C os’han no in comunePapa France - sco, Luca Parmitano, Dart Vader, Barack Obama assieme a David Camerone HelleThorning-Schmi- dt, Hillary Clint on con Meril Stree p, Alessa ndro Cattel an con gliOne Direc tion,MarinaBerlusconicon France - sca Pascale? Sono stati tutti protagonisti di selfie, ovvero la pratica difare delle foto con aut oscatto col telefonino e condividerle nei social network. Secondo l’Oxf ord Dicti onarie s, è se lfi e la parola checaratteri zzail 2013,sia perch é è statapartico- larmen tedi modanell’annoappenatrascorso,sia perchéha avuto un incremento nell ’uso della lin- gua inglese di oltre il 17.000%. LASVOLTADEL2013 Il caso del selfie è la punta dell’iceberg di un feno- men o chehacominc iat o a pre nde repied ea par ti- re dalla fine del 2012 ed è letteralmente esploso nel 2013. L’ascesa del web visuale: un web fatto per essere guardato e non per essere letto. I dati diquestocambiamentocomunicativosonodavve- ro impressionanti. Pinterest – il popolare social network basato sulle immagini – e Tumblr sono cresci utirispett ivamentedell’88%e del74% negli ultimi 12 mesi, più di ogni altro social network. L’att ivitàpiù diffusa su Facebook e GooglePlus è diventata la condivisione delle foto, con punte di quasimezzomiliardodi utent i chesullapiattafor- ma di Zuckenberg usano le foto come principale mezzodi comunic azione . Instagram , lostrumen- to principe per la condivisione delle foto col tele- fonino (e luogo di maggiore diffusione dei selfie) cont a olt re 75milio ni diutent i algiornoche cari - can o quo tid ian ame nteunamediadi 55milion i di foto, per un totale di 16 miliardi di immagini da quando la app è nata nel 2010, di cui 35 milioni sono selfie. Perché quest’ascesa vertiginosa nell’uso delle immagini (foto, disegni, illustrazioni, emoticon grafic he)nel websociale?Una rispos ta sbriga tiva potrebbe essere il narcisismo: la voglia di impor- rela pro pri a ide nti tàattra ver soun att o divanità. In realtà da una prospettiva sociologica le cose sonopiù compl icatee larispostaa ques tofenome- noè fru ttodi un mixdi cul tur a,societ à e tec nol o- gia. In primo luogo l’immedia tezza: i social networ k sono usati sempre piùspesso con tecno- logiemobili e laveloc itàchesi hanel comu nic are condividendo o caricando una foto è molto più rapid a della scr ittur a di un testo,per quanto bre- ve esso sia. In secondo luogo l’emozione: i social media sono luoghi per condividere una sensazio- necon i pro pricont attie lalevacomun icativa che siusa son o i sen timent i,spessopiùfacilida esp ri- mere in forma visuale che in forma testuale. In terzo luogo c’è l’attenzione: l’attenzione nei so- cialmedia è un benescarso,troppe informazioni , troppo veloci e da troppe fonti diverse, l’immagi- ne in questo caso può essere un buon viatico per attirare lo sguardo della rete dei contatti. Poi c’è lavogli a diespri mer e lapropriaidentità: lefoto– e non necessariamentele foto di noi stess i – sono unbuonmodo perdireal mondo chisiamo , ovve - ro, come vogliamo essere visti. È unapraticache benconosconogli adolescen- ti, abituat i come sono a cambiare con notevole frequenzala fotodel propri o profil o peresprime- re lo stato d’animo in cui si trovano, ben più fre- quent ement e degliadultiche sono abitu atia con- sid era rela fot o cheusan o periden tificarsineiso- cial network come modo per presentarsi agli “altri”, spesso in maniera conformista. Poi c’è la voglia di usare la propria creatività: essere creati- vi vuol dire scegliere l’immagine giusta per dire le cose, ma anche il filtro cromatico giusto messo a dispos izion e dalleappli cazionimobiliper abbell i- re uno scatto, oppure la giusta sequenza di foto da comporre in un collage che magari non sarà artistico,masaràunaprovadellapropriacreativi- tà. Il modo più sempl iceper capire la complessità deifattoriingioco qua ndosi cer ca dispieg areun fenomeno sociale legato al web è considerarlo in continuità con la vita quotidiana delle persone: non chiedersi cosa faccia internet alle persone, ma cosa le persone fanno con internet. Se si cons idera l a rete n on come luogo “a ltro”, macome spa ziodi comu nic azi onefra lepersone, alloratante prati che che sembra no incompr ensi- bili o fuori luogo, improvvisamente assumono senso,magarinonlecondividiamo,madiventano più comprensibili, più umane. UNSOCIALCON LACORNETT A Capita che quando parliamo al telefono copria- moil ricevitore conla man o pernonfarcisent ire , mamai faremmo ungestodelgener e inprese nza del nostro interlocutore. Allo stesso modo, la fo- to, magari banalotta, che viene messa sul social network di turno non potrebbe essere compresa se non si conside rassedue cose . La primaè che è unaforma modifi catadi comuni cazioneinterper- sonale – come la conversazione telefonica – e co- me tale ha le sue regole e i suoi tic. Lasecon daè chestia mo las cia ndoun pez zetto di noi stessi, del nostro gusto, del la nostra storia, delnostro vissuto quo tid ian o,che maga rinon sa- ràla vit a ric cadi emo zio nideivip acui tel evi sione e la stampa gossip ci ha abituato, ma ci appartie- nee tan to bas ta.Che poiil mes sag giosia ovvi o,il gusto sia discutibile, la storia quotidiana sia indi- stingu ibileda quell a diinfinitealtreè piùche pos- sibile, ma la foto dirà molto della vita di chi ha deciso di pubblicarla su Instagram o su Face- book. Se poi le foto che arrivano dai nostri contatti dei social network ci pongono questioni etiche, polit iche,esteti che,non è giust o chiede rsiperché que l nos troconosc ent e hapostat o lafoto,ma più corret tochiedersiperqualemotivoabbiamodeci- so che quel conoscente facesse parte dei nostri contatti. Ilmodo sba gli atoper aff ront arela que stioneè chiedersise lafotosia bel lao brutta. Unadoman - da così formulata per un’immagine pubblicata in un social network è mal posta. D’a ltr ondelabellezzaè neg liocchidi chiguar- da, e gli occhi sono lo specchio dell’anima. Quindi dell’identità. Selfie Autoscat to con Papa Spet t acolo e politica Il pri vato divent a condiviso ● All’ ex seg reta riodi Stato UsaHillar y Clinton e all’a ttriceMeryl Stre epnonmanca nocertoi fot ogr afi . Maanch e lor o sisono conce sseun gioio so«sel fie» . ● Anche PapaFrancesco siè sot top ost o al«sel fie » diun grup podi rag azz i invisit a a SanPiet ro.Dalcell ula redi unodeg liscout pia cen tin i,la fot o hafattoilgirodel mon do. ● Testimoni are un momentoprivato conun autos cattoda condividereconamicie par ent i è ormaila nor masu mol tisocia l network. . . . Pintereste Tumb lr crescono dell’80% Ins tag ramha 75 mil ion i di ut en ti al gi or no e 35 milioni di autoscat ti CHENUME RI L’inarrestabile ascesa d e l w e b v i s u a l e DAVIDEBENNATO Sociologo,espertodi mediadigitali SUI SOCIAL NETWORK SIAMO SEMPRE PIÙ NUMEROSI MA L’ATTENZIONE È UN BENE CHE SCARSEGGIA LE IMMAGINI SONO PIÙ VELOCI E CI FANNO NOTARE ● Particola rmente suggesti vi gliscatti reali zzat i dagliastronau ti nellospazio . Unverofanatic o deisocialnetworksi è rivel atol’italian o LucaParmitan o nellasua missi onesulla SSI. ● Ha suscitatopolemiche il «sel fie»con cuiun Obamasorride ntesi fotografava insie mea Camerone allapremierdanesedurantela cerimoniafunebreper Nelson Mandela. La f ot o nelpo st osb agl i ato Nel l osp azi o prof ondo ● Nonc’è solonarci sismo nellacrescit a espo nenzi aledelle foto personalisui socia l netwo rk,ma questofenomenoè fruttodi un mix compl essodi cultu ra, società e tecno logia . Nonè sol o nar cis ism o LO SPECIALE 14 giovedì 2 gennaio 2014