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Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo …testimonianza di Antonio Pagliaro Scritto da Michele Schioppa Sabato 25 Luglio 2015 08:39 MADDALONI (Caserta) – Molte famiglie maddalonesi sono ruotate attorno a don Salvatore e al suo Villaggio dei Ragazzi, molte per dare, alcune per ricevere, altre ancora sia per dare che ricevere. Una di queste è quella Pagliaro che con il capostipite Angelo ha contribuito fattivamente alla creazione delle condizioni per poter rendere agibili i locali in cui accogliere i fanciulli prima e i ragazzi poi. Da qui si sviluppa il ricordo di Antonio Pagliaro [1] . Probabilmente di questa esperienza familiare collaborativa con don Salvatore torneremo a parlare anche più avanti. Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro. Dettaglio di Foto con don Salvatore d'Angelo e Angelo Pagliaro. 1 / 29
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Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo ... · avvalse molto della sua collaborazione perché la Caserma era un rudere ... sicurezza, era molto serio e ... un bambino diedero

Feb 18, 2019

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Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo …testimonianza di Antonio Pagliaro

Scritto da Michele SchioppaSabato 25 Luglio 2015 08:39

MADDALONI (Caserta) – Molte famiglie maddalonesi sono ruotate attorno a don Salvatore e alsuo Villaggio dei Ragazzi, molte per dare, alcune per ricevere, altre ancora sia per dare chericevere. Una di queste è quella Pagliaro che con il capostipite Angelo ha contribuitofattivamente alla creazione delle condizioni per poter rendere agibili i locali in cui accogliere ifanciulli prima e i ragazzi poi. Da qui si sviluppa il ricordo di Antonio Pagliaro [1] . Probabilmentedi questa esperienza familiare collaborativa con don Salvatore torneremo a parlare anche piùavanti.

Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro. Dettaglio di Foto con don Salvatore d'Angelo eAngelo Pagliaro.

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Scritto da Michele SchioppaSabato 25 Luglio 2015 08:39

Come di consueto, per chi si approccia solo ora a questo progetto di conoscenza cronistoria diSalvatore, e poi don Salvatore d’Angelo, si rimanda ai precedenti contributi (anticipazioni - vediarticolo), a puntate che sono: 1 - Maddaloni, ricordare don Salvatore d’Angelo a 15 anni dalla Nascita al Cielo… l’inizio(vedi articolo), 2 - Maddaloni, ricordare don Salvatore d’Angelo … continua il viaggio della conoscenza delsacerdote(vedi articolo), 3 - Maddaloni, ricordare don Salvatore d’Angelo … il Testamento del sacerdote(vedi articolo), 4 – Maddaloni, ricordare don Salvatore d’Angelo … testimonianza di Carlo Scalera(vedi articolo), 5 - Maddaloni, ricordare don Salvatore d’Angelo … testimonianza di Filippo Suppa(vedi articolo), 6- Maddaloni, ricordare don Salvatore d’Angelo … testimonianze in Radio il 27 giugno(vedi articolo), 7 - Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo … testimonianza del nipote Franco d’Angelo(vedi articolo), 8 Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo … testimonianza di Donato Proto(vedi articolo), 9 Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo … precursore del Fundraising(vedi articolo), oltre naturalmente a una breve cronaca della Santa Messa in occasione dell’anniversariodella Nascita al Cielo (vedi articolo).

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D: Come nasce il rapporto tra la famiglia Pagliaro e don Salvatore d’Angelo?

R: Il legame tra la mia famiglia e don Salvatore è rappresentato a pieno da una foto nella qualedon Salvatore calorosamente abbraccia mio nonno. La foto risale agli inizi degli anni cinquantae fu scattata nel cortile del Villaggio dei Ragazzi, all’epoca ancora Casa del Fanciullo.

Andando per gradi va detto che mio nonno, Angelo Pagliaro (classe 1896) conosceva moltobene don Salvatore d’Angelo perché abitavano a pochi metri di distanza, al quartiere Pignataro,e lo aveva visto crescere. Infatti, stante l’età sarebbe potuto essergli padre.

Proprio per questa conoscenza don Salvatore, all’inizio della sua opera di recupero dellaCaserma Bixio lo assunse, o meglio lo reclutò considerato lo stato finanziario, come muratore difiducia, sin dal 1947, anno di inizio della sua attività di recupero e assistenza di minoriabbandonati, dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

Con l'occupazione della vecchia Caserma che era stata della Guardia di Finanza, ed ancorprima sede dell’Accademia Militare “Nunziatella” e poi “Casa del Fanciullo”, don Salvatore siavvalse molto della sua collaborazione perché la Caserma era un rudere e aveva bisogno dimolta manutenzione.

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Scritto da Michele SchioppaSabato 25 Luglio 2015 08:39 Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro. don Salvatore d'Angelo e Angelo Pagliaro. Lafoto riprende i due nel cortile della Caserma/Casa del Fanciullo agli inizi degli anni '50. Ricordo, per avermene parlato mio padre, che quando mio nonno si ammalò e non fu in gradodi continuare a lavorare, (morì il 29 maggio 1956) don Salvatore propose a mia nonna Vincenzadi assumere suo figlio Salvatore, mio padre, sia perché ne necessitava che per rispetto allapreziosa e talvolta gratuita oltre che libera oblazione di mio nonno. E quindi successe che miopadre fu dipendente del Villaggio dei Ragazzi fino al 1974 per passare poi all’I.T.I.S. “F.Giordani” di Caserta, come dipendente statale. Negli ultimi anni di servizio, prima di esserecollocato in quiescenza, 1990, ritornò, come trasferito, alla Scuola Media Statale del Villaggiodei Ragazzi.

Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro, che ne fa la seguente nota a commento:"Miopadre Salvatore (al centro) con due allievi del Centro Elettronico del Villaggio dei Ragazzi". I ragazzi ritratti con mio padre spesso erano nostri ospiti la Domenica perché non avevano lafamiglia e don Salvatore era molto contento di questo legame e delle buone azioni che i suoicollaboratori puntualmente compivano. Il suo miracolo era compiuto, la gioia del dare eraentrato anche nel cuore di tutti i suoi dipendenti e di questo era molto orgoglioso perché sapevache aveva creato una Grande Famiglia.

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Scritto da Michele SchioppaSabato 25 Luglio 2015 08:39

Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro, che ne fa la seguente nota a commento:"Miopadre con un interno (convittore)". D: Ha preso parte a qualche attività di don Salvatore o comunque del Villaggio deiRagazzi? R: La mia prima esperienza con il Villaggio dei Ragazzi la ebbi con la partecipazione allacolonia estiva a Pinarella di Cervia, nel lontano 1965, avevo 7 anni. Ricordo che avevo finito laprima elementare al Settembrini, un giorno mio padre, insieme a mio fratello Michele, ci portò afare una passeggiata in piazza. Entrammo al Bar Coppolino e ci fece scegliere i biscotti chevolevamo, intanto, dal Villaggio dei Ragazzi uscì un grosso pullman pieno di bambini, ad uncenno di mio padre (era dipendente del Villaggio ed era l'unico bidello del Centro Elettronico edell'Istituto Tecnico Industriale) l'autista si fermò e ci fece salire.

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Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro. Salvatore Pagliaro, figlio di Angelo e padre diAntonio, di cui alla presente intervista. Rimasi stupito perché non capivo cosa stesse accadendo, mio padre ci riferì di nonpreoccuparci perché dovevamo andare alla colonia a mare e che dopo pochi giorni ci avrebberaggiunto. Naturalmente io e mio fratello ci rimanemmo di stucco e, per il distacco improvviso,piansi. Il viaggio fu lungo e tormentato, ma grazie a don Salvatore, era la prima volta chevedevamo il mare. Così ebbe inizio la mia prima partecipazione alla Colonia di don Salvatore. Inseguito ne partecipai ad altre fino al compimento di dodici anni.

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Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro, La foto è richiamata nella parte sottostante nelcorpo dell'articolo. Questa mia esperienza è documentata da questa foto che è esposta al Museo delle Cere sito inpiazza della Pace presso la stessa Fondazione Villaggio dei Ragazzi. D: Ha altri ricordi o informazioni sulle altre colonie estive organizzate da don Salvatored’Angelo? R: So che prima del 1965, papà mi diceva che qualche volta era andato in Svizzera per portarei materassi e altri mobili del Villaggio dei Ragazzi per arredare le camerate dei ragazzi incolonia estiva. Mio fratello Michele, dopo il 1974, da infermiere del Villaggio, è stato impegnato anche inColonia estiva a Torre Pedrera, a Roccaraso presso l'hotel Suisse, a Rivisondoli, Piana delle 5miglia, presso l'hotel 5miglia e, poi, a Civitella Alfedena presso l'Hotel Valdirose. Quando ero allievo, verso il 1966-67, sentivo parlare i ragazzi più grandi che dicevano di esserestati, prima di Pinarella di Cervia, anche in colonia ad Acquafondata (FR) località vicinoCassino. D: Altri ricordi del periodo delle Colonie estive? R: Per il periodo vissuto alle colonie estive ho buoni ricordi, il bagnino si chiamava Daniele edera un omone che ci infondeva sicurezza, era molto serio e vigile quando facevamo il bagno, simetteva con il suo moscone a remi davanti a noi e ci delimitava la zona oltre la quale non sipoteva andare. Le vigilatrici erano brave ragazze e ci trattavano bene, con una in particolare,quando avevo 12 anni e partecipai all'ultima colonia, mi affezionai e ricordo che quandotornammo a casa, dopo un mese di vacanza, nel salutarmi, mi abbracciò con tanto affetto e,con mia sorpresa, pianse. Ancora oggi a volte ci penso anche perché non ricordo il nome diquella bella e brava ragazza. Sulla spiaggia non si poteva giocare a pallone, però ogni tanto le nostre vigilatrici, parlando conle suore della colonia di Imola, che era confinante con la nostra, ci facevano giocare contro iloro ragazzi sulla riva del mare. Altro episodio curioso è questo: quotidiano, vi era la scelta dei costumi. Noi più grandicellisceglievamo quelli a pantaloncini per distinguerci dagli altri che indossavano quello tradizionale.Era bagarre per scegliere quei pochi a strisce bianconere perché i ragazzini erano tutti per laJuve, pochi quelli del Milan o Inter. Il colore azzurro del Napoli non era gettonato perché nonvinceva mai niente, anzi, ogni anno, lottava per evitare la retrocessione.

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Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro. Un giovane Antonio Pagliaro nel periodo delleColonie del Villaggio dei Ragazzi. Di pomeriggio facevamo la passeggiata sulla riva, le vigilatrici, prima di incamminarci, ciavvertivano che non dovevamo abbassarci per prendere le conchiglie a terra. Le più belle ericercate erano le ricce piccoline, servivano per giocarcele sul palmo della mano e a non farlecadere a terra. Lo stesso gioco lo facevamo con le pietre lisce. La sera vedevamo la televisione, in bianco e nero, e dopo il carosello si andava a dormire. Ungiorno nella nostra colonia montarono un piccolo teatro, un signore e un bambino diedero vitaad un bellissimo spettacolo “Il piccolo scrivano fiorentino”, storia tratta dal libro “Cuore” di DeAmicis. Il bambino per aiutare il padre, che aveva una famiglia numerosa e di notte, perarrotondare, faceva il copiatore, si alzava dal letto per continuare il suo lavoro. Siccomedormiva poco, il suo rendimento scolastico scese e il padre lo rimproverò. Questi, una notte,casualmente, si alzò e vide il ragazzo intento a scrivere al posto suo, commosso, lo abbracciò egli chiese perdono per i rimproveri immeritati e lo mandò a dormire. Ricordo che quella serasiamo andati tutti a letto piangendo. D: Don Salvatore veniva in Colonia? R: Certo, quando doveva venire don Salvatore a farci visita, la direttrice Elena Lombardi e lasua vice Angarella ci dicevano sempre di comportarci bene, le vigilatrici, preoccupate, facevanolo stesso. Una volta andai a Settembre, ricordo che pioveva sempre, stavamo sempre chiusi e il temponon passava mai, il ritorno a casa fu una vera liberazione. D: Lei era interno al Villaggio dei Ragazzi? R: Personalmente, sono stato nel Villaggio dei Ragazzi, come esterno, dalla Secondaelementare al primo anno di Istituto Tecnico Industriale. Qui ho celebrato, sempre con miofratello Michele, la Prima Comunione e la Cresima. Un caro ricordo è legato a padre La Farina,il quale quando faceva lezione di catechismo, si presentava in chiesa, con uno scatolo pieno dibiscotti, ai più attenti e bravi, come premio, gliene dava uno. Ricordo che don Salvatore d’Angelo ha celebrato, nella chiesa del Villaggio dei Ragazzi, ilmatrimonio di mio fratello Michele  nel 1982  perché, oltre ad essere stato un ex allievo, fino aqualche anno prima, era stato l'aiutante infermiere di Pinuccio Ventimiglia. Della mia permanenza al Villaggio, ho molti ricordi belli (ho giocato anche a pallone nellasquadra omonima) e anche qualche triste ricordo (la morte di un mio compagno di classe, allaterza elementare, per i botti di fine anno). Per finire, posso dire che don Salvatore è stato il mio secondo papà. Don Salvatore è stata una persona molto importante per tutta la Città e non sono mancateoccasioni in cui ha benedetto opere pubbliche, come quelle nel caso di una foto (fatta daMichele Cicchella) che mi ritrovo in cui è raffigurato tra le altre cose il sindaco SalvatoreCardillo, grande amico del sacerdote. Forse la foto riguarda la località di via Montella dove fupoi eretto il ponte di via Libertà. Si riconosce, accanto al sindaco, Antonio Ferraro, in passatobravo calciatore della Primavera del Napoli e vincitore del Torneo di Viareggio, dietro DonSalvatore, il Prof. Giovanni Adinolfi, assessore ai lavori pubblici dell’epoca, infine, si intravede,la terza figura da sinistra, dietro il dipendente comunale con la cartellina, mio fratello Angelo.

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Scritto da Michele SchioppaSabato 25 Luglio 2015 08:39

Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro, ma proveniente dal web, per i riferimenti vedasiil testo che la precede. D: Altri componenti della famiglia Pagliaro sono stati allievi del Villaggio dei Ragazzi?Come ad esempio Angelo il Direttore della Galleria d’Arte “Il Castello”? R: Altro allievo del Villaggio è stato mio fratello Sandro che ha partecipato a tante colonie estivee ha svolto tutto il percorso scolastico, come esterno, dalle elementari alla scuola media. Per quanto riguarda mio fratello Angelo, devo dirti che lui non è mai stato allievo del Villaggio.Ha lavorato come assistente di laboratorio con l'Ing. Irace di Nola, nel 1966/67, poi, l'annosuccessivo, ha avuto il contratto come Insegnante Tecnico Pratico nel laboratorio diradiotecnica del Centro Elettronica. Gli allievi conseguivano la qualifica dopo tre anni di studi. D: Ha fatto parte della Polisportiva del Villaggio dei Ragazzi, se si in quale disciplina? R: Ho fatto parte della polisportiva e gareggiavo nella squadra di Calcio. Ricordo che laPolisportiva Villaggio dei Ragazzi nacque alla fine degli anni Sessanta. Don Salvatore volevache i suoi ragazzi, esterni ed interni, giocassero a pallone, come ulteriore momento di svago, disport, di socialità e di aggregazione, anche con il mondo esterno. I ragazzi interni (convittori) non avevano la possibilità di uscire dal Villaggio visto che la loroquotidianità, prima colazione, scuola, pranzo, ricreazione, studio, cena, dormitorio, si svolgevaal suo interno. Ricordo anche che nei primi anni, quando andavo al Villaggio dei Ragazzi di mattina, passandodai d’Aiello che avevano la fabbrica di sedie, alle spalle della fondazione tra l’attuale piazzadella Pace e via Bixio prendevo i “taccarielli”, ovvero quei pezzettini di legno sagomati dallesedie per pareggiare i livelli e con quelli inizialmente, poi sostituiti dai giornali accartocciati con ilnastro adesivo, si giocava a calcio. Poi, in piazza Matteotti, su via Amendola, aprì il negozio digiocattoli di Michele Riccio e quello divenne il nostro fornitore di piccoli palloni colorati. In questa foto ricordo è presente anche Vincenzo Inverno, partendo da sinistra, è il quinto inpiedi, un bravo giovane e un bravo calciatore, un esempio per tutti per il suo modo di porsi incampo e nello spogliatoio. Voglio ricordarlo con affetto perché lo scorso anno, prematuramente,ci ha lasciati, e sono sicuro che rimarrà sempre nei cuori di tutti quelli che hanno avuto ilprivilegio di conoscerlo.

Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro. D. Partecipava anche alla squadra che gareggiava? R: Certo con il calcio diversi ragazzi e ragazzini, tra cui io, potevano andare al Campo di Calcio“Cappuccini” per allenarci e partecipare al Campionato di III Categoria Dilettanti, il N.A.G.C. e laLega Ragazzi, sotto la supervisione tecnica di Innocenzo Lombardi, papà di Vincenzo, e altridipendenti accompagnatori. Nel 1972, ho partecipato, e vinto, al campionato di III Categoria e siamo stati promossi alla IICategoria, per la gioia di don Salvatore. Ricordo che nello stesso anno ho giocato il campionato di N.A.G.C. e Lega Ragazzi. Con me siallenava anche un ragazzo di colore del Congo Belga, e da qualche parte ho una foto che ciritrae insieme nella squadra del Villaggio, figlio di un diplomatico all'ambasciata a Roma, sichiamava Liansa Roman. Ricordo che stringemmo una bella amicizia, e quando usciva dalVillaggio dei Ragazzi andavamo a passeggio e ricordo che tutti ci guardavano, anche perchéLiansa era molto più alto di me. Ricordo ancora che frequentava con me anche l'Istituto TecnicoIndustriale. Nel 1972 era Presidente della squadra l'Ispettore Caturano, padre del prof. Pompeo e NinoCaturano (quest'ultimo, oggi, assessore del nostro comune ed ex Sindaco di Maddaloni). IlPresidente Caturano in una foto è ritratto con me mentre mi premia come capocannoniere delTorneo interno dedicato a "Padre Salvatore La Farina". Questi era un bravissimo sacerdote cheaveva vissuto tanti anni nel Villaggio dei Ragazzi al fianco di Don Salvatore, era di originesiciliana. Ebbi modo di conoscerlo anziano e di apprezzarlo molto, era sempre buono epaziente con tutti, era veramente un bravissimo prete, oggi lo definirei un santo uomo.

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Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro. In particolare la foto riguarda la Finale Torneo“Padre La Farina” Juventus – Milan =  2-0

Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro.

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Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro.

Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro. In particolare nella foto si distinguono i duecapitani Antonio Pagliaro e Saverio Pezone.

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Scritto da Michele SchioppaSabato 25 Luglio 2015 08:39

Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro.

Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro. La foto ci presenta Antonio e AlessandroPagliaro con Michele D’Angelo. D: Un bel ricordo dunque con il Presidente Caturano? R:  Si, ricordo che avevo 14 anni. Il Presidente mi voleva bene, ci teneva molto a me. Glipiaceva il mio modo di giocare a pallone, quando andavamo in trasferta, a volte, voleva cheviaggiassi con lui, aveva la Renault 4. Mi faceva molte raccomandazioni perché voleva semprevincere. Era una bravissima persona, un signore nato, ero molto contento di conoscere unapersona così a modo. Se non ricordo male, il presidente era anche Commendatore dellaRepubblica.

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Scritto da Michele SchioppaSabato 25 Luglio 2015 08:39

Foto concessa gentilmente da Antonio Pagliaro. D: Qualche altro ricordo legalo all’esperienza sportiva? R: Certo, ricordo che all'inizio del campionato, la società ci dava la borsa con la scrittaPolisportiva Villaggio dei Ragazzi, il corredo era completo di scarpette di cuoio con tacchetti escarpe da ginnastica. Prima di ogni partita, pranzavamo nel refettorio del Villaggio dei Ragazzi e quando giocavamofuori casa ci accompagnava il pullman con la scritta "Villaggio dei Ragazzi". Don Salvatore non ci faceva mancare niente, ci sentivamo dei veri professionisti, a Natale e aPasqua ci regalava il panettone e, qualche volta, anche premi in denaro. Purtroppo, dopo due anni di II Categoria, don Salvatore non volle più tenere la squadra deigrandi e rinunciò al titolo, il quale, fu regalato al Club Napoli Sant’Antonio di Maddaloni. Dopoqualche anno, riprese solo con i ragazzini del N.A.G.C. e Lega Ragazzi. Alcuni Ragazzi interni, grazie al calcio e a don Salvatore, che aveva creato la Polisportiva, dopoqualche anno, divennero calciatori Professionisti come i miei amici Giovanni Rea, nellaCasertana in serie C, e Saverio Pezone, capitano della gloriosa Albanova, sempre in serie C,altri invece giocarono nei campionati dilettanti. Quando giocavamo al Cappuccini i ragazzi interni uscivano dal collegio, accompagnati dai loroIstitutori, per vedere la nostra partita, la tribuna era sempre piena di ragazzi in divisa chefacevano un tifo sfrenato. Ricordo con piacere che i ragazzi si interessavano al nostrocampionato, quando andavo a scuola mi riconoscevano, mi fermavano, mi incoraggiavano e mifacevano sentire un campioncino. Per questi motivi, di questo periodo della durata di cinque anni, dal 1972/73 al 1976/77, ho unbellissimo ricordo della mia gioventù. D: Quando ha incontrato don Salvatore l’ultima volta o comunque prima della morte? R: Fui presente con i miei fratelli, Angelo, Michele e Sandro, alla festa del suo ottantesimocompleanno, ricordo che ci ricevette con un sorriso smagliante, era molto contento, c’eranotanti ex allievi del Villaggio, tante personalità e il Senatore Mancino. D: Se dovesse indicare qualche pregio e o difetto di don Salvatore quale neindicherebbe? R: Don Salvatore aveva molti pregi, principalmente era un uomo molto generoso e ha fattosempre del bene a tutti. Difetti in lui non ne vedevo. Era un uomo molto forte e deciso, avevaquegli occhi che ti penetravano dentro e ti incutevano timore, ti sapeva leggere senza che tuparlassi. Di sicuro era una persona che ti diceva in faccia quello che poteva fare o non potevafare per te, non ti illudeva mai e, alla fine, ti scriveva dicendoti tutto quello che aveva fatto peraiutarti. Agli amici disoccupati nella lettera metteva anche dei soldi.

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Scritto da Michele SchioppaSabato 25 Luglio 2015 08:39

Foto concesse gentilmente da Antonio Pagliaro che lo riprendono nel periodo di frequenza esuccessivamente del Villaggio dei Ragazzi. D: Lei oggi è un educatore in una struttura pubblica e forse un po’ è merito anche di donSalvatore che non ha consentito di “tarparle le ali” quando era arrivato il momento divolare via dal nido; Come considera l’azione educativa di don Salvatore? R: L’azione educativa di don Salvatore era molto diretta ed efficace. Ci ha dato la possibilità dicrescere in modo equilibrato mettendoci a disposizione bravi educatori, bravi maestri ( ricordocon affetto il maestro Badelli e il maestro Tanzarella, papà dell’ex Onorevole Sergio il quale hafrequentato la quinta classe con noi) e altrettanti bravi professori, in particolare quelli dell’IstitutoTecnico Industriale, l’ing. Vallario, il prof. Tufano, la prof. Tanzillo, i presidi Stumpo e Giuliani.Non ci ha fatto mancare mai niente, ci dava tutto il corredo scolastico, penne, quaderni e libri ditesto. Nel mio lavoro quotidiano, la cosa che porto dentro di me, e che non dimentico mai, è ilmotto di don Salvatore: Il Villaggio non chiede ma dona, dona a tutti la gioia del dare. C’è piùgioia nel dare che nel ricevere. D: Ha qualche aneddoto su don Salvatore e la sua funzione sacerdotale o i rapporti con ilClero? R: Ricordo che don Salvatore quando officiava la messa si trasformava, era talmente preso chesembrava entrasse in trance, in modo particolare quando prendeva l’ostia. Inoltre, ci tenevatanto che noi esterni partecipassimo alla Santa messa domenicale nel Villaggio. Un anno fecedistribuire dagli istitutori un cartellino dove, chi non andava alla messa nella chiesa del Villaggio,il lunedì mattina doveva giustificare, con un timbro su di esso, in quale chiesa aveva partecipatoalla santa messa. D: Ha qualche aneddoto o considerazione sull’esperienza politica e amministrativa di donSalvatore d’Angelo? R: Negli anni ottanta ho fatto esperienza politica in un piccolo partito di Maddaloni cheesprimeva qualche consigliere comunale e qualche assessore. Ricordo che spesso irappresentanti dei partiti locali si recavano al Villaggio per discutere dei nodi politici che solodon Salvatore sapeva districare. D: E’ mai stato nella Direzione o nel Salone perché convocato da don Salvatore? Nericorda il motivo? Ce ne parla? R: Non sono stato mai convocato da don Salvatore. Due volte ho chiesto io di parlare con lui emi ha ricevuto entrambe le volte, con me c’era mio fratello Angelo. Invece, con la squadra delVillaggio, ci riceveva a Natale e a Pasqua per farci gli auguri, per spronarci a fare meglio perportare più in alto possibile il nome del Villaggio e per donarci il panettone o la colomba. D: Ha altro da aggiungere? R: Parlare di don Salvatore e del Villaggio mi porta alla luce tanti bei ricordi. Posso solo dire chedon Salvatore, per moltissimi ragazzi, senza genitori e abbandonati al loro destino, con laistituzione del Villaggio dei Ragazzi, ha compiuto tantissimi miracoli. Gli ha dato la possibilità dicrescere in modo sano ed istruiti, con principi e valori alti tali da farli diventare uomini liberi eonesti lavoratori. I ragazzi di don Salvatore li trovi in ogni parte del mondo, molti sono diventatiliberi professionisti, professori, presidi, medici, direttori di banca, delle poste, colonnelli egenerali delle varie armi dello Stato. Don Salvatore ha seminato bene ed è per questo motivoche tutti lo ricordano con immenso affetto. Tra questi ci sono anche io. E chiudo con unaneddoto simpatico. Un giorno mentre giocavamo nel cortile a calcio con la “palla settepelle” (palla datennis) questa andò a finire nella finestra della Direzione, dove stava don Salvatore, rompendoil vetro. Tirai io quel calcio. Uscito don Salvatore chiese chi era stato e tutti dissero “Pagliaro”, ilpunto fu che mio fratello Michele era più grande e vivace e conosciuto da don Salvatore per cuiil sacerdote lo chiamò, mio fratello si avvicinò e lui gli diede subito un sonoro ceffone. Miofratello non disse niente e si prese la colpa al posto mio. Il Villaggio dei Ragazzi era anchequesto: i più grandi erano protettivi nei confronti dei più piccoli.

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Scritto da Michele SchioppaSabato 25 Luglio 2015 08:39 Foto Archivio Personale. Trattasi di estratti della mostra fotografica organizzata dal PartitoComunista Italiano di Maddaloni il 4 marzo 1979 per illustrare alla città lo stato disagevole dialcune aree del territorio. Se ne riporta un estratto riguardante il Campo di calcio "Cappuccini",l'area dell'attuale Piazza della pace con sullo sfondo il Villaggio dei Ragazzi (anche con visioneda via San Francesco d'Assisi) e alcuni momenti della mostra stessa. Come di consueto è doveroso chiarire che siamo coscienti del fatto che la figura di donSalvatore d’Angelo sia ancora in gran parte, se non addirittura tutta, da scoprire, ecco, delresto, perché abbiamo deciso di portare avanti questa esperienza, indagine, studio, progettoconoscitivo/biografico su e del sacerdote maddalonese. Non ci si aspetta di essere esaustivi edi non cadere, involontariamente in qualche errore storico/testimoniale. La nostra è un indagineche nasce dalle testimonianze dirette ed è supportata, dove è possibile anche dadocumentazione. Sarà dato modo a chi vorrà, in esito alla programmazione degli articoli direplicare, integrare, chiarire etc. elementi emersi nel corso della fase di presentazione delletestimonianze sotto forma di articoli. Ci si augura che il libero e “gratuito” lavoro d’indaginevenga accolto per quello che è e non si tenti di strumentalizzare i contenuti dei “tributi” storici dicui alle testimonianze per “accuse” o “denunce” “gratuite”. Non è questo il nostro intento, anzi,se questo studio di indagine può essere utile a far conoscere l’opera prediletta di don Salvatored’Angelo e favorirne lo sviluppo certamente ne saremo contenti e onorati di aver potuto un“piccolo contributo” a far conoscere la storia e l’importanza di una istituzione che si avvicina aisettant’anni di vita. Legata al presente progetto è nata una Pagina Social, disponibile al link https://www.facebook.com/donsalvatoredangeloe #‎ricordodidonsalvatore, oltre ad account di posta elettronica [email protected] poter ciascuno fornire testimonianza, testuale e fotografica se opportuna, etc., ecomunque si raccomanda la necessità di riportare i propri dati e i propri recapiti per opportunocontatto. [1] Il contributo che si offre è il frutto delle teestimonianze del 1, 4, 5  e 6 giugno ed ancora 25luglio 2015.

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