano, tutti...questi tragediatori...che abbiano maledizione nella pancia...le loro mamme le dovevano avere, così non li facevano...i tumori gli devono prendere... indegni!...io mi devo mettere nelle mani di quattro carrettisti di merda!... per imboccarmi così!... per il gusto di fare la carretta, vedete voi!... perchè... dove sono... dove sono finito!...storto di me!...questo è quello che mi si gonfiano i... le scatole...
ROTTA non hai capito niente ancora tu...
LOMBARDO ...ho capito...
ROTTA tu ancora non hai capito niente...noi siamo già compromessi...
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forse ancora non lo hai capito...non c'è altra salvazione...noi ormai ci siamo, siamo compromessi...noi qua dobbiamo prendere le misure...
LOMBARDO lascia stare...a quello...
ROTTA ...gli dobbiamo prendere noi le misure agli altri...
LOMBARDO ...fanno qua, fanno la... aaaahhh...
ROTTA dunque, dobbiamo...dobbiamo cercare il metodo per prendergliele noi, come dobb...come hai detto tu... hai detto una cosa giusta la...la fuori... "...e aspetto che vengono e fanno a lui... a... inc...e chi sei?"
LOMBARDO ...per me... è quello che fanno...
ROTTA se...così... va bene va!
LOMBARDO ... eh!? te lo dico io che gli ammazzo pure i figli, se mi devono fare a me!...me ne fotto di loro...
ROTTA (impreca)...a te e la testa di "baddiolu" (contenitore) che hai...quanto me ne vado a casa...
LOMBARDO ...inc...se tu no...non la parcheggiare qua se vuoi che parliamo due minuti...
ROTTA no, no, me ne vado...ce ne andiamo Enzo...
Poi fuori dal mezzo si ascolta
ROTTA ...eh! come fai...inc... quello che vuoi...dice che vuole dargli del tempo e non glielo danno...di tempo...
“
Possono, ora, operarsi alcune considerazioni in ordine alle risultanze dello stralcio dell’operazione
CRIMINE che interessa gli odierni indagati, facendo riferimento anche a quanto in proposito
evidenziato nell’informativa della Squadra Mobile.
Dal contenuto delle conversazioni riportate, emerge che costoro sono organici alla cosca CARIDI
ed intrattengono evidenti rapporti con alcuni componenti della consorteria GATTUSO, operante sul
territorio urbano di Oliveto-Croce Valanidi. Cosche, all’epoca, rette da CARIDI Santo Giovanni e
da GATTUSO Francesco, rispettivamente tratti in arresto nell’ambito del procedimento penale Alta
Tensione il primo e in quello Crimine il secondo.
Nel corso delle intercettazioni a carico del CALDERAZZO e del CARIDI, nel settembre 2007,
venivano registrate conversazioni che consentono di delineare l’inserimento nella cosca LIBRI-
CARIDI di CALDERAZZO Rosario.
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dell’attività di indagine svolta nell’ambito del presente procedimento penale.
Si è già illustrato in precedenza il contenuto del progressivo nr. 196 registrato a bordo
dell’autovettura Fiat 500 in uso a MANDALARI Carmelo, nel corso del quale il predetto che si
trovava in compagnia dei genitori e della fidanzata, incontrava ‘compare Cecè’ identificato in
ROTTA Vincenzo, col quale intratteneva una breve conversazione nel corso della quale il ROTTA,
nel dirsi disponibile in caso di bisogno, lo invitava a considerarlo come un fratello maggiore e
successivamente, nell’illustrare ai presenti la personalità della persona appena incontrata, ne tesseva
le lodi, definendolo come uno dei “migliori cristiani” del quartiere San Giorgio, raccontando un
episodio accaduto durante un processo nel quale il ROTTA era stato imputato insieme a Giovanni
ROSMINI, alias “Carrozza”, esponente della omonima consorteria, attualmente detenuto, fratello
di ROSMINI Diego tratto in arresto nell’ambito del p.p. 259/06 RGNR DDA), quando il ROTTA,
in maniera sfrontata, aveva dichiarato la sua appartenenza agli ambienti criminali di Reggio
Calabria (“La migliore persona di San Giorgio è mamma, questo si è presentato davanti al Giudice con il camuffo,
quando era imputato con Giovanni ROSMINI, gli ha detto ma lei…ma lei gli ha detto il Presidente…là il
Giudice…il Presidente che ne so…lei si presenta con atti mafiosi, col camuffo, lui gli ha detto io non mi nascondo,
sono malandrino e lo potete scrivere!!!…(ride)…Avrà fatto qualche dieci anni… Comunque è bravissimo! Gli ha
detto in quella maniera al Presidente…(inc.)…)
Altrettanto rilevante ai fini per cui si procede appare poi una ulteriore conversazione registrata
sull’utenza radiomobile in uso al ROTTA evidenziata nell’inf.va della Sq.Mobile n data 19.7.11 che
si riporta: “
Conversazione del 18 Aprile 2011, ore 15:12 progressivo nr. 142 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo
Utenza chiamata: 3288555758 intestata a ROTTA Cristina (RC 18.12.1944) residente a Massa Lombarda (RA)
Interlocutori: ROTTA Vincenzo e nipote (figlia della sorella Cristina)
Omissis…
Il progressivo sopra riportato si rivelava di particolare importanza in quanto nel corso della prima parte ROTTA Vincenzo conversava con una non meglio identificata nipote, figlia della sorella ROTTA Cristina e gli ribadiva quanto emerso nel corso della presente attività di indagine, ovvero del suo impegno nella campagna elettorale in corso, finalizzato ad ottenere in cambio una sistemazione lavorativa per il figlio Domenico, L’elezioni che ci sono qua, ora vediamo quello che devo fare per Domenico, perché sennò qua non si (inc.) con l’elezioni…Con queste elezioni stanno rompendo i coglioni, per vedere se posso sistemare Domenico in qualche parte, se qualcuno mi aiuta, non c’è niente, è un periodo…va a finire che a giugno vengo lì.
Nel prosieguo della conversazione la donna raccontava al ROTTA che nel corso di un suo recente soggiorno a Reggio Calabria aveva incontrato Domenico ed Anna, la donna dice che quando lei era a Reggio ha visto Domenico ed Anna, ovvero CONDEMI Domenico e la moglie BORGHETTO Anna, circostanza questa di cui ROTTA era già a conoscenza, per averne discusso con i due, Rotta le spiega che Anna non si ricordava che lei è sua nipote, figlia di sua sorella, il giorno dopo ha mangiato a casa sua e gliel’ha detto, poi continuano a discutere di Domenico…
Il corso del dialogo che ne seguiva si dimostrava di particolare interesse in quanto ROTTA Vincenzo definiva il CONDEMI come un fratello minore …Abbiamo un’amicizia io e lui…io sono un fratello maggiore e io sono un fratello minore per me…, mentre la nipote definiva lo stesso come persona tranquilla, ma di “rispetto”, No, ma è bravo, pare tranquillo, un ragazzo di rispetto… E’ un ragazzo di rispetto,
ROTTA Vincenzo aggiungeva che il CONDEMI, sotto la sua guida stava crescendo …no, no, no, dietro di me cresce!... Si, è bravo, è bravo…!, naturalmente l’affermazione della donna che lo indicava come persona di rispetto, termine che ne determinava chiaramente lo spessore criminale, unita
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al fatto che sotto la guida del più anziano ROTTA, CONDEMI Domenico stesse crescendo, non già fisicamente, ma nelle gerarchie mafiose, offrivano conferma dell’inserimento dei due in seno alla cosca attiva sul territorio di San Giorgio. Altrettanto rilevante di dimostrava il prosieguo del dialogo, in quanto la donna raccontava allo zio di avere anche incontrato Lillo, …Ho visto, ho visto pure a coso a Lillo, facilmente identificabile dal contenuto del dialogo che ne sarebbe seguito, per CARIDI Leo, inteso Lillo o anche Cinese, nato a Reggio Calabria in data 18.11.1961, domiciliato a Reggio Calabria in via Sbarre Superiori Diramazione Lombardo nr. 75, titolare della CAFER (Allegato nr. 12) azienda che si occupa tra l’altro della produzione di uova di Pasqua, fratello di CARIDI Antonino (RC 15.01.1960), CARIDI Bruno (Condofuri 08.06.1958) e CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967), tutti tratti in arresto da questo Ufficio in data 29.10.2010 nell’ambito della Operazione Alta Tensione, quali appartenenti alla cosca mafiosa LIBRI CARIDI. L’affermazione della nipote che diceva di essere andata a trovare Lillo che le aveva regalato due uova di Pasqua per i figli, No mi ha chiamato Peppe, per prendere due uova di Pasqua, per portarli…ai figli di…scatenava la rabbia di ROTTA Vincenzo, che dimostrava di nutrire grande risentimento nei confronti di questi, Per favore, ma…mamma mia antipatico… Mi è antipatico… ed avendo appreso che il marito della donna era andato a trovare CARIDI Leo, ROTTA: Eh…Eh…lui è andato lì sopra?. DONNA: Si dice che un pomeriggio intero gli è stato dietro, per stare con lui, lo criticava aspramente, Ah…”u sciacquinu”, come prima, prima parla male poi gli va a fare lo “sciacquino”, questo un servetto è… Tuo marito prima parla male di questi CARIDI, e poi va là e gli fa lo “sciacquino”… E si sta là, come prima parla male e poi sta là, ma questi, questi giocattoli sono.
Ancora ROTTA Vincenzo dopo avere inveito a lungo contro il marito della donna ed averla rimproverata per essere andata a prendere le uova dal CARIDI, ribadiva il suo scarso rispetto e considerazione verso i componenti di quella famiglia, e tu vai dietro, e tu vai dietro a lui per due uova di Pasqua marcie, questi…questi…questi “Nzivati”, io non sono mai andato da quando tuo padre li ha abbandonati, io non sono mai andato in vita mia là sopra, ed in particolare proprio verso CARIDI Leo indicato come uomo di scarso valore, A prendere le uova di Pasqua, non hai capito io non sono mai andato a dare confidenza specialmente a questo ”pisciaturi” del cinese mai a prendere un uovo di Pasqua…Il cinese, il più storto di tutti lui è. Aggiungendo per rafforzare il concetto che aveva del CARIDI, Non ti credere che quello, quello è il più “Pisciaturi” che c’è nel rione, è un esibizionista, storto, un pallone gonfiato, un cazzo pieno d’acqua questo è.
La donna cercava ancora di giustificarsi dicendo allo zio di non conoscere le persone, in ragione del fatto che faceva ritorno in questo centro solo una volta l’anno e di averlo salutato solamente per rispetto, Ma chi li conosce a queste persone che so io… Ho capito ma a me non è che interessa figurati…, io una volta l’anno vengo lì… Io l’ho salutato per rispetto e basta.
L’ultima parte del dialogo si dimostrava particolarmente importante in quanto ROTTA Vincenzo nel confermare la scarsa considerazione nutrita verso il CARIDI, affermava che nella zona, i soggetti di maggior peso erano lui e CONDEMI Domenico, Non mi hai capito, chi cazzo ti pensi che sono le persone…qua le persone che abbiamo i coglioni siamo due io e Mico gli altri non hanno neanche le cose neanche le noccioline, ancora non hai capito niente dalla vita tu… Qui quelli che abbiamo due coglioni grossi come quelli di un bue siamo io e Domenico, non c’è ne sono altri…Gli altri sai che hanno…le noccioline, ancora non hai capito niente dalla vita tu.
I contenuti del progressivo sopra esaminato contenevano più elementi di particolare rilevanza, infatti ROTTA Vincenzo nel corso della conversazione affermava di occuparsi della crescita criminale di CONDEMI Domenico, un ragazzo di rispetto……no, no, no, dietro di me cresce!, che lui ed il CONDEMI erano da considerare come soggetti di grande peso all’interno del quartiere San Giorgio chi cazzo ti pensi che sono le persone…qua le persone che abbiamo i coglioni siamo due io e Mico gli altri non hanno neanche le cose neanche le noccioline, ancora non hai capito niente dalla vita tu… Qui quelli che abbiamo due coglioni grossi come quelli di un bue siamo io e
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Domenico, non c’è ne sono altri…Gli altri sai che hanno…le noccioline, ancora non hai capito niente dalla vita tu;
“
La conversazione merita un commento sia per quanto concerne la prima parte, quella in cui, come si
era anticipato, ROTTA evidenzia alla nipote il senso del suo impegno in campagna elettorale a
favore del PLUTINO Giuseppe, ovvero conseguire, in cambio, una sistemazione lavorativa per il
figlio, sia per quanto riguarda la seconda, relativa alla minuziosa descrizione del rapporto tra
ROTTA e CONDEMI Domenico, del quale si dice un fratello maggiore, che viene definito come
un soggetto che stava crescendo sotto la sua guida, ovviamente nel senso delle gerarchie degli
uomini di rispetto del territorio di San Giorgio (e la stessa nipote, peraltro, definisce il CONDEMI
un ragazzo di rispetto). Così conclamandosi, per bocca dello stesso ROTTA, il peso criminale,
nella consorteria attiva in San Giorgio, suo e del CONDEMI. Di ben diverso tenore, invece, le
parole pronunciate dal ROTTA quando la nipote gli riferisce di aver incontrato Lillo, ovvero il
CARIDI Leo, nei confronti del quale inveisce.
Così prosegue il P. M., esponendo ulteriori dati indiziari inerenti una vicenda personale, comunque
esplicativa della comune appartenenza di entrambi gli indagati alla consorteria CARIDI, specie per
il ruolo che viene ritagliato in capo al ROTTA, da leggere unitamente alla ragione dell’intervento a
costui richiesto nella vicenda, la pacificazione necessaria ad evitare il possibile, altrimenti,
intervento dei maggiorenti della consorteria.
A riprova poi del particolare legame esistente tra i membri del gruppo, nel corso dell’attività
investigativa da ultimo compiuta, venivano intercetate una serie di conversazioni concernenti una
problematica di natura personale che però assumono rilevanza in quanto testimoniano una volta di
più la comune appartenenza degli indagati alla cosca CARIDI, nell’ambito della quale devono
trovare composizione anche vicissitudini attinenti la sfera sentimentale-affettiva dei componenti del
gruppo, allo scopo di evitare l’ “intervento” dei soggetti più rappresentativi del sodalizio.
Accade infatti che CONDEMI Domenico, sposato con BORGHETTO Anna, sorella di
BORGHETTO Cosimo e BORGHETTO Eugenio, intrattiene una relazione extra-coniugale con
ERRANTE Fortunata, figlia di Giovanni e CARIDI Elisabetta, nipote dello storico boss di San
Giorgio CARIDI Giuseppe, detto ‘Pepè’.
Ciò determinava, da un lato, il ‘fastidio’ dell’illustre zio che incarica il ‘saggio’ ROTTA Vincenzo
(‘Mastro di Misericordia’) di richiamare all’ordine il CONDEMI; dall’altro, comprensibilmente, le
ire della moglie che minacciava di riferire tutto al proprio fratello in carcere, BORGHETTO
Cosimo, affinchè fossero presi provvedimenti nei confronti del marito.
Si riportano le conversazioni in questione, tratte dall’inf.va della Sq.Mobile del 23.9.11:
“
Ancora di interesse investigativo si rivelavano una serie di progressivi registrati negli ultimi giorni del mese di luglio u.s. nel corso dei servizi di intercettazione attivati sull’utenza in uso a LOMBARDO Vincenzo ed a bordo dell’autovettura di CONDEMI Domenico.
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In data 27 luglio 2011 sull’utenza radiomobile in uso al LOMBARDO veniva registrata la seguente conversazione.
Conversazione del 09 Maggio 2011, ore 14:16 progressivo nr. 1415 Utenza chiamante: 327/0466754 in uso a ROTTA Vincenzo
Utenza chiamata 334.6988872 in uso a LOMBARDO Vincenzo Interlocutori: ROTTA Vincenzo e LOMBARDO Vincenzo
LOMBARDO: Pronto!--\ ROTTA: Enzuccio?--\ LOMBARDO: Chi è?--\ ROTTA: Vincenzo sono!--\ LOMBARDO: Ah Vincenzo!--\ ROTTA: Vedi che l’ho rintracciato al tuo compare!--\ LOMBARDO: Si, anche io l’ho visto stamattina!--\ ROTTA: Eh… però onestamente mi ha fatto capire …dice : << di che
dobbiamo parlare? Le cose personali…>> e io gli ho detto: << Va bene così vuoi ?>> e lui ha detto: << di quello che hai bisogno, che avete bisogno qualsiasi cosa! >>, e , ma , insomma, è inutile che ci ammazziamo!--\
LOMBARDO: No, no, no, no infatti, infatti!--\ ROTTA: E sparti me lo ha detto a me, fino ad ora a questo minuto.--\ LOMBARDO: Uh!--\ ROTTA: E gli ho detto: << va bene ! Ora chiamo ad Enzo e a Saro e li avviso!
>>--\ LOMBARDO: Va bene!--\ ROTTA: Mi ha detto che per qualsiasi cosa è a nostra disposizione ma sulle
cose sue personali non c’è niente da parlare e …(inc.)…--\ LOMBARDO: Uh!--\ ROTTA: …va bene?--\ LOMBARDO: Va bene!--\ ROTTA: Va bene! Se lo vedi, se lo vedi io ti ho riferito queste testuali parole…--\ LOMBARDO: Va bene!--\ ROTTA: …<< Vincenzo mi ha detto che per qualsiasi cosa sei a nostra
disposizione >> ma per le cose personali dice che sono cose sue e…--\ LOMBARDO: Eh! Va bene!--\ ROTTA: …e risponde lui, delle sue cose nel bene e nel male.-\ LOMBARDO: Ok! Va bene, va bene !.--\ ROTTA: Evitiamo e non andiamo oltre! Va bene Gioia?--\ LOMBARDO: Si, si, si ,si !--\ ROTTA: Sono tre giorni che lo andavo cercando io, c’era pure tuo cognato
Mimmo l’altra sera, oggi l’ho visto !--\ LOMBARDO: Va bene! Ok! Dai!--\ ROTTA: Va bene? Io lasciato…ho fatto le cose, non ho lasciato niente in sospeso, dopo di ché,
se ti incontra digli che :<< mi ha telefonato Vincenzo e mi ha detto così, così e così, noi ti ringraziamo che sei presente in tutto e per tutto tra noi…fatti le tue cose…>>.--\
LOMBARDO: Beh! Ma noi, poi …--\ ROTTA: …nelle sue cose personali non vuole che nessuno entri in merito…(inc.)…--\ LOMBARDO: Va bene! Va bene!--\ ROTTA: E’ inutile che ci buttiamo…su…(inc)….--\ LOMBARDO: Qualche sera di queste andiamo a mangiare, però non usciamo neanche il discorso!--\ ROTTA: Ah?--\
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LOMBARDO: Qualche sera di queste andiamo a mangiare però non usciamo neanche il discorso!--\ ROTTA: Si, si, ma io…--\ LOMBARDO: Uh!--\ ROTTA: …le parole, le testuali parole che lui mi ha detto io …--\ LOMBARDO: Va bene!--\ ROTTA: …ti sto dicendo! Evitiamo, evitiamo, poi le sue cose lui si assume le sue responsabilità
nel bene e nel male nelle cose… che ci devo fare!Ci possiamo spingere…basta è chiuso!--\
LOMBARDO: Va bene! Ok! Va bene , dai ci sentiamo dopo!--\ ROTTA: Va bene? Comunque queste sono le testuali parole che mi ha chiamato Vincenzo e mi
ha detto, gli devi dire: << noi ti ringraziamo che sei presente…>>--\ LOMBARDO: Non gli dico, non gli dico niente io, quando lo incontro, lo incontro!--\ ROTTA: No quello mi ha detto che è presente in tutto e per tutto con noi, in tutte le cose!--\ LOMBARDO: Uh!--\ ROTTA: Però non vuole…(inc.)…--\ LOMBARDO: Va bene, va bene !--\ ROTTA: …lui è responsabile di quello che fa e…--\ LOMBARDO: Ok! E se la vede lui!--\ ROTTA: Va bene? Ciao!--\ LOMBARDO: Va bene! Ciao!--\ ROTTA: Ciao, gioia ciao!--\ LOMBARDO: Ciao!--\
Fine della conversazione.--\
Nel corso del dialogo, intercorso tra LOMBARDO Vincenzo e ROTTA Vincenzo, quest’ultimo informava il suo interlocutore di avere incontrato una terza persona che nel confermargli la sua disponibilità verso di loro, Eh… però onestamente mi ha fatto capire …dice : << di che dobbiamo parlare? Le cose personali…>> e io gli ho detto: << Va bene così vuoi ?>> e lui ha detto: << di quello che hai bisogno, che avete bisogno qualsiasi cosa! >>, si era contrariato in ordine a delle osservazioni fatte dal ROTTA, in quanto si trattava di cose personali per le quali non ammetteva intromissioni da parte di alcuno, Mi ha detto che per qualsiasi cosa è a nostra disposizione ma sulle cose sue personali non c’è niente da parlare e …(inc.)…
Dal contenuto del prosieguo del dialogo si comprendeva che ROTTA Vincenzo, si era ripromesso di mettere al corrente della risposta ricevuta LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, i qualu erano evidentemente interessati all’esito di quell’incontro, E gli ho detto: << va bene ! Ora chiamo ad Enzo e a Saro e li avviso! >>
Erano una serie di conversazioni registrate in sequenza a bordo dell’autovettura del CONDEMI, nella serata del 28 luglio a chiarire meglio i contorni della vicenda rivelando che il ROTTA ed il LOMBARDO, nel corso del progressivo sopra riportato stavano discutendo proprio del CONDEMI, con il quale proprio quella sera ROTTA Vincenzo aveva affrontato nuovamente la discussione.
Conversazione del 28 Luglio 2011, ore 19:35 progressivo nr. 1072 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico
Persone presenti CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo
Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico, il quale inizialmente parla al telefono, dice all’interlocutore di passare a prendere suo padre, che lui sta per mettere la benzina alla macchina e poi andrà a prendere Vincenzo, quindi immediatamente dopo si ferma e fa rifornimento all’auto, parla nuovamente al cellulare, immediatamente dopo riavvia la marcia, alle ore 19:42:08 si ferma e scende. Alle ore 19:47:02 il CONDEMI sale a bordo e riparte, alle 19:48:25 si
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ferma ancora e scende, alle ore 19:51:07, nuovamente veicolo in movimento, CONDEMI conversa al cellulare con tale Pietro al quale spiega che si trova a Condofuri da Peppe e mangia là, se vuole lo può raggiungere. Quindi si ferma e fa salire a bordo ROTTA Vincenzo, quindi avviano la marcia, CONDEMI dice a ROTTA che deve fare uno scambio,deve dare quello che ha in mano e prendersene un altro, poi conversazione coperta da fruscii, si fermano e parlano anche con tale Mico, conversazione varia tra i presenti, dopo CONDEMI parla al cellulare con l’amante, alla quale chiede con tono alterato come mai non gli aveva risposto al telefono, ancora molti fruscii dovuti all’alta velocità e i finestrini abbassati…--\
ROTTA: …Gli ho chiamato a tuo compare Vincenzo, e il numero…(inc.)…gli ho detto guarda che non si vuole incontrare…(inc.)…ma lui…(inc. a causa di rumori e fruscii)…gli ho detto io: ha detto di quello che abbiamo bisogno non ci sono problemi, però le sue cose personali…solo queste tre parole Domenico, lui mi ha fatto capire gli ho detto io, che di quello che abbiamo bisogno…lo potevi capire in fin dei conti…io non è…la puoi pensare come vuoi…(inc.)…queste sono fissazioni.--\
CONDEMI: …(Inc.)…--\
ROTTA: Sai qual è…sai qual è il pensiero di quel…(inc.)…dice che non si metta in cose…(inc. a causa di fruscii e rumori)…più che altro…più che altro è stata la preoccupazione…(inc.)…quando siamo andati io, lui e Pascaleddu…(inc.)…in mala fede…(inc.)…ora te la posso dire una io di quello che penso?--\
CONDEMI: Dimmi.--\
ROTTA: …(Inc.)…lei se ne va di testa e parte, mi segui o non mi segui, questa è una cosa fraterna, nessuno ti dice niente, Gesù Cristo, hai capito? Io questo ti volevo dire, la Madonna Santissima, perché sei…tu sei permaloso, tu sei permaloso, tu sei orgoglioso e pensi che nessuno ti può dire niente, sbagli cazzo!--\
CONDEMI: Certo, io le…(inc.)…!--\
ROTTA: Mi devi fare strambare, tra ceci e fave, non come tu…alla pazzesca, alla pazzesca per te c’è, il paracadute con il kamikaze…forse non ci siamo capiti, io mi sbaglio…ma tu pensi che generali non ne hai nel complesso del mondo, tu pensi che non ne hai?--\
CONDEMI: Generali no!--\
ROTTA: Il Signore lo hanno inchiodato nella croce e ancora lo vanno criticando, se come dici tu…se tu hai questo cervello, fai che cazzo vuoi!--\
CONDEMI: A me non hanno cosa dirmi!--\
ROTTA: Tu devi sapere che…mannaia la Madonna mannaia…--\
CONDEMI: Fanno più brutta figura non si sa di chì…--\
ROTTA: Non sto parlando…sto parlando in generale…--\
CONDEMI: Mi possono invidiare…--\
ROTTA: …va bene và…--\
CONDEMI: …questo mi possono fare!--\
ROTTA: Ho capito, quando…quando ti vedono esagerato su certe cose, loro pensano che tu perdi punti, forse non hai capito come te lo devo dire? Vedi che senza offesa io sono un cristiano che ha due coglioni così…--\
CONDEMI: …ma perdo punti…--\
ROTTA: … e se ti dico una cosa, te la dico fraternamente…--\
CONDEMI: …pensano che cosa…io perdo punti per che cosa?--\
ROTTA: Certo!--\
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ROTTA: Secondo me è così, io glielo leggo nel cervello delle persone, il novantanove per cento sono quattro cornuti “debulazzi” e non sono capaci di dirtelo in faccia, te lo dice Vincenzo ROTTA, perché Vincenzo ROTTA ha due coglioni così e…--\
CONDEMI: …ma che hanno da dirmi?--\
ROTTA: Perché secondo me nel pensiero delle persone, ma in tutto il mondo, pure quelli che ti sembrano i meglio amici tuoi, secondo me…dice questo qua…mi segui il discorso? E’ chiuso, è chiuso, una volta dicevano che…che…(inc.)…come cazzo te lo devo dire, io te lo sto dicendo gioia mia, e ricordati una cosa, e te lo ripeterò per tutta la vita, quello che viene al di sopra di tutto, vengono Matteo, Tullio e Peppe, ricordatelo sempre questo, che sono sangue del tuo sangue, vita della tua vita…--\
CONDEMI: Senti una cosa, ma c’è qualcuno che mi può ricordare questa cosa a me?--\
ROTTA: Ma io non è che te la voglio ricordare amore mio, io ti voglio dire di saperti gestire la tua vita mannaia la Madonna, perché la tua è una vita disordinata, e come cazzo te lo devo dire, io so quello che ti dico…--\
CONDEMI: Enzo ora mi fa male la testa, cambia discorso.--\
ROTTA: …ora…ora…perché non è una vita disordinata la tua?--\
CONDEMI: No, stai sbagliando di grosso pure.--\
ROTTA: Ah, ho capito dai, la vedi là, non sai fare un discorso che hai fatto…--\
CONDEMI: Che ti devo parlare scusa?--\
ROTTA: E’ disordinata la tua vita.--\
CONDEMI: Perché è disordinata?--\
ROTTA: Perché…--\
CONDEMI: Fammi capire perché?--\
ROTTA: …(Inc.)…--\
CONDEMI: Io che? Sto una giornata con la mia famiglia, poi mi vedo con la mia bella, gli devo dare conto a qualcuno?--\
ROTTA: Non mi hai capito…(inc.)…e vedi come le cose vanno avanti!--\
CONDEMI: Ma c’è bisogno, perché non sto facendo così? Hai visto che sbagli a parlare pure tu?--\
ROTTA: Perché mannaia la Madonna c’è da ammazzarti uno…un cristiano che ti dice come…come stanno le cose, sbaglia a parlare?--\
CONDEMI: Come stanno le cose?--\
ROTTA: Ecco…--\
CONDEMI: …e dimmi dove sto sbagliando…--\
ROTTA: …ma non ti può correggere nessuno!--\
CONDEMI: …e dimmi dove sbaglio io…(inc. a causa d voci accavallate)…che mi devi correggere forza!--\
ROTTA: Si, si, secondo me si.--\
CONDEMI: Ti hanno riempito la testa quei due stupidi?--\
ROTTA: Io non ho parlato proprio di questo discorso.--\
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ROTTA: Mannaia la Madonna, sopra il bene di mio figlio che quelli non hanno parlato proprio con me, quelli mi hanno detto, mi ha detto poi ci vediamo e ci incontriamo con te. Ma sei una cosa seria Mimmo, ma perché ti inventi le cose…(inc.)…dietro al cancello…(inc.)…mi ha detto per favore chiamalo tu ha detto, e fai che si dia una…non abbiamo ne di ceci, ne di fave e ne di fagioli, ma perché ti inventi le cose Domenico?--\
CONDEMI: Questa è la troppa confidenza che do alle persone, ve lo dico io, ha ragione compare Peppe.--\
ROTTA: Che nemmeno io…che nemmeno io per modo di dire…--\
CONDEMI: Ti dico io che ha ragione compare Peppe!--\
ROTTA: …ma se nemmeno io…sono…sono per modo di dire amico tuo fraterno…--\
CONDEMI: Ma se tu “svantasii” parli a vanvera pure tu!--\
ROTTA: …perché ti dico che per ora sei…--\
CONDEMI: Per ora io sono chi, fammi capire, che sono, che mi stai vedendo?--\
ROTTA: Ti sto dicendo che devi cercare di gestire la cosa bella e pulita…(inc. a causa di fruscii e interferenze)…--\
CONDEMI: Perché come è gestita la cosa? No, sono invidiosi loro, te lo dico io, perché mi hanno visto là a Rimini con la mia bella e chissà che hanno pensato…--\
Continua nel progressivo successivo.--\
Fine della conversazione.--\
Subito dopo il dialogo proseguiva,
Conversazione del 28 Luglio 2011, ore 20:10 progressivo nr. 1073 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico
Persone presenti: CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo
Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico e ROTTA Vincenzo, quest’ultimo continuando la conversazione del progressivo precedente, contesta al CONDEMI che secondo lui sta gestendo la sua relazione extra coniugale in modo esagerato, anche se capisce che il suo sentimento è forte. Gli conferma che di questo non ha parlato con nessuno, quelle persone gli hanno solo chiesto di chiamarlo per cercare di farlo ragionare. CONDEMI gli dice che lui gli doveva rispondere che si tratta di cose personali sue e lui non si intromette, quindi gli ribadisce che anche lui parla a vanvera.--\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Ed aveva termine con il seguente progressivo che si rivelava di particolare importanza, Conversazione del 28 Luglio 2011, ore 20:18 progressivo nr. 1074
A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, ROTTA Vincenzo
Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico e ROTTA Vincenzo, quest’ultimo continuando la conversazione del progressivo precedente, continua a cercare di farlo ragionare…--\
ROTTA: …E’ vero o no, o sto dicendo barzellette? Ora a me come hai detto tu, mi hanno coinvolto, però io non gli posso rispondere, fatevi i cazzi vostri, se prima hanno parlato con te che più tardi vi vedete, Domenico cerca di capire, o no? Anzi io gli ho detto perché scusa tu Enzo, che sei suo
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compare, perché non lo chiami tu? No, è più giusto che lo chiami tu, sia lui che Saro, voi siete il mastro della misericordia, queste parole, voi siete il più giusto anziano, voi siete il più saggio più assai…--\
CONDEMI: Va bene.--\
…ROTTA continua a ribadirgli e a ripetergli lo stesso discorso di prima, cioè che loro gli hanno detto che avevano gia parlato con lui. Al minuto 20:20:59 ROTTA Vincenzo spiega a CONDEMI che l’ha chiamato anche compare Peppe e gli ha detto che lo deve chiamare lui perché è il più anziano e il più saggio. Poi si arrabbia e gli dice di non rompergli più i coglioni, che lui non vuole sapere più nulla, poi saprà lui se un domani sapendolo davanti a un precipizio, se deciderà di salvarlo oppure no. Alle ore 20:24:05 si fermano e scendono parlano con delle persone fuori dalla vettura,, quindi 20:26:14 salgono a bordo e riavviano la marcia. Conversazione varia tra i due, ROTTA gli parla del suo cane, gli spiega che il giorno che gliel’ha regalato è stato il giorno più bello della sua vita.--\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Dal contenuto dei dialoghi sopra riportati si comprendeva come, in considerazione delle condotte di CONDEMI Domenico che, per come reso evidente dal tenore di numerose conversazioni telefoniche ed ambientali registrate, in quell’atto intratteneva una relazione extra coniugale, con ERRANTE Fortunata di Giovanni e CARIDI Elisabetta, nata a Reggio Calabria in data 22.07.2011, nipote dello storico boss di San Giorgio CARIDI Giuseppe, inteso Pepè, nato a Condofuri in data 07.03.1943, relazione sentimentale evidentemente scoperta da qualcuno che nei giorni precedenti aveva notato il CONDEMI a Rimini in compagnia della donna, Perché come è gestita la cosa? No, sono invidiosi loro, te lo dico io, perché mi hanno visto là a Rimini con la mia bella e, chissà che hanno pensato… ROTTA Vincenzo, affiliato più anziano e dotato di maggior carisma e saggezza, Mastro della Misericordia, era stato incaricato da alcuni componenti della consorteria quali LOMBARDO Vincenzo e CALDERAZZO Rosario, affinché lo invitasse a tenere un atteggiamento consono, Anzi io gli ho detto perché scusa tu Enzo, che sei suo compare, perché non lo chiami tu? No, è più giusto che lo chiami tu, sia lui che Saro, voi siete il Mastro della Misericordia, queste parole, voi siete il più giusto anziano, voi siete il più saggio più assai….
Nel corso di tale dialogo infatti ROTTA Vincenzo, evidenziava al CONDEMI come quel tipo di comportamento gli facesse perdere prestigio nei confronti degli altri affiliati, Ho capito, quando…quando ti vedono esagerato su certe cose, loro pensano che tu perdi punti, forse non hai capito come te lo devo dire?
Lo stesso ROTTA ricordava al CONDEMI l’importanza della famiglia, nominando i figli di questi, Perché secondo me nel pensiero delle persone, ma in tutto il mondo, pure quelli che ti sembrano i meglio amici tuoi, secondo me…dice questo qua…mi segui il discorso? E’ chiuso, è chiuso, una volta dicevano che…che…(inc.)…come cazzo te lo devo dire, io te lo sto dicendo gioia mia, e ricordati una cosa, e te lo ripeterò per tutta la vita, quello che viene al di sopra di tutto, vengono Matteo, Tullio e Peppe, ricordatelo sempre questo, che sono sangue del tuo sangue, vita della tua vita…, ma soprattutto rammentava al medesimo che doveva comunque dare conto dei suoi comportamenti a chi era più in alto di lui nelle gerarchie della cosca, Mi devi fare strambare, tra ceci e fave, non come tu…alla pazzesca, alla pazzesca per te c’è, il paracadute con il kamikaze…forse non ci siamo capiti, io mi sbaglio…ma tu pensi che generali non ne hai nel complesso del mondo, tu pensi che non ne hai?
Affermazione questa che appariva dettata da quanto nel prosieguo del dialogo era affermato da ROTTA Vincenzo, che riferiva al CONDEMI che l’incarico di richiamarlo gli era stato conferito anche da “compare Peppe”, da intendere verosimilmente CARIDI Giuseppe, che evidentemente non
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gradiva che la relazione con la nipote fosse di pubblico dominio, Al minuto 20:20:59 ROTTA Vincenzo spiega a CONDEMI che l’ha chiamato anche compare Peppe e gli ha detto che lo deve chiamare lui perché è il più anziano e il più saggio.
Dal contenuto dei progressivi sopra riportati si comprendeva chiaramente come ROTTA Vincenzo in considerazione del carisma e del ruolo ricoperto all’interno della organizzazione, era stato incaricato sia dagli affiliati di minor rango CALDERAZZO Rosario e LOMBARDO Vincenzo, sia verosimilmente dal vecchio patriarca CARIDI Giuseppe, affinché richiamasse CONDEMI Domenico a tenere atteggiamenti più morigerati, in quanto il protrarsi di quella relazione avrebbe potuto portare una perdita di prestigio e di credibilità a lui stesso, al vecchio boss e di conseguenza alla organizzazione mafiosa di cui erano parte.
Come anticipato, la conversazione vede scorrere veri e propri rivoli di subcultura mafiosa.
Si coglie, anzitutto, come il problema sia connesso ad una relazione extraconiugale del CONDEMI
con ERRANTE Fortunata, nipote dello storico boss CARIDI Giuseppe. Il dato, chiaramente, si
riporta esclusivamente in relazione alla valenza che assume dal punto di vista indiziario. Infatti,
emerge chiaramente l’interazione di LOMBARDO e CALDERAZZO, che pressano per un
intervento del ROTTA sul CONDEMI, perché metta fine alla relazione, ciò in base alla sua
funzione di mastro della misericordia, conferitagli in ragione dell’essere, evidentemente, l’affiliato
più anziano, di maggior carisma e saggezza tra i tre. ROTTA, al solito efficace nella semplicità
delle sue proposizioni, pertanto comprensibilissime, richiama il CONDEMI sulla circostanza che le
sue condotte sono monitorate da chi è posto, nella scala gerarchica, in posizione apicale rispetto alla
sua, sicchè deve prestare attenzione ai generali. Tanto è vero che il ROTTA riferisce al sodale di
essere stato incaricato di richiamarlo da Compare Peppe, verosimilmente l’anziano boss Giuseppe
Caridi, che tale compito gli aveva affidato perché esso ROTTA era il più anziano e il più saggio
(esattamente come, per altro verso, avevano fatto CALDERAZZO e LOMBARDO). Onde
ricordargli, in sostanza, che quella relazione, oltre ad indebolire lo stesso CONDEMI dal punto di
vista del prestigio e della sua credibilità in seno all’associazione, aveva pesanti ricadute d’immagine
sul vecchio patriarca e sullo stesso sodalizio.
Per vero, seri problemi al CONDEMI potevano nascere anche dalla reazione dei BORGHETTO,
essendo la moglie di CONDEMI sorella del BORGHETTO Cosimo e del BORGHETTO Eugenio,
esponenti apicali del sodalizio cui i CARIDI sono appartenenti (vd. ordinanza ALTA TENSIONE).
Di ciò v’è testimonianza nelle conversazioni successivamente passate in rassegna dalla P. G. come
segue.
Ma dalla relazione sentimentale di cui si è sopra riferito, potevano inoltre derivare ulteriori problemi al CONDEMI, che proprio a causa della relazione sentimentale intrattenuta, trascurava la famiglia, infatti la moglie BORGHETTO Anna, sorella degli esponenti di vertice della cosca, BORGHETTO Cosimo ed Eugenio, in conseguenza dei comportamenti del marito, nel discutere
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telefonicamente con il cognato CUZZOLA Natale, gli chiedeva di rimproverarlo, altrimenti avrebbe provveduto a mettere a conoscenza degli accadimenti il fratello BORGHETTO Cosimo, nel corso di un colloquio in carcere che sarebbe avvenuto il giorno seguente, in quanto era stata da poco contattata telefonicamente dalla cognata SAPONE Lucia (RC 22.06.1957) che le aveva confermato la possibilità di parteciparvi, …Natale! Era ubriaco che puzzava quanto ad un porco, che è arrivato a casa e se ne è andato a dormire! Io non ne posso più! O me lo rimproveri o io domani vado a fare il colloquio, perché mi ha chiamato Lucia che c’è un posto! Io stasera non lo posso fare! Natale! Perché questo non sente niente!…(inc.)…
Conversazione del 07 Agosto 2011, ore 19:34 progressivo nr. 2264 Utenza chiamante: 3464225569 intestata ed in uso a BORGHETTO Anna nata
Utenza chiamata 349/8431172 in uso a CUZZOLA Natale Interlocutori: BORGHETTO Anna e CUZZOLA Natale
ANNA: Natale!--\ NATALE: Oh! Dimmi, Anna!--\ ANNA: Lo hai visto, poi, a mio marito?--\ NATALE: Si l’ho visto, si insieme eravamo--\ ANNA: …(inc.)…--\ NATALE: …ora se ne sono andati che dove andare là a Condofuri!--\ ANNA: Ora?--\ NATALE: …(inc.)…rientreranno tardi, Anna!--\ ANNA: Ora voleva andare…, è andato?--\ NATALE: Ora se ne sono andati, ritorneranno tardi!--\ ANNA: Che gli venga una…, Natale me lo fai sto cazzo di favore che io domani
vado al colloquio , vedi!…(inc.)…--\ NATALE: …(inc.)…l’altra sera…--\ ANNA: …Natale! Era ubriaco che puzzava quanto ad un porco , che è arrivato a
casa e se ne è andato a dormire! Io non ne posso più! Oh me lo rimproveri o io domani vado a fare il colloquio, perché mi ha chiamato Lucia che c’è un posto! Io stasera non lo posso fare! Natale! Perché questo non sente niente!…(inc.)…--\
NATALE: Pensa solo al divertimento! Lo so!--\ ANNA: Solo per il divertimento, io …. per favore…--\ NATALE: si…ritornatene a casa…(inc.)…--\ ANNA: …(inc.)…che io non posso andare a dormire da nessuna parte che ho paura, da Mecula, da
Donatella , ma là se vi mettete ed aprite questo divano … domani io gliela devo combinare! Me ne devo andare , Natale! Perché questa vita non la posso fare!--\
NATALE: …(inc.)…fretta , non vedi che abbiamo i bambini gli dive dire, sappilo prendere , che vuoi che ti dico!Io…--\
ANNA: …(inc.)…quello pensa solo a mandarmi …(inc.)….--\ NATALE: Ora ti do le gatte, metti le gatte sul balcone, come viene prendilo a botte di gatte a tutti e due!--
\ ANNA: No! Questo qua è, guarda sono due giorni che non c’è che la sera non so dove va che ha da fare
e lui se ne ritorna a casa, io questa vita non la posso fare più, io la notte devo dormire! Tu lo devi prendere! Non se ne rientrato lui dal mare ?--\
NATALE: No! Ora se ne ritornano a Lazzaro sono ancora!--\ ANNA: A va bene!--\ NATALE: …(inc.)…Lazzaro!--\ ANNA: Va bene! Ciao!--\ NATALE: Ciao! Ciao!--\
Fine della conversazione.--\
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5.5 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:
IL CONTROLLO DELLA CRIMINALITÀ NOMADE
Altro profilo di emersione dell’attualità della cosca e della partecipazione ad essa da parte del
CONDEMI Domenico si coglie dal fatto che costui esercitava un vero e proprio controllo nei
confronti della criminalità riconducibile al gruppo nomade insediato nel territorio della cosca, i cui
esponenti erano costantemente raggiunti (a testimonianza di un pesante controllo del territorio,
addirittura nei confronti di altri criminali) dal CONDEMI, che pretendeva la restituzione di veicoli
oggetto di furto, specie quando questi si appartenevano a propri conoscenti. Ciò, peraltro, con
un’efficacia intimidatoria che traspare chiaramente dal tenore stesso dei dialoghi che lo vedono
interloquire con i vari nomadi responsabili dei furti in questione. Così, quindi, il P. M. evidenzia le
risultanze in proposito conseguite:
§ - b) Il controllo di CONDEMI Domenico sulla criminalità nomade
Un aspetto particolarmente rilevante emerso nel corso delle indagini che avevano portato
all’esecuzione della cd. Operazione ‘Alta tensione’ nell’ambito del proc.n.259/06 RGNR DDA di
cui, come detto in premessa, l’attuale procedimento costituisce una naturale prosecuzione, è stato
quello del controllo operato da parte dei soggetti appartenenti alla consorteria mafiosa in esame
sulla criminalità nomade di Reggio Calabria.
Ebbene, il dato è apparso assolutamente confermato anche dalle più recenti investigazioni da cui è
emerso, in quest’ambito, il ruolo esercitato da CONDEMI Domenico il quale, da un lato, come
visto in precedenza, attingeva dal bacino elettorale della comunità nomade di Ciccarello preferenze
da riversare a beneficio della candidatura del PLUTINO a consigliere comunale; dall’altro,
interveniva con ‘fermezza’ sugli appartenenti alla stessa, pretendendo con esplicite minacce
l’immediata restituzione di auto sottratte a suoi conoscenti, testimoniando l’assoluto dominio sulla
realtà micro-criminale della zona, a riprova ulteriore della propria notevole caratura criminale.
Si riporta l’inf.va della Sq.Mobile del 19.7.11 nella parte d’interesse: “
L’attività tecnica investigativa svolta, ha inoltre delineato anche un serrato controllo svolto dalla cosca sulle attività delittuose che si evolvono sul territorio e non strettamente emanazione della attività associativa.
Si fa qui riferimento al controllo di quella che può essere definita in certo senso una delinquenza più dozzinale, ma che ha comunque una rilevanza notevole nel contesto cittadino, e che vede primi attori gli appartenenti alla comunità rom stanziata nel quartiere di Ciccarello, controllo già evidenziatosi nel corso della campagna di raccolta di preferenze elettorali in favore di PLUTINO Giuseppe, allorquando CONDEMI Domenico, in ragione del proprio carisma criminale, prevedeva di ottenere dai componenti della comunità nomade almeno quaranta voti, Almeno dagli zingari dobbiamo prendere una quarantina di voti, circostanza questa puntualmente verificatasi per come accertato da questo Ufficio in sede di verifica dettagliata delle preferenze raccolte dal candidato PLUTINO Giuseppe.
Dall’esame delle conversazioni sotto riportate, si avrà modo di evidenziare, come attraverso gravi minacce, l’associazione mafiosa facente capo ai CARIDI, riesca ad esercitare uno stretto controllo, nei confronti della predetta comunità rom, riuscendo ad imporre la propria volontà, avvalendosi della forza intimidatrice classica delle più efferate associazioni mafiose.
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Le conversazioni che saranno di seguito esaminate costituiscono ennesima riprova di quella capacità di intimidazione facente capo alla associazione e che trova espressione non solo nei confronti delle componenti sane della società, ma attuazione anche nei confronti delle componenti delinquenziali operanti sul medesimo territorio, con conseguente conferma del più volte citato predominio assoluto detenuto dalla cosca LIBRI CARIDI.
Quanto sopra esposto trova infatti conferma nell’analisi delle conversazioni qui di seguito riportate che testimoniano come il predetto predominio sulla “criminalità comune” venga esercitato con determinazione.
Conversazione del 21 Maggio 2011, ore 18:25 progressivo nr. 1904
Utenza chiamante:392.1614511 in uso a NOCERA Domenico Utenza chiamata: 334.1189585 in uso a CONDEMI Domenico Interlocutori: CONDEMI Domenico e NOCERA Domenico
Omissis…
CONDEMI Domenico veniva contattato telefonicamente da NOCERA Domenico nato a Reggio Calabria in data 09.08.1970, ivi residente in via Boschicello nr. 20, che intendeva interessarlo del furto di un’autovettura operato dai nomadi, No, sai che volevo… però te lo volevo dire… No, per una macchina che gli hanno preso gli zingari qua.
La richiesta del NOCERA contrariava particolarmente il CONDEMI, che in virtù della massima cautela da adottare nel corso dei colloqui telefonici, nella consapevolezza di poter essere sottoposto ad attività investigativa da parte delle Forze dell’Ordine, apostrofava pesantemente il suo interlocutore troncando la comunicazione, Ancora, ma sei scemo?
Questo breve dialogo faceva comunque comprendere come il CONDEMI rappresentasse un punto di riferimento all’interno del quartiere, in occasione di eventi di tale genere, essendo considerato come soggetto in grado imporre ai nomadi la restituzione dell’auto rubata.
Quanto dal tenore del progressivo sopra riportato poteva apparire come una semplice supposizione, otteneva decisive conferme da una serie di dialoghi registrati nel corso del servizio di intercettazione ambientale attivato a bordo dell’autovettura di CONDEMI Domenico.
Conversazione del 07 Giugno 2011, ore 13:28 progressivo nr. 351
A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico, Felice ( nomade non identificato)
Omissis…
Infatti CONDEMI Domenico contattava un nomade di nome Felice, al quale chiedeva conto di un’autovettura Fiat Panda multijet di colore grigio, asportata nei pressi degli Ospedali Riuniti, Zio Felice ma per una Panda che hanno preso all’ospedale è possibile che non sappiano niente?... All’ospedale, una Panda grigia multijet, il nomade ribatteva che lui era stato interessato da terze persone di Modena per una PANDA 4x4 rubata in via Lia, per la quale si era rapportato con un altro nomade, del quale non era comprensibile l’identità, che gli aveva dato la disponibilità proprio per quella di cui il CONDEMI era alla ricerca, Eh, quello che mi hanno detto a me, mi hanno detto no può essere pure che è una grigia all’ospedale, no gli ho detto io, quella che mi hanno detto a me è in Via Lia è quattro per quattro…(inc.)…pure all’ospedale, ti rendi conto…(inc.)…?
Pertanto CONDEMI Domenico chiedeva conferma sulla identità del nomade che aveva la disponibilità della vettura, Lui è?... Sicuramente, hai capito?, e dopo averla ottenuta riavviava la marcia allontanandosi.
Il progressivo sopra riportato aveva un seguito il giorno seguente.
Conversazione del 08 Giugno 2011, ore 12:32 progressivo nr. 371
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico, nomadi non meglio identificati
Omissis…
Nel corso della conversazione sopra riportata CONDEMI Domenico rimproverava un nomade per il suo disinteressamento, CONDEMI: Te ne fotti. UOMO1:Che me ne fotto, per la Panda?. CONDEMI: Eh, ma questi si giustificava dicendo che una terza persona, aveva litigato per lui, interessando per il recupero dell’autovettura asportata anche i nomadi residenti negli accampamenti di Gioia Tauro e Rosarno, Per te stava litigando con…(inc.)…dice che sono andati fino a Rosarno o Gioia Tauro, non lo sai? Si è preso l’impegno…(inc.)…che sono arrivati……fino a Rosarno sono arrivati, nonostante ciò non era ancora stato possibile ritrovarla, E non si sa che fine ha fatto questa macchina?
A distanza di cinque giorni una nuova conversazione faceva comprendere come CONDEMI Domenico stesse effettuando una vera e propria di indagine che aveva come scopo il recupero dell’autovettura, ma anche l’individuazione dei responsabili del furto.
Conversazione del 13 Giugno 2011, ore 21:21 progressivo nr. 427 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico, Massimo (nomade non identificato)e nomade
non identificato
Omissis…
In questo caso CONDEMI Domenico incontrava un nomade di nome Massimo, con il quale concordava un appuntamento per i giorni successivi, E quando vuoi che ci vediamo, deciditi… Dopodomani
Successivamente anche a Massimo il CONDEMI chiedeva chi fosse a rubare le autovetture nei pressi dell’ospedale in quanto ne erano state rubate diverse che non erano state ritrovate, Massimo ma chi è che prende le macchine al coso…all’ospedale, sono mancate un po’ di macchine, oh, non è stato di Dio trovarle.
Il nomade rispondeva che autore di quei furti era certamente un nomade indicato con un soprannome, Il bastardo di Mario “u pumu”!…(inc.)…a tale risposta CONDEMI ribatteva di avere saputo da Felice lo zingaro, che poteva essere stato un altro nomade soprannominato Scialabà, Ma lo “scialabà” mi hanno detto pure… Lo “scialabà” pure…
Il nomade chiedeva quindi di che macchina si trattasse, Che Punto era?, ma il CONDEMI lo informava trattarsi di una Panda rubata circa una settimana prima, No, era una Panda che l’hanno presa lì al coso…una Panda grigia multijet… Qualche…una settimana e se avesse parlato con i nomadi di Ciccarello, cosa che era chiaramente avvenuta per stessa ammissione di CONDEMI Domenico che infatti aveva dato avviso a tutti del suo interesse per quella automobile, MASSIMO:A Ciccarello sei salito? CONDEMI:Si, lo sapevano tutti.
Quest’ultimo una volta ottenuta conferma che responsabili del furto erano Mario e Luigi, Mario “u pumu”...(ridono)…se era a benzina…se era a benzina…(inc.)… Quella Lancia Ypslon…quella Lancia Ypslon…quella Lancia Ypslon se l’è presa lui, hanno la centralina!... No, è Mario “u pumu” e Luigi “scialabà”, che si accoppiano insieme e fanno danni, si riprometteva di impartire una severa lezione all’autore del furto, Allora è bastardo, gli devo rompere le gambe a questo bastardo.
Infine CONDEMI Domenico invitava Massimo a prendere provvedimenti in merito e ribadiva il suo interesse per la vettura in questione, Eh, allora Felice mi ha detto la verità, si, ma Massimo dobbiamo prendere provvedimenti! MASSIMO:Facciamo così, ma ti interessa questa…CONDEMI: Certo che mi interessa.
A distanza di due settimane poiché la ricerca dell’autovettura rubata non aveva dato esito,
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CONDEMI Domenico continuava nella sua personale inchiesta riuscendo a rintracciare l’autore del furto.
Conversazione del 27 Giugno 2011, ore 16:14 progressivo nr. 540 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti CONDEMI Domenico, Mario (nomade non identificato)
Alle 16.14.41 l’auto è in movimento, vari rumori in sottofondo,alle 16.15.37 DOMENICO saluta qualcuno suonando il clacson, l’uomo ricambia il saluto;alle 16.17.18 DOMENICO parla dal finestrino con una persona chiamandola MARIO, quest’ultima con accento nomade…--\ DOMENICO: Ma tu non la finisci di rubare le macchine all’ospedale e di farle
scomparire?--\ MARIO: E che devo fare se è, se è il mio, mio settore!--\
…qualcuno ride in sottofondo…--\ DOMENICO: Io ti dico di finirla! Mario!--\ MARIO: Ma vedi dove devi andartene! Zingaro, bastardo! Non mi saluti?--\ DOMENICO: Mario vedi di finirla perché… non…non possiamo fare brutte figure!
Finiscila! Quando prendi una macchina tienila almeno due o tre giorni!--\ MARIO: Quale macchina?--\ DOMENICO: Ti sto dicendo che tu l’hai presa e mi hanno detto pure che te la sei
venduta!--\ MARIO: Che macchina?--\ DOMENICO: Una Panda! All’ospedale! Grigia! Vedi di finirla di prenderti le
macchine…--\ MARIO: sopra ai miei nipoti che no…(inc.)…--\ DOMENICO: … vedi di…vedi di finirla di prendere le macchine!…--\ …un'altra persona non identificata si intromette nella conversazione chiamando per nome
DOMENICO…--\
MARIO: …(inc.)…--\ DOMENICO: …vedi di finirla di prenderti le macchine e di venderle! Se no ti
ammazziamo! Ti dico…a…pure che ci sono le microspie!…--\ …DOMENICO riparte con l’automobile, vari rumori, alle 16.18.53 l’automobile arresta la marcia, si apre uno sportello.--\
Alle 16.25.57 Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Infatti CONDEMI Domenico riusciva a rintracciare il Mario che gli era stato indicato essere autore del furto e subito lo apostrofava, Ma tu non la finisci di rubare le macchine all’ospedale e di farle scomparire?, il nomade si giustificava affermando che quello era il suo settore, E che devo fare se è, se è il mio, mio settore!.
Quella risposta contrariava ulteriormente CONDEMI Domenico, Io ti dico di finirla! Mario!, che invitava il suo interlocutore a smetterla di comportarsi in quel modo ed a tenere le autovetture rubate almeno qualche giorno prima di disfarsene, perché altrimenti non dava loro la possibilità di ottenerne la restituzione, circostanza questa che causava una perdita di prestigio verso i soggetti che ad essi si rivolgevano, Mario vedi di finirla perché…non…non possiamo fare brutte figure! Finiscila! Quando prendi una macchina tienila almeno due o tre giorni!
Il nomade chiedeva quindi di quale autovettura si trattasse, Quale macchina?...Che
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macchina?, e CONDEMI Domenico specificava trattarsi della Panda di colore grigio che era stata da lui rubata e successivamente rivenduta, Ti sto dicendo che tu l’hai presa e mi hanno detto pure che te la sei venduta!...Una Panda! All’ospedale! Grigia! Vedi di finirla di prenderti le macchine…
Ancora Mario, evidentemente ben consapevole della pericolosità del suo interlocutore, cercava di negare di essere lui l’autore del furto, sopra ai miei nipoti che no…(inc.)…, ma CONDEMI Domenico essendo certo di trovarsi di fronte all’autore del furto, lo invitava nuovamente a comportarsi come in precedenza gli aveva consigliato, …vedi di finirla di prenderti le macchine e di venderle!, altrimenti lo avrebbero ucciso, Se no ti ammazziamo!, non importandogli che quello che gli stava dicendo potesse essere intercettato da microspie, Ti dico…a…pure che ci sono le microspie!…
La vicenda in esame si rivelava particolarmente chiara nei suoi contenuti in quanto confermava ulteriormente la pericolosità del CONDEMI, ma soprattutto come lo stesso fosse parte di una organizzazione mafiosa, che anche mediante il controllo esercitato sulla criminalità comune, manifestava all’esterno il proprio potere aumentando sempre di più il prestigio criminale, autorevolezza che in alcun modo poteva essere sminuita dai comportamenti dell’autore del furto, …non…non possiamo fare brutte figure!, che infatti, se avesse reiterato nelle sue condotte sarebbe stato ucciso, Se no ti ammazziamo!
“
Conversazione, quella che precede, che non ammette letture alternative: a Mario, infatti, il
CONDEMI esplicita di non parlare per conto proprio, ma quale esponente di un’organizzazione
mafiosa, che non può permettersi di fare brutte figure. La serietà della minaccia portata dal
CONDEMI si rivela per sua stessa bocca, quando pronuncia la frase Se no ti ammazziamo,
facendola seguire dal commento che non gli interessa se, a bordo della sua macchina, vi siano
microspie. Espressione, quanto precede, quasi da manuale del metodo mafioso.
Altri dati rappresentativi del fenomeno nell’informativa della Squadra Mobile del 23/9/2011, citata
dal P. M. come segue:
Sempre in relazione alla stessa tematica e cioè il controllo esercitato dalla cosca CARIDI ed in
particolare da CONDEMI Domenio sulla criminalità nomadi, ulteriori elementi venivano
individuati con la successiva inf.va della Sq.Mobile del 23.9.11:
“
Giova riferire inoltre che nel prosieguo dell’attività di indagine sono state registrate ulteriori conversazioni il cui tenore conferma come i componenti della cosca CARIDI continuino ad esercitare il loro capillare controllo sulle attività della criminalità comune con particolare riferimento ai componenti della comunità, nomade stanziatasi nel quartiere Ciccarello.
Infatti nel corso del servizio di intercettazione ambientale attivato a bordo dell’autovettura in uso a CONDEMI Domenico in data 17 agosto 2011 erano state registrate le seguenti conversazioni.
Conversazione del 17 Agosto 2011, ore 20:38 progressivo nr. 1353
A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, Uomo (nomade non identificato)
Omissis…
Nel corso di questo progressivo CONDEMI Domenico contattava un nomade non meglio identificato chiedendogli conto del furto di un telefono cellulare, avvenuto nei pressi dei campi di calcio
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di questa via Messina, in atto gestiti da PELLICANO’ Francesco (Motta San Giovanni 03.11.1965), presidente della squadra di calcio dilettantistica Hinterreggio, O Ce…ma chi va a rubare nei campetti la sotto, di PELLICANO’?…eh, sono andati e gli hanno scassato una Punto, gli hanno rubato un telefono, ora il telefono che lo prendono a fare, che…che li arrestano pure, perché c’è fatta la denuncia, in una Punto ultimo tipo, gli hanno scassato il vetro di dietro e gli hanno preso un Samsung.
Nel corso del dialogo CONDEMI Domenico chiedeva al suo interlocutore di intervenire per impedire il protrarsi di quei furti, altrimenti avrebbero provveduto con le consuete violente modalità, …vanno a rubare là, gli devi dire di no, chiamateli, e gli devo far montare la telecamera, così poi li pizzichiamo e li mandiamo in ospedale?, ripromettendosi di estendere il suo diktat anche ad un altro nomade di nome Cosimo, che successivamente sarebbe andato a trovare, Vedi, io glielo dico a Cosimo pure…
Infatti poco dopo, Conversazione del 17 Agosto 2011, ore 21:13 progressivo nr. 1354
A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico, Mico, Massimo, Cosimo e Totò ( non identificati)
Omissis…
CONDEMI Domenico insieme ad un altro soggetto, di nome Mico, si recava a Ciccarello dove prendeva contatti con un nomade di nome Massimo al quale chiedeva la restituzione una moto ape che interessava al suo accompagnatore, motoveicolo che in realtà era di proprietà di una terza persona residente nella frazione di San Salvatore, CONDEMI: Compare Mico…Di chi è questa lambretta? MICO:Di uno del Salvatore, e non possiamo fare del meno, Domenico…
Per la restituzione del motoveicolo, il nomade chiedeva che agli autori del furto, fosse regalata comunque una somma di denaro, MASSIMO:Fai che gli regali qualcosa, richiesta alla quale CONDEMI Domenico non aveva alcuna intenzione di aderire ed infatti prometteva al nomade che in una successiva occasione gli avrebbe fatto recuperare la somma di denaro non incassata, La prossima gli devi dire che gli facciamo recuperare i soldi…(inc. a causa di disturbi di linea)…gli regalo io qualcosa...
Il nomade continuava a pretendere che fosse versato del denaro, circostanza questa che contrariava visibilmente il CONDEMI, che dall’iniziale tono conciliante passava al consueto atteggiamento intimidatorio ricordandogli che quando si presentavano loro, ovvero i componenti della cosca, non era ammessa alcun tipo di richiesta, ma era necessario restituire quanto era stato rubato, Io so che tu questo non c’è bisogno nemmeno che lo dici questo…quando veniamo noi…cerca di prendere l’Ape e di uscirla fuori!
Alla incomprensibile risposta del nomade, CONDEMI Domenico ancor più deciso minacciava di morte gli autori del furto, E quando sale il carro funebre che fanno? dicendo a Massimo di riferire a chi custodiva la moto ape, che non era più interessato alla restituzione della stessa, ribadendo ache vrebbero dovuto restituirla senza discussioni, …gli devi dire di prendere l’Ape e di restituirgliela punto, quando c’è…c’è il pensiero, gli esce solo, altrimenti della loro risposta negativa, ne avrebbero pagato le conseguenze, Ma quando sale il carro funebre che fanno? Tu gli devi dire così, la volete portare negativa…portatela negativa, gli devi dire che non la vogliamo l’Ape…
A testimoniare come i componenti della cosca abbiano il costante controllo sulle illecite attività dei ROM, vi era un’altra conversazione registrata sull’utenza radiomobile in uso a CONDEMI Filippo.
Conversazione del 03 Settembre 2011, ore 18:09 progressivo nr. 8413
Utenza chiamante: 328/9162828 in uso a CONDEMI Filippo Utenza chiamata 339/5070595 in uso a PIOLI Tatiana
Interlocutori: CONDEMI Filippo, PIOLI Tatiana e Massimo (nomade non identificato
Omissis…
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Dal contenuto del dialogo sopra riportato, si aveva modo di apprendere come CONDEMI Filippo, chiaramente in virtù della sua appartenenza alla cosca CARIDI, avesse ottenuto la restituzione, da parte di un ROM di nome Massimo, di una pellicola che era stata asportata da un’autovettura.
Infatti mentre conversava con PIOLI Tatiana veniva raggiunto da un nomade di nome Massimo che gli restituiva una pellicola che era stata in precedenza rubata, circostanza questa di cui era a conoscenza anche la donna, CONDEMI:…Aspetta che mi hanno portato la pellicola forse, apposto, grazie… PIOLI: Ma quella che avevano rubato? E nel prosieguo, CONDEMI: La pellicola è ritornata… E’ ritornata la pellicola, PIOLI: Ma quella lì o un’altra? CONDEMI:No, quella! PIOLI: Quella?.
La conversazione si concludeva infine con CONDEMI Filippo, che allo stupore della donna per la restituzione, Pure le cinque euro vi hanno tornato?... E allora lo sai chi l’ha presa!, le rispondeva facendole intendere di non avere ben compreso, con chi avesse a che fare, Cipolla vai a partire la limousine và, ancora tu non hai capito niente della vita.
“
E si coglie, dunque, come, in questo caso, ad ottenere la restituzione di un bene sottratto da parte dei
nomadi fosse stato l’altro fratello CONDEMI, Filippo, evidentemente in forza della carica
intimidatrice determinata dalla sua appartenenza alla consorteria, che, come si è apprezzato, anche
nell’ulteriore squarcio temporale monitorato dagli investigatori, ha esercitato il proprio controllo
sulla criminalità nomade operante nel territorio sottoposto alla sua egida.
5.6 GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:
GLI ATTI INTIMIDATORI
La richiesta, poi, prosegue illustrando ulteriori dati indiziari dimostrativi dell’attualità della cosca
CARIDI, in particolare connessi agli atti intimidatori realizzati dagli accoliti. Così il P. M::
§ - c) Gli atti intimidatori
In relazione ordine alla pericolosità ed ai metodi intimidatori di matrice mafiosa posti in essere da CONDEMI Domenico e dai suoi accoliti giova qui riportare i contenuti di alcuni progressivi registrati a bordo dell’autovettura del sopra citato soggetto.
Conversazione del 10 Maggio 2011, ore 16:21 progressivo nr. 10 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico e PELLICANO’ Gregorio (RC 07/07/1983 ivi
residente in via Sbarre Superiori nr. 38/P)
Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico, il quale a un certo punto chiede ad un altro automobilista se gli ha suonato a lui, dopo di ché continua la marcia, alle ore 16:29:04 si ferma dal gommista e gli chiede se l’ha riparata, quindi gli chiede di metterla là. Poco dopo chiama a un Gregorio il quale si avvicina, i due iniziano a conversare…--\
DOMENICO: …Gregorio lo conosci tu a Pietro ROMEO?--\
GREGORIO: Pietro ROMEO…ma com’è…--\
DOMENICO: Questo che abita qua mi pare…--\
GREGORIO: Si, un avvocato è?--\
DOMENICO: Avvocato?--\
GREGORIO: No, suo figlio è avvocato, lo conosco, al Tribunale è!--\
DOMENICO: Pietro ROMEO, aveva una Micra prima.--\
TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA - SEZIONE DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
GREGORIO: Sai chi è, è il…come ti posso spiegare…è al Tribunale dei minori questo…--\
DOMENICO: Eh.--\
GREGORIO: …è…mannaia non so come ti devo spiegare, a Pippo lo conosci, a Filippo quello là robusto che ha…che suo padre abita sopra il lavaggio di…di Paolo, che frequenta sempre alla Chiesa? A Daniele SCARAMOZZINO…a Daniele il figlio di Pino?--\
DOMENICO: Eh.--\
GREGORIO: …eh, questo…il figlio di questo Pietro frequenta con questo Pino…con il figlio di Pino.--\
DOMENICO: Ci sai andare da lui?--\
GREGORIO: Va bò, e che hai bisogno qua?--\
DOMENICO: Ma che macchina ha ora?--\
GREGORIO: Ora ha una 156…ha la Micra e la 156 station wagon grigia, sai con chi sta, con la mamma di Catia, te la ricordi a Catia la bionda? A Catia la bionda te la ricordi?--\
…A questo punto della conversazione CONDEMI risponde al cellulare e conversa con un tale Pietro al quale chiede di passargli lo zio…--\
DOMENICO: …Gregorio vieni qua, con chi sta, sta convive?--\
GREGORIO: Si, no convive, sono…sono fidanzati è da tanto tempo, lei abita sopra e lui abita sotto dalla parte di qua, la mamma di Catia.--\
DOMENICO: Quale Catia?--\
GREGORIO: Catia la bionda, quella che era fidanzata con Mico il caino, quella era fidanzata con Massimo.--\
DOMENICO: Quello che ha la Panda?--\
GREGORIO: La Panda, no, non ha la Panda, ha una Tipo bianca, comunque abita qua, Domenico abita qua, non so come ti devo spiegare perché non che è qua, che frequenta qua in mezzo capito?--\
DOMENICO: Va bene.--\
GREGORIO: Ma è successo qualcosa?--\
DOMENICO: No, niente, lo voglio…per parlargli io!--\
GREGORIO: E qua abita, quando vuoi andiamo e gli suoniamo.--\
DOMENICO: Ha…ma la macchina la parcheggia da quella parte?--\
GREGORIO: …(Inc. a causa di rumori)…--\
A questo punto CONDEMI avvia la marcia, poco dopo si ferma e scende.--\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Nel corso di questo progressivo CONDEMI Domenico si fermava a dialogare con PELLICANO’ Gregorio, dipendente di una rivendita di gomme per auto ubicata in via Pio XI 128/C e gli chiedeva notizie di tale Pietro ROMEO, …Gregorio lo conosci tu a Pietro ROMEO?...Questo che abita qua mi pare…, un tempo proprietario di una Nissan Micra, Pietro ROMEO, aveva una Micra prima.
La persona da lui interpellata comprendeva di chi stesse chiedendo il CONDEMI e cercava di
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indicarglielo, Sai chi è, è il…come ti posso spiegare…è al Tribunale dei minori questo……è…mannaia non so come ti devo spiegare, a Pippo lo conosci, a Filippo quello là robusto che ha…che suo padre abita sopra il lavaggio di…di Paolo, che frequenta sempre alla Chiesa? A Daniele SCARAMOZZINO…a Daniele il figlio di Pino?... …eh, questo…il figlio di questo Pietro frequenta con questo Pino…con il figlio di Pino, ma il CONDEMI di rimando chiedeva al PELLICANO’ se fosse in grado di raggiungere l’abitazione di questi, Ci sai andare da lui?, mentre quest’ultimo chiedeva se avesse bisogno di qualcosa, Va bò, e che hai bisogno qua?.
Nella circostanza il CONDEMI chiedeva notizie sull’autovettura che il ROMEO utilizzava, Ma che macchina ha ora? apprendendo che era proprietario di un’Alfa Romeo 156 station wagon e di una Micra, Ora ha una 156…ha la Micra e la 156 station wagon grigia…
Naturalmente quella richiesta di informazioni da parte del CONDEMI aveva incuriosito il suo interlocutore che chiedeva quale fosse il motivo del suo interesse, Ma è successo qualcosa?, lo stesso diceva al PELLICANO’ che aveva solamente necessità di parlargli, No, niente, lo voglio…per parlargli io!, ma allo stesso tempo chiedeva notizie certe sul luogo dove il ROMEO parcheggiava l’autovettura, Ha…ma la macchina la parcheggia da quella parte?
A distanza di qualche giorno da questo incontro veniva registrata una nuova conversazione, avente i medesimi interlocutori, che meglio chiariva i contorni della vicenda in esame, ovvero perché CONDEMI Domenico intendesse incontrare il ROMEO.
Conversazione del 13 Maggio 2011, ore 11:14 progressivo nr. 43 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico
Persone presenti: CONDEMI Domenico e PELLICANO’ Gregorio (RC 07/07/1983 ivi residente in via Sbarre Superiori nr. 38/P)
Omissis…
Inizialmente CONDEMI Domenico, trovandosi nella imminenza delle consultazioni elettorali, raccomandava a PELLICANO’ Gregorio di mantenere gli impegni presi per i voti, DOMENICO: I voti? GREGORIO:Apposto. DOMENICO:Mantienili fermi, ma subito dopo il PELLICANO’ chiedeva cosa avesse fatto con quella persona di cui nei giorni precedenti aveva chiesto notizie, Senti…(inc.)…che hai fatto con quello poi?.
CONDEMI Domenico rispondeva di non averlo incontrato ed il suo interlocutore, dopo averlo informato che era possibile rintracciare il ROMEO dopo le ore 16,00 ed essersi detto disponibile ad accompagnarlo, chiedeva il permesso di dargli un suggerimento in considerazione del fatto che ben conosceva la personalità del soggetto in questione, Dico io, questo qua dopo delle quattro lo trovi… Se tu vuoi che…o pomeriggio o domani…se è una cosa…io non so, ti sto domandando, ti posso dire una cosa?... E’ mezzo scemo, ha detto qualche parola più di un’altra?
Richiesta questa alla quale CONDEMI Domenico rispondeva chiarendo il motivo del suo interesse per il ROMEO.
Si era reso responsabile di avere detto in giro che avrebbe malmenato duramente proprio il CONDEMI, …(Inc.)…gli ha detto che mi macina!
Il PELLCANO’ cercava di placare il risentimento del suo interlocutore, E’ vero, va bè, ma le persone sono combinate male Domenico, ma il CONDEMI si dimostrava irremovibile nel suo intento, Non mi interessa! ovvero porre in essere un’azione intimidatoria in pregiudizio del ROMEO, se non avesse avuto soddisfazione per l’offesa subita, chiaro appariva dal contenuto dei dialoghi sopra riportati, l’intendimento di CONDEMI Domenico di porre in essere un’azione intimidatoria nei confronti di ROMEO Pietro, Ma che macchina ha ora? … Ora ha una 156…ha la Micra e la 156 station wagon grigia…Ha…ma la macchina la parcheggia da quella parte?, soggetto reo di avere messo in giro la voce che lo avrebbe malmenato, episodio questo del tutto analogo seppur allo stato non consumato, a quello posto in essere per motivazioni diverse in pregiudizio dell’on. Regionale NUCERA Giovanni.
Ma la propensione del CONDEMI e dei soggetti appartenenti alla medesima consorteria, a
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porre in essere azioni intimidatorie anche mediante attentati incendiari veniva palesata in maniera altrettanto evidente nel corso di un’altra conversazione registrata a bordo della sua autovettura.
Conversazione del 08 Giugno 2011, ore 17:01 progressivo nr. 373 A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico
Persone presenti: CONDEMI Domenico, Mimmo e Uomo non identificati Omissis…
Nel corso del progressivo in esame CONDEMI Domenico si fermava a discutere con una terza persona non meglio identificata, certamente un appartenente alla medesima consorteria mafiosa, al quale aveva dato incarico di mandare tramite un altro soggetto la classica “imbasciata” ad una terza persona, Ma il…gli ha mandato “l’imbasciata” a quello? compito che era stato assolto dall’interlocutore, Si.
I successivi stralci della conversazione risultavano scarsamente comprensibili a causa di numerose interferenze di linea, ma consentivano di comprendere che la risposta ottenuta non era stata quella attesa dal CONDEMI, CONDEMI:E che ha detto, che ha detto? UOMO: Ha detto…(Inc. a causa di interferenze di linea)…CONDEMI:…(Inc. a causa di interferenze di linea)…UOMO:..hai capito…(Inc. a causa di interferenze di linea)…CONDEMI: …(Inc. a causa di interferenze di linea)…, bensì quella preventivata dal suo interlocutore, Quando te lo dico io, quando te lo dico io…(Inc. a causa di interferenze di linea)…
CONDEMI Domenico continuava il dialogo spiegando perchè avrebbe voluto incontrare quella persona No, ma io lo volevo incontrare per il fatto che…(Inc. a causa di interferenze di linea)…io lo volevo incontrare per dirgli il fatto del…(Inc. a causa di interferenze di linea)… e particolarmente adirato concludeva ripromettendosi di porre in essere un attentato incendiario contro di questi, Eh, ma vado e gli brucio tutte cose io!
“
5.7. GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:
IL DANNEGGIAMENTO A MEZZO COLPI D’ARMA DA FUOCO DELLA GIOIELLERIA BASILE
Quello che segue, invece, è il paragrafo della richiesta dedicato al danneggiamento della gioielleria
BASILE, ascritto ai capi C) e C bis) al CONDEMI Domenico.
§ - d) Il danneggiamento della gioielleria BASILE di OLANDESE Marianna
Altro episodio su cui le indagini compiute hanno permesso di fare luce è il recentissimo
danneggiamento della oreficeria di BASILE Francesco, la cui saracinesca è stata attinta da circa
dieci colpi ‘arma da fuoco nella notte del 3 settembre u.s..
Anche quest’episodio, come si vedrà, è certamente ascrivibile agli ambienti criminali del territorio
di San Giorgio e vede protagonista il CONDEMI Domenico, detto ‘Doddi’.
Si riporta la nota inf.va redatta dalla Sq.Mobile in data 23.9.11 nella parte concernente l’ennesimo
grave atto intimidatorio: “
In data 03.09.2011 u.s. personale dell’Ufficio Volanti interveniva in questa via Pio XI nr. 126, presso la gioielleria BASILE, per segnalazione di danneggiamento di esercizio commerciale mediante esplosione di colpi di arma da fuoco.
Sul posto, personale di questa Squadra Mobile, unitamente a personale del locale Gabinetto di Polizia Scientifica, effettuavano le operazioni di rito, al termine delle quali rilevava sulla saracinesca di ingresso la presenza di nove fori causati dalla esplosione di colpi di arma da fuoco e provvedeva a porre in sequestro n. 8 bossoli marca GFL 380 AUTO e n. 2 proiettili camiciati.
Nel corso dell’intervento sul posto identificavano la proprietaria, OLANDESE Marianna nata a Reggio Calabria in data 06.01.1946, residente al medesimo indirizzo dell’attività commerciale, nonché
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il figlio della stessa BASILE Raffaele nato a Reggio Calabria in data 31.05.1976, ivi residente in via SS 106 II tratto nr. 119.
Negli uffici la persona offesa sporgeva regolare denuncia dell’accaduto, mentre il di lei figlio BASILE Raffaele, persona che collabora nella conduzione dell’esercizio commerciale, veniva sentito a SIT.
Entrambi, tuttavia, dicevano di non essere in grado di individuare la causa e gli autori del gesto criminoso dichiarando la signora OLANDESE Marianna quanto segue:
Sono titolare del negozio di oreficeria “GIOIELLERIA BASILE di Marianna OLANDESE”, ditta individuale gestita in ambito prettamente familiare.--// Premetto di domiciliare nel periodo estivo in località Marinella di Bruzzano. In data odierna, alle ore 07.10 circa, sono stata contattata sull’utenza cellulare da PALEALOCO Demetrio “vicino di casa”, il quale riferiva che ignoti avevano esploso diversi colpi di pistola alla serranda del negozio--// Immediatamente ho avvertito i miei figli BASILE Raffaele e BASILE Giuseppe, i quali al momento del fatto si trovavano rispettivamente a Melito di Porto Salvo e in Reggio Calabria.--// Giunta sul posto, unitamente a mio marito BASILE Domenico, constatavo che effettivamente ignoti avevano esploso colpi di arma da fuoco alla serranda del negozio danneggiando, oltre alla citata serranda, il vetro e la parete opposta all’ingresso.--// In merito a quanto da me constatato, non sono in grado di fornire alcuna indicazione utile alle indagini, in quanto al momento non si sono verificati contatti con soggetti interessati ed esercitare pressioni per eventuali richieste estorsive.--// In merito alla gestione dell’esercizio commerciale intendo precisare, per come già rappresentato, quanto segue.--// L’attività viene svolta in ambito familiare con la presenza in particolare di mio figlio BASILE Raffaele. Anzi preciso che per la decorsa stagione estiva è stato lui a sostituirmi per l’intero mese di agosto.--// L’altro mio figlio, BASILE Giuseppe, svolge la professione di avvocato civilista, è iscritto all’associazione “SOS IMPRESA” ed è responsabile legale della CONFESERCENTI.--// In riferimento alle dinamiche aziendali dell’esercizio commerciale, riferisco infine che l’attività è stata aperta sotto il mio nome nel 2008. Prima di tale data, sempre nello stesso luogo, insisteva il negozio di gioielleria di proprietà di mio figlio BASILE Raffaele, il quale aveva chiuso per problemi suoi personali.--//
A.D.R. Non ho altro da aggiungere, intendo sporgere denuncia dell’accaduto--//
Analogamente BASILE Raffaele riferiva a sit di non essere i grado di indicare le motivazioni che avevano portato al compimento del danneggiamento.
Premetto di collaborare nella conduzione del negozio di oreficeria “GIOIELLERIA BASILE di Marianna OLANDESE”, ditta individuale di proprietà di mia madre OLANDESE Marianna, con sede in questa via Pio XI n. 126/A.---// In data odierna, verso le ore 07.15 circa, sono stato contattato da mia madre OLANDESE Marianna, la quale mi rappresentava che ignoti avevano esploso diversi colpi di pistola alla serranda del negozio.------// Immediatamente mi sono precipitato sul posto, avvertendo le forze di polizia.--// Sul posto ho avuto modo di constatare che effettivamente ignoti avevano esploso colpi di arma da fuoco alla serranda del negozio danneggiando, oltre alla citata serranda, il vetro e la parete opposta all’ingresso.-------// In merito a quanto da me constatato, non sono in grado di fornire alcuna indicazione utile alle indagini, in quanto al momento non si sono verificati contatti con soggetti interessati ed esercitare pressioni per eventuali richieste estorsive. -----------// In merito alla gestione dell’esercizio commerciale intendo precisare quanto segue.-// L’attività in passato, precisamente fino al 2008, era di mia proprietà, poi per questioni l’ho chiusa e mia madre, solo dopo qualche anno, l’ha riaperta a nome suo.----// Dal 1999, anno di inizio dell’attività commerciale, a oggi riferisco di aver subito, credo nel 2001, l’incendio dell’autoveicolo di mia proprietà. Detto danneggiamento è stato posto in essere a opera di ignoti sotto l’abitazione familiare di via Pio XI.--// Oltre a tale fatto non vi è stato alcun episodio ulteriore.----// In merito alla clientela attuale del negozio, riferisco infine che l’esercizio commerciale ha un clientela variegata, con la quale, fino a oggi, non vi sono stati problemi di alcun tipo. Preciso soltanto che in alcuni casi si sono registrati episodi di
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pagamenti effettuati a mezzo di assegni privi di copertura finanziaria. Per detti insoluti il problema è stato sempre risolto o attraverso pagamenti successivi e in contanti, oppure, essendo importi di modesta entità, perdendo il prezzo della merce acquistata----// A.D.R. Non ho altro da aggiungere -----//
Giova però riferire che nei momenti precedenti alla verbalizzazione BASILE Raffaele, intratteneva un colloquio con il dirigente di questa sezione, al quale riferiva una circostanza verificatasi nei giorni precedenti al danneggiamento, a condizione che della medesima non venisse fatto cenno nel corso della verbalizzazione. In particolare nel corso del colloquio il BASILE riferiva dapprima che agli inizi del mese di agosto suo zio FICARA Rocco, ex imprenditore, trasferitosi a Roma, gli aveva chiesto se per caso CARIDI Giuseppe cl. 43 inteso Pepè, gli avesse avanzato richieste di natura estorsiva, visto che lo aveva notato girare liberamente per le vie del quartiere San Giorgio. Il BASILE proseguiva l’esposizione raccontando di un episodio di cui era stato protagonista il citato CARIDI. Infatti il commerciante aveva precisato che qualche giorno prima del danneggiamento proprio il CARIDI lo aveva avvicinato e dopo avergli offerto un caffè presso il bar ubicato nelle vicinanze della gioielleria, gli aveva rappresentato la necessità di sostituire il cinturino del proprio orologio, per la qual cosa il BASILE gli aveva rappresentato che nel giro di pochi giorni avrebbe provveduto, in quanto era in quel momento sprovvisto di quanto richiestogli. La sera precedente il danneggiamento lo stesso CARIDI, all’atto della chiusura della gioielleria, si era presentato nuovamente all’ingresso del negozio per lo stesso motivo, ma il BASILE aveva preso tempo. La mattina seguente, intorno alle ore 08,00 proprio nei momenti concitati per il danneggiamento patito, CARIDI Giuseppe lo aveva avvicinato e con tono sorridente aveva chiesto nuovamente del cinturino. Questa ultima circostanza, unitamente ai precedenti incontri, alla tempistica degli stessi ed alla caratura criminale dell’interlocutore lo aveva lasciato interdetto, facendogli pensare ad una prossima richiesta di natura estorsiva. Il successivo 05 settembre u.s. BASILE Raffaele si presentava nuovamente presso questi Uffici intrattenendo un nuovo colloquio con il medesimo funzionario di polizia, chiedendo come nella precedente occasione, che quanto avrebbe di lì a poco riferito non fosse verbalizzato temendo più gravi ritorsioni. In detta occasione aggiungeva un ulteriore episodio cui lo stesso dava un significato determinante in ordine al patito danneggiamento, infatti il BASILE riferiva che come negli anni precedenti, anche quest’anno, gli era stato richiesto, al pari degli altri commercianti della zona, un contributo per la festa che di lì a qualche giorno si sarebbe tenuta in località Gallicianò del Comune di Condofuri, luogo di origine di molti dei componenti della cosca CARIDI. Tale episodio si era verificato la settimana precedente al danneggiamento ed in particolare, al momento della chiusura serale si erano presentati per richiedere il contributo tale Doddi, identificabile chiaramente per il più volte citato CONDEMI Domenico ed un altro soggetto indicato come cognato di questi, chiamato Giannetto, in corso di identificazione da parte di questo Ufficio. Alla richiesta avanzata, lo stesso aveva opposto un secco rifiuto precisando al contempo che negli anni precedenti aveva sempre aderito alle richieste per la suddetta ricorrenza, versando la somma di euro 50,00. Le dichiarazioni informali del BASILE il cui contenuto era riferito dal Funzionario di Polizia con apposita relazione, (Allegato nr. 04) lasciavano intuire, come responsabile del danneggiamento potesse essere CONDEMI Domenico e che causa scatenante potesse essere il mancato contributo per la festa di Gallicianò, che da accertamenti esperiti si è tenuta in onore di San Giovanni Battista in data 29 agosto u.s.
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In data 05.09.2011 alle ore 09,13 giungeva sull’utenza 113 della sala operativa della Questura una telefonata di un uomo rimasto anonimo, che riferiva che gli autori dell’atto intimidatorio posto in essere in pregiudizio dell’esercizio commerciale denominato Arte Orafa di Basile, erano due soggetti di sesso maschile, dei quali in particolare uno era da identificare per CONDEMI Domenico, soggetto indicato come proprietario di una Fiat Panda di colore verde, imparentato con la famiglia BORGHETTO, (Allegato nr. 05) circostanze queste che permettevano di identificarlo anche in questo caso per CONDEMI Domenico che infatti utilizza l’autovettura Fiat Panda di colore verde targata BM 804 LN, a bordo della quale è stato attivato il servizio di intercettazione ambientale di cui al RIT 692/11, ed è cognato, per come più volte riferito, dei fratelli BORGHETTO Cosimo ed Eugenio essendo coniugato con BORGHETTO Anna, sorella dei prevenuti. In tale contesto a sostanziare le risultanze investigative sopra evidenziate, giova riferire che nel corso dei servizi di intercettazione ambientale attivati a bordo dell’autovettura Fiat Panda in uso a CONDEMI Domenico nei giorni precedenti la celebrazione della festa di Gallicianò, erano state registrate alcune conversazioni dal cui contenuto appariva chiaro come il predetto era impegnato unitamente ad altri soggetti nella raccolta di somme di denaro presso i commercianti del quartiere San Giorgio, gli imminenti festeggiamenti.
Conversazione del 29 Agosto 2011, ore 08:13 progressivo nr. 1469
A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico e Uomo ( non identificato)
Veicolo in movimento, a bordo CONDEMI Domenico con uomo…--\
CONDEMI: Quanto hai trovato?--\
UOMO: Ti ho segnato tutti…(inc.)…Santo AMODEO…(inc.)…MODAFFERI…(inc.)…Michele dell’armeria, il bagnaroto, ah, vedi che mi ha dato trenta euro coso…il bar quello là il Mille Voglie…(inc.)…--\
CONDEMI: …(Inc.)…--\
UOMO: …l’anno scorso ti ricordi che ci ha dato quindici, quando è stato due anni fa che ci ha dato quindici euro, come si dice certe volte…--\
CONDEMI: …(Inc.)…--\
UOMO: …(Inc.)…dice, sai che facciamo, quando torniamo dalla festa del paese, lui gli chiama…(inc.)…per il fatto della festa…(inc. a causa di rumori e fruscii)…--\
CONDEMI: Gli diciamo ci serve per la festa, lo stesso, che cazzo ne sa…--\
UOMO: Proviamo a dirgli così…(inc.)…vedi che ora devo andare da quel cornuto di Cart Style, vediamo se mi ha lasciato la busta, cinquanta euro!--\
CONDEMI: …(Inc.)…--\
…Alle ore 08:19:50 si fermano, l’uomo chiede a un tale dov’è il principale, quindi i due scendono dalla vettura, voci in lontananza.--\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Nel corso di questo progressivo CONDEMI Domenico chiedeva al suo interlocutore il resoconto delle somme raccolte, ottenendo dal medesimo un elenco scritto dei soggetti che avevano contribuito, elenco che nel contempo provvedeva a leggergli, Ti ho segnato tutti…(inc.)…Santo
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AMODEO…(inc.)…MODAFFERI…(inc.)…Michele dell’armeria, il bagnaroto, ah, vedi che mi ha dato trenta euro coso…il bar quello là il Mille Voglie…(inc.)…
I due inoltre discutevano di un altro soggetto che negli anni precedenti aveva contribuito con una modesta somma, al quale si ripromettevano di chiedere l’elargizione del contributo al ritorno dalla celebrazione della festa che sarebbe avvenuta quella stessa sera, UOMO: …l’anno scorso ti ricordi che ci ha dato quindici, quando è stato due anni fa che ci ha dato quindici euro, come si dice certe volte…CONDEMI:…(Inc.)…UOMO:…(Inc.)…dice, sai che facciamo, quando torniamo dalla festa del paese, lui gli chiama…(inc.)…per il fatto della festa…(inc. a causa di rumori e fruscii)…CONDEMI:Gli diciamo ci serve per la festa, lo stesso, che cazzo ne sa… UOMO: Proviamo a dirgli così…(inc.)…
Infine l’uomo riferiva al CONDEMI che sarebbe dovuto passare presso la cartoleria Cart Style ubicata in via Pio XI Diramazione De Blasio, dove il titolare avrebbe dovuto lasciare una busta contenete il contributo di 50,00 euro, …vedi che ora devo andare da quel cornuto di Cart Style, vediamo se mi ha lasciato la busta, cinquanta euro!
E poco dopo, Conversazione del 29 Agosto 2011, ore 08:53 progressivo nr. 1470
A bordo dell’auto Fiat Panda targata BM 804 LN in uso a CONDEMI Domenico Persone presenti: CONDEMI Domenico e Uomo e Uomo 1(non identificati)
Veicolo in sosta, rumori e fruscii, voci in lontananza, alle ore 08:56:52 a bordo sale CONDEMI Domenico con uomo, quindi veicolo in movimento…--\
UOMO: …(Inc.)…--\
CONDEMI: Quanto abbiamo raccolto?--\
UOMO: Allora, cento me li ha dati Carlo, mi ha domandato quanto te ne ha dati Santo…(inc.)…--\
CONDEMI: …(Inc.)…--\
UOMO: Aldo…Aldo cinquanta, e, altri cinquanta quello là, dove aveva il magazzino Pippo, eh, si…--\
CONDEMI: …(Inc.)…--\
UOMO: …centocinquanta, cinquanta e cinquanta e trecento.--\
CONDEMI: …(Inc. a causa di rumori e fruscii)…ma vai e buttati a mare.--\
Alle ore 08:58:45 si ferma, e parla con un altro uomo.--\
UOMO1: …(Inc.)…quando ci vediamo, fermati.--\
CONDEMI: No, me ne vado.--\
UOMO1: Il lupo me lo rintracci?--\
CONDEMI: Vieni e mangi con noi?--\
UOMO1: Dove?--\
CONDEMI: A Condofuri!--\
UOMO1: Là state andando?--\
CONDEMI: Si.--\
UOMO1: Stamattina?--\
CONDEMI: Alle undici, poi ce ne saliamo al paese.--\
UOMO1: Sentimi a me, ma ora come rimaniamo?--\
CONDEMI: Ma vieni?--\
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UOMO1: Ora altri dieci minuti passo dal bar, ma me lo rintracci a questo?--\
CONDEMI: Si.--\
UOMO1: E a che ora?--\
CONDEMI: Ah, se è venuto mi chiama lui...--\
…Alle ore 08:59:20 CONDEMI riavvia la marcia. Alle ore 09:01:29 si ferma, CONDEMI scende, l’uomo rimane a bordo e canta poi fruscii, alle ore 09:03:20 sale a bordo e riavvia la marcia, parla al cellulare e dice all’interlocutore di prendere due casse di birra. Fruscii e rumori che coprono la conversazione tra i due. Successivamente si fermano e scendono entrambi. Varie voci all’esterno del mezzo.--\
Cade la linea.--\
Fine della conversazione.--\
Condemi Domenico ed il suo accompagnatore risalivano a bordo dell’autovettura facendo un nuovo resoconto delle elargizioni ricevute permettendo di accertare che della raccolta si era occupato in prima persona anche il CONDEMI, CONDEMI: Quanto abbiamo raccolto? UOMO: Allora, cento me li ha dati Carlo, mi ha domandato quanto te ne ha dati Santo…(inc.)… UOMO: Aldo…Aldo cinquanta, e, altri cinquanta quello là, dove aveva il magazzino Pippo, eh, si… CONDEMI: …(Inc.)… UOMO:…centocinquanta, cinquanta e cinquanta e trecento. In seguito i due incontravano un terzo uomo che invitavano ad andare a pranzare con loro a Condofuri, da dove successivamente si sarebbero recati a Gallicianò per partecipare ai festeggiamenti, CONDEMI:Vieni e mangi con noi?... A Condofuri!... Alle undici, poi ce ne saliamo al paese. Le rivelazioni di BASILE Giuseppe che seppur informalmente ha riferito che l’autore del danneggiamento è da identificarsi in CONDEMI Domenico, al quale non aveva versato il contributo richiesto per la festa di Gallicianò; il contenuto della telefonata anonima che attribuisce in capo allo stesso la responsabilità del medesimo evento delittuoso ed il contenuto delle conversazioni registrate da cui chiaro emerge come lo stesso fosse realmente impegnato in una capillare raccolta di fondi per i festeggiamenti che si sarebbero tenuti in data 29.08.2011, lasciano ragionevolmente supporre che proprio il CONDEMI sia responsabile del danneggiamento oggetto della presente trattazione.
“
Il quadro appare sin da ora chiaro, atteso come le dichiarazioni informalmente rese dalla persona
offesa al funzionario di polizia – certamente di per sé utilizzabili in questa fase – mettano in luce il
coinvolgimento nella vicenda del CONDEMI Domenico, che era passato dal gioielliere a chiedere il
contributo per l’annuale festa di Gallicianò, paese di origine di molti esponenti dei CARIDI.
Questa volta, però, il BASILE aveva opposto un secco rifiuto. E se questo era avvenuto la settimana
prima del fatto, la sera prima, CARIDI Giuseppe si era presentato a chiedere se un cinturino di
orologio che aveva ordinato fosse arrivato. Domanda cui il BASILE aveva risposto di no. Ma
seguita da altra richiesta formulata la mattina stessa che la persona offesa aveva constatato il
danneggiamento a mezzo di colpi d’arma da fuoco, proprio nei concitati momenti di tale
rinvenimento. Ma il BASILE, vinta l’iniziale ritrosia, rendeva sommarie informazioni al P. M., che
così prosegue la narrazione della vicenda:
Le rivelazioni ‘informali’ del BASILE venivano confermate dal predetto il quale, sentito dal p.m.,
non si tirava indietro e ribadiva quanto riferito alla p.g. circa le richieste di contribuzione alle spese
per la festa di Gallicianò, ricevute (e rifiutate) pochi giorni prima dal CONDEMI Domenico il
quale, successivamente al danneggiamento patito dal BASILE, nonostante quanto accaduto ed il
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PM:- Perfetto, stessa domanda. Successivamente al periodo della guerra, eccetera, eccetera, ne
ha più sentito parlare, li ha più visti, sa se questi hanno compiuto più specifici fatti riconducibili
all’interesse della cosca?
MR:- No. No, questo no … però so che sono … so che fanno parte della cosca insomma, và.
Ragazzi rispettati e … e pericolosi, và!
PM:- Ma questo dico, perché? E pericolosi perché? Sotto quale profilo? Cioè perché lei ritiene
pericolosi? Qualcuno le ha detto che praticamente questi sono pericolosi? Ci sono fatti specifici
per cui lei pensa che questi possano essere pericolosi?
MR:- No, parecchie volte … parecchie volte, in incontri che ho avuto … che avevo io, per dire …
cioè mi erano stati sempre presentati come personaggi … insomma … criminali!
PM:- Ho capito. Ma questo anche recentemente? O sempre parliamo dell’epoca?
MR:- No, sempre dell’epoca, no?
…OMISSIS…
L’identificazione dei soggetti indicati dal MOIO è contenuta nell’inf.va redatta dalla Sq.Mobile di
Reggio Calabria in data 19.7.11 che premesse le dichiarazioni rese dal collaboratore chiarisce:
“
Soggetti identificati da questo Ufficio per i fratelli CONDEMI Filippo nato a nato a Reggio Calabria in data 27.05.1974, ivi residente in viale Europa nr. 79 e CONDEMI Domenico, nato a Reggio Calabria in data 03.07.1976, ivi residente in viale Europa nr. 79, essendo utile precisare che CONDEMI Filippo, come indicato dal collaboratore di giustizia MOIO, è socio accomandatario della RHEGIUM REGAL CARS S.a.s. di Filippo CONDEMI & C., sedente a Reggio Calabria in viale Europa nr. 79, società che ha quale attività il noleggio di autovetture di lusso per cerimonie ed eventi.(Allegato nr. 01)
“
Questo, invece, quanto indicato e commentato nella parte finale della richiesta:
§ - II.4 LE DICHIARAZIONI DEI COLLABORATORI DI GIUSTIZIA
§ - Premessa: l’attendibilità dei collaboratori
Ulteriori conferme della caratura criminale di alcuni degli indagati sono poi emerse dalle
dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia.
Si è accennato in premessa alle dichiarazioni rese da MOIO Roberto nell’ottobre ’10,
nell’ambito del proc.n.259/06 RGNR DDA.
Successivamente il MOIO veniva risentito, anche in relazione alle posizioni dei soggetti via via
emersi nel corso delle indagini ed aveva modo di confermare ed approfondire le dichiarazioni
già rese.
A quelle del MOIO si aggiungevano poi le dichiarazioni rese da VILLANI Consolato.
OMISSIS
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Le dichiaraioni rese dai collaboratori al P.M. sono state successivamente compendiate nella prima
parte dell’inf.va della Sq.Mobile in data 23.9.11 che si riporta:
“
Nel corso della verbalizzazione del 26 luglio u.s. il collaboratore di giustizia MOIO Roberto confermava quanto in precedenza riferito in ordine all’appartenenza alla cosca CARIDI dei germani CONDEMI Domenico e CONDEMI Filippo, riferendo di conoscere i due soggetti da circa venti anni, ovvero dal periodo dell’ultima guerra di mafia, quando gli stessi accompagnavano CARIDI Antonino (RC 15.01.1961) agli incontri con i fratelli TEGANO, zii del dichiarante.
Il collaboratore nel corso della medesima verbalizzazione attribuiva a CONDEMI Domenico il ruolo di uomo di fiducia del sopra citato CARIDI Antonino, indicandolo tra l’altro come soggetto particolarmente pericoloso in ragione della sua aggressività, molto legato a BORGHETTO Eugenio (RC 20.01.1968) e LATELLA Paolo (RC 11.07.1970), insieme ai quali era solito frequentare il bar Mindo ubicato in questa via Pio XI, soggetti che, come riferito nel corso della nota del 26.07.2011, sono stati tratti in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito della operazione Alta Tensione, ai quali il medesimo CONDEMI è legato da vincoli di parentela essendone il cognato, avendo sposato BORGHETTO Anna.
…OMISSIS…
A d.r.”La foto n.6 è di un soggetto che conosco da circa vent’anni anche se non ricordo il nome:
appartiene ad un soggetto che assieme al fratello ha sempre fatto parte della cosca CARIDI; li
chiamavano ‘i gemelli’, e di loro ho pure già parlato in precedenti interrogatori; ho preso anche
degli appunti su di loro: ricordo che affittavano auto per matrimoni; anche durante la guerra di
mafia venivano a trovare i miei zii in compagnia di Nino CARIDI, talvolta a bordo di auto
blindate; lavoravano anche nel campo degli stupefacenti nella zona di San Giorgio; il fratello è
certamente molto più pericoloso di lui; se non mi sbaglio, sono anche parenti, credo cugini, di
Nino CARIDI”;
La foto n.6 è di CONDEMI Filippo
A d.r.”La foto n.7 è del fratello del precedente: ho detto che è più pericoloso perché era l’uomo di
fiducia di Nino CARIDI, mandato per suo conto a fare imbasciate anche presso i vertici degli
altri gruppi; è un soggetto molto aggressivo cui venivano attribuite maggiori responsabilità in
virtù del suo maggiore spessore criminale; ricordo che era molto amico di Gino BORGHETTO e
LATELLA Paolo, con i quali era sempre assieme al bar Mindo”;
A d.r.”Spesso gli incontri tra gli affiliati avvenivano presso un circolo sito in San Giorgio in una
strada stretta, in salita, nei pressi della Chiesa di San Giorgio; tale posto è storicamente
frequentato da tutti gli appartenenti alla famiglia CARIDI ”;
La foto n.7 è di CONDEMI Domenico.
Altrettanto utile ai fini per cui si procede appare anche quanto dichiarato dal MOIO in ordine a CALDERAZZO Rosario, indicato come soggetto che in passato aveva oprato nel settore del traffico di sostanze stupefacenti insieme ad altro soggetto inserito nella cosca DE STEFANO TEGANO, legato a suo dire a soggetti della criminalità organizzata di Gioia Tauro, proprietario di un centro estetico, che era stato oggetto di attentato incendiario, e di un casino ubicato nella zona del Mercato coperto di Reggio Calabria ubicato in via Filippini.
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A d.r.”La foto n. 10 è di un soggetto che se non mi sbaglio è originario di Gioia Tauro che abita
vicino casa di mia madre ad Archi; anni fa lavorava lo stupefacente con TIARA Eugenio del
clan TEGANO-DE STEFANO; poi ha aperto un centro estetico gestito con la sua compagna;
successivamente un casinò sito in zona mercato ed anche un ristorante all’ex Mr.Kiwi;
A d.r.”Ora non sono in grado di collocarlo in specifici ambienti di ‘ndrangheta ma ha molta
amicizia con personaggi di Gioia Tauro”;
A d.r.”Del centro estetico so che dopo qualche tempo fu bruciato dagli stessi titolari per
beneficiare dell’assicurazione ma poi dovrebbero averlo riaperto”;
La foto n.10 è di CALDERAZZO Rosario.
Maggiormente rilevante ai fini delle indagini in corso appare quanto dichiarato dello stesso collaboratore in merito alla figura di PLUTINO Giuseppe, infatti il collaboratore, al quale durante l’escussione veniva sottoposto in visione un album foto-segnaletico predisposto da quest’Ufficio, riconosceva alla foto nr.11 quella del menzionato politico, al riguardo dichiarando quanto di seguito riportato:
…OMISSIS…
A d.r.”La foto n.11 è di un politico molto vicino ai CARIDI coi quali credo abbia anche un
legame di parentela; da sempre gli stessi lo hanno appoggiato nella sua carriera politica; questo
so per quanto riferitomi dai numerosi miei colleghi della New Labor appartenenti al gruppo
CARIDI ed in particolare PANGALLO, PIZZI, CARIDI Pietro, fratellastro di CARIDI Pepè,
NUCERA Ciccio, ERRANTE Michele, PLUTINO Mimmo e NUCERA Mimmo oggi defunto; il
dato mi è stato tuttavia confermato anche da altri soggetti appartenenti ad ambienti criminali
diversi, quali soprattutto TRIMBOLI Ciccio che è sempre stato un esperto di politica”;
A d.r.”Si è sempre detto che il soggetto in questione fosse portato da ‘i paddechi’ ma non sono a
conoscenza di favori specifici fatti dallo stesso a loro beneficio”;
La foto n.11 è di PLUTINO Giuseppe.”
…OMISSIS…
Il MOIO, dopo avere riconosciuto l’effigie del PLUTINO lo indicava quale “politico molto
vicino ai CARIDI”, sottolineava che il medesimo ha anche un legame di parentela con gli stessi esponenti di quella famiglia mafiosa “politico molto vicino ai CARIDI coi quali credo abbia anche un legame di parentela” , dato anche quest’ultimo, che era già stato riferito da quest’Ufficio nel corso della precedente informativa, aggiungendo che l’intraneità del PLUTINO alla cosca CARIDI gli era stata confermata non solo da affiliati alla medesima cosca mafiosa, dipendenti come il MOIO della ditta “New Labor” “dai numerosi miei colleghi della New Labor appartenenti al gruppo CARIDI ed
in particolare PANGALLO3, PIZZI, CARIDI Pietro, fratellastro di CARIDI Pepè, NUCERA
3 In relazione al citato PANGALLO ed a conferma della bontà delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia MOIO,
giova qui precisare che il medesimo è stato identificato da questo Ufficio per PANGALLO Leo, nato a Reggio Calabria
in data 08.09.1957, ivi residente in via Pio XI diramazione Gullì nr. 20, con precedenti penali per associazione mafiosa,
estorsione e rapina, destinatario in passato dell’ OCCC “WOOD”, in quanto esponente della cosca CARIDI, condannato
in relazione ai sopra citati delitti alla pena di anni otto e mesi 2 di reclusione (Provvedimento per la carcerazione N.
234/02 RES N. 188/03 ROE). Lo stesso infatti, da accertamenti esperiti presso l’INPS, in atto risulta essere dipendente
della “NEW LABOR COOP. SOC.” Viale Lombardia nr. 29 Monza (MI), Partita Iva 05766050966. A carico del
medesimo in ragione delle dichiarazioni del MOIO è stato attivato, nell'ambito del presente procedimento penale,
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Ciccio, ERRANTE Michele, PLUTINO Mimmo e NUCERA Mimmo”, ma anche da esponenti
di altre consorterie criminali, quale Ciccio TRIMBOLI4, definito dal collaboratore un esperto di politica “il dato mi è stato tuttavia confermato anche da altri soggetti appartenenti ad ambienti criminali diversi, quali soprattutto TRIMBOLI Ciccio che è sempre stato un esperto di politica”.
Il MOIO concludeva asserendo che costituisce un dato oggettivamente acquisito degli ambienti criminali la circostanza che il PLUTINO sia un politico sostenuto dalla cosca CARIDI “Si è sempre detto che il soggetto in questione fosse portato da ‘i paddechi’”.
Anche il collaboratore di giustizia VILLANI Consolato nel corso della verbalizzazione
del 26.07.2011 ha confermato l’appartenenza dei fratelli CONDEMI alla cosca CARIDI, indicandoli preliminarmente come parenti del titolare del chiosco di frutta ubicato nei pressi del semaforo di viale Europa, (legame di parentela questo evidenziato da questo Ufficio nel corso della precedente nota informativa) riferendo in particolare di una estorsione di cui si era reso responsabile CONDEMI Domenico in pregiudizio di tale REPACI, venditore ambulante di frutta, legato al VILLANI, che in relazione alle richieste estorsive avanzate dal CONDEMI, tramite un terzo soggetto, aveva interessato CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967) allora reggente della omonima cosca, che era intervenuto componendo la situazione.
…OMISSIS…
A d.r.”Col soggetto di cui alla foto n.6 non ho avuto mai a che fare direttamente”;
La foto n.6 è di CONDEMI Filippo.
A d.r.”So che i CONDEMI sono particolarmente vicini ai CARIDI ed attivi con questi nella zona
Boschicello e San Giorgio Extra; il fratello dovrebbe avere un negozio di frutta nei pressi del
viale Europa, al semaforo”;
A d.r.”So che i fratelli CONDEMI sono dediti alle estorsioni per conto della famiglia CARIDI: in
proposito sono dovuto intervenire personalmente a tutela di un mio amico, REPACI Giorgio,
venditore ambulante di frutta che si era posizionato sulle bretelle vicino al CEDIR, cui il fratello
di quello ritratto in foto aveva richiesto una tangente di cinquanta euro al giorno; io sono
intervenuto, ho mandato l’imbasciata tramite un altro CONDEMI credo tale ‘Pippo’ che aveva
un ingrosso di ortofrutta al mercato generale, il quale a sua volta ne riferì a CARIDI Santo,
gestore della cosca durante la detenzione dei fratelli; CARIDI Santo mi fece arrivare la risposta,
dicendomi che era tutto a posto; lo stesso CONDEMI, autore dell’estorsione, volle incontrare il
REPACI all’appuntamento inizialmente fissato per il pagamento dei soldi presso l’area di
servizio sita sulle bretelle, dei fratelli SARTIANO, per scusarsi personalmente con lui di quanto
accaduto”;
servizio di intercettazione telefonica e nel corso di tale attività si è avuto modo di constatare l'esistenza di rapporti
diretti tra il PANGALLO e PLUTINO Giuseppe. Infatti a causa di una grave patologia da cui è affetto il PANGALLO,
in ragione della quale necessita di continue cure e visite specialistiche, la moglie di questi, NUCERA Domenica, in
data 26.07.2011 contattava telefonicamente PLUTINO Giuseppe affinché intercedesse presso il Dr. DEL MEDICO
Pietro Maria (RC 14.07.1962) specialista in Oncologia presso i locali OORR, che doveva sottoporre a visita domiciliare
il marito, al fine di ottenere un trattamento anche economico di favore, ottenendo la piena disponibilità dall’uomo
politico per come reso evidente dalla trascrizione del progressivo nr. 1895 del 26 luglio 2011 ore 13,37, allegata alla
presente informativa.
4 Identificato da questo Ufficio per TRIMBOLI Francesco Santo nato a Reggio Calabria in data 01.11.1963, soggetto
destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell'ambito della cd Operazione Aghatos che ha visto
coinvolti i vertici della cosca TEGANO, in relazione alle pressioni estorsive poste in essere dagli stessi in pregiudizio
della società New Labor.
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A d.r.”Tutto ciò accadeva perché si trattava di una zona limitrofa a San Giorgio territorio dei
CARIDI”;
A d.r.”Conosco di vista il soggetto di cui alla foto n.7: si tratta di un appartenente alla cosca
CARIDI;”;
La foto n.7 è di CONDEMI Domenico.
A d.r.”Tale soggetto è sempre stato vicino a Nino RODA’ ed a suoi figli, appartenenti alla cosca
CARIDI”;
…OMISSIS…
5.10: GLI ELEMENTI INDIZIARI IN ORDINE ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO:
I PRECEDENTI PENALI E DI POLIZIA
Ultimo dato posto in risalto dal P. M. riguarda precedenti penali e di polizia dei soggetti indagati.
§ - II.5 – I PRECEDENTI PENALI E DI POLIZIA
Dopo avere riportato le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia MOIO e VILLANI, relative ad
alcuni dei componenti della organizzazione mafiosa oggetto di approfondimento investigativo, a
sostanziare ulteriormente l’inserimento nella cosca CARIDI di PLUTINO Giuseppe e ROTTA
Vincenzo e la particolare vicinanza di entrambi allo storico boss della stessa, CARIDI Giuseppe
(Condofuri 07.03.1943), appare opportuno riportare i riferimenti contenuti ancora nell’inf.va della
Sq.Mobile del 23.9.11 circa precedenti vicende penali che hanno interessato alcuni degli indagati, a
testimonianza della storica contiguità ad un ben determinato ambito criminale: “ … giova di seguito riferire che agli atti d’ufficio risulta che nell’anno 1987 il PLUTINO venne indagato per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni dell’INAIL di Reggio Calabria, nel procedimento penale istruito a carico di CARIDI Giuseppe cl’43 + altri soggetti tutti gravitanti nell’orbita della medesima famiglia mafiosa.
Il reato si era concretizzato in particolare mediante la presentazione di false denunzie di infortuni agricoli e la conseguente riscossione delle relative indennità, per come testimoniato dalla documentazione allora rinvenuta presso l’abitazione del citato CARIDI, fatti, accertati in Condofuri dall’anno 1983 al 1986, tutti verificatisi nella Contrada Gallicianò di quel centro, vera e propria roccaforte e centro di origine degli indagati. (Allegato nr. 01) A conclusione delle prime indagini il P.M. emetteva ordine di cattura per nr.11 soggetti, tra cui il menzionato PLUTINO, per i reati di associazione a delinquere, concorso in truffa aggravata e falso ideologico.
Lo stesso in occasione della esecuzione dei provvedimenti restrittivi si era sottratto alla cattura unitamente a CARIDI Leo (RC 18.11.1961), nipote del capo cosca CARIDI Giuseppe e fratello degli altrettanto noti CARIDI Antonino, CARIDI Bruno e CARIDI Santo Giovanni, costituendosi successivamente. (Allegato nr. 02) Al termine della fase istruttoria, il G.I. con provvedimento del 28 giugno ’88 aveva ordinato il rinvio a giudizio degli stessi dinanzi al Tribunale di Reggio Calabria che, in data 30.05.1990, riconosceva il reato associativo, in capo al CARIDI Giuseppe cl’43 unitamente ad altri 5 indagati, unificato sotto il vincolo della continuazione al reato di concorso in falso ideologico, reato quest’ultimo ascritto anche in capo al PLUTINO insieme ad altri nr.10 indagati, tra cui CARIDI Leo cl’61, CARIDI Santo Giovanni cl’67, CARIDI Domenico cl’45, CONDEMI Filippo cl’50, QUARTUCCIO Vincenzo cl’65 ed altri.
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Per tale ragione il PLUTINO era stato condannato alla pena di anni 1 e mesi 6 di reclusione, pena confermata nella misura di anni 1 e mesi 4 di reclusione dalla Corte d’Appello di RC con sentenza del 28.11.1991.
Analogamente nel corso della operazione “WOOD”, condotta nei confronti della cosca CARIDI operante in federazione con la cosca LIBRI, figurava tra gli indagati rinviati a giudizio ROTTA Vincenzo, che si era reso responsabile dei reati ex artt.110 e 378 c.p., per avere, in concorso con CARIDI Giuseppe (Condofuri 03.07.1943) CARIDI Bruno (RC 28.10.1966), QUARTUCCIO Vincenzo (RC 02.12.1965) e CARIDI Antonina (RC 15.12.1969), prestato assistenza e rifugio a FAMILIARI Giovanni, all’epoca latitante poiché raggiunto da provvedimenti restrittivi per i delitti di associazione mafiosa, omicidio ed altro e successivamente divenuto collaboratore di giustizia. (Allegato nr. 03)
Il ROTTA non è nuovo ad analoghe condotte criminose, infatti, già in data 15 maggio 1975 venne tratto in arresto, unitamente a ZINDATO Giuseppe cl’49, per il medesimo reato poiché trovato insieme con il latitante ROMEO Antonio cl’52, colpito da ordine di cattura nr. 24/75 R.O.C. e nr.1476 /75 RGNR. A testimoniare i rapporti intercorrenti tra il ROTTA ed i componenti della cosca CARIDI vi sono anche alcuni controlli di polizia cui il medesimo è stato sottoposto in passato:
- In data 08.09.95 è stato controllato nei pressi del chiosco di frutta sito su questo Viale Europa mentre si trovava in compagnia, tra gli altri, di CARIDI Antonino (RC 15.01.1961) e CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967);
- In data 30.11.’95 è stato controllato in questa Via Roma mentre si trovava in compagnia di CARIDI Antonino (RC 15.01.1961), RASCHI Ruggero cl’64 e FOTI Paolo cl’71.
6) LE CONCLUSIONI IN ORDINE ALL’ADDEBITO DI ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO DI CUI AL CAPO
A): L’OPERATIVITÀ E L’ATTUALITÀ DELLA COSCA.
Questo, dunque, il compendio indiziario in atti, efficacemente illustrato nel decreto di fermo del P.
M.. Prima di passare alle conclusioni, è necessario il riferimento alla fattispecie oggetto di
contestazione al Capo A) ed ai criteri giurisprudenziali che consentono di ritenere dimostrata la
partecipazione ad essa.
L’art. 416 bis C. p. reca la rubrica “Associazioni di tipo mafioso anche straniere” e dispone:
<<Chiunque fa parte di un’associazione di tipo mafioso, formata da tre o più persone, è punito con
la reclusione da sette a dodici anni.
Coloro che promuovono, dirigono od organizzano l’associazione sono puniti per ciò solo con la
reclusione da nove a quattordici anni.
L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza
d’intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne
deriva
- per commettere delitti,
- per acquisire in modo diretto od indiretto la gestione o, comunque, il controllo di attività
economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici
- o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri
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PM:- Senta, scusi se … stessa cosa, siccome parla di Nino Caridi quindi immagino parla sempre
di fatti … accompagnatori di Nino Caridi … parla sempre di fatti risalenti…
MR:- Prima della guerra, si…
PM:- Perfetto, stessa domanda. Successivamente al periodo della guerra, eccetera, eccetera, ne
ha più sentito parlare, li ha più visti, sa se questi hanno compiuto più specifici fatti riconducibili
all’interesse della cosca?
MR:- No. No, questo no … però so che sono … so che fanno parte della cosca insomma, và.
Ragazzi rispettati e … e pericolosi, và!
PM:- Ma questo dico, perché? E pericolosi perché? Sotto quale profilo? Cioè perché lei ritiene
pericolosi? Qualcuno le ha detto che praticamente questi sono pericolosi? Ci sono fatti specifici
per cui lei pensa che questi possano essere pericolosi?
MR:- No, parecchie volte … parecchie volte, in incontri che ho avuto … che avevo io, per dire …
cioè mi erano stati sempre presentati come personaggi … insomma … criminali!
PM:- Ho capito. Ma questo anche recentemente? O sempre parliamo dell’epoca?
MR:- No, sempre dell’epoca, no?
…OMISSIS…
L’identificazione dei due fratelli citati, come si è anticipato, è contenuta nell’informativa redatta
dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria in data 19.7.2011, che evidenzia:
“Soggetti identificati da questo Ufficio per i fratelli CONDEMI Filippo nato a nato a Reggio
Calabria in data 27.05.1974, ivi residente in viale Europa nr. 79 e CONDEMI Domenico, nato a
Reggio Calabria in data 03.07.1976, ivi residente in viale Europa nr. 79, essendo utile precisare che
CONDEMI Filippo, come indicato dal collaboratore di giustizia MOIO, è socio
accomandatario della RHEGIUM REGAL CARS S.a.s. di Filippo CONDEMI & C., sedente a Reggio
Calabria in viale Europa nr. 79, società che ha quale attività il noleggio di autovetture di lusso per
cerimonie ed eventi.(Allegato nr. 01)”
Le dichiarazioni rese dai collaboratori al P. M. nella fase successiva, invece, sono compendiate
nella prima parte dell’informativa della Squadra Mobile in data 23.9.11 che, per comodità
espositiva, nuovamente si riporta:
Nel corso della verbalizzazione del 26 luglio u.s. il collaboratore di giustizia MOIO Roberto confermava quanto in precedenza riferito in ordine all’appartenenza alla cosca CARIDI dei germani CONDEMI Domenico e CONDEMI Filippo, riferendo di conoscere i due soggetti da circa venti anni, ovvero dal periodo dell’ultima guerra di mafia, quando gli stessi accompagnavano CARIDI Antonino (RC 15.01.1961) agli incontri con i fratelli TEGANO, zii del dichiarante.
Il collaboratore nel corso della medesima verbalizzazione attribuiva a CONDEMI Domenico il ruolo di uomo di fiducia del sopra citato CARIDI Antonino, indicandolo tra l’altro come
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soggetto particolarmente pericoloso in ragione della sua aggressività, molto legato a BORGHETTO Eugenio (RC 20.01.1968) e LATELLA Paolo (RC 11.07.1970), insieme ai quali era solito frequentare il bar Mindo ubicato in questa via Pio XI, soggetti che, come riferito nel corso della nota del 26.07.2011, sono stati tratti in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito della operazione Alta Tensione, ai quali il medesimo CONDEMI è legato da vincoli di parentela essendone il cognato, avendo sposato BORGHETTO Anna.
…OMISSIS…
A d.r.”La foto n.6 è di un soggetto che conosco da circa vent’anni anche se non ricordo il nome:
appartiene ad un soggetto che assieme al fratello ha sempre fatto parte della cosca CARIDI; li
chiamavano ‘i gemelli’, e di loro ho pure già parlato in precedenti interrogatori; ho preso anche
degli appunti su di loro: ricordo che affittavano auto per matrimoni; anche durante la guerra di
mafia venivano a trovare i miei zii in compagnia di Nino CARIDI, talvolta a bordo di auto
blindate; lavoravano anche nel campo degli stupefacenti nella zona di San Giorgio; il fratello è
certamente molto più pericoloso di lui; se non mi sbaglio, sono anche parenti, credo cugini, di
Nino CARIDI”;
La foto n.6 è di CONDEMI Filippo
A d.r.”La foto n.7 è del fratello del precedente: ho detto che è più pericoloso perché era l’uomo di
fiducia di Nino CARIDI, mandato per suo conto a fare imbasciate anche presso i vertici degli
altri gruppi; è un soggetto molto aggressivo cui venivano attribuite maggiori responsabilità in
virtù del suo maggiore spessore criminale; ricordo che era molto amico di Gino BORGHETTO e
LATELLA Paolo, con i quali era sempre assieme al bar Mindo”;
A d.r.”Spesso gli incontri tra gli affiliati avvenivano presso un circolo sito in San Giorgio in una
strada stretta, in salita, nei pressi della Chiesa di San Giorgio; tale posto è storicamente
frequentato da tutti gli appartenenti alla famiglia CARIDI ”;
La foto n.7 è di CONDEMI Domenico.
omissis Anche il collaboratore di giustizia VILLANI Consolato nel corso della verbalizzazione
del 26.07.2011 ha confermato l’appartenenza dei fratelli CONDEMI alla cosca CARIDI, indicandoli preliminarmente come parenti del titolare del chiosco di frutta ubicato nei pressi del semaforo di viale Europa, (legame di parentela questo evidenziato da questo Ufficio nel corso della precedente nota informativa) riferendo in particolare di una estorsione di cui si era reso responsabile CONDEMI Domenico in pregiudizio di tale REPACI, venditore ambulante di frutta, legato al VILLANI, che in relazione alle richieste estorsive avanzate dal CONDEMI, tramite un terzo soggetto, aveva interessato CARIDI Santo Giovanni (RC 31.10.1967) allora reggente della omonima cosca, che era intervenuto componendo la situazione.
…OMISSIS…
A d.r.”Col soggetto di cui alla foto n.6 non ho avuto mai a che fare direttamente”;
La foto n.6 è di CONDEMI Filippo.
A d.r.”So che i CONDEMI sono particolarmente vicini ai CARIDI ed attivi con questi nella zona
Boschicello e San Giorgio Extra; il fratello dovrebbe avere un negozio di frutta nei pressi del
viale Europa, al semaforo”;
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