Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 2 - CNS BA Mensile della parrocchia SS. Crocifisso - Barletta anno IX n°73 “PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007” 2012 ottobre agenda ottobre 2012 per segnalazioni e comunicazioni [email protected] puoi seguirci anche su www.facebook.com/sscrocifissobarletta delegato relazioni stampa [email protected] cinema Direttore editoriale: Ruggiero Caporusso Direttore responsabile: Ruggiero Dimonte Vicedirettore: Angela Rizzi Ruggiero Rutigliano Redazione: Rossella Acconciaioco, Maria Rita Borraccino, Mario Borraccino, don Alessandro Brandi, Liana Caputo, Alberto Cassano, Daniela D’Alba, Antonio Diodovich, Floriana Filannino, Silvia Giannella, Francesca Leone, Salvatore Mellone, Massimo Serio, Mariagrazia Spadaro, Fausta Torre Hanno collaborato: Abramo Ferrara, Gerardo Del Negro, Pasquale Delvecchio, Alfredo Negro Premio “Fallani” Miglior Testata 2007 LA STADERA Mensile di informazione e formazione della Parrocchia SS. Crocifisso - Barletta Anno IX - n. 73 ottobre 2012 Registrazione n. 4 del 5/2/2007 presso il Tribunale di Trani Direzione, redazione e ammin.: Parrocchia SS. Crocifisso Via Zanardelli, 33 76121 Barletta Tel. e fax 0883.333382 Impaginazione e stampa: Editrice Rotas - Barletta ...aperta: si vede altro Quest’anno l’attenzione è stata puntata non sulla CRISI di cui tanto si parla e che è quella prettamente economica e che sta mietendo vittime e creando molti disagi nelle famiglie e nella società in genere, ma ci si è concentrati SULLE CRISI che stanno attanagliando questo scorcio di nuovo millennio e di cui l’economia ne è solo una manifestazione. Proprio per questo, il titolo che ha fatto da filo conduttore per tutta la Settimana di Cultura promossa dal Pontificio Seminario Regionale, nella Città di Molfetta e non solo, ha voluto abbracciare un po’ tutti gli ambiti del vivere umano e dell’esistenza umana. Siamo certamente partiti dalla crisi economica che è il bubbone più evidente che manifesta il malessere della società odierna e su cui la Chiesa, come comunità di credenti, sta interrogandosi e lottando su tanti fronti “pratici” (uno fra tutti l’impegno costante delle Caritas) e “spirituali” e non possiamo dimenticare l’Enciclica del Santo Padre Benedetto XVI “Caritas in Veritate”. Per questo tema abbiamo ospitato e ascoltato Don Errico Feroci, Direttore della Caritas di Roma. Ci siamo, tuttavia, soffermati moltissimo sulla crisi di Fede e di Speranza che attanaglia la nostra società e che, a differenza di quella economica, è forse meno evidente ma assai più velenosa e letale dato il suo agire subdolo. Di ciò abbiamo discusso con Paola Bignardi, Coordinatrice del Forum Internazionale di Azione Cattolica e dell’Associazione “Retinopera”. La Dott.ssa Bignardi, nella sua conferenza, ha analizzato questo problema partendo da un’analisi del presente e quindi del momento storico che stiamo vivendo per ricercare le cause di questa crisi di Fede e di Speranza articolando la sua relazione in cinque parti che riassumerò brevemente ma che sono realmente interessanti per la cruda e provocante lettura della Chiesa del presente e di noi credenti che in Essa professiamo la nostra fede in Cristo Signore. Le origini della crisi di fede. Da dove viene la crisi di fede che oggi stiamo vivendo? Una prima causa è riscontrabile certamente nella perdita dell’omogeneità culturale della nostra società che ha contribuito a far perdere una certa unità nei diversi aspetti di vita delle persone e delle comunità; questa omogeneità portava ad una visione religiosa della vita. Che questa “visione religiosa della vita” fosse veramente fede autentica, è difficile da affermare tuttavia la visione cristiana della vita ha avuto nel nostro Paese ma anche in Europa, un compito non da poco nel tenere insieme fede, vita, famiglia, lavoro, scelte sociali e politiche. Oggi, evidentemente, questa omogeneità culturale si è spezzata; si è spezzato il senso di un’etica comune. Sotto l’effetto di questa frammentazione anche la fede ha mostrato le sue fragilità e talvolta la sua precarietà al confronto con la secolarizzazione che ritiene che la modernità non si concili con il sacro e che la vita dell’uomo possa emanciparsi totalmente da Dio. In questi ultimi tempi, la secolarizzazione è sconfinata nel secolarismo, un’abnorme fiducia dell’uomo in se stesso che lo porta a pensare di poter fare a meno di Dio. È una crisi, dunque che parte da lontano e che la Chiesa cerca di arginare anche con l’insegnamento del Magistero, in primis del Concilio Vaticano II e poi con il magistero degli ultimi Pontefici, Giovanni Paolo II e soprattutto Benedetto XVI, che continuamente ci richiama ad un approfondimento della fede, ad una maturità nella testimonianza di vita. Probabilmente, parlare di secolarizzazione può sembrare discutere di concetti filosofici che non sembrano avere addentellati con la nostra vita concreta di ogni giorno. Invece, non è così. La concretizzazione della secolarizzazione, si ravvisa nel fenomeno, subdolo come la causa che lo crea, del consumismo; subdolo, tanto che ancora oggi non ci siamo resi conto della forza di disgregazione delle coscienze che esso possiede. Il consumismo ha fiaccato le coscienze, ha dato l’illusione di poter raggiungere un benessere progressivo e indefinito inseguendo la smania del possesso, ha fatto perdere il senso della differenza tra ciò che è importante da ciò che non lo è, ha spezzato il senso del limite ed ha abituato le persone a vivere dell’effimero. A questo processo, che dura ormai da 20 anni, e che sta devastando la società distruggendo il senso del legame solidale tra gli individui, nelle famiglie, noi cattolici non abbiamo posto la dovuta attenzione; non ci siamo resi conto del potere negativo che esso poteva avere non solo sul nostro stile di vita ma anche sul nostro modo di pensare la fede. Questo materialismo pratico ha scardinato anche nei cristiani la concezione di una vita seria e fondata su valori veri. Siamo passati da una realtà sociale profondamente cristiana ad una realtà di Chiesa minoritaria, inserita in un mondo multi religioso e secolarizzato. Questo ha portato, ovviamente, disorientamenti, sofferenze, fatiche; ha portato molte comunità cristiane a disgregarsi, molti cristiani a ritenere l’impegno e la testimonianza di fede come un fatto intimo e non pubblico. (continua) Giuseppe Venneri “TERRAFERMA" Terraferma (regia di Emanuele Crialese) è un film di confini, quello tra il mare e il continente, fra un lavoro antico come la pesca e le sirene della modernità, fra le leggi del mare e quel- le scritte, fatto di orizzonti, di luci lontane nel mare che per i disperati che cercano di attraver- sarlo verso nord sembrano fari di speranza, ma si dimostrano spietate illusioni. Terraferma è l'approdo a cui mira chi naviga, ma è anche un'isola ancorata alle tradizioni e con queste che deve confrontarsi la famiglia Pucillo. Ernesto ha 70 anni e non vorrebbe rottamare il suo peschereccio, suo nipote Filippo ne ha 20, ha perso suo padre in mare ed è sospeso tra il tempo di suo nonno Ernesto e quello di suo zio Nino, che ha smesso di pescare pesci per cattu- rare turisti. Sua madre, giovane vedova, vorreb- be lasciare l'isola perché è convinta che lì non potrà mai esserci un futuro, né per lei, né per suo figlio. Un giorno il mare sospinge nella loro vita altri viaggiatori, tra cui Sara e suo figlio, Ernesto li accoglie secondo la legge del mare, ma la legge dell'uomo non lo permette e la vita della famiglia è destinata ad essere sconvolta… Presentato in concorso alla 68° Mostra del cinema di Venezia, il film di Crialese ha vinto il premio speciale della giuria, è un film che mette in risalto gli elementi base dell'uomo, il suo rap- porto con gli altri, la natura, le tradizioni. Sicuramente un film da vedere. Liana Caputo [email protected] "Tu non credi? Non preoccuparti: è Dio che crede in te". (S. Pio da Pietrelcina) “Il Dio di Platone era inaccessibile nella sua grandezza. Quello di Epitteto si confondeva con l'anima delle cose. Il Cristianesimo, al contrario, ha condotto Dio alla portata dell'uomo. Gli ha dato un volto. Ne ha fatto nostro padre, nostro fratello, nostro salvatore”. (Alexis Carrel, Nobel per la me- dicina nel 1912) O Maria, se io fossi la Regina del cielo e tu fossi Teresa, vorrei essere Teresa perché tu fossi la Regina del cielo. (S. Teresa di Gesù Bambino) Il mondo è un male che ha ricevuto l’impronta del bene. Il male altro non è che la distanza tra Dio e la creatura. (Simone Weil) "Non si fa niente senza sofferenza e senza umiliazione, e tutto può essere fatto con questi mezzi." (John Henry Newman) LA SUPPLICA E L’ANNIVERSARIO Il mese di ottobre si apre con due appuntamenti particolarmente significativi per la nostra comunità. Il giorno 5, di 16 anni fa, l’allora nunzio apostolico Mons. Francesco Monterisi dedicava la nostra chiesa parroc- chiale in onore a Dio e consacrava l’altare. La chiesa- edificio è segno visibile della Chiesa edificata da Dio con pietre vive, comunità di credenti che si raccolgono nella comunione per ascoltare la Parola di Dio, pregare insieme, ricevere i Sacramenti e celebrare l’Eucaristia. La prima domenica del mese, poi, ci vede tutti stret- ti attorno all’icona della B.V. Maria Regina del Rosario per elevare alla nostra Madre celeste la lode e implo- rare da Lei protezione e soccorso, attraverso le parole della Supplica scritta dal beato Bartolo Longo. Due momenti che ci aiutano a riscoprirci Chiesa e che ci permettono di intonare nel modo giusto l’intero cammino del nuovo anno pastorale appena iniziato. Massimo Serio, [email protected] Ss. MESSE: Feriali: ore 8.30 – 19-00 Festive: ore 8.30 – 10.00 – 11.30 – 19.00 5 ven Anniversario di dedicazione della Parrocchia (1996) Iscrizione all’Albo dei Cresimandi Benedizione dei Lettori 6 sab ore 9.00 1° Convegno Regionale “Un Bambino abbandonato…” Sala Rossa - Castello di Barletta ore 17.30 Catechesi 2ª e 3ª media e Cresimandi ore 20.00 Catechesi Giovani/issimi 7 dom ore 11.00 Catechesi 1ª e 2ª Elementare ore 12.15 Supplica alla Madonna di Pompei ore 17.15 Corso Battezzandi ore 17.30 Corso Prematrimoniale 8 lun ore 18/20 Gruppo Villaggio Paradiso (catechesi diversamente abili, ogni lunedì e giovedì) ore 18.30 RnS (catechesi) 9 mar ore 18.00 Catechesi 3ª e 4ª elementare 10 mer ore 19.30 RnS Preghiera di Lode 11 gio ore 8.00 Gruppo volontari (decoro della Chiesa ogni giovedì) ore 9.00 Gruppo Caritas (ogni giovedì) ore 17.30/18.30 Gruppo EPASSS (lab. scol. per diversamente abili ogni giovedì) dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica animata dai catechisti e RnS 12 ven ore 18.00 Catechesi 5ª elementare e 1ª media ore 20.00 Catechesi Post-Cresima ore 20.00 Parrocchia Spirito Santo - Trani: “Protagonista e testimone di un cammino sinodale” S.E. Mons. Mario Paciello, Vescovo di Altamura-Gravina- Acquaviva delle Fonti 15 lun ore 20.00 Redazione “La Stadera” e Gruppo Internet (1°/3° del mese) 18 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 20.00 Adorazione Eucaristica silenziosa 19 ven ore 19.30 Cattedrale Trani: INDIZIONE DEL SINODO, presieduta da S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri 21 dom GIORNATA MONDIALE MISSIONARIA ore 7.30 Donazione Sangue FRATRES ore 11.00 Catechesi genitori Prima Confessione ore 11.00 Oratorio invernale 3ª elementare 25 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici ore 22.00 Rito dell’Incubatio e Adorazione Notturna 26 ven Compleanno Vice-Parroco don Alessandro Brandi 27 sab CATTEDRA DEGLI ANARGIRI: Mons. Giovanni D’Ercole 28 dom ore 11.00 Catechesi genitori Prima Comunione ore 11.00 Oratorio invernale 4ª elementare 1 giov TUTTI I SANTI 1° giovedì Ss. Messe: 8.30 – 11.30 – 19.00 2 ven COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI 1° venerdì Ss. Messe: ore 8.30 – 19.00 le crisi in atto… E DIO DOV’È? - PRIMA PARTE - Intenzione missionaria dell’apostolato della preghiera: perché la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale sia l’occasione di un rinnovato impegno di evangelizzazione. NOVEMBRE Esteriorità cara, ho letto con gioia e attenzione quanto hai voluto scrivermi e, da qua dentro, ti rimando pensieri annodati e annotati di getto: spero riflettano il più possibile la mia spontaneità nei tuoi riguardi. Quella porta, dietro cui siamo entrambe, è aperta, nonostante tanti dicano essere ben serrata da tempo. È aperta, quella porta, aperta perché posto di at- traversamento per chi non vuol tenere solo per sé quanto di più prezioso ha. Una porta non è un muro di difesa del- la propria individualità, una porta è occhio spalancato nel mezzo del divisorio, incisione di speranza nella monotonia sollevata che, separando, si coniuga solo alla sua singo- larità. Da quella porta quanto mi giunge! È l’immagine e non l’eco di avvenimenti ad arrivare, i momenti dei cuori pulsanti e non i surrogati della finzione. E ciò che è qui passa a te, anche se là fuori l’interno, il più delle volte, resta impercettibile. I sensi colgono la buccia, il flusso di vita, che è anche trascendenza, ce lo dona la fede: essa si rende ponte, strada, sentiero, possibilità di cammino data, su cui scorrono vicende, sorrisi, arrabbiature e tanto altro da fuori a dentro, riflessioni, ragionevolezza, sentimenti e miriadi di lampi ancora, nel senso inverso. È comunicazio- ne la vita nella fede transitante da quella porta. La vita, ogni vita, non può far a meno di questa doppia circolazio- ne: ci doniamo per vivere e viviamo per donarci. Io, poi, non saprei come fare se non respirassi le storie, le voci, gli sguardi di chi ti costituisce e mi sta a fianco. L’esteriore mi nutre. Tu, Esteriorità, sei per me fuoco che si alimenta e mi alimenta di momento in momento. Hai in te la frenesia degli istanti che passano e ne detieni il segreto. È là la tua bellezza, là il tuo fascino! Tu arrivi mentre sono già in via per raggiungerti. Parli, mi parli, e quelle parole plasmano il verso di un presente teso al futuro. Così ci prendiamo gioco del tempo e dello spazio, sì, li soggioghiamo nel no- stro rapporto, perché avvertiamo che altro ci muove, altro ci attira, altro ci chiama. “E il male?”, mi chiederai. Anche quello arriva come linguaggio di parole dure, a volte flebili, sempre pesanti. Ogni lacrima sgorgata o trattenuta segna la presenza di un dolore ben delineato, dunque definito, noto. Ma, se ci pensi bene, il definito, il noto, il fisso, per chi si muove come noi, è il passato manifestatosi come esperienza, superato, però, nella sostanza, dai passi da fare ancora: l’andare si delinea nel percorso ma non si arresta nel finito, nel termine, nella statica sicurezza in- completa. L’andare, il nostro andare, è imparziale e per sua natura resta dischiuso alla ricerca di un “di più” e di un “di più ancora”. Il male è passaggio di doloroso passato per il camminatore: l’escoriazione, dopo aver sanguinato, non sparisce ma si rimargina e il moto continua. Si passa dal male per passare il male in questa vita che continua a sorprendere mentre va in eterno, sublime, unica, fresca, lanciata verso l’incredibilmente Lontano-Vicino al quale la ragione non si stancherà mai di porre interrogativi continui sul senso di tutto. Quelle domande, cara Esteriorità, sono già esperienze di fede, punti irradianti il dialogo, immensi- tà vista da una porta che è opportunità infinita. tua Interiorità di Tom …postmoderno …ottobre SPECIALE ANNO DELLA FEDE SPECIALE ANNO DELLA FEDE