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7 Newsletter a cura di Associazione Italiana Posatori Pavimenti di Legno aderente a EdilegnoArredo Periodico di informazione dell’Associazione Italiana Posatori di Pavimenti di Legno Luglio 2010 Foro Buonaparte, 65 - 20121 Milano tel. 02 80604370 - fax 02 80604397 www.aippl.it [email protected] Pag. 4 INTERVISTA Alfiero Bulgarelli e Lorenzo Onofri Pag. 6 FOCUS ‘Codice Trasparenza Parquet’ Gruppo Pavimenti di Legno Pag. 8 OSSERVATORIO Un parere autorevole sul bambù Pag. 18 INCONTRI RAVVICINATI Un giro di tavolo con aziende e posatori Villa unifamiliare - Pag.14 Villa sul mare - Pag.16
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LAPIS - Newsletter AIPPL

Mar 22, 2016

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Page 1: LAPIS - Newsletter AIPPL

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Newsletter a cura di

Associazione ItalianaPosatori Pavimenti di Legnoaderente a EdilegnoArredo

Periodico di informazione dell’Associazione Italiana Posatori di Pavimenti di LegnoLuglio 2010

Foro Buonaparte, 65 - 20121 Milano tel. 02 80604370 - fax 02 80604397

www.aippl.it [email protected]

Pag. 4INTERVISTAAlfiero Bulgarellie Lorenzo Onofri

Pag. 6FOCUS

‘Codice Trasparenza Parquet’ Gruppo Pavimenti di Legno

Pag. 8OSSERVATORIOUn parere autorevole

sul bambù

Pag. 18INCONTRI RAVVICINATI

Un giro di tavolocon aziende e posatori

Villa unifamiliare - Pag.14 Villa sul mare - Pag.16

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IL PARQUETdal progetto alla posa in opera

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24,4 cm

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GruppoPavimentidi Legno

aderenti a

L’amore per il legno è universale:nessuno può resistere dall’accarezzarlo e annusarlo.

Finn Juhl (1912 – 1989)

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Resoconti e prospettivedel mercato del parquet in Europa

É stato “un anno preoccupante per il par-quet in Europa, il 2009”. Così si è espressa la FEP (Federazione Europea Parquet) nel corso dell’annuale assemblea svoltasi lo scorso maggio a Roma. I dati forniti dal-le varie federazioni nazionali mostrano infatti, per il secondo anno consecutivo, una regressione dei volumi di produzione (-20,30%) e di quelli di consumo (-15,31%), con una produzione tornata addirittura ai livelli del 2000.Le perdite più eclatanti, a livello produt-tivo, sono state registrate proprio nel nostro Paese, in quelli nordici, Polonia e Spagna, con un’incidenza negativa sul-lo ‘sviluppo’ del settore parquet, attual-mente attestato attorno al 6% del mer-cato globale delle pavimentazioni.Fin qui i dati. Reali, concreti, eloquenti. Ma in questo quadro, tutt’altro che con-fortante, ci piace comunque cogliere e riportare - e rimarcare! - il ‘buono’ di cui si è parlato.Un rialzo costante degli indicatori eco-nomici europei e timidi segnali di ripresa fanno auspicare una progressiva uscita dell’Europa dalla recessione economica, con previsioni relativamente favorevoli per il secondo semestre dell’anno stila-te a primavera dalla Commissione FEP. Una ripresa lenta, ma percettibile:+ 0,9% per il 2010 e + 1,7% per il 2011. La stessa FEP invita a guardarla con pru-denza, ma anche con una consapevo-lezza: “il parquet resta una soluzione di pavimentazione ad alto gradimento, eco-logica, durevole e naturale”, in grado di soddisfare tutte le aspettative del merca-to, anche in termini di sviluppo sostenibile. E, ancora, vanta una gamma di soluzioni innovative, versatili ed in espansione so-stenute e promosse da un gruppo di gio-vani industriali competenti. Motivi che farebbero sperare e auspicare, secondo la FEP, in una pronta ripresa del settore ai primi segnali concreti di ripresa economica. Questa stessa fiducia noi di AIPPL, come Associazione e come espressione dei posatori, ci sentiamo di condividere per il futuro. Con una convinzione: è soprat-tutto in momenti come questi che occor-re ricercare e promuovere la qualità. Del lavoro, delle idee, dei progetti, delle per-sone, della professionalità, così come dei materiali e delle metodologie di posa. In una parola: la PROFESSIONALITA’. E, ag-giungerei, la credibilità. E’ questa la car-ta su cui si gioca la nostra partita. Una partita che - tutti ne siano consapevoli! - non possiamo permetterci di perdere.

Donata Marazzini

L’INTERVISTA di Donata MarazziniLa trasparenza verso il consumatore, la professionalità come dovere morale,il rispetto delle regole. Su questi ed altri temi si sono confrontati Alfiero Bulgarellie Lorenzo Onofri.

FOCUS‘Codice Trasparenza Parquet’ Gruppo Pavimenti di Legno.Dalle imprese produttrici di parquet un ‘impegno’ serio a rispettare regolerigorose a garanzia della correttezza e della trasparenza verso il consumatoree a tutela della qualità sul mercato.

OSSERVATORIOUn parere autorevole sul bambù. Dal CNR/IVALSA risposte puntuali peraiutarci a catalogare questo materiale che, non appartenendo alla categoria ‘legno’, non può beneficiare dell’applicazione delle norme UNI che lo riguardano.

NORMATIVA a cura di Filippo Cafiero e Rita D’AlessandroI comportamenti del posatore rispetto alla marcatura CE della pavimentazionedi legno. Con l’entrata in vigore della normativa è bene ricordare i motividi ‘accortezza e attenzione’ che i posatori devono prestare a tutela della loroprofessionalità/responsabilità.

REGISTRO CONSULENTIIn occasione di un incontro presso il CNR/IVALSA i consulenti del Registro hanno rinnovato il loro impegno ad una formazione costante.

BELLE POSEDue realizzazioni di pregio in edilizia privata. Una villa unifamiliare che si presenta come piacevole combinazione di tecnologia e sobria eleganza degli arredi, design e funzionalità. La seconda, affacciata sul mare, si caratterizza per la lavorazione completamente a mano del parquet, in massello antico.

INCONTRI RAVVICINATI... con le aziende e i posatoriUn giro di tavolo allargato per guardare da due prospettive diverse alle possibili sinergie e strategie da mettere in campo per valorizzare e tutelare il comparto.

SERVIZI E IN CALENDARIOIn evidenza i principali appuntamenti dell’attività AIPPL.Tra gli eventi spicca l’incontro di Cefalù sulle pavimentazioni di legnoe i sistemi riscaldanti e raffrescanti.Da annotare in agenda, invece, le date dei prossimi appuntamentidedicati alla formazione.

CONVEGNI MADEexpoRicca e variegata l’offerta convegnistica di MADEexpo 2010, rassegna di spicco delsettore, ma anche irrinunciabile momento di confronto sui temi caldi del comparto.

INSERTO Progetto di norma UNI U40005081 ‘Pavimentazioni di legno - Posa in opera -Criteri e metodi di valutazione’.

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Un’estate al mare... montagna, laghi, località esotiche, città d’arte o... casalinga.Qualunque sia la vostra destinazione auguriamo a tutti di trovare occasioni di svago,divertimento e... meritato riposo. Vi aspettiamo a settembre, carichi di entusiasmo e rinnovata energia! La Segreteria AIPPL e la Redazione di Lapis

EDITORIALE

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In Copertina: Mondovì, Ristorante, Interno.

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Come si presenta, oggi, la situazione del mercato nei vostri rispettivi segmenti di attività? E quali gli elementi, a vostro av-viso, di maggior criticità?

Onofri: Per quanto mi riguarda, attual-mente il mercato del pavimento di legno in Italia ha il suo limite più grande nell’as-senza di alcuni valori nei quali dobbiamo riconoscerci. Parlo, per capirci, di ‘valori’ dai quali non possiamo prescindere: corret-tezza, qualità, professionalità ed etica com-merciale. Un esempio su tutti: basterebbe che tutti gli operatori del nostro settore si rifiutassero di far circolare prodotti sca-denti (se non addirittura fuori legge) per ri-dare respiro e beneficio all’intero mercato. Per riportare, cioè, quell’equilibrio che si è

L’intervista a… Alfiero Bulgarelli e Lorenzo Onofri

L’INTERVISTA

Viviamo un momento di stallo del mercato e di innegabile crisi, che ovviamente coinvolge l’intera filiera del legno. E’ in questi momenti di grave difficoltà che occorre maggiormente riflettere su come ottimizzare risorse ed energie. In ogni campo. Per questo abbiamo pensato ad un’intervista a due voci su alcuni temi che coinvolgono direttamente il settore dei pavimenti di legno con l’obiettivo di ricavare, dal confronto, nuovi stimoli e motivazioni.Un confronto qualificato con l’intento di fare chiarezza su tematiche davvero nodali per tutti: dalla trasparenza verso il consumatore alla professionalità come dovere morale fino al rispetto, puntuale e rigoroso, delle regole. I nostri interlocutori rappresentano due Associazioni della filiera di EdilegnoArredo le cui attività si integrano: Alfiero Bulgarelli, Presidente di AIPPL e Lorenzo Onofri, Consigliere Incaricato Gruppo Pavimenti di Legno.Li ringraziamo sperando che questo confronto possa considerarsi aperto a tutti gli associati, ciascuno dei quali deve sentirsi, oltre che parte attiva dell’Associazione, chiamato in causa direttamente per portare il proprio personale contributo. Insomma... a fare ancora una volta ‘squadra’ per dare più valore a ciò che noi per primi consideriamo i cardini dell’attività di posa e del rispetto dell’utente finale.

perso e che vedeva riconosciute l’attenzio-ne alla qualità, l’affidabilità, la correttezza nel rapporto interpersonale. In questo sen-so il mio auspicio è che si riesca realmente, seriamente, a trovare il coraggio, ma so-prattutto la volontà, di denunciare coloro che mettono in vendita o favoriscono il commercio di prodotti anonimi, senza i re-quisiti minimi previsti dalla legge. Coloro, in sintesi, che con il loro atteggiamento si sono già messi fuori dal comparto, per mo-dalità di approccio alla professione.

Bulgarelli: Questo pensiero non può che trovarmi d’accordo, anche perché rispec-chia e richiama quegli stessi ‘valori’ che da anni AIPPL sta sforzandosi di divulgare tra i propri iscritti alla ricerca di una omogenei-

tà che ha come obiettivo l’eccellenza nella professione. Il nostro settore, tutti lo percepiamo, è sta-to investito da una crisi che tuttora crea difficoltà enormi. Ma siamo anche convinti che l’unica strada percorribile per restare sul mercato in momenti come questo sia la professionalità ai massimi livelli. In parti-colare, a fronte di una diffusa disattenzione rispetto a quello che riteniamo tutt’altro che un ‘dettaglio’, l’etica commerciale, noi posatori siamo sempre più convinti della necessità di operare nel pieno rispetto di regole precise e rigorose. E questo con-cetto, mi piace sottolinearlo, ci è talmen-te chiaro che AIPPL è presente da tempo con persone qualificate ai tavoli normativi presso i quali queste regole vengono de-finite e promosse, a beneficio di tutto il mercato.

Nell’attuale fase economica si può indi-viduare un valore al quale guardare in modo prioritario?O. Come produttori siamo convinti che sia prioritario il concetto di trasparenza e che in quanto tale vada trasmesso all’intera fi-liera, anche attraverso la creazione di una catena di distributori e dettaglianti qualifi-cati e informati. Solo avendo una profonda conoscenza del prodotto si potrà infatti puntare a valorizzarne le peculiarità nel rapporto con il consumatore ed ottenere così una vera differenziazione che non si limiti semplicemente ad una diversità di prezzo. In quest’ottica abbiamo lanciato l’iniziativa virtuosa del ‘Codice Trasparenza Parquet’ (vedi articolo a pag. 6 ndr), il cui obiettivo principale è migliorare la co-municazione dei prodotti e delle aziende produttrici nei confronti dei consumatori finali. Per sgombrare il campo da convin-zioni sbagliate ed accrescere la loro fiducia ritengo infatti sia indispensabile ripartire dalla serietà e coerenza dei produttori che operano in modo professionalmente cor-

Alfiero Bulgarelli

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retto. Affinché questa iniziativa riscuota una reale efficacia è però necessario che tutti gli operatori coinvolti abbraccino l’impegno a qualificare professionalmente il nostro settore. B. Il mio primo pensiero è che fare chia-rezza tra prodotti ‘di qualità’ e ‘prodotti spazzatura’ comporta un vantaggio per tutti. Per questo, come Associazione, pun-tualmente promuoviamo e valorizziamo

associativo e non, invitando tutti a farle proprie. Purtroppo non di rado capita che la vendita diretta del prodotto alle impre-se edili e ai privati, bypassando l’anello della rivendita, faccia venir meno anche la fondamentale attività di informazione e consulenza nei confronti del cliente-consumatore. Un limite che, lo riscontria-mo nel quotidiano, sta spesso alla base di molti fraintendimenti. Ecco perché siamo convinti del valore della serietà e della coerenza da parte di tutti e abbiamo ac-colto con favore il progetto ‘Codice Tra-sparenza Parquet’, perfettamente in linea con i nostri programmi di attività attuali e futuri. Riteniamo comunque opportuno, senza nulla togliere alle varie figure del-la filiera, mettere in atto sinergie idonee a garantire, ad ogni livello, la tutela della ‘qualità totale’.

Come si colloca, in questo contesto, il ruo-lo dei posatori di pavimenti di legno?

B. Io lo definirei centrale e fortemente responsabilizzato, almeno così noi lo av-vertiamo. E’ significativo che nel corso dell’ultimo decennio AIPPL abbia portato avanti una serie di programmi associativi che hanno avuto costantemente, come punti cardine, la professionalità e l’educa-zione dei posatori. Lo abbiamo fatto nella convinzione che la formazione professio-nale ed il continuo aggiornamento dei nostri associati - curati peraltro sempre da esperti altamente qualificati - non vadano

solo a beneficio delle nostre imprese, ma siano il presupposto fondamentale per la promozione dell’intero comparto e la tute-la dei consumatori. O. Questo approccio mi trova perfetta-mente allineato. I posatori, infatti, sono un anello fondamentale della filiera, anche perché da loro dipende la buona riuscita di una realizzazione e, conseguentemente, la soddisfazione del consumatore finale. In quest’ottica è a mio avviso indispensabile un’adeguata formazione professionale dei posatori e, lo ribadisco, la massima traspa-renza da parte loro nei confronti del cliente.

Prospettive future: quale spazio per una possibile collaborazione tra AIPPL e il Gruppo Pavimenti?

B. A fronte di tutte queste considerazioni credo sia arrivato il momento in cui pro-duttori seri, posatori qualificati e rivendi-tori scrupolosi si mettano attorno ad un tavolo per unire forze e competenze per affrontare insieme le comuni difficoltà. E, soprattutto, per fare squadra nell’intento di riqualificare ed attribuire il giusto valore al pavimento di legno, prodotto che “non si fabbrica ma si fa”, anche attraverso una posa in opera perfettamente realizzata.

O. Un sensibile fermento che percorre da qualche tempo il nostro comparto ha già provocato un incontro allargato tra tutte le parti in causa nel settore dei pavimenti di le-gno. Anche per questo, in occasione di una recente assemblea del Gruppo Pavimenti di Legno, abbiamo deciso di organizzare il ‘Primo Convegno Nazionale sui pavimenti in legno’. Un evento che vorremmo coin-volgesse le figure più disparate: produttori, commercianti, posatori, fabbricanti di colle e vernici, tecnici, legali e, perché no!, anche le associazioni dei consumatori. L’obiettivo è aprire un confronto e un dibattito serio sulle strategie e la politica della qualità e della trasparenza da adottare. Siamo certi che si tratterà di un momento importante per tutto il settore, e ai fini della sua buona riuscita, siamo assolutamente disponibili a coordinarci e a lavorare con altri possibili interlocutori, a partire dalle Associazioni aderenti alla Federazione. Naturalmente contiamo sulla collaborazione di AIPPL e del suo Presidente.

B. Che, ovviamente, non possono che accor-darla con l’entusiasmo che ci contraddistin-gue. Volentieri, dunque, raccogliamo que-sto invito, con l’augurio che l’evento possa davvero dare il via ad un confronto aperto e serio sullo stato dell’arte del mercato dei pavimenti di legno in Italia. E, ovviamente, sulle linee di sviluppo e crescita che dovran-no contraddistinguerlo in futuro.

Donata Marazzini

La trasparenza versoil consumatore, la professionalità

come dovere morale,il rispetto delle regole.

Su questi ed altri temi si sonoconfrontati Alfiero Bulgarelli

e Lorenzo Onofri

in ogni occasione strumenti come la sche-da prodotto, la marcatura CE, il Codice del Consumo, la garanzia, ecc. Anche come singole imprese posatrici ci muoviamo all’insegna della massima trasparenza sia nei confronti degli altri operatori che del consumatore finale. Non a caso abbiamo messo a punto alcune condizioni contrat-tuali finalizzate a garantire sia i posatori che gli acquirenti/utilizzatori finali; le ab-biamo ampiamente divulgate in ambito

Lorenzo Onofri

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[email protected] www.aliparquets.com

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Grazie a particolari accorgimenti tecnici, messi a punto nei laboratori Ali, da oggi è possibile posa-re PreMass Trend e PreMass Living a spina di pesce.La finitura esclusiva di questi prodotti, in linea con le ultime e moderne tendenze progettuali, unita alla posa a spina di pesce, che evoca il fascino e il prestigio delle ambientazioni di un tempo, crea un abbinamento piacevolmente unico.

Posa a spinadi pesce

Un’idea che si è fatta progetto

Attualmente il mercato delle pavimentazio-ni di legno è regolamentato da norme tecni-che che fissano caratteristiche qualitative e tecniche dei prodotti, alle quali si affiancano leggi che impongono un’informazione chia-ra e comprensibile verso il mercato, con par-ticolare attenzione al consumatore.

In questo contesto alcuni imprenditori particolarmente attenti hanno assunto l’iniziativa di dar vita ad un progetto co-mune rivolto alla sensibilizzazione verso una ‘produzione trasparente’. Che eviden-zi cioè tutte le caratteristiche e gli aspetti del prodotto che possono interessare il mercato, anche se non obbligatoriamente richiesti dalla normativa. Il ‘Codice Trasparenza Parquet’ è quindi una forma di autoregolamentazione su base autonoma e volontaria delle aziende, che non risponde ad un obbligo di legge ma rappresenta la scelta spontanea di adeguarsi ad un impegno. Che è però co-munque vincolante e si configura come un vero e proprio ‘codice di buona condotta’,

Il mercato è oggi in continua evoluzione e risente delle pressioni e dei flussi internazionali, delle innovazioni legislative e normative, delle tendenze, delle posizioni degli acquirenti ma, soprattutto, della crisi economica. Ecco perché non si può prescindere dallo sforzo di pensare e mettere in atto sinergie interne alla filiera del legno per promuovere la correttezza e la professionalità di tutti coloro che intendono operare all’insegna della qualità. E tutelare adeguatamente, per quanto ci è possibile, gli utilizzatori finali. Pertanto in questo numero dedichiamo spazio a un progetto nato in seno ad EdilegnoArredo che, ne siamo certi, avrà risvolti positivi per tutto il comparto.

‘Codice Trasparenza Parquet’ Gruppo Pavimenti di Legno

FOCUS

con l’adozione di precise regole di com-portamento. A testimoniarne la serietà sono previste sanzioni per chi non doves-se rispettarlo con modi di agire inadeguati.

Il progetto ‘Codice Trasparenza Parquet’ è nato dal Gruppo Pavimenti di Legno di EdilegnoArredo, ma per le intenzioni di stimolo e sensibilizzazione che gli appar-tengono, è aperto a tutti coloro che ac-cetteranno di condividerne scopi, metodi e soprattutto principi. Con l’obiettivo di aggregare attorno sé un numero sempre

maggiore di produttori, per promuovere un’idea e darle concretezza fino a richia-mare l’attenzione di molti e, soprattutto, degli operatori e dello stesso mercato.

Le finalità individuate dai promotori del progetto sono: produzione e distribuzio-ne del prodotto rispettosa delle regole e delle esigenze del mercato; formazione, nell’intero settore, di una cultura e di una professionalità sempre più orientate ad azioni positive della propria organizzazio-ne, per assicurare al mercato la massima trasparenza possibile.

Alla base del ‘Codice Trasparenza Parquet’ c’è dunque l’esigenza comune “alle imprese associate che intenderanno recepirlo di dare al mercato un segnale di professionalità e attenzione, da realizzarsi mediante la piena trasparenza del proprio prodotto (dalla pro-venienza alla consegna finale) e del proprio corrispondente agire, fino al dopo vendita, e da manifestarsi mediante l’apposizione nel-la documentazione commerciale-informati-va del logo di riconoscimento.”

‘Codice Trasparenza Parquet’Gruppo Pavimenti di Legno.

Dalle imprese produttrici di parquetun ‘impegno’ serio a rispettareregole rigorose a garanzia della correttezza e della trasparenzaverso il consumatore e a tutela

della qualità sul mercato

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Un codice di comportamento dettagliato

Aderendo al Codice le imprese dovranno accettare e recepire come proprie regole ben precise. Nello specifico le aziende assumono un impegno di comportamento:

verso il mercato: uniformità nella presentazione del prodotto (descrizione prove-nienza del grezzo, lavorazione, finitura e luoghi di lavorazione);

verso la clientela e il mercato: supporto per la soluzione di eventuali reclami, chia-rimenti o precisazioni; assunzione delle norme tecniche di riferimento nazionali ed internazionali; rispetto di quanto previsto dal Codice del Consumo;

verso gli operatori della catena distributiva: preferenza di rapporto con gli ope-ratori che nel proprio agire osservano tutti i regolamenti di legge o quanto previ-sto dalle normative vigenti.

Vengono invece rimessi alla singola discrezione l’impegno a:

dare, se richiesto, informazioni sul rispetto dell’ambiente per quel prodotto e/o del-la propria organizzazione produttiva in genere, nonché sullo smaltimento prodotto;

fornire il servizio assistenza dopo vendita e, in tal caso, dare informazione preven-tiva circa condizioni, modalità e tempi di risposta su richieste o reclami ricevuti; infine, se lo si ritiene, menzionare che non si darà corso a richieste o esigenze di assistenza non motivate.

Se ci è permessa un’annotazione, come AIPPL non possiamo che essere orgoglio-si di notare che, tra i documenti di riferimento appare anche il nuovo Manuale ‘Il Parquet dal progetto alla posa in opera’, a testimonianza del suo valore e so-prattutto del fatto che ogni sforzo compiuto dalle singole Associazioni rafforza l’intera filiera.

Il progetto sul campo

Da un punto di vista operativo l’attuazione del progetto si basa prevalentemente su un sistema di autodichiarazione dei produttori aderenti al progetto e su un sistema di autodisciplina, con controllo affidato al Comitato Operativo. I produttori aderenti, accettando il progetto mediante la compilazione e la firma di un’apposita dichiara-zione depositata presso EdilegnoArredo, si obbligano a dare atto degli impegni, ad accettare espressamente la procedura di controllo e le sue regole e ad uniformarsi a quello che ne sarà l’esito.La gestione del ‘Codice Trasparenza Parquet’ è affidata al Comitato Operativo com-posto da cinque membri: due in rappresentanza delle imprese aderenti al proget-to, nominati dall’assemblea delle stesse aziende, e tre nominati dall’assemblea del Gruppo Pavimenti di Legno in rappresentanza del mondo tecnico scientifico.Il Comitato ha il compito di promuovere controlli a campione e di gestire tutte le segnalazioni e/o contestazioni, anche da parte di soggetti non commerciali, sulle violazioni agli impegni assunti con l’adesione al Codice. Inoltre ha predisposto un re-golamento per la sua organizzazione interna ed il suo funzionamento, con particola-re attenzione alla procedura per il controllo dell’osservanza dei principi del progetto.

Per ulteriori informazioni: Segreteria di EdilegnoArredo: tel. 02 80604364 e-mail: [email protected]

COMITATO OPERATIVO:Stefano Berti (CNR/IVALSA), Giorgio Bolzan (Bolzan Spa), Filippo Cafiero (Avvocato),Rita D’Alessandro (Ufficio Normative Edile-gnoArredo), Gabriele Godi (Menotti Specchia Srl).

PRESIDENTE ASSEMBLEAAZIENDE ADERENTI:Giovanni Basso (Piemonte Parquets Spa).

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Il bambù in quanto tale è da considerarsi materiale legnoso?Il legno, dal punto di vista puramente isto-logico, è il risultato dell’accrescimento se-condario tipico delle gimnosperme e delle dicotiledoni. Il bambù, prodotto da piante appartenenti alla classe delle monocotile-doni, non può essere in questo senso de-finito legno.Le caratteristiche anatomiche e istologi-che, d’altra parte, sono quelle che determi-nano le proprietà del legno come di ogni altro materiale di origine biologica. In que-sta prospettiva non è possibile assimilare incondizionatamente il comportamento tipico del legno a quello di un materiale che, seppur sotto certi aspetti simile, non è esente da differenze sostanziali.

E’ applicabile la norma UNI EN 14342 ai prodotti realizzati in bambù?La norma UNI EN 14342: 2008 “Pavimenta-zioni di legno - Caratteristiche, valutazione di conformità e marcatura” definisce e spe-cifica le caratteristiche essenziali delle pavi-mentazioni di legno e del parquet, nonché

Un parere autorevole sul bambù

OSSERVATORIO

Nell’intento di contribuire a fare chiarezza su un argomento controverso, EdilegnoArredo ha richiesto in via ufficiale al CNR/IVALSA (Consiglio Nazionale Ricerche - Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree) di esprimere un parere relativo a due quesiti inerenti il materiale ed i prodotti realizzati in bambù (bamboo). Riportiamo la versione integrale delle risposte ricevute.

i relativi metodi di prova per determinare tali caratteristiche, da utilizzare in ambienti interni siano essi ad uso privato che pub-blico. Si riferisce alle tipologie di pavimen-tazioni di legno definite dalle norme di prodotto EN 13226, EN 13227, EN 13228, EN 13488, EN 13489, EN 13990, EN 14354, EN 14761 e prevede la valutazione di con-formità e i requisiti per la marcatura di tali prodotti.Considerando la norma terminologica UNI

Inoltre, volendo anche assimilare il com-portamento del bambù a quello del ma-teriale legno, vi sarebbero delle difficoltà oggettive nell’applicazione della UNI EN 14342 considerando alcune caratteristiche prestazionali richieste.Ad esempio, nel caso della durabilità, la norma richiama le classi di rischio biolo-gico specificate in EN 335-1 “Durabilità del legno e dei suoi prodotti a base di legno - Definizione delle classi di utilizzo - Parte 1 : Generalità” e in EN 335-2 “Durabilità del legno e dei suoi prodotti a base di legno - Definizione delle classi di utilizzo - Parte 2: Applicazione al legno massiccio”, mentre per la durabilità naturale rimanda alla EN 350-2 “Durabilità del legno e dei prodotti a base di legno. Durabilità naturale del legno massiccio. Guida alla durabilità naturale e trattabilità di specie legnose di importazio-ne in Europa”.Naturalmente, non trattandosi di legno, il bambù non compare in tale normativa.

Sesto Fiorentino, 25 marzo 2010 dr. Stefano Berti

EN 13756 che definisce pavimentazione di legno un “assemblaggio di singoli elementi di legno posati sulla struttura primaria o sul sottopavimento” e parquet una “pavimen-tazione di legno con uno spessore minimo dello strato superiore di 2,5 mm prima del-la posa”, risulta che la UNI EN 14342 non sia applicabile ai prodotti realizzati in bambù, in quanto non trattasi di legno.

Un parere autorevole sul bambù.Dal CNR/IVALSA

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Commissione UNI Legno (c/o UNI - Milano)

I coordinatori dei Gruppi di Lavoro afferenti alla Commissione hanno relazionato in me-rito all’attività svolta nel semestre precedente. Per quanto concerne l’attività del Gruppo Legno non strutturale, sotto cui ricadono le pavimentazioni di legno, sono stati illustrati i due progetti di norma UNI sulla qualificazione del posatore in relazione alle pavimentazio-ni posate mediante incollaggio e sulle caratteristiche prestazionali dei sottofondi. È stata inoltre posta in evidenza l’attività futura programmata che comprende il progetto di nor-ma sulle pavimentazioni di legno per esterni e un ulteriore progetto sulla qualificazione del posatore in relazione alle pavimentazioni flottanti.

Gruppo di lavoro UNI Legno non strutturale (c/o UNI - Milano)

Il Gruppo di Lavoro ha trattato varie tematiche. In particolare, ha preso in esame le osser-vazioni pervenute dalla fase d’inchiesta pubblica al progetto di norma sulla qualificazione del posatore in relazione alle pavimentazioni posate mediante incollaggio, rispondendo puntualmente a ciascun commento; ha approvato definitivamente il progetto di norma sulle caratteristiche prestazionali dei massetti ed esaminato i documenti europei in fase di aggiornamento, in previsione della riunione del CEN/TC175/WG3-3 di maggio a Parigi.

Gruppo di lavoro UNI Massetti (c/o UNI - Milano)

Il Gruppo di Lavoro ha nominato Rita D’Alessandro quale nuovo coordinatore ad interim, ha licenziato il progetto di norma sulle caratteristiche prestazionali dei sottofondi e ha avviato l’attività di revisione della norma UNI 10827 “Edilizia - Rivestimenti di legno per pavimentazioni - Resistenza alle sollecitazioni parallele al piano di posa.

Gruppo ad hoc UNI su Pavimentazioni di legno (c/o FederlegnoArredo - Milano)

Il Gruppo ad hoc ha focalizzato i punti salienti che i due progetti di norma avviati, sulla qualificazione del posatore in relazione alle pavimentazioni flottanti e sulle pavimentazio-ni di legno per esterni, dovranno riportare, tracciandone indice e contenuti.

Riunione CEN/TC 175/WG3-3 Pavimentazioni di legno (c/o FCBA - Parigi)

La riunione del WG3-3 ha avuto un’agenda ricca di contenuti, tra cui: la revisione della norma EN 14342 sulla marcatura CE delle pavimentazioni di legno, l’approvazione degli emendamenti ad alcune specifiche norme di prodotto e la messa allo studio di nuove norme europee.

Riunione plenaria CEN/TC 175 (c/o DIN - Berlino)

La riunione plenaria del CEN/TC 175 si è tenuta nella prestigiosa sede dell’ente norma-tore tedesco a Berlino, con un’agenda densa di temi, che hanno spaziato dall’analisi dell’attività svolta dai singoli gruppi di lavoro all’aggiornamento dell’attività normativa internazionale in ambito ISO. Da segnalare le relazioni che il CEN/TC 175 ha avviato con il CEN/TC 350 sulla sostenibilità delle costruzioni - tematica che vede il legno come mate-riale vincente, il CEN/TC 351 sulle sostanze pericolose nelle costruzioni, il CEN/TC 38 sulla durabilità del legno e il CEN/TC 112 sui pannelli a base di legno.

AIPPL e l’attività normativa 2010

NORMATIVA

9

Appuntamenti normativi UNI e CEN del primo semestre Ecco i principali incontri normativi ai quali AIPPL ha preso parte attivamente, facendosi portavoce e promotore degli aspetti tecnici salienti legati al mondo della posa delle pavimentazioni di legno.

Rita D’Alessandro

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10 La marcatura CE delle pavimentazioni di legnoe i conseguenti comportamenti del posatore

NORMATIVA

Della marcatura CE per il settore delle pavimentazioni di legno ormai si è già detto e scritto in più occasioni; come pure delle sue implicazioni per i diversi operatori della filiera, tra cui in particolare i posatori. Tuttavia, non è mai abbastanza, poiché, com’era facilmente preventivabile, con l’entrata a pieno regime delle nuove disposizioni, i dubbi, anziché attenuarsi, sono aumentati. E così, al fine di soddisfare ulteriori parti-colari e specifiche richieste si propone qui, ancora, una sintesi riepilogativa di almeno tre particolari motivi di attenzione e accortezza, cui il posatore non può e non deve sottrarsi.Almeno tre, perché di più immediato e concreto impatto recettivo, non perché gli altri siano da meno. Anche perché indipendentemente dai particolari propri di ogni singolo caso e rapporto contrattuale tra il posatore e il suo committente, già di per sé non sarebbe corretto pensare di limitare a queste poche righe tutto il carico di impegni e responsabilità che la marcatura CE comporta per tutti gli operatori del settore dei pavimenti di legno.

Vediamo dunque questi motivi.

Il primo motivo di attenzione deve essere rivolto con particolare riguardo al prodot-to in sé e per sé considerato, ovvero come presentato e dichiarato all’atto della sua commercializzazione.Trattandosi di prodotto per il quale vige il divieto di immissione sul mercato se privo della marcatura, il posatore, come primo impegno del proprio operare professiona-le e diligente, non può non preoccuparsi di verificare che quel prodotto sia munito di marcatura CE.Risultando quella dichiarazione di confor-mità del prodotto, come rilasciata dal pro-

duttore, di certo non è onere del posatore verificare la veridicità di tale marcatura; è però certamente suo onere verificare che essa sussista sul prodotto e sia sostenu-ta dalla documentazione obbligatoria di accompagnamento che renda conto di quella marcatura ai fini della necessaria informazione al mercato.A tal riguardo non può ritenersi ragione giustificatrice dell’eventuale negligenza o disattenzione verso tale impegno la circo-stanza che quel prodotto sia stato messo a disposizione direttamente dal commit-tente e che quindi non sia stato fornito dal posatore.

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Come già precisato in altre occasioni, rientra tra i principi di diligenza e di correttezza professionale del posatore l’onere di verifica dei materiali utilizzati per l’adempimen-to di quanto commissionatogli.Per quanto tale onere debba ritenersi limitato alle specifiche cognizioni tecniche del posatore e quindi non estese oltre queste, non può negarsi che la verifica della sussistenza della marcatura nel senso detto non sia per lui attività o impegno “straor-dinari”, ma di normale “ordinarietà”. Anche perché dalla corretta conoscenza e piena cognizione del materiale impiegato discende anche la correttezza e professionalità del suo operare.

Non a caso la successiva (e seconda non solo in ordine di tempo) attenzione può ri-tenersi derivare dalle stesse “indicazioni generali sulle caratteristiche prestazionali per le pavimentazioni di legno”, in particolare da quella parte della norma UNI EN 14342 versione 2008, nella quale espressamente si dichiara il particolare legame tra le carat-teristiche del prodotto e la sua posa.La precisazione che l’utilizzo del prodotto può essere limitato dal tipo di posa e che indicazioni di utilizzo e tipo di posa sono le une legate alle altre, comporta che pro-prio il posatore diventi il garante della resa delle prestazioni di quel prodotto, per ef-fetto e in conseguenza della posa messa in atto, in ragione della relativa rispondenza o meno alle indicazioni del produttore.In forza del richiamato principio generale il posatore, dunque, non può assolutamen-te ignorare e trascurare le indicazioni fornite dal produttore per la corretta posa. E ciò sotto il duplice profilo sia della verifica della presenza di tali indicazioni nella do-cumentazione di accompagnamento del prodotto, sia dell’attuazione del loro con-tenuto. Non si dimentichi infatti che le caratteristiche prestazionali dichiarate con la marcatura sono sempre da intendersi caratteristiche per l’uso previsto dallo stesso produttore e vincolate alle indicazioni di posa fornite.Qualora poi il posatore fosse anche il fornitore del prodotto, l’onere di verifica di cui detto sopra sarà certamente più gravoso e più forte, dovendosi imputare proprio a suo carico l’eventuale inidoneità del prodotto rispetto alla destinazione fi-nale e all’aspettativa del committente sull’uso dell’opera finita. Mentre nel caso di materiale fornito dal committente, di fronte all’esito negativo della verifica, il posatore può limitarsi alla segnalazione formale al committente e ad attendere da que-sti, o dai suoi tecnici, le istruzioni per il corretto prosieguo dell’incarico o per gli eventuali interventi a rimedio, scaricando, di conseguenza, su costo-ro soluzioni ed esiti, nel secondo caso (materiale da lui stesso fornito) egli non avrà di certo nulla da segnalare, dovendo verificare il prodotto prima di fornirlo. Sarà piuttosto suo preciso onere provvede-re autonomamente e soprattutto provvedere tempestivamente a porre rimedio all’eventuale propria iniziale negligenza o leggerezza, per non trovarsi ad affrontare le conseguenze ben più gravi che potranno emergere solo ad opera finita.

Infine, altra particolare attenzione (da intendersi come ultima solo temporalmente rispetto all’esecuzione dell’incarico) deve essere posta con riguardo alla consegna dell’opera al committente, giacché il posatore dovrà preoccuparsi:(a) di fornire traccia della conformità del proprio operato rispetto alle indicazioni di posa del produttore;(b) di veicolare la documentazione di accompagnamento della marcatura e quella eventualmente a corredo relativa alla parte di sua competenza, laddove il prodotto non fosse stato da lui fornito. Per quanto anche questo sia stato più volte detto in altre occasioni, può essere utile, qui, ancora ripeterlo: il veicolare fino al committente e/o utilizzatore finale del prodot-to la prescritta documentazione illustrativa e informativa sul prodotto stesso e sulla posa messa in atto costituisce, oltre che l’adempimento di un obbligo di legge, anche utile occasione di rappresentazione della serietà e correttezza del proprio agire e può costituire, all’occorrenza, anche valido strumento per la delimitazione delle proprie responsabilità di fronte a richieste dirette e di fronte a possibili ipotesi di rivalsa.

Avv. Filippo Cafiero

I comportamenti del posatorerispetto alla marcatura CE

della pavimentazione di legno.Con l’entrata in vigore della

normativa è bene ricordare i motividi ‘accortezza e attenzione’

che i posatori devonoprestare a tutela della loro

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Si è svolta il 14 aprile scorso, presso la sede del CNR/IVALSA di Sesto Fiorentino, una giornata di aggiornamento professionale dedicata ai consulenti iscritti al Registro Consulenti Tecnici del Legno.L’incontro ha visto la collaborazione di esperti che hanno messo a disposizione la loro esperienza per arricchire il patrimonio di conoscenze degli operatori - nel caso specifico già qualificati dall’iscrizione al Registro.

Dopo gli onori di casa Stefano Berti (CNR/IVALSA) ha illustrato l’organizza-zione dell’Istituto e riassunto le vicende che, dalla nascita dell’Istituto Nazionale del Legno voluto dal Prof. Guglielmo Gior-dano nel 1954, hanno portato all’attuale struttura. Ha poi evidenziato le motiva-zioni che inducono a considerare il legno come uno dei materiali più idonei per gli impieghi in edilizia, sia da un punto di vista ambientale che prestazionale. Berti ha sottolineato comunque la necessità di conoscere le caratteristiche e le proble-matiche legate all’uso del legno, fornen-do un’ampia panoramica dalle nozioni di base dell’anatomia del legno che, attra-verso la conoscenza delle caratteristiche fondamentali di questo materiale, è arri-vata a toccare le problematiche applica-tive legate alla sua lavorazione e al suo impiego. A conclusione dell’intervento ha ricordato brevemente le attività sviluppate all’inter-no dei laboratori IVALSA allo scopo di in-trodurre i partecipanti alla visita dei labo-

ratori di anatomia del legno, di durabilità naturale e preservazione, di chimica del le-gno, di caratterizzazione fisico-meccanica.

La relazione di Gaetano Castro (CRA/PLF) e Roberto Zanuttini (Docente presso l’Università di Torino - Agroselviter) è sta-ta dedicata al mondo dei pannelli a base di legno. Dopo un breve accenno storico sull’industria di questo settore nel nostro Paese, hanno presentato le principali ti-pologie di pannelli presenti sul mercato, analizzandone caratteristiche e relativi pregi e difetti, nonché gli usi e l’idoneità ai diversi impieghi. Una panoramica è stata dedicata anche alle varie tipologie di col-le e ai diversi comportamenti che queste

L’AGGIORNAMENTO COME IMPEGNO

REGISTRO CONSULENTI

hanno nella realizzazione del pannello. La parte conclusiva della loro relazione ha ri-guardato le novità del settore (pannelli in-gegnerizzati e altri derivati per l’edilizia in legno, trattamento termico, acetilazione) e gli aspetti normativo-legislativi (marcatu-ra CE, Decreto sulla formaldeide).In tema di Codice Etico è intervenuto Fi-lippo Cafiero, che ha ovviamente analiz-zato sotto il profilo legislativo gli aspetti comportamentali legati alla figura profes-sionale del consulente. Nello specifico ha parlato di correttezza e trasparenza nei confronti del cliente, professionalità e di-gnità nel comportamento, opportunità di favorire un sereno e proficuo svolgimento dell’indagine e del comportamento della figura del CTU. La giornata si è conclusa con una visita ai laboratori dell’Istituto, come sempre particolarmente apprezzata ed istruttiva, avendo permesso ai corsisti di ‘toccare con mano’ gli aspetti pratici legati alle caratteristiche del materiale.

In occasione di un incontropresso il CNR/IVALSA

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Il Comitato Operativo, organo che gestisce e orga-nizza le attività del Registro Consulente Tecnici del Legno, si è arricchito qualche mese fa della presenza di un nuovo componente, Roberto Zanuttini, Profes-sore Associato presso l’Università di Torino - Agrosel-viter. Una decisione che è stata presa con un obietti-vo preciso, come spiega Stefano Berti, chiamato da FederlegnoArredo a farne parte fin dall’inizio: “All’in-terno del Comitato le principali professionalità del settore con competenze diverse e specifiche in vari campi, erano già largamente rappresentate: dalla ri-cerca privata a quella pubblica fino ai referenti delle Associazioni. Mancava però una figura proveniente dal mondo universitario che apportasse ‘valore’ in tema di cultura del legno: con la sua introduzione il Comitato può dunque offrire una gamma di co-noscenze ancora più varia e completa. A ricoprire questo ruolo è stato scelto Roberto Zanuttini prima di tutto perché è un tecnologo del legno, laureato in Scienze forestali e Docente di tecnologia del legno all’Università di Torino con un approccio decisa-mente tecnologico a questo materiale.

Non solo: appartenendo ad una famiglia di indu-striali del legno può vantare un’esperienza concre-ta sul campo e dunque un percorso personale di tutto rispetto in questo settore.”Abbiamo raggiunto Zanuttini al telefono che, es-sendo operativo da pochissimo ci ha lasciato una battuta, comunque entusiastica: “Per ora le mie impressioni sono soprattutto legate al ‘clima’ che si respira con i colleghi. E sono davvero positive. Ero comunque già introdotto in questo ambiente e conoscevo molti di loro, sia per averli incontrati in occasione di convegni o sul fronte della ricerca, ad esempio in ambito CATAS. Inoltre, collaboran-do da tempo con l’IVALSA avevo già creato efficaci sinergie con il collega Berti e il suo gruppo. Senza contare che, anche a livello universitario, abbiamo un ottimo rapporto con FederlegnoArredo. Aspetto dunque di impegnarmi attivamente in occasione dei prossimi eventi e sono certo che non manche-ranno le occasioni di dialogo e di crescita, sia rispet-to ai colleghi che a tutti i nostri interlocutori”.

Una nuova figura nel Comitato Operativo del Registro Consulenti Tecnici del Legno

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Questa villa unifamiliare è stata pensata con l’obiettivo di coniugare la bellezza de-gli ambienti alla funzionalità. Da questo connubio compositivo è nata un’oasi felice nella quale il legno, il vetro, l’acciaio, la pie-tra si ‘relazionano’ armonicamente crean-do ambienti versatili e multifunzionali per esaudire i desideri di chi vivrà quegli spazi.

I materiali utilizzati per l’intera pavimen-tazione sono infatti doghe di grande pregio selezionate e realizzate artigianalmente con una particolare lavorazione di spazzo-latura e bisellatura. La finitura è realizzata con vernici all’acqua ecologiche ad altissi-

ma resistenza all’ abrasione .Anche la pavimentazione nella zona idro-massaggio è volutamente ricercata e, grazie all’utilizzo del legno, si armonizza perfetta-mente con gli altri ambienti nei quali è pre-dominante il pavimento di legno.

BELLE POSE

TIPOLOGIA DI REALIZZAZONELa posa in opera si colloca all’interno di un lavoro complesso.La posa di pavimenti di legno è stata de-cisa dall’architetto Vincenzo Loglisci in stretta collaborazione con la committenza e l’azienda posatrice che, oltre a studiarne la tipologia, ha realizzato anche i piani di posa per la stesura del parquet.

DESCRIZIONE DELLA PAVIMENTAZIONE La posa del pavimento di legno con doghe di rovere due strati è stata effettuata su tut-ta la superficie (zona giorno e zona notte). Il legno è stato scelto anche per la rea-lizzazione della pavimentazione e del

Villa unifamiliare- Bari -

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Due realizzazioni di pregio in edilizia privata. Una villa

unifamiliare che si presenta come piacevole combinazione di

tecnologia e sobria eleganza degli arredi, design e funzionalità.

La seconda, affacciata sul mare, si caratterizza per la lavorazione

completamente a mano del parquet, in massello antico

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rivestimento della zona idromassaggio, scegliendo però il teak massello sia per il suo fascino estetico che per le elevate ga-ranzie prestazionali.

Sempre come elemento dominante il le-gno torna nella scala, realizzata con strut-tura portante in acciaio inox rivestita con gradoni in legno massello di rovere che, snodandosi con uno sviluppo lineare, co-stituisce una sorta di unicum spaziale e percettivo degli spazi.L’abbinamento del materiale naturale con l’acciaio, anch’esso plasmato da abili mani di artigiani, nella sua semplicità si presen-ta come ‘pezzo forte’ dell’arredamento.

SUPERFICIE DI INTERVENTO350 m2 totali.

SPECIE LEGNOSE E TIPOLOGIA DELLE TAVOLEPavimento utilizzato su tutta la superficie: Rovere due strati su supporto in multistra-to, listoni da mm 15 di spessore, larghezza da 195 mm e lunghezze da 1900 a 2500 mm - prefiniti e maschiati.

Zona idromassaggio: doghe in legno mas-sello di teak, con spessore 15 mm M/F lar-ghezza 120 mm e lunghezza 2000 mm.

STRATIGRAFIA DELLA PAVIMENTAZIONEImpianto radiante Massetto autolivellante cementizioPrimer poliuretanico senza solvente Collante poliuretanico senza solvente Parquet due strati a grandi doghe bisel-lato con multistrato in betulla Parquet massello finito ad olio naturale (trattamento idoneo per l’esterno).

DESCRIZIONE E MODALITÁ DI POSAE MATERIALI IMPIEGATIDopo aver effettuato l’accensione dell’im-pianto radiante per 30 gg., come da schede tecniche, è stata effettuata la sgrossatura del massetto. Successivamente si è pro-ceduto con la stesura sul massetto di una mano di primer consolidante antispolvero.Si è quindi passati alla posa in opera del parquet due strati e poi di quello massello già preparato in laboratorio.Il pavimento è stato posato a tolda di nave e per l’incollaggio è stato utilizzato adesi-vo certificato EC1r.

PARTICOLARITÁ DELL’INTERVENTOLa scelta della specie legnosa è stata fatta ponendo grande attenzione alla specifica destinazione d’uso di ogni singolo am-biente e della necessità di armonizzarli, comunque, fra loro.La durata totale dell’intervento di posa ed incollaggio è stata di 20 giorni circa.

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Quaderni n. 7

I

Progetto di norma UNI U40005081‘Pavimentazioni di legno - Posa in opera - Criteri e metodi di valutazione’

L’inserto del n. 5 di Lapis era dedicato al nuovo manuale ‘Il Parquet dal progetto alla posa in opera’ di cui abbiamo riportato per intero il capitolo 9, dedicato ai limiti di accettazione della pavimentazione finita, al momento della consegna. I contenuti che riproponiamo in questo inserto fanno riferimento a quello specifico documento, INTEGRATO con le NUOVE DISPOSIZIONI CHE LA NORMA UNI attualmente in fase di pubblicazione prevede.Più precisamente i punti salienti sui quali AIPPL si è confrontata e ha discusso nelle sedi opportune sono stati recepiti tutti e, in alcuni casi, ulteriormente approfonditi nell’ambito della stesura del progetto di norma.I criteri e i metodi di valutazione della pavimentazione indicati nella norma UNI in questione costituiscono le specifiche competenze di esclusiva per-tinenza del posatore di pavimenti di legno, determinandone quindi le caratteristiche professionali.Lo scopo e il campo di applicazione della norma comprendono i criteri di valutazione e le metodologie da applicare per valutare la posa in opera di pavimenti di legno e parquet per uso interno, finiti, al momento della consegna dell’opera.La norma si applica alle pavimentazioni posate mediante incollaggio, su qualsiasi tipologia di sottofondo, nelle principali destinazioni d’uso come l’edilizia residenziale, di nuova costruzione o esistente, pubblica, commerciale, per il terziario. Sono invece escluse le pavimentazioni sportive, indu-striali, esterne e il recupero di pavimentazioni di legno preesistenti.

RIFERIMENTI NORMATIVI E PRINCIPALI DEFINIZIONIIl progetto di norma richiama disposizioni presenti in altri documenti normativi nazionali ed europei, quali ad esempio:

UNI 11265 UNI EN 13756

UNI CEN/TS 15717

Pavimentazioni di Legno - Posa in opera - Competenze, responsabilità e condizioni contrattualiPavimentazioni di Legno - TerminologiaParquet - Linee guida generali per la posa in opera.

Per quanto attiene termini e definizioni, oltre a richiamare quelli contenuti nella UNI EN 13756, il progetto di norma riporta la chiara definizione di posatore, inteso come “azienda specializzata che assume il compimento del servizio di posa in opera della pavimentazione di legno e di parquet. Nel caso di pavimenti da finire la posa comprende anche levigatura e finitura”.Anche sulle caratteristiche del posatore c’è chiarezza. Vengono richiesti, oltre alla capacità operativa, alcuni requisiti ‘indice’ di rigorosa professiona-lità: idonea organizzazione aziendale e minima dotazione d’ufficio; dotazione di un’attrezzatura minima (igrometro a carburo di calcio, igrometro elettrico, termoigrometro ambientale, trapano e relativi miscelatori elicoidali, aspirapolvere, sega circolare, rulli, pennelli, spatole per spalmatura adesivo, livella, squadra, dispositivi di protezione individuale); nel caso di posa di elementi da finire in opera: levigatrice a rullo o a nastro, levigabordi, levigatrice angolare; conoscenze tecniche minime, eventualmente acquisite mediante specifici corsi di aggiornamento e/o qualificazione, inerenti a materiali e relative modalità di stoccaggio e applicative, tecnologie di posa, normativa in tema di sicurezza dei prodotti chimici, del cantiere, della sicurezza personale, contrattualistica e responsabilità.Il posatore è tenuto, prima di iniziare la posa in opera della pavimentazione, ad eseguire le verifiche e i controlli riportati nella norma UNI 11265.

Dopo questa parte introduttiva il progetto di norma entra nel merito dei criteri di verifica e di valutazione della pavimentazione posata mediante incollaggio, affrontando quale primo tema l’esame della pavimentazione, che può essere visivo e/o strumentale. L’esame visivo della pavimentazione posata si effettua, così come indicato nella UNI/CEN TS15717, osservando la pavimentazione in posizione eretta con luce naturale diffusa alle spalle dell’osservatore (in assenza di luce naturale diffusa è possibile utilizzare luce artificiale purché diffusa). Ai fini della valutazione o della localizzazione di difettosità presenti sulla superficie della pavimentazione non devono essere in nessun caso utilizzate sorgenti di luce artificiale indirizzate diretta-mente sulla pavimentazione.

POSA MEDIANTE INCOLLAGGIO DI ELEMENTI MASSICCI FINITI IN OPERA

Verifica dell’incollaggioMetodo di valutazione

La verifica dell’incollaggio su tutti gli elementi selezionati in base alla Tabella A si effettua con campionamento casuale su elementi non adia-centi mediante percussione manuale con martello dotato di battente di plastica rigida con peso di 500 g, al fine di individuare e perimetrare le zone di eventuale assenza di adesione (in questo caso la percussione risulterà con suono sordo).Dall’esame alla percussione devono essere esclusi gli elementi posizionati nelle zone non pedonabili, ad esempio quelle sotto i caloriferi, i sotto-scala non accessibili, ecc.

Superficie S degli elementi (m2)

Esempio di tipologia degli elementi (mm)

Percentuale degli elementi da verificare (%)

0,01< S ≤ 0,09 50x250, 70x450, 90x900 1% del numero di elementi

0,09 < S ≤ 0,32 90x1200, 180x1700 3% del numero di elementi

S > 0,32 ≥ 180x1800 5% del numero di elementi

Tab. A - Percentuale di elementi da verificare in base alla superficie in m2 degli elementi stessi

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Qua

dern

i n. 7

/ 10 Ad esempio, considerando una superficie di 100 m2 in cui sono stati posati elementi massicci di dimensioni 60 mm x 300 mm:

100 m2 = 5556 elementi; la verifica va eseguita sull’1% degli elementi, ossia su n. 56 elementi.Nel caso di elementi di dimensioni 70 mm x 450 mm, su 100 m2 andrebbero verificati n. 32 elementi.La percussione deve essere eseguita puntualmente su tutta la lunghezza degli elementi a distanze costanti non superiori a 10 cm, alternando, per ogni elemento, percussioni effettuate nella zona centrale ad altre effettuate in prossimità dei bordi.La verifica della presenza di adesivo sui fianchi degli elementi costituenti la pavimentazione si effettua mediante esame visivo.

Valutazione dei risultati

Per elementi senza incastro l’incollaggio eseguito è idoneo se:nessuno degli elementi verificati alla percussione produce un suono sordo per una lunghezza superiore al 20% della lunghezza totale dell’elemento, che corrisponde generalmente all’assenza di elementi disancorati o parzialmente disancorati e pertanto non in grado di muoversi in senso verticalenessuno degli elementi oggetto di campionatura presenta adesivo lungo i fianchi, ad eccezione di possibili tracce in prossimità degli angoli che non devono essere comunque maggiori di 2 mm di lunghezza.

Per elementi con incastro femmina e/o maschio o con sistema di assemblaggio, l’incollaggio eseguito è idoneo se:il 10% degli elementi oggetto di campionatura secondo la Tab. A, verificati alla percussione, produce un suono sordo per una lunghezza superiore al 20% della lunghezza totale dell’elementonessuno degli elementi oggetto di campionatura secondo la Tab. A deve muoversi in direzione perpendicolare al piano di posanessuno degli elementi presenta adesivo lungo il perimetro.

Verifica della planaritàMetodo di valutazione

La verifica della planarità della pavimentazione di legno o parquet si effettua mediante impiego di:regolo rigido di profilato metallico a sezione quadrata o rettangolare, di lunghezza pari a 2 m, disposto sulla pavimentazione in una dire-zione qualunque, anche in prossimità delle fasce perimetralicuneo dotato di scala millimetrata, o altro strumento di misurazione, con accuratezza di almeno 1 mm

La misurazione deve essere ripetuta in almeno 5 posizioni ogni 36 m2 di superficie pavimentata.

Valutazione dei risultati

La planarità è idonea se in nessuna posizione di misurazione risulta una freccia superiore a 3 mm.

Verifica dell’allineamento degli elementi in base alla geometria di posa prescrittaMetodo di valutazione

La verifica dell’allineamento degli elementi si effettua mediante impiego di regolo rigido di profilato metallico a sezione quadrata o rettango-lare, di lunghezza pari a 2 m, disposto sulla pavimentazione a seconda della geometria di posa:

posa alla francese, a tolda di nave o a correre: parallelamente ai fianchi degli elementiposa a spina di pesce: a congiungere gli spigoli degli elementiposa a cassero regolare: sia parallelamente ai fianchi degli elementi che parallelamente alle teste (per verificare l’allineamento delle giun-zioni di testa)

Valutazione dei risultati

L’allineamento degli elementi è idoneo se lo scostamento massimo tra il regolo e i fianchi e/o le giunzioni di testa o lo spigolo degli elementi risulta inferiore o uguale a:

2 mm nel caso di geometria di posa alla francese, a tolda di nave o a correre, a cassero regolare1 mm nel caso di geometria di posa a spina di pesce

Tali scostamenti potrebbero generare spazi liberi (fughe) tra gli elementi adiacenti, che si considerano accettabili se:la somma delle larghezze delle fughe risulta minore o uguale a 5 mm entro la dimensione di 1 m misurata trasversalmente alla direzione longitudinale dei singoli elementila larghezza della singola fuga risulta minore o uguale a 1 mm

Per elementi con lunghezza superiore a 150 cm, la verifica dell’allineamento consiste nella verifica del corretto accostamento dei singoli ele-menti, mediante impiego di spessimetro con accuratezza di 0,1 mm.L’allineamento è idoneo se lo scostamento è minore o uguale a 0,3 mm.

Verifica della complanarità tra pavimentazioni attigue o con inserti di materiali diversiMetodo di valutazione

La verifica dei livelli tra la pavimentazione di legno e quelle attigue se realizzate con altri materiali si effettua mediante impiego di comparatore dotato di supporto e di un piano rigido rettificato, con accuratezza pari a 0,01 mm.Il piano rigido rettificato va posizionato stabilmente sulla pavimentazione di legno in modo tale da permettere lo scorrimento della base per poter effettuare due letture del comparatore:

la prima sulla pavimentazione attigua, a una distanza di 5 mm dal limite tra questa e la pavimentazione di legnola seconda sulla pavimentazione di legno ad una distanza di 5 mm dal limite tra questa e la pavimentazione attigua

Valutazione dei risultati

La complanarità tra le pavimentazioni attigue è idonea se lo sfalsamento tra i due livelli, calcolato come differenza tra i valori rilevati dalle due letture, è minore o uguale a 2 mm, fatte salve diverse prescrizioni progettuali.

Verifica dei giunti di dilatazioneMetodo di valutazione

La verifica dei giunti di dilatazione, previa asportazione, se presente, del battiscopa, comporta le seguenti operazioni:

II

a)

b)

a)

b)c)

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verifica della presenza dei giunti di dilatazione perimetrali e intermedi eventualmente previsti dal progettomisurazione della dimensione dei giunti, mediante l’impiego di metro, o altro strumento di misurazione con accuratezza di almeno 1 mm intesa come distanza tra il bordo della pavimentazione e la parete laterale o tra i due bordi nel caso dei giunti intermedi

Valutazione dei risultati

giunti di dilatazione perimetrali: sono idonei se presenti per tutto il perimetro della pavimentazione con larghezza di almeno 8 mm e in nessun punto superiore allo spessore della base del battiscopa. Nel caso di elementi lignei di spessore ≤ 10 mm, tale larghezza può essere ridotta a 6 mm giunti di dilatazione intermedi: sono considerati idonei se presentano una larghezza di almeno 8 mm e non superiore a quanto previsto in sede progettualegiunti di dilatazione intermedi in corrispondenza di soglie di separazione tra ambienti attigui: sono considerati idonei se presentano una larghezza compresa tra 5 mm e 8 mm

Verifica della levigaturaMetodo di valutazione

La verifica della levigatura si effettua mediante esame visivo su tutta la superficie della pavimentazione e misurazione, mediante l’impiego di comparatore dotato di supporto e di un piano rigido rettificato, della profondità delle tracce prodotte dalle attrezzature utilizzate.Il piano rigido rettificato va posizionato in prossimità della traccia in modo da permettere lo scorrimento della base per poter effettuare due letture del comparatore:

la prima sulla superficie della pavimentazione non interessata dalla tracciala seconda in corrispondenza della traccia stessa

Valutazione dei risultati

La levigatura è correttamente eseguita se:non sono presenti tracce prodotte dalle attrezzature utilizzate oppuresono presenti tracce prodotte dalle attrezzature utilizzate, limitatamente alle zone d’angolo della pavimentazione, in corrispondenza di pareti ad angolo retto o ad angolo acuto. In tal caso la profondità della traccia calcolata come differenza tra i valori rilevati dalle due letture eseguite con il comparatore deve essere minore o uguale a 0,3 mm oppure sono presenti tracce prodotte dalle diverse tipologie di attrezzature utilizzate (levigatrice a nastro, levigatrice a disco), limitatamente alle fasce perimetrali della pavimentazione per una distanza dalle pareti minore o uguale a 40 cm. In tal caso la profondità della traccia calcola-ta come differenza tra i valori rilevati dalle due letture eseguite con il comparatore deve essere minore o uguale a 0,3 mm.

Verifica della finituraMetodo di valutazione

La verifica della finitura va eseguita in opera mediante esame visivo.

Valutazione dei risultati

La finitura a vernice è idonea se:non sono presenti sormonti di vernice su superfici di pavimentazione inferiori a 36 m2, tranne che in corrispondenza delle zone di comuni-cazione di locali attigui e comunque non superiori allo spessore della parete di separazione dei localila percentuale di elementi contenenti tracce di impurità (pulviscolo atmosferico, fibre e setole di pennello, piccoli insetti) nello strato di finitura risulta minore o uguale ai valori indicati in Tabella A, in funzione della superficie dei singoli elementinon sono presenti schivature, causate da residui siliconici presenti sulla superficie della pavimentazione prima della fase di finitura

Le finiture a olio e a cera sono idonee se non sono presenti disomogeneità di colore e di lucentezza, in relazione al trattamento eseguito, in zone circoscritte (effetto a “macchia di leopardo”), in funzione della specie legnosa impiegata.

Verifica della stuccaturaMetodo di valutazione

La verifica della stuccatura si effettua mediante esame visivo.

Valutazione dei risultati

La stuccatura è idonea se:di colore in tinta non contrastante con quella della specie legnosa degli elementidi dimensioni non superiori a quelle indicate per le fughe relative all’allineamento degli elementi(vedi Paragrafo Verifica dell’allineamento degli elementi in base alla geometria di posa prescritta).

POSA MEDIANTE INCOLLAGGIO DI ELEMENTI PREFINITI(MULTISTRATO E MASSICCI)

Verifica dell’incollaggioMetodo di valutazione

La verifica dell’incollaggio su tutti gli elementi selezionati in base alla Tabella A, con campionamento casuale su elementi non adiacenti, si effettua mediante percussione manuale con martello dotato di battente di plastica rigida con peso di 500 g, al fine di individuare e perimetrare le zone di eventuale assenza di adesione (in questo caso la percussione risulterà con suono sordo).La percussione deve essere eseguita puntualmente su tutta la lunghezza degli elementi a distanze costanti non superiori a 10 cm.La verifica della presenza di adesivo sui fianchi degli elementi costituenti la pavimentazione si effettua mediante esame visivo (v. metodo valutazione verifica incollaggio).

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Valutazione dei risultati

L’incollaggio eseguito è idoneo se:nessuno degli elementi verificati alla percussione produce un suono sordo per una lunghezza superiore al 20% della lunghezza totale dell’elementonessuno degli elementi presenta tracce di adesivo sui fianchi e sulle teste

Verifica della planaritàMetodo di valutazione

La verifica della planarità della pavimentazione di legno o del parquet si effettua mediante impiego di:regolo rigido di profilato metallico a sezione quadrata o rettangolare, di lunghezza pari a 2 m, disposto sulla pavimentazione in una dire-zione qualunque, incluse le fasce perimetralicuneo dotato di scala millimetrata, o altro strumento di misurazione, con accuratezza pari a 1 mm

La misurazione deve essere ripetuta in almeno 5 posizioni ogni 36 m2 di superficie pavimentata.

Valutazione dei risultati

La planarità è idonea se in nessuna posizione di misura risulta una freccia superiore a 2 mm.

Verifica dell’allineamento degli elementi in base alla geometria di posa prescrittaMetodo di valutazione

La verifica dell’allineamento degli elementi si effettua mediante impiego di regolo rigido di profilato metallico a sezione quadrata o rettango-lare, di lunghezza pari a 2 m, disposto sulla pavimentazione a seconda della geometria di posa:

posa alla francese, a tolda di nave o a correre, a cassero regolare: parallelamente ai fianchi degli elementi posa a spina di pesce: a congiungere gli spigoli degli elementi

Valutazione dei risultatiL’allineamento degli elementi è idoneo se lo scostamento massimo tra il regolo e i fianchi o lo spigolo degli elementi risulta inferiore o uguale a:

1 mm nel caso di geometria di posa alla francese, a tolda di nave o a correre, a cassero regolare0,5 mm nel caso di geometria di posa a spina di pesce

Per elementi con lunghezza superiore a 150 cm, la verifica dell’allineamento consiste nella verifica del corretto accostamento dei singoli ele-menti, mediante impiego di spessimetro con accuratezza di 0,1 mm.L’allineamento è idoneo se lo scostamento è minore o uguale a 0,2% della larghezza del singolo elemento.

Verifica della complanarità tra pavimentazioni attigue o con inserti di materiali diversiMetodo di valutazione

La verifica dei livelli tra la pavimentazione di legno e quelle attigue se realizzate con altri materiali si effettua mediante impiego di comparatore dotato di supporto e di un piano rigido rettificato, con accuratezza pari a 0,01 mm.Il piano rigido rettificato va posizionato stabilmente sulla pavimentazione di legno in modo tale da permettere lo scorrimento della base per poter effettuare due letture del comparatore:

la prima sulla pavimentazione attigua, a una distanza di 5 mm dal limite tra questa e la pavimentazione di legno la seconda sulla pavimentazione di legno a una distanza di 5 mm dal limite tra questa e la pavimentazione attigua

Valutazione dei risultati

La complanarità tra le pavimentazioni attigue è idonea se lo sfalsamento tra i due livelli, calcolato come differenza tra i valori rilevati dalle due letture, è minore o uguale a 2 mm, fatte salve diverse prescrizioni progettuali.

Verifica dei giunti di dilatazioneMetodo di valutazione

La verifica dei giunti di dilatazione, previa asportazione, se presente, del battiscopa, comporta le seguenti operazioni:verifica della presenza dei giunti di dilatazione perimetrali e intermedi eventualmente previsti dal progettomisurazione della dimensione dei giunti, mediante l’impiego di metro, o altro strumento di misurazione con accuratezza di almeno 1 mm, intesa come distanza tra il bordo della pavimentazione e la parete laterale o tra i due bordi nel caso dei giunti intermedi

Valutazione dei risultati

giunti di dilatazione perimetrali: sono idonei se presenti per tutto il perimetro della pavimentazione con larghezza di almeno 8 mm e in nessun punto superiore allo spessore della base del battiscopa. Nel caso di elementi lignei di spessore ≤ 10 mm, tale larghezza può essere ridotta a 6 mmgiunti di dilatazione intermedi: sono considerati idonei se presentano una larghezza di almeno 8 mm e non superiore a quanto previsto in sede progettualegiunti di dilatazione intermedi in corrispondenza di soglie di separazione tra ambienti attigui: sono considerati idonei se presentano una larghezza compresa tra 5 mm e 8 mm.

IV

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10BELLE POSE

Villa sul mare- Puglia -

TIPOLOGIA DI REALIZZAZONEL’intervento è stato realizzato in un’abi-tazione privata dallo stile essenzialmente classico. La costruzione sorge in una zona residenziale in una piccola cittadina in Pu-glia ed è resa ancora più caratteristica dal-la sua ubicazione, a pochi metri dal mare.

DESCRIZIONE DELLA PAVIMENTAZIONE Per la realizzazione dell’intera pavimenta-zione della zona giorno e della zona not-te è stato utilizzato un parquet massello antico lavorato completamente a mano, incluse le micro-bisellature laterali, nei laboratori dell’azienda posatrice e, suc-cessivamente, dimensionato in base alle superfici di ubicazione.Nell’open space è stato utilizzato un par-quet due strati rifinito e finito sempre in laboratorio.

SUPERFICIE DI INTERVENTO380 m2 circa.

SPECIE LEGNOSE IMPIEGATEParquet massello antico lavorato a mano. Prefinto due strati in rovere finitoin laboratorio.

STRATIGRAFIA DELLA PAVIMENTAZIONEImpianto radiante Massetto autolivellante cementizioEcoprimer Collante Parquet massello e parquet prefinito con multistrato in betulla finito ad olio natu-rale su legno di rovere.

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DESCRIZIONE E MODALITÁ DI POSAE MATERIALI IMPIEGATISono state realizzate tre diverse tipologie di posa in opera: nella zona giorno qua-drotte mod. Versailles; nella zona notte parquet a spina ungherese con fascia e bindello; nell’open space parquet di gran-di dimensioni spazzolato in diagonale.Per la posa sono stati utilizzati collante monocomponente e solventi certificati EC1. Tutto il pavimento è stato poi finito con oli naturali.

SEQUENZA E DESCRIZIONEDELLE FASI DI LAVORODopo aver effettuato l’accensione dell’im-pianto radiante per 30 gg., come da schede tecniche, è stata effettuata la sgrossatura del massetto. Successivamente si è pro-ceduto con la stesura sul massetto di una mano di primer consolidante antispolvero.Si è quindi passati alla posa in opera del parquet già preparato in laboratorio.Per la posa del pavimento a spina unghe-rese è stato effettuato un incollaggio ma-schio e femmina anche sulle teste. Le quadrotte mod. Versailles, preceden-temente assemblate in laboratorio, sono state semplicemente incollate l’una adia-cente all’altra.I listoni nell’open space sono stati montati a correre in diagonale. Nella fase finale è stata stesa l’ultima mano di finitura ad olio della pavimentazione.

PARTICOLARITÁ DELL’INTERVENTOI materiali utilizzati, oltre ad avere elevati standard qualitativi, hanno il pregio della lavorazione artigianale effettuata dalle sapienti mani dei tecnici del laboratorio dell’impresa posatrice.Inoltre tutti gli spazi della villa sono il risul-tato di una oculata e raffinata scelta distri-butiva e funzionale.

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10 In questo numero, nella rubrica Incontri Ravvicinati abbiamo voluto far incontrare due gruppi distinti: le aziende e i posatori. Un giro di tavolo per raccogliere pareri da prospettive diverse e cercare quindi di mettere a fuoco alcuni temi d’attualità, specifici per ciascuno dei due gruppi. Ringraziamo chi ci ha dedicato il suo tempo e condividiamo le osservazioni fatte, nella speranza che possano aiutare a favorire ulteriormente il dialogo in ambito associativo.

INCONTRI RAVVICINATI

CON LE AZIENDELe opinioni che abbiamo raccolto si sof-fermano sulla situazione presente e le possibili evoluzioni del ruolo del pro-duttore in un mercato in continuo cam-biamento. Ma non mancano riflessioni e proposte su eventuali sinergie da mette-re in atto tra fornitori di prodotti e posa-tori, a tutela del prodotto di qualità.

ALI PARQUETSFranco Capicchioni, Direttore Generale

La nostra azienda ha sempre fortemente creduto ed investito risorse per una cor-retta informazione sul parquet in generale e sui propri prodotti in particolare, orga-nizzando in sede corsi di aggiornamento periodici per venditori, posatori, tecnici di cantiere e progettisti.Questo percorso consente di formare in modo adeguato i rivenditori di pavimenti in legno e il personale addetto alla posa, col risultato di far pervenire anche all’utente fi-nale una corretta informazione da parte di tutta la filiera.Ritengo che sia compito di ogni produttore dare un’informazione corretta sul proprio prodotto, evidenziandone le caratteristi-

che, peculiarità e pregi. Ciò che invece manca in Italia, a mio pare-re, è una posizione univoca nel mercato, a difesa del prodotto europeo in generale e italiano in particolare, contro coloro che importano a basso prezzo un prodotto rea-lizzato all’estero, poi rivenduto come Made in Italy, ovviamente a prezzi che rendono sofferente un mercato già in difficoltà.

CALDICMichele Acquaviva, Responsabile Vendite

Personalmente ritengo opportuno che ogni produttore esca dalla mentalità tipi-ca del “so cosa va bene per te” e che ogni fornitore ‘ascolti e viva’ materialmente le richieste dei posatori. Per noi produttori, infatti, è abbastanza semplice dire che i nostri prodotti funzionano, ma sono i po-satori a non saperli utilizzare. Ragionando

così non si migliora nulla. Ecco perché si potrebbero organizzare incontri ‘capovol-ti’, dove cioè siano i posatori a chiedere ai produttori ciò di cui hanno realmente bi-sogno per risolvere i problemi quotidiani in cantiere. Questi due ‘attori’ si devono necessariamente parlare per comprende-re entrambi gli errori che spesso vengono commessi dagli stessi utenti finali.I produttori, a mio avviso, dovrebbero anche essere sempre più specializzati in-vertendo la prassi, ormai consolidata, di pretendere di sapere tutto. Molte azien-de, infatti, hanno in catalogo centinaia di prodotti e si propongono un po’ come ‘tuttologi’, come un buon medico gene-rico. Ma così facendo si rischia di caricare di responsabilità il posatore di turno, sen-za dargli gli strumenti indispensabili per operare. In sintesi, io credo che produttori, posatori e utenti finali debbano iniziare a parlarsi fra loro e, soprattutto, fare riferi-mento a persone davvero qualificate.

DE CHECCHI LUCIANO & C.Ferdinando De Checchi, Responsabile Commerciale

Nel caso della mia azienda le osservazioni

Un giro di tavolo allargato per guardare da due prospettive diverse alle possibili sinergie e strategie da mettere in campo per valorizzare e

tutelare il comparto

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riguardano la situazione di un settore spe-cifico del mercato, quello del profilo/bat-tiscopa in legno. In questo ambito abbia-mo sempre cercato di trovare una nostra identità per contraddistinguerci, anche investendo nella ricerca di prodotti unici e innovativi.Negli ultimi anni, però, la crisi mondiale ha cambiato molte cose e tutti ci siamo trovati a fronteggiare situazioni nuove e inaspettate come il calo della domanda, con conseguente frammentazione degli ordini da parte della clientela, quasi esclu-sivamente sul venduto da evadere imme-diatamente. O, ancora, il moltiplicarsi di prodotti/finiture a disposizione del cliente finale e, quindi, la ricerca di una persona-lizzazione sempre più esasperata dell’ordi-ne. Fattori, questi, che hanno messo a dura prova la flessibilità delle aziende, chiamate a dare risposte immediate e concrete alle richieste più disparate fronteggiando pic-coli ordinativi su campione con consegne in tempi ristretti. Un ultimo aspetto che mi preme sotto-lineare è la scarsa liquidità della clientela dovuta alla rigidità nell’erogazione di fi-nanziamenti imposta dal sistema bancario che, di fatto, ha lasciato alle aziende l’onere di sobbarcarsi dilazioni sempre più lunghe nei pagamenti. In sintesi: in un mercato oggi imprevedibile e in evoluzione il ruo-lo del produttore è sempre e comunque quello di cogliere ogni minimo segnale di

cambiamento per individuare le risposte più adeguate a soddisfarlo.

DISMACGiorgio Riela, Direttore Generale

La mia è la testimonianza di chi costruisce levigatrici per parquet e, dunque, vede come unica strada possibile quella di ritor-nare al parquet tradizionale, di alta qualità, dove sono l’abilità e la preparazione del posatore a fare la differenza.Il vero nemico del nostro settore, a mio av-viso, è stato il messaggio inviato agli utenti finali secondo cui “il parquet prefinito era nettamente superiore al massello per sta-bilità, per velocità di posa, per qualità di verniciatura, ecc”.Prese singolarmente alcune di queste af-fermazioni potevano essere condivisibili, ma complessivamente hanno portato ad un impoverimento del nostro mercato di riferimento, spalancando la strada a pro-duttori ed importatori improvvisati, che hanno immesso sul mercato prodotti di qualità assai discutibile. Allo stesso modo hanno permesso l’ingresso di posatori non qualificati che, proprio per una reale ignoranza su alcuni aspetti fondamentali dell’arte della posa, hanno creato grossi problemi al cliente finale e determinato un sensibile abbassamento dei prezzi di posa con sconti decisamente ‘fuori mercato’. La difficoltà più grossa, in un mercato ab-bastanza immobile com’è il nostro, con-

siste ora nel ricercare prodotti innovativi adeguati.Nel caso specifico delle levigatrici per parquet, nel corso degli anni abbiamo assistito a diverse proposte, tutte definite rivoluzionarie, rivelatesi molto meno fun-zionali rispetto a quanto inizialmente pro-pagandato. Ciò non significa che la strada della ricerca debba essere abbandonata, ma che l’attuale situazione di crisi genera-lizzata, che ha duramente colpito anche il nostro settore, ha concretamente rallenta-to gli investimenti.L’obiettivo rimane oggi quello di conti-nuare a produrre e distribuire macchine di elevatissima qualità, auspicando nel medio periodo un ritorno ai pavimenti tradizionali, mantenendo alta l’attenzione al mercato, pronti a cogliere tutti i suggeri-menti che i clienti vorranno darci.

LATERLITELuca Beligni,Resp. Assistenza Tecnica e Marketing Edilizia

L’obiettivo finale, sia di chi fornisce il pro-dotto che di chi lo posa, è la soddisfazione del cliente in termini di qualità globale. E’ quindi fondamentale che il prodotto pos-sieda le prestazioni migliori in relazione all’applicazione e che il posatore ne possa sfruttare pienamente la facilità esecutiva. Con queste premesse, le attività di forma-zione, gli incontri tecnici teorici e pratici, non possono che essere promossi e divul-

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10 gati, in quanto rappresentano il momento di incontro tra i due soggetti coinvolti nel processo, a beneficio della qualità del pro-dotto in opera.Anche il mercato e le normative, poi, chie-dono un’evoluzione costante nell’approc-cio al prodotto, con sistemi e soluzioni sempre più tecniche ed innovative, facili da posare e sicuri nelle prestazioni dove la leggerezza e l’isolamento termoacustico sono una qualità sempre più richiesta.

LECHNERPaolo Lechner, Presidente CdA

In un contesto di mercato globalizzato, che ha visto crescere in maniera esponenziale il numero dei competitor, la filosofia che la nostra azienda sta adottando da anni nel campo delle vendite è quella di risponde-re ancora una volta in maniera adeguata ai nuovi scenari.Da sempre, infatti, riteniamo che la vendi-ta del prodotto non sia il risultato di una politica di prezzi bassi, ma di un insieme di fattori che pone al centro l’attenzione alle specifiche esigenze di ogni posatore. Que-sto ci consente di lavorare anche a stretto contatto con partner internazionali dediti alla posa o alla vendita di varie tipologie di pavimentazioni (in legno, resilienti, mo-quette, gomma, erba sintetica, ecc.). In tale contesto diventa centrale il ruolo del tec-nico; per questo negli ultimi anni abbiamo voluto introdurre in maniera decisiva la crescita di ‘cultura’ tecnica da parte della nostra rete commerciale, con l’inserimento in organico di alcune figure di alta respon-sabilità e competenza tecnico-commercia-le, sia in Italia che all’Estero.La priorità, dunque, è comprendere le reali esigenze del cliente e, insieme a lui, valu-tare il giusto mix di prodotti che meglio rispondono alle necessità di una determi-nata situazione. Analoghe considerazioni valgono, ovviamente, quando si lavora con gli ordini professionali, con cui si in-staura un fattivo momento di dialogo e di confronto.

Quanto al mercato... capire in che direzio-ne si sta muovendo è forse materia per chiromanti.E’ infatti in continua evoluzione, anche in funzione di una serie di normative che si aggiornano e mutano in maniera repen-tina. In particolare è giustamente cresciu-to il peso della tematica ambientale e di quella della sicurezza degli operatori, il che ha comportato un costante muta-mento delle materie prime utilizzate o dei loro rapporti di miscelazione.Il ruolo determinante del produttore di-venta allora quello di fare cultura presso la clientela per spiegare i vantaggi di alcune nuove formulazioni che, a parità di pre-

stazioni o con caratteristiche più elevate, permettono al posatore di lavorare in con-dizioni di maggiore sicurezza per sé e per l’ambiente.

MAPEIAngelo Giangiulio, Product Manager settoreprodotti posa del parquet mercato europeo

Da parte delle aziende a mio avviso sono quat-tro le azioni fondamentali da portare avanti:- raccogliere le esigenze tecniche del mer-cato con un suo costante monitoraggio guardando con attenzione alle innovazioni proposte dai produttori, nel nostro caso dei pavimenti di legno, ascoltando le esigenze di applicazione di chi è chiamato a realiz-zare la posa;- sviluppare sistemi e prodotti che rispon-dano alle esigenze tecniche e agevolino chi deve realizzare la posa;- informare in modo corretto il mercato co-municando con tutti gli operatori del setto-re a partire dalla progettazione;- proporre le innovazioni che si sono svilup-pate agli utilizzatori e ai produttori di pavi-mento di legno.Non dimentichiamo, poi, l’importanza di investire molto in ricerca e sviluppo e man-tenere sempre una grande attenzione al mercato. In Mapei si investe il 5% del fattu-rato, ma per sviluppare sistemi e prodotti nuovi bisogna anche avere una profonda conoscenza del settore. Noi abbiamo 15 linee di prodotti e per ogni linea vi è un Product Manager con un team che opera nel mercato. Io, ad esempio, sono il Product Manager del settore prodotti per la posa del parquet e mi occupo di tutto il mercato europeo, con un Team di settore composto da 13 persone, di cui 11 operano sul merca-to italiano. Questo ci permette di raccoglie-re e confrontare le varie esigenze tecniche e, dopo aver elaborato tutte le informazioni raccolte, di inoltrare richieste precise al re-parto di ricerca e sviluppo.

MPAndrea Negri, Amministratore Unico

Soprattutto in un periodo così delicato i posatori dovrebbero a mio avviso ‘spinge-re’ maggiormente i prodotti Made in Italy, consigliando i tecnici e gli utenti finali ad affidarsi alle aziende produttrici italiane.E’ questo l’unico modo, a mio avviso, per salvaguardare la filiera pavimento di le-gno, conservare le nostre ‘eccellenze’ e far sopravvivere tante attività cui sono legati tecnici, maestranze ecc.Il Made in Italy è sinonimo di qualità ora più che mai… Non a caso abbiamo intro-dotto anche il ‘Codice Trasparenza Par-quet’ e davvero non vedo motivi per ‘pro-mozionare’ in modo eccessivo prodotti che arrivano dalla Cina, dall’Est Europa ma

anche dal Nord Europa, privilegiando solo ed esclusivamente il fattore prezzo.Tanti produttori nazionali, io credo, si tro-vano disorientati, confusi e poco propensi a fare ‘massa critica’ per affrontare le nuo-ve sfide del mercato. Ma l’evoluzione, la crescita, deve passare attraverso il dialogo, il confronto e, soprattutto, la trasparenza delle proposte e dei prodotti. Dobbiamo quindi dare più visibilità al nostro com-parto, ai prodotti di qualità e agli opera-tori qualificati, sviluppando serie attività di ‘gruppo’. Con un occhio sempre attento all’innovazione e ad una proposta comun-que alternativa, anche in termini di pro-dotto, che possa tradursi in arma vincente.

NPTAlessandro Galbiati,Responsabile Ricerca e Sviluppo

La nostra azienda crede fermamente che il progresso tecnologico dei prossimi venti anni sarà rappresentato dalla realizzazio-ne di prodotti a basso impatto ambientale, in grado di tutelare l’ambiente e rispetta-re la salute. L’impatto ambientale, dunque, come componente determinante nella definizione del nuovo ‘prodotto di qualità’. La “certificazione ecologica di prodotto”, l’Ecolabel, sarà a breve uno standard ri-cercato dagli utenti finali e dai progettisti. Ecco perché i posatori che si muoveranno in questa direzione troveranno una via per valorizzare la propria professionalità tutelando, nel contempo, le sinergie già attuate nello scambio di informazioni e conoscenze fra produttori e posatori. Sulla base delle indicazioni ricevute dai posa-tori, i primi saranno stimolati a sviluppare prodotti sempre più idonei alle richieste degli utenti finali e dei progettisti, ma an-che dei posatori stessi.Viceversa questi ultimi - che sono di fatto i veri venditori, cioè i terminali della filiera produttiva - riceveranno le informazioni utili a sviluppare la comunicazione verso gli utenti finali. Affinché questo processo sinergico sia fruttifero, è fondamentale che i posatori sviluppino una sensibilità critica che permetta loro di capire e di-stinguere i messaggi delle aziende, e che le costringa ad un confronto diretto, teso a rompere equilibri precostituiti, a tutto vantaggio del vero ‘prodotto di qualità’. L’utente finale riceverà così informazioni corrette ed attendibili che faranno cresce-re la credibilità dell’intero settore, tutelan-do e promuovendo unicamente il ‘prodot-to di qualità’. Il ruolo dell’associazione dei posatori sarà determinante in questo pro-cesso di crescita dei propri iscritti, non po-tendo chiedere ad ogni singolo posatore di addentrarsi nelle complicanze tecniche che sottostanno ad ogni singolo prodotto.

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CON I POSATORIL’attenzione dei posatori si è focalizzata sul valore di professionalità e competen-za nel rapporto con la clientela e sulle strategie possibili per salvaguardare e, pos-sibilmente, sviluppare l’attività anche in momenti di crisi. Li ringraziamo, anche per le interessanti considerazioni che sono emerse sul ruolo dell’Associazione e sulle loro aspettative rispetto all’attività futura.

STEFANO ABRAMOEssere professionali, competenti ed aggiornati è fondamentale per restare sul mer-cato e secondo me bisogna esserlo sempre, non solo nei momenti difficili. Credo infatti che, quando la crisi arriva, chi non è preparato professionalmente venga auto-maticamente declassato dal mercato che diventa più attento e valuta oltre al prezzo (cosa più che giustificata!) anche la professionalità di chi, ad esempio, sa spiegare e consigliare il metodo di posa o il materiale più idoneo. Questo è ciò che faccio da 30 anni, continuando ad aggiornarmi anche tramite AIPPL, che dà questa possibilità a tutti coloro che hanno l’intelligenza per coglierla.Ho sempre creduto nella qualità, nella professionalità, nella competenza e nella dispo-nibilità verso i clienti come fattori determinanti e in questi momenti difficili investo ulteriormente tempo e denaro per continuare ad offrirli, con riscontri molto positivi.

RAFFAELE PRISCOOggi più che mai professionalità e competenze sono elementi fondamentali ed imprescindibili per l’attività che svolgiamo. Per difenderci dalla crisi che ha scate-nato una ‘guerra dei prezzi’ (parlo della realtà campana), argomentiamo la vendita in modo molto tecnico, illustrando puntualmente a cliente, architetto, geometra le caratteristiche dei prodotti che il mercato presenta e quali riteniamo più idonei alle loro esigenze. Così facendo riusciamo a coinvolgere la clientela rendendola parteci-pe del nostro lavoro e più sicura rispetto all’acquisto che eventualmente farà. Operando in questo modo il prezzo diventa un elemento necessario, ma non deter-minante per la vendita. La conoscenza, i corsi di aggiornamento e di formazione cui partecipiamo, la capacità di dare la giusta assistenza in cantiere sono tutti elementi che ci aiutano e danno valore al lavoro che svolgiamo. E che, ne sono convinto, sa-ranno sempre più determinanti per restare sul mercato.

ARMANDO SCIASCIARitengo che quando parliamo di valorizzare professionalità e competenza nel rap-porto con la clientela la parola chiave per definire questo atteggiamento non sia ‘utile’ o ‘indispensabile’, ma ‘obbligatorio’! Mettendo in atto questa nuova filosofia la modalità di approccio al cliente finale deve infatti passare obbligatoriamente attra-verso una comunicazione di trasparenza e contenuti veritieri, sia per i prodotti utiliz-zati che per le tecniche applicative da adottare.L’unico modo di restare sul mercato è prepararsi professionalmente e dare sempre più significato a ciò che chiamiamo valore nel servizio: penso all’impiego di materiali conformi agli standard normativi, alla consulenza professionale che ogni operatore del settore deve dare. Sono questi gli argomenti importanti da spendere e valoriz-zare. Per questo varrebbe a mio avviso la pena analizzarli attraverso una discussione più approfondita, da fare magari attorno a un tavolo coinvolgendo più attori e figure professionali.

GIUSEPPE SOMMARIVAOggi il cliente non chiede più di eseguire il lavoro a regola d’arte in quanto lo con-sidera ormai un concetto assodato, ma piuttosto pretende il servizio al 100%. Noi siamo in grado di rispondere ad entrambe le esigenze. Purtroppo però il lavoro del posatore è svilito da chi lo fa senza essere del settore: penso all’imbianchino, al car-tongessista, mentre il mio sogno è di tornare ad essere il professionista del pavimen-to di legno… Certo, non si può più ‘vivere’ di soli pavimenti e scale in legno (purtrop-po!), perciò bisogna rafforzare la propria realtà offrendo anche tipologie di prodotti diversi. E’ necessario quindi associarsi o consorziarsi con altre ditte vicine al nostro settore; diversamente si è destinati a “morire” e non possiamo accettarlo. Ad AIPPL chiediamo di aiutarci a trovare la strada giusta per andare avanti e vorrei cogliere quest’occasione per dire che è indispensabile che i posatori associati abbiano una loro identità professionale ben distinta rispetto a tutti gli altri.

INCONTRI RAVVICINATI

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INCONTRI TECNICO-FORMATIVI“Marcatura CE, Contrattualistica e Made in...”

16 aprile, Milano

Presso la sede di FederlegnoArredo, al ter-mine dell’annuale Assemblea Generale di AIPPL si è svolto il primo appuntamento tecnico-formativo del 2010 incentrato su un mix di temi di scottante attualità con l’intervento dei principali consulenti di AIPPL/EdilegnoArredo nel campo della normativa e della contrattualistica. Dopo l’apertura dei lavori, curata dal Presi-dente di AIPPL Alfiero Bulgarelli, l’ing. Rita D’Alessandro ha illustrato i cambiamenti introdotti dall’entrata in vigore lo scorso 1°

AIPPL NEWS ASSEMBLEA ORDINARIA AIPPLIl 16 aprile scorso si è svolta a Milano presso la sede di Federlegno-Arredo l’Assemblea Ordinaria di AIPPL. L’Ordine del giorno preve-deva l’approvazione del bilancio consuntivo 2009 e preventivo 2010, la definizione dell’attività associativa per l’anno in corso e l’aggiornamento sull’attività tecnico/normativa condotta all’inter-no della Federazione. Alfiero Bulgarelli ha introdotto i lavori salutando calorosamente tutti i presenti; quindi ha passato la parola a Giuseppe Anzaldi (Past President), per una sintesi delle attività, corsi, iniziative svolte nel 2009. Il Presidente ha infine presentato le attività in calenda-rio per i mesi successivi, fortemente incentrate sulla formazione e l’aggiornamento, come è ormai tradizione per AIPPL.

SERVIZI e IN CALENDARIO

marzo della Marcatura CE. Una veloce carrellata sulle condizioni contrattuali con particolare attenzione agli aspetti applicativi nel-la prassi quotidiana ha costituito il nucleo dell’intervento dell’avv. Filippo Cafiero; a seguire è stato offerto un focus sullo stato dell’ar-te del Made In… Ha concluso l’incontro un interessante e molto partecipato dibattito.

“Pavimentazioni di legno su sistemi riscaldanti/raffrescanti: caratteristiche e risparmio energetico”

14 maggio, Cefalù (PA)

La prospettiva di un’intensa giornata di lavoro ha riunito nella splendida cornice dell’Hotel Costa Verde in Contrada San Nicola a Cefalù una quarantina di posatori del sud della penisola intorno ad un tema di particolare interesse.Ha aperto i lavori il Presidente di AIPPL Alfiero Bulgarelli che, nel dare il benvenuto ai partecipanti, ha brevemente illustrato le fina-lità dell’Associazione e le attività attualmente in essere. Ha quindi passato la parola al primo relatore, Stefano Berti, Di-

rigente di Ricerca CNR/IVALSA, per il suo intervento su “Le caratteristiche del legno per pavimentazioni”. Con la consueta immediatezza Berti ha invitato ad approfondire la conoscenza del legno nella sua anatomia, caratteri-stiche fondamentali di questo materiale, problematiche applicative legate a lavo-razione e impiego. Nella seconda relazione Rita D’Alessan-dro, Responsabile Normative di Edile-gnoArredo, ha illustrato le caratteristiche

In evidenza i principaliappuntamenti dell’attività AIPPL.Tra gli eventi spicca l’incontro di

Cefalù sulle pavimentazioni di legnoe i sistemi riscaldanti e raffrescanti.

Da annotare in agenda, invece,le date dei prossimi appuntamenti

dedicati alla formazione

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prestazionali dei sottofondi e il relativo progetto di norma U87035140. Lo ha fat-to distinguendo tra le diverse tipologie di massetti: cementizi o a base di leganti speciali e premiscelati a base di solfato di calcio (anidrite) - proseguendo con la de-scrizione degli interventi di ripristino per queste tipologie. Nel caso dei massetti cementizi o a base di leganti speciali ha illustrato le modalità di realizzazione - non aderente (desolida-

rizzato), galleggiante, con riscaldamento/raffrescamento, aderente - andando nel dettaglio delle singole caratteristiche pre-stazionali con riferimento a: stagionatura, assenza di fessurazioni, umidità residua, spessore, quota, planarità, compattezza in tutto lo spessore, durezza superficiale, resistenze meccaniche e pulizia. Anche per i massetti premiscelati a base di solfato di calcio ha quindi illustrato le modalità di realizzazione: non aderente

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10 (desolidarizzato), galleggiante, con ri-scaldamento/raffrescamento. Ne ha poi dettagliato le singole caratteristiche pre-stazionali con riferimento ad assenza di fessurazioni, umidità residua, spessore, quota, planarità, compattezza in tutto lo spessore, durezza superficiale, resistenze meccaniche e pulizia.

Sul fronte degli interventi di ripristino, in-vece, ha richiamato le operazioni di conso-lidamento, impermeabilizzazione e ripristi-no della quota e della planarità, indicando per ciascun intervento i requisiti richiesti per la realizzazione, nonché le eventuali controindicazioni.Nel primo pomeriggio Giuseppe Scarpinato,

Consulente Eurotherm S.p.A, ha tenuto una relazione su “Sistemi di riscaldamen-to/raffrescamento, i pannelli radianti come soluzione per l‘isolamento termico e acustico.” Ripercorrendone idealmente le origini ha tracciato un excursus storico che, muo-vendo dall’impiego in epoca imperiale

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Riportiamo i prossimi appuntamenti, raccomandando di consultare sempre il sito dell’Associazione per essere aggiornati su eventuali novità e cambiamenti.

24 settembre 2010ore 10.00 - Firenze - CNR/IVALSA “Tecnologia del legno, riqualificazione e restauro”.

29 ottobre 2010ore 10.00 - Genova “Sottofondi a secco e strutture sopraelevate.Pavimenti da esterno - rivestimento gradini”.

19 novembre 2010ore 10.00 - CATAS - San Giovanni al Natisone (UD)“Caratteristiche e prestazioni degli adesivi e delle finiture.Visita laboratori.”

Ricordiamo che la partecipazione agli incontri formativi è aperta a tutti, con l’unica differenza che è gratuita per gli associati e a pagamento per chi non lo è. Per favorire l’adesione all’Associazione di nuovi addetti della posa AIPPL ha pre-visto che chi, in seguito alla partecipazione ad un incontro, decidesse entro un mese di iscriversi godrà di uno sconto del 50% sulla quota associativa prevista per l’anno, calcolata in base al mese di iscrizione.

Forum AIPPL: la professionalità si fa in tre

Nelle sue tre sezioni Spazio Soci, L’Esperto Risponde e Forum Libero il nostro Forum si sta rivelando uno stru-mento concreto, versatile ed efficace, di consultazione e confronto sui temi ‘caldi’ del comparto. Dal suo lancio in veste rinnovata - circa un anno fa - quest’area del sito AIPPL è stata sempre più frequentata e partecipata da molteplici interlocutori: posatori, ma anche architet-ti, produttori, tecnici e consumatori. Che non esitano a porre domande, sollecitare dibattiti, sollevare questio-ni di mercato (qualità, prezzo, tutela del Made in Italy, rapporti con i clienti) tecniche (metodologie di posa, materiali, soluzioni innovative), amministrative/fiscali (contrattualistica, utilizzo delle agevolazioni, compor-tamenti e prassi di contestazione) e normative. Certo non sarà nel corso dell’estate, ma il nostro invito è a vivere il nostro Forum con una partecipazione sempre più larga, a ritagliarsi un piccolo spazio per visitarlo e magari inserire qualche osservazione personale. Lo vor-remmo (lo vogliamo!) infatti ancora più strumento di in-contro e confronto, utile sia al dibattito associativo che a farci conoscere all’esterno, ricco di stimoli e contenuti da condividere, come sempre, insieme.

IN CALENDARIO romana dell’Hypocaustum (pavimento con intercapedine canalizzata per lo scor-rimento dell’aria calda), lo ha portato a do-cumentare un impianto di riscaldamento a pavimento in ferro dei primi anni Trenta in Inghilterra per arrivare alle soluzioni più recenti adottate dagli anni Ottanta.

Passando ai temi più squisitamente tecni-ci, Scarpinato ha richiamato il concetto di comfort ambientale in relazione alla tem-peratura operativa (to) e ai parametri che la influenzano, quali ad esempio spessore del massetto e geometria del sistema radiante.

Per la progettazione e l’installazione degli impianti di riscaldamento a pavimento bi-sogna riferirsi alla norma UNI EN 1264, che fornisce le regole per il dimensionamento dell’impianto e della relativa potenza ter-mica, nonché le indicazioni per la scelta dei componenti e per la corretta installazione.

Scarpinato ha inoltre ricordato i principi della certificazione energetica, valutata in funzione delle differenti zone climatiche stabilite dalla normativa e ha illustrato esempi di utilizzo dei materiali, richiaman-do anche le soluzioni per limitare il livello di rumore di calpestio.

Trattando poi degli impianti di raffresca-mento, ha sottolineato i principali aspetti da tenere in considerazione in fase pro-gettuale, quali ad esempio: l’indice di af-follamento degli ambienti e la tempera-tura di rugiada al fine di poter garantire il corretto ed efficiente funzionamento de-gli impianti, senza comunque escludere, in taluni casi, l’utilizzo di deumidificatori o deuclimatizzatori.La relazione si è conclusa con un invito ad approfondire i temi indicati, anche in fun-zione delle diverse tipologie di soluzioni presenti sul mercato.

L’ultimo intervento è stato affidato a Dal-vano Salvador, Vice Presidente di AIPPL, che ha affrontato la “Verifica dei sottofon-di ed interventi di ripristino”, caratterizzan-do il suo contributo con l’illustrazione di casi pratici e dei conseguenti interventi realizzati.E’ stato quindi lasciato ampio spazio alle domande dei presenti, che hanno dato corso al dibattito. A conferma - se ce ne fosse bisogno - che la formazione su que-sti temi è un’esigenza fortemente sentita.

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10 Una fitta agenda di appuntamenti formativi collaterali era approntata per i visitatori di MADEexpo 2010. La Sala Azzurra del padiglione 7 di Fiera Milano Rho è stata ampiamente frequentata nei giorni della manifestazione fieristica in quanto ha ospitato, tra gli altri, tre convegni dedicati al settore dei pavimenti di legno.

CONVEGNI MADEexpo

Made In...Codice di trasparenza dei pavimenti di legno Organizzato dal Gruppo Pavimenti di Le-gno di EdilegnoArredo, questo incontro si poneva l’obiettivo di illustrare il ‘Codice Trasparenza Parquet’, i suoi contenuti e la partecipazione delle aziende associate. Il progetto, al quale ha dato vita lo stes-so Gruppo Pavimenti di Legno, ha come obiettivo la sensibilizzazione verso una produzione ‘trasparente’ che metta in evi-denza le caratteristiche e gli aspetti del prodotto che sono di principale interesse per il mercato nel rispetto delle leggi e nor-me tecniche che già regolano il comparto.

I saluti e l’introduzione ai lavori sono stati affidati a Lorenzo Onofri, Consigliere Inca-ricato del Gruppo Pavimenti di Legno, che ha ricordato il recente allargamento del Gruppo verso i commercianti e i distribu-tori di parquet motivato dalla necessità di guardare ad un mercato che è cambiato. In quest’ottica va letta anche la promozione del progetto ‘Codice Trasparenza Parquet’, finalizzato innanzitutto a dare un’informa-zione corretta al consumatore, ma anche a tutelare l’intera categoria dei professionisti del settore contro il rischio che comporta-

menti inadeguati mettano in cattiva luce l’intero comparto. Ha quindi rimarcato come questo Progetto Trasparenza si ponga innanzitutto l’obiet-

tivo di offrire garanzie precise in termini di affidabilità, professionalità, in una parola... di QUALITA’ da parte di tutti gli attori della filiera, in un’ottica di rispetto e servizio nei confronti del consumatore finale.

Nel suo intervento Giovanni Basso, Presi-dente Aziende Aderenti al ‘Codice Traspa-renza Parquet’, ha subito ricordato le moti-vazioni che hanno indotto i produttori ad adottare il Codice. Innanzitutto le Aziende hanno condiviso subito l’idea di comuni-care la professionalità nella convinzione

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che tra i loro plus ci sia anche e soprattut-to l’informazione chiara e comprensibile verso il mercato e verso il consumatore. Ha quindi sottolineato come sia loro in-tenzione vivere e pensare questo proget-to come una sorta di certificazione. Anzi, ha evidenziato come già oggi non sia più considerato solo un progetto, ma un vero e proprio ‘codice di buona condotta’ che le aziende si sono date spontaneamente e grazie al quale si autoregolamentano per scelta autonoma e volontaria. Il Codi-ce rappresenta un impegno anche morale molto importante verso se stessi, il com-parto e l’intero mercato. E sarà proprio il mercato a dare un riscontro al riguardo.

Il terzo intervento è stato curato dall’av-vocato Filippo Cafiero, che si è sofferma-to sulle regole del ‘Codice Trasparenza Parquet’, richiamando all’impegno par-ticolarmente gravoso dei produttori per i precisi riferimenti ai singoli articoli del Codice al Consumo, alle Norme Tecniche, alla norma UNI 11265 ed anche al nuovo Manuale della posa “Il Parquet dal proget-to alla posa in opera”. Un impegno che si declina nei confronti del mercato, della clientela associata al mercato, degli altri operatori della catena distributiva e che prende in carico anche il servizio assisten-za post-vendita, troppo spesso trascurato. Ha poi sottolineato la rigidità delle regole adottate, che per l’adesione al Codice da parte del produttore prevedono, tra l’altro, una medesima impostazione delle dichia-razioni di prodotto, l’identificazione di formule ed indicazioni sintetiche corrette nonché un’approfondita conoscenza del-la catena distributiva. Un’ultima rimarca-tura è stata dedicata da Cafiero alla neces-sità di sviluppare, attraverso tali strumenti, il rispetto verso il prodotto e un senso di correttezza nei confronti del cliente.

Traendo le conclusioni del convegno, Onofri si è rivolto ad Alfiero Bulgarelli, Presidente di AIPPL, invitandolo a lavorare insieme nello sviluppo applicativo del Co-dice, con la consapevolezza che l’obiettivo per tutti è diventare veri partner più che semplici fornitori. Un convegno, dunque, all’interno di un evento espositivo di risonanza internazio-nale, che ha rappresentato un’occasione per parlare e confrontarsi chiaramente

Made In (relazione di Filippo Cafiero in occasione di MADEexpo*)

“La questione del made in Italy e più in generale del made in negli ultimi anni è stata motivo di particolare attenzione e interesse per imprese e autorità statali, sia perché su di essa si è giocata, spesso e volentieri, la competitività dei prodotti e dei produttori, sia per il crescente ricorso alla delocalizzazione per evidenti ragioni legate al costo del lavoro e alla pressione fiscale. Quanto alle imprese, per ciò che concerne la competitività, è infatti sufficien-te considerare come e quanto il prodotto di origine italiana sia appetibile e ricercato sul mercato e come, per questo aspetto, esso sia anche un evidente strumento di giustificazione di un prezzo diverso e talora maggiore rispetto al prodotto con altra provenienza. Per ciò che concerne poi la delocalizzazio-ne, è evidente che, costituendo un sistema per una distribuita e più econo-mica organizzazione produttiva, se non attuata correttamente e seriamen-te e, soprattutto, se finalizzata al puro risultato economico, essa può finire per essere più un problema che una soluzione, alterando il rapporto di quel produttore con il mercato, proprio per l’affidamento riposto in virtù di quel made in Italy.Quanto invece alle autorità statali, ed in particolare agli organi legislati-vi ed esecutivi, non può tacersi che le difficoltà nell’attuazione di soluzioni concrete sono venute dai vincoli determinati dall’appartenenza all’Unione Europea, stante la potestà esclusiva in capo alla stessa della materia della etichettatura obbligatoria.

Conseguentemente, mentre sotto il profilo normativo, benché risalente al 1992, costituisce ancora un punto fermo il Codice Doganale Comunitario e, relativamente alla legislazione nazionale interna, l’art. 4 comma 49 della Legge 24/12/03 n.250 (Legge Finanziara 2004), sotto un profilo più stretta-mente commerciale e più rigorosamente economico, un concreto principio guida si è potuto acquisire negli ultimi anni solo grazie al consolidamento di un orientamento giurisprudenziale formatosi a seguito delle pronunce della Corte di Cassazione, chiamata ad applicare in sede penale la tutela ri-conosciuta dall’art. 517 del Codice Penale per il caso di “vendita di prodotti industriali con segni mendaci”.Orientamento per cui l’origine del prodotto deve intendersi in senso giuri-dico, senza che abbia rilevanza la provenienza materiale o geografica del prodotto. Origine e provenienza dunque riferiti all’origine imprenditoriale, per cui l’imprenditore, anche se affida ad altri la produzione materiale, può mantenere l’indicazione di provenienza del prodotto secondo la propria sede giuridica per aver mantenuto e assunto su di sé la responsabilità, la di-rezione, il coordinamento e il controllo del processo di fabbricazione nei suoi vari momenti e fattori.Poiché però nel frattempo gli abusi non sono venuti meno e poiché l’interes-se dei produttori più attenti e scrupolosi si è fatto sempre più forte, nel corso del 2009 il Parlamento è intervenuto a cercare di regolamentare in maniera più precisa la materia con l’art. 17 comma 4 della Legge n.99/09.Tale norma però, proprio relativamente al made in Italy, non ha soddisfatto secondo le aspettative e non ha neppure permesso di superare correttamen-te il vincolo della potestà legislativa europea in materia, cosicché, a distan-za di poco tempo, è stata cancellata e sostituita con altra (art. 16 del D.L. n.135/09, convertito con la l. n.166/09), più coerente nel rapporto tra com-portamenti richiesti alle imprese e informazione al consumatore. In ragione di ciò, il principio attuale in materia di made in Italy è tale da di-stinguere tra made in Italy, da intendersi ai sensi della normativa vigente (e quindi quale risultante dal menzionato Codice Doganale Comunitario e dal menzionato orientamento giurisprudenziale), e 100% made in Italy (o espressioni simili), da riservarsi ai prodotti interamente italiani, secon-do quanto previsto con la nuova disposizione del primo comma del citato art.16 del D.L. 135/09 .La distinzione comporta anche un diverso livello sanzionatorio perchè le vio-lazioni del 100% made in Italy saranno punite con le sanzioni dell’art. 517 cp, aumentate di un terzo.

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Diverso dal made in Italy è il tema del made in, ovvero il tema dell’indicazio-ne dell’origine dei prodotti. Stante quanto già precisato sul Codice Doganale Comunitario, ovviamente, la questione intorno al made in si è posta in termi-ni decisamente accentuati per i prodotti di importazione extra UE.In realtà, ancora oggi, l’imposizione obbligatoria dell’etichettatura del luogo di origine stenta ad avere una sua precisa e lineare connotazione, ricevendo difficoltà proprio dagli stessi paesi europei. Le diverse proposte in discussione alla Commissione Europea non sono mai giunte a conclusione e rimangono sempre tali, non giungendo al vaglio definitivo del Consiglio. A vario titolo e in varie occasioni diversi sono stati i paesi europei che hanno frapposto ostacoli: così ad esempio i Paesi del Nord Europa, pressati dagli interessi del-la grande distribuzione. Anche il Parlamento Europeo si è in più occasioni mosso, ma invano, ed ancora di recente, proprio nel novembre 2009, è stata votata una risoluzione per l’adozione entro un anno dell’etichettatura obbli-gatoria per i prodotti extracomunitari. Al momento dunque è tutto in sospeso, anche se per la nostra legislazione interna una disposizione sul punto la si rinviene nel Codice del Consumo, ove, in tema di contenuto minimo delle informazioni da rendere al consumatore, all’art. 6 è previsto che “ I prodotti o le confezioni dei prodotti destinati al con-sumatore, commercializzati sul territorio nazionale, riportano, chiaramente visibili e leggibili, almeno le indicazioni relative: a) …; b)….; c) al Paese di origine se situato fuori dell’Unione europea;”.Tale disposizione, tuttavia, non può ritenersi, almeno per questo aspetto, operativa, mancando in particolare proprio per essa i decreti di attuazio-ne (v. art. 10 Cod. Cons.). In verità ciò che manca è una sua attuazione nella stessa UE, così che poi possa seguire a cascata l’attuazione nel singolo stato membro.

In ogni caso ciò che emerge di positivo in ordine alla discussione sul made in e alle nuove disposizioni sul made in Italy è la forte rilevanza si vuole at-tribuire ancora una volta in primo luogo alla tutela del consumatore e in secondo luogo alla maggior trasparenza della condotta di alcune imprese rispetto ad altre. Nelle nuove disposizioni del D.L. n.135/09 (convertito in l. n.166/09) è infatti evidente che nel sanzionare i comportamenti scorretti o non conformi a tali disposizioni ciò che si vuole colpire in realtà è l’indicazione di vendita che con qualunque frase o espressione utilizzata sia idonea ad ingenerare nel consumatore la convinzione circa la avvenuta realizzazione interamente in Italia di quel prodotto o, relativamente alla più ampia dicitura del made in Italy, la sua provenienza.Anche i progetti e le proposte in discussione intorno al made in mirano a questo stesso fine, perché solo con la piena trasparenza si può realizzare la vera tutela del consumatore. La mancanza di trasparenza impedisce infatti agli acquirenti di conoscere aspetti determinanti ai fini della loro scelta su questo o quel prodotto. E l’origine e la provenienza ne sono un motivo decisi-vo. Non ultimo per la loro diversa incidenza sulla qualità e sul prezzo. Peraltro, nello stesso D.L. n. 135/09 è fin troppo evidente il riferimento alla ne-cessità di una precisa indicazione informativa, da parte del produttore, come idonea ad evitare che egli possa incorrere nella sanzionata ipotesi di una “fallace indicazione” (v. art.16 comma 6) in presenza di un prodotto munito di un marchio che possa generare qualche fraintendimento del consumato-re sull’effettiva origine del prodotto stesso. Informativa che ovviamente do-vrà essere resa non oltre la fase della commercializzazione di quel prodotto. Tutto ciò non può non indurre gli operatori interessati a profondere il mas-simo sforzo nella trasparenza delle loro etichettature, potendo così più age-volmente dimostrare di volere realizzare anch’essi una piena e vera tutela del mercato e dei consumatori.

* Il testo riportato, relativo all’intervento di febbraio, non tiene ovviamente conto dei riferimenti della successiva legge n. 55/2010

su questi aspetti di fronte ad una platea vasta, competente e interessata. Anche perché la ragguardevole affluenza in Fie-ra ha dimostrato, ancora una volta, che il comparto è vivo e alla ricerca di risposte chiare e concrete.

Made In, Made in Italy,Tutela del Consumatore: ultime novitàIl secondo convegno della giornata era dedicato all’illustrazione della legge n. 166 del 20 novembre 2009, lungamente attesa, che regolamenta l’utilizzo e l’applicazione del Made in Italy e le sue applicazioni nei settori produttivi appartenenti a Edile-gnoArredo. L’incontro ha messo in luce in particolare i riflessi di una corretta tutela del consumatore, da realizzarsi tramite chiarezza e trasparenza dell’informazione sul prodotto.

Nel suo saluto iniziale Alberto Lualdi, Presi-dente di EdilegnoArredo, ha focalizzato la scottante attualità del tema con un esem-pio concreto tratto dall’esperienza perso-nale: la scoperta che il proprio sito era stato copiato praticamente in toto da operatori cinesi senza alcun senso di correttezza e neppure di pudore! Una situazione come tante altre che rivela quanto sia ormai de-terminante per la tutela del prodotto italia-no una legislazione seria e puntuale.

Cuore dell’incontro è quindi stata la re-lazione dell’avvocato Filippo Cafiero, che ha illustrato le ultime novità sui concetti di Made In, Made in Italy, Tutela del Con-sumatore. Considerata la sua importanza, lo riportiamo integralmente in evidenza, ricordando che sul numero precedente di Lapis avevamo già ampiamente affrontato l’argomento.

Caratteristiche prestazionali dei sottofondi per pavimentazioni di legno e qualificazione del posatoreAlfiero Bulgarelli, Presidente di AIPPL, ha introdotto i lavori salutando calorosamen-te tutti i convenuti e ringraziando i suoi predecessori, soprattutto Giuseppe Anzal-di e tutti coloro che lo hanno affiancato, per gli sforzi fatti e gli obiettivi raggiun-ti nel dare sempre più dignità ad AIPPL

Gaetano Castro e Stefano Berti

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come associazione di categoria. Quindi ha invitato in particolare gli Associati a riflettere sull’importanza di fare squadra e contare di più anche in ambiti più al-largati. Occorre capire e far comprendere (un passo probabilmente già compiuto dai partecipanti al convegno) che fare squadra significa avere più possibilità di ‘moralizzare’ e quindi qualificare il settore. Un fronte sul quale è indispensabile la col-laborazione con i produttori.

Ha poi preso la parola Stefano Berti, evi-denziando la sua veste istituzionale di Presidente della Commissione Legno dell’UNI. La norma sulle caratteristiche prestazionali dei sottofondi, ora in fase di lancio dell’inchiesta pubblica è stata voluta e sviluppata. Il bisogno di rinnova-mento era innegabile: alcune norme rela-tive al legno risalivano infatti al 1921! In questo senso oggi si può perfino parlare

di anno zero, perché sono state azzerate le norme obsolete e ormai non più in li-nea con l’evoluzione tecnologica. Berti ha quindi chiarito che non è stato ancora raggiunto tutto ciò di cui il comparto del legno necessita e che ogni norma è un compromesso tra realtà pratica e innova-zione della ricerca. Ad esempio il progetto di norma sulla qualificazione, al momento riguarda la ‘Posa mediante incollaggio’, ma ci sarà un seguito sulla posa flottante.

E’ quindi intervenuta Rita D’Alessandro in duplice veste di Responsabile Normative di EdilegnoArredo/FLA e di Coordinato-re del Gruppo di Lavoro UNI ‘Legno non strutturale’ (e, ad interim, anche del Grup-po di Lavoro Massetti). La relatrice, in relazione a quanto sottoli-neato da Stefano Berti in chiusura del suo intervento, ha richiamato il Manuale sulla posa del parquet e, in particolare, il capitolo 9 che contiene i limiti di accettazione della pavimentazione finita, al momento della consegna, evidenziando come il progetto di norma sulla qualificazione del posatore e tale capitolo siano strettamente correlati.Ha poi illustrato il nuovo progetto di nor-ma sulle caratteristiche prestazionali dei sottofondi, ponendo l’attenzione sui valori di resistenza meccanica individuati (per massetti tradizionali e per massetti a base di anidrite).I valori espressi hanno colmato una lacuna e rappresentano il concreto risultato di nu-

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Lapis n. 7 - Luglio 2010 Newsletter diDirettore: Alfiero BulgarelliDirettore responsabile: Donata MarazziniRedazione: Giuseppe Anzaldi, Michele Giorgio,

Dalvano Salvador, Rita D’Alessandro, Dorella MaiocchiStampa: TICOM srl, Via Ansaldi, 25 - 29100 Piacenza Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 309 del 14.5.2007

Lapis è realizzato grazie alla collaborazione di:Ali Parquets, Caldic Italia, Chimiver Panseri, CP Parquet,De Checchi Luciano & C., Dismac, Impertek, Italcementi,Kerakoll, Laterlite, Lechner, Mapei, Menotti Specchia, MP, NTP, SIA.

Osservatorio tecnico-scientifico Lapis:

Stefano Berti, CNR/IVALSAConsiglio Nazionale delle Ricerche/Istituto per laValorizzazione del Legno e delle Specie Arboree

Franco Bulian, CATASCentro Ricerche-Sviluppo Laboratorio provesettore legno-arredo

Filippo Cafiero, Avvocato

Gaetano Castro, C.R.A./PLFConsiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura/Unitàdi Ricerca per le Produzioni Legnose Fuori Foresta

Andrea Negri, Delegato FederlegnoArredo

Laura Papanti Pelletier, ANCEAssociazione Nazionale Costruttori Edili

Consiglio Direttivo AIPPLPresidente: Alfiero BulgarelliVice Presidenti: Michele Giorgio, Dalvano SalvadorConsiglieri: Stefano Abramo, Giacomo Braido, Carmine Oliva, Raffaele Prisco

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merose prove di laboratorio e in cantiere.“Siamo soddisfatti del risultato raggiunto - ha concluso D’Ales-sandro - perché a fronte di verifiche precise ora abbiamo dei valori di confronto. Un ringraziamento a Salvador Dalvano che è stato nostro prezioso referente anche nella raccolta dei dati. Con questo primo risultato abbiamo tracciato un percorso sul quale andremo avanti”.

I progetti di norma UNI in fase di inchiesta pubblica sono scaricabili liberamente dal sito:http: //catalogo.uni.com//pii/ricerca.html

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Il Direttivo AIPPL

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