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UNIONE EUROPEA FONDO SOCIALE EUROPEO per il tuo futuro Programmi operativi nazionali per la formazione e l’occupazione Sviluppo e diffusione di modelli innovativi di supporto all’autonomia delle giovani migranti MANUALE OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO MULTIDISCIPLINARE DELLE GIOVANI MIGRANTI
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MANUALE OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO … · MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti 3 Premessa 4 PRIMA SEZIONE - Il Progetto 1.1 Sintesi

May 09, 2020

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UNIONE EUROPEAFONDO SOCIALE EUROPEO

per il tuo futuro

Programmi operativi nazionaliper la formazione e l’occupazione

Sv i luppo e d i f fus ione d i model l i innovat iv i d i s u p p o r t o a l l ’ a u t o n o m i a d e l l e g i o v a n i m i g r a n t i

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MANUALE OPERATIVOPER LA PRESA IN CARICO

MULTID ISC IPL INAREDELLE G IOVANI M IGRANTI

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Il Manuale operativo per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti è stato realizzato nell'ambito del progetto “Malaika - Servizio di sviluppo e diffusione di modelli innovativi di supporto all'autonomia delle giovani migranti" promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali - Direzione Generale dell'Immigrazione e delle Politiche di Integrazione - e finanziato dal Fondo Sociale Europeo 2007/2013 - Pon "Governance e Azioni di Sistema" ob. 1 e dal Pon "Azioni di Sistema" ob. 2 - e dal Fondo Europeo per l'Integrazione dei cittadini dei Paesi Terzi 2007/2013.

La pubblicazione del Manuale operativo è stata finanziata attraverso il Fondo Sociale Europeo 2007/2013 - Pon "Governance e Azioni di Sistema" ob. 1 e dal Pon "Azioni di Sistema" ob. 2.

MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti 39

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Questo manuale è stato compilato da Raffaele Brancalenti e Attilio Balestrieri dell’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali con il coordinamento e la supervisione di Edoardo Villari dell’Ente Capofila, Consorzio Connecting People.

Si ringraziano per la preziosa collaborazione tutti i componenti del partenariato progettuale, le équipe multidisciplinari che si sono impegnate nelle diverse realtà territoriali e, in particolare, le giovani migranti che hanno partecipato ai percorsi di empowerment, alle quali si rivolge sincera gratitudine.

Il Lavoro che cambia. Contributi tematici e Raccomandazioni, CNEL, Roma 2009;Censis, Iprs, Ismu, Immigrazione e lavoro. Percorsi lavorativi, Centri per l’impiego, politiche attive, Quaderni Ismu 1/2010;Robert Castel, le insidie dell’esclusione, in “L’Assistenza Sociale”, n.2/1996;Jaques Donzelot, Philippe Estèbe, L’Etat animateur, Esprit, Paris 1994;Richard Sennet, L’uomo flessibile, Feltrinelli, Milano 1999;Comunicazione della Commissione rivolta a tutti gli stati membri del 13 novembre 1998, Modernising public employment services to support the European Employment Strategy, (COM 1998/641 definitivo);“Direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro”, Gazzetta ufficiale n. L 303 del 02/12/2000 pp. 0016-0022;“Raccomandazione del Consiglio in merito all’attuazione delle politiche in materia di occupazione degli Stati membri” (COM 2001/512 definitivo).

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti 3

Premessa 4

PRIMA SEZIONE - Il Progetto 1.1 Sintesi del Progetto Malaika 5

SECONDA SEZIONE - Il modello 2.1 Fabbisognispecificideltarget ed obiettivi del supporto all’autonomia 72.2 Presupposti e caratteristiche del modello 82.3 Implementazione del modello 12 TERZA SEZIONE - L’osservazione del modello “al lavoro”: criticità 3.1 Criticità intrinseche 163.2 Criticità in rapporto alle fasi di implementazione 163.2.1 Criticità in fase di avvio 173.2.2 Criticità in fase di conduzione delle attività 18

QUARTA SEZIONE - Il Manuale d’uso 4.1 Sul funzionamento del modello 204.2 Fase di avvio: la struttura organizzativa 214.3 Fase di avvio: lo strumento informatico 224.4 Fase di avvio: il coinvolgimento della rete degli stakeholders 224.5 Fasediavvio:reclutamentodellebeneficiariecandidabili 234.6 Fasediavvio:selezionedellebeneficiarie 24

4.7 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia:

Affiancamentoetutoraggio 244.8 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia:

Assistenza sociopsicologica 254.9 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia: Mediazione culturale 274.10 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia:

Assistenza giuridico-amministrativa 284.11 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia:

Supporto all’autonomia abitativa 304.12 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia: Orientamento allo sviluppo di competenze e orientamento e

supporto all’inserimento lavorativo 31

4.13 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia:

Osservazioniconclusivesultemadellaflessibilità 334.14 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia:

Due scenari ipotizzabili 354.15 Fase di monitoraggio e valutazione (trasversale alle precedenti) 38

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 39

SOMMARIO

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Premessa

Il senso del Progetto “Malaika - Servizio di sviluppo e diffusione di modelli innovativi di supporto all’autonomia delle giovani migranti” è evidente nel titolo: non solo realizzare azioni per promuovere ed accompagnare il processo di “autonomizzazione” delle giovani migranti, bensì sviluppare e sperimentare un modello innovativo per realizzare tali azioni. Il senso del Progetto va quindi ravvisato nel modello che il Progetto ha proposto e – nel contempo–sperimentato,alfinedirenderloanchereplicabile,cioèsostenibileedutilizzabileper l’implementazione di iniziative future.

Il Progetto Malaika ha pertanto messo a punto un modello innovativo e, nel corso della sua realizzazione, lo ha anche sperimentato, per sondarne l’effettiva replicabilità. Lo ha cioè sottoposto al test dell’implementazione concreta. Come dire che la trasposizione del modello – il modello pensato prima del Progetto – nella concretezza dell’operatività ha reso possibilelaverificadelsuofunzionamentoedeisuoipuntidiforza,nonchél’osservazionediquando,comeeperchél’implementazionedelmodellopuòentrareinsofferenza.Etaleverifica ha per l’appunto consentito di garantire la replicabilità del modello, perché haconsentitodi individuarelecondizioninecessarieesufficiential“buonfunzionamento”delmodello, unitamente alle condizioni che invece possono comprometterlo.

AllalucedellasperimentazionedelmodellonelcorsodelProgettoMalaika,sipuòdirecheilriscontrodialcunecriticitàattraversol’osservazionedel“modelloallavoro”(cioèlaverificadi come il modello si è comportato nel corso della sua sperimentazione condotta da Malaika) non ne ha disconfermato l’impostazione generale, ma si è rivelato utile per ripensare alcuni aspetti della metodologia di implementazione.

Nella prima sezione, questo manuale operativo propone una sintesi del Progetto Malaika, per poi concentrare la sua attenzione esclusivamente sul modello innovativo di supporto all’autonomia delle giovani migranti. Nella seconda sezione, del modello vengono presentati i presupposti e le caratteristiche generali (con riguardo agliobiettivi in rapportoai fabbisognidel target) nonché lemodalitàdi implementazione.Nella terza, lepossibili criticità, individuate nel corso dell’osservazione del modello “al lavoro”. Nella quarta ed ultima sezione, il manuale riassume alcune indicazioni in ordine agli aspetti ed alle fasi di implementazione del modello a cui è necessario dedicare particolare attenzione, ai fini del suo “buonfunzionamento”. Queste indicazioni costituiscono un Manuale d’uso, destinato a coloro che vogliano replicare il modello in altre iniziative.

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PRIMA SEZIONE: Il Progetto1.1 Sintesi del Progetto Malaika

Il Progetto “Malaika – Servizio di sviluppo e diffusione di modelli innovativi di supporto all’autonomia delle giovanimigranti” è stato finanziato dalMinistero del lavoro e dellePolitiche Sociali - Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche d’Integrazione con Fondi F.E.I e Fondi F.S.E. PONOb.1 – PONOb.2. Il Consorzio Connecting People èil capogruppo mandatario di un RTI che comprende: Consorzio Sol.co.; Consorzio Consis; Centro Studi Opera Don Calabria; Consorzio Mestieri; BPI Italia, Gruppo Obiettivo Lavoro.

Il Progetto ha previsto la realizzazione di servizi finalizzati a promuovere, sul territorionazionale, lo sviluppo e la diffusione di modelli e strumenti di intervento innovativi di supporto all’autonomia delle minori straniere non accompagnate in fase di transizione verso l’età adulta (16-17 anni) e delle giovani donne migranti a rischio di esclusione sociale, finoalventiquattresimoannodietà,regolarmentepresentisulterritorioitaliano,attraversol’attivazione ed il consolidamento di reti territoriali di servizi e la sperimentazione di percorsi personalizzati in grado di accrescere i livelli di autonomia e di integrazione delle destinatarie.

Le attività sono distinte in due aree:

AREA 1: Azioni di modellizzazione e diffusione, col macro-obiettivo di assicurare la definizione,ilmonitoraggioeladivulgazionedelmodellodiserviziosperimentato; AREA 2: Sperimentazione di percorsi individualizzati di supporto all’autonomia ed all’integrazione,checonsistenell’erogazionediunserviziodiaffiancamentoetutoraggioenell’erogazione di servizi per lo sviluppo di competenze e/o l’inserimento lavorativo.

In particolare, la sperimentazione di percorsi individualizzati di supporto all’autonomia e all’integrazione delle giovani migranti ha previsto un’articolazione sequenziale di azioni, comediseguitospecificato:

• Attivazionedegli stakeholders locali,per il reclutamentodellegiovanimigranticandidabiliabeneficiaredella sperimentazione;

•Selezionedellebeneficiarie;

•Erogazionediservizidiaffiancamentoetutoraggio,peruntotaledi26ore,checonsistonoin: - Bilancio delle competenze (6 ore); -Definizionediun“percorsoindividualizzato”(4ore); - Tutoring e counselling orientativo (16 ore);

•Erogazionediservizifinalizzatiallarealizzazionedipercorsiindividualizzatidisupportoall’autonomiaeall’inclusione, per un totale di 25 ore, che consistono in: - Mediazione culturale, per 6 ore; - Assistenza giuridica e amministrativa, per 4 ore; - Assistenza socio-psicologica, per 11 ore; - Supporto all’autonomia abitativa, per 4 ore;

•Erogazionediserviziperlosviluppodicompetenzeel’inserimentolavorativo,peruntotaledi26ore,checonsistono in: - Orientamento allo sviluppo di competenze (10 ore); - Orientamento e supporto all’inserimento lavorativo (16 ore).

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Quest’insiemediazioni,nellasuaarticolazione,èciòchecostituisceilmodellodiinnovativodi supporto all’autonomia delle giovani migranti.Il modello del Progetto Malaika prevede che l’insieme di attività di supporto all’autonomia facciano capo ad una struttura organizzativa, composta da un Gruppo di professionisti, costituito per operare in forma integrata e per affrontare la realizzazione efficace edefficientedellediverseazionipreviste.Inparticolare:

• Comitato di pilotaggio composto da un rappresentante di ciascun componente dell’RTI e da un team di esperti;

• Direzione del servizio, che si interfaccia col Comitato di pilotaggio e con l’Amministrazione committente e svolge il ruolo di coordinamento delle attività relative alla sperimentazione dei percorsi individualizzati di supporto all’autonomia delle destinatarie;

• Un pool di responsabili delle diverse aree di servizio identificate per la sperimentazione dei percorsiindividualizzati;

• Un referente per ciascuna area di servizio, per ciascuno dei contesti territoriali in cui è stata condotta la sperimentazione;

• Èquipes multidisciplinari, preposte all’erogazione dei vari servizi.

Le équipe multidisciplinari, in ciascun territorio, sono state costituite prevalentemente daoperatori e professionisti, che avevano già collaborato tra loro per la realizzazione di interventi a vantaggio di soggetti appartenenti a categorie socialmente “deboli”, tra cui – in alcuni casi – esperti e professionisti stranieri che rivestono ruoli rappresentativi all’interno delle comunità straniere di appartenenza, nell’intento di favorire l’instaurazione di un forte legame con le destinatarie.Per il monitoraggio delle attività di erogazione dei percorsi di supporto all’autonomia è stata costruita una piattaforma on-line, per fornire: dossier individuale per ciascuna destinataria e “diario di bordo” delle prestazioni erogate.La sperimentazione di percorsi individualizzati di supporto all’autonomia ed all’integrazione delle giovani migranti è stata realizzata in 17 contesti territoriali (Roma, Torino, Bologna, Ferrara, Rho, Mantova, Milano, Firenze, Verona, Vicenza, Bolzano, Palermo, Catania, Ragusa, Catanzaro,CosenzaeNapoli)distribuiti in10 regioni (Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna,Lombardia, Toscana, Veneto, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Campania e Calabria).

Le attività relative all’erogazione di servizi finalizzati alla realizzazione di percorsiindividualizzati di supporto all’autonomia e all’inclusione (Mediazione culturale, Assistenza giuridica e amministrativa, Assistenza socio-psicologica e Supporto all’autonomia abitativa) unitamente a quelle relative all’erogazione di servizi di affiancamento e tutoraggio(Bilancio delle competenze, definizione del “percorso individualizzato”, tutoring ecounselling orientativo) sono state realizzate tra febbraio e giugno 2014. Le attività relative all’erogazione di servizi per lo sviluppo di competenze e l’inserimento lavorativo (Orientamento allo sviluppo di competenze e supporto all’inserimento lavorativo) sono state realizzate tra luglio e dicembre 2014.

I percorsi avviati hanno coinvolto circa 350 destinatarie, che hanno beneficiato sia deiservizi di supporto all’autonomia ed all’inclusione (Mediazione culturale, Assistenza giuridica e amministrativa, Assistenza socio-psicologica e Supporto all’autonomia abitativa) sia dei servizi di affiancamento e tutoraggio, di cui 273 sono state coinvolte nelle attivitàrelative all’erogazione di servizi per lo sviluppo di competenze e l’inserimento lavorativo (Orientamento allo sviluppo di competenze e supporto all’inserimento lavorativo).

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La sperimentazione del modello innovativo di supporto all’autonomia delle giovani migranti coinvolgeunapopolazionecheapparepresente inmanierasignificativaoggi inItaliaerispondealleattualitipologiedeiflussimigratori,caratterizzatidaun’assaiesiguacomponente “regolare”, cioè “facilmente” inseribile nel mondo del lavoro. Questa tipologia, oltre a risultare piuttosto diffusa, pare debba mantenere a lungo tale diffusione. All’interno di tale tipologia, l’azione di supporto all’autonomia prende in considerazione un target specifico:legiovanimigranti.

L’azione di supporto all’autonomia si rivolge ad una popolazione omogenea per genere ma disomogenea per età (maggiorenni/minorenni), condizione familiare (coniugate/nubili, con osenzafigli)eprofilomigratorio(valeadirelemotivazionidacuièscaturital’avventuramigratoria, oltre che il paese di provenienza e la distribuzione nel territorio nazionale). Il targetdelmodelloèdunquecompostodagiovanimigrantiriconducibilisiaalprofilodelmigrante da “rifugio economico”, sia a quello del migrante “per ragioni umanitarie”. Tutte condividonoitrattipsicosocialidellamigrazioneedinparticolarediciòchegeneralmentesidefiniscemigrazione“alfemminile”,conriferimentoadalcunepeculiarità,tracui:lapossibilitàdi percepire il progetto migratorio come proprio; la possibilità di sentirsi protagonista e responsabile della propria vita, anche sganciandosi dal ruolo dettato dalle consuetudini e dalle strutture familiari vigenti nei paesi d’origine. Posto ciò, vale inoltre ricordare che un punto rilevante ai fini della modellizzazione delsupporto all’autonomia delle giovani migranti va rinvenuto nel fatto che queste azioni si rivolgonoabeneficiodipersoneperlequaliilpericolodimarginalitàecrisidelpercorsod’integrazione implica un altro fattore di rischio legato per l’appunto alla variabile di genere, che questa volta non riguarda le potenzialità della migrazione “al femminile”, bensì l’esposizione allo sfruttamento sessuale, soprattutto nel caso di donne sole e minorenni, giunte inItaliadaalcunipaesielungofilieremigratoriechestoricamenteportanoilsegnodellacontaminazione con l’illegalità e le reti devianti.

Nei confronti di questo target composito, le azioni sono dunque personalizzate – non potrebbe essere altrimenti in presenza di soggetti complessi, contraddistinti da vulnerabilità multiple – e necessariamente si declinano in un ampio insieme, che spazia dall’assistenza sociopsicologica alla mediazione, dall’assistenza giuridico-amministrativa allo sviluppo dell’autonomia abitativa,dall’orientamentoper lo sviluppodicompetenzefinoall’accompagnamentonelmercatodellavoro.Lafinalitàglobale–dunquelabussoladelmodello–risiedenell’evitareche i soggetti presi in carico entrino nel circolo vizioso della passivizzazione. In tal senso, l’azione di supporto all’autonomia trova il suo presupposto di metodo nell’approccio psicosocialeepiùspecificamentesibasasulmodellodellosviluppodicomunità,chepuntaa favorire l’attivazione di fattori di resilienza e punta a rinforzare potenzialità, risorse e competenze,nellaprospettivadigeneraremaggiorestimaesicurezzainséstessi.La possibilità di ipotizzare un progetto di sviluppo personale/professionale, nonchél’acquisizione della capacità di affrontare con registri emotivi adeguati i processi di cambiamento e adattamento al nuovo contesto socioculturale costituiscono così elementi che, mentre consentono di sperimentare – attraverso la stessa partecipazione all’azione di sostegno all’autonomia – una prima forma di inclusione sociale, mettono al riparo da quel fenomenochesoventeaffliggeperl’appuntolefascedebolielecondizionidifragilitàecheconsistenelrestareprigionieridellesabbiemobilidell’assistenzialismo,finoaperdere

SECONDA SEZIONE: Il modello2.1 Fabbisogni specifici del target ed obiettivi del supporto all’autonomia

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quellaspintamotivazionalecheèinveceimportantissimaaifinidell’inserimentolavorativo,sociale e relazionale più pieno.

Ben consapevole di quanto i servizi possano non di rado rappresentare vere e proprie “risorse ambivalenti”, il modello offre un supporto ad affrontare percorsi di autonomia, che certamenteimplicanoancheilcontinuoconfrontoconledifficoltàconnesseaquelcamminarein salita che rende bene l’idea del vivere in un paese “diverso da…” cioè diverso da quello da cui si è emigrati e diverso da quello “ideale” in cui si sarebbe voluto immigrare. Dunque il modello intende valorizzare quella capacità di “intraprendere” che fortemente caratterizza per l’appunto lafiguradelmigrantee su cuida sempregli studi sullemigrazioni hannoposto l’accento. Si parla qui del migrante straniero, inteso da Omero a Georg Simmel come risorsapreziosapertutti,inquantoimprenditorediséstesso:personachepermigliorareleproprie condizioni (ecco la radice del progetto migratorio) scommette non solo sulle proprie forzeesullapropriasalute,bensìsullacapacitàmentalediaffrontareledifficoltà,sostenerela frustrazione e, soprattutto, sapersi districare anche nelle situazioni più complicate, come l’astuto Odisseo. Se queste caratteristiche sono certamente più tipiche del cosiddetto “migranteeconomico”,acuileattualianchorchildrensono–ancorchédrammaticamente–assimilabili, esse possono nondimeno essere elicitate e valorizzate anche nelle migranti per “ragioni umanitarie”.

In sintesi, alla luce delle caratteristiche del suo target, il modello innovativo di supporto all’autonomia si propone un triplice obiettivo:

1. Fornire una risposta adeguata al bisogno delle giovani migranti, che consiste nel promuoverne l’autonomizzazione e nel metterle in grado (“capacitarle”) di cercare e trovare autonomamente la strada verso l’integrazione;2. Rispondere ad un’esigenza dei servizi presso i quali le giovani migranti rischiano di restare in carico per tempi troppo lunghi (rischio di “passivizzazione”). Esigenza checonsiste nel favorire un “distacco” delle giovani donne da questa tipologia di servizi (dunque alleggerendone un incongruo carico di lavoro) certamente nei tempi giusti e nel momento opportuno;3. Favorire l’accesso delle giovani migranti al più ampio sistema di servizi e risorse territoriali (nell’area della scuola, della salute, del lavoro e della cittadinanza attiva) che sostanzia qualsiasi percorso di positiva integrazione (le giovani donne migranti sono tanto più integrate quanto più sono in grado di fruire autonomamente dei servizi e delle risorse disponibili nei contesti in cui esse vivono). La ricaduta positiva del raggiungimento di quest’obiettivo va dunque ravvisata sia nel maggior grado di autonomizzazione delle giovani migranti, sia nel fatto per cui i servizi, di conseguenza, si trovano ad interagire con utenti più informate e “capacitate”.

L’ideazione del modello innovativo di supporto all’autonomia delle giovani migranti si è avvalsa delle precedenti esperienze condotte sul campo nell’erogazione dei servizi apopolazionimigranti, con specifico riferimentoai segmenti più fragili, qualiminori nonaccompagnati,richiedentiasiloerifugiati.Esièavvalsaaltresìdelleriflessionicheillavoroconquestepersonehaprodottonellediversefiguredioperatoricoinvolti:

2.2 Presupposti e caratteristiche del modello

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mediatori culturali, psicologi, assistenti sociali, educatori, operatori legali, tutor. Il lavoro sociale, infatti,oggiinterrogaglioperatorisiasulversantedelleproprieprofessionalitàspecifiche,siasullemodalitàdellavorointerdisciplinare,sia,infine,sulversantedell’integrazionefunzionaledi diverse azioni, necessarie a ridare autonomia ad una popolazione fragile, portatrice di forme di svantaggio multiple.

L’approccio fortemente multidisciplinare e multiassiale deve trovare una sua congruenza logica chenonèpossibileperòdefinireinmodoastrattoedevesaperrispettarelecaratteristichespecificheedindividualidellasingolapersona:seppure,infatti,èpossibiletracciarelelineegenerali della logica dell’intervento, è necessario ricordare che maggiore è la fragilità dei soggettisucuisiinterviene,maggioredev’esserelacapacitàdirendereflessibililelogichedelservizio nei confronti delle esigenze dell’utenza. È inoltre indispensabile segnalare come tre ulterioridimensioniassumanounpesosignificativonellalogicadicostruzionedell’intervento.

La prima dimensione riguarda la “condizione assistita” propria di queste persone: sono, cioè, persone già in qualche modo in carico ai servizi sociali. È noto come i migranti di recentissimo arrivo passino attraverso una fase di disorientamento che, non impropriamente, è stata anchedefinita“shocktransculturale”,cherimandaall’interosistemavaloriale,dilinguaggi,dimodalità comunicative, di odori e sapori. Insomma è l’intero mondo esperienziale che subisce una sollecitazione forte, quasi tellurica.

Questo trauma richiede un tempo di adeguamento e acclimatazione che, per le giovani migrantiacuiilmodellosirivolge,dev’essergiàstatoesperitoesuperato.Perchépropriodopol’adeguamentoel’acclimatazionesorgeunelevatorischiodifrustrazioni.Edèproprioquichepuòannidarsiunareazionediattesa;unsensodiinsicurezza;lapercezionedinonessere ancora pronto a… Sensazione cui non sempre i servizi sono in grado di dare le risposte più adeguate: quelle, cioè, che colgono la giusta misura tra lo slancio all’autonomia e la percezione della fragilità individuale. L’intervento che il modello propone agisce proprio in quest’area di bisogno; nella scelta, cioè, della strada giusta, che è anche scelta del tempo giusto:ciòcheigrecichiamavanoKairos.

La seconda dimensione riguarda il genere: vale la pena ricordare come la condizione di giovani donne, spesso sole e sovente con pesanti esperienze migratorie, costituisca un elemento ad altissima densità emotiva. Rischi reali e paure fantasmatiche si intrecciano, tanto nella mente delle giovani, quanto in quelle degli operatori. Ci si trova, di fatti, di fronte ad una fragilità del tutto particolare, fortemente evocativa, che induce una forte spinta a mettere in atto meccanismi di protezione e, talvolta, di controllo da parte degli operatori, unitamente a reazioni che oscillano dalla passivizzazione, alla ribellione da parte delle utenti. Fenomeni che, se non trovano risposte adeguate, possono produrre sia il fallimento dei processi di presa in carico, sia il fallimento di eventuali processi di autonomia.

Infine il fattore tempo. Il modello prevede interventi relativamente brevi, finalizzati asostenererapidiprocessidicrescitaediempowerment,masoprattuttofinalizzatiadareaquestisoggettiunacartografiadelmondoincuisonochiamatiamuoversi:unacartografianella quale siano evidenti le piste, i percorsi, le strade, gli ostacoli, ma anche le regole del gioco. Ipuntidiaccesso, i luoghidi ristoroedi soccorso, lefiguredi riferimento, l’elencodei buoni e dei cattivi, cioè degli amici e dei nemici. Solo attraverso l’uso di un’adeguata cartografiasaràpossibiledefinireinmanieraconcretaunpercorsomigratoriocheècertoun’esperienza psicologica, una ricerca delle motivazioni e delle risorse interne, e tuttavia è ancheunviaggioquotidianotrauffici,sportelli,interlocutoriistituzionalienonistituzionali.

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti10

Insomma, si tratta di dare le coordinate per la ricostruzione rapida ed efficace delcapitalesocialediquestepersone:leistruzioniperchéquestocapitalepossaaccumularsiemantenersi. Per giungere, attraverso questo capitale, a dare concretezza al loro processo di autonomizzazione, dunque di integrazione sociale.

Inquesta luce, lacostanteazionediaffiancamentoetutoraggio,cheassicura lapresa incarico psicosociale, rappresenta il momento di snodo per l’articolazione degli altri servizi che sostanziano il supporto all’autonomia (mediazione, assistenza sociopsicologica, assistenza giuridico-amministrativa, supporto all’autonomia abitativa, orientamento allo sviluppo di competenze per l’inserimento lavorativo). Il lavoro del tutor consiste anche nel garantire il raccordoconlealtreattività,alfinediassicuraresinergia,confrontoemultidisciplinarietànella presa in carico “globale” delle giovani migranti.

L’azionedi sostegnoall’autonomia viene sempre condotta in équipe, tuttavia lapresa incaricopsicosociale,tramitel’affiancamentoediltutoraggio,costituisceunasortadimomentotopicoperlaricostruzionediunprogettomigratorio:nelsensodidefinizione,precisazione,riformulazione o individuazione (mai come in questi casi è opportuno parlare di vera e propria “individuazione”) di un progetto migratorio che possa dirsi tale, in termini di sensatezza e sostenibilità.Ciòcomportalosviluppodiun“pensieroeffettivamentepensato”sullepropriecapacità e sul come adeguare i propri obiettivi a tali capacità, oltre che attribuire successi ed insuccessi alle sole caratteristiche del contesto. Come dire sapersi muovere e muovere da soli, apprendendo una sorta di “arte del mosaico”. Certamente nessuno è completamente solo,népuòfaredasolo(bastiricordareilcelebresaggioBowlingalonediRobertPutnam)ed in tal sensomuoversidasoli significa imparareafarsiprotagonistadi sé stessiedelproprio saper fare, anche avvalendosi delle reti relazionali e di solidarietà, sia primarie, sia intermedie, sia secondarie. Questa è la forza dell’intervento. Illavoroconlagiovanemigrante,mentreaiutaaricostruireunpossibilesignificatodelpercorsomigratorio,consentedidefinireobiettivi,checertamentedebbonorisultarecoerentiancheconlecompetenzepsicologiche,inordineagarantireragionevoliprobabilitàdisuccesso.Ciòimplicaunasortadiprofilaturadiciascunapersona,dalpuntodivistadelleabilità,dellecapacitàdiautonomiaedellaresilienza,perdefinirepuntidiforzaecriticità,tenendocontodei quali è possibile calibrare ciascun percorso e fornire le forme e le modalità di supporto più adeguate.

Allo stesso modo, il bilancio delle competenze delle giovani migranti consente di commisurare l’impegno richiesto a ciascuna, dal punto di vista dell’acquisizione di competenze lavorative, dal punto di vista della capacità di ingresso nel mercato del lavoro, della capacità di tenuta diunpostodilavoroeviadicendo.Inbaseaquestobilanciosipuòcostruireancheilbrevepercorso di accompagnamento al lavoro e di sostegno lavorativo. Lagestionedituttiquestiaspettiècertamenteresapiùefficacedall’implementazionediunsistema informatico interfacciato su web (piattaforma on-line) che fornisce dossier individuale per ciascuna destinataria e “diario di bordo” delle prestazioni erogate.

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti 11

Lamappacognitivadelmodellosipuòriassumerecomesegue:

• Multidisciplinare e Multiassiale • Flessibile e individualizzato • Di secondo livello •Genderspecifico • Di breve durata

Con maggior dettaglio:

1. Multidisciplinare e multiassialea. perché sonomultidisciplinari e multiassiali le azioni necessarie a conferire o ridare autonomia ad unapopolazione fragile e portatrice di forme di svantaggio multiple;b.perchésiavvale:b.i. delle modalità del lavoro interdisciplinare;b.ii. dell’integrazione funzionale tra le diverse attività o servizi erogati, orientati su diverse assi: • tutoring; • sostegno sociopsicologico; • mediazione culturale; • assistenza giuridica ed amministrativa; • supporto all’autonomia abitativa; • sviluppo di competenza per l’inserimento lavorativo.

2. Flessibile e individualizzatoa.perchél’approcciomultidisciplinareemultiassialedevetrovareunasuacongruenzalogica,rispettandolecaratteristichespecificheedindividualidellasingolapersona;b.perchémaggioreèlafragilitàdeisoggettisucuisiinterviene,maggioredev’esserelacapacitàdirendereflessibililelogichemultiassialidell’azione,neiconfrontidelleesigenzedell’utenza,attraversoduestrumenti:b.i. la messa a punto di piani di azione individualizzati, ovvero percorsi individuali di supporto all’autonomia;b.ii.lafiguradeltutor,chegiocaunruolocentralenell’implementazionedelmodello.Iltutoringedilcounsellingrappresentano infatti lo strumento cardine per il sostegno e la guida alle scelte nei confronti di persone “in transizione”versol’autonomizzazione.Iltutor,accompagnatoreedinterlocutore,èlafiguradiraccordotraivari momenti dell’azione multidisciplinare e multiassiale, che concorre a conferire continuità e coerenza a tutta lafilieradiprestazioniprevista.

3. Di secondo livelloperchédestinatoabeneficiariechesonoingradodisuperarelafasedelladipendenzadaiserviziassistenziali.

4. Gender specifico:a. perchédestinatoa fornire supportoall’autonomiadigiovanidonnemigranti,maggiorenni eminorenni,regolarmente presenti in Italia, per ragioni umanitarie o per motivi di lavoro;b.perchélebeneficiariecondividonociòchegeneralmentesidefiniscemigrazione“alfemminile”.

5. Di breve durataperché prevede interventi relativamente brevi, finalizzati a sostenere rapidi processi di crescita e diempowerment.

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti12

L’implementazione del modello avviene secondo una dimensione logico-temporale, articolata in quattro fasi di lavoro:

a. Fase di avvio,lacuispecificitàaifinidelfunzionamentodelmodellorisiedenelriusciread attivare un insieme ampio di attori ed un insieme ampio di territori, in modo da condurre alla presa in carico di un elevato numero di soggetti che corrispondano ai requisiti della popolazionetarget(legiovanimigranti).Poichéiltuttorichiedediessereeffettuatointempirapidi, la fase di avvio deve concentrarsi sulla messa in campo di strategie e soluzioni adeguate a risolvere queste necessità. La fase di avvio è caratterizzata pertanto dall’insieme di azioni che consentono l’acquisizione delle risorse necessarie ad ottemperare alle necessità sopra riassunte e che si possono chiamare “attività di equipaggiamento”:

-definizionedellastrutturaorganizzativa;- acquisizione delle risorse intellettuali e professionali necessarie allo svolgimento dell’azione;- acquisizione della strumentazione tecnologica e dei materiali di lavoro;- costruzione della rete degli attori;-selezioneeindividuazionedeigatekeepersperl’accessoaibeneficiarifinali;

b. Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia. Laspecificitàdiquestafaserisiedenellanecessitàdifarsìcheivarisegmentidell’azionedisupportoall’autonomia(affiancamentoetutoraggio,assistenzasociopsicologica,mediazione,assistenza giuridico-amministrativa, sostegno all’autonomia abitativa) unitamente ai vari segmenti di supporto all’inserimento lavorativo, possano operare sinergicamente su ciascuna singolabeneficiaria(interventimultidisciplinari, integratiepersonalizzati).Erisiedealtresìnella necessità di assicurare la continuità della presa in carico di ciascuna giovane migrante dapartediteamdiversi:inmodochel’interazionetraciascunabeneficiariaeglioperatorirestiproficua;inmodochelasequenzadiinterventigeneriuneffettocumulativoedinmodoche le informazioni acquisite in merito ai risultati raggiunti risultino utili, dunque utilizzabili conefficaciadaglioperatorichesiavvicendanogliuniaglialtrinelcorsodelpassaggioda un’attività all’altra (cioè mentre il modello lavora). La fase di conduzione delle attività prendepertanto lemossedaun’azionediaffiancamentoe tutoraggio, taledagarantirel’elaborazionecondivisae l’efficacerealizzazionedipercorsi individualizzatidi supportoall’autonomia ed all’integrazione e tale da assicurare la presa in carico complessiva di ciascunabeneficiaria, in rispostaallapluralitàdeibisogni rilevati. La fasedi conduzionedelle attività prosegue attraverso l’erogazione degli altri servizi che sostanziano il percorso individualizzato di supporto all’autonomia e, successivamente, attraverso l’erogazione dei servizipiùspecificatamentefinalizzatial“lancio”versol’inserimentolavorativo.In sintesi, la fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia consiste nella realizzazione delle seguenti azioni:

-Affiancamentoetutoraggio(bilanciodellecompetenze,definizionediunpercorsoindividualizzatoetutoringe counselling orientativo, per un totale di 26 ore);- Supporto all’autonomia ed all’inclusione (assistenza socio-psicologica, mediazione culturale, assistenza giuridico-amministrativa e supporto all’autonomia abitativa, per un totale di 25 ore;- Sviluppo di competenze ed inserimento lavorativo (orientamento allo sviluppo di competenze, orientamento e supporto all’inserimento lavorativo, per un totale di 26 ore).

2.3 Implementazione del modello

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti 13

c. Fase di conclusione delle attività,chenellospecificodiquestomodellosicaratterizzaper la capacità di far diventare buona prassi l’esperienza realizzata. Un’esperienza che arricchisca il patrimonio della committenza e costituisca il modello di riferimento ed il punto dipartenzaperiniziativesimili,cheperaltroinItalianonhannofinoraconosciutoun’ampiadiffusione. In ordine a quest’obiettivo, la fase di conclusione prevede il completamento di tutte le attività, comprese quelle di carattere amministrativo, unitamente alla produzione dei materiali di ricerca e valutazione previsti;

d. Fase di valutazione e monitoraggio, che ovviamente è trasversale alle precedenti e viene direttamente curata dal Comitato di pilotaggio (il livello più elevato di governance del modello).

Il tutto come riassunto nelle seguenti tabelle sinottiche, in cui per ciascuna fase sono indicate leattività, leprofessionalità impiegate, imetodiegli strumenti,gliobiettivi specificied irelativi prodotti e risultati:

ATTIVITA’ OBIETTIVIPROFESSIONALITA’METODI/

STRUMENTI PRODOTTI/RISULTATI

Attivazione struttura organizzativa

Attivazione strumento informatico

Coinvolgimento della rete degli stakeholders locali

Reclutamento e selezione delle beneficiarie

Team di esperti

Team di esperti, responsabili per area e per territorio, esperti in informatica

Responsabili per territorioedéquipesmultidisciplinari

Équipes multidisciplinari, d’intesa con gli operatori delle istituzioni locali

Costruzione del gruppo di lavoro

Individuazione del software house; costruzione e lancio di un sistema informatico web based che consenta la gestione ed il monitoraggio dei percorsi individualizzati, tramite la registrazione in tempo reale delle prestazioni erogate e dei risultati conseguiti

Lettere d’intenti; protocolli d’intesa; richieste di accesso ai percorsi di supporto all’autonomia

Attivazione dei tutors e degli operatori ordinari e specialistici; predisposizione dei percorsi personalizzati

Riunioni, contatti ed incontri di programmazione e coordinamento, a livello locale e nazionale

Riunioni, contatti ed incontri di programmazione, a livello nazionale

Prese di contatto dirette (per le vie brevi e formali) incontri, lettere di invito

Incontri individuali

Attivazione dei responsabili per area e del loro coordinatore; attivazione dei responsabili per territorio; attivazione delleéquipesmultidisciplinari

Definizionedellastruttura, del piano operativo e delle modalità di sviluppo della piattaforma informatica

Sensibilizzazione ed attivazionedegliuffici,dei servizi e degli altri soggetti delle reti territoriali che sono a contatto con la popolazione target

Valutazionedelprofiloe della motivazioni delle giovani migranti candidate

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti14

TABELLA 2.3.2 – QUADRO SINOTTICO DELLA FASE DI CONDUZIONE DELLE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO ALL’AUTONOMIA

ATTIVITA’ OBIETTIVIPROFESSIONALITA’METODI/

STRUMENTI PRODOTTI/RISULTATI

Bilancio di competenze

Definizionedel percorso individualizzato di supporto all’autonomia

Tutoring e counselling orientativo

Assistenza sociopsicologica

Mediazione culturale

Assistenza giuridica ed amministrativa

Tutoredéquipemultidisciplinare

Tutoredéquipemultidisciplinare

Tutor

Psicologi, educatori ed assistenti sociali, d’intesa coi servizi territoriali competenti

Mediatori culturali

Operatori legali

Miglioramento dell’attitudine all’autovalutazione ed alla scelta

Coinvolgimento attivo nella gestione dei diversi momenti del percorso individualizzato

Continuità e coerenza dell’interafilieradipreviste dal progetto individualizzato

Sostenibilità del percorso individualizzato di supporto all’autonomia ed all’inclusione; costruzione di reti comunitarie o solidali di sostegno e partecipazione

Sostenibilità del percorso individualizzato di supporto all’autonomia ed all’inclusione; costruzione di reti comunitarie o solidali di sostegno e partecipazione

Sostenibilità del percorso individualizzato di supporto all’autonomia ed all’inclusione; consapevolezza in merito all’esercizio attivo dei diritti e dei doveri

Incontri individuali e di gruppo; sistematizzazione delle informazioni; compilazione di schede; caricamento piattaforma informatica

Incontri individuali e di gruppo; compilazione di schede; caricamento piattaforma informatica

Incontri individuali e di gruppo; caricamento piattaforma informatica

Incontri individuali (ascolto,affiancamento,sostegno e counselling); incontri di gruppo (simulazioni, role playing, utilizzo di tecniche espressive e di elaborazione dell’esperienza)

Interventi individuali e col gruppo; organizzazione di eventi per la promozione delle culture d’origine

Frontoffice;supportotelematico

Rilevazione dei bisogni e delle competenze; miglioramento della capacità di autovalutazione

Definizionecondivisae partecipata del percorso migliore ai finidell’autonomiaedell’integrazione

Supportare la beneficiarianelleproprie scelte e decisioni senza sostituirsi a lei

Empowerment;potenziamento dell’attitudine all’autovalutazione; rimozione dei fattori ostativi; prevenzione deiconflittiedelleincomprensioni nel rapporto con gli operatoridell’équipee con la rete dei servizi locali attivati; fidelizzazioneal percorso individualizzato di supporto all’autonomia ed all’inclusione

Facilitare l’accesso ai servizi; favorire il mantenimento della cultura d’origine

Informazione, assistenza ed accompagnamento per quanto concerne: normativa sul soggiorno, accesso ai servizi territoriali, diritti del migrante, procedure di emersione del lavoro irregolare, Patrocinio a spese dello Stato

Af f iancamento e tu to ra gg io

Suppor to au tonomia ed in te g raz ione

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti 15

Supporto all’autonomia abitativa

Erogazionedi servizi per lo sviluppo di competenze e l’inserimento lavorativo – orientamento allo sviluppo di competenze

Erogazionedi servizi per lo sviluppo di competenze e l’inserimento lavorativo – orientamento e supporto all’inserimento lavorativo

Assistenti sociali, educatori, psicologi

Tutoredéquipemultidisciplinare

Tutoredéquipemultidisciplinare

Sostenibilità del percorso individualizzato di supporto all’autonomia ed all’inclusione; raggiungimento di una condizione abitativa dignitosa

Elaborazionediun Piano d’Azione Individuale

Partecipazione a tirocini, risposta ad offerte di lavoro da parte del sistema produttivo locale, partecipazione a colloqui di selezione

Incontri individuali e di gruppo; accompagnamento

Incontri individuali per consulenza, orientamento professionale e formativo

Incontri individuali e con piccoli gruppi per accompagnare nella ricerca attiva del lavoro e scouting aziendale; coaching per monitorare il percorso di ricerca attiva del lavoro

Individuare soluzioni evolutive alla dimensione psicologica dell’abitare; superare o rimuovere gli ostacoli cherendonodifficileil reperimento di un’abitazione adeguata

Effettuareunbilanciodelle competenze

Promuovere l’inserimento lavorativo o il miglioramento della posizione nel mercato del lavoro

Sv i luppo d i compe tenze ed inse r imen to lavora t ivo

TABELLA 2.3.3 – QUADRO SINOTTICO DELLA FASE DI CONCLUSIONE DELLE ATTIVITÀ

TABELLA 2.3.3 – QUADRO SINOTTICO DELLA FASE DI CONCLUSIONE DELLE ATTIVITÀ

ATTIVITA’

ATTIVITA’

OBIETTIVI

OBIETTIVI

PROFESSIONALITA’

PROFESSIONALITA’

METODI/STRUMENTI

METODI/STRUMENTI

PRODOTTI/RISULTATI

PRODOTTI/RISULTATI

Completamento di tutte le attività

Valutazione e monitoraggio

Responsabili per area e per territorio, tutors ed équipesmultidisciplinari

Team di esperti, responsabili per area e per territorio, tutors ed équipesmultidisciplinari

Materiali di ricerca e di valutazione

Report

Riunioni e contatti, a livello locale e nazionale, consultazione della piattaforma on-line (dossier individuali e “diario di bordo” delle prestazioni erogate)

Riunioni, contatti ed incontri, a livello locale e nazionale, consultazione della piattaforma on-line (dossier individuali e “diario di bordo” delle prestazioni erogate)

Verifichediprogettoedamministrative

Valutazione e monitoraggio

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Visonoalcunedifficoltàdiimplementazione“intrinseche”almodello,complessivamentericonducibili ai seguenti fattori:1. Il fattore tempo, cioè la necessità di svolgere l’azione di supporto all’autonomia in un arco temporale relativamente contenuto;2. L’eterogeneitàdelprofilodellebeneficiariedelleazionidisupportoall’autonomia(donnemigranti per ragioni di “rifugio economico”, per ragioni umanitarie e minorenni straniere non accompagnate);3. La molteplicità di territori in cui l’azione di supporto all’autonomia dev’essere effettuata, che comporta inevitabilmente un confronto con realtà disomogenee (dal punto di vista del profilo della popolazione immigratapresente, dal punto di vista delle risorse territorialidisponibili, dal punto di vista delle caratteristiche del mercato del lavoro e dell’alloggio).

Sitrattadidifficoltàchesipossonoabuondirittodefinire“intrinseche”,perchéilmodelloèstatopensatoper l’appuntoper“lavorare” inpresenzadi talidifficoltà.Servetuttaviaricordarle,perchéatalidifficoltàintrinsechenelmodellosonoriconducibiliancheleprincipalicriticità strutturali a cui il modello è esposto, nel corso della sua implementazione, come appressospecificato.

L’urgenza del fattore tempo sollecita fortemente il modello nel momento della sensibilizzazione degli stakeholders locali. Momento che a sua volta è fondamentale per il reclutamento delle beneficiarie.Sempre inquestafase iniziale (attivazionedei territoriereclutamentodellegiovani migranti) il modello è sottoposto a stress anche dagli altri due fattori, rappresentati non solo dal tempo ma dall’eterogeneità delle categorie di giovani donne migranti da reclutare(quelleacuiilmodelloèdestinato)e,nondimeno,dallediverseconfigurazionideiterritoriincuiilmodellodevelavorare.Equestitrefattori(duratabreve,diversiprofilididonne e territori diversi) mettono nondimeno sotto pressione il modello nelle fasi successive, in cui avviene l’erogazione dell’azione di supporto all’autonomia: le attività erogate (sostegno sociopsicologico, mediazione ed assistenza legale, supporto all’autonomia abitativa, orientamento al lavoro) debbono ben articolarsi le une con le altre, per non creare tempi morti – che comprometterebbero la spinta motivazionale delle giovani migranti – ed in modo darisultaresostenibilidapartedigruppinonomogenidibeneficiarie,chevivonoinrealtàaltrettanto disomogenee.

Il modello risulta esposto a criticità nei punti di snodo che ne contraddistinguono l’articolazione, cioè nei punti che segnano il passaggio da un momento dell’azione di sostegno all’autonomiaaquellosuccessivo.Èquiche,aragionedelledifficoltà“intrinseche”allasuaimplementazione,di cui s’èdettoprecedentemente, ilmodellopuò subire le sollecitazionipiùintense,chepossonocomprometterne–ancorchéparzialmente–ilbuonfunzionamento,conuneffetto“acascata”.Uneffettoche,apartiredallaprimefase,puòaverericadutenegative sulla fase successiva.

TERZA SEZIONE: L’osservazione del modello “al lavoro”: criticità3.1 Criticità intrinseche

3.2 Criticità in rapporto alle fasi di implementazione

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Più precisamente, in ordine all’implementazione del modello, le criticità più rilevanti possono verificarsi:

• in fase di avvio, in particolare nel corso dell’attività di coinvolgimento della rete degli stakeholders locali (sensibilizzazione ed attivazione);• in fase di avvio, in particolare nel corso dell’attività (strettamente connessa alla precedente) di reclutamento eselezionedellebeneficiariedell’azionedisupportoall’autonomia;• in fase di conduzione delle attività che sostanziano l’azione di supporto, con riguardo in particolare:- alla sequenzialità dell’erogazione dei vari servizi. Il modello prevede un primo momento, che prende le mosse dall’affiancamentoe tutoraggio (26ore) eprosegue conattivitàdimediazione, sostegno sociopsicologico,assistenza legale e supporto all’autonomia abitativa (per un totale di 25 ore). Questo primo momento è propedeutico ad un secondo momento, caratterizzato da attività di orientamento allo sviluppo di competenze e supporto all’inserimento lavorativo (per un totale di 26 ore);-alladuratadell’erogazionediciascunservizio(26oretrabilancio di competenze, definizione delpercorso individualizzato e tutoraggio; 6 ore per la mediazione, 4 per l’assistenza legale, 11 per quella sociopsicologica, 4 per il supporto all’autonomia abitativa; 26 ore tra orientamento allo sviluppo di competenze e supporto all’inserimento lavorativo).

Il modello può entrare in sofferenzaquando la sensibilizzazione e l’attivazione deglistakeholderslocalinonconduceadunapienacomprensioneecondivisionedellafinalitàcheattraverso il modello s’intende perseguire. Infatti, la rete territoriale di servizi pubblici e privati che a vario titolo si occupano di migranti rappresenta anche l’insieme dei gatekeepers perl’accessoallepotenzialibeneficiariedell’azionedisupportoall’autonomia.

Nei vari territori in cui s’intende realizzare l’azione, ciascun partner è chiamato ad attivare un’ampia rete di enti ed associazioni, composta da soggetti pubblici, privati e del privato sociale.Ciascunpartnerpuòavvalersidelsistematerritorialedeiservizigestitidallapropriaretediappartenenzaedei servizigestitidalle istituzioni locali.Oppurepuòprediligerel’ausilio dei servizi sociali comunali, ai quali l’azione di supporto all’autonomia è stata presentata. Inognicaso,puòaccaderechel’attivazionedeglistakeholderssiarealizzatasecondo procedure disomogenee, perché – anche in ragione dell’urgenza dettata dalfattore tempo di cui s’è detto – pressante è in primo luogo l’intento di ottenere un’ampia sensibilizzazione dei territori, che consenta l’individuazione ed il reclutamento delle giovani migranti.Nederiva che il reclutamentodellebeneficiarie candidabili avvieneattraversolemodalitàpiùvarie:perchégiànotecomepossibilibeneficiariedell’azionedisupportoall’autonomia;attraversoilpassaparola;attingendoalleanagraficomunali,cioèselezionandoiltarget(perprovenienzaefasciad’età)edinvitandolepotenzialibeneficiarieapresentarsipresso i servizi sociali comunali per conoscere le opportunità offerte dall’azione di sostegno all’autonomia. Certamente, solo laddove vi sarà stata maggiore capacità di dialogo con i servizicheprincipalmenteintercettanolegiovanimigranti,lespecifichefinalitàdelmodellodisostegnoall’autonomiasarannomegliotrasferiteaiservizieconessicondivise.Equestapiena condivisione certamente favorirà una corretta individuazione delle beneficiariecandidabili.Valesoffermare l’attenzionesuquestoaspetto,perché l’azionedisostegnoall’autonomiasi rivolge a giovani donne che hanno superato le esigenze di primo livello e sono pertanto in grado di cominciare ad emanciparsi dalle forme di assistenza di base che ricevono dai servizi. Laddove invece,pervarieragioni, ildialogoe lacondivisionedellefinalitàcon iserviziavrannotrovatominorespazio,l’individuazionedellebeneficiariecandidabilipotràrisultare meno accurata.

3.2.1 Criticità in fase di avvio

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Le criticità relative all’individuazione delle beneficiarie candidabili da parte deglistakeholders locali, con un effetto “a cascata”, aumentano la probabilità di determinare altre criticità nel successivo momento della selezione delle giovani migranti da inserire nell’azione disostegnoall’autonomia.Èinfattidifficileescluderedall’azionegiovanidonnechesonogiàstate reclutate dai servizi.

Puòdarsiilcasocheledestinatariedell’azionedisostegnoall’autonomia,perdefinizionegiovanidonneindifficoltàsuvarifronti,sianosegnalatedaiserviziodalprivatosocialesenzaaverprimaeffettuato incontrid’équipe, cheavrebbero invecepotuto favorire unapresa incaricoadeguatamente informataefiltratadaoperatoricheconoscevanogià legiovani migranti ed i loro bisogni.

Lafasediselezionedellebeneficiarie,strettamenteconnessaallafasediattivazionedeglistakeholdeslocali,puòperciòdarluogoacriticitànellamisuraincuiconduceallacostruzionedigruppinonsufficientementeomogeneidigiovanimigranti.L’elementodicriticità,aifinidel buon funzionamento del modello, risiede nel fatto che il modello esprime al meglio le sue potenzialità – in ordine alla promozione dell’autonomia – quando lavora con gruppi di giovanidonneconcaratteristichesostanzialmenteuniformi.Cioècongruppisufficientementeuniformi in ordine a: spinta motivazionale, adeguata conoscenza della lingua italiana, capacità di sostenere un percorso.

Anche quando lavora con gruppi ragionevolmente omogenei di giovani donne, il modello puòentrare in sofferenza se l’erogazionedellevarieattivitàche sostanziano il supportoall’autonomiavieneeffettuatasecondounoschemarigido,soprattuttoperciòcheriguardala sequenza di tale erogazione. Ciascuna attività (dal tutoring e counselling orientativo, al sostegno sociopsicologico, all’assistenza legale, fino all’orientamento allo sviluppo dicompetenze ed al supporto all’inserimento lavorativo) deve articolarsi con le altre, piuttosto che esser posta in semplice successione con la precedente. Del resto il modello trova tra i suoi principali punti di forzaper l’appunto la flessibilitàdei percorsi personalizzati e lapossibilità–dapartedellebeneficiarie–dipotercontaresuunafiguraditutor.Il gruppo o i gruppi di giovani migranti a cui il modello è destinato, per quanto uniformi in ordine a motivazione e capacità – quando le attività di reclutamento e selezione in fase di avvio siano state condotte con la massima accuratezza possibile – sono pur sempre donne che per la prima volta partecipano ad un percorso strutturato di promozione dell’autonomia. Molte di esse provengono da realtà familiari piuttosto “chiuse” e poco integrate, con un forte radicamento ad usi, costumi, culture del paese di origine e senza alcuna pregressa esperienza lavorativa che abbia svolto funzioni integrative. Dunque donne poco partecipi della vita sociale,sianellerealtàmetropolitane,sianeicentridiminoredimensionedemografica.Percontro, le giovani donne in possesso di maggiori competenze acquisite nei paesi d’origine, al dilàdelproblemadelriconoscimentodeititolidistudio,sitrovanoindifficoltànelvederlevalorizzate,perchéleloropossibilitàdiinserimentooccupazionalesonoperlopiùlimitateesclusivamente al lavoro di cura ed assistenza alle persone anziane. Di fronte alle esigenze di queste giovani migranti, per rendere sostenibili i loro percorsi di sostegno all’autonomia, è opportuno che il modello garantisca una buona integrazione tralevarieattivitàiniziali(affiancamentoetutoraggio,sostegnosociopsicologico,mediazioneedassistenza legale) ed una rapida integrazione funzionale tra queste attività e le conseguenti attivitàdibilanciodellecompetenzeedorientamentoaifinidell’inserimentolavorativo.

3.2.2 Criticità in fase di conduzione delle attività

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In tal senso, una possibile criticità risiede nella rigida suddivisione delle ore previste per le varieattivitàneisingolipercorsi.Soprattuttoquandosiverificaunamancatacorrispondenzatra numero di ore assegnate ad ogni attività1 e differenti bisogni di ogni singola giovane donna. Più inparticolare, questamancata corrispondenza configura un rischiodi criticitàladdove l’articolazione sequenziale in fasi dell’erogazione delle varie attività è intesa in senso rigido. È vero che il modello prevede idealmente una fase iniziale di “rafforzamento” delle giovanimigranti,invirtùdiattivitàdiaffiancamentoetutoraggio,sostegnosociopsicologico,mediazione, assistenza legale e promozione dell’autonomia abitativa. È vero che questa fase iniziale è idealmente intesa come fase propedeutica a quella successiva, in cui vengono erogate attività di orientamento e supporto all’inserimento lavorativo. Ma quest’articolazione deveconservareinognicasoilsuocarattereprioritariodiflessibilitàepersonalizzazione.Nonsoloperchéunrigidofrazionamentonell’erogazionedelleattivitàrischiadicrearetempimorti,chepossonorappresentaremotivodicadutadiinteressedapartedellebeneficiarie.Ma in primo luogo perché è verosimile attendersi che gran parte delle destinatarie –ancorchéattentamente reclutatee selezionate– sia spintaacoinvolgersi nelpercorsodisostegnoall’autonomiaconilprincipaleobiettivo–ancorchéinpectore–diavvalersidelleopportunità offerte dalle attività di orientamento e supporto all’inserimento lavorativo (le attività che “vengono dopo” quelle di sostegno sociopsicologico, mediazione e via dicendo). Laddoveciòsiverifica,lacriticitàèdeterminatadalfattochegranpartediquestedonne,dopoessersicoinvoltenelleattivitàpiùavanzatediorientamentodellecompetenzeaifinidell’inserimento lavorativo, vengono presto a lamentare una scarsa capacità di sostenere tali attività. Cioè mostrano poca capacità di tenuta di fronte alle frustrazioni, con conseguente rapida perdita della motivazione. Dunque la fase più “avanzata” del percorso di promozione dell’autonomia, per esser sostenibile, rende necessaria la fase precedente, che consiste nell’erogazione di attività di sostegno sociopsicologico, mediazione, assistenza legale e supporto all’autonomia abitativa. Ma il modello dev’essere altresì implementato riservando la massima attenzione ad articolare bene le due fasi. Per contro, è verosimile attendersi anche il caso opposto: quello in cui, per alcune giovani migranti, l’erogazione delle sole attività relativeallafaseiniziale(affiancamentoetutoraggio,sostegnosociopsicologico,mediazioneedassistenzalegale)possaforniresufficientistrumentipertrovareautonomamentesoluzionilavorative.Èchiarochequest’eventualitàappareaprimavistaauspicabileenonconfiguraalcun fattore di criticità. Ma, a rigore, questi casi fortunati rappresentano comunque forme – sebbene paradossali – di non corretto funzionamento del modello, perché parimentiviene precocemente a mancare la motivazione a completare l’intero percorso di sostegno all’autonomia.Ciòponelaquestionedelleuscite“anticipate”dellebeneficiariedalpercorsoprevisto dal modello, di cui si dirà più avanti nel Manuale d’uso.

1- 26 ore per l’affiancamento ed il tutoraggio, 6 per la mediazione, 4 per l’assistenza legale, 11 per quellasociopsicologica, 4 per il supporto all’autonomia abitativa, 26 tra orientamento allo sviluppo di competenze e supporto all’inserimento lavorativo.

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti20

QUARTA SEZIONE: Il Manuale4.1 Sul funzionamento del modello

Come già ricordato nei paragrafi iniziali di questomanuale, il modello innovativo disupporto all’autonomia è stato pensato per un particolare target di giovani donne migranti, che sono per così dire “a mezza parete”2 tra il bisogno elementare di assistenza/dipendenza dai servizi – bisogno che caratterizza il primo ingresso nel paese d’immigrazione – e l’inizio dell’autonomizzazioneveraepropria.Questo specifico targetè raggiungibileattraversoattente procedure di individuazione e reclutamento. Ma il modello vuole raggiungere questo target non già per far transitare le giovani migranti dalla dipendenza all’autonomia, si propone invece di fornire una risposta adeguata alla loro condizione di essere “a mezza parete”. Non elargisce pesci ma rende disponibili i materiali utili a costruire i propri strumenti per pescare. Il modello “lavora” sulla dimensione interna della persona, piuttosto che sulla disponibilità dell’ambiente esterno. Non assiste tramite aiuti esterni ma aiuta a far ritrovare e mobilizzare le risorse interne, attraverso un insieme complesso ed articolato di azioni. Il suo elemento di forza e di originalità va ravvisato nel fornire un insieme di strumenti – di ordine psicologico e di ordine cognitivo – utili ad emanciparsi sostanzialmente e fattivamente dai servizi. Cioè utili ad emanciparsi da un appoggio di tipo assistenzialistico ai servizi, di cui sono ben noti i limiti ed i rischi.

Attraverso l’osservazione del modello “al lavoro” si è avuto modo di rilevare che, al termine delle attività, il parere delle beneficiarie converge sull’apprezzamento per il percorsocompiuto,ancheaprescinderedaisuoirisultaticoncretiinterminidiinserimentolavorativo.Efa registrare l’acquisita consapevolezza del fatto che – indipendentemente dalla sfavorevole congiuntura economica in atto – i risultati non possono essere visti solo nell’immediato. Appare chiaro in sostanza che la sperimentazione della ricerca effettiva del lavoro – e dell’abitazione, seppure in misura minore – costituisce comunque una sorta di banco di prova. L’attento ascolto diquestiparerimostratuttaviachepermaneunadifficoltàacogliereappienoilsensodelmodello.Edinciòrisiedelaprincipaletralecriticità“intrinseche”almodello.Lacriticitàcheriassumetuttelealtre.Ovveroladifficoltàintrinsecaalraggiungimentodiquellacondizioneche il modello stesso pone quale proprio obiettivo globale: capire cos’è l’autonomia. Come dire che, paradossalmente, il punto critico centrale del modello risiede nel suo proporsi un obiettivoambizioso.Perchélanozionediautonomiaèunconcettodifficiledatrasferire.Maèanchel’elementosucuiinsistere,aifinidiunapositivaintegrazionedellegiovanimigranti.L’elemento che conferma l’utilità di altre future iniziative, che avvalendosi del modello qui proposto insisteranno su questo punto di grande rilevanza.

2- L’espressione “a mezza parete” è il titolo del volume postumo di Michele Risso, etnopsichiatra ante litteram, che lavoròalungocomepsichiatraepsicoterapeutainSvizzera,neiprimianniSessantadelNovecento,congliimmigratiitaliani. Risso prese volutamente in prestito quest’espressione dallo psichiatra di impronta fenomenologica Ludwing Binswanger (l’ideatore della Daseinanalyse) che la utilizzava come allegoria l’immagine dell’alpinista che si trova in parete e non sa dove andare, sospeso tra l’impossibilità di proseguire la scalata e l’impossibilità di scendere.

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ComesiricorderàanchedallaprecedenteTABELLA2.3.1–QUADROSINOTTICODELLAFASEDIAVVIO,lastrutturaorganizzativadelmodellofacapoadunteamdiesperti,chesipuògenericamentedenominareComitatodipilotaggioechedellastrutturaorganizzativacostituisce il più elevato livello di governance.

Al successivo grado di governance debbono trovarsi i responsabili per ciascuna area di servizio, che svolgono funzioni di interfaccia operativa, sono attivati dal Comitato di pilotaggio ed articolati a più livelli, in accordo con le caratteristiche del modello. È infatti previstaunafiguradiresponsabileperciascunaareadiservizio(areadellamediazione,area giuridico-legale, area socio-psicologica, area dell’autonomia abitativa, area dello sviluppo di competenze, area dell’inserimento lavorativo).

Il pool dei responsabili d’area conta inoltre su un coordinatore, con funzioni di supervisione del lavoro di tutte le aree.

Inparalleloconiresponsabilid’areasonoaltresìprevistefigurediresponsabiliterritoriali,per l’intero insieme di attività che si svolgono in ciascuno degli ambiti territoriali (il numero dei responsabili è ovviamente pari a quello dei territori in cui il modello è chiamato ad operare, dunque varia a seconda di com’è organizzato il progetto che implementa il modello).A ciascun livello locale, la struttura organizzativa assicura lo svolgimento delle sue funzioni attraverso riunioni, contatti ed incontri di programmazione e coordinamento, da cui deve scaturire l’attivazione dei professionisti che compongono l’intero gruppo di lavoro cui compete l’implementazione delle attività: psicologi, educatori, assistenti sociali, mediatori culturali, operatori legali, tutors.

4.2 Fase di avvio: la struttura organizzativa

FIGURA 4.2. – LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL MODELLO

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In considerazione della complessità e della natura multiassiale del modello, si suggerisce di elaborare, in fase diavviodelleattività,leLINEEGUIDAPERL’INTERVENTO,perlacuicompilazionesaràcertamentepossibileavvalersi delle indicazioni contenute nel presente Manuale d’uso. Le linee guida rappresentano uno strumento fondamentale di orientamento del lavoro sinergico. In primo luogo, permettono di creare un riferimento ed un linguaggio comune tra gli operatori, che tenga conto della complessità dell’esperienza migratoria delle giovani migranti, in cui emergono una molteplicità di bisogni di natura relazionale, affettiva, formativa, lavorativa, etc. e favorisca il confronto e lo scambio tra le varie professionalità per la costruzione di pratiche condivise. L’obiettivo risiede nel costruire una comunità di linguaggio e pratiche, per mettere gli operatori nelle migliori condizioniperidentificareletraiettorieutiliaridurrepossibilivulnerabilitàdellebeneficiarieepromuoverele risorse e le potenzialità delle giovani migranti. Ma è anche quello di sostenerli nel compito di “mettere a sistema” tutti coloro che a vario titolo (servizi, privato sociale, Terzo Settore, Reti sociali) sono chiamati a contribuireaquestoprocessoversol’autonomia.Lelineeguida,insostanza,pongonolepremesseaffinchésiapossibile un confronto costante sulle esperienze e le modalità di lavoro rispetto al target dell’intervento, sia negli aspetti di complessità, sia nei punti di forza.

L’attivazione degli stakeholders locali è fondamentale ai fini del buon funzionamento del modello perchéconsente di pubblicizzare l’azione di supporto all’autonomia delle giovani migranti e serve a predisporre il territorio ad accogliere i risultati di tale processo di autonomizzazione.

In ragione delle peculiari caratteristiche del modello (multiassiale e multidisciplinare, su più territori) è opportuno predisporre una piattaforma informatica che fornisca all’intero gruppo di lavoro una sorta di diario di bordo di ciascuna giovane migrante (dossier individuale digitale) costantemente alimentato da tutti gli operatori coinvolti nelle varie attività, in modo da facilitare lo scambio di informazioni e da rendere possibile un monitoraggio in tempo reale per l’adozione di eventuali possibili correttivi.

Come illustrato anche nella precedente TABELLA 2.3.1 – QUADRO SINOTTICO DELLAFASEDIAVVIO,lapiattaformainformaticadeveprevederelapossibilitàdidarcontodelprofilodi ciascunabeneficiaria, dell’andamentodell’interopercorsodi autonomizzazioneperciascunabeneficiariaedellostatodiavanzamentoditalepercorsointemporeale.Lapiattaforma ha dunque lo scopo di agevolare la presa in carico multidisciplinare e condivisa daglioperatori,nonchédisupportarelaprogettazione,lagestioneedilmonitoraggiodeipercorsi individualizzati, tramite la registrazione in tempo reale delle prestazioni erogate e dei risultati conseguiti.

Il gruppo di lavoro, nelle sue articolazioni per territorio, provvede a promuovere il coinvolgimento della rete degli stakeholders locali, cioè degli interlocutori pubblici e privati che a vario titolo sono interessati dalle azioni. Quest’aspetto è parte integrante del modello per due ragioni:

• la cura della rete territoriale fatta di servizi pubblici ed organismi che forniscono servizi a titolo volontario o nell’ambito del privato sociale costituisce il presupposto per il reclutamento delle giovani migranti;

• la cura della rete territoriale si colloca nella prospettiva di potenziare la capacità degli attori istituzionali e non istituzionali di recepire i risultati dell’intervento che il modello realizza.

4.3 Fase di avvio: lo strumento informatico

4.4 Fase di avvio: il coinvolgimento della rete degli stakeholders

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È stato più volte ricordato che la rete territoriale di servizi pubblici e privati che a vario titolo si occupano di migranti rappresenta anche l’insieme dei gatekeepers per l’accesso alle beneficiarie.

Per le ragioni riassunte nel precedente paragrafo 4.1 – Sul funzionamento del modello, il modelloèstatopensatoperunacategoriadipersone,chehannosìprofilieterogeneimacondividono una peculiarità, che va ravvista nel doppio aspetto della loro condizione: a metà strada tra: a) l’aver raggiunto quella piena autonomia che consentirà loro di camminare da sole e b) il rimanere ancorate ai bisogni primari, tipici delle primissime fasi dell’immigrazione.

Il reclutamento delle giovani migranti, che avviene nella fase di avvio del modello, attraverso l’attivazione degli stakeholders locali, è dunque un momento topico del modello, a cui prestare la massima cura. Nell’implementazione del modello dev’essere pertanto trasferita alla rete territorialedeiservizi,conlamaggiorchiarezzapossibile,ilsignificatodelmodellostesso,riassumibile come segue: a. il modello si propone di fornire sostegno all’autonomia di giovani donne migranti regolarmente presenti nel territorio italiano, ivi comprese minori non accompagnate e richiedenti o titolari di protezione umanitaria, per metterle in grado di inserirsi nel mondo del lavoro e trovare un’abitazione e non già per offrire loro lavoro e casa;

b. il modello è destinato a giovani migranti che debbono esser individuate tra quelle già pronte a “lasciare il nido” della dipendenza dai servizi, cioè in possesso di alcuni requisiti che consentano loro di sostenere un percorso più avanzato. Requisiti tra i quali è certamente fondamentale, oltre alla spinta motivazionale, un’adeguata competenza linguistica in italiano.

4.5 Fase di avvio: reclutamento delle beneficiarie candidabili

L’acquisizione del consenso in merito a questi aspetti e la loro condivisione con i servizi territoriali pubblici e del privatosociale,checontribuisconoadindividuarelebeneficiariecandidabili,comportaunimpegnodinonpococonto, ma quest’impegno è fondamentale per assicurare la corretta individuazione delle candidate da avviare allaselezioneecostituisceunodeifattoricheconsentonoalmodellodilavorarealmeglio.Edèimportantecurare il momento della sensibilizzazione dei servizi locali ancor prima del momento della selezione delle candidate,perché–adesempio–infasediselezionerisultasemprepiùdifficilenonincluderenelleazionisoggetti che sono stati indirizzati dagli enti locali, anche quando questi soggetti non abbiano le adeguate caratteristiche per parteciparvi.

Nella stessaprospettiva, èauspicabileprevedere incontridi équipe tramembridelgruppodi lavoro cheimplementa il modello e rappresentanti dei servizi locali, in modo da favorire un’individuazione delle potenziali beneficiarie,filtratadaoperatorichehannodirettaconoscenzadiquestegiovanimigrantiedeilorobisogni.

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4.6 Fase di avvio: selezione delle beneficiarie

4.7 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia: affiancamento e tutoraggio

Dopoaver individuato lebeneficiariecandidabili invirtùdelcoinvolgimentodelle retiterritoriali,aifinidellaloroselezioneèfondamentalelacondivisionedell’assuntochel’azionenon dà lavoro ma gli strumenti per cercarlo. La chiarezza della comunicazione in merito a questo punto è indispensabile per evitare che si riversino sul modello aspettative impossibili, che comprometterebbero la motivazione delle giovani migranti, dunque il funzionamento del modello stesso.

Le beneficiarie selezionate necessitano in primo luogo di un appoggio finalizzato aricomporre ovvero incrementare le proprie competenze informative, relazionali, sociali, professionali. Ed è questo il senso dell’intervento iniziale di affiancamento e tutoraggio,che consiste in un’azione mirata di accompagnamento, per facilitare la ricostruzione o la costruzione di legami e comunicazioni attorno alla persona e nel suo contesto sociale. Ciascunabeneficiaria èdunque sin da subito protagonistadel percorsoappena iniziatomafindasubitodisponediun tutor,chesenzasostituirsiadessa lamotivae la informa,orientandolaesostenendolanelledifficoltàpratiche,logisticheedirelazione,all’internoeda latere del percorso di sostegno all’autonomia.

Il tutoring ed il counselling rappresentano lo strumento cardine per il sostegno e la guida alle scelte nei confronti di persone “in transizione”. In questa luce il tutor, accompagnatore edinterlocutore,èlafiguradiraccordo,nellamisuraincuiconcorreaconferirecontinuitàecoerenzaatuttalafilieradiprestazioniprevista,dicuièchiaralanaturaprocessualeversol’autonomia decisionale della giovane migrante, nel segno della valorizzazione consapevole del senso della propria storia.

Piùinparticolare,l’azionediaffiancamentoetutoraggio,cheruotaperl’appuntoattornoallafiguradeltutor,sisostanzianellamessaapuntodiunbilancioinzialedellecompetenzedellagiovanemigrante,dacuiscaturisce ladefinizionediunpercorso individualizzatodisupporto all’autonomia ed all’integrazione (PISAI).

Apartiredaunarivisitazionedellapropriastoriaformativaelavorativa,filtrataattraversoun’analisi dei propri interessi e delle proprie aspirazioni, il bilancio delle competenze si

Un’attenta analisi della spinta motivazionale, soprattutto se a monte c’è stata una corretta procedura di individuazione da parte dei servizi invianti, consente alle candidate di comprendere e condividere, nel corso del colloquio iniziale di selezione, il senso del percorso che il modello propone loro.

I colloqui individuali debbono essere effettuati dopo aver predisposto una griglia di intervista, che consenta di raccogliereinformazioniperun’accuratavalutazionedelprofiloedellamotivazione.

Ilpossessodiunasufficientecompetenzalinguisticainitalianodovrebberappresentareuncriterioirrinunciabiledi selezione3.

3-Sièquipreferitoutilizzareilcondizionale“dovrebbe”perchél’esperienzainsegnacheilbisognodimediazionelinguistico-culturale,almenoinalcuniterritori,ètuttoraunachiavefondamentalediagganciodellepotenzialibeneficiarie.

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costruisce con gli strumenti del tutoring e del counselling, in modo da condurre ad un affinamentodellecapacitàdiautovalutazione,conconseguenteattivazionedellacapacitàdi orientarsi verso scelte possibili.

Allostessomodo,il lavorodisintesicondivisotratutoreciascunabeneficiariaconsentedicostruire un percorso personalizzato, in grado di rispondere alle peculiari esigenze in termini di assistenza sociopsicologica, giuridico-amministrativa, mediazione, supporto all’autonomia abitativa e, in un momento ancora successivo, in termini di orientamento allo sviluppo di competenze e supporto all’inserimento lavorativo. Ciascun percorso predisposto per ciascuna giovane migrante coniuga tendenzialmente in un quadro unico: le peculiarità della persona, le caratteristiche del contesto in cui quella persona vive, le potenzialità “endogene” che quellapersonaè ingradodimobilizzare, lerisorsecheilmodellopuòattivareafavoredi quella persona (le varie attività di supporto all’autonomia ed all’integrazione svolte dall’équipemultidisciplinare).

Certamente ciascuna giovane migrante ha bisogno di un punto di riferimento stabile mentre compie il percorso personalizzato di sostegno all’autonomia. A fronte di ciò, il modelloprevede invece una sorta di “parcellizzazione” delle attività che sostanziano quel percorso. Attività che debbono necessariamente essere molteplici (vista la complessità dei bisogni e la conseguente complessità delle risposte da implementare) e necessariamente svolte in tempi contenuti.Neifatti,ciascunabeneficiariasitrovaadoverinteragireconunamolteplicitàdiinterlocutori(icomponentidell’équipemultidisciplinareacuisonoaffidatelavarieattività)chesvolgonoillorointerventoinunnumerolimitatodiore.Èovviocheciònonconsentelacreazionedilegamimotivazionaliforti.Daquil’importanzacrucialecherivestelafiguradeltutornell’operativitàdelmodello.Aquestafiguraspettainfattiilcompito–determinanteperilfunzionamentodelmodello–diunificaregliinterventierafforzareillegame,dunquedisvolgere per l’appunto la funzione di punto di riferimento stabile, in virtù della sua presenza costante, per tutta la durata dell’azione.

L’assistenza sociopsicologica è fornita da psicologi, educatori ed assistenti sociali, nell’ambito del percorso individualizzato di supporto all’autonomia ed all’inclusione dei giovani migranti, ove necessario con l’invio ai servizi territoriali competenti. Consiste in attività diascolto,affiancamento,sostegnoecounselling,tramitecolloquiindividualiedigruppo,incui ha luogo l’individuazione di bisogni, aspettative ed eventuali vulnerabilità.

Questo servizio opera: per l’individuazione e la rimozione delle condizioni ostative ai processi di autonomia; per l’empowerment della giovane; per il potenziamento dell’attitudine all’autovalutazione;perlaprevenzionedeiconflittiedelleincomprensioninelrapportocongli operatoridell’équipee con la retedei servizi localiattivati;per lafidelizzazionealpercorso individualizzato di supporto all’autonomia ed all’inclusione: ovvero per l’eventuale riprogrammazione degli interventi inizialmente predisposti.

Alla luce di quanto sopra specificato, è evidente che ciascun tutor potrà sostenere la presa in caricocontemporanea di non più di quattro giovani donne migranti.

4.8 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia: assistenza sociopsicologica

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L’équipeaccompagnaipercorsidiridefinizioneidentitarianelledonnemigranti,sostenendo,da un punto di vista sociale, psicologico e relazionale le destinatarie che si trovano in una condizione di particolare vulnerabilità, garantendo loro assistenza e sostegno, ed invio dove necessario ai servizi territoriali di competenza.

La tabella seguente propone una check list, che consente di avere chiari i requisiti delle prestazioni, le risorse umane necessarie, gli output e i risultati attesi.

TABELLA 4.8 – ASSISTENZA SOCIO-PSICOLOGICA: REQUISITI DELLE PRESTAZIONI E RISULTATI ATTESI

PrestazioniProcessi Risorse

strumentaliCompetenze/

Risorse umaneOutput

Requisiti delle prestazioni

Percorso di sostegno/counselling psicologico

Attività di ascolto, affiancamentoe sostegno; individuazione dei bisogni/ aspettative dellebeneficiarie;individuazione di eventuali vulnerabilità. Condivisione in equipe del percorso individualizzato; Invio ai servizi territoriali di competenza ove necessario

Mobilizzazione delle risorse personali nelle destinatarie. Maggiore adesione al PISAI; possibilità di riprogrammazione degli interventi: migliore qualità del lavoro nei diversi attori coinvolti nel processo

Mobilizzazione delle risorse personali nelle destinatarie, maggiore autonomia delle stesse nell’avvio di percorsi di inclusione socio lavorativa; sviluppo di empowerment (incremento della stimadiséeautodeterminazione personale).

Colloqui individualiDiscussione e studio dei casi.

Psicologo

PsicologoSensibilizzazione alla auto-promozione professionale e trasformazione dell’identità sociale; sviluppo di una rete di legami interpersonali; riferimento cognitivo/affettivo e sostegno emotivo e sociale alla propria realizzazione professionale e sociale; creazione di una rete comunitaria di sostegno e partecipazione.

Attività di gruppo: partecipazione alle attività proposte quali simulazioni, role-playing, tecniche espressive, lavoro di gruppo, etc. ed elaborazione attraverso il gruppo dell’esperienza stessa.

Percorso di sostegno/counselling psicologico

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Risultati attesi per la destinataria:

-Attivitàdiprevenzioneerisoluzionedipossibilicausediconflitto/incomprensionenelrapportotraglioperatorieledestinatariedelprogetto,nonchétraquesteultimeelaretedeiserviziattivati.- Individuazione e rimozione delle condizioni che ostacolano i processi di autonomia delle donne migranti.-Maggioreautonomiaedattitudineall’autovalutazioneedallascelteautonomenellebeneficiare;nonchélapossibilità di ipotizzare un progetto di sviluppo personale/professionale adeguato alle proprie capacità e spendibile con una maggiore consapevolezza rispetto alle competenze e potenzialità possedute; maggiore stimaesicurezzainséstessiecapacitàdipartecipazioneattivanellarealizzazionedeipercorsiindividualizzati.-Maggiorelariflessionedelledonnecoinvoltesulleproprieesperienza,potenzialitàerisorseprofessionali,sulle possibilità di trasformarle in un progetto di impiego o auto impiego concreto, sui vincoli sociali, giuridici, economici e non ultimo familiare che condizionano tale possibilità, investendo maggiormente sulla propria identità professionale.

Vale ricordare che la presa in carico psicosociale – unitamente all’affiancamento ed al tutoraggio ed inpienasinergiaconessi–èunelementocaratterizzanteilmodello,perchérappresentailmomentodisnodoper l’articolazione degli altri servizi che sostanziano il supporto all’autonomia (mediazione ed assistenza nelle questioni giuridico-amministrative, nella ricerca di un’abitazione e nello sviluppo di competenze per l’inserimento lavorativo). L’attività di supporto psicosociale deve realizzarsi in raccordo con le altre attività, al finediassicuraresinergia,confrontoemultidisciplinarietànellapresaincarico“globale”dellegiovanimigranti.

Èeffettuatadaimediatorichecompongonoleéquipeseconsisteininterventi,individualie di gruppo, che si muovono su due versanti: 1. facilitare l’accesso ai servizi ed alle altre opportunità disponibili, secondo la tradizionale funzione di “ponte” attribuita alla mediazione;

2.favorirecontemporaneamenteilmantenimentodellaculturad’origine,postocheunconflittosuquestopuntotende a produrre destabilizzazione psicologica e cronicizzare lo svantaggio sociale.

Facilitare l’accesso ai servizi ed alle altre opportunità disponibili in ciascuna realtà territoriale significaanchesvolgereun’azionediorientamentoefiltrotraiservizi,glioperatorielegiovanimigranti,utiliadecodificareedindirizzareibisognidiquesteultime.L’attivitàdimediazionepuòimplicarelapromozionediinterventiinformativieculturalirivoltiaicontestidivita,alfine di prevenire e rimuovere eventuali stereotipi, pregiudizi e forme di discriminazionediretta o indiretta. Sul versante “interno”, cioè quello delle giovani migranti, l’attività di mediazioneaiutaadinnescarepercorsidiintegrazioneculturalechenonimplichinounrifiutoforzato delle proprie origini.

Insintesiedinaccordoconlasuastessanatura,lamediazioneconfiguraun’attivitàcomplessa,che persegue obiettivi molteplici. Far sì che gli operatori dei servizi e l’intera rete degli attori territorialicomprendanoivaloriculturalidiriferimentodellegiovanimigrantibeneficiariedelsupporto all’autonomia, che vedono in tal modo correttamente rappresentati i propri bisogni e le proprie aspettative ed aspirazioni. Promuovere l’empowerment delle giovani migranti favorendonel’accessoaiservizi,inmododaotteneremaggiorecoerenzaedefficaciadelleprestazioni, anche attraverso l’interpretariato sociale.

4.9 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia: mediazione culturale

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Nondimeno, un’attività di mediazione si rivela utile per facilitare l’interazione tra le beneficiarie, il tutor e l’équipe multidisciplinare, nel delineare un percorso di sostegnoall’autonomia personalizzato e sostenibile. In ultimo, la mediazione costituisce anche elemento di monitoraggio nella misura in cui contribuisce all’osservazione ed all’analisi delle dinamiche relazionaliincorsoedell’evoluzionedegliatteggiamentiriscontrabiliinciascunabeneficiaria,mentre compie il proprio percorso individualizzato verso l’autonomia.

L’assistenza giuridica ed amministrativa prevede l’intervento di operatori legali, sia in frontoffice, siaconsupporto telematico.Nell’ambitodelpercorsopersonalizzato,dunqueancheinrelazionealfabbisognodeicasispecifici,questoservizioconsisteininformazione,assistenzaedaccompagnamentoper tutto ciò checoncerne lanormativa sul soggiornoelemodalitàperottemperarla(modulistica,documentazioneequant’altro)nonchépertuttociòcheriguardalacorrettagestionedelleprocedurerichiesteper l’accessoalcomplessosistema di servizi territoriali (scuola, salute, servizi alla persona). Ma impegna parimenti gli operatori legali nel fornire informazione, orientamento e consulenza in merito ai diversi ambiti dei diritti garantiti al migrante straniero dalle norme costituzionali e sovranazionali (salute, lavoro, istruzione e formazione, unità familiare, tutela di genere e contro le discriminazioni). Nell’ambito di un’azione di supporto all’inserimento lavorativo è inoltre naturale che l’assistenza giuridica in area lavoristica preveda che sia fornito, qualora la giovane migrante siaricorrentenellospecifico,quantooccorreperattivareleprocedurediemersionedellavoroirregolare,nonchéquantooccorreperusufruiredelPatrocinioaspesedelloStatoincasodiazioni legali presso i Tribunali italiani. In sostanza, il servizio sostiene la giovane migrante nell’acquisizione di consapevolezza in merito all’esercizio attivo dei diritti e dei doveri, per sapersi meglio orientare tra gli enti a cui rivolgersi per avanzare le proprie istanze. Questo risultato implica che le giovani migranti vengano anche a rappresentare esempi e modelli per l’intera comunità a cui appartengono, oltre che per la cittadinanza tutta.

La tabella seguente propone una check list, che consente di avere chiari i requisiti delle prestazioni, le risorse umane necessarie, gli output e i risultati attesi.

Lamediazioneculturalepuòrivelarsifondamentalenelcaso incui,peralcunegiovanimigranti, labarrieraculturale (attenzione: non solamente la barriera linguistica!) venga a rappresentare un fattore ostativo predominante del successo del percorso di autonomizzazione, oppure della sostenibilità di tale percorso. In questi casi, all’interno del percorso personalizzato della giovane migrante, è opportuno prolungare l’erogazione del servizio di mediazione oltre le 6 ore “canonicamente” previste dall’articolazione del modello, compatibilmente colmonteorecomplessivodedicabileall’attivitàdisostegnoall’autonomia,inaccordocolcriteriodiflessibilitàdell’implementazione del modello a cui s’è già in parte fatto cenno e di cui si dirà in dettaglio più avanti (paragrafo 4.13). Se, invece, ci si riscontra anche una barriera linguistica, visto il numero esiguo di ore previste perl’attività,èopportunoindirizzareladestinatariapressocorsidilinguaspecifici.

4.10 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia: assistenza giuridico-amministrativa

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Sebbene assorba una parte esigua del monte ore complessivo di erogazione delle attività che sostanziano il percorso di supporto all’autonomia, quest’attività svolge un ruolo fondamentale nel modello, vista la ben nota importanzacheladimensionegiuridicaassumeaifinidell’integrazionedeimigranti.

TABELLA 4.8 – ASSISTENZA SOCIO-PSICOLOGICA: REQUISITI DELLE PRESTAZIONI E RISULTATI ATTESI

PrestazioniProcessi Risorse

strumentaliCompetenze/

Risorse umaneOutput

Requisiti delle prestazioni

Predisposizione scheda dei fabbisogni

Elaborazionescheda dei fabbisogni giuridico-amministrativi;Condivisione con l’equipe giuridica;Condivisione con l’equipe multidisciplinare;Realizzazione scheda

Scheda dei fabbisognigiuridico -amministrativi

Scheda dei fabbisognigiuridico -amministrativiMateriale informativo- schede tematiche- brochure- vademecum

Scheda intervento

Scheda intervento

Scheda interventoAtti processuali

Personal ComputerCollegamento a InternetCollegamento a Skype

Operatore Legale

Operatore Legale

Operatore Legale

Operatore Legale

Avvocato

Raccolta informazioni;Condivisione con l’equipe giuridica;Condivisione con l’equipe multidisciplinare;Realizzazione materiale informativo

Segnalazione fabbisogno;Incontro con la destinataria;Supporto telematico

Segnalazione fabbisogno;Incontro con la destinataria;Supporto telematico

Segnalazione fabbisogno;Incontro con la destinataria;Predisposizione atti processuali;Assistenza giudiziale

Personal ComputerCollegamento a InternetCollegamento a Skype Tipografia

Personal ComputerCollegamento a Internet

Personal ComputerCollegamento a Internet

Personal ComputerCollegamento a InternetStudio legale

Attività di informazione

Attività di orientamento

Attività di consulenza

Attività di assistenza legale

Risultati attesi per la destinataria:

- Al termine del progetto le destinatarie avranno acquisito una maggiore e migliore conoscenza dei diritti e dei doveri che l’Italia riconosce ed esige dagli stranieri regolarmente soggiornanti, sapendosi orientare tra i molteplici enti territoriali presso i quali rivolgersi per sottoporre le proprie istanze.- Le giovani immigrate coinvolte saranno capaci di accedere più agevolmente al sistema dei servizi, accelerando di fatto i tempi per l’ottenimento delle prestazioni e dei documenti, fungendo da “esempio e modello” per l’intera comunità di immigrati a cui appartengono.

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4.11 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia: supporto all’autonomia abitativa

Ilsupportoall’autonomiaabitativaprevedel’impegnodegliassistentisocialidell’équipe,nel corso di incontri individuali e di gruppo, sia per promuovere soluzioni evolutive che consentano di riconoscere una concezione dell’abitare come “atto complesso”, sia per superare o rimuovere le numerose condizioni ostative, quali l’affittomaggiorato, la diffidenzadeiproprietari, l’inadeguatezza delle abitazioni disponibili. Si tratta di un’attività che integra il percorso di promozione dell’autonomia, fornendo alcune indicazioni di base.

Non v’è dubbio che sia presupposto della nozione stessa di autonomia il tendere – per ciascunabeneficiaria–versounasoluzioneabitativaadeguata,intesacomespazioprivatoin cui sia possibile realizzare il transito da una condizione di sopravvivenza alla costruzione diunprogettodivita.Intalsensol’abitaresiconfiguracome“attocomplesso”,cheincludesìun alloggio ma nondimeno una dimensione di reddito, sociale e relazionale. A fronte di questo aspetto dell’autonomia, il modello prevede un’attività dinamica e contenuta (in numero di ore) che possa in primo luogo valorizzare la possibilità di accedere alle opportunità offerte sia dalle politiche pubbliche (normative nazionale e regionali in materia di alloggi di edilizia popolare a prezzo calmierato) sia da alcune progettualità che alcuni territori sono stati in grado di sviluppare.

L’attività di supporto all’autonomia abitativa si estrinseca pertanto nelle direzioni di seguitospecificate.Apartireovviamentedall’analisidelfabbisognoabitativodiciascunabeneficiaria,laprimadirezioneèquellacheprocedeversol’informazioneel’orientamento:cosa offre il mercato immobiliare, come si cerca un’abitazione, quali servizi possono fornire aiuto in tal senso, come si compila ed a chi si presenta una domanda di accesso all’edilizia residenzialepubblicaodiaccessoaduncontributoperl’affitto.Sipossonoaggiungere–aquesto primo momento di informazione ed orientamento – un’attività di accompagnamento ai servizi di intermediazione, oppure un supporto all’accesso alle opportunità offerte dai fondi di garanzia per la locazione.

Certamente, sempre nell’ambito della concezione dell’abitare come “atto complesso”, l’attività di supporto all’autonomia abitativa verrà anche a contribuire all’individuazione di soluzioni ispirate non già all’alloggio individuale ma al modello dei gruppi appartamento, basati su modalità di gestione autonoma.In parallelo ed in sinergia con l’attività di orientamento all’inserimento lavorativo, il supporto all’autonomiaabitativapuòavvalersiovepossibiledelcoinvolgimentodeidatoridilavoronella soluzione della questione dell’alloggio delle giovani migranti occupate o in via di imminente occupazione.

Restainfinedaconsiderareunultimoversante–nonmenoimportantedeglialtri–dell’attivitàdi supporto all’autonomia abitativa, che consiste in forme di accompagnamento sociale o mediazione sociale, specificamente finalizzate a promuovere l’integrazione abitativaattraverso la creazione di rapporti di buon vicinato, che agevolino l’inserimento delle giovanimigrantinelcondominioonelquartiere,aiutandoasuperareiconflitti,lediffidenze,le reciproche incomprensioni, cioè quelle condizioni ostative che rallentano i processi di autonomia alloggiativa.

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti 31

4.12 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia: orientamento allo sviluppo di competenze e orientamento e supporto all’inserimento lavorativo

Queste attività caratterizzano il secondo momento del percorso di sostegno all’autonomia delle giovani migranti: quello in cui avviene il “lancio” verso l’autonomia, attraverso l’orientamentodellecompetenzeaifinidellaricercadiuninserimentolavorativo.

In tal senso, ciascuna équipe territoriale effettua interventi di orientamentoallo sviluppodi competenze e di accompagnamento all’inserimento lavorativo, contestualmente alla realizzazione dei percorsi individualizzati di supporto all’autonomia ed all’inclusione, di cui rappresenta la naturale articolazione. Per meglio dire: l’orientamento allo sviluppo di competenzeconsisteinincontriindividuali,condottidaglioperatoridell’équipe,confunzionidi consulenza, orientamento professionale e formativo, il cui risultato è rappresentato dall’elaborazionediunPianod’AzioneIndividuale,destinatoaciascunabeneficiaria.

Il supporto all’inserimento lavorativo, tramite incontri individuali, fornisce accompagnamento nella ricerca attiva del lavoro, consulenza, orientamento formativo e professionale, scouting aziendale. I risultati attesi dell’intervento del servizio sono rappresentati dalla partecipazione a tirocini, dalla risposta ad offerte di lavoro da parte del sistema produttivo locale e dalla partecipazionea colloquidi selezione. Risultati che confluiscono nella registrazionedelleattività erogate dal Piano d’Azione Individuale. L’orientamento e supporto all’inserimento lavorativo comprende anche incontri individuali e per piccoli gruppi, con funzioni di coaching, con l’obiettivo di formulare un bilancio ed una valutazione dei risultati.

Per indirizzare l’attività di orientamento allo sviluppo delle competenze vengono predisposte: le griglie per i colloqui individuali, le schede e gli strumenti utili al bilancio delle competenze, secondo uno specifico formato. Tali strumenti vengono utilizzati negli incontri individuali,condottidaglioperatoridell’équipe,confunzionidiconsulenza,orientamentoprofessionaleeformativo, i cui risultati sono rappresentati dall’elaborazione di un Piano d’Azione Individuale destinato alla giovane migrante.

Questo braccio dell’azione concretizza dunque l’avvenuto transito dal momento iniziale delbilanciodellecompetenzealladefinizionediunpercorsoindividualizzatodiinclusionelavorativa.Percorso scanditodall’individuazionedi scelteproficue in temadi istruzioneeformazione, nonchédalla ricercaattivadel lavoro, per facilitare l’integrazione culturale,socialeerelazionale.Sitrattadunquedelrisultatodiunqualificatolavorodisintesi,condivisotra tutor e singola giovane migrante.

Le tre tabelle che seguono raccolgono per ciascuna attività (Orientamento allo sviluppo di competenze, Orientamento e supporto all’inserimento lavorativo e Coaching) una check list, che consente di avere chiari i requisiti delle prestazioni, le risorse umane necessarie, gli output e i risultati attesi.

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti32

TABELLA 4.12.1 – ORIENTAMENTO ALLO SVILUPPO DI COMPETENZE: REQUISITI DELLE PRESTAZIONI E RISULTATI ATTESI

TABELLA 4.12.2 – ORIENTAMENTO ALLO SVILUPPO DI COMPETENZE: REQUISITI DELLE PRESTAZIONI E RISULTATI ATTESI

PrestazioniProcessi Risorse

strumentaliCompetenze/

Risorse umaneOutput

Requisiti delle prestazioni

ConsulenzaOrientamento professionaleOrientamento formativo

Definizionedelprofilodelladestinataria, valutazione della sua spendibilità occupazionale e condivisione di possibili percorsi per favorirne l’inserimento nel mercato del lavoroValutazione dell’eventuale fabbisogno formativoRedazione dei contenuti del curriculum vitae della destinataria

Piano di azione individualeCurriculum vitae

Strumenti per la redazione di un Piano di Azione Individualizzato

Conoscenza delle metodologie di orientamento professionaleCapacitàdiidentificaregli obiettivi e interpretare i bisogniCapacità di ricostruire l’esperienza formativa e lavorativaCapacità di modulare l’intervento in base alle caratteristiche della destinatariaCapacità di cooperare con il sistema dei servizi territoriali

PrestazioniProcessi Risorse

strumentaliCompetenze/

Risorse umaneOutput

Requisiti delle prestazioni

AccompagnamentoRicerca attiva del lavoroConsulenzaOrientamento professionaleOrientamento formativoScouting aziendale

Supporto nella redazione di lettere di accompagnamento al curriculum vitaePreparazione ad una adeguata conduzione del colloquio di lavoroAccompagnamento nella attività di ricerca attiva di opportunità formative e di inserimento lavorativoSupporto all’autopromozioneAssistenza all’adeguamento del progetto formativo e di adeguamento delle competenze di partenzaPromozione di convenzioni per l’avvio di tirociniEventualetutoraggio nei percorsi di tirocinio

Registrazione delle attività erogate nel Piano di Azione Individuale

Aggiornamento costante delle informazioniVetrina delle offerte di lavoroModulistica di supporto per l’attivazione di tirocini

Conoscenza di nozioni di diritto del lavoro e contrattualisticaConoscenza di tecniche e criteri di selezioneConoscenza delle strategie e delle tecniche per la gestione dei colloqui di selezioneCapacità di rinforzare l’autonomia delle destinatarieCapacità di identificareglielementi utili alla descrizione e all’identificazionedelle posizioni di lavoro

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti 33

Risultati attesi per la destinataria:

Possibilità di partecipazione a periodi di tirocinio.Risposta ad offerte di lavoro da parte del sistema produttivo locale.Partecipazione a colloqui di selezione.

TABELLA 4.12.3 – ORIENTAMENTO E SUPPORTO ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO, COACHING: REQUISITI DELLE PRESTAZIONI E RISULTATI ATTESI

PrestazioniProcessi Risorse

strumentaliCompetenze/

Risorse umaneOutput

Requisiti delle prestazioni

Coaching Predisposizione del Programma di coachingAccompagnamento alla presa di coscienza delle proprie capacità edallafiduciainsestessiSostegno motivazionaleSviluppo di competenze e supporto alla gestione del cambiamentoValutazione degli esiti conseguiti

Bilancio e valutazione dei risultati

Predisposizione del Programma di Coaching

Conoscenza di metodologie di orientamento professionale e delle strategie per affrontare situazioni di stressCompetenze trasversali (diagnosticare, relazionarsi, affrontare)Capacità di individuare i tempi e le modalità necessarie al percorso di consulenzaCapacità di responsabilizzare le destinatarieCapacità di elaborazione delle informazioni sulle condizioni, opzioni risorse delle destinatarie e possibilità di azione

Risultati attesi per la destinataria:

Tenutaerealizzazionedelpianoindividualedefinitoall’internodelprogetto

4.13 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia: osservazioni conclusive sul tema della flessibilità

Apparechiarodaquantodiscussoneiparagrafiprecedenticheilmodelloètendenzialmentefasico, nel senso che prevede un primo momento di “rafforzamento e strutturazione” della giovanemigrante (che prende le mosse dall’affiancamento e tutoraggio, per svilupparsiattraverso il sostegno sociopsicologico, la mediazione culturale, l’assistenza giuridico-legale ed il supporto all’autonomia abitativa) così da metterla in grado di affrontare il secondo momento, in cui avviene il “lancio” verso l’autonomia, attraverso l’orientamento allo sviluppo di competenze ai fini della ricerca di un inserimento lavorativo.Maquest’aspetto fasicodelmodellova intesocomesignificatoedirezionediunpercorsoenongiàcomerigidasequenza di erogazione di attività.

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti34

Infatti, le parole chiave restano: sinergie, confronto ed articolazione della presa in carico. Il tuttoall’insegnadellaflessibilitàdelmodello,chesiconcretizzaneipercorsiindividualizzatie nel lavoro del tutor di cui s’è detto prima.

È dunque chiaro che l’erogazione delle attività è sequenziale, in accordo col principio per cuil’affiancamentoediltutoraggio,l’assistenzasociopsicologica,lamediazione,l’assistenzagiuridico-legale ed il supporto all’autonomia abitativa (primo momento) sono per così dire propedeutici all’orientamento delle competenze per l’inserimento lavorativo (secondo momento). Tuttavia, il passaggio da un momento al successivo dev’essere sempre sostenibile perciascunabeneficiaria.Eperrenderesostenibilelasequenzadell’erogazionedellevarieattività,delprimoedelsecondomomento,pertuttelebeneficiarie,comesingoledonneecomegruppodidonne,èopportunoavvalersisempredellaflessibilitàdelmodello.Dunqueilmodelloèsìsequenzialemanondimenoflessibile,anchenellasuasequenzialità.Laflessibilitàdi implementazione del modello consiste nell’opportunità di ricorrere ad alcuni accorgimenti, mentre il modello viene implementato. Accorgimenti che riguardano: la sequenza delle attività; la durata di ciascuna attività – ovvero la porzione dell’intero monte ore che viene dedicata allo svolgimento di ciascuna attività –; il tema dei cosiddetti “ritorni”; il tema delle “usciteanticipate”dalpercorsodisostegnoall’autonomia.Comediseguitospecificato:

• prevedere momenti di valutazione, da parte del tutor o in presenza del tutor, nel corso dell’erogazione delle attività di assistenza legale, supporto all’autonomia abitativa, orientamento e supporto all’inserimento lavorativo, che consentano, d’intesa col tutor, di “tornare” sull’erogazione di attività di assistenza sociopsicologica odimediazione.Talemomentopuòessereopportunosiapervalutaresel’interogruppodellebeneficiarieèingradodiproseguirenelpercorsodiautonomizzazione;siapervalutareseunasingolabeneficiariaèingradodi passare alla fase successiva;

•prevederelaridefinizionedellasequenzialitàdierogazionedellevarieattività,cheimplicalapossibilitàditornare a momenti di sostegno sociopsicologico e mediazione anche nel corso delle attività di supporto alla ricerca dell’alloggio o nel corso delle attività di orientamento e supporto all’inserimento lavorativo, sempre d’intesacoltutor.Questo“ritorno”,perl’interogruppooperunasingolabeneficiaria,sirendeopportunoperl’appunto quando, alla luce dei momenti di valutazione di cui il punto precedente, si osserva che l’intero gruppo dibeneficiarie o una singoladonnapotrebbero non sostenere–o nonaver sostenuto •adeguatamente ilpassaggioallafasesuccessivaedhannopertantobisognodiunulterioremomentodiriflessioneeconsolidamento;

• prevedere che la durata dell’erogazione di ciascuna attività sia personalizzata a seconda delle esigenze dell’interogruppodibeneficiarieodiciascunadiesse.Tenutocontodell’interomonteorediattivitàche ilmodello prevede e compatibilmente con esso, ove necessario per meglio rispondere alle esigenze del gruppo odiciascunabeneficiaria,d’intesacoltutor,èopportunoprolungareocontrarreladurata(innumerodiore)di questa o quell’attività;

- prevedere uscite anticipate dall’azione di supporto all’autonomia, d’intesa col tutor, nel caso di cambiamenti intervenuti nella condizione di ciascuna beneficiaria. Come già in parte accennato, è infatti possibile che,solo in virtù dell’erogazione delle attività di cui il momento iniziale (sostegno sociopsicologico, mediazione ed assistenzalegaleegiuridica)unabeneficiariapossasvilupparelacapacitàdi–oaverelafortunadi–trovareun’occupazione e perda la motivazione a partecipare alle altre attività comprese nel percorso, oppure non possapiùparteciparviproprioperchéimpegnatanell’attivitàlavorativa.

Intemadiflessibilitàvaleinultimoricordarecheilmodelloèstatoappositamentepensatoper fornire unpercorsodi sostegnoall’autonomiada realizzarsi in tempi rapidi.Ma ciòvuol dire in primo luogo che il modello lavora bene se l’articolazione funzionale tra le varie attività (da quelle iniziali di rafforzamento a quelle più avanzate di orientamento delle competenze per l’inserimento lavorativo) viene assicurata senza dar luogo a “tempi morti”, cheinevitabilmentepregiudicherebberolaspintamotivazionaledellebeneficiarie.

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti 35

4.14 Fase di conduzione delle attività di sostegno all’autonomia: due scenari ipotizzabili

Per quanto possano essere state ben curate le procedure di reclutamento e selezione di cui s’è detto sopra, è verosimile attendersi che le giovani migranti selezionate per partecipare al percorso di sostegno dell’autonomia inizialmente si pongano nei confronti del percorso stesso in una posizione di attesa, più o meno passiva e più o meno consapevole. Si tratta dell’attesa che l’azione di sostegno garantisca loro un lavoro ed un alloggio. Da questa posizione di attesa, certamente irrealistica anche alla luce dei tempi in cui l’azione di sostegno all’autonomia dev’esser svolta, si chiede alle giovani migranti di transitare verso una posizione attiva, che implica un processo di “comprensione”, nel senso più volte già ricordatoinquestomanuale.Sitrattainsostanzadicomprenderechelafinalitàdell’azionedi sostegnoall’autonomiaèpiùambiziosa,oltre chepiù realistica.Piùambiziosaperchéconsiste nel trasmettere – o elicitare – le competenze di fondo per collocarsi meglio, sia nel mercato del lavoro, sia nella ricerca dell’abitazione: competenze che discendono da un impegno attivo e per questo motivo “restano”, quale bagaglio che ciascuna donna porterà sempreconsé,diversamentedaquantoaccadequandosiricevepassivamentequalcosachepoi“finisce”.

Il transito da una posizione – mentale e comportamentale – di attesa ad una posizione di partecipazione attiva al programma che il modello propone rende indispensabile un percorso di “acculturazione” delle giovani migranti selezionate, punteggiato da momenti didefinizioneerivalutazionedegliobiettivi.Ladefinizionedegliobiettivielalorocorrettavalutazioneècertamentemoltopiùintensaall’iniziodelprogrammamapuòrichiedereancherichiami nel corso dello svolgimento delle azioni, anche in fase avanzata, come suggerito nel paragrafo precedente.

In ogni caso, questo momento che deve segnare il passaggio da una posizione di attesa ad una posizione di comprensione e partecipazione è sempre fondamentale e riveste cruciale rilevanzaaifinidelfunzionamentodelmodello,perchéaltrimentisiaffermatralepartecipantilatendenzaaconsiderarepocosignificativigliinterventiditipoformativoediorientamento,nell’attesadiunipoteticopassaggioaquelfarestrettamenteoperativo–acuisifinisceperattribuire maggiore importanza – che dovrebbe condurre alle risposte ai bisogni espressi. Come dire che quando non è ben acquisito sin dall’inizio il senso del percorso, le giovani donne tendono a “saltare” – se non a ritenere inutili per il soddisfacimento delle loro esigenze – le attività relative all’assistenza sociopsicologica, alla mediazione culturale, all’orientamento o alladefinizionedellecompetenze,perchépensanochelapartefondamentaledell’azionedisostegno all’autonomia (il “piatto forte”) risieda nella regolarizzazione dello status giuridico enell’ottenerecasaelavoro.Perfarsìcheciònonaccada,aifinidell’implementazionedelmodello sono fondamentali sia la massima cura delle procedure di reclutamento e selezione, sia l’attenzione agli accorgimenti in fase di conduzione delle attività, descritti nel paragrafo precedente.

Inlineageneralesipuòdirechelasequenzadell’erogazionedellevarieattivitàdev’esseremodulata a seconda del grado di omogeneità del gruppo di giovani migranti ammesse a partecipare all’azione si sostegno all’autonomia. Così come dev’essere modulata la definizionedelpesospecificodelleoredestinateall’erogazionediciascunserviziooattività,nel senso che, a seconda dei casi e delle esigenze dei singoli, diviene opportuno dedicare più ore ad un’attività piuttosto che ad un’altra. Ovviamente sempre restando nei limiti del

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti36

monte ore complessivo di erogazione delle attività che sostanziano il percorso di sostegno all’autonomia.

Nel tentativo di giungere ad una schematizzazione di quanto sopra detto, è possibile ipotizzareduescenari,lecuicaratteristichesonoriassuntenellefigureseguenti.

FIGURA 4.14.1 – IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO CON GRUPPI OMOGENEI DI BENEFICIARIE

FIGURA 4.14.2 – IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO CON GRUPPI ETEROGENEI DI BENEFICIARIE

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti 37

Apartiredagliesitidelreclutamentoedellaselezionedellebeneficiarie,ilmodellositrovaad operare a favore di un gruppo più o meno omogeneo di beneficiarie.Gli elementipiùsignificativinelconfigurareilgradodiomogeneitàsonodue:lacompetenzalinguisticain italiano e la capacità di sostenere il percorso di supporto all’autonomia che il modello propone. Il primo (la competenza linguistica) dovrebbe tendenzialmente costituire motivo di esclusione dal programma: dovrebbero cioè non essere selezionate giovani migranti che non hanno un adeguato livello di conoscenza della lingua italiana. Il secondo elemento, cioè la capacitàdisostenereilpercorsodisupportoall’autonomia,puòsfuggirealleprocedurediselezione,perchémascheratodaunamotivazioneapparentementeforte,permanifestarsiinvece in un momento successivo.

Se il gruppo delle beneficiarie selezionate presenta sufficienti caratteristiche di omogeneità (rispetto ai due criteri sopra descritti) l’implementazione del modello avviene attraverso l’erogazione flessibilema tendenzialmente sequenzialedelleattivitàpreviste. In accordocolcriteriodiflessibilitàdescrittonelparagrafoprecedenteedavvalendosidell’importanzadellafunzionediaffiancamentoetutoraggiosvoltadaltutor(giàpiùvoltericordata),saràopportuno:

Se invece il gruppo delle beneficiarie selezionate presenta minori caratteristiche di omogeneità (sempre rispetto ai due criteri descritti prima) il modello mantiene il suo gradodiefficienzamaapattodiforzarnelaflessibilitàconalcuniaccorgimentipercosìdire“correttivi”. Ilchevuoldireridefinire l’erogazionedellevarieattività,rimodulandolea seconda dei bisogni delle giovani migranti. Bisogni riconducibili all’incremento delle competenzelinguisticheoadun’intensificazionedelsostegnosociopsicologico,indispensabileper rendere sostenibile il percorso di autonomizzazione. Il rinforzo dell’attività di sostegno sociopsicologico può tradursi in un ritorno a fasi precedenti del programma (quando lagiovane migrante mostra di non riuscire a sostenere le fasi più avanzate) nel senso indicato prima.Mapuòanchetradursiinun’accentuazionedellasequenzialitàdell’erogazionedeiservizi,perchébisognainsisterenell’attivitàdisostegnosociopsicologicoedimediazione–dunqueprocrastinandoilpassaggioallefasisuccessivedelprogramma–finchélagiovanemigrante non si mostra in grado di proseguire.Assaipiùcomplessoperilmodello,nonostantelasuaflessibilità,rispondereadeguatamentead un’esigenza di incremento delle competenze linguistiche, soprattutto quando quest’incremento è impossibile da realizzarsi nei tempi previsti dalla durata dell’azione di supporto all’autonomia. Per questa ragione, vale ribadire che un livello troppo basso di competenza linguistica in italiano dovrebbe costituire motivo di non inclusione nel gruppo dellebeneficiarie.Comesoluzionidiemergenza,deltuttodifettiverispettoall’operativitàdel modello, sono ipotizzabili due vie.

•effettuarevalutazioniditenutaodisostenibilitànelcorsooallafinedellosvolgimentodiciascunaattivitàedin particolare introdurre, durante i momenti più avanzati del percorso di autonomizzazione (orientamento per lo sviluppodicompetenzeel’inserimentolavorativo)occasionidiriflessionecheapranolapossibilitàdiritornaresu attività di sostegno sociopsicologico o di mediazione;

• prevedere sia un’eventuale dilatazione, sia un’eventuale contrazione, della durata dell’erogazione di questa oquell’attivitàdicuiciascunabeneficiariamostramaggioreesigenza,considerandoinsostanzacheilmodelloprevedeunmassimaledioreperpercorsoindividualemaèflessibileperciòcheriguardailmassimaledioreper singola attività;

• programmare percorsi di uscita anticipata dal programma.

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MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti38

La prima: stabilire, sempre attraverso la funzione di affiancamento e tutoraggio dellagiovane migrante svolta dal tutor, il raccordo con iniziative di formazione linguistica di base in corso nel territorio. In questo caso, la giovane migrante non viene inclusa nel gruppo delle beneficiariemavienemotivatadaltutoredindirizzataversocorsidi italiano,giàinfasediaffiancamentoe tutoraggio. In talmodo, ilmodello lavora“alminimo”,comesempliceattivatore delle risorse territoriali.

La seconda via consiste nel valutare se il massimo potenziamento possibile dell’attività di mediazione linguistico-culturale, in termini di ore e compatibilmente col massimale di ore per percorso,puòriuscireafornireilgradodicompetenzalinguisticaminimoeindispensabileper tentare l’accesso ai settori occupazionali verso cui la giovane migrante è orientata (ad esempio: lavoro domestico, “badante” e quant’altro).

Quest’attività compete agli esperti che siedono nel Comitato di pilotaggio, in particolare ad un’Unità di monitoraggio e valutazione, che provvede all’elaborazione di un modello partecipato, in grado di coniugare esigenze di autovalutazione (quelle che rappresentano il punto di vista dei soggetti coinvolti nell’RTI) e di eterovalutazione, in grado di coinvolgere i destinatari e gli stakeholder per assicurare l’acquisizione di feedback esterni. Il monitoraggio si articola lungo tutto l’arco temporale delle attività e riguarda i vari campi di azione, prevedendolaraccoltae l’elaborazionedi informazioni,alfinediverificare l’efficaciaeil raggiungimento dei risultati previsti. Il sistema di monitoraggio predisposto è regolare e sistematico, il più semplice ed economico possibile, in modo da segnalare qualsiasi scostamento dal piano stabilito ed essere revisionato periodicamente. L’Unità avrà cura di disporre di una base comune come punto di partenza (valutazione ex ante) per essere in grado di valutare i risultati e gli effetti ottenuti delle attività progettuali una volta portate a termine (valutazione ex post). Sostiene inoltre la realizzazione dell’intervento, in ogni fase, garantendone la coerenzaconlasuaipotesidiriferimento,ilcontestoelecaratteristichedeidestinatarifinali.Nella sua funzione valutativa del progetto, l’Unità valuta il conseguimento dei risultati del servizioinrelazionealsistemadiobiettivispecifici;qualificaildiversogradodirispostadelterritorio e dell’utenza alle iniziative avviate; rileva gli eventuali ri-orientamenti introdotti nel servizio, sia in termini di obiettivi, sia in termini di architettura organizzativa; evidenzia le sinergie sviluppate (territoriali, di utenza, di soggetti locali, di amministrazioni) ed i nessi con altri progetti e con altri interventi (quali politiche nazionali, locali, comunitarie).

4.15 Fase di monitoraggio e valutazione (trasversale alle precedenti)

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Il Manuale operativo per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti è stato realizzato nell'ambito del progetto “Malaika - Servizio di sviluppo e diffusione di modelli innovativi di supporto all'autonomia delle giovani migranti" promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali - Direzione Generale dell'Immigrazione e delle Politiche di Integrazione - e finanziato dal Fondo Sociale Europeo 2007/2013 - Pon "Governance e Azioni di Sistema" ob. 1 e dal Pon "Azioni di Sistema" ob. 2 - e dal Fondo Europeo per l'Integrazione dei cittadini dei Paesi Terzi 2007/2013.

La pubblicazione del Manuale operativo è stata finanziata attraverso il Fondo Sociale Europeo 2007/2013 - Pon "Governance e Azioni di Sistema" ob. 1 e dal Pon "Azioni di Sistema" ob. 2.

MANUALE OPERATIVO per la presa in carico multidisciplinare delle giovani migranti 39

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Questo manuale è stato compilato da Raffaele Brancalenti e Attilio Balestrieri dell’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali con il coordinamento e la supervisione di Edoardo Villari dell’Ente Capofila, Consorzio Connecting People.

Si ringraziano per la preziosa collaborazione tutti i componenti del partenariato progettuale, le équipe multidisciplinari che si sono impegnate nelle diverse realtà territoriali e, in particolare, le giovani migranti che hanno partecipato ai percorsi di empowerment, alle quali si rivolge sincera gratitudine.

Il Lavoro che cambia. Contributi tematici e Raccomandazioni, CNEL, Roma 2009;Censis, Iprs, Ismu, Immigrazione e lavoro. Percorsi lavorativi, Centri per l’impiego, politiche attive, Quaderni Ismu 1/2010;Robert Castel, le insidie dell’esclusione, in “L’Assistenza Sociale”, n.2/1996;Jaques Donzelot, Philippe Estèbe, L’Etat animateur, Esprit, Paris 1994;Richard Sennet, L’uomo flessibile, Feltrinelli, Milano 1999;Comunicazione della Commissione rivolta a tutti gli stati membri del 13 novembre 1998, Modernising public employment services to support the European Employment Strategy, (COM 1998/641 definitivo);“Direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro”, Gazzetta ufficiale n. L 303 del 02/12/2000 pp. 0016-0022;“Raccomandazione del Consiglio in merito all’attuazione delle politiche in materia di occupazione degli Stati membri” (COM 2001/512 definitivo).

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