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L ’E DITORIALE AIUTIAMO LA CARITÀ DEL P APA GIANCARLO PALAZZI Oggi, domenica 25 giugno, si celebra la Giornata per la carità del Papa con l’Obolo di San Pietro, che per la Chiesa cattolica, è una forma di vivere la comunione con il Vescovo di Roma che presiede la carità. L’Obolo è un’offerta di denaro che tradizionalmente si svolge in tutto il mondo cattolico e inviata al Papa per essere ridistribuita a sostegno della missione della chiesa e delle opere di carità. È un appuntamento annuale, a cui tutte le diocesi del mondo sono interessate, per rinnovare l´antichissimo segno di fraternità e di solidarietà, un’occasione per esprimere l’affetto, la gratitudine, la partecipazione dei fedeli e delle comunità al Papa, per il sapiente Magistero che quotidianamente offre alla Chiesa e per la sua sollecitudine verso i tanti poveri del mondo. La raccolta viene effettuata in concomitanza con la solennità degli apostoli Pietro e Paolo il 29 giugno. È un segno, semplice e antico, di unità nell’amore. Per questo deve esprimersi come nella Chiesa delle origini, una condivisione spontanea. La Giornata invita tutti i credenti ad impegnarsi in un gesto credibile e vero del legame profondo che unisce tutta la Chiesa con il Santo Padre, come successore di Pietro. La Chiesa è chiamata a confrontarsi con le nuove povertà e «sono le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo», che interrogano la coscienza dei cristiani nel loro stile di vita consumistica: «Sapendo queste cose sarete beati se le metterete in pratica» (Gv 13, 17). La carità è un rischio, ma è quella che dà senso e spessore alla vita cristiana. Paolo VI ha detto: «La carità resterà sempre per la Chiesa il banco di prova della sua credibilità nel mondo». La Chiesa è una comunità chiamata a rendere visibile il Cristo. Alla comunità cristiana si chiede di essere “sacramento”, presenza significativa. La nostra vocazione è di essere immagine di Dio nel mondo. Attraverso la carità l’uomo mette in atto il comandamento dell’amore lasciato da Gesù Cristo e realizza la più alta perfezione dello spirito umano, in quanto glorifica la natura di Dio. È importante che una comunità si assuma la responsabilità, uno stile di vita di fronte a varie situazioni di sofferenza e di precarietà. E nel momento che ci chiniamo sul povero, dobbiamo fare riferimento all’esortazione del Papa di «farsi voce di chi non ha voce». Una comunità che non vive la carità è morta, la prova della vitalità è la carità. La Chiesa cattolica con il gesto dell’Obolo di San Pietro s’impegna in pratica di sostenere materialmente coloro che hanno la missione di annunciare il Vangelo, perché possano dedicarsi interamente al ministero, prendendosi cura anche dei più bisognosi. Oltre alla carità, c’è un importante significato ecclesiale: non si tratta solo di dare un aiuto a chi ne ha bisogno o una mano a chi fa del bene, ma di farlo come Chiesa. L’auspicio è che l’obolo di quest’anno sia un’occasione concreta per ritrovare la gioia pura e semplice di donare, sempre pronti ad annunciare che Dio, in Gesù Cristo, ha provveduto a dare una risposta alle attese dell’uomo. Giornata stessa, “Non amiamo a parole, ma con i fatti” verranno messe in atto diverse iniziative concrete di “condivisione”, che rappresenta una delle parole chiave dell’iniziativa. Non bisogna però pensare ai poveri solo come “destinatari di una buona pratica di volontariato da fare una volta alla settimana, o tanto meno di gesti estemporanei di buona volontà per mettere in pace la coscienza”. Si dovrebbe invece trattare di esperienze che portino ad un vero incontro con il povero e alla condivisione che si fa DI CARLA CRISTINI i celebra oggi la Giornata per la Carità del Papa, «con la quale ogni anno tutta la Chiesa italiana si mobilita per “dare una mano” al Santo Padre e alla sua carità esprimendogli anche concretamente affetto e riconoscenza, come scrive il segretario generale della Cei monsignor Nunzio Galantino in una lettera ai parroci, è l’opportunità di metterci al suo fianco e aiutarlo ad arrivare dovunque lo spinga il suo grande cuore». Si tratta di gesti concreti con cui tutta la Chiesa si impegna a rendersi il mezzo con cui la mano caritatevole del Papa potrà giungere a sostenere coloro che si trovano in condizioni di indigenza. Tante le opere realizzate, tante le iniziative poste in essere per soccorrere ogni forma di indigenza, a Roma e nel mondo intero. E nella Messa di oggi è chiesto a ciascun fedele di partecipare con la propria offerta all’opera del Santo Padre. Un preludio per un altro importante appuntamento, che prenderà corpo nel prossimo autunno, annunciato nei giorni scorsi. «Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità» (1 Gv 3,18). Queste parole dell’apostolo Giovanni esprimono un imperativo da cui nessun cristiano può prescindere. Un amore vero, incondizionato, che si manifesta con opere concrete, non solo a parole. Questa la sostanza del messaggio che papa Francesco ha lasciato alla Chiesa lo scorso 13 giugno, con cui annuncia la prima Giornata mondiale dei poveri, che si terrà il 19 novembre. Papa Francesco offrirà il pranzo a cinquecento poveri nell’Aula Paolo VI, dopo aver celebrato la Messa nella Basilica Vaticana. Lo ha annunciato l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, presentando il Messaggio di Francesco per l’occasione. La Giornata è stata istituita in pratica al termine del Giubileo della Misericordia e ribadita nella Misericordia et Misera, il documento post–giubilare. Per questo, in accordo con il motto della S “stile di vita” da cui possano derivare gioia e serenità d’animo. «Se vogliamo incontrare realmente Cristo, è necessario che ne tocchiamo il corpo in quello piagato dei poveri, come riscontro della comunione sacramentale ricevuta nell’Eucaristia». Per questo ciascun cristiano è chiamato a tendere la propria mano ai poveri, a “incontrarli, guardarli negli occhi, abbracciarli, per far sentire loro il calore dell’amore che spezza il cerchio della solitudine”. Nel suo messaggio, il Papa afferma: «Quante pagine di storia, in questi duemila anni, sono state scritte da cristiani che, in tutta semplicità e umiltà, e con la generosa fantasia della carità, hanno servito i loro fratelli più poveri!». L’esempio non può essere altro che la figura di San Francesco, che «non si accontentò di abbracciare e dare l’elemosina ai lebbrosi, ma decise di andare a Gubbio per stare insieme con loro. Lui stesso vide in questo incontro la svolta della sua conversione». Nel messaggio di Francesco si legge ancora: «Questa Giornata intende stimolare in primo luogo i credenti perché reagiscano alla cultura dello scarto e dello spreco, facendo propria la cultura dell’incontro. Al tempo stesso l’invito è rivolto a tutti, indipendentemente dall’appartenenza religiosa, perché si aprano alla condivisione con i poveri in ogni forma di solidarietà, come segno concreto di fratellanza». Il Papa conclude ricordando che i poveri sono una risorsa: «Questa nuova Giornata Mondiale, pertanto, diventi un richiamo forte alla nostra coscienza credente affinché siamo sempre più convinti che condividere con i poveri ci permette di comprendere il Vangelo nella sua verità più profonda. I poveri non sono un problema: sono una risorsa a cui attingere per accogliere e vivere l’essenza del Vangelo». La giornata sarà preceduta da una settimana scandita da momenti di incontro, di aiuto concreto verso i bisognosi. Francesco parla dei «mille volti segnati dal dolore, dall’emarginazione, dal sopruso, dalla violenza, dalle torture e dalla prigionia, dalla guerra, dalla privazione della libertà e della dignità, dall’ignoranza e dall’analfabetismo, dall’emergenza sanitaria e dalla mancanza di lavoro, dalle tratte della schiavitù, dall’esilio e della miseria, dalla migrazione forzata». il tema. A novembre la Giornata mondiale dei pover i Comunali 2017 Al ballottaggio per scegliere il Sindaco Oggi in vari comuni laziali si tornerà alle urne per il ballottaggio nella scel- ta del Sindaco. I seggi saranno aperti solo domenica dalle 7 alle 23.Tra i ri- sultati più attesi ci sarà Rieti, con il candidato di centrodestra Antonio Cicchetti (47%) contro il sindaco uscente di centrosinistra Simone Pe- trangeli (41%). Altra storia a Sabaudia, governata da anni dal centrodestra, dove ora si è affacciata la civica Giada Gervasi (48%) cui tenta di resistere Giovanni Secci (24,7%), di Forza Italia. Dal punto di vista politico, occhi puntati su Guidonia Montecelio e Ardea, comuni in cui il Movimento 5 Stelle è al ballottaggio con i suoi candidati, rispettivamente Michel Barbet e Mario Savarese (contro Emanuele Di Silvio e Alfredo Cugini). Gli altri comuni in cui si voterà sono Cerveteri (l’uscente Alessio Pascucci contro Anna Lisa Belardinelli), Ladispoli (Marco Pierini e Alessandro Grando), Fonte Nuova (Piero Presutti e Graziano Di Buò), Frascati (Roberto Ma- strosanti e Raffaele Pagnozzi), Grottaferrata (Luciano Andreotti e Stefano Bertuzzi),Tarquinia (Pietro Mencarini e Giovanni Moscherini). on è bastato l’appello accorato ad evitare il “turismo dell’orrore”, lanciato già diversi mesi fa al Tg3 dal sindaco Sergio Pirozzi. A quanto pare, il vezzo di un giretto ad Amatrice armati di smartphone solo per ritrarsi, o farsi ritrarre, dinanzi alle macerie è una tentazione troppo forte per gli esibizionisti dei social. E così nella cittadina terremotata sono spuntati 14 cartelli che avvertono senza troppi giri di parole: “No selfie – Luogo di rispetto!”. Quel che resta, del paese distrutto dal sisma del 24 agosto, merita rispettoso silenzio, non selfie di dubbio gusto. N Oggi il sostegno all’opera del Pontefice a favore dei bisognosi Un’occasione concreta per invitare tutti a seguire l’esempio del Santo di Assisi che si fece ultimo tra gli ultimi L’abbraccio del Papa ad alcuni poveri ALBANO SGUARDI DIVERSI UN UNICO CUORE a pagina 3 ANAGNI LA CHIESA E LA SCUOLA a pagina 4 C. CASTELLANA UN AIUTO CONCRETO a pagina 5 CIVITAVECCHIA RICERCARE LA «VERITÀ» a pagina 6 FROSINONE COSTRUTTORI DI UNITÀ a pagina 7 GAETA UN NUOVO «STILE» PER LA CATECHESI a pagina 8 LATINA MARIA GORETTI ESEMPIO VIVO a pagina 9 PALESTRINA MAZZOLARI, MILANI E LA NOSTRA CHIESA a pagina 10 PORTO-S. RUFINA RISPONDERE «SÌ» A DIO a pagina 11 SORA UNA CREATIVITÀ TUTTA MISSIONARIA a pagina 13 TIVOLI MISTERO DI FEDE E DONO D’AMORE a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI TUTTI INSIEME UN SOLO CORPO a pagina 12 LAZIO SETTE l 20 giugno è stato un gran bel momento di Chiesa, non c’è dub- bio. Il Papa si è recato per una visita privata – per quanto priva- ta possa essere una visita del Papa – sulle tombe di due tra i preti italiani più discussi del secolo scorso: don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani. Due figure diversissime quanto accomunate da u- na posizione “scomoda” nella Chiesa del loro tempo. Di don Primo potremmo dire che si sarebbe trovato a suo agio nella Chiesa del nostro tempo. La sua attività ha, infatti, precorso i tempi, gli sce- nari pastorali dischiusi da san Pio X e poi spalancati dall’insegna- mento del Concilio Vaticano Secondo. Non altrettanto potremmo dire di don Lorenzo. Il suo insegnamento, «trasparente e duro co- me un diamante», ha detto Francesco, è ancora oltre l’attuale sta- gione ecclesiale e chiede un deciso impegno per un superamento del clericalismo che ancora oggi abita i nostri ambienti e affratel- la, paradossalmente, conservatori e progressisti. Essenziale per il Papa è aver voluto onorare, in questi due preti, la capacità dei mi- gliori parroci italiani di vivere una autentica carità pastorale. «Ho detto più volte che i parroci sono la forza della Chiesa in Italia, e lo ripeto. Quando sono i volti di un clero non clericale, danno vita ad un vero e proprio “magistero dei parroci”, che fa tanto bene a tut- ti». Questo bene, che è l’amore disinteressato del ministro di Dio per il Popolo santo, è la via che può aiutare a maturare ancora og- gi preti poveri, che non cercano gli applausi o folle osannanti, ma il bene delle persone che Dio affida al loro servizio ecclesiale. Francesco Guglietta I Per nuovi preti liberi dai beni I cartelli ad Amatrice Domenica, 25 giugno 2017 CAMPI ROM QUALI POLITICHE PER I NOMADI? a pagina 2 IL FATTO Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 «Non amiamo a parole ma con i fatti concreti» Sisma, «no selfie» ad Amatrice
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LAZIO - diocesiportosantarufina.it

Oct 05, 2021

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L ’ E D I T O R I A L E

AIUTIAMOLA CARITÀDEL PAPA

GIANCARLO PALAZZI

Oggi, domenica 25 giugno, sicelebra la Giornata per la caritàdel Papa con l’Obolo di SanPietro, che per la Chiesacattolica, è una forma di viverela comunione con il Vescovo diRoma che presiede la carità.L’Obolo è un’offerta di denaroche tradizionalmente si svolge intutto il mondo cattolico e inviataal Papa per essere ridistribuita asostegno della missione dellachiesa e delle opere di carità.È un appuntamento annuale, acui tutte le diocesi del mondosono interessate, per rinnovare l´antichissimo segno di fraternitàe di solidarietà, un’occasione peresprimere l’affetto, la gratitudine,la partecipazione dei fedeli edelle comunità al Papa, per ilsapiente Magistero chequotidianamente offre allaChiesa e per la sua sollecitudineverso i tanti poveri del mondo.La raccolta viene effettuata inconcomitanza con la solennitàdegli apostoli Pietro e Paolo il 29giugno. È un segno, semplice e antico, diunità nell’amore. Per questo deveesprimersi come nella Chiesadelle origini, una condivisionespontanea.La Giornata invita tutti icredenti ad impegnarsi in ungesto credibile e vero del legameprofondo che unisce tutta laChiesa con il Santo Padre, comesuccessore di Pietro.La Chiesa è chiamata aconfrontarsi con le nuove povertàe «sono le periferie che hannobisogno della luce del Vangelo»,che interrogano la coscienza deicristiani nel loro stile di vitaconsumistica: «Sapendo questecose sarete beati se le metteretein pratica» (Gv 13, 17). La carità è un rischio, ma èquella che dà senso e spessorealla vita cristiana. Paolo VI hadetto: «La carità resterà sempreper la Chiesa il banco di provadella sua credibilità nel mondo».La Chiesa è una comunitàchiamata a rendere visibile ilCristo. Alla comunità cristiana sichiede di essere “sacramento”,presenza significativa. La nostravocazione è di essere immaginedi Dio nel mondo. Attraverso lacarità l’uomo mette in atto ilcomandamento dell’amorelasciato da Gesù Cristo e realizzala più alta perfezione dello spiritoumano, in quanto glorifica lanatura di Dio. È importante che una comunitàsi assuma la responsabilità, unostile di vita di fronte a variesituazioni di sofferenza e diprecarietà. E nel momento che cichiniamo sul povero, dobbiamofare riferimento all’esortazionedel Papa di «farsi voce di chi nonha voce». Una comunità che nonvive la carità è morta, la provadella vitalità è la carità.La Chiesa cattolica con il gestodell’Obolo di San Pietros’impegna in pratica di sostenerematerialmente coloro che hannola missione di annunciare ilVangelo, perché possanodedicarsi interamente alministero, prendendosi curaanche dei più bisognosi.Oltre alla carità, c’è unimportante significato ecclesiale:non si tratta solo di dare unaiuto a chi ne ha bisogno o unamano a chi fa del bene, ma difarlo come Chiesa. L’auspicio è che l’obolo diquest’anno sia un’occasioneconcreta per ritrovare la gioiapura e semplice di donare,sempre pronti ad annunciare cheDio, in Gesù Cristo, haprovveduto a dare una rispostaalle attese dell’uomo.

Giornata stessa, “Non amiamo aparole, ma con i fatti” verranno messein atto diverse iniziative concrete di“condivisione”, che rappresenta unadelle parole chiave dell’iniziativa. Nonbisogna però pensare ai poveri solocome “destinatari di una buonapratica di volontariato da fare unavolta alla settimana, o tanto meno digesti estemporanei di buona volontàper mettere in pace la coscienza”. Sidovrebbe invece trattare di esperienzeche portino ad un vero incontro con ilpovero e alla condivisione che si fa

DI CARLA CRISTINI

i celebra oggi la Giornata per laCarità del Papa, «con la qualeogni anno tutta la Chiesa italiana

si mobilita per “dare una mano” alSanto Padre e alla sua caritàesprimendogli anche concretamenteaffetto e riconoscenza, come scrive ilsegretario generale della Ceimonsignor Nunzio Galantino in unalettera ai parroci, è l’opportunità dimetterci al suo fianco e aiutarlo adarrivare dovunque lo spinga il suogrande cuore». Si tratta di gesticoncreti con cui tutta la Chiesa siimpegna a rendersi il mezzo con cuila mano caritatevole del Papa potràgiungere a sostenere coloro che sitrovano in condizioni di indigenza.Tante le opere realizzate, tante leiniziative poste in essere persoccorrere ogni forma di indigenza, aRoma e nel mondo intero. E nellaMessa di oggi è chiesto a ciascunfedele di partecipare con la propriaofferta all’opera del Santo Padre. Unpreludio per un altro importanteappuntamento, che prenderà corponel prossimo autunno, annunciatonei giorni scorsi. «Figlioli, nonamiamo a parole né con la lingua, macon i fatti e nella verità» (1 Gv 3,18).Queste parole dell’apostolo Giovanniesprimono un imperativo da cuinessun cristiano può prescindere. Unamore vero, incondizionato, che simanifesta con opere concrete, nonsolo a parole. Questa la sostanza delmessaggio che papa Francesco halasciato alla Chiesa lo scorso 13giugno, con cui annuncia la primaGiornata mondiale dei poveri, che siterrà il 19 novembre. Papa Francescooffrirà il pranzo a cinquecento poverinell’Aula Paolo VI, dopo avercelebrato la Messa nella BasilicaVaticana. Lo ha annunciatol’arcivescovo Rino Fisichella,presidente del Pontificio Consiglioper la promozione della nuovaevangelizzazione, presentando ilMessaggio di Francesco perl’occasione. La Giornata è stataistituita in pratica al termine delGiubileo della Misericordia e ribaditanella Misericordia et Misera, ildocumento post–giubilare. Perquesto, in accordo con il motto della

S

“stile di vita” da cui possano derivaregioia e serenità d’animo. «Se vogliamoincontrare realmente Cristo, ènecessario che ne tocchiamo il corpoin quello piagato dei poveri, comeriscontro della comunionesacramentale ricevuta nell’Eucaristia».Per questo ciascun cristiano èchiamato a tendere la propria manoai poveri, a “incontrarli, guardarlinegli occhi, abbracciarli, per farsentire loro il calore dell’amore chespezza il cerchio della solitudine”. Nelsuo messaggio, il Papa afferma:

«Quante pagine di storia, in questiduemila anni, sono state scritte dacristiani che, in tutta semplicità eumiltà, e con la generosa fantasiadella carità, hanno servito i lorofratelli più poveri!». L’esempio nonpuò essere altro che la figura di SanFrancesco, che «non si accontentò diabbracciare e dare l’elemosina ailebbrosi, ma decise di andare aGubbio per stare insieme con loro.Lui stesso vide in questo incontro lasvolta della sua conversione». Nelmessaggio di Francesco si legge

ancora: «Questa Giornata intendestimolare in primo luogo i credentiperché reagiscano alla cultura delloscarto e dello spreco, facendo propriala cultura dell’incontro. Al tempostesso l’invito è rivolto a tutti,indipendentemente dall’appartenenzareligiosa, perché si aprano allacondivisione con i poveri in ogniforma di solidarietà, come segnoconcreto di fratellanza». Il Papaconclude ricordando che i poverisono una risorsa: «Questa nuovaGiornata Mondiale, pertanto, diventiun richiamo forte alla nostracoscienza credente affinché siamosempre più convinti che condividerecon i poveri ci permette dicomprendere il Vangelo nella suaverità più profonda. I poveri non sonoun problema: sono una risorsa a cuiattingere per accogliere e viverel’essenza del Vangelo». La giornatasarà preceduta da una settimanascandita da momenti di incontro, diaiuto concreto verso i bisognosi.Francesco parla dei «mille volti segnatidal dolore, dall’emarginazione, dalsopruso, dalla violenza, dalle torture edalla prigionia, dalla guerra, dallaprivazione della libertà e della dignità,dall’ignoranza e dall’analfabetismo,dall’emergenza sanitaria e dallamancanza di lavoro, dalle tratte dellaschiavitù, dall’esilio e della miseria,dalla migrazione forzata».

il tema.A novembre la Giornata mondiale dei poveri

Comunali 2017

Al ballottaggio per scegliere il SindacoOggi in vari comuni laziali si tornerà alle urne per il ballottaggio nella scel-ta del Sindaco. I seggi saranno aperti solo domenica dalle 7 alle 23. Tra i ri-sultati più attesi ci sarà Rieti, con il candidato di centrodestra AntonioCicchetti (47%) contro il sindaco uscente di centrosinistra Simone Pe-trangeli (41%). Altra storia a Sabaudia, governata da anni dal centrodestra,dove ora si è affacciata la civica Giada Gervasi (48%) cui tenta di resistereGiovanni Secci (24,7%), di Forza Italia. Dal punto di vista politico, occhipuntati su Guidonia Montecelio e Ardea, comuni in cui il Movimento 5Stelle è al ballottaggio con i suoi candidati, rispettivamente Michel Barbete Mario Savarese (contro Emanuele Di Silvio e Alfredo Cugini). Gli altricomuni in cui si voterà sono Cerveteri (l’uscente Alessio Pascucci controAnna Lisa Belardinelli), Ladispoli (Marco Pierini e Alessandro Grando),Fonte Nuova (Piero Presutti e Graziano Di Buò), Frascati (Roberto Ma-strosanti e Raffaele Pagnozzi), Grottaferrata (Luciano Andreotti e StefanoBertuzzi), Tarquinia (Pietro Mencarini e Giovanni Moscherini).

on è bastato l’appello accorato adevitare il “turismo dell’orrore”, lanciatogià diversi mesi fa al Tg3 dal sindaco

Sergio Pirozzi. A quanto pare, il vezzo di ungiretto ad Amatricearmati dismartphone soloper ritrarsi, o farsiritrarre, dinanzi allemacerie è unatentazione troppoforte per gliesibizionisti deisocial. E così nellacittadinaterremotata sono

spuntati 14 cartelli che avvertono senza troppigiri di parole: “No selfie – Luogo di rispetto!”.Quel che resta, del paese distrutto dal sismadel 24 agosto, merita rispettoso silenzio, nonselfie di dubbio gusto.

N

Oggi il sostegnoall’opera del Ponteficea favore dei bisognosiUn’occasioneconcreta per invitaretutti a seguirel’esempio del Santodi Assisi che si feceultimo tra gli ultimi

L’abbraccio del Papa ad alcuni poveri

◆ ALBANOSGUARDI DIVERSIUN UNICO CUORE

a pagina 3

◆ ANAGNILA CHIESAE LA SCUOLA

a pagina 4

◆ C. CASTELLANAUN AIUTOCONCRETO

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIARICERCARELA «VERITÀ»

a pagina 6

◆ FROSINONECOSTRUTTORIDI UNITÀ

a pagina 7

◆ GAETAUN NUOVO «STILE»PER LA CATECHESI

a pagina 8

◆ LATINAMARIA GORETTIESEMPIO VIVO

a pagina 9

◆ PALESTRINAMAZZOLARI, MILANI E LA NOSTRA CHIESA

a pagina 10

◆ PORTO-S. RUFINARISPONDERE «SÌ» A DIO

a pagina 11

◆ SORAUNA CREATIVITÀ TUTTA MISSIONARIA

a pagina 13

◆ TIVOLIMISTERO DI FEDE E DONO D’AMORE

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETITUTTI INSIEMEUN SOLO CORPO

a pagina 12

LAZIOSETTE

l 20 giugno è stato un gran bel momento di Chiesa, non c’è dub-bio. Il Papa si è recato per una visita privata – per quanto priva-

ta possa essere una visita del Papa – sulle tombe di due tra i pretiitaliani più discussi del secolo scorso: don Primo Mazzolari e donLorenzo Milani. Due figure diversissime quanto accomunate da u-na posizione “scomoda” nella Chiesa del loro tempo. Di don Primopotremmo dire che si sarebbe trovato a suo agio nella Chiesa delnostro tempo. La sua attività ha, infatti, precorso i tempi, gli sce-nari pastorali dischiusi da san Pio X e poi spalancati dall’insegna-mento del Concilio Vaticano Secondo. Non altrettanto potremmodire di don Lorenzo. Il suo insegnamento, «trasparente e duro co-me un diamante», ha detto Francesco, è ancora oltre l’attuale sta-gione ecclesiale e chiede un deciso impegno per un superamentodel clericalismo che ancora oggi abita i nostri ambienti e affratel-la, paradossalmente, conservatori e progressisti. Essenziale per ilPapa è aver voluto onorare, in questi due preti, la capacità dei mi-gliori parroci italiani di vivere una autentica carità pastorale. «Hodetto più volte che i parroci sono la forza della Chiesa in Italia, e loripeto. Quando sono i volti di un clero non clericale, danno vita adun vero e proprio “magistero dei parroci”, che fa tanto bene a tut-ti». Questo bene, che è l’amore disinteressato del ministro di Dioper il Popolo santo, è la via che può aiutare a maturare ancora og-gi preti poveri, che non cercano gli applausi o folle osannanti, mail bene delle persone che Dio affida al loro servizio ecclesiale.

Francesco Guglietta

IPer nuovi preti liberi dai beni

I cartelli ad Amatrice

Domenica, 25 giugno 2017

◆ CAMPI ROMQUALI POLITICHEPER I NOMADI?

a pagina 2

IL FATTO

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected]: Salvatore Mazza

Avvenire - Redazione pagine diocesanePiazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected]

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

«Non amiamo a parolema con i fatti concreti»

Sisma, «no selfie»ad Amatrice

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Un patrimonio storico e artistico da tutelare e valorizzare

DI GIOVANNI SALSANO

na storia millenaria, da vivere eammirare, tesori archeologici oartistici di rara bellezza, ma non

sempre valorizzati al meglio. È ilpatrimonio storico e culturale del Lazio,che sarà tutelato e sviluppato dal nuovoDistretto tecnologico per i beni e leattività culturali (Dtc), presentato loscorso 16 giugno dal presidente dellaRegione Lazio, Nicola Zingaretti, dalvicepresidente Massimiliano Smeriglio edal ministro dell’Istruzione, università ericerca, Valeria Fedeli. L’obiettivo è quellodi rafforzare le enormi potenzialità di un

patrimonio culturale unico al mondo,con interventi finalizzati allo sviluppo ditecnologie innovative, al recupero econservazione di monumenti, areearcheologiche e opere d’arte, eall’introduzione di modalità di fruizioneinnovative del patrimonio artistico,culturale e archeologico. Con unospecifico accordo di programma quadro,la Regione, il Miur e il ministero per iBeni e le attività culturali e del turismo(Mibact), avviano una operazione diinvestimenti per 41,7 milioni di euro (dicui 20,7 a carico della Regione Lazio e 21a carico del Miur), nell’ambito dellaquale verranno realizzati 5 grandiinterventi. In particolare, è prevista lacostituzione sperimentale di un Centro dieccellenza e polo dell’innovazione nelcampo della formazione e della ricercanel settore delle tecnologie dei Beniculturali (che prevede un investimento di6 milioni di euro) e saranno avviati

progetti di ricerca per la valorizzazione,conservazione, recupero e fruizione delpatrimonio culturale, anche di opere nonesposte (museo impossibile), attraversol’impiego di piattaforme digitali e di altretecnologie che riguarderanno 6–7 siti omonumenti o itinerari scelti dallaRegione, per un investimento di 23,2milioni di euro. Ancora, saranno avviatiinvestimenti nel capitale di start–up,spin–off e piccole e medie imprese chevogliano realizzare attività ad altocontenuto tecnologico e innovativo oabbiano necessità di avviare processi dirinnovamento o miglioramento del loroknow–how (con risorse per 3 milioni) ointerventi finalizzati alla ricerca e allosviluppo di nuove tecnologie emetodologie per una migliore fruizionedello spettacolo dal vivo (musica, teatro,danza) finanziati con 6 milioni. Infine,3,5 milioni di euro sono stati destinati adattività di supporto alla comunicazione e

alla promozione nazionale einternazionale delle tecnologie realizzatee dei beni valorizzati, attraverso accordi didistribuzione internazionali,organizzazione di missioni incoming dioperatori turistici stranieri epartecipazione congiunta delle impreselaziali a eventi internazionali. «Questascelta sul Lazio – afferma il ministroValeria Fedeli – è una scelta per l’interessedel Paese. È un progetto moltoimportante. Intanto per i contenuti, cioèper la capacità di investire su una dellenostre straordinarie ricchezze, leeccellenze del Lazio». Per il governatoredel Lazio, Nicola Zingaretti: «L’avvio diquesto distretto vuole dimostrare che èpossibile cambiare e che cambiamentonon significa rinuncia. Grazie a questoimpegno collettivo possiamo proporreuna Regione – collude Zingaretti – cheambiziosamente vuole contribuire allarinascita e alla ricostruzione del Paese».

U

Il punto con la Caritas:«È una partita elettorale»

Nella regione si contano20 baraccopoli con5721 persone. Saranno3,8 i milioni di fondieuropei impiegati perprogetti di salute,scolarizzazione eoccupazione in 7villaggi della solidarietà

Sgombero rom,le conseguenze

associazione 21 luglio onlusha contato in tutta laregione 20 baraccopoli, che

ospitano complessivamente 5721persone. Da sola la città di Romane ospita più della metà. Neigiorni scorsi la prima cittadinaRaggi ha presentato un piano persuperare la logica dei campi rom.Saranno impiegati 3,8 milioni difondi europei per finanziare

’L progetti in materia discolarizzazione, occupazione,salute e abitazione. Il progettointeresserà i sette villaggi dellasolidarietà, concentrazioniistituzionali in cui, secondo lestime del 2016, sono state censite3.776 persone. Si tratta diagglomerati in stato di completoabbandono, sovraffollati e congravi condizioni igienico–sanitarie.Il programma di aiuti è indirizzatoa chi non ha la possibilità dilasciare il campo perché privo dialternative. E coloro che questasoluzione ce l’hanno? Per loro nonè stata prevista alcuna misura.Sono quelle famiglie che, purdichiarando uno status danullatenenti, si arricchisconograzie al taglieggio e ad affariilleciti. Qualora si procedesse allosgombero forzato, non potrannonon esserci conseguenze neicomuni limitrofi. Privi di riparo,queste popolazioni andrebbero incerca di una dimora nelle zonecircostanti o potrebbero esseretrasportati in altri campi. Le altre

amministrazioni comunali sitrovano già a dover affrontarequeste problematiche, operandoperò con meno risorse. Neiquartieri periferici, come Morena eRiserva nuova, risiedono altre notefamiglie Sinti, come i Casamonica,i Di Silvio e gli Spada. Le primeazioni del piano avranno comeobiettivi i 505 residenti nel campoLa Barbuta, nei pressi di Ciampino,e dei 113 di via della Monachina.Ci si aspetta un intervento anche aCastel Romano, al confine conPomezia, il più grande campodella città. Qui soggiornano 900persone, tra le quali, secondo laquestura, proverrebbe anche lababy–gang di ragazzine minorenniche deruba i passeggeri nellemetropolitane. Oltre ai campiregistrati ce ne sono dodici nonautorizzati, ma ugualmentetollerati, che comprendono unaltro migliaio di persone. IlCampidoglio continua a fornireloro acqua, elettricità e vigilanza.Secondo l’assessore LauraBaldassarre chi vi risiede rientrerà

nel piano per l’emergenza abitativamesso a punto per tutti i cittadinisenza fissa dimora. Tradotto: listed’attesa per accedere ad alloggipopolari e sostegni all’affitto. Traquesti anche via Grisolia diMorena e via di Ciampino, vicinoa La Barbuta. Da qui i residentivedono salire in cielo roghi diimportanti dimensioni. Dentro lamaggioranza bosniaca la fa dapadrone a scapito della minoranzamacedone. La rassegna di questiassembramenti si conclude con gliagglomerati microscopici, privi diservizi. Si trovano lungo le rive delTevere, coperti dai canneti onascosti nelle discariche. Qui iRom si confondono con i poveri dialtre etnie e abitano in modestetende da campeggio o in manufattirealizzati con teloni di plastica ecartoni. Concentrazioni piccole,mobili, difficili da individuaresenza un’opportuna segnalazionedei cittadini. Di queste, durante laconferenza stampa, non è statafatta neppure menzione.

Mirko Giustini

ul presente e sul futuro di Rom eSinti nella regione, Laziosette ha

chiesto un commento a don CesareChialastri, delegato Caritas del Lazio.Cosa ne pensa del pianopresentato dalla giunta capitolina?Rom e Sinti fanno parte di unacategoria sociale generalmentedisprezzata dalla maggior parte dellepersone. Le loro condizionipurtroppo sono spesso al centro didispute ideologiche. Nel caso inquestione, secondo me, occorre tenerconto del contesto in cui la propostaè stata formulata. Più che la ricercadi una soluzione al problema deicampi, si è cercato di giocare unacarta in più nel tentativo di vincereuna partita elettorale. Si è alzato iltiro nella speranza di raccoglierequalche voto. Ma quella dellasicurezza è un’arma a doppio taglio:chi di spada ferisce, di spada perisce. Sarà pure una questioneideologica, ma all’interno diqueste etnie ci sono anche coloroche, come i Casamonica, i Di Silvioe gli Spada, qualche problemareale lo creano…Non deve passare l’idea che offrireopportunità alle persone significhidifendere l’illegalità. Garantirel’accesso alla carità significa salvarele persone più povere, gli indigentiche vengono sfruttati da questefamiglie più potenti. Perché i piùdeboli tendono ad appoggiarsi al piùforte, indipendentemente dai suoifini, con il solo scopo di sopravvivere.Quindi, più aumenta la carità, piùaumenta la sicurezza. Ad alcuni,però, conviene che sia l’illegalità avincere. Sono quelli che su queste

situazioni ci speculano e chevedrebbero finire il loro spotelettorale.Secondo lei le diocesi rispondonoin maniera soddisfacente alleproblematiche del territorio?La diocesi di Roma, la Caritas eMigrantes provano a fare un discorsodi cultura, di accoglienza e diaccompagnamento scolastico esanitario. Laddove c’è una piccolapresenza, lì c’è sicuramente untentativo di dialogo. Penso a Latinao a Frosinone. Lo sforzo è lo stessodella comunità cristiana, cherespira comunque la medesimaaria culturale del Paese. Diiniziative ce ne sono tantissime,finalizzate soprattutto alla tuteladei minori. L’impegno c’è e qualchepiccolo risultato lo dimostranonostante diocesi e Caritas sianoin minoranza nel dibattito e spessonon vengano ascoltate. Anzi, sonoaddirittura accusate di favorirel’illegalità: un paradosso.Dobbiamo essere consapevoli che,purché minoranza, non siamominorità. Cosa propone la Caritas?La nostra proposta consiste nellaformulazione di patti di legalità.Proponiamo servizi in cambio, adesempio, dell’inserimentoscolastico dei figli. Bisognachiedersi come proporre deipercorsi di integrazione e legalità auna popolazione che vive unrapporto con la societàstrutturalmente diverso dal nostro. Ilprimo passo è entrare nelladimensione culturale di queste etnie.

(Mir. Giu.)

S

cadrà domani alle 14 il ter-mine ultime per presentarele domande di partecipa-

zione al bando del Servizio civilenazionale che prevede numero-si progetti sia in Italia che all’e-stero, della durata di 12 mesi.Possono far richiesta tutti i gio-vani che abbiano un età com-presa tra i 18 e i 28 anni com-

piuti ed è possibile presentare u-na sola domanda di partecipa-zione per un unico progetto diServizio Civile Nazionale, dascegliere tra quelli inseriti nelbando nazionale o nei bandi re-gionali e delle provincie auto-nome, pena l’esclusione dalla se-lezione.Sul sito www.serviziocivile.gov.it

è possibile accedere al bando,impostare la ricerca per Entepromotore, Regione o Provinciae troverete modulistica e infor-mazioni su come e dove inviarela domanda: non perdere l’oc-casione di vivere un’esperienza(per altro, retribuita) a serviziodegli altri.

Roberta Ceccarelli

SServizio civile, preziosa opportunità per i giovani

Pompili: la ricostruzione per le generazioni futureDI NAZARENO BONCOMPAGNI

n invito forte alla solidarietà e allacondivisione, prima di tutto quelladel cuore, e un appello a pensare

alle generazioni future nel programmare laricostruzione, il succo della riflessioneproposta da monsignor Domenico Pompilinella Messa in memoria delle vittime delterremoto svoltasi l’altra settimana nellachiesa di S. Francesco nell’ambito del“Giugno antoniano reatino”. Tra le tanteliturgie che scandiscono il programma deifesteggiamenti in onore di sant’Antonio –una tradizione molto sentita nel capoluogosabino – il vescovo di Rieti ha presiedutol’eucaristia dedicata a quanti sono periti neldisastroso sisma che a fine agosto hacolpito il lembo nord–est della diocesi e achi è rimasto ferito da lutti, devastazioni eperdite, compresi i «tanti colpiti dalla

solitudine» del post–terremoto. Ferite che ilpresule ben conosce, lui che dal giornodopo la tragedia non ha mai cessato dirimanere vicino, con una presenzapressoché quotidiana, ai paesi colpiti e allagente chiamata ad affrontare il difficile eancora poco definito processo diricostruzione del tessuto materiale espirituale.E in effetti è difficile comprendere idrammi se non accostati direttamente, hadetto il presule: «Solo chi sta dentro aquesti eventi sa quello che sta vivendo».Drammi terribili ma compensati da unaspinta a non disperare, a non sentirsiabbandonati, che si ammirano in tantepersone, secondo le parole di Paolorisuonate nella prima lettura della Messa:«siamo tribolati, ma non schiacciati; siamosconvolti, ma non disperati; perseguitati,ma non abbandonati; colpiti, ma non

uccisi, portando sempre e dovunque nelnostro corpo la morte di Gesù»: unacapacità di resistenza che viene propriodalla fede di chi è convinto, per dirlasempre con l’Apostolo, che «chi harisuscitato Gesù risusciterà anche noi conGesù». La fede, ha commentato Pompili, èproprio «credere che il disordine tornerà inordine, che le situazione tragicheritroveranno una ricomposizione, unsenso». Anche le parole di Gesù sull’adulterio, nelbrano evangelico proclamato nella liturgiadel giorno, ha offerto spunto al vescovo perrichiamare un’urgente questione: quelladella filiazione. Nella rottura delmatrimonio è proprio questa a venirtradita in primis: «quando l’uomo e ladonna commettono adulterio, mettono ilfiglio che potrebbe nascere in unacondizione in cui non si dà risposta alle

sue domande, ma lo si espone all’esseresenza un padre, o senza una madre»,ponendolo al di fuori «di una relazionerealmente stabile e duratura». Di qui,riconnettendosi al tema del terremoto edella ricostruzione, l’invito di Pompili apensare prima di tutto alle generazionifuture: «Questo cammino che conoscelentezze e difficoltà deve essere realizzatonon a partire da noi, ma a partire dai figli,a partire da quelli che verranno. Perché èvero: forse quelli più avanti in età nonvedranno la ricostruzione, ma questo,che ci colpisce in modo negativo, ci dicepure che le cose da fare devono averecome obiettivo i figli, devono darespazio al futuro». Se si pensa solo a séstessi, solo al presente, inevitabile che siinceppi la ricostruzione. Una societàfunziona quando ha lo sguardoproiettato su chi verrà.

U

Presentato alla Regione Lazioil nuovo «Distretto tecnologico per i beni e le attività culturali»Un investimento da 41,7 milioni

Mons.Chialastridella diocesi diVelletri–Segni delegatodelle Caritasdel Lazio

domande entro domani

Il vescovo di Rieti alla Messa dedicataalle vittime del terremoto nell’ambitodel «Giugno antoniano reatino»Il primo pensiero deve essere per i figli

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 25 giugno 2017

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La Rete e i nuovi percorsi per lavoratori alla AuxiliumDI MARIA ANTONIA CHINELLO

nche se il calendario segna l’arrivo dell’e-state, le attività alla facoltà di Scienze del-l’educazione Auxilium non si fermano. La

missione di «coltivare il talento di educare»non va in vacanza, proprio perché l’educazio-ne è per tutti e per tutta la vita. Ecco alcuni e-venti da cominciare a segnare sul calendario peri prossimi mesi.Il centro estivo. Dal 3 al 21 luglio 2017 si rea-lizza il centro estivo Auxilium. 500 ragazzi e ra-gazze, dai 5 ai 14 anni, 35 tirocinanti dei cor-si di laurea per educatori professionali, psico-logi dell’educazione e operatori della Catechesie della Pastorale giovanile, 130 animatori e gio-vani animatori, che durante l’anno si sono pre-parati frequentando la scuola per animatoridel tempo libero, vivranno tre settimane incompagnia di Peter Pan per imparare ad ama-re e riconoscere di essere amati e circondati dapersone che ci vogliono bene.

Altro fronte su cui si sta lavorando è il com-pletamento dell’offerta formativa per l’annoaccademico che si aprirà il 4 ottobre, con al-cune importanti novità.Il corso di laurea in Pedagogia e didattica del-la religione avrà un calendario delle lezioni ap-positamente distribuito su giovedì pomerig-gio, venerdì e sabato. Una buona notizia pergli insegnanti di religione cattolica (Irc) che,pur frequentando la facoltà, sono già in servi-zio nelle scuole di ogni ordine e grado. Unabuona opportunità che risponde al bisogno diconciliare il lavoro con l’esigenza di qualifica-re la professione di insegnante di religione. Allo stesso modo, sempre per favorire la fre-quenza di studenti e studentesse lavoratori (e-ducatori professionali in strutture e servizi for-mali e non formali quali case famiglia, comu-nità residenziali e semi–residenziali per mi-nori e adulti; educatori per l’infanzia in asili ni-do e micronido), il corso di laurea in Proget-tazione e coordinamento dei servizi socio–

educativi continua ad essere svolto nelweekend, il venerdì pomeriggio e il sabato. Anche la formazione autunnale è già definita.Le tre mattinate aperte a tutti coloro che si oc-cupano di educazione (soprattutto genitori, in-segnanti, catechisti come pure sacerdoti e reli-giosi e religiose) riguarderanno la rete, con u-na particolare attenzione alle istruzioni per l’u-so per vivere ed educare in una società con-nessa. Tre sabati nel corso dei mesi di ottobre,novembre e dicembre per approfondire e co-noscere gli ultimi e più attuali sviluppi della re-te, delle innovazioni e applicazioni in campotecnologico e informatico. Per comprendernele interpellanze educative e le ricadute a livel-lo antropologico, sociale e culturale, politico edeconomico per la tutela dei bambini e dei gio-vani e, infine, per (ri)qualificare la professioneeducativa nell’ottica della cittadinanza nellasocietà digitale e della conoscenza.Save the date, dunque e... arrivederci all’Auxi-lium. (www.pfse–auxilium.org)

AIl talento di educare

La Pontificia Facoltà diScienze dell’Educazione«Auxilium» coltiva epromuove la ricerca nelcampo delle scienzedell’educazione e prepararicercatori, insegnanti eoperatori, a diversi livelli,nell’ambito dell’educazione.Nella visione cristiana dellarealtà e in ordine allarealizzazione totale dellapersona, la Facoltà riconoscealle discipline filosofiche eteologiche un ruolofondamentale per laformazione integrale nelcampo delle scienzedell’educazione.(www.pfse–auxilium.org)

Rispondere «sì» a Dioil rito.Salvatore Barretta e Giuseppe Curtògiovedì saranno ordinati sacerdoti da RealiDI SIMONE CIAMPANELLA

facile, quasi scontato,utilizzare la parola gioia peresprimere il sentimento che si

prova davanti alla scelta di SalvatoreBarretta e Giuseppe Curtò: i duediaconi che riceveranno laconsacrazione presbiterale dalvescovo Reali giovedì prossimo alle10, nella cattedrale dei Sacri Cuoridi Gesù e Maria a La Storta. Eppurela gioia non esaurisce la forma delsentimento più ampio che sipercepisce nella Chiesa diocesana.Questa felicità è piena anche digratitudine e, soprattutto, tantasperanza. Gratitudine per il lorodesiderio e la costanza dicorrispondere con la lorovita alla chiamata di Dio.Una disponibilità nonscontata oggi, dove laliquidità delle relazioni edegli impegni puòfacilmente mutare lascelta che si è fatta e il“per sempre” perde labellezza della sua unicità.Invece, Giuseppe eSalvatore, attraversostrade differenti, hannosaputo reagire a quell’inquietudineche mostrava la mancanza diqualcosa nella loro vita. Lanostalgia di una pienezza cheriempie i giorni di senso. Che aprea una felicità vera. Che invoca la suacondivisione con tutti. Che chiededi essere servi di questa scopertaperché altri la sappiano riconoscere.Giuseppe questa luce l’ha trovata inuna persona che testimoniava lagioia in maniera quasi paradossale.Nel pieno della sofferenzaquell’uomo gli ha sparpagliato lecarte della sicurezza lavorativa e deldivertimento sempre e comunque.Anche se alla fine dei giochi, nelsilenzio l’effimero svaniva e il vuotosi faceva largo nel suo cuore. Invecela visione di chi, sofferente, avevapiù gioia di lui, lo ha avvinto e gliha fatto riscoprire la Chiesa. Nella Chiesa Salvatore ci ha semprevissuto, l’ha frequentata nelle

Èparrocchie, ma la realtàsembrava distante daquella perfezione cheimmaginava di dovertrovare. Poi ha compresoil limite della suavalutazione, che privavala comunità cristianadell’umanità per cui poiha deciso di dedicare lavita. Scelgono di saltare esi ritrovano insieme alseminario. Qui vivonol’embrione di unacomunione nuova. Sonodue. Sono una promessadi famiglia. E nei setteanni ad Anagni, alPontificio collegio

leoniano, coltivanoamicizia e obiettivi.Faranno tutte le tappeinsieme. Ma la prima,dicono, è quella che faloro toccare con mano la“diocesanità”. Èl’ammissione agli ordinisacri durante l’assembleadei giovani nel 2014.Stare insieme con iragazzi della diocesi perdue giorni e poi inmezzo a loro essereaccettati dal vescovo nella strada cheporta alla consacrazione ha donatouna incredibile energia. Haimpresso loro la speranza di essereper gli altri. È questaconsapevolezza di missionarietà, incui Salvatore e Giuseppe crescono, ainfondere nella comunità diocesanala speranza perché altri operaiaccorrano nella vigna, incuriositi da

questi due lavoratori del campo cheaccettano l’impiego nel regno diDio. Ma per la diocesi portuense sitratta di una speranza urgente,perché oggi come nella storia diquesta antica, ma giovane, Chiesa, isacerdoti non sono sufficienti al suosviluppo. Per questo tutta la diocesivuole e deve fare tutto ciò che ènelle sue possibilità affinché

sorgano altri «sì». Perché come haricordato papa Francesco nella suavisita alle tombe di don PrimoMazzolari e don Lorenzo Milani «iparroci sono la forza della Chiesa inItalia, e lo ripeto. Quando sono ivolti di un clero non clericale»allora «essi danno vita a un vero eproprio magistero dei parroci, chefa tanto bene a tutti».

La consacrazione dei duediaconi che esconodal Leoniano di Anagnisi terrà nella Cattedraledella Storta. La gioiadell’intera comunità localeche così continua a crescere

DI FULVIO LUCIDI

a nostra nostra amministra-zione continua a tenere i fa-ri accesi sulla vicenda dei cir-

ca 90 lavoratori impiegati nel settoreduty free all’interno dell’aeroporto diFiumicino». Lo dichiara l’assessore alLavoro del comune di Fiumicino, An-na Maria Anselmi. Mercoledì scorsol’amministratore, che è anche vice-sindaco, ha incontrato una rappre-sentanza di questi aeroportuali, lamaggior parte ex impiegati nella du-free. Nell’incontro è emerso che tre-dici di loro e quattro di un’altra a-zienda sono stati riassunti da chi è su-bentrato nell’attività in aeroporto. «U-na buona notizia – continua Ansel-mi –, ma non sufficiente ad abbassa-re la guardia sulle tante altre profes-sionalità che ancora non sono state ri-collocate e riassorbite in un settore ingrande espansione al Leonardo DaVinci che accoglie al suo interno cir-ca 150 attività tra negozi e bar conmigliaia di addetti». Molti dei lavora-

tori lasciati da parte hanno maturatodecenni di professionalità e cono-scenze. Rimangono a casa vedendo a-prire nuovi terminal e aree dedicatealla vendita. Una situazione intolle-rabile che ignora qualsiasi clausolasociale. «Abbiamo più volte detto che è ne-cessario istituire un tavolo per arriva-re alla costituzione di un bacino uni-co aeroportuale – sottolinea il consi-gliere Tonino Bonanni – Siamo con-vinti che sia davvero l’unica soluzio-ne possibile a garantire le minimecondizioni di dignità lavorativa perdonne e uomini che hanno matura-to caratteristiche e competenze speci-fiche. Altrimenti la voce lavoratori saràil primo taglio di qualsiasi freddo bi-lancio legato a subentri societari». L’aeroporto è il luogo più importan-te di lavoro della regione. L’emorra-gia di operatori non solo impoverisceil patrimonio di competenze acquisitenegli anni, ma prepara una crisi eco-nomica con gravi conseguenze sul ter-ritorio.

Il comune di Fiumicinoincontra gli aeroportuali

nche quest’anno faremo la festa dei santi patroni il 29 giugno per ri-trovarci insieme come comunità prima dell’estate, ringraziare il Si-

gnore per questo anno pastorale e vivere una giornata in fraternità e amici-zia».Con questo invito la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo nel quartiere Olgiata–Cerquette, invita la comunità della periferia nord di Roma a vivere insieme laterza festa patronale dal 28 al 29 giugno.Il primo giorno ci sarà una serata di sport per giovani dai 16 ai 30 anni. I par-tecipanti si affronteranno in gare di pallavolo, ping pong e biliardino. Giovedìsi inizia alle 9 con la maratona in versione ridotta aperta a tutti. Si possonoscegliere due percorsi, uno da 5 chilometri e l’altro da 10. Alle 18.30 tutti inchiesa per la Messa in onore dei patroni. Seguirà poi un momento di comu-nità con la cena “sotto le stelle”. La serata si conclude con lo spettacolo di Pier-luigi Bartolomei “I cinque linguaggi dell’amore. Mogli, mariti e figli come so’...te li pigli”. (Info: www.parrocchiasantipietroepaolo.org)

Andrea Santi

A«Festa patronale all’Olgiata

DI MARINO LIDI

lobetrotter. Ama definirsi così ilcardinale Roger Etchegaray, e tuttigli altri, dai potenti alle persone

più semplici, si sono sempre ritrovati inquesta espressione. Perché nella suaesperienza di inviato dei papi nellemissioni più delicate, ha dovutoattraversare tutto il mondo. La suaresidenza romana era un mosaico diquesta continua e instancabile capacitàdi saper incontrare ogni cultura, ognisocietà. Un uomo in grado di saperparlare con chiunque di ogni cosa. Maimesso in difficoltà e sempre benaccettato. Forse il suo sorriso è l’armache gli ha aperto le porte a un’infinità

di relazioni essenziali per la storia dellaChiesa e del mondo, comenell’incontro storico con Fidel Castro.Questa grosso modo è stata la cifradella seconda fase della sua vita, alservizio dei pontefici. A Roma arrivòcome come presidente dei PontificiConsigli della Giustizia e della Pace dal1984 al 1998 e di Cor Unum dal 1984al 1995. Nella sua amata Francia fuimpegnato nell’Azione Cattolica e nellaConferenza Episcopale Francese comearcivescovo di Marsiglia dal 1970 al1985, dopo essere stato ausiliare diParigi a seguito della nominaepiscopale avvenuta nel 1969.Da gennaio è tornato nella sua terra aBayonne, dove nacque nel 1922 e fu

ordinato sacerdote nel 1947, pertrascorrere la «sera della vita» come luistesso ha detto con la sorella Maité. Ieri è ricorso il 19° anniversario dellasua nomina a cardinale di Porto–SantaRufina (il titolo di una diocesisuburbicaria viene attribuito ai cardinalidell’ordine dei vescovi). La sua Chiesaportuense vuole omaggiarlo e ricordarloattraverso il suo impegno per la paceche pronunciò all’Unesco nel 2004:«Oggi decifro meglio il più vecchionome della pace, quello di disarmo, acui si annette troppo poca importanza,come se si trattasse di una causasuperata e disperata, camuffata in paesipoveri in cui sovrabbondano le armi».Auguri vescovo Roger.

G

Etchegaray, il 19° anniversario del titoloopo il primo turno delleelezioni amministrative

che si è svolto lo scorso 11giugno, da cui nessun candi-dato sindaco di Cerveteri eLadispoli ha ottenuto il 50%delle preferenze più uno, icittadini della costa tornanooggi alle urne.A Cerveteri gli elettori dovran-no scegliere il loro primo cit-tadino tra Anna Lisa Belardi-nelli e Alessio Pascucci, a La-dispoli invece i votanti deci-deranno chi tra AlessandroGrando e Marco Pierini sarà e-letto sindaco.

La votazione si svolgerà dalle7 alle 23. Gli elettori che a ta-le ora si troveranno ancora neilocali del seggio saranno am-messi a votare.Gli elettori non iscritti nelle li-ste, ma che hanno diritto divotare in forza di una senten-za che li dichiara elettori nelcomune, devono recarsi a e-sprimere il loro voto nelle se-zioni di pertinenza.L’elettore deve esibire al pre-sidente di seggio la tessera e-lettorale personale e un do-cumento di riconoscimento.

Gianni Candido

D

Il cardinale Etchegaray a Roma

Elezioni amministrativea Cerveteri e Ladispoli

Gli ordinandi durante l’ammissione agli ordini sacri nel 2014

lavoro

Santi Pietro e Paolo

OGGIGiornata per la carità del Papa

29 GIUGNOSolennità dei santi Pietro e Paolo,Apostoli. Festa della Parrocchiadell’Olgiata–Cerquetta.Ordinazione presbiterale diSalvatore Barretta e Giuseppe Curtò(cattedrale dei Sacri Cuori di Gesù eMaria, alle 10).

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PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 25 giugno 2017

L’agenda

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