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L'Alchimista Imbroglione

Dec 25, 2015

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Giorgio Cusi

Un espertissimo finanziere liquida all'improvviso tutte le proprie azioni, trasformando il ricavato in diamanti. E ciò malgrado che le sue
aziende siano piu che floride, e che i dividendi siano tutt'altro che disprezzabili. E nel frattempo un a anziana signora francese, amica della
famiglia Drew, continua ad essere vittima di un incubo notturno, che
le fa credere di discendere al buio una ripida scala composta di ben
novantanove gradini. Che legame esiste tra i due fatti? Toccherà a
Nancy Drew sbrogliare la matassa, dopo essersi appositamente re cata nel paese del Re Sole. Ma non sarà una cosa facile, almeno finché la giovane detective non sarà riuscita a sfuggire all'agguato tesole da un alchimista, troppo moderno come intenti anche se molto
all'antica come procedimenti, che l'aspetta ai piedi di una vecchia
scala in un antico castello abbandonato.
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WILLARD PRICE

Tra le montagne nere della Nuova Guinea Hal e Roger 1-lunt (già protagonisti degli O. R. 2, 16, 28, 31) a caccia di animtli selvatici superano con temeraria abilità pericoli d'ogni .rgenere., Lire 900

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Il Giallo dei Ragazzi

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Carolyn Keene

L'ALCHIMISTA IMBROGLIONE

Arnoldo Mondadori

Editore

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© 1966, 1972 by Grosset & Dunlap, Inc. - © 1972 Arnoldo Mondadori Editore SpA, Milano, per l'edizione italiana - Pubblicato per accordo con la Grosset & Dunlap, Inc. - Titolo dell'ope-ra originale: The Mystery of the 99 Steps - Traduzione di Teresa Marcato Camerani - I edi-zione settembre 1972 - Il ristampa marzo 1977 - Stampato presso la Nuova Stampa di Mondadori, Cles

Il Giallo dei Ragazzi - Pubblicazione periodica registrata al Tribunale di Milano, n. 113 del 15/3/1976 - Direttore responsabile: Arrigo Polillo

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— Magnifico, Nancy! Davvero tuo padre vuole che Bess ed io veniamo con te in Francia? — esclamò quel maschiac-cio dell'amica di Nancy al telefono. — Sí, George, per aiutarci a risolvere un paio di misteri. Se vi va di pranzare con me, stasera vi racconterò tutto. — Dimmi qualcosa subito — supplicò George. — Non sto in me dalla curiosità. Nancy Drew sorrise: — Si tratta di un sogno bizzarro. — Un sogno! — esclamò George. — Perbacco! E il caso di cui si occupa tuo padre, di che tratta? — Sono cose troppo confidenziali perché te ne parli al te-lefono — replicò Nancy. — Vieni alle cinque, cosí potrò informartene prima di cena. Ora telefono a Bess. Bess Marvin e George Fayne erano cugine. Entrambe, co-me Nancy, avevano diciotto anni ed erano da molto tem-po amiche dell'attraente detective dai capelli rosso-tiziano. Non tardarono molto ad arrivare : la bionda Bess aveva un caldo sorriso illeggiadrito da fossette; George, con i ca-pelli neri tagliati corti, era slanciata ed atletica, esatta-mente l'opposto della cugina, piuttosto grassottella. — Abbiamo avuto tutte e due il permesso di andare in Fran-cia, Nancy — disse Bess — ma per favore, ti supplico, fai che non mi trovi in situazioni paurose come è successo le altre volte. Nancy sorrise e cinse affettuosamente Bess con un braccio.

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— Non posso promettere ma... — Naturalmente non puoi — la interruppe George — ma è proprio per questo che è tanto eccitante risolvere i misteri. Ed ora raccontaci tutto. Le tre ragazze entrarono nella stanza di soggiorno dove un'allegra fiamma crepitava nel focolare. Era una giorna-ta straordinariamente fredda per il mese di giugno. Bess e George si sedettero su comode poltrone ma Nancy rimase in piedi, con la schiena rivolta al fuoco. I suoi occhi blu brillavano di eccitazione. — Incomincia! — la supplicò George. — Dalla tua espres-sione direi che non abbiamo un minuto da perdere. — Come hai fatto ad indovinarlo? — chiese Nancy. — Mio padre è già a Parigi per questo caso. Lo incontreremo là_ in albergo e, dopo un paio di giorni a Parigi, 'noi ragazze andremo a visitare un grande castello in campagna. Il viso di Bess si illuminò. — Un vero castello!. Splendido! — E non solo — continuò Nancy sorridendo — questa sera avremo a cena delle persone che vivono in quel castello. — Abiteremo nel castello con loro? — chiese Bess. — No, resteranno negli Stati Uniti per alcune settimane e abiteranno in questa casa. Voi ragazze, ed io, faremo uno scambio con loro. George rise sottovoce: — Farò uno scambio con un ragazzo? Ridendo Nancy. replicò: — Sono ragazze, Marie e Moni-que Bardot. Continuò poi spiegando che erano stati presi accordi tra suo padre e una zia delle sorelle Bardot. Carson Drew, infatti, era un avvocato molto conosciuto che ve-niva spesso chiamato a risolvere casi difficili. — La zia delle ragazze che è di qualche anno piú anziana della loro mamma, è la signora Blair — spiegò Nancy

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che vive qui a River Heights. Marie e Monique sono ora da lei, ma il suo appartamento è troppo piccolo per dar da dormire alle ospiti. La signora Blair inoltre è la persona che mi ha pregato di risolvere un suo mistero. Nancy si avvicinò al focolare. - Voi conoscete tutte e due la signora Josette Blair, non è vero? - Naturalmente! - disse Bess. - È quella bella donna che vive nell'appartamento vicino a noi. Non dirmi che ha nuovi guai e cosí presto, dopo la morte del marito e del figlio in quell'incidente automobilistico. Ora ha anche una caviglia slogata. - Povera signora Blair! - aggiunse Bess con aria compas-sionevole. - Questo è un altro genere di guai - replicò Nancy. - strano. Ogni notte la signora Blair ha un incubo terri-bile e si sveglia con il cuore in tumulto. Nel sogno essa ha gli occhi bendati e sta per cadere lungo una rampa di scale, mentre qualcuno le sussurra « novantanove gradini ». - Che cosa orribile! - mormorò Bess. - Ma - interferí la realistica George - almeno non è che un sogno. Che cos'è il mistero? - Il mistero dei novantanove gradini - rispose Nancy. - La signora Blair ha vissuto in varie località della Francia quando era piccola ed ha effettivamente avuto questa spa-ventosa esperienza, ma non riesce a ricordarsi il luogo o altro particolare attinente. Per molti anni non ha pensato a quanto le è accaduto, ma di recente ha avuto nuovamen-te quel sogno, poi è successo qualcosa che l'ha veramente spaventata. - Che cosa è stato? - chiese George. Nancy narrò che la signora Blair aveva ricevuto una let-tera da Parigi scritta in francese.

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— Sfortunatamente, in un momento di panico, ha distrut-to il messaggio: Quel messaggio conteneva una sola frase: « Non parlare ad alcuno dei novantanove gradini ». Fir-mato signor Nove. — Signor Nove? — mormorò Bess e Nancy annuì. — È nostro compito — continuò Nancy — trovare il signor Nove e dove siano questi novantanove gradini e... bene, risolvere il mistero affinché la povera signora Blair possa dormire in pace. Mentre Nancy si- chinava per attizzare il fuoco e per get-tarvi un altro ceppo, Bess brontolò: — Prevedo del pericolo con questo misterioso signor Nove! Improvvisamente il potente rombo di un motore fece sob-balzare le tre ragazze. — Un elicottero! — gridò George.

terribilmente vicino! Le ragazze si posero in ascolto con i nervi tesi, sapendo che secondo un decreto legge di River Heights nessun aereo poteva volare cosí basso sopra la zona residenziale. Che il pilota fosse nei guai? Un attimo piú tardi una forte corrente d'aria proruppe dal camino rovesciando addosso a Nancy e per tutta la stanza scintille, fuliggine e cenere. — Oh Nancy! — strillò Bess, e si precipitò con George per aiutarla. Spazzarono via le scintille che aveva sui capelli e sul pullover, poi George calpestò alcuni frammenti che bruciavano sul tappeto. La signora Hannah Gruen, governante di casa Drew, si precipitò dalla cucina attirata dalle grida. Era una donna simpatica dall'aspetto gradevole che, dopo l'improvvisa morte della signora Drew, aveva allevato Nancy dall'età di tre anni in poi.

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- Che cosa è successo? - esclamò Hannah. Oh santo cielo! - aggiunse vedendo Nancy coperta di fuliggine e ce-nere. - Scommetto che è stato quell'elicottero - gridò George - a provocare questo disastro! Mentre Bess informava la signora Gruen dell'accaduto e Nancy saliva a fare un bagno, George si precipitò fuori dalla porta. Poté cosí vedere l'elicottero a distanza che ap-parentemente si preparava ad atterrare all'aeroporto di River Heights. « Si dovrebbe fare un rapporto a quel pilota! » pensò George con rabbia. Quando Nancy scese, George le accennò il suo pensiero e Nancy fu d'accordo. - Domani mattina andrò all'aeroporto a sistemare la fac-cenda. - Nel frattempo, investigatrice Drew - continuò Bess raccontaci qualcosa di piú del tuo mistero. Per esempio, come fece il signor Nove a scoprire dove si trova la signo-ra Blair? - Suppongo dai suoi parenti in Francia. Lo chiederemo a Marie e Monique quando verranno. È probabile che pos-sano fornirci anche altri indizi. In quel momento si avvicinò un tassì e ne scesero due belle ragazze dai capelli scuri, ciascuna con una valigia grossa ed una piccola. Nancy si fece loro incontro. - Sei Nancy Drew? - domandò la piú alta delle due sorri-dendo. Aveva un bel timbro di voce musicale ed un ac-cento delizioso. Nancy sorrise. - Sí e tu sei Marie, non è vero? - Si rivolse alla piú giovane. - Salve, Monique. Per favore, entrate e benvenute!

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Non appena le Bardot furono nell'ingresso, Nancy presen-tò loro Bess, George e la signora Gruen, poi tutte assieme portarono le valigie delle ragazze ospiti al piano superiore. — Che bella casa — esclamò Monique quando si trovarono riunite nella stanza di soggiorno. — Sei molto gentile a in-vitarci, Nancy, ma non desideriamo assolutamente di-sturbare. La signora Gruen deve darci qualcosa da fare. La conversazione si volse al mistero della signora Josette Blair. Le sorelle si dichiararono sicure che nessuno della loro famiglia in Francia aveva dato l'indirizzo della loro zia a chicchessia. Marie e Monique erano preoccupate del misterioso messaggio che essa aveva ricevuto. — Forse zia Josette dovrebbe andarsene — disse Mai-ie. — Sono sicura che la signora Gruen sarebbe felice che ve-nisse a stare qui con lei — offerse Nancy. — Probabilmente non sarebbe cosí spaventata se non fosse sola. — Grazie mille — disse Monique con gratitudine. Hannah annunciò che il pranzo era pronto. A tavola si continuò a discutere del mistero dei novantanove gradini, ma le o-spiti francesi non furono in grado di dare ulteriori lumi su ciò. Nancy non accennò al caso di suo padre e Bess e George, anche se dispiaciute, si resero conto che doveva trattarsi di qualcosa di estremamente confidenziale e che Nancy le avrebbe messe a parte di tutto piú tardi. Nel frat-tempo Nancy pensava: « Accompagnerò a casa Bess e George e cosí potrò parlare loro del mistero di papà! ». Hannah Gruen aveva appena portato a tavola uno dei suoi insuperabili dolci, quando suonò il campanello della porta d'ingresso. — Vado io — disse Nancy. — Scusate. Alla porta Nancy si spaventò alla vista di un uomo col viso parzialmente mascherato.

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- È questa la casa dei Drew? - chiese il nuovo venuto con un forte accento francese. - Sí - rispose Nancy, e per paura che volesse entrare ad ogni costo, si aggrappò con forza al battente. L'uomo ma-scherato non cercò di entrare e Nancy, veloce, cercò di ficcarsi in mente i particolari del suo aspetto: era alto con braccia, gambe e piedi eccezionalmente lunghi. Lo stra-niero, che indossava pesanti guanti di cuoio, tese a Nancy una busta sigillata, girò sui tacchi e se ne andò. Nancy -notò che camminava zoppicando lievemente e si domandò se non fosse una finzione. L'uomo disparve lungo il sentie-ro serpeggiante e Nancy chiuse la porta. La busta datti-loscritta era indirizzata al signor e alla signorina Drew. « Perché mai quell'uomo indossava pesanti guanti di' cuoio in giugno? Potrebbe essere un trucco pericoloso » pensò Nancy mentre il suo istinto alla prudenza si risvegliava. Sali con la busta di sopra e per evitare qualsiasi possibile contagio si lavò le mani con cura e indossò guanti di cuoio. Usando un apposito tagliacarte apri la busta e ne usci un solo foglio con un messaggio dattiloscritto: « Stai lontana dalla Francia! Signor Nove ». « Signor Nove? » pensò Nancy con sgomento. « Era forse lui l'uomo della busta? »

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Subito Nancy corse al telefono in camera da letto di suo padre e chiamò la signora Blair. Le disse del biglietto am-monitore che aveva ricevuto e le chiese se il primo mes-

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saggio deì signor Nove fosse pure scritto a macchina. - Si, su una macchina da scrivere francese. Molti tasti hanno caratteri diversi dai nostri. - Allora l'ammonimento che io ho appena avuto era scrit­to su un'altra macchina, una macchina americana - disse Nancy. - Il signor Nove probabilmente ha un complice in questo paese. A proposito, signora ~lair, stavamo per sug­gerirle di venire a stare qui con la nostra governante e le sue nipoti, mentre papà ed io siamo assenti. - È molto gentile da parte sua - disse la signora Blair.

· - Mi permetta di riflettere. È per lei che sono preoccupata, non per me. Non desidero assolutamente che lei corra dei rischi eccessivi per me. Nancy replicò nel tono piu gaio possibile: - Oh, non si preoccupi, signora Blair, per forza devo af­frontare dei rischi quando risolvo un mistero! - Sono sicura che lei sa cavarsela bene - disse la sicrnora Blair - ma la prego, sia prudente! _

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Quando Nancy ritornò nella stanza di soggiorno, raccontò alle altre dell'uomo mascherato che aveva lasciato il mes­saggio ammonitore e tutti sembrarono preoccupati. - Dio mio, Nancy! Sei in pericolo a causa di Monica e di me - esclamò Marie. - Ce ne andremo. - Nemmeno per sogno - replicò Nancy. - Il signor Nove sta facendo di tutto perché non vada in Francia, ma vi andrò ugualmente. Mio padre lo desidera e inoltre ho un lavoro: devo risolvere il mistero di tua zia. Spero che do­po la mia partenza non sarete piu importunate. Marie e Monique si guardarono non del tutto convinte . ' ma alla fine sornsero. - Nancy - disse Monique - sei tanto coraggiosa quanto gentile. Rimarremo qui.

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Le ragazze tutte insieme rin.,-per lo squisito pasto, poi insis-.:­televisione, mentre esse spare;:- -navano la cucina. Poco do si scusarono perché dove\·a:: George dissero che era ora · _.,;-__ ,.. un passaggio. Non appena le tre ragazze fu:- ::_ il silenzio: - Ora raccontaci tutto del ~ Nancy soffocò un sorriso: - Lo chiama il caso del fìnç-?i: Bess chiese ridacchiando giunse: - E di che cosa ha paura? - Il suo nome è Charles Le ... ~-ché sia spaventato. Bess mormorò con aria so~ -­- Francese. Mmm! N ancy continuò: - Vive in un castello nella ufficio e una fabbrica che e;_ co e molto influente in cam._ parte del suo patrimonio ll:_ diventato molto riservato, p:ç contante dalle banche e mina. ... - E lasciare tutta quella ge::-.,,. George. - Esatto. Ha venduto forti -~-~ non è vantaggioso per l'eco:::. - N ancy - chiese Bess - cl::e -tutto ciò?

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Le ragazze tutte insieme ringraziarono la signora Gruen per lo squisito pasto, poi insistettero perché guardasse la televisione, mentre esse sparecchiavano la tavola e riordi­navano la cucina. Poco dopo; quando Marie e Monique si scusarono perché dovevano disfare le valigie, Bess e George dissero che era ora di andare e Nancy offerse loro un passaggio. Non appena le tre ragazze furono per strada, George ruppe il silenzio: - Ora raccontaci tutto del caso di tuo padre. Nancy soffocò un sorriso: - Lo chiama il caso del finanziere spaventato. Bess chiese ridacchiando chi fosse quell'uomo. Poi ag­giunse: - E di che cosa ha paura? Della borsa? - Il suo nome è Charles Leblanc, ma non sappiamo per-ché sia spaventato. · Bess mormorò con aria sognante: - Francese. Mmm! Nancy continuò: - Vive in un castello nella valle della Loira, mentre il suo ufficio e una fabbrica che egli dirige sono a Parigi. È ric­co e molto influente in campo finanziario, ma la maggior parte del suo patrimonio l'ha ereditata. Recentemente è diventato molto riservato, preleva forti somme di denaro contante dalle banche e minaccia di chiudere la fabbrica. - E lasciare tutta quella gente senza lavoro? - interruppe George. - Esatto. Ha venduto forti quantità di titoli e azioni, il che non è vantaggioso per l'economia del paese. - N ancy - chiese Bess - che ha a che fare tuo padre con tutto ciò?

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- I soci d'affari del signor Leblanc hanno ingaggiato papà perché scopra che cosa l'ha tanto spaventato da indurlo a ciò. Un avvocato americano in vacanza in Francia non desterà i sospetti del finanziere. Come Nancy fini di parlare, si fermò davanti a casa Mar­vin. Bess discese, e Nancy raggiunse poi casa Fayne per accompagnare George. - A proposito - rammentò a quest'ultima come furono arrivate - dopodomani siate all'aeroporto alle otto e tren­ta in punto. Buona notte. Mentre guidava verso casa, Nancy si soffermò con la men­te sul mistero che avrebbe dovuto risolvere. Improvvisa­mente, in una via deserta un uomo le tagliò la strada! Zop­picò in avanti, poi cadde. Nancy sterzò e frenò per evitare di investirlo. Poi, profondamente sconvolta, guardò la fi­gura prona. - Aiuto! - gridò l'uomo con un accento francese. - Sto male! Il primo istinto di Nancy fu di aiutarlo, ma, al contrario, chiuse tutte le porte della vettura ermeticamente. L'uomo sul selciato era il messaggero mascherato che poco prima si era presentato a casa sua. Doveva trattarsi di un trucco! L'aveva seguita e sapeva la strada che probabilmente a­vrebbe fatto per tornarsene a casa! Prontàmente N ancy spinse la-macchina verso il marcia­piede opposto e si allontanò. Nello specchio retrovisore poté scorgere l'uomo che si alzava e si dirigeva zoppicando verso il marciapiede. Nell'eventualità si fosse sbagliata, Nancy fermò una macchina della polizia e raccontò l'ac­caduto. - Faremo subito delle ricerche, signorina - disse il con­ducente.

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con me ieri; è quello che co.::: sul vostro tetto.

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Poco dopo il suo arrivo a casa, N ancy telefonò al quartier generale di polizia ed apprese che l'uomo sospetto era sparito. La giovane detective, convinta che l'uomo avesse finto il malore, narrò alle ragazze francesi ed a Hannah l'incidente. La signora Gruen sospirò: - Grazie al cielo sei a casa sana e salva! Marie e Monique sembrarono preoccupate, ma non fiata­rono. Nancy era sicura che si stavano chiedendo se tutte le case americane fossero eccitanti come questa! I penosi eventi furono temporaneamente dimenticati, quan­do le ospiti si offersero di cantare duetti in francese. Nancy ed Hannah ne furono entusiaste. - Sono antichi madrigali della valle della Loira dove noi viviamo - spiegò Monique. - Li sentirai spesso quando sarai là. - Le canzoni sono stupende - disse Nancy applaudendo e la signora Gruen si uni a lei con calore: - È come avere un biglietto gratuito per un bel concerto - disse ridendo. Prima che andassero a letto, N ancy invitò le ragazze ad accompagnarla all'aeroporto il giorno dopo. Narrò loro dell'elicottero che aveva ronzato sopra alla casa. Le tre ragazze giunsero all'aeroporto a metà mattinata. Nancy si rivolse all'uomo allo sportello che la indirizzò al­l'ufficio di una compagnia di elicotteri privata. Un giova­notto alla scrivania dovette essere sollecitato due volte pri­ma di rispondere alla domanda di Nancy. Continuava a fissare con un sorriso le due ragazze francesi. - Oh si - disse finalmente a Nancy - un uomo ha volato con me ieri; è quello che costruirà la pista per elicotteri sul vostro tetto.

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Nancy fissò il giovane pilota senza parole. Poi disse: - Lei sta scherzando! - Scherzando! - L'uomo girò gli occhi intorno e si strinse nelle spalle. - No, è vero. Improvvisamente Nancy si rese conto che il pilota era stato vittima di un tiro birbone che forse aveva a che fare con il signor Nove. Decise perciò di essere cauta nell'interro­garlo. - Chi glielo ha detto? - domandò. - L'uomo che ha volato con me. Suppongo lei lo conosca; si chiama J ames Chase. - Fa parte della società che costruirà la pista per gli eli­cotteri sul nostro tetto? - chiese Nancy. - Si, mi ha mostrato una lettera della A B Heliport Con­struction Company firmata dal presidente. Non ricordo il nome. Mi ha detto che cosa avrebbero fatto, e mi ha chie­sto se potevo farlo volare basso sopra la vostra casa: ed io ho ottenuto il permesso di farlo. - La prossima volta che lei vola cosi basso farà meglio a stare piu attento - lo ammoni Nancy. - Avevamo il fuo­co acceso e lei ha provocato una corrente d'aria che avreb­be potuto far incendiare la casa. - Accidenti! Mi spiace. - Non conosco questo James Chase - disse Nancy. - Che aspetto ha? Il pilota sogghignò: -- Ha un aspetto strano; deve avere circa cinquantacinque anni. Ha viso, braccia e gambe assai lunghe e zoppica un poco. - Nient'altro? - chiese Nancy mentre i polsi le battevano. - Ecco: parla con accento francese. Nancy ringraziò il pilota per l'informazione e si allontanò

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con le sue ospiti. Non appen -d'orecchio del pilota, N ancy èiss"' - J ames Chase è l'uomo mas :-= mia! Marie e sua sorella si scam ~=-- -- N ancy - esclamò Mari e - -quell'uomo. Il suo nome non è

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con le sue ospiti. Non appena furono fuori della portata d'orecchio del pilota, Nancy disse tutta eccitata: - J ames Chase è l'uomo mascherato che è venuto a casa mia! Marie e sua sorella si scambiarono rapide occhiate. - N ancy - esclamò Marie - noi pensiamo di sapere chi è quell'uomo. Il suo nome non è James-Chase!

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- Sapete chi è l'uomo mascherato? - gridò Nancy con aria incredula. - Noi non lo conosciamo - rispose Marie - ma sono si­cura che faceva il giardiniere nel castello di amici nostri. Fu licenziato perché non era onesto. Pili tardi, infatti, fu sospettato di aver rubato grosse somme di denaro in di­versi negozi. E Monique aggiunse: - Lo ricordiamo appunto perché aveva un aspetto cosi strano, anche se non rammento che zoppicasse. Il suo pri­mo nome era Claude. Non conosciamo il cognome. - E - disse Nancy - potrebbe essere iì signor Nove? Ma se questi sta cercando di tenerci lontano dai novantanove gradini, perché allora abbandonerebbe la Francia? Ra­gazze, in ogni caso mi avete fornito un indizio preziosissi­mo. Dal momento che dite che Claude non era onesto e che si serve di un nome fittizio e che ha mandato quel bi­glietto ammonitore a mio padre e a me, penso che la no­stra polizia dovrebbe stare all'erta.

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Quando raggiunsero il quartier generale della polizia, Nan­cy fece entrare anche le sorelle Bardot perché incontras­sero il comandante McGinnis. L'ufficiale, un uomo di mez­za età, dall'aspetto rude, grande amico dei Drew, le ac­colse tutte con un caldo sorriso. - Sono lieto di incontrare le tue ospiti francesi, Nancy -disse. - Lei sarà doppiamente lieto - esclamò Nancy - quando le parleranno dell'uomo che cerca di impedirmi di andare a Parigi. Dopo che il comandante McGinnis ebbe ascoltato la storia, annui gravemente e si rivolse alle sorelle Bardot: - Vorreste per cortesia fare un telegramma ai vostri amici e chiedere il cognome di Claude e il suo indirizzo in Fran­cia? Io lo spedirò, ma la risposta arriverà a casa tua, Nan­cy. - L'ufficiale strizzò l'occhio aggiungendo: - Non vor­rei che gli amici delle Bardot pensassero che Marie e Mo­nique hanno dei guai con la polizia di River Heights! - Oh, no no - disse Marie e le sorelle scoppiarono a ri­dere. Tutti furono lieti della rapida risposta giunta dalla Fran­cia. Le tre ragazze, dopo un'escursione sul fiume Muskoka, arrivarono a casa alle cinque. Hannah Gruen aveva appe­na ricevuto il messaggio al telefono. Diceva: « Nome Claude Aubert. Indirizzo sconosciuto » . - Buone e cattive notizie ad un tempo - osservò Nancy. -A quanto pare il giardiniere Claude è scomparso dalla sua città natale. Ma quale sarà la sua sorpresa, quando la no­stra polizia di River Heights lo scoverà! Immediatamente telefonò al quartier generale. Il coman­dante McGinnis era ancora in servizio. Dopo aver ascolta-to quanto Nancy gli riferiva, disse: ·

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- Mi metterò subito in con:_ -­grazione a Washington per e-­legalmente in questo paese. L -staranno per chiudere, ma te~== ce una pausa. - I miei uomini:- -cese. Quando parti per l'aero~ ::-- Domattina alle otto. - Bene, se ho qualche notizi rivederci per ora. - Arrivederci e grazie! Monique si rivolse a Nancy: - Spero che la polizia prer.c..::. _ care di farti del male prima ..... = Squillò il telefono. Nancy ri ~ -- Salve, Bess! Che c'è? - Devi aiutarci questa sera. - Come? - Facendo qualsiasi cosa ti scherzi, racconta la storia di - Bess, che dici? Si tratta fo -= -- No davvero, Nancy. Quest2.;; colo, il circolo dei giovani, in tiere, ricordi? E tu hai rifiuta.: -gio. Non potresti ripensarci? - Spiacènte, Bess - disse Nan ..... -l'invito ancora per lo stesso n: le ·valigie ed ho detto alla si~ ~ ­salto da lei. Stava cercando pe: ~~ chi diari di sua madre. - Ma Nancy, abbiamo biso~: -giovani non possiamo delude_e : almeno ...

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- Mi metterò subito in contatto con le autorità di immi­grazione a Washington per controllare se Aubert è entrato legalmente in questo paese. La maggior parte degli uffici staranno per chiudere, ma telefonerò in ogni modo. - Fe­ce una pausa. - I miei uomini stanno cercando questo fran­cese. Quando parti per l'aeroporto, Nancy? - Domattina alle otto. - Bene, se ho qualche notizia prima, te lo farò sapere. Ar-rivederci per ora. - Arrivederci e grazie! Monique si rivolse a Nancy: - Spero che la polizia prenda Claude! Può ancora cer­care di farti del male prima che tu parta. Squillò il telefono. Nancy rispose: - Salve, Bess! Che c'è? ~

- Devi aiutarci questa sera. - Come? - Facendo qualsiasi cosa ti piaccia. Suona il piano, fa scherzi, racconta la storia di un mistero. - Bess, che dici? Si tratta forse di uno scherzo? - No davvero, Nancy. Questa è la sera in cui il nostro cir-colo, il circolo dei giovani, intrattiene gli abitanti del quar­tiere, ricordi? E tu hai rifiutato di esibirti a causa del viag­gio. Non potresti ripensarci? - Spiac~nte, Bess - disse Nancy - ten-.o di dover declinare l'invito ancora per lo stesso motivo. Non ho ancora finito le ·valigie ed ho detto alla signora Blair che avrei fatto un salto da lei. Stava cercando per me qualche indizio dai vec­chi diari di sua madre. - Ma Nancy, abbiamo bisogno di un altro numero. Noi giovani non possiamo deludere i pili anziani. Non potresti almeno ...

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- Bess - esclamò Nancy improvvisamente - ho avuto un lampo di genio. Marie e Monique potrebbero cantare alcu­ni madrigali. - Meraviglioso! - esclamò Bess di rimando. - Oh, Nancy, sei un mago! Spicciati e chiediglielo. Dapprima le ragazze francesi esitarono, ritenendo di non cantare abbastanza bene per esibirsi in pubblico, ma quan­do Nancy, appoggiata dalla signora Gruen, assicurò che cantavano splendid1mente, acconsentirono. Monique disse felice: - Marie ed io abbiamo portato con noi i vecchi costumi usati dai cantori della valle della Loira. Pensavamo che zia Josette sarebbe stata lieta di rivederli. - Splendido! - disse Nancy abbracciando le ragazze. Quando raccontò a Bess la buona nuova, vi fu un grido di gioia dall'altra parte del telefono. - Passerò a prendere Monique e Marie alle sette e mezzo - disse Bess. Nancy chiese che le sorelle venissero inserite per ultime . nel programma. - Cercherò di finire la mia visita alla signora Blair in tem­po per sentirle. Un po' pili tardi, quando Marie e Monique scesero nei lo­ro costumi, Nancy e la signora Gruen applaudirono ammi­rate. I vestiti a sbuffo, dalle lunghe gonne, dai corpini stretti, erano di una bellissima seta a fiori. Quello di Marie era blu ed era ornato di sottili nastri di velluto dello stesso colore, mentre il vestito di Monique era rosa con festoni di pizzo bianco. Le ragazze portavano i capelli rialzati sul capo e incipriati in modo da assomigliare alle parrucche indossate dalle ele­ganti signore del settecento. Ognuna aveva anche sulla

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guancia un piccolo neo posticci - Avrete un successo enorme - -- Graziè mille - disse Marie e :: - -tazione. - Signora Gruen, lei - Non avevo in progetto di ye=:.._­cy non recita - replicò la goYer= -Subito le tre ragazze la invita:- - _ colo. Hannah si illuminò: - Va bene. Sarò veloce a ca.m ...,'",.;"""-~­Si precipitò nella sua stanza e - ~ adatto all'occasione. Poco do partirono. N ancy dal canto suo si diress"' gio della signora Blair. La bella donna sui quarant'ac.:::5 entusias.mo: - Ho trovato alcune note ne. c.:.: sono aiutarci. Sedette vicino a N ancy su u :: ed apri un libric.cino rilegato .:....... era precisa ed a tratti sbiadì~ - Ho avuto difficoltà a dee· - Tratta per lo pili dei viag_-.: =:_ al fatto che qualche volta az.:::. ero sempre con la mia gove:- = -- Allora l'esperienza che lei :-.: trebbe includere anche la s Francia? - Veramente non lo so; pe:- == demoiselle » ed è questo il rr:. - -diario. Era molto gentile, ri lo tre anni.

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guancia un piccolo neo posticcio, altra usanza dell'epoca. - Avrete un successo enorme - disse la signora Gruen. - Graziè mille - disse Marie con le guance rosse dall'ecci-tazione. - Signora Gruen, lei non viene? - Non avevo jn progetto di venire, dal momento che Nan­cy non recita - replicò la governante. Subito le tre ragazze la invitarono ad assistere allo spetta­colo. Hannah si illuminò: - Va bene. Sarò veloce a cambiarmi. Si precipitò nella sua stanza e tornò presto con un vestito adatto all'occasione. Poco dopo giunse Bess a prelevarle e partirono. Nancy dal canto suo si diresse in macchina verso l'allog­gio della signora Blair. La bella donna sui quarant'anni apri la porta e disse con entusiasmo: - Ho trovato alcune note nel diario di mia madre che pos­sono aiutarci. Sedette vicino a N ancy su un basso divano nel soggiorno ed apri un libric.cino rilegato in velluto rosso. La scrittura era precisa ed a tratti sbiadita. - Ho avuto difficoltà a decifrarlo - disse la signora Blair. - Tratta per lo pili dei viaggi dei miei genitori e fa cenno al fatto che qualche volta anch'io li accompagnai. Ma io ero sempre con la mia governante. - Allora l'esperienza che lei sogna~ suggeri Nancy - po­trebbe includere anche la sua governante. Vive tuttora in Francia? - Veramente non lo so; per me era semplicemente «ma­demoiselle » ed è questo il modo in cui viene chiamata nel diario. Era molto gentile, ricordo. A quell'epoca avevo so­lo tre anni.

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La signora Blair nominò alcuni famosi castelli che aveva­no visitato, tra cui quello dove vivevano Marie e Monique. Gli occhi di N ancy brillavano: - Ora abbiamo qualcosa su cui lavorare. Andremo in o­gnuno di questi castelli e cercheremo i novantanove gra­dini! - Un altro posto cui si fa cenno nel diario, il Chateau Loire, era per la maggior parte in rovina - continuò la sjgnora Blair. - Il diario dice che il luogo era perseguitato da un alchimista fantasma che un tempo lavorava là. Tu sai, Nancy, che anticamente la gente era assai superstizio­sa per quanto riguardava gli alchimisti ed i loro segreti, e la legge impediva loro di compiere esperimenti. - Lo facevano in segreto? - chiese Nancy. - Oh si; avevano ogni sorta di segni e simboli e parole speciali per indicare agli altri del loro gruppo che cosa e­rano riusciti a fare. - Un sistema intelligente! -- esclamò Nancy. La signora Blair si alzò e prese un libro da uno scaffale. Anche questo era in francese. Lo mostrò a Nancy. - Uno della interessante serie di simboli comprende un Re Rosso, una Regina Bianca, un Lupo Grigio, un Corvo Nero e un Leone Verde. Il Re Rosso significava oro, la Regina Bianca argento; non capisco il significato del Cor­vo, ma il Leone Verde è un brutto segno. Divora il sole, o in altre parole mediante un acido fa si che l'argento e l'oro sembrino verdi. - Affascinante! - esclamò Nancy. - Si, lo è - convenne la signora - ed è difficile rendersi con-to che l'arte dell'alchimia, allora proibita, è divenuta infi­ne la base della nostra chimica. Mamma mia! - esclamò la donna d'un tratto - ci siamo allontanate dal soggetto del

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nostro mistero, Nancy, ma in :-=~ altro indizio relativo al mio s _ -vantanove gradini della mia irr:-= ­N ancy diede un'occhiata al s ad andarsene, ma voleva ave:- -Monique. Invitò la signora B'" - -questa declinò l'invito a causa ~= Nancy si alzò, dicendo che do-;-__ - Mi ha fornito molto materi -= _ Blair. Indubbiamente sarò occ-: ci, e spero di aver presto buor:e - -Nancy si affrettò verso l'audi -luogo lo spettacolo, e scivolò -=---­trona dell'ultima fila. Le sorelle Bardot erano appe~ _ vero davanti alle luci della ri :::.::.­toccavano, cominciarono a e --- -l'applauso fu incredibile. Come questo cessò e le sorelle =­gale, gli occhi di N ancy vaga:­samente trattenne il fiato. Gi..:_­doio, al centro di una fila , sed~ :. -« Debbo avvisare la polizia p:--­sò Nancy, e usci rapidamente. ::

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Quando Nancy raggiunse la __ vedere se Claude Aubert la _e=

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nostro mistero, Nancy, ma in realtà non ho trovato alcun altro indizio relativo al mio sogno o all'incidente dei no­vantanove gradini della mia infanzia. Nancy diede un'occhiata al suo orologio da polso. Esitava ad andarsene, ma voleva aver tempo di sentire Marie e Monique. Invitò la signora Blair ad accompagnarla, ma questa declinò l'invito a causa della caviglia slogata. N ancy si alzò, dicendo che doveva andare. - Mi ha fornito molto materiale per il mio lavoro, signora Blair. Indubbiamente sarò occupata in Francia! Arriveder­ci, e spero di aver presto buone notizie per lei. Nancy si affrettò verso l'auditorio della scuola dove aveva luogo lo spettacolo, e scivolò silenziosamente in una pol­trona dell'ultima fila. Le sorelle Bardot erano appena state annunciate e appar­vero davanti alle luci della ribalta. Ritte con le teste che si toccavano, cominciarono a cantare. Alla fine del numero l'applauso fu incredibile. Come questo cessò e le sorelle iniziarono il secondo madri­gale, gli occhi di Nancy vagarono sul pubblico. Improvvi­samente trattenne il fiato. Giusto dall'altra parte del corri­doio, al centro di una fila, sedeva Claude Aubert! « Debbo avvisare la polizia prima che se ne vada! » pen­sò Nancy, e usci rapidamente, senza far rumore.

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Quando Nancy raggiunse la strada, si voltò indietro per vedere se Claude Aubert la seguiva, ma evidentemente egli

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non aveva notato la sua presenza nella sala. Corse al tele­fono pili vicino e chiamò il quartier generale della polizia. L'ufficiale di servizio promise di inviare immediatamente due agenti in borghese alla scuola. Nancy disse che sareb­be andata loro inc0ntro in anticamera e si affrettò a ritor­nare alla scuola. Come entrò nel vestibolo, senti un entu­siastico battimani e ne dedusse che Marie e Monique ave­vano finito il loro numero. «Oh Dio! Spero che Claude non venga qui adesso prima che arrivino gli agenti » pensò Nancy tutta preoccupata. Spiò nella sàla: era ancora al suo posto. Fortunatamente il pubblico insistette per un bis e proprio prima che lo spettacolo terminasse gli agenti Panzer e Keely entrarono nel vestibolo. Nancy li condusse presto in sala e indicò loro la preda. Improvvisamente Claude Aubert si alzò, si spinse nel corridoio laterale e senza zop­picare si affrettò verso il palcoscenico ~ - Presto! - gridò Nancy agli agenti. - Può darsi che abbia in mente di far del male alle Bardot! I tre si precipitarono dietro all'ex giardiniere francese. Quello passò per la porta che dopo un breve tratto di sca­le conduceva al palcoscenico. A sinistra dei gradini vi era un'uscita sul parcheggio. Quando. gli inseguitori raggiun­sero il luogo, l'individuo sospetto era già scomparso. - Dov'è ;;tndato? - chiese Nancy smarrita. L'agente Panzer spalancò la porta d'uscita e disse che non lo vedeva. Lui e Keely .si precipitarono fuori. Un attimo dopo si udi un grido da dietro al palcoscenico. N ancy elettrizzata sali di corsa i gradini, mentre una folla si accalcava sul palcoscenico. Molti chiedevano cosa fos­se successo. Si udi un singhiozzo sopra quel frastuono. Nancy si fece

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largo e trovò Monique in pre ~ _:.. cercava di confortarla. Vedendo N ancy, le ragazze g:i:_ - Ci ha minacciate! - Claude Aubert? - Si - disse Monique - ha ~-== forte che ho urlato. Poi Cl.e._ -« Se voi sorelle lascerete che _ -.., -eia, avrete a pentirvene e lei :- -= - Dev'essere proprio il sign __ -con aria impaurita. - Dov'è andato? - · chiese ~-- - -­Marie indicò il lato opposto - = si diresse e trovò un'uscita .._,,_ Questo passava dietro all"e · -= -parcheggio. Nancy era raggiante. Il sigr: .. _ sentiero passava tra la scuo Non v'era alcun'altra possi verso il parcheggio. A que · trovato l'individuo sospetto '. Nancy si precipitò lungo i: ::::-_-............... e guardò attentamente di -stava facendo strada verso == mobili erano già in partenza.. e neppure Claude Aubert. - Santo cielo! - si lamento _ - -- Forse è già stato cattura carcere. Tuttavia ricercò accurata.ne-:= vide né Claude Aubert n? _- _ coscenico. Nel frattempo _ ~ -- _

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largo e trovò Monique in preda ad una crisi isterica. Marie cercava di confortarla. Vedendo Nancy, le ragazze gridarono insieme: - Ci ha minacciate! - Claude Aubert? - Si - disse Monique - ha afferrato il mio braccio cosi forte che ho urlato. Poi Claude ha detto in francese: « Se voi sorelle lascerete che Nancy Drew vada in Fran­cia, avrete a pentirvene e lei pure! ». - Dev'essere proprio il signor Nove! - aggiunse Marie con aria impaurita. - Dov'è andato? - - chiese Nancy. ' · Marie indicò il lato opposto del palcoscenico. Nancy vi si diresse e trovò un'uscita che dava su di un sentiero. Questo passava dietro all'edificio fino a raggiungere il parcheggio. Nancy era raggiante. Il signor Nove era in trappola! Il sentiero passava tra la scuola e un alto muro di cemento. Non v'era alcun'altra possibilità di uscita tranne attra­verso il parcheggio. A quest'ora gli agenti dovevano aver trovato l'individuo sospetto! Nancy si precipitò lungo il sentiero fino al parcheggio e guardò attentamente dinanzi a sé. Una gran folla si stava facendo strada verso le macchine e alcune auto­mobili erano già in partenza. Gli agenti non si vedevano e neppure Claude Aubert. - Santo cielo! - si lamentò Nancy. Poi si fece coraggio. - Forse è già stato catturato e lo stanno conducendo in carcere. Tuttavia ricercò accuratamente tra le macchine, ma non vide né Claude Aubert né gli agenti. Tornò verso il pal­coscenico. Nel frattempo Monique si era calmata e stava

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ricevendo assieme alla sorella le congratulazioni di molti per l'ottima rappresentazione. - Avete avuto un enorme successo - disse Bess facendosi avanti con George. - Proprio come aveva detto Hannah. · - Oh, grazie - sorrisero le Bardot. George aggiunse: - Qualcuno ci ha detto che un tipo insolente vi ha im­portunate. Chi è? - Un francese che ha minacciato Marie e me se lasciamo che Nancy vada a Parigi. - Che faccia tosta! - esclamò George. - Come si chiama? Nancy sussurrò il suo nome, poi mise al corrente 9i tutto Bess e George, dicendo del suo sospetto che Claude Au­bert fosse il signor Nove. - Oh! - esclamò George. - Il signor Nove deve aver paura che tu risolva il mistero. - Sarà meglio che andiamo a casa - disse N ancy a bas­~a voce - ed io chiamerò il quartier generale di polizia per sapere che è accaduto agli agenti. Trovarono la signora Gruen che aspettava nella coupé di Nancy. Dopo aver augurato buona notte a Besse Geor­ge, Nancy diresse l'auto verso casa. La governante rimase senza parole, al sentire le minacce che N ancy aveva ricevuto. - A cominciare da questa notte terrò in funzione il cam­panello antifurto - dichiarò. - Sono felice che l'abbiamo. Nancy sogghignò: - Marie e Monique, state attente a non arrivare a casa all'improvviso. Potreste spaventare Hannah. - Non importa - disse la signora Gruen - non mi piace questa faccenda. Forse sarebbe meglio, Nancy, che tu rimandassi il tuo viaggio di un paio di giorni.

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Non posso - replicò Nancy. - Papà e la signora Blair contano su di me. Ma non preoccupiamoci finché non sappiamo se Aubert è stato catturato. Non appena raggiunse casa sua, Nancy telefonò alla po­lizia e apprese che l'uomo sospetto non era stato preso; inoltre gli agenti Panzer e Keely non avevano chiamato e non erano ritornati. - Crediamo che stiano ancora inseguendo il loro uomo -aggiunse il sergente. Nancy riattaccò con la mente in subbuglio. Come aveva potuto fuggìre Claude Aubert? Dove sarebbe apparso la prossima volta? Quasi certamente a casa sua: meno male che avevano il campanello antifurto! Dopo un leggero pasto la signora Gruen e le ragazze sa­lirono nelle loro camere. Nancy, che doveva finire le va­ligie, fu l'ultima ad andare a letto. Dopo poco tempo fu risvegliata improvvisamente da un forte suono. II cam­panello antifurto era in funzione. Subito la giovane detective, infilatasi vestaglia e panto­fole, si precipitò alla finestra e si sporse, sperando di scorgere l'intruso. Non vedendo alcuno, Nancy corse nella stanza di suo padre sul davanti della casa e spiò giu. - Oh, l'hanno preso! - gridò esultante. Ai raggi luminosi di una luce intermittente, due uomini in borghese tene­vano stretto un uomo alto, dal viso lungo: Aubert. Pro­prio allora la signora Gruen, Marie e Monique entrava­no nella camera. - Gli agenti hanno preso il ladro - gridò Nancy. - Pre­sto, scendiamo! Si mise alla testa del gruppo, accendendo le luci al suo passaggio e spalancò la porta d'ingresso. Gli agenti ac-

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compagnarono il loro prigioniero, che ora zoppicava, nel vestibolo. Claude Aubert! - Salve, ·signorina Drew - disse l'agente Keely. - Abbia­mo visto le sue luci accese ed abbiamo pensato che le avrebbe fatto piacere sapere che abbiamo preso questo tizio. - Accidenti! È stato uri inseguimento difficile - disse Pan­zer a Nancy. - Le sue tracce ci venivano segnalate in tutta la città da persone che lo avevano visto, ma ogni volta ci sfuggiva. Abbiamo pensato che potesse venir qui, cosi Keely ed io ci siamo nascosti vicino alla sua ca~a. Abbiamo lasciato che tentasse di scassinare la finestra e poi lo abbiamo acciuffato in flagrante. , Nancy disse di ritenere che il fuggiasco li aveva evitati alla scuola correndo davanti alle tende del palcoscenico, saltando dalla piattaforma e mescolandosi alla folla che lasciava la sala. I poliziotti acconsentirono. · · È proprio per questo che non siamo riusciti a prenderlo - disse l'agente Keely. Il prigioniero fu introdotto di forza nel soggiorno. I suoi occhi scuri si posarono sulle ragazze con aria malevola. Le labbra dell'uomo si mossero, ma nessun suono intel­ligibÌle ne usci. Un rapido esame alle sue tasche da parte di Keely non rivelò nessun passaporto od altro segno di identificazione. Non appena la signora Gruen e le ragazze si furono se­dute, l'agente Panzer ordinò: - Bene, Aubert. Parla! Dicci tutto dall'inizio. Perché e come sei entrato clandestinamente in questo paese, e con che nome?

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-el Silenzio. Nancy parlò agli agenti: - Non vi ho presentato le mie amiche francesi, Marie e

_a- Monique Bardot. Forse possono fare da interpreti. le - Ottima idea - acconsenti l'agente Keely.

Marie fece da portavoce fra Nancy, la polizia e il pri­gioniero per le lettere minatorie indirizzate alla signora Blair e ai Drew, il giro dell'elicottero, il finto malessere di fronte alla macchina di N ancy e l'incoerente zoppicare. Da Aubert nessuna risposta. Finalmente l'agente Panzer disse: - Ora ce ne andiamo. Può darsi che una notte in pri­gione gli sciolga la lingua. Imparerà che non può conti­nuare ad andare in giro minacciando la gente. Non appena gli uomini se ne furono andati, la signora Gruen affermò: - Dobbiamo esser contente che quell'uomo terribile sia in prigione. Tu, Nancy, Bess e George potete andare in F1 ancia senza alcun timore. Nancy si limitò a sorridere. Non ne era del tutto certa! Il gruppo si scambiò la buona notte e si ritirò. Nancy incominciò presto a sognare. Continuava ad inseguire un uomo che portava una grande insegna con su scritto:

ATTENZIONE Signor Nove

Poi un'enorme quantità di gente in costumi antichi avanzò da!Ie rovine di un castello, portando enormi campane che suonavano a distesa. Improvvisamente il sogno fini. Nancy si trovò comple­tamente sveglia. Campane, campane! Poi si rese conto di cosa stava accadendo: il campanello antifurto stava di nuovo suonando.

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Quando Nancy raggiunse la sommità della scala, la si­gnora Gruen era già là. Marie e Monique apparvero un attimo dopo. Tutte assieme scesero di gran carriera le scale e dopo aver inondato il primo piano di luce, chiu­sero il campanello antifurto. Nessun segno del ladro. - Dividiamoci e facciamo delle ricerche - suggeri Nancy. - Marie e Monique, vorreste per favore esaminare le fi-nestre? Hannah, ti prego, controlla le porte. Io cercherò se c'è qualcuno nascosto. Le quattro si separarono. Vi fu un silenzio pieno di ten­sione man mano che la caccia proseguiva. N ancy guardò dietro le tende e i mobili, ma non trovò nessuno. - Forse l'intruso sarà fuggito per la paura - si disse. - In ogni caso sappiamo che non era Claude Aubert! In quel momento Marie chiamò dalla sala da pranzo: - Per favore, venite tutte qui! Le altre corsero da lei. La ragazza indicò una finestra laterale che era stata :;cassinata. L'intruso probabilmente era stato intimorito dal campanello antifurto, prima di aver avuto l'opportunità di arrampicarsi. - Ci saranno delle orme, fuori - intervenne Hannah. -- Guarderemo - disse N ancy e andò a cercare una tor-cia elettrica. Il quartetto si radunò all'esterno, davanti alla finestra del­la camera da pranzo. A pochi passi di distanza da qui si fermò e Nancy illuminò con la sua torcia la zona. - Niente impronte! - esclamò Hannah. - Se qualcuno ha cercato di entrare in casa da qui, deve essere stato uno spirito!

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Nancy nel frattempo aveva studiato' il terreno. Ora in­dicò una serie di buchi disposti ad ugual distanza l'uno dall'altro. -- Penso che siano stati fatti da trampoli. - Trampoli! - esclamò Monique. - Vuoi dire che la per-sona che ha cercato di introdursi in casa tua camminava sui trampoli? - Ritengo di si - replicò Nancy. La signora Gruen sospirò : - Mi sembra che ogni volta che abbiamo l'occasione di raccogliere un indizio, qualcuno ci supera in astuzia. Nancy rise: - I trampoli potrebbero essere una scoperta molto miglio­re delle orme - disse allegramente. - Sono sicura che non sono molti i ladri che li usano. • Nancy aveva la sensazione che l'individuo che cammi­nava sui trampoli avesse a che fare con il suo mistero. Rientrò in casa e telefonò alla .polizia. Il sergente di ser­vizio fu stupito di sentire del secondo tentativo d'irruzione. - Due allarmi nella stessa notte? - esclamò. - Ma que­sto dà l'impressione di essere uno scherzo da ragazzi -commentò. - Naturalmente farò indagini e vedrò se qual­cuno della nostra lista di disturbatori possiede un paio di trampoli. E lei, signorina Drew, ha forse qualche idea su chi fosse la persona e perché desiderasse fare un'irruzione? - No, non ho alcuna idea - rispose Nancy - a meno che non vi sia un legame fra lui e Claude Aubert. L'ufficiale fischiò : - In ogni caso parlerò al capo circa l'opportunità che un agente protegga la sua casa ogni notte, finché questo mi­stero del ladro sia stato risolto. - Grazie, ed io compirò delle ricerche nella nostra zona,

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per vedere di trovare pili indiz~ - offerse. Nancy. Di nuovo organizzò un gruppo di ncerche. Mane e Mo­nique furono destinate alla casa. Le sorelle ammisero fran­camente che non sapevano che cosa cercare. - Oh, qualsiasi cosa vi sembri stran~ - repli~ò Nancy. -Per esempio, guardate se manca dell argentena da tavola o se è stata messa in disordine. Malgrado avesse la sensazione che l'i~truso non. era en­trato in casa, Nancy non volle tralasci~re occasione per trovare il pili piccolo indizio. Lei e la sig~ora G.rue~ .co­minciarono a perlustrare il terreno. Un'unica sene di im­pronte di trampoli proveniva dalla strada, correva lungo il viale in curva e poi si dirigeva verso la fines~ra. - Dovrebbero esserci due serie di impronte - disse Nan-cy - una che va e una che_ vi~ne. , . Chiese ad Hannah di entrare m casa e di accendere le luci posteriori del portico dietro alla casa e quelle d~l garage. Come ciò fu fatto, N an~y spe:ise 1~ s~~ to:ci~ elettrica e scrutò il terreno. Noto che i rami pm alti di un cespuglio vicino alla finestra c~e era stat.a forz~ta era­no spezzati. Guardò allora oltre il cesp":gho e vide c?e le impronte dei trampoli attraversavano Il prato sul ~ie­tro della casa e si dirigevano verso il garage . « Immagino che ·l'uomo abbia camminato sopra l'arbusto » pensò. Non appena Nancy si affrettò a seguire le impronte, la governante la raggiunse. Fianco a fianco le due ~onne corsero verso il doppio garage. La porta davanti alla

.coupé di Nancy era stata lasciata _ aperta. Come lei ed Hannah si avvicinarono, rimasero a bocca aperta dallo stupore. Appoggiata al lunotto posteriore del.la macchina vi era una grande insegna di cartone e su di essa a ma­tita verde spiccavano le parole:

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- Che strano! - mormorò la :::.: In quel momento una camio viale e ne scese un polizie Bra un. - È lei la signorina N ancy - Si, e questa è la signora G: I fari della macchina della "'-"-­pieno il cartello ammonitore. :.._ Perdinci, che roba è? - :.. =- -- L'abbiamo appena trovato -che l'individuo che ha cerca: stra volesse lasciare il carte stanza e, quando fuggi spaY~ - Lei sa cosa significa? - c..:...=--=-- Non ne sono sicura, ma · cosa a che fare col mistero et.e _ Nancy gli disse degli antichi dei quali le erano stati mos ~ -- Un uomo si serviva del L =­

una ricetta che aveva calco::.--1' oro. L'agente Braun scosse la tes· - Questa non è la trovata ·: disse. - È un vero ammoni=:.~ La signora Gruen annui. - Temo che lei abbia ragia'"=- -Nancy in Francia, dopo tu-: -presto. Nancy, vedendo quanto la <:

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GUARDATI DAL LEONE VERDE

-- Che strano! - mormorò la signora Gruen. In quel momento una camionetta della polizia avanzò sul viale e ne scese un poliziotto. Si presentò come agente Bra un. - È lei la signorina N ancy Drew? - Si, e questa è la signora Gruen che vive con noi. I fari della macchina della polizia avevano illuminato in pieno il cartello ammonitore. - Perdinci, che roba è? - chiese l'agente. - L'abbiamo appena trovato - rispose Nancy. - Ritengo che l'individuo che ha cercato di penetrare in casa no­stra volesse lasciare il cartello ammonitore in qualche stanza e, quando fuggi spaventato, l'abbia messo qui. - Lei sa cosa significa? - chiese l'agente Bra:un. - Non ne sono sicura, ma il messaggio può avere qual-cosa a che fare col mistero che sto cercando di risolvere. N ancy gli disse degli antichi codici degli alchimisti, alcuni dei quali le erano stati mostrati dalla signora Blair. ...:. Un uomo si serviva del Leone Verde come simbolo di una ricetta che aveva calcolato per far apparire verde l'oro. L'agente Braun scosse la testa: - Questa non è la trovata di un ragazzo sui trampoli -disse. - È un vero ammonimento. La signora Gruen annui. - Temo che lei abbia ragione, e ciò significa guai per Nancy in Francia, dopo tutto. Partirà domani mattina presto. Nancy, vedendo quanto la governante fosse preoccupata, cercò di apparire spensierata.

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- Non domani mattina, cara Hannah - disse prendendola in giro. - È già mattina. Ti rendi conto che lascerò la casa fra quattro ore circa? Hannah rimase senza fiato. - Hai ragione. Che notte orribile hai avuto, proprio quan­do avevi bisogno di un buon riposo! Braun disse che avrebbe portato il cartello al quartier generale e l'avrebbe fatto esaminare nel caso vi fossero impronte digitali. - Buona notte - augurò Nancy. - E grazie. Alle otto in punto la giovane investigatrice era pronta per la partenza. Accompagnata da Hannah Gruen e dalle sorelle Bardot guidò fino all'aeroporto la coupé. La go­vernante avrebbe portato indietro la macchina. Marie e Monique erano tristi al momento del commiato al can­cello di partenza. Marie disse: - Desidero veder risolto il mistero di zia Josette, ma per favore, fai in modo che non ti facciano del male, cara Nancy. Monique aggiunse: - Non perdere tutto il tempo nel lavoro di ricerche; la Francia è talmente bella, per favore, divertiti. - Lo farò - promise Nancy. Aveva incominciato a preoc­cuparsi per Bess e George che non erano ancora là, ma un minuto pili tardi le due ragazze arrivarono a preci­pizio con i loro genitori. Le cugine salutarono rapida­mente, poi le tre partenti, con un cenno di addio, si di­ressero verso un quadrimotore che le avrebbe portate a New York. Là avrebbero cambiato aereo. N ancy invitò Bess a sedersi in un sedile vicino al finestrino e lei le si sedette accanto. George si sistemò dall'altra

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parte. Le cinture dei sedili ,_ minuti l'aereo rullò lungo la is:.:. Non appena l'insegna lumino:" sicurezza » fu spenta e le rr ~.;..__ cinture, Nancy disse a Geo-== - Siedi sul bracciolo della m2. : assai eccitante da raccontare :. -Quando ebbe finito il racco-:- -turne, entrambe le amiche era:: ta. Poi Bess disse con tono :-=-= - Altri guai, adesso con un -==-­George sbuffò. - Mi sembra ridicolo. L'alc.u.·.__~ dice è vissut'o centinaia di am:: per caso e usa quelle paro e : Nancy. La giovane investigatrice si ~ - - _ -- Ciò che mi imbarazza è cc-=-co. Ho l'impressione che pass __ _ ci riesca. Y1entre parlava, Nancy rep:-::-;: e dormi durante quasi tutto il -­ragazze salirono su di un ae~­alla volta di Parigi. Il mattino dopo, non appena ;:: -doganali, il signor Drew si ::: alle sue amiche. L'uomo alto. - :­la sua gioia alla vista delle L=--­- Sono stato terribilmente so~ . : -- Sarò felice di mostrarti q · ~ dimmi che ne è del tuo mis--~ancy soffocò una risata:

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arte. Le cinture dei sedili furono allacciate e in pochi minuti l'aereo rullò lungo la pista e decollò. :\on appena l'insegna luminosa «Allacciate le cinture di sicurezza » fu spenta e le ragazze si furono slacciate le cinture, N ancy disse a George: - Siedi sul bracciolo della mia poltrona. Ho qualcosa di assai eccitante da raccontare a te ed a Bess. Quando ebbe finito il racconto delle sue avventure not­turne, entrambe le amiche erano incredule e a bocca aper­ta. Poi Bess disse con tono preoccupato : - Altri guai, adesso con un leone verde! George sbuffò. - Mi sembra ridicolo. L'alchimista che ha fatto quel co­dice è vissut'o centinaia di anni fa. Qualcuno l'ha trovato per caso e usa quelle parole per cercare di spaventarti, Nancy. La giovane investigatrice si accigliò : - Ciò che mi imbarazza è come comporre questo mosai­co. Ho l'impressione che passerà del tempo prima che io ci riesca. Mentre parlava, Nancy represse a fatica uno sbadiglio e dormi durante quasi tutto il volo fino a New York. Qui !e ragazze salirono su di un aereo piu grande e svettarono alla volta di Parigi. Il mattino dopo, non appena ebbero sbrigato le pratiche doganali, il signor Drew si fece incontro alla figlia e alle sue amiche. L'uomo alto, di bell'aspetto, non nascose la sua gioia alla vista delle ragazze. . - Sono stato terribilmente solo, senza di te, Nancy - disse. - Sarò felice di mostrarti questa magnifica città. Ed ora dimmi che ne è del tuo mistero. Nancy soffocò una risata:

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- Ho già un furfante in prigione. Si diverti a vedere le sopracciglia di suo padre sollevate e velocemente gli narrò tutto quanto era successo. - Stento a crederlo - disse l'avvocato. - Bene, Nancy: sei molto pili avanti di me. - Poi con un tono di voce pili basso continuò: - Non sono ancora riuscito a sapere perché il signor Leblanc si comporti in modo cosi strano. Ovunque lo incontro, · lo trovo molto simpatico, ma non è un gran lavoratore sebbene vada in ufficio regolarmen­te. Non ci ha fatto alcun accennç> del perché liquidi i suoi capitali ad un ritmo tanto allarmante. Il signor Drew fece osservare che l'ammonimento « Guar­dati dal Leone Verde » lo interessava molto. - Papà, io ho supposto che l'ammonimento fosse legato al mio mistero - disse Nancy. - Ora mi domando se valesse anche per te. Dopo tutto, il primo messaggio del signor Nove era rivolto ad entrambi. - Potresti aver ragione. Quando i viaggiatori raggiunsero il centro di Parigi, fu­rono affascinati dagli ampi viali, con le bellissime co­struzioni e la spettacolare torre Eiffel. - Cosa vorreste visitare per primo? - chiese il signor Drew. George rispose subito: - Notre-Dame. Mi piace il gotico. L'avvocato rise e acconsenti. - Vada per Notre-Dame, non appena avremo depositato il vostro bagaglio al nostro albergo in Rue de la Paix e voi ragazze avrete disfatto le valigie. Ho prenotato per voi una grande stanza a tre letti. Un'ora dopo il gruppo era pronto per il giro turistico. Il signor Drew chiamò un tassi e andarono direttamente alla

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strada chiamata Double d' Arcole, di fronte alla famosa e antica cattedrale. Come scesero dalla vettura, Bess esclamò : - Oh, è meraviglioso! O cielo, guardate tutte le sculture e le statue! Saranno centinaia! - Lo sono - disse il signor Drew. - Gradireste salire in cima ad una delle due torri? Potrete ammirare una splen­dida vista della città. - Si, andiamo - insistette George. Il signor Drew condusse le ragazze attorno all'angolo in una strada laterale con vari caffè lungo i marciapedi, proprio di fronte alla parete nord della cattedrale. Una porticina si apriva su un'angusta scala a chiocciola di pie­tra. I gradini erano ripidi e vi era a malapena lo spazio per lasciar passare una persona alla volta. - Spero che non incontreremo nessuno che scende - os­servò Bess, accigliata. Nancy entrò per prima e Bess subito dietro a lei. Poi venne George e il signor Drew chiuse la fila. La scala era piuttosto buia nei punti in cui la luce non riusciva a fi1trare attraverso le piccole aperture quadrate del mu­ro esterno. Nancy contava silenziosamente i gradini. « Posso anche iniziare le mie ricerche e vedere se vi sia qualche indizio per il mistero dei novantanove gradini » pensò. Lentamente lei e gli altri salirono a spirale verso la cima. Nancy aveva appena superato i novantanove gradini senza aver notato niente d'importante, quando in una curva tra­sali. Una donna enormemente grassa scendeva verso di lei bloccando l'intera larghezza della scala. Senza alcun riguardo per coloro che erano sotto, scen­dev_a veloce e sgraziata, senza spostarsi per far posto a

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Nancy. Questa, smarrita, puntò saldamente i piedi al suolo e cercò di afferrarsi alla parete che era troppo liscia per fornirle qualsiasi appiglio. - Per favore ... - iniziò Nancy. La donna grassa non le diede ascolto: spinse Nancy con tale violenza che la ragazza perse l'equilibrio e cadde ad­dosso a Bess, la quale a sua volta cadde indietro su George. Incapace di mantenere l'equilibrio, George cercò disperatamente di agguantare l'aria! Sarebbero cadute tutte a ruzzoloni fino in fondo alla scala?

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Mentre le tre ragazze ruzzolavano lungo la scala a chioc­ciola, il signor Drew si puntellò per tentare di fermarle. Appoggiò forte una mano contro il muro esterno e si piegò in avanti. Come giunse l'urto barcollò, ma solo momenta­neamente. Anche le ragazze si erano appoggiate alla pare­te di pietra e cosi riuscirono ad evitare il peggio.

' - Oh, grazie! - gridò Bess. - Non ho mai avuto tanta paura in vita mia! Lei, George e Nancy riacquistarono l'equilibrio perduto. La donnona che aveva provocato l'incidente si era fer­mata solo un istante, poi con un secco « pardon » con­tinuò a scendere la scala. Le americane risero dell'acca­duto, ma sinceramente si auguravano di non incontrare piu persone eccessivamente grasse sui gradini! - Quanto manca alla cima? - chiese -riess ansimando un ..._-poco.

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Il signor Drew disse che la torre era alta sessantotto metri. r - Dovreste essere contente che non state andando sulla

ima della guglia - disse sghignazzando. - La sua altezza e di settantanove metri dal suolo. Alla fine il gruppo usci sulla piattaforma della torre che era circondata da una ringhiera di pietra fino all'altezza delle spalle. TI signor Drew e le ragazze camminarono da un estremo all'altro della piattaforma, scrutando quanto pili potevano

'a? di Parigi. Nancy guardava in basso la strada dalla quale erano entrati nella torre. Improvvisamente afferrò il brac­cio di suo padre. - Papà! Quell'uomo laggiu! Assomiglia a Claude Aubert! Il signor Drew fu sorpreso e Bess e George si precipitarono al fianco di Nancy. L'uomo dalla strada stava :fissando in su proprio il gruppo. - Ma tu hai detto che Claude Aubert era nella prigione di River Heights! - esclamò il signor Drew. In quel momento l'uomo sembrò accorgersi che lo stavano guardando e girando sui tacchi . si allontanò velocemente. - Non zoppica! - notò Bess. Mentre George continuava a fissarlo, aggiunse: - È difficile credere che sia fuggito di prigione e sia arri­vato qui tanto in fretta! N ancy rimase silenziosa, ma suo padre rispose: - Può darsi che Aubert abbia qualcuno che ha offerto una cauzione in denaro per lui, così ha potuto evitare la pri­gione e fare in modo di prendere da qualche parte l'aereo d'oltremare. Poiché Nancy continuava a non esprimersi, il signor Drew chiese : - Qual è la tua opinione in merito? - Non vorrei esagerare - rispose N ancy - ma mi viene il

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sospetto che quest'uomo sia il fratello di Claude Aubert, forse un gemello identico. - Allora - disse George - quale dei due è il vero signor Nove? Nancy aggrottò le ciglia: - Non so, ma credo che lavorino insieme: Claude in America e quest'uomo qui. Secondo me noi siamo stati seguiti da quando siamo arrivati. Un'espressione di spavento apparve sul viso di Bess: - Allora siamo sempre in pericolo, Nancy. - È probabile. In ogni caso dovremmo scoprire subito se Claude Aubert è fuggito, o se ha evitato la prigione. Tele­fonerò al comandante McGinni~ , appena ce ne andremo di qui. · Al signor Drew piacque l'idea e i quattro lasciarono imme­diatamente la torre. Quando giunsero in strada, Nancy suggeri che Bess e George entrassero nella cattedrale men­tre lei e suo padre cercavano un telefono. - C'è un grazioso giardinetto dietro a Notre-Dame - disse il signor Drew - Potremo incontrarci là fra mezz'ora. Il gruppo si separò. Nancy e suo padre trovarono un risto­rante con una cabina telefonica e Nancy fece una chiama­ta a River Heights. Le dissero che ci sarebbe stato un ritar­do di quindici minuti. - Aspetterò - disse in francese. - Potrebbe per favore chia­marmi questo numero? La centralinista promise di farlo. Nancy e suo padre se­dettero a un tavolo vicino al telefono e ordinarono ciocco­lata calda e qualche pasticcino. Dieci minuti dopo il tele­fono suonò e la ragazza corse a rispondere : - Il comandante McGinnis? - Si. Chiami da Parigi, Nancy? - disse l'uomo. - Deve essere importante.

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- Lo è. Mi dica: Claude Aubert è ancora in prigione? - Certamente. Perché? _-: ancy gli disse rapidamente dell'uomo che aveva visto. - Potrebbe cercare di sapere da Aubert se ha un fratello :he gli somiglia, forse un gemello? - Aspetta! - Il comandante lasciò il telefono per qualche :ninuto. Finalmente McGinnis tornò e disse che Claude Aubert si era rifiutato di rispondere. - Ciò mi fa pensare che la tua idea sia giusta - aggiunse 'ufficiale. - A proposito, abbiamo osservato che il suo zop-

0 picare è falso. In ogni caso riferirò i tuoi sospetti alla poli-zia di Parigi. )lancy diede al comandante l'indirizzo dell'albergo in c,ui alloggiava e lo ringraziò molto per il suo aiuto .• Chiese poi . notizie circa l'uomo che camminava sui trampoli, ma le fu detto che non era ancora stato trovato. Quando Nancy usci dalla cabina telefonica e raggiunse suo padre era rag­giante. - È inutile che parli - esclamò il signor Drew. - Capisco dalla tua faccia che sei sulla buona strada. N ancy sorrise : - I miei segreti non mi si dovrebbero leggere in viso. - Poi notò: - Se quest'altro uomo è il fratello di Claude Aubert e ci segue, dovremmo capovolgere la situazione e inse­guirlo noi. - Un abile stratagemma, se ti riesce - disse l'avvocato. -Terremo gli occhi aperti. I Drew fecero un giro all'interno di Notre-Dame, bella da togliere il fiato. Nancy rimase a bocca aperta davanti alla vastità della chiesa ed a!la bellezza delle vetrate colo­rate e delle numerose statue.

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Poi lasciarono la cattedrale e si avviarono lungo la strada laterale .verso il giardino che si apriva sul retro della basi­lica. Bess e George li stavano aspettando, ammirando le aiuole di zinnie e petunie che facevano una bellissima mac­chia di colore. I quattro si sedettero e N ancy informò le cugine della sua telefonata col comandante McGinnis. Quindi racco­mandò che ovunque andassero, ciascuno di loro cercasse di rintracciare l'uomo che riteneva il fratello di Claude. Di lì a poco il signor Drew suggeri il ritorno in albergo per la colazione. - È un'ottima idea - disse Bess a voce · alta. - Sto moren­do di fame! Si alzò e prima di dirigersi verso la strada girò lentamente facendo un cerchio completo, nella speranza di vedere l'in­dividuo sospetto. Improvvisamente i suoi occhi si fissarono sul nero sostegno di un lampione stradale che era, vicino ad alti cespugli e dietro al giardino. Era riuscita a scorgere una figura umana accovacciata dietro al pilastro. - N ancy - sussurrò Bess rapidamente. - Credo di aver vi­sto il signor Nove!

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Mentre Bess indicava il sostegno del lampione, l'uomo ac­covacciato là sotto sembrò rendersi conto di essere stato scoperto. Spiccò un salto e si lanciò nei cespugli alle sue spalle. - Inseguiamolo! - suggeri Nancy e l'intero gruppo si dette

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rla a rincorrerlo. George raggiunse per prima l'altro lato del giardino e gridò a gran voce: - L'ho visto! Sta dirigendosi verso la strada! Quando giunsero nella Rue du Cloitre videro la loro preda che si precipitava verso sud. - Non dobbiamo lasciarlo scappare! - gridò il signor Drew. - Voi ragazze andate avanti; io non sono piu capace di correre veloce come una volta. Nancy raggiunse presto George, ma all'angolo del Quai de I' Archeveché furono fermate da un poliziotto di servi­zio in quel posto. - Perché avete tanta fretta? - gridò questi in francese. Nancy gli indicò la strada dov'era il fuggitivo. - È un tipo sospetto che tenta di scapparci! Le sopracciglia dell'agente si inarcarono: - Sospetto di che? Per un womento Nancy rimase perplessa. Di che cosa sospettava quell'uomo? Soltanto di essere il fratello di Claude Aubert. Infine disse : - Ci ha osservato e inseguito, e vogliamo sapere perché. Nel frattempo il signor Drew e Bess avevano raggiunto il gruppo. L'avvocato presentò sé e le ragazze e mostrò la sua carta d'identità. - Chiedo scusa - disse il poliziotto, e fece loro cenno di proseguire. Nancy scosse il capo: - Troppo tardi. Guardi! In quel momento l'uomo stava saltando su un tassi ed i suoi inseguitori con rammarico lo videro dileguarsi. Il poliziotto disse allegramente: - Se l'uomo vi insegue, si rifarà vivo. Come si chiama? - Non lo sappiamo - replicò Nancy. - Riteniamo che il

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suo nome possa essere Aubert. Per caso, lei ha mai sen tito parlare di un tale Claude Aubert? Il poliziotto la fissò: - Ma certo, signorina. Claude Au­bert è un falsario assai noto. Qualche tempo fa ha falsi­ficato la firma su un grosso assegno e c'è mancato poco che fosse catturato dal nostro capo, ma è riuscito a sfuggi­re. Lei crede che l'uomo che state inseguendo sia Claude? - No. Claude è in prigione negli Stati Uniti - replicò Nan­cy e aggiunse che il comandante McGinnis stava metten­dosi in contatto con la polizia di Parigi. Le venne un sospetto e chiese quale firma Claude Au­bert avesse falsificato. Tutti rimasero senza parole nel­l'apprendere che era quella di Charles Leblanc, il « fi­nanziere spaventato ». Nancy e suo padre esultarono per quest'indizio che pote­va dimostrare come vi fosse .uno stretto legame fra i loro due casi. Con la maggior calma possibile Nancy chiese al poliziot­to dove viveva Claude Aubert all'epoca della sua scom­parsa. Il poliziotto le diede l'indirizzo di un appartamen­to iil una zona di Parigi conosciuta come Rive Gauche. I Drew lo ringraziarono dell'informazione e ritornarono verso Notre-Dame. Il signor Drew suggeri di fare colazione in uno dei caffè lungo il mqrciapiede, invece di tornare in albergo, e poi di andare nell'appartamento di Aubert. La proposta ven­ne accettata all'unanimità. L'avvocato scelse un simpatico caffè e il gruppo si sedet­te a un tavolo. Dopo che ebbero ordinato, l'avvocato dis­se a bassa voce : - L'ufficio del signor Leblanc non è lontano dall'apparta­mento di Aubert.

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--=- - ene che questo fatto abbia un certo peso nel suo zaso, signor Drew? - disse George. L'avvocato si strinse nelle spalle: - Per lo meno è una strana coincidenza! Quand'ebbero finito di mangiare si recar.ono alla vecchia casa di Claude Aubert. Il portinaio era un uomo piuttosto burbero, sui cinquan­t'anni circa. Dapprima non parve disposto a rispondere alle loro domande sul falsario. - Era abbastanza antipatico che la polizia venisse qui a disturbarmi - si lamentò diventando rosso in viso. - Chi siete voi? Nancy sorrise in modo disarmante e decise di fargli una domanda diretta, per vedere se avesse potuto indurlo a rispondere. - Come si chiama il fratello di Claude Aubert? - do­mandò. Senza esitare il portinaio rispose: - Louis. Nancy a stento si trattenne dal manifestare la sua g101a ed anche il signor Drew, Bess e George fecero fatica a mantenersi calmi. - Oh -sì - disse Nancy con aria indifferente. - Vediamo un po': dove vive Louis? L'uomo non rispose subito, ma infine rispose: - In campagna. Non conosco il nome della località. Improvvisamente continuò: - Louis è il piu intelligente dei due. Claude è un po' tardo. Si limita a fare ciò che gli ordina il fratello. Il signor Drew intervenne come per caso : - Senza dubbio Louis è molto occupato. Lo abbiamo vi­sto oggi a una certa distanza. Che fa ora? - Oh, è una specie di scienziato. Si occupa di quel lavo-

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ro con formule, fiaschi e cose di questo genere di cui io . non capisco nulla. Nancy intui che si stavano seL1pre pili avvicinando ad un ottimo indizio. Ancora una volta si rivolse al portinaio: - Sarebbe possibile vedere l'appartamento in cui viveva Claude? In realtà non si aspettava di trovare alcuna traccia nel­l'appartamento. Ciò che desiderava fare era di contare il numero dei gradini che portavano all'appartamento di Aubert. Era possibile che fossero novantanove e che ciò avesse qualche significato particolare. - Posso indicarvi l'appartamento - rispose il portinaio -ma non posso farvi entrare, perché attualmente è occu­pato da una giovane coppia. Mentre l'uomo li precedeva per le scale, Nancy tornò in­dietro fino alla porta d'ingresso, poi, rifacendo il percor­so, cominciò a contare gli scalini. Quando arrivarono in cima, trovò che in totale i gradini erano novantanove! «Ma che vuol dire? » pensò Nancy. « Può darsi che il numero 99 sia stato un segnale fra Louis e Claude, op­pure tra Claude e alcuni suoi compagni, per· incontrarsi qui in merito alle falsificazioni. Ma che cosa ha a che fa­re ciò con il sogno della signora Blair? » Nel frattempo i Drew e le loro amiche · avevano finto di guardare con interesse la porta dell'appartamento. Poi tornarono nell'ingresso. Il signor Drew ringraziò il porti­naio, chiamò un tassi e tutti insieme rientrarono al loro albergo. - Ragazze, questa sera ho una sorpresa per voi - annun­ciò. il signor Drew. - Siamo invitati a una festa. La dan­no alcuni amici miei, soprattutto perché voi incontriate

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il signor Charles Leblanc e vediate che cosa potete ve­nire a sapere. - È meraviglioso! - osservò Bess. L'avvocato si girò verso sua figlia e sorrise: - Se riesci ad ottenere da Leblanc altrettante informazio­ni di quelle che hai ottenuto dal poliziotto e dal portinaio, ti farò un regalo speciale! Nancy rise: - Farò del mio meglio per meritarlo. Dopo un tè e un breve riposo, il signor Drew e le ra­gazze indossarono gli abiti da sera e si diressero verso un bellissimo palazzo vicino al Bois de Boulogne. Nel grande edificio di pietra diversi gradini conduceva­no ad un'entrata imponente, tutta scolpita. La casa era illuminata sfarzosamente e note di musica giungevano al­l'orecchio degli ospiti in arrivo. - Che cosa divina! - mormorò Bess. Il signor Drew scese per primo. Stava aiutando Nancy a far lo stesso quando un'altra vettura arrivò dietro al loro tassi e senza frenare vi si lanciò contro. Malgrado gli sforzi di suo padre per salvarla, Nancy perse l'equilibrio e cadde violentemente sul selciato!

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L'urto spinse con forza Bess e George contro il sedile posteriore del tassi, quindi le fece rimbalzare sul pavi­mento. Anche il conducente sobbalzò, sia pure con me­no violenza. Dalle sue labbra usci una sfilza di parolacce in francese,

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e balzò fuori correndo 'e mostrando i pugni_ La macchi­na responsabile dell'urto, però, era indietreggiata rapi­damente ed aveva svoltato in una strada prima che qual­cuno potesse prendere il numero di targa. Nel frattempo il signor Drew aveva aiutato Nancy a met­tersi in piedi e il tassista aveva fatto scendere Bess e George dalla vettura. · Sebbene assai scosse, la prima preoccupazione delle cu­gine fu per Nancy. -: Sei ferita? - le chiesero. Nancy dapprima non rispose. Era senza respiro, ed era caduta pesantemente su di una spalla. Poi ammise che le faceva male. - Nulla di rotto: presto starò bene. Piuttosto voi, come state, ragazze? - Bene - disse George scherzosamente, strofinandosi la mano sul collo. - Siamo fortunate. Il signor Drew era molto preoccupato per la figlia e per le sue amiche. - Faremmo meglio a rinunciare alla festa ed a tornarce­ne al nostro albergo. - Oh, no! - esclamò N ancy. - Vorrei solo aver visto in faccia quel delinquente! - dis-se suo padre con espressione feroce. Ma nessuno era riuscito a vedere, nemmeno di sfuggita, il colpevole. Il signor Drew pagò ed il tassi si allontanò subito. La porta del palazzo si era aperta e il portiere, che evi­dentemente aveva sentito tutto, si precipitò correndo giu dalle scale. Dopo aver saputo che il ~ignor Drew e le ra­gazze erano invitati alla serata, disse svelto: - Vi porterò in camera da letto, cosf potrete rinfrescarvi.

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?oi visitò Bess e George. - _ :. ::sero di minore entità. e ::-::o per le ammaccature. :i signor Drew chiamò un ~·""'·--~_, ~~iaccio e le ragazze non ~ _

anto prima Nancy dichi -_: - Ora mi sento bene. Sce -=· -Bess la aiutò a rifarsi il tru '"' "' .::pazzolò via la polvere d : --:e tolse alcune macchioline. - Grazie mille, ragazze - ·--= _ Con un sorriso il signor D:-:: per primi si diressero al pia~

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Accortosi che Nancy si fregava una spalla, la informò che c'era un dottore alla festa ed aggiunse: - Lo manderò di sopra. Nancy protestò, ma il portiere insistette: - Il signor Tremaine, il vostro ospite, non desidererebbe altrimenti. Quindi scortò le ospiti americane in una camera da letto elegantemente ammobiliata, al secondo piano. Mobili pe­santemente scolpiti erano posti in risalto da tappeti di velluto a fiori e da grandi arazzi appesi alle pareti. Pochi momenti dopo, il portiere arrivò con un medico e lo introdusse. Questi era molto gentile, e parve contento che N ancy e gli altri parlassero francese, poiché disse di conoscere ben poco l'inglese. Esaminò la spalla di Nancy e la rassicurò che non era né rotta né slogata. - Ma lei ha preso un brutto colpo. La consiglierei di. met­tersi un impaéco di ghiaccio sulla spalla e di riposare un po'. Poi visitò Bess e George. Sembrò lieto che le loro ferite fossero di minore entità, e prescrisse impacchi di ghiac­cio per le ammaccature. Il signor Drew chiamò un domestico che portò subito del ghiaccio e le ragazze non persero molto tempo ad usarlo. Quanto prima Nancy dichiarò: - Ora mi sento bene. Scendiamo alla festa. Bess la aiutò a rifarsi il trucco e le pettinò i capelli. George spazzolò via la polvere dal suo vestito e con dell'acqua le tolse alcune macchioline. - Grazie mille, ragazze - disse Nancy. - Tuto a posto . Con un sorriso il signor Drew diede braccio a N ancy e per primi si diressero al piano terreno. La notizia dell'in-

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cidente si era diffusa fra gli ospiti e molti di essi si era­no radunati nel salotto per incontrare i nuovi venuti. Il signore e la signora Tremaine furono assai premurosi e Nancy e le cugine li assicurarono che si sentivano bene. - Vi siamo grate per averci invitato a questa bella sera­ta - aggiunse Nancy, fingendo di ignorare il motivo per cui era stato dato il ricevimento. - Desidererei presentarvi ad alcuni fra i miei ospiti -affermò sorridendo la signora Tremaine. Dopo che ebbe presentato le ragazze a vari amici, con­dusse i quattro americani nella sala da ballo, in cui si tro­vava il signor Leblanc, e glieli presentò. Leblanc era un uomo alto e slanciato, coi capelli e i baffi brizzolati, e parlava l'inglese perfettamente. - Signor Drew - disse il finanziere - lei è fortunato ad avere una figlia cosi bella. - I suoi occhi brillavano di ammirazione, mentre guardava Nancy. Poi, girandosi, sor­rise a Bess e George. - Noi francesi ci vantiamo delle belle donne del nostro paese, ma se le signorine Drew, Fayne e Marvin sono tipici esempi delle ragazze americane, forse le nostre donne de­vono accontentarsi del secondo posto! Nancy, Bess, George gradirono il complimento. Poi Nancy saggiamente spostò la conversazione su altri argomenti. - Lei è solo, questa sera, signor Leblanc? - Si, sfortunatamente. La signora Leblanc è nella nostra casa di campagna; non si sentiva abbastanza bene per venire. - Peccato! - disse Nancy. - Mi avrebbe fatto molto pia­cere conoscerla. La conversazione continuò su questo tono per qualche minuto, poi Leblanc si scusò e si allontanò. Subito Nancy,

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Bess e George iniziarono a bisbigliare al signor Drew le loro impressioni sul conto di Leblanc. - Ho notato che ogni tanto aveva uno sguardo assente -osservò Nancy. Bess disse con tono drammatico: - Forse è stato ipnotizzato e costretto a vendere i suoi titoli. - In ogni caso - dichiarò George - ho il sospetto che non sarà facile avere informazioni da lui. Il signor Drew annui: - Ho potuto già rendermi conto di ciò, ma ritengo che voi ragazze potrete essere piu for­tunate. Poco dopo due giovani invitarono Bess e George a ballare, e un altro stava per dirigersi verso Nancy quan­do Leblanc tornò. Inchinandosi profondamente, disse: - Posso avere il piacere? ~

Nancy non desiderava ballare; la spalla le doleva, ma ri­tenne di non dover perdere quest'occasione per parlare col finanziere . Mentre ballavano, egli cercò di interrogarla cir­ca il suo viaggio in Francia. Subito essa si domandò se egli sospettasse qualcosa, ma anche se fosse stato cosi, Leblanc non lo mostrò. - Quando papà è lontano da casa - spiegò Nancy - sente molto la mia mancanza. Mia madre mori quand'ero pic­cola ed io e lui siamo sempre statl molto uniti. Mi ha chiesto di raggiungerlo qui, e Bess e George, che molto spesso viaggiano con me, mi hanno accompagnato. - Vorrei - disse Leblanc - poter aver l'onore di accom­pagnare lei e le sue amiche a visitare i dintorni, ma sfor­tunatamente sono molto impegnato. Quando la musica cessò, il francese scortò Nancy ad una sedia, quindi si scusò. Dopo alcuni minuti George si diresse verso Nancy dicendo:

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- Ho qualcosa di terribilmente importante da dirti. Vedi quell'uomo vestito da arabo fermo sulla soglia? Quando Nancy fece cenno di si; George continuò: - Bene: ascolta un po'. Dopo che Leblanc ti ha lasciato, l'ho sentito dire all'arabo sulla soglia del giardino di pal­me dov'ero io: « Ti avevo ordinato di non venire qui! Dobbiamo vederci da soli, e non in mezzo alla gente! ». Nancy si rizzò sulla sedia: - Continua! - , incalzò. - L'arabo ha risposto: «Ma Nove sta arrivando. Dob­biamo assolutamente incontrarci» . - Incredibile! - dichiarò Nancy. - Che altro è successo? - Leblanc ha risposto: « Domani novantanove ».. Poi i due si sono separati. - Novantanove? - fece eco Nancy adagio, mentre le bril­lavano gli occhi. - Mi piacerebbe seguire r.arabo! In quel momento sopraggiunse il signor Drew e Nancy gli ripeté ciò che aveva saputo da George. Al che egli si dimostrò estremamente interessato, ma disse che non avrebbe permesso a Nancy di fare altre ricerche per quel­la sera. -- Non dimenticare che appena poco fa sei stata colpita violentemente. Devi tornare in albergo e andare a letto. Tuttavia farò un patto con te. Domani seguiremo Leblanc. - Bene, papà. Ed ora posso io fare un patto con te? Il signor Drew sorrise; - Di che si tratta? - Desidererei pedinare solo per pochi minuti l'arabo e vedere cosa riesco a scoprire. Ti prego! Il signor Drew fu d'accordo di concedere a sua figlia ven­ti minuti. - Stai molto attenta - l'ammoni. - Non desideriamo che alcuno si insospettisca.

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Proprio allora un giovanotto si avvicinò e chiese a Nancy di ballare. La ragazza accettò e subito venne trascinata nella danza. La giovane investigatrice si guardava intor­no con l'aria pili naturale possibile. Improvvisàmente il suo sguardo si fissò sul limite estremo della sala da ballo, che si apriva su di un giardino interno con alberi di pal­ma e piante esotiche. Aveva individuato l'arabo nel giar­dino! Subito le venne un'idea, e rivolta al suo cavaliere propose: - Le farebbe piacere se uscissimo nel giardino e rimanes­simo a sedere per il resto della -serata? Ho una spalla che mi duole. Il giovanotto, che si chiamava Henry, accettò subito la proposta, e la condusse ad una panchina nel giardino co­perto da un fitto fogliame. Dapprima essa non poté ve­dere l'arabo, poi, improvvisamente, lo scorse fra le pal­me. La stava fissando! La conosceva, forse? Aveva indo­vinato che stava tentando di risolvere il mistero dei no­vantanove scalini? Era anche lui un nuovo nemico? Girandosi verso il suo compagno, Nancy chiese: - Lei sa chi è quell'arabo? - No, ma sarò lieto di scoprir1o - rispose Henry. Si alzò e si diresse verso di lui. Subito lo straniero si vol­tò e si precipitò verso l'estremità del giardino, e rientrò nella sala da ballo. I giovani lo seguirono, ma Nancy fe­ce appena in tempo a scorgere il turbante dell'arabo men­tre spariva dalla porta che portava all'ingresso. Lei ed Henry si aprirono un varco fra la folla di ballerini, ma mentre raggiungeva,no il vestibolo, l'arabo stava uscen­do dalla porta d'entrata. Evidentemente non si era preoc­cupato di augurare la buona notte ai Tremaine.

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Precipitandosi dal portiere, Nancy gli chiese chi fosse quel­lo straniero. - Non conosco quel signore - rispose l'interpellato. - Ave­va un invito regolare ed io l'ho fatto entrare. - Debbo parlare a quel signore! - disse Nancy e il do­mestico apri la porta. Nancy si precipitò fuori e dalla cima della lunga rampa di scale guardò attent'amente in giu. L'arabo stava dirigendosi verso una piccola macchina scu­ra parcheggiata in fondo alla strada. Vi era un condu­cente al · volante e il motore era acceso. - Presto, Henry! - esclamò Nancy.

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Assieme i due discesero le scale. Nel frattempo il miste­rioso arabo era saltato in automobile. Il conducente die­de gas e la macchina balzò innanzi. Improvvisamente, sotto le luci abbaglianti di due fanali stradali di fronte alla casa dei Tremaine, l'arabo si tolse il turbante. Assieme vennero via una parrucca e dei baffi posticci. - Oh! - esclamò Nancy quasi senza fiato. L'uomo era Louis Aubert. - È successo qualcosa? - domandò Henry, sempre piu stu­pito per quell'inseguimento fuori programma. - Quell'uomo era travestito; penso che non avesse alcun diritto di partecipare al ricevimento. Dovremmo avver­tire i Tremaine.

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- Pensi sia un ladro? - Henry appariva perplesso. - È questo il motivo per cui vuoi fermarlo? Nancy esitò, poi rispose sinceramente: - Non ne sono sicura, ma ho dei buoni motivi di sospet­tare che quell'uomo sia un disonesto. Henry accettò la risposta come se si fosse -reso conto che Nancy non desiderava aggiungere altro. La coppia rientrò in casa. La signora e il signor Tre­maine erano intenti ad augurare la buona notte ad al­cuni amici. Nancy attese finché se ne furono andati, quin-di chiese ai suoi ospiti chi fosse l'arabo. · Tremaine e sua moglie si scambiarono delle occhiate, poi il signor Tr~maine rispose : - Non abbiamo afferrato il suo nome. È apparso improv­visamente e ci ha detto di essere un amico del signor Leblanc. Se vuole posso cercarlo e chiedergli come si chiama. - Se ne è già andato - disse . la ragazza. - Sembrava aves­se molta fretta . I Tremaine si accigliarono. Evidentemente quell'uomo si era mostrato molto poco educato. Nancy non ebbe bisogno di spiegare il motivo della sua domanda, perché George e il signor Drew la raggiunse­ro. L'avvocato disse che pensava fosse ora di andare. Hen­ry sorrise a Nancy e le augurò la buona notte. Il signor Leblanc raggiunse il gruppo. Il suo éomportamento era perfettamente naturale, men­tre esprimeva la speranza di rivedere quanto prima tutti loro. Il cervello di N ancy era in un turbine. Essa si chiedeva se il finanziere sarebbe rimasto in città, per progettare

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un incontro con Aubert in mattinata. Sorridendo chie­se a Leblanc: - Ha intenzione di andare in campagna, questa notte? - Si, certo. Mi piace molto quel posto e dormo molto meglio là. George aveva compreso il modo di interrogare di Nancy. E aggiunse: - Si reca al suo ufficio ogni giorno, signor Leblanc? - Si, sarò al mio tavolo di lavoro domattina alle nove, come al solito - fu la risposta del finanziere. Nancy era giunta a una conclusione. Egli avrebbe incon­trato Louis Aubert o a Parigi nella mattinata o in cam­pagna nella prossima serata. « Non posso certo pensare di seguirlo » si disse. Le ragazze andarono a prendere i loro mantem e dopo aver ringraziato i Tremaine della splendida sera, se ne andarono con il signor Drew. Nancy, sebbene scoppiasse dalla voglia di raccontare, decise di non parlare finché non fossero stati soli all'albergo. Appena arrivati, pregò suo padre di venire nella camera delle ragazze e narrò dell'arabo, che era Louis Aubert, ed espresse il suo sospet­to che l'invito fosse stato ottenuto in modo fraudolento. - Potrebbe anche essere stato falsificato - disse. - Ri­cordate che suo fratello Claude è un famoso falsario. An­che lui potrebbe esserlo. George, a sua volta, ripeté la discussione che aveva udi­to, per caso, fra l'arabo e Lablanc. - Questi sono ottimi indizi - esclamò l'avvocato. - Pos­sono esser legati a qualcosa che ho sentito questa sera dai

, signori Tremaine. Il signor Tremaine è una delle persone piu allarmate per la irresponsabilità del signor Leblanc nei suoi affari.

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Nancy chiese con ansia: - Puoi dirci perché? - Oh si: oggi Leblanc ha ricevuto una fortissima som­ma di denaro! Migliaia di dollari in franchi per la ven­dita di alcuni titoli. Ed ha insistito per averli in con­tanti. Io suppongo che avesse la somma con sé que­sta notte. Gli occhi di Bess si spalancarono per l'eccitazione: - Vuol dire che il poveruomo viene ricattato da Louis Aubert? L'avvocato fece una smorfia: - È probabile: certo, quanto abbiamo sentito o visto que­sta notte sembra implicare qualcosa come una trattativa segreta. Lui e le ragazze ·continuarono a discutere ogni aspetto del mistero per circa un'ora e alla fine furono unanime­mente d'accordo che il tutto resi.ava molto oscuro. - Non riesco ancora a capire che cosa c'entri il sogno della signora Blair con tutto ciò - disse Nancy - eppure sono sicura che vi è un legame. Uno dopo l'altro i quattro incominciarono a sbadigliare. Il signor Drew si alzò e disse che andava a letto. - Vi vedrò tutte all'ora di colazione - aggiunse. E usci'. augurando la buona notte. Mentre Nancy si spogliava, guardò rattristata la sua spal­la colpita. Vi era un vasto segno blu. Bess le chiese se volesse altro ghiaccio, ma Nancy scosse la testa. - Il dottore ha detto che stavo bene, e io penso che una buona notte di sonno mi gioverà. Il mattino dopo la sua spalla · era molto migliorata, seb­bene fosse ancora assai dolente al tatto. Nancy sorrise: - Un piccolo ricordo di Parigi. Quando le giovani raggiunsero il signor Drew, Io trova-

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rono intento nella lettura del giornale del mattino. Men­tre egli lo posava, una notizia colpi l'occhio di Nancy e la fece trasalire. - Leblanc derubato mentre se ne tornava a casa! - ri­peté. - E di migliaia di dollari. Deve essere il denaro che ha ricevuto ieri. Suo padre annui: - Temo sia proprio cosi. - Ha letto tutto l'articolo? - chiese George al signor Drew. - Si; alla macchina di Leblanc è stato teso un agguato da parte di due uomini, in un tratto di strada non lon­tano da casa sua. I banditi non hanno ferito né l'autista né Leblanc, ma hanno rubato fino all'ultimo centesimo che avevano. - Che cosa orribile! - esclamò Bess. - I ladri sono stati presi? _., Il signor Drew disse di no, ed era anche poco probabile che la polizia potesse farlo. Dopo la rapina era piovuto ed ogni impronta era stata cancellata dalla pioggia. - Signor Drew - domandò Bess - è possibile che uno de­gli uomini della rapina sia stato Louis Aubert? - Confesso di essere perplesso - rispose il padre di Nancy. - Se quel tale che si fa credere arabo sta ricattando Le-blanc ed avrebbe dovuto incontrarlo oggi, perché deru­barlo la notte scorsa? D'altra parte potrebbe aver temu­to che Leblanc cambiasse idea, cosi ha deciso di pren­dersi il denaro subito. Nancy aggiunse: - Di una cosa non ci siamo occupati a proposito di Louis, del fatto che sia uno scienziato. HQ il sospetto che sia un chimico. Bess sospirò: - Sarà difficile indagare circa il suo lavoro, se nessuno sa o ci dirà dove Aubert vive. Scommetto che

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Aen- se Leblanc ha l'indirizzo, non ce lo rivelerà di sicuro. ~Y e Gli altri furono d'accordo. Nancy aggiunse: - Deside­

rerei scoprire se Leblanc progetta di starsene a casa, a - ri- motivo del furto.

che - Perché non telefoni e cerchi di sapere qualcosa? - sug­geri Bess. - Puoi comportarti in modo da sembrare terri­bilmente sconvolta e mostrargli tutta la tua comprensio-

_ew. ne per quanto è accaduto. :::ato - Lo farò - disse l'amica. - Telefonerò al suo ufficio.

Poco dopo le nove Nancy fece la chiamata. Apprese dal­la telefonista che il signor Leblanc si trovava in ufficio

o e non mostrava affatto le tracce dell'incidente che gli era capitato. - È occupato in una conferenza - le disse la ragazza. - Le dispiacerebbe lasciare un messaggio? _. - No, grazie, desideravo solo sentire se il signor Leblanc stava bene. - Nancy riappese prima che la centralinista potesse domandarle chi era. Quando il signor Drew ebbe il resoconto dalla figlia, de­cise di mettersi in contatto con il signor Tremaine e sug­gerire che un investigatore privato fosse incaricato di sor­vegliare l'ufficio di Leblanc per tutto il giorno, e di seguire il finanziere dovunque. Il signor Tremaine acconsenti prontamente e domandò se il detective dovesse continuare il suo compito anche quel­la sera. - No, grazie; le ragazze ed io ce ne occuperemo. Nancy era ansiosa di continuare le sue indagini, ma an­dò in gita turistica con i suoi amici e fece colazione a bordo di un battello sulla Senna. Nel tardo pomeriggio l'avvocato e le giovani salirono sul­la macchina che avevano affittato poco prima, si dires-

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sero verso l'ufficio di Leblanc e parcheggiarono li vici­no. Immediatamente un uomo in borghese si diresse ver­so di loro. Sorridendo e levandosi il cappello in segno di saluto alle ragazze, chiese : - Il signor Drew? Quando questi disse di si, l'uomo presentò una tessera di detective privato. Era l'uomo incaricato di controllare il signor Leblanc. - Leblanc non è uscito tutto il giorno - riferi il detective. - Desidera che mi trattenga ancora? - Non è necessario - replicò il signor Drew. - Ora le da-remo il cambio. Poco dopo che l'investigatore se ne fu andato, il finan­ziere usci dalla casa, si diresse svelto verso un'autqmobi-le con un autista e vi sali. .. La macchina di Leblanç era appen_a partita, che anche il signor Drew si mosse e la segui facilmente, ma solo per mezzo isolato. Poi il fitto traffico delle ore di punta rese impossibile all'avvocato il mantenersi vicino alla preda. Dopo pochi momenti aveva completamente perso di vista la macchina del finanziere. Nancy sospirò. Era molto contrariata. . Siccome i Drew stavano discutendo sul da farsi, Bess in­tervenne: - Sono terribilmente affamata; non potremmo fermarci da qualche parte per un rapido spuntino e poi cercare Leblanc? Nancy stava per acconsentire, quando le venne un'idea. - Prima torniamo al vecchio appartamento di Claude Au­bert - esclamò. - Perché-? - domandò Bess. - Può darsi che Leblanc si stia dirigendo proprio là per incontrare Louis!

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L'avvocato riusci ad infilarsi attraverso il traffico parigi­no sino alla Rive Gauche. Quando raggiunsero la casa, scrutarono tutti e due i lati della strada, ma la macchina di Leblanc non c'era. - Scommetto che, dopo tutto, non è venuto qui - disse il signor Drew. Prima di andarsene, fece un giro attorno ai due isolati contigui, ma anche li nessuna traccia del signor Leblanc. - Probabilmente è andato direttamente a casa - osservò Bess. - E adesso mangiamo? - domandò con fare speran­zoso. Il signor Drew trattenne un sorriso: ~ - Immediatamente. - Subito si fermò davanti ad un pic­colo e allegro ristorante, dove si poteva mangiare molto prima di quanto fosse consuetudine a Parigi. Bess guardò il menu con sospetto: - Lumache! - esclamò. - E pesce servito intero. Non sopporto di vedere gli occhi di un pesce. in un piatto di portata! Gli altri risero e George: - Perché, Bess? Pensavo tu fos­si una golosa! Una buongustaia! - Spiacente - disse Bess. - Io mi manterrò fedele alla buona vecchia minestra di Piomodoro, al roastbeef, agli asparagi, agli spinaci, all'insalata, e a un po' di formaggio. George guardò la cugina con ària di disappunto: - Se continuerai a mangiare cosC entro tre giÒrni scop­pierai dentro i tuoi vestiti. , Come compromesso, Bess annunciò che avrebbe rinun­ciato alla minestra.

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Il cibo era delizioso e tutti mangiarono molto volentieri. Erano le sette quando lasciarono il ristorante. - Quanto abita lontano il signor Leblanc? - chiese Nan­cy al padre. - Circa venti miglia da Parigi. Per strada Nancy non parlò molto. Stava rimuginando i vari aspetti del mistero. Non vi era alcun dubbio, ora. Sia il suo caso che quello di papà avevano a che fare con i novantanove gradini. - Se soltanto potessi scoprire un altro segno che mi in­dicasse quali sono i gradini giusti! - disse tra sé e sé.

. Il signor Drew era arrivato in una zona di belle case, per lo pili circondate da ampi giardini. Le ragazze non pote­rono trattenere esclamazioni di meraviglia, davanti a un cosi bello spettacolo. In breve tempo raggiunsero una pro­prietà che secondo l'avvocato apparteneva al signor Le­blanc. Era circondata da un alto muro di pietra e l'ingresso era quasi nascosto dq. un boschetto di sicomori. Il padre di N ancy spinse la macchina in mezzo ad essi e si fermò. · , - Nasconderò l'automobile qui - disse. - Sarà facile uscir­ne fuori e seguire il signor Leblanc. - Che faremo, se egli non esce? - chiese Nancy. - An­dremo verso casa sua, quando è pili scuro? - Non avremo altra scelta. Aspettarono in macchina per oltre un quarto d'ora, poi George scoppiò : - Ho bisogno di esercizio! Camminiamo un po'. Faccia­mo una passeggiata! Gli altri acconsentirono e Nancy aggiunse: - Possiamo anche tentare di fare un po' di ricerche.

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Il signor Drew spense il motore e tolse la chiave. Mentre : nostri quattro passavano per l'accesso carrozzabile, no­tarono due grandi pilastri di pietra, uno per parte. Il can-' cello di ferro era attaccato a questi pilastri, ma era aperto. - Messo li solo per decorazione - osservò l'avvocato. - Im­magino che non venga mai chiuso. ~ancy suggeri che il gruppo si separasse. - Bess e George, potrete prendere il lato destro del via­le che porta alla casa. Guardate se vi riesce di cogliere qualche segno sul motivo per cui il signor Leblanc è spa­ventato. Papà ed io prenderemo l'altro lato e ci incon­treremo laggiù. Il signor Drew aggiunse: - Se voi due vedete che il signor Leblanc se ne sta an­dando, fate il nostro segnale a mo' di riGhiamo d'uccel­lo e correte al più presto alla macchina, in mo.do che pos­siamo seguirlo. Bess e George si avviarono tra gli alberi che crescevano lungo il sentiero. Era scuro sotto il fitto fogliame, ed es­se continuavano ad inciampare sulle grosse radici. - Avessimo portato delle torce! - si lamentò Bess. - In ogni caso non avremmo potuto usarle - rispose George. - Qualcuno ci vedrebbe di certo. Avanzarono in silenzio per alcuni minuti, poi Bess sus­surrò piena di paura: - Non mi piace. Potrebbero esserci i cani da guardia che vagano in cerca di preda. - Oh, non essere sciocca! - disse George e corse avanti. Improvvisamente Bess diede un grido. George fece un passo indietro: - Che cosa è successo? Bess pallida come un cencio balbettò: - Là! Un corpo pende da quell'albero!

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Anche George ebbe un lieve malessere, ma decise di ac­certarsi. Si avvicinò all'oggetto, lo tastò, poi rise sotto­voce. - Non è che un fantoccio imbottito. - Perché è appeso li? - ribadi Bess ancora tutta treman-te. - Dovrebbe essere una sorta di sinistro ammonimen­to. Non farò piu un passo avanti; torniamo alla mac­china. - E lasci Nancy e -suo padre senza aver fatto nulla? -replicò George energica. - Sai cosa penso che possa es­sere questo fantoccio? Un sacco da allenamento! - Vuoi dire come quelli che gli atleti usano per fare eser­cizio? - chiese Bess. George annui. Finalmente Bess .riprese abbastanza coraggio_ ,per andare avanti, e le cugine si trovarono quanto prima alla fine del viale: In lontananza appariva un grande ed imponente castel­lo. Le ragazze avrebbero dovuto attraversare un tratto scoperto per raggiungerlo. -si misero a discutere se fosse o meno prudente farlo. La facciata del palazzo era assai bene illuminata. Alcu­ne finestre erano aperte, ma dall'interno non veniva ru­more. - Mi domando se il signor Leblanc è in casa - mormo­rò George. Prima che lei e Bess potessero decidere cosa fare, la por­ta d'entrata si apri. Una donna alta e slanciata che tene­va al guinzaglio un mastino discese la prima rampa di scale. Le cugine si rituffarono svelte tra gli alberi, non appena essa si diresse dalla loro parte.

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_-\ veva sentito il grido di Bess ed e _ :' e? - Te lo avevo detto che avrebbero · -;::ia! - si lamentò Bess. - Faremo be~ :;Ja che molli quella bestia! George non parlò e le due ragazze _ -=~a a gambe velocemente. :=..:itanto Nanèy e suo padre si erano ::...=­~olta cautela verso il retro della e-'- -- --

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_-,seva sentito il grido di Bess ed era venuta a fare ricer-::ie? - Te lo avevo detto che avrebbero avuto un cane da guar­=-:a . - si lamentò Bess. - Faremo bene ad andarcene, pri­=a che molli quella bestia! 0~orge non parlò e le due ragazze cominciarono a dar­:è a a gambe velocemente.

tanto Nancy e suo padre si erano aperti una strada con =olta cautela verso il retro della grande casa. Poco die­=o vi era un garage con posto per cinque macchine, pie­- di automobili. I Drew non ebbero difficoltà a riconosce­~= la macchina guidata poco prima dal signor Leblanc. - Papà, ciò significa che egli è a casa - disse Nancy. = bito dietro la casa vi era un grande giardino. Vi en~ ::arano e camminarono lungo un sentierO"~, Fortunatamen­:.:: era abbastanza scuro, cosicçhé le loro figure non pote-ano essere viste di profilo. Sorpassarono quella che il si­

:: or Drew disse essere la cucina e la sala da pranzo. Ap­;:çna oltre, vi era una stanza molto illuminata e una gran­..:e finestra che dava sul giardino. =:..a stanza era tappezzata di scaffali e ammobiliata in -odo assai comodo. Al centro vi era una scrivania, di .mo­i3flO. I Drew non scorsero nessuno. Un attimo pili tardi

telefono sulla scrivania incominciò a suonare. La por­- che dava sulla stanza si apri e un uomo alto entrò a i="a ndi passi. - Leblanc! - sussurrò Nancy tutta eccitata. - È a casa!

ra possiamo seguirlo, se se ne va! -:.io padre disse: '--- Ricordati, può essere che egli abbia ~à incontrato l'uomo che noi pensiamo sia Louis Au­=-ert . Aspettiamo e vediamo cosa succede. ~ signor Leblanc non abbassò la voce e attraverso la fine-

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stra aperta i Drew poterono intendere chiaramente ciò che diceva. - Ti ho detto che il denaro è stato rubato! - disse il fi­nanziere. - Senza denaro, cosa sarei venuto a fare? Una lunga pausa, poi Leblanc disse -con fermezza: - Ora ascolta: la gente comincia a sospettare; dovrò sta­re pili attento. Segui un lungo silenzio. Infine egli parlò ancora: - È contrario al mio parere; lasciamo stare tutto per al­cuni giorni. Nancy respirava appena. Non voleva perdere una parola di quanto l'enigmatico finanziere pronunciava. Il tono di Leblanc era ora irritato: - Perché non puoi attendere? Lo so che hai detto che Nove sta arrivando, ma perfino il pensare a _"}uesto mi ha portato sventura. Sono stato derubato di ogni centesi­mo che avevo con me. La prossima pausa fu tanto lunga che il signor Drew e Nancy cominciarono a chiedersi se l'interlocutore aves­se attaccato. Infine udirono Leblanc pronunciare in to­no rassegnato: - Benissimo: allora andrò all'aranceto. - E mise giu il telefono.

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Nancy strinse forte il braccio del padre e sussurrò: - L'aranceto! Pensi eh~ sia qui? Il signor Drew scosse il capo.

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- Conosco ogni palmo di questa zon : due tacquero di nuovo, mentre si ::..__ :esse essere l'aranceto e se quello ::'osse stato Louis Aubert. - Sono sicura che era lui - disse :-:-- -:.lane partisse immediatamente. I JJ _

:=.:tentamente, ina l'uomo non las ~ ~ ::i.vece la giacca e infilò un comp :;:-_ ._ette alla scrivania e scrisse per a:_;: - Non sembra che abbia intenzio e --:: - osservò la ragazza. T quel momento il francese prese -::.ia e si diresse verso una grande S?rofondò e cominciò a leggere. - Suppongo che con questo la ques :' rrò l'avvocato. -: Faremo meg1·c - ua figlia indugiò: - Può darsi '-=-

signor Drew sorrise : - Penso :Z _ ::i fermi a questo misterioso ar - -_ :::.5ìcio, ma non possiamo star q · .; ti che voi ragazze partite per L _

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ciò - Conosco ogni palmo di questa zona. I due tacquero di nuovo, mentre si chiedevano dove po-

- fi- tesse essere l'aranceto e se quello che aveva chiamato fosse stato Louis Aubert. - Sono sicura che era lui - disse Nancy, e sperò che Le-

sta- blanc partisse immediatamente. I Drew lo osservarono attentamente, Ìna l'uomo non lasciò lo studio. Si tolse invece la giacca e infilò un completo da riposo. Poi se-

al- dette alla scrivania e scrisse per alcuni minuti. - Non sembra che abbia intenzione di uscire questa se-

-ola ra - osservò la ragazza. In quel momento il francese prese un libro dalla scriva­nia e si diresse verso una grande poltrona di cuoio. Vi si sprofondò e cominciò a leggere. - Suppongo che con questo la questione sia, risolta - sus­surrò l'avvocato. ~ Faremo meglio ad andarcene. Sua figlia indugiò: - Può darsi che esca piu tardi. Il signor Drew sorrise: - Penso sia piu probabile che egli si fermi a questo misterioso aranceto mentre si reca in

o- ufficio, ma non possiamo star qui tutta la notte. Ricor­dati che voi ragazze partite per il castello dei Bardot do-

:.. il mani. Nancy assai riluttante tornò indietro col padre. Proprio allora udirono un~ serie di profondi latrati. - Questo è il cane da guardia di Leblanc - esclamò il signor Drew. - Oh! - gridò Nancy. - Può darsi che insegua Bess e George ! Sarà bene correre a vedere cosa succede. I Drew si precipitarono fuori dal giardino e corsero a grande velocità lungo il viale. Quando Nancy e suo padre raggiunsero l'ingresso, i can­celli erano chiusi a chiave. Non v'era alcuna via d'uscita!

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~ Accidenti! - esclamò l'avvocato - Nancy, ti spingo in cima al muro. Lassu il carie non ti farà del male. - E tu? - chiese la figliola. - E dove sono Besse George? In quel momento apparvero le cugine, correndo come pazze. I latrati del cane adesso erano pi u vicini. - Presto! Sopra al muro - gridò Nancy. - I cancelli sono chiusi a chiave! Bess e George non dissero verbo. Svelto il signor Drew le aiutò a salire fin sopra al muro di pietra, poi spinse su Nancy. Questa e George si stesero sul muro ed affer­rarono le mani dell'avvocato. Il cane, con il guinzaglio penzoloni, aveva raggiut,Jto il gruppetto e riusci a strap­pare un risvolto dei pantaloni del signor Drew, prima che le ragazze lo portassero in salvo con uno strattone. Tutti, completamente esausti, si lasciarono _ ,scivolare a terra e si diressero verso la macchina. Mentre si dirigevano verso Parigi, l'avvocato osservò: - Abbiamo avuto ciò che meritavamo. Stavamo oltre­passando i limiti della legalità. E Bess rivolta a Nancy: - Grazie a Dio siamo riuscite a fuggire. Due spaventi in una sola notte sono un po' troppo per me. Lei e George raccontarono la storia del manichino che pendeva dall'albero. Quando il signor Drew senti l'idea di George cne si trattasse di un sacco da allenamento per Le­blanc, rise di cuore: - L'ho soprannominato il «finanziere spaventato », ma forse dovrò sostituirlo con il « finanziere combattente » ! Le ragazze ridacchiarono, poi George chiese con molto interesse che cosa Nancy e suo padre avessero scoperto. Quando sentirono parlare dell'aranceto, furono d'accor­do che si trattava di un ottimo indizio.

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- Come farai a seguirlo, N ancy? - s'informò Bess. - Per ora non lo so, ma in ogni caso desidero scopri-re dov'è l'aranceto. Nancy con~inuò, dicendo che una cosa la lasciava mol­to perplessa; e cioè perché Louis Aubert avesse tale in­fluenza su Leblanc, malgrado che il nome del finanzie­re fosse stato una volta falsificato dal fratello gemello Claude Aubert. · Suo padre disse che anche lui era disorientato dalla fac­cenda: - Temo che non potremo avere la risposta a questa do­manda, finché tu non riùscirai a trovare pili prove circa l'esatto rapporto che c'è fra Louis e il nostro Leblanc. Il mattino dopo, quando _le ragazze scesero ·per la co-lazione, il signor Drew disse: _ - Ho noleggiato una macchina per il vostro viaggio nel­la valle della Loira, figliole. - Splendido! Grazie, papà - disse Nancy. - Tu pensi pro­prio a tutto. L'avvocato sorrise: - Ho un'altra sorpresa per te. - Estras­se di tasca una lettera: - Notizie da Hannah Gruen. Nancy si scusò e la lesse. Monique e Marie stavano di­vertendosi pazzamente a River Heights; erano diventate molto popolari ed avevano fatto parecchie amicizie. Vi erano due messaggi speciali per lei. Uno proveniva dal comandante MéGinnis; la polizia di River Heights aveva catturato l'uomo dai trampoli! Aveva confesfato di essere stato pagato per quel lavoro da un certo J ames Chase. - Ancora Claude Aubert! - mormorò Nancy; poi breve­mente narrò agli altri dell'arresto dell'uomo dai tram­poli.

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Ripresè la lettura, ma improvvisamente si interruppe tut­ta eccitata: - Oh, ascoltate: « Questo è l'altro messaggio per te, Nan­cy. Subito dopo la tua partenza, la signora Blair ha te­lefonato per dire che aveva, come al solito, sognato i novantanove gradini, ma questa volta era una bambina perché giocava con la sua governante. La donna le lega­va un fazzoletto scuro sugli occhi, per giocare a mosca cieca. La signora Blair ha poi trovato un altro indizio nel diario di sua madre. Il nome della governante era Lucille Man on ». N ancy sollevò la testa dalla lettera ed esclamò : - Che meraviglioso indizio! Non è vero? Il signor Drew, Bess e George esul~arono a queste noti-zie. Le ragazze avevano fatto le valigie prima di lasciare la stanza, cosi subito dopo colazione pagarono il conto e, lasciato l'albergo, si diressero dai Bardot. N ancy era al volante della piccola macchina francese ed impiegò parecchio tempo ad avanzare. Il traffico mat u­tino era in piena attività, con la gente che si affrettava e centinaia di tassi che guizzavano veloci dentro e fuori dalle file . Tuttavia le ragazze giunsero infine alla casa dei Bardot. Situata lontano dalla strada, la si raggiungeva '•mediante un viale serpeggiante. La dimora di pietra era costruita nel­lo stile di un'antica epoca francese, quando gli edifici era­no quadrati e a tre piani. Aveva un tetto piatto, con una cupola per la vista panoramica. - Non è stupendo qui? - commentò Bess mentre osser­vava intorno i prati verdi, i cespugli ben rasati e gli arbu­sti fioriti.

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Non appena Nancy fermò la macchina all'ingresso ante­riore, la porta si aprf e il signore e la signora Bardot ven­nero incontro alle ragazze. Queste notarono subito che Marie assomigliava alla madre e Monique al padre. La coppia le accolse assai affabilmente e le fece entrare. I mobili belli, ma non troppo lavorati, davano al castel­lo una atmosfera di calda ospitalità che era accentuata da vasi ricolmi di bellissimi fiori. I Bardot conoscevano perfettamente l'inglese, ma dopo aver sentito che le giovani sapevano parlare francese, il signor Bardot consigliò loro di usare solo il francese durante il soggiorno. · - Credo che vi àiuterà nelle vostre indagini - aggiunse. Nessun altro riferimento fu fatto al momento al mistero, perché d'improvviso un abbaiare eccitato venne dal retro della casa. Un attimo dopo una barboncina nera, piccola come un giocattolo, si precipitò nella stanza di soggiorno e saltò addosso alle ragazze, agitando vivacemente la coda. - Fifi, giu! - ordinò la signora Bardot. - Oh, non ci dispiace - disse Nancy. - È tanto carina. Le giovani fecero a turno per vezzeggiare Fifi. Quando questa finalmente si calmò, Nancy disse: - Monique mi ha confidato che il cane dorme in un an­tico canile. La signora Bardot sorrise: - In realtà dovremmo chiamar­lo letto, dal momento che lo teniamo in casa. Vuole ve­derlo? Essa condusse le ospiti attraverso la sala centrale fino ad una stanza che serviva insieme da biblioteca e da stanza dei giochi. In un angolo vi era la pili insolita cuccia per cani che le americane avessero mai visto. Il bordo qua-

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drato che limitava un cuscino di raso blu era di legno dorato con un baldacchino ad arco pure di velluto blu. La testata · era ricoperta di raso a strisce blu e bianco. - Questo letto fu costruito all'inizio dell'Ottocento - spie­gò la signora Bardot. - Che bello! - commentò Bess. - Ma Fifi dorme vera­mente qui? Sembra cosi pulito ... Il signor Bardot sorrise : - Ogni qual volta Fifi entra in casa, viene ripulita e le vengono lavate le zampe! I suoi occhi brillavano come se stesse prendendo in giro sua moglie che serrò le labbra fingendo di essere irritata.

. Le valigie delle ragazze furono portate dentro e queste furono accompagnate alle camere da letto di Marie e Mo­nique. Piacquero loro molto i letti a baldacchino e i mobili bianchi e dorati. Bess e George di~sero che avrebbero occupato la stessa camera. La conversazione, durante il pasto, si limitò a Marie e Monique ed al loro viaggio negli Stati Uniti. Nancy raccon­tò che avevano cantato i madrigali e che la gente di River Heights aveva apprezzato quella rappresentazione. I Bar­dot si illuminarono d'orgoglio, e alla fine del pranzo, la si­gnora si alzò. - Andiamo nella veranda - suggeri-. I Bardot condussero le ragazze fino al lato posteriore del castello, attraverso un giardino pieno di rose, petunie e gigli d'estate. Non appena si furono tutti seduti su comode poltrone a sdraio, la signora Bardot si sporse in avanti. - Ora, per favore, Nancy - chiese - hai avuto qualche successo con il mistero di mia sorella J osette? Nancy aveva deciso che sarebbe stato prudente non men-

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francese sorrise: - In realtà -e =~ ugni rampa, ma vengono chiama i = : - I cento gradini! - esclamò Nan -- Sono abbastanza vicini ai no an-~-ge. - Val la pena di indagare - con · ~ _ _

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zionare il caso di suo padre ed aveva istruito Bess e George a non farlo. Lei e le cugine descrissero i vari ammonimenti ricevuti da Nancy, l'incidente dell'.elicotte­ro e i gemelli Aubert. - Io penso - dichiarò Nancy - che Claude, quello negli Stati Uniti, abbia lasciato gli avvisi su richiesta del fra­tello Louis. - E - disse ·Bess - Louis si fa chiamare signor Nove. George aggiunse: - Pensavamo di aver trovato i novan­tanove gradini, ma ci siamo sbagliate. - Può darsi che abbiamo un nuovo indizio per trovarli -aggiunse Nancy. - Conoscete un aranceto in questa zona? Dopo aver pensato un po', il signor Bardot rispose: - Al palazzo di Versailles, mediante una doppia rampa di scale, si scende da una terrazza all'Orangerie, l'aranceto. - E ci sono per caso - disse Nancy smaniosa - novantano­ve gradini? Il francese sorrise: - In realtà ve ne sono centotré per ogni rampa, ma vengono chiamati i cento gradini. - I cento gradini! - esclamò Nancy . - Sono abbastanza vicini ai novantanove - dichiarò Geor-ge. - Val la pena di indagare - continuò Nancy . Il loro ospite suggeri che andassero a Versailles in mac­china quello stesso pomeriggio. - Mi dispiace che io e mia moglie non p9ssiamo accom­pagnarvi, ma abbiamo un impegno. Entro un'ora il trio parti. Quando raggiunsero la reggia di Versailles. Nancy par­cheggiò l'auto e le ragazze si incamminarono verso l'enor­me edificio. Andarono a vedere i magnifici giardini sul lato sud ed uscirono in esclamazioni di stupore per le pal-

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me, gli alberi d'aranci, lo specchio d'acqua e il prato vel­lutato. Nancy avvistò l'imponente doppia scalinata che scendeva da un'ampia terrazza del palazzo. Le ragazze tutte eccitate salirono i gradini contandoli. Subito Bess trattenne il fiato e gridò : - Guardate! Sul novantanovesimo gradino c'era una scritta con un gesso nero: Signor Nove! - Signor Nove! - esclamò George. - Allora quello c~e tu hai udito, per caso, la notte scorsa era vero! Loms Aubert deve esser venuto qui, ma quando e perché? N ancy rifletté un attimo, e rispose : - Credo che Aubert abbia fatto col gesso questo segno « Signor Nove » qui, per indicare il luogo in cui Leblanc avrebbe dovuto lasciare qualcosa, probabilmente del de­naro. Visitiamo il palazzo, poi torniamo qui, sperando che Leblanc si fermi qui tornando a casa. Le ragazze discesero di nuovo i gradini e si diressero ver­so l'ingresso principale. Durante la visita rimasero stupite della magnificenza del palazzo, e non fecero altro che sgranare gli occhi per la meraviglia. Ciò che le colpi piu di tutto, fu la sfarzosa stanza da letto di Luigi XIV, il Re Sole, riccamente decorata. Terminato il giro, Nancy dette un'occhiata al suo orolo­gio da polso. Molto presto Leblanc avrebbe dovuto fer­marsi all'Orangerie. Le tre amiche ritornarono ai gradini e attesero. I minuti scorrevano lenti. Finalmente George disse: - Non posso sopportare questa immobilità per un altro secondo. Nancy, vado ancora su per quei scalini. Un istante dopo George stava correndo su per la rampa

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i scale. Quando giunse al novanta:::: -.....~----a ::Ssò stupita, poi si girò e chiamò le i: - La scritta « Signor Nove » è spari ~ '. Aveva appena pronunciato queste ?"'- -nhe una porta del palazzo era ape "' - -e essa si domandò se qualcuno le stes5=­

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uando la porta del palazzo si chiuse. -:imase senza fiato . - George è stata presa prigioniera. - Il signor Nove l'ha rapita! - gri : remo? - -ancy si stava già affrettando su pe- =~ -. ~::i terrazza e cercò di forzare la porta. -=- _

Oh, devo entrare!» pensò Nancy ·~:~-~-... ...... ·erso Bess che l'aveva seguita :

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orse via in tutta fretta e tentò di 2.-=

- che questa era chiusa a chiave! -:J'sperata, cominciò a picchiare s · -:-J;_:;_ __ .__

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di scale. Quando giunse al novantanovesimo gradino lo fissò stupita, poi si girò e chiamò le altre: - La scritta « Signor Nove » è sparita! . Aveva appena pronunciato queste parole, quando notò che una porta del palazzo era aperta. Non usci nessuno ed essa si domandò se qualcuno le stesse spiando. - Devo scoprirlo - disse George in tono deciso e attra­versò di corsa la terrazza. Appena raggiunta Ia porta, ne usci un braccio d'uomo. Aveva in mano un bastone con una grande impugnatura ricurva. Improvvisamente il collo di George fu stretto da una morsa ed essa fu tratta a forza all'interno.

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Quando la porta del palazzo si chiuse, Bess strillò e Nancy rimase senza fiato. - George è stata presa prigioniera! Di chi? E perché? - II signor Nove l'ha rapita! - gridò Bess. - Che cosa faremo? Nancy si stava già affrettando su per le scale. Attraversò la terrazza e cercò di forzare la porta. Era chiusa a chiave! « Oh, devo entrare! » pensò Nancy disperatamente. Si girò verso Bess che l'aveva seguita: - Tu stai qui e fai la guardia. Io correrò verso l'ingresso principale e vedrò che cosa posso scoprire. Corse via in tutta fretta e tentò di aprire la porta, ma

·anche questa era chiusa a chiave! Disperata, cominciò a picchiare sui · pannelli della porta

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pili forte che poté. Dopo pochi minuti, usci una guardia. - Il palazzo è chiuso per oggi, signorina - disse con aria seccata. - Ma ascolti - lo supplicò Nancy - una mia amica è stata chiusa dentro a forza da qualcuno vicino alla cima dei gradini dell'Orangerie. La guardia guardò Nancy con aria scettica. Probabilmen­te si stava chiedendo se fosse improvvisamente impazzita. - È una cosa seria - ribatté Nancy. - Non sto prendendo-la in giro. Per favore! La mia amica è in pericolo! Finalmente la guardia sembrò rendersi conto che la ra­gazza stava dicendo la verità. La fece entrare e insieme corsero su per una scala, ,fino alla porta in questione. Non c'era nessuno. La guardia dette a Nancy un'occhiata di disgusto: - Non mi piacciono le persone che fanno degli scherzi -disse bruscamente. - Ora farà meglio ad andarsene! La povera Nancy non sapeva pili che cosa fare pet convin­cerlo. Poi i suoi occhi si posarono su di un bottone blu chiaro della camicetta di George. Lo raccolse dal suolo e: - Ecco la prova! - soggiunse rivolta alla guardia e spiegò la provenienza del bottone. - Allora, dov'è la sua amica? - chiese la guardia, ora pre­occupata. - Dovremo scoprirlo - rispose Nancy. Fece strada, correndo praticamente da una stanza all'altra, ma non v'era traccia né di George né del suo rapitore. - Forse l'uomo è sceso furtivamente per una delle scale ed è andato via - suggeri la guardia. Mentre i due stavano discutendo dove proseguire la ricer­ca, videro improvvisamente un uomo in uniforme uscire precipitosamente da una delle stanze e dirigersi verso lo

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scalone principale. La guardia che era con Nancy mor­morò: - Molto strano! Dovrei essete io il solo uomo di guardia. Nancy urlò: - Quell'uomo può essere un impostore. Pre­sto! I due si affrettarono ad inseguirlo, ma fintanto che raggiun­gevano la cima della scala, quello era sparito. Una porta sbatté giu da basso e la guardia, senza fiato e assai preoccupata, disse: - È certamente scappato. Spero che non abbia rubato qual­cosa. Nancy pensava invece che il fuggitivo avesse afferrato George con l'impugnatura del bastone: - Deve aver lasciato indietro la mia amica. Dovremo con­tinuare a cercare! Si precipitarono. Raggiunsero la splendida , stanza da let­to di Luigi XIV e rimasero immobili dallo stupore. George Fayne giaceva sul letto, completamente addormen­tata! Almeno Nancy sperava che dormisse. Piena di paura, a­vanzò verso I' amica. Come raggiunse il letto, George apri gli occhi e si guardò attorno mormorando: - Dove sono? - -Oh, grazie al cielo stai bene! - sospirò Nancy. L'espressione della guardia era di estrema incredulità. Per il momento si limitò a fissare George come se fosse un'ap­parizione. - George, come ti senti? - chiese Nancy con premura. - Penso di star bene - rispose George debolmente. - Quan-do qualche cosa si è agganciata attorno al mio collo, ho perso la conoscenza. - Poi tentò di rialzarsi.

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Ora la guardia era veramente allarmata. - No, no - insistette - non si muova! Chiamerò un dottore e devo anche informare immediatamente la polizia. Ciò detto, corse via. George protestò, ma Nancy fu d'ac­cordo con la guardia e pregò l'amica di stare distesa. Parve un'eternità, prima che l'uomo ritornasse con un me­dico e due funzionari di polizia. Dopo aver visitato George, il dottore disse che stava bene, ma che avrebbe dovuto riposare. Poi se ne andò. Improvvisamente George scoppiò a ridere: - Che buffo! Non posso credere che sia accaduto vera­mente! - Tra scoppi di ilarità, aggiunse: - Immaginate me che dormo nel letto di Luigi XIV! Infine anche Nancy e i due poliziotti risero. Gli occhi di George si riempirono talmente di lacrime di gioia che dovette asciugarseli. Mentre tirava fuori un faz­zoletto dalla tasca della camicetta, un foglio di carta pie­gato cadde al suolo. L'amica lo raccolse e le tese il foglio. Quando George lo apri, una strana espressione apparve sul suo viso. - Che cosa è successo? - chiese Nancy. - Qualcuno ha messo questa nota nel mio taschino! È un altro ammonimento! I due funzionari subito si allarmarono: - Che cosa significa? - chiese uno di essi. - Prima leggerò il biglietto, poi la mia amica N ancy può dirvi il resto. George lesse forte il messaggio dattiloscritto: « Ragazze, impicciatevi degli affari vostri o ve ne pentire­te! Il Re Rosso. » - Il Re Rosso? - ripeté il secondo funzionario. - Ma chi è questo Re Rosso?

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- Un nome nuovo per noi - rispose Nancy. - Gli altri bi­glietti di ammonimento sono stati firmati « signor Nove » e « il Leone Verde ». Quindi spiegò in breve il mistero della signora Blair, che le aveva condotte in Francia. I poliziotti dissero che non avevano mai sentito nessuno di questi nomi. - All'inizio della giornata abbiamo notato che sul novan­tanovesimo gradino dello scalone che scende dall'Orange­rie qualcuno ha scritto in gesso nero « Signor Nove » -continuò Nancy e narrò la storia di tutto quanto era suc­cesso. I funzionari di polizia e la guardia erano assai impressio­nati. Tutti dissero che le graziose investigatrici americane erano assai -coraggiose a correre simili rischi. Nartcy domandò: - Siete sicuri che nessuno di voi conosca un uomo chiamato Louis Aubert? I tre scossero la testa. Uno dei poliziotti chiese: - Vive nei dintorni? N ancy disse che non conosceva il suo indirizzo. - Lo abbiamo visto a Parigi due volte. Una volta era ve­stito da arabo. Sospetto che sia implicato in questo miste­ro e che sia l'uomo che in uniforme da guardia ho visto fuggire da qui poco tempo fa. - Faremo delle ricerche - assicurarono i poliziotti alle ra­gazze. Uno di loro prese il biglietto. - Guarderemo se non vi siano impronte. Verrete al com­missariato, se necessario? Nancy sorrise: - Naturalmente - e dette il loro indirizzo. - Benissimo. George insistette che si sentiva molto meglio. - Andiamo da Bess. Sarà morta di paura. Le ragazze corsero a raggiungere la loro amica. Bess fu

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sollevata e felice nel vedere la cugina salva, ma terrorizza­ta al sentire quello che era successo. Quando ritornarono a casa, i Bardot furono molto impres­sionati dalla loro avventura. - È del tutto evidente che questo signor Nove sa che voi siete sulle sue tracce ed è disperato - disse il signor Bardot. - Da ora in poi dovete usare mille precauz~oni. Gli promisero che lo avrebberp fatto. Dopo cena, Nancy chiese ai Bardot dove Josette avesse vissuto da piccola. - Soltanto a poche miglia da qui - rispose la signora Bar­dot. - Vi piacerebbe vedere il posto? Vi porterò domattina dopo la messa. - Oh, splendido! - esclamò Nancy. Il viaggio le portò attraverso un paesaggio verdeggiante: campi su campi di verde pastura e terreni ricchi a profu­sione di ortaggi e di fiori in boccio si stendevano davanti ai loro occhi. ,Nella tarda mattinata raggiunsero un altro bellissimo, antico castello, circondato da giardini. Sul davanti un uomo e una donna stavano tagliando le ro­se appassite. La signora Bardot entrò nel viale e chiese alla coppia se fossero loro gli attuali proprietari. La donna rispose gentilmente: - Si, il nostro nome è Du­pont. Possiamo esservi utili? I visitatori scesero e, dopo aver fatto le presentazioni, Nan­cy spiegò che la signora Blair, una carissima amica loro, aveva vissuto 11 da piccola. Raccontò poi lo strano sogno fatto dalla signora Blair e i Dupont si dimostrarono estre­mamente interessati. - Ah, si - disse la signora. '_ Io ricordo che la signora Blaìr visse qui quando era piccola, ma non siamo in grado dì spiegare il sogno.

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N ancy chiese: - Per caso conoscete la sua governante, che era la signo­rina Manon? - Non proprio - rispose il signor Dupont - ma una don­na si fermò qui circa cinque anni fa. Ci disse che aveva vissuto qui come governante di una bambina, ma che ave­va perso ogni traccia di lei. - Ciò è molto interessante! - esclamò Bess. - Potrebbe dirci dove vive la signorina Manon? La signora Blair de­sidererebbe saperlo. - Sono spiacente, ma non posso aiutarvi - disse la signora Dupont. - Quando la signorina Manon venne qui, desi­derava mettersi in contatto con la signora Blair, ma non aveva alcuna idea di dove si trovasse. Tutto quanto potem­mo dirle fu che la signora Blair era andata negli Stati U­niti. Nancy si domandò se la coppia potesse fornirle qualsiasi genere di informazione che portasse all'indirizzo attuale della signorina Man.on. - Le capitò di fare accenno dove stava andando? - inda­gò - o da dove venisse? - No - rispose il signor Dupont - ma disse che si era spo­sata. Il suo nome è signora Louis Aubert.

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Mentre Nancy e le altre ragazze stavano rimuginando sul­la sorprendente notizia circa la governante, si avvicinò la domestica dei Dupont.

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- Signora - si scusò - non ho potuto fare a meno di senti­re la sua conversazione su di un uomo di nome Aubert. Forse posso aiutare un po' le signorine. Tutti la guardarono impazienti e la signora Dupont disse: - Si, Estelle. La domestica, che era un po' piu anziana delle ragazze, si girò verso N ancy: - Vengo da Orléans. Sono andata a scuola due anni fa, e uno dei miei insegnanti era il signor Louis Aubert. La dichiarazione eccitò Nancy ancor piu. Era sull'orlo di una grossa scoperta. - Dimmi qualcosa dell'uomo. Era sulla cinquantina? -chiese. - Si! - rispose la domestica, e descrisse il suo maestro nei minimi particolari. Certamente poteva essere quel Louis Aubert che Nancy stava cercando. - Puoi darmi il suo indirizzo? - replicò. - Temo di no, tranne che sono sicura che la sua casa è ad Orléans. - Ma non hai mai incontrato sua moglie? - indagò Nancy. La domestica scosse la testa: - Non so neppure il suo nome. Nancy ringraziò la ragazza, dicendo: - Quello che ci hai detto potrebbe esserci di grande aiuto. Espresse anche il suo ringraziamento ai Dupont che si dis­sero assai lieti di aver incontrato le americane, ed augura­rono loro fortuna nelle ricerche. Mentre tornavano a casa, l'intera conversazione si svol­se intorno a Louis Aubert. Bess osservò: - Che stia conducendo una doppia vita? Una come un ri-

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spettabile insegnante di scuola ed una come truffatore? - Sembra proprio cosi - disse George . N ancy suggeri: - Che ne direste se andassimo ad Orléans a controllare? L'idea fu giudicata ottima. L'indomani mattina di buon'ora, dopo la colazione, le ra­gazze partirono, disposte a passar fuori la notte, se neces­sano. La signora Bardot le salutò e le baci,ò dicendo: - Se le vostre ricerche ad Orléans dovessero richiedere molto kmpo o se progettaste di rimanere là, per favore te­lefonate. - Certamente - la rassicurò Nancy - e le faremo sapere come vanno le cose. Piu tardi, quando Nancy entrò in Orléans, Bess chiese di andare direttamente alla famosa, antica piazza chiamata Place Ville Martroi, dove sorgeva una statua di Gio­vanna d'Arco a cavallo. Nancy parcheggiò in una strada laterale e le fanciulle si recarono ad ammirare la figura con l'armatura che si elevava su di un grande piedistallo. In quel momento udirono della musica. - È una marcia - disse George - Mi chiedo cosa stia suc­cedendo. Una gran folla aveva cominciato a radunarsi nella piazza. Parlando in francese, Nancy chiese all'uomo vicino a lei la ragione di quella musica. Egli le spiegò che si stava svol­gendo una piccola parata. Presto la piazza si riempi di spettatorì. Nancy si rivolse ancora a quell'uomo: - Scusi, signore, conosce per caso un maestro di scuola di nome Louis Aubert? Desidererei trovarlo.

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Egli annui: - Certo, il signor Aubert è il capobanda della parata. Nancy e le sue amiche avrebbero voluto mettersi a saltare, tanto erano eccitate. Tra poco il maestro sospetto sarebbe apparso. Quando la musica si fece piu vicina, le ragazze spalanca­rono gli occhi, per vedere l'inizio della parata. Improvvisamente un ragazzino che era vicino a Nancy si accorse di essere troppo piccolo, per scorgere il corteo. Saltò oltre i fiori su una banchina che circondava la base della statua di Santa Giovanna, e come una scimmia si arrampicò sul piedistallo. - Oh!, ma è pericoloso - strillò Bess. - Cadrà! Il ragazzo stava già arrivando in cima al piedistallo, quan­do Nancy notò una delle sue mani scivolare. Tosto saltò sulla banchina. - Non mollare! - gli gridò. Il piccolo si aggrappò forte al piedistallo, ma perse la presa. Con un grido cadde tra le braccia aperte di Nancy. Il colpo fece cadere i due nel­l'aiuola. Fortunatamente nessuno di loro rimase ferito. - Grazie, signorina - mormorò il ragazzo dopo che si fu­rono rialzati . Intanto la folla aveva incominciato ad ap­plaudire. Nancy era imbarazzata, soprattutto quando la madre del piccolo si precipitò ad abbracciarla. In un francese spedi­to questa espresse i suoi calorosi ringraziamenti. Nancy sorrise, si liberò gentilmente e si fece strada fino a Bess e George. - Finalmente libera, Nancy - esclamò George. - Ma con tutta questa agitazione non abbiamo visto l'inizio della pa­rata. La banda ha preso un'altra strada. Sgomenta Nancy ebbe l'impulso di correre dietro alla ban-

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da e di individuarne il capo. Ma ciò era impossibile. Erano comparse diverse guardie ed impedivano ai presenti di a­vanzare, fino a che il corteo non fosse passato. - È una v~rgogna! -'--dichiarò George. - Forse riusciremo a raggiungere Louis Aubert altrove. - Lo spero - Nancy sospirò. L'uomo al quale Nancy si era rivolta poco prima si gi1ò verso di lei e disse: - Scusi, signorina. Vedo che ha perso il suo amico. Le sarebbe utile parlare alla signora Aubert? - Oh, si! - rispose Nancy. - È quella sulla soglia, dall'altra parte della piazza. Nancy vide la donna di sfuggita, mentre il corteo passava, ma quando la piazza fu sgombra e le ragazze poterono at­traversarla, la signora Aubert era sparita. - Abbiamo avuto molte delusioni, oggi - disse Bess - ma ci rifaremo presto, senz'altro. Nancy insistette perché cercassero di raggiungere la ban­da. Il trio insegui il corteo, ma quando vi giunse vicino, la banda si stava smembrando. Nancy chiese ad uno dei suo­natori di tamburo dove potesse trovare il signor Aubert. - Se n'è andato, signorina - fu la risposta. - Può dirmi dove vive? - prosegui Nancy. L'uomo subito diede l'indirizzo di Aubert, ma aggiunse: - So che non saranno a casa fino a stasera, nel caso desi­deraste vederli. Nancy lo ringraziò, poi si rivolse a Bess e George, chie­dendo: - Vi piacerebbe pernottare qui? - Oh si! - disse Bess con gli occhi che sprizzavano scin-tille di gioia. - Orléans è un posto tanto affascinante. Fac-

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ciamo una lunga colazione di un'ora, e poi proseguiamo la visita turistica. - Il prossimo monumento che desidererei vedere - disse_ Nancy - è la cattedrale di Santa Croce, dov'è un'altra bel­lissima statua di Giovanna d'Arco. Andiamo là dopo cola­zione? Le altre acconsentirono e cosi le tre ragazze si recarono in un grazioso, piccolo ristorante dove mangiarono con ap­petito. Tornarono poi nella piazza, per visitare la cattedrale. Seb­bene non fosse considerata importante come Notre-Dame, era ugualmente una bella costruzione. Ciò che interessò maggiormente le giovani fu la statua di Giovanna d'Arco. Lo scultore l'aveva rappresentata pili come una santa che come una guerriera. Non indossava un'armatura come al solito, ma una semplice tunica bianca lunga fino ai piedi. Aveva i capelli corti tagliati a spazzola e stringeva nelle mani giunte la spada. - Non trovate che l'espressione del volto di Giovanna è meravigliosa? - disse Bess e Nancy annui: - Serena e spirituale. Lo scultore ha certamente saputo cogliere lo spirito della sua vita. Non appena le ragazze ebbero finito di parlare, si udi una voce dietro a loro: - Buongiorno, Nancy: sapevo che ti avrei trovata qui. Nancy si girò. - Henry! - esclamò riconoscendo il suo giovane cavaliere della festa da ballo. - Da dove vieni? Henry salutò con un ampio sorriso Bess e George e ri­spose: - Ho telefonato ai Bardot e ' mi hanno detto che voi tre stavate venendo qui. Ho proposto a mio padre di fare una

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commissione per lui ad Orléans - aggiunse il ragazzo fran­cese - cosi mi ha prestato la sua macchina. Nancy, spero che tu e le tue amiche non siate troppo occupate e clie pos­siate fare una corsa in macchina con me. Bess e George declinarono gentilmente l'invito, ma spinse­ro N ancy ad accettare. - Siete sicure che non desiderate venire? - chiese Nancy. Le cugine risposero di no, che sarebbero andate diretta­mente all'albergo dove avevano deciso di pernottare. Nan­cy diede le chiavi dell'auto a George e promise di raggiun­gerle pili tardi in albergo. Il gruppo lasciò la cattedrale e il giovanotto condusse N ancy alla sua macchina. - Hai trovato quell'arabo? - chiese. Quando la compagna scosse la testa, aggiunse: - Ero in un ufficio postale stamattina e ho visto un tale che somigliava a quello del tassi. - Travestito? - chiese Nancy. - No, in vestiti normali. Stava lasciando lo sportello dei francobolli. - La cosa è molto interessante, Henry! - esclamò la ra­gazza, chiedendosi se quell'uomo potesse essere Louis Au­bert, il maestro di scuola. Certamente sembrava plausi­bile. « Lo scoprirò questa sera » pensò, decisa a godersi l'uscita pomeridiana. Henry guidò fino ad un bel posticino sul fiume e prese a nolo una canoa. Remarono a lungo, scoprendo via via alcune piccole in­senature. Nancy era incantata dal paesaggio, ora boscoso, ora di prati verdeggianti.

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Il suo compagno si rivelò pieno di spirito e raccomò la sua vita di studente alla famosa Sorbona di Parigi. - Un giorno diventerò avvocato - egli rise. ~Allora ti da­rò alcuni misteri da scoprire. · Disse çhe la signora Tremaine gli aveva confidato che Nan­cy era un'investigatrice dilettante. - Attenderò con impazienza il tuo primo incarico - rispo­se Nancy con gli occhi che le scintillavano. Il tempo passò veloce e soltanto il sole che tramontava le ricordò che avrebbero dovuto ritornare. Quando Henry si arrestò al porticciolo dove aveva noleg­giato la barca, il proprietario gli disse che era arrivato per lui un messaggio telefonico. - Lei è il signor Henry Dumont? _ Quando il giovanotto annui, gli comunicò che avrebbe do­vuto chiamare suo padre, non appena fossero sbarcati, e si allontanò. Henry sorrise: - Mio padre ha certo indovinato dove sarei andato! Per favore aspetta qui, Nancy. Tornerò subito. Quasi subito, appena si fu allontanato, una barca a remi

. usci da sotto il porticciolo e urtò contro la canoa. Spaventata, Nancy si girò per scrutare in viso l'uomo dalla gran barba. L'istinto le disse di fuggire, ma non ne ebbe il tempo. - Oh no, non ci riuscirai - esclamò l'uomo, brusco. - Stai cercando di risolvere un sogno. Bene, ti darò io qualcosa su cui sognare! Nancy si mise a gridare, ma lo straniero la raggiunse e le copri la bocca con una mano. Con l'altra la colpi in viso tanto forte che essa cadde stordita nell'acqua!

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L'acqua fredda fece tornare Nancy allo stato di semico­scienza, cosi essa trattenne automaticamente il respiro mentre andava sott'acqua. Quando tornò a galla, tentò di nuotare, ma non aveva ab­bastanza forza. « Devo stare a galla » pensò la ragazza confusamente e cercò di spingersi verso l'alto. La sonnolenza stava impadronendosi di lei. « Non devo abbandonarmi al sonno » pensò disperata­mente.' Nel frattempo Henry era sulla via del ritorno. Vedendo Nancy che galleggiava immobile sull'acqua, corse a tutta velocità fino alla fine del porticciolo e spiccò un lungo tuf­fo versò di lei. - Nancy! - gridò. - Sto bene, appena un po' debole - fu la risposta. Henry mise una mano sotto il mento di Nancy e con deli­catezza la trascinò a riva. Qui giunto, mise un braccio sot­to le sue spalle ed aiutò la ragazza, le cui ginocchia tre­mavano, fino all'uft)cio del proprietario della barca. Gli occhi di questi sbatterono increduli, ma non domandò nulla. Versò invece una tazza di caffè forte da una caffet­tiera che bolliva lentamente su di una piastra del gas. Nancy bevve il caffè e presto senti che le ritornavano le forze. Finalmente, quando fu in grado di parlare, rac­contò la sua storia. Il proprietario della barca rimase assai scosso e chiamò su­bito la polizia per denunciare lo straniero con la barba. Henry si accigliò. L'incidente, disse a Nancy, sembrava a-

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vere a che fare con il suo messaggio telefonico. Suo padre non lo aveva chiamato. - Evidentemente il malvagio ha progettato tutto per farti del male, Nancy. Non avrei dovuto lasciarti sola. - Non rimproverarti - lo pregò Nancy. - Ed ora, se non ti rincresce, vorrei tornare in albergo ad asciugarmi. Henry, per favore, prendi la mia borsa dalla canoa se è ancora li. Fortunatamente la borsa c'era e poco dopo Henry depose la ragazza inzaccherata al suo albergo. - Ti telefonerò domani per sapere come stai - disse Henry. - Grazie mille di tutto - rispose Nancy - e se trovo quel-l'arabo, te lo farò sapere. Quando raggiunse la camera delle ragazze, George e Bess incominciarono a prenderla in giro, come se Henry l'a­vesse inzuppata gettandola nel fiume, ma subito si fecero serie, quando Nancy raccontò la sua avventura. - Che cosa terribile! - esclamò Bess. - Sembra che tu non sia sicura da nessuna parte, Nancy. Che cosa voleva dire circa il sogno? - Immagino abbia scoperto qualcosa circa il sogno della signora Blair - rispose l'amica. - Chi sarà mai? Tutto è successo tanto in fretta che non ho notato altro che i suoi baffi. - Scommetto che erano falsi! - dichiarò George. Il morale di Nancy si sollevò, dopo aver fatto la doccia ed essersi cambiata. Insistette che andassero a far visita agli Aubert dopo una leggera cena. Le ragazze ebbero un po' di difficoltà a trovare la casa della coppia, ma infine si fermarono davanti ad un picco­lo bungalow. Non appena scese dall'auto, si domandarono se avrebbero finalmente incontrato' il loro nemico Louis Aubert.

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Alla suonata del campanello f . uomo che certo non era quello : -=­Essa gli chiese educatamente se : - Sf, signorina, desidera vedern::l -- Sf, se ha un po' di tempo, e yc_ -moglie. - Entri, prego, la chiamerò. Egli condusse le ragazze dall" _ giorno, arredato semplicemen e. ~ salf di sopra. Poco dopo le ragazze sentiro o -scendevano. Erano tutte tese. Avrebbero in._ signora Blair? Avrebbe essa _:_: che tanto turbava? Il maestro e la moglie entraro::_ -ed egli la presentò alle giovar::. La signora Aubert, snella e co:: ~ spressione imbarazzata: - Desiderate vedermi? - Sf - rispose Nancy. - Siamc .::- -ex-allieva del signor Aubert. P~ sita senza preavviso. La donna sorrise: - In realtà sono lusingata solito i nostri visitatori chie -­Nancy spiegò come la donn :._ caso che esse stavano cer ,,- -Louis Aubert. - Estelle ci ha indirizzato q · suo nome da ragazza era :\1- -

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..::re Alla suonata del campanello fatta da Nancy, rispose un uomo che certo non era quello sospetto. Essa gli chiese educatamente se fosse il signor Aubert. - Si, signorina, desidera vedermi? - Si, se ha un po' di tempo, e vorrei parlare anche con sua moglie. - Entri, prego, la chiamerò. Egli condusse le ragazze dall'ingresso fino ad un lindo sog­giorno, arredato semplicemente. Poi tornò in ingresso e sali di sopra. Poco dopo le ragazze sentirono i passi di due persone che scendevano. Erano tutte tese. Avrebbero incontrato la governante della signora Blair? Avrebbe essa risolto il mistero del sogno che tanto turbava? Il maestro e la moglie entrarono nella stanza di soggiorno ed egli la presentò alle giovani. La signora Aubert, snella e con gli occhi scuri, aveva un'e­spressione imbarazzata: - Desiderate vedermi? - Si - rispose Nancy. - Siamo state indirizzate qui da una ex-allieva del signor Aubert. Per favore, scusi la nostra vi­sita senza preavviso. La donna sorrise: - In realtà sono lusingata che desideriate vedere me. Di solito i nostri visitatori chiedono di mio marito. Nancy spiegò come la donna dei Dupont avesse sentito per caso che esse stavano cercando il signore e la signora Louis Aubert. - Estelle ci ha indirizzato qui. Signora Aubert, per caso il suo nome da ragazza era Manon?

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Con grande dispiacere di Nancy e delle cugine, la donna scosse il capo: - No; posso chiedervi perché volete saperlo? Nancy chiari che la signorina Manon era stata la gover­nante della signora Blair. - Siamo ansiose di trovarla, perché ci possa dare alcune informazioni sull'infanzia della signora. Il maestro e sua moglie si mostrarono comprensivi e pro­misero che se si fossero imbattuti in qualsiasi traccia che conducesse all'altra signora Aubert, glielo avrebbero fatto sapere. George intervenne: - Signor Aubert, non le è mai capitato di imbattersi in un altro con il suo stesso nome? - Si; non l'ho mai incontrato di persona, ma della posta per lui è arrivata qui per sbaglio. · Subito Nancy ricordò quanto aveva detto Henry circa l'uo­mo all'ufficio postale. - Vuol dire che la posta dell'altro signor Aubert arriva a casa sua? Il maestro sorrise: - Sono molto conosciuto alla posta. Quando arrivano del­le lettere per Louis Aubert ad Orléans senza l'indirizzo della strada, vengono naturalmente consegnate a me. Nancy chiese speranzosa: - Vi era l'indirizzo del mittente? Aubert scosse la testa: - No, ecco perché ho aperto le buste. Naturalmente, quando ho scoperto che non erano indirizzate a me, ho re­stituito le lettere alla posta. - Come erano firmate? - Non v'era alcuna firma, semplicemente l'iniziale C.

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Le ragazze si scambiarono un'occhiata. C avrebbe potuto significare Claude, il fratello di Louis. Tutta eccitata, Nancy chiese: - Potrebbe riferirmi il contenuto di qualche lettera? Aubert rispose: - Di solito non me lo ricorderei, ma queste lettere erano insolite. Erano scritte quasi tutte in simboli e numeri. Il numero 9 aveva una particolare importanza. Le tre visitatrici erano esultanti. Certamente avevano tro­vato un indizio prezioso! Bess aggiunse: - Ha ricevuto una di queste lettere recentemente, signor Aubert? - No, nelle ultime due settimane nessuna. Durante la conversazione che ne segui, risultò che come hobby il maestro di scuola aveva studiato un bel po' l'al­chimia. Subito Nancy gli disse che solo poco tempo prima aveva imparato qualcosa riguardo a quella scienza, ed accennò in modo particolare al simbolo del Leone Verde. La sua osservazione spinse il signor Aubert ad iniziare una lunga ed interessantissima discussione sulla scienza me­dioevale. Prese una lavagna portatile da un'altra stanza e con un pezzo di gesso disegnò un cerchio con un punto al centro di esso. - Questo era il simbolo del sole - disse. Poi disegnò una mezza luna sul lato sinistro della lavagna e sul destro un altro segno che - spiegò - gli alchimisti usa­vano per indicare la luna. Il simbolo sembrava una virgo­letta, soltanto un po' piu grande. - Nei tempì antichi gli alchimisti e gli astrologi lavorava­no in stretta collaborazione. Le posizioni dei pianeti in al-

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cuni giorni erano importantissime. I metalli e i prodotti chimici venivano chiamati secondo i corpi celesti. Per e­sempio il mercurio che usiamo oggi in laboratorio pren­deva il nome dal pianeta Mercurio. Egli schizzò il simbolo e Bess incominciò a ridacchiare: - Questo segno mi fa pensare ad uno spaventapasseri con addosso solamente un cappello sfasciato! Tutti risero, poi il maestro continuò: - Ho tradotto una lettera di Aubert, il cui significato era: « Trasforma rapidamente tutto l'oro in argento con il mer­curio ». - È molto strano scrivere in questo modo. Anche colui che scrive deve interessarsi di alchimia. Nancy aveva esattamente la stessa idea. Non soltanto il si­gnor Nove era un chimico, ma anche suo fratello avrebbe potuto esserlo! Ma quale era il legame tra i due fratelli e il segreto del si­gnor Leblanc? Stava forse il finanziere comperando i di­ritti di qualche importante formula inventata dai gemelli Aubert? ' Mentre la nostra investigatrice stava meditando . su questo, il maestro prese ancora il gesso in mano. - Tutto quello che riguarda i numeri è veramente affa­scinante - disse. - Prendete il 9 che appare cosi di frequen­te nelle altre lettere · di Louis Aubert. Il numero era consi­derato un segno di immortalità. Alla lavagna scrisse 9 = 9 e poi il numero 18. Come se stesse rivolgendosi a degli studenti, il maestro continuò: - La somma delle cifre dei multipli successivi del 9 è co­stante. Per esempio, se prendiamo 18 che è 2 volte 9, ed aggiungiamo 1 a 8, otteniamo 9. - Egli sogghignò: - Chi può indovinare il prossimo multiplo di 9?

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Per scherzo George alzò la mar: : - È come se fossi ritornata a -riso. - Il terzo multiplo di 9 è:- -a 9. - Bene - disse il maestro. - E =:.: rebbe di rispondere lei alla p '"'-"-'-~ - Non sono mai stata brava in----­ridacchiando - ma ricordo che -3 al 6 ed ottieni il 9 ! - Esatto - disse il signor A ~ - _ mente vero fino a novanta. D ; ~ tipli di 9. Le ragazze erano affascinate e s::.:::=:::i:i• sentirne di piu, ma Nancy no-,.. abbastanza tempo agli Auber: - Abbiamo avuto una belli.:; ·­dosi. Venti minuti dopo le giova · c..---~ ........ ber go. Mentre si preparavano per a::.: - Io continuo a pensare che Nove, abbia gettato una speé~ -Leblanc. Tutto questo affare -: =::.::::::::i .. magia nera. George si fece beffe di q ues ·:: =­

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Per scherzo George alzò la mano: - È come se fossi ritornata a scuola - disse con un sor­riso. - Il terzo multiplo di 9 è 27. Infatti 2 pili 7 è uguale a 9. - Bene - disse il maestro. - E signorina Marvin, che ne di­rebbe di rispondere lei alla prossima domanda? - Non sono mai stata brava in matematica - ammise Bess ridacchiando - ma ricordo che 4 per 9 fa 36. Aggiungi il 3 al 6 ed ottieni il 9 ! - Esatto - disse il signor Aubert. - Questo è assoluta­mente vero fino a novanta. Dopo le somme diventano mul­tipli di 9. Le ragazze erano affascinate e sarebbero state contente di sentirne di piu, ma Nancy notò che avevano fatto perdere abbastanza tempo agli Aubert. - Abbiamo avuto una bellissima serata - aggiunse alzan­dosi. Venti minuti dopo le giovani americane erano nel loro al­bergo. Mentre si preparavano per andare a letto, Bess osservò: - Io continuo a pensare che Louis Aubert, alias il signor Nove, abbia gettato una specie di incantesimo sul signor Leblanc. Tutto questo affare di alchimia mi fa pensare alla magia nera. George si fece beffe di quest'idea. - Io credo che il signor Nove sia un semplice truffatore che sta derubando il signor Leblanc senza pietà. Ciò che dobbiamo fare è provarlo. - Non è cosa da poco! - Nancy aggrottò le sopracciglia. - Ritengo che ciò che dobbiamo fare adesso è trovare Lu-cille Manon Aubert. Ho il sospetto che sia questa la chiave che risolverà almeno un mistero.

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Il mattino seguente le ragazze partirono presto per il ca­stello dei Bardot e due ore dopo si fermaronò sul viale. La signora Bardot in persona apri la porta. Subito notaro­no un'espressione preoccupata sul suo viso ed ebbero il presentimento che avesse cattive notizie per loro. - Che c'è che non va, signora Bardot? - domandò Nancy. La voce della francese tremò: - Il mio piccolo barboncino Fifi è scomparso! - Mio Dio! - esclamò Bess. - Vuol dire che è scappato? La signora scosse la testa: - Fifi era chiusa in casa e non avrebbe potuto àndarsene di sua spontanea volontà. Ma in qualche modo la cagnina era scomparsa. '

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- Povera Fifi! - soggiunse Bess. - Deve esser stata ru­bata! - Ma è impossibile! - disse la signora Bardot. - Tutte le finestre e le porte al primo piano erano chiuse a chiave. Se qualche ladro fosse entrato, avrebbe dovuto avere la chiave. Ma dove l'avrebbe presa? - Le spiace se facciamo un'accurata perlustrazione in ca-

. sa? - chiese Nancy. - Oh, per favore, fatela! Dobbiamo trovare Fifi! - Gli oc­chi della loro ospite si riempirono di lacrime. Il gruppetto si divise per iniziare la caccia, ma senza alcun successo. Con il passare del tempo, Nancy si convinse sempre piu

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che qualche intruso era riuscito a · -tando che il cane potesse essere s :­una sistematica ricerca in tutti gli ~ trovò Fifi. Finalmente l'unico posto inesplor : fitta della casa. Vi era una porta ai : vi conduceva. Nancy l'apri e sali. Una volta arrivata in cima alla -nella piccola stanza quadrata, ili·~-~­. una miri usco la finestra. - Oh! - gridò. Nel centro del pavimento su un ,-=-­giaceva Fifi ! · Dal momento che il cane non si = Nancy temette che non fosse viYc. -rese conto che Fifi respirava ma un forte odore di medicinale into:­suppose che il cane fosse stato ' = abbaiare. Andò su tutte le furie. gliacco? Ma non c'era tempo ora -do i gradini a due a due si pre i:; -gridò ad alta voce: - Venite, presto! Ho trovato Fili::.=-La signora Bardot usci da una s --- Sta bene? - chiese tutta preo -: - Penso di sf - rispose Nancy - m2. = terinario la visiti il pili presto po.::.::_.: -Nel frattempo il signor Bardot e~ Si offerse di telefonare alla polizi_ -no in soffitta. Anche Bess e Geo:-g= _ modo in cui era stato trattato il b -__ In breve tempo arrivò il veterinari . _

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· che qualche intruso era riuscito ad entrare in casa. Sospet­tando che il cane potesse essere stato nascosto, incominciò una sistematica ricerca in tutti gli armadi a muro, ma non trovò Fifi. Finalmente l'unico posto inesplorato era la torre sulla sof­fitta della casa. Vi era una porta ai piedi di una scala che vi conduceva. Nancy l'apri e sali. Una volta arrivata in cima alla scala, si guardò intorno nella piccola stanza quadrata, illuminata da ogni lato da

. una miri usco la finestra. - Oh.! - gridò. Nel centro del pavimento su un vecchio tappeto sbiadito giaceva Fifi! · Dal momento che il cane non si mosse al suo avvicinarsi, Nancy temette che non fosse vivo. In un attimo, però, si rese conto che Fifi respirava ma era priva di sensi. C'era un forte odore di medicinale intorno all'animale e Nancy suppose che il cane fosse stato drogato per impedirgli di abbaiare. Andò su tutte le furie. Chi era stato tanto vi­gliacco? Ma non c'era tempo ora di pensare a ciò. Facen­do i gradini a due a due si precipitò al secondo piano e gridò ad alta voce: - Venite, presto! Ho trovato Fifi nella torre! La signora Bardot usci da una stanza da letto: - Sta bene? - chiese tutta preoccupata. - Penso di si - rispose N ancy - ma è necessario che un ve-terinario la visiti il pili presto possibile. È priva di sensi. Nel frattempo il signor Bardot era apparso nel corridoio. Si offerse di telefonare alla polizia mentre gli altri correva­no in soffitta. Anche Bess e George erano indignate per il modo in cui era stato trattato il barboncino. In breve tempo arrivò il veterinario, esaminò Fifi e dichiarò

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che l'intruso le aveva iniettato una droga che faceva dor­mire a lungo. - Tuttavia si riprenderà perfettamente - disse con tono rassicurante alla signora Bardot - e non credo abbia bi­sogno di cure. Lasciatela dormire finché l'effetto della dro­ga sarà passato. Mentre il veterinario stava andandosene arrivarono due funzionari di polizia. Essi parlarono brevemente con il dot­tore, poi incominciarono ad interrogare i Bardot. - Abbiamo poco da dire - incominciò il signor Bardot. -Mia moglie ed io non abbiamo sentito nessun rumore in­solito la notte scorsa. - Poi presentòle ragazze americane, segnalando in particolare N ancy: - La signorina Drew è qui per risolvere un mistero. Forse può aiutarvi. Tutti e due i poliziotti la guardarono accigliati e N ancy fu sicura che il suggerimento del signor Bardot non era stato molto gradito! Rivolta ai poliziotti, disse: - Sono certa che non vi lascerete sfuggire nessùn eventua­le indizio lasciato dall'intruso, ma se non vi rincresce desi­dererei fare personalmente qualche ricerca. I poliziotti annuirono rigidamente, poi dissero che deside­ravano vedere il luogo in cui il cane era stato trovato. I Bardot li condusse·ro alla torre. Dopo che se ne furono an­dati George s.ussurrò: .:._ Nancy, ti ifido a risolvere il mistero prima di loro! Bess ed io ti aiuteremo a scoprire alcune tracce prima che ri­tornino! Nancy sogghignò: - Va bene, iniziamo! Mentre le ragazze stavano perlustrando il primo piano Bess osservò:

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- Nancy, ti rendi conto che diverse centemente sono state visitate da -- Esatto - rispose Nancy - ma in _ "" che la persona cercasse me o vole -=- ~ oggetto di valore. - Se cosi fosse stato - disse Geo g= -be ingannato perché noi eravamo con noi i passaporti, il denaro e i _ Nancy esaminò la porta di cucine. -serratura yale, ma quando provò "" dura da girare. - Ecco come è entrato l'uomo -rie chiavi prima di trovare quella _ cato la serratura. - Non è che un comune scassin2.:_ - Probabilmente ha rubato qual Nel frattempo la polizia e i Bar · -piano. George subito rivelò: - Nancy ha scoperto come è e Raccontò quindi della serratura e - Lo scassinatore ha addorme=.-- ­svegliasse qualcuno abbaiando ; dot di trovarla subito e di a .;-~-= sulla torre . I due funzionari di polizia fìs.s.:.­incredula. Finalmente tutti e -~ -'-.--.. do N ancy ed uno di loro disse: - Devo ammettere che ha un ~~-~.

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- Nancy, ti rendi conto che diverse case in cui sei stata re­centemente sono state visitate da un intruso? - Esatto - rispose Nancy - ma in questo caso non ritengo che la persona cercasse me o volesse prendere qualche mio oggetto di valore. - Se cosi fosse stato - disse George - certamente si sareb­be ingannato perché noi eravamo via e avevamo portato con noi i passaporti, il denaro e i gioielli. Nancy esaminò la porta di cucina all'esterno. Aveva una serratura yale, ma quando provò la chiave scopri che era dura da girare. - Ecco come è entrato l'uomo - concluse. - Ha tentato va­rie chiavi prima di trovare quella giusta ed ha quasi bloc­cato la serratura. - Non è che un comune scassinatore - dichiarò George. - Probabilmente ha rubato qualcosa in casa. Nel frattempo la polizia e i Bardot erano ritornati al primo piano. George subito rivelò: - Nancy ha scoperto come è entrato l'intruso! Raccontò quindi della serratura e aggiunse: - Lo scassinatore ha addormentato Fifi in modo che non svegliasse qualcuno abbaiando, poi per impedire ai Bar­dot di trovarla subito e di avvisare la polizia l'ha portata sulla torre. I due funzionari di polizia fissarono le ragazze con aria incredula. Finalmente tutti e due sogghignarono guardan­do N ancy ed uno di loro disse: - Devo ammettere che ha un ottimo istinto da investigatri­ce, signorina Drew, come pure la sua amica. È probabile che voi tre possiate aiutarci ancora.

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- Si, possiamo - intervenne Bess. - Ritengo che il signor e la signora Bardot si accorgeranno che manca qualcosa. Il signor Bardot andò subito nel suo studio, spalancò il primo cassetto della scrivania ed esclamò: - Bene! Almeno il ladro non cercava denaro. I biglietti di banca che tenevo qui in una busta ci sono tutti. Nel frattempo la signora Bardot era corsa su nella sua ca­mera. Dopo un minuto gli altri la sentirono gridare: - Non ci sono piu! I poliziotti si precipitarono su per la scala seguiti dalle ragaz~e e dal signor Bardot e tutti insieme invasero la stanza. - Tutti i miei gioielli d'oro! - esclamò la signora Bardot respirando affannosamente. - Alcuni erano vecchissimi e di gran valore e appartenevano d,a moltissimo tempo alla mia famiglia! · Questo secondo colpo fu troppo per la signora Bardot. Si lasciò cadere in una poltrona .e incominciò a piangere. Suo marito le si avvicinò per confortarla: - Su, su cara, non lasciarti sconvolgere. Fifi starà bene e tu in ogni caso indossi raramente i vecchi gioielli. Sua moglie si asciugò gli occhi e quando la polizia chiese una descrizione dei pezzi mancanti, aveva riacquistato la calma, tanto da poter dare loro un elenco completo. Nancy chiese se era stato rubato qualcos'altro, ma la si­gnora Bardot scosse la testa. « L'intruso deve aver cercato soltanto l'oro » pensò e chie­se se vi fosse qualcos'altro in casa. - Alcuni cucchiaini nella credenza - rispose la signora Bar­dot - e una splendida collezione di tazze per bambino. Corse giu dov'era la credenza e apri il primo cassetto. - I cucchiaini non ci sono pili! - Tirò ancora piu in fuori

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il cassetto e gridò: - Anche le tazzine sono scomparse tut­te! Ce n'era una che appartenne ad una regina. Ha un va­lore inestimabile. I Bardot aprirono tutti i cassetti della casa nonché gli ar­madi, per esaminarne il contenuto. Niente altro era stato rubato. La polizia non fece alcun commento ma prese ap­punti. La stessa Nancy si domandò se l'intruso non avesse una mania-per l'oro. Improvvisamente le venne in mente il Leone Verde e il signor Nove-Louis Aubert. «Che sia lui lo scassinatore? » si chiese. Fu tentata di comunicare alla polizia i suoi sospetti sull'uomo, ma decise che, non avendo alcuna prova, era meglio di no. Pensò invece di consultare suo padre, e quando i poliziotti se ne furono an­dati gli telefonò. Fortunatamente lo raggiunse subito. Egli ascoltò attentamente il racconto delle avventure di sua fi­glia e fu d'accordo con lei che Louis Aubert era un proba­bile sospetto per i furti nel castello. - Certamente doveva sapere che la signora Bardot posse­deva oggetti d'oro. Spero possano essere ricuperati - disse l'avvocato. Nancy accennò alle strane lettere che l'insegnante Aubert aveva ricevuto per sbaglio. Poi chiese a suo padre se pen­sava che l'ambiguo Louis Aubert, fingendosi un chimico, desiderasse l'oro per usarlo in qualche esperimento. - È molto probabile - fu la risposta del signor Drew. Il padre di N ancy disse che anche lui aveva alcune notizie: aveva saputo che Leblanc aveva recentemente acquistato una partita di diamanti non tagliati. - Il motivo non è molto chiaro - aggiunsè il signor Drew. -Non sarebbe certamente verosimile che avesse compera­to un tal quantitativo di pietre per farne dei gioielli ·e i diamanti non hanno alCun valore commerciale per lui;

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infatti non li adoperano nella sua fabbrica. - Il signor Drew continuò dicendo che Leblanc aveva avvisato che la sua fabbrica avrebbe chiuso tra un mese. - Naturalmente i suoi impiegati sono in uno stato di so­vraeccitazione. - È orribile! - esclamò Nancy. - Papà, che cosa possiamo fare? Il signor Drew sospirò: - Non mi sembra di aver fatto molta strada fino ad ora, ma oggi ho invitato Leblanc a colazione. Spero di riuscire a scoprire qualcosa senza insospettirlo. - Per favore, fammi sapere quello che succede - chiese Nancy - ed io a mia volta ti terrò informato. Buona for-tuna, papà, ciao. . Poco tempo dopo i Bardot e le loro ospiti si sedettero a tavola per pranzare. Improvvisamente la signora Bardot disse: - Con tutta l'eccitazione che c'è stata mi sono completa­mente dimenticata che è arrivata una lettera di Marie e Monique. Hanno alcune notizie particolarmente interes­santi per te, Nancy. Per inciso, tutti a casa tua stanno bene e le nostre figliole stanno divertendosi un mondo. Va­do a prendere la lettera. La signora Bardot si alzò e andò nella stanza di soggiorno. Ritornò dopo pochi istanti e tese la busta a Nancy. - Leggo ad alta voce? - chiese questa. - Si, per favore - rispose il signor Bardot. Il messaggio per Nancy era quasi alla fine della lunga let­tera. Diceva che il poliziotto che sorvegliava di notte Clau­de Aubert capiva il francese e che il giorno prima che fos­se scritta la lettera aveva sentito il prigioniero mormorare nel sonno: « Pendio, boschi, rovine, vai a Chamb ... »

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- Che cosa vuol dire tutto ciò? - · - La mia non è che una sup!J'--0-"----Bardot - ma credo che Chamb bord, cioè uno dei più bei caste ·; - -- Farò senz'altro delle indag· · -Ricordava che nel diario della si.: rimento alle rovine, che erano fre~_-~...., Chateau Loire. Forse anche lei avrebbe avuto Chambord assieme a Bess e Geo:-;= Nancy chiese se nel castello vi Il signor Bardot rise: - Se mi chiedi dei novantanoYe .:: te. C'è una doppia scala a spi ra:~ -----sta architettonico e per il suo ~ =-e _

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:-- Che cosa vuol dire tutto ciò? - intervenne George. - La mia non è che una supposizione - disse il signor Bardot - ma credo che Chamb potrebbe voler dire Cham­bord, cioè uno dei più bei castelli della valle della Loira. - Farò senz'altro delle indagini - soggiunse Nancy. Ricordava che nel diario della signora Blair c'era un rife­rimento alle rovine, che erano frequentate da spettri, di un Chateau Loire. Forse anche lei avrebbe avuto l'occasione di andare a Chambord assieme a Besse George. Nancy chiese se nel castello vi fossero delle scale speciali. Il signor Bardot rise: - Se mi chiedi dei novantanove gradini non so dirti nien­te. C'è una doppia scala a spirale, famosa dal punto di vi­sta architettonico e per il suo genere insolitamente ampia e decorata. Non appena il pasto fu terminato Nancy suggeri che lei e le cugine visitassero Chambord. Bess e George furono entusiaste ed ansiose di andarvi. Le tre ragazze si portarono dietro una valigia nel caso aves­sero dovuto passare fuori la notte. Salirono sulla macchi­na che avevano noleggiato e Nancy si avviò giu per il viale. Mentre si avvicinava alla strada, notò una macchina che le veniva incontro e schiacciò il freno. Con sgomento si accorse che non funzionava. La macchina continuò ad avanzare. Chinatasi allora in avanti azionò il freno a mano, ma an­che questo non àndava. Con il cuore in gola si rese conto che non era assolutamente possibile fermare la macchina, che prosegui la sua strada proprio nella direzione dell'au­tomobile che sopraggiungeva.

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Le tre ragazze erano pietrificate. Nancy non avrebbe po­tuto fare niente per evitare la collisione. L'altra macchi­na: era vicinissima, ma con un forte stridere di freni il suo conducente deviò bruscamente e riusci ad evitare l'urto per pochi centimetri. L'auto di Nancy attraversò la strada in folle e si fermò contro un argine. Le ragazze spaventate mormorarono una preghiera di ringraziamento. L'uomo al volante dell'altra vettura si era fermato ed ora apostrofava Nancy: - È pazza? - gridò verde dalla rabbia. Poi iniziò una filip­pica in francese tanto veloce che le ragazze poterono af­ferrare soltanto parte di ciò che diceva. In ogni caso ca­pirono abbastanza per rendersi conto che anche lui aveva avuto una paura tremenda. - Dovrei farvi arrestare - strillò. Nancy incominciò a scusarsi ma non ebbe il tempo di fi­nire: l'irato guidatore mise in moto la macchina e si af­frettò giu per la strada. Nancy si voltò allora tremante ver­so le cugine: - Vi rendete conto di quanto siamo state fortunate? - Certamente - rispose George tutta eccitata - che cosa si è guastato nella macchina? Nancy le disse che né l'uno né l'altro dei freni aveva fun-zionato. · - È meglio che mi muova - aggiunse poi - altrimenti bloc­co la strada. Fece una lenta retromarcia nel viale e si fermò sul mar­gine della strada. I Bardot, che avevano assistito alla scena da una finestra,

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si precipitarono immediatamen-'°" - Grazie al cielo siete salve! - ~ - Che cosa è successo? Nancy raccontò in breve l'acca · chiese subito: - Hai avuto qualche difficoltà ~ mattina? - Nessuna, andava benissimo -ra che qualcuno ha manomesso ~ .:.__ - Ma quando? - chiese Bess. - Probabilmente durante le no:::--= spose Nancy. - Ritengo inoltre ·.:. volesse impedirmi di investigc._::: Chambord. - Chi sospetti? Louis Aubert? - · - Si - rispose Nancy. - Probau~.----~-dopo che la polizia se ne è a:: -visto, la nostra conversazione. ~-----­che suo fratello ha borbottato ::::.= s=:::mlll pere i nostri progetti, ha decis qualco.sa per fermarci. - Deve essere un buon mec - · -i freni con tale abilità - fu il cc== Nancy le ricordò che .si sup scienziato, in tal caso probab·~;·-~-........ noscenza di meccanica. - Se avesse sgonfiato i pne -~ -non ci avrebbe ostacolato a '.::_ scelto qualcosa di pili difficile. Il signor Bardot corse in cas;;:. ~ zione di servizio ma ritornò e=- -- Possono mandare un uo

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si precipitarono immediatamente incontro alle ragazze: - Grazie al cielo siete salve! - esclamò la signora Bardot. - Che cosa è successo? Nancy raccontò in breve l'accaduto e il signor Bardot le chiese subito: - Hai avuto qualche difficoltà con la macchina questa mattina? - Nessuna, andava benissimo - si accigliò. - Sono sicu­ra che qualcuno ha manomesso i freni. - Ma quando? - chiese Bess. - Probabilmente durante le nostre ricerche in casa - ri-spose Nancy. - Ritengo inoltre che la persona che l'ha fatto volesse impedirmi di investigare nelle rovine vicino a Chambord. - Chi sospetti? Louis Aubert? - intervenne George. - Si - rispose Nancy. - Probabilmente egli è ritornato qui dopo che la polizia se ne è andata ed ha ascoltato, non visto, la nostra conversazione. Quando ha sentito quello che suo fratello ha borbottato nel sonno ed è venuto a sa­pere i nostri progetti, ha deciso che era meglio fare subito qualcosa per fermarci. - Deve essere un buon meccanico per saper danneggiare i freni con tale abilità - fu il commento di Bess. Nancy le ricordò che .si supponeva che l'uomo :fosse uno scienziato, in tal caso probabilmente aveva una buona co­noscenza di meccanica. - Se avesse sgonfiato i pneumatici della nostra macchina non ci avrebbe ostacolato abbastanza a lungo, perciò ha scelto qualcosa di pili difficile. Il signor Bardot corse in casa per telefonare ad una sta­zione di servizio ma ritornò con brutte notizie: - Possono mandare un uomo a prendere l'automobile, ma

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non ce la fanno a sistemarla fino a domani. Se mi dicono che si tratta di sabotaggio, faccio un rapporto alla poli­zia. Nancy sorrise debolmente. Non disse in che stato d'animo era al pensiero di dover rinunciare al viaggio, ma i Bardot se ne resero conto. - Dovete prendere la nostra automobile - offerse il loro ospite. - Oh, grazie, ma non potrei - fu la risposta di Nancy. -Potrebbe averne bisogno lei. La signora Bardot sorrise dicendole che avevano molti amici nelle vicinanze che, in caso di emergenza, li avreb­bero aiutati. - Penso che voi ragazze stiate per fare un'importante sco­perta - aggiunse. - Noi desideriamo che andiate a Cham­bord. Forse risolverete il mistero dello strano sogno di mia sorella. Nancy finalmente acconsenti. I bagagli furono trasferiti sulla macchina dei Bardot e ancora una volta le ragazze partirono per Chateau Chambord. La loro recente, tormentata esperienza era del tutto di­menticata mentre ammiravano incantate il paesaggio che si stendeva davanti ai loro occhi. I papaveri crescevano ancora a profusione lungo la stra­da e i campi erano cosparsi di margherite e ranuncoli. Quando giunsero nella città di Chambord non tardarono a rendersi conto del perché il castello fosse la principale attrazione turistica. N ancy parcheggiò vicino ad esso e le tre ragazze scesero dalla macchina con esclamazioni di ammirazione e mera-viglia. , Il castello sorgeva al centro di un parco e lo si raggiungeva

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mediante un viale. La parte prir: .. -: tre piani con molte torri. Nel bel mezzo si ergeva un pin:-"':­tesca lanterna àlto come tutto il parti dell'ingresso principale e · sa facciata c'era una torre roton - Sono impaziente di vedere l'i ::=­Ma all'ingresso una guardia disse : __ - Spiacente, signorine, sta te 1- -

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mediante un viale. La parte principale dell'edificio era a tre piani con molte torri. Nel bel mezzo si ergeva un pinnacolo a forma di gigan­tesca lanterna alto come tutto il castello. Da entrambe le parti dell'ingresso principale e in ogni angolo dell'immen­sa facciata c'era una torre rotonda molto piu alta del tetto. - Sono impaziente di vedere l'interno - esclamò Bess. Ma all'ingresso una guardia disse loro: - Spiacente, signorine, sta terminando l'ultimo giro della giornata. Nancy dette un'occhiata al suo orologio da polso. Era piu tardi di quanto non pensasse, tuttayia, con il suo sor­riso piu seducente supplicò: - Per favore, finché il gruppo che sta facendo l'ultimo giro ritorna, potremmo dare un'occhiata quiintorno sol­tanto per un po'? La guardia si addolci: - Non posso lasciarvi andare da sole - rispose - ma vi mostrerò io alcune cose. Le fece entrare, chiuse la porta a chiave e le precedette. Quando le ragazze videro la doppia scala a spirale di pie­tra rimasero senza fiato dalla meraviglia. La guardia spie­gò loro con orgoglio che il disegno era unico. - Bisogna vedere per credere - esclamò Bess. - Di che epoca è? - Rinascimentale. Questa scala e in effetti tutto il ca­stello sono uno dei piu begli esempi di architettura rina­scimentale. Il castello è stato fatto costruire da France­sco I. Quel re era amante della caccia e i boschi qui in­torno a quell'epoca erano pieni di cervi e di cinghiali. Il gruppo sali al secondo piano e la guardia 10 condusse a visitare diverse stanze.

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Le ragazze si trovarono d'accordo con il loro accompagna­tore: le decorazioni, sebbene assai elaborate, erano di ot­timo gusto. La guardia disse sogghignando: - Potete essere contente di non vedere tutto. In questo castello ci sono 440 stanze, 13 grandi scale e vi è posto per 1200 cavalli. Bess esclamò: - Pensate a tutti i servi, i giardinieri e gli staffieri che deve aver avuto Francesco I ! La guardia rise: - Ha ragione, signorina, ma a quell'epoca un re era un re e doveva per forza avere un gran seguito. Con dispiacere le ragazze ritornarono al primo piano. Ri­tornate nell'ingresso N ancy ringraziò l'uomo per il giro speciale che aveva fatto fare loro, poi chiese se nella pro­prietà vi fossero delle rovine. - No - fu la risposta - questo posto è molto ben tenuto. Ci sono tuttavia alcune rovine in città, e naturalmente al­cune sono disseminate nella campagna. Le ragazze decisero di vagabondare nelle strade di Cham­bord. Non erano andate molto lontano quando Bess si lamentò: - Ho la strana sensazione che qualcuno ci osservi. Mi ren­de nervosa. Nancy non aveva prestato molta attenzione. Era troppo oc­cupata ad assorbire l'atmosfera del castello. Ma subito si rese conto che due ragazzi usciti da una delle case dal­l'altra parte della strada sembrava le seguissero. Sussur­rando qualcosa alle sue amiche improvvisamente fece un rapido dietro front. Bess e George la imitarono e tutte e tre partirono nella direzione opposta. I due ragazzi s1

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fermarono, e dopo essersi consultati un attimo, si giraro­no anch'essi e ripresero a pedinarle. - Scommetto che sono ladri di portafogli - disse Bess, in­timorita. - Tenete strette le vostre borsette. Nancy ascoltò il consiglio, ma la sua mente era occupata altrove. Cercare le rovine a cui aveva accennato Claude Aubert equivaleva a cercare un ago in un pagliaio. La giovane investigatrice decise di tentare prima di sapere se nelle vicinanze vi fosse un chimico. Se si, poteva darsi che si trattasse di Louis Aubert. Scusandosi con le sue amiche Nancy corse in una farmacia e fu seccata nel constatare che i due ragazzi entrarono al suo. seguito. A bassa voce si rivolse ad · un uomo vestito di bianco che le si fece in­contro. Ma la sua risposta poté essere sentita da tutti gli altri avventori. . - Non conosco nessun chimico nei dintorni. Perché me lo chiede? Nancy pensò rapidamente che doveva trovare una scusa. - Mi interesso di chimica - rispose - e credo che un bril­lante chimico viva da qualche parte nei dintorni. Con la coda dell'occhio poté rendersi conto che i due ra­gazzi sembravano non inteFessarsi pili alla conversazione. - Spiacente ma non posso esserle utile - disse il farmaci­sta. Nancy comperò qualcosa e lasciò il negozio. Quando rag­giunse il marciapiede i ragazzi erano fermi a metà strada verso il fondo dell'isolato, apparentemente intenti a di­scutere se fosse o no il caso di continuare a seguire le ra­gazze. Evidentemente decisero per il no, e andarono nella direzione opposta. Per un istante Nancy ebbe la tentazione di chiedere loro che cosa volessero scoprire, ma si tratten­ne.

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I ragazzi avrebbero potuto essere stati assunti come spie da qualche suo nemico. « Meglio lasciar stare » pensò. Mentre le tre ragazze si dirigevano di nuovo verso la stra­da principale Nancy chiese ad un passante se vi fossero rovine interessanti fuori della città. - Si, signorina - rispose l'uomo con cordialità - Chateau Loire. Vi consiglierei però di non andare là da sole a­desso. Sarebbe meglio vi faceste scortare da un robusto ra­gazzo. Le rovine si trovano lontano dalla strada ed è dif­ficile accedervi, sembra poi che siano abitate da vagabondi. Bess intervenne con prontezza: - Non andremo là in nes­sun caso, Nancy, non posso lasciarti correre questo rischio! Tuo padre non perdonerebbe mai né me, né George! L'uomo con cui stavano parlando rise. - Una decisione molto saggia! Nancy lo ringraziò per l'informazione e per l'invito alla prudenza e si avviò con le sue amiche alla macchina. Aveva appena messo in moto il motore quando una vet­tura sport bianca passò nella strada, abbastanza vicino per­ché le ragazze potessero dare un'occhiata al guidatore. - Il signor Leblanc! - strillò George. - È proprio lui! - esclamò Nancy girando la macchina. -Seguiamolo!

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Dopo pochi istanti Nancy e le ragazze erano già all'in­seguimento del signor Leblanc, ma egli guidava ad una tale velocità che Nancy ebbe paura di superarlo.

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George non sembrava preoccupata: - Spicciati! - la incoraggiò. Ma Bess aveva altre idee. - Se scoppia una gomma, arrivederci! - la mise in guar­dia. Fortunatamente la strada che si stendeva davanti a loro era diritta e Nancy pensò che sarebbe riuscita a non per­dere di vista il finanziere per un po'. George osservò che il signor Leblanc avrebbe potuto so­spettare di essere seguito. - Si - disse Nancy - e se lo fa, certamente non andrà dove ha in mente, a meno che non si tratti di affari leciti. La macchina sport avanzò a velocità sostenuta per diver­se miglia. Poi, dopo un breve tratto, Nancy vide una bru­sca curva. Il signor Leblanc non rallentò e la prese rumo­reggiando. « Non devo rischiare» pensò Nancy tra sé e sé., e rallen­tò quanto bastava per imboccare la curva in modo sicuro. Quando ebbero oltrepassato la svolta George, costernata, disse: - È sparito! - Ma dove? - chiese George. - Forse ad incontrare Louis Aubert? Nancy premette l'acceleratore e guidò ancora per alcune miglia. Leblanc era svanito. - Penso che non serva a niente - osservò - -l'abbiamo per­so! Concluse che il signor Leblanc doveva aver abbandonato la strada principale poco tempo dopo aver superato la curva. - Ritorniamo indietro e guardiamo se vi siano altre stra­de laterali.

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Guidò lentamente e subito le ragazze scorsero uno stret­to sentiero battuto attraverso i boschi. C'erano tracce di pneumatici. - Meglio non inoltrarsi là dentro - consigliò Bess. -Che cosa faresti se incontrassi qualcuno che sta uscendo? Nancy sorrise. - Hai proprio ragione! Parcheggiò la macchina lungo il bordo della strada e le ragazze procedettero a piedi lungo il sentiero sassoso. Erano sempre visibili le tracce dei pneumatici. Bess si lagnò che i piedi le facevano male. - Questo sentiero dev'essere l'opera dei boscaioli - disse - ma nessuno si è preoccupato di spianarlo. Dove pensi che conduca? - Spero a delle rovine - rispose Nancy - quelle .di cui parlò Claude Aubert nel sonno. Potrebbe trattarsi di Cha­teau Loire. Un po' pili avanti le ragazze si fermarono e sgranarono gli occhi. Davanti a loro stava un ammasso di rovine .di pietra. Era evidente che una volta era stato un piccolo e bel ca­stello. Una piccola parte dell'edificio era intatta, ma quan­do Nancy e le sue amiche si avvicinarono videro una se­zione che non aveva ancora sofferto i danni prodotti dal tempo. Le tracce dei pneumatici finivano bruscamente, eppure non si vedeva nessuna macchina. . - Penso che il signor Leblanc non sia venuto qui - sup­pose Bess. Si guardò intorno nervosamente ricordando ciò che la guardia aveva detto dei vagabondi. · Nancy non rispose. I suoi occhi fissavano una serie di gra­dini di pietra che conducevano sottoterra; Pensò che una

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volta probabilmente portavano a una cantina o persino ad una prigione sotterranea! - Contiamoli - insistette, e tirò fuori la sua torcia elet­trica tascabile. Bess e George le andarono dietro. Sarebbero stati novanta­nove? Nancy discese contando, mentre le cugine la seguivano al­le calcagna. Quand'ebbero raggiunto il trentacinquesimo gradino Nancy si fermò trattenendo il fiato. Circa dieci gradini pili in basso, ai piedi della scala, c'era un cavaliere vestito di un'armatura medioevale, che brandiva una spa­da. George e Bess strillarono dalla paura, ma Nancy, coraggio­samente, fece un altro gradino. Subito la figura in ar!lla­tura medioevale gridò in francese con voce spettrale: - Fermatevi o vi passerò a fil di spada. Bess si girò e risali a precipizio le scale. Nancy e George rimasero dov'erano, aspettando di vedere se il cavaliere sa­rebbe andato loro incontro. Invece restò dov'era e le am­moni di nuovo a non avanzare. ·ouesta volta, però, la sua voce sembrò un po' insicura. · Subito Nancy si insospettl e con sorpresa delle altre ra~ gazze parlò con voce tranquilla: - Suvvia, signor cavaliere, la smetta di fare degli scherzi! La figura lasciò cadere il braccio che teneva la spada e si mosse con irrequietezza prima su un piede e poi sull'altro. - Si tolga l'elmo - ordinò Nancy con voce calma. Il cavaliere alzò allora la visiera, rivelandosi un ragazzo di circa dodici anni. Bess e George furono sorprese dall'intuizione di Nancy. Sorridendo questa chiese al ragazzo: - Come ti chiami?

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Pierre, signorina - rispose. - Stavo solo fingendo, non castigarmi, non volevo minacciarti sul serio. - ·Non ti puniremo - lo rassicurò N ancy. - Dove hai preso quell'armatura? Il ragazzo disse che era di suo padre che gli permetteva di usarla per giocare. - Sapevo di questo vecchio castello - continuò il ragazzo - e ho pensato che sarebbe stato divertente venir qui e far credere alla gente di essere un guerriero vero. Bess, alquanto sconcertata, tornò a ridiscendere i gra­dini. - Ti sei fatto beffe di me, giovanotto! - disse. - Immagino che non aspettassi visitatori per il tuo spet-tacolo - aggiunse Nancy soffocando un sorriso. Pierre sogghignò e rispose di no. Poi le ragazze gli chiesero informazioni sulle rovine ed egli raccontò in breve la loro storia. La costruzione risaliva al quindicesimo secolo e non era Chateau Loire. - Non ci sono altre rovine nelle vicinanze? - lo interrogò Nancy. Il ragazzo rispose che c'erano altre rovine dall'altra par­te della strada, in mezzo ai boschi. - Credo sia Loire, ma non andateci - consigliò. - Suc­cedono strane cose. - Che cosa, ad esempio? - chiese George. - Oh, esplosioni e fumo che provengono dalle rovine, e talvolta capita di sentir cantare. - Cantare? - ripeté Bess. Pierre annui.

È una voce di donna. Tutti credono sia un fantasma. - Chi sono tutti? - volle sapere Nancy.

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Gli occhi di Bess si spalancarono per la paura. - Per favore, andiamocene di qui! Presto! Possiamo ritor­nare domani con la polizia. Ma Nancy e George desideravano andare avanti. N ancy disse: - Abbiamo bisogno di prove, Bess, se desideriamo l'aiuto della polizia. Non sappiamo ancora se questo sia il na­scondiglio del signor Nove. Desideri andartene? Bess degluti a fatica e chinò il capo. Le tre ragazze proce­dettero. Dopo pochi minuti Nancy si fermò bruscamente. - Ascoltate! Le cugine obbedirono. Pili avanti, da qualche parte, una donna cantava sottovoce. Nancy bisbigliò: -- È uno dei madrigali cantati da Marie e Monique. Fu colpita da un'idea elettrizzante. - Ragazze, la cantante potrebbe essere Lucille Manon Au­bert, la governante che ci stiamo dando da fare per trova­re! Suo marito Louis potrebbe essere qui anche lui. Nancy, tutta eccitata, incominciò a correre verso la voce che sembrava provenisse dai boschi alla sua destra. George e Bess la seguirono velocemente. - Ci stiamo avvicinando - disse Nancy, che era senza fia­to dall'ansia.

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Il canto cessò improvvisamente. Che i passi di Nancy e del­le cugine avessero messo in guardia la donna? Un attimo

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dopo le ragazze udirono quale i cespugli, ma il sottobosco era ro vedere chi era. - Pensi veramente che fosse L _ Bess. George rispose: - Se non ha nulla da nasconde:= - Ciò che mi lascia perplessa - -è l'ex governante della signora _::. con un imbroglione come Lou·- __ Aveva appena pronunciato <!-"""-,,. la prese per un braccio. - Guarda la.!L.· -~ Dava :. pra u::. -in ro\-=:._ reva vers­biondo-grigiastrì, e po­m. - Pensi che sia la go· -~ - Ha press'a poco ' -.:-diamo! Le tre ragazze si lru:~·~ ---~ raggiunsero il caste:.:. Era nascosta nelle -.; ~.,..,· -~

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dopo le ragazze udirono qualcuno avanzare a tentoni tra i cespugli, ma il sottobosco era troppo fitto perché potesse­ro vedere chi era. - Pensi veramente che fosse Lucille Aubert? - sussurrò Bess. George rispose: - Se non ha nulla da nascondere, perché è fuggita? - Ciò che mi lascia perplessa - disse N ancy - è che se lei è l'ex governante della signora Blair, come mai si è unita con un imbroglione come Louis Aubert? Aveva appena pronunciato queste parole quando George la prese per un braccio. - Guarda laggiu! Davanti a loro, ad una certa distanza, in una radura so­pra un pendio le ragazze scorsero l'angolo di un castello in rovina. Una donna era balzata fuori dai boschi e cor­reva verso le rovine. Era alta e slanciata, con i capelli biondo-grigiastri, e poteva avere circa cinquantacinque an­ni. - Pensi che sia la governante? - chiese Bess. - Ha press'a poco la stessa età - rispose Nancy. - An-diamo! Le tre ragazze si lanciarono su per la collina, ma quando raggiunsero il castello la donna era scomparsa. Era nascosta nelle vicinanze o se ne era andata da un'altra parte nel bosco? Improvvisamente N ancy disse: - Forse non avremmo dovuto rivelare la nostra presen­za. Può essere che la donna sia corsa ad avvisare qualcun altro. È meglio che ci nascondiamo! - Oh, si! - supplicò Bess - Non desidero essere colta di sorpresa da quell'orribile Louis Aubert.

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Le ragazze si accovacciarono dietro ad un gruppo d'albe­ri ed attesero per oltre dieci minuti.. Non si udiva alcun suono, a parte il cinguettio degli uccelli. Non c'era nessu­no in vista. Finalmente Nancy sussurrò: - Penso che adesso sarebbe il momento di muoverci. Vo­gliamo vedere se riusciamo a catturare alcuni fantasmi? - Sono pronta - rispose George, e Bess acconsenti di ma­lavoglia. Nancy le guidò nella direzione presa dalla donna; ma que­sta era scomparsa. Nancy, tuttavia, fu raggiante di scopri­re una ripidissima scalinata di pietra che portava nel se­minterrato del castello. Improvvisamente le ragazze per­cepirono un lieve rumore proveniente dal basso. Nancy era eccitatissima: intui che aveva trovato i famosi novantanove gradini. - Devo andare laggiu! - esclamò. George afferrò il braccio della sua amica: - Non da sola! - disse risolutamente. Bess non desiderava prendere parte all'avventura. - Ritengo tu stia correndo un rischio terribile, Nancy. Ricordi quello che hai promesso a tuo padre? E io, fran­camente, ho paura. George sbuffò: - Oh Bess, non fare la guastafeste! Può darsi che questa sia per Nancy la grande occasione per risolvere il mistero. - Ora ti dico quello che faremo, Bess - intervenne Nancy. - In effetti dovremmo lasciare qualcuno di guardia qui, in cima alle scale. Questo qualcuno sarai tu. Se arriva gente fai il nostro fischio segreto. - Va bene, ma non andate tanto in là sottoterra da non essere in grado di sentirmi se vi debbo avvisare.

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Nancy scese le scale, contand :. -George era alle sue calcagna. Un po' piu in basso la luce .._,_;~-~-­delle ragazze due lanterne a --=

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Nancy scese le scale, contando a mano a mano i gradini. George era alle sue calcagna. Un po' pili in basso la luce diminui. Con grande stupore delle ragazze due lanterne accese pendevano dalle pareti sgretolate. Nel sottosuolo c'era qualcuno! Quando Nancy raggiunse il fondo si trattenne a stento dal­l'urlare di gioia. Aveva contato esattamente novantanove gradini! Davanti a lei si apriva uno stretto corridoio che portava ad un'enorme porta in legno di foggia antica. Nella parte superiore della porta c'era una piccola apertu­ra quadrata con sbarre di ferro parallele. « Deve essere stata una prigione sotterranea » pensò la giovane investigatice. Lei e George spiarono cautamente attraverso l'apertura. Nancy trattenne il fiato: un labora­torio medioevale! Forse una volta era stato la prigione di un alchimista. Il laboratorio era perfettamente attrezzato con un forno a­perto in cui crepitava un fuoco e c'erano immensi scaffali sui quali spiccavano in bella mostra coppe di vetro pesan­te, recipienti di terracotta, bilance per analisi, crogiuoli, fia­schi, pestelli e mortai. Sul retro c'erano diverse panche lunghe, una delle quali piena di bottiglie di liquidi assor­titi. Tuttavia ciò che maggiormente stupi le ragazze fu un uo­mo in costume arabo, ritto in piedi vicino a una panca. Nancy e George si scambiarono delle occhiate. Era Louis Aubert ancora travestito? La luce era troppo pallida perché potessero esserne sicure. Le ragazze osservarono l'uomo at­tentamente. Nella mano sinistra teneva un grosso sasso nero che esse pensarono potesse essere carbone. Nell'altra mano stringeva un coltello ed era tutto intento a scavare

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un buco nel carbone. Evidentemente, avendo deciso che il b~co era abbastanza grande, l'arabo prese una grossa pe­pita d'oro dal banco e la lasciò cadere dentro. Poi apri un vaso e tirò fuori un po' di una sostanza nera, pastosa, con la quale riempi l'apertura. A Nancy vennero immediata­mente in mente gli esperimenti degli antichi alchimisti con i metalli, e si domandò se la pepita fosse di oro vero. Guar­dando attentamente colse una espressione soddisfatta su quel poco che poteva vedere del viso dell'uomo. Ora egli depose il carbone sulla panca, andò fino in fondo al labo­ratorio e usci da una porta. Prima che questa si chiudesse, Nancy e George intravvidero al di là un corridoio. Le ragazze stavano chiedendosi che cosa fare quando Bess lanciò il segnale segreto. Il suono giunse forte e chiaro e fu subito ripetuto. Il doppio segnale significava: « Arriva qualcuno. Nascondetevi! ». - Nasconderci dove? - chiese George in un sussurro. Senza esitare Nancy apri la porta del laboratorio e fece cenno a George di seguirla. Attraversarono la stanza cam­~inando sulle punte dei piedi e si nascosero dietro ad al­cuni recipienti contenenti ceppi e carbone. Sentirono dei passi scendere la scala e un attimo dopo fe-ce il suo ingresso il signor Leblanc. . Egli raggiunse la porta sbarrata e tirò una corda che fece suonare una campanella. Dopo pochi secondi, dall'ingres· so posteriore entrò l'arabo. Si inchinò e disse con voce pro­fonda: - Benvenuto, signore! Ma non è in anticipo di un giorno? Domani è il giorno del numero magico. Ma è bene che lei sia venuto. Improvvisamente il suo atteggiamento cambiò e aggiunse sgarbatamente:

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- Non posso attendere oltre. Il signor Leblanc assunse un·~--~ - Che cosa vuol dire? L'uomo rispose: - Ho finito il mio ultimo es;:~ mare tutto in oro. - Tutto? - Il finanziere dive -;; : - Si, sicuramente lei non du >= sto con i suoi stessi occhi ca=:_ -Leblanc fece un passo avanti ~ -= cio: - La supplico di aspettare =:-- -grande scoperta. Sarò rovina: _ -crollerà. - Che significa ciò? - Gli Oro! Oro! Oro! Tutto diven:=-­gioiosamente le mani. - E q -,,,-­il metallo non sarà piu raro e ~~ .... naro cadrà! - e rise forte. Il signor Leblanc sembrava ~ - Mi dia un po' di tempo. De- : ----.­pietre preziose che non per trinseco. Il chimico passeggiò avan : e -~· .....

· poi si girò e disse: - Signor Leblanc, sarà bene :~ ,;...__._.-...,.. di il mio ultimo esperimen o. Prese una bottiglia piena di ·­pensò fosse mercurio e ne '~ tro a un enorme crogiuolo. - Ora lo scalderò - disse l"a:. -aperto e mise il crogiuolo s::

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- Non posso attendere oltre. Il signor Leblanc assunse un'espressione spaventata: - Che cosa vuol dire? L'uomo rispose: - Ho finito il mio ultimo esperimento; ora posso trasfor­mare tutto in oro. - Tutto? - Il finanziere divenne pallido. - Si, sicuramente lei non dubita del mio potere. Mi ha vi-sto con i suoi stessi occhi cambiare l'argento in oro. Leblanc fece un passo avanti e afferrò l'arabo per un brac­cio: - La supplico di aspettare prima di annunciare la sua grande scoperta. Sarò rovinato! La base aurea del mondo crollerà. - Che significa ciò? - Gli occhi dell'arabo scintillavano. -Oro! Oro! Oro! Tutto diventerà oro! - strillò sfregandosi gioiosamente le mani. - E quando tutto sarà diventato oro il metallo non sarà pili raro e prezioso. Il valore del de-naro cadrà! - e rise forte. · Il signor Leblanc sembrava fuori di sé. - Mi dia un po' di tempo. Devo vendere tutto e comperare pietre preziose che non perderanno mai il loro valore in­trinseco. Il chimico passeggiò avanti e indietro per diversi minuti

· poi si girò e disse: - Signor Leblanc, sarà bene lei abbia fiducia in me. Guar­di il mio ultimo esperimento. Prese una bottiglia piena di un liquido argenteo che Nancy pensò fosse mercurio e ne versò una grande quantità den­tro a un enorme crogiuolo. - Ora lo scalderò - disse l'arabo e si diresse verso il forno aperto e mise il crogiuolo su una graticola.

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Il chimico attese. Quando il liquido ebbe raggiunto la giu­sta temperatura prese il pezzo di carbone dalla panca ed iniziò a bruciarlo. Poi lasciò cadere la massa nel crogiuolo. Nancy e George non staccarono mai gli occhi dall'esperi­mento. Una volta George si spinse un po' troppo in fuori e Nan­cy la tirò indietro. Dal crogiuolo cominciarono ad innalzarsi delle fiamme co­lor blu. L'arabo mise una pentola sulla panca vicino al forno, poi sollevò il crogiuolo con le molle e versò il suo contenuto nel recipiente. Il carbone era scomparso e dal mercurio ro­tolò fuori la massa d'oro~ Il signor Leblanc gridò: - L'oro! George non poté trattenere una smorfia di disgusto e Nan~ cy disse tra sé e sé: « Quel truffatore! Ha completamente turlupinato il signor Leblanc. Come fa a non capirlo? ». Tutte e due le ragazze sentirono un forte desiderio di sal­tare su e smascherare tutto il procedimento. Ma Nancy temette che l'imbroglione sfuggisse e decise che sarebbe stato meglio farlo arrestare dalla polizia. Il signor Leblanc seinbrò stupefatto, ma subito estrasse un grosso rotolo di banconote francesi da una tasca e le allungò all'arabo. - Le prenda, ma la scongiuro, aspetti ad annunciare la sua scoperta! Verrò domani alla stessa ora di oggi con dell'al­tro denaro., - Le do ventiquattr'ore - disse l'arabo altezzosamente. -Questa volta il prezzo del mio silenzio varrà mille dollari . Il finanziere non fu impressionato dalla richiesta; in real­tà appariva soddisfatto.

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- Arrivederci - disse e se ne a:::: -L'arabo usci dalla porta. Le due ragazze si alzarono r ·­

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mio padre e gli ho chiesto --"",-­Ritelefonò al signor Dre'r. -dell'albergo, tuttavia, a -e .... ~

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- Arrivederci - disse e se ne andò. L'arabo usci dalla porta. Le due ragazze si alzarono dalla posizione assai scomoda a cui erano state costrette, corsero fuori e rifecero i no­vantanove gràdini. Bess le attendeva con ansia in cima alla scala. - Dobbiamo correre - esclamò Nancy - e far sapere imme­diatamente a mio padre che il signor Leblanc viene ri­cattato.

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Era ormai tardi quando Nancy, Bess e George irruppero dai Bardot. Strada facendo Nancy aveva tentato di rag­giungere telefonicamente suo padre due volte, ma non l'aveva trovato. I Bardot poterono rendersi conto dai visi eccitati delle ra­gazze che era accaduto qualcosa d'insolito. Nancy rapida­mente vuotò il sacco, avendo la sensazione che non era piu il caso di tener segreto il caso di suo padre. La coppia rimase scossa: - Pensi che l'arabo che hai visto nel laboratorio sia ve­ramente Louis Aubert? - chiese la signora Bardot. Nancy annui: , - Si dovrebbe fare qualcosa il piu presto possibile. Ma non desidero chiamare la polizia finché non ho parlato con mio padre e gli ho chiesto consiglio. Ritelefonò al signor Drew, ma era fuori. Il centralinista dell'albergo, tuttavia, aveva un messaggio per Nancy:

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- Suo padre ha detto di comunicarle, nel caso lei avesse telefonato, che ha cercato di raggiungerla dai Bardot, ma non ha ricevuto alcuna risposta. È invitato per questa se­ra dal signor Leblanc; - Grazie - rispose Nancy. Quando ebbe messo giu la cornetta la giovane investigatri­ce rimase un po' con lo sguardo fisso nel vuoto. Era per­plessa dalla piega presa dagli avvenimenti. Aveva tanto sperato di avvertire suo padre che il signor Leblanc veniva ingannato dagli imbrogli di un alchimista! Aveva il signor Drew saputo anche lui ciò? O si era per caso imbattuto in un'altra traccia? « Farei meglio a mettermi subito in contatto con papà » disse Nancy tra sé e sé. Chiamò il numero dei Leblanc. Rispose un servo e disse che tutti e due i signori erano usciti e sarebbero ritornati molto tardi. - Vuol essere tanto gentile da chiedere al signor Drew di telefonare a sua figlia dai Bardot? - chiese Nancy. - Si, signorina - rispose l'uomo. Quando N ancy raccontò alle sue amiche le ultime notizie, esse apparvero perplesse. Lei stessa aveva pensato che suo padre potesse essere in pericolo per colpa di Louis Aubert! Risolutamente mise da parte le preoccupazioni. Carson ~rew non si sarebbe di certo fatto prendere per disatten­z10ne. Le tre ragazze, dopo una cena leggera, si buttarono stanca­.mente sul letto. Il signor Drew telefonò a N ancy nella mattinata. Essa no­tò che la sua voce non era allegra come al solito. - Parto immediatamente - disse a sua figlia con tono cupo. - Vengo direttamente da te.

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Un'idea attraversò improv\-:.:2..::.. - Perché non porti con te :... cose da dirgli che sono sic ':-.=. Nancy non osò dire di piu = :­te, un complice di Aubert as-2 ~ Lo chiedo al signor Lebla::: ~..,,,.....~ L'avvocato si allontanò per :=::.... cendo che il suo ospite sare · : - Andrà in ufficio solo og.__-.:. =- -Drew. Quando giunsero i due uo · - ---~·- .. blanc gentilmente poi, scusa:: te e gli chiese: - Papà, raccontami prima · ~ -L'avvocato disse che aveva :_ impressionare Leblanc con e - ...;._-~•

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Un'idea attraversò improvvisamente la mente di Nancy: - Perché non porti con te il signor Leblanc? Ho alcune cose da dirgli che sono sicura lo int~resseranno. Nancy non osò dire di piu per paura che, da qualche par­te, un complice di Aubert ascoltasse la conversazione. - Lo chiedo al signòr Leblanc, aspettami al telefono. L'avvocato si allontanò per alcuni minuti poi ritornò di­cendo che il suo ospite sarebbe stato lieto di vedere Nancy. - Andrà in ufficio solo oggi pomeriggio - disse il signor Drew. Quando giunsero i due uomini, Nancy salutò il signor Le­blanc gentilmente poi, scusandosi, prese suo padre da par­te e gli chiese: - Papà, raccontami prima che cosa è successo. L'avvocato disse che aveva cercato diplornaticamente di impressionare Leblanc con le chiacchiere che aveva senti­to sulle transazioni del finanziere. - Gli ho detto che la diceria che egli vendesse tanti titoli impressionava negativamente i soci, e che i suoi impiegati erano in preda al panico davanti alla prospettiva che la sua fabbrica chiudesse. Il signor Drew raccontò che il signor Leblanc era stato e­ducato, ma si era dimostrato assai riservato. - Posso capire perché! - esclamò la ragazza. E subito forni un vivace resoconto delle esperienze fatte da lei e dalle cugine il giorno innanzi. Quand'ebbe finito il signor Drew disse che faceva fatica a credere a ciò che aveva appena sentito. - Questo alchimista arabo deve essere senz'altro catturato e il suo ricatto, naturalmente, sma,scherato al pili presto. La questione è quale sia il modo migliore di farlo senza che egli possa essere avvisato tempestivamente. Certamente

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non desidero che il signor Leblanc venga danneggiato. Nancy suggeri di raccontare al finanziere l'intera storia dal­l'inizio alla fine. - Poi credo che egli dovrebbe mantenere il suo appunta­mento con l'arabo oggi pomeriggio e consegnargli il de­naro come era in programma. Nel frattempo Bess, George tu ed io potremmo ven.ire con un paio di poliziotti e na­sconderci vicino ai novantanove gradini. Quindi, al mo­mento opportuno, piombare all'improvviso su Louis Au­bert o chiunque sia il truffatore. Il signor Drew sorrise con affetto a sua figlia e l'abbrac­ciò. - La tua idea mi va molto a genio, Nancy. Ti ho pro­messo un bel regalo da Parigi, ora credo che dovrei darti metà del mio onorario! Gli occhi di Nancy brillarono. - Solo la metà?! - disse prendendolo in giro. Lei e il signor Drew ritornarono dagli altri e N ancy sus­surrò alla signora Bardot: - Le sarebbe possibile mandar fuori per delle commissio­ni i suoi domestici, di modo che nessuno senta i nostri pro­getti? - Si, certamente, li manderò in città. Non appena i servitori se ne furono andati, il signor Drew disse: - Signor Leblanc, mia figlia deve raccontarle qualcosa di sorprendente che ha a che fare essenzialmente con le sue finanze, e forse anche con la sua vita. Le sopracciglia dell'uomo si sollevarono. - Sembra qualcosa di infausto. La signorina Drew è tan­to affascinante che non posso pensare abbia qualcosa di cosi sinistro da dirmi.

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Bess scoppiò: - N ancy è meravigliosa ed è -trici del mondo! Il signor Leblanc si batté la frc--"' - Una investigatrice? - escl - -scoperto perché vendo i miei ~--Nancy sorrise .con compren : -~ - Credo di si. Poi, mentre il signor Lebla e .::.:-:.,_;_--a ...

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Bess scoppiò: - Nancy è meravigliosa ed è una delle migliori investiga­trici del mondo! Il signor Leblanc si batté la fronte con una mano. - Una investigatrice? - esclamò. - Intende dirmi che ha scoperto perché vendo i miei titoli? Nancy sorrise .con comprensione. - Credo di sf. Poi, mentre il signor Leblanc ascoltava stupito, raccontò la storia di Claude e Louis Aubert. Riferi i mille mezzi a cui erano ricorsi per cercare di impedire ai Drew di aiu­tare il signor Leblanc e, infine, come lei e George avessero visto il finanziere entrare nel laboratorio segreto ai piedi dei novantanove gradini. - Mi avete visto?! - esclamò il signor Leblanc. - Ma do­ve eravate? Quando Nancy gli raccontò che si erano nascoste dietro a dei recipienti, capi che stava dicendo la verità. Leblanc sedette in silenzio per un intero minuto, con la testa sepolta tra le mani. Finalmente · parlò: - Pensare che proprio io, tra tutti, sono stato inganna­to! Bene, è giusto che vi narri la mia storia. Anzitutto, se questo chimico sia in realtà Louis Aubert, non lo so; per me l'uomo è Abdul Ramos. L'ho sempre e soltanto visto vestito da arabo . Il signor Leblanc racèontò poi che un paio di mesi or sono Abdul si era presentato nel suo ufficio e gli aveva mostrato diverse lettere di francesi come pure di arabi che attestavano i suoi meravigliosi esperimenti. Nancy pensò subito a Claude Aubert. Egli avrebbe potuto benissimo falsificare quelle lettere!

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Il finanziere continuò: - Abdul voleva l'appoggio finanziario per un laboratorio che progettava di costruire. Grazie alle lettere e ad alcuni esperimenti che mi mostrò, ero convinto che fosse capace di trasformare alcune sostanze in oro. Ieri, quando ho vi­sto l'oro solido emergere dal carbone riscaldato ... - la vo­ce del signor Leblanc mutò ed egli scosse la testa triste­mente - come ho potuto essere tanto stupido! Dopo una pausa il finanziere ammise ciò che Nancy ave­va già udito per caso: voleva vendere tutto ciò che posse­deva e investire il denaro in pietre preziose. - Dal momento che nel commercio internazionale l'oro è la base di tutte le valute, ho avuto veramente paura che l'economia mondiale venisse danneggiata in modo disa­stroso quando l'abilità di Abdul nel trasformare le sostan­ze in oro fosse di dominio pubblico. Il signor Drew osservò: - Questo spiega la grande quantità di diamanti non ta­gliati che lei ha acquistato di recente. Il francese apparve sorpreso ma non fece alcun éommen­to. N ancy intervenne: - Inoltre lei ha immaginato che i diamanti sostituirebbero l'oro come base mondiale. - Esattamente. Mi rendo conto ora che il mio interesse personale è imperdonabile. Non era né patriottico né uma­nitario ciò che intendevo fare: sono stato terribilmente e­goista. Grazie per avermi smascherato. È stata una grossa lezione per me e certamente farò ammenda. George chiese: - Signor Leblanc, che cosa può dirci del numero nove? Egli spiegò che Abdul Ramos aveva una profonda cono­scenza dell'astrologia e della magia dei numeri.

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- Mi convinse che il giom -venivano rivelati nuovi se~"' sue scoperte al mondo. George indagò poi se egli ~ novantanovesimo gradino scritto a gesso « Signor NO'-= Il signor Leblanc annui. - Non ho visto Abdul que: ::. nell'ora esatta indicatami · -Quando Leblanc. seppe ciò --=-

mase assai scosso. - Tutto ciò che posso dire e no stato uno sciocco a pe:=­minasse e a provocare tao- ;_ .. ~·-­Scosse la testa tristemente. Anche Bess aveva una doc:..;:::.~ - È sposato Ab.dul? Il finanziere si strinse nelle :-; - Non l'ho mai sentito par-~ -Nancy, comprendendo et~ ---'---_,;;.i-.oi•

menda, descrisse il suo ~-- ­chimista. - Sarò lieto di collabor -= francese e il signor D rew -Poco dopo il signor Leb - : Quello stesso giorno, su :c... -le rovine del castello ne· .: una viaggiavano il signo:- ~ tra due poliziotti, Bea~.~~ pata dal signor Leblanc. ~= ·i=-=::::m:• accuratamente nascoste t::E :: le occupavano, una volta ~

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- Mi convinse che il giorno 9, 18 e 27 di ogni mese gli venivano rivelati nuovi segreti e minacciò di comunicare le sue scoperte al mondo. George indagò poi se egli avesse lasciato del denaro sul novantanovesimo gradino a Versailles, dove era stato scritto a gesso « Signor Nove ». Il signor Leblanc annui. - Non ho visto Abdul quel giorno, ma ho lasciato i soldi nell'ora esatta indicatami da lui, subito dopo colazione. Quando Leblanc. seppe ciò che era successo a George ri­mase assai scosso. - Tutto ciò che posso dire è che sono assai spiacente. So­no stato uno sciocco a permettere che quell'uomo mi do­minasse e a provocare tanta inquietudine. Scosse la testa tristemente. Anche Bess av~va una domanda da rivolgergli: - È sposato Abdul? Il finanziere si strinse nelle spalle: - Non l'ho mai sentito parlare di una moglie. Nancy, comprendendo che Leblanc desiderava fare am­menda, descrisse il suo piano per smascherare il falso al­chimista. - Sarò lieto di collaborare in qualsiasi modo - disse il francese e il signor Drew annui in segno di approvazione. Poco dopo il signor Leblanc fece ritorno al suo ufficio. Quello stesso giorno, sul tardi, tre maccliine si diressero al­le rovine del castello nei boschi vicino a Chambord. Su una viaggiavano il signor Drew e le tre ragazze, su un'al­tra due poliziotti, Beaumont e Careau. La terza era occu­pata dal signor Leblanc. Le prime . due macchine furono accuratamente nascoste tra gli alberi mentre le persone che le occupavano, una volta a terra, avanzarono cautamente

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a piedi. Fecero una sosta nella piccola radura vicino alle rovine finché furono sicuri che nessuno li spiasse. Poi si lanciarono di corsa verso i novantanove gradini. Anche quest~ volta le lanterne erano accese. Il gruppo scese in punta;,,dei piedi. Nancy spiò attraverso l'apertura a sbarre della porta. Nel laboratorio t:µ>tto era come il giorno prima, perfino il fuoco che ardeva n:eLforno aperto. C'era anche li;t,.,griglia e Nancy si chiese se Abdul avesse intenzione di mostrare a Leblanc un altro esperimento. Nancy apri la p_orta dolcemente e uno dopo l'altro gli os­servatori entrarono e si nascosero tra i recipienti. Passarono dieci minuti poi a gran passi fece -il suo ingresso il signor Leblanc. Suonò il campanello e dopo pochi se­condi arrivò l'arabo. - Ah, è puntuale, signore - esclamò con aria di sufficien­za quest'ultimo, inchinandosi leggermente. Il finanziere mise una mano in tasca e tirò fuori un rotolo di biglietti di banca. Tuttavia non li porse subito all'arabo, dicendo: - È d'accordo su un periodo d'attesa in cambio di que­sti? - Non ho sempre mantenuto la mia parola? - rispose l'a­rabo altezzosamente. Leblanc stese i biglietti . su una panca e subito l'arabo li afferrò e se li mise in tasc;i. - Quanto tempo desidera prima che riveli la mia grande opera al mondo? · - Almeno una settimana - disse il signor Leblanc. - Devo prima terminàre molte grosse transazioni. - Una settimana?! - ripeté Abdul ed iniziò a camminare intorno alla stanza.

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Quasi subito si fermò davanti alla porta che conduceva ai novantanove gradini. Le persone nascoste poterono vedere che la raggiungeva e udirono un suono secco. Nancy si domandò se avesse usato un chiavistello segreto per chiudere la porta e perché. Erano forse tutti in peri­colo? Improvvisamente divenne apprensiva e guardò l'arabo at­tentamente mentre questi ritornava verso il forno. Egli fissò il fuoco, poi con un brusco movimento raccolse un sacchettino da una panca. Ciò fatto si affrettò verso la porta che dava sul retro, la apri ed iniziò a far roteare il sacchetto. - Leblanc! - urlò. - Lei mi ha ingannato! So che ci sono delle spie nascoste in questa stanza, perché l'ho seguita fin dai Bardot. Ma non mi prenderete, perirete tutti! Senza alcun preavviso l'arabo gettò il sacco sulla griglia del forno poi indietreggiò, sbatté la porta e la sprangò dal di fuori.

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Occorse soltanto una frazione di secondo a Nancy e agli altri nel laboratorio per rendersi conto del pericolo che incombeva su di loro. Il sacco gettato nel forno avrebbe potuto esplodere ad ogni istante! Il poliziotto Beaumont saltò fuori dal suo nascondiglio e si lanciò per afferrare il sacchetto. Fortunatamente non aveva ancora preso fuoco. Per precauzione lo gettò in un secchio d'acqua li vicino.

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Nel 'frattempo tutti gli altri erano balzati in piedi e Nancy esclamò: - Ncn dobbiamo permettere che quell'orribile uomo scap­pi! Si diresse verso la porta attraverso la quale era fuggito l'arabo, ma poi si ricordò che era stata sprangata dal .di fuori. Erano tutti prigionieri! Nancy raccolse allora tutto il suo buon senso: anzitutto ringraziò Beaumont per aver salvato a tutti la vita. Egli si schermi e disse: - Dovremo sfondare la porta e correr dietro a quel pazzo. Improvvisamente Nancy guardò con orrore dall'altra par­te della stanza. Il signor Leblanc era crollato a terra e gia­ceva sulla schiena, apparentemente incapace di rialzarsi. Bess aveva già notato l'accaduto e stava cercando invano dell'acqua fresca per rianimarlo. Frugò freneticamente nel­le tasche del suo vestito e da una estrasse una piccola fia­la di profumo che mise sotto al naso di Leblanc. Egli re­spirò profondamente e quasi istantaneamente si mise a se­dere. Nel frattempo i due poliziotti e il signor Drew stavano ten­tando di sfondare la porta che dava sul retro. Si udf un forte rumore di qualcosa che si frantuma e finalmente ]a porta incominciò a cedere. Nel momento in cui crollò i poliziotti si precipitarono fuori e si lanciarono lungo il cor­ridoio. Nancy fece per seguirli, ma suo padre la trattenne. - Lascia che se ne occupino loro - disse. - Beaumont aveva ragione quando diceva che Louis Aubert è pazzo. Non sappiamo quello che farà. Nancy era agitata per l'indugio, ma non erano passati che dieci minuti quando udirono passi e voci nel corridoio. Tutti guardarono fuori e nella debole luce poterono scor-

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gere i poliziotti che to berte la donna dai cape.::~ - È quella che cantaYa : -Si udf distintamente la - Mio marito è un gr - :.= s::;:~:ml'.1 niente di male! - Lo vedremo - rispose E=---~-­ed estorce del denaro co- ~"--·.....---­

dover rispondere. Careau aggiunse: - Per non dire nulla de ·e --~­La signora Aubert non -Quando i quattro entr con occhio torvo il sic gazze. Dapprima non rispose venne messo a confro : Bess, George e Nancy. :· s;:=-=~==~• mise di aver macchina· :_ pure tutte le altre colpe _.._; Bess, fiera delle indat~- ._ .... ....-­- Ha confessato quasi tato, perfino l'incidente -,,. ragazzi perché ci segu· -=­m. Anche N ancy era es - ~--""

anche perché il mistero -Aveva ancora in testa r - _

niero: - È stato suo fratello C...:. comandazione che lei - Si.

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gere i poliziotti che tornavano trascinando seco Louis Au­bert e la donna dai capelli biondo-cenere. - È quella che cantava i madrigali! - esclamò Nancy. Si udi distintamente la donna che diceva: - Mio marito è un grande scienziato! Non farebbe mai niente di male! - Lo vedremo - rispose Beaumont. - Chiunque si traveste ed estorce del denaro con l'inganno, avrà molte cose di cui dover rispondere. Careau aggiunse: - Per non dire nulla delle minacce alla vita altrui! La signora Aubert non disse altro. Quando i quattro entrarono nel laboratorio Louis guardò con occhio torvo il signor Leblanc, il signor Drew e le ra­gazze. Dapprima non rispose a nessuna domanda, ma quando venne messo a confronto con le accuse del finanziere, di Bess, George e Nancy, il sedicente scienziato crollò e am­mise di aver macchinato la truffa al signor Leblanc, come pure tutte le altre colpe che gli venivano contestate. Bess, fiera delle indagini compiute da Nancy; disse: - Ha confessato quasi tutto quello di cui lo avete sospet­tato, perfino l'incidente della èanoa, e di aver pagato due ragazzi perché ci seguissero e cercassero delle informazio­m. Anche Nancy era esultante, non solo per la cattura, ma anche perché il mistero di suo padre era stato risolto, Aveva ancora in testa alcune domande da fare al prigio­niero: - È stato suo fratello Claude a falsificare la lettera di rac­comandazione che lei ha mostrato al signor Leblanc? - Si.

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Aubert rivelò inoltre che era stato Claucte a scrivere le lettere su una pista per elicotteri che sarebbe stata costrui-ta sul tetto dei Drew. ' La giovane investigatrice suggeri che i vari altri avveni­menti di River Heights erano stati opera di Claude, men­tre quelli in Francia di Louis. - Esatto. Suppongo che riuscirà a farmi dire, prima o poi, come sono venuto a sapere di voi Drew. Un servitore dei Tremaine è mio amico. È lui che ha rubato un invito per me al ricevimento. Egli era solito ascoltare di nascosto le conversazioni e scopri che il signor Drew era stato assunto segretamente per investigare perché Leblanc , vendesse il suo patrimonio. Non desideravo che il mio progetto fosse rovinato perciò inviai Claude negli Stati Uniti. Con la sua abilità a falsificare qualsiasi tipo di documenti non fu dif­ficile per lui entrare nel vostro paese sotto un altro nome. Sfortunatamente suo padre era partito, ma venne a sapere che c'era lei e si adoperò in ogni modo per farla stare a casa, spaventandola. - Lei si serviva di molti nomi oltre che di Abdul - disse George. - Signor Nove, il Leone Verde, il Re Rosso. Aubert lo ammise, aggiungendo che anche Claude aveva usato Nove e il Leone Verde negli ammonimenti ai Drew. Il prigioniero si vantò: - Conosco un sacco di cose sull'astrologia e i trucchi dei vecchi alchimisti, ed è da qui che mi è venuta l'idea sull'o­ro e sull'adoperare i simboli degli alchimisti. Il segno in gesso era stato lasciato da Aubert a l'Orange­rie, ad indicare il luogo dove Leblanc avrebbe dovuto la­sciare il denaro, ma egli l'aveva cancellato dopo aver visto le ragazze. Durante l'interrogatorio sua moglie era rimasta seduta su

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una panca, pallida dall'emozione. Continuava a stropic­ciarsi gli occhi con un fazzoletto, mormorando che lei era all'oscuro di tutto. · N ancy si spostò e si sedette vicino alla donna che appa­riva assai turbata. La giovane investigatrice non aveva dimenticato il suo mistero che doveva ancora essere risolto. Con voce gentile Nancy chiese:

Era lei la signorina Lucille Man on? - Perché? Si! - Sono un'amica della signora Josette Blair. Lei è stata la sua governante molti anni fa, vero? La signora Blair fa di tanto in tanto un sogno che la spaventa. Noi abbiamo pen­sato che forse lei potrebbe spiegarcene il significato. La donna parve imbarazzata. - Non capisco - disse. - Mi sono occupata di Josette quan­do aveva solo tre anni. - Il suo sogno risale a quell'epoca - spiegò Nancy, e rac­contò l'incubo. Quando ebbe finito di parlare la donna incominciò a pian­gere ad alta voce. - Si, sf, posso spiegarlo. In certo qual modo Louis è re­sponsabile di ciò. Suppongo che mi abbia sempre ipnotiz­zato come ha fatto con il signor Leblanc. Nel periodo in cui io mi occupavo di Josette, egli era ospite nei castello dove la l)iccola ed io risiedemmo per breve tempo durante l'assenza dei suoi genitori. Louis ed io ci innamorammo, e dal momento che non stava bene che un ospite ed un'impie­gata avessero appuntamenti, fummo obbligati ad incontrar­ci segretamente. La signora Aubert continuò dicendo che Louis aveva già scoperto le rovine con il laboratorio sotterraneo d'alchimi­sta.

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- Divenne il nostro luogo d'incontro. Un giorno dovetti portare con me Josette. Louis non desiderava che la bam­bina lo riconos'cesse o vedesse il laboratorio, per paura che ne parlasse ad altri. Voleva tenere il posto segreto finché fosse stato pronto a rivelare un grande avvenimento scien­tifico al mondo. La ex governante prosegui: - Mi venne cosi l'idea di giocare a mosca cieca. Portai Jo­sette nel bosco e poi le coprii gli occhi. Dopo aver gioca­to un po' la condussi qui. Quando le dissi che stava scen­dendo da una scala con gradini molto alti, Josette si spa­ventò. Le dissi anche che le avrei dato la mano e che lei contasse il numero dei gradini. Naturalmente sapeva con­tare solo fino ad un certo punto, cosi continuai io. - E il totale, naturalmente, risultò essere novantanove - · saltò su Nancy. - Proprio cosi - rispose Lucille Aubert. - Louis pensa che l'alchimista che ha costruito questo castello abbia scelto quel numero di gradini perché è un multiplo di nove, un numero magico per gli alchimisti. Il castello risale al XIV secolo. « Dopo che Louis ed io avemmo visitato· il laboratorio tut­ti e tre risalimmo le scale. Josette era sempre bendata. Era appena arrivata in cima quando perse l'equilibrio e sarebbe caduta se Louis non l'avesse trattenuta. Ma per molto tem­po dopo quell'episodio la povera Josette soleva gridare nel sonno. Non c'è da stupirsi che i novantanove gradini l'ab­biano tanto impressionata. » La signora Aubert chinò la testa. - Non molto tempo dopo l'incidente la madre di Josette mi licenziò. Suppongo sospettasse fossi stata io a spaven­t are _la bambina. Poco dopo Louis ed io ci sposammo.

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Intervenne suo marito: - Quando scoprii che le sorelle Bardot sarebbero andate dai Drew, origliai un bel po' dai Bardot. Un giorno sentii la signora Bardot che leggeva una lettera della signora Blair a proposito del sogno e decisi di inviarle un biglietto am­monitore. Claude continuò dagli Stati Uniti. Mia moglie non seppe nulla di ciò. Nancy si disse sicura che quando la signora Blair avesse sentito la storia i suoi incubi sarebbero cessati. Poi espres­se tutta la sua comprensione alla signora Aubert per la situazione in cui si trovava attualmente. In quel momento Beaumont andò verso di loro: - Scusi, signora, deve venire con noi per essere ulterior­mente interrogata. La donna si alzò con le lacrime agli occhi, ma improvvi­samente si girò verso Nancy e le disse: - Mi ricordi alla signora Blair e le dica che le ho voluto molto bene. Nancy senti che gli occhi le si inumidivano. - Sarò lieta di farlo - rispose. Louis Aubert fu obbligato a far scattare la serratura segre­ta sulla porta che conduceva ai 99 gradini. Prima di salire Nancy si ricordò improvvisamente che una parte del miste­ro non era ancora stata risolta. Chiese a Beaumont: - Avete frugato nel costume arabo? Il poliziotto ammise che non lo avevano fatto. - Aspettate! - ordinò, poi ritornò di corsa nel corridoio. Quando riemerse aveva con sé la tunica, il turbante e la parrucca. Beaumont frugò nelle molte tasche dell'abito. Co­me Nancy aveva sospettato i pezzi d'oro rubati alla signora Bardot erano nascosti li. Dopo un'accurata ricerca altri furono trovati nascosti in giro nel laboratorio.

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Tutti guardavano N ancy con ammirazione. I poliziotti scossero la testa e Beaumont commentò: - Signorina Drew, lei è formidabile! George sogghignò: - In altre parole, Nancy, sei sempre la pili brava. Gli Aubert vennero portati via. Poi Nancy fece cenno agli altri di precederla. Sorridendo tutti si scambiarono occhiate d'intesa. La gio­vane investigatrice desiderava essere lei a chiudere la por­ta sul mistero dei novantanove gradini.

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LA COLLINA DEI PIRATI è il Giallo dei Ragazzi n° 109

~ una giornata di sole e Frank e Joe Hardy si stanno dedicando alla caccia subacquea nelle acq~e dell'Atlantico. Pinneggiano tranquilli quando d'un tratto appare un terzo sub coperto da una muta in gomma nera. Costui, all'improvviso, punta verso i due giovani il fucile subacqueo e poi tira il grilletto. Un arpione saetta verso i due fratelli, · che solo per miracolo lo riescono a scansare. Chi sarà mai quel sub che ha tentato di ucciderli e che ora è scomparso?

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LA MAPPA DEL TESORO è il Giallo dei Ragazzi n° 110

Nancy rientra a casa e trova una ragazza spaventata e inquieta. È Ellen, una pianista, che dovrebbe recarsi in una grande tenuta detta Rocca Fiorita a dar lezioni alla figlia della ricca proprietaria. Ma Ellen ha paura perché sopra quel posto corrono voci oscure

e strani mormorii: si parla di un tesoro, di una mappa nascosta e di fatti spiacevoli. Nancy ci va di corsa, e piomba a capofitto in una inaspettata incredibile avventura.

IL CANE INVISIBILE

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IL CANE INVISIBILE è il Giallo dei Ragazzi n° 111

I Tre Investigatori vorrebbero finalmente risolvere un caso semplice e divertente. Ma neanche a farlo apposta vanno a cascare dritti su un vecchio signore vittima dei fantasmi, su uno strano essere che attraversa i muri, sul fantasma di un prete, , e su un cane bizzarro che si tocca ma non si vede. A voi può anche sembrare una faccenda' semplice: ma loro, vi assicuro, non sono del parere.

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LE ORTENSIE MALEDETTE è il Giallo dei Ragazzi n° 112

Koffy, Frizzy e Trudy se ne vanno in vacanza sotto il sole d'Italia e raggiungono un amico sulla splendida riviera toscana. Ma la vacanza non è tranquilla. perché subito accade una cosa paurosa. Frizzy, afferrando un mazzo di splendide ortensie viene di colpo morsicato da una vipera velenosa cne qualcuno ha nascosto per bene in mezzo ai fiori. Perché mai l'avrà fatto? E il mazzo micidiale a chi era destinato?

· Il mistero è profondo

ma i tre sapranno farcela.

CACCIA AL MlC è il Giallo dei Rag-

Ed ecco la simpa - 1~'"""''"""""""!!C

· in un caso piu i -:

L'attrice principa = ~ una dracma gr&.....:. -che ha la strao di aprirsi in due. ~ troppo presto =-

a scoprire il con grande me ::. che il lupo ca ·

ed invece l'ag-:

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CACCIA AL MICROFILM è il Giallo dei Ragazzi n° 113

Ed ecco la simpatica Rossana in un caso piu insolito... del solito. L'attrice principale è una moneta, una dracma greca per la precisione, che ha la straordinaria facoltà di aprirsi in due, e poi di contenere ... troppo presto per dirlo. Anche perché Rossana stessa dovrà faticare a scoprire il mistero. Per accorgersi, con grande meraviglia e confusione, che il lupo cattivo era un agnello, ed invece lagnello ferocissimo.

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IL PANNELLO NASCOSTO è il Giallo dei Ragazzi n° 114

Chet Morton, grande amico dei due Hardy, si è fatto rifilare, come al solito, un bel bidone da dei truffatori. .Si tratta di una barca, cosi solida che affonda insieme a tutto l'equipaggio dopo avere percorso qualèhe metro. Chi avrà truffato Chet? E chi ha cambiato le serrature in numerose case per potere rubare impunemente? E dove sarà mai quel misterioso e introvabile pannello nascosto che cela dei segreti alquanto strani? A Frank e Joe, al solito, il rispondere.

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VANNI OLIVA UNA VILLEGGIATURA

~ DI SIRO j ç ~ALESSANDRO

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L'ALCHIMISTA IMBROGLIONE

Un espertissimo finanziere liquida all'improvviso tutte le proprie azio­ni, trasformando il ricavato in diamanti. E ciò malgrado che le sue aziende siano piu che floride, e che i dividendi siano tutt'altro che di­sprezzabili. E nel frattempo una anziana signora francese, amica della famiglia Drew, continua ad essere vittima di un incubo notturno, che le fa credere di discendere al buio una ripida scala composta di ben novantanove gradini. Che legame esiste tra i due fatti? Toccherà a Nancy Drew sbrogliare la matassa, dopo essersi appositamente re­cata nel paese del Re Sole. Ma non sarà una cosa facile, almeno fin­ché la giovane detective non sarà riuscita a sfuggire all'agguato te­sole da un alchimista, troppo moderno come intenti anche se molto all'antica come procedimenti, che l'aspetta ai piedi di una vecchia scala in un antico castello abbandonato.

IL GIALLO DEI RAGAZZI - ultimi volumi pubblicati:

serie Hardy Boys

IL GIGANTE DEL DESERTO AVVENTURA IN ALASKA SCACCO MATTO A HONG KONG LA COLLINA DEI PIRATI IL PANNELLO NASCOSTO

serie Alfred Hitchcock I Tre Investigatori

IL DIARIO DEL MARINAIO IL MOSTRO DELLA MONTAGNA LO SPECCHIO INCANTATO GLI INDOVINELLI DEL MORTO IL CANE INVISIBILE

serie Nancy Drew

LA GROTTA DEL TERRORE IL T IP TAP DEL MISTERO IL MESSAGGIO DELL'USIGNOLO TRA LE GRINFIE DEL CICLO~E LA MAPPA DEL TESORO .

serie Pimlico Boys

LE BANDE DEI TIR LONDRA NEL TERRORE I PIRATI DELL'ATOMO LA SETTA DEI CONDOR LE ORTENSIE MALEDETTE

serie Rossana

LA TIGRE DEL BENGALA IL PROFESSOR NEMECSEK

UN INSOLITO KILLER LA VOLPE ROSSA

CACCIA AL M ICROFILM

serie Marcello e Andrea

OPERAZIONE PEGAR IL RITRATTO NELLA CORNICE BIANCA

DESTINAZIONE ETRURIA

copertina di Marco Rostagno

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