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Trio Magritte Beethoven Schumann Milano Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, Auditorium Lunedì 13.IX.10 ore 17 39 ° SettembreMusica Torino Milano Festival Internazionale della Musica 03 _ 24 settembre 2010 Quarta edizione
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Milano Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia ... · quale – da lui stessa definita «il mio padre confessore» e chiamata «Liebe, liebe, liebe, liebe, liebe Gräfin»

Feb 17, 2019

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Trio Magritte

Beethoven Schumann

MilanoMuseo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, Auditorium

Lunedì 13.IX.10ore 17

39°

SettembreMusica

Torino MilanoFestival Internazionaledella Musica

03_24 settembre 2010Quarta edizione

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Ludwig van Beethoven (1770-1827)Trio in re maggiore per violino, violoncello e pianoforte op. 70 n. 1 degli spettri

Robert Schumann (1810-1856)Trio in sol minore per violino, violoncello e pianoforte op. 110

Trio MagritteFrancesco Senese, violinoLuca Franzetti, violoncelloEmanuela Piemonti, pianoforte

In collaborazione conMuseo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”

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Il trio con pianoforte: un laboratorio di nuove modalità espressive

Nato nel Settecento come raffinato gioco strumentale, tanto da essere chia-mato anche divertimento, il trio per pianoforte e archi si evolve, già con Haydn e Mozart, verso un maggiore virtuosismo strumentale e un più mar-cato spessore espressivo. Ed è proprio con Beethoven che la forma destinata a questo organico assume le fattezze di un’elaborata composizione di stampo quasi concertistico. Dopo la prova generale dei giovanili Trii op.1 (1795), la svolta decisiva è rappresentata dall’op.70 n. 1 e n. 2, che videro la luce in quel fecondo 1808, durante il quale Beethoven completò, tra l’altro, la Sesta Sinfonia Pastorale e scrisse la Sonata per violoncello e pianoforte op.69. Entrambi i Trii op.70 furono dedicati alla contessa Erdödy, nella casa della quale – da lui stessa definita «il mio padre confessore» e chiamata «Liebe, liebe, liebe, liebe, liebe Gräfin» (cara, cara, cara, cara, cara contessa…) – il compositore aveva in quel periodo soggiornato. Anne Marie Erdödy, eccel-lente pianista, rimasta parzialmente invalida in seguito alla nascita del primo dei suoi tre figli, fu in stretti rapporti con Beethoven – che le dedicò anche le due Sonate per violoncello e pianoforte op.102 – e, nel 1809, partecipò, con successo, alla ricerca di ricchi mecenati che sostenessero l’amico composito-re. Appartenente all’aristocrazia austro-ungarica (nata Niczky; 1779-1837), viveva separata dal marito, Peter Erdödy (che aveva sposato nel 1799) e organizzava cene musicali, una delle quali viene così descritta, in una lettera del 5 dicembre 1808, dal noto critico e compositore tedesco Johann Friedrich Reichardt:

(…) Fui invitato ad un’altra piacevolissima cena tramite un gentilissimo e cordialis-simo biglietto di Beethoven, che non mi aveva trovato di persona, a casa della sua padrona, la contessa Erdödy. La commozione troppo grande rischiò di rovinarmi la gioia. Immaginatevi una donna di venticinque anni bella, piccola, elegante, andata sposa a quindici anni, che fin dal primo puerperio aveva contratto una male incurabile e che in dieci anni da allora non ha potuto stare lontana dal letto per più di due o tre mesi; che ha dato alla luce tre bambini sani e carini che le stanno attaccati come san-guisughe; alla quale è rimasta solo la gioia della musica; che suona molto bene i pezzi di Beethoven e che zoppica da un pianoforte all’altro con i piedi gonfi pur rimanendo così allegra e affettuosa e gentile; – tutto questo mi ha spesso reso triste durante la cena, peraltro molto allegra, con sei o otto buone anime musicali. Ed ecco che faccia-mo sedere il lunatico Beethoven al pianoforte ed egli improvvisa per noi per un’ora traendo ispirazione dalle più intime profondità del suo sentimento dell’arte e passando dalle altezze più alte alle profondità più profonde dell’arte celestiale con una maestria ed una spigliatezza tali che, per ben dieci volte, mi sgorgarono le lacrime più calde e, alla fine, non seppi trovare le parole per esprimere il mio rapimento interiore. Come un bambino felice, commosso nell’intimo, lo abbracciai al collo e di nuovo come un bambino ho gioito perché le mie canzoni (Lieder, n.d.t.) di Goethe sembravano aver rallegrato lui e tutte le altre anime entusiaste (…)1

La denominazione degli spettri (o degli spiriti) che, pur non essendo di mano dell’autore, è rimasta tradizionalmente associata al primo Trio, si lega senza dubbio al movimento centrale - percorso da fremiti evocati da tremoli miste-riosi, cromatismi inquietanti e impetuosi contrasti dinamici – il cui carattere si contrappone al clima di energica vivacità dei tempi estremi. Se Carl Czerny pensò all’apparizione del fantasma in Hamlet,2 la natura spettrale del Largo assai è piuttosto da ricondursi a un progetto di Heinrich Joseph von Collin – accarezzato da Beethoven e rimasto irrealizzato – di comporre le musiche per un Macbeth shakespeariano. In un taccuino del 1808 abbozzi per questo Macbeth (Ouverture che si immette nel Coro delle streghe) si giustappongono ad appunti per il movimento centrale del Trio op.70 n.1.3L’equilibrio strumentale è mirabile in tutto il brano, con il violoncello che non si limita più a raddoppiare il basso, ma partecipa attivamente nel disegnare

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un nitido rapporto tra due o tre parti reali, protagoniste dal punto di vista melodico e raramente utilizzate per creare un semplice ripieno armonico. L’Allegro vivace e con brio, breve e compatto, si apre con un marcato incipit dei tre strumenti, che, dopo un sorprendente e quasi immediato arresto e una divagazione in un’inattesa tonalità del sesto grado minore, torna al re maggiore affidando agli archi una melodia intensa sottoposta a elaborazioni modulanti. La riproposta dell’incipit perentorio confluisce, dopo una digres-sione degli archi, nel secondo tema, con il pianoforte che muove delicati accordi dal ritmo puntato. Nella parte centrale Beethoven sviluppa il primo gruppo tematico, che rimane protagonista, alla fine di un episodio contrap-puntistico, di una serie di rielaborazioni modulanti, fino alla riesposizione del secondo tema nella tonalità d’impianto, su cui si articola anche la coda.Un’atmosfera tenue e fiabesca segna il Largo assai ed espressivo. Tre note ‘sottovoce’ degli archi, cui fa eco il pianoforte, che introduce una sobria orna-mentazione, tratteggiano un’atmosfera magica e notturna, nella quale si può quasi riconoscere il richiamo lontano di un corno da caccia. Di seguito a un breve interludio pianistico, Beethoven rielabora in modo vario e fantasioso, con accensioni ritmiche e dinamiche, primo e secondo motivo, fino alla coda, armonicamente tesa al punto da suggerire una risoluzione solo nel Presto conclusivo. Le variazioni tematiche, che procedono per varianti sempre più drammatiche, sembrano avvolgere di trasparente mestizia questo gioiello di intensità e originalità espressiva, la cui dimensione chimerica è accentuata dalla leggerezza impalpabile dei trilli del pianoforte e dei tremoli degli archi. Il primo tema del Presto è costituito da un elemento marcato e incisivo e da una sezione dolcemente melodica, che sospende arcanamente la cadenza alla fine della prima frase. Accordi arpeggiati dal pianoforte e ricamati dagli archi conducono al secondo tema, affidato a un dialogo tra violino e vio-loncello, via via più incalzante. Dopo ulteriori trasformazioni del materiale del primo tema, l’esposizione si conclude e viene interamente ‘ritornellata’. Lo sviluppo, incentrato sul primo tema, conduce alla ripresa e alla coda che chiudono in modo solare questo movimento dallo spiccato carattere di scher-zo, attraversato da un flusso ininterrotto di vitalità, che non manca di giocosi ammiccamenti e pause teatrali. Dopo i Phantasiestücke del 1842 e i Trii n. 1 e n. 2 del 1847, Schumann com-pose il suo ultimo Trio con pianoforte op.110 nell’ottobre del 1851. Eseguito al Gewandhaus di Lipsia il 21 marzo 1852 (con Clara, la moglie, al pianofor-te, Ferdinand David al violino e Andreas Grabau al violoncello) e dedicato all’amico Niels Wilhelm Gade, violinista, direttore d’orchestra e compositore danese, è un vero capolavoro per l’equilibrio nella distribuzione dei pesi espressivi fra gli strumenti (con la loro assoluta indipendenza reciproca)4 e l’incredibile compattezza strutturale. Il tema del movimento iniziale deve il suo carattere scherzoso all’instabilità e ambiguità ritmica e armonica. Una nota lunga, che occupa l’intera prima battuta, sfocia, nella seconda misura, in un ampio disegno melodico costitu-ito da una sequenza ascendente di quattro intervalli di terza. La battuta suc-cessiva crea una simmetria con la precedente, mentre, nella quarta misura, il violino passa da un ritmo ternario a uno binario (emiolia). La quinta sug-gerisce un calo di tensione, contraddetto da una sincope nella sesta, per cui è solo nella settima e ottava battuta che si percepisce la regolare scansione in 6/8. Schumann tende ad applicare il procedimento costruttivo di questa frase ai quattro movimenti. Si è avvolti in un vortice di attesa e sorpresa. Ed è proprio la tensione esasperata dal conflitto fra contrastanti punti di riferi-mento a determinare il clima sorridente e danzante. La costante inventiva melodica e la sapiente scrittura contrappuntistica instaurano un serrato dialogo fra i tre strumenti. Se l’articolazione fraseologi-ca del dolce secondo tema può solo ricordare un fugato – con un frammento della prima idea che funge da controsoggetto – a tale forma si ispira, a tutti gli effetti, la veemente nuova idea dello sviluppo (con mutazione nella rispo-

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sta). Il soggetto affidato ai pizzicati è accompagnato da un controsoggetto costituito da due gesti contrastanti: uno perentorio e sforzato, che riprende in diminuzione una cellula del secondo tema, l’altro scorrevole e in semicrome.Il secondo tempo tratteggia un moto quasi fisiologico di tensione e distensio-ne. Una melodia sommessa e struggente si dipana in una lunga frase dei due archi, ancora su ritmo ternario di 12/8. Una seconda frase, Etwas bewegter (Un poco più mosso), agitata da improvvise irruzioni forte, poi sforzato, è seguita da una terza, Schneller (Più veloce), che conduce all’apice fonico ed emotivo, da cui si torna all’ Erstes Tempo (Primo tempo), in graduale spegni-mento su un pianissimo.Segue un Rondò il cui carattere di Scherzo è suggerito, nell’episodio principa-le, dal gioco di accenti spostati del suo ansioso e discendente tema, che crea asimmetrie fraseologiche.Nel secondo episodio, l’instabilità è data dagli spostamenti dei valori delle note all’interno del profilo melodico, sempre in equilibrio fra una linearità consequenziale e continui sussulti emotivi. Il terzo episodio vede invece il contrasto quasi ironico fra un ritmo puntato di carattere marziale e un dise-gno in terzine da tarantella. È un Rondò sonata, che corona e conferma, esal-tandoli con punte di brillantezza strumentale, tutti gli elementi presenti fin dall’inizio in questa composizione, confermandone i tratti di sapiente levità.

1. Reichardt, I, 124 s., 147 s.: cit. in H. C. Robbins Landon, Beethoven. La sua vita e il suo mondo in documenti e immagini d’epoca, tr. it. di A. Reale, Milano, Rusconi, 1997, p.139.2. C. Czerny (a cura di P. Badura-Skoda), On the Proper Performance of All Beethoven’s Works for the Piano, U.S.A., Universal Edition, 2005, p.97.3. W. Kinderman, Beethoven, Oxford, Oxford University Press, 2009, p.157.4. Tra i primi studiosi a sottolinearla in chiave positiva, ricordiamo R. Schauffler, Florestan, Ne Reichardt, I, 124 s., 147 s.: cit. in H. C. Robbins Landon, Beethoven. La sua vita e il suo mondo in documenti e immagini d’epoca, tr. it. di A. Reale, Milano, Rusconi, 1997, p.139.4. C. Czerny (a cura di P. Badura-Skoda), On the Proper Performance of All Beethoven’s Works for the Piano, U.S.A., Universal Edition, 2005, p.97.4. W. Kinderman, Beethoven, Oxford, Oxford University Press, 2009, p.157.4. Tra i primi studiosi a sottolinearla in chiave positiva, ricordiamo R. Schauffler, Florestan, Ne w York, 1945, p.303.

Lidia Bramani*

*Compie gli studi a Milano, diplomandosi in Pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” con Riccardo Risaliti e laureandosi in Lingua e letteratura greca all’Università Statale con Dario Del Corno. Sempre al Conservatorio studia oboe e composizione. Ha colla-borato con le più importanti istituzioni musicali italiane e straniere. Sue le conversa-zioni con Claudio Abbado Musica sopra Berlino (Bompiani, Milano, 2000). Ha curato e tradotto, per il Saggiatore, Canti di viaggio, l’autobiografia di Hans Werner Henze (2006) e ha scritto Mozart massone e rivoluzionario (Bruno Mondadori, 2005).

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Trio Magritte

Dall’incontro di tre musicisti nel pieno dell’attività solistica e cameristica nasce il Trio Magritte.

Emanuela Piemonti è stata per venticinque anni la pianista del Trio Matisse con il quale, dopo aver vinto nel 1983 il Premio Vittorio Gui, ha sostenuto circa cinquecento concerti nelle più importanti stagioni e sale italiane, effet-tuando tournées in molti paesi europei ed extra-europei, registrando per la Rai l’integrale dei Trii di Beethoven, incidendo per l’etichetta Aura e la rivista Amadeus, ed eseguendo in prima assoluta composizioni dedicate al Trio da Mauricio Kagel, Luis de Pablo, Luca Francesconi ed Alessandro Solbiati. Il violinista Francesco Senese, su invito di Claudio Abbado, è membro stabi-le della Luzern Festival Orchestra e dell’Orchestra Mozart di Bologna.In ambito cameristico, ha collaborato con musicisti quali Laura De Fusco, Giuseppe Andaloro, Enrico Pace, Itamar Golan, Pavel Vernikov, Serghiei Krylov, Danilo Rossi, Alessio Allegrini etc.Il violoncellista Luca Franzetti, esordisce all’età di vent’anni come primo violoncello sotto la direzione di Riccardo Chailly, ricoprendo successivamen-te lo stesso ruolo presso la Scottish Chamber Orchestra di Edimburgo e la Royal Philarmonic of Flanders di Anversa. Dall’incontro con Claudio Abbado nascono le collaborazioni stabili con la Luzern Festival Orchestra, l’Orchestra Mozart di Bologna e Progetto Venezuela. Come solista, ha recentemente eseguito i concerti di Schumann e di Dvorák.

Nel 2010, in occasione del Bicentenario della nascita di Robert Schumann, il Trio Magritte ne registrerà ed eseguirà più volte l’integrale dei Trii.

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Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia

Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, ospitato negli spazi di un antico monastero benedettino e poi oli-vetano, è unico nel suo genere in Italia. Per le straordinarie dimensioni e la qualità delle opere raccolte si pone a livello dei principali musei stranieri di questo genere, non soltanto europei (Parigi, Londra, Monaco), ma anche mondiali (Tokyo, Chicago e Philadelphia).Agli inizi del Cinquecento gli Olivetani presero possesso del complesso bene-dettino del IX secolo facente capo all’antica chiesa di San Vittore al Corpo, al di fuori della Pusterla di Sant’Ambrogio. I nuovi occupanti ampliarono il con-vento e quindi, a partire dal 1560, riedificarono la chiesa con orientamento opposto rispetto a quella medievale. La porzione del complesso che prospetta sulla via e sulla piazza San Vittore fu realizzata nel 1508-25 (è attestata la presenza dell’architetto Cristoforo Solari, uno dei più importanti dell’epoca in Lombardia), mentre gli interventi ai due chiostri maggiori risalgono alla seconda metà del secolo. All’inizio del Settecento venne invece aggiunto il refettorio (attuale Sala del Cenacolo).Soppresso nel 1804 con decreto napoleonico, il monastero fu destinato ad ospedale militare. Divenne in seguito caserma per gli eserciti francesi e austria-ci e, infine, per lo Stato italiano, prendendo il nome di Caserma Villata.Nell’agosto 1943 il complesso fu distrutto dai bombardamenti che deva-starono Milano. Nel 1947 fu decisa la destinazione a Museo della Scienza e della Tecnica, con progetti dei celebri architetti Ferdinando Reggiori e Piero Portaluppi: una prima proposta di fondazione di un Museo delle Arti e dell’In-dustria – pur senza l’individuazione di una sede specifica – era già stata avan-zata nel 1930, ma gli eventi bellici ne avevano impedito il compimento.Il 15 febbraio 1953 si tenne l’inaugurazione ufficiale con una mostra su Leonardo da Vinci – al quale si era deciso l’anno precedente di intitolare il museo - e la partecipazione dell’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Nel 1958 fu aperta al pubblico la sala Guido Rossi, che conserva la collezione d’arte omonima. Nel 1960-61 si avviarono i lavori per la costruzione del padiglione aeronavale, che ospita la nave-scuola Ebe e parte del transatlanti-co Umberto Biancamano. Nel 1969 fu inaugurata la sezione del trasporto fer-roviario, mentre nel 1975 fu la volta di quella dedicata a radio e televisione.Negli ultimi anni il museo si è arricchito di importanti opere, a cominciare dal sottomarino Enrico Toti, approdato al Museo nel 2005 dopo un avventu-roso ed emozionante trasporto.

Il FAI presenta i luoghidi MITO SettembreMusica

Si ringrazia

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MITO SettembreMusica è un Festival a Impatto Zero®

Il Festival MITO compensa le emissioni di CO2 con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, e in Madagascar

Una scelta in difesa dell’ambiente contraddistingue il Festival sin dall’inizio. Per la sua quarta edizione, MITO SettembreMusica ha scelto di sostenere due interventi dall’alto valore scientifico e sociale.

Contribuire alla creazione e tutela di aree all’interno del Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, un territorio esteso su una superficie di 1181 ettari lungo il torrente Vallone che nel sistema delle aree protette funge da importante corridoio ecologico, significa conservare un polmone verde in un territorio fortemente urbanizzato, a nord-est della cintura metropolitana. In Madagascar, isola che dispone di una delle diversità biologiche più elevate del pianeta, l’intervento forestale è finalizzato a mantenere l’equilibrio ecologico tipico del luogo.

Per saperne di più dei due progetti fotografa il quadrato in bianco e nero* e visualizza i contenuti multimediali racchiusi nel codice QR.

In collaborazione con

Visualizza il filmato sui due progetti sostenuti dal Festival

*È necessario disporre di uno smartphone dotato di fotocamera e connessione internet. Una volta scaricato il software gratuito da www.i-nigma.com, basta lanciare l’applicazione e fotografare il quadrato qui sopra. Il costo del collegamento a internet varia a seconda dell’operatore telefonico e del tipo di contratto sottoscritto.

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… in metroTutti i giovedì, venerdì e sabato MITOFringe arriva nella metropolitana milanese con tre concerti al giorno nelle stazioni Cordusio, alle ore 16, Cadorna, alle ore 17, e Duomo, alle ore 18. Fringe in Metro inaugura sabato 4 settembre alle ore 16.30 con tre ore di musica non stop nella stazione Duomo. In collaborazione con ATM.

… in stazioneMartedì 7 e martedì 21 settembre, alle ore 17.30, la nuova Stazione Garibaldi si presenta ai milanesi con due appuntamenti musicali. I concerti, il primo nel Passante di Porta Garibaldi e il secondo in Porta Garibaldi CentoStazioni, sono dedicati alla musica funky e jazz. In collaborazione con Ferrovie dello Stato e CentoStazioni.

… nei parchiTutte le domeniche del Festival, la festosa atmosfera delle bande musicali anima i parchi cittadini. Il 5 settembre alle 12 nei giardini pubblici Montanelli di Porta Venezia, il 12 settembre alle 12 al Parco Ravizza e il 19 settembre alle 11 al Parco Sempione.

… nelle piazze e nelle strade della periferia milaneseNei weekend trovi MITOFringe nelle piazze e nelle strade della periferia milanese con concerti nelle zone Baggio (sabato 5 alle 20.45), San Siro (venerdì 10 alle 21), Casoretto (sabato 11 alle 21), Pratocentenaro (venerdì 17 ore 21) e Isola (domenica 19 ore 21). I cinque appuntamenti, realizzati in collaborazione con Unione del Commercio, sono riservati alla classica, al folk, al jazz e alla musica etnica.

… nei chiostri, nelle strade e nelle piazze del centroConcerti nei chiostri e negli angoli più suggestivi di Milano guidano i cittadini alla scoperta di un patrimonio artistico e architettonico a molti sconosciuto. Lunedì 13 alle 17.30 nel chiostro di via Santo Spirito e lunedì 20 alle 18 nel chiostro della sede della Società Umanitaria. Tutti i lunedì inoltre eventi musicali nelle zone del centro: il 6 settembre alle 13 in Corso Vittorio Emanuele (ang. Via Passarella), il 13 alle ore 18.30 in via Fiori Chiari (ang. Via M. Formentini) e il 20 alle ore 13 in via Dante (ang. via Rovello). Il 7, 8 e 22 settembre, alle 18.30, MITOFringe dà appuntamento alle colonne di San Lorenzo per tre concerti dedicati alla musica classica ed etnica.

… nelle UniversitàTre appuntamenti in un percorso musicale che invita i cittadini in tre luoghi storici della città. Martedì 14 alle 16.30 il tango nella sede dell’Università Statale, mercoledì 15 alle ore 17 all’Università Cattolica un appuntamento di musica classica e il 16 alle ore 12.30 al Politecnico di Milano un concerto di musica barocca.

… in piazza Mercanti con artisti selezionati dal web Uno spazio ai nuovi talenti: musicisti ed ensemble selezionati tra quelli che hanno riposto all’invito sul sito internet del Festival inviando il loro curriculum e una proposta artistica, si alternano con set di 15-20 minuti sul palco per le libere interpretazioni allestito in Piazza Mercanti. Mercoledì 8 settembre, dalle 13 alle 15, il palco è riservato alle formazioni di musica corale, mercoledì 15 settembre, nello stesso orario, si esibiscono gli ensemble di musica da camera. Domenica 12 settembre, dalle ore 15, un pomeriggio dedicato ai bambini under 12 e alla gioia di suonare in famiglia.

Il programma dettagliato è disponibile sul sito www.mitosettembremusica.it /programma/fringe.html

MITOFringe, tanti appuntamenti musicali che si aggiungono al programma ufficiale del Festival

MITOFringe nel mese di settembre a Milano la trovi...

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Realizzato daAssociazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano

Fondatori Alberto Arbasino / Gae Aulenti / Giovanni Bazoli / Roberto Calasso Gillo Dorfles / Umberto Eco / Bruno Ermolli / Inge Feltrinelli / Stéphane Lissner Piergaetano Marchetti / Francesco Micheli / Ermanno Olmi / Sandro ParenzoRenzo Piano / Arnaldo Pomodoro / Davide Rampello / Massimo Vitta Zelman

Comitato di PatronageLouis Andriessen / George Benjamin / Pierre Boulez / Luis Pereira Leal Franz Xaver Ohnesorg / Ilaria Borletti / Gianfranco Ravasi / Daria Rocca Umberto Veronesi

Consiglio DirettivoFrancesco Micheli Presidente / Marco Bassetti / Pierluigi Cerri Roberta Furcolo / Leo Nahon / Roberto Spada

Collegio dei revisoriMarco Guerreri / Marco Giulio Luigi Sabatini / Eugenio Romita

Organizzazione Francesca Colombo Segretario generale, Coordinatore artisticoStefania Brucini Responsabile biglietteriaMarta Carasso Vice-responsabile biglietteriaCarlotta Colombo Responsabile produzioneFederica Michelini Assistente Segretario generaleLuisella Molina Responsabile organizzazioneLetizia Monti Responsabile promozioneCarmen Ohlmes Responsabile comunicazione

MITO SettembreMusicaPromosso daCittà di Milano Letizia Moratti Sindaco

Massimiliano Finazzer FloryAssessore alla Cultura

Comitato di coordinamentoPresidente Francesco MicheliPresidente Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano Massimo Accarisi Direttore Centrale Cultura

Antonio Calbi Direttore Settore Spettacolo

Francesca Colombo Segretario generaleCoordinatore artistico

Città di Torino Sergio Chiamparino Sindaco

Fiorenzo Alfieri Assessore alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia

Vicepresidente Angelo ChianalePresidente Fondazioneper le Attività Musicali Torino

Anna Martina Direttore Divisione Cultura, Comunicazione e promozione della Città

Angela La Rotella Dirigente Settore Spettacolo, Manifestazione e Formazione Culturale

Claudio Merlo Direttore generale

Enzo RestagnoDirettore artistico

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Lo Staff del FestivalPer la Segreteria generaleChiara Borgini con Eleonora Tallarigo

Per la ComunicazioneLivio Aragona Responsabile edizioni / Marco Ferullo Ufficio stampa Marta Francavilla Responsabile redazione web / Roberta Punzi Referente partner e sponsor / Uberto Russo Ufficio comunicazione con Elisabetta Villa e Francesca Carcucci / Cristina Castiglioni / Lorenza Giacardi Margherita Maltagliati / Valentina Meotti / Francesco Monti / Maddalena Pais Alberto Raimondo / Daniela Valle

Per la ProduzioneLudmilla Faccenda Responsabile logistica produzione / Nicola Giuliani, Matteo Milani Andrea Minetto Direttori di produzione con Grazia Bilotta / Francesco Bollani Niccolò Bonazzon / Angelica Buoncore / Stefano Coppelli / Paola Rimoldi e Elisa Abba / Claudio Bardini / Giacomo CarabelleseStefano Chiabrando / Diego Dioguardi / Consuelo Di Pietro / Laura Ginepri Marta Masnaghetti / Bianca Platania

Per la PromozioneAlice Fantasia / Federica Mulinelli e Lea Carlini

Per la BiglietteriaMonica Montrone Responsabile gestione del pubblico Andrea Rizzi Responsabile infopoint con Alberto Corielli / Giulia De Brasi Silvia Masci / Marida Muzzalupo / Chiara Sacchi e Arjuna Das Irmici

via Dogana, 2 – Scala E, II piano 20123 Milanotelefono +39.02.88464725 / fax [email protected] / www.mitosettembremusica.it

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I concerti di domani e dopodomani

www.mitosettembremusica.it

Responsabile editoriale Livio AragonaProgetto graficoStudio Cerri & Associati con Francesca Ceccoli, Anne Lheritier, Ciro Toscano

Mercoledì 15.IX ore 16 anticaChiesa di Santa Maria del CarmineConcerti romani all’epoca di Cristina di SveziaMusiche di Arcangelo Corelli e Alessandro ScarlattiOrchestra Barocca dell’Accademia Internazionale della MusicaPaolo Rizzi, direttoreIngresso gratuito

ore 17 filmPiccolo Teatro StudioMy Only Sunshine (Hayat var)di Reha ErdemIngresso gratuito

ore 18 classicaGalleria d’Arte Moderna - Villa Reale, Sala da BalloUn’ora con Chopin e SchumannAlberto Nosè, pianoforteIngressi 5

ore 21 classicaTeatro degli ArcimboldiHector BerliozLe carnaval romain, ouverture op. 9Les nuits d’été op. 7Maurice RavelValses nobles et sentimentalesSuite n. 2 dal balletto Daphnis et ChloéSan Francisco SymphonyMichael Tilson Thomas, direttoreSasha Cooke, mezzosopranoPosti numerati 15, 25, 35Sconto MITO 12, 20, 28Navetta Torino/Milano 10

Martedì 14.IX ore 15 filmPiccolo Teatro StrehlerPandora’s Box (Pandora’nin kutusu)di Yesim UstaogluIngresso gratuito

ore 17 musica da filmParco TrotterLa bella malinconia: alla scoperta della musica di Nino RotaOrchestra Master dei Talenti Fondazione CRTGiuseppe Ratti, direttoreDomenico Berardi, voce recitanteIngresso gratuito

ore 18 classicaGalleria d’Arte Moderna - Villa Reale, Sala da BalloUn’ora con Chopin e SchumannAlessandro Tardino, pianoforteIngressi 5

ore 21 jazzTeatro ManzoniNicole Mitchell’s Black Earth EnsemblePosto unico numerato 15

ore 21 classicaLecco, Auditorium “Casa dell’Economia” Camera di CommercioMusiche di Chopin e SchumannFederico Colli, pianoforteIngresso gratuito

ore 22 world musicAlcatrazIstanbul oltre il BosforoOrient ExpressionsIngressi 10

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MITO SettembreMusica Quarta edizione

Il Festival MITO a Milano è a Impatto Zero®. Aderendo al progetto di LifeGate, le emissioni di CO2 sono state compensate con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallo-ne in Provincia di Milano, e in Madagascar

I Partner del Festival

Con il sostegno di

Realizzato da

È un progetto di

Sponsor

Media partner

Sponsor tecnici

partner istituzionale

Si ringrazia

• per l’accoglienza degli artisti

Fonti Lurisia COM.AL.CO. Sas Guido Gobino Cioccolato

ICAM Cioccolato Galbusera S.p.A.

• per l’abbigliamento dello staff

GF FERRÉ• per il sostegno logistico allo staff

BikeMi

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Milano Torinounite per l’Expo 2015

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