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DI FRANCESCA BALDINI ono trenta i finalisti del primo concorso per cori parrocchiali della diocesi di Roma e diocesi Suburbicarie Cantate inni con arte. La finale del contest, indetto dall’emittente web Radiopiu con il patrocinio dell’Ufficio liturgico del vicariato di Roma, si svolgerà oggi alle 20, presso la parrocchia di San Giovanni Battista de La Salle. Presidente di giuria monsignor Marco Frisina che, insieme agli altri componenti della commissione, sceglierà il brano migliore tra editi e inediti. «Da questa iniziativa si potrebbe prendere spunto per un percorso comune di formazione – afferma don Francesco Indelicato, direttore di Radiopiù – per una linea comune per la musica liturgica nella diocesi di Roma». Il concorso è stato molto seguito grazie alla rubrica settimanale condotta da Lisa Manfrè, che ha presentato agli ascoltatori i cori aderenti: «La presenza dei cori in radio ci ha permesso non solo di conoscere le realtà canore presenti nella nostra diocesi e in quelle suburbicarie, ma anche di capire quanto impegno e passione i coristi parrocchiali mettono al servizio della liturgia». I tanti brani inediti arrivati, ribadisce don Indelicato, sono «segno che c’è voglia di portare novità nella musica liturgica per la Messa». S DI MIRKO GIUSTINI n occasione della Settimana della comunicazione sociale, Lazio sette ha intervistato Vania De Luca, giornalista professionista, vaticanista per Rainews e presidente nazionale dell’Unione cattolica stampa italiana. «Viviamo in una fase storica in cui i media tradizionali, anche quelli nazionali, vivono crisi o processi di riforma per ridefinire identità e obiettivi, per reggere i costi, per raggiungere lettori non più fidelizzati e sicuri come un tempo – ha detto De Luca in merito al ruolo che rivestono i mezzi di comunicazione territoriali –. All’interno di questo sistema i media locali rischiano di essere l’anello più fragile, a meno che non accettino la sfida di ripensarsi, ridefinendo i propri obiettivi per rispondere alle sfide di oggi. Mentre i cittadini sono raggiunti da un fiume di notizie, forse troppe, e spesso fanno persino fatica a orientarsi e discernere il vero dal falso, i media locali dovrebbero porsi la seguente domanda: cosa posso offrire sul mio territorio che nessun altro al mio posto può dare?». Rimanendo in ambito locale, che ruolo spetta ai media diocesani e interdiocesani nel mondo della comunicazione? Anche loro vivono il momento di transizione dentro il processo che investe l’intero sistema dei media. La loro specificità, che credo vada valorizzata sempre di più, consiste nella capillare presenza sui territori, ai quali nessuno come loro può dare voce, rappresentanza, dignità. Ad esempio le redazioni potrebbero valorizzare sempre di più quella specie di naturale “vocazione comunitaria” per la quale, accanto alla necessaria presenza di giornalisti professionisti, altre figure possono collaborare. Le finalità sono tante: la segnalazione di fatti e potenziali notizie, l’aiuto nel reperimento della pubblicità (dove è stata fatta questa scelta), la costruzione di quanti più ponti possibili tra il giornale e i mondi vitali di quel territorio; penso alle scuole, ai luoghi del lavoro, ai trasporti, alla vita dei quartieri, alle attività dei gruppi e delle comunità ecclesiali, alle difficoltà e alle potenzialità di quello specifico territorio. Io credo che questo tipo di giornali possa continuare a dare un grande contributo allo sviluppo della cittadinanza e contemporaneamente dell’appartenenza ecclesiale sui territori. Lei è presidente nazionale dell’Unione cattolica stampa italiana: come lavora l’associazione sui territori? E’ proprio sui territori che l’Ucsi articola la sua presenza, avendo la sua ispirazione, come recita lo Statuto, “nel servizio alle persone, nel Vangelo e nel Magistero della Chiesa”. Si struttura in modo democratico e si articola a livello territoriale in sedi regionali. In ogni regione dunque, ci sono iniziative specifiche pensate proprio per quel territorio. Penso alla festa di San Francesco di Sales, animata ogni anno dall’Ucsi, per i giornalisti e i comunicatori, sia laici che cattolici. Ma anche alla giornata delle comunicazioni sociali di fine maggio, con l’organizzazione di incontri sul messaggio del papa, che quest’anno è dedicato al tema del “comunicare speranza e fiducia”. Come alle tante iniziative per la formazione dei giornalisti, con il riconoscimento dei crediti da parte dell’ordine. Tra le recenti iniziative sul territorio mi viene in mente l’incontro ad Arquata del Tronto sull’informazione nell’emergenza, organizzato dalle Ucsi delle regioni interessate dal terremoto. In programma ci sono poi l’incontro promosso dall’Ucsi Lazio il 29 maggio nel pomeriggio, presso la sede romana della Federazione nazionale stampa italiana, sulla sostenibilità economica ed etica dell’informazione in rete. Di questo e di altro diamo conto sul nostro sito ucsi.it, che non a caso si avvale di collaboratori da ogni regione. A livello nazionale terremo anche quest’anno la scuola di formazione ad Assisi e stiamo lavorando a un grande piano di abbonamenti per la nostra rivista Desk. Cosa chiedono i lettori ai giornalisti cattolici? Credo che i giornalisti cattolici, non diversamente da ogni giornalista, debbano essere servitori e cercatori di verità, a partire da quella dei fatti. È l’unica via per essere credibili e, alla fine, per non morire. Chi oltre ad essere giornalista è cattolico, ha in questo senso un dovere in più nel servire la verità nella libertà. I Un vero servizio alla comunità l testo “Comunicazione e Missione”, Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa, definisce il compito dell’Ufficio diocesano per la comunicazione sociale, a cui “compete il coordinamento e l’animazione attraverso un’attenta progettazione, la formazione degli operatori e la promozione di sinergie. L’ufficio si configura come servizio alla comunità ecclesiale, e in particolare al vescovo e agli uffici pastorali, mettendoli a conoscenza degli orientamenti dell’opinione pubblica sulle questioni che interessano l’azione pastorale”. Nello svolgere il loro servizio, gli operatori devono ricordare di essere parte attiva di un progetto più grande in cui si presta un servizio importante per la comunità, attraverso la molteplicità dei media che gli Ucs delle diocesi utilizzano per la diffusione dell’Annuncio, attraverso tutto ciò che mostra il volto bello della Chiesa. E le diocesi laziali si dimostrano all’avanguardia nelle comunicazioni sociali, attraverso l’utilizzo non solo della classica carta stampata, ma passando alla radio, alle televisioni, fino ai nuovi media con i pionieri della Pastorale digitale. Ogni diocesi si è infatti dotata di un sito sempre più funzionale, App per smarthphone, presenza capillare sui social, da Facebook, a Twitter, Instagram, ai canali di Youtube, per raggiungere anche i più giovani. Car. Cris. I a speranza è il tema princi- pale del messaggio che papa Francesco ha scritto per la 51ª Giornata mondiale delle co- municazioni sociali. L’argomento è di rilievo non so- lo per quanto riguarda gli opera- tori della comunicazione, ma per tutti gli uomini. La società di og- gi sembra essere senza speranza, senza futuro, senza possibilità di alzare lo sguardo, schiacciata su un presente che a stento si riesce ad affrontare. Crisi economica, migranti, attentati, sanità, politi- ca interna e estera: sono solo al- cuni dei temi che spaventano e fanno perdere la fiducia. In se stessi e nell’altro. Questo circolo vizioso è alimentato in modo par- ticolare dal giorna- lismo, per il quale, secondo Marshall McLuhan, bad news is good news. Occorre, dunque, recuperare la spe- ranza. Non più semplicemente nell’uomo, ma in Dio. La speranza di cui parla il Papa ha un nome: Cristo. È spe- ranza nell’uomo della salvezza at- traverso l’amore, superando le paure terrene per annunciare il Regno e costruirlo già da oggi, sul- la terra. È nella sua ricerca e imi- tazione. Per questo chi si occupa di informazione non può anda- re a caccia di cattive notizie, ma aiutare il lettore a una interpreta- zione della realtà, tuttavia senza mascherarla o edulcorarla, supe- rando l’attuale empasse dell’auto- referenzialità, che porta ad usare la verosimiglianza come para- metro unico nel raccontare quan- to accade. Un fenomeno alquan- to in voga è quello delle fake news. Persino Google ha creato un al- goritmo per non farle finire nel proprio motore di ricerca, ma vi- sto che i giovani si nutrono di no- tizie attraverso i social–media, co- me credenti dobbiamo lavorare su tre piste. La prima è quella di una presenza massiccia in rete dando notizie di speranza. La se- conda è quella di aiutare a una crescita e maturazione di una co- scienza critica, aiutando le per- sone a indossare occhiali nuovi per l’interpretazione della realtà. L’ultima è l’uso di un linguaggio semplice e fresco, come quello del Papa. L Media diocesani voce dei territori, «grande risorsa da valorizzare» La finale per trenta cori Oggi premiati i vincitori di «Cantate inni con arte», concorso per le parrocchie indetto da Radiopiu In giuria monsignor Frisina comunicazione. Ripensare il ruolo dei giornali locali per rispondere alle sfide di oggi l’editoriale ALBANO MISSIONE SPORT a pagina 3 ANAGNI UN LIBRO SU PITOCCHI a pagina 4 C. CASTELLANA DUE NUOVI SACERDOTI a pagina 5 CIVITAVECCHIA «IL TEMPIO PER L’UNITÀ» a pagina 6 FROSINONE AL SERVIZIO DELLE GIOVANI a pagina 7 GAETA TESTIMONI DI FEDE a pagina 8 LATINA LA DOTTRINA SOCIALE TRA GLI STUDENTI a pagina 9 PALESTRINA IN MARCIA PER LA LEGALITÀ a pagina 10 PORTO-S. RUFINA NUOVO CENTRO PASTORALE a pagina 11 SORA IN CONCORSO PER S. FRANCESCO a pagina 13 TIVOLI UN CAMMINO DI CONVERSIONE a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI COLOMBA, EROINA DEL SUO TEMPO a pagina 12 LAZIO SETTE iamo nel mondo della comunicazione. Tutto è diventato social. Ma l’amore? Sarà diventato così social? Sarebbe bello chiederselo oggi che celebriamo la Giornata delle comunicazioni sociali. Magari ci verrà in mente qualche episodio letto. Qualche amore nato sulla rete. Qualche scandalo. Episodi di ricatto, di bullismo. Questo è il la- to oscuro della comunicazione sociale. «Il Regno di Dio è già in mez- zo a noi, come un seme nascosto allo sguardo superficiale e la cui cre- scita avviene nel silenzio. Chi ha occhi resi limpidi dallo Spirito Santo riesce a vederlo germogliare e non si lascia rubare la gioia del Regno a causa della zizzania sempre presente. Attraverso la forza dello Spi- rito Santo possiamo essere testimoni e comunicatori di un’umanità nuova, redenta, fino ai confini della terra. La fiducia nel seme del Re- gno di Dio e nella logica della Pasqua non può che plasmare anche il nostro modo di comunicare». Queste splendide parole del Papa ci invitano a gettarci con fiducia sulle strade della comunicazione so- ciale dove già lo Spirito Santo ci previene nel rendere ogni rapporto – persino quelli virtuali – un’esperienza dell’amore vero. Con il dono della carità possiamo riempire di amore e di comunione i nostri mez- zi. Anzi siamo chiamati a fare in modo che la civiltà della comunica- zione sociale sia un luogo rinnovato dal Vangelo, pieno della carità del Signore. Non perché è piena di immaginette devozionali o di di- rette dell’adorazione eucaristica parrocchiale ma perché noi ci siamo non come persone che non hanno speranza, ma come cristiani abi- tati dall’amore, come missionari, testimoni del Risorto. Francesco Guglietta S Amare nel tempo dei social Domenica, 28 maggio 2017 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 ALITALIA RISCHIO SVENDITA? a pagina 2 IL FATTO LO SGUARDO ALLA SPERANZA ALESSANDRO PAONE Intervista a Vania De Luca, presidente nazionale Ucsi: «I giornalisti devono essere servitori e cercatori di verità, a partire dai fatti Questa l’unica via per essere credibili»
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LAZIO - diocesiportosantarufina.it · Ripensare il ruolo dei giornali locali per rispondere alle sfide di oggi l’editoriale ALBANO MISSIONE SPORT a pagina 3 ANAGNI UN LIBRO SU PITOCCHI

Feb 16, 2019

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DI FRANCESCA BALDINI

ono trenta i finalisti del primoconcorso per cori parrocchiali delladiocesi di Roma e diocesi

Suburbicarie Cantate inni con arte. Lafinale del contest, indetto dall’emittenteweb Radiopiu con il patrociniodell’Ufficio liturgico del vicariato diRoma, si svolgerà oggi alle 20, presso laparrocchia di San Giovanni Battista deLa Salle. Presidente di giuria monsignorMarco Frisina che, insieme agli altri

componenti della commissione,sceglierà il brano migliore tra editi einediti. «Da questa iniziativa sipotrebbe prendere spunto per unpercorso comune di formazione –afferma don Francesco Indelicato,direttore di Radiopiù – per una lineacomune per la musica liturgica nelladiocesi di Roma». Il concorso è stato molto seguito graziealla rubrica settimanale condotta daLisa Manfrè, che ha presentato agliascoltatori i cori aderenti: «La presenzadei cori in radio ci ha permesso nonsolo di conoscere le realtà canorepresenti nella nostra diocesi e in quellesuburbicarie, ma anche di capirequanto impegno e passione i coristiparrocchiali mettono al servizio dellaliturgia». I tanti brani inediti arrivati,ribadisce don Indelicato, sono «segnoche c’è voglia di portare novità nellamusica liturgica per la Messa».

S

DI MIRKO GIUSTINI

n occasione della Settimana della comunicazionesociale, Lazio sette ha intervistato Vania De Luca,giornalista professionista, vaticanista per Rainews e

presidente nazionale dell’Unione cattolica stampaitaliana. «Viviamo in una fase storica in cui i mediatradizionali, anche quelli nazionali, vivono crisi oprocessi di riforma per ridefinire identità e obiettivi, perreggere i costi, per raggiungere lettori non più fidelizzati esicuri come un tempo – ha detto De Luca in merito alruolo che rivestono i mezzi di comunicazione territoriali–. All’interno di questo sistema i media locali rischiano diessere l’anello più fragile, a meno che non accettino lasfida di ripensarsi, ridefinendo i propriobiettivi per rispondere alle sfide dioggi. Mentre i cittadini sono raggiunti daun fiume di notizie, forse troppe, espesso fanno persino fatica a orientarsi ediscernere il vero dal falso, i media localidovrebbero porsi la seguente domanda:cosa posso offrire sul mio territorio chenessun altro al mio posto può dare?». Rimanendo in ambito locale, cheruolo spetta ai media diocesani einterdiocesani nel mondo dellacomunicazione?Anche loro vivono il momento ditransizione dentro il processo cheinveste l’intero sistema dei media. Laloro specificità, che credo vadavalorizzata sempre di più, consiste nellacapillare presenza sui territori, ai quali nessuno come loropuò dare voce, rappresentanza, dignità. Ad esempio leredazioni potrebbero valorizzare sempre di più quellaspecie di naturale “vocazione comunitaria” per la quale,accanto alla necessaria presenza di giornalistiprofessionisti, altre figure possono collaborare. Le finalitàsono tante: la segnalazione di fatti e potenziali notizie,l’aiuto nel reperimento della pubblicità (dove è stata fattaquesta scelta), la costruzione di quanti più ponti possibilitra il giornale e i mondi vitali di quel territorio; penso allescuole, ai luoghi del lavoro, ai trasporti, alla vita deiquartieri, alle attività dei gruppi e delle comunitàecclesiali, alle difficoltà e alle potenzialità di quellospecifico territorio. Io credo che questo tipo di giornali

possa continuare a dare un grande contributo allosviluppo della cittadinanza e contemporaneamentedell’appartenenza ecclesiale sui territori.Lei è presidente nazionale dell’Unione cattolica stampaitaliana: come lavora l’associazione sui territori?E’ proprio sui territori che l’Ucsi articola la suapresenza, avendo la sua ispirazione, come recita loStatuto, “nel servizio alle persone, nel Vangelo e nelMagistero della Chiesa”. Si struttura in mododemocratico e si articola a livello territoriale in sediregionali. In ogni regione dunque, ci sono iniziativespecifiche pensate proprio per quel territorio. Pensoalla festa di San Francesco di Sales, animata ogni annodall’Ucsi, per i giornalisti e i comunicatori, sia laici che

cattolici. Ma anche alla giornata dellecomunicazioni sociali di fine maggio,con l’organizzazione di incontri sulmessaggio del papa, che quest’anno èdedicato al tema del “comunicaresperanza e fiducia”. Come alle tanteiniziative per la formazione deigiornalisti, con il riconoscimento deicrediti da parte dell’ordine. Tra lerecenti iniziative sul territorio mi vienein mente l’incontro ad Arquata delTronto sull’informazionenell’emergenza, organizzato dalle Ucsidelle regioni interessate dal terremoto.In programma ci sono poi l’incontropromosso dall’Ucsi Lazio il 29 maggionel pomeriggio, presso la sede romanadella Federazione nazionale stampa

italiana, sulla sostenibilità economica ed eticadell’informazione in rete. Di questo e di altro diamoconto sul nostro sito ucsi.it, che non a caso si avvale dicollaboratori da ogni regione. A livello nazionaleterremo anche quest’anno la scuola di formazione adAssisi e stiamo lavorando a un grande piano diabbonamenti per la nostra rivista Desk.Cosa chiedono i lettori ai giornalisti cattolici?Credo che i giornalisti cattolici, non diversamente da ognigiornalista, debbano essere servitori e cercatori di verità, apartire da quella dei fatti. È l’unica via per essere credibilie, alla fine, per non morire. Chi oltre ad essere giornalistaè cattolico, ha in questo senso un dovere in più nel servirela verità nella libertà.

I

Un vero servizio alla comunità l testo “Comunicazione e Missione”, Direttorio sulle comunicazionisociali nella missione della Chiesa, definisce il compito dell’Ufficiodiocesano per la comunicazione sociale, a cui “compete il

coordinamento e l’animazione attraverso un’attenta progettazione, laformazione degli operatori e la promozione di sinergie. L’ufficio siconfigura come servizio alla comunità ecclesiale, e in particolare alvescovo e agli uffici pastorali, mettendoli a conoscenza degli orientamentidell’opinione pubblica sulle questioni che interessano l’azione pastorale”.Nello svolgere il loro servizio, gli operatori devono ricordare di essereparte attiva di un progetto più grande in cui si presta un servizioimportante per la comunità, attraverso la molteplicità dei media che gliUcs delle diocesi utilizzano per la diffusione dell’Annuncio, attraversotutto ciò che mostra il volto bello della Chiesa. E le diocesi laziali sidimostrano all’avanguardia nelle comunicazioni sociali, attraversol’utilizzo non solo della classica carta stampata, ma passando alla radio,alle televisioni, fino ai nuovi media con i pionieri della Pastorale digitale.Ogni diocesi si è infatti dotata di un sito sempre più funzionale, App persmarthphone, presenza capillare sui social, da Facebook, a Twitter,Instagram, ai canali di Youtube, per raggiungere anche i più giovani.

Car. Cris.

I

a speranza è il tema princi-pale del messaggio che papaFrancesco ha scritto per la

51ª Giornata mondiale delle co-municazioni sociali. L’argomento è di rilievo non so-lo per quanto riguarda gli opera-tori della comunicazione, ma pertutti gli uomini. La società di og-gi sembra essere senza speranza,senza futuro, senza possibilità dialzare lo sguardo, schiacciata suun presente che a stento si riescead affrontare. Crisi economica,migranti, attentati, sanità, politi-ca interna e estera: sono solo al-cuni dei temi che spaventano efanno perdere la fiducia. In sestessi e nell’altro. Questo circolovizioso è alimentato in modo par-

ticolare dal giorna-lismo, per il quale,secondo MarshallMcLuhan, badnews is good news. Occorre, dunque,recuperare la spe-ranza. Non piùsemplicementenell’uomo, ma in

Dio. La speranza di cui parla ilPapa ha un nome: Cristo. È spe-ranza nell’uomo della salvezza at-traverso l’amore, superando lepaure terrene per annunciare ilRegno e costruirlo già da oggi, sul-la terra. È nella sua ricerca e imi-tazione. Per questo chi si occupadi informazione non può anda-re a caccia di cattive notizie, maaiutare il lettore a una interpreta-zione della realtà, tuttavia senzamascherarla o edulcorarla, supe-rando l’attuale empasse dell’auto-referenzialità, che porta ad usarela verosimiglianza come para-metro unico nel raccontare quan-to accade. Un fenomeno alquan-to in voga è quello delle fake news.Persino Google ha creato un al-goritmo per non farle finire nelproprio motore di ricerca, ma vi-sto che i giovani si nutrono di no-tizie attraverso i social–media, co-me credenti dobbiamo lavoraresu tre piste. La prima è quella diuna presenza massiccia in retedando notizie di speranza. La se-conda è quella di aiutare a unacrescita e maturazione di una co-scienza critica, aiutando le per-sone a indossare occhiali nuoviper l’interpretazione della realtà.L’ultima è l’uso di un linguaggiosemplice e fresco, come quellodel Papa.

L

Media diocesanivoce dei territori,«grande risorsada valorizzare»

La finale per trenta coriOggi premiati i vincitori di «Cantate inni con arte», concorso per le parrocchie indetto da RadiopiuIn giuria monsignor Frisina

comunicazione.Ripensare il ruolo dei giornali locali per rispondere alle sfide di oggil’editoriale

◆ ALBANOMISSIONESPORT

a pagina 3

◆ ANAGNIUN LIBROSU PITOCCHI

a pagina 4

◆ C. CASTELLANADUE NUOVISACERDOTI

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIA«IL TEMPIOPER L’UNITÀ»

a pagina 6

◆ FROSINONEAL SERVIZIODELLE GIOVANI

a pagina 7

◆ GAETATESTIMONIDI FEDE

a pagina 8

◆ LATINALA DOTTRINA SOCIALETRA GLI STUDENTI

a pagina 9

◆ PALESTRINAIN MARCIAPER LA LEGALITÀ

a pagina 10

◆ PORTO-S. RUFINANUOVO CENTROPASTORALE

a pagina 11

◆ SORAIN CONCORSOPER S. FRANCESCO

a pagina 13

◆ TIVOLIUN CAMMINODI CONVERSIONE

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETICOLOMBA, EROINADEL SUO TEMPO

a pagina 12

LAZIOSETTE

iamo nel mondo della comunicazione. Tutto è diventato social.Ma l’amore? Sarà diventato così social? Sarebbe bello chiederselo

oggi che celebriamo la Giornata delle comunicazioni sociali. Magarici verrà in mente qualche episodio letto. Qualche amore nato sullarete. Qualche scandalo. Episodi di ricatto, di bullismo. Questo è il la-to oscuro della comunicazione sociale. «Il Regno di Dio è già in mez-zo a noi, come un seme nascosto allo sguardo superficiale e la cui cre-scita avviene nel silenzio. Chi ha occhi resi limpidi dallo Spirito Santoriesce a vederlo germogliare e non si lascia rubare la gioia del Regnoa causa della zizzania sempre presente. Attraverso la forza dello Spi-rito Santo possiamo essere testimoni e comunicatori di un’umanitànuova, redenta, fino ai confini della terra. La fiducia nel seme del Re-gno di Dio e nella logica della Pasqua non può che plasmare ancheil nostro modo di comunicare». Queste splendide parole del Papa ciinvitano a gettarci con fiducia sulle strade della comunicazione so-ciale dove già lo Spirito Santo ci previene nel rendere ogni rapporto– persino quelli virtuali – un’esperienza dell’amore vero. Con il donodella carità possiamo riempire di amore e di comunione i nostri mez-zi. Anzi siamo chiamati a fare in modo che la civiltà della comunica-zione sociale sia un luogo rinnovato dal Vangelo, pieno della caritàdel Signore. Non perché è piena di immaginette devozionali o di di-rette dell’adorazione eucaristica parrocchiale ma perché noi ci siamonon come persone che non hanno speranza, ma come cristiani abi-tati dall’amore, come missionari, testimoni del Risorto.

Francesco Guglietta

SAmare nel tempo dei social

Domenica, 28 maggio 2017

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected]: Salvatore Mazza

Avvenire - Redazione pagine diocesanePiazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected]

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

◆ ALITALIARISCHIOSVENDITA?

a pagina 2

IL FATTO

LO SGUARDOALLA SPERANZA

ALESSANDRO PAONE

Intervista a Vania De Luca, presidentenazionale Ucsi:«I giornalisti devonoessere servitori ecercatori di verità, a partire dai fattiQuesta l’unica via per essere credibili»

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DI MIRKO GIUSTINI

iù di 8 mila persone hannofirmato l’appello Civita diBagnoregio patrimonio

#Unesco. E tu? via @ChangeItalia».Questo il tweet del governatore del LazioNicola Zingaretti. Era il 28 maggio 2015.Poco meno di due anni dopo ilpresidente della Regione ha presentato ilpercorso e le iniziative a sostegnodell’iter per la candidatura di Civita diBagnoregio al patrimoniodell’Organizzazione delle Nazioni Uniteper l’Educazione, la Scienza e la Cultura.

Con lui il presidente della Commissionenazionale dell’ente Franco Bernabè, ilsindaco del borgo Francesco Bigiotti e ilpresidente dell’associazione CivitaGianni Letta. Ma anche il ministro deiBeni e delle attività culturali DarioFranceschini ha espresso il suo benestareal progetto. Il percorso è ancora lungo edè iniziato con l’iscrizione della città nellatentative list, la lista propositiva italiana.Un obiettivo comunque non da poco. Ilprimo cittadino ha ricordato che Civita«è diventata la prima località europeaper crescita della popolazione turistica,negli ultimi cinque anni». Il territoriogode di un paesaggio unico, il prodottodell’azione combinata di processigeomorfologici e della capacità diadattamento dei residenti. Il 2015 è statol’anno dell’appello per la «salvezza diCivita di Bagnoregio e della Valle deiCalanchi». L’iniziativa, a cui hannoaderito quasi 40 mila cittadini attraverso

la piattaforma online Change.org, haricevuto in breve tempo il sostegno di151 esponenti del mondo della cultura edella scienza. Tra i nomi più noti ci sonoquelli dell’ex presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano; i registi BernardoBertolucci ed Ettore Scola; la cantanteFiorella Mannoia; il musicista premioOscar Ennio Morricone; la scrittricevincitrice del premio Strega DaciaMaraini; il giornalista Eugenio Scalfari;l’imprenditore Oscar Farinetti; il filosofoMassimo Cacciari; il fondatore di Liberadon Luigi Ciotti; il premio Nobel DarioFo; il semiologo Umberto Eco; el’oncologo Umberto Veronesi. Gliesponenti della politica si sono spesi perricordare quanto la candidatura siaun’occasione di rilancio per il turismoculturale nel Lazio e nell’Italia intera,nonché una vetrina per luoghi storici digrandissimo valore, troppo spessosconosciuti ai più perché esclusi dalle

mete turistiche mainstream. Civita diBagnoregio sorge su una roccia di tufoed è collegata alla valle sottostante soloda un ponte lungo e stretto, checostituisce l’unica via d’accesso alla città.Il borgo racchiude poche case di originemedioevale e un numero esiguo diabitanti. Si presenta come un territorioricco di storia, arte, cultura e tradizioni.Tuttavia la città è in pericolo. Lecontinue frane dello sperone, causate siadai due torrenti che scorrono alla base,sia da agenti atmosferici come piogge evento, ne mettono a rischio lasopravvivenza. Lo status precario le èvalso il titolo di “città che muore”.Necessita dunque di continuamanutenzione. E qui entra in giocol’Unesco. Qualora fosse ufficialmentedichiarata suo patrimonio, siattiverebbero politiche adatte a tutelarla.È ancora possibile firmare la petizionesul sito www.changeItalia.it.

«SvenditaAlitalia?Un rischioconcreto»

Il sindaco di Fiumicino in audizione al Senatoper farsi portavoce di tutto il territorio:un quinto dei dipendenti vive nel comune,altri a Roma, Cerveteri, Ladispoli e Lazio nord

La sede di Alitalia a Fiumicino (Lentini)

uone notizie per gli abitanti di Subiaco edintorni. Dalla scorsa settimana, di fatto,

stanno riavendo il loro ospedale cittadino,l’Angelucci, condannato alla chiusura da unanorma del 2010 dell’allora Commissariostraordinario per il risanamento della sanitàlaziale. Giovedì scorso è stato inaugurato ilnuovo reparto di chirurgia, grazie a uninvestimento di circa 800 mila euro che «haconsentito di modernizzare il reparto eriorganizzare l’offerta: il reparto disporrà di 10posti letto per la chirurgia generale e d’urgenzae 10 posti letto per il day surgerymultidisciplinare, mentre prima erano previstisolo 14 posti letto per la chirurgia», comespiegato in una nota della Regione Lazio.Grande soddisfazione èstata espressa dal Direttoregenerale della Asl Roma 5,Vitaliano De Salazar, ilquale ha spiegato: «Sitratta di un importantetraguardo, stiamorispettando il programmadei lavori anche se c’è statoqualche ritardo. Ladifferenza sta nel volerguardare il dito o la luna.In pochi mesi abbiamoinaugurato e messo adisposizione dei cittadini laLungodegenza, la Medicinaed ora anche la Chirurgia.È frutto di un grande

B lavoro di squadra alimentato dalla passione ditutti gli operatori, che ringrazio personalmentee istituzionalmente. Sono fiero di quello chestiamo realizzando che sembra facile, ma facilenon è. Il nostro lavoro continua, ci sono altriprogetti da portare a termine, e rispetteremotutti gli impegni presi». Nell’ultimo periodo laRegione Lazio ha investito molto nella strutturasanitaria, come i circa 6 milioni di euro per lariqualificazione della struttura: inizieranno abreve i lavori per l’adeguamento antisismico,l’adeguamento antincendio, la ristrutturazionedelle facciate e per la sistemazione dellaviabilità esterna, inoltre è stato già avviatoanche il progetto per la riqualificazione delpronto soccorso. Invece, altri 2 milioni di euro

sono stati destinati allaristrutturazione delreparto di medicinagenerale, che conta su30 posti letto, e allarealizzazione delreparto dilungodegenza (inpratica altri 10 nuoviposti letto), e a quelloper la riabilitazione deimalati psichiatrici (40posti letto). A brevearriverà anche ilrinforzo del personalecon 3 medici e 5operatori socio–sanitari.

Remigio Russo

È stata avviata la candidatura grazie alla raccolta di firmeLa città minacciata dalle frane,servono politiche di tutela

«Civita di Bagnoregio diventi patrimonio Unesco»

La statua di Maria col Bambinoche misteriosamente si spostò da Castro dei Volsci ad Ausonia èancora oggi meta di pellegrinaggi

DI ANDREA FIASCO

ungo il tracciato della superstradaFormia–Cassino, all’altezza dellosvincolo per Ausonia, sorge un luogo

di grande fede e devozione a Maria,conosciuto come il Santuario dellaMadonna del Piano. Qui la Vergineapparve a una pastorella inferma, di nomeRemingarda, che dopo quell’incontromiracolosamente guarì. Il fatto è narratonella Cronica della mirabile transellazionedella Beatissima Vergine del Piano. La

L

tradizione ricorda che Remingarda era unafanciulla storpia e deforme, di costumiintegerrimi e molto devota. Era guardianadei porci e spesso recava la sua mandrianella contrada del Gorgalonga, dove vi erauna pozza nella quale, per tradizione, ledonne di male affare gettavano i loroaborti o i neonati. Qui, il 23 aprile del1100, la fanciulla «all’ora vespertina» iniziòa lodare Maria fino a che la Vergine le sipresentò in grande splendore. La giovaneperse i sensi per lo spavento, ma Mariasfiorandola la rianimò, dicendole dicorrere dai sacerdoti e dal popolo e diedificare un Santuario. Nacque così, sottol’egida del vescovo di Gaeta, Nazario, illuogo di culto. La leggenda del miracolo di Remingarda ènarrata in un ciclo di affreschi raffiguratosotto la cripta della chiesa, forse ultimatestimonianza dei fasti della Chiesa

medievale. Il piccolo ambiente si componedi un ampio corridoio trasversale diviso intre campate con volta a crociera, sul qualesi affacciano tre cappelle a piantarettangolare, in ognuna delle quali èpresente un altare. Di notevole interesseartistico è proprio il ciclo di affreschi per lasua fortissima connotazione teologica.Sono evidenti i legami con la culturamonastica cassinese, in particolare conl’iconografia delle pitture della chiesa diSant’Angelo in Formis nel casertano.Bellissimo è anche il pronao d’ingressoalla chiesa, del 1448, caratterizzato da unportico con aperture a ogiva cherichiamano l’architettura tardo gotica. Oltre al miracolo della Vergine, famosa èanche la statua lignea di Maria con ilBambino di cui la tradizione ricordal’arrivo presso il Santuario direttamentedal vicino paese di Castro. Si tramanda che

i castresi, quando siaccorsero della mancanzadella loro statua, giunseroal Santuario per riprenderlaper ben tre volte, credendoche fosse stata rubata. Maogni volta che lariprendevano essaritornava, sempremisteriosamente, presso ilSantuario. Un miracoloevidente si verificò quando,portandola via e fatto già un buon pezzodi strada, la statua si fece pesante al puntoche neppure il carro trainato da diversepaia di buoi riuscì più a spostarla. I castresicompresero che la Madonna voleva restarenel santuario di Ausonia e tristementeritornarono a Castro dei Volsci per riferiredell’avvenuto. Ma quel devoto popolo nondimenticò la sua Madonna e incominciò

Il Santuario sconosciuto della Madonna «rubata»

ogni anno a recarsi a piedi nel Santuariodi Ausonia. Ancora oggi questaprocessione, ogni tre anni, vieneriproposta a sancire anche la pace e ladevozione fra le popolazioni della cittàdi Ausonia e dei borghi limitrofi con lavicina Castro dei Volsci.(5 – fine. Le precedenti puntate sono statepubblicate il 30 aprile e il 7, 14 e 21 maggio)

DI SIMONE CIAMPANELLA

entre si attende la presentazionedi manifestazioni di interesse perl’acquisto di Alitalia, entro il 5

giugno, il comune di Fiumicino non famancare il suo interesse per le sortidell’ex compagnia di bandiera. Nellaseduta straordinaria del 4 maggio,organizzata all’Aeroporto Leonardo DaVinci, il consiglio all’unanimità avevadato mandato al sindaco EsterinoMontino di farsi portavoce presso ilgoverno di ogni iniziativa utile aricercare soluzioni per la ristrutturazionedell’azienda. Da quell’incontro sonovenute fuori due tappe principali:l’audizione in Senato, che c’è stata ametà maggio, e quella alla Camera, chesi è tenuta lunedì scorso. «Siamofortemente interessati alla vicendaAlitalia che ha 12.500 lavoratori, unquinto dei quali vive nel nostro comune

insieme a circa 3000 persone legateall’indotto della stessa compagnia», haspiegato il sindaco in Commissionetrasporti. Ma al Da Vinci lavorano anchepersone provenienti dalla vicina Ostia edal quadrante nord–ovest e sud diRoma, senza dimenticare Cerveteri,Ladispoli e altre zone del Laziosettentrionale. È palese: la perdita diAlitalia comporterebbe una grave crisieconomica e sociale in tutta la regione.«Proprio per questo – continua Montinoabbiamo – presentato una proposta dirilancio della compagnia, chiamando incausa le grandi aziende a partecipazionedello Stato che si occupano di trasporto,energia e manutenzione. Sono mesi chelavoriamo su ipotesi e soluzioni,raccogliendo stimoli», che sono statipresentati alla Commissione Sviluppoeconomico della Regione Lazio, e alleCamere. Rispetto al primo piano dirilancio, illustrato su queste pagine, il

comune di Fiumicino havoluto dare un ulteriorecontributo «provando asegnare delle possibililinee di sviluppo dellacompagnia,individuando delleazioni e delle propostemeritevoli diapprofondimento al finedi uscire dalla crisiaziendale e, inparticolare, gettare lebasi verso un futuro piùcerto». Lo studio hacoinvolto direttamentetecnici aeronautici e dimanager del settore che,

tra l’altro, risiedono proprio nel comunerivierasco. Con questo suggerimento ilcomune vuole proporre anche unquadro di riferimento ad uso di coloroche saranno interessati all’acquisto diAlitalia. Perché la grande paura è che senon si formalizzano condizioni digaranzia per l’organico e per le azioni dirilancio aziendale, la Freccia Alata saràmolto probabilmente smembrata. Èovvio infatti che le altre compagnie sonointeressate a lasciare Alitalia a terra, ecosì, prendersi successivamente partiutili al proprio business. È successo giàcon Etihad che ha acquisito a prezzostracciato gli slot che la compagnia avevanei maggiori scali mondiali. Unpatrimonio di cui è difficile quantificarela perdita. Detto in poche parole, unacompagnia senza queste finestre diatterraggio e decollo ha le ali legate. Inquesta direzione si potrebbero (anzi si“dovrebbero” muovere per fare l’affare) ipossibili acquirenti. D’altronde, perchéaccollarsi un’azienda così disastrata,invece di attendere il suo fallimento èprendere in saldo il pezzo che interessa?Staremo a vedere cosa succederà daadesso fino all’autunno, quando glieventuali acquirenti inizieranno ascoprire le carte. Intanto lapreoccupazione crescente è per tutti ilavoratori e soprattutto per i precari chevedono perso ogni margine didiscussione. Nel rispetto di questepersone, che vivono una drammaticaincertezza, bisogna continuare ainsistere nel sostenere il loro diritto allavoro e l’impiego di ogni prospettivache garantisca la tutela del patrimonioprofessionale di Alitalia.

MRiapre la Chirurgia: nuovo futuroper l’ospedale Angelucci di Subiaco

Il check–in all’aeroporto Leonardo Da Vinci

Santuario della Madonna del Piano

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 28 maggio 2017

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Page 3: LAZIO - diocesiportosantarufina.it · Ripensare il ruolo dei giornali locali per rispondere alle sfide di oggi l’editoriale ALBANO MISSIONE SPORT a pagina 3 ANAGNI UN LIBRO SU PITOCCHI

Il cardinale Baldisseri benedirà il nuovocentro pastorale a Santa Paola Frassinetti

La comunitàdi Fiumicinotrova casa

Il centro pastorale nella parte nuova di Fiumicino

Due piani da 1200 mql costo del nuovo centropastorale di Santa Paola

Frassinetti a Fiumicino è di 1,8milioni di euro provenienti daifondi dell’8xmille che la ChiesaCattolica destina alla nuovaedilizia di culto. Di questasomma 1,3 milioni sono statiricevuti attraverso ilfinanziamento della Conferenzaepiscopale italiana e 500 milaeuro sono stati messi adisposizione dalla diocesi diPorto–Santa Rufina e dallaparrocchia.La realizzazione dell’opera èiniziata nel marzo del 2016 e si èconclusa poche settimane fa.La struttura si sviluppa su 1200metri quadrati distribuiti in duepiani. Al piano terra ci sono unampio salone, aule, stanze per iservizi e l’ufficio parrocchialecon l’archivio. Al primo piano cisono aule, stanze polivalenti e lacanonica per i sacerdoti. Ci sonopoi altri ambienti dedicati allavita della comunità.

Si. Cia.

I

l’edificio

«In parrocchia come fratelli»« ari parrocchiani, alla fine di que-

st’anno pastorale, vogliamo rin-graziare il Signore, nostro Dio, perché hapermesso di poter concludere la co-struzione del nostro centro pastoraleparrocchiale». Così don Bernardo Acu-na, parroco di Santa Paola Frassinetti,saluta la sua gente in attesa della festapatronale con l’inaugurazione del nuo-vo edificio. «È un evento molto impor-tante per la nostra comunità cristianaperché la struttura segna una nuova tap-pa della vita della parrocchia». L’augu-rio del sacerdote è che la festa sia un mo-mento di amicizia che esprima la fra-ternità di cui la parrocchia è capace:«Fraternità significa familiarità, fiducia,aiuto, sostegno, comprensione, amici-zia. Significa avere un atteggiamentocostruttivo (che vuole il bene di tutti) enon distruttivo. Ogni famiglia si adope-ra per la promozione di tutti i membri,ed è quello che vogliamo per la nostracomunità».

Gino Moroni

C

DI SIMONE CIAMPANELLA

n nuovo centro pastorale perFiumicino. Venerdì prossimo alle 17la parrocchia di Santa Paola

Frassinetti inaugura questa nuova strutturain occasione della festa patronale.Un edificio necessario per la comunità a suddel comune rivierasco. Fino a oggi, infatti, leattività pastorali sono state svolte incontainer.La catechesi, l’accoglienza della Caritas, leattività dei gruppi parrocchiali e gli incontri:dal 1994, anno di costruzione della chiesa, iparrocchiani si sono arrangiati comepotevano vista la mancanza di spazi. Senzaconsiderare l’importante crescita

Udemografica che ha visto questa zonadiventare sempre più popolosa di anno inanno. Basti pensare agli iscritti al catechismoper la prima Comunione e per la Cresima,che nel biennio 2016/2017 hanno superatole 350 unità, tra bambini e ragazzi.Grazie alla scelta che molti italiani, credentie non, fanno ogni anno, destinandol’8xmille dell’Irpef alla Chiesa Cattolica,

questa gente avrà la possibilità di avere ampispazi. Dai momenti di comunità, allaformazione, all’accoglienza dei più fragili ilcentro è stato pensato per aiutare laparrocchia a esprimere al meglio la suapresenza nella città. Come infatti ha ripetutoin diverse occasioni il vescovo Gino Reali, ilcentro, attraverso la comunità, è offerto atutta la città.La cerimonia inizierà con il saluto delparroco don Bernardo Acuna Rincon, ci saràpoi la benedizione. Seguiranno i saluti delvescovo, dell’economo diocesano donAmleto Alfonsi e del sindaco di FiumicinoEsterino Montino.Ospite d’onore dell’evento sarà il cardinaleLorenzo Baldisseri, segretario generale delSinodo dei vescovi. La sua presenza oltre chesimbolica dell’amicizia che ha il porporatoverso la Chiesa portuense, èun’inaugurazione concreta del centropastorale. Infatti il cardinale parlerà aigiovani riuniti in rappresentanza di tuttiquelli diocesani in preparazione al Sinododel 2018 che sarà proprio loro dedicato.L’invito è rivolto a tutti perché si possavedere dal vivo l’impegno concreto dellaChiesa per il suo territorio. Un territorioantico ma nuovo che ha bisogno di trovaredei luoghi dove crescere i suoi figli estringere relazioni di amicizia e di fraternità.

Religione a scuola? Sì, grazieDI FULVIO LUCIDI

l 20 maggio al Centro pa-storale diocesano si è te-nuta l’assemblea di fine an-

no degli Insegnanti di religio-ne cattolica (Irc). La direttricedell’ufficio scuola, suor MariaLuisa Mazzarello, ha ringra-ziato i docenti del loro impe-gno attraverso cui garantisco-no la presenza concreta dellaChiesa negli istituti. Così an-che il vescovo Reali, che ha sa-lutato gli insegnanti invitan-doli a essere sempre più ani-matori di aggregazione tra tut-to il personale.Nella prima parte della matti-na suor Maria Teresa Spiga, do-cente della Pfse Auxilium di Ro-ma, ha presentato l’esito della“IV indagine nazionale sull’in-segnamento della religione cat-tolica nella scuola italiana”.Dalla ricerca emergono evi-

denti due dati. Gli studenti so-no contenti di frequentare l’o-ra di religione, perché attraver-so di essa riescono a porre inmodo serio le loro domandedi senso. Dall’altro lato lo stu-dio, condotto a trent’anni dalconcordato, rivela la grandesoddisfazione degli Irc nellosvolgere un lavoro attraversocui poter esprimere la vocazio-ne all’insegnamento e la testi-monianza culturale della pro-pria esperienza di fede. Spigalancia anche una prospettivasull’urgenza di affrontare se-riamente l’educazione digitale.In particolare invita i docenti adotarsi di strumenti concettualiche sappiano leggere il cam-biamento antropologico che lenuove tecnologie apportano.Nella seconda parte dalla mat-tinata sono intervenuti Anna-rita Cugini ed Egildo Spada, au-tori di Porto–Santa Rufina. Sto-

ria di una Chiesa. I due inse-gnanti, la prima di religione eil secondo di lettere, hannocondiviso le caratteristiche es-senziali del territorio diocesa-no, indicando nella storia del-la Chiesa locale un sostegnoper avviare i ragazzi alla con-sapevolezza dei luoghi in cuivivono. Luoghi e nomi chehanno una storia e possonoaiutare i ragazzi a inserirsi inun percorso che è nato nei pri-mi secoli del Cristianesimo.L’assemblea si è conclusa conla Messa presieduta da don Do-menico Reverberi, vice parrocodei Santi Pietro e Paolo all’Ol-giata e insegnante di religione.Nell’omelia il sacerdote ha con-diviso la sua gratitudine per l’e-sperienza dell’insegnamento.Accompagnare dei giovani nelloro percorso di crescita è dav-vero una benedizione e unagrazia del Signore.

I

Roma

Furto sacrilegorubata l’Eucaristia in zona CasalottiDI ROBERTO LEONI

ella notte del 22 maggio, ignotihanno trafugato l’Eucaristiadalla Casa delle Suore di Carità

di Nostra Signora del Buono e PerpetuoSoccorso, a Pantan Monastero. Ilvescovo Reali chiede alla diocesi dipregare in riparazione del gravissimogesto. In parrocchia verrà celebrata unaMessa di riparazione lunedì 29, allaquale seguirà una prolungataadorazione eucaristica. Ogni furtosacrilego ci forza a una riflessione. Lapiù alta, perché si tocca con manol’orrenda realtà del male puro che siscaglia contro il bene. L’Eucaristia non èuna cosa. È una presenza viva. È ilcorpo e il sangue di Cristo. Eppure, lapresenza del Figlio di Dio è unapresenza inerme. Egli ha scelto direstare in una paradossale condizione

di assoluta fragilità.Così, nell’avvilentepanorama dellecattive azioni degliuomini, vediamoche si può arrivare astendere la manoper voler colpireDio. E, come ilVenerdì Santo,Cristo si consegnanelle mani deipeccatori. Rimane in

silenzio. Come allora, solo la fede nellapotenza della Risurrezione, della veritàe dell’amore, più forti di ogni male,può dare una risposta al buio dellanostra impotente costernazione. Ma perora resta sospesa l’angosciata domanda:chi, e perché? Chissà che il Signore nonpermetta tanto male contro di séperché ne possa venire un bene a noi.Magari si cercherà di essere più attentialla sua misteriosa presenza. Forsepotremmo ridargli il posto che glispetta, durante le celebrazioni.Cercheremo di trascorrere in suacompagnia qualche momento in più. Èla riparazione. Una vera e propriaurgenza di rispondere per le colpe dialtri, di colmare in qualche modo ilvuoto di fede e di amore. Sull’esempiodi Cristo che, unico senza peccato, havoluto pagare per noi peccatori.

N

la lettera di don Acuna

Borgo San Martino. «La Bianca Signorache converte e insegna ad ascoltare»

a Madonna pellegrina attiratutti a sé. È un fattoinequivocabile. Si abbia una

fede sicura o si attraversi un percorsoincerto. Si viva una devozionesincera o si segua semplice curiosità.Questo poco importa. Anzi è deltutto irrilevante. Tutti voglionoandare a vederla. Perché l’esperienzache si fa quando si contempla il suovolto qualcosa fa sempre scattare.Così è stato a Borgo San Martino,dove la Vergine si è trattenuta peruna settimana, dal 14 al 21 maggio.Arrivata il giorno successivo alcentesimo anniversario delleapparizioni di Fatima, l’immagine diMaria è stata accolta da don SilvioPaolini, parroco di San MartinoVescovo, e da tante personeprovenienti da diverse zone delladiocesi, e non solo. La comunità diCerveteri ha dato il benvenuto allaMadonna nella Messa presieduta dalvescovo Reali, a cui ha preso parteanche il sindaco Alessio Pascucci.

«Ascoltare la voce di Dio. Questoinsegna Maria – ha spiegato ilpresule nell’omelia – essereobbedienti alla sua Parola. Maquesto è possibile solo se si èsemplici come i pastorelli. Se nondiventerete come bambini nonentrerete nel regno dei cieli».L’invito del vescovo è stato in questadirezione: abbandonare lecomplicazioni che spesso ci fannorallentare e affidarci all’essenzialitàdel messaggio cristiano.I giorni a seguire sono statiun’occasione continua di preghiera eriflessione. In tanti hanno saputocogliere questa opportunità e sisono accostati o riavvicinati allafigura della Vergine. Contenta lacomunità che ha mostrato unagrande dote organizzativa in tutti gliaspetti, mostrandosi unita edisponibile verso tutti coloro chesono venuti a visitare la BiancaSignora.

Gianluigi Saddi

LIl tabernacolo

Grazie ai fondi dell’8xmille ci sarà finalmente uno spaziodove portare avanti le attivitàche fino a ora si sono svoltenei container. Il vescovo Realisottolinea: «È una risorsaper tutto il territorio»

Verso Pentecosteella Veglia diPentecoste, che si

terrà sabato prossimonella Cattedrale deiSacri Cuori di Gesù eMaria alle 21, il vescovoReali darà il mandato aitestimoni della carità.Ogni anno in questosabato gli operatori diuna delle trecomponenti pastorali(liturgia, carità ecatechesi) ricevono orinnovano il loroministero.In quest’occasione tuttala Chiesa diocesana siriunisce in preghieraper sostenere questisuoi membri a cuivengono affidati idiversi ministeri.(Gi.Sal.)

Nin Cattedrale

Le confraternite a Ceriper pregare la Vergine

a diocesi conclude ilmese di maggio

dedicato alla Madonnacon un pellegrinaggio alsantuario di Ceri. Unappuntamento fisso cheogni 31 maggioraccoglie leConfraternite di Porto–Santa Rufina cheraggiungono la Madredella misericordia perrinsaldare il senso delloro servizio.L’appuntamento è alle18.30 al parcheggiosotto al borgo. Si saliràin processione e alle 19il vescovo Realipresiederà la Messa.

L

mese marianoLadispoli pellegrinadella Misericordia

elle più antiche tradizioni ci sono pellegrinag-gi che richiamano tutta una comunità cittadi-

na per spostarsi insieme verso un luogo sacro. Uno spazio diverso da quello abituale che convogliainsieme tanta gente per un momento distante dalquotidiano. E così avere la possibilità di prendersi unmomento per sé ed entrare in più diretto contattocon la propria fede.La città di Ladispoli, che in fondo è molto giovane,si inserisce in questa storia di devozione, diffusa intante parti del mondo, e il 31 maggio si ritroverà in-sieme per andare a Ceri in preghiera davanti la Ma-dre della misericordia.I fedeli si ritroveranno alle 21 presso il cimite-ro per una processione che li condurrà al bor-go attorno alle 24.È una bella occasione di fraternità per tutte leparrocchie del comune. Un segno di amicizia,in particolare per le nuove generazioni, per of-frire un’esperienza da consolidare e affidare achi verrà dopo.

Gianni Candido

N

31 MAGGIOChiusura del mese mariano a Ceri(Messa delle 19)

2 GIUGNOInaugurazione centro pastorale (vedisotto). Memoria dei santi Marcellino,presbitero, e Pietro, esorcista, martiri

3 GIUGNOVeglia di Pentecoste (vedi sotto)

4 GIUGNOTrigesimo del vescovo Bona(Cattedrale, 18.30)

11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 28 maggio 2017

L’agenda

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