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DI MONIA NICOLETTI a mafia nel Lazio c’è e si vede. A spartirsi il territorio sono 93 gruppi, leader è la ‘n- drangheta. Con 7.883 chili di droga se- questrati, il mercato più redditizio è quello de- gli stupefacenti, seguito da usura, estorsione, traffico di rifiuti e gioco d’azzardo. Per avere un’idea del giro di affari basti pen- sare che nel 2017 sono partiti 5.706 bonifici verso i paradisi fi- scali. Inoltre, si contano anche 512 aziende e 1.732 beni confiscati. Sono i numeri del Terzo Rapporto mafie nel Lazio: quasi tre- cento pagine che raccolgono i dati delle principali in- chieste giudiziarie e dei documenti isti- tuzionali sul feno- meno mafioso tra luglio 2016 e di- cembre 2017. Pre- sentato lunedì scor- so a Trastevere, è stato curato dal- l’Osservatorio tec- nico–scientifico per la sicurezza e la legalità del Lazio insieme a Libera contro le mafie. A venir fuori non è solo la fotografia della pre- senza capillare di organizzazioni criminali, ma anche quella della lotta che istituzioni e forze di polizia portano avanti: nel periodo preso in esame sono stati sei i procedimenti con 29 in- dagati per associazione di stampo mafioso, 58 i procedimenti con 412 indagati per reati con l’aggravante del metodo mafioso, 102 procedi- menti con 1010 indagati per associazione fina- lizzata al traffico di stupefacenti, 21 procedi- menti con 164 indagati per traffico di rifiuti e nove procedimenti con 40 indagati per usura. Per don Luigi Ciotti, presidente di Libera, «no- L nostante i progressi, nel paese manca un pro- getto organico, necessario in un tempo di frat- ture sociali ed economiche. Serve una legge con- creta e categorica sul gioco d’azzardo, mentre sul- la droga siamo ai massimi livelli». Droga che resta comunque il business principale. Roma, con le sue cento piazze dello spaccio, rappresenta il mercato più ghiotto. Accanto al- la mafia tradizionale, agiscono gruppi che il Rap- porto definisce “autonomi”: famiglie autocto- ne create dal tessuto socio–economico romano e da boss stranieri che si sono ritagliati una fet- ta di mercato. Gianpiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio per la legalità e la sicurezza, de- scrive «uno scenario criminale complesso», te- nuto in equilibrio «dalla pax mafiosa siglata dai boss storici, dalle reti di corruzione e dai “faci- litatori”, soggetti che facilitano, appunto, l’in- contro fra domanda e offerta». Ma, la mafia non ha infettato solo Roma. Nes- suna delle province laziali può considerarsi pu- lita, anche se i dati mostrano una spaccatura tra basso e alto Lazio. Da un lato ci sono Latina e Frosinone con infiltrazioni criminali evidenti e dall’altro Rieti e Viterbo che sembrano due iso- le felici. Ma non è così. Nel Rapporto, infatti, si legge che «la geografia criminale delle province di Rieti e Viterbo presenta un quadro variegato con aree in cui l’insediamento mafioso assume forme embrionali e territori caratterizzati inve- ce da accordi criminali che incidono sul piano delle attività economiche, di tipo legale». Suc- cede, così, che «appalti pubblici e ciclo rifiuti» vengano contaminati da «soggetti riconducibi- li prevalentemente a ‘ndrangheta e camorra». Ben più preoccupante la situazione di Latina e Frosinone: «Nel contesto territoriale del basso Lazio molteplici sentenze hanno confermato l’operatività di associazioni di tipo camorristi- co federate con il clan dei Casalesi. Nella pro- vincia di Latina, in particolare a Santi Cosma e Damiano, Castelforte e Minturno, tra il 2014 e il marzo 2016 sono stati compiuti ben undici tra attentati e intimidazioni». Per affrontare la questione della criminalità ambientale nel La- zio occorre partire proprio da qui. Ad Aprilia si è svolta la più importante inchiesta degli ultimi anni sullo smaltimento illegale: il Rapporto par- la di «una Gomorra dei rifiuti». Per quanto ri- guarda Frosinone, le inchieste della magistra- tura hanno individuato un pericoloso gruppo criminale dedito a traffico e spaccio di stupefa- centi. Emblematico il caso delle case popolari del capoluogo ciociaro, ormai in mano alla ma- lavita. «Le mafie si rafforzano dove c’è un bro- do economico e culturale che permette di e- spandersi – ha ammonito il presidente della Re- gione Nicola Zingaretti – Quindi lotta è sì re- pressione, ma anche lavoro, politiche per lo svi- luppo e dare concretezza alla parola “diritti”». Presenza capillare contro i boss a nuova edizione del Rapporto mafie nel Lazio si caratterizza per un’analisi capillare delle indagini che hanno interessato la Capitale e le province, cercando di identificare le modalità di interazione dei fenomeni criminali attraverso la descrizione dei clan che operano nel Lazio. Un monitoraggio che, partendo da fonti giudiziarie e istituzionali, ha quantificato i numeri e i tempi di permanenza dei clan nella regione. Un’altra caratteristica di questa edizione è che contiene anche notizie e informazioni sulle azioni della Regione contro mafie e corruzione. «Uno spazio pensato che rende conto ai cittadini del lavoro fatto, con un impegno corale e che si rinnova per i prossimi anni, per costruire insieme quello che per noi è un progetto concreto: un Lazio senza mafie e corruzione» ha affermato Nicola Zingaretti, presidente della Regione. Monitorare il territorio ha consentito di stabilire il numero complessivo dei gruppi criminali presenti dagli anni Settanta ad oggi. Siamo a quota 154. Di questi, 62 clan sono stati interessati da processi per molto tempo, ma non sono più citati in indagini giudiziarie da almeno quattro anni. Resta da capire se questo dato significa che non sono più operativi. Il Rapporto, infatti, dimostra che spesso gruppi criminali in passato molto colpiti continuano a operare appoggiandosi a personaggi secondari. (Mo.Nic.) L Dalla droga fino ai rifiuti: così la mafia infetta il Lazio ALBANO L’ORDINAZIONE PRESBITERALE a pagina 3 ANAGNI L’OSSERVATORIO DEL TERRITORIO a pagina 4 CIVITA C. LA VISITA IN TERRA DI SERBIA a pagina 5 CIVITAVECCHIA COL PENSIERO AL PRIMO MAGGIO a pagina 6 FROSINONE IN SOSTEGNO DELLA CHIESA a pagina 7 GAETA SPIEGARE LA CREAZIONE a pagina 8 LATINA LA MESSA PER SAN MARCO a pagina 9 PALESTRINA COMUNICANDI IN PELLEGRINAGGIO a pagina 10 PORTO S.RUFINA CERVETERI PER SAN MICHELE a pagina 11 SORA SCOUT, IL RINNOVO DELLA PROMESSA a pagina 13 TIVOLI PRIME COMUNIONI LA FESTA DIOCESANA a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI IL VALORE DEL CAMMINARE a pagina 12 Spaccio e traffico di stupefacenti il primo business A Roma famiglie locali accanto ai clan più noti Infiltrazioni a Latina e Frosinone; meglio Rieti e Viterbo igliora la prevenzione rispetto a tumori e malattie croniche, oltre che degli stili di vita, controbilanciati però da un aumento di obesi e fumatori. Queste le principali evidenze emerse dal recente Rapporto ‘Osservasalute 2017’, curato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane e dall’Università cattolica del Sacro Cuore, che fornisce i risultati operativi riguardanti la sanità. I risultati positivi emersi si notano soprattutto nelle aree in cui ha maggior impatto la prevenzione; resta comunque pesante il divario Nord–Sud. Per quanto riguarda la realtà del Lazio, prendendo in esame tutti gli aspetti che riguardano la vita e la salute dei cittadini, si trova che la quota di fumatori a partire dai 14 anni è del 21,2%, con un valore nazionale pari al 19,8%. La speranza di vita alla nascita, nel 2016, è pari a M 80,6 anni per gli uomini ed a 84,9 anni per le donne (valore nazionale: uomini 80,6 anni e donne 85,0 anni). I dati di mortalità, nel 2015, risultavano pari a 110,8 per 10mila per gli uomini ed a 75,4 per 10mila per le donne (valore nazionale: uomini 112,2 e donne 74,6). La copertura vaccinale antinfluenzale nella popolazione di età 65 anni ed oltre è pari, nella stagione 2016– 2017, a 51,5% (valore nazionale 52,0%). L’indicatore relativo alla spesa sanitaria pubblica pro capite, nel 2016, è di 1.913 Euro (valore nazionale 1.845 Euro). Per quanto riguarda, invece, il quadro della performance dei Sistemi sanitari regionali, nell’arco temporale che va dal 2008 al 2015, il Lazio si trova tra le regioni a media performance, insieme a Basilicata, Molise e Abruzzo. Carla Cristini Fotografia del sistema sanitario italiano, tra luci ed ombre; ancora forte il divario Nord-Sud L’analisi a livello regionale e la situazione nel Lazio L EDITORIALE È DOVERE DI TUTTI L IMPEGNO CIVILE ALLA RESPONSABILITÀ MARCO GENOVESE* avanzare degli affari delle mafie segna, anche nella Capitale, un pericoloso arretramento dei diritti e delle libertà di ciascuno di noi. Proprio laddove si ravvisano illegalità diffusa e corruzione o nelle periferie relegate ad essere non luoghi di vita, ma “piazze di spaccio”, osserviamo quanto sia fragile la società di fronte ad un potere, che muta ogni giorno pelle senza mai cambiare la sua vera natura. Un carattere predatorio, che porta i clan a scegliere nuove strade per accaparrarsi risorse, ma che ha sempre la stessa vecchia regola, impastata di violenza, sangue e soldi. Il quadro presentato dall’ultima edizione del rapporto Mafie nel Lazio, prodotto dall’Osservatorio regionale, è davvero complesso. Un ‘sistema multilivello’, in cui sono molteplici le interazioni dei fenomeni criminali, non solo mafiosi. A Roma sono presenti clan di mafia tradizionale, come Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra, insieme con clan autoctoni, “romani” che nel tempo hanno mutuato per effetto contagio ‘il metodo mafioso’, come già confermato in alcune sentenze. Un sistema in cui spicca il sistema della droga, tra le piazze di spaccio e i grandi narcos internazionali. Qui trovano spazio colletti bianchi e denaro sporco che corrompe le pubbliche amministrazioni e l’economia. Ma se è forte l’impegno repressivo dello Stato, la sfida che abbiamo davanti per creare argini al potere mafioso ha bisogno di un nuovo impegno civile. Che si traduca in politiche sociali, lavoro e in una responsabilità educativa di cui siamo tutti investiti e che Libera sta contribuendo a sviluppare in tutta Italia: nelle scuole, nelle parrocchie, attraverso i beni sottratti alle mafie, insieme ai familiari delle vittime innocenti. Affinché una comunità che vive di relazioni e non di contatti, che si riconosce in legami solidali, possa essere aiutata a crescere e non venga sopraffatta dalle relazioni malate che le mafie stanno imponendo. Per esempio, si è svolto lo scorso anno un campo di Libera a Tor bella monaca, estrema periferia di Roma, dove 15 ragazzi si sono incontrati per una settimana, per approfondire il radicamento della criminalità organizzata, conoscere quelle realtà positive che resistono e lottano per un cambiamento. Ad accoglierli, una parrocchia, un centro sociale, un’associazione di giovani, i sindacati ed un bene confiscato divenuto biblioteca dove hanno realizzato un murales per Peppino Impastato. Anche quest’anno si ripeterà l’esperienza, continuando a costruire insieme un futuro diverso e libero dalle mafie. *responsabile di Libera Roma L Coordinamento: cooperativa Il Mosaico via Anfiteatro Romano, 18 00041 Albano Laziale (Rm) tel. 06.932684024 e-mail: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA e-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 Domenica, 29 aprile 2018 generazione giovani ra un bel giovane. In epoca in cui esser bellocci non era proprio ritenuto una cosa importante. Roba da ragazzetti. Quelli che avevano successo, all’epoca, era- no quelli tosti, che sapevano combattere e che sape- vano fare i duri. Così quando Samuele andò a casa di Iesse a ungere uno dei suoi figli per ordine di Dio, lui neanche ci pensò a quel ragazzotto belloccio e rossic- cio di capelli. Gli presentò i suoi figli “presentabili”. Da- vid l’aveva lasciato a pascolare i greggi nei campi. E in- vece il Signore proprio David aveva scelto. Che poi lo rese un grande guerriero, un re sapiente e forte, uno che non solo fu bello di aspetto, ma anche un uomo capace di governo e di “unità nazionale”. Forse san Be- nedetto se lo ricordò quando prescrisse all’abate del mo- nastero di non metter da parte i più piccoli: “Abbiamo detto che tutti siano chiamati a esprimere il proprio pa- rere, poiché spesso è al più giovane che Dio rivela la so- luzione migliore”. Gli deve aver balenato nella mente quell’episodio biblico in cui fu proprio il più giovane, quello ritenuto addirittura impresentabile, ad essere colui su cui lo Spirito Santo scese. Dovremmo ricordar- celo anche noi, nelle nostre famiglie, nelle comunità, nei diversi gruppi; spesso son proprio i più giovani ad essere quelli che ci portano la voce di Dio. Francesco Guglietta E Dio non dimentica gli impresentabili Un mese con i libri: promuovere cultura e crescita personale a pagina 2 Secondo il Rapporto sulla criminalità organizzata 93 gruppi si spartiscono il territorio Arresto dopo un’operazione antimafia Osservasalute. In aumento i fumatori
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L fino ai rifiuti - diocesiportosantarufina.it · a nuova edizione del Rapporto mafie nel Lazio si caratterizza per un’analisi capillare delle indagini che hanno interessato la

Feb 21, 2019

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Page 1: L fino ai rifiuti - diocesiportosantarufina.it · a nuova edizione del Rapporto mafie nel Lazio si caratterizza per un’analisi capillare delle indagini che hanno interessato la

DI MONIA NICOLETTI

a mafia nel Lazio c’è e si vede. A spartirsi ilterritorio sono 93 gruppi, leader è la ‘n-drangheta. Con 7.883 chili di droga se-

questrati, il mercato più redditizio è quello de-gli stupefacenti, seguito da usura, estorsione,traffico di rifiuti e gioco d’azzardo. Per avere un’idea del giro di affari basti pen-sare che nel 2017 sono partiti 5.706 bonifici

verso i paradisi fi-scali. Inoltre, sicontano anche 512aziende e 1.732beni confiscati.Sono i numeri delTerzo Rapporto mafienel Lazio: quasi tre-cento pagine cheraccolgono i datidelle principali in-chieste giudiziarie edei documenti isti-tuzionali sul feno-meno mafioso traluglio 2016 e di-cembre 2017. Pre-sentato lunedì scor-so a Trastevere, èstato curato dal-l’Osservatorio tec-

nico–scientifico per la sicurezza e la legalità delLazio insieme a Libera contro le mafie. A venir fuori non è solo la fotografia della pre-senza capillare di organizzazioni criminali, maanche quella della lotta che istituzioni e forzedi polizia portano avanti: nel periodo preso inesame sono stati sei i procedimenti con 29 in-dagati per associazione di stampo mafioso, 58i procedimenti con 412 indagati per reati conl’aggravante del metodo mafioso, 102 procedi-menti con 1010 indagati per associazione fina-lizzata al traffico di stupefacenti, 21 procedi-menti con 164 indagati per traffico di rifiuti enove procedimenti con 40 indagati per usura. Per don Luigi Ciotti, presidente di Libera, «no-

Lnostante i progressi, nel paese manca un pro-getto organico, necessario in un tempo di frat-ture sociali ed economiche. Serve una legge con-creta e categorica sul gioco d’azzardo, mentre sul-la droga siamo ai massimi livelli». Droga che resta comunque il business principale.Roma, con le sue cento piazze dello spaccio,rappresenta il mercato più ghiotto. Accanto al-la mafia tradizionale, agiscono gruppi che il Rap-porto definisce “autonomi”: famiglie autocto-ne create dal tessuto socio–economico romanoe da boss stranieri che si sono ritagliati una fet-ta di mercato. Gianpiero Cioffredi, presidentedell’Osservatorio per la legalità e la sicurezza, de-scrive «uno scenario criminale complesso», te-nuto in equilibrio «dalla pax mafiosa siglata daiboss storici, dalle reti di corruzione e dai “faci-litatori”, soggetti che facilitano, appunto, l’in-contro fra domanda e offerta». Ma, la mafia non ha infettato solo Roma. Nes-

suna delle province laziali può considerarsi pu-lita, anche se i dati mostrano una spaccatura trabasso e alto Lazio. Da un lato ci sono Latina eFrosinone con infiltrazioni criminali evidenti edall’altro Rieti e Viterbo che sembrano due iso-le felici. Ma non è così. Nel Rapporto, infatti, silegge che «la geografia criminale delle provincedi Rieti e Viterbo presenta un quadro variegatocon aree in cui l’insediamento mafioso assumeforme embrionali e territori caratterizzati inve-ce da accordi criminali che incidono sul pianodelle attività economiche, di tipo legale». Suc-cede, così, che «appalti pubblici e ciclo rifiuti»vengano contaminati da «soggetti riconducibi-li prevalentemente a ‘ndrangheta e camorra». Ben più preoccupante la situazione di Latina eFrosinone: «Nel contesto territoriale del bassoLazio molteplici sentenze hanno confermatol’operatività di associazioni di tipo camorristi-co federate con il clan dei Casalesi. Nella pro-

vincia di Latina, in particolare a Santi Cosma eDamiano, Castelforte e Minturno, tra il 2014 eil marzo 2016 sono stati compiuti ben undicitra attentati e intimidazioni». Per affrontare laquestione della criminalità ambientale nel La-zio occorre partire proprio da qui. Ad Aprilia siè svolta la più importante inchiesta degli ultimianni sullo smaltimento illegale: il Rapporto par-la di «una Gomorra dei rifiuti». Per quanto ri-guarda Frosinone, le inchieste della magistra-tura hanno individuato un pericoloso gruppocriminale dedito a traffico e spaccio di stupefa-centi. Emblematico il caso delle case popolaridel capoluogo ciociaro, ormai in mano alla ma-lavita. «Le mafie si rafforzano dove c’è un bro-do economico e culturale che permette di e-spandersi – ha ammonito il presidente della Re-gione Nicola Zingaretti – Quindi lotta è sì re-pressione, ma anche lavoro, politiche per lo svi-luppo e dare concretezza alla parola “diritti”».

Presenza capillare contro i bossa nuova edizione del Rapporto mafie nel Lazio si caratterizza perun’analisi capillare delle indagini che hanno interessato la Capitalee le province, cercando di identificare le modalità di interazione dei

fenomeni criminali attraverso la descrizione dei clan che operano nelLazio. Un monitoraggio che, partendo da fonti giudiziarie e istituzionali,ha quantificato i numeri e i tempi di permanenza dei clan nella regione. Un’altra caratteristica di questa edizione è che contiene anche notizie einformazioni sulle azioni della Regione contro mafie e corruzione. «Unospazio pensato che rende conto ai cittadini del lavoro fatto, con unimpegno corale e che si rinnova per i prossimi anni, per costruireinsieme quello che per noi è un progetto concreto: un Lazio senza mafiee corruzione» ha affermato Nicola Zingaretti, presidente della Regione. Monitorare il territorio ha consentito di stabilire il numero complessivodei gruppi criminali presenti dagli anni Settanta ad oggi. Siamo a quota154. Di questi, 62 clan sono stati interessati da processi per moltotempo, ma non sono più citati in indagini giudiziarie da almeno quattroanni. Resta da capire se questo dato significa che non sono più operativi.Il Rapporto, infatti, dimostra che spesso gruppi criminali in passatomolto colpiti continuano a operare appoggiandosi a personaggisecondari. (Mo.Nic.)

L

Dalla drogafino ai rifiuti:così la mafia infetta il Lazio

◆ ALBANO L’ORDINAZIONEPRESBITERALE

a pagina 3

◆ ANAGNIL’OSSERVATORIODEL TERRITORIO

a pagina 4

◆ CIVITA C.LA VISITAIN TERRA DI SERBIA

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIACOL PENSIERO AL PRIMO MAGGIO

a pagina 6

◆ FROSINONEIN SOSTEGNODELLA CHIESA

a pagina 7

◆ GAETASPIEGARELA CREAZIONE

a pagina 8

◆ LATINALA MESSA PER SAN MARCO

a pagina 9

◆ PALESTRINACOMUNICANDIIN PELLEGRINAGGIO

a pagina 10

◆ PORTO S.RUFINACERVETERIPER SAN MICHELE

a pagina 11

◆ SORASCOUT, IL RINNOVO DELLA PROMESSA

a pagina 13

◆ TIVOLIPRIME COMUNIONILA FESTA DIOCESANA

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETIIL VALOREDEL CAMMINARE

a pagina 12

Spaccio e trafficodi stupefacentiil primo businessA Roma famiglie locali accantoai clan più notiInfiltrazionia Latinae Frosinone;meglio Rietie Viterbo

igliora la prevenzionerispetto a tumori e malattiecroniche, oltre che degli stili

di vita, controbilanciati però da unaumento di obesi e fumatori. Questele principali evidenze emerse dalrecente Rapporto ‘Osservasalute2017’, curato dall’Osservatorionazionale sulla salute nelle regioniitaliane e dall’Università cattolica delSacro Cuore, che fornisce i risultatioperativi riguardanti la sanità. Irisultati positivi emersi si notanosoprattutto nelle aree in cui hamaggior impatto la prevenzione;resta comunque pesante il divarioNord–Sud. Per quanto riguarda larealtà del Lazio, prendendo in esametutti gli aspetti che riguardano la vitae la salute dei cittadini, si trova chela quota di fumatori a partire dai 14anni è del 21,2%, con un valorenazionale pari al 19,8%. La speranzadi vita alla nascita, nel 2016, è pari a

M 80,6 anni per gli uomini ed a 84,9anni per le donne (valore nazionale:uomini 80,6 anni e donne 85,0anni). I dati di mortalità, nel 2015,risultavano pari a 110,8 per 10milaper gli uomini ed a 75,4 per 10milaper le donne (valore nazionale:uomini 112,2 e donne 74,6). Lacopertura vaccinale antinfluenzalenella popolazione di età 65 anni edoltre è pari, nella stagione 2016–2017, a 51,5% (valore nazionale52,0%). L’indicatore relativo allaspesa sanitaria pubblica pro capite,nel 2016, è di 1.913 Euro (valorenazionale 1.845 Euro). Per quantoriguarda, invece, il quadro dellaperformance dei Sistemi sanitariregionali, nell’arco temporale che vadal 2008 al 2015, il Lazio si trova trale regioni a media performance,insieme a Basilicata, Molise eAbruzzo.

Carla Cristini

Fotografia del sistemasanitario italiano, tra lucied ombre; ancora forte il divario Nord-SudL’analisi a livello regionale e la situazione nel Lazio

L ’ E D I T O R I A L E

È DOVERE DI TUTTIL’IMPEGNO CIVILE

ALLA RESPONSABILITÀ

MARCO GENOVESE*

avanzare degli affari delle mafiesegna, anche nella Capitale, unpericoloso arretramento dei diritti e

delle libertà di ciascuno di noi. Proprioladdove si ravvisano illegalità diffusa ecorruzione o nelle periferie relegate adessere non luoghi di vita, ma “piazze dispaccio”, osserviamo quanto sia fragile lasocietà di fronte ad un potere, che mutaogni giorno pelle senza mai cambiare la suavera natura. Un carattere predatorio, cheporta i clan a scegliere nuove strade peraccaparrarsi risorse, ma che ha sempre lastessa vecchia regola, impastata di violenza,sangue e soldi. Il quadro presentatodall’ultima edizione del rapporto Mafie nelLazio, prodotto dall’Osservatorio regionale,è davvero complesso. Un ‘sistemamultilivello’, in cui sono molteplici leinterazioni dei fenomeni criminali, non solomafiosi. A Roma sono presenti clan dimafia tradizionale, come Cosa nostra,‘ndrangheta e camorra, insieme con clanautoctoni, “romani” che nel tempo hannomutuato per effetto contagio ‘il metodomafioso’, come già confermato in alcunesentenze. Un sistema in cui spicca il sistemadella droga, tra le piazze di spaccio e igrandi narcos internazionali. Qui trovanospazio colletti bianchi e denaro sporco checorrompe le pubbliche amministrazioni el’economia. Ma se è forte l’impegnorepressivo dello Stato, la sfida che abbiamodavanti per creare argini al potere mafiosoha bisogno di un nuovo impegno civile. Chesi traduca in politiche sociali, lavoro e inuna responsabilità educativa di cui siamotutti investiti e che Libera sta contribuendoa sviluppare in tutta Italia: nelle scuole,nelle parrocchie, attraverso i beni sottrattialle mafie, insieme ai familiari delle vittimeinnocenti. Affinché una comunità che vivedi relazioni e non di contatti, che siriconosce in legami solidali, possa essereaiutata a crescere e non venga sopraffattadalle relazioni malate che le mafie stannoimponendo. Per esempio, si è svolto lo scorsoanno un campo di Libera a Tor bellamonaca, estrema periferia di Roma, dove15 ragazzi si sono incontrati per unasettimana, per approfondire il radicamentodella criminalità organizzata, conoscerequelle realtà positive che resistono e lottanoper un cambiamento. Ad accoglierli, unaparrocchia, un centro sociale,un’associazione di giovani, i sindacati edun bene confiscato divenuto bibliotecadove hanno realizzato un murales perPeppino Impastato. Anche quest’anno siripeterà l’esperienza, continuando acostruire insieme un futuro diverso e liberodalle mafie.

*responsabile di Libera Roma

’L

Coordinamento: cooperativa Il Mosaicovia Anfiteatro Romano, 1800041 Albano Laziale (Rm)tel. 06.932684024e-mail: [email protected]

Avvenire - Redazione pagine diocesanepiazza Carbonari, 3 - 20125 Milanotel. 02.67801 - fax 02.6780483www.avvenire.it e-mail: [email protected]

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLAe-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084

Domenica, 29 aprile 2018 generazione giovani

ra un bel giovane. In epoca in cui esser bellocci nonera proprio ritenuto una cosa importante. Roba da

ragazzetti. Quelli che avevano successo, all’epoca, era-no quelli tosti, che sapevano combattere e che sape-vano fare i duri. Così quando Samuele andò a casa diIesse a ungere uno dei suoi figli per ordine di Dio, luineanche ci pensò a quel ragazzotto belloccio e rossic-cio di capelli. Gli presentò i suoi figli “presentabili”. Da-vid l’aveva lasciato a pascolare i greggi nei campi. E in-vece il Signore proprio David aveva scelto. Che poi lorese un grande guerriero, un re sapiente e forte, unoche non solo fu bello di aspetto, ma anche un uomocapace di governo e di “unità nazionale”. Forse san Be-nedetto se lo ricordò quando prescrisse all’abate del mo-nastero di non metter da parte i più piccoli: “Abbiamodetto che tutti siano chiamati a esprimere il proprio pa-rere, poiché spesso è al più giovane che Dio rivela la so-luzione migliore”. Gli deve aver balenato nella mentequell’episodio biblico in cui fu proprio il più giovane,quello ritenuto addirittura impresentabile, ad esserecolui su cui lo Spirito Santo scese. Dovremmo ricordar-celo anche noi, nelle nostre famiglie, nelle comunità,nei diversi gruppi; spesso son proprio i più giovani adessere quelli che ci portano la voce di Dio.

Francesco Guglietta

E

Dio non dimentica gli impresentabili

Un mese con i libri:promuovere cultura e crescita personalea pagina 2

Secondo il Rapporto sulla criminalità organizzata 93 gruppi si spartiscono il territorio

Arresto dopo un’operazione antimafia

Osservasalute. In aumento i fumatori

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
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Trenta giorni per diffondere nella regioneil piacere del racconto scritto e del sapere Viaggio pieno d’emozioni tra realtà e fantasia attraverso un centinaio di eventi

Un blog nato per far riscoprire la bellezza del territorio

iandanti sociali è il nuovo blogdell’associazione Lazio sociale,arrivato sul web da poco tempo.

Dedicato a turismo, ambiente, agricolturae cucina, i suoi contenuti verrannorealizzati in collaborazione con gli«agenti» che contribuiscono a valorizzareil capitale umano e paesaggistico dellaregione. Si tratta di alcuni volontari chevisiteranno paesi, borghi e periferie,monitorando le attività di Pro loco,associazioni, imprese e istituzioni.«Proveremo a raccontare la quotidianitàdel territorio – ha affermato la presidenteAlessandra Bonifazi –. La squadra diLazio sociale e altre realtà condivideranno

gli aspetti significativi delle loro giteturistiche e momenti di svago. Abbiamochiesto di descrivere le emozioni,includendo sapori, incontri, impressioni.Perché non vogliamo che i nostri lettorisiano soltanto spettatori. Speriamo inveceche diventino protagonisti attraverso uncoinvolgimento in prima persona. Lanostra è un’associazione libera e aperta:non selezioneremo gli autori dei testi eamiamo la spontaneità». L’utente cheaccederà al blog potrà trovare onlinenotizie, interviste, informazioni,indicazioni e curiosità sulle localitàvisitate dai ‘viandanti’. «Non vogliamorealizzare un elenco di comunicatistampa – ha specificato la presidente –.Qualora ce li invieranno, cercheremo diassorbirli in un contesto che andràsicuramente arricchito. Magari con aspettidel territorio direttamente collegati aglieventi pubblicizzati». Un esempio lofornisce il primo post pubblicato, che

descrive il laghetto di acqua sorgiva nelcentro storico di San Giorgio a Liri, inprovincia di Frosinone. Il testo presentauna descrizione molto semplice, con unostile colloquiale. Non occorre quindiessere un professionista dellacomunicazione per proporre uncontributo. La genuinità richiesta, siintuisce dal logo che ritrae due personeche portano insieme un bagaglio daviaggio. Il significato dell’illustrazione loha spiegato la disegnatrice, MartinaPastore, proprio sul blog: «La scelta èricaduta sul trolley per un motivo moltosemplice: è difficile che uno zaino o unaborsa possano essere trasportati da più diuna persona, mentre sull’impugnatura diun trolley c’è lo spazio per due mani – hascritto Pastore –. Solamente una manonon riusciva a comunicare il senso dicondivisione così come lo avevoimmaginato. Bisognava pensare a chi eraindirizzata questa rubrica: uomini,

donne, giovani, adulti e anziani, senzafare nessun tipo di distinzione. Inseriredue figure diverse, ma comunque simili,come un uomo e una donna, checamminano insieme verso la stessadirezione, mi è sembrata la soluzione piùefficace». In cantiere Lazio sociale hamesso anche il “Premio ViandantiSociali”. Organizzato insieme ad Acli TerraLazio e Asso Extralberghieri, il concorsomette in luce quelle strutture che hannocaratteristiche qualitativamente rilevantidal punto di vista ambientale e sociale. Adecretare i vincitori sarà una giuria,appositamente scelta dal comitatoorganizzativo, che li premierà nel corso diun evento che si terrà a Roma in autunno.«Si tratta di in progetto in divenire – haspiegato Bonifazi –. Andremo alla ricercadi quelle realtà produttive, che forniscanoservizi appropriati a chi ha difficoltàparticolari».

Mirko Giustini

V

Al castello di Santa Severasfida di lettura ad alta voce

Biblioteche ed entipubblici, istituti scolaticie associazioni: tutticoinvolti per proporre unprogramma rivolto adadulti e bambiniLo slogan: raggiungeregrazie alle parole i tanti mondi possibili

Maggio dei libri: leggere è «volare»

ono oltre 100 gli eventi nelLazio per il Maggio dei libri. Èla «sfida di leggere, e leggere

ovunque» promossa dal Centro peril libro e la lettura del ministerodei Beni e delle attività culturali edel turismo che è partita il 23aprile, in occasione della giornatamondiale Unesco del libro e deldiritto d’autore. L’obiettivo è quellodi sottolineare il valore della

S lettura per la crescita personale,culturale e civile. “Vo(g)liamoleggere” è lo slogan dellacampagna 2018 che ha comeimmagine guida un gruppo dioche selvatiche in volo cavalcate dalettori: «La lettura mette le ali econsente di raggiungere attraverso ilibri tutti i mondi possibili,trasportati con leggerezza dalleparole». Tre i filoni tematici: letturacome libertà; anno europeo delpatrimonio; la lingua comestrumento di identità. Anchequest’anno sarà assegnato ilpremio “Maggio dei libri 2018”,destinato alle iniziative più creativee innovative. Tante quelleorganizzate nel Lazio, per tutti igusti e le età. A Latina gli incontridella biblioteca comunale incollaborazione con il gruppolocale “Nati per leggere” conletture ad alta voce in classe. AGallicano nel Lazio, Genazzano,Palestrina, San Cesareo eValmontone si terrà il progetto dilettura animata e scrittura creativarivolto alle classi quarte elementari.

A Paliano ed Aquino, in provinciadi Frosinone, per l’intero mesepresentazioni di libri e attività per ibambini. In particolare, il comunedi Aquino, in collaborazione conl’ordine degli avvocati del tribunaledi Cassino, il 12 maggio proponeuna riflessione a partire dallalettura di “Diario di un giudice” diDante Troisi. A Tarquinia labiblioteca comunale promuove“Leggere per crescere”, ogni sabatodi maggio letture animate perbambini. Il 10 maggio nel repartodi neuroriabilitazionedell’ospedale pediatrico BambinoGesù, nella sede di Santa Marinellala scuola elementare organizza unlaboratorio artistico espressivo conla costruzione di libri artigianali. ACivitavecchia una nave di libri,organizzata da “Leggere.tutti” incollaborazione con Grimaldi Lines,è partita per Barcellona il 21 aprile.Durante il viaggio a bordo un riccoprogramma di reading, spettacoli,proiezione, dibattiti alla presenzadi scrittori, attori e registi. Giunti aBarcellona, è stata celebrata tra rose

e volumi la giornata mondiale dellibro, molto sentita in Catalogna. ATivoli tanti gli appuntamenti inprogramma: dall’approfondimentodell’arte libraria antica a villaAdriana e al museo didattico dellibro antico di Villa d’Este a“Seminarlibri”, un insieme dieventi che si svolge nel centrostorico dal 18 al 20 maggio. ABracciano quattro incontri dilettura e narrazione di storie,romanzi e fiabe dedicati al mondonaturale, per adulti e bambini.Anche nel sud pontino nonmancheranno iniziative: nellabiblioteca comunale di Castelforte“Giocolorando”, quattro incontriper bambini per imparare ad usarei colori partendo dalle immagini diun libro; passeggiata letteraria suipassi delle poesie da “Come setutto bianco” di Lorenzo Ciufo ebiciclettata letteraria sulle orme diUlisse sono, invece, le attivitàpromosse a Gaeta dall’associazioneculturale Fuori Quadro. Non resta,quindi, che “volare”.

Simona Gionta

DI SIMONA GIONTA

no degli appuntamenti piùattesi dell’edizione 2018 del

“Maggio dei libri” è il Festival dellalettura ad alta voce. Un ritornodopo il grande successo dicoinvolgimento lo scorso anno perla prima edizione, quando 350studenti delle scuole del Laziohanno riempito il bellissimoCastello di Santa Severa. Unconcorso per giovani lettori e, inparticolare, per gli studenti dellescuole primarie e secondarie diprimo e secondo grado di cinqueterritori del Lazio. Sono statiindividuati e coinvolti, infatti,cinque istituti per ciascuno dei treordini scolastici, nei capoluoghidelle province di Frosinone, Latina,Rieti e Viterbo e in un’areaperiferica di Roma. Il festival èpromosso in collaborazione conl’assessorato alla cultura e allepolitiche giovanili della regioneLazio. I ragazzi sono chiamati aleggere ad alta voce un brano dinarrativa davanti al pubblico.I libri proposti dalla commissione diesperti quest’anno sono:“Pinocchio” di Carlo Collodi per lescuole elementari, “L’isola deltesoro” di Robert Louis Stevensonper le scuole medie e “Il giovaneHolden” di Jerome D. Salinger per lescuole superiori. È stata già inviatauna copia dell’opera prescelta perogni ordine e grado scolastico aciascuno studente delle classiconcorrenti: i ragazzi leggono iltesto prima in maniera autonoma esuccessivamente insieme agli

esperti del laboratorio teatraleintegrato “Piero Gabrielli”, cheattivano corsi di formazione allalettura espressiva presso le scuoleaderenti.L’appuntamento è, quindi, il 18maggio al Castello di Santa Severaper la prova finale: duerappresentanti per classe diciascuna delle quindici scuolecoinvolte si cimenterannonell’ultima gara, nella magnificacornice del parco del castello. Ipremi saranno in libri,naturalmente, sia per i singolivincitori sia per le bibliotechescolastiche di ogni istitutopartecipante al Festival. L’iniziativapunta, oltre a promuovere il mondodei libri tra i più piccoli e i piùgiovani, a valorizzare la lettura adalta voce poco diffusa esottovalutata quando, al contrario,potrebbe avvicinare i bambini cheancora non sanno leggere ma anchei ragazzi e gli adulti che con i testihanno poca famigliarità.Un’iniziativa che si inserisce in uncontesto in cui, secondo i dati Istatsulla produzione e la lettura deilibri, nel Lazio il 42,9 % dellepersone dai sei ai 18 anni nell’anno2016 ha letto almeno un libro nonper motivi scolastici o professionali.Una posizione a metà classificarispetto alle altre regioni italianema che, paradossalmente, èall’opposto del primato del Lazio,insieme alla Lombardia, perpresenza di editori attivi. Questedue regioni ospitano circa il 50% deigrandi editori, quasi il 40% dei medie più di un terzo dei piccoli editori.

U

apa Francesco con una lettera alpresidente del Cepell, Romano

Montroni, in occasione della giorna-ta del 23 aprile ha auspicato «una piùpiena presa di coscienza sul significatoche il libro, e più in generale la let-tura, riveste per la costruzione di unmondo e di una società più giusta efraterna». Nel 1996 l’Organizzazionedelle Nazioni Unite per l’Educazione,

la Scienza e la Cultura istituiva la gior-nata mondiale del libro e del dirittod’autore per promuovere la lettura,la tutela del copyright e la pubblica-zione dei libri. Il giorno scelto richia-ma la data di morte nel 1616 di gran-di scrittori, uno per tutti WilliamShakespeare. L’Unesco elegge ancheuna capitale del libro; per il 2018 èAtene. In Italia la Commissione na-

zionale per l’Unesco ha indicato duelibri per regione, a legare narrativa eterritorio, per il Lazio sono Ragazzi divita di Pier Paolo Pasolini e Un gior-no perfetto di Melania Mazzucco. Lagiornata apre il Maggio dei libri, pro-mosso dal Centro per il libro e la let-tura del Mibact, con il patrocinio del-la Conferenza delle Regioni e delleProvince autonome. (M.T.Cip.)

PPasolini e Mazzucco i rappresentanti del Lazio

L’associazione Lazio socialepromuove il turismo, l’ambiente,l’agricoltura e la cucina attraversodei «viandanti» volontari

La premiazionedella primaedizione del festival al castello di Santa Severa

il progetto Unesco

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica 29 aprile 2018

Quando il riscatto passa dal lavoro e dalla solidarietà

DI ANNA MOCCIA

volte per arrivare a gioire bisognapassare attraverso la via dellasofferenza, attraversare deserti o

solcare il mare a bordo di gommonisovraffollati. È quanto accaduto ai giovaniafricani, ideatori del progetto Barikamà,una cooperativa sociale che produce yogurte verdure bio. A Martignano, alle porte diRoma, Suleman parla del percorso che luied altri ragazzi hanno dovuto affrontare per

riconquistare la propria dignità, partendodal Mali nel 2008 e lasciando i propri affettiper via di un’estrema povertà. Per passarepoi per l’Algeria, la Libia e lo sfruttamentonelle campagne del Mezzogiorno. «Perquasi due anni – racconta il cittadino delMali – ho lavorato a Rosarno, in Calabria,per 20 euro al giorno. Facevamo turni di 12ore e dormivamo in baracche fatte dicartone e plastica, perché non potevamopermetterci di pagare l’affitto. In Puglia lasituazione era anche peggiore, perché siguadagnava in base a quanto raccolto: per350 kg di pomodori ricevevamo 3 euro epoi c’era da pagare il caporale che ti avevaportato sui campi». Nel 2010 sono in molti a partecipare allarivolta di Rosarno contro lo sfruttamento,ma nel paesino scatta la caccia al migrante esono costretti ad andarsene. Tra questi c’èSuleman, che decide di spostarsi a Romainsieme ad alcuni amici, con il pavimento

della stazione Termini come primoalloggio. Da qui un nuovo cammino diricerca per costruire una prospettiva di vita:supportati d’alcuni italiani e con lasolidarietà di varie associazioni riescono aottenere il permesso di soggiorno. Nel 2011insieme alla solidarietà arriva un’idea:fondare Barikamà, che in bambara – lalingua del Mali –, significa resistenza. O piùprecisamente “resilienza” e richiama lacapacità di riprendersi dopo le difficoltà.Oggi a gestire la cooperativa sono in sette.La coltivazione degli ortaggi avviene incollaborazione con il Casale di Martignanosu una superficie di circa tre ettari. Poi c’è laproduzione dello yogurt: «Provenendo dazone rurali – spiega – ci ricordavamo lericette dei nostri paesi. Utilizziamo lattebiologico, che viene da Amatrice e non cisono conservanti. Ha lo stesso sapore diquello di 50 anni fa». Di spostamenti igiovani africani ne continuano a fare tutti i

giorni: in treno e in auto da Roma aMartignano per coltivare la terra. Ma questavolta la loro terra. Così come i viaggi inbicicletta per consegnare porta a porta ilfrutto del loro lavoro. Di certo, la vita diSuleman è totalmente cambiata: ha 34anni, si è innamorato di una ragazzaitaliana dalla quale ha avuto due figli. Parlacon passione di questo progetto, sebbenenon nasconde la sofferenza di fronteall’ondata crescente di razzismo. Per questocerca di facilitare l’inserimento sociale dialtri connazionali e in generale di personeche hanno difficoltà. I ragazzi di Barikamàhanno vinto anche un bando e oragestiscono il Caffè Nemorense,promuovendo una serie di tirocinifinalizzati all’inserimento lavorativo digiovani con sindrome di Asperger.Cooperativa Barikamà: Caffè Nemorense,via Nemorense 41, Roma,www.barikama.altervista.org. (3. segue)

A

Da sinistra: Sidiki, Youssouf, Modibo, Suleman

Barikamà, una cooperativasociale fondata da alcuni giovaniafricani, che dopo tanti sacrificihanno potuto realizzare un sogno

Non solo fattorie

Uno degli eventi nell’ambito di «Maggio dei libri» dell’anno scorso

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 3: L fino ai rifiuti - diocesiportosantarufina.it · a nuova edizione del Rapporto mafie nel Lazio si caratterizza per un’analisi capillare delle indagini che hanno interessato la

A Santa Severa aprono ostello e museo multimedialeDI GIANNI CANDIDO

ggi abbiamo presentato forse l’o-stello della gioventù e per le fa-miglie più bello d’Europa, forse

del mondo, e sicuramente più romantico».Sono le parole del presidente della RegioneLazio Nicola Zingaretti per l’inaugurazionedella nuova struttura ricettiva nel castello diSanta Severa lo scorso 24 aprile. Un luogo e-sclusivo per la bellezza naturalistica e il pa-trimonio artistico, che potrà ospitare fino a42 persone: «Una scelta di campo – continuail governatore – dedicare un bel luogo pub-blico alle giovani generazioni e alle famiglie,a una fruizione non per i ricchissimi».Assieme all’ostello apre anche un interessan-te museo multimediale: l’Innovation lab, il cuisviluppo è stato affidato a LazioCrea con ilcontributo di Volkswagen Group Italia. I vi-sitatori potranno scoprire le aree museali del“Castello baciato dal mare” grazie a un App

mobile con realtà virtuale e realtà aumenta-ta. L’applicazione disponibile per piattaformaIOs e Android offrirà tutte le informazioni.I contenuti sono stati associati a monitor mul-titouch oppure a sistemi video immersivi, an-che interattivi, basati su pellicole trasparen-ti. Strutture come la Rocca, la Torre Saracena,la Sala Nostromo, posta al piano terra dell’e-dificio che delimita la corte interna, sarannointrodotte virtualmente dal noto giornalistae studioso Mario Tozzi.«Un luogo pubblico – commenta il vice-presidente Massimiliano Smeriglio – , po-sizionato in una zona pregiatissima, in ri-va al mare che rischiava di rimanere ab-bandonato o peggio svenduto è invece di-venuto un fiore all’occhiello di questa am-ministrazione. Non un posto fruibile perpochi, ma un luogo restituito ai cittadini,alla bellezza, alla cultura».Per la realizzazione dell’ostello la Regione hautilizzato anche risorse arrivate grazie alla

procedura dell’Art bonus. Questo sostegno almecenatismo culturale prevede per chi effet-tua erogazioni liberali in denaro (come pre-visto dalla legge n. 83 D.L. del 31 maggio2014), importanti benefici fiscali sotto for-ma di credito di imposta. «Il Lazio – ricordaAlessandra Sartore, assessore al Bilancio e Pa-trimonio – è una delle poche Regioni ad a-verlo fatto e per questo ringraziamo i cittadi-ni che hanno messo i loro risparmi che, ri-cordo, possono essere detratti per il 65% intre anni dalla dichiarazione dei redditi».All’interno del Castello potranno essereconcessi in affitto gli spazi per la realizza-zione di convegni, conferenze, dibattiti,corsi, seminari, video–proiezioni, spetta-coli, manifestazioni culturali, mostre e at-tività espositive a carattere temporaneo; e-venti, banchetti e ricevimenti; servizi foto-grafici e riprese televisive, cinematografi-che o altro genere di audiovisivi.(www.castellodisantasevera.it)

O«La chiesa dell’Assunta

Nella ristrutturazione delcastello di Santa Severa èriemersa una basilicapaleocristiana all’internodel complesso: conferma lapresenza di un luogo cultodi sepoltura della martire.Attorno al Cinquecentol’Ordine di Santo Spiritocostruì sopra ai resti unachiesa dedicata a SantaSevera e Santa Lucia. Poinel 1594 l’Ordine edificauna chiesa più grandededicata a Santa MariaAssunta, che è stataparrocchiale fino allacostruzione della nuovachiesa, dedicata aSant’Angela Merici.Il castello di Santa Severa (Museo Antiquarium di Pyrgi)

Assieme a MicheleCerveteri.La devozione antica per l’arcangeloche nell’842 ha protetto la città dai saraceniDI MARINO LIDI

impronta della sua manosulla campana ol’apparizione come cavaliere

bardato a un nobildonna perrassicurarla da ogni timore mentreentra nella chiesa. Tra i vicoli diCerveteri, davanti alle osterie osemplicemente in famiglia questestorie sono conosciute bene, e datutti. Vengono da lontanolegando le generazioni e aiutandole nuove a innestarsi su un ceppocomune: la devozione verso sanMichele Arcangelo, che sifesteggia l’8 maggio.Lo stesso giorno, ma quasimilleduecento anni fa nacque tra ilpopolo ceretano lacertezza di essere statodifeso da san Michele inun momento decisivo perla propria sopravvivenza. La tradizionecollocherebbe i fatti a cuisi riferisce la devozionereligiosa alla fine del IXsecolo durantel’imponente incursionesaracena ai danni digran parte dell’areamediterranea. Nell’842 le navi diquesti pirati si muovono dai portidi Ostia e di Civitavecchia perraggiungere Roma, dovedevastano le basiliche di SanPietro e San Paolo.Nel racconto tramandato a Cerveterisi racconta che l’8 maggio dellostesso anno i saraceni decidono diprendere Cerveteri. Durantel’attacco, mentre si avvicinano allacittà etrusca, la campagna cervetranaviene gradualmente ricoperta da unafitta nebbia che impedisce qualsiasicammino. Come sempre neimomenti di pericolo suona lacampana per segnalare alla gente dicorrere al riparo. Purtroppo però irintocchi si trasformano in unatrappola perché aiutano i pirati atrovare la giusta direzione. Quandosono prossimi alle mura della città ilbatacchio cessa di percuotere ilbronzo, lasciando esterrefatto lo

’Lstesso campanaro.La campana era quelladell’antica chiesa di SanMichele sub ripa iuxtaCerveterem, situata pressola zona chiamata Greppedi Sant’Angelo. Tra l’altroproprio nei pressi delluogo dove è statorinvenuto il vaso diEufronio, e prossima allaPorta Sud dell’anticaCaere, che sorgeva nelpunto dove oggi è sita lacappellina disant’Antonio, da cuientrava in città unavariante della via Aurelia,in direzione Roma.

Non avendo più alcunriferimento gli invasoriperdono ogni possibilitàdi arrivare alla cittàetrusca, desistono dalloro intento e fannoritorno alle navi.La sorpresa è grande tra icervetrani, ma la certezzasu chi avesse protetto lacittà non tarda ad esserecondivisa: è stato sanMichele, il difensore dellafede, difensore della cittàin cui già era venerato. E il suopassaggio dicono gli abitanti èsegnato dall’impronta della suamano sulla campana, posata percessarne il movimento. Da quelgiorno Cerveteri proclamal’arcangelo suo protettore e da allorala fedeltà della città nei suoiconfronti non è mai mancata.La festa di quest’anno ha inizio

sabato prossimo. Alle 18.30l’immagine del patrono vieneportata dalla nuova chiesa di sanMichele a Santa Maria Maggiore.Domenica la città si riunirà tuttainsieme nella piazza Santa Maria perla Messa delle 11. Lunedì si scenderàinvece nella parte nuova allaSantissima Trinità dove saràcelebrata la Messa alle 18.30.

Culmine dei festeggiamenti l’8maggio con la Messa alle 18.30nella chiesa della SantissimaTrinità, cui seguirà laprocessione con l’immagine finoal Belvedere della Rocca antica ela solenne invocazione dellaprotezione del santo.(www.smariamaggiorecerveteri.it,www.comune.cerveteri.rm.it )

Sabato l’immaginedel santo a Santa MariaMaggiore. Domenicala Messa in piazza, lunedìalla Santissima Trinitàe l’8 maggio la processioneal Belvedere della Rocca

DI SIMONE CIAMPANELLA

o sempre cercato di ama-re la Chiesa, questa Chie-sa pellegrinante, di tutti,

popolo di Dio, che vive nelle parroc-chie, nei gruppi e nei movimenti, nel-le diocesi soprattutto, facendone ilsolo interesse della mia vita». Sonoparole del testamento spirituale dimonsignor Bona, morto esattamen-te un anno fa, nella festa di Santa Ca-terina da Siena. Pastore emerito del-la Chiesa di Saluzzo, ha guidato ladiocesi di Porto–Santa Rufina dal1985 al 1992. Sono state tante le ma-nifestazioni di affetto di quei giorni:la gente voleva bene a «don Diego»,come usualmente era chiamato. E perl’anniversario della nascita al cielo so-no molteplici le preghiere e le Messeofferte in suo suffragio, tra cui quel-la in cattedrale lo scorso 20 aprile, ce-lebrata dai vescovi Apicella e Reali, equella fissata ieri alla sede del movi-mento Fac a Ponte Galeria, dove hatrascorso gli ultimi anni della vita.

Don Diego nasce in una famiglia con-tadina a Castiglione Tinella nella zo-na delle Langhe cuneesi, l’11 dicem-bre 1926. Frequenta il seminario dio-cesano di Alba e riceve l’ordinazionesacerdotale l’8 ottobre 1950. Dopoun primo incarico come viceparroco,è inviato a Roma insieme al fratellosacerdote don Alfredo. È stato vice-parroco nella parrocchia San Miche-le Arcangelo in Pietralata, assistentedi Gioventù Studentesca e insegnan-te di religione, parroco a Stella Marisin Ostia e a San Francesco Saverio al-la Garbatella. Ha ricoperto incarichiin diverse aggregazioni ecclesiali, tracui Pax Christi italiana, ApostolatoMondiale di Fatima, Movimento Fac.Una vita intensa dedicata al servizioattraverso la forte devozione mariana,con il desiderio, come scrive ancoranel testamento, di «morire nelle brac-cia grandi del Padre e vivere nella co-munione dei santi oggi e in cielo, o-ve il Signore per sola misericordia spe-ro mi accolga, con il desiderio chepossiamo tutti salvarci “a grappolo”».

Un anno fa la scomparsadel vescovo Diego Bona

o scorso 26 aprile il vescovo Reali ha partecipato ad Assisi alla Messa per il50° di ordinazione sacerdotale di monsignor Buoncristiani, vescovo di Sie-

na–Colle di Val d’Elsa–Montalcino, già pastore di Porto–Santa Rufina dal 1994al 2001. In occasione della festa della Madonna del Buon Consiglio, il Semi-nario regionale umbro ha organizzato questa celebrazione in cui un suo vec-chio alunno ora vescovo ha ringraziato il Signore assieme ai futuri sacerdoti.«Per essere preti – dice il vescovo Buoncristiani nell’omelia – bisogna guarda-re a Maria perché lei ha saputo accogliere fino in fondo la volontà di Dio. Maseguire suo il progetto significa di fatto vivere ogni giorno il comandato piùgrande: amatevi gli uni gli altri come vi ho amato». Il vescovo ha poi rivoltoun invito accorato ai seminaristi: «Voletevi bene tra di voi, e sappiate lavora-te insieme» per evitare il rischio dell’individualismo.Alla conclusione c’è stato il ringraziamento di monsignor Carlo Franzoni, ret-tore del seminario, e la consegna ai seminaristi prossimi al sacerdozio del-l’immagine della Madonna protettrice.

(Gi. Can.)

LReali al 50° di Buoncristiani

DI RENATO SPALLONE

er la 55ª Giornata mondiale dipreghiera per le vocazioni,celebrata lo scorso 22 aprile, la

parrocchia del Corpus Domini aMassimina, ha proposto alcunimomenti di preghiera e di animazione.Il rosario vocazionale, l’adorazioneeucaristica, la veglia notturna delsabato, hanno mostrato una comunitàimpegnata in questa delicata pastorale.Nel suo percorso di preparazione laparrocchia, retta dai padrirogazionisti, ha allargato le iniziativeanche alle comunità limitrofe:Madonna di Fatima, Santa MariaGoretti, San Marco e Pio X.

Con le sue proposte la comunità allaperiferia di Roma ha offerto unapprofondimento al tema suggerito dalmessaggio del Papa, proiettato verso ilSinodo dei vescovi di ottobre prossimo,dedicato ai giovani.«Ascoltare, discernere, vivere lachiamata del Signore» dice papaFrancesco, sono i tre aspetti attraversocui ognuno può leggere il progetto diDio per gli uomini e le donne di ognitempo. Nella differenza di ogni singolavocazione, sia a livello personale sia alivello comunitario, i tre verbi invitanoa rapportarsi con «questa Parola che cichiama dall’alto e che, mentre cipermette di far fruttare i nostri talenti,ci rende anche strumenti di salvezza

nel mondo e ci orienta alla pienezzadella felicità».Le tre parole denotano l’inizio dellamissione stessa di Gesù dopo ilperiodo di orazione e la lottacombattuta nel deserto. Cristo fa visitanella sinagoga di Nazareth e «qui –continua il Papa – si mette in ascoltodella Parola, discerne il contenuto dellamissione affidatagli dal Padre eannuncia di essere venuto a realizzarla“oggi”». Dunque la vocazione è sempreincarnata, «è per il presente. E ciascunodi noi è chiamato – alla vita laicale nelmatrimonio, a quella sacerdotale nelministero ordinato o a quella dispeciale consacrazione – per diventaretestimone del Signore, qui e ora».

P

Preghiera per le vocazioni a Massiminao sono nulla, la mia per-sona non conta niente,

conta quanto sono in grado diaiutare gli altri», con queste pa-role mutuate da Giovanni XXIII,don Federico Tartaglia ha rin-graziato la comunità parroc-chiale, i parenti e gli amici mar-tedì scorso, in occasione del25° della sua ordinazione sa-cerdotale. Nella chiesa di SanSebastiano, piena di personesoprattuto giovani, erano pre-senti il vescovo Reali e il ve-scovo Rossi di Civitacastellana,direttore spirituale del parrocodi Cesano al tempo in cui fre-

quentava il Pontificio semina-rio romano maggiore.Don Federico ha parlato alungo della fraternità, deldesiderio di continuare acercare il volto di Gesù, chie-dendo poi scusa per quellevolte in cui ha messo se stes-so avanti agli altri.Alla fine una parrocchiana haletto il ringraziamento a no-me della comunità di San Gio-vanni Battista per l’impegnodel sacerdote nell’accompa-gnare le persone in un cam-mino condiviso.

(S.Cia.)

Don Federico Tartagliasacerdote da 25 anni

Un momento della festa nell’edizione del 2017

ricorrenza

Seminario di Assisi

3 MAGGIOInizio del corso sulla diversa abilitàorganizzato da pastorale della salute eUnitalsi.

5 MAGGIOAnniversario dell’inizio del ministeroepiscopale del vescovo Gino Reali(2002).

6 MAGGIOGiornata di sensibilizzazione per ilsostegno economico alla ChiesaCattolica

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PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 29 aprile 2018

L’agenda

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