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jacques rossi manuale del gulag dizionario storico traduzione e cura di francesca gori ed emanuela guercetti l‘ancora del mediterraneo
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jacques rossi manuale del gulag - Memorial Italia-

Apr 10, 2023

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Page 1: jacques rossi manuale del gulag - Memorial Italia-

jacques rossi

manuale del gulagdizionario storico

traduzione e cura difrancesca gori ed emanuela guercetti

l‘ancoradel mediterraneo

Page 2: jacques rossi manuale del gulag - Memorial Italia-

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titolo originale:le manuel du goulag

© le cherchemidi éditeur, 1997

© 2006, l’ancora s.r.l., napoli

www.ancoradelmediterraneo.it

prima edizione aprile 2006

finito di stampare a pavonanell’aprile 2006da «Graffiti srl»

ISBN 88-8325-189-x

introduzionefrancesca gori, emanuela guercetti

Sono stato un collaboratore e peso le mie parole. Sono colpevole di omicidio invo-lontario. Di questo crimine, sono stato punito». Così Jacques Rossi sintetizza la suaesperienza nell’autobiografia scritta con Michèle Sarde1. Ed è forse questa consape-volezza e umiltà, questo senso di vergogna a rendere così umana e così diversa lasua testimonianza del Gulag.

Francese nato a Breslau (oggi Wroc™ aw) nel 19092 in una ricca famiglia borghe-se, abituato a viaggiare e a esprimersi in lingue diverse fin dall’infanzia, all’età di die-ci anni Jacques Rossi si trasferisce a Varsavia con la madre e il patrigno, naturalizzatopolacco, e nel 1926 entra a far parte del partito comunista polacco clandestino (Kpp).Nel 1928 viene arrestato per propaganda illegale e sconta sei mesi di carcere, poi co-mincia a svolgere piccoli incarichi per conto del partito in giro per l’Europa, finchénel 1930 diventa «corriere» per il Komintern: «Ignoravo il contenuto dei documentiche trasportavo [...], non ero che un piccolo strumento, ma lo strumento era fiero diservire la Grande Causa della Giustizia sociale». È inviato in Inghilterra, a Parigi, aMosca, dove oltre a svolgere il lavoro clandestino approfondisce e amplia la sua co-noscenzadelle lingue: arriverà aparlarneunadecinanel corsodella suavita.Nel1937la svolta: mentre è in missione in Spagna, durante la guerra civile, è richiamato a Mo-sca, dove si è già scatenato il Grande terrore. Come tanti reduci dalla guerra di Spa-gna e agenti del Komintern, Rossi è arrestato e accusato di spionaggio a favore di unpaese straniero. Dopo alcuni mesi trascorsi nel carcere di Butyrka, il 7 aprile 1939 laCommissione speciale (Oso) lo condanna, senza processo, a otto anni di lager.

Inizia così la sua ventennale peregrinazione per i vari gironi del Gulag: il terri-bile campo di lavoro correzionale di Noril’sk, «qualche decina di carceri e campi ditransito», poi il confino in Asia centrale. Scontata la pena iniziale a Noril’sk, infat-ti, Rossi si vede dapprima prolungata la pena «fino a disposizione speciale», poi ècostretto a risiedere nella regione del campo, sotto stretto controllo della polizia,

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Nell’aprile del 1985 il dattiloscritto delManuale è pronto, e due anni dopo esce,in lingua russa, con il titolo Spravocˇnik po Gulagu presso la casa editrice londineseOverseas Publications Interchange. Il volume è subito recepito come uno dei piùcompleti e originali contributi allo studio del sistema penitenziario sovietico. Seguo-no versioni in diverse lingue (inglese, giapponese, ceco)5. Le maggiori resistenze apubblicare l’opera di Rossi si hanno in Unione Sovietica, in Italia e in Francia. Nel-l’ottobre del 1989 l’associazione Memorial di Mosca lancia una sottoscrizione perraccogliere i fondi necessari, dal momento che le autorità cercano di bloccare l’usci-ta dello Spravocˇnik. Sarà pubblicato nel 1991, in un’edizione in due volumi rivistae corretta da Natal’ja Gorbanevskaja6, presso la casa editrice Prosvet. Ma anche inFrancia i maggiori editori rifiutano il dattiloscritto, opponendo a Rossi il solito:«Vous allez être récupéré par la droite»7. Lo stesso avviene in Italia, dove il Manualeè proposto invano a diverse case editrici fin dal 1986.

Finalmente nel 1997 esce a Parigi presso cherche midi Le Manuel du Goulag. Dic-tionnaire historique, aprendo la strada alla pubblicazione di altre opere di Rossi, co-me Fragments de vies. 20 ans dans les camps soviétiques...8 e la raccolta di raccontiQu’elle était belle cette utopie! Chroniques du Goulag9, che anche il lettore italiano co-nosce10, e infine Jacques le francais pour mémoire du Goulag.

Proprio alla versione francese delManuale, aggiornata e adattata al pubblico oc-cidentale, si rifà la presente edizione italiana, che come quella francese presenta so-lo una parte dello sterminato schedario raccolto da Rossi11.

L’opera di Rossi, il cui sottotitolo è «Dizionario storico», parte dalla consapevo-lezza che quella convenzionalmente chiamata “lingua del Gulag” è qualcosa di piùdi un gergo, quasi una vera lingua formata da due linguaggi speculari: da una par-te quello della burocrazia sovietica, e in particolare dell’apparato repressivo, dall’al-tra quello dei detenuti. La lingua burocratico-cekista è una lingua legnosa, voluta-mente intraducibile perché tutta tesa ad alludere ai fenomeni senza nominarli. Ori-ginariamente ispirata dal desiderio rivoluzionario di ricreare, e quindi rinominaretutte le cose, trovando termini alternativi a quelli in uso nelle società borghesi (nonsolo la parola “poliziotto” era inservibile nella nuova società e da sostituirsi con“miliziano”, ma nei primi anni del potere bolscevico c’era perfino chi suggeriva disostituire con termini più scientifici quelli “tolemaici” come “sorgere” e “calare”del sole), ben presto la lingua ufficiale sovietica tende piuttosto a nascondere, sfu-mare la realtà dei fenomeni attraverso l’uso di stereotipi, eufemismi e perifrasi. Lapena di morte è allora «misura suprema di difesa sociale», il boia è semplicemente«esecutore» e le vittime delle repressioni sono a volta a volta chiamate «elementi»,«contingenti», perfino «formulari» o «alberi». E se un detenuto viene definito «ri-

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finché nel marzo 1949 è nuovamente arrestato e inviato a Krasnojarsk. Nel 1950 gliviene comunicato che l’Oso l’ha condannato a venticinque anni di lager per spio-naggio a favore della Francia, della Gran Bretagna e degli Stati Uniti. Rossi è diven-tato cioè, da «trattenuto», «ripetente» (vedi le voce relative nel Manuale) e prosegueil suo viaggio siberiano: dopo Krasnojarsk, Irkutsk, Aleksandrovsk, fino alla «libera-zione» che avverrà solo nel 1956, tre anni dopo la morte di Stalin. Ma come ex de-tenuto Rossi non può risiedere in tutta una serie di città proibite, e si stabilisce a Sa-marcanda, dove nel 1959 riceve il certificato di riabilitazione. Ottenuto finalmen-te il riconoscimento della sua nazionalità polacca, potrà lasciare l’Unione Sovieti-ca per Varsavia nel 1961.

Il resto della vita di Jacques Rossi (si è spento a Parigi il 30 giugno del 2004, al-l’età di novantaquattro anni), vissuta fra Polonia, Giappone, Stati Uniti e Francia,sarà in parte dedicato a testimoniare la sua straordinaria e tragica esperienza, e a ri-ordinare il materiale raccolto a partire dal 1953, sotto forma di schede (le prime era-no in lingua francese ma trascritte con l’alfabeto tibetano, per timore di perquisi-zioni e sequestri) destinate a dar vita a un dizionario del Gulag. Il progetto origina-rio si amplia e articola sempre di più, e il dizionario diventa un’enciclopedia, un“manuale del Gulag”, appunto. Rossi inventa così un genere nuovo. «Non delle Me-morie, ma un’opera di memoria basata su un lavoro di ricerca, paziente, minuzio-so, enciclopedico»3. Il materiale della memoria è verificato, documentato e amplia-to attraverso lo studio di tutta la letteratura esistente sui campi staliniani e delle leg-gi pubblicate sull’argomento. Rossi, che non ha accesso agli archivi sovietici, aper-ti solo nel 1992, non conosce le ordinanze e le circolari interne, le relazioni, la cor-rispondenza fra i diversi organi del potere che svelano all’origine i meccanismi del-la repressione, ma raccoglie comunque una messe di informazioni dai diversi codi-ci penali, di procedura penale e del lavoro correzionale, nonché dai discorsi di lea-der politici e dai decreti pubblicati su vari quotidiani e periodici. Fra le fonti, natu-ralmente, anche le opere letterarie ispirate dal Gulag, prime fra tutte quelle di Sol-zenicyn e Salamov (si veda la voce «razione di pane»). Contemporaneamente, con-tinua a intervistare reduci dei campi staliniani, completando l’opera di raccolta ditestimonianze iniziata durante gli anni di reclusione e di confino. «Nel corso di que-sti anni ho intervistato migliaia di persone» scrive Rossi nell’introduzione all’edi-zione francese.

Grazieall’apertura(peraltrolimitata)degliarchivisovietici,dopoil1992sonosta-te pubblicate molte opere dedicate al tema del Gulag4, ma ilManuale di Rossi rimaneuntestoinsostituibilenonsolopergliaspettistorico-documentarie l’altorigorescien-tifico, ma anche per il pathos e la viva partecipazione che permeano tutta l’opera.

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sità, tanto che la Direzione del cantiere del canale Moscova-Volga e del Dmitrov-skij lager è costretta a emettere il 15 aprile 1933 un ordine per proibirne l’uso:

Singole parole del gergo della malavita cominciano ad acquisire diritto di cittadinan-za nei lager. Termini come «tufta», «blat», «filon» diventano parole d’uso comune, ches’incontrano perfino nella corrispondenza ufficiale, nelle relazioni eccetera.

L’inquinamento della lingua con parole prese dal gergo degli elementi criminali rap-presenta un enorme pericolo, che purtroppo non comprendono neppure i dirigenti re-sponsabili della costruzione e del lager. Essi non capiscono che l’uso comune di parole co-me «tufta», «blat» eccetera, è una conseguenza del fatto che i fenomeni che esse definisco-no sono diventati abituali13.

Rimasto per decenni tabù in Unione Sovietica14, con la perestrojka il furbesconato nel Gulag diventa oggetto di studio, compare nei dizionari e la sua apparte-nenza al grande retaggio folcloristico del popolo russo viene finalmente riconosciu-ta15. Molte delle espressioni coniate dai detenuti e registrate da Rossi dimostranouna grande vitalità, tanto che risuonano ancora nel linguaggio odierno, come stra-to linguistico dei gerghi giovanili della provincia o dei bassifondi, che ultimamen-te hanno trovato nei mass media (telefilm, canzoni e letteratura di massa) uno stru-mento di amplificazione.

Rossi, poliglotta e linguista, è particolarmente attento nel registrare le espres-sioni gergali e il folclore della malavita e, più in generale, dei detenuti di lager e car-ceri: frammenti di canzoni, filastrocche, soprattutto proverbi e modi di dire, le cuicaratteristiche principali sono l’uso dell’oscenità e l’ironia, talvolta accoppiate. Lohumour è, ovviamente, spesso nero e disperato, cinico, visto l’orrore a cui allude,eppure appare come una manifestazione di forza, di capacità di resistere.

Da un’ironia disperata, dalla derisione, dal cinismo di coloro che hanno perduto ogniillusione scaturisce una straordinaria inventiva verbale. I detenuti, come i guardiani, pos-sono dare un nome alle realtà proibite, negate nella lingua corrente, quelle del mondolibero, esterno. Là risiede forse l’estrema libertà dello zek16.

Solo il dochodjaga, l’ultimo degli ultimi nei lager sovietici, il detenuto estenua-to e denutrito che ha perso ormai il suo volto umano, sembra incapace di autoiro-nia nel mondo concentrazionario descritto da Rossi. Gli altri trovano ancora la for-za di coniare acronimi scherzosi per definire la loro condizione, come vridlo, “fa-cente temporaneamente funzione di cavallo”, parodia delle sigle utilizzate dai ce-kisti, o di accogliere i nuovi venuti dicendo loro: «I primi dieci anni sono difficili,poi ti abitui». La capacità di adattamento alle situazioni più estreme emerge da tan-

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solutamente incamminato sulla via della correzione», dobbiamo intendere che è di-ventato un informatore della polizia politica, un delatore dei suoi compagni. Si ve-da anche la storia che Rossi traccia del passaggio dalla ssylka (deportazione, confi-no) zarista alla vysylka (espulsione) bolscevica, per tornare a ssylka, a cui si affiancauna mezza dozzina di altri termini per indicare il trasferimento forzato in una de-terminata località e l’obbligo di risiedervi, pena la condanna al lager. Particolarmen-te feconda è la fantasia dei burocrati sovietici nell’inventare nomi per i «luoghi direclusione»: Rossi ne elenca decine. Questo linguaggio, dove nulla è chiamato conil suo vero nome, giunge a volte a formulazioni paradossali, che Rossi registra qua-si divertito: si pensi agli ordini impartiti dai carcerieri ai detenuti: «Mi segua davan-ti!» o «Le iniziali per intero!», o a quella definizione di «fascisti antihitleriani» checompare alla vigilia della Seconda guerra mondiale per bollare i polacchi, fra cuimolti ebrei, arrestati come nemici del popolo dopo l’annessione sovietica del loropaese. Stalin era maestro in questi ossimori, parlava con somma disinvoltura di«blocco di destra e di sinistra», di «prestito volontariamente forzato» e di «perma-nenza volontariamente forzata» negli insediamenti di lavoro. Di questa lingua ar-tificiale sono parte integrante le abbreviazioni e gli acronimi: e anche qui il Manua-le di Rossi è un utile ausilio per orientarsi nella selva di sigle, soprattutto le menonote, a cui corrispondono enti che si sovrappongono, si fondono, poi si sdoppianoper tornare a unificarsi, oppure fenomeni che restano così fissati una volta per sem-pre in poche lettere, di cui si finisce per dimenticare il significato iniziale.

Al Newspeak del potere12 si oppone il gergo dei detenuti, altrettanto fantasiosoma di segno opposto: qui il chiamare le cose con un nome diverso è un modo persmascherarne la vera realtà. Così, se il linguaggio ufficiale definisce la cella di rigo-re con delle sigle (sizo, Bur, Rur, Pkt, Zur), i detenuti la chiamano “bagno a vapo-re”, “baule”, “frigo”, “prigione nella prigione”, “sacco di pietra”, “stiva” e così via.Alcune di queste espressioni erano già in uso nelle carceri e nei bagni penali zaristi;in particolare Rossi cita diversi termini già riportati da Dostoevskij nel suo Quader-no siberiano, la raccolta di note e appunti sul suo soggiorno nella fortezza di Omske a Semipalatinsk, che costituiscono una sorta di materiale preparatorio per le Me-morie da una casa di morti. Ma nelle nuove condizioni dei penitenziari staliniani illinguaggio della malavita conosce uno sviluppo senza precedenti, mentre la convi-venza forzata fra etnie e ceti sociali diversi, e soprattutto fra criminali di professio-ne e «politici», crea continue contaminazioni. Il blatnoj jazyk o fenja, il gergo dellamalavita nato come lingua cifrata per i soli iniziati, che serviva a identificare ungruppo e a marcare la sua opposizione al potere, è talmente efficace che molti suoitermini passano nella lingua comune. Il regime ne intuisce la potenziale pericolo-

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E poi c’è il senso di colpa, di cui parlavamo all’inizio, che lo avvicina ai suoicompagni di sventura e lo fa «essere uomo fra gli uomini e restarlo sempre», comedice Dostoevskij18: Rossi non si sente – non si sente solo – una vittima, accetta il ca-stigo per il peccato di «omicidio involontario», anche se commesso in perfetta buo-na fede, con le migliori intenzioni. Ora che ha conosciuto il prezzo pagato da mi-lioni di innocenti per gli ideali in cui aveva così ardentemente creduto, e la men-zogna di cui quegli ideali si sono rivestiti, la vergogna si fa sentire in lui, privilegia-to, colto e baciato dalla fortuna19.

Anche da qui nasce l’impegno morale che fa del Manuale di Rossi una testimo-nianza così appassionata e personale, oltre che uno strumento indispensabile perrecepire la specificità linguistica e culturale del totalitarismo.

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ti «quadretti di vita concentrazionaria» descritti da Rossi. Il carcere e il lager, per icriminali comuni, è «casa natale», e Rossi ci mostra detenuti che ballano il tip-tap,giocano a carte (occupazione principale dei delinquenti comuni, i blatnye), fannoscherzi ai compagni, ascoltano incantati qualche intellettuale che riassume per lo-ro romanzi d’appendice (vedi la voce «romanziere»).

Uno degli aspetti più interessanti del Manuale è proprio la descrizione del byt,della vita quotidiana nei luoghi di reclusione: apprendiamo così com’erano fatteesattamente le celle e le baracche, i furgoni («corvi neri») e i vagoni per il traspor-to dei detenuti, sia i carri bestiame sia i più “confortevoli” Stolypin, quali erano lemansioni e gli uffici all’interno del campo, quali le regole per la corrispondenza, icolloqui, l’ora d’aria, quali merci si potevano acquistare allo spaccio, come si face-va uno sciopero della fame. E, poiché molti lemmi vengono proposti in una visio-ne diacronica, possiamo seguire l’evoluzione dei vari fenomeni e delle varie istitu-zioni nel corso della storia sovietica.

A chi gli chiedeva come fosse sopravvissuto al Gulag, Rossi rispondeva che lodoveva in primo luogo alla fortuna: durante gli interrogatori, per esempio, gli in-quirenti che volevano indurlo a denunciare gli amici smettevano di torturarlo (di«applicare misure speciali», secondo il linguaggio ufficiale) proprio un attimo pri-ma che la sua capacità di sopportazione venisse meno. E poi alla resistenza fisica,frutto in parte dell’educazione ricevuta. Ma forse ancora più determinante è statala curiosità intellettuale, l’ostinata volontà di trarre conoscenza anche dalle espe-rienze più tragiche e umilianti. Così anche il lager e il carcere diventano per lui luo-go di indagine, non solo linguistica, ma sociologica, antropologica, politica. Comescrive Werth, «rifiutando di lasciarsi stroncare dall’orrore della vita concentrazio-naria, Jacques Rossi trova la forza di sopravvivere, la ragione per continuare nellaferrea volontà di testimoniare e di capire».

«Non ho notato in lui né amarezza, né disperazione, ma una sorta di serenità,di calma dolcezza» scriveva Alain Besançon nella sua prefazione all’edizione russadel Manuale del Gulag.

Gli uomini come lui hanno passato e ripassato l’Acheronte: sfuggono al nostro giudi-zio. Ciò che è morto, del suo cuore e del suo spirito, nelle baracche dei campi siberiani, èimpossibile stabilirlo. Almeno ha avuto la forza di portare proficuamente a termine il con-siderevole lavoro intellettuale che pubblichiamo oggi. Molti detenuti hanno saputo so-pravvivere solo grazie all’inflessibile forza di volontà e al desiderio di testimoniare un gior-no tutta la verità della loro vita di martiri, e i loro compagni li aiutavano proprio perchéavevano fiducia in questa missione17.

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note1 J. Rossi, Jacques le francais, pour mémoire du Goulag, Paris, le cherche midi éditeur, 2002.2 Per una dettagliata biografia e bibliografia di Jacques Rossi, si veda l’appendice, curata da Carlo Saletti, al-

la raccolta di racconti di Rossi Com’era bella questa utopia. Cronache dal gulag, Venezia, Marsilio, 2003.3 N. Werth, Préface, in Jacques Rossi, Le Manuel du Goulag, Paris, le cherche midi éditeur, 1997, p. 9.4 Frutto del lavoro negli archivi sovietici è una serie di monografie e raccolte di saggi, fra cui citiamo: M.B.

Smirnov, N.G. Ochotin, A.B. Roginskij (a cura di), Sistema ispravitel’no-trudovych lagerej v SSSR, 1923-1960,Moskva, 1998; A.I. Kokurin, N.V. Petrov (a cura di), GULag (Glavnoe Upravlenie Lagerej) 1917-1960, Mosk-va, Materik, 2000; E. Dundovich, F. Gori, E. Guercetti (a cura di), Reflections on the Gulag. With a Documen-tary Appendix on the Italian Victims of Repression in the USSR, Annali della Fondazione Giangiacomo Feltri-nelli, Anno trentasettesimo, Milano, Feltrinelli, 2003; A. Applebaum, GULAG. Storia dei campi di concentra-mento sovietici, Milano, Mondadori, 2004. Negli ultimi due anni sono uscite due opere fondamentali perla comprensione del sistema concentrazionario sovietico: Istorija Stalinskogo Gulaga. Konec 1920-x-pervajapolovina 1950-x godov, Sobranie dokumentov v semi tomach, Moskva, Rosspen, 2004; O. Chlevnjuk, Storia delGulag. Dalla collettivizzazione al Grande terrore, Torino, Einaudi, 2006.

5 TheGulagHandbook: AnEncyclopediaDictionary of Soviet Penitentiary Institutions andTermsRelated to the ForcedLabor Camps, New York, Paragon House, 1989; Rageru (kyoseishuyojyo) chukijten, Tokyo, Keigado Publishers,1996; Encyklopedie Gulagu, Praha, Bystrov & Synové, 1999.

6 La poetessa Natal’ja Gorbanevskaja è stata una delle più attive esponenti del movimento dissidente in Unio-ne Sovietica. Prima redattrice del bollettino di informazione sulle repressioni politiche «Chronika tekuscichsobytij», nel 1969 fuarrestataper avermanifestato contro l’interventodelle truppe sovietiche inCecoslovac-chia.

7 Obiezione che ben conoscevano anche i testimoni italiani delle repressioni staliniane, come Dante Cor-neli, che dopo una vicenda per alcuni aspetti simile a quella di Rossi (militanza comunista, arresto a Mo-sca nel 1936, carcere di Butyrka, lager a Vorkuta, prolungamento della pena, nuovo arresto nel 1949, con-fino e rimpatrio nel 1960), dovette pubblicare a proprie spese, nella natia Tivoli, i suoi libri di memorie,rifiutati dagli editori maggiori, tanto “di destra” quanto “di sinistra”.

8 Paris, Elikia, 1995.9 Paris, le cherche midi éditeur, 2000.

10 Com’era bella questa utopia, cit.

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manuale del gulag

11 All’edizione russa si è fatto riferimento per integrare alcune parti e ogniqualvolta si doveva risalire all’ori-ginale dei documenti russi.

12 Ci si riferisce alla nota definizione di George Orwell, secondo cui «Fine del Newspeak non era soltantoquello di fornire un mezzo di espressione per la concezione del mondo e per le abitudini mentali proprieai seguaci del SocIng, ma soprattutto quello di rendere impossibile ogni altra forma di pensiero. [...] Ciòera stato ottenuto in parte mediante l’invenzione di nuove parole, ma soprattutto mediante la soppressio-ne di parole indesiderabili e l’eliminazione di quei significati eterodossi che potevano essere restati e, perquanto era possibile, dei significati in qualunque modo secondari»; George Orwell, I principi della neolin-gua. Appendice a 1984, Milano, Mondadori, 1984, p. 299.

13 GARF, f. R-9489, op. 2, d. 15, ll. 61, 61 verso, citato in O. Chlevnjuk, Storia del Gulag, cit., p. 366.14 Eccezioni potevano essere alcune canzoni di Vladimir Vysockij o alcuni celebri film dedicati alla malavita

sovietica, da Putëvka v zˇizn’ di N.N. Ekk (1931) a Mesto vstrecˇi izmenit’ nel’zja di Stanislav Govoruchin,con lo stesso Vysockij nel ruolo principale (1979).

15 A questo proposito si veda l’importante saggio di M. Dzekobson, L. Dzekobson, Pesennyj fol’klor GULAGakak istoricˇeskij istocˇnik (1917-1939), Moskva, Sovremennyj Gumanitarnyj Universitet, 1998.

16 N. Werth, Préface, cit.17 A. Besançon, Predislovie, in Z. Rossi, Spravocˇnik po Gulagu, Moskva, Prosvet, 1991.18 Così Dostoevskij scriveva al fratello, alla vigilia della partenza per i lavori forzati: «La vita è vita dappertut-

to, la vita è in noi stessi e non fuori di noi. Vicino a me ci saranno esseri umani ed essere uomo fra gli uo-mini e restarlo sempre, in qualsiasi sventura non demoralizzarsi, non perdersi d’animo: ecco in cosa con-siste la vita, ecco il suo compito»; Polnoe sobranie socˇinenij v tridcati tomach, Leningrad, Nauka, 1972-88,vol. VIII, p. 52.

19 Ciò avviene soprattutto quando incontra quelli che a suo giudizio hanno sofferto più di tutti negli annistaliniani: i contadini. Così, ascoltando il pacato racconto del vecchio contadino Nikanor che descrive lesue esperienze tragiche del periodo della dekulakizzazione, Rossi è sopraffatto dalla nausea. Ricorda quan-do, giovane agente del Komintern, in Occidente, aveva letto le stesse cose in un articolo sulla collettiviz-zazione in Russia. E aveva rifiutato, indignato, quella «ignobile calunnia ai danni della prima nazione ope-raia e contadina del mondo». Ora il ricordo lo fa star male: «È proprio così, ho collaborato a tutto questo?È una cosa dolorosa da ammettere. Ancora oggi, provo una terribile vergogna»; Com’era bella questa uto-pia, cit., pp. 89-90.

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«Se i bolscevichi riuscissero a dimostrare la superiorità del sistema economico comu-nista sul sistema capitalista, noi avremmo vinto su scala mondiale sicuramente e de-finitivamente» (Lenin, x Conferenza del Partito, 1921). Settant’anni dopo, il sistemafondato da Lenin crollava, rivelando tutta la portata di una catastrofe economica,ecologica, umana… Come ha fatto l’utopia leninista a durare così a lungo? La miaesperienza del Gulag mi consente di dire che ciò è accaduto soprattutto grazie al ter-rore messo in atto contro lo stesso popolo sovietico, e grazie alla menzogna e alla dis-simulazione esercitate senza limiti e senza vergogna nei confronti del mondo intero.A tal punto chemolte personalità intellettuali occidentali, sfruttando il peso della lo-ronotorietà, hanno stigmatizzato le testimonianze sul totalitarismosovietico, facen-dole passare per polemicheomeramente calunniose.Cosa che risultava ancor più fa-cile dal momento che Mosca, in pieno ventesimo secolo, aveva circondato l’interopaese con un’ermetica cortina di ferro. All’interno, un’altra cortina, altrettanto im-penetrabile, nascondeva le realtà del Gulag allo sguardo dei cittadini. Chi si ostinavaa non voler vedere aveva la vita facile.

L’unico spazio dove il totalitarismo sovietico presentava un volto privo di ma-schera era il Gulag, dove si stava “in famiglia”, dove non era più necessario farecomplimenti.

Per settant’anni il Gulag è servito da laboratorio segreto del regime sovietico,che ha potuto praticarvi i propri esperimenti socio-politici su milioni di cavie uma-ne allo scopo di creare una società ideale. Ecco perché la conoscenza del Gulag èfondamentale per lo studio del totalitarismo comunista. Purtroppo non un solo so-vietologo vi si è cimentato.

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avvertenza dell’autore

Il presente testo è l’introduzione scritta dall’autore all’edizione francese: Manuel du Goulag, Paris, le cher-che midi éditeur, 1997.

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AACCCCEERRCCHHIIAATTOO

A

A VITA (pozˇiznenno)1. La detenzione o il confino a vita nonsono previsti da alcuna legge sovietica.Tuttavia nel 1948 compaiono dei con-dannati al confino a vita (detenuti poli-tici che hanno scontato pene di 10 anni,arrestati fra il 1936 e il 1938); e nel 1952negli isolatori politici fanno la loro com-parsa i primi stranieri condannati all’er-gastolo. Sia gli uni che gli altri sono con-dannati dall’Oso.2. La deportazione a vita è applicata mas-sicciamente per la prima volta contro icontadini durante la collettivizzazioneforzata delle campagne (1929-32), poi inoccasione della liquidazione di certe re-pubbliche autonome non russe (v. depor-tazioni di massa 3, 7).

ABBIGLIAMENTO(obmundirovanie, vesˇcˇ do vol’stvie)L’abbigliamento del detenuto è costitui-to da: giubba di cotone; pantaloni di co-tone in estate e imbottiti di ovatta in in-verno; maglia; busˇlat (v.), berretto di co-tone in estate e siblonka o kolymka (v.) ininverno; camicia e mutande di cotone;pezze da piedi di cotone e talvolta di fla-nella in inverno; muffole imbottite diovatta (v. calzature). Nella maggioranza

dei casi le donne ricevono gli stessi abiti,ma a volte vengono distribuite loro dellegonne di cotone (che molte in invernoportano sopra i pantaloni imbottiti), faz-zoletti e mutande di cotone senza elasti-co. Nota: per scoraggiare la vendita illega-le di divise e biancheria statali al persona-le libero, a volte ai detenuti vengonoconsegnate giubbe bianche o di un colo-re giallo vivo, biancheria nera cucita confilo bianco o bianca cucita con filo nero.Gli abiti da lavoro (manopole eccetera)vengono forniti dal datore di lavoro.

ABORTISTA (abortsˇcˇica)Donna imputata o condannata per averpraticato un aborto o, dopo il 1955, peraverlo praticato in condizioni antigieni-che (sulla propria persona o su un’altradonna). Nota: l’aborto era stato vietato il27 luglio 1936 con una risoluzione delCik e dell’Snk dell’Urss. Con il decreto del23 novembre 1955 (VS 22:425) l’abortoveniva liberalizzato, e perseguito solo sepraticato in condizioni antigieniche.

ACCERCHIATO (okruzˇenec)Ogni cittadino sovietico, militare o civi-le, che durante la Seconda guerra mon-diale si è trovato nel territorio occupato

Sarei felice se il mio lavoro potesse aiutare quanti studiano la storia del comu-nismo reale, che ha così profondamente segnato il ventesimo secolo. A questo pro-posito, considero inutile interrogarsi su quale sia stato il totalitarismo più barbarodel nostro secolo, dal momento che entrambi hanno imposto il pensiero unico elasciato montagne di cadaveri.

Qualche parola sul Manuale.Esso contiene termini specifici, ufficiali e no, disposizioni e ordinanze gover-

native, pubblicate o meno. Ho raccolto questi dati dal 1937 al 1958 (alla Lubjanka,a Butyrka, in qualche decina di carceri di transito, nei campi di Noril’sk, nelle car-ceri centrali di Aleksandrovskoe e Vladimir), poi, dal 1958 al 1961, in Asia centra-le dove mi trovavo confinato. Nel corso di questi anni ho intervistato migliaia dipersone, fra cui ex detenuti delle isole Solovki (il primo grande campo sovietico),prigionieri politici e delinquenti comuni dell’epoca zarista e dei primi tempi del re-gime sovietico.

Molti dei miei compagni sentivano il bisogno di dare la loro testimonianza.Non so perché, ma sembravano credere che, in quanto francese, un giorno avreiforse avuto la fortuna di tornare in libertà. Con mia grande sorpresa, è stato pro-prio così. Non riesco ancora a crederci.

Per portare a termine il mio lavoro, a partire dal 1961 ho creato uno schedario,consultando numerosi ex detenuti, uomini e donne, fra cui alcuni che erano statiinternati all’età di dodici-quattordici anni. Molti avevano lavorato per anni in va-ri uffici e servizi dei campi, applicando, fra l’altro, alcune istruzioni segrete dell’am-ministrazione centrale. Fra loro vi erano anche ex dipendenti della Sicurezza delloStato, la polizia politica, e di altri organi governativi.

Fra le migliaia di schede raccolte, verificate sistematicamente consultando tut-ti i testi pubblicati (decreti, leggi, memorie eccetera), ne ho selezionate circa tremi-la per l’edizione russa. [...]

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no). È considerato un «lavoro leggero» (v.Lft). Nelle carceri questa mansione è svol-ta da un detenuto comune che gode dellafiducia dell’amministrazione. Nelle car-ceri giudiziarie le cose sono organizzate inmodo tale che i detenuti condotti a fare ilbagno non vedono l’addetto al forno.

ADDETTO/A ALLO SPACCIO(larëcˇnik, larëcˇnica, zavlar’kom)Nelle carceri a questa mansione è desti-nato uno dei sorveglianti. Nei campil’addetto è invece uno stipendiato libe-ro, spesso la moglie di qualcuno del per-sonale (v. spaccio).

ADDIO FRATELLI! (Prosˇcˇajte, brat cy!)Parole gridate talvolta nel corridoio delcarcere dal condannato condotto alla fu-cilazione; se nelle celle vicine ci sono deicriminali comuni, di solito rispondonobattendo sulla porta. Per dire addio allavita, si esclama anche: «Compagni! Miportano al macello!». Nota: queste escla-mazioni sono pronunciate per lo più daicriminali comuni. Durante il Grande ter-rore alcuni detenuti politici gridavanoinvece: «Viva Stalin!».

ADUNATA E INVIO AL LAVORO(razvod)1. Ogni giorno i detenuti sono contatiprima di varcare il portone del campoper recarsi al lavoro. Di solito l’adunatacomincia alle 7:00 del mattino, un’oraprima dell’inizio del lavoro. A secondadel numero delle squadre e degli errorinei conteggi, può durare anche più diun’ora. La stragrande maggioranza deidetenuti è inviata al lavoro dopo l’adu-nata del mattino. In molti casi non c’èadunata notturna (per esempio al tagliodel bosco). Il segnale è dato con diversi

colpi su un pezzo di rotaia. Ancor primadel segnale le squadre inviate ai cantieripiù lontani (anche più di 5 km, da per-correre a piedi) si allineano davanti alportone chiuso. Nei campi e nelle colo-nie dove le baracche sono chiuse a chia-ve, i sorveglianti le aprono, e conduconoi detenuti allineati al portone.2. Quando le guardie aprono il portone,all’esterno ci sono già le scorte armatecon i cani, e dall’interno si avvicinanogli impiegati dell’amministrazione, te-nuti a essere presenti all’adunata: il ri-partitore (v.) con gli elenchi delle squa-dre condotte al lavoro, dove è indicata ladestinazione di ogni squadra, la suacomposizione e il numero delle personeesentate dal medico il giorno prima; ilcomandante (v.) con i suoi collaboratori,l’impiegato del settore amministrativo,l’infermiere (a volte il medico) con l’e-lenco delle persone esentate prima del-l’adunata. Se qualcuno ha un improvvi-so malore durante l’adunata è lui che sta-bilisce che non si tratti di simulazione.In quest’ultimo caso del malato si occu-pano i comandanti. All’adunata è pre-sente anche il direttore o ispettore dellaKvc (v.). Talvolta viene il direttore delcampo o il suo vice. Il plenipotenziariooperativo invece non è mai presente:non ne ha bisogno per essere perfetta-mente informato di tutto. 3.1. Dopo l’apertura del portone, la guar-dia fa segno al caposquadra più vicino equesti dice il suo nome o il numero del-la squadra. Al comando della guardia:«Passa!» i detenuti passano a gruppi dicinque attraverso il portone, e la guardiaconta i gruppi, moltiplica per cinque, ag-giunge il numero dei detenuti nell’ulti-mo gruppo incompleto, il caposquadra eriferisce la somma ottenuta alla secondaguardia. Questa scrive a matita il nume-

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AADDUUNNAATTAA EE IINNVVIIOO AALL LLAAVVOORO

dal nemico o sotto minaccia di occupa-zione, è considerato sospetto, in quantoquesti territori e i loro abitanti sono sfug-giti per qualche tempo al controllo degliorgani della Sicurezza dello Stato.

ACCESSO (dopusk)Autorizzazione formale che permette al-l’avvocato di prendere conoscenza deldossier del suo cliente. È data oralmentedall’inquirente. Questo termine fa la suacomparsa alla fine degli anni Sessanta.L’articolo 47 dell’UPK-60 stabilisce chel’avvocato è autorizzato ad agire dopoche l’imputato ha preso conoscenza delproprio fascicolo (v. difensore 2).

ACCETTAZIONE (akcept)Dichiarazione scritta con la quale il dato-re di lavoro conferma l’avvenuta conse-gna della manodopera forzata sul luogodi lavoro; sulla base di questo documen-to, l’amministrazione presenta al datoredi lavoro il conto per la manodopera (v.giorno/uomo). Al lager non interessa tan-to l’efficienza del lavoro dei detenuti,quanto il loro numero riconosciuto daldatore di lavoro e riportato nell’accetta-zione (v. lavoro, renitente).

ACCOMPAGNAMENTO (dovod)1. Invio al lavoro sotto scorta, a mo’ disanzione disciplinare, dei detenuti ritar-datari o che cercano di sottrarsi al lavo-ro. «Ivan è stato cacciato al lavoro conl’accompagnamento».2. Gruppo di detenuti condotti con l’ac-compagnamento. Anche quando lavora-no nella zona recintata, gli accompagna-ti si trovano sempre sotto scorta, e dopoil lavoro sono portati direttamente allosˇizo (v.).

ACQUA NEL PANE (pripëk)La sua percentuale ammessa aumenta si-stematicamente con il passare del tem-po. All’inizio degli anni Trenta era pari al40%, cioè dopo la cottura l’acqua conte-nuta nel pane costituiva il 40% del peso.Nel 1941 la norma fu aumentata al 53%,tanto che la mollica si appiccicava alledita. I detenuti soffrivano di bruciori distomaco (v. cantuccio di pane).

AD (AD)Vedi distrofia.

ADATTAMENTO ALLA COMUNITÀ DI LAVORO(prisposoblenie k trudovomu obsˇcˇezˇiti-ju)Era riconosciuto come il fine ufficiale delsistema penitenziario sovietico all’iniziodegli anni Venti (v. risolutamente incam-minato sulla via della correzione). A parti-re dagli anni Trenta si adotta un nuovotermine: “rieducazione” (v. campi specia-li, Ktr, sterminio).

ADDETTO AL CONTROLLODELLA NORMA (normirovsˇcˇik)Il suo compito è quello di far applicare lenorme di produzione. Data la complessi-tà delle norme ufficiali e le continue re-visioni a cui vengono sottoposte, il lavo-ro dell’addetto al controllo è difficile eminuzioso, ma egli ha molte opportuni-tà di trarne profitto (v. norma 3, rapporto4.1). Nelle imprese del Gulag gli addettial controllo della norma sono il più del-le volte detenuti (v. imboscato).

ADDETTO AL FORNO (prozˇarsˇcˇik)Persona a cui i detenuti consegnano gliabiti e la biancheria da disinfestare (v. for-

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AACCCCEESSSSOO

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2. Se uno di quelli che dormono per ter-ra è convocato all’interrogatorio o deveandare al bugliolo, bisogna sollevare unpannello, cioè si devono alzare 2-3 per-sone. Il convocato, con abiti e scarpe inmano, si fa strada cautamente fra le testee i piedi dei dormienti e si veste solo sul-la porta, vicino al bugliolo, nell’unicopezzetto di pavimento libero. 3.Durante il Grande terrore e le altre cam-pagne di massa nelle celle comuni diButyrki (circa 6,3x11 m) c’erano cento per-sone e più, cioè a ciascun detenuto tocca-va uno spazio di 0,66 m2 (v. figura 1, p. 39).

AGGIUNTA (dovesok)1.1. Pezzo di pane aggiunto alla razioneper ottenere il peso regolamentare. L’ad-detto al taglio del pane lo fissa alla razio-ne con uno stecchino. 1.2. In cella di ri-gore la razione è molto scarsa (300 g). Neparla una canzoncina, parodia di unanota canzone della mala:

Dal magazzino apparve la razione.Io mi sentii morir dall’emozione,lei e il dovesok andavan stretti stretti,eppure non pesavan che tre etti!

L’Originale era:Sbucava una coppietta da un cantone.Io mi sentii morir dall’emozione,un altro stretta stretta l’abbracciava,la bocca con le labbra le sfiorava.

2. Nuova condanna inflitta a un detenu-to nel luogo di reclusione (v. caso 1.3).

AGGRAVANTE (agravant)Malato che prolunga artificialmente lamalattia (v. simulatore, simulazione).

AGITATORE (agitator)Persona inquisita o condannata per «agi-tazione», propaganda controrivoluzio-naria o antisovietica. All’inizio degli an-

ni Venti il reato era punito con una de-tenzione da 6 mesi (UK-22, art. 73); neglianni Trenta i milioni di agitatori con pe-ne di 10 anni (UK-26, art. 58-10) costitui-vano circa il 25% della popolazione delGulag. Il codice penale del 1960 punival’«agitazione» con la detenzione fino a 7anni, e in casi eccezionali fino a 10 (art.70; v. agitazione, comma dieci).

AGITAZIONE (agitacija)In russo sovietico il termine significa“propaganda”, controrivoluzionaria oantisovietica (v. agitatore, agitazione di cel-la, comma dieci, sigle, vacca del kolchoz).

AGITAZIONE DI CELLA(kamernaja agitacija)Agitazione antisovietica, generalmentenella cella di un condannato. La minacciadi incriminare per agitazione di cella vie-ne utilizzata per terrorizzare i detenuti.

ALEKSANDROVSKOE, CENTRALE DI (Aleksandrovskij central)Antica distilleria a circa 70 km a nord-estdi Irkutsk, vicino al lago Bajkal. Costrui-ta nel XVIII secolo, divenne prigione zari-sta, stazione intermedia sulla strada perl’isola di Sachalin. Nel 1917 vi fu detenu-to Dzerzinskij. Per realizzare un bacinoidroelettrico, il carcere fu evacuato alla fi-ne degli anni Cinquanta e la zona allaga-ta. La centrale si trovava nel villaggio diAleksandrovskoe, dove ancora in tempirecenti si cantava: «Alla centrale di Alek-sandrovskoe si è impiccato un condan-nato...».

ALIAS (on-zˇe)Nei documenti penitenziari sono ripor-tati tutti i cognomi sotto i quali la datapersona è stata condannata in preceden-

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ro su una tavoletta di compensato.Quando dopo il lavoro la squadra è ri-portata nel campo, controlla che i dete-nuti siano tutti presenti e se il conto ègiusto li fa entrare e gratta via il numerocon un coccio di vetro. 3.2. A secondadella situazione, prima dell’uscita dalportone i detenuti sono perquisiti dai co-mandanti, per evitare fra l’altro che por-tino fuori qualche oggetto rubato davendere o che qualcuno indossi abiti ci-vili sotto quelli del lager (prova dell’in-tenzione di fuggire). Al ritorno, nuovaperquisizione: si controlla che non ci sia-no oggetti vietati fabbricati sul luogo dilavoro, in particolare coltelli, generi ali-mentari rubati o acquisiti in altro modo.3.3. In inverno accade che alcuni dete-nuti abbiano «un abbigliamento inade-guato alla stagione», in particolare chesiano sprovvisti di «calzature invernali».Le scorte hanno ordine di non accettarlie, subito dopo l’adunata, il comandanteli porta nello sˇizo per chiarire il motivodell’irregolarità e infliggere le punizionidel caso. Capita anche che uno zek sispogli nudo durante l’adunata, sapendoche, per la stessa istruzione, la scorta nonlo prenderà in consegna. Di solito i co-mandanti trascinano via il temerario perle mani e per i piedi, lo buttano nella ne-ve, gli danno calci appena si muove, e al-la fine dell’adunata lo trascinano nellosˇizo. La direzione lo registra come reni-tente (v.) con le conseguenze che ciòcomporta. Durante l’adunata accade chei comandanti picchino i detenuti, manon è la regola. Dopo l’adunata i sorve-glianti e i comandanti rastrellano la zo-na alla ricerca di renitenti nascosti e si-mulatori che, una volta trovati, vengonopicchiati, portati allo sˇizo e mandati alavorare con un nuovo gruppo (v. accom-pagnamento). 3.4. I detenuti che varcano

il portone sono contati, oltre che dallaguardia, dal ripartitore, che controlla chetutti siano presenti, e dal capo della scor-ta, che a ogni squadra che esce dal cam-po assegna un soldato e un’unità cinofi-la, comunicando il numero dei detenutie il luogo di lavoro. 3.5. Il soldato dellascorta che li prende in consegna contaper la quarta volta i detenuti. Se una diqueste non coincide con le precedenti, lasquadra è rimandata nella zona e ricon-tata daccapo. Quando tutto coincide, ilsoldato della scorta «avverte che spareràsenza preavviso» (v. preghiera 1), e solo aquesto punto ordina: «Avanti!».4. “Adunata senza l’ultimo”: metodo peraccelerare l’adunata, inventato già neglianni Venti, e consistente nell’aizzare i ca-ni contro i detenuti che restano indietro. 5. Negli anni Sessanta si adotta un’orga-nizzazione del lavoro più moderna e l’a-dunata nella forma sopra descritta di-venta un fenomeno meno frequente.

AEROPLANI (samolëty)1. Pannelli formati da 3-4 tavole longitu-dinali e due trasversali (75x190 cm ap-prossimativamente) con cui nelle cellepiù grandi del carcere di Butyrki e di al-tri penitenziari si ricopre lo spazio fra ledue file di tavolacci continui che corro-no lungo le pareti opposte della cella: intal modo si ricava un giaciglio supple-mentare per più persone. Sui tavolacci cisi corica con la testa verso la parete; sugliaeroplani invece il detenuto ha sia la te-sta che i piedi contro i piedi di quelli chedormono sui tavolacci. Gli aeroplani sidispongono al segnale di ritirata. Primadevono infilarsi sotto i tavolacci quelliche non hanno posto sopra (v. metrò),poi si sistemano sugli aeroplani quelliche non hanno trovato posto sotto i ta-volacci.

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AALLIIAASSAAEERROOPPLLAANNII

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mata in occasione del primo anniversa-rio del colpo di stato bolscevico, furonoesclusi i politici, il che divenne una tra-dizione (SU 1918, 104:1033). 3.2. Le am-nistie in occasione degli anniversari del-la rivoluzione furono proclamate fino al-la fine degli anni Venti, e poi riprese do-po la morte di Stalin, ma non annual-mente, bensì una volta ogni dieci anni(v. 7.5 infra). Solo nei primi anni del po-tere sovietico veniva proclamata un’am-nistia per celebrare il primo maggio. I de-tenuti politici ne erano esclusi. 4. Le amnistie di Stalin. 4.1. L’ultimaamnistia degna di questo nome procla-mata prima della morte di Stalin risale al1933, quando fu conclusa la costruzionedel Belomorkanal (v.). Su un totale di cir-ca 300.000 persone, quasi 60.000 ebberouna riduzione della pena. L’amnistia eralimitata da tante condizioni che potero-no beneficiarne solo circa 5.000 politici:quelli a cui restavano da scontare pochimesi. 4.2. Nonostante lo scatenarsi delterrore staliniano, il popolo aspettavauna vasta amnistia nel 1937 per festeg-giare il XX anniversario della presa del po-tere da parte dei bolscevichi. E invecequello fu il primo anno senza l’amnistiain occasione dell’ottobre. 4.3. Il 24 gen-naio 1938 fu proclamata un’amnistia perfesteggiare il XX anniversario dell’ArmataRossa; si applicava solo ai militari cheavevano compiuto piccoli reati comunied erano stati condannati a pene inferio-ri ai tre anni. Nello stesso periodo decinedi migliaia di militari erano detenuti incarceri e campi con pene non inferiori ai10 anni. 4.4. Per festeggiare la conclusio-ne dei lavori del canale Moscova-Volga(v. Dmitlag), il 16 aprile 1938 fu procla-mata un’amnistia che si limitava a estin-guere i precedenti penali per alcune cate-gorie di detenuti che avevano già sconta-

to la pena, ma a condizione che accettas-sero di rimanere a lavorare al canale o inaltri cantieri dell’Nkvd. 4.5. Nel 1939,nell’ambito del patto Ribbentrop-Molo-tov, il potere sovietico liberò con una dis-posizione segreta i cittadini tedeschi de-tenuti in Urss e archiviò i casi di quanti sitrovavano sotto inchiesta. Fra i tedeschiamnistiati in tal modo c’erano molti co-munisti, vittime del terrore staliniano,tra cui gli ebrei. Furono tutti consegnatinelle mani della Gestapo, che li inviò neicampi di concentramento e nelle camerea gas (M. Buber-Neumann, Prigioniera diStalin e Hitler, Bologna, 2005). 4.6. Per ce-lebrare la vittoria sovietica sulla Finlan-dia il 16 luglio 1940 fu proclamataun’amnistia che esentava da ulterioritrattenute sul salario i condannati ai la-vori coercitivi che avevano combattutocontro i finlandesi. Nessun detenuto ri-acquistò la libertà. 4.7. Dopo l’invasionetedesca dell’Urss il 12 agosto 1941 fu con-cessa l’amnistia a centinaia di migliaia dicittadini polacchi, anche detenuti politi-ci, diventati necessari come carne da can-none (v. arresti di massa 21, mortalità 4.3).4.8.Durante la Seconda guerra mondialemorirono milioni di soldati: il 30 dicem-bre 1944 venne proclamata un’amnistiache restituiva la libertà a centinaia di mi-gliaia di ukazniki, subito inviati al fronte(v. fezeusˇnik, ukaznik). 4.9. «Tornate a ca-sa. La patria vi ha perdonato»: queste pa-role, stampate su volantini gettati oltre lalinea del fronte, erano interpretate daiprigionieri di guerra sovietici come unagaranzia di amnistia. Parte di coloro cheriuscirono a rientrare in territorio sovie-tico furono inviati nell’esercito, gli altrinei lager (v. campi di verifica e filtraggio 2).5. L’amnistia dopo Stalin. 5.1. Dopo lamorte di Stalin i suoi eredi avvertirono lanecessità di allentare la tensione e il 27

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za. Prima di ciascun cognome si scrive“alias”. Maggiore è il numero degli alias,maggiore è il prestigio nell’ambiente del-la malavita.

ALLONTANAMENTO (udalenie)L’UK-26 riporta, fra le varie pene, «l’allon-tanamento dal territorio dell’Urss per undeterminato periodo» e «l’allontanamen-to dal territorio della Rsfsr o da una deter-minata località con o senza soggiorno ob-bligato in altre località e con o senza divie-to di soggiorno in particolari località» (art.20-f, g). L’UK-22 non menzionava questasanzione. L’UK-60, anziché di allontana-mento, parla di «espulsione e confino».

ALZIR, CAMPO DI AKMOLINSK PER LE MOGLI DEI TRADITORI DELLAPATRIA (Alzˇir, Akmolinskij Lager’ ZënIzmennikov Rodiny)Uno dei più importanti Olzir (v.). Creatonel 1939 nelle steppe del Kazachstannord-occidentale (v. sigle).

AMERICANO (amerikanec)Negli anni Sessanta e Settanta, “paziente”di un carcere psichiatrico, arrestato per iltentativo di mettersi in contatto con di-plomatici stranieri, per lo più americani.

L’AMICIZIA È L’AMICIZIA, MA A CIA-SCUNO IL SUO TABACCO!(Druzˇba druzˇboj, a tabacˇëk vroz’!)Proverbio: l’amicizia ha i suoi limiti.

AMICO DEI DETENUTI(drug zaklju cˇën nych)Epiteto di Stalin. Come amico degli arti-glieri, dei bambini, dei popoli oppressi,dei kolchoziani, dei cekisti eccetera (v.Stalin 3).

AMICO DEL POPOLO (drug naroda)Condannato per reati comuni, e in par-ticolare malavitoso. Il termine cominciòa essere usato dai detenuti politici neglianni Trenta, quando la propaganda so-vietica si accaniva con particolare impe-gno contro i «nemici del popolo» (v. ne-mico 2.2).

AMINAZINA (aminazin)«Ipotensore. A forti dosi provoca uno sta-to simile al sonno fisiologico» (Bse, vol.I). Il farmaco era somministrato, spesso eindiscriminatamente, ai «pazienti» dellecarceri psichiatriche.

AMNISTIA (amnistija)1. Amnistia politica generale del Go-verno provvisorio. Subito dopo la cadu-ta del regime zarista il Governo provviso-rio proclama un’«amnistia politica gene-rale» (7 marzo 1917. Raccolta delle leggidel governo pubblicata dal Senato,56:346). Tutti i detenuti politici sono li-berati senza eccezioni. In tutto il periodosovietico non ci sarà mai un’amnistiaanaloga. 2. Chi beneficia dell’amnistia sovieti-ca? 2.1. Di regola, il potere sovietico ac-corda l’amnistia politica non a chi è incar-cerato, ma a chi è riuscito a sfuggire all’ar-resto. Per esempio, dal 1921 al 1927 ven-gono amnistiati: i marinai di Kronstadt(una parte dei quali era fuggita in Finlan-dia); i soldati delle armate bianche; gliabitanti della Carelia e altri insorti. Chi sipresenta viene inviato al confino o nei la-ger (v. Solovki 4.3). 2.2. I detenuti politicidi solito sono esclusi dall’amnistia, o ven-gono amnistiati quando lo richiedono lecircostanze (v. 6-8 infra).3. La prima amnistia sovietica. 3.1.Dalla prima amnistia sovietica, procla-

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AAMMNNIISSTTIIAAAALLLLOONNTTAANNAAMMEENNTTOO

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lare il riavvicinamento fra Giappone eUsa, l’Urss cercò di dimostrare la propriagenerosità: il decreto del 13 dicembre1956 liberava dai luoghi di reclusione«tutti i cittadini giapponesi condanna-ti», cioè i prigionieri di guerra giappone-si ai quali, a partire dal 1945, erano statecomminate pene da 10 a 25 anni, con ac-cuse fittizie. 7.4. Il decreto del 25 novem-bre 1957 liberava i pescatori giapponesicondannati per aver pescato in acqueterritoriali sovietiche. 7.5. Il primo no-vembre 1957 fu emanata un’amnistiaper celebrare il XL anniversario del colpodi stato bolscevico. Ne erano esclusi i po-litici, insieme ai recidivi particolarmentepericolosi. Da quel momento ogni diecianni sarebbe stata proclamata un’analo-ga amnistia (v. 3.2 supra), sempre esclu-dendo i politici e i recidivi. 8. Amnistie per le donne. In seguito alrafforzarsi del movimento femminista inOccidente, e per considerazioni contin-genti, con il decreto del 21 ottobre 1979venne concessa un’amnistia alle donneincinte e alle madri di bambini di età in-feriore ai 7 anni. 9. Chi conta sull’amnistia? Chi speranell’amnistia è chiamato zˇopa (letteral-mente “culo”), acronimo scherzoso diZe lajusˇcˇij Osvobodit’sja Po Amnistii: “de-sideroso d’essere liberato per amnistia”.

ANDROPOV (Andropov)Vedi articolo 5.

ANNO (anno)1. «Gli hanno dato un anno, ma lui si èfatto 24 mesi ed è stato liberato anticipa-tamente»: battuta nata nel 1936, quandofurono aboliti gli sconti di pena per legiornate lavorative e molti liberati anti-cipatamente tornarono nei lager (v. dis-

posizione speciale). Il detenuto sa la datadella sua incarcerazione, ma non sa maise lo libereranno e quando. 2. «Un anno non è una pena»: proverbiodella fine degli anni Trenta (v. appendi ce7).

ANTISOVIETICO (antisovietcˇik)1. Avversario del potere sovietico o chiun -que il regime ritenga tale.2. Sinonimo di barzellettaro (v.): personache racconta barzellette antisovietiche(v. detenuto politico 2.1).

ANTONOV,ALEKSANDR STEPANOVICAntonov, Aleksandr Stepanovicˇ)Socialista rivoluzionario che guidò la ri-volta dei contadini di Tambov contro lerequisizioni di grano organizzate dai bol-scevichi. Fu ucciso nel 1922 (v. arresti dimassa 6.1, Solovki 4.3).

APPELLO (poverka)1. Esistono due appelli, uno mattutino euno serale. In carcere vengono fatti alle8:00 e alle 18:00, dal capo delle guardiedel turno che entra in servizio. I detenu-ti sono obbligati ad aspettare il suo arri-vo in piedi. Nelle celle più grandi si met-tono in fila e il responsabile della cella, ostarosta, riferisce il numero della cella equello dei presenti e degli assenti, cioè diquanti sono stati fatti uscire dalla cella«senza roba» (v. domande?).2.1. Nei campi e nelle colonie ogni mat-tina i detenuti sono contati dai coman-danti e dai sorveglianti al momento diuscire al lavoro, dopodiché dei colpi suun pezzo di rotaia danno il segnale cheproibisce qualsiasi movimento ai dete-nuti rimasti nella zona: quelli esentatidal lavoro; che lavorano all’interno del-la zona; rinchiusi nello sˇizo (v.) eccete-ra. 2.2. Una volta terminata la conta, un

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marzo 1953 fu emanata una vasta amni-stia. Secondo la tradizione sovietica, essariguardava i soli criminali comuni, anchese per la prima volta non c’era una clau-sola che escludesse totalmente i politici.L’amnistia liberò tutti i condannati a pe-ne inferiori ai 5 anni. Ma la stragrandemaggioranza dei politici doveva scontarepene non inferiori ai 10 anni. Per i con-dannati a oltre 5 anni di reclusione la pe-na era dimezzata, ma qui una clausolaprecisava che il provvedimento non siestendeva ai politici e ai recidivi perico-losi. 5.2. Grazie a questa amnistia furonoliberate centinaia di migliaia di piccoli egrandi criminali comuni, tanto che la po-polazione ricordò a lungo quel-l’«amnistia di Vorosilov» o «di Berija»(firmata dal presidente del Soviet supre-mo Vorosilov, quando Berija era a capodegli Interni e della Sicurezza dello Sta-to). 5.3. La completa esclusione dall’am-nistia del 27 marzo di più di metà dei de-tenuti, nella maggioranza dei casi con-dannati ingiustamente, creò grande ten-sione, soprattutto dopo lo «smaschera-mento» di Berija (v. scioperi 3.1). Le auto-rità se ne resero conto e con il decreto del-l’8 settembre 1953 abolirono il divieto diapplicare l’amnistia ai condannati per lalegge del 7 agosto 1932 (v. sette/otto).6. Gli scioperi del 1953-54. 6.1. Secon-do un decreto del 24 aprile 1954, su in-dicazione dell’amministrazione peniten-ziaria potevano essere liberate le personecondannate per delitti commessi primadi raggiungere la maggiore età, «se conuna condotta esemplare avevano dimo-strato di essersi emendati» e a patto diaver scontato non meno di un terzo del-la pena. 6.2. Il 17 settembre 1955 fu pro-clamata un’amnistia «per tutti i cittadinisovietici che hanno collaborato con l’e-sercito di occupazione nel periodo della

grande guerra patriottica 1941-1945».Riacquistarono la libertà i condannati apene fino a 10 anni per tradimento dellapatria, spionaggio, appello al rovescia-mento del potere sovietico o per manca-ta denuncia di questi reati (tali erano leformulazioni delle sentenze). Per con-danne superiori a 10 anni, per gli stessireati, la pena veniva dimezzata. Indipen-dentemente dalla durata della pena, era-no liberati i condannati per aver servitonell’esercito, nella polizia e nelle forma-zioni speciali tedesche. Dopo la libera-zione, furono inviati al confino in loca-lità remote. 6.3. Il decreto del 28 settem-bre 1955 liberava anticipatamente circa9.000 prigionieri di guerra e altri cittadi-ni tedeschi condannati dai tribunali so-vietici «per crimini di guerra», compresii «crimini particolarmente gravi control’umanità». I liberati, a seconda del luo-go di residenza indicato, erano conse-gnati alle autorità della Germania del-l’est o dell’ovest (il potere sovietico cer-cava con questa mossa tattica di accatti-varsi le simpatie dell’opinione pubblicadella Rft, nel momento del suo riavvici-namento all’Occidente).7. Altre amnistie. 7.1. Il decreto nonpubblicato del 14 settembre 1956 libera-va «da ogni ulteriore detenzione» la stra-grande maggioranza degli altri stranieri eli autorizzava a «ritornare al luogo di re-sidenza». Il decreto non si estendeva aicittadini delle repubbliche baltiche e de-gli altri territori stranieri annessi dal-l’Urss a partire dal 1939. 7.2. La risolu-zione del Presidium del Soviet supremodell’Urss del 20 febbraio 1956, estendeval’amnistia del 17 settembre 1955 (v. 6.2supra) ai militari sovietici condannati peressere stati prigionieri durante la Secon-da guerra mondiale (v. campi di verifica efiltraggio, soldatini). 7.3. Volendo ostaco-

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AAPPPPEELLLLOOAAMMNNIISSTTIIAA

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49 del «Regolamento degli ITL» dal1930, dagli articoli 88-90 dell’ITK-33 edall’articolo 35 dell’ITK-70: il ricorso al-le armi è ammesso in caso di fuga, di mi-naccia per la propria vita o per quella deifunzionari dell’amministrazione (o deglialtri detenuti: ITK-24). La responsabilitàpenale per uso ingiustificato delle armi èmenzionata solo nell’ITK-33; l’ITK-70vietava l’uso delle armi contro donne eminori.2. All’interno del carcere o del lager i sor-veglianti non potevano portare armi, pertimore che i detenuti se ne impossessas-sero. In caso di rivolta questa restrizioneera abolita.

ARRESTI DI MASSA (massovye aresty)1. Introduzione. 1.1. Le repressioni si-stematiche contro la popolazione sonouna caratteristica ineliminabile del regi-me sovietico (v. deportazioni di massa, fu-cilazioni di massa). Sullo sfondo di questerepressioni costanti si scatenano periodi-camente delle campagne contro deter-minate categorie (v. 2-38 infra). 1.2. Neiprimi anni del loro potere i bolscevichipubblicavano dati sul numero dei dete-nuti, sulle loro condizioni di vita, sullefucilazioni, ritenendo verosimilmenteche si trattasse di misure temporanee: in-fatti con il passaggio dei mezzi di produ-zioni nelle mani del proletariato sotto laguida dei marxisti-leninisti sarebberoinevitabilmente scomparse le cause chegeneravano la criminalità e l’opposizio-ne politica. Ma i sogni utopistici non siavverarono e verso la metà degli anniTrenta il numero dei repressi diventò co-sì abnorme che si preferì tenere nascostitutti i dati in proposito (v. campi 6, indi-rizzo del detenuto). Perciò per mezzo seco-lo l’Urss è stata l’unica potenza indu-

striale in cui le statistiche penitenziarieerano segreto di stato (v.). 1.3. In tutta lastoria dell’Unione Sovietica, sono co-stante oggetto di repressione in primoluogo quelli che sanno e vogliono pensa-re autonomamente, e in secondo luogo ibanditi. Nota: in entrambi i casi, dice latradizione del lager, il potere sovieticodifende così il suo monopolio. 1.4. Lecampagne periodiche, invece, si dispie-gano a seconda dei disegni dei vertici delpartito. Inutili sono i tentativi di oppor-si a questa politica. L’ultima in ordine ditempo è stata la risoluzione congiuntadel Vcik e dell’Snk della Rsfsr del 26 mar-zo 1928, che raccomandava all’Nkju di«evitare d’ora in avanti le campagned’urto per combattere contro i diversireati» («Ezenedel’nik sovetskoj justicii»,1928/14). 1.5. A partire dalla metà deglianni Trenta la campagna di turno era an-nunciata da appositi decreti che andava-no a integrare gli articoli del vigente co-dice penale. Di regola, questi decreti ina-sprivano le pene. Nei primi dieci annidall’adozione dell’UK-60 furono emana-ti 16 decreti di tal genere, che integrava-no i 75 articoli o descrivevano nuovi tipidi reato. Spesso prima iniziavano gli ar-resti di massa e poi veniva pubblicato ilrelativo decreto (v. deportazioni di massa7.2). In alcuni casi la campagna si svol-geva senza alcuna giustificazione legale(v. dekulakizzazione 1). 1.6. Alle vittimedelle diverse campagne di repressioneerano attribuite etichette che restavanoloro appiccicate finché quella data cate-goria non si fondeva nel grigiore genera-le del Gulag. 1.7. «È impossibile arresta-re tutti, ma bisogna provarci»: parafrasischerzosa di un noto proverbio licenzio-so riferito alle donne, coniata negli annidelle purghe staliniane.

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nuovo segnale indica la fine dell’appello.Per l’appello serale di solito i detenuti de-vono mettersi in fila e per tutta la sua du-rata è vietato spostarsi nella zona, fino alcomando: «Rompete le righe!».3. Nei luoghi in cui i detenuti sono tenu-ti rinchiusi al di fuori dell’orario di lavo-ro la conta avviene nelle baracche.4. Se ci sono errori nel conteggio l’appel-lo può essere ripetuto una o più volte,anche a notte fonda, e i detenuti sonocostretti talvolta a rimanere allineati permolto tempo, indipendentemente dallecondizioni atmosferiche.

APPELLO SU FORMULARIO (pereklicˇkapo formuljaram, poverka po formuljaram)Ogni chiamato declina le sue generalità(v. preghiera 2), che vengono confrontatecon i dati riportati nel formulario per ac-certare l’identità, e non solo il numero deidetenuti. Questo tipo di appello si adottaquando viene scoperta un’evasione.

ARBITRIO (proizvol)Oltre all’arbitrio propriamente detto, esi-ste anche il cosiddetto arbitrio statale. 1. Il primo tipo di arbitrio era un feno-meno comunissimo nel periodo cekista enei primi anni dell’Ogpu (dal 1917 allafine degli anni Venti), quando i maltrat-tamenti, le percosse, le torture e le ucci-sioni di detenuti per un capriccio deifunzionari locali erano all’ordine delgiorno. Se le autorità cekiste centrali ave-vano il tempo di occuparsene, di solito laloro reazione era negativa e si conosconosingoli casi in cui, per decisione di Vck-Gpu-Ogpu, i colpevoli furono fucilati(per esempio alle Solovki). A partire da-gli anni Trenta le uccisioni arbitrarie didetenuti divennero molto più rare e ave-vano bisogno di un pretesto, per esem-

pio un tentativo di evasione (v. secondosparo). Per il resto, l’arbitrio dei funzio-nari locali era praticamente illimitato (v.Procura 4.2, reclami 4).2. Si ha arbitrio statale quando le autori-tà commettono azioni contrarie alle leg-gi vigenti, obbedendo a istruzioni segre-te degli organi superiori (v. Procura 1.1).

ARCHIVIO A, ARCHIVIO N. 3 (archiv A, archiv n. 3)Archivio in cui sono conservati i fascico-li dei detenuti morti. A ogni fascicolo siallega il certificato di morte (v. atto dimorte del detenuto), in cui è specificata lacausa del decesso. Nei casi in cui il dete-nuto è morto per fame si usano formuleconvenzionali.

ARMATA DEL LAVORO (trudovaja armija, trudarmija, t/a)1.1. Servizio obbligatorio di lavoro mili-tarizzato. Esiste dal 1918 al 1922. 1.2.Do-po l’attacco della Germania viene ripristi-nato, dal 1941 al 1946. All’armata del la-voro si è inviati in base a criteri etnici, peresempio tutti i soggetti alla leva di nazio-nalità tedesca o italiana e, dal 1943, an-che i tatari di Crimea eccetera. Inoltre aibattaglioni di lavoro sono inviati gli ele-menti «sospetti», indipendentementedalla nazionalità. Nota: la Grande enci-clopedia sovietica non fa cenno alla t/a. 2. Le unità della t/a, senza armi, erano in-viate nei cantieri o a eseguire altri lavori,spesso a disposizione del Gulag. La situa-zione di questi soldati del lavoro differivapochissimo da quella dei detenuti, anchese vivevano e lavoravano senza scorta.

ARMI (oruzˇ’e)1. L’uso delle armi è definito dagli artico-li 215-221 dell’ITK-24, dagli articoli 47-

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AARRRREESSTTII DDII MMAASSSSAAAAPPPPEELLLLOO SSUU FFOORRMMUULLAARRIIOO

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17. 1933-34: senza passaporto (v. passa-porto 1, 6).18. 1934-35: trockisti (v. 9, 11 supra, 20infra, trattenuto); nemici del popolo; as-sassini di Kirov o ondata di Kirov: 5-10anni di lager, talvolta 5 anni di confino.19.1. 1935-36: komsomol’cy (v.): 5 annidi lager. 19.2. Montanari del Caucaso:quelli che sono sopravvissuti alla san-guinosa repressione delle rivolte controla russificazione e sovietizzazione (v. 12,15 supra). 19.3.Abortiste (v.): 3-8 anni dilager.20. 1936-39: Grande purga (v. beriëvsˇcˇi-na, ezˇovsˇcˇina, fucilazioni di massa15.1-2, moglie, nemico 2.2, processi di Mo-sca, sigle, trockista): 8, 10, 15 o 20 anni dilager o carcere; talvolta 5 anni di lager.21. 1939: pan, polacchi bianchi, occi-dentali: polacchi e cittadini di altre na-zionalità che vivevano nella parte orien-tale della Polonia annessa dall’Urss nel1939; rientrano nella categoria degli ele-menti antisovietici (v. 23.3 infra, amni-stia 4.7, deportazioni di massa 6.1-3) e so-no condannati a pene di 10-20 anni dilager.22. Primavera del 1940: soldatini o tradi-tori della patria (v. sigle); 5-8 anni di la-ger, in casi eccezionali 3.23.1. Luglio 1940: baroni o baroni balti-ci (v. occidentali), cittadini delle repubbli-che baltiche annesse dall’Urss, annove-rati nella categoria degli elementi antiso-vietici (v. 28 infra, deportazioni di massa6, ufficiali baltici). 23.2. Agosto 1940: po-lentoni (v. occidentali), sudditi romeni ar-restati in Moldavia e Bucovina setten-trionale dopo l’annessione di queste re-gioni all’Urss (v. 28 infra, deportazioni dimassa 6.1, occidentali). 23.3. Tutte le ope-razioni sono condotte in base a elenchicompilati ancor prima dell’annessione.Se la persona soggetta ad arresto è assen-

te, si prendono in ostaggio i suoi fami-gliari. Pene di 10, 15 o 20 anni di lager.24.1. Giugno 1941 (attacco della Germa-nia hitleriana): disfattisti, diffusori di vo-ci false, agenti di Hitler. Gli arresti avven-gono sia fra la popolazione libera, sia frai detenuti dei campi. Pene di 10, 15 e 20anni di lager (v. fucilazioni di massa 18.1-2). 24.2. Autunno 1941: accerchiati (v.).Dieci anni di lager. 25. 1940-42: assenteisti, fezeusˇniki oviolatori della disciplina del lavoro (v. fe-zeusˇnik, ukaznik 3, 4). Pene di 3, 5 o 7anni di lager.26.1942-47: traditori della patria, bandi-ti, cioè partigiani ucraini, lituani eccete-ra, che durante la Seconda guerra mon-diale combattono contro l’occupazionesovietica o tedesca delle loro terre; o checombattono soltanto contro i tedeschi,ma non in formazioni subordinate a Mo-sca. Pene di 10-20 anni di lager.27. 1943: disertori, lavoratori delle ferro-vie arrestati e condannati in seguito allamilitarizzazione delle ferrovie nel feb-braio 1943. Pene di 10-20 anni di lager.28. 1944-45: in seguito alla liberazioneda parte dell’Armata Rossa delle regioniorientali della Polonia, dei Paesi Baltici edella Romania, riprendono gli arresti dimassa fra la popolazione liberata (v. 21,23.1-2 supra); gli ex partigiani sono giu-dicati come banditi (v. 26 supra). Pene di10-20 anni di lager o carcere.29.1. 1944-46: criminali di guerra (gli or-gani della Sicurezza dello Stato scelgonocirca il 10% dei prigionieri di guerra te-deschi, giapponesi eccetera, e li condan-nano come criminali di guerra). Pene di10, 15 e 25 anni (v. amnistia 6.3, 7.3).29.2. Traditori della patria: cittadini so-vietici liberati dai lager tedeschi dagli al-leati e consegnati alle autorità sovietichein base agli accordi di Jalta, spesso con-

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2-36. Come vengono etichettate le vit-time delle diverse ondate repressive.2.1. 1917-18: speculatori (v. 10 infra);controrivoluzionari o k/r (v. detenuto po-litico 2). 2.2. Inizio 1918: primi arresti dimassa di menscevichi e socialisti rivolu-zionari (sr), colpevoli di detenere la mag-gioranza nei soviet locali (v. 6.3 infra).2.3. Luglio 1918: sr di sinistra (dopo cheè stata soffocata la loro insurrezione).2.4. Estate 1918: guardie bianche (dopola proclamazione del «Terrore rosso con-tro l’esercito bianco»).3.1. 1918-22: politici (v. 2.2 supra, dete-nuto politico 2, 3.1). 3.2. Elementi retro-gradi, bigotti, cioè le persone indignatedalla profanazione delle reliquie e dallaconfisca degli oggetti liturgici. 3.3. Sabo-tatori: contadini che si oppongono alleforniture obbligatorie (v. 4.1 infra).4.1. 1919-21: sabotatori, cioè tecnici eingegneri che, con le attrezzature obsole-te a loro disposizione, non sono stati ingrado di realizzare gli obiettivi irrealisti-ci imposti da commissari incompetenti.«In quale città, in quale fabbrica, in qua-le villaggio non ci sono sabotatori?» (V.I.Lenin, Polnoe sobranie socˇinenij, V, t. 35,p. 204; v. 3.3 supra, 11.4 infra, nemico 3).4.2. Nemici della repubblica.5.1. 1921: insorti o marinai di Kronstadt.5.2. Guardie bianche (v. 2.4 supra).6.1. 1921-22: sabotatori, kulaki (v.), con-tadini che si oppongono alle fornitureobbligatorie (v. 3.3 supra); in alcune loca-lità scoppiano delle rivolte. Nel governa-torato di Tambov le guida il socialista ri-voluzionario Antonov (v.); i bolscevichirinchiudono in campi di concentramen-to intere famiglie di contadini (v. fucila-zioni di massa 5.1). 6.2. Popi, ecclesiasti-ci (v.): ministri del culto, fra cui il patriar-ca Tichon, e anche semplici credenti.

6.3. Estate del 1922: menscevichi e sr (v.2.2 supra) in seguito al processo dei loroleader.7. 1923-29: occultatori d’oro (v. febbredell’oro, sigle).8. 1922-31: basmacˇi.9. 1925: primi trockisti (v. 11.1 e 18 in-fra, sigle).10. 1925-28: nepmen o speculatori (v. 2.1supra).11.1. 1927-28: trockisti (v. 9 supra e 18,20 infra). 11.2. I primi bolscevichi leni-nisti che hanno espresso la propria opi-nione nelle discussioni di partito. Ven-gono imprigionati per trockismo. 11.3.Ex anarchici; intellettuali (dopo l’assassi-nio a Varsavia del console sovietico Voj-kov). 11.4. Sabotatori o nemici con il re-golo (v. 4.1 supra). 12. 1929: jakuti e buriati-mongoli, dopola repressione della loro rivolta control’oppressione bolscevica (v. 19.2 infra,nazionalismo borghese).13.1.1929-32: kulaki, podkulacˇniki (v.bambini 2, dekulakizzazione 4.2, deporta-zione speciale). 13.2. 1929: speculatori inargento, cioè tutti coloro ai quali si sonotrovati più di 3 rubli in moneta (a causadella forte inflazione la gente non accet-ta volentieri la cartamoneta sovietica).14. 1930: lavoratori della scuola (sˇ-kraby), insegnanti che non approvano ilmetodo introdotto ufficialmente del-l’«istruzione a squadre» (dei delegatieletti dagli alunni sostengono gli esamiper tutta la squadra). In seguito questometodo fu abbandonato, ma gli sˇkrabycondannati rimasero nei lager. 15. 1930-31: kazachi, dopo la repressio-ne della loro rivolta contro il giogo rus-so-bolscevico (v. 12 supra, 19.2 infra).16. 1932: spigolatori, colpevoli di «furtodi proprietà collettiva» (v. fucilazioni dimassa 12, sette/otto).

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AARRRREESSTTII DDII MMAASSSSAAAARRRREESSTTII DDII MMAASSSSAA

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ARTICOLI-SIGLE (liternye stat’i)Sigle che per l’Oso sostituivano gli artico-li del codice penale (v. Oso, siglato, sigle).

ARTICOLO, ARTICOLODEL CODICE PENALE(stat’ja, stat’ja ugolovnogo kodeksa)1. Espressioni idiomatiche. «Ricondur-re sotto un articolo»: interpretare un’a-zione in modo che ne derivi una respon-sabilità penale ai sensi di un determina-to articolo del codice penale. «A Vas’kahanno affibbiato prima l’articolo 82,evasione. Ma poi l’hanno ricondotto sot-to il 58-14, sabotaggio rivoluzionario.Per l’82 si sarebbe beccato tre anni almassimo, mentre adesso gliene appiop-peranno dieci!» (v. caso 1.5).2. Detenuto e articolo sono una cosasola. 2.1. In ogni istanza presentata dalcondannato, in ogni sua convocazionenominale e in ogni elenco (perfino nellalista per la distribuzione dello zucchero odei guanti da lavoro, nell’elenco deicomponenti la squadra di lavoro eccete-ra), accanto al cognome deve figurarel’articolo del codice penale per il quale èstato condannato. 2.2. L’Oso non utiliz-zava gli articoli del codice, ma delle for-mule (v. sigle). Per cui la dicitura, anziché«Petrov, Ivan Lukic, 58-6, 10 anni», eraper esempio «Berg, Ivan Petrovic, spia,10 anni».3. Articolo per signore. Articolo indi-pendente. Poiché la legge sovietica pu-nisce per mancata delazione, le mogli etalvolta anche i figli degli arrestati sonoa loro volta rinchiusi nei lager (v. bambi-ni 3, moglie 1, Olzˇir, sigle). Delle «donnecondannate per i mariti» si dice che so-no detenute in base all’«articolo per si-gnore»; i figli invece «per i genitori». Seper loro è stata fabbricata un’imputazio-

ne a parte, sono detenuti per un «artico-lo indipendente». Nota: la madre, la mo-glie, una sorella e due fratelli del mare-sciallo Tuchacevskij, fucilato nel 1937,furono giustiziati per «articoli indipen-denti»; le altre tre sorelle e la figlia sedi-cenne furono inviati in lager come mem-bri della famiglia.4. Proverbio. «Purché ci sia l’uomo, l’ar-ticolo si troverà» (v. legge); o anche: «Pur-ché ci sia l’uomo, il caso si troverà».5. Articolo Andropov. L’articolo Andro-pov (188-3) permetteva di prolungare lapena di un detenuto per cattiva condot-ta. Introdotto nell’UK-60 per iniziativadi Andropov, allora capo del Kgb.

ARTICOLO CAPITALE(rasstrel’naja stat’ja)Articolo del codice penale per il quale èprevista la pena di morte (fucilazione).Numero degli articoli capitali nei vari co-dici penali sovietici: UK-22 27 articoli;UK-26 46 articoli; UK-60 32 articoli. L’e-lenco dei reati puniti con la pena capita-le è riportato nell’appendice 8.

ARTICOLO SETTE (sed’maja stat’ja)«Nei confronti delle persone che hannocompiuto azioni socialmente pericoloseo che rappresentano un pericolo per i lo-ro legami con l’ambiente criminale, oper la loro passata attività, si adottanomisure di difesa sociale di carattere giuri-dico-correzionale, medico o medico-pe-dagogico» (UK-26, art. 7). Nel codice pe-nale del 1960 questo articolo non esiste-va, ma il principio della perseguibilitàper azioni non commesse era saldamen-te radicato. Si trattava di un’antica tradi-zione, a giudicare dagli archivi zaristi ci-tati da Alekseev: «Alla III sezione non visono elementi giuridici per l’incrimina-

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tro la loro volontà (v. 26 supra, campi diverifica e filtraggio). 29.3. Stranieri: citta-dini dei paesi europei liberati dall’Arma-ta Rossa, fra cui guardie bianche emigra-te un quarto di secolo prima. Pene di 10o 20 anni di lager o carcere.30. 1945-46: samurai o criminali di guer-ra, dopo la capitolazione del Giappone(v. 29.1 supra). Pene di 10 o 20 anni di la-ger o carcere.31. Emigrati bianchi e stranieri prove-nienti dalla Cina del nord, occupata dal-l’Armata Rossa dopo la capitolazione delGiappone (v. 29.3 supra). Pene di 10 o 20anni di lager o carcere.32. 1947: ukazniki o quattro/sei (v.). Pe-ne di 10 o 15 anni di lager, talvolta 20 (v.ukaznik 4). 33. 1947-49: seconda purga. Operazionenon inferiore alla Grande purga (v. bam-bini 3.4, 4, cosmopolita, leccapiedi, mende-liani, ripetente). Pene di 10, 15, 25 anni dilager o carcere.34. 1948-febbraio 1953: cosmopoliti,leccapiedi (v. sigle), sionisti. Pene di 10,15, 25 anni di lager o carcere.35. 1950-51: greci, partigiani comunistidi Markos Vafiadis. Dopo il tentativo fal-lito di rovesciare il governo greco, i par-tigiani ricevettero asilo nei paesi comu-nisti dell’Europa orientale. Quelli che fi-nirono in Urss, subito dopo la solenneaccoglienza a Odessa, furono inviati inAsia centrale, arrestati con vari pretesti egiudicati per reati politici. I semplici par-tigiani furono condannati a 5 o 7, talvol-ta solo 3 anni di detenzione; i coman-danti ebbero fino a 20 anni. Fu il casodello stesso Markos. 36. 1952: medici o assassini in camicebianco (v. assassini 3.1).37. Gli arresti di massa dopo il 1953.Dopo la pausa temporanea subentrata al-la morte di Stalin nel 1953, gli arresti di

massa colpiscono i nazionalisti borghesiappartenenti ai popoli non russi del-l’Urss. Le repressioni si abbattono su unsolo popolo per volta (v. deportazioni dimassa 7). 38. Gli arresti di massa dalla metà de-gli anni Sessanta. Verso la metà deglianni Sessanta cominciano le repressionisistematiche e gli arresti di dissidenti (v.carcere psichiatrico), che coinvolgono an-che i credenti. 39. Dopo mezzo secolo di uso sistemati-co del terrore, lo Stato non ha più biso-gno di repressioni così frequenti ed este-se (v. battuto 2, capire).

ARRIVARE (AL SOCIALISMO)(dochodit’, dojti)Questa espressione, molto comune nelcontesto dei campi, significa deperire peresaurimento e denutrizione (v. distrofia).Compare nel 1929, quando la collettiviz-zazione forzata delle campagne rovina icontadini e produce gravi problemi diapprovvigionamento, mentre la propa-ganda proclama senza tregua: «Guidatidal partito di Lenin e di Stalin, stiamo ar-rivando al socialismo». Nel 1930, l’auto-re ha visto nelle strade di Mosca gente af-famata che a stento si reggeva in piedi ecadaveri che giacevano sui marciapiedi.Un passante bene in carne commentavaironico: «Ecco qualcuno che è arrivato alsocialismo!» (v. dochodjaga).

ARSENALE (Arsenal’naja)Vecchia prigione zarista di Leningradoche prende il nome dalla via in cui si tro-va. In epoca sovietica, carcere femmini-le. Dal 1949 reparto di un carcere psi-chiatrico (v. Croci). A partire dai primianni Sessanta centro per la disintossica-zione forzata degli alcolisti.

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AARRTTIICCOOLLOO SSEETTTTEEAARRRRIIVVAARREE AALL SSOOCCIIAALLIISSMMOO

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ATP, PERSONALE TECNICO-AMMINISTRATIVO(Atp, administrativno-technicˇeskij perso-nal)A questa categoria appartengono: la leva-trice (v. bambini 1), l’addetto al controllo,i responsabili dei bagni, della farmacia,della cucina, del laboratorio di sartoria, dicalzoleria e simili; l’ispettore della Kvc(v.), della sezione sanitaria eccetera. La ra-zione dell’Atp è inferiore a quella degli Itr(v.), ma migliore di quella del Mop (v.).Essendo in contatto con la direzione, al-cuni impiegati di questa categoria riesco-no a ottenere la razione dell’Itp. Moltihanno agganci in cucina (v. imboscato).

ATTEGGIAMENTO ONESTO VERSO ILLAVORO (cˇestnoe otnosˇenie k trudu)Indispensabile perché il detenuto possabeneficiare di alcuni privilegi. Non è so-lo la direzione, ma in primo luogo il ple-nipotenziario operativo a decidere se ildetenuto abbia o no un atteggiamentoonesto verso il lavoro (v. risolutamente in-camminato sulla via della correzione).

ATTIVISTA (aktivist)Detenuto che collabora attivamente conl’amministrazione nel lavoro di istruzio-ne politica. A partire dalla fine degli anniCinquanta non solo il plenipotenziariooperativo, ma anche gli altri dirigenti dellager reclutano i collaborazionisti fra i de-tenuti. A differenza della spia, l’attivistacollabora apertamente con l’amministra-zione, partecipando alla competizionedel lavoro, all’attività di propaganda ec-cetera (v. lavoro di istruzione politica 2.2).

ATTIVITÀ CULTURALE ED EDUCATIVA(kul’turno-vospitatel’naja dejatel’nost’)A partire dal 1922 (SU 1922 28:316),nuovo nome del lavoro d’istruzione eculturale (v. Kvcˇ, lavoro di istruzione poli-tica 1, 2).

ATTO D’ACCUSA(obvinilovka, obvinitel’noe zakljucˇenie)Il processo «non può essere iniziato primache siano trascorsi tre giorni dal momen-to della consegna dell’atto d’accusa al-l’imputato» (UPK-60, art. 237). Lo stessolasso di tempo era previsto dall’UPK-26,mentre il decreto del 14 settembre 1937stabiliva che per casi di «delitti controri-voluzionari» l’atto d’accusa doveva essereconsegnato solo alla vigilia del processo.

ATTO DI MORTE DEL DETENUTO (akt o smerti zakljucˇënnogo)«Sulla morte del detenuto e sulle sue cau-se si redige un atto» (SZ 22:248, art. 41;v. archivio A, mortalità).

AUSILIARIO DELLA MORTE (pomosˇcˇnik smerti)Designa il medico e in generale il perso-nale sanitario.

AUTODIFESA (samooborona)Eliminazione dei delatori da parte dei de-tenuti (v. mattanza 2). 1. Il termine acquistò questo significatoverso la metà degli anni Quaranta, quan-do nel Gulag entrarono in massa ex mi-litari sovietici e partigiani dei movimen-ti di liberazione popolare ucraino, litua-no eccetera, che nei campi organizzaro-no l’autodifesa contro l’arbitrio impe-rante dei criminali comuni e lo strapote-re della delazione. Mentre nel primo ca-so fu sufficiente la resistenza fisica, nel

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zione di Cernysevskij [...]. Ma egli è so-spettato [...] sulla base di dati pervenuti[...] in via assolutamente confidenziale»(Process Cernysˇevskogo, Saratov, 1939, p.27; v. carcere psichiatrico 1, 2.1).

ARTISTA DELLA KVC (chudozˇnikKvcˇ)Detenuto che, per ordine del responsabi-le del settore culturale ed educativo (v.Kvcˇ), dipinge striscioni di propaganda, il-lustra il giornale murale, i tabelloni degliindici di produzione eccetera. In casi ecce-zionali il ruolo è svolto da un vero pittore.

ASSASSINI (ubijcy)Uno degli epiteti con cui la propagandasovietica e la Sicurezza dello Stato desi-gnano le persone di volta in volta desti-nate all’eliminazione (v. nemico).1. «Assassini di Vojkov»: persone ostili alpotere o ritenute tali, e inoltre trockisti, ve-ri o presunti, repressi in seguito all’assassi-nio del diplomatico Vojkov, avvenuto al-l’estero nel 1927 per mano di un emigratorusso. Molti assassini di Vojkov (18.956) fu-rono inviati sulle Solovki (D. Dallin, B. Ni-colaevsky, Forced Labor in Soviet Russia, Ya-le University Press, 1947, p. 190).2.«Assassini di Kirov»: trockisti, veri o pre-sunti; membri o ex membri del partito co-munista sovietico, sospettati di slealtàverso Stalin. Pretesto per la loro persecuzio-ne fu l’assassinio di Kirov, avvenuto nel1934. Inizialmente centinaia di migliaia,in seguito divennero milioni. A differenzadegli assassini di Vojkov, è impossibile de-terminarne con esattezza il numero. 3.1. «Assassini in camice bianco»: la«Pravda» del 13 gennaio 1953 attribuìquest’etichetta a un gruppo di insigni me-dici del Cremlino, quasi tutti ebrei, cheavrebbero meditato di assassinare Stalin e

altri leader. La congiura fu scoperta dalmedico Lidija Timasuk, insignita per que-sto dell’Ordine di Lenin. Il 3 aprile di quel-l’anno, ormai dopo la morte di Stalin, la«Pravda» comunicò che i medici eranostati vittime di calunnie. Furono tutti libe-rati, a eccezione di due, percossi a morte du-rante gli interrogatori (v. arresti di massa 34,sionista).3.2.Ancor prima Stalin aveva ri-mosso dall’incarico il capo della Sicurezzadello Stato Abakumov, perché aveva la-sciato senza conseguenze la delazione del-la Timasuk. Si ritiene che, essendo la mag-gioranza degli assassini in camice biancoebrei, il loro caso dovesse servire da segna-le per la deportazione in massa, già prepa-rata, degli ebrei in Siberia orientale. Lamorte improvvisa di Stalin la impedì.

ASSENZA (otlucˇka)«L’assenza di un detenuto [...] dopo 6 oredall’appello serale è considerata evasio-ne» (SZ 1930, 22:248, art. 50). A partire dal1937 è considerata evasione qualsiasi as-senza (v. preghiera 1).

ASSORTIMENTO (nabor)Insieme delle vittime di ciascuna campa-gna di arresti di massa: assortimento del1937, assortimento di Kirov (o ondata diKirov), assortimento di Ezov eccetera.

ASSORTIMENTO DI EZOV

(ezˇovskij nabor)I milioni di persone arrestate nel periododella «ezovscina» (v. arresti di massa 20,Kirov, Trentasette).

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AAUUTTOODDIIFFEESSAAAARRTTIISSTTAA DDEELLLLAA KKVVCC

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BBAAMM

B

BACAT’ (bacat’, toptat’)Danzare una sorta di tip tap. Nota: l’urka(v.) in carcere o nel lager si sente come a ca-sa propria (v. casa natale) e molto spessonella cella, nella baracca o al lavoro si tro-vano detenuti che ballano battendo i pie-di, anche senza alcun accompagnamento.

BACHILY (bachily)Calze di cotone trapuntato fissate a calza-ri di corda, o a una suola ricavata da unvecchio copertone, fornite ai detenuti chelavorano all’aperto invece degli stivali difeltro. Spesso le ricevono i deboli e quelliche hanno perduto o venduto altre calza-ture (v.) in dotazione. Nota: secondo il di-zionario di Dal’ i bachily sono «stivali alticon gambali, fissati con lacci»; dunqueanche i bachily sovietici non hanno nien-te a che vedere con quelli di una volta.

BACILLIFERO (bacil’nyj)Malato affetto da una malattia infettiva(per esempio la tubercolosi galoppante).

BACILLO (bacilla)1. Grassi, zucchero, salame e altri cibimolto calorici. Anche al plurale. Nota: di-ce la tradizione che, già negli anni Tren-ta, ai detenuti che si lamentavano del-

l’assenza di grassi nell’alimentazione ladirezione spiegava che «nei grassi ci so-no dei bacilli dannosi».2. Il pacco ricevuto dai detenuti.

BAFFONE (usatyj)Vedi Stalin 4.

BAGNO A VAPORE (parilka)Cella di rigore (v.) in cui viene immessovapore caldo. Secondo i veterani il suo usomassiccio risale alla fine degli anni Venti,quando l’Ogpu requisiva alla popolazio-ne l’oro nascosto (v. febbre dell’oro).

BAGNO SECCO (suchaja banja)Perquisizione. Il termine risale alla finedegli anni Venti; nel carcere di Butyrki sicominciò allora a far uscire i detenutidalle celle comuni per portarli alla per-quisizione in un apposito locale, con lepareti piastrellate come un bagno. Inol-tre per la perquisizione i detenuti devo-no spogliarsi nudi, come per il bagno.

BAM, FERROVIA BAJKAL-AMUR(Bam, Bajkalo-Amurskaja magistral’)La costruzione della ferrovia che dovevacollegare Tajset, sulla Transiberiana, a

secondo l’unico metodo efficace di dife-sa fu l’eliminazione dei delatori, che ve-nivano letteralmente condannati a mor-te (v. delatore 4). 2. Non tutte le spie furono giustiziate,ma la delazione s’indebolì notevolmen-te e la vita dei detenuti divenne quasisopportabile; per i cekisti invece divenneimpossibile svolgere il loro lavoro. Perciò«in seguito alle richieste dei cittadini edelle organizzazioni sociali che invoca-no l’applicazione della pena di morte neiconfronti degli assassini» il decreto delSoviet supremo dell’Urss del 30 aprile1954 introdusse un apposito articolo (VSn. 11). Nota: fino a quel momento peromicidio premeditato di un privato cit-tadino erano di solito comminati 3 annidi lager, talvolta 5 e, in singoli casi, 10(UK-26, art. 136).

AUTOFINANZIAMENTO (chozrascˇët)1. A parole l’autofinanziamento fu intro-dotto nel 1919: «Il sostentamento delcampo e dell’amministrazione deve esse-re garantito dal lavoro dei detenuti» (SU20:235, art. 35). Il principio fu poi confer-mato da altri documenti (ITK-24, artt. 9,77, 80; SZ 1930 22:248, art. 4-e e altri).Tuttavia gli incentivi al lavoro dei dete-nuti non favorivano l’aumento della pro-duttività e il Gulag dovette cambiare que-sto sistema, ciò che fu appunto chiamato«passaggio all’autofinanziamento».2. Tale passaggio si espresse nell’aumen-to dei premi di produzione, ma soprat-tutto in un migliore approvvigionamen-to delle mense e degli spacci dei campi,dove i detenuti potevano comperare«piatti commerciali» (v.) e le merci di cuiavevano bisogno, abiti compresi. Maquesti vantaggi furono ben presto ridottia nulla per la difficoltà dei rifornimenti.

L’unico modo per incentivare il lavorotornò a essere la paura della punizione. 3. I campi comuni (Itl) passarono all’au-tofinanziamento nel 1949, quelli specia-li (v.) nel 1952; l’obbligo di utilizzare idetenuti politici esclusivamente nei la-vori manuali più pesanti (indipendente-mente dalle loro capacità professionali)rimase in vigore, anche se le esigenzedella produzione inducevano talvolta adaggirare questa prescrizione.

AUTOGESTIONE (samoupravlenie)Sistema in base al quale dei detenuti,scelti fra i condannati per reati comuni esoprattutto fra gli ex cekisti, erano postia capo delle unità amministrative del la-ger, sotto il controllo generale di alcunifunzionari dell’Ogpu. Adottata per la pri-ma volta nel 1923 alle Solovki, l’autoge-stione fu in seguito estesa anche ad altrilager (v. Solovki 3.2). Verso la metà deglianni Trenta fu abolita, anche se in alcu-ni lager si conservò fino all’inizio deglianni Quaranta. L’autogestione era carat-terizzata da una corruzione illimitata edal più selvaggio arbitrio.

AUTOLESIONISTA (samorub)Persona che si provoca una mutilazioneper evitare il lavoro forzato (v. simulazio-ne). Nota: questa parola non era riporta-ta né nel Dizionario della lingua letterariarussa contemporanea, né nella Grande En-ciclopedia Sovietica.1. L’autolesionista si taglia di solito 3 o 4dita della mano sinistra, talvolta la ma-no intera o entrambe le mani (v. minuti-no 1); più raramente si taglia un piede. 2. Inizialmente l’autolesionismo non eraperseguito. A partire dalla fine degli anniVenti i detenuti che si automutilavanoerano puniti con la cella di rigore, e dallafine degli anni Trenta venivano giudicati

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AAUUTTOOFFIINNAANNZZIIAAMMEENNTTOO

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civile (1918-21). I besprizornye formava-no bande numerose e molto pericolose.Per contrastare il fenomeno, il Vcik isti-tuì il 27 gennaio 1921 una Commissioneper il miglioramento della vita dei bam-bini, presieduta da Dzerzinskij. In segui-to alla collettivizzazione forzata dellecampagne, all’inizio degli anni Trenta ilpaese fu invaso da nuove masse di bam-bini abbandonati (v. bambini 2, minore).

BAMLAG (Bamlag)I campi di lavoro correzionale dell’Nkvddell’Urss per la costruzione della ferroviaBajkal-Amur. Con la «riorganizzazionedel Gulag», nel 1953 fu riorganizzato an-che il Bamlag (v. Gulag 8.1). Alla fine de-gli anni Cinquanta nel Bamlag c’eranofra i 350.000 e i 400.000 detenuti.

BANDERISTA (banderovec, banderovka)Vero o presunto seguace di Stepan Ban-dera, patriota ucraino che negli anniQuaranta lottò per l’indipendenza del-l’Ucraina contro gli occupanti hitlerianie staliniani. La resistenza dei banderistifu soffocata dall’esercito sovietico alla fi-ne degli anni Quaranta. Centinaia di mi-gliaia di banderisti, condannati per«banditismo» (v. bandito 2, 3), finirononelle carceri e nei lager dove, assieme aipartigiani baltici e di altre nazionalità,posero fine allo strapotere e alle violenzedei criminali comuni (v. arresti di massa30, mattanza, mogli di banderisti).

BANDITISMO (banditizm)1. Oltre al banditismo vero e proprio, ilpotere sovietico ritiene tale qualsiasi op-posizione tramite la forza (anche senzaarmi) alla violazione dei diritti civili o na-zionali dei cittadini. Alla domanda «Checos’è il banditismo?» il celebre cekista

Lacis risponde: «La controrivoluzione»(«Izvestija», 6 marzo 1921).2. Subito dopo la presa del potere nel1917 il potere sovietico iniziò una guer-ra senza fine contro il banditismo (vero),in cui vedeva una minaccia quasi pari aquella controrivoluzionaria. Sradicare ilfenomeno si rivelò impossibile e il regi-me penitenziario per i banditi diventòsempre più simile per rigore a quello deipolitici o dei controrivoluzionari (v. cin-quantanove 4). Con l’introduzione del-l’UK-60 i condannati per banditismo fu-rono quasi completamente equiparati aipolitici. Vedi anche banditismo di cella,banditismo di lager, banditismo di stato,monopolio di stato.

BANDITISMO DI CELLA(kamernyj, vnutrikamernyj banditizm)1. Omicidi e violenze perpetrate da alcu-ni detenuti sugli altri nelle carceri. A vol-te, per costringere un arrestato sotto in-chiesta a rendere le deposizioni “neces-sarie”, nella sua cella si introducevanodei criminali recidivi, a cui si davano leistruzioni relative. 2. Durante la Seconda guerra mondiale,questo metodo era usato con i cittadinipolacchi che si rifiutavano di prendere lacittadinanza sovietica. La maggior parteallora acconsentiva a prendere la cittadi-nanza sovietica (1941-42). 3. All’autore, perché rendesse deposizio-ni false, nel 1950 l’inquirente ordinò dimettere in cella tre criminali comunicannibali (v. banditismo di lager, canniba-le, vacca 1).

BANDITISMO DI LAGER(lagbanditizm)1. Omicidi e violenze perpetrate da alcu-ni detenuti sugli altri nei campi. Per mol-

BBAANNDDIITTIISSMMOO DDII LLAAGGEERR

Kom somol’sk sull’Amur attraverso la re-gione a nord del Bajkal, fu iniziata nel1933. Nel 1934 vi furono tradotti i dete-nuti che avevano costruito il Belomorka-nal. Alla fine del 1984, mezzo secolo do-po, la propaganda sovietica annunciòtrionfalmente che la Bam era stata con-clusa in anticipo sui tempi previsti (v.Bamlag, komsomol’cy 2).

BAMBINI (deti)La nascita di bambini nei luoghi di reclu-sione è prevista dalla legge: «Per i bambi-ni che si trovano nei luoghi di privazio-ne della libertà si devono creare nidi o lo-cali appositi» (SU 1934, 40:245, art. 46).«Presso le colonie di lavoro correzionale,in caso di necessità, si organizzano casedel bambino [...] per i bambini di età in-feriore ai due anni» (ITK-70, art. 57; v. co-lonie 3, minore).1. Bambini dei lager. Figli nati in deten-zione (v. mamma). 2. Figli dei kulaki. Figli dei contadiniche durante la collettivizzazione forzatadelle campagne (v. dekulakizzazione) so-no riusciti a sfuggire alla deportazione,ma che poi sono stati catturati, condan-nati e inviati nei lager (v. passaporto 2).3. Figli dei nemici del popolo. 3.1. Figlidi noti esponenti politici arrestati duran-te la ezˇovsˇcˇina (1936-38). 3.2. A parti-re dai 12 anni i figli erano condannatidall’Oso con la formula «membro dellafamiglia di un nemico del popolo» e in-viati nei campi con pene di 5 o 8 anni, incasi eccezionali 3 (v. responsabilità collet-tiva, sigle). 3.3. Quando entrambi i geni-tori erano arrestati, i loro figli di età infe-riore ai 12 anni erano presi in consegnadall’Nkvd e, se nel giro di qualche gior-no nessuno dei parenti rimasti in libertàmanifestava il desiderio di prendersene

cura, l’Nkvd li inviava in uno dei suoi or-fanotrofi lontani, dove i bambini riceve-vano un nuovo cognome. Si conosconocasi eccezionali in cui molti anni dopouno dei genitori sopravvissuti riuscì arintracciare il figlio. 3.4. Durante l’epu-razione del 1947-49 i figli dei nemici delpopolo rimasti in libertà (e ormai cre-sciuti) furono arrestati e inviati nei lagerper decisione dell’Oso, con pene di 10-25 anni (furono liberati alcuni anni do-po la morte di Stalin). Sfuggirono a que-sta sorte i figli cresciuti negli orfanotrofidell’Nkvd con un cognome diverso (v.arresti di massa 33). 4. Bambini spagnoli, greci, afgani. Fi-gli dei repubblicani spagnoli (1936-39) aiquali l’Urss offrì magnanimamente asilo,salvandoli dal fascismo. Nello stessotempo i figli divennero ostaggi che ga-rantivano la lealtà filosovietica dei lorogenitori rimasti in Spagna. Al momentodelle epurazioni del 1947-49 questi bam-bini erano cresciuti e l’Oso inviò molti diloro nei campi con pene di 10 o 15 anniper «agitazione antisovietica». Un nutri-to gruppo di bambini spagnoli si trovavaalla Kolyma (Fattoria delle renne). Dopola morte di Stalin alla maggioranza deisopravvissuti fu consentito di tornare inSpagna. Nota: lo stesso metodo è applica-to nei confronti dei figli dei guerriglierifilosovietici in Grecia (1946-49) e degli«alleati» afgani negli anni Ottanta.5. Patria potestà. A partire dagli anni Set-tanta il tribunale poteva privare della pa-tria potestà il condannato per articoli po-litici. I suoi figli erano inviati d’ufficio ne-gli orfanotrofi statali.

BAMBINI ABBANDONATI (besprizornye)Il fenomeno di massa dei bambini senzafissa dimora risale agli anni della guerra

BBAAMMBBIINNII

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con il tavolaccio unico solo 0,8 m2. Dopogli scioperi del 1953-55 i tavolacci unicifurono gradualmente sostituiti da cuccet-te. L’ITK-70 fissava la norma a «non me-no di 2 metri quadri a persona» (art. 56).Ma le istruzioni non erano sempre osser-vate: i tavolacci unici nelle baracche deidetenuti erano stati vietati già nel 1919(SU 1919 20:235, art. 48), ma nella mag-gioranza dei campi sovietici restarono inuso fino a metà degli anni Cinquanta.2. Di regola, la baracca è a un piano contavolacci a due piani; i tavolacci a tre pia-ni sono rari. È costruita con materiali lo-cali o comunque molto economici (v.zemljanka). Il più delle volte ha una strut-tura a carcassa, con l’intercapedine riem-pita di segatura o di scorie e segatura. Tal-volta le pareti sono di cemento. Il tetto èa due spioventi, rivestito di cartone ca-tramato o da un doppio strato di assicel-le o altro. I detenuti impegnati nell’edili-zia a volte vengono alloggiati in una del-le case che hanno costruito, attrezzataprovvisoriamente con tavolacci, fino al-la consegna dell’edificio (v. Komsomol’sksull’Amur, Magadan, Magnitogorsk).3. Le sezioni della baracca sono separateda un passaggio. L’ingresso è attraversoquesto passaggio. In ogni sezione, a se-conda che sia attrezzata con cuccette ocon tavolacci continui, trovano postodalle 64 alle 120 persone. Nella paretepiù corta di ogni sezione c’è una fine-strella. Nella sezione c’è di solito una so-la stufa (fatta con un bidone metallica) euna sola lampadina. Nello stretto passag-gio che separa le sezioni non c’è stufa,ma c’è una lampadina. Qui sono colloca-ti i lavandini rudimentali, dai quali l’ac-qua sporca defluisce nei secchi sottostan-ti, e ci sono due botti con acqua non bol-lita. Nelle baracche che si chiudono a

chiave (v. campi speciali, Ktr) una dellebotti funge da bugliolo. 4. Ogni sezione viene pulita e custoditadal suo piantone, il che naturalmentenon impedisce che avvengano furti.

BARACCA DI RIGORE(barak usilënnogo rezˇima)Vedi Bur.

BARONI BALTICI (baltijskie barony)Vedi arresti di massa 23.1, deportazioni dimassa 6.

BARZELLETTARO (anekdotcˇik)1. Persona condannata (secondo l’artico-lo 58-10 dell’UK-26) per aver raccontatobarzellette ritenute controrivoluzionarieo antisovietiche dall’inquirente (v. com-ma dieci, detenuto politico 5.2, sigle).2. «La sai la barzelletta?» domanda unospiritoso. Ma l’altro risponde: «E tu sai dachi è stato costruito il Belomorkanal?»«No». «Dai barzellettari!».

BASMAC (basmacˇ)Dall’uzbeko basma, “brigante, picaro”. 1. Chi partecipa al movimento patriotti-co contro l’imperialismo sovietico inAsia centrale (dall’inizio del 1920 al1931, quando il basmacˇestvo fu soffoca-to). Capita talvolta che i basmacˇi depre-dino la popolazione.2. I basmacˇi sopravvissuti alla sanguino-sa repressione sono condannati a 10 an-ni e inviati nei campi del nord della Rus-sia, dove questa gente del sud muore inmassa. 3. Le barriere linguistiche e culturali li iso-lano dal resto della popolazione dei cam-pi, per la quale sono semplicemente ba-smacˇi o “belve”. Vedi arresti di massa 8,bandito 2, fucilazioni di massa 6, kulak.

BBAASSMMAACC

ti decenni l’omicidio di un privato chenon fosse un funzionario del partito odello Stato fu punito con 3-5 anni di la-ger (UK-26, art. 59-3 o 136). Era un feno-meno diffuso nei campi. Per esempio siuccideva per finire nel carcere giudizia-rio per l’inverno ed evitare di essere con-dotti al lavoro o per regolare dei contipersonali; oppure si perdeva alle carte lavita altrui (v. quinto 2) e via dicendo. 2. Non di rado il banditismo di lager erasfruttato dal plenipotenziario operativo(v.) per sbarazzarsi di una spia smasche-rata e divenuta quindi inservibile: si tra-sferiva il malcapitato dove si trovavanole persone che aveva denunciato e, seerano degli urka (v.), la mattina dopo lasua testa mozzata veniva ritrovata nel-l’immondezzaio del campo. L’ammini-strazione cominciò però a preoccuparsiquando iniziò la mattanza (v.).

BANDITISMO DI STATO(gosbanditizm)Così i detenuti interpretavano l’abbre-viazione GB, “Sicurezza dello Stato” (v.gebist,Gugb, Kgb,Nkgb,Mgb dell’Urss,mo-nopolio di stato).

BANDITO (bandit)1. Nel mondo della malavita il terminedi solito non è usato (v. cinquantanove 1,ladro 1).2. Oltre ai banditi nel vero senso dellaparola, il potere sovietico ritiene tali tut-ti coloro che con la forza (anche senza ar-mi) si oppongono alla violazione dei lo-ro diritti civili o all’occupazione russa deiterritori da sempre appartenuti al loropopolo (v. banderista, basmacˇ, finlandesebianco, polacco bianco).3. Alla fine degli anni Quaranta questacategoria fa il suo ingresso in massa neiluoghi di reclusione (v. arresti di massa26), dove mette un freno al banditismodi lager (v.) e alla delazione.

BARACCA (barak)Il tipo più diffuso di alloggio per i dete-nuti nei campi (v. figura 1).1. Il disegno mostra una baracca stan-dard. La sezione sinistra è attrezzata contavolacci a due livelli, a mo’ di vagone fer-roviario (v. cuccette), mentre nella partedestra c’è un unico tavolaccio lungo tut-ta la parete. Con il sistema “a vagone” aogni persona tocca circa 1,5 m2, mentre

BBAANNDDIITTIISSMMOO DDII SSTTAATTOO

a sinistra:tavolacci a due livelli;64 uomini; 1,3 m2 a persona

a destra:tavolaccio unico;circa 112 uomini; 0,8 m2 a persona

figura 1. pianta della baracca. 1. stufa; 2. tavola e panche, 3. botti d’acqua; 4. lavandi-ni; 5. acqua potabile.

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dendo il canale molto meno profondo equindi, di fatto, quasi inutile; inoltrel’Ogpu proclamò a posteriori che i lavo-ri non erano iniziati nel 1931, ma nel1932, cioè «caricò la tufta» (v. tufta); don-de il detto: «Senza la tufta e l’ammonal,non ci sarebbe il Belomorkanal». 5. Per la costruzione del canale quasi tut-ti i dirigenti dell’Ogpu ricevettero delleonorificenze e un detenuto su sei si videabbreviata la pena da una speciale amni-stia (v. amnistia 4.1). Il lager non fusmantellato, ma destinato all’ammassodel legname, fino all’evacuazione del1941 davanti all’avanzata delle truppetedesche.6. Dopo tanta propaganda attorno al Be-lomorkanal, per più di venti anni l’Og-pu-Nkvd-Mvd restò il principale arteficedei cantieri del socialismo, mentre la tuf-ta divenne un’istituzione nazionale.

BELOMORSTROJ (Belomorstroj)Impresa del Gulag dell’Ogpu incaricatadella costruzione del Belomorkanal.

BELOZERSK, CENTRALE DI(Belozerskij central)Carcere nella Russia centrale, sul fiumeVolga.

BELVA (zver’)1. Nomignolo dato ai detenuti prove-nienti dal Caucaso e dall’Asia centrale.Nell’ambiente della malavita non è con-siderato un insulto (v. basmacˇ 3).2. Vedi Stalin 4.1.

BENEFATTORE (blagodetel’)«Non farmi il benefattore!», oppure «Diuna sola cosa ti prego: non farmi il bene-fattore!» (modo di dire): si sa che homohomini lupus e chi afferma di volerci aiu-

tare o beneficare nasconde sicuramentequalche perfido fine (v. credere 2).

BERIËVSCINA (beriëvsˇcˇina)I metodi polizieschi di Berija. 1.1. Alla fine dell’estate 1938 LavrentijBerija, amico di Stalin, è nominato vicedel commissario del popolo agli Affariinterni dell’Urss Ezov (v. ezˇovsˇcˇina), el’8 dicembre dello stesso anno prende ilsuo posto. Resterà a capo degli Affari in-terni e della Sicurezza dello Stato fino alsuo arresto, nel 1953. 1.2. A differenzadalla ezˇovsˇcˇina, la beriëvsˇcˇina studiacon metodo e applica in maniera piani-ficata, non caotica, la tecnica della tortu-ra, della provocazione poliziesca, dellafabbricazione di false accuse. 2. Obiettivo della beriëvsˇcˇina è portarea compimento la ezˇovsˇcˇina ed elimi-nare fisicamente i suoi principali esecu-tori, primo fra tutti Ezov.3. Dopo la morte di Stalin i suoi eredi ri-conoscono in Berija il più pericolosoconcorrente e lo uccidono nel luglio del1953, ma solo a dicembre viene data lacomunicazione della condanna a mortedi Berija dopo un presunto processo aporte chiuse che avrebbe smascherato le«violazioni della legalità socialista» dalui commesse (v. assassini 3.1, legalità so-cialista 2).4. Negli ultimi quindici anni della vita diBerija, la propaganda sovietica lo chia-mava invariabilmente «il più fedelecompagno di lotta e il più intimo amicodel Grande Stalin».

BERLAG (Berlag)Da Beregovoj lager’, “Campo costiero”.Le prime sezioni del Berlag furono crea-te sulla Kolyma (Usvitlag). Il centro am-ministrativo era Pëstraja Dresva sul maredi Ochotsk. Vedi anche campi speciali.

BBEERRLLAAGG

BATTAGLIONE DI DISCIPLINA (disciplinarnyj batal’on)«I militari [...] possono essere inviati al bat-taglione di disciplina per un periodo da tremesi a due anni» (UK-60, art. 34).

BATTAGLIONE PUNITIVO(sˇtrafbat, sˇtrafnoj batal’on)Unità militare dove scontavano le penesoldati e sottufficiali dell’Armata rossa.

BATTAGLIONE SPECIALE (specbat, specbatal’on)Durante la Seconda guerra mondiale, re-parto regolare dell’esercito sovietico com-posto da «elementi inaffidabili»: ex dete-nuti controrivoluzionari, accerchiati (v.),persone vissute nei territori liberati, fuggi-te dalla prigionia e tornate nell’esercito so-vietico eccetera. Gli alti comandi li utilizza-no come carne da cannone, per cui alcunidi loro commettono qualsiasi crimine purdi finire nei lager, dove molti partecipanoagli scioperi del 1953-55 (v. scioperi 3.1).

BATTUTO (bityj)1. Persona esperta, a cui le percosse hannoinsegnato a vivere (v. insegnare).2. «Un battuto vale due non battuti»(proverbio): chi ha provato la frusta, la-vora e pensa meglio (secondo l’opinionedi Pietro il Grande e del Politbjuro sovie-tico; v. picchiare 1). Donde il Gulag in ge-nerale e la sˇarasˇka (v.) in particolare.

BBK (Bbk)Vedi Belomorkanal.

BELBALTLAG (Belbaltlag, Belomorsko-Baltijskij ispravitel’no-trudovoj lager’)Campo di lavoro correzionale dell’Ogpuper la costruzione del canale mar Bian-co-mar Baltico (v. Belomorkanal).

BELOMORKANAL, CANALEMAR BIANCO-MAR BALTICO(Belomorkanal,Belomorsko-Baltijskij kanal)1. La costruzione del canale fu voluta daStalin. I lavori durarono dal 1931 al 1933e coinvolsero circa 280.000 detenuti, uo-mini e donne, operai, tecnici, ingegneri.Molti furono trasferiti qui dalle Solovki.Si ritiene che sul Belomorkanal sianomorti circa 100.000 detenuti. Il progettoe la direzione dei lavori furono affidati aingegneri e specialisti detenuti, quasitutti condannati per sabotaggio (v. casodi Sachty, sˇarasˇka). Il quartier generaledel cantiere si trovava a Medvezegorsk,sul lago Onega.2. Il Belomorkanal fu una delle molte co-struzioni del socialismo realizzate da ma-nodopera forzata, ma l’unica in cui l’im-piego del lavoro coatto fu ampiamentereclamizzato. La propaganda sovieticas’inebriava di fronte alla «prima espe-rienza di riforgiatura tramite il lavoro deipiù incalliti criminali recidivi e dei nemi-ci politici» (v. campi 6). I migliori lavora-tori fra i detenuti furono insigniti del-l’Ordine del Bbk (v. adattamento alla co-munità di lavoro).3. L’Ogpu, cui era affidata sia la direzio-ne dei lavori sia la «riforgiatura delle ani-me umane», invitò gli esponenti più invista della cultura, primo fra tutti Mak-sim Gor’kij (v. Solovki 9.3), a visitare ilcantiere e ammirare l’opera di rieduca-zione. Tutti ne furono entusiasti, e nac-que una quantità di opere che celebrava-no la saggezza e la filantropia dell’Ogpu.L’opera teatrale Gli aristocratici di Pogo-din restò in cartellone per molti anni. 4. Il canale, lungo 230 km, fu inaugura-to entro il termine, stabilito da Stalin, diventi mesi. Ciò fu possibile solo perchél’Ogpu corresse il progetto iniziale, ren-

BBAATTTTAAGGLLIIOONNEE DDII DDIISSCCIIPPLLIINNAA

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con la piccola bobina, si è beccato solodieci anni» (v. cˇervonec, pena 1, 2, 3).

BOKIJ, GLEB (Bokij, Gleb)Vedi Solovki 3.1.

BOLLITORE,ADDETTO ALLA CALDAIA(kipjatil’sˇcˇik, kubovoj)Addetto alla kipjatilka o kubovaja, cioè al lo-cale dove si trova il bollitore per l’acqua cal-da, che i piantoni delle baracche vengonoa prendere diverse volte al giorno. Nota: inogni zona ce n’è uno, che lavora pratica-mente giorno e notte, dato che in un cam-po medio si consumano diverse migliaia dilitri di acqua calda al giorno. L’addetto albollitore è di solito un detenuto debole oun invalido e il suo posto è molto ambito:ha il permesso di vivere da solo nel localedella caldaia e non ha superiori. A secon-da dei casi, il locale può trasformarsi in unasorta di club o in un covo di malavitosi, onell’uno e nell’altro insieme, ma solo neicampi in cui i detenuti possono muoversiliberamente all’interno della zona recinta-ta (v. campi speciali, Ktr, locale per la segre-gazione cellulare).

BOLSEVO (Bolsˇevo)Località nei pressi di Mosca dove nei pri-mi anni Venti fu creata una colonia perbambini abbandonati e, in seguito, perdelinquenti minori: era uno degli istitutimodello che si facevano visitare agli stra-nieri. Nel 1936 divenne carcere giudizia-rio. Negli anni Sessanta tornò a essere unistituto penitenziario modello.

LE BOTTE DETERMINANO LA CONFESSIONE(bitië opredeljaet soznanie)Parafrasi, in uso durante il terrore stalinia-no, della famosa espressione marxista:

«L’esistenza determina la coscienza». Sibasa su un doppio gioco di parole intradu-cibile: bytiëè l’esistenza, e bitië sono le bot-te, mentre soznaniesignifica sia coscienza,sia confessione (v. deposizioni estorte,ezˇovsˇcˇina, interrogatorio, misure specia-li).

BOTTINAIO (zolotar’)Fare il vuotacessi nei campi è un buonmestiere: non si hanno capisquadra fra ipiedi, si può fare il bagno ogni giorno enon una volta ogni dieci giorni come glialtri detenuti. Lusso supremo, i bottinaisono spesso alloggiati in una cabina se-parata e non nella baracca comune.

BOUQUET (buket)Imputazione in base a più articoli del co-dice: «L’hanno condannato per il 58commi 6, 8, 9, 10 e 11. Insomma, l’han-no omaggiato di tutto il bouquet».

BOX (box)In un carcere, bugigattolo dove sono rin-chiusi temporaneamente i nuovi arrivatifino alla loro sistemazione nelle celle. Ibox di solito si trovano nelle immediatevicinanze degli uffici. Nel box non c’èbugliolo.

BUGLIOLO (parasˇa)Tinozza di legno o metallo con manici e co-perchio, usata nelle celle, negli isolatori di-sciplinari e nelle baracche di lager dove idetenuti sono rinchiusi durante la notte.1.1. In conformità al regolamento internodelle carceri, i detenuti devono vuotare elavare il bugliolo quando sono condottialle latrine. Nelle celle comuni, è il respon-sabile di cella ad avere questo incarico.Nelle celle piccole, il bugliolo ha la capaci-tà di un secchio. In quelle più grandi, di 8-

BBUUGGLLIIOOLLOO

BESPRIZORNIKI, BESPRIZORNYE (besprizorniki, besprizornye)Vedi bambini abbandonati.

BIGOTTO (bogomol)Credente, imprigionato per la fede (disolito ortodossa): di regola, i bigotti si di-stinguono per l’onestà e per l’ostinazio-ne nell’osservare i riti e le festività reli-giose, anche a costo di sopportare beffe emaltrattamenti (v. religioso).

BITR,UFFICIO LAVORI CORREZIONA-LI O UFFICIO LAVORI COERCITIVI(Bitr, Bjuro ispravitel’no-trudovych rabot,Bjuro prinuditel’nych rabot)Amministrava localmente la registrazio-ne e lo smistamento delle persone con-dannate al lavoro coercitivo senza priva-zione della libertà. I Bitr erano subordi-nati alla Sezione centrale lavoro corre-zionale del Commissariato del popolo al-la Giustizia. Esistettero dal 1919 al 1934,quando le loro funzioni passarono al-l’Nkvd dell’Urss (v. Gupr).

BLAT (blat)Nello yiddish dei ladri di Odessa signifi-ca “palmo della mano”.1. Entrature, conoscenze utili. Po blatu si-gnifica ottenere qualcosa “per conoscen-za, illegalmente”.2. «Il blat è superiore al Sovnarkom»:proverbio nato verso la metà degli anniVenti. Nota: nel 1939 l’autore ha incon-trato in un campo un ex soldato dell’Ar-mata rossa che per queste parole era sta-to condannato a 10 anni. La sentenza eracosì formulata: «Per diffamazione dellarealtà sovietica».3. La parola blat, che risale a prima dellarivoluzione, entrò a far parte del linguag-gio comune verso la metà degli anni

Venti. Nota: nell’Ottocento blat indicavaqualsiasi delitto, e blatyr’ il ladro di caval-li, uno dei criminali più pericolosi (G.Brejtman, Prestupnyj mir, Kiev, 1901).

BLATNOJ (blatnoj)1. Secondo il Dizionario della lingua russaletteraria, «appartenente al mondo dellamalavita». I veri blatnyenon si definisconotali, bensì ladri, indipendentemente dallaspecializzazione criminale. Per tutti gli al-tri, blatnoj è il criminale di professione.2. Il blatnoj riconosce solamente la leggedella mala e disprezza tutti i non blatnye,compresi i condannati per delitti comuni.I blatnye formano una sorta di comunitàchiusa, in cui è richiesta una rigida osser-vanza della legge interna. Ogni violazio-ne è discussa collettivamente e la personariconosciuta colpevole è condannata sen-za appello, per lo più all’espulsione dallacerchia dei blatnye o alla morte (di solitoper decapitazione). Vedi anche ladro 1.

BLOCCO VESTIARIO (vesˇcˇblok)L’ufficio per la distribuzione degli abiti edella biancheria e il relativo magazzino,situati nello stesso edificio (v. magazzinovestiario).

BOBINA (katusˇka)1. Il massimo della pena detentiva previ-sta dal dato articolo del codice penale (v.appendice 8).2.1. La «grande bobina»: dal 1937 finoall’inizio degli anni Quaranta, 20 anni direclusione; poi, fino al 1959, 25 anni.Nota: nel 1937 il limite massimo fu alza-to da 10 a 25 anni, ma per qualche tem-po non si comminarono pene superiori a20 anni. 2.2. «A tutta la bobina»: esserecondannato al massimo della pena. 3. «Piccola bobina»: dopo il 1937, con-danna a 10 anni. «Ivanov se l’è cavata

BBEESSPPRRIIZZOORRNNIIKKII

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nipotenziario operativo, in base a consi-derazioni note a lui solo. 4. I detenuti del Bur ricevono la razionealimentare a seconda del lavoro svolto.Ma poiché le brigate del Bur sono asse-gnate ai lavori più duri, non riescono arealizzare le norme e ricevono di conse-guenza una razione ridotta. 5. Si è tenuti nel Bur da due-tre settima-ne a un anno e oltre (v. burovec) Vedi an-che Rur, Zur.

BURKI (burki)Originariamente, stivali di feltro con suo-la di cuoio. Nei campi, calze di flanella oimbottite di ovatta con suola di gommaricavata da vecchi copertoni (v. calzature).

BUROVEC (burovec)Detenuto rinchiuso nel Bur.

BUSLAT (busˇlat)In origine, giubba di panno da marinaio.1. Il busˇlat, o cappotto a tre quarti, è unagiubba di cotone imbottita d’ovatta, con-segnata ai detenuti ogni due anni. Neglianni Venti per confezionare i busˇlaty siusavano ancora le scorte di panno percappotti militari dell’epoca zarista (peresempio alle Solovki), ma in seguito legiubbe furono solo di cotone.2. «Indossare il busˇlat di legno» significamorire.

BUTOVO (Butovo)Uno dei grandi mattatoi del regime so-vietico (v. Grande purga).

BUTTJUR (Buttjur)Altro nomignolo del carcere di Butyrki(v.). Tutti gli oggetti distribuiti ai detenu-ti di Butyrki sono marchiati con una «b».

BUTYRKI, BUTYRKA(Butyrki, Butyrka)Carcere giudiziario dell’Nkvd-Mvd, il piùgrande di Mosca. Già caserma del reggi-mento degli ussari Butyrskij di CaterinaII, fu trasformato in carcere, ingrandito emodernizzato alla fine dell’Ottocento.In epoca sovietica fu ripetutamente am-pliato. Il complesso conta una ventina diedifici a tre piani. Una parte delle cellesono singole, ma nella maggioranza deicasi si tratta di grandi camerate da 25 let-ti, spesso attrezzate con tavolacci conti-nui, che ospitano 70-80 detenuti. Neglianni delle purghe staliniane vi si stipava-no fino a 170 persone (v. aeroplani, me-trò). In tutto vi furono detenute circa20.000 persone in attesa di giudizio. Du-rante la Seconda guerra mondiale e nelperiodo immediatamente successivouna parte del carcere di Butyrki fu tra-sformata in laboratori dove i colpevoli didelitti comuni lavoravano per l’esercito(v. Pugacˇëvka, stazione).

BYTOVIK, DELINQUENTE COMUNE(bytovik)Persona accusata o condannata per reatinon politici. Il termine apparve prima an-cora dell’introduzione del primo codicepenale sovietico nel 1922. Ufficialmente siriteneva allora che l’assassinio, il furto, latruffa eccetera, se commessi da un lavora-tore, fossero il risultato delle condizioni divita (in russo byt, da cui il termine bytovik)ereditate dallo zarismo e che il potere so-vietico avrebbe finito per eliminarle deltutto. Nel frattempo, i bytoviki godevanodi una serie di privilegi (v. amico del popo-lo). A partire dal 1960 il termine non vienepiù usato ufficialmente. Nota: l’autore hariscontrato casi in cui il termine era appli-cato a delinquenti nati dopo il 1917!

BBYYTTOOVVIIKK

10 secchi. Un bugliolo pieno può pesare fi-no a 120 chili e viene portato da due uomi-ni (v. portabugliolo). Nelle celle dei recidi-vi, il coperchio del bugliolo è attaccato auna catena, per evitare che serva da armanelle risse. Il bugliolo è sistemato accantoalla porta: nelle celle sovraffollate questopunto è sempre umido. Naturalmente iposti nelle vicinanze sono ritenuti i peg-giori. L’uso del bugliolo per “i bisognigrossi” è considerato, secondo il galateocarcerario, come un oltraggio alla comu-nità. 1.2. Il termine russo parasˇa (dimi-nutivo del nome femminile Praskov’ja,un tempo popolare) designa il bugliolodal XVIII secolo. Le autorità sovietiche, perpruderie, usano questo termine solo fra vir-golette. È così che viene menzionato nelRegolamento interno. La parola scompa-re dai dizionari sovietici durante il terrorestaliniano (quando non esiste pratica-mente famiglia in cui almeno un membronon abbia dimestichezza con questo og-getto). Figura soltanto nei dizionari piùgrandi, come l’Usakov in quattro volumi,dove è riportata con la nota «antiquato»,«realtà dei paesi stranieri». 1.3. Il buglioloè evocato in alcuni versi composti nel car-cere di Butyrki:

E non esiste passeggiata più dolcedi quella dalla tavola al bugliolo.

2. Il termine parasˇa designa anche le no-tizie false: «Corrono delle parasˇi che gliinvalidi del primo gruppo verrannomandati a casa» (Gli altoparlanti che vo-mitano la propaganda sono paragonati abuglioli). E parasˇnik viene chiamato chidiffonde notizie false.

BUONI (bony)Fino al 1932-33 nei campi dell’Ogpu idetenuti ricevevano i premi di produzio-ne esclusivamente in buoni. Gli spaccidei campi non accettavano denaro.

BUONO PASTO (talon)Nella maggior parte dei campi, la cucinaserve pasti caldi dietro la consegna dibuoni che l’ufficio rifornimenti distribui-sce alle squadre a seconda del loro rendi-mento sul lavoro (v. rapporto 1). Sul buo-no figura la categoria alimentare («primamarmitta», «Itr» eccetera). La carta è diqualità alquanto scadente e rende impos-sibile la falsificazione. Prima di servire ilpasto, l’incaricato della distribuzione ve-rifica attentamente il buono. Un bigliet-to rovinato non viene accettato. Un bi-glietto smarrito non viene sostituito.

BUR, BARACCA DI RIGORE (Bur, barak usilënnogo rezˇima)1. Le baracche di rigore sono organizzatenei campi comuni. A differenza degli altridetenuti, quelli del Bur sono rinchiusi die-tro le sbarre. Al momento dell’uscita al la-voro vengono condotti fuori dai loro co-mandanti che, dopo il lavoro, li riportanonel Bur e in caso di necessità li scortano an-che alla sezione sanitaria (v.) o al bagno.2. I Bur compaiono alla fine degli anniVenti, benché nessun codice del lavorocorrezionale li nomini. Solo nel regola-mento dei campi di lavoro correzionaledell’Ogpu (7 aprile 1930) fra le altre mi-sure disciplinari si parla di «lavori puni-tivi fino a 6 mesi» (art. 44). Il Bur servìda modello per il Ktr (v.), i campi specia-li e per i campi a regime speciale (v.).3. A differenza di quanti sono rinchiusinello sˇizo (v.), alle persone inviate nelBur non viene letto alcun ordine ed essenon sanno né il motivo, né la durata diquesta punizione. Di solito vi finisconoi detenuti che causano più problemi al-l’amministrazione, i sospettati di prepa-rare un’evasione e quelli indicati dal ple-

BBUUOONNII

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2. Espressione offensiva: «Le cagne hannodi nuovo sbattuto Zorka in cella di rigore».3. Donna, ragazza (non necessariamentedispregiativo); anche «cagnetta». «Checagna quella dottoressa Karpova! Forza,ragazzi, facciamocela in coro!» (v. coro).4. Giuramento: «Sarò cagna se me lo di-menticherò!».

CALZATURE (obuv’)Di solito ai detenuti vengono assegnatescarpe in succedaneo con suole di gom-ma, i cosiddetti “trattori”. Alcuni imbo-scati (v.) che lavorano in fabbrica ricevo-no stivali di similpelle. Chi lavora all’a-perto in inverno riceve stivali di feltro,pezze da piedi, bachily (v.), calzari di cor-da. La norma di utilizzo delle calzature èun anno (v. durata).

CAMERA DI DISINFESTAZIONE (dezokamera)Detta anche “ammazzapidocchi”: dispo-sitivo per eliminare i pidocchi per mezzodel calore. Presso il bagno a vapore diogni istituto penitenziario c’è una came-ra di disinfestazione, dove bisogna con-segnare tutti gli abiti (esclusi gli indu-menti di cuoio e di pelliccia, che il vapo-re renderebbe inservibili). Se la tempera-tura è abbastanza alta, i pidocchi muoio-no, ma le lendini rimangono.

CAMICI BIANCHI (belye chalaty)Vedi assassini 3.1.

CAMICIA DI FORZA (smirilka, rubasˇ-ka)È fatta di tela grezza; le lunghe estremitàdelle maniche si passano intorno al cor-po e si legano saldamente sulla schiena.1.1. «In caso di ribellione al detenutopuò essere applicata una cintura di for-

za» (ITK-24, art. 149). Nota: non sono ra-ri i casi in cui l’amministrazione conside-ra ribellione l’alzare le mani per ripararela testa dai colpi dei sorveglianti. 1.2.L’ITK-70 non menziona neppure il ricor-so alla camicia di forza o alle manette:per questo ci sono le istruzioni segrete.2. Il detenuto viene tenuto in camicia diforza anche per ventiquattr’ore, talvoltadi più. Non sono infrequenti i casi in cuila camicia di forza viene bagnata: asciu-gando, si torce, causando un dolore in-sopportabile. Con la camicia di forza nonsi può andare al bagno, e quindi il dete-nuto è costretto a farsi tutto addosso.3. La camicia di forza è spesso usata co-me punizione, soprattutto nelle celle dirigore (v. manette).

CAMPANELLA (zvonok)«Farsi da una campanella all’altra»: scon-tare interamente la pena, senza alcunariduzione. «Achmed si è fatto i suoi ven-t’anni da una campanella all’altra».

CAMPI, LAGER lagerja, lageri fino agli anni Venti)1. Introduzione. Il potere sovietico è as-solutamente impensabile senza i campidi lavoro forzato. A partire dal 1918 licrea e riorganizza per circa 35 anni, chia-mandoli con nomi diversi. Uno di questinomi, Gulag (v.), è entrato stabilmentein tutte le lingue del mondo. A partiredal 1956 la parola “lager” scompare, rim-piazzata da quella meno sinistra di “co-lonia”, ma il regime e le condizioni di vi-ta restano pressoché identici.2. Carattere temporaneo dei campi. Al-l’inizio il potere sovietico sembra crede-re che i lager siano una necessità tempo-ranea. Li chiama apertamente «campi diconcentramento» o «di lavoro coerciti-

CCAAMMPPIICCAACCCCIIAATTOORRII DDII UUOOMMIINNII

CACCIATORI DI UOMINI (lovcy ljudej)Privati cittadini che arrotondano i loroguadagni dando la caccia agli evasi (v.testoline).1.1. In epoca zarista erano soprattuttocacciatori indigeni siberiani, per i qualisia il forzato evaso (russo, ucraino o cau-casico), sia le autorità che pagavano perla sua cattura erano ugualmente estra-nei. 1.2. Diverso era l’atteggiamento del-la popolazione russa della Siberia, di cuisi parla in una vecchia canzone di forza-ti: «Le contadine mi davano del pane, iragazzi mi procuravan la machorka». Sa-pendo che alcuni evasi temevano di in-contrare gli abitanti del luogo (che poipotevano essere interrogati dalle autori-tà), le contadine siberiane lasciavanofuori dall’isba del pane e del latte, in ca-so di notte passasse qualche fuggiasco. 2. Con l’organizzazione, nei primi anniVenti, dei primi grandi campi nella Rus-sia settentrionale, il Gpu cominciò a re-clutare cacciatori di uomini, anzitutto frala popolazione della Carelia, che gli eva-si dovevano attraversare per raggiungerela Finlandia (i primi campi furono orga-nizzati nel nord-ovest della Russia). I ce-kisti ricompensavano ogni testa conse-gnata con somme di denaro (circa metà

del salario mensile di un operaio) e vive-ri: 30 chili di farina, 4 libbre di zuccheroeccetera (M. Rozanov, Zavoevateli belychpjaten, Limburg, 1951, p. 38). 3. In seguito i campi comparvero nelnord della Siberia, dove le teste erano ri-compensate con altre merci. Nelle step-pe del Kazachstan poi si potevano riceve-re tè e altri prodotti particolarmente ap-prezzati in quelle regioni. A causa dellacostante penuria delle merci più indi-spensabili la caccia agli evasi divenneun’attività redditizia in tutto il territoriodell’Unione Sovietica. 4. Il premio in denaro e in merci era in-viato al cacciatore dopo l’identificazionedella testa da parte della direzione di la-ger a cui apparteneva l’evaso. I relatividocumenti erano compilati dai contabi-li, che la maggior parte delle volte eranodetenuti.

CAGNA (suka)1. Criminale che ha violato la legge del-la malavita. Nota: in epoca zarista i mal-viventi chiamavano così i poliziotti; nelsignificato attuale il termine è comparsoa cavallo fra gli anni Venti e Trenta. N. Vi-nogradov non lo riporta (Uslovnyj jazykzakjucënnych lagerej, Solovki, 1927).

C

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vo». Vengono provvisoriamente creativicino alle città, spesso nei monasteri, dadove sono scacciati i monaci o le mona-che. Ma ben presto strati sempre più am-pi di popolazione appaiono pericolosi.Non si parla più di eliminare i campi. Alcontrario, «in tutti i capoluoghi di gover-natorato devono essere aperti campi dilavoro coercitivo capaci di ospitare nonmeno di 300 persone ciascuno» (SU 191920:235, art. 3). 3. Tre sistemi paralleli. Tre organismi, laVck, l’Nkvd e l’Nkju amministrano cia-scuno il suo sistema di campi: quelli del-la Vck sono destinati ai condannati a unminimo di 3 anni (cioè i politici, i crimi-nali recidivi e i banditi) e alle persone ar-restate dalla Vck. I comandanti dei cam-pi dell’Nkvd e dell’Nkju sono eletti inteoria dal comitato esecutivo locale esuccessivamente confermati dal dicaste-ro corrispondente. Le relative sezioni delcomitato esecutivo locale vigilano sul-l’applicazione ai detenuti delle normestatali di lavoro, igieniche e sanitarie, eanche dell’istruzione di base obbligato-ria (SU 1919, 20:235, artt. 8, 9). Ma ciònon riguarda i campi della Vck.4. Tentennamenti organizzativi. Nel1921 il Vcik delibera di «riunire tutti icampi di concentramento sotto l’autori-tà dell’Nkju [...]. L’Nkvd dovrà immedia-tamente disporre il trasferimento [...] daconcludersi entro il primo luglio 1922»(SU 53:675). Ma il 25 luglio 1922 l’Snkstabilisce di «concentrare tutti i luoghi direclusione nell’Nkvd» («Ezenedel’nik so-vetskoj justicii», 1922/37-38; citato da P.Losev, G. Ragulin, Sbornik normativnychaktov..., Moskva, 1959, p. 106). La fusio-ne definitiva di tutti i lager avverrà nel1934 (v. Gulag 2.1). 5. Inasprimento del regime. I campidiventano parte integrante del sistema

sovietico. La risoluzione del Vcik e del-l’Snk della Rsfsr, del 26 marzo 1928, «Sul-la politica punitiva e sulla situazione deiluoghi di reclusione» obbliga l’Nkvd el’Nkju a proporre «un progetto di leggesul prolungamento delle pene e sull’ado-zione di nuove misure di difesa sociale»nei confronti di alcune categorie di dete-nuti («Ezenedel’nik sovetskoj justicii»,1928/14). La stessa disposizione ricono-sce la necessità di «aumentare la capaci-tà» dei campi (v. disposizione speciale, po-polazione penitenziaria 3, trattenuto).6. La tematica penitenziaria scompareda radio e stampa. 6.1. Nel 1930 i cam-pi dipendenti dagli Nkvd delle repubbli-che passano sotto la giurisdizione deiCommissariati del popolo alla Giustiziarepubblicani, ma nel 1934 tutti i campisovietici vengono subordinati all’Nkvddell’Urss, appena creato (v. Gulag 2.1,Nkvd 4.1). 6.2. Ancor prima si è placatoil chiasso propagandistico attorno alla ri-educazione e alla «riforgiatura» dei dete-nuti (v. 11 infra, Belomorkanal 2). La pa-rola “lager” scompare anche dall’indiriz-zo al quale i parenti inviano lettere al de-tenuto (v. indirizzo del detenuto 1, 2). 7. Nazisti e sovietici si scambiano le lo-ro esperienze. 7.1. Poco prima dell’attac-co tedesco all’Urss una commissione ap-posita dell’Nkvd si recò nella Germaniahitleriana per studiare il sistema peniten-ziario messo a punto dai novelli alleati. Laguerra interruppe queste promettenti ri-cerche. Si fece solo in tempo a introdurre,nel 1940, un’uniforme speciale per i dete-nuti negli isolatori politici. 7.2. Nell’ago-sto del 1939 Bertrand de Jouvenal incon-trò a Mosca un alto funzionario nazista,inviato in Urss per studiare i campi di con-centramento sovietici (J.-F. Revel, How De-mocracies Perish, New York, 1984, p. 273).

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8. Situazione sul fronte sovietico-tede-sco e sorte dei prigionieri. Nelle primesettimane dopo l’invasione tedesca, lasorte dei detenuti politici peggiora netta-mente (v. fucilazioni di massa 18.1-2). Inseguito, con il procedere dell’avanzatatedesca nel territorio sovietico, l’atteg-giamento verso i detenuti politici divie-ne decisamente più umano (con l’ecce-zione della Kolyma, distante 10.000 kmdal fronte). Ma dal momento in cui la si-tuazione al fronte migliora a favore del-l’Urss, il regime torna a inasprirsi e ven-gono introdotte ulteriori innovazioninaziste (v. campi speciali, Ktr).9. Bisogni dell’economia e numero deidetenuti. 9.1.Nei primi trentacinque an-ni del potere sovietico il compito princi-pale dei lager è realizzare grazie al lavorocoatto «le grandi opere del socialismo»(Dneproges, Magnitogorsk, Belomorka-nal), e anche estrarre minerali nelle loca-lità più spopolate e remote (Vorkuta,Tajmyr, Kolyma). In entrambi i casi, al-l’insufficiente meccanizzazione sopperi-sce la forza muscolare di detenuti malve-stiti e affamati. 9.2. A mano a mano chel’Unione Sovietica raggiunge un certogrado di industrializzazione, i lavori dimassa cedono gradualmente il posto ametodi più razionali (v. regime penitenzia-rio). Invece di decine di milioni di mano-vali adesso occorrono milioni di lavorato-ri qualificati. Ciò consente di dichiararenegli anni Cinquanta una serie di amni-stie (v. amnistia 5.1) e di ridurre la duratadelle pene detentive (v. codice penale 3.2).10. Tentativi di riforma del sistema deicampi. Dall’ottobre del 1956 all’apriledel 1957 i campi furono tolti all’Mvd esubordinati all’Nkju dell’Urss, che peròsi dimostrò incapace di gestirli. Passaro-no quindi sotto la giurisdizione dei di-versi Moop repubblicani e infine torna-

rono all’Mvd, come risulta dall’articolo 5dei «Fondamenti della legislazione del-l’Urss e delle repubbliche federate in ma-teria di lavoro correzionale». 11. La legislazione penitenziaria pri-ma e dopo il Grande terrore. Origina-riamente i vertici del partito sembranocredere nel carattere temporaneo deicampi e fino ai primi anni Trenta vengo-no pubblicate molte dettagliate disposi-zioni in materia. Successivamente questidecreti sono pubblicati a seconda delleconsiderazioni politiche, ma il più dellevolte sono sostituiti da istruzioni ammi-nistrative segrete.12. Regime dei campi. Per la descrizio-ne del regime dei campi vedi alla voce re-gime penitenziario; v. anche cacciatori diuomini, Gulag 6, Solovki 9.1, 11.4.13. Tipi di campi sovietici (elenco cro-nologico). Vedi le spiegazioni alle relati-ve voci: campi di concentramento; cam-pi di lavoro coercitivo; istituti educativo-punitivi (v. riformatorio); colonie di lavo-ro agricole, artigianali, di fabbrica (v. co-lonie 11); campi a destinazione speciale;colonie di lavoro correzionale (v. colonie5.1); colonie di lavoro correzionale perminori (v. colonie 7); campi-istituti di ri-cerca scientifica (v. sˇarasˇka); campi dilavoro correzionale (v. Gulag 2); colonieper bambini (v. colonie 3); campi senza di-ritto alla corrispondenza o campi di mas-sima sicurezza; campi femminili (v. Ol-zˇir); campi speciali per la ricostruzione;campi di verifica e filtraggio; campi di la-vori forzati (v. Ktr); campi speciali, colo-nie di lavoro correzionale (v. colonie 5.2);colonie di educazione e lavoro (v. colonie2).

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anni Cinquanta per designare i campi dilavoro correzionale. Vedi anche campi 2.

CAMPI DI LAVORO COERCITIVO(lagerja prinuditel’nych rabot)1. I campi di lavoro coercitivo furonoistituiti con un decreto del Vcik del 15aprile 1919 (SU 12:124). Ma la pena deilavori coatti era già prevista dal decretodell’Snk «Sulla speculazione» emanato il22 luglio 1918 (SU 54:605). Nel decretodell’aprile del 1919 si diceva che «sonosoggetti a reclusione nei campi di lavorocoercitivo le persone o categorie di per-sone riguardo alle quali esistono senten-ze delle sezioni dell’amministrazione,delle Commissioni straordinarie, dei Tri-bunali rivoluzionari, dei Tribunali popo-lari e di altri organi sovietici» (art. 2).«Per amministrare i campi di lavoro co-ercitivo in tutto il territorio della Rsfsrviene istituita un’apposita direzionepresso l’Nkvd, secondo un accordo conla Vck» (art. 5).2. Nel 1930 i campi di lavoro coercitivofurono «liquidati» semplicemente ribat-tezzandoli «campi di lavoro correziona-le» (v. Guitl).3. Nel «Regolamento dei campi di lavorocoercitivo» pubblicato il 17 maggio 1919dal Vcik (SU 20:235) si dice che «in tuttii capoluoghi di governatorato devonoessere aperti campi di lavoro coercitivocapaci di ospitare non meno di 300 per-sone ciascuno»; «la direzione generale ditutti i campi di lavoro coercitivo nel ter-ritorio della Rsfsr appartiene alla relativasezione dell’Nkvd»; «il sostentamentodel lager e dell’amministrazione deve es-sere garantito dal lavoro dei detenuti». Ilcomandante di ogni campo viene sceltodal comitato esecutivo locale e confer-mato dalla Sezione lavoro coercitivo del-

l’Nkvd. Ai detenuti si applicano le leggirepubblicane sul lavoro, la tutela dellasalute e l’istruzione pubblica; la vigilan-za su queste istituzioni è esercitata dallerispettive sezioni del comitato esecutivolocale (ciò non riguarda i campi specialidella Vck, dove tutto è controllato dai ce-kisti). Vedi anche lavori coercitivi.

CAMPI DI LAVORO CORREZIONALE,ITL (ispravitel’no-trudovye lagerja, Itl)1. Nuova denominazione dei campi diconcentramento a partire dal 1930 (v.Guitl 1, Gulag 1.1, 4). Dopo gli scioperidel 1953-55 apparve un nuovo eufemi-smo: i campi divennero «colonie», poisemplici «istituti» (v. colonie 5.2)2. Si chiamano Itl anche dei complessi dicampi: per esempio l’Itl di Noril’sk. Nota:al congresso dei giuristi sovietici del 1926il procuratore Krylenko dichiarò che era«impossibile e inutile» rieducare i nemicidi classe. La sigla Itl è interpretata dai de-tenuti come «campi di sterminio attraver-so il lavoro» (Istrebitel’no-trudovye lagerja).

CAMPI DI PERM’, COMPLESSO DI COLONIE DI PERM’ (Permskie lagerja, Permskij kompleks kolonij)Grosso complesso di campi per detenutipolitici e recidivi, nella parte occidentaledegli Urali. Creato all’inizio degli anniTrenta, dal 1934 fa parte del sistema delGulag. Dalla fine degli anni Sessanta co-nosce una nuova fioritura: ospita, fra glialtri, dissidenti famosi come VladimirBukovskij, Sergej Kovalëv, Jurij Orlov.Viene chiuso alla fine degli anni Ottanta.

CCAAMMPPII DDII VVEERRIIFFIICCAA EE FFIILLTTRRAAGGGGIIOO

CAMPI A DESTINAZIONE SPECIALE(lagerja osobogo naznacˇenija)Destinati alle persone «soggette, in basealle risoluzioni della Vck, alla reclusionedurante la guerra civile» (SU 192020:235, art. 25). Alla fine della guerra ci-vile la maggioranza di queste persone fucondannata dalla Vck a pene fino a 5 an-ni. I campi a destinazione speciale creatidurante la guerra civile non furono peròaboliti. Rimasero sotto il controllo dellaVck-Gpu-Ogpu (v. Solovki) fino al 1934,quando tutto il sistema dei campi fu uni-ficato sotto l’egida del neonato Commis-sariato del popolo agli Affari interni del-l’Urss. Prima ancora, i campi a destina-zione speciale erano stati ribattezzati«campi di lavoro correzionale» (1930).

CAMPI A REGIME, CAMPI A REGIME SPECIALE (rezˇimnye lagerja, osobo rezˇimnye lager-ja)Tutti i campi con un regime più severo,per esempio i campi speciali (v.).

CAMPI A REGIME SEVERO (strogo rezˇimnye lagerja)Tutti i campi con regime più severo, co-me i campi speciali, quelli disciplinarieccetera.

CAMPI COMUNI (obsˇcˇie lagerja)Designazione corrente dei campi non di-sciplinari.

CAMPI DI CONCENTRAMENTO(konclagerja, koncentracionnye lagerja)1. Istituzione dei campi di concentra-mento, loro finalità. Con il decreto «Sulterrore rosso» del 5 settembre 1918 il

Sovnarkom impone alla Vck di «proteg-gere la Repubblica Sovietica dai nemicidi classe isolandoli in campi di concen-tramento» (SU 65:710). I campi di con-centramento dipendono dalla Vck, e inseguito dal Gpu-Ogpu. I primi sorgonoad Archangel’sk, Cholmogory e Perto-minsk e vi sono recluse persone prove-nienti da tutto il territorio della Rsfsr (v.Solovki 1.1). La risoluzione del Vcik «Sul-la Vck» riafferma il diritto della Vck di«internare nei campi di concentramen-to» (SU 12:130, art. 8). Inizialmente i de-tenuti dei campi di concentramento nonsono costretti a lavorare, se non per le lo-ro stesse necessità (v. Solovki 7.1).2. La propaganda sovietica sui campidi concentramento. La stampa sovieti-ca comunica che le condizioni di vita neicampi di concentramento sono ottime,soprattutto il vitto, mentre la popolazio-ne libera soffre la fame (Kirov, «Izvesti-ja», 19 ottobre 1919). La questione del-l’impiego del lavoro dei detenuti è perora oggetto di discussione (Kudrjavcev,«Izvestija», 14 ottobre 1921). 3. Tentativi di sottrarre i campi di con-centramento al controllo di Vcˇk-Gpu-Ogpu. Secondo la risoluzione dell’Snkdel 25 luglio 1922 tutti i luoghi di reclu-sione, compresi i campi di concentra-mento, devono essere subordinati al-l’Nkvd; secondo la risoluzione del Vcikdel 23 agosto dello stesso anno, all’Nkju.Ma la Vck (nel frattempo rinominataGpu) rifiuta di applicare queste decisioni.4. «Abolizione» dei campi di concentra-mento. 4.1. Nel 1930 si «aboliscono» icampi di concentramento ribattezzando-li «campi di lavoro correzionale», senzaalcuna modifica del regime e delle condi-zioni di detenzione (v. Guitl). 4.2. Il termi-ne “campi di concentramento” è usatodalla popolazione ancora all’inizio degli

CCAAMMPPII AA RREEGGIIMMEE

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CAMPI LONTANI, CAMPI IN LOCALI-TÀ REMOTE DELL’URSS (dal’nie lagerja, lagerja v otdalënnychmestnostjach Sssr)Secondo una risoluzione del Cik e del-l’Snk dell’Urss del 6 gennaio 1922, i con-dannati a una pena detentiva di almeno3 anni sono inviati in «campi in localitàremote dell’Unione Sovietica» ammini-strati dall’Ogpu (UK-26, art. 20-b). Vedianche Siberia.

CAMPI MIMETIZZATI (zasekrecˇennye lagerja)Campi i cui detenuti non hanno legamicon il mondo esterno e di cui solo il per-sonale che vi lavora conosce l’esistenza.

CAMPI PER BAMBINI (detskie lagerja)La definizione, in uso all’inizio degli anniVenti, fu rapidamente sostituita da quelladi «colonie di lavoro correzionale perbambini» (v. colonie 3, 7).

CAMPI PER INVALIDI (invalidnye lagerja)Riservati agli invalidi (v. Mariinsk). Nota:non tutti riescono a sopravvivere fino al-l’invio in un campo per invalidi, poichéle procedure burocratiche per il trasferi-mento richiedono moltissimo tempo.

CAMPI SEGRETI (sekretnye lagerja)Analoghi alle carceri segrete, i campi se-greti nascono contemporaneamente aesse. Le notizie sui campi segreti dellaNovaja Zemlja, dell’isola di Dikson allafoce del fiume Enisej e della Kolyma ri-salgono agli anni Cinquanta-Settanta.Allora vi si custodivano solo stranieri,compresi gli emigrati sovietici dei primianni Venti e i loro figli nati all’estero.

CAMPI SENZA DIRITTO ALLA CORRISPONDENZA, CAMPI DI MASSIMA SICUREZZA (lagerja bez prava perepiski, zakrytye lagerja)1. Di questi campi si ebbe notizia verso lametà degli anni Trenta, quando nelle sen-tenze emesse dai tribunali in alcuni casi direati politici apparve la formula «... anni diprivazione della libertà in remoti luoghi direclusione senza diritto alla corrispon-denza». Con questa formula si era inviatiin campi segreti o in isolatori politici.2. Durante le purghe staliniane le fami-glie di alcuni condannati ricevevano lacomunicazione ufficiale che il tale era sta-to «condannato in base all’articolo 58 a10 anni di privazione della libertà in cam-pi lontani senza diritto alla corrisponden-za». Diversi anni più tardi, dopo la mortedi Stalin, si seppe che quelle persone era-no state fucilate. Si ricorreva a questamenzogna quando le autorità avevanointenzione di processare i “complici” delgiustiziato: sapendo della sua morte, essiavrebbero forse tentato di scaricare su dilui tutta la “colpa” per proteggere i vivi. 3. Negli anni Sessanta esistevano ancoraistituti di assoluto isolamento, in partico-lare sull’isola di Vrangel’. La formula«campi senza diritto alla corrisponden-za» non figura in nessun codice sovietico.

CAMPI SPECIALI (special’nye lagerja,speclag, osobye lagerja, osoblag)Campi di lavoro coercitivo a regime par-ticolarmente duro, destinati unicamenteai politici (i «controrivoluzionari»). Ini-zialmente erano chiamati «campi parti-colari» (osobye lagerja, osoblag), «campi aregime», «campi a regime speciale» o«campi di massima sicurezza». Creati inbase a un’istruzione segreta dell’Mvd del-

CCAAMMPPII SSPPEECCIIAALLII

CAMPI DI VERIFICA E FILTRAGGIO,PFL (proverocˇno-fil’tracionnye lagerja,Pfl)Campi dove l’apparato della Sicurezzadello Stato verifica la lealtà dei militarisovietici che sono stati fatti prigionieri ohanno vissuto in territorio occupato (v.accerchiato). Il potere sovietico sa quantosia menzognera la sua propaganda, per-ciò è costretto a considerare sospettoqualsiasi cittadino che sia rimasto fuoridal suo raggio d’azione e fuori dal campovisuale dei cekisti sovietici. Inizialmentei campi di verifica e filtraggio sono subor-dinati al Gulag, ma ben presto viene crea-ta una direzione indipendente (v. Upfl).1. Come, secondo Lenin, i prigionieridi guerra diventano traditori della pa-tria. All’VIII congresso del partito, nel1919, Lenin disse che «inviando nelle re-trovie dei paesi occidentali i prigionieridi guerra stranieri reclutati nei campi diprigionia russi e istruiti al Comitato cen-trale del partito, abbiamo fatto in mododi “inoculare i bacilli del bolscevismo intutti questi paesi”» (A. Avtorchanov,Proischozˇdenie partokratii, Frankfurt amMain, 1973, vol. I, p. 513).2. I cˇekisti assimilano la lezione di Le-nin. 2.1. Di qui la convinzione che i pri-gionieri di guerra e gli altri cittadini sfug-giti per un certo tempo alla propaganda eall’incessante sorveglianza degli organidella Sicurezza dello Stato siano potenzia-li nemici del regime sovietico. 2.2. Di con-seguenza, secondo le disposizioni emana-te in tempo di guerra da Stalin, chi si con-segna prigioniero commette un crimine eanche dopo la morte di Stalin è punito conla pena capitale (legge del 25 dicembre1958; VS 1959 n. 1, art. 28). La stessa penaè prevista dall’articolo 264 dell’UK-60.

3. I prigionieri di guerra sovietici resti-tuiti dalla Finlandia nel 1940. Nel mar-zo del 1940 i prigionieri di guerra sovie-tici restituiti dalla Finlandia furono tuttiinviati nei campi del Gulag, dove di gior-no erano costretti a lavorare e di nottevenivano trascinati agli interrogatori (v.soldatini 1, 2).4. Conclusioni pratiche: i Pfl. Infine,nel 1942-43, durante la Seconda guerramondiale, furono organizzati i primicampi di verifica e filtraggio, dove il con-trospionaggio sovietico (v. Smersˇ) inviòtutti i militari sovietici fuggiti dai campidi prigionia o liberati dall’Armata rossa.Qui gli internati si trovavano ventiquat-tr’ore su ventiquattro a disposizione de-gli inquirenti dello Smers e dopo lunghimesi di verifica furono inviati nei lagerper 10-20 anni, per sentenza di un tribu-nale o di un organo extragiudiziale (v.Oso). In alcuni casi furono assolti. I Pflfurono chiusi nel 1947, dopo che attra-verso il «filtraggio» erano passati milionidi prigionieri di guerra sovietici.

CAMPI FEMMINILI (zˇenskie lagerja)Nei primi trenta-trentacinque anni delsocialismo il compito dei lager era disopperire alla mancanza di macchinaricon la forza muscolare dei detenuti e ledonne costituivano non più del 20% del-la popolazione penitenziaria. Per evitarele violazioni della disciplina causate dal-la prossimità delle zone maschili e fem-minili, furono creati campi femminili se-parati (le cui detenute erano addette, peresempio, alla confezione di divise o al-tro), come il campo di Jaja. In altri casiall’interno di un campo maschile c’erauna zona femminile.

CCAAMMPPII FFEEMMMMIINNIILLII

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prima della sistemazione nelle relativecelle o del trasferimento in altri peniten-ziari (fino alla morte di Stalin nel canilesi veniva condotti solo di notte). Nel ca-nile gli incontri casuali sono impossibilie di solito gli arrestati non vi rimangonopiù di ventiquattr’ore. Solo occasional-mente vi si resta per alcuni giorni. 2. Alla Lubjanka (v.) il canile si trova inuno dei cortili interni. Vi si accede scen-dendo alcuni gradini. L’arrestato, già pre-ventivamente perquisito, viene conse-gnato dal suo accompagnatore al sorve-gliante di turno del canile, insieme allapropria fotografia. Dopo averne accertatol’identità, il sorvegliante di turno lo per-quisisce di nuovo e lo rinchiude in cella.

CANNIBALE (ljudoed)Chi, in condizioni specifiche, per esempiodurante un’evasione, ha mangiato carneumana (v. vacca). In nessuno dei vari codi-ci penali sovietici c’è un articolo che puni-sca l’antropofagia. I cannibali sono giudi-cati per «omicidio premeditato», cioè perl’articolo 136 dell’UK-26, che prevede unapena non superiore ai 10 anni (la pena ca-pitale per l’articolo 136 fu introdotta nel1954, come reazione all’eliminazione deidelatori da parte dei detenuti) o per l’arti-colo 102 dell’UK-60 (da 8 anni di privazio-ne della libertà alla fucilazione).

CANTIERE SPECIALE (specstroj)Costruzione di un impianto segreto: unafabbrica, un istituto eccetera. Di regola in

questi cantieri lavoravano detenuti che,essendo isolati, non potevano divulgareinformazioni. Nota: fino ai primi anniCinquanta si prevedeva che moltissimidetenuti non sarebbero comunque so-pravvissuti e quelli che sopravvivevano,dopo la liberazione, erano inviati in re-gioni lontane e sperdute.

CANTUCCIO DI PANE (gorbusˇka, gorbyl’)È la parte della razione di pane più apprez-zata dai detenuti, perché la crosta contie-ne meno umidità della mollica (v. figura2). Il numero dei cantucci dipende dalledimensioni della pagnotta e dal peso del-le razioni che se ne traggono (v. aggiunta).

CAPETTO (nacˇal’nicˇek)Così sono familiarmente chiamati so-prattutto nel mondo della malavita sor-veglianti, guardie, ufficiali eccetera (v. la-voro 3, rubare 3).

CAPIRE (ponjat’)Il termine è usato dall’amministrazionepenitenziaria e dalla malavita nel senso di«rassegnarsi all’illegalità legalizzata delleautorità e all’arbitrio dei criminali comu-ni». «Non ha ancora capito» si dice di undetenuto che rivendica i suoi naturali di-ritti (v. adattamento alla comunità di lavoro).

CAPO (nacˇal’nik, nacˇal’stvo)1. Appellativo corrente e informale concui i detenuti si rivolgono non soltantoai rappresentanti della direzione, ma an-che ai sorveglianti, alla scorta eccetera (v.capetto).2. Alcune espressioni. «I capi ne sannopiù di noi!»: non discutere, ma esegui.Anche: «I capi ne sanno di più, loro leg-gono i giornali!» (v. rubare 2).

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CCAAPPOOSSQQUUAADDRRAA

figura 2. 1. cantuccio di pane. 2. porzionecentrale.

l’Urss, cominciarono a funzionare nellaprimavera del 1948. In seguito agli scio-peri del 1953-55 le autorità dovettero mi-tigarne sostanzialmente il regime, il cheequivalse ad abolirli. I campi speciali so-no una delle principali pietre miliari sul-la via di un sistema autenticamente so-cialista di punizione attraverso il lavoro(v. appendice 5, 6), fondato sull’esperien-za delle Solovki, del Gulag, dei Ktr e sul-l’esempio dei lager hitleriani (v. campi 7).I campi speciali si trovavano sotto il con-trollo dell’Mgb dell’Urss (v. Ulag).1. Istituzione. I campi speciali furonoistituiti nel 1948, quando le autorità diMosca si resero conto che le direzioni lo-cali non sempre rispettavano le istruzio-ni dell’Nkvd e dell’Mvd dell’Urss, secon-do le quali i detenuti politici (k/r) dove-vano essere utilizzati esclusivamente neilavori comuni. I responsabili locali, chericevevano premi e decorazioni a secon-da della realizzazione degli obiettivi pro-duttivi, non potevano fare a meno del la-voro degli specialisti e questi il più dellevolte erano detenuti politici. 2. Finalità. L’obiettivo era di estendere atutti i detenuti politici il regime più seve-ro, creato appositamente per loro, edescludere la possibilità che venissero im-piegati secondo la loro specializzazione.Il che tuttavia non riuscì al 100%, per isoliti motivi (v. supra).3. Organizzazione. 3.1. Le sezioni deicampi speciali si trovavano nel territoriodegli Itl, ma isolate da essi, con una pro-pria direzione subordinata al proprioUlag a Mosca e con la propria sorveglian-za, composta di truppe regolari dell’Mgb(v. Vochr). 3.2. I detenuti dei campi spe-ciali svolgevano solo i lavori più pesanti,e sotto la guida di personale particolar-mente fidato. I capisquadra erano crimi-nali recidivi degli Itl, il cui vitto dipende-

va dal rendimento della squadra, il chespiega la loro brutalità. Al di fuori delleore di lavoro i detenuti erano rinchiusinelle baracche (v. appendice 5, 6). 3.3. Peri campi speciali erano stabilite quote diutilizzo della manodopera più alte chenegli Itl; l’esenzione dal lavoro per malat-tia si poteva ottenere con la febbre noninferiore ai 38° (negli Itl ne “bastavano”37,5). 3.4. Con la creazione dei campispeciali vi furono inviati tutti i forzati cheerano riusciti a sopravvivere (v. Ktr).4. Mimetizzazione. I campi speciali spar-si per tutto il territorio dell’Urss furono ma-scherati sotto nomi convenzionali “inno-centi”: Berlag (Lager della Costa), Dubro-vlag (del Querceto), Gorlag (della Monta-gna), Minlag (Minerale) Ozerlag (Lacu-stre), Pescanlag (delle Sabbie), Reclag (delFiume), Steplag (della Steppa).

CAMPI SPECIALI PER LA RICOSTRUZIONE (osobye vosstanovitel’nye i stroitel’ nye lagerja)Organizzati dal Gulag nel 1943-44 per ri-costruire le fabbriche e le vie di comuni-cazione distrutte dalla guerra. Funziona-rono fino alla metà degli anni Cinquanta.

CAMPI SPECIALI PER MOGLI DI TRADITORI DELLA PATRIA(osobye lagerja zˇën izmennikov rodiny)Vedi Olzˇir.

CAMPO, LAGER (lager’)1. Direzione di un campo (v. Gulag 7.1).2. Qualsiasi sezione o sottosezione di la-ger. Vedi anche campi.

CANILE (sobacˇnik)1. Settore speciale in un carcere o in unacella separata di tale settore, dove vengo-no rinchiuse le persone appena arrestate,

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facoltà ad alcuni tribunali di punire con lacarcerazione «i reati più pericolosi»: con-trorivoluzione e banditismo. 2.2. Lo stes-so decreto consente agli organi dell’Nkvddell’Urss di sottoporre a carcerazione finoa 2 anni i detenuti dei campi e delle colo-nie che violano la disciplina (SZ 44:370). 3. Fino al 1956 la carcerazione è l’unicamisura punitiva in Urss che non implichiil lavoro coatto, giacché all’epoca si ritie-ne ufficialmente che l’ozio forzato sia peg-giore del lavoro forzato (v. uscita al lavoro).4. Dal 1960 in tutte le carceri dell’Urss icondannati sono obbligati a lavorare neilaboratori o nelle officine all’interno del-l’istituto. La carcerazione è applicata aicondannati per «reati gravi», cioè reatipolitici, banditismo eccetera (UK-60,artt. 24, 24-1; v. carcere a regime ordinario,appendice 7.5, 6).

CARCERAZIONE PREVENTIVA (predvaritel’noe zakljucˇenie pod strazˇu)Il regolamento della carcerazione pre-ventiva dal 1969 riconosceva al detenu-to in attesa di giudizio alcuni diritti:un’ora d’aria al giorno (due ore per mi-nori, donne incinte e madri con bambi-ni); pacchi una volta al mese, fino a 5 kg;vaglia di 10 rubli al mese; colloqui e cor-rispondenza, solo con l’autorizzazionedell’inquirente (VS, 1969, n. 29; v. dete-nuto in attesa di giudizio).

CARCERE (tjur’ma)1. La Russia e il carcere. Il carcere è datempo immemorabile un elemento in-dissociabile dalla vita quotidiana e dallacultura russe. Appare nei detti e nei pro-verbi come nelle opere dei più grandiscrittori di oggi e del passato. La Russianon è l’unico paese che ha mandato die-tro le sbarre artisti e intellettuali. Ma è

uno di quei paesi dove, a dispetto delleguerre e dei rivolgimenti rivoluzionari,questo stato di cose si è prolungato persecoli. L’Urss è inconcepibile senza lecarceri, i campi e la censura.2. Il carcere nei detti dell’epoca zarista.2.1. «Nessuno può giurare che non cono-scerà il carcere o la bisaccia (del mendi-cante)». 2.2. «Galera e bisaccia fan met-tere giudizio». 2.3. «Chi non l’ha cono-sciuto, un giorno lo conoscerà. Chi l’haconosciuto, mai più lo scorderà». 2.4. «Ilcarcere è grande, ma chi se ne rallegra?».3. Il carcere nei detti dell’epoca sovie-tica. 3.1. «Larga è la porta d’entrata,stretta la porta d’uscita». 3.2. «È facileentrarvi, difficile uscirne». 3.3. «Entran-do non ti affliggere, uscendo non gioi-re!». 3.4. Filastrocca degli anni Venti:

Ehi, piccola mela,dove stai rotolando?Se finisci al Ghepeùqui non ritorni più!

3.5. «Prima ti mettono dentro, primauscirai» (anni Trenta) oppure «Prima timettono dentro e prima finirai dentro dinuovo!» (anni Quaranta).Ecco una canzone che risale agli anniVenti:

Mi ha predetto una zingaraun viaggio a spese dello Stato:forse, povero me,un carcere mi attende.

3.6. Modo di dire degli anni Venti: «Le-nin aveva dichiarato: “Se su dieci colpe-voli uno, forse, è innocente, bisogna li-berarli tutti e dieci”. Stalin, invece, ha or-dinato: “Se su dieci innocenti uno, forse,è sospetto, bisogna arrestarli tutti e die-ci”» (v. inquirente 3, perché? 2).4. I bolscevichi e le carceri. 4.1. Dopo ilcolpo di stato del 1917, i bolscevichisembrano credere che l’abolizione dellaproprietà privata dei mezzi di produzio-

CCAARRCCEERREE

3. Da uno stornello dei primi anni Ventisi deduce che non tutti tremavano da-vanti al capo:

Il tè non voglio bere dalla teiera blu!Al capo non voglio benedella Ghepeù!

CAPOMASTRO (desjatnik)Nei campi, distribuisce i compiti e con-trolla il lavoro. Il più delle volte è un crimi-nale comune. Nei cantieri situati all’inter-no della zona recintata può essere ancheun «cinquantotto» (v.), cioè un politico.

CAPOSQUADRA (brigadir, bugor)1. Ai lavori comuni (v.) il caposquadradistribuisce gli uomini e controlla il lorooperato; non lavora fisicamente, ma è uf-ficialmente comunque «assegnato ai la-vori comuni».2. Per ogni turno di lavoro il caposqua-dra redige un rapporto dettagliato. Dallasua abilità nello stendere il rapporto di-pende la razione della squadra (v. mar-mitta 1, 3, rapporto, tirare 1, tufta).3. Spesso il caposquadra sceglie un dete-nuto della sua squadra che lo aiuti a sten-dere il rapporto. È un incarico non uffi-ciale e l’aiutante è obbligato a lavorare alpari degli altri. Ma nel rapporto il capo -squadra gli attribuisce la produzionemaggiore, garantendogli la norma ali-mentare più alta (dopo la sua). 4. Prima degli anni Trenta il caposquadrariceveva una razione doppia. Ciò fu aboli-to durante la ezˇovsˇcˇina (v.); ma al capo -squadra spettava comunque la razionepiù cospicua e l’assegnazione delle diver-se categorie di razione ai detenuti della suasquadra dipendeva esclusivamente da lui.Prima del Grande terrore i capisquadra

erano scelti dalla squadra stessa, in segui-to furono nominati dall’amministrazione.5. Alla fine degli anni Quaranta nei cam-pi speciali erano nominati capisquadradei criminali recidivi, che vivevano in al-loggi separati. Dopo la cosiddetta «rior-ganizzazione» del Gulag e la trasforma-zione dei campi in «colonie», questoprincipio cominciò ad applicarsi ai dete-nuti a regime severo o speciale. Per con-servare il suo posto vantaggioso, il capo -squadra-criminale ricorre a qualsiasimezzo per costringere gli uomini dellasua squadra a realizzare e superare le nor-me di produzione (v. Solovki 3.3).

CAPPUCCETTO ROSSO (Krasnaja Sa po cˇka)Uno dei sottogruppi della malavita (v. co-lore). Apparve nei primi anni Quaranta, edera composto prevalentemente da ex mili-tari sovietici. Forse il nome era dovuto allafascia rossa sul berretto militare. I blatnyenon volevano accettare nel loro ambientegli ufficiali tornati dal fronte e così crearo-no un nuovo gruppo (v. guerra delle cagne).

CARCERAZIONE(tjuremnoe zakljucˇe nie, tjurzak)1. La detenzione in carcere è menziona-ta il 12 dicembre 1919 dal Tribunale dicassazione del Vcik, che propone ai Tri-bunali rivoluzionari di «escludere dallaloro pratica la sostituzione della carcera-zione con un’ammenda in denaro» inquanto «non corrispondente agli orien-tamenti generali della nostra politica pu-nitiva» (SU 66:590).2.1. Ben presto il termine è sostituito da«rigido isolamento» (v. carcere 5), ma all’i-nizio degli anni Trenta si torna a parlare di«carcerazione». Il decreto del Cik del-l’Urss dell’8 agosto 1936 dà per esempio

CCAAPPPPUUCCCCEETTTTOO RROOSSSSOO

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questo tipo di carcere, i detenuti non so-no costretti a lavorare.

CARCERE A DESTINAZIONE SPECIALEDELLE SOLOVKI, STON (Soloveckajatjur’ma osobogo naznacˇenija, Ston)Installato nell’edificio principale del mo-nastero delle Isole Solovki nel 1937 peralcune vittime del Grande terrore. Sman-tellato nel 1939 (v. carcere a destinazionespeciale, Solovki). Nota: la sigla di questocarcere, Ston, in russo significa “gemito”.

CARCERE A REGIME (rezˇimnaja tjur’ma)Carcere a regime rafforzato.

CARCERE A REGIME ORDINARIO,CARCERE A REGIME SEVERO (tjur’mana obsˇcˇem rezˇime, na strogom rezˇime)1. Gli ultimi due gradi del sistema peni-tenziario introdotto alla fine degli anniCinquanta (v. appendice 6).2. A partire dal 1960, le carceri a regimeordinario e severo sostituiscono le carce-ri esecutive fino ad allora esistenti, con ladifferenza che i detenuti sono ora co-stretti a lavorare. Alla severità dei regola-menti penitenziari vengono ad aggiun-gersi norme di produzione estremamen-te elevate (v. carcerazione 3).3. Dal 1960, sono rinchiusi in queste car-ceri «le persone condannate per reati gra-vi, e i recidivi particolarmente pericolo-si», come pure le persone condannate allager ma trasferite in carcere a titolo disanzione amministrativa (ITK-70, art. 67;v. carcerazione 2.2, 3). Le carceri a regimeordinario sono destinate alle persone«condannate per la prima volta a una pe-na detentiva»; le carceri a regime severo a«chi ha già scontato pene detentive o èstato condannato alla detenzione in car-

cere per reati commessi in luoghi di priva-zione della libertà» (ITK-70, artt. 69, 70).

CARCERE A REGIME SPECIALE(osobo rezˇimnaja tjur’ma)Ogni carcere a regime rafforzato (v. ap-pendice 6).

CARCERE CENTRALE, CENTRALE(central’naja tjur’ma, central)1. Vecchio carcere centrale zarista. Pochimesi dopo la presa del potere nel 1917, ibolscevichi cominciano a rinchiudervi iloro vecchi alleati nella lotta rivoluzio-naria: sr, menscevichi, anarchici eccete-ra, poi i membri del loro stesso partito (v.carcere a destinazione speciale, isolatore).Alla fine degli anni Cinquanta, tutte lecentrali sono ufficialmente ribattezzate«carceri del ministero degli Affari internidell’Urss», a regime ordinario o severo.2. Fra le più famose, citiamo le centrali diAleksandrovskoe, Belozersk, Dmitrov,Krasnoural’sk, Jaroslavl’, Orël, Uglic, Ust’-Kamenogorsk, Ust’-Vym, Suzdal’, Celja-binsk, Tobol’sk, Verchneural’sk, Vladimir.3. Dal 1934 al 1959, alcune centrali sonochiamate ufficialmente «carceri centralidell’Nkvd-Mvd dell’Urss».4. Una canzone della malavita dice:

Forse aspetta di accogliermi ancoraquella brava, vecchia centrale.

CARCERE DEL KGB (tjur’ma Kgb)A partire dal 1954, stessa cosa di carcere in-terno del Kgb. Nota: anche le carceri psi-chiatriche sono poste sotto il controllodel Kgb, così come certi reparti degli ospe-dali psichiatrici del ministero della Sanità.

CARCERE DELL’MGB (tjur’ma Mgb)Dal 1946 al 1953. Nel 1954, diventa car-cere del Kgb.

CCAARRCCEERREE DDII MMAASSSSIIMMAA SSIICCUURREEZZZZAA

ne farà automaticamente scomparire lecause della criminalità. Non vi sarannopiù criminali politici, poiché presto tutticapiranno che la politica di Lenin è la so-la giusta e le carceri diventeranno super-flue. 4.2. I bolscevichi si affrettano dun-que a sostituire il termine “carcere” condegli eufemismi. Ma ben presto si rendo-no conto che possono conservare il po-tere solo ricorrendo al terrore e agli arre-sti di massa. Quindi le carceri non ven-gono eliminate. Anzi, bisogna subitocrearne di nuove e ampliare le vecchie.5. Il carcere nelle denominazioni uffi-ciali sovietiche. Per saperne di più suogni tipo di carcere, fare riferimento allevoci corrispondenti. 5.1. Carcere a desti-nazione speciale (Ton). 5.2. Carcere a re-gime ordinario. 5.3. Carcere a regime se-vero. 5.4. Carcere centrale, centrale. 5.5.Carcere del Kgb, carcere dell’Mvd, carceredell’Mgb. 5.6. Carcere dell’Nkgb-Mgb.5.7. Carcere dell’Nkvd-Mvd. 5.8. Carceredi transito. 5.9. Carcere esecutivo. 5.10.Carcere interno. 5.11.Carcere o isolatorepreventivo. 5.12. Carcere militare. 5.13.Carcere mimetizzato. 5.14. Carcere mu-nicipale. 5.15. Carcere numerato. 5.16.Carcere ordinario. 5.17. Carcere per de-linquenti comuni. 5.18.Carcere speciale.5.19. Casa di lavoro coercitivo o Dopr.5.20. Casa di lavoro coatto. 5.21. Casa dilavoro correzionale (Itd), di provincia(Gitd), di circoscrizione (Oitd). 5.22. Ca-sa di lavoro correzionale di transizione.5.23. Casa di reclusione o domzak. 5.24.Casa per la carcerazone preventiva o Dpz.5.25. Casa per il fermo. 5.26. Cella per lacarcerazione preventiva o Kpz. 5.27. Im-pianto speciale. 5.28. Isolatore a destina-zione particolare. 5.29. Isolatore a desti-nazione speciale. 5.30. Isolatore discipli-nare o sˇizo. 5.31. Istituti di lavoro corre-zionale (Itu). 5.32. Istituto per l’adozione

di misure di difesa sociale a carattere me-dico. 5.33. Luoghi di pena. 5.34. Luoghidi reclusione o di privazione della libertà.5.35. Luoghi di reclusione lontani. 5.36.Ospedale psichiatrico di tipo ordinario.5.37.Ospedale psichiatrico di tipo specia-le. 5.38. Preventorio di cura e lavoro o Ltp.5.39.Ufficio progetti speciali (Okb).6. Il carcere nel linguaggio popolare ein quello dei detenuti. Una miriade diespressioni definisce il carcere nel lin-guaggio popolare russo: l’ospedale, la da-cia (di Stalin), la casa di riposo, la casanatale, la casa di correzione, la casa diStato, il sacco di pietra, la busta, il casset-to, la stazione climatica, la casa di trans-ito, il sanatorio eccetera. Nota: la versio-ne russa di quest’opera cita una quaran-tina di termini, in gran parte intraduci-bili.7. Le carceri più famose. Per maggioridettagli, fare riferimento alle voci corri-spondenti. 7.1. Carceri di Mosca e din-torni: Butyrki, Krasnaja Presnja, Leforto-vo, Lubjanka (la Grande e la Piccola),Matrosskaja Tisina, Novinskaja, Sucha-novka, Taganka, Fili. 7.2. Carceri di Le-ningrado-San Pietroburgo: l’Arsenale, LaGrande Casa, Gorochovaja, Le Croci, S-palernaja. 7.3. Altre: Lukiski, Luk’janov-ka, Serpantinka eccetera. Vedi anche sta-re dentro.

CARCERE A DESTINAZIONESPECIALE, TON (tjur’ma osobogo naznacˇenija, Ton)Nuova denominazione dell’«isolatore adestinazione speciale» a partire dal 1937,quando il termine “isolatore” è sostitui-to con la vecchia parola zarista “carcere”.In questo periodo si intraprende la co-struzione di una serie di nuove Ton. In

CCAARRCCEERREE AA DDEESSTTIINNAAZZIIOONNEE SSPPEECCIIAALLEE

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CCAARRCCEERREE PPEERR DDEELLIINNQQUUEENNTTII CCOOMMUUNNII

CARCERE INTERNO(vnutrennjaja tjur’ma, vnutrjanka)1. Carcere giudiziario situato all’internodella sede della Sicurezza dello Stato (na-zionale, repubblicana o regionale). Il pri-mo carcere interno è creato dalla Ceka diPietrogrado nel 1917.2. In genere, la Sicurezza dello Stato oc-cupa l’edificio più prestigioso e più cen-trale della città, ma il carcere interno chevi si trova non si vede dall’esterno. An-che il visitatore munito di un lasciapas-sare non avrà accesso alla parte dell’edi-ficio in cui si trova il carcere interno.3. Dei corridoi interni o sotterranei colle-gano le celle alle latrine, all’infermeria, alcortile dell’ora d’aria, alle docce, alle celledi rigore, agli uffici degli inquirenti, perfi-no a una piccola aula di tribunale e ai sot-terranei destinati alle esecuzioni. Se l’impu-tato, al termine dell’istruttoria, è condan-nato a morte, viene giustiziato sul posto.4. Il detenuto in attesa di giudizio rin-chiuso in un carcere interno ha contattisolo con i guardiani, il suo inquirente e,a volte, un compagno di cella scelto daquest’ultimo (v. chioccia).5. Secondo la tradizione, l’ultima evasio-ne riuscita da un carcere interno risale al-l’inizio degli anni Venti (v. evasione).

CARCERE MILITARE (voennaja tjur’ma)Istituzione ereditata dalla Russia zarista.«Con l’assenso del Commissariato delpopolo alla Giustizia, tutti i carceri mili-tari, compresa la sezione di Kronstadt,con il loro personale e i loro beni, sonoposti sotto il controllo del Commissaria-to del popolo alla Giustizia» (Risoluzionedel Commissariato del popolo agli Affarimilitari del 19 gennaio 1918, SU 15:526).Poco tempo dopo, i carceri militari pas-

sano tutti sotto il controllo di Vck-Gpu-Ogpu (v. Lefortovo).

CARCERE MIMETIZZATO(zasekrecˇennaja tjur’ma)Carcere di cui nessuno conosce l’esisten-za, a parte il personale penitenziario, e icui detenuti sono totalmente tagliatifuori dal mondo esterno, compresa la lo-ro famiglia. Nota: nel 1955 nel carcere ditransito di Sverdlovsk l’autore incontròun detenuto che non aveva saputo nulladella Seconda guerra mondiale. Proveni-va dal carcere mimetizzato di Alma-Ata,situato vicino all’ente dove lavorava pri-ma dell’arresto. Allora si riteneva che sitrattasse di qualche istituto segreto (v.campi mimetizzati, carcere segreto).

CARCERE MUNICIPALE(gorodskaja tjur’ma)Dopo il colpo di stato bolscevico, alcunecarceri zariste mantengono questo nomeper qualche tempo, finché dipendonodai comitati esecutivi locali. Poi passanosotto l’autorità del Commissariato delpopolo alla Giustizia e, nel 1922, del-l’Nkvd. Allora il loro nome ufficiale di-venta «carcere dell’Nkvd numero 1» e, apartire dal 1946, «carcere dell’Mvd nu-mero 1». Nelle grandi città, esistono an-che i numeri 2, 3 eccetera. Nel linguag-gio popolare, si continua per lungo tem-po a chiamarle «carceri municipali».

CARCERE NUMERATO(nomernaja tjur’ma)Carcere numero 1, 2, 3 eccetera. Ex car-ceri municipali. A partire dagli anni Ven-ti, le carceri numerate dipendono dal-l’Nkvd-Mvd. Ospitano i detenuti in atte-sa di giudizio per reati comuni, i condan-nati a pene lievi e gli arrestati di tutte le

CARCERE DELL’MVD (tjur’ma Mvd)Vedi Mgb dell’Urss, Nkvd 5.

CARCERE DELL’NKGB (tjur’ma Nkgb)Nel 1941, e dal 1943 al 1946. Carceregiudiziario che non si trova all’internodella sede del Commissariato del popoloo di una Direzione della Sicurezza delloStato. Diventa carcere dell’Mgb nel 1946,fino al 1953.

CARCERE DELL’NKVD (tjur’ma Nkvd)Dal 1934 al 1946. Carcere giudiziario chenon si trova all’interno della sede del-l’Nkvd o di una Direzione degli Affari in-terni, come il carcere di Butyrki. A parti-re dal 1946, queste carceri sono chiama-te «carceri dell’Mvd».

CARCERE DI MASSIMA SICUREZZA (zakrytaja tjur’ma, zakrytka)La risoluzione del Cik e dell’Snk dell’Urssdell’8 agosto 1936 conferisce agli organidell’Nkvd il diritto di «trasferire in uncarcere per ragioni disciplinari personeche stanno scontando una pena in uncampo o in una colonia di lavoro corre-zionale, e che trasgrediscono sistemati-camente i regolamenti» (SZ 44:370, art.2). Da questo momento i delinquenti co-muni, compresi i recidivi più incalliti, fi-niscono nelle stesse carceri in cui sonorinchiusi i detenuti politici, fra i quali se-minano il panico sotto gli occhi compia-ciuti dell’amministrazione.

CARCERE DI TRANSITO, CAMPO DI TRANSITO(peresylka, peresyl’naja, peresyl’nyj lager’,tranzitnaja ili etapnaja tjur’ma)1. L’identità dei nuovi arrivati è control-lata con i dati indicati sulla busta chiusa

contenente il loro fascicolo. I detenutisono quindi perquisiti e portati ai bagni,poi ripartiti nelle celle (v. colore 4, appen-dice 1 k).2. Il tempo passato in un carcere di trans-ito dipende dall’efficienza dell’ammini-strazione e dalla disponibilità dei mezzidi trasporto: può variare da qualche oraa parecchi mesi, con una media di dodi-ci giorni circa. I detenuti in transito han-no diritto all’ora d’aria quotidiana. Inqueste carceri la disciplina è relativa-mente flessibile, poiché l’amministrazio-ne e i prigionieri sanno che non ci saràtempo di applicare le pene di isolamen-to prima della partenza del colpevole.3. Sono spesso vecchie carceri zariste, mail regime sovietico ne ha create anche dinuove. Le più conosciute sulla via del-l’est sono quelle di Kirov (Vjatka), diSverdlovsk, di Novosibirsk, di Omsk, diKrasnojarsk, d’Irkutsk, di Skovorodino,di Sucan, di Vanino. Sulla via del nord-est, quelle di Vologda e di Kotlas.4. Nelle carceri o nei campi di transito idetenuti arrivati da ogni angolo dell’im-menso impero del Gulag hanno l’occa-sione di scambiarsi informazioni.

CARCERE ESECUTIVO(stacionarnaja, otsidocˇnaja, srocˇnaja tjur’-ma)Qualunque carcere in cui i condannatiscontano una pena, in contrasto con lecarceri giudiziarie o di transito.

CARCERE GIUDIZIARIO(sledstvennaja tjur’ma)Carcere per i soli detenuti in attesa digiudizio (v. carcere 5).

CCAARRCCEERREE DDII TTRRAANNSSIITTOO

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malattie incurabili, fra cui i malati dimente, sono rimandati in seno alle fami-glie, come al tempo degli zar, o collocatinelle case per invalidi (v. verbalizzare 2). Apartire dalla metà degli anni Trenta, que-sta misura non si applica più ai politici. Isimulatori smascherati sono rinchiusi ne-gli isolatori disciplinari e, dall’inizio deglianni Quaranta, giudicati per «sabotaggiodell’edificazione socialista» (v. sˇizo).3. Dopo la condanna degli errori diStalin. Alla morte di Stalin nel 1953, es-sendo state più o meno completate granparte delle «grandi realizzazioni del so-cialismo», le decine di milioni di schiavidiventano inutili. Le autorità del partitocondannano il «culto della personalità»di Stalin e mettono in libertà centinaia didelinquenti comuni, mentre i dissidentisono sempre più spesso spediti nelle car-ceri psichiatriche.4. Legislazione. 4.1. Nel nuovo codicepenale del 1960 è introdotto un capitolo(artt. 58, 62) sulle misure di trattamentoobbligatorio e i primi due articoli riguar-dano esclusivamente i malati mentali(nell’UK-24, un unico articolo, il 24, eradedicato al trattamento obbligatorio). Il14 febbraio 1967 gli ospedali ricevonoistruzioni complementari dettagliate sultrattamento obbligatorio dei malati dimente («Bjulleten’ Verchovnogo SudaSssr», 4, p. 37). 4.2.Dal 1987-88, il gover-no cerca di trasferire gli ospedali psichia-trici sotto il controllo del ministero del-la Sanità, ma si scontra con la resistenzadella polizia politica.5. Proliferare delle carceri psichiatri-che. 5.1. Alla fine degli anni Settanta, inUrss si contano un centinaio di carceripsichiatriche e il loro numero è in conti-nua crescita. Oltre alle carceri vere e pro-prie, in parecchi ospedali psichiatrici delministero della Sanità esistono celle te-

nute a disposizione della polizia politicae del ministero degli Affari interni. 5.2.Ecco l’elenco di alcuni ospedali psichia-trici dove erano ricoverate persone men-talmente sane, ma che «pensavano inmodo diverso»: a Mosca e dintorni, Isti-tuto Serbskij, Novoslobodskaja, Matros-skaja Tisina, Stolbovaja (circa 20.000 pa-zienti, fra cui dei veri malati mentali); aLeningrado e dintorni, Skvorceva-Stepa-nova (via Lebedev), Kascenko. Altri ospe-dali: Sycevka, Kazan’, Kalinin, Cernja-chovsk, Alma-Ata, Lipeck, Kiev-Darnica,Taskent, Velikie Luki, Suchanovo, Zapo-roz’e, Celjabinsk, Ufa, Doneck, Blagoves-censk, Kaunas, Ivanovo-Frankovsk, As-chabad. All’inizio degli anni Novanta, inUrss esistevano ancora una ventina diSpb.

CARCERE SEGRETO (sekretnaja tjur’ma)Le carceri segrete sono istituite durante ilterrore staliniano sulla base di un’istru-zione segreta del commissario del popo-lo agli Affari interni dell’Urss. Vi sonomandati dapprima bolscevichi della pri-ma ora e parecchi membri in vista delpartito e del governo. Queste carceri so-no completamente isolate dal mondoesterno. Nota: nel 1956 l’autore ha in-contrato, in un carcere di transito sovie-tico, un ricercatore proveniente da uncarcere segreto nel quale era rimasto rin-chiuso dal 1936: ignorava che c’era statala Seconda guerra mondiale.

CARCERE SPECIALE, ISOLATORESPECIALE (spectjur’ma, specizoljator)1. A partire dal 1918, il «trasferimento inun carcere speciale» rientra fra le varie«misure repressive adottate nei confron-ti dei [detenuti] che violano l’ordine e ladisciplina, e che rifiutano di lavorare»

CCAARRRROO BBEESSTTIIAAMMEE

categorie in attesa di trasferimento. Sonogli unici istituti «senza foglia di fico». Illoro indirizzo ufficiale è semplicemente«Carcere numero…», e non qualche mi-sterioso «c/p» o «Istituto numero...» (v.indirizzo del detenuto). Le vecchie carcerimunicipali a volte conservano il loro no-me prerivoluzionario, come la Matros-skaja Tisina a Mosca.

CARCERE ORDINARIO (obsˇcˇaja tjur’ma)Le carceri ordinarie erano, per esempio,quelle municipali e non quelle a regimeo psichiatriche. «I detenuti condannatialla privazione della libertà sono manda-ti in un carcere ordinario prima di essereavviati verso un istituto penitenziariocorrispondente alla loro categoria» (Or-dinanza del Commissariato del popoloalla Giustizia «Sulla privazione della li-bertà», 23 luglio 1918. SU 1953, 53:498,art. 16).

CARCERE PER DELINQUENTI COMUNI (ugolovka)Riservato esclusivamente ai delinquenticomuni (v. Novinskaja).

CARCERE PER L’ESECUZIONE DELLE CONDANNE A MORTE (rasstrel’naja tjur’ma,ispolnitel’naja tjur’ma)A partire dagli anni Trenta, carcere dovesono giustiziati i condannati a morte. Èdotato di attrezzature speciali, di sotter-ranei insonorizzati, di corridoi che ilcondannato deve percorrere, ignorandoin quale momento un tiratore invisibilegli sparerà un colpo alla nuca. È anchedotato di un sistema per lavare il sangueeccetera (v. cella della morte, Lefortovo 4).

CARCERE PSICHIATRICO, OSPEDA-LE PSICHIATRICO SPECIALE, SPB(psichotjur’ma, specpsichbol’nica, Spb)Carcere-ospedale psichiatrico posto sottol’autorità della Sicurezza dello Stato dove,a partire dagli anni Sessanta, insieme a ve-ri malati mentali sono rinchiuse personeperfettamente sane ma che «pensano inmodo diverso», i cosiddetti “dissidenti” inattesa di giudizio o già condannati. L’e-ventuale liberazione del condannato nondipende da un giudizio pronunciato da untribunale, bensì dalla decisione degli psi-chiatri del Kgb. Nel corso delle successiveriorganizzazioni, le carceri psichiatrichesono passate sotto il ministero dell’Ordi-ne pubblico, l’Mvd e il Kgb (v. americano,impianto speciale, ospedale psichiatrico di ti-po speciale, sciopero della fame 4).1. Per le autorità zariste come per leautorità sovietiche, i dissidenti sonodei pazzi. Il fatto di proclamare pazzi gliindividui che pensano in modo diversonon è un’invenzione sovietica: nel 1836,per un ordine venuto dall’alto, il filoso-fo Caadaev fu dichiarato pazzo, ma nonfu chiuso in carcere e neppure in unospedale psichiatrico (v. articolo sette).2. I primi anni del potere sovietico. 2.1.I bolscevichi non adottano subito questoatteggiamento verso i dissidenti, ma conil tempo superano di gran lunga gli zarcreando, a partire dall’inizio degli anniSessanta, una rete vastissima e in conti-nua crescita di carceri psichiatriche. 2.2.Fino alla fine degli anni Cinquanta, i de-tenuti affetti da disturbi mentali sonomandati nei reparti speciali degli ospeda-li psichiatrici pubblici. Accade che qual-cuno simuli la malattia mentale per miti-gare la sua pena, passando dai campi di la-voro all’ospedale. 2.3.Durante i primi an-ni del regime sovietico, i detenuti con

CCAARRCCEERREE PPEERR LL’’EESSEECCUUZZIIOONNEE DDEELLLLEE CCOONNDDAANNNNEE AA MMOORRTTEE

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vano il convoglio con le armi in pugno erestavano di guardia finché la porta rima-neva aperta; al momento della partenza,saltavano nuovamente sul treno.

CARTE DA GIOCO, STIRKI (stirki, stiry)Dette anche «bibbia», «calendario reli-gioso», «figure» eccetera.1. Fabbricazione delle carte. Nei luoghidi reclusione le carte sono vietate. Ma gliurka (v.) sono giocatori accaniti e fabbri-cano le stirki con qualsiasi materiale, peresempio incollando insieme, con pezzidi patata pescati dalla brodaglia, dei fo-glietti di carta da sigarette, su cui stam-pano il valore con timbri tagliati nellagomma (un pezzo di suola): ottengono ilnero dalla fuliggine (un pezzo di galosciabruciato) e il rosso da qualche medicina-le, dal mattone o dal sangue. Di solito lestirki sono molto piccole, circa 6x4 cm.2. Posta in gioco. Il più delle volte si gio-ca in due, a soldi, oppure la posta in gio-co è la razione, lo zucchero, qualche in-dumento proprio o altrui. Chi ha persoun oggetto altrui si avvicina subito allavittima e ordina, per esempio: «Togliti glistivali, non sono tuoi». Il detenuto esper-to si sottomette, perché sa che rischia lavita. I criminali di professione si giocanoanche «il quinto che entrerà nella barac-ca» (v. quinto 2) o «il ventottesimo che fala fila per la sbobba» eccetera: chi perdedeve immediatamente uccidere la perso-na corrispondente. Oppure ci si giocauna donna, soprattutto se difficilmenteaccessibile o legata a un personaggio in-fluente. Molto quotate le detenute gio-vani e ancora vergini.3. Pagamento del debito di gioco. 3.1.Il mancato pagamento di un debito digioco è un grandissimo disonore, spessopunito con la morte. 3.2. Non è raro ve-

dere un urka completamente nudo peraver perduto tutto alle carte.

CASA DEL BAMBINO (dom rebënka)«Presso le colonie di lavoro correzionale,in caso di necessità, si organizzano casedel bambino [...] per i bambini di età in-feriore ai due anni» (ITK-70, art. 57; v.mamma, villaggio dei bambini).

CASA DI LAVORO COERCITIVO, DOPR(dom prinuditel’nogo truda, dom prinuditel’nych rabot, Dopr)Termine impiegato negli anni 1918-20,parallelamente a quello di casa di lavorocoatto (v. lavori coercitivi).

CASA DI LAVORO CORREZIONALE,CASA DI LAVORO, ITD (ispravtruddom,truddom, ispravitel’no-trudovoj dom, Itd)Dal 1922 al 1932, carcere per i detenuticondannati a una pena di più di sei me-si (ITK-24, art. 47-2). Nota: si fa distinzio-ne tra le case di lavoro correzionale di go-vernatorato o Gitd, e le case di lavorocorrezionale di circoscrizione o Oitd.

CASA DI LAVORO CORREZIONALEDI CIRCOSCRIZIONE, OITD(okruzˇnoj ispravtruddom, Oitd)Vedi casa di lavoro correzionale.

CASA DI LAVORO CORREZIONALEDI TRANSIZIONE(perechodnoj ispravitel’no-trudovoj dom)Dal 1922 al 1932, carcere per condanna-ti «che dopo aver scontato la loro penain altri luoghi di reclusione, hanno ma-nifestato capacità di adattamento alla vi-ta di lavoro, e [...] possono venire trasfe-riti a un regime di semilibertà».

CCAASSAA PPEERR II LL FFEERRMMOO

(SU 1918, 53:598, art. 28-3; v. carcere a de-stinazione speciale, isolatore).2. Nel linguaggio comune, si chiamanocosì le carceri a regime rafforzato o a de-stinazione speciale.

CARNE (mjaso)In un carcere giudiziario, sognare la car-ne è considerato un presagio di torture(v. misure speciali, polpetta).

CARRIOLA (tacˇka)La principale macchina in azione neicantieri del socialismo fra gli anni Ventie Cinquanta. Di legno, con una piccolaruota di legno cerchiata di ferro, è esatta-mente la stessa che si usava duecento an-ni prima (v. macchina).

CARRO BESTIAME (teljacˇij vagon)Vagone merci utilizzato per il trasportodei detenuti, chiamato «rosso» per il suocolore (krasnucha).1. Questi vagoni erano equipaggiati contavolacci continui a due piani. Sul tetto,due lucernari muniti di sbarre lasciavanofiltrare la luce. Non erano provvisti di il-luminazione né di lavandini. Uno strettobuco praticato nell’impiantito serviva dalatrina: era cerchiato di ferro, per impedi-re che i detenuti lo allargassero per tenta-re la fuga; ma se anche qualcuno fosse ri-uscito a farlo, lunghi spunzoni di ferrofissati sotto il pavimento avrebbero stra-ziato il temerario. Attraverso questo bucotalvolta durante le fermate i soldati dellascorta passavano ai detenuti pane nero otabacco in cambio di indumenti o altrioggetti. I vagoni erano previsti per 46persone ma di solito ne contenevano 60o più. Stare in 30 in un carro bestiame eraconsiderato una specie di lusso.

2.1. A differenza dei vagoni Stolypin (v.),i carri bestiame trasportavano i detenutiper migliaia di chilometri fino al luogo didestinazione, o fino al porto dove il cari-co umano era trasferito nelle stive deibattelli. Di notte, il convoglio era illumi-nato da riflettori installati sui vagoni ditesta. In genere, i vagoni recavano scrittoa caratteri cubitali «Attrezzature specia-li», il che doveva giustificare la presenzadi guardie armate e mitragliatrici sui tet-ti e sulle piattaforme. 2.2. Durante le re-pressioni di massa, c’erano convogli di40-60 vagoni, che trasportavano da1.000 a 3.000 detenuti e oltre. Circolava-no negli intervalli di orario lasciati liberidai treni regolari, e così il viaggio da Mo-sca all’Estremo Oriente poteva durare fi-no a due mesi. Per tutto il tragitto i dete-nuti restavano rinchiusi nei vagoni. 2.3.Due volte al giorno, il convoglio si ferma-va in un luogo deserto per i controlli. Tut-te le porte erano aperte una dopo l’altra,due soldati disarmati salivano, riunivanotutti i prigionieri da un lato del vagone euno di loro li contava facendoli passaredall’altro lato. Di solito li colpiva sullaschiena con un martelletto di legno, cheserviva poi a verificare la solidità delle pa-reti, del tetto e del pavimento nella partesgombra del vagone. La medesima proce-dura si ripeteva per controllare l’altra par-te. I detenuti morti durante il tragitto ve-nivano seppelliti lungo la ferrovia e si re-digeva regolare verbale. 2.4. Una volta algiorno (o anche più raramente), venivadistribuita ai detenuti una razione cosid-detta “secca” (v. appendice 1 k), contro ilregolamento che prevedeva un pasto cal-do. Ma in qualche caso, soprattutto se ilconvoglio non era troppo grande, pote-vano venir distribuite razioni normali.2.5. Prima di ogni fermata, i soldati dellascorta saltavano giù dal treno, circonda-

CCAARRTTEE DDAA GGIIOOCCOO

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per un delitto commesso nel luogo in cuiil detenuto sta già scontando una pena.È spesso legato al furto di proprietà stata-le. Solitamente il caso di lager si fabbricaper le persone che non si vogliono libe-rare allo scadere della pena (v. aggiunta 2,tribunale di lager). 1.4. «Condannato perun caso dell’Nkvd dell’Urss»: formulache dopo la soppressione dell’Oso del-l’Nkvd l’amministrazione scriveva nelcertificato di liberazione, invece di«Condannato in base all’articolo [...] delcodice penale». 1.5. Esiste tutta una seriedi espressioni che significano “montareun caso, fabbricare una falsa accusa”: ac-collare, appiccicare, appioppare, rifilareun caso a qualcuno, cucinare, imbastireun caso.2. Fascicolo. 2.1. Dossier, fascicolo del-l’inquisito, del condannato. Nota: sullacopertina del fascicolo istruttorio è stam-pato a grosse lettere: «Conservare in eter-no». 2.2. Il fascicolo personale o licˇdelo(l/d) è il dossier del detenuto, compilatodall’amministrazione dell’istituto peni-tenziario sulla base della sentenza, e nelcarcere giudiziario sulla base del manda-to d’arresto. L’l/d contiene i dati persona-li del detenuto e viene regolarmente ag-giornato con informazioni sulla sua con-dotta nell’istituto. 2.3. Fascicolo perso-nale del carcere e fascicolo personale dellager. Il primo, in un unico esemplare,viene conservato al Settore speciale delcarcere e segue il detenuto nel caso sia in-viato in un altro istituto. Il secondo vie-ne redatto in due copie, di cui una è con-servata all’Ufficio registrazione e smista-mento e la seconda segue il detenuto neisuoi spostamenti all’interno del datocomplesso di lager (Direzione di lager). Ilnumero dell’l/d serve al detenuto comedocumento d’identità. Per esempio, inqualsiasi dichiarazione egli è tenuto a in-

dicare, dopo il cognome, il numero delsuo l/d. 2.4. Fascicolo personale di viag-gio (v. plico).

CASO DI SACHTY, PROCESSO DI SACHTY (Sachtinskoe delo, Sachtinskij process)Dal maggio al luglio del 1928 si svolse aSachty, nel Donbass, un processo dimo-strativo che ebbe vastissima risonanzacontro 53 ingegneri e tecnici accusati diaver sabotato l’estrazione del carbone.Ciò accadeva in un periodo in cui a cau-sa dell’incompetenza economica del par-tito si era avuto un netto calo della pro-duzione di carbone. Molti degli imputa-ti avevano avvertito le autorità dell’ine-vitabilità di tale risultato. Agli imputatifurono applicate le cosiddette «misurespeciali» (v.) ed essi si dichiararono col-pevoli. Furono tutti condannati, dopodi-ché l’Ogpu li utilizzò per creare la primasˇarasˇka (v.). Il processo di Sachty servìda modello per gli altri processi dimo-strativi (v. partito industriale, processi diMosca).

CASSAZIONE (kassacija)La risoluzione del Presidium del Cik del-l’Urss del primo dicembre 1934 vietava dipresentare ricorsi per cassazione e do-mande di grazia a quanti erano accusati diaver commesso o solo preparato atti ter-roristici. In seguito il divieto fu esteso agliaccusati di aver commesso o preparato at-ti di sabotaggio. Entrambe le disposizionifurono abrogate solo tre anni dopo lamorte di Stalin, con un decreto del Sovietsupremo dell’Urss (VS 1956 n. 19). Ma itribunali continuarono a ignorare questaabrogazione, come nel caso di Valerij Sa-blin, condannato a morte e giustiziatoper terrorismo nel 1976.

CCAATTEEGGOORRIIAA

CASA DI PRIVAZIONE DELLA LIBERTÀ(dom lisˇenija svobody)Termine inventato dai bolscevichi nell’at-tesa della scomparsa delle carceri. Cessa diessere usato a partire degli anni Venti.

CASA DI RECLUSIONE(dom zakljucˇenija)Destinata a «persone sotto inchiesta;condannate alla privazione della libertà,finché la loro condanna non diventi ese-cutiva; e private della libertà per meno disei mesi» (ITK-24, art. 47-1). Esiste dal1917 alla fine degli anni Venti.

CASA NATALE (dom rodnoj)1. Nella lingua della malavita è il carcere oil lager (v. carcere 6); per gli urka il carcere èinfatti la vita normale. Ma anche perchiunque altro tornare nella propria cellao baracca dopo la cella di rigore o la catenadi montaggio (v.) è come tornare a casa. 2. Nel gergo dei detenuti, abito che pro-tegge bene dal freddo: «Questo colbaccoè una casa natale!»; «Questi non sono sti-vali, ma una casa natale!».

CASA PER IL FERMO (arestnyj dom)Carcere posto sotto il controllo del-l’Nkvd o del soviet locale «per trattenereper breve tempo le persone fermate dal-la polizia e di competenza dei tribunalipopolari locali, come pure i detenuti inattesa di trasferimento» (SU 1918,53:598, art. 2-5). Nel 1922 il Vcik dellaRsfsr dispose che «le case per il fermoche, alla data del primo gennaio 1917, sitrovavano alle dipendenze del ministerodella Giustizia, passassero al Commissa-riato del popolo alla Giustizia» (SU 1917,53:675, sez. VIII, B, art. 4). Verso la metà

degli anni Venti, le case per il fermo di-vennero carceri municipali degli Nkvd.

CASA PER LA CARCERAZIONEPREVENTIVA, DPZ(dom predvaritel’nogo zakljucˇenija, Dpz)Carcere giudiziario. Questo termine è uf-ficialmente in uso fino all’inizio deglianni Trenta.

CASELLA POSTALE, CP(pocˇtovyj jasˇcˇik, p/ja)A partire dalla metà degli anni Trenta, eper circa trent’anni, nell’indirizzo dei de-tenuti una casella postale sostituiva ilnome dell’istituto penitenziario (v. indi-rizzo del detenuto, istituto 2). Lo stesso si-stema di mascheramento si estende alledecine di migliaia di altri enti di cui il po-tere sovietico vuole tenere segreta la na-tura. Così, per esempio: «Petrov lavora inuna delle decine di migliaia di fabbrichesegrete, da qualche parte sugli Urali».«L’indirizzo di Ivanov è una casella po-stale» significa che è stato condannato esi trova in carcere o in un campo.

CASO (delo)1. Caso, causa, procedimento. 1.1. Nonsolo il potere sovietico, ma anche lamaggioranza dei cittadini non può im-maginare che si possa intentare causanon contro un cittadino, ma contro loStato, in difesa del cittadino. Così è im-pensabile che una causa aperta non por-ti alla condanna del convenuto. Primadella morte di Stalin più del 50% dei ca-si veniva esaminato da organi extragiu-diziali (v. Oso, trojka). 1.2. «Purché ci sial’uomo, il caso si troverà» (metà degli an-ni Venti): parafrasi moderna dell’anticoproverbio «Purché ci sia un collo, il gio-go si troverà». 1.3. Caso di lager, ovveroprocedimento penale o politico aperto

CCAASSAA PPEERR LLAA CCAARRCCEERRAAZZIIOONNEE PPRREEVVEENNTTIIVVAA

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recapitarlo al destinatario; ma un paccocontenente generi alimentari e soprat-tutto tabacco ha poche possibilità di an-dare oltre le prime mani che l’hanno in-tercettato. Lanciare un cavallo è rischio-so, dato che la museruola (v.) non per-mette di vedere se il sorvegliante staguardando. È più facile nelle carceri ditransito o dove il regime non è partico-larmente severo (v. comunicazione fra lecelle, corrispondenza, telefono, telegrafo).

CEKA (Ceka)O Ck, sigla di Crezvycˇajnaja komissija,“Commissione straordinaria”. Designa-zione corrente della polizia politica dallasua creazione (v. Vcˇk).

CEKA DI DISTRETTO (uezdnaja Ck)All’inizio del 1918, la Vck istituisce delleCeka di distretto, che sono poi soppresse(SU 1919, 1:14; v. Vcˇk 5.4).

CEKISTA (cˇekist)1.1. Funzionario della Vck, la polizia po-litica dal 7 (20) dicembre 1917 al 6 feb-braio 1922. 1.2. In seguito, la polizia poli-tica cambia nome diverse volte, ma i suoiquadri conservano sempre la nostalgiaper l’epoca gloriosa della Vck (v. Vcˇk 7).2. Maksim Gor’kij e, insieme a lui, tuttala propaganda sovietica, chiamano «ce -kisti» i quadri del Gpu. Nel pieno delGrande terrore del 1937-38, questo tito-lo ridiventa ufficiale, benché la Cekanon esista più dal 1922.

CELJABINSK, CENTRALE DI(Celjabinskij central)Carcere situato nei dintorni della città diCeljabinsk.

CELLA DELLA MORTE(smertnaja kamera)1. Cella dove sono custoditi i condanna-ti alla pena di morte. È presente nei brac-ci della morte di ogni carcere dove sonoreclusi i condannati alla pena capitale, inuna parte particolarmente isolata, a cuisi accede attraverso due porte supple-mentari. La porta di ogni cella della mor-te si chiude con due catenacci e tre serra-ture. Il capocarceriere ha la chiave di unosolo di essi, mentre la guardia di turno hale altre. Il lato libero della porta è unitoallo stipite con una catena fissata a circaun metro da terra, di modo che la portasi può aprire solo quel tanto che bastaper farvi passare un uomo alla volta, erannicchiato su se stesso.2. Con le rare eccezioni dei processi pub-blici, le sentenze capitali sono pronun-ciate in piccole sale di tribunale che sitrovano in ogni carcere per i condannatia morte: in tal modo il condannato en-tra nella cella della morte senza lasciarel’edificio.3. Dalla cella della morte non si può usci-re né per l’ora d’aria, né per il bagno, néper i bisogni corporali; il condannato haordine di metter fuori il bugliolo, che vie-ne raccolto, dopo la chiusura della porta,da un «comune» particolarmente fidato.4. Si viene condotti fuori dalla cella del-la morte solo per l’esecuzione della sen-tenza o per essere informati della suacommutazione in pena detentiva (v. con-dannato a morte). In entrambi i casi, il de-tenuto è convocato «con la roba» all’uf-ficio del braccio, dove gli viene fatta fir-mare la relativa comunicazione. Se ilcondannato alla fucilazione si rifiuta difirmare, di solito viene percosso dai sor-veglianti, il che si sente benissimo in tut-

CCEELLLLAA DDII RRIIGGOORREE

CATEGORIA (razrjad, kategorija)1. Categoria del regime penitenziario.Nel 1918 l’Nkju della Rsfsr stabilì: «La sud-divisione dei luoghi di reclusione in cate-gorie a seconda della gravità dei crimininon sarà più riportata nelle sentenze deitribunali (come in epoca zarista), e in que-ste ultime si indicherà solo la durata dellapena detentiva» (SU 53:598, art. 2).2-5. Categoria dei detenuti. 2. La riso-luzione dell’Nkju «Sui luoghi di reclusio-ne» del 15 novembre 1920 (SU 1921 23-24:141) divide i detenuti in categorie: inprova (tutti quelli arrivati nell’istituto;art. 47); in fase di rieducazione (quelliche nel corso di un dato periodo «hannomanifestato segni di ravvedimento»; art.49); in punizione (che «non hanno ma-nifestato ravvedimento»; art. 48); dete-nuti modello (art. 50). È il collegio delluogo di reclusione che assegna questecategorie, alle quali corrisponde un regi-me più o meno severo.3. L’ITK-24 stabilisce tre categorie: inizia-le, media e superiore (art. 100). Viene fis-sato un tempo minimo di permanenzanelle prime due categorie. Il passaggio al-la categoria successiva dipende dalla va-lutazione della condotta del detenuto edè confermato dalla commissione di con-trollo su proposta del direttore del luogodi reclusione. Fra i vantaggi della catego-ria superiore c’è la permanenza in celleaperte dalla sveglia alla ritirata. 4. Nell’ITK-33 le categorie non sono piùmenzionate, ma sono discriminati i dete-nuti «provenienti da classi sociali ostili»(art. 34) e tutti i detenuti politici, indipen-dentemente dall’appartenenza di classe. 5. L’ITK-70 reintroduce la classificazionedei detenuti per categorie. Vedi anchereati 1, 2.1-2, recidivo particolarmente peri-coloso, sigle.

CATENA DI MONTAGGIO (konveer)1. Interrogatorio che si svolge ininterrot-tamente per molte ore, di solito di notte.Talvolta si protrae per diversi giorni enotti di seguito, ma raramente per più didue settimane. Il più delle volte l’interro-gato è costretto a stare in piedi con lebraccia dietro la schiena o a sedere sul-l’angolo di uno sgabello in modo chetutto il peso del corpo prema sul coccige. 2. La catena di montaggio può continua-re ventiquattr’ore su ventiquattro o esse-re solo notturna. Nel primo caso una vol-ta al giorno la vittima viene inviata incella per un’ora o due e, in entrambi i ca-si, solo la mattina, dopo la sveglia, quan-do è proibito dormire e perfino sonnec-chiare seduti. In cella lo aspetta il cibofreddo del giorno prima, che di solito ildetenuto, sfinito fisicamente e moral-mente, non tocca neppure. Gli inquiren-ti si alternano e per le ore di lavoro not-turno percepiscono gli straordinari. 3. Dopo alcuni giorni o notti le gambe sigonfiano e si coprono di ascessi. I sorve-glianti sono spesso costretti a trascinaredi peso l’interrogato dalla catena dimontaggio alla cella, dove i compagni glitolgono le scarpe e gli massaggiano legambe (v. misure speciali 1.1, 3.4).

CAVALLO, PARACADUTE(kon’, pa ra sˇjut)Pacchetto trasmesso di nascosto, di soli-to legato a un filo che si lancia dalla fine-stra della cella. Più facile è calare il caval-lo dall’alto, ma si riesce a gettarlo anchenelle celle adiacenti. In tal modo si tra-smettono messaggi, tabacco eccetera. Seil cavallo non è destinato ai vicini, ma aun’altra cella, vi si scrive il numero cor-rispondente e chi lo acchiappa cerca di

CCAATTEENNAA DDII MMOONNTTAAGGGGIIOO

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ma anche in ogni battello adattato al tra-sporto dei detenuti, e in ogni vagoneStolypin (v.). Solo le sˇarasˇki non hannocelle di rigore: lì, i colpevoli di gravi man-canze sono espulsi o inviati al carcere piùvicino per essere rinchiusi in cella di rigo-re.6. Statistiche. In base alle osservazionifatte dai detenuti, risulta che dalla metàdegli anni Trenta alla morte di Stalin cir-ca il 10% della popolazione penitenzia-ria dell’Urss si trovava in cella di rigore. 7. Dopo la morte di Stalin. Dopo lamorte di Stalin il regime delle celle di ri-gore divenne meno severo, anche se nontornò quale era stato nel 1924: non si re-quisivano più gli abiti e si cominciò adistribuire zuppa calda ogni giorno co-me ai tempi dello zar. Il codice del lavo-ro correzionale del 1970 riconosceva,tuttavia, che si trattava di una alimenta-zione ridotta, mentre solo una razionenon ridotta «garantisce la normale atti-vità vitale» (art. 56). Il limite massimo dipermanenza in cella di rigore era fissatoa quindici giorni (art. 53). 8. Come la chiamano i detenuti. Bagnoa vapore, baule, frigo, prigione nella pri-gione, sacco di pietra, scoreggiatoio, sti-va eccetera.9. «Il tango della cella di rigore». Risa-le ai primi anni Trenta:

Finirà il giorno, arriverà la serafinirà la sera, arriverà la notte,finirà la notte, arriverà il mattino,finirà il mattino, arriverà il giorno,finirà il giorno, arriverà la sera...Ventiquattro ore in meno!Finirà la sera, arriverà la notte,finirà la notte, verrà il mattino...

CELLA DI TRASFERIMENTO(etapnaja kamera)In un carcere giudiziario, cella dove ven-gono radunati i detenuti per essere invia-ti alla loro destinazione (v. chiesa 1).

CELLA INDIVIDUALE(odinocˇka, odinocˇnaja kamera)Di solito misura 2x3 m, ma ce ne sono an-che di più grandi, soprattutto nelle prigio-ni risalenti al tempo degli zar. Spesso nel-la cella individuale non c’è una sola bran-da, ma due, a volte a castello. La detenzio-ne in cella individuale è ritenuta più seve-ra di quella in cella comune e spesso è uti-lizzata come punizione. «L’isolamento inuna cella separata per un periodo massi-mo di 14 giorni» è una delle misure disci-plinari previste dall’ITK-24 (art. 145).L’ITK-70 prevede l’isolamento cellularefino a un anno (art. 53). I detenuti che ar-rivano in un carcere trascorrono in cellaindividuale due o tre settimane di qua-rantena. Alcuni detenuti in attesa di giu-dizio e anche già condannati sono talvol-ta tenuti in isolamento praticamente atempo indeterminato. Nella cella dovel’autore fu recluso nel 1954 portarono dauna cella individuale uno dei primi para-cadutisti tedeschi, preso prigioniero nel1941 e rimasto per tutto quel tempo inisolamento. Il regolamento penitenziariozarista del 1903 vietava la detenzione inisolamento per più di diciotto mesi.

CELLA PER LA CARCERAZIONE PREVENTIVA, KPZ(kamera predvaritel’nogo zakljucˇenija,Kpz)Destinata agli arrestati prima del trasferi-mento agli organi competenti. Dalla Kpzsi passa al carcere, e solo in casi ecceziona-li si torna in libertà. Esiste una Kpz in cia-scuna stazione di polizia nelle città, nelle

CCEENNTTRROO DDII RRIIPPOOSSOO

te le altre celle. Quelli a cui la pena è sta-ta commutata sono convocati di giorno. 5. Non si conosce alcun caso di evasioneda una cella della morte. Non vi sononeppure leggende in proposito.6. Da una canzone degli anni Trenta:

Nella cella della morteumida e fredda un vecchio canuto arrivò...

CELLA DI RIGORE (karcer)All’inizio degli anni Trenta le celle di ri-gore del lager sono chiamate ufficialmen-te «isolatore disciplinare» (v. sˇizo), a dif-ferenza di quelle del carcere (v. Bur, localeper la segregazione cellulare).1. Documenti ufficiali sulle celle di ri-gore. 1.1. Una direttiva temporanea del-l’Nkju del 1918 prevede «la reclusione inisolamento in cella di rigore fino a 14giorni» (SU 53:598, art. 28). 1.2. Una ri-soluzione dell’Nkju del 1920 spiega che«la cella di rigore è una cella singola di di-mensioni usuali, asciutta e fornita di gia-ciglio per dormire, ma senza biancheriada letto» (SU 1921 23-24:141, art. 189).1.3. Il codice del lavoro correzionale del1924 sottolinea che «ai fini di applicareefficacemente la politica di rieducazioneattraverso il lavoro, il regime nei luoghidi reclusione non deve comportare alcunmaltrattamento, né ammettere il ricorsoa mezzi di costrizione fisica come catene,manette, reclusione in rigido isolamen-to, privazione del cibo» (art. 49), ma am-mette «l’isolamento in una cella separa-ta per un periodo massimo di quattordi-ci giorni, con distribuzione quotidiana dicibo caldo e ora d’aria ogni tre giorni»(art. 145-6). 1.4. In una disposizione del-l’Snk del 1930 si parla di «isolamento inun locale separato per un periodo massi-mo di 30 giorni» e non si accenna né al-

le condizioni di detenzione, né all’ali-mentazione (SZ 22:248, art. 44-e). 2. Istruzioni segrete. Da allora alcuneistruzioni segrete dell’amministrazionepenitenziaria stabiliscono le seguenti ra-zioni: ogni giorno 400 g di pane (300 nelcaso in cui il detenuto non sia condottoal lavoro) e 0,25 litri di acqua bollente, eogni tre giorni 0,25 litri di zuppa calda.3. Organizzazione e regime. A partiredagli anni Trenta le celle di rigore sonoallestite in sotterranei senza finestre. Ilpavimento è in cemento. L’unico ogget-to presente è il bugliolo. Tabacco, libri ealtri oggetti sono proibiti. Non c’è orad’aria. Il detenuto è rinchiuso con la so-la biancheria addosso. Per la notte gli sirendono gli abiti e gli si dà un’asse di le-gno al posto del letto. L’asse viene posa-ta sul pavimento. Al mattino asse e abitivengono di nuovo requisiti. Ritirata alle23:00, sveglia alle 5:00 (nelle celle «nor-mali» sono alle 22:00 e alle 6:00).4. Diverse funzioni. 4.1. Nelle carcerigiudiziarie la cella di rigore è uno deimezzi per esercitare pressione sul dete-nuto sotto inchiesta, soprattutto in epo-ca staliniana. A questo scopo si organiz-zano speciali celle di rigore, per esempiocon il pavimento inclinato e il soffittomolto basso, che costringono a restarerannicchiati; celle fredde; celle dove vie-ne immesso vapore oppure acqua, il cuilivello viene regolato; a volte la cella èviolentemente illuminata, altre volte deltutto buia; ci sono celle di 50x50 cm e co-sì via. 4.2. Nelle carceri esecutive accadeche rinchiudano in cella di rigore con unpretesto inconsistente (v. tosse); ciò acca-de in particolare negli anni staliniani. 5. Le celle di rigore sono sempre a por-tata di mano. Le celle di rigore esistonoobbligatoriamente non solo in ogni car-cere e negli altri istituti di pena (v. sˇizo),

CCEELLLLAA DDII RRIIGGOORREE

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nali sono aperti d’ufficio dall’ammini-strazione locale) o quelli in via di trasfe-rimento. Di solito i detenuti non sonoobbligati a lavorare nei centri di smista-mento e, a differenza di quanto accadenei centri di transito, il loro soggiorno èil più breve possibile.

CENTRO DI TRANSITO(peresyl’nyj punkt, perpunkt)«I centri di transito sono organizzati siacome istituti indipendenti, sia come set-tori presso altri luoghi di privazione del-la libertà» (ITK-33, art. 30). Sono costi-tuiti da un gruppo più o meno grande dibaracche situate all’interno di un recin-to. È un luogo di scambio di informazio-ni fra detenuti provenienti da luoghi direclusione diversi (v. carcere di transito).

CERNJACHOVSK (Cernjachovsk)Importante carcere psichiatrico del Kgbsituato nella città di Cernjachovsk, giàInsterburg, nel territorio della Prussiaorientale annesso dall’Urss nel 1945.

CERTIFICARE (komissovat’)1. Un’apposita commissione medico-amministrativa certifica l’attitudine deidetenuti al lavoro fisico (v. invalido, Tft). 2. Tutti gli scaglioni che arrivano nel la-ger devono essere certificati («Regola-mento dei campi di lavoro correzionale»del 1930, SZ 22:248, art. 12). In seguitodovrebbero essere esaminati dalla com-missione ogni trimestre, ma spesso que-sto non accade, dato che i detenuti si lo-gorano rapidamente e aumenta molto ilnumero dei debilitati, mentre l’arrivo dinuova manodopera che possa sostituirlispesso è possibile solo parecchi mesi do-po, all’apertura della navigazione.

3. Se l’impresa che utilizza la manodope-ra forzata insiste per la certificazione,l’amministrazione del campo ordina aimedici a essa subordinati di abbassare icriteri (v. accettazione, tufta). Il presidentedella commissione è lo stesso direttoredel campo che fornisce la manodopera.4. Al momento della certificazione si ac-certa anche la verginità delle donne. Se-condo un’antica leggenda del lager risa-lente agli anni Venti, le ragazze rimastevergini riceverebbero un premio a ognivisita. In realtà l’amministrazione delcampo, i sorveglianti e gli imboscatiaprono la caccia a queste ragazze, stabi-lendo dei premi per chi violenta la piùresistente. Gli urka se le giocano a carte(v. carte da gioco 2).5. Nei Ktr non esiste certificazione, men-tre nei campi speciali si applicano criteripiù bassi (v. appendice 4, 5 b).

CERTIFICATO DI LIBERAZIONE, MODULO A(spravka ob osvobozˇdenii, forma A)Il certificato di liberazione è firmato daldirettore dell’istituto penitenziario e dal«capo della sezione» o «settore» (v. setto-re speciale).1. Rilascio del certificato. Viene rila-sciato alle persone che dopo la liberazio-ne non devono scontare anche la con-danna al confino. Nei campi è rilasciatodall’Urc (v.). Dalla fine degli anni Trentaagli ex condannati per reati politici (k/r)e ai recidivi particolarmente pericolosi ilcertificato viene rilasciato dall’Ufficio re-gistrazione e smistamento. 2. Contenuto. In circa sessant’anni (daiprimi anni Venti) il contenuto del certifi-cato di liberazione è rimasto pressoché in-variato. Su un modulo ufficiale dell’Og-pu-Nkvd-Mvd del formato di circa 11x17

CCEERRVVOONNEECC

località rurali, nelle stazioni, negli aero-porti e nel metrò. Le prime celle per la car-cerazione preventiva appaiono nel 1918(v. casa per la carcerazione preventiva).

CELLULARE (avtozak)Furgone attrezzato per il trasporto deidetenuti (v. corvo).

CENTOCINQUE (stopjatnica)A partire dall’inizio degli anni Venti allemogli dei confinati fu vietata la residen-za nel raggio di 100 verste, cioè 105 km,da Mosca e Leningrado (v. centouno, si-gle). In una variante di Poema senza eroe,Anna Achmatova scrive:

Chiedi alle mie contemporaneeforzate, centocinque, prigionieree ti racconteremocome abbiamo cresciuto i nostri figliper il patibolo, la tortura e il carcere.

CENTOUNO, CENTUNESIMO CHILO-METRO (sto pervyj, sto pervyj kilometr)Nei primi anni del regime sovietico le per-sone espulse da Mosca e Pietrogrado nonpotevano risiedere nel raggio di 100 kmda queste città e si stabilivano in borghi ovillaggi «al centunesimo chilometro». Apartire dalla metà degli anni Trenta la pra-tica cadde in disuso, poiché l’espulsionefu sostituita dal confino in regioni moltolontane. Vedi anche centocinque.

CENTRO DI RIPOSO, CENTRODI CONVALESCENZA, OP(otdycha punkt, Op, ozdorovitel’nyj punkt)1. Una volta ogni dodici-diciotto mesi,quando il tasso di mortalità supera certilivelli e non è possibile rimpiazzare leperdite con nuova manodopera, nelcampo si attrezza un «centro di riposo»(v. norma 4). Di solito funziona per quin-

dici giorni al massimo ed è allestito inuna baracca precedentemente sgombe-rata dai suoi occupanti (che sono am-mucchiati in altre baracche), dove i tavo-lacci vengono sostituiti con cuccette. Ilnumero dei beneficiari dell’Op non devein nessun caso superare l’1-1,5% dellapopolazione del campo.2. All’Op si accede su domanda scrittadel datore di lavoro, indirizzata al diret-tore della sezione di lager. Hanno dirittoall’Op unicamente i detenuti che realiz-zano almeno il 150% della norma di pro-duzione, e la cui condotta è «irreprensi-bile». Per questo è indispensabile l’assen-so del plenipotenziario operativo, chepuò cancellare dalla lista qualunque no-me senza spiegazioni, e proporre i propricandidati (v. delatore 4.1).3. Nell’Op i detenuti beneficiano di con-dizioni leggermente migliori (cuccette) edi cibo un po’ meno scarso. Non sonomandati a lavorare fuori del recinto delcampo. Sono obbligati invece a eseguiredei lavori “leggeri” all’interno del campoper tre-quattro ore al giorno.4. Quando il piano di produzione è inpericolo, però, può accadere che il dato-re di lavoro reclami anche questa mano-dopera. Dato che ufficialmente è consi-derata manodopera inattiva, il camponon esige per loro l’accettazione (v.), ilche permette al datore di lavoro di dis-porre di lavoratori supplementari chenon figurano nella sua contabilità.5.Non ci sono «centri di riposo» nei Ktr (v.).

CENTRO DI SMISTAMENTO(raspred, raspredelitel’nyj punkt)Gruppo di baracche circondato da un re-cinto dove si sistemano provvisoriamen-te, in attesa della loro destinazione a unasezione di lager o a una colonia, i dete-nuti appena arrivati (i cui fascicoli perso-

CCEENNTTRROO DDII SSMMIISSTTAAMMEENNTTOO

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CHITARRA (gitara)Violenza di gruppo (v. coro).

CHOLMOGORY (Cholmogory)Località sulla Dvina settentrionale, 75 kma sud-est di Archangel’sk. Uno dei primicampi di concentramento della Vck, crea-to nel 1919 e chiuso alla fine del 1922 (v.Solovki 1.1). Noto per gli arbitri e le atrociviolenze commesse dall’amministrazio-ne, in cui si distinse particolarmente il vi-cedirettore Kvicinskij (detenuto, ex ceki-sta). Fu teatro di uccisioni di massa di de-tenuti come quella del 22 novembre 1922;fra le vittime, i marinai di Kronstadt.

CIB’JU (Cib’ju)Città situata sul fiume omonimo nel nord-est della Russia europea, interamente co-struita dai detenuti a metà degli anni Ven-ti. Ribattezzata Uchta nel 1937. Sezionedell’Uchtpeclag. Miniere di radio, costru-zione della linea ferroviaria Kotlas-Vorku-ta, produzione di legname (v. Uchtpecˇlag).

CIFIR (cˇifir)Tè estremamente forte (circa 50 g per unbicchiere), agisce come una droga. È par-ticolarmente apprezzato dalla malavita.La prima infusione è completamente ne-ra. Nota: negli spacci delle carceri e deicampi, il tè è una derrata rara, venduta adosi piccolissime.

CIFIRIST (cˇifirist)Amante del cˇifir, o piuttosto cˇifir-di-pendente.

CIMICE (klop)Flagello incontrollabile dei campi (v. para-cadutista, pidocchi).

CINQUANTANOVE(pjat’desjat devjataja)1. Articolo del codice penale della Rsfsrin vigore dal 1926 al 1959, che contem-plava i «reati contro l’amministrazionepubblica, particolarmente pericolosi perl’Unione Sovietica», come il banditismoe altri crimini analoghi, ma «commessisenza scopi controrivoluzionari» (UK-26, art. 59-1). Le persone condannate inbase all’articolo 59 potevano svolgeretutte le mansioni consentite ai detenuti,il che costituiva un privilegio rispetto aicinquantotto (v.)2. Il detenuto in attesa di giudizio o ilcondannato in base all’articolo 59. «Ju-rik è stato mandato in una cella con i cin-quantanove, ma nessuno l’ha toccato,perché è bravissimo a raccontare storie».«Lascia perdere lo sdentato. Quello è uncinquantanove e non ci mette niente asgozzare un uomo».3. Secondo un proverbio, «il cinquanta-nove è fratello del cinquantotto», cioè:per i condannati in base all’articolo 59 èprevisto un regime quasi altrettanto se-vero di quello riservato ai politici. Ma icinquantanove possono accedere a postipreclusi ai politici; per esempio i «co-mandanti» nei campi sono per lo piùcondannati per banditismo (art. 59-3). 4. A partire dalla fine degli anni Quaran-ta i tribunali sovietici cominciarono acondannare per «banditismo» anzichéper «attività controrivoluzionaria» (art.58) i patrioti ucraini, lituani eccetera,che avevano combattuto contro l’occu-pazione sovietica (v. bandito 2).

CINQUANTOTTO (pjat’desjat vos’maja)1. Articolo del codice penale della Rsfsrdal 1926 al 1959, che contemplava i«reati controrivoluzionari». Ognuna del-

CCIITTOOCCHHAARRBBIINNEECC

cm, con l’intestazione «Certificato di li-berazione numero...» (dalla fine degli an-ni Cinquanta semplicemente «Certifica-to numero...») si scrive l’indicazione incodice dell’istituto penitenziario, la seriee il numero del certificato; cognome, no-me e patronimico del liberato; anno e luo-go di nascita; nazionalità; cittadinanza; ilperiodo esatto trascorso in detenzione; daquale tribunale e per quale articolo è sta-to giudicato (dopo l’abolizione dell’Osonel 1953 il certificato di liberazione dellepersone condannate dalla Commissionespeciale riportava la formula «per un casodell’Nkvd-Mvd dell’Urss»), il motivo del-la liberazione («per estinzione della pe-na», «per riduzione della pena», «per am-nistia» eccetera); il luogo di destinazione(v. domicilio). Nell’angolo in basso a sini-stra c’è una fotografia del liberato con iltimbro dell’istituto.3. Funzione del certificato di liberazio-ne. Sul certificato di liberazione è riporta-ta una nota: «Non funge da permesso disoggiorno». Durante il trasferimento ilcertificato di liberazione serve da docu-mento d’identità, a condizione che l’exdetenuto non si discosti dalla via più bre-ve per raggiungere il luogo di destinazio-ne e non si trattenga in viaggio per più ditre giorni: in tal caso può essere arrestatoperché privo di passaporto (v.). Una vol-ta giunto a destinazione, è tenuto a pre-sentarsi immediatamente alla polizia perfarsi registrare e ricevere il passaporto.

CERVONEC (cˇervonec)Pena di 10 anni di detenzione in virtùdell’articolo 58-10 del codice penale del1926, o dell’articolo 70 del codice pena-le del 1960. Nota: il cˇervonec è una mo-neta da 10 rubli coniata all’inizio dell’e-poca sovietica, presto scomparsa dallacircolazione, ma sostituita da biglietti da

10 rubli, pure chiamati cˇervoncy, usatiancora all’inizio degli anni Trenta.

CHARBINEC (charbinec)La sede della Ferrovia cinese orientale(Kvzd) si trovava a Harbin (in russo Char-bin). Vedi anche kavezˇedinec.

CHIACCHIERONE (boltun)1. Individuo incriminato per «chiacchie-re», ovvero per propaganda controrivo-luzionaria (v. detenuto politico 5.2)2. Nel gergo della malavita, difensore,avvocato.

CHIESA (cerkov’)1. Cella di transito, attrezzata nell’excappella del carcere. In tutte le vecchieprigioni zariste c’era una chiesa, poi tra-sformata dai bolscevichi in cella di trans-ito o magazzino.2. Secondo il folclore del Gulag, il detenu-to che ha sognato una chiesa sarà sicura-mente liberato, mentre la persona liberache ha fatto lo stesso sogno sarà arrestata.

CHIMICA (chimija)1. Nel linguaggio popolare, lavoro ma-nuale coercitivo in fabbrica (v. chimico).2. Inchiostro fabbricato dai detenuti percolorare le carte da gioco (v.).

CHIMICO (chimik)Chi svolge lavoro manuale nell’ambitodei lavori coercitivi (v.) senza privazionedella libertà. Il termine è in uso dall’ini-zio degli anni Sessanta.

CHIOCCIA (nasedka, kurucha)Detenuto messo appositamente nellacella di un altro (soprattutto nelle carce-ri giudiziarie) per estorcergli informazio-ni utili agli inquirenti (v. delatore).

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responsabili i relativi dicasteri. Tutti que-sti atti normativi si riferiscono ai luoghidi reclusione dipendenti dall’Nkju e dal-l’Nkvd, ma non riguardano gli istitutidella Vck.2. Il codice del lavoro correzionale del1924. Il primo codice del lavoro correzio-nale è adottato il 16 ottobre 1924 (SU86:879). Si applica agli istituti del Gumzdella Rsfrs, ma non all’Ogpu. L’articolo49 del codice vieta «Catene, manette, cel-le di rigore, reclusione in rigido isolamen-to, privazione del cibo, colloqui con i vi-sitatori attraverso una grata». Nel codicenon ci sono le parole “carcere” e “lager”,si parla di «casa di reclusione», «casa di la-voro correzionale», «colonia di lavoro»,«casa transitoria di lavoro correzionale»,«isolatore a destinazione speciale».3. Il «Regolamento dei campi di lavorocorrezionale dell’Ogpu» del 1930. Il Re-golamento (Risoluzione dell’Snk del-l’Urss, 7 aprile 1930, SZ 22:248) è il primodocumento statale che riguardi i campidell’Ogpu (ex Vck), chiamati non più «diconcentramento» ma «di lavoro corre-zionale». Viene mantenuta la giornata la-vorativa di otto ore, ma se ne consente ilprolungamento (art. 27). Le norme di re-tribuzione e tutela del lavoro sono fissa-te dall’Ogpu stesso, anche se formalmen-te concordate con il Commissariato delpopolo per il Lavoro dell’Urss (art. 28).4. Il codice del lavoro correzionale del1933. Il primo agosto 1933 viene adotta-to un codice del lavoro correzionale chesi estende solo ai campi dell’Nkju. Prati-camente resta lettera morta, dato che unanno dopo tutti i luoghi di reclusione delpaese sono riuniti in un unico sistema,amministrato dall’ex direzione dei cam-pi di concentramento dell’Ogpu (v. gior-nata lavorativa 2, 3, Gulag 2.1).

5. Dopo la morte di Stalin. Dopo lamorte di Stalin e dopo gli scioperi del1953-55 il «Regolamento delle colonie dilavoro correzionale del Moop dellaRsfsr» del 1961 migliora un po’ le condi-zioni di vita dei detenuti.6. Il codice del lavoro correzionale del1970. Il codice del 1970 (VR 51:1220)rappresenta un deciso passo indietro, sta-bilendo un regime molto duro, benché icampi siano chiamati «colonie» e formal-mente sia reintrodotta la giornata lavora-tiva di otto ore. Viene creato un unico si-stema penitenziario con sei diversi gradidi inasprimento del regime penitenziario(v): ordinario, rafforzato, duro, specialenelle «colonie»; e ordinario e duro nellecarceri. Non c’è regime mitigato (v. ap-pendice 6). Per la prima volta in Urss il la-voro è obbligatorio anche per le personecondannate alla detenzione in carcere.Solo una volta scontata metà della pena idetenuti dei campi possono ricevere pac-chi, il cui peso e la cui quantità sono rigi-damente limitati, e il contenuto regola-mentato: sono proibiti indumenti di la-na, cioccolata, carne e derivati e altri pro-dotti. Per chi sconta la pena in carcere ipacchi sono totalmente vietati. Un solocolloquio aggiuntivo all’anno e la possi-bilità di spendere 1-2 rubli in più al meseper l’acquisto di generi alimentari allospaccio sono consentiti una volta che ildetenuto abbia scontato metà della pena,ma solo in caso di «buona condotta». Nelvalutare la condotta («il grado di ravvedi-mento e rieducazione») «si tiene contodella partecipazione alle iniziative diistruzione politica», che viene «incorag-giata» (ITK-70, art. 43). Dal 1972 tale par-tecipazione diventa obbligatoria. Del vit-to dei detenuti l’articolo 56 dice che «ga-rantisce un normale funzionamento del-l’organismo», ma dipende «dall’atteggia-

CCOODDIICCEE PPEENNAALLEE

le repubbliche federate aveva un propriocodice penale. La differenza era solo nelnumero degli articoli. Per esempio, al-l’articolo 58 del codice penale russo cor-rispondeva il 54 di quello ucraino. 2. Detenuto in attesa di giudizio o con-dannato in base all’articolo 58. «In questabaracca ci sono solo cinquantotto». «Pe-trov è un grosso specialista e serve moltoalla produzione. Ma non gli daranno ilpermesso, perché è un cinquantotto!».3. I cinquantotto si distinguevano per lasottomissione, soprattutto durante lepurghe staliniane, quando finirono neicampi dei cittadini che non solo nonavevano mai pensato alla controrivolu-zione, ma in molti casi si ritenevano sta-linisti traditi (v. detenuto politico 4.1).4. Dalla metà degli anni Trenta alla fine deiCinquanta i cinquantotto costituivanocirca la metà della popolazione penitenzia-ria (v.). Di essi il 50% circa era stato condan-nato dalla Commissione speciale (v. Oso).

CITO, SEZIONE CENTRALE LAVORO CORREZIONALE DELL’NKJU DELLARSFSR (Cito, Central’nyj ispravitel’no-tru-dovoj otdel Nkju Rsfsr)1. Dal 1921 sostituisce il Central’nyi ka-ratel’nyi Otdel, Sezione punitiva centra-le del Commissariato del popolo allaGiustizia. «Il Cito e i suoi organi localiamministrano attraverso le commissionismistamento e le commissioni di vigi-lanza di governatorato e l’ufficio lavoricorrezionali» (UK-22, art. 51; v. Bitr).2. «Per unificare la gestione di tutti i luo-ghi di reclusione e l’applicazione dellemisure penitenziarie, il Cito presso l’Nkjue i suoi organi locali vengono riorganiz-zati in direzione centrale e direzioni lo-cali dei luoghi di reclusione pressol’Nkvd e i suoi organi di governatorato»

(Risoluzione congiunta dell’Nkju e del-l’Nkvd» 12 ottobre 1922, «Ezenedel’niksovetskoj justicii», 1922/37-38). Nota: ilpassaggio di poteri definitivo ebbe luogosolo nel 1934 (v. Gulag 2.1).

CITTADINO (grazˇdanin)In questa forma obbligatoria i detenutidevono rivolgersi ai sorveglianti e a tut-to il personale libero: «Cittadino diretto-re, permetta che mi rivolga a lei».

CODA (chvost)«Trascinarsi dietro una coda» (a propositodi un arrestato): essere all’origine di unaserie di arresti (v. reclutare 2, romanziere2).

CODICE DEL LAVOROCORREZIONALE DELLA RSFSR(ispravitel’no-trudovoj kodeks Rsfsr)Ogni repubblica dell’Urss ha un propriocodice del lavoro correzionale, che si ba-sa sui «Fondamenti di legislazione del la-voro correzionale dell’Urss». 1. Primi atti normativi. 1.1. Risoluzio-ne dell’Nkju del 23 luglio 1918 «Sullaprivazione della libertà come misura pu-nitiva e sulle sue modalità di applicazio-ne. Istruzioni provvisorie» (SU 53:598).1.2. Decreto del Vcik del 15 aprile 1919«Sui campi di lavoro coercitivo» (SU12:124), e la dettagliata «Risoluzione delVcik sui campi di lavoro coercitivo» del17 maggio 1919 (SU 20:235). 1.3. Risolu-zione dell’Nkju del 15 novembre 1920sul «Regolamento dei luoghi di reclusio-ne della Rsfsr» (1921, 23-24: 141). 1.4.Negli atti summenzionati si dice che aidetenuti si estendono le leggi repubbli-cane sul lavoro (giornata lavorativa di ot-to ore e salario pari a quello degli operailiberi), la tutela della salute e l’istruzionepubblica: della loro applicazione sono

CCIITTTTAADDIINNOO

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ra. 3.2. Il termine massimo per la privazio-ne della libertà in base al decreto del 21marzo 1921 era di 5 anni («Izvestija», 25marzo 1921); dal 1922 10 anni; dal 1937 25anni; e dal 1960 15 anni di reclusione se-guiti da 5 anni di confino (v. campi 9.2). 4. La giustizia sovietica. 4.1. La legge so-vietica non distingue fra intenzione e at-to. Il tentativo di commettere un reato è«perseguito allo stesso modo del reatocommesso» (UK-26, art. 19; UK-60, art.15). 4.2. Gli accusati di reati politici e dialcuni altri delitti sono rinchiusi nel car-cere giudiziario, dove sono totalmenteisolati dal mondo esterno. Di solito nonsanno quali siano i loro diritti. Di regola,il codice penale e quello di procedura pe-nale sono inaccessibili ai semplici cittadi-ni. La loro libera vendita dopo la morte diStalin fece sensazione. Ma ben presto ri-divennero inaccessibili. 4.3. In caso siaammesso un difensore, l’accusato puòincontrarlo solo dopo la conclusione del-l’inchiesta (UPK-60, art. 47). 4.4. Se le au-torità centrali o locali del partito hannointeresse a un determinato esito del pro-cesso, gli organi inquirenti e giudicantidevono concordare con loro le proprieazioni. In tali casi sia l’imputazione sia lasentenza sono stabilite in anticipo. 4.5.Nei casi in cui il dibattimento pubblico èprevisto dalla legge, ma non è nell’inte-resse delle autorità, l’udienza si tiene inuna piccola sala dove sono ammessi soloagenti selezionati della Sicurezza delloStato in abito borghese o attivisti del par-tito (v. legalità socialista, legge).

COGLIONI (jajca)1. «Non puoi saltare più in alto dei tuoicoglioni» (proverbio): ci sono sempre deilimiti.2. Inchiodare i coglioni al pavimento: lo sifa per evitare un trasferimento. È l’interes-

sato stesso a eseguire l’operazione: calati-si i pantaloni, si siede sul pavimento e sipianta un chiodo nello scroto, senza toc-care i testicoli. Il dolore non è eccessivo eil pericolo per la salute quasi nullo, ma iltrasferimento deve essere rimandato.

COIMPUTATO (odnodelec, podel’nik)Ciascuna delle persone accusate o con-dannate per lo stesso caso. Un sistema dimisure precauzionali attentamente ela-borato impedisce che i coimputati si in-contrino mentre è in corso l’istruttoria (v.faccia al muro, leggere le lettere, schiocco).

COLLABORATORE SEGRETO(sekretnyj sotrudnik, seksot)Informatore, spia. In epoca zarista il ter-mine era utilizzato solo dalla polizia edai gendarmi; a partire dalla fine deglianni Venti diventa di uso comune, purnon figurando nel Dizionario della linguarussa letteraria contemporanea. Il termineè usato dagli organi sovietici della Sicu-rezza dello Stato dal 1917. Dagli anniQuaranta nel linguaggio colloquiale siusa spesso «collaboratore».

COLLEGIO DEGLI EDUCATORI(kollegija vospitatelej)Esiste dal 1918 alla metà degli anni Ven-ti presso la direzione di ogni luogo di pri-vazione della libertà dell’Nkju. Ne fannoparte il direttore, i suoi vice, il personalepedagogico e altri (SU 1918, 53:598, art.11). Il rappresentante del collegio deglieducatori è obbligatoriamente presenteall’esame delle richieste di liberazioneanticipata (SU 1918, 85:800, art. 6). Apoco a poco il lavoro educativo perde ilsuo carattere collegiale e viene subordi-nato alle autorità centrali (v. Kvcˇ, lavorodi istruzione politica).

CCOOLLLLEEGGIIOO DDEELLLL’’OOGGPPUU

mento verso il lavoro»; chi è soggetto apunizioni amministrative «riceve un vit-to secondo norme ridotte». Dopo l’intro-duzione dell’ITK-70 diverse istruzioni se-grete dell’Mvd dell’Urss l’hanno progres-sivamente inasprito. 7. Osservazioni generali. Elemento co-mune di tutti gli atti normativi che rego-lano la posizione dei detenuti è il carat-tere coercitivo del lavoro e l’evidente va-ghezza delle norme alimentari (v. mar-mitta 2, appendice 1, 2).

CODICE DI PROCEDURA PENALE, UPK(ugolovno-processual’nyj kodeks, Upk)I codici di procedura penale sovietici so-no adottati contemporaneamente ai ri-spettivi codici penali (v. codice penale 1,4, legalità socialista). Nota: negli anni sta-liniani i codici di procedura penale, cosìcome i codici penali, erano di fatto inac-cessibili; dall’inizio degli anni Sessanta ilpubblico in teoria poté consultarli, masempre con grande difficoltà.

CODICE PENALE, UK(ugolovnyj kodeks, UK)1. Osservazioni preliminari. Ogni re-pubblica ha il suo codice penale. Tuttihanno come presupposto i «Fondamentidi legislazione penale dell’Urss e delle re-pubbliche dell’Unione». Sono quasiidentici, ma i numeri degli articoli spes-so non corrispondono. Per esempio al-l’articolo 58 dell’UK-26 della Rsfsr corri-spondeva l’articolo 54 del codice dellaRepubblica ucraina. Ufficialmente si usacitare gli articoli del codice penale dellaRsfsr «e i rispettivi articoli dei codici pe-nali delle altre repubbliche dell’Unione».2. Etica, diritto e tradizioni giuridichesovietiche. 2.1. Sul marxismo-lenini-smo obbligatorio in Urss si fondano an-

che l’etica e il diritto sovietico (v. legalitàsocialista 1, 2). Ancor prima della presadel potere da parte dei bolscevichi, nel1917 Lenin aveva dichiarato: «È legaletutto ciò che serve al rafforzamento e alcompimento del comunismo» (V.I. Le-nin, Polnoe sobranie socˇinenij, vol. XLI, p.313). 2.2. L’articolo 1 dei «Princìpi guidadi diritto penale della Rsfsr» del 12 di-cembre 1919 recita: «Il diritto [...] rispon-de agli interessi della classe dominante»,cioè della classe operaia, cioè del partito(SU 66:590). 2.3. Nel decreto del 21 otto-bre 1919 del tribunale rivoluzionariospeciale si dice che «nei suoi giudizi èguidato esclusivamente dagli interessidella rivoluzione [cioè del partito] e nonè vincolato ad alcuna forma di procedu-ra giudiziaria». Le sue sentenze non sonosoggette a cassazione (SU 35:504, c. 3).2.4. Il 17 maggio 1922, in occasione del-la preparazione del primo codice penale,Lenin indica al commissario del popoloalla Giustizia Kurskij che «il tribunalenon deve eliminare il terrore [...] maspiegarlo e legalizzarlo» (V.I. Lenin, Pol-noe sobranie socˇinenij, vol. XLV, p. 190). 3. I successivi codici penali della Rsfsr(1922, 1926 e 1960). 3.1. Fra le altre misu-re punitive i «Princìpi guida di diritto pe-nale della Rsfsr» e tutti i successivi codicipenali prevedono: la confisca di tutti i be-ni o di parte di essi; i lavori coercitivi sen-za carcerazione; la privazione della libertàper un periodo determinato (v. appendice7); la fucilazione con la precisazione che sitratterebbe di una misura temporanea e as-solutamente straordinaria (v. articolo capi-tale). Inoltre: la privazione della libertà atempo indeterminato (v. pena); la procla-mazione di nemico della rivoluzione o delpopolo («Princìpi guida di diritto penaledella Rsfsr», art. 25-l); l’esilio oltre confine(UK-22, art. 32-a; UK-26, art. 20-f) eccete-

CCOOGGLLIIOONNII

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sono sostituiti dai tribunali di lager (v.).Anche a questo proposito non è statopubblicato alcun documento ufficiale.

COLLEGIO GIUDICANTE DELL’OGPU(sudebnaja kollegija Ogpu)Organo che dal 1923 al 1934 emette inabsentia condanne all’espulsione, al con-fino, alla privazione della libertà e allapena di morte (v. Oso). Viene regolar-mente menzionato nelle comunicazioniufficiali pubblicate in questo periodo,laddove si parla delle sentenze, di solitocapitali, da esso emesse. Non è invece ci-tato nei decreti riguardanti l’istituzionedel Gpu o dell’Ogpu. Ma nella risoluzio-ne sulla formazione dell’Nkvd dell’Urss sidice: «Abolire il collegio giudicante del-l’Ogpu» (SZ 1934, 36:283, art. 5).

COLLEGIO GIUDICANTE SPECIALE(speckollegija, special’naja sudebnaja kollegija)I collegi giudicanti speciali furono creaticon la risoluzione del Cik dell’Urss del 10luglio 1934, per esaminare i casi di reaticontro lo Stato e contro l’amministrazio-ne istruiti dall’Nkvd dell’Urss e dai suoiorgani (SZ 36:284). In tutti i tribunali, daquelli regionali in su, furono istituiti col-legi militari, dei trasporti e delle vie d’ac-qua composti da un presidente e duemembri della corte. I casi erano discussi aporte chiuse. I collegi dei trasporti e del-le vie d’acqua furono aboliti nel 1957(«Partijnaja Zizn’», 1957, 4, p. 68).

COLLEGIO MILITARE DELLACORTE SUPREMA DELL’URSS(voennaja kollegija verchovnogo suda Sssr)1. Il collegio militare della Corte supremae i tribunali militari dei distretti militariesaminano i casi di tradimento della pa-

tria, spionaggio, terrorismo e diversioneistruiti dall’Nkvd dell’Urss (SZ 1934,36:284, p. I, art. 2). I casi sono giudicati aporte chiuse, senza testimoni della difesa,e tutto il processo dura dai 5 ai 25 minu-ti. Nel periodo dal 1936 al 1938 i collegimilitari della Corte suprema dell’Urss, itribunali militari di distretto e i collegi deitrasporti e delle vie d’acqua della Cortesuprema dell’Urss emettono più di unmilione di sentenze capitali (v. ezˇovsˇcˇi-na 1.2, sessione fuori sede). 2. Il collegio militare della Corte supre-ma dell’Urss esamina casi di eccezionaleimportanza in qualità di tribunale di pri-ma istanza, ma anche i ricorsi per cassa-zione e di privati contro sentenze dei tri-bunali militari; come organo di control-lo, inoltre, esamina i ricorsi del presiden-te della Corte suprema, del presidentedel collegio militare della Corte supremadell’Urss e del procuratore generale del-l’Urss (legge del 12 febbraio 1957, art.12-a, c). Nota: i tribunali militari a portechiuse furono introdotti nella Russia za-rista nel 1878, dopo che un tribunale ci-vile aveva assolto Vera Zasulic, la populi-sta che aveva sparato al capo della poli-zia di San Pietroburgo, Trepov.

COLLEGIO TRASPORTI DELLA COR-TE SUPREMA DELL’URSS (transportnajakollegija verchovnogo suda Sssr)Sostituì, a partire dal 1934, il collegio fer-rovie e il collegio trasporti via acqua del-la Corte suprema dell’Urss. Abolito nel1956.

COLLEGIO VIE NAVIGABILI DELLACORTE SUPREMA DELL’URSS(vodnaja kollegija Verchovnogo suda Sssr)Fu istituito nel 1934 per esaminare «i ca-si relativi ai reati commessi sulle vie na-

CCOOLLLLOOQQUUIIOO

COLLEGIO DELLA VCK (kollegija Vcˇk)1. Istituito dal Sovnarkom il 7 dicembre1917 (v. Vcˇk). Fanno parte del primoCollegio della Vck Dzerzinskij (presiden-te), Peters (vice), Ksenofontov, Ordzoni-kidze, Volobuev e altri. 2. Il 2 novembre 1918 per decisione del-l’Snk entrano a far parte del collegio anchedei rappresentanti dell’Nkju e dell’Nkvd.Ma i cekisti rendono impossibile la parte-cipazione dei rappresentanti del Com-missariato del popolo alla Giustizia, cheben presto abbandonano il collegio. Inve-ce i rappresentanti dell’Nkvd non si scon-trano con nessuna difficoltà, soprattuttodal marzo del 1919, quando il presidentedella Vck Dzerzinskij diventa anche com-missario del popolo agli Affari interni.3. Nel luglio del 1918 il collegio si arro-ga il diritto di punire anche con la fuci-lazione (v. trojka, Vcˇk 5.2). 4. La risoluzione dell’Snk del 27 marzo1919 conferma la composizione del colle-gio: Dzerzinskij (presidente), Peters (vi-ce), Ksenofontov, Lacis, Kedrov, Volo-buev, Moroz e altri («Izvestija», 29 marzo1919). Da notare che nel documento inve-ce di Moroz è scritto per errore Morozov.5. Il 6 febbraio 1922 il Collegio viene «li-quidato» assieme alla Vck (v. collegio giu-dicante dell’Ogpu).

COLLEGIO DELLE CARCERI PRESSOL’NKJU (tjuremnaja kollegija pri Nkju)Istituito dal commissario del popolo allaGiustizia nel dicembre del 1917. Ne face-vano parte i rappresentanti dei commis-sariati del popolo al Lavoro, all’Istruzio-ne pubblica e alla Previdenza sociale, icommissari delle direzioni centrali deiluoghi di reclusione eccetera (SU 15:223).

COLLEGIO DELL’OGPU (kollegija Ogpu)Attivo dal 1923 fino alla riorganizzazionedell’Opgu in Gugb dell’Nkvd dell’Urss nel1934 (SZ 12:105). Il presidente fu Dzerzin-skij; alla sua morte, avvenuta nel 1926, glisubentrò Menzinskij. Dal dicembre del1923 funzionò come collegio giudicantedell’Ogpu (v.). Al suo posto sarà istituita laCommissione speciale (v. Oso).

COLLEGIO DI CONTROLLO GIURISDIZIONALE DELLA CORTESUPREMA DELL’URSS (sudebno-nad-zornaja kollegija Verchovnogo suda Sssr)Istituito con una risoluzione del Cik il 10luglio 1934, «per esaminare i ricorsi con-tro le deliberazioni dei plenum e dei pre-sidium delle corti supreme delle repub-bliche federate, nonché i ricorsi contro lesentenze, le decisioni e le ordinanze deicollegi della Corte suprema dell’Urss»(SZ 36:284, p. II, III).

COLLEGIO DI LAGER DEL TRIBUNALE REGIONALE (lagkollegija,lagernaja kollegija oblastnogo suda)I primi collegi di lager cominciano a fun-zionare nella seconda metà degli anniTrenta. Non è stato pubblicato alcun attogiuridico sulla loro creazione. Di solito ilcollegio di lager si riunisce nel club dellaKvc (v.) ed esamina casi di delitti com-messi da detenuti (v. caso 1.3). Gli accu-sati sono condotti in giudizio diretta-mente dallo sˇizo del campo, dove sonoricondotti dopo la sentenza. In tal modonon è necessario scortare l’imputato intribunale e poi di nuovo nel campo dopoil giudizio, il che permette di ridurre alminimo il periodo in cui il detenuto nonlavora. I collegi di lager cessano di fun-zionare nei primi anni Quaranta, quando

CCOOLLLLEEGGIIOO DDII CCOONNTTRROOLLLLOO GGIIUURRIISSDDIIZZIIOONNAALLEE DDEELLLLAA CCOORRTTEE SSUUPPRREEMMAA DDEELLLL’’UURRSSSS

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vigabili» (SZ 36:284). Sciolto nel 1956(«Partijnaja zin’», 1957, 4, p. 68).

COLLETTIVA, LAGNANZA O ISTANZA COLLETTIVA (kollektivka, kol-lektivnaja zˇaloba, kollektivnoe zajavlenie) 1. Il governo zarista prendeva in consi-derazione tali lagnanze. Il potere sovieti-co invece le considera «associazione an-tisovietica» e le proibisce (v. reclami1.3),mentre chi le presenta viene punito. Maancora negli anni Trenta capitava chel’arbitrio della direzione e il banditismodi lager (che la direzione stessa incorag-giava) inducessero i detenuti a ricorrerealle lagnanze collettive. Nella speranzadi coprire i «promotori dell’iniziativa», lefirme erano disposte in cerchio, a raggie-ra, metodo utilizzato soprattutto dai cau-casici e dagli abitanti dell’Asia centrale.2. Il termine “collettiva” indica anche lostupro collettivo: «La segretaria Galja èpassata per una collettiva» (v. coro).

COLLETTIVIZZAZIONE FORZATA(prinuditel’naja kollektivizacija)Vedi dekulakizzazione.

COLLOQUIO, VISITA(svidanie, svidanka)1. Nelle carceri zariste. All’epoca deglizar, i prigionieri avevano diritto a un col-loquio ogni quattro giorni, vale a direcirca 90 all’anno, secondo il regolamen-to carcerario (Ustav po tjuremnoj cˇasti,Perm’, 1903, art. 365).2. Durante il potere sovietico. 2.1. Do-po il colpo di stato bolscevico, queste re-gole restano in vigore per qualche tempo.Ma ben presto diventano più rigide, so-prattutto negli istituti della Vck. Ai dete-nuti, a seconda della categoria, sono con-cessi da 25 a 104 colloqui l’anno. Si fa di-

stinzione fra colloqui «regolamentari» e«diretti». I primi hanno luogo dopo il la-voro, in un locale apposito, e durano finoa due ore (a volte per tre-cinque giorniconsecutivi), sotto la sorveglianza di unguardiano che ripete sovente: «Non bi-sbigliate!» e «Parlate più forte!». I secondisono un privilegio dei detenuti di catego-rie superiori e non sono sorvegliati (ITK-24, artt. 130-132, 137). 2.2. Dato l’au-mento sistematico della popolazione pe-nitenziaria, l’amministrazione è prestocostretta a organizzare colloqui all’aper-to. A questo scopo, vengono erette duereti metalliche alte circa 3 metri, una difronte all’altra, separate da uno spaziolargo un metro e mezzo. I visitatori sonoinvitati a mettersi in piedi dietro una del-le reti, poi i guardiani conducono i dete-nuti che si raggruppano dietro l’altra retee il colloquio comincia. Nello spazio frale due reti passano i guardiani che sorve-gliano le conversazioni. Detenuti e visita-tori sono obbligati a urlare a più non pos-so. 2.3. All’inizio degli anni Trenta il nu-mero dei colloqui è ridotto, e va da 25 a60 all’anno, a seconda del tipo di istitutopenitenziario (ITK-33, art. 53). Nella se-conda metà degli anni Trenta, durante laGrande purga, i colloqui sono proibiti peri politici, in base a un’istruzione segretadell’Nkvd. Sono ristabiliti senza limita-zioni in seguito agli scioperi del 1953-55.2.4. Ma appena la situazione è «normaliz-zata» il numero dei colloqui è ridotto dinuovo, sia per i delinquenti comuni siaper i politici: da 2 a 3 all’anno, a secondadel regime di detenzione. L’ITK-70 distin-gue colloqui brevi e lunghi, o colloquipersonali (art. 26; v. appendice 6 c-d). I pri-mi durano quattro ore, in presenza di unsorvegliante, mentre i secondi hannoluogo in una «casa dei colloqui» e durano

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parecchi giorni. Il detenuto è dispensatodal lavoro per tutta la durata della visita.3. Privazione del diritto ai colloqui. Laprivazione del diritto ai colloqui è unasanzione amministrativa. I parenti chevengono a visitare un detenuto non sonomai sicuri che dopo un viaggio di centi-naia o migliaia di chilometri non si sen-tiranno dire che il loro caro è stato priva-to del diritto ai colloqui. Succede che pas-si un anno intero tra due visite.4. La casa dei colloqui. 4.1. Si tratta diuna baracca con locali indipendenti de-stinati ai «colloqui lunghi». Ha una por-ta che si apre sul campo e un’altra sull’e-sterno, entrambe sorvegliate giorno enotte. Il detenuto può entrarne e uscirneliberamente per tornare nel campo, il vi-sitatore per tornare nel mondo libero.Detenuto e visitatore sono perquisitiogni volta che varcano la soglia. Se il vi-sitatore è anch’egli un detenuto, non èautorizzato a lasciare la casa dei colloquiper tutta la durata della visita. 4.2. Il«colloquio lungo» si svolge senza sorve-gliante. Può capitare che a causa dellamancanza di locali ci sia più di una cop-pia nella medesima stanza. 4.3. Ufficial-mente, le case dei colloqui sono createnegli anni Sessanta. Ma le prime, quelledei campi della Visera, risalgono all’ini-zio degli anni Trenta. Durante le purghestaliniane, tutte le case dei colloqui ven-gono soppresse.

COLONIA A TEMPO INDETERMINATO(bessrocˇka)Colonia per ragazzi che non hanno anco-ra raggiunto l’età prevista dalla legge (v.minore 1, 2). Per il soggiorno in queste co-lonie, che dipendono dalla polizia localee dalla sezione della pubblica istruzione,non viene fissato un termine, ma al com-

pimento della maggiore età (18 anni) i ra-gazzi sono trasferiti nei campi.2. Bessrocˇka è chiamato anche il ragazzocustodito in una di queste colonie.

COLONIA PER BAMBINI (detkolonija)Lager destinato ai bambini. Detta anchecolonia di lavoro correzionale per bam-bini (v. colonie 3, minore).

COLONIE (kolonii)1.1. Complesso di istituti penitenziariparticolari: colonie per bambini, coloniedi lavoro correzionale. 1.2. Direzione ditale complesso: per esempio, le coloniedi lavoro correzionale di Mariinsk. 1.3.Al singolare, una delle sezioni della dire-zione delle colonie: «Soffiava una taletormenta, che la scorta ci ha fatto torna-re alla colonia».2.1. Colonie educative e di lavoro o colo-nie educative: esistono dal 1960 per gliadolescenti di entrambi i sessi, dai 14 ai18 anni (v. 12 infra). Ci sono quelle a re-gime ordinario, per i giovani condannatiper la prima volta e per reati non gravi; equelle a regime rafforzato, per chi è statocondannato per gravi delitti o trasferitoal regime più severo dall’amministrazio-ne, a mo’ di sanzione disciplinare (ITK-70, art. 76). 2.2. Compiuti i 18 anni, tut-ti sono trasferiti alle colonie di lavorocorrezionale, a eccezione di quanti a giu-dizio dell’amministrazione locale sono«risolutamente incamminati sulla viadella correzione»: questi ultimi possonorimanere nelle colonie fino al raggiungi-mento dei 20 anni, beneficiando della ra-zione speciale destinata ai minori.3. Colonie per bambini o colonie di lavo-ro correzionale per bambini: di entrambii sessi a partire dai 12 anni di età (VS 32,7 giugno 1941). Vedi anche 7 infra. In se-

CCOOLLOONNIIEECCOOLLOONNIIAA AA TTEEMMPPOO IINNDDEETTEERRMMIINNAATTOO

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2. Dalla fine degli anni Venti ai primi an-ni Cinquanta, il regime sovietico adottalo stesso metodo, estendendo però la co-lonizzazione anche alla Siberia artica. Lalegge emanata nel 1934 prevede «il confi-no in regioni remote della Siberia» (v.).Per decisione di un tribunale o per via am-ministrativa si può essere inviati al confi-no per un periodo determinato, che saràin seguito prolungato (v. ripetente); infi-ne, a partire dal 1947-48 molti politici ecriminali recidivi che hanno scontato laloro pena si vedono assegnare dall’Oso(v.) il confino a vita (non previsto da al-cun codice penale sovietico). La praticacessa dopo la morte di Stalin nel 1953.3. Nel 1963 viene ripristinata la coloniz-zazione (v. colonie 6, 8). Vedi anche colo-no volontario, confino, deportato speciale,espulsione.

COLONNA (kolonna)Filiale di lager destinata alla costruzionedi strade o ferrovie (v. sezione di lager 4.2).

COLONO (poselenec, pereselenec)1.1. Persona stabilitasi volontariamentein terre destinate allo sfruttamento agri-colo; non di rado la colonizzazione eraforzata. 1.2. Nel 1936 la gestione dei co-loni passa dal Narkomzem all’Nkvd del-l’Urss e da allora la colonizzazione assu-me un carattere coercitivo e repressivo(v. colono del lavoro, colono-deportato, de-portato speciale). 2. «Oggi in carriera, domani colono» (pro-verbio): il potere sovietico perseguiteràdomani gli stessi che oggi porta alle stelle.

COLONO DEL LAVORO,TRUDPOSELENEC (trudposelenec)Deportato assegnato a un insediamentodi lavoro (v.).

COLONO-DEPORTATO (ssyl’noposelenec)1. Dai primi anni Trenta alla fine dei Cin-quanta, deportato a vita in una regione lon-tana e arretrata dell’Urss. Coloni-deportatifurono fra l’altro i milioni di contadini vit-time della collettivizzazione forzata (v. de-kulakizzazione 4.1, deportato speciale). 2. Persona che sconta la condanna al con-fino alla fine del periodo di detenzione. Ilcolono-deportato è tenuto a presentarsiper la firma dal comandante dell’insedia-mento, prima del 1951 una volta al mese,in seguito ogni primo e ogni 15 del mese.

COLONO VOLONTARIO,COLONIZZATO(vol’noposelenec, kolonizirovannyj)Dalla fine degli anni Venti al 1937, dete-nuto che per il suo rendimento sul lavo-ro era autorizzato a vivere assieme alla fa-miglia fuori dalla zona del campo fino al-lo scadere della pena, come avveniva nelbagno penale di Sachalin in epoca zari-sta. Godeva di questo privilegio chi ave-va scontato più di metà della pena supe-rando sistematicamente le norme di pro-duzione, a condizione che il plenipoten-ziario operativo desse il suo assenso. I co-loni volontari dovevano impegnarsi periscritto a non lasciare la località per tre-cinque anni dopo lo scadere della penaformale. Per tutto questo tempo eranotenuti a lavorare per il lager, ricevendo il50-60% di un salario normale. Questoprivilegio non si estendeva ai «controri-voluzionari» e ad alcuni criminali recidi-vi. Durante il Grande terrore l’istitutovenne abolito e i detenuti che abitavanofuori dalla zona furono rinchiusi nuova-mente nei campi, mentre le loro famigliefurono costrette a partire (v. colonizzazio-

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CCOOMMAANNDDAANNTTEE

guito le colonie per bambini sono sosti-tuite dalle colonie educative e di lavoro(v. 2.1-2 supra).4. Colonie agricole: «istituzioni educati-vo-punitive, in particolare per giovanidelinquenti» (SU 1918 53:598, art. 3-2).Successivamente vengono create colonieartigianali, agricole e manifatturiere.5.1. Colonie di lavoro correzionale o Itk:dal 1922 al 1956 per uomini e donne di etàsuperiore ai 17 anni, condannati a pene fi-no a 3 anni, e dal 1934 fino a 5 anni. Inqueste stesse colonie di lavoro correziona-le si inviano i minori, anche con pene fi-no a 10 anni (v. Uitk dell’Nkvd dell’Urss).5.2. Dall’autunno del 1956 è il nuovo no-me ufficiale del Gulag «riorganizzato» (v.Gulag 8.2, istituti di lavoro correzionale). 6.1. Colonie-insediamenti di lavoro cor-rezionale sono istituite con decreto delSoviet supremo della Rsfsr il 26 giugno1963, anche nelle altre repubbliche, «perquei detenuti internati nelle colonie dilavoro correzionale di regime ordinario,rafforzato e severo, che hanno scontatonon meno di metà della pena» e che, se-condo il giudizio delle autorità locali sisono risolutamente incamminati sullavia della correzione. 6.2. Ai detenuti del-le colonie-insediamenti è consentitospostarsi liberamente nel territorio dellacolonia dalla sveglia alla ritirata, viverecon la famiglia, indossare abiti civili ec-cetera (ITK-70, artt. 51, 66).7. Colonie minorili o colonie di lavorocorrezionale per minori (v. 3 supra). Esi-stono dai primi anni Venti al 1956 per iminori di entrambi i sessi di età compre-sa fra i 14 e i 16 anni, e dal 1935 per i ra-gazzi a partire dai 12 anni.8. Colonie di coloni volontari o colonie-insediamenti per ex detenuti liberati an-ticipatamente, i cosiddetti «colonizzati»(v. colonizzazione 2).

9. Colonie di confinati. A causa della co-stante crescita dei confinati, la Vck orga-nizza nel 1920 delle colonie per confina-ti, per poterli controllare meglio. Verso lametà degli anni Trenta le colonie di con-finati scompaiono, giacché nel frattem-po tutti i confinati sono stati arrestati,condannati e inviati nei lager (v. arresti dimassa 17-19.1).10. Trudkolonii (colonie di lavoro): vedi2.1, 5.1 supra e 11 infra. 11. Colonie di lavoro agricole, artigiana-li e manifatturiere. Sono create nel 1922per i criminali appartenenti alle classi la-voratrici condannati per la prima volta.Custodendoli in strutture separate, si in-tende proteggerli dall’influsso corruttoredegli elementi appartenenti a classiestranee. L’ITK-24 precisa che nelle colo-nie di lavoro agricole, artigianali e mani-fatturiere «si inviano le persone condan-nate alla privazione della libertà senza ri-gido isolamento per un periodo massi-mo di 5 anni, se la sentenza ha stabilitoche il reato è stato commesso accidental-mente» (art. 47-3). 12. Colonie di lavoro per minori: formu-la riportata a pagina 23 dei «Fondamen-ti della legislazione penale dell’URSS edelle repubbliche dell’Unione» del 23 di-cembre 1958. Nel codice del lavoro cor-rezionale del 1970 il nome viene modifi-cato (v. 2.1 supra).

COLONIZZAZIONE (kolonizacija)1. Il potere zarista utilizzava sistematica-mente i condannati per colonizzare la Si-beria. Dalla fine del XX secolo a questoscopo si cominciò anche a liberare i for-zati, attribuendo loro lo status di coloni,a condizione che avessero scontato unadeterminata parte della pena senza san-zioni amministrative.

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CCOOMMMMIISSSSIIOONNEE DDII VVIIGGIILLAANNZZAA

1. In origine era una continuazione delletradizioni del carcere zarista, dove tutti idetenuti politici, indipendentemente dalpartito di appartenenza, mettevano incomune i viveri ricevuti con i pacchi. Al-lo stesso modo agivano i menscevichi, glisr e gli altri rivoluzionari che i bolscevichicominciarono ad arrestare dall’agosto del1918. L’amministrazione penitenziariabolscevica riteneva normale il fenome-no, anzi prescriveva: i pacchi «sono con-cessi [...] non per uso personale, ma peruso collettivo» («Istruzione provvisoriadell’Nkju», 23 luglio 1918, SU 53:598,art. 26). Tuttavia i rivoluzionari arrestatinon volevano condividere nulla con icontrorivoluzionari, considerandoli «ne-mici di classe» (v. Croce rossa politica).2. L’articolo 26 dell’istruzione provvisoriadell’Nkju fu ben presto abrogato e il fon-do del comitato dei poveri fu allora costi-tuito dalle offerte volontarie dei detenutiche ricevevano pacchi o somme di dena-ro. Di solito al fondo si offriva circa il 10%del valore del pacco o della somma ricevu-ta. Era raro che un detenuto si rifiutasse didare il suo contributo. Una commissioneapposita, costituita esclusivamente da de-tenuti “abbienti”, suddivideva equamen-te il fondo fra tutti i membri del comitatodei poveri. Le offerte erano anonime.3. Vedendo nel comitato dei poveri un’or-ganizzazione antisovietica, l’ammini-strazione carceraria nell’estate del 1938proibì «qualsiasi accantonamento a favo-re di altri detenuti» (v. ezˇovsˇcˇina 1, sta-rosta 4). Allora la commissione assegnò imembri del comitato dei poveri a deter-minati detenuti “abbienti”, con il con-senso di entrambi. Verso la metà degli an-ni Quaranta si tornò al sistema preceden-te.4.1. Originariamente si chiamavano kom-bedy i comitati di contadini poveri, creati

con un decreto dell’Snk il 6 agosto 1918.Il loro scopo era contrastare i soviet rura-li, dove i bolscevichi erano in minoranza.Non appena i bolscevichi riuscirono a im-padronirsi dei soviet rurali, i kombedy fu-rono sciolti. 4.2. Furono ripristinati nelperiodo della collettivizzazione forzatadelle campagne: i loro presidenti «eletti»erano esclusivamente attivisti bolscevi-chi, inviati dalle città. Fra i detenuti poli-tici del periodo del Grande terrore c’eranomolti ex attivisti dei kombedy.

COMMA DIECI (desjatyj punkt)Il comma 10 dell’articolo 58 dell’UK-26era quello relativo alla «propaganda o l’a-gitazione politica che contengano l’ap-pello a rovesciare, minare o indebolire ilpotere sovietico». Era considerato il com-ma più inoffensivo dell’articolo 58 («perchiacchiere»). Comportava 8-10 anni dilager, talvolta 5 e, in casi eccezionali, 3.Ma in caso di «tumulti di massa» la pro-paganda antisovietica poteva essere pu-nita addirittura con la pena di morte (leg-ge del 6 luglio 1927, SU 46:330). Corri-sponde all’articolo 70 dell’UK-60 (v. agi-tatore, detenuto politico 5.2, sigle, vacca delkolchoz).

COMMISSARIATO DEL POPOLO(Narodnyj komissariat, Narkomat)Il 28 ottobre 1917 fu pubblicato il decretoche istituiva il Consiglio dei commissaridel popolo della Rsfsr. Il 15 marzo 1946 icommissariati del popolo furono ribattez-zati «ministeri» e i commissari divennero«ministri». Con la formazione dell’Unio-ne delle repubbliche socialiste sovietichenel dicembre del 1922 alcuni dicasteri era-no rappresentati solo a livello repubblica-no, per esempio l’Nkvd (v.), l’Nkju (v.) e ilNarkompros, mentre altri esistevano a li-

ne). Nota: in seguito agli scioperi deglianni Cinquanta, per brevissimo tempoin alcuni campi i detenuti ebbero il per-messo di abitare fuori della zona. Ma ap-pena le autorità si ripresero dallo choc, ilprovvedimento fu subito annullato.

COLORE (mast’)Strato sociale nel mondo carcerario econcentrazionario (v. pelo). 1.1. Il vertice della gerarchia è occupatodai «colorati» (v. blatnoj 1), seguono i«semicolorati» (v. cagna, priblatnënnyj) ei diversi gruppi (v. cappuccetto rosso,machnovisti). 1.2. Fra i colorati, alcunespecialità criminali determinano auto-maticamente la posizione sociale: loscassinatore di casseforti occupa il postopiù alto, mentre il borseggiatore ha unposto relativamente basso.2.1. La successione degli altri gradi è me-no precisa: sciacalli, fuochi, teppa, mar-maglia, india eccetera. 2.2. In fondo allascala gerarchica si trova la feccia: raccat-tabriciole, mangiamerda, spazzini e si-mili (v. dochodjaga).3. Il posto del muzˇik in questa gerarchiadipende dalle sue qualità personali e dal-la misura in cui ha fatto proprie le rego-le di vita del lager o del carcere. Alcunimuzˇiki occupano posti piuttosto alti.4. «Distribuire un convoglio per colore»significa dividere i nuovi arrivati per ca-tegorie: da una parte i «ladri perbene»,dall’altra «cagne», muzˇiki e fessi. In talmodo l’amministrazione evita i massacrifra gruppi ostili e si assicura un miglioreimpiego della forza lavoro. «I novellinisono stati distribuiti per colore e cosìnon ci sono stati massacri».

COMANDANTE, KOMENDANT(komendant)1. Il comandante detenuto è un prigio-niero designato dall’amministrazioneper svolgere servizio di polizia all’inter-no della zona. Di solito è un condanna-to per banditismo; i politici sono esclusi. 2. Il comandante libero è una persona li-bera, assunta dall’esterno, o il capo di uncomando (v.).3. Ufficiale della Sicurezza dello Statoche controlla i confinati e i deportati diuna determinata zona, a cui essi sono te-nuti a presentarsi per la firma.

COMANDO, KOMENDATURA(komendatura)1.1. Il comando presso la Ceka di gover-natorato «cura la registrazione e la custo-dia degli arrestati, la consegna dei per-messi per i colloqui, lo sportello infor-mazioni eccetera» (Risoluzione della Vckpubblicata il 14 novembre 1918, SU66:728; v. Matrosskaja Tisˇina). 1.2. Inol-tre i funzionari del comando erano re-sponsabili dell’esecuzione delle sentenzecapitali (v. esecutore 1).2. Ufficio del comandante libero in unlager (v. comandante 2) o dell’ufficialedella Sicurezza dello Stato (v. comandan-te 3, visto).

COMANDO SPECIALE (speckomendatura)Esiste a partire dal 1946. Controlla e sor-veglia i condannati ai lavori coercitivi (v.chimico, comandante 3, lavori coercitivi 2).

COMITATO DEI POVERI (kombed)Forma di mutua assistenza fra i detenutiesistente nella maggioranza delle carceri,soprattutto fra i politici.

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Sicurezza dello Stato) devono essere fuci-lati (v. fucilazioni di Garanin, fucilazioni diKasˇketin, fucilazioni di massa 7, 11.1, 14,15.2, 18 Solovki 9.5).

COMMISSIONE SMISTAMENTO(raspredelitel’naja komissija,raspredkomissija)Commissione creata con la risoluzionedell’Snk 18 giugno 1919 «al fine di asse-gnare i condannati alla privazione dellalibertà ai rispettivi istituti correzionali erieducativi, confermare la creazione dicommissioni smistamento» presso le se-zioni punitive dei dipartimenti della giu-stizia di governatorato («Izvestija», 20giugno 1919). Le commissioni smista-mento cessano di funzionare nel 1934,quando tutti i luoghi di reclusione passa-no sotto il controllo dell’Nkvd dell’Urss.

COMMISSIONE SPACCIO(larëcˇnaja komissija, lavocˇnaja komissi-ja)Commissione scelta tra i fruitori dellospaccio per compilare un ordine comu-ne, secondo il quale l’addetto pesa e pre-para la merce ordinata. Una volta ricevu-ta la merce, la commissione spaccio la di-vide fra i singoli detenuti. In alcune car-ceri i membri della commissione sonoaccompagnati a ritirare la merce ordina-ta nello spaccio del carcere. In una celladove circa 60 persone si servono dellospaccio, le merci ordinate possono pesa-re più di 80 kg. In tali casi la Commissio-ne spaccio prende con sé un paio dei de-tenuti più robusti.

COMMISSIONE SPECIALE SICUREZZADEL POLITBJURO (special’naja komissijabezopasnosti Politbjuro)Formata da Stalin nel 1935 per prepararela Grande purga del 1936-38. Nella com-missione entrarono Zdanov, Vysinskij,Ezov, Skirjatov, e più tardi Molotov, Ma-lenkov, Kaganovic. Presidente era Stalin(v. arresti di massa 20, ezˇovsˇcˇina, fucila-zioni di massa 15.1, processi di Mosca).

COMMISSIONE STRAORDINARIADI MOSCA, MCK(Moskovskaja cˇre zvy cˇajnaja komissija,Mcˇk)Incaricata della lotta alla controrivolu-zione e al sabotaggio. Creata all’iniziodel mese di marzo 1918 (v. Vcˇk 1, 4).

COMMISSIONE STRAORDINARIA DIPIETROGRADO PER LA LOTTA ALLA CONTRORIVOLUZIONE E AL SABOTAGGIO, PCK(Petrogradskaja cˇrezvy cˇaj naja komissijapo bor’be s kontrrevoljuciej i sabotazˇem,Pcˇk)Fondata il 10 marzo 1918 in seguito altrasferimento della Vck a Mosca. Il suopresidente è Urickij.

COMMISSIONE STRAORDINARIA PERLA LOTTA ALLA CONTRORIVOLUZIO-NE E AL SABOTAGGIO(Cre zvy cˇajnaja komissija po bor’be s kontrrevoljuciej i sabotazˇem)Vedi Vcˇk.

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vello nazionale (i commissariati agli Affa-ri esteri, alla Guerra eccetera).

COMMISSARIATO DEL POPOLO AGLI AFFARI INTERNI(Narodnyj komissariat vnutrennich del)Vedi Nkvd.

COMMISSARIATO DEL POPOLO ALLA GIUSTIZIA(Narodnyj komissariat justicii)Vedi Nkju.

COMMISSARIO (komissar)Grado degli ufficiali della Sicurezza delloStato. Nel 1935 furono introdotti i se-guenti gradi, sostituiti nel 1945 da gradie insegne distintive militari: commissa-rio generale della Sicurezza dello Stato –maresciallo; commissario della Sicurezzadello Stato di primo rango – generaled’armata; commissario della Sicurezzadello Stato di secondo rango – generaledi corpo d’armata; commissario della Si-curezza dello Stato di terzo rango (nonc’è grado militare corrispondente); mag-giore superiore della Sicurezza dello Sta-to – generale di brigata; maggiore dellaSicurezza dello Stato – generale di divi-sione; capitano della Sicurezza dello Sta-to – tenente colonnello; tenente superio-re della Sicurezza dello Stato – maggiore;tenente della Sicurezza dello Stato – capi-tano; sergente superiore della Sicurezzadello Stato – tenente; sergente della Sicu-rezza dello Stato – sottotenente.

COMMISSIONE DI VALUTAZIONE(attestacionnaja komissija)Fu istituita nel 1930, con il compito difornire al direttore del campo i materiali«per il passaggio dei detenuti da un regi-me all’altro» e «per la liberazione antici-

pata» (SZ 1930 22:248, artt. 5, 6). Con l’a-bolizione della liberazione anticipata,prima per i detenuti politici e poi per i cri-minali comuni, la Commissione di valu-tazione cessò di agire verso la fine deglianni Trenta (v. computo delle giornate lavo-rative 4, 5). Da allora il compito passò nel-le mani delle istituzioni penitenziarieche fornivano la manodopera forzata.

COMMISSIONE DI VIGILANZA(nabljudatel’naja komissija)1. Uno degli organi dell’Nkju incaricatodi «controllare e gestire l’applicazionedelle condanne alla privazione della li-bertà» (anni Venti).2.1. Nella risoluzione del 26 marzo 1928,il Vck e l’Snk della Rsfsr, fra le grosse pec-che del sistema punitivo e del lavoro cor-rezionale, citano «l’inefficienza dellecommissioni di vigilanza». 2.2. Con ilpassaggio degli istituti penitenziari del-l’Nkju sotto il controllo dell’Nkvd del-l’Urss nel 1934, le commissioni di vigi-lanza cessano di esistere.3. Dal 1970 tornano a funzionare. Nel-l’articolo 9 dell’ITK-70 si parla della «par-tecipazione della società civile alla corre-zione e alla rieducazione dei condanna-ti» attraverso le commissioni di vigilan-za. Ma entrano a far parte di queste com-missioni esclusivamente gli attivisti delpartito e i militanti delle organizzazionisociali graditi all’amministrazione peni-tenziaria lo cale.

COMMISSIONE FUCILAZIONI(rasstrel’naja komissija)Commissione della Sicurezza dello Stato,inviata dal centro oppure formata nelluogo di reclusione con personale locale,per selezionare i condannati che secon-do le istruzioni del commissario del po-polo (ministro) degli Affari interni (della

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ta possibile per poter poi riposare, sicuridi non essere più mandati a lavorare finoalla fine della giornata (v. presto! presto!).

COMPUTO DELLE GIORNATE LAVO-RATIVE, SCONTO DI PENA (zacˇëty)Liberazione anticipata per alta produtti-vità del lavoro: due giornate lavorative,per esempio, sono calcolate come tregiorni di pena (o tre giornate lavorativecome quattro giorni di pena eccetera, aseconda delle categorie di detenuti).1. Il liberalismo iniziale. 1.1. «L’elevataproduttività di un detenuto provenientedalla classe lavoratrice e l’acquisizione daparte sua di competenze professionali[...] sono incentivate [...] computandodue giornate lavorative per tre giorni dipena» (ITK-24, art. 52). 1.2. Sia «il dete-nuto stesso, sia i suoi famigliari» possonopresentare domanda di liberazione anti-cipata (SU 1918, 95:800). Nota: nel docu-mento si usano parallelamente i terminiliberazione «anticipata» e «condizionaleanticipata». 1.3. Verso la metà degli anniVenti per l’estremo sovraffollamento deiluoghi di reclusione la liberazione antici-pata è adottata molto ampiamente, an-che se solo nei confronti dei detenuti co-muni (v. colono volontario, decongestiona-mento dei luoghi di reclusione 1.1). 2. Progressive restrizioni. 2.1. La risolu-zione del Vcik e dell’Snk della Rsfsr del26 febbraio 1928 propone di «ammette-re la liberazione anticipata dei nemici diclasse solo in casi eccezionali». Tuttavia,poiché molti detenuti per reati comuni«legalmente non lavorano» e si può con-tare solo sui politici (i «nemici di clas-se»), nel 1931 si deve annunciare che i«due giorni per tre» si concedono a tuttii lavoratori d’assalto. Nei cantieri del Gu-lag rosseggiano le parole d’ordine: «Il la-

voro d’assalto è la via più breve per la li-bertà!». Per Hitler: «Arbeit macht frei!».2.2. Ma oltre al lavoro d’assalto ci vuoleanche una «condotta irreprensibile», evisto che questa è valutata dal plenipo-tenziario operativo, spesso il lavoratored’assalto non ottiene lo sconto di penase si è rifiutato di collaborare con lui. 2.3.Nei campi dell’Ogpu si calcolano duegiornate lavorative per quattro giorni dipena, ma solo per i criminali comuni, ein casi eccezionali «tre per quattro».3. Abolizione dello sconto di pena peri politici. Nel 1934, dopo l’assassinio diKirov (v. Kirov) il computo delle giornatelavorative per i politici è nuovamenteabolito e alcuni di loro alla vigilia dell’at-tesa liberazione anticipata vengono a sa-pere che non usciranno dal lager. 4. Abolizione definitiva. 4.1. Subito do-po l’invasione dell’Urss da parte della Ger-mania, il computo delle giornate lavorati-ve è abolito anche per i criminali comuni.Tuttavia gli interessi della produzione co-stringono a reintrodurlo, escludendo ipolitici. Solo in rarissimi casi le autoritàlocali sono autorizzate a rivolgersi al capodel Gulag per chiedere la liberazione con-dizionale anticipata di singoli detenutipolitici. Ci sono casi di riduzione della pe-na da 20 anni a 19 e 3 mesi e perfino a 18anni e 8 mesi. 4.2. Appena la situazione alfronte muta a favore dell’Urss, tutto rien-tra nella norma: il regime viene inaspritoe ogni sconto di pena è abolito. Nel 1952il computo delle giornate lavorative èreintrodotto per i soli detenuti comuni.5. Gli scioperi del 1953-55. Durante gliscioperi una delle richieste degli sciope-ranti era l’estensione del computo dellegiornate lavorative a tutte le categorie didetenuti (v. scioperi 3.3).6. Dopo gli scioperi. Vedi liberazionecondizionale anticipata.

CCOONNDDAANNNNAATTOO AA MMOORRTTEE

COMMISSIONI ASSEGNAZIONE(rasporjaditel’nye komissii)Definivano nei primi anni Venti il tipo diistituto di lavoro correzionale dove anda-va inviato ogni condannato ed erano re-sponsabili del trasferimento dei detenutida un penitenziario all’altro.

COMMISSIONI PER ILDECONGESTIONAMENTO(razgruzocˇnye komissii)Erano formate periodicamente dal Vcik,dal Cik e in seguito dal Soviet supremodell’Urss (v. decongestionamento dei luoghidi reclusione). Nell’ambito del «supera-mento delle conseguenze del culto dellapersonalità» di Stalin e sull’onda degliscioperi del 1953-55, le commissioni peril decongestionamento liberarono e ria -bilitarono nel 1956 la stragrande mag-gioranza delle vittime delle repressionistaliniane, il che in Occidente fu da alcu-ni erroneamente recepito come una «li-quidazione dei lager».

COMPAGNIA (rota)Unità di detenuti alle Solovki, nell’Ucht-peclag e in altri campi. Dalla metà deglianni Trenta la compagnia scompare e lasquadra diventa unità produttiva e orga-nizzativa insieme.

COMPAGNO (tovarisˇcˇ)1. L’uso della parola “compagno” da par-te di un detenuto nei confronti di un cit-tadino libero, soprattutto se iscritto alpartito, viene percepito come una sortadi sacrilegio (v. cittadino, emulazione dellavoro, rekordist, sabato comunista). 2. Il lavoratore libero che il detenuto haosato chiamare “compagno” di solito ri-sponde: «Tuo compagno sarà il lupo delbosco di Brjansk, non io!». Al che il dete-

nuto ribatte mentalmente: «L’anatranon è compagna del porco. Io volo via!».3. Alla fine degli anni Quaranta l’autoreè stato testimone di come una squadrache aveva lavorato un turno di undici oree mezza acconsentì a restare anche per ilturno successivo solo perché il capo delcantiere, maggiore dell’Mvd, aveva dettoai detenuti: «Vi prego, compagni»; eranotutti vittime delle purghe staliniane.

COMPAGNO DI TURNO (naparnik)1.Ciascuno dei due detenuti che lavoranoin coppia o si alternano nello stesso posto. 2. Nelle carceri sovraffollate (di transitoo giudiziarie) il detenuto al quale si per-mette di riposare un po’ stando sedutoper qualche tempo sul tavolaccio occu-pato da un altro. Di notte il compagno diturno dorme sul pavimento.

COMPAGNO DI VIAGGIO(odnoetapnik, soetapnik)Ognuno dei detenuti che viaggiano ohanno viaggiato assieme nello stessoconvoglio (v. trasporto sotto scorta 2).

COMPAESANO (zemljak)Termine usato quando ci si rivolge a unosconosciuto. Nota: nelle carceri di trans-ito, dove i detenuti sono numerosi, icompaesani si cercano fra di loro gridan-do, per esempio: «C’è qualche ragazzo diKostroma?», «Ci sono dei Bielorussi?» ec-cetera.

COMPITO (urok, na urok)Si dice «a compito» un lavoro urgente ese-guito in un tempo stabilito secondo unaccordo privato con il datore di lavoro,senza preoccuparsi delle norme ufficiali.Questo tipo di lavoro fa comodo ai dete-nuti, che cercano di sbrigarsi il più in fret-

CCOOMMPPAAEESSAANNOO

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si resti nella cella della morte per oltre unanno. La gente si abitua; ma di notte nontutti sono tranquilli. 2.3. Dopo l’arrivodi un condannato nella cella della mor-te, l’amministrazione stessa gli forniscepenna e carta per scrivere la domanda digrazia o il ricorso per cassazione. 3. False fucilazioni. 3.1. Alcuni condan-nati, di solito politici, si rifiutano di chie-dere la grazia. Si conoscono tuttavia sin-goli casi in cui sono stati ugualmentegraziati. 3.2. In caso di condanna alla pe-na di morte per banditismo, soprattuttonei lager, accade che qualche tempo do-po il condannato ricompaia in qualcheremoto luogo di reclusione, anche se lasua fucilazione è stata annunciata pub-blicamente. 3.3. Nondimeno l’Urss è ilpaese in cui per 73 anni si è avuto unodei più alti tassi di esecuzioni al mondo(pena capitale 1, 3).4. Commutazione della pena. Il dirittodi grazia è prerogativa del Presidium delSoviet supremo (fino al 1936, del Cik) econsiste nella commutazione della penadi morte in pena detentiva per il periodomassimo previsto dai diversi codici pena-li: 10 anni fino al 1937, 25 e 15 dal 1960.

CONDANNATO GIUSTAMENTE(pravil’no osuzˇdën)Risposta di prammatica a ogni domandadi revisione del processo (v. reclami).

CONDOTTA IRREPRENSIBILE(bezuprecˇnoe povedenie)1. Fino alla metà degli anni Cinquantaquesta formula era usata ufficialmentenelle note caratteristiche dei detenutiche collaboravano con il plenipotenzia-rio operativo; e dei recordmen della pro-duzione, ma solo con il consenso del ple-

nipotenziario (v. risolutamente incammi-nato sulla via della redenzione).2. A partire dagli anni Sessanta la con-dotta irreprensibile è condizione indi-spensabile per beneficiare di determina-te agevolazioni (v. appendice 6 c-e).

CONFESSIONE (ispoved’)1. Interrogatorio.2. «Andare a confessarsi» si dice del con-finato che va a presentarsi nell’ufficiodel comandante per la firma (v. coman-dante 3, confinato).

CONFINATO, DEPORTATO (ssyl’nyj)Da secoli i confinati, o deportati, sonoun elemento imprescindibile della realtàrussa. In epoca zarista se ne conosceva ilnumero (v. confino 1). In epoca sovieticadivennero così numerosi che si fu co-stretti a renderne segreti i dati. 1. Il confinato in epoca zarista. Il pote-re zarista versava ai confinati un sussidiomensile. Per Lenin, per esempio, tale sus-sidio era più che sufficiente, tanto chepoté concentrarsi fino in fondo sulle sueopere antigovernative, scrivendo dal1897 al 1900 «più di 30 lavori» (Bse, vol.XIV, p. 294).2. Il confinato nei primi anni del pote-re sovietico. Una volta preso il potere,Lenin e il suo partito non si decisero su-bito a reintrodurre il confino abolito dal-la Rivoluzione di febbraio (v. confino 2),e quando lo fecero conservarono perqualche tempo le vecchie tradizioni zari-ste: per esempio non costringevano iconfinati politici a lavorare e pagavanoloro un sussidio, a dire il vero più pove-ro di quello zarista, giacché ammontavaa non più di un settimo del minimo vi-tale (O. Makarov, «Pamjat’», I, 1976-78,p. 328). Nel 1922 anch’esso fu abolito e i

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COMUNICAZIONE (soobsˇcˇenie)Delazione scritta di un informatore. Esisto-no diversi metodi per trasmettere una comu-nicazione, per esempio lasciandola nell’ap-posita cassetta, fingendo che si tratti di unalettera indirizzata a casa o di un’istanza.Grazie a un segno convenzionale, la comu-nicazione non sarà inviata all’indirizzo fit-tizio ma al plenipotenziario operativo (v.).

COMUNICAZIONE FRA LE CELLE(mezˇkamernaja svjaz’, mezˇdukamernaja svjaz’)A differenza del carcere zarista, dove du-rante la giornata gli arrestati di tutte lecelle comunicavano liberamente (trannenella fortezza di Schlüsselburg, dove erapossibile solo durante l’ora d’aria), nelcarcere sovietico i detenuti restano sottochiave giorno e notte e i contatti fra lecelle sono severamente vietati. La comu-nicazione fra le celle è molto difficile nel-le carceri giudiziarie, più facile in quelleesecutive e relativamente facile nelle car-ceri di transito (v. cavallo, ksiva, regola-mento interno, telefono, telegrafo).

COMUNISMO (kommunizm)«Da noi c’è il comunismo: non avretepiù niente di vostro!». Con queste paro-le gli urka amano accogliere i nuovi arri-vati che non appartengono al loro am-biente (v. orso bianco).

CON (Con, Casti osobogo naznacˇenija)Vedi Unità a destinazione speciale.

CONCLUSIONE (okoncˇanie)«Verbale di conclusione delle indagini» o«conclusione delle indagini» o «verbaledi conclusione delle indagini prelimina-

ri». Si dice anche «firmare il duecento-sei» o «il duecentotre» (v.).

CONDANNA CONDIZIONALE ELIBERAZIONE CONDIZIONALE ANTICIPATA (uslovnoe osuzˇdenie i uslovno-dosrocˇnoe osvobozˇdenie)Erano previste dagli articoli 53 e 54-1dell’UK-26, ma rimasero lettera morta acausa dell’intensificarsi del terrore di Sta-to e delle istruzioni segrete che esclude-vano sempre nuove categorie di condan-nati da questi benefici (v. computo dellegiornate lavorative, liberazione condiziona-le anticipata 4).

CONDANNATO (osuzˇdënnyj)A partire dagli anni Sessanta, è il termineufficiale con cui si definisce un detenutogià giudicato: da questo momento inUrss non ci sono più detenuti (v. zek).

CONDANNATO A MORTE (smertnik)1. I novellini. Il condannato condottonella cella della morte (v.) subito dopoaver ascoltato la sentenza rimane spessocolpito dall’indifferenza degli uomini ir-suti e sudici che vi sono ammassati e am-mazzano il tempo giocando con i fiam-miferi o altro (ai condannati a morte èconsentito tenere tabacco, ma non librie giochi da tavolo): molti, soprattuttonei periodi delle repressioni di massa, at-tendono il proprio destino ormai da set-timane e mesi. 2. Ricorsi e domande di grazia. 2.1. Uncondannato a morte ha 72 ore per ricor-rere contro la sentenza o presentare do-manda di grazia, se questo non è esclusodalla legge (v. domanda di grazia 1, 3).2.2. La risposta negativa di solito arrivanel giro di qualche giorno, quella positi-va talvolta dopo diversi mesi. Accade che

CCOONNDDAANNNNAATTOO GGIIUUSSTTAAMMEENNTTEE

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confinati furono costretti a lavorare. Main alcune località ai confinati politici,cioè ai membri degli ex partiti rivoluzio-nari, furono corrisposti dei sussidi finoall’inizio degli anni Trenta. 3. Il confinato nell’epoca del sociali-smo. Se fino all’inizio degli anni Venti aiconfinati era proposto di recarsi da solialla località di confino, più tardi si co-minciò a inviarli sotto scorta (v. trasportosotto scorta), mentre le loro famiglie ave-vano il diritto di seguirli autonomamen-te (v. ordine di viaggio). Verso la metà de-gli anni Trenta si cominciò a inviare an-che le famiglie sotto scorta. Una voltaraggiunta la località di destinazione, lascorta consegnava il confinato al coman-dante (v.), che firmava per ricevuta e poipoteva metterlo sotto chiave finché nonsi fosse trovato un lavoro per lui. E il la-voro non dipendeva dalla qualifica delconfinato ma dalle condizioni locali.Nelle province più remote e spopolatec’era bisogno soltanto di taglialegna,agricoltori e simili.4. Documento del confinato. Il coman-dante consegnava al confinato un docu-mento, valido solo nella provincia diconfino, ma a condizione che venisse re-golarmente vistato. Senza questo docu-mento o fuori dalla “sua” provincia ilconfinato era considerato un evaso contutte le conseguenze che ciò comporta-va. Sul confinato privo di passaporto ilcomandante aveva potere quasi illimita-to (v. passaporto 1, 6).5. Punizione per la fuga. 5.1. Per i fuggi-tivi l’articolo 82 dell’UK-26 prevedeva lacommutazione del confino in un identi-co periodo di reclusione. Ma di fatto soli-tamente la fuga era «ricondotta sotto unaltro articolo» e punita con 5 anni. Dal1937 chi fuggiva dal confino era accusa-to di «sabotaggio dell’edificazione del so-

cialismo» (art. 58-14) e doveva scontare20 anni. 5.2. Per fuga di un confinatol’UK-60 formalmente prevedeva un annodi privazione della libertà (art. 186).

CONFINO, DEPORTAZIONE(ssylka)«Allontanamento da una determinata lo-calità con insediamento obbligatorio inaltre località» (UK-26, art. 35) o «allonta-namento del condannato dal suo luogodi residenza con insediamento obbligato-rio in una determinata località» (UK-60,art. 25). Vedi anche confinato, espulsione.1. La ssylka zarista. Dalla statistica uffi-ciale zarista riportata da Kropotkin (InRussian and French Prisons, New York,1971, p. 133) risulta che dal 1867 al 1876furono deportate in Siberia 14.576 perso-ne, di cui 8.742 con provvedimenti am-ministrativi. In epoca staliniana accade-va che un solo convoglio trasportasse alconfino fino a 5.000 uomini (v. carro be-stiame 2.1) e in una sola seduta dell’Oso(v.) si decidesse l’invio nei campi di oltre600 persone.2. Dalla ssylka zarista alla vysylka so-vietica. La deportazione zarista venivacondannata dai liberali, dai rivoluziona-ri e soprattutto da Lenin e dai suoi bolsce-vichi. La Rivoluzione di febbraio abolìimmediatamente la ssylka, e dopo il col-po di stato di ottobre i bolscevichi non sidecisero subito a reintrodurla. All’inizioistituirono la vysylka, cioè l’espulsione,che ben presto però si trasformò in con-fino, privando gli «espulsi» della possibi-lità di scegliere il luogo di residenza. (v.espulsione 1.2, 2.1).3. Confino individuale sotto lo zari-smo e di massa sotto il socialismo. Ilpotere zarista condannava al confino so-lo a titolo individuale, i bolscevichi inve-ce lo superano grandiosamente, depor-

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tando in massa milioni di persone e in-tere etnie (v. deportazioni di massa 1-8)4. Le leggi sovietiche sul confino e la lo-ro applicazione. 4.1. Secondo l’UK-26 ilconfino è stabilito per un periodo da 3 a10 anni come pena principale e fino a 5anni come pena accessoria (art. 35). Se-condo l’UK-60 in entrambi i casi vienefissato un periodo da 2 a 5 anni (art. 25).4.2. Il principio del prolungamento dellapena con l’aggiunta del confino allo sca-dere del periodo di reclusione è stabilitonel 1931 (SU 9:102 e 27:247) e formulatonell’articolo 36 dell’UK-26, e si applica apersone condannate per reati «controri-voluzionari», banditismo e alcuni altrireati comuni. 4.3. A partire dalla metà de-gli anni Trenta per decisione dell’Oso (v.)tutti i condannati per reati controrivolu-zionari, banditismo eccetera, una voltascaduta la pena sono inviati sistematica-mente al confino anche se tale provvedi-mento non era previsto dalla sentenza:dapprima per 5 anni, dalla fine degli an-ni Trenta per 10, poi per 25 e infine a vi-ta, in virtù di un’istruzione segreta delministro degli Interni dell’Urss (1948).4.4. L’UK-60 rende superflue queste deci-sioni accessorie, prescrivendo ai tribuna-li di specificare nelle sentenze per deter-minati reati sia il periodo di privazionedella libertà sia il successivo confino.5. Folclore. Da una canzone compostanegli anni Quaranta si evince che alcunicredevano ancora nella possibilità di unritorno dal confino:

E quando torneremo dal confinoci offriranno un ottimo spiedino.Ma noi le forchette butteremo e la nostra cara sbobba chiederemo.

CONFINO AMMINISTRATIVO(administrativnaja ssylka, admssylka)Misura adottata con procedimento ex-tragiudiziale (v. confino 1, 2, 3, espulsione2.1-2).

CONFINO VOLONTARIO(vol’naja ssylka)1. Insediamento forzato in una determi-nata zona, a tempo indeterminato, invirtù di un’istruzione segreta dell’Nkvd-Mvd. I confinati volontari sono condot-ti a destinazione sotto scorta; formal-mente non sono privati dei diritti civili(v. privazione dei diritti civili).2. Le popolazioni non russe delle regionidi confine deportate all’interno del paesenel 1936 furono autorizzate a portare consé tutti i loro beni mobili. Ai cittadinistranieri dei territori annessi dall’UnioneSovietica nel 1939-40 e anche ai cittadinidelle repubbliche sovietiche «traditrici»liquidate negli anni Quaranta fu consen-tito invece di portare solo del bagaglio amano. Non avendo mezzi di sussistenza,erano costretti ad accettare qualsiasi la-voro: nell’agricoltura, nella pesca eccete-ra (v. deportazioni di massa 5.1, 7).

CONFISCA DEI BENI(konfiskacija imusˇcˇe stva)È prevista da tutti i codici penali. Nel-l’UK-60 l’elenco degli oggetti non sogget-ti a confisca è riportato in un’appendicenon pubblicata. I codici precedenti cerca-vano di proteggere il condannato, evi-tando che fosse completamente depreda-to; per esempio l’articolo 40 dell’UK-26recita: «I generi alimentari e le somme didenaro lasciate a disposizione dell’impu-tato e dei suo famigliari non possono [...]essere inferiori a tre mensilità del salario

CCOONNTTIINNGGEENNTTEE SSPPEECCIIAALLEECCOONNFFIINNOO AAMMMMIINNIISSTTRRAATTIIVVOO

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totto, detenuto politico 1.2, 2.3, 3.1-2, si-gle). Il termine è usato dal 1917 al 1959.1. Introduzione. Dopo il colpo di statodell’ottobre del 1917, i bolscevichi chia-mano k/r tutti quelli che considerano op-positori del loro potere: i sostenitori del-lo zar, del Governo provvisorio e anchequanti lottano contro il vecchio regime,ma da posizioni non marxiste. Alla cate-goria dei controrivoluzionari ascrivonoin blocco capitalisti, proprietari terrieri,clero, ufficiali, mercanti, borghesi, kulakieccetera.2. K/r e politici. In tutti i codici penaliin vigore fino al 1959 i reati contro il po-tere sovietico (politici) vengono chiama-ti «controrivoluzionari». Per cui le perso-ne che li hanno commessi (o che sonoaccusate di averli commessi) sono defini-te «controrivoluzionari» e non «prigio-nieri politici». La differenza è convenzio-nale, ma la propaganda sovietica negaostinatamente che in Urss esistano dete-nuti politici.3. I k/r: la più disprezzata fra le catego-rie. Essendo socialmente alieni (v. nemi-co), i controrivoluzionari sono soggetti alregime penitenziario più duro e questoregime viene costantemente inasprito (v.regime penitenziario). I criminali comuniinvece, essendo socialmente vicini (v.amico del popolo), si trovano in una posi-zione privilegiata: possono muoversisenza scorta, a loro sono riservate alcunemansioni amministrative e via dicendo. 4. Il regime penitenziario dei k/r. 4.1.Originariamente il codice penale e quel-lo del lavoro correzionale distinguono lepersone «appartenenti alla classe lavora-trice» e «gli elementi non lavoratori». Inseguito si comincia a distinguere i dete-nuti solo in base agli articoli del codice:controrivoluzionari e comuni. 4.2. Il re-golamento degli Itl del 1930 attribuisce i

k/r all’ultima categoria di detenuti, che«non possono svolgere mansioni ammi-nistrative» (SZ 22:248, art. 16). 4.3. Neiconfronti dei k/r la liberazione anticipa-ta è dapprima limitata e poi abolita (v.computo delle giornate lavorative 3, 4). 4.4.Nel 1943 e nel 1948 per alcune categoriedi k/r si istituiscono campi con un regi-me particolarmente duro (v. campi spe-ciali, Ktr). 4.5. Nel 1945 un’istruzione se-greta del ministro degli Interni vieta diutilizzare i controrivoluzionari in lavoriconsoni alla loro specializzazione, desti-nandoli ai lavori comuni. 4.6. Di regolai k/r sono esclusi da tutte le amnistie so-vietiche (v. amnistia 2.2).

CONVOCAZIONE SPECIALE (specvyzov)Ordine dato al direttore di un luogo direclusione di mettere immediatamente adisposizione dell’organo indicato un cer-to detenuto o gruppo di detenuti. Conuna convocazione speciale si richiama-no per un determinato lavoro i migliorispecialisti, ma anche qualsiasi detenutopuò essere chiamato per la revisione delsuo caso o come testimone dell’accusa inun processo (il potere sovietico non con-voca i testimoni della difesa).

CONVOGLIO (esˇelon)Insieme di vagoni merci che trasportanodetenuti (v. carro bestiame 2).

CONVOGLIO SPECIALE (specetap)1.Detenuto o gruppo di detenuti in viag-gio per una «convocazione speciale».2. Convoglio di «contingenti speciali».

CORNA (roga)1. «Rompere le corna», nel gergo dellamalavita, è ammansire, domare. «Conse-

CCOORRRRIISSPPOONNDDEENNZZAA

medio di un operaio della regione, perciascun componente della famiglia».

CONFRONTO (ocˇnaja stavka)Le persone fra le quali si effettua il con-fronto sono avvertite della responsabili-tà penale nel caso rifiutino di deporre otestimonino il falso (UPK-60, art. 182: fi-no a 2 anni di privazione della libertà). Seconoscono altre lingue, vengono avverti-te che si può parlare solo nella lingua incui è condotta l’istruttoria o in una lin-gua comprensibile al traduttore. I due de-vono sedere alla maggior distanza possi-bile e talvolta volgendosi le spalle. A vol-te la persona che il confronto deve sma-scherare vede per la prima volta in vitasua il suo smascheratore. L’accusato devestar seduto diritto, guardare fisso davan-ti a sé, tenere le ginocchia unite e le ma-ni sulle ginocchia. Lo stesso vale per l’ac-cusatore, se è un detenuto.

CONGEDO (otpusk)I detenuti sovietici non hanno diritto adalcun congedo.1. In una risoluzione del 1918 dell’Nkjuera previsto un congedo fino a due setti-mane per le persone condannate a unapena di non oltre un anno, in caso dimorte di un famigliare o «per un altro se-rio motivo» (SU 1918, 53:598, art. 23).Nella risoluzione dell’Nkju del 1920 ilcongedo era previsto solo per alcune ca-tegorie di detenuti alla condizione di«una condotta esemplare». A secondadella categoria, potevano assentarsi pernon più di sette giorni una o due voltel’anno (SU 1921, 23, 24:141, art. 57). En-trambi i provvedimenti riguardavano so-lo i luoghi di reclusione dell’Nkju. I con-gedi furono praticamente aboliti a parti-re dalla metà degli anni Venti.

2. Nell’aprile del 1925 il Cik dell’Urss ac-cordò ai contadini condannati un con-gedo per i lavori agricoli. Ciò non siestendeva ai contadini condannati perreati controrivoluzionari.3. Nell’articolo 38 dell’ITK-70 si dice che«le persone private della libertà non han-no diritto a congedo» e che il lavoro daloro svolto in reclusione «non viene cal-colato ai fini pensionistici».4. Dice un proverbio: «Se il congedo vuoiavere, la mano ti devi tagliare» (v. autole-sionista).

CONTINENTE (materik)Vedi Grande Terra.

CONTINGENTE (kontingent)Vedi contingente speciale, formulario 2.1.

CONTINGENTE SPECIALE, S/K(speckontingent, s/k)Qualsiasi categoria di persone (libere, se-milibere o detenuti) soggette a ulteriorirestrizioni di regime. Per esempio: in li-bertà, confinati volontari, espulsi, de-portati, deportati speciali, alcune catego-rie di ex detenuti, alcuni gruppi etnici,soldati delle armate del lavoro (v.), pri-gionieri di guerra, detenuti; nei campi,detenuti del Ktr (v.), del campo speciale,dell’isolatore disciplinare; negli istitutisegreti, detenuti in condizioni speciali disegretezza (v. carcere segreto).

CONTROLLORE (kontrolër)Così è chiamato il guardiano (v.) a parti-re dalla metà degli anni Settanta.

CONTRORIVOLUZIONARIO, K/R(kon trre voljucioner, k/r)Persona accusata o condannata per un«reato controrivoluzionario» (v. cinquan-

CCOONNTTRROOLLLLOORREE

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gnare le corna in magazzino» sottomet-tersi. «Picchiare le corna» o «colpire fra lecorna» è picchiare violentemente.2. «Un deca e cinque sulle corna» signi-fica 10 anni di lager e 5 di privazione deidiritti (v. più 2). 3. «Puntare le corna» vuol dire sgobbare.

CORO (chor)Stupro collettivo (v. kolchoz 2, tram).

CORREDO DA LETTO(postel’nye prinadlezˇnosti)Materasso, guanciale con federa, due len-zuola o sacco-lenzuolo. Nei campi di re-cente formazione questi oggetti di solitonon vengono forniti. Lo stesso vale percerte carceri, per esempio nei lager. Nellecelle di rigore e negli isolatori disciplinariil corredo da letto non è previsto. Nei Ktr idetenuti ne hanno diritto solo dopo treanni di detenzione, ma solo a condizionedi una «condotta irreprensibile» (v. Ktr).

CORRISPONDENTE DI LAGER(lagkor, lagernyj korrespondent)Detenuto che scrive per il giornale mura-le della Kvc (v.), secondo le indicazionidi quest’ultima.1. I corrispondenti di lager furono moltoattivi dai primi anni Trenta (per esempiosul Belomorkanal) ai primi anni Cin-quanta e poi dagli anni Sessanta. 2. Il corrispondente di lager può riflette-re esclusivamente l’opinione della dire-zione. Incita i compagni a lavorare conimpegno, stigmatizza gli indolenti, con-danna i «politicamente sospetti».3. «Meglio incitare al lavoro, che lavora-re»: proverbio a proposito dei corrispon-denti, degli artisti di lager eccetera.

CORRISPONDENZA (perepiska)1. La corrispondenza in epoca zarista.In epoca zarista la corrispondenza deidetenuti era controllata dall’ammini-strazione dell’istituto penitenziario o dalgiudice istruttore, ma non era limitata.2. La corrispondenza in epoca sovieti-ca. 2.1. Inizialmente il potere sovieticocontinuò la tradizione zarista, ma benpresto cominciò a introdurre delle restri-zioni. A partire dalla metà degli anniTrenta si poteva corrispondere solo con iparenti più stretti (nonne, zii, cugini, fi-danzate eccetera erano esclusi). Alcunecategorie di politici erano del tutto prividi contatti con il mondo esterno (v. cam-pi mimetizzati, campi senza diritto alla cor-rispondenza, Ktr). 2.2. Dagli isolatori po-litici e dai campi speciali si potevano in-viare 2 lettere l’anno, ma solo ai famiglia-ri più stretti. Si poteva ricevere una lette-ra al mese; le lettere che superavano que-sto limite erano messe da parte fino almese successivo. Il detenuto non era in-formato della confisca della lettera. 2.3.In alcuni isolatori politici era vietatoconservare le lettere ricevute che, unavolta lette, erano ritirate e allegate al fa-scicolo personale del detenuto. Se in unistituto in cui è concesso conservare lacorrispondenza il censore dimentica diapporre il suo visto su una lettera, essaverrà confiscata alla successiva perquisi-zione e il suo possessore può finire in cel-la di rigore «per corrispondenza illegale».2.4. La riduzione di queste limitazioni fuuna delle richieste degli scioperanti deglianni 1953-55 (v. scioperi). 2.5. La corri-spondenza con l’estero era inizialmenteconsentita, ma al principio degli anniVenti fu vietata. Solo nel 1952 fu autoriz-zata con i parenti più prossimi residenti

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all’estero, ma dapprima solo ai cittadinitedeschi e giapponesi condannati da tri-bunali sovietici per «crimini particolar-mente gravi contro l’umanità». All’epocala diplomazia sovietica cercava di ostaco-lare il riavvicinamento della Germania edel Giappone ai paesi occidentali. Benpresto la corrispondenza fu consentitaanche ai cittadini di altri paesi che nonappartenevano al blocco sovietico. Gliultimi ad avere il diritto di corrisponden-za con i parenti all’estero furono i citta-dini dei paesi socialisti. 2.6. Negli anniSessanta era ammessa la corrispondenzadei detenuti sotto inchiesta, ma previaautorizzazione dell’inquirente.3. Censura. 3.1. Il censore cancella conl’inchiostro nero ciò che è «superfluo»nelle lettere ai detenuti e prima della con-segna stampa il suo visto («controllato»)sulla lettera. Sulla corrispondenza inviatadai detenuti non ci sono segni di censura:la lettera in cui il censore trova cose super-flue viene semplicemente confiscata. 3.2.La censura dipende dal plenipotenziariooperativo. Nei campi e nelle colonie spes-so si assumono per questo lavoro le moglidei sorveglianti. Fino alla fine degli anniTrenta la censura era affidata ai criminalicomuni. Nelle carceri giudiziarie il censo-re è l’inquirente. Nota: un criminale co-mune che svolgeva attività di censore hacomunicato all’autore le istruzioni rice-vute: «Bisogna preservare il detenuto daeccessive emozioni, che potrebbero ab-bassare la sua produttività». «Per esem-pio?». «Nelle lettere che arrivano dalmondo libero bisogna cancellare le noti-zie sul carovita, sui deragliamenti di trenie altre sciagure». «E che cosa si può lascia-re?». «Tutto quel che riguarda la famiglia.Per esempio che la madre è morta, il pa-dre è diventato alcolizzato, la moglie siprostituisce eccetera. Perché non si può

privare una persona delle notizie di casa:soffre già abbastanza in prigione».4. Norme pubblicate sulla corrispon-denza. 4.1. 1920: «Ai detenuti, a secondadella categoria di appartenenza, è consen-tito inviare da una a tre lettere la settima-na; in caso di punizione, una al mese. [...]I detenuti sotto inchiesta, a cui non sianovietati i contatti con il mondo esterno,possono scrivere una lettera al giorno»(SU 1921, 23-24, artt. 168-171). 4.2. 1924:«La corrispondenza dei detenuti è regola-ta da norme interne a seconda delle con-dizioni locali» (ITK-24, art. 135). 4.3.1930: «Tutta la corrispondenza è esamina-ta [...] può venire confiscata, con notificaal detenuto»; per violazione del regime ildetenuto può essere «privato del diritto dicorrispondenza per un periodo massimodi tre mesi» (SZ 1930, 22:248, artt. 34, 44).4.4. 1933: «Gli individui privati della li-bertà possono corrispondere senza limita-zioni [...]. Nei confronti delle persone sot-to inchiesta il controllo è esercitato dagliorgani inquirenti» (ITK-33, art. 59). 4.5.Alla fine degli anni Trenta un’istruzionesegreta limita la corrispondenza dei dete-nuti negli isolatori politici a 2 lettere l’an-no. 4.6. 1970: a seconda del regime, ai de-tenuti è consentito inviare da 2 a 36 lette-re l’anno (non ci sono limitazioni perquanti sono sottoposti a regime ordina-rio; v. appendice6 a). È vietata la corrispon-denza con detenuti di altri istituti, se nonsono parenti stretti (ITK-70, art. 30).5. Corrispondenza illegale. 5.1. Nellecarceri speciali e giudiziarie comunicare èquasi impossibile. Ma nelle carceri ditransito la corrispondenza illegale e le al-tre forme di comunicazione sono un fe-nomeno normale (v. cavallo, latrine 3.1, te-lefono, telegrafo). Si utilizzano i locali dovesono condotti i detenuti di celle diverse: icortili per l’ora d’aria, le latrine, il bagno,

CCOORRVVOOCCOORRRRIISSPPOONNDDEENNZZAA

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contengono a malapena una persona se-duta su una panca, con le ginocchia pre-mute contro lo sportello. Nella stessamacchina, non fornita di box, si possonocaricare fino a 35 persone.2. Quando si carica un corvo nero conbox, prima si fanno salire a uno a uno i de-tenuti che devono esservi isolati, richiu-dendo subito la porta di ogni box. Solo al-la fine si fanno entrare frettolosamentetutti gli altri. Nessuno vede i passeggeridei box. Nello scompartimento comune,così come nei box, non ci sono né fine-strini né illuminazione, ma vi sono stret-te aperture di ventilazione. Alla fine delviaggio, prima scendono a uno a uno ipasseggeri dei box, e poi tutti gli altri. 3. I corvi erano verniciati di verde scuro,quasi nero. Durante il Grande terrore si

cominciò a mascherarli da furgoni per iltrasporto delle merci nei negozi. Li si di-pingeva di colori chiari, con la grossascritta “pane” o “carne” in russo, ingle-se, tedesco e francese. Negli anni Qua-ranta le scritte sui veri furgoni per il tra-sporto dei generi alimentari cominciaro-no a essere solo in russo e le scritte suicorvi mascherati furono modificate diconseguenza (v. carro bestiame 2).4. I primi corvi neri apparvero a Moscanel 1927. Erano i primi camion da unatonnellata e mezza prodotti dalla primafabbrica di automobili sovietica Amo. Laloro attrezzatura carceraria cambiò di-verse volte, ma nei primi anni Trenta as-sunse la sua forma definitiva. Durante laezˇovsˇcˇina (v.) comparvero enormi cor-vi neri da 5 tonnellate, dipinti di colori

CCUULLOONNEERROO

baracca: sezione trasversale

figura 4. cuccette.

CCOOSSAACCCCOO

figura 3. corvo nero da una tonnellata emezza. 1. scompartimento comune. 2.box individuali. 3. capo della scorta. 4.conducente. 5. soldati di scorta.

perfino le celle di rigore. Per esempio, nelbagno del carcere si può talvolta vederesul muro una scritta poco appariscente,fatta con il gesso: «T.S. 10» (T.S. è statocondannato a 10 anni di privazione dellalibertà); «Il guercio ha cantato» (ha co-minciato a collaborare con l’inquirente etradisce i compagni); «la belva è in chiesa»(un malavitoso caucasico deve essere tra-sferito e si trova già nel settore di transito)e via dicendo. 5.2. Dal carcere è molto piùdifficile la corrispondenza illegale con ilmondo esterno (v. ksiva 1, vaglia postale2), più facile quando il detenuto viene tra-sferito (v. triangolo). Per quanto riguarda icampi, a volte i detenuti riescono a con-vincere un lavoratore libero a imbucareuna loro lettera. Ma questi può essere uncollaboratore del plenipotenziario opera-tivo o sospettare che si tratti di una provo-cazione ordita da lui. In entrambi i casi lalettera finirà proprio nelle mani dell’oper.Inoltre alla posta «libera» lavora un colla-boratore segreto del plenipotenziario, cheha l’elenco degli indirizzi delle famigliedei detenuti e in base a questo elenco ripe-sca le lettere imbucate illegalmente nellacassetta della posta «libera». Ma in alcunicasi le lettere arrivano comunque a desti-nazione. Vedi anche indirizzo del detenuto.

CORTE SUPREMA DELL’URSS, CORTI SUPREME DELLE REPUBBLICHE FE-DERATE (Verchovnyj sud Sssr, Verchovnyesudy sojuznych respublik)Attive dal 1922-23. Nell’articolo 1 della leg-ge del 25 dicembre 1958 si dice che «la giu-stizia è amministrata dalla Corte supremadell’Urss, dalle Corti supreme delle repub-bliche federate e dalle Corti supreme dellerepubbliche autonome» (v. legalità sociali-sta, tribunale e ordinamento giudiziario).

CORTILETTO DELL’ORA D’ARIA(progulocˇnyj dvorik)Dalla fine degli anni Venti i detenuti dicelle diverse hanno il divieto non solo dicomunicare, ma anche di vedersi, e nonsolo nelle carceri giudiziarie ma anche inquelle esecutive. Il cortiletto dell’ora d’a-ria di solito misura 6x6 m o 8x8 m, è cir-condato da un muro alto circa 2,5 m, conuna porta senza maniglia, aperta e chiu-sa dal sorvegliante e non ha tetto. Può es-sere fornito di panche. Spesso i cortilettisono disposti in due file, divise da un’al-ta passerella dalla quale i sorveglianti os-servano i detenuti. Nota: i cortiletti del-l’ora d’aria della Lubjanka sono situati sultetto e circondati da un alto muro cieco,affinché da nessun grattacielo di Mosca sipossano notare i detenuti (v. ora d’aria).

CORVO, CORVO NERO(voron, cˇërnyj voron)1. Furgone chiuso, attrezzato per il tra-sporto dei detenuti, detto anche «corvet-to», «autozak», «Marusja nera». Di solitoil corvo è una macchina da 1,5-2 tonnel-late. Nella figura 3 è mostrato un furgo-ne da una tonnellata e mezza con unoscompartimento comune in cui si am-massano fino a 15 persone, e sei box, che

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quindi Visnevickij, condannato nel 1940a 15 anni di carcere. Il direttore successi-vo, il generale Nikisev, accolse alla finedella Seconda guerra mondiale una dele-gazione ufficiale guidata dal vicepresi-dente degli Stati Uniti Henry Wallace.5.2. Non avendo notato neanche un de-tenuto alla Kolyma, la delegazione ripar-tì colma di entusiasmo per la profondacultura del generale e della sua giovanemoglie Gribasova, direttrice dei campifemminili. 5.3. Nel 1948 Nikisev andò inpensione e fu sostituito da Mitronov.6. Nel 1953, nell’ambito della «riorganiz-zazione» del Gulag, il Dal’stroj passò alministero dell’Industria estrattiva del-l’Urss (v. Gulag 8.1).

DANNEGGIATORE, DANNEGGIAMENTO (vreditel’, vreditel’stvo)1. Fino alla metà degli anni Venti, il termi-ne vreditel’ designa esclusivamente inset-ti e altri animali che recano danno all’a-gricoltura. Poi la propaganda sovieticachiama così i «sabotatori», cioè le personeche il partito sceglie come capri espiatori,incolpandoli delle disastrose conseguen-ze della sua stessa politica economica.2. Il termine è adottato dal Collegio del-l’Ogpu che lo usa nelle sue sentenze finoal 1934, poi dall’Oso fino al 1953. Nonappare però nel codice penale del 1926,dove si trovano le espressioni «danno al-l’industria di Stato» (art. 58-7) e «sabotag-gio controrivoluzionario» (art. 58-14).3. Nel 1928, all’epoca del processo diSachty, questo termine diventa ufficiale(v. caso di Sachty).4. Nel 1953 il Comitato esecutivo centra-le dell’Urss adotta una risoluzione «sullaresponsabilità per il danneggiamento»(SZ 19:108), dove l’articolo del codice pe-

nale del 1960 dedicato alle attività danno-se per l’economia sovietica e al sabotaggioè intitolato «danneggiamento» (art. 69).

DEBOLI, SQUADRA DI DEBOLI(slabosilka, slabkomanda, slabosil’naja komanda)1. Qualsiasi gruppo di uomini, donne oadolescenti riconosciuti fisicamente ca-renti (v. Lft, centro di riposo). «La sezionedi sinistra della quarta baracca è occupa-ta dai deboli». «Non me ne faccio nientedi gente così!» urlò il capocantiere, quan-do gli portarono una squadra di deboli.2. Slabosilka è detto anche ogni indivi-duo riconosciuto fisicamente carente.

DECADENZA DAI DIRITTI POLITICI E DA SINGOLI DIRITTI CIVILI(porazˇenie politicˇeskich i otdel’nychgrazˇdanskich prav)1. È citata nell’UK-26 fra le altre «misuredi difesa sociale di carattere giudiziario ecorrettivo» (art. 20-e) e consiste nella«privazione del diritto elettorale attivo epassivo; [...] del diritto di occupare cari-che elettive nelle organizzazioni sociali;della patria potestà» eccetera (art. 31);Viene stabilita «per un periodo non su-periore a 5 anni» (art. 32) «come misuraaccessoria o indipendente di difesa socia-le» (art. 34). Vedi anche corna 2, privazio-ne dei diritti politici, privazione del diritto disvolgere determinate mansioni e attività.2. L’UK-22 cita, invece, la decadenza daidiritti fra le altre «forme di punizione»(art. 32-g). Consiste nella «privazione deidiritti elettorali passivi e attivi», anche«nelle organizzazioni sindacali e di altrogenere», e «viene stabilita per un periodonon superiore a 5 anni» (art. 40). 3. Sinonimo di «privazione dei diritti po-litici e di singoli diritti civili». All’inizio

DDEECCAADDEENNZZAA DDAAII DDIIRR IITTTTII PPOOLLIITTIICCIIDDAALL’’SSTTRROOJJ

DAL’STROJ (Dal’stroj)Grande impresa per la colonizzazione elo sfruttamento dell’estremo nord-estdella Siberia, dipendente dall’Ogpu-Nkvd-Mvd dell’Urss. La manodopera ècostituita dai detenuti dell’Usvitlag (v.).Il Dal’stroj e l’Usvitlag sono noti sotto ilnome di Kolyma (v.).1. Il Dal’stroj fu fondato dall’Ogpu nel1932-33 sulla costa del mar d’Ochotsk,sull’alto corso della Kolyma. Dal 1934,quando le funzioni dell’Ogpu furonotrasferite all’Nkvd, venne subordinato alcommissario del popolo (ministro) degliAffari interni dell’Urss. Nel 1956 fu sot-tratto al controllo dell’Mvd (v. Gulag 3.3,8.1).2. Il principale obiettivo produttivo delDal’stroj era l’estrazione dell’oro, di cuiesistevano grandi riserve nel bacino del-la Kolyma. Le risorse forestali, il carboneeccetera erano sfruttati solo per le neces-sità interne del Dal’stroj. Tutti i lavorierano eseguiti da detenuti: la costruzionedei borghi e delle città per il personale li-bero (v. Magadan), la costruzione di cen-tinaia e migliaia di chilometri di strade,delle baracche per i detenuti eccetera. 3. Verso l’inizio degli anni Quaranta ilDal’stroj si estendeva, dal mar d’Ochotsk

a sud fino al mare della Siberia orientalea nord, per circa 1.300 km, e per oltre1.700 km da est a ovest, abbracciando laparte occidentale della Kamcatka e la Ja-kutija orientale. Il Dal’stroj non era sub-ordinato all’amministrazione locale (v.Gulag 7.3).4.1. Le navi della flotta del Dal’stroj com-pivano 12-15 traversate nel periodo del-la navigazione, trasportando nelle stive6.000-9.000 detenuti per volta, in condi-zioni simili a quelle descritte alla vocetrasporto sotto scorta 4, 5, con la sola dif-ferenza che durante il viaggio i bocca-porti restavano chiusi, affinché le imbar-cazioni o gli aerei stranieri non potesse-ro vedere in cosa consisteva il carico. 4.2.Dalla fine degli anni Trenta ai primi an-ni Cinquanta ogni anno erano portati al-la Kolyma dai 400.000 ai 500.000 dete-nuti (v. Dzˇurma, Vanino), ma a causadell’elevata mortalità la popolazione pe-nitenziaria del Dal’stroj non superò maii 2-3 milioni. 5.1. Il primo direttore del Dal’stroj fuRejngol’d Iosifovic Berzin. Il suo vice e di-rettore dell’Usvitlag fu Garanin (v. fucila-zioni di Garanin). Berzin fu arrestato e fu-cilato come nemico del popolo nel 1937e Garanin nel 1939. Gli successe Pavlov e

D

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in sospeso (v. podkulacˇnik). Nei territorinon russi la dekulakizzazione fu più cru-dele, giacché i comunisti locali dovevanodimostrare non solo il loro zelo di partito,ma anche la lealtà verso le autorità mo-scovite. 1.2. La dekulakizzazione fu orga-nizzata in base a istruzioni segrete del par-tito e dell’Ogpu. Non fu pubblicato alcundecreto del governo.2. La tecnica. I villaggi destinati alla de-kulakizzazione sono accerchiati all’im-provviso dalle truppe, i militanti cittadi-ni del partito organizzano un comitatodei poveri; le case di quanti sono dichia-rati «kulaki» sono circondate dai soldatie tutta la famiglia, dal neonato al vec-chio, viene scacciata. È consentito pren-dere con sé solo quel che si riesce a por-tare in mano. Tutto il resto diventa pro-prietà del kolchoz. 3. Il trasporto delle vittime. 3.1. I deku-lakizzati sono scortati verso dei camionche li aspettano per portarli ai carri be-stiame fermi lontano dalla stazione e daicentri abitati. I vagoni vengono piomba-ti. Il viaggio in direzione ignota dura di-verse settimane. 3.2. Di tanto in tanto ilconvoglio si ferma in luoghi deserti. Isoldati aprono uno dopo l’altro i vagonie ricontano i contadini. I morti duranteil viaggio vengono seppelliti sotto lamassicciata; gli altri ricevono una razio-ne secca e il vagone viene richiuso (v. car-ro bestiame 2.1-2).4. Nel luogo di destinazione. 4.1. Il viag-gio si conclude nella Russia nord-orienta-le, a migliaia di chilometri dai luoghi diorigine. Da lì, su camion o a piedi, i con-tadini sono condotti ancora più a nord,dove sono affidati all’Ogpu come specpe-reselency o deportati speciali (v.), a tempoindeterminato. Sono riforniti di scarsissi-me attrezzature, con le quali devono or-ganizzare la loro nuova vita. Non posso-

no lasciare i confini della data provincia.Chi viene trovato fuori da questi confiniè giudicato per evasione in virtù dell’arti-colo 82 dell’UK-26. Contemporanea-mente, in tutto il paese si dà la caccia aquelli che sono riusciti a sfuggire alla de-kulakizzazione (v. bambini 2) o a fuggiredal luogo d’insediamento. Chi viene cat-turato è processato e inviato nei lager. Lacattura è facilitata dall’istituzione delpassaporto interno (v. passaporto 2). 4.2.Fra i dekulakizzati sopravvissuti al trasfe-rimento la mortalità è piuttosto alta, inparte per la mancanza di assistenza medi-ca e in parte per l’impossibilità di accede-re agli ospedali, che nella maggioranzadei casi si trovano al di fuori della zona diinsediamento. 4.3. Dopo molti anni diincredibili difficoltà, alcuni dekulakizza-ti riescono comunque a risollevarsi. Allo-ra vengono cacciati ancora più a nord o aest, e le loro case sono assegnate ai colonivolontari.5. Note. 5.1. Il numero dei contadini mor-ti in seguito alla dekulakizzazione forzatafu talmente enorme che lo si dovette co-prire con il segreto di stato. Si calcola chele vittime siano state alcune decine di mi-lioni, e più di due milioni i fucilati. Il cen-simento condotto nel 1937 mostrò unaperdita di 25 milioni di persone rispetto alvalore previsto dai demografi. Tale censi-mento fu dichiarato «sabotaggio» e i «col-pevoli» furono arrestati. Un anno dopoun nuovo censimento diede risultati cor-rispondenti ai desideri del Politbjuro. 5.2.La dekulakizzazione permise ai vertici delpartito di elaborare per la prima volta me-todi autenticamente sovietici di repres-sione di massa, applicati in seguito su sca-la sempre più vasta (v. deportazioni di mas,8.3). 5.3. I primi carri armati fabbricati inUrss ricevettero il battesimo del fuoco du-rante la dekulakizzazione.

DDEEKKUULLAAKKIIZZZZAAZZIIOONNEE

degli anni Sessanta la formula si usa in-vece di «privazione del diritto di svolge-re determinate mansioni e attività».

DECISIONE (resˇenie)Così sono chiamate le sentenze dell’Oso.

DECONGESTIONAMENTO DEILUOGHI DI RECLUSIONE(razgruzka mest zakljucˇenija)1.1. Nei primi anni del potere sovietico,quando gli arresti erano effettuati nonsoltanto dalla Vck o dall’Nkvd, ma an-che da altri organi, il Vcik periodicamen-te disponeva il decongestionamento deiluoghi di reclusione per evitare il perico-lo di epidemie (allora imperversava il ti-fo), prescrivendo la liberazione di coloroai quali entro un determinato periodo ditempo non era stata notificata alcuna ac-cusa). 1.2. Per le persone arrestate dallaCeca, ciò significava il più delle volteuna fucilazione senza processo. 1.3. Nel1919 e all’inizio del 1920 si intrapreserotentativi di decongestionare i campi diconcentramento sovraffollati (v. computodelle giornate lavorative 1.1).2. Un significativo decongestionamentodei lager si ebbe nel 1932, quando si in-viarono al confino molte decine di mi-gliaia di detenuti non più adatti al lavo-ro fisico. Il loro posto fu preso da centi-naia di migliaia di contadini, vittime del-la collettivizzazione forzata.3. Dopo la morte di Stalin vi furono il de-congestionamento «di Vorosilov» e unaserie di successive amnistie (v. amnistia5.1-2, 6.1-2, 7.2). Vedi anche commissio-ni decongestionamento.

DECRETO, UKAZ (ukaz)1. La costituzione staliniana del 1936 so-stituisce con la vecchia parola russa ukaz

la parola di origine straniera “decreto”introdotta dal governo di Lenin nel 1917(v. Ktr, pena capitale).2.1. Promulgati dai Presidium del Sovietsupremo dell’Urss e delle repubbliche fe-derate in conformità alle istruzioni delPolitbjuro, i decreti introducono nuoveleggi penali o inaspriscono quelle già esi-stenti. Nelle repubbliche federate sonogeneralmente adottati sulla base del de-creto corrispondente del Soviet supremodell’Urss. 2.2. Solo nei dieci anni succes-sivi all’adozione dell’UK-60 sono statipubblicati circa venti decreti.3. «Essere messo dentro per un decreto»o «beccarsi x anni per un decreto»: esse-re condannato in virtù dell’ultimo decre-to pubblicato (v. ukaznik).

DEKULAKIZZARE (raskulacˇit’)1. Durante la collettivizzazione forzata,espropriare un contadino riconosciutocome kulak (v.) dal potere sovietico.2. Nel gergo della malavita, derubare,saccheggiare. «Nella zona è arrivato unconvoglio di lituani con un sacco di ro-ba. La nostra teppa li ha dekulakizzati inun baleno».

DEKULAKIZZAZIONE(raskulacˇka, raskulacˇivanie)Collettivizzazione forzata delle campa-gne, organizzata dal potere sovietico (v.dekulakizzare, Pavlik Morozov).1. Introduzione. 1.1. Fu condotta dal1929 al 1932 dalle truppe dell’Ogpu insie-me a reparti armati della sezione di parti-to cittadina e con la partecipazione di «co-mitati dei poveri» creati a questo scopo (v.comitato dei poveri4.2). Spesso nei comita-ti non entravano i contadini più poverima i più astiosi, che talvolta proclamava-no «kulaki» (v.) non i più ricchi compae-sani ma quelli con cui avevano dei conti

DDEECCIISSIIOONNEE

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di di cui dispone a questo scopo e preferi-sce far assegnare il suo protetto a un lavo-ro che gli permetta di guadagnare o di ru-bare un po’ di cibo supplementare. A vol-te, ordina al responsabile dello spaccio divendergli un po’ di tabacco in quanto «la-voratore coscienzioso», o lo fa ricoverarein ospedale per qualche giorno (di solitoi ricoveri in ospedale sono strettamentelimitati). 4.2. Una delle ricompense piùambite è venire riconosciuto come «riso-lutamente incamminato sulla via dellacorrezione», titolo che dà diritto a certivantaggi. 4.3. Per sbarazzarsi di un infor-matore diventato inservibile, il plenipo-tenziario operativo lo fa trasferire nel set-tore del campo dove si trovano quelli cheha denunciato. Se si tratta di criminali co-muni non tarderanno a vendicarsi. «Laspia va in giro con un’ascia dietro laschiena» dice un vecchio proverbio; o an-che: «Un’ascia cammina dietro la spia».In effetti, secondo la tradizione della ma-lavita, la testa del delatore è mozzata conun colpo d’ascia e poi buttata nel muc-chio della spazzatura. 5. Sinonimi. Battitore, campanaro, caneda ferma, chioccia, corrispondente di la-ger, fidato, incamminato, moccio di ce-kista, rettile, rettile degli sbirri, silenzio-so, stagista, sussurratore eccetera.

DENTI SULLA MENSOLA (zuby na polku)Fame. «Non c’è niente da mangiare né sene prevede!». Nota: l’espressione si trovain Dostoevskij nel Quaderno siberiano aln. C 27.

DEPORTATO SPECIALE(specpereselenec, s/p)Formalmente è un «cittadino libero», alquale però è vietato abbandonare la zonadi insediamento, pena la condanna alla

detenzione nei lager. Tutto il potere suglispecpereselency è concentrato nelle manidel comandante dell’Nkvd-Mvd (v. colo-no, colono del lavoro, deportazione speciale).

DEPORTAZIONE SPECIALE(specpereselenie, specposelenie)1. Trasferimento forzato e in massa dellapopolazione di una data regione, con in-sediamento obbligatorio nelle zone indi-cate (v. deportato speciale). Le successiveondate di trasferimenti corrispondevanoalle tappe dell’«edificazione del sociali-smo» così com’erano concepite dai verti-ci del partito, oppure erano motivate daconsiderazioni di sicurezza dello stato.La deportazione speciale era gestita dal-l’Nkvd-Mvd (v. sezione colonizzazione). Ilmodello iniziale fu la dekulakizzazione:da allora l’esperienza di ogni nuova de-portazione speciale permise di perfezio-nare la successiva. Cominciando con l’e-spulsione forzata delle minoranze nazio-nali nel 1936-37, passando quindi all’e-spulsione di grandi masse delle popola-zioni autoctone dai paesi e dai territoristranieri annessi nel 1939-40, gli organiacquisirono una tale tecnica che all’ini-zio degli anni Quaranta furono in gradodi deportare intere repubbliche «autono-me» (v. deportazioni di massa 7). 2. Con la morte di Stalin le deportazionispeciali cessarono e rimase inattuata l’e-spulsione programmata di tutti gli ebreidalla parte europea dell’Urss e di moltiucraini dall’Ucraina.

DEPORTAZIONI DI MASSA(massovaja ssylka)1. La deportazione praticata dal poterezarista indigna i bolscevichi. La deporta-zione delle persone indesiderabili era unavecchia usanza zarista (v. colonizzazione 1).

DDEEPPOORRTTAAZZIIOONNII DDII MMAASSSSAA

DELATORE (stukacˇ)Letteralmente, quello che batte alla por-ta del carcere per andare a presentare ilsuo rapporto. Il termine fa la sua appari-zione all’inizio degli anni Venti. Al tem-po degli zar era sconosciuto: né Trach-tenberg (1908) né Popov (1912) lo cita-no nei loro dizionari.1. Il delatore, un eroe sovietico. 1.1.De-latori e provocatori erano ampiamenteutilizzati dall’Ochrana, la polizia segretadegli zar, ma l’opinione pubblica dell’e-poca denunciava violentemente questosistema. Il regime sovietico, invece, in-nalza la delazione al rango di virtù civica(v. Pavlik Morozov). 1.2. Fin dall’inizio, lapolizia politica di Lenin non solo ripren-de i metodi più abietti dell’Ochrana, co-me osserva lo storico Lennard Gerson,ma li perfeziona: ogni ente statale, ognifabbrica o unità militare, ogni palazzobrulica di confidenti e provocatori (TheSecret Police in Lenin’s Russia, Philadel-phia, 1976, pp. 167-168). 1.3. In occasio-ne del ventesimo anniversario della crea-zione della Ceka, viene ricordato solen-nemente al popolo sovietico che il suodovere «più nobile e più sacro» è quellodi «collaborare con gli organi della Sicu-rezza dello Stato» («Pravda», 20 dicembre1937). La mancata delazione diventa rea-to. Una legge del 1934 decreta che «in ca-so di fuga all’estero di un militare, i mem-bri della sua famiglia che erano a cono-scenza del progetto e non l’hanno de-nunciato sono puniti con la privazionedella libertà fino a 10 anni [...] e tutti glialtri adulti che vivevano sotto il suo tet-to saranno deportati in regioni remotedella Siberia» (legge del 20 luglio 1934,SU 1934, 30:173).2. Reclutamento. 2.1. Nei campi, il re-clutamento degli informatori e dei pro-

vocatori è compito del plenipotenziariooperativo, che cerca di averne a disposi-zione il maggior numero possibile. Senzadifesa di fronte a un’amministrazionestraordinariamente potente, sottoali-mentati e sfiniti da un lavoro spossante,alcuni detenuti si lasciano reclutare confacilità. Ma non sempre è così, e spessol’oper deve ricorrere al ricatto: per questo,studia ogni individuo e raccoglie ognipossibile informazione su di lui. A volteun delinquente non è perseguito, se risul-ta più utile come informatore. 2.2. Alcu-ni delatori si presentano spontaneamen-te per desiderio di vendetta, o credendodi poter guadagnare un po’ di cibo o di ta-bacco. I più ingenui, che denunciano leprepotenze dei criminali comuni, si ritro-vano alla mercé del plenipotenziariooperativo, che in qualsiasi momento puòmetterli nelle mani di quelli che ha de-nunciato. Talvolta, un detenuto che hacommesso un delitto spera di conquista-re l’indulgenza dell’oper facendo la spia.3. Dopo il reclutamento. 3.1. Il delato-re scrive di suo pugno una dichiarazionedettata dall’oper e la firma con un nomein codice. Questo documento, potentearma di ricatto nelle mani del plenipo-tenziario operativo, è depositato in unacassaforte. In seguito, la nuova reclutanon incontra più colui che l’ha reclutatae consegna i suoi rapporti a semplici im-piegati dell’amministrazione. A volte,deve infilarli in una busta e metterli nel-la cassetta delle lettere (v. comunicazio-ne). 3.2. L’informatore sa a quali rappre-saglie va incontro se non mantiene il se-greto. Se tenta di imbrogliare, per esem-pio per proteggere un amico, si accorgedi essere a sua volta circondato da spie.4. Compenso. 4.1. Il prezzo dei suoi ser-vizi è ridicolmente basso. Il plenipoten-ziario operativo ricorre raramente ai fon-

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cazione di Serov (Police Methods in the So-viet Union, Boston, 1953, p. 41). 6.3. Perprimi vengono inviati in Siberia centi-naia di migliaia di abitanti della parte an-nessa della Polonia. L’operazione ha ini-zio subito dopo l’occupazione nel settem-bre del 1939 e prosegue per un anno inte-ro. In totale viene deportato più di un mi-lione di persone (v. mortalità 4.3). Dal giu-gno del 1940, subito dopo l’occupazionedelle Repubbliche Baltiche, centinaia dimigliaia di abitanti di Lituania, Lettoniaed Estonia sono trasferiti a est. Nell’ago-sto dello stesso anno l’Urss annette la Ro-mania nord-orientale e dei convogli disudditi romeni seguono la stessa sorte.Tutti questi cittadini stranieri sono consi-derati «elementi antisovietici». 6.4. Allavigilia dell’aggressione della Germanianel giugno 1941, nuovi convogli di abi-tanti, provenienti dalle zone annesse del-l’Europa, partono per la Siberia. 7. Deportazioni di massa di alcune po-polazioni non russe dell’Urss. 7.1. Nel1941 il Politbjuro scoprì che la lealtà ver-so il potere marxista-leninista non eradeterminata dalla classe, ma dall’etnia odalla razza di appartenenza. La scopertasi basava su un rapporto segreto del-l’Nkgb, che descriveva la calorosa acco-glienza che la popolazione della repub-blica autonoma dei tedeschi del Volgaaveva riservato ai paracadutisti hitleriani(l’Nkgb aveva affidato la parte dei paraca-dutisti a dei comunisti tedeschi di sicurafede politica, fuggiti da Hitler in Urss). Laleadership del paese decise di liquidare larepubblica autonoma dei tedeschi delVolga, ma non si dimenticò di alcuni al-tri membri non slavi della concorde fa-miglia dei popoli sovietici. In totale, nelperiodo dal 1941 al 1944 furono cancel-late dalla Costituzione sovietica sei re-pubbliche autonome: dei tedeschi del

Volga, dei calmucchi, dei ceceni e degliingusceti, dei karacai, dei balcari e dei ta-tari di Crimea. I relativi decreti furonopubblicati solo mesi o anni dopo la de-portazione forzata di queste popolazioni.La regione autonoma dei turchi mesche-ti fu soppressa e tutta la popolazione fudeportata senza che venisse emanato al-cun decreto in proposito. In alcuni casimorì fino al 40% dei deportati. 7.2.Ovunque l’operazione è condotta nel se-guente modo: fingendo di eseguire dellemanovre, si introducono nel territoriodella repubblica da liquidare grosse unitàdi fanteria, artiglieria, carri armati, avia-zione (v. Gupvo 5). Tutti i militari origina-ri della data repubblica sono stati preven-tivamente trasferiti in altri reparti chenon partecipano all’operazione. A nottefonda, le truppe circondano le case, dovenello stesso tempo penetrano gli ufficialidella Sicurezza dello Stato accompagnatida soldati armati. Agli occidentali si re-quisisce il passaporto e a tutti, senzaesclusione, si ordina di prepararsi a parti-re. 7.3. A tutte le domande un’unica ri-sposta: «Dopo la verifica tornerete a ca-sa». Sotto scorta, la gente è condotta aicamion che devono portarli ai vagonimerci, fermi lontano dalla stazione. Unmedico dell’Nkgb decide sul posto chi frai malati deve viaggiare come tutti gli altrie chi va aggregato ai malati evacuati dalvicino ospedale. Prima del mattino l’ope-razione è conclusa e i convogli si metto-no in moto in direzione ignota. Alcunesettimane dopo la gente viene scaricatain zone scarsamente abitate dell’Asiacentrale o della Siberia e messa a disposi-zione del comandante locale della Sicu-rezza dello Stato, che informa ciascunodel divieto di abbandonare la provincia:chi violerà tale divieto, sarà perseguibilepenalmente (v. carro bestiame 2, deportato

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2. Dopo aver preso il potere, i bolscevi-chi ricorrono alle deportazioni. Il pote-re sovietico sviluppa questa tradizionezarista e raggiunge successi senza prece-denti, trasformando il confino o deporta-zione (ssylka) in deportazione di massa(massovaja ssylka). Inizialmente i bolsce-vichi inviano al confino solo a titolo in-dividuale i loro ex compagni di lotta: i so-cialisti rivoluzionari, i menscevichi, glianarchici eccetera. Per ora le sanzionihanno breve durata: un anno o due, perdecisione del Collegio della Vck. Verso l’i-nizio degli anni Venti i confinati sono in-viati nei capoluoghi di governatoratodella Russia europea per tre-cinque anni.Poi sempre più lontano e per periodi sem-pre più lunghi. A partire dal 1927 sonosoggetti a deportazione di massa i trocki-sti, veri o presunti. 3. Deportazione di massa dei contadi-ni durante la collettivizzazione forza-ta. Nel 1929-32 decine di milioni di fami-glie contadine sono deportate a tempoindeterminato, in pratica a morte certa(v. tecnicamente), nelle regioni più spopo-late del nord-est della Russia e della Sibe-ria orientale, dove, loro malgrado, con-tribuiscono alla russificazione della po-polazione locale. Nel Gulag si crea un’ap-posita direzione per il radicamento deicontadini sopravvissuti (v. deportazionespeciale 1, passaporto).4. L’ondata di Kirov. 1934-35: l’assassi-nio di Kirov è il pretesto per deportare inSiberia circa 100.000 abitanti di Leningra-do, principalmente iscritti al Komsomol eal partito (v. Kirov), sospettati da Stalin dilealtà verso il suo avversario Zinov’ev.5. Deportazioni di massa delle popola-zioni non russe delle zone di confine.5.1. 1936: si deportano in massa versol’interno del paese le popolazioni nonrusse delle zone di confine, considerate

infide perché spesso hanno legami di pa-rentela al di là della frontiera: ciò rendedifficile il loro ermetico isolamento e mi-na la loro fiducia nella propaganda sovie-tica, la quale afferma che all’estero il po-polo soffre e in nessun luogo si vive me-glio che in Urss. 5.2. Tutta la popolazionedi origine cinese è così deportata in Asiacentrale da quei territori che il governozarista aveva sottratto alla Cina in base aitrattati di Argun del 1859 e di Pekino del1860. 5.3. Nello stesso periodo e per glistessi motivi sono deportate all’internodel paese tutte le popolazioni finniche,lettoni, lituane, polacche e romene dallezone confinanti con le Repubbliche Bal-tiche allora indipendenti, con la Polonia,la Romania e la Finlandia. 5.4. Le case ab-bandonate sono occupate da coloni russi.6. Deportazioni di massa delle popola-zioni degli stati annessi. 6.1. 1939-41: inseguito al patto di non aggressione firma-to con la Germania, l’Urss annette la Po-lonia orientale, una parte della Romaniae della Finlandia, mentre Lituania, Letto-nia ed Estonia sono occupate totalmente.Dai territori annessi gli organi della Sicu-rezza dello Stato sovietica deportano inSiberia centinaia di migliaia di abitanti,compresi gli emigrati russi fuggiti in quel-le località dopo il colpo di stato bolscevi-co del 1917. 6.2. L’operazione è direttadal vicecommissario del popolo alla Sicu-rezza dello Stato, generale Ivan Serov. InSiberia i deportati sono costretti a lavora-re nell’agricoltura e nei kolchoz di pesca-tori (v. arresti di massa 21, 23). Nota: nelgiugno del 1948 dei patrioti lituani inter-cettarono un’istruzione segreta del com-missario sovietico agli Affari interni dellaLituania, Guziavicius, datata 28 novem-bre 1940, in cui fra gli altri elementi anti-sovietici erano citati gli esperantisti e i fi-latelici. L’istruzione si basava su un’indi-

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resterebbe da scontare un periodo piùlungo. Il «sostituto» dopo qualche tem-po chiarirà il «malinteso» e sarà punito,ma alla fine verrà comunque liberato. Ilsostituto accetta lo scambio per paura diessere ucciso dal condannato a una lun-ga pena o dai suoi amici. Talvolta sempli-cemente per una razione di pane.2. Nel suo Quaderno siberiano, al n. 38,Dostoevskij annota l’espressione «cam-biare la propria sorte» con il significato di“evadere”.

DETENUTO (zakljucˇënnyj)Dal 1970, il termine è ufficialmente so-stituito da «condannato»: niente più de-tenuti in Urss (v. Gulag 8.3). Vedi an -che zek.

DETENUTO IN ATTESA DI GIUDIZIO (sledstvennyj, podsledstvennyj)1. «Ogni cittadino libero è in attesa digiudizio»: la polizia politica ha un dos-sier per ciascuno (v. inquirente 3, perché?2, sbagliarsi).2. Dal momento del suo arresto, il dete-nuto in attesa di giudizio è totalmenteisolato dal mondo esterno. I colloqui, lacorrispondenza, i libri, i giornali, le ma-tite e la carta sono concessi solo dietroautorizzazione dell’inquirente. «Il difen-sore è autorizzato a prendere visione delfascicolo solo dopo che l’imputato è sta-to informato della conclusione dell’i-struttoria preliminare» (UPK-60, art. 47).Fino agli anni Cinquanta, il difensorenon ha praticamente accesso ai fascicolidei politici (v. cella di rigore 4.1).

DETENUTO POLITICO (politicˇeskij zakljucˇënnyj, politzakljucˇënnyj, politik)1. «In Urss non ci sono detenuti politi-ci». 1.1. Dopo il colpo di stato dell’otto-

bre 1917 i bolscevichi mettono in carcerequanti ritengono avversari politici o sem-plicemente sospetti. Questa diventa inseguito una delle caratteristiche dello Sta-to sovietico, anche se non sempre si ma-nifesta con la stessa intensità. Ma datoche, secondo l’utopia marxista-leninista,con il socialismo lo Stato deve scompari-re e con lui i detenuti politici, i bolscevi-chi, proclamandosi costruttori del socia-lismo, sono costretti ad affermare che «inUrss non ci sono detenuti politici» e fini-scono per abolire del tutto il termine. 1.2.L’idea è che ben presto non ci saranno piùdetenuti politici. Ma per il momento sidecide di creare per loro il regime più se-vero e di cacciarli proprio in fondo all’in-ferno penitenziario. Questa invenzionebolscevica sarà poi ripresa dagli altri statitotalitari, da Mussolini, Hitler eccetera.2. Termini sostitutivi. 2.1. Dal 1917 al-l’inizio degli anni Quaranta: «controrivo-luzionario» o k/r (v.); dall’inizio degli an-ni Trenta, «elemento antisovietico». No-ta: originariamente questo termine erausato parallelamente a k/r, ma cominciòa sostituirlo alla fine degli anni Trenta,quando lo sciovinismo imperialista so-vietico rimpiazzò sempre più insistente-mente l’inutile internazionalismo. Conl’introduzione nel 1960 del nuovo codi-ce penale, si cominciò a usare l’espressio-ne «condannato per reati particolarmen-te pericolosi contro lo Stato»: dal tradi-mento della patria all’agitazione antiso-vietica. 2.2. Siccome il numero delle per-sone arrestate per motivi politici, a di-spetto delle previsioni dei grandi utopi-sti, anziché diminuire aumentava, il po-tere sovietico introdusse per loro formesempre più aspre di regime, sottolinean-do così che il prigioniero politico era daritenersi peggiore dei più feroci criminalicomuni (v. amico del popolo). Ciò scatenò

DDEETTEENNUUTTOO PPOOLLIITTIICCOO

speciale). 7.4. Le autorità assegnano le ca-se lasciate dai deportati ai russi e agli altricoloni, accelerando così la russificazionedel territorio sottoposto a pulizia etnica.7.5. Le persone della nazionalità sogget-ta a repressione che si trovano fuori dal-la loro repubblica (per esempio, quantistanno combattendo contro i nazisti nel-le file dell’Armata rossa) vengono a sape-re più tardi dai timbri ufficiali sulle lette-re respinte che i loro cari «non abitano al-l’indirizzo indicato». 7.6. Una quindici-na di anni più tardi i vertici del partito ri-tengono utile «ripristinare l’autonomianazionale» di balcari, ceceni, ingusceti,calmucchi e karacaevi. Il 9 gennaio 1957viene pubblicato il relativo decreto, sullabase del quale le suddette popolazioni so-no autorizzate a tornare in patria e a cer-carvi una casa e un lavoro. Il ripristinodell’autonomia nazionale dei tedeschidel Volga, dei tatari di Crimea e dei tur-chi mescheti non viene ritenuto oppor-tuno e questi popoli continuano a veder-si precluso il ritorno nelle loro terre d’o-rigine, anche se sono liberati dal confino.7.7. Tutte le operazioni citate (v. 6.1-4 su-pra) sono dirette da un comunista speri-mentato, il generale Serov, insignito perquesto dell’Ordine di Suvorov di primaclasse (A. Nekrich, The Punished Peoples,New York, 1978, p. 108). Nota: l’Ordinedi Suvorov era stato istituito nel lugliodel 1942 per i generali distintisi nel co-mando di operazioni militari.8. Deportazioni di massa degli abitan-ti dei paesi liberati dall’Armata rossadurante la Seconda guerra mondiale.8.1. Nel 1943-44, man mano che l’Arma-ta rossa riconquista i territori sovieticioccupati dai nazisti, vengono deportatiin Siberia centinaia di migliaia di cittadi-ni sovietici liberati, fra cui anche ex pri-gionieri di guerra. Questo flusso conti-

nua fino al 1947. 8.2. Sono deportati inSiberia anche centinaia di migliaia di cit-tadini dei paesi dell’Europa orientale li-berati dall’Armata rossa, fra cui quasi tut-ti gli ex sudditi zaristi che vi si erano sta-biliti dopo il colpo di stato bolscevico, unquarto di secolo prima. 8.3. Fine estate1945: l’Urss dichiara guerra al Giappone,già messo in ginocchio dagli Alleati occi-dentali, e occupa la Manciuria: sono in-viati in Siberia centinaia di migliaia di ci-nesi, coreani e giapponesi, nonché i rus-si stabilitisi in queste zone dopo il 1917. 9. Decine di milioni di kolchoziani ri-dotti a deportati. Tutti i kolchozianidell’Unione Sovietica di fatto sono ridot-ti alla condizione di deportati in seguitoalla decisione dell’Snk dell’Urss del 16luglio 1937, che vieta loro di assentarsisenza un’autorizzazione scritta, validaper una volta sola (v. passaporto 2, 3).

DEPOSIZIONI ESTORTE(vykolocˇennye pokazanija)Deposizioni false strappate con le percos-se. L’estorsione delle deposizioni era unodei metodi adottati durante gli interroga-tori (v. inquirente 2, misure speciali).

DESTINO, CAMBIARE IL PROPRIO DESTINO(menjat’ sud’bu)1. Cambiare identità per ottenere la libe-razione anticipata. A questo scopo il con-dannato a una lunga pena propone, disolito in un carcere di transito, a un altrodetenuto a cui resta poco da scontare dirispondere al posto suo al momento del-l’appello prima della partenza del prossi-mo convoglio. Se la scorta non nota ladifferenza dalla fotografia sul plico con-tenente il fascicolo, ognuno dei detenutipartirà sotto il nome dell’altro e allo sca-dere della pena sarà liberato quello a cui

DDEEPPOOSSIIZZIIOONNII EESSTTOORRTTEE

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5. Denominazioni non ufficiali. 5.1.Ecco una serie di termini generici appli-cati ai detenuti politici: antisovietico, as-sassini di Vojkov, assassini in camicebianco, assassini di Kirov; cinquantotto,fascista, fascista antihitleriano, fermatotemporaneamente, komsomolec, kontra,k/r, nemico del popolo, nemico della ri-voluzione, traditore della patria, trocki-sta. 5.2. Diverse denominazioni dei con-dannati per «agitazione» o «diffamazio-ne della realtà sovietica»: agitatore, anti-sovietico, barzellettaro, chiacchierone,comma dieci (dell’articolo 58), linguac-ciuto, settanta (articolo dell’UK-60).6. Definizione ufficiale. «Il detenutopolitico nei paesi capitalisti è una perso-na che si trova in carcere per attività ri-voluzionaria» (Ssrlja, vol. X, p. 996). Vedianche cinquantotto, controrivoluzionario.

DIBATTIMENTO (sudebnoe razbiratel’svo)«In tutti i tribunali dell’Urss il dibatti-mento è pubblico, a meno che la leggenon preveda un’eccezione» («Fondamen-ti di diritto penale dell’Urss», legge del 25dicembre 1958, art. 1). Il carattere pubbli-co del dibattimento è escluso, per esem-pio, nei processi riguardanti la Sicurezzadello Stato. In generale, ogni volta che ilpartito non desidera tale carattere pubbli-co, l’udienza ha luogo in una piccola salain cui tutti i posti sono occupati da agen-ti della Sicurezza vestiti come bravi citta-dini; questo metodo sarà sistematica-mente usato a partire dagli anni Sessanta.

DIFENSORE (zasˇcˇitnik)1. La legge sovietica ammette la parteci-pazione del difensore al processo. Ma difatto egli non ha alcuna possibilità di in-fluire sulla sentenza nei casi in cui que-sta è preventivamente decisa dal partito.

2. «Il difensore è autorizzato a prendere vi-sione del fascicolo solo dopo che l’impu-tato è stato informato della conclusionedell’istruttoria preliminare» (UPK-60, art.47). 3.1. L’accusato vede il suo difensore laprima volta dopo la fine dell’istruttoria, ela seconda volta già al processo. 3.2. «Il di-fensore assume presto il ruolo del procura-tore e di fatto diventa un secondo accusa-tore» («Pravda Vostoka», 27 luglio 1956).

DIFFAMAZIONE DELL’URSS(kleveta na Sssr)Qualsiasi affermazione critica in meritoalla realtà sovietica e ad altri fatti negatidalla propaganda ufficiale. La punizionepuò arrivare fino alla pena di morte (UK-26, art. 58-10) e fino a 10 anni di privazio-ne della libertà seguiti da 5 anni di confi-no (UK-60, art. 70); secondo l’articolo 190,fino a 3 anni di privazione della libertà.

DIRETTIVA (direktiva)Vedi istruzione.

DIREZIONE (upravlenie)1. Complesso di campi (abbreviato inUlag; v. Gulag 7.2, Uslon, Usvitlag). 2. Vedi direzione speciale, Kgb, Mvd.3. Direzione sorveglianza e regime: unadelle direzioni del Gulag e delle sue suc-cessive trasformazioni (v. responsabile delregime).4. Direzione campi di concentramento (v.).5. Direzione lavori coercitivi: dal 1918alla metà degli anni Venti gestiva l’utiliz-zazione del lavoro dei condannati a que-sta pena (v. lavori coercitivi).

DIREZIONE CARCERI DEL GUGBDELL’NKVD DELL’URSS(Tjuremnoe upravlenie Gugb Nkvd Sssr)Dal 1934 al 1946 amministra le carceriinterne e centrali.

DDIIRREEZZIIOONNEE CCAARRCCEERRII DDEELL GGUUGGBB DDEELLLL’’NNKKVVDD DDEELLLL’’UURRSSSS

ancora di più la violenza di questi ultimi,tanto che le autorità furono costrette aestendere gradualmente anche a loro lemisure severe introdotte all’inizio per isoli politici (v. ostilità). 2.3. Alla fine, ilpotere sovietico fu obbligato a ridurre icriminali recidivi al livello dei detenutipolitici, riunendo gli uni e gli altri nellacategoria dei «condannati per delitti par-ticolarmente gravi» (UK-60, art. 24-1). Daallora gli uni e gli altri scontarono la pe-na nelle stesse condizioni. 3. Il detenuto politico ufficialmente ri-conosciuto. 3.1. La categoria del detenu-to politico era riconosciuta ufficialmentedal 1918 (v. Solovki 4.3, 5.1). Ma già neiprimi anni Venti il potere sovietico co-minciò a confutarla e nel 1930 la liquidòcompletamente (v. fucilazioni di massa 7,11.1, Solovki 5.3, Verchneural’sk). Tutti idetenuti politici sopravvissuti furono daquel momento considerati controrivolu-zionari. 3.2. I bolscevichi riconoscevanoufficialmente come detenuti politici imembri dei partiti rivoluzionari, che laCeka cominciò ad arrestare già nel 1918,e che fino a poco prima avevano combat-tuto a fianco dei bolscevichi contro lo za-rismo e, insieme a loro, avevano cono-sciuto le prigioni zariste. In quei tempilontani i bolscevichi avevano ancora rite-gno a chiamarli «criminali al soldo del-l’imperialismo» e riservavano loro quasigli stessi privilegi di cui avevano goduto ibolscevichi e gli altri rivoluzionari nellecarceri zariste (v. razione politica, regimepolitico, Solovki 5.1). Nota: nella Russia za-rista la differenza fra detenuti politici ecomuni era stata abolita nel 1839. Ma difatto i detenuti politici avevano alcuniprivilegi, descritti fra l’altro nel volumeKatorzˇnyj ostrov. Vospominanija 16 bol’-sˇevikov o Slissel’burge. 1907-17, a cura diMargolin, Leningrad, 1966.

4. Biografia del detenuto politico sovie-tico. 4.1. In tutta la storia dell’Urss, ac-canto ai politici si trovano i «politici loromalgrado»: persone che non avevano maipensato di svolgere attività antisovietica(v. ostilità 3, profilassi). Nel periodo dellerepressioni sono particolarmente nume-rosi. Alla fine degli anni Trenta e negli an-ni Quaranta costituiscono la stragrandemaggioranza dei detenuti politici (v. cin-quantotto 3). 4.2. Sotto l’influsso della vi-ta del lager, alcuni politici acquistano lecaratteristiche dei criminali comuni. Dal-la fine degli anni Trenta il contingente deipolitici è sistematicamente accresciutodai criminali recidivi che, per il loro rifiu-to di lavorare, sono considerati rei di «sa-botaggio dell’edificazione del sociali-smo». 4.3. All’indomani dell’attacco del-la Germania all’Urss nel 1941 gli organilocali della Sicurezza dello Stato fucilanomigliaia di detenuti politici (v. fucilazionidi massa 18.1). In seguito sono introdottinuovi tipi di campi a regime particolar-mente severo, destinati esclusivamente aipolitici (v. campi speciali, Ktr). 4.4. A parti-re dal 1942-43 i campi accolgono nuovi ti-pi di detenuti politici: gli ex soldati del-l’Armata rossa e i patrioti ucraini, lituanieccetera, che hanno combattuto nelleformazioni partigiane contro l’occupa-zione hitleriana e sovietica. Tutti si op-pongono energicamente all’arbitrio deicriminali comuni e dell’amministrazione(v. autodifesa, scioperi 3). Agli occhi dellamassa degli arrestati e dell’amministra-zione, l’autorità dei detenuti politici co-mincia a crescere. 4.5. A partire dagli an-ni Sessanta alcuni dissidenti sono semprepiù spesso dichiarati malati di mente erinchiusi in carceri psichiatriche. Alcunisono giudicati per «reati particolarmentepericolosi contro lo Stato» o accusati direati comuni.

DDEETTEENNUUTTOO PPOOLLIITTIICCOO

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DISCIPLINARE (disciplinarnyj)A proposito di un battaglione, delle celled’isolamento eccetera, il termine «disci-plinare» sostituisce negli anni Trenta iltermine «punitivo».

DISERTORE (dezertir)Vedi arresti di massa 27.

DISFATTISTA (porazˇenec)Persona arrestata o condannata per averespresso dubbi sulla vittoria dell’Urssnella guerra contro la Germania hitleria-na negli anni Quaranta. Di solito i disfat-tisti erano condannati a 10 anni di lager(v. arresti di massa 24.1).

DISPOSIZIONE SPECIALE(osoboe rasporjazˇenie)1. «Fino a disposizione speciale»: all’in-domani dell’aggressione dell’Urss da par-te della Germania nel giugno 1941, allastragrande maggioranza dei condannatiper «reati controrivoluzionari» che ave-vano finito di scontare la pena fu annun-ciato che, per decisione dell’Oso e in vir-tù delle istruzioni dell’Nkvd dell’Urssnumeri 143 e 244, sarebbero stati tratte-nuti in carcere o in lager «fino a disposi-zione speciale». Il contenuto delle istru-zioni era segreto. Si riteneva che sarebbe-ro stati liberati alla fine della guerra. Ladecisione era notificata alla vigilia delloscadere della pena e il detenuto dovevaapporvi la sua firma (v. trattenuto).2. Questa pratica fu abolita solo nel 1947,due anni dopo la vittoria nella Secondaguerra mondiale. In tal modo un detenu-to che aveva finito di scontare i suoi cin-que anni di pena nel 1941 era rimasto in-ternato per altri sei anni.3. Dopo l’abolizione di questa pratica sicominciò ad adottare un altro metodo:

contro il detenuto che doveva essere libe-rato si apriva un nuovo caso accusandolodi aver commesso un nuovo reato in lager,lo stesso per cui era già stato condannato.Il caso era giudicato dall’Oso, che gli com-minava una nuova pena in base allo stes-so articolo del codice penale (v. ripetente).

DISTROFIA, DISTROFIA ALIMENTARE(distrofija, alimentarnaja distrofija)«Alterazione dell’alimentazione dei tes-suti e degli organi». Il termine, incom-prensibile ai non iniziati, è inventato dal-l’amministrazione del Gulag verso la me-tà degli anni Trenta per sostituire nelle sta-tistiche della mortalità la vecchia formu-la «esaurimento». Il dizionario Usakov in1940) non lo riporta. Più tardi il terminediventa universalmente comprensibileed entra nei dizionari (Ozegov, 1953).Un’istruzione segreta del Gulag del mag-gio 1945 impone di sostituirlo con l’ab-breviazione AD (v. misure speciali 3.7, cen-tro di riposo, poliavitaminosi, Rfi).

DISTROFICO (distrofik)Dochodjaga, detenuto estenuato e denu-trito (v. distrofia).

DIVISIONE DELLA VOCHR(divizion Vochr)Guardia armata di un complesso di cam-pi (di una direzione di lager). È subordi-nata alla relativa direzione del Guitu (v.direzione 3, Vochr, guardia militarizzata).

DMITLAG, DMITROVSKIJ LAGER(Dmitlag, Dmitrovskij lager’,Suzdal’skij lager’)Situato a circa 450 km a sud-est di Mosca.I detenuti del Dmitlag costruivano il ca-nale Moscova-Volga.

DDMMIITTLLAAGG

DIREZIONE CARCERIDELL’MVD DELL’URSS(Tjuremnoe upravlenie Mvd Sssr)Amministra le carceri a partire dal 1956(v. Gtu).

DIREZIONE CARCERIDELL’NKGB-MGB DELL’URSS(Tjuremnoe upravlenie Nkgb-Mgb Sssr)Direzione dell’Nkgb dal 1941 al 1946,dell’Mgb dal 1946 al 1953; amministra lecarceri interne di questi organismi.

DIREZIONE CARCERI DELL’NKJUDELLA RSFSR, IV SEZIONEDELL’NKJU (Tjuremnoe upravlenieNkju Rsfsr, IV otdel Nkju)Istituita dal Commissariato del popoloalla Giustizia il 12 (25) dicembre 1917(SU 9:127). Soppressa nel 1934, quandotutti i luoghi di reclusione passano sottol’autorità dell’Nkvd dell’Urss.

DIREZIONE CENTRALE DEI CAMPIDI LAVORO COERCITIVO PRESSOL’NKVD DELLA RSFSR (Central’noe upravlenie lagerjamiprinuditel’nych rabot pri Nkvd Rsfsr)Dalla Direzione centrale dipendevano ledirezioni di Mosca e dei governatorati (v.campi di lavoro coercitivo).

DIREZIONE CENTRALE DELLETRUPPE DI SCORTA DELLA RSFSR(Central’noe upravleniekonvojnymi vojskami Rsfsr)Organizzata nel 1922, in seguito diventaDirezione centrale delle truppe di scortadell’Urss. Nel settembre 1934 «le truppe discorta dell’Urss al completo» passano al-l’Nkvd dell’Urss (SZ 48:327, art. 1). Le trup-pe di scorta sono assorbite dal Gupvo (v.).

DIREZIONE GENERALE COLONIZZA-ZIONE DELL’NKVD DELL’URSS (Glav-noe pereselencˇeskoe upravlenie Nkvd Sssr)Creata nel 1940 al posto della Sezionecolonizzazione dell’Nkvd dell’Urss perscacciare alcune popolazioni non russedalle loro terre (v. colono, confino volonta-rio, deportazioni di massa 7, Gupvo 2). Ca-po della direzione fu nominato il genera-le Ivan Serov.

DIREZIONE OPERATIVA CEKISTA (O pe rativno-cˇekistskoe upravlenie,Opercˇe ki stskoe upravlenie)Una delle direzioni centrali del Gulag, dacui dipendeva l’attività delle sezioni ope-rative cekiste. Non era subordinata al di-rettore del Gulag, ma al vicecommissario(viceministro) dell’Nkvd-Nkgb-Mvd-Kgbe alla Sezione speciale del Comitato cen-trale del partito (v. plenipotenziario opera-tivo 4).

DIREZIONE POLITICA (Politupravle nie)Nel 1937 presso il Gulag fu creata la Di-rezione politica, attraverso la quale ilpartito esercitava il suo controllo su tut-to il Gulag. Questo controllo tuttavianon si estendeva alla Direzione operati-va cekista, ma le due direzioni collabora-vano strettamente. La Direzione politicanon era subordinata al capo del Gulag,ma al responsabile della Sezione specialedel Comitato centrale del partito, chenominava il capo della Direzione politi-ca e i suoi vice (v. sezione politica).

DIREZIONE SPECIALE (specupravlenie)La prima e la seconda direzione specialedella Sicurezza dello Stato controllano illavoro operativo di tutte le direzioni del-l’Mvd.

DDIIRREEZZIIOONNEE CCAARRCCEERRII DDEELLLL’’MMVVDD DDEELLLL’’UURRSSSS

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DONNE (zˇensˇcˇiny)Costituiscono circa il 15-17% della po-polazione penitenziaria. Fin dai primianni del potere sovietico, ad alcune don-ne viene appiccicata l’etichetta di «Csr»:membro della famiglia di un represso. Apartire dagli anni Trenta esistono campiper sole donne (v. Jaja). Più tardi com-paiono nuove etichette (v. sigle) e i cam-pi femminili (v. articolo 3, mamma, mo-glie 2, Olzˇir).

DPZ (Dpz)Vedi casa per la carcerazione preventiva.

DUBROVLAG (Dubrovlag)Dall’inizio degli anni Quaranta, com-plesso di lager a regime severo per recidi-vi particolarmente pericolosi e personemacchiatesi di gravi reati contro lo Stato.Situato nella repubblica dei Mordvini, hail suo centro amministrativo a Pot’ma. Ilnome vuol dire “campo del querceto”.

DUECENTOSEI (dvesti sˇestaja)«Firmare il duecentosei» significa firma-re il verbale di conclusione dell’istrutto-ria secondo l’articolo 206 dell’UPK-26.Prima della firma la persona sotto in-chiesta riceve il suo fascicolo in visionein presenza dell’inquirente. Il difensorenon è presente. I fogli del fascicolo sonocuciti con un cordoncino e numerati, ilche comunque non garantisce che qual-che documento non sia stato preventiva-mente sostituito con un altro o che ciònon accada dopo che l’accusato ha presovisione del suo incartamento.

DUECENTOTRE (dvesti tret’ja)L’articolo 203 dell’UPK-60. Corrispondeal 206 dell’UPK-26 (v. duecentosei).

DURATA (srok)1. La durata stabilita per gli indumenti ela biancheria da letto forniti ai detenuti.Per esempio la durata per un busˇlat (v.)nuovo era di due anni, per le scarpe unastagione. 2.1. Si distinguono diverse «durate». Peresempio, busˇlat «di prima durata» (nuo-vo); «di seconda durata» (riparato dopoun primo periodo di «servizio»); usato diprima categoria (riparato dopo essere sta-to portato da diverse persone); usato diseconda categoria (dopo ripetute ripara-zioni, quando cioè ci sono più toppe chealtro). 2.2. «Di centoventesima durata»:in pessimo stato.3. Di regola gli indumenti «di prima dura-ta» toccano al personale tecnico e ai cam-pioni di produttività; ma innanzitutto seli accaparrano gli imboscati della zona.4. Agli scialacquatori (v. sperpero) vieneassegnata solo roba «di centoventesimadurata».

DURATA DELLA PENA (srok)Stabilita da una sentenza del tribunale oper decisione amministrativa (v. a vita,cˇervonec, disposizione speciale, Oso, pesomassimo, ripetente, trattenuto,appendice 7).1.1.Nei primi anni del regime bolscevicola durata delle pene non è fissata e si tro-vano formule come «fino al termine del-la guerra civile», «fino al pentimento»,«fino alla vittoria della rivoluzione mon-diale» eccetera. Per esempio, nella sen-tenza del caso Vipper, il testimone cheaveva reso deposizioni decisive nel pro-cesso antisemita di Bejlis a Kiev nel 1913,si legge: «Recludere in un campo di con-centramento fino al completo consolida-mento del regime comunista nella Re-pubblica russa» («Izvestija», 20 settembre1919). Quanto agli speculatori Belkov e

DDUURRAATTAA DDEELLLLAA PPEENNAA

DMITROV, CENTRALE DI(Dmitrovskij central, Dmitrovskaja tjur’ma)Carcere situato nella città di Dmitrov, acirca 450 km da Mosca.

DOCHODJAGA (dochodjaga)Dal verbo dochodit’, “arrivare” (v.): dete-nuto allo stremo delle forze, morituro.Nel mondo carcerario-concentrazionarioil dochodjaga è l’ultimo degli ultimi.

DOMANDA DI GRAZIA(pomilovka, pomilovanie)1. L’amministrazione propone a ognicondannato a morte di presentare una do-manda di grazia. Da questo momento de-vono passare almeno 72 ore prima dell’e-secuzione della condanna. Può accadereche la sentenza di morte sia emessa soloper terrorizzare il condannato. In tal caso,la grazia arriva dopo un’attesa più o menolunga. Vi sono stati casi di condannatigraziati dopo essersi rifiutati di presentarela domanda di grazia. La grazia è concessadal Presidium del Cik e, a partire dal 1936,dal Soviet supremo dell’Urss. La pena dimorte è allora commutata nella pena mas-sima di privazione della libertà.2. Nel caso di individui condannati perterrorismo o preparazione di un atto ter-roristico, la domanda di grazia è vietatada un’ordinanza del Cik dell’Urss del pri-mo dicembre 1934 («Pravda», 4 dicem-bre 1934). Nel 1936 questa ordinanza èabrogata allo scopo di incoraggiare gliimputati a confessare pubblicamente deicrimini che non hanno commesso, nellasperanza di aver salva la vita (v. processi diMosca 2). Ma prima del verdetto questa«abrogazione» viene revocata, e i con-dannati a morte sono giustiziati.3. In virtù della legge del 7 aprile 1937,ogni domanda di grazia è proibita in casodi tradimento della patria o sabotaggio.

4. Le leggi del primo dicembre 1934 e del7 aprile 1937 sono abrogate nel 1953,dopo la morte di Stalin.

DOMANDE? (Voprosy est’?)1. Così si rivolge ufficialmente ai detenu-ti il capocarceriere quando conta i dete-nuti all’appello del mattino. Solo il re-sponsabile di cella (v. starosta) ha il dirit-to di rispondere. Di solito le domande ri-guardano questioni pratiche di vita quo-tidiana: se servono degli strofinacci, unascopa nuova, ago e filo per rammendarei vestiti (v. ispezione 2), oppure qualcosadallo spaccio. A volte, il responsabile dicella riferisce che «una persona ha rifiu-tato il pane» (v. sciopero della fame 3).2. La stessa domanda può essere posta daaltri funzionari che visitano periodica-mente il carcere o il campo (v. leggere lelettere 1, Procura 4.1-2, 5.1).

DOMICILIO (mestozˇitel’stvo)Nel 1935 il Commissariato del popoloagli Affari interni dell’Urss emise un’i-struzione segreta che proibiva la liberascelta del proprio domicilio alle personeche avevano scontato una pena per reati«controrivoluzionari» e per alcuni reaticomuni. L’elenco delle località vietateera segreto e quando l’ex detenuto, rice-vendo il certificato di liberazione, do-mandava dove poteva andare a vivere,gli rispondevano «ovunque». Dopodi-ché doveva nominare le località prescel-te e il funzionario aspettava paziente-mente che menzionasse una località nonproibita: a quel punto scriveva sul certi-ficato di liberazione che il liberato aveva«scelto» il tale domicilio (v. meno, passa-porto 5, 6.1). Dalla fine degli anni Cin-quanta le restrizioni riguardanti il domi-cilio dopo l’estinzione della pena furonodefinite nella sentenza del tribunale.

DDMMIITTRROOVV

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nemico del popolo, o del traditore dellapatria, sono costretti ad accettare i lavo-ri meno qualificati. Spesso la moglie è ar-restata (a volte anche i figli di più di 12anni), condannata per mancata delazio-ne e inviata nel Gulag (v. bambini, cento-cinque, Olzˇir, sigle). È in questo periodo,nel 1937, che sono costituiti i campi spe-ciali per le mogli dei traditori della pa-tria. A mogli e figli si promette la libertàse denunceranno pubblicamente il mari-to o il padre. Ma non sempre la poliziapolitica mantiene le sue promesse.

DZEZKAZGAN (Dzˇezkazgan)Città del Kazachstan, nella regione di Ka-raganda, centro amministrativo del Kar-lag (v.).

DZURMA (Dzˇurma)Nave della flotta del Dal’stroj per il tra-sporto dei detenuti alla Kolyma. Alla fi-ne dell’estate del 1933, con 12.000 dete-nuti a bordo, la Dzurma si incagliò neighiacci. Il salvataggio dei passeggeri fu ri-tenuto antieconomico, e morirono tutti.Quando nel febbraio del 1934 il rompi-ghiaccio Celjuskin ebbe un incidentenella stessa zona, il potere sovietico rifiu-tò decisamente tutte le offerte d’aiutostraniere, per cui la Dzurma con i suoi12.000 cadaveri a bordo si trova ancoranelle vicinanze.

DDZZUURRMMAA

Pemjakov, il tribunale rivoluzionario del-la Vck decide di rinchiuderli in campi diconcentramento «fino alla fine dellaguerra civile» («Izvestija», 16 ottobre1919). 1.2. Un decreto del Consiglio deicommissari del popolo del 21 marzo 1921fissa il limite massimo delle pene a 5 anni(«Izvestija», 25 marzo 1921). 1.3.Per il co-dice penale del 1922 i limiti sono compre-si fra 6 mesi e 10 anni (art. 34); fra 1 annoa 10 anni per il codice penale del 1926(art. 28). 1.4. La risoluzione del Cik e del-l’Snk dell’Urss dell’8 agosto 1936 porta lapena massima di privazione della libertàa 20 anni (SZ 44:370), e il 2 ottobre 1937il limite si sposta a 25 anni (SZ 66:297).1.5.Nel 1948 compaiono nelle carceri so-vietiche delle persone condannate dal-l’Oso all’ergastolo, sebbene questa penanon sia prevista dal codice penale (v. de-portazione speciale4.3). 1.6. Secondo il co-dice penale del 1960, la pena detentiva ècompresa tra 3 mesi e 15 anni (art. 24),con o senza ulteriore confino per 5 anni.2. Ma dall’inizio degli anni Venti un dete-nuto non è mai sicuro di essere liberato altermine della pena. La pratica di infligge-re, con un pretesto qualsiasi, una nuovacondanna allo scadere della pena, talvoltaanche prima, diventa sempre più diffusa.3.1. «Ogni giorno accorcia la pena»: iltempo passa, nonostante tutto. Questoproverbio compare negli anni Venti tra idetenuti comuni che, contrariamente aipolitici, sono in generale liberati allo sca-dere della pena. 3.2. Alla domanda «Finedella pena?» alcuni detenuti rispondo-no: «Con la fine del regime sovietico!» (v.preghiera).4. Per le pene lievi (da 5 a 7 anni) si par-la di «pena da bambini» (detskij srok).

DVOJKA SPECIALE (osobaja dvojka)1.1. Istituita per volere di Stalin nel 1936per orchestrare la Grande purga. È com-posta da due membri: Vysinskij, procu-ratore generale dell’Urss, pubblico accu-satore dei grandi processi di Mosca; edEzov, il nuovo commissario del popoloagli Affari interni che ha sostituito Jago-da, giudicato troppo tenero. La dvojka re-dige delle liste di personaggi di alto livel-lo sospettati, molto spesso a torto, dinon approvare totalmente Stalin. 1.2.Precedute dalla formula standard «Pro-poniamo di giustiziare i 300 individuiqui di seguito elencati», queste liste dicandidati a morte sono sottoposte a Sta-lin per la firma e debitamente controfir-mate da Molotov e Zdanov. Si ritiene cheparecchie decine di queste liste, conte-nenti fino a 300 nomi ciascuna, sianostate redatte tra il 1936 e l’inizio del1939. 1.3. Una volta convalidate le liste,compete al commissario del popolo agliAffari interni disporre l’arresto degli in-dividui in causa, presentare loro dellefalse accuse e farli confessare. A sua vol-ta, il procuratore generale fa in modoche tutti i processi, che si svolgono a por-te chiuse, tranne i grandi processi di Mo-sca e qualche altro caso assolutamenteeccezionale, si concludano con una sen-tenza già scontata, il più delle volte lacondanna a morte. 1.4. Le vittime diquesti massacri saranno in gran parte ri-abilitate a titolo postumo con l’effimerodisgelo del 1956, in seguito alla denun-cia degli «errori» di Stalin.2.1. Dopo l’arresto del capofamiglia, eprima di qualsiasi processo, sua moglie ei suoi figli sono scacciati dal loro appar-tamento. La moglie è licenziata e i figlinon hanno più accesso all’istruzione su-periore. Per sopravvivere, i famigliari del

DDVVOOJJKKAA SSPPEECCIIAALLEE

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blicani (gli Eko nelle repubbliche più pic-cole) e le Sezioni speciali locali.

ELEMENTO (element)Nel linguaggio dei cekisti il termine è so-litamente accompagnato dagli epiteti«controrivoluzionario», «antisovietico»,«socialmente pericoloso» e simili (v. si-gle). «Prima della festa proletaria gli orga-ni ripuliranno la città dagli elementi».

ELEMENTO ANTISOVIETICO(antisovetskij element)Il termine, utilizzato accanto a quello di«controrivoluzionario» (k/r) a partire dal-l’inizio degli anni Venti, lo sostituisce com-pletamente negli anni Quaranta (v. depor-tazioni di massa 6.1, detenuto politico 2.1).

EL’GEN (El’gen)Zona agricola, campo femminile e villag-gio dei bambini sulla Kolyma, dipenden-te dall’Usvitlag.

EMIGRATO BIANCO (beloemigrant)Qualsiasi ex suddito dell’Impero russo odella Russia sovietica che l’abbia abban-donata nel periodo dal 1917 alla metàdegli anni Venti. Tutti gli emigrati bian-chi che gli organi della Sicurezza delloStato riuscirono a catturare in Europa enella Cina nord-orientale nel corso dellaSeconda guerra mondiale furono con-dotti in Urss e mandati al confino o neicampi, compresi i bambini nati all’este-ro (v. arresti di massa 29.3, 31, deportazio-ni di massa 8.2-3, kavezˇedinec).

EMULAZIONE DEL LAVORO(trudovoe sorevnovanie, trudsorevnovanie)Formula impiegata nei campi al posto di«emulazione socialista» per evitare il «sa-crilegio» (v. compagno 1). Nota: dopo la

«liquidazione» del Gulag, invece, si co-minciò a impiegare il termine «emula-zione socialista».

ENTRANDO NON TI AFFLIGGERE,USCENDO NON GIOIRE! (Vchodjasˇij, ne grusti, vychodjasˇij, ne radujsja)Vecchio proverbio (v. carcere 3). Nota:molti detenuti sono kolchoziani. All’au-tore è capitato spesso di sentirli dire chedal punto di vista materiale la vita in car-cere o nel lager per loro non è peggioredi quella del kolchoz. I guai comincianonella cosiddetta «libertà», quando moltisono inviati al confino, dove non c’è larazione carceraria garantita e non c’èmodo di guadagnarsi da vivere né un or-to dove piantare le patate.

EPOCA ZARISTA (carskoe vremja)Espressione frequente fino agli anni Cin-quanta. Un oggetto fabbricato al tempodegli zar è un oggetto di qualità: «Sasa èstato fortunato, ha vinto alle carte unagiacca di epoca zarista» (v. cella di rigore 7,collettiva 1, cosacco 1, detenuto politico 1,giornata lavorativa 1, Kolyma 1, marmitta1, norma 2.2, pacco 1, scioperi 4.2, siblon-ka, solovcˇanka, starosta 1, appendice 2, 4).

EREDITÀ DELLO ZARISMO,EREDITÀ DEL PASSATO(nasledie carizma, nasledie prosˇlogo)Formula usata ancora all’inizio degli anniQuaranta, con valore di circostanza atte-nuante nelle sentenze, talvolta con riferi-mento a imputati nati già dopo la fine delpotere zarista. Ciò corrispondeva all’inse-gnamento di Lenin, secondo il quale sot-to il regime sovietico sarebbero inevita-bilmente scomparse le condizioni che ge-neravano la criminalità (v. epoca zarista).

EERROOII DDEEII CCAAMMPPII DDII PPRRIIGGIIOONNIIAA FFIINNLLAANNDDEESSIIEECCCCLLEESSIIAASSTTIICCOO

ECCLESIASTICO (cerkovnik)Persona sospettata di svolgere attività re-ligiosa o professare una fede religiosa;persona che ha già subito repressioni pertale motivo. Nei luoghi di reclusione i fa-scicoli personali di questi detenuti eranocontrassegnati dalla lettera C, iniziale di«cerkovnik» (v. monaca).

EDUCATORE (vospitatel’)1.1. Impiegato della Kvc (v. lavoro cultura-le ed educativo). Inizialmente, non potevaessere un detenuto. Dalla fine degli anniVenti invece è sempre più spesso un dete-nuto comune (v. lavoro di istruzione politi-ca). 1.2. Compito dell’educatore è incita-re i detenuti a superare le norme di produ-zione (v. corrispondente di lager 3), riporta-re sull’albo d’onore o di disonore i nomidei migliori e peggiori lavoratori, leggereai detenuti brani di giornale sottolineatidal direttore e a volte distribuire giornali(che vengono subito usati come carta dasigarette). 1.3. Svolge la sua attività esclu-sivamente durante le ore di riposo dei de-tenuti. Fa molto spesso da intermediariofra i detenuti-informatori e l’amministra-zione (v. collegio degli educatori).2. Sorvegliante nei campi, o colonie, perminori (v. colonie 2.1-2).

EDUCAZIONE (vospitanie)È così definito il tentativo di distruggeretutti i freni morali della persona che siintende reclutare o si è già reclutata. Sco-po dell’educazione è far sì che l’educatoagisca solo per paura o per interesse.

EKIBASTUZ (Ekibastuz)Città del Kazachstan, circa 260 km anord-est di Karaganda. Centro ammini-strativo di grandi lager specializzati nel-l’estrazione del carbone e nell’agricoltu-ra (v. scioperi 3.1).

EKO, SEZIONE ECONOMICADI VCK-GPU-OGPU(Eko, Ekonomicˇeskij otdel Vcˇk-Gpu-Og-pu)Istituito il 25 gennaio 1921 per combat-tere il sabotaggio e gli abusi nell’ambitodegli approvvigionamenti e dell’attivitàeconomica (v. Eku).

EKU, DIREZIONE ECONOMICA DEL-L’NKVD-MVD DELL’URSS (Eku, Ekono-micˇeskoe upravlenie Nkvd-Mvd Sssr)Dal 1934 controlla tutti i settori dell’eco-nomia del paese attraverso gli Eku repub-

E

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provincia sono poste sotto la sorveglianzadel Gpu locale» (SU 51:646, artt. 2, 4, 6, 8).2.2.Due mesi dopo, il 16 ottobre, il Comi-tato esecutivo centrale completa questodecreto conferendo all’Oso «il diritto diespellere e di internare in un campo di la-voro coercitivo […] per il medesimo perio-do di tempo» (SU 1922, 65:844, art. 2).3.1. Il codice penale del 1922, senza usa-re la parola “espulsione”, menziona tra le«altre misure di difesa sociale che sosti-tuiscono la pena secondo la sentenza deltribunale […] l’allontanamento da unadeterminata località» (art. 46-d). 3.2.«Gli individui che un tribunale riconoscecome socialmente pericolosi a causa del-la loro attività criminale o dei loro lega-mi con la malavita, possono essere, perdecisione del tribunale, privati del dirittodi risiedere in determinate località per unperiodo massimo di 3 anni» (art. 49; v. si-gle). 3.3. Il codice penale del 1926 preve-de il confino e l’espulsione come sanzio-ni principali o accessorie. Nel primo ca-so, per un periodo da 3 a 10 anni. Nel se-condo, fino a 5 anni dopo l’espiazionedella pena (art. 35; v. sigle). 3.4. Secondoil codice penale del 1960, in entrambi icasi la durata di queste sanzioni va da 2 a5 anni (artt. 25, 26; v. corna 2, meno, mu-seruola 2).

ESSICCATOIO (susˇilka)In ogni baracca c’è un posto per far asciu-gare scarpe, pezze da piedi, giubbotti ec-cetera, che sono sempre bagnati dall’au-tunno alla primavera. Come accade conil locale del «bollitore», l’essiccatoio di-viene un luogo di ritrovo dei detenuti.

ETICA (etika, eticˇnost’)Vedi legalità socialista.

EVASIONE (pobeg)1. In epoca zarista. 1.1. Al tempo deglizar c’erano casi di evasione dal carcere,talvolta con successiva fuga all’estero. Lefughe dal confino erano molto più fre-quenti: F. Dzerzinskij, per esempio, fu in-viato tre volte al confino e tre volte fug-gì, riuscendo per ben due volte a ripara-re a Berlino. 1.2. L’opinione pubblicamostrava compassione per gli arrestati enelle canzoni si parla di come i contadi-ni siberiani aiutassero gli evasi (v. caccia-tori di uomini 1.2). 2. In epoca sovietica. 2.1. Il potere so-vietico comincia a punire severamentegli evasi e a terrorizzare la popolazione,per evitare che li aiuti. Ben presto vengo-no istituiti premi allettanti per l’uccisio-ne dei fuggiaschi (v. cacciatori di uomini3, testoline). Per questo motivo l’evasocerca di uccidere chi incontra, prima chel’altro uccida lui. 2.2. La sorveglianza deiluoghi di reclusione è molto più severache al tempo degli zar. Le ultime evasio-ni da carceri sovietiche risalgono all’ini-zio degli anni Venti. Dai campi invecefuggono innanzitutto i recidivi disposti atutto (v. vacca 1) o altri criminali per iquali l’evasione è una sorta di gita, dopola quale ritornano spontaneamente. Leevasioni di politici sono invece molto ra-re (v. scioperi 2.3). 2.3. La cattura deglievasi è affidata a gruppi operativi, unitàdi fucilieri, perfino all’aviazione. Il pe-staggio dei catturati, a volte a morte, èuna radicata consuetudine. I loro cada-veri straziati sono gettati davanti al po-sto di guardia del lager da cui sono fug-giti e di solito restano lì per diversi gior-ni. Chiunque sia ritenuto responsabiledell’evasione è punito in via ammini-strativa o giudiziaria. 2.4. Nella fascia

EEVVAASSIIOONNEE

EROI DEI CAMPI DI PRIGIONIAFINLANDESI (geroi s finskogo plena)Vedi soldatini.

ESECUTORE (ispolnitel’)1. Boia, esecutore della condanna a morte.In Urss non ci sono boia civili, benché a par-tire dal 1917 vengano giustiziate ogni annomigliaia o centinaia di persone (v. pena ca-pitale 3). Le condanne a morte sono esegui-te da un carceriere che si offre volontario,oppure, in mancanza di volontari, il boia èdesignato dal direttore del carcere. Prima edopo «l’operazione», l’esecutore riceveuna razione di vodka. Inoltre ha diritto a deigiorni di riposo aggiuntivi. Di regola unostesso esecutore non uccide più di una vit-tima per notte. Ma nei periodi di fucilazio-ni di massa (v.) ci sono delle eccezioni.2. La tecnica dell’esecuzione è descrittaalle voci carcere per l’esecuzione delle con-danne a morte, fucilazione 1, 2 e infra 3.3. Un vecchio cekista, ricordando il pe-riodo 1918-24, ha raccontato all’autore:«La persona che conduci alla fucilazioneha le mani legate dietro la schiena, condel filo di ferro. Gli ordini di andareavanti e tu, con il revolver in mano, lo se-gui. Dove occorre gli ordini “a destra”, “asinistra”, finché non si arriva a un postodove il pavimento è ricoperto di segatu-ra o sabbia. Qui gli avvicini la canna del-la pistola alla nuca e pam! E contempo-raneamente gli dai un forte calcio nel se-dere». «Perché?». «Perché il sangue nonti schizzi sulla giubba e tua moglie nondebba continuamente lavartela».

ESENZIONE DAL LAVORO (osvobozˇdenie ot raboty)

Di regola viene concessa soltanto per unturno di lavoro (v. malattie, quote di uti-lizzo della manodopera).

ESPERANTISTA (esperantist)Inizialmente il regime sovietico incorag-giava gli esperantisti. Ma a partire dalGrande terrore i loro contatti con glistranieri li resero sospetti di spionaggio.

ESPULSIONE (vysylka)Divieto di soggiorno in determinate lo-calità e regioni. È una sanzione principa-le o accessoria inflitta da un tribunale ocon semplice decisione amministrativa.1.1.La deportazione (ssylka), così come lapraticava il potere zarista, era violente-mente denunciata sia dai bolscevichi e datutti gli altri rivoluzionari, sia dai libera-li. La Rivoluzione di febbraio la abolisceimmediatamente. Dopo la presa del pote-re, per i bolscevichi è difficile reintrodur-re la deportazione, così inventano un eu-femismo per sostituire il termine: a parti-re dal 1918 «espellono» da Mosca e daPietrogrado i menscevichi, gli sr, gli anar-chici e altri, come pure dei pregiudicati.1.2.All’inizio, espellono per qualche me-se o un anno. Gli espulsi sono autorizza-ti a vivere nelle grandi città della Russiaeuropea. A poco a poco la durata dell’e-spulsione aumenta e il numero dei luoghidi residenza autorizzati diminuisce. Inpratica, l’espulsione diventa confino.2.1. Il decreto del Comitato esecutivo cen-trale della Rsfsr del 10 agosto 1922 «Sull’e-spulsione amministrativa» istituisce una«Commissione particolare presso l’Nkvd»che emette sentenze di espulsione. Que-sto decreto aumenta a 3 anni la duratamassima dell’espulsione e delimita il ter-ritorio in cui l’espulso è relegato: «Le per-sone espulse e inviate in una determinata

EESSEECCUUTTOORREE

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(art. 80). Nell’articolo 35 si precisa che«in caso di evasione di donne e minorinon è ammesso l’uso delle armi».4. Espressioni popolari. 4.1. Terminolo-gia in uso fra i cekisti e i detenuti: correre,essere in fuga, avere evasioni sul proprioconto, avere tendenza all’evasione; «darela vite»: sfuggire alla scorta; «cambiare ilproprio destino» (v. destino); «strapparsidalla zona», «rompersi le unghie», «an-darsene nei ghiacci, nel muschio» (v. pro-curatore).

EZOVSCINA (ezˇovsˇcˇina)1. Caratteristiche generali. 1.1. Il perio-do 1936-38, quando commissario del po-polo agli Affari interni dell’Urss era Niko-laj Ivanovic Ezov, per mezzo del qualeStalin colpì la vecchia guardia leninianadel partito e dell’apparato statale, moltiesponenti dell’esercito, della polizia, del-l’economia, della scienza e della cultura.Il segnale fu dato dall’assassinio di Kirov(v. Kirov). 1.2. Alcune decine dei più stret-ti collaboratori di Lenin furono condan-nati in processi pubblici (v. processi di Mo-sca). Milioni di altri in sedute di tribuna-le della durata di cinque o dieci minuti ocon procedura extragiudiziale (v. Oso).Milioni, anche se non tutti, si riconobbe-ro colpevoli dei più orrendi delitti, che in

realtà non avevano mai commesso.Ognuno di loro si trascinava dietro unacoda (v. arresti di massa). 1.3. La ezˇovsˇ-cˇina si scatenò soprattutto dopo un dis-corso in cui Stalin rimproverava paterna-mente i militanti troppo zelanti: «Accadeche si espella subito dal partito un com-pagno solo perché è passato per la via do-ve un tempo abitava un trockista» («Prav-da», 3 marzo 1937). 1.4. Durante la ezˇov-sˇcˇina circa 12-14 milioni di persone fu-rono inviate nei campi e nelle carceri, epiù di un milione furono i fucilati (R.Conquest, The Great Terror, London,1968, p. 532). 1.5. Il ricorso massiccio al-le torture nelle carceri giudiziarie diven-ne evidente nella notte fra il 17 e il 18agosto 1937. Nello stesso tempo si ina-sprì nettamente il regime nei luoghi dipena. 2. Propaganda. La stampa e la radio so-vietica, così come la quinta colonna sta-linista all’estero, esaltano Ezov, «il com-missario del popolo di Stalin», e applau-dono a ogni nuova condanna a morte.Quasi vent’anni dopo, il Politbjuro ritie-ne opportuno riabilitare un numero no-tevole di vittime della ezˇovsˇcˇina, pre-valentemente iscritti al partito.3. Nuovi metodi. Nell’estate del 1938 La-vrentij Berija fu nominato vice di Ezov e

EEZZOOVVSSCCIINNAA

temperata dell’Urss la primavera e l’esta-te sono considerate le stagioni più favo-revoli alle evasioni. Nella zona artica, in-vece, si preferisce aspettare che gelino lepaludi impraticabili, scompaiano i mo-scerini (v. zanzare) e il manto nevoso del-la tundra si indurisca. Il plenipotenziariooperativo vigila attentamente per preve-nire le evasioni. Una scorta di galletterinvenuta fra gli effetti di un detenuto èuna prova sufficiente per rinchiuderlonel Bur fino alla fine della «stagione del-le evasioni».3. Leggi e disposizioni. 3.1. «Chi evadedai lager o dai lavori è soggetto alle pu-nizioni più severe» (SU 1919, 12:124, art.4). 3.2. «Per la prima evasione al detenu-to viene aumentata la pena [...] fino a 10volte [...]. Per la seconda evasione il col-pevole è deferito al Tribunale Rivoluzio-nario [...] e può essere condannato allapena di morte [...]. Per prevenire le eva-sioni può essere introdotta la responsabi-lità collettiva» (SU 1919, 20:235, artt. 37,38). 3.3. «Un detenuto è perseguito pe-nalmente per ogni evasione o tentataevasione» (SU 1921, 23-24:141, art. 214).3.4. «L’evasione [...] è punita con la pri-vazione della libertà per un periodo noninferiore a un anno» (UK-22, art. 95).3.5. «Per l’abbandono non autorizzatodel luogo di reclusione, senza il ricorsoalla violenza, la persona privata della li-bertà è sottoposta a sanzioni ammini-strative [...]. Per l’evasione o la tentataevasione accompagnata da violenze s’in-staura un procedimento penale» (ITK-24, art. 212). 3.6. Per «evasione da unluogo di reclusione [...] pene fino a treanni». Per «fuga dal confino [...] commu-tazione del confino con la privazionedella libertà per lo stesso periodo» (UK-26, art. 82). 3.7. «L’assenza di un detenu-to senza la dovuta autorizzazione e la

non comparizione nel luogo di reclusio-ne entro sei ore dall’appello serale è con-siderata evasione» (SZ 1930 22:248, art.50). 3.8. In caso di evasione «i materialidell’istruttoria sono indirizzati alla pro-cura» (ITK-33, art. 92). 3.9. La legge del20 maggio 1934 stabilisce che in caso difuga all’estero di un militare i membrimaggiorenni della sua famiglia sono pu-niti con la privazione della libertà per unperiodo da 5 a 10 anni (SU 30:173); que-sta legge viene introdotta nell’UK-26 co-me articolo 58-1b. 3.10. Nel 1941 un’i-struzione segreta prescrive ai tribunali dilager di condannare alla fucilazionequalsiasi detenuto politico catturato do-po la prima evasione, e i criminali comu-ni dopo la seconda; per la prima evasio-ne i criminali comuni saranno giudicatiin base all’articolo 58-14 («fuggito dai la-ger con fini di sabotaggio controrivolu-zionario dell’edificazione del sociali-smo»). Ma se manca la manodopera, ac-cade che per la prima evasione al bytovik(v.) diano 10 anni per l’articolo 58-14,per la seconda 25, e lo fucilino solo allaterza. 3.11. «La fuga dal luogo di confinoo dal preventorio di cura [...] è punitacon la privazione della libertà fino a unanno» (VR 1968, 20:859; questa legge èintrodotta nell’UK-60 come articolo186). «L’evasione dal luogo di reclusione[...] è punita con la privazione della liber-tà fino a 5 anni» (UK-60, art. 188). Manella risoluzione del Plenum della Cortesuprema dell’Urss del 3 dicembre 1962 sidice che «i condannati per reati gravi» incaso di evasione sono perseguibili «percumulo dei reati previsti dagli articoli77-1 e 188» («Bjulleten’ VerchovnogoSuda Sssr», 1962, 6, p. 9). Nota: l’articolo77-1 prevede una pena da 8 anni alla fu-cilazione. 3.12. Nell’ITK-70 si parla di«responsabilità penale per l’evasione»

EEVVAASSIIOONNEE

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FASCISTI ANTIHITLERIANI(antigitlerovskie fasˇisty)Cittadini polacchi arrestati e condanna-ti dal potere sovietico come nemici delpopolo, cioè «fascisti», dopo l’annessio-ne della Polonia orientale nel 1939. Fraloro c’erano molti ebrei, i cui sentimentiantihitleriani non potevano essere messiin dubbio.

FEBBRE DELL’ORO (zolotaja lichoradka)Campagna dell’Ogpu destinata a trovaree confiscare l’oro alla popolazione (1923-29). Gli «occultatori d’oro», veri o presun-ti, erano sottoposti a tortura (v. bagno a va-pore, misure speciali). Chi consegnava l’o-ro era liberato a condizione che scrivessedi suo pugno un documento, in cui di-chiarava di «offrire spontaneamente» l’o-ro a favore del Fondo per l’industrializza-zione della repubblica sovietica (v. arrestidi massa 7).

FENJA (fenja)Vedi gergo della malavita.

FERMARE (zaderzˇat’)«Sarebbe andato lontano, se non l’aves-sero fermato», ovvero se non l’avesseroarrestato (si dice di un millantatore).

FESSO (fraer, frajer)1. Persona non appartenente al mondodella malavita e dunque selvaggina che icriminali possono liberamente cacciare.2. Ingenuo, babbeo; i malavitosi usanoanche altri nomignoli: renna, diavolo,ivan-ivanovic, asfalto-marciapiedovic (disolito applicato agli ingegneri), melanza-na-pomodorovic (qualsiasi caucasico), si-dor-polikarpovic (qualsiasi slavo o perso-na con consistenti scorte alimentari),aceto-pomodorovic (un intellettuale oun fesso cerimonioso), fan-fanyc (un fes-

so borioso). Nota: nel Quaderno siberianodi Dostoevskij al n. 434 è annotato: «Ehi,tu, Chiacchiera Petrovic!».

FEZEUSNIK (fezeusˇnik)Alunno del Fzu (v.), condannato in virtùdel decreto del 28 dicembre 1940 per averabbandonato senza autorizzazione lascuola professionale (v. ukaznik 3). For-malmente nel Fzu erano mobilitati i ragaz-zi contadini dai 14 ai 16 anni. In pratica vifinivano anche i dodicenni. Le pene anda-vano dai 3 ai 7 anni. Centinaia di migliaiadi questi ragazzi si ritrovarono nel Gulagnegli anni della guerra. Molti divennero la-dri o prostitute (v. bambini,minore 4).

FIGLIOCCIO (krestnik)1. Si dice di chi è stato incarcerato grazieagli sforzi di qualcuno. «Il nostro oper co-nosce bene Miska: è il suo figlioccio».2. Detenuto in attesa di giudizio.

FILIALE DI LAGER, LAGPUNKT(lagernyj punkt, lagpunkt)Filiale di una sezione di lager, organizza-ta nei pressi di un cantiere distante: ciòconsente di ridurre i tempi di sposta-mento e il numero dei soldati della scor-ta. Il lagpunkt dipende dal direttore dellasezione di lager e si avvale della sua am-ministrazione, che a seconda delle ne-cessità vi invia il suo personale; vi sonomandati obbligatoriamente uno o piùcomandanti, un ripartitore (v.), un aiuto-medico (v. sezione di lager).

FINE, FINO ALLA FINE (do okoncˇanija)1. «Fino alla fine della guerra civile»: for-mula usata dalla Ceka per inviare neicampi di concentramento.2. «Fino alla fine della guerra»: vedi dis-posizione speciale.

FFIINNEEFFAABBBBRRIICCAA NNUUMMEERRAATTAA

FABBRICA NUMERATA,IMPIANTO NUMERATO(nomernoj zavod, nomernoj ob”ekt)Fabbrica o altra impresa segreta (v. impian-to speciale, indirizzo del detenuto 2).

FACCIA AL MURO! (Licom k stene!)Nelle carceri i detenuti di celle diversenon sono autorizzati a comunicare fra lo-ro e non devono neppure vedersi. Perciòil sorvegliante che conduce un detenutoper i corridoi del carcere lo ferma primadi ogni svolta e comanda: «Faccia al mu-ro!», per accertarsi che la via sia libera. Segli viene incontro un altro sorvegliantecon un altro detenuto, uno dei due èchiuso in un box (v.) o messo faccia almuro, mentre passa l’altro; ma nelle car-ceri di transito la regola non è sempre os-servata. Talvolta il carceriere dice sempli-cemente: «al muro!». A Lefortovo, nelpunto in cui si congiungono tutti i corri-doi, c’è un sorvegliante che segnala conuna bandierina se la via è libera. L’ordine“faccia al muro!” risale al tempo deglizar. Allora si adottava solo nella fortezzadi Schlüsselburg, mentre il potere sovie-tico lo estese a tutte le carceri giudiziarieed esecutive (v. schiocco).

FALANGE (falanga)Negli anni Venti, sottosezione di lager.Tra i fondatori del Gulag vi sono degliidealisti seguaci delle utopie di Fourier.

FAME (golod, goloducha)1. Vedi scala alimentare, scala della fame.2. «La fame non è una zia» (modo di di-re): nel lager la fame è brutta e fa dimen-ticare la coscienza a tutti. Nel Quadernosiberiano Dostoevskij riportava: «La mi-seria è cattiva e la fame non è una zia, ese è affamato anche un vescovo ruba».3. «La fame non è una zia, e il cazzo non èun battello a vapore» (modo di dire): non ciinganniamo, guardiamo in faccia la realtà.

FAMIGLIA (sem’ja)Nelle carceri e nei lager, gruppo di perso-ne unite e solidali (v. mangiare 1).

FASCICOLO (delo)Vedi caso 2.

FASCISTA (fasˇist)Nel gergo dei cekisti, arrestato o condan-nato per motivi politici. Il termine entrain uso durante le purghe staliniane deglianni Trenta (v. detenuto politico, fascistiantihitleriani).

F

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suo arrivo in uno stabilimento peniten-ziario (v. caso 2.2).2.1. Nel gergo dei cekisti, il termine sosti-tuisce la parola “detenuto” nei documen-ti inviati ad altri enti sovietici non peniten-ziari. Per esempio in un radiogramma peril capitano di un porto fluviale: «Vi abbia-mo inviato il barcone numero..., carico di986 formulari» significa che sono stati in-viati 986 detenuti. Il capitano e tutta la po-polazione locale li vedranno, ma sulla car-ta non ci sarà la parola «proibita» detenu-to! 2.2. Sulla Kolyma si parlava invece di«alberi», e il capo del settore telegrafava aMagadan: «Per garantire la realizzazionedel piano sono necessari 350 alberi». No-ta: questo tipo di camuffamento era tutt’al-tro che nuovo. I mercanti di schiavi del XVIII

secolo registravano la «merce» trasportatacome «legno d’ebano».3. «Il suo formulario è all’Urc»: detto diun imboscato ben curato che ha il per-messo di uscire dalla zona, significa chenonostante tutte le sue arie è comunqueun detenuto, e non un lavoratore libero.

FORNO (prozˇarka)1. Camera di disinfestazione (v.) o am-mazzapidocchi.2. Disinfezione ad alta temperatura del-la biancheria e degli abiti (v. trattamentosanitario).

FORZA LAVORO, (rabsila)Il termine appare nella stampa sovieticaall’inizio degli anni Venti. Letteralmenterabsila è l’abbreviazione di rabocˇaja sila(r/s), “forza lavoro, manodopera”, ma inrusso rab significa “schiavo” e quindi sipuò interpretare come “forza degli schia-vi”. Poiché l’opinione pubblica mondia-le condanna lo sfruttamento del lavoroforzato in Urss, il termine negli anni Cin-quanta viene vietato e scompare non so-

lo dalla stampa, ma anche dai documen-ti amministrativi (v. forza lavoro da tiro).

FORZA LAVORO DA TIRO (rabguzˇsila)Questo termine, inventato da un capo -squadra, è impiegato nei campi per defi-nire insieme la forza lavoro dei detenuti,del bestiame da tiro e dei cavalli. Così sipuò leggere in un bollettino del lager cheriporta le ore d’utilizzo della forza lavo-ro: «lavoro detenuti 120 ore; lavoro be-stiame 34 ore; totale ore di lavoro, dete-nuti e bestiame: 154». All’autore è capi-tato di vedere in alcuni bollettini unascritta ancora più concisa: «Totale oreforza lavoro da tiro».

FORZATO POLITICO (politkatorzˇanin)I detenuti politici liberati dai lavori for-zati con la Rivoluzione di febbraio crea-no alla fine del 1917 l’Associazione degliex forzati politici. Con il tempo i loro ri-cordi personali sono sempre più in con-traddizione con la versione ufficiale chei bolscevichi danno della storia della lot-ta rivoluzionaria contro l’autocrazia, ecosì, nel maggio del 1935, la loro associa-zione viene sciolta. Due anni dopo, du-rante la ezˇovsˇcˇina (v.), i forzati politicisopravvissuti vengono arrestati. Nota:nel 1943 il Politbjuro leniniano ripristi-na i lavori forzati, ma solo per i politici(v. Ktr). Tuttavia il termine «forzato poli-tico» non viene più usato.

FRAER (fraer, frajer)Vedi fesso.

FUCILAZIONE (rasstrel)1. Nei primi anni del potere sovietico lefucilazioni per sentenza del tribunaleerano eseguite dagli organi dell’Nkju,dell’Nkvd o della Vck (Gpu-Ogpu), quel-

FFUUCCIILLAAZZIIOONNEE

FINLANDESE BIANCO, B/F (belofin, B/f)Ogni finlandese inviso al potere sovieti-co. Il termine compare durante i tentati-vi di annettere la Finlandia nel 1917-18e, più tardi, quando l’Armata rossa attac-ca la Finlandia nel 1939. Nota: i termini«finlandese bianco», «polacco bianco» esimili sono stati inventati dalla propa-ganda sovietica come insulti sciovinisti,ma non dovrebbero essere offensivi per ifinlandesi e i polacchi leali verso l’Urss(v. nazionalismo borghese).

FIRMARE (podpisat’)1. Firmare il verbale d’interrogatorio pre-disposto dall’inquirente. «Semën avevaretto ai pestaggi e alle catene di montag-gio. Alla fine, l’inquirente gli ha fatto da-re un’occhiata dallo spioncino di unacella piena di criminali comuni, poi dal-lo spioncino di un’altra cella dove ha vi-sto sua figlia di 13 anni. “Vuoi che li la-sciamo entrare nella cella di tua figlia?”.E Semën ha firmato».2. «Firmare il duecentosei»: firmare ilverbale di conclusione dell’istruttoria.«Ivan ha già firmato, presto verranno aprenderlo» (v. chiesa 1, duecentosei, due-centotre).

FOGLIO DI MARMITTA(kotlovka, kotlovyj list)1. Elenco delle proteine, dei grassi ecce-tera, in grammi a porzione.2. Elenco dei prodotti assegnati alla cuci-na per la preparazione dei pasti, compila-to giornalmente secondo i dati sulla pro-duttività dei detenuti, il numero dellepersone che hanno diritto alle diverse ra-zioni (personale tecnico o amministrati-vo, detenuti in cella di rigore, sottopostia diete, malati eccetera; v. percentuale, rap-porto 1). Firmato dal capocontabile, dal

responsabile della sezione amministrati-vo-economica e dal direttore del campo,o sezione di campo, o colonia eccetera.3. Insieme delle derrate alimentari con-segnate dal magazzino alla cucina in ba-se al foglio di marmitta.

FONDAMENTI DI DIRITTO PENALEDELL’URSS E DELLE REPUBBLICHEFEDERATE (osnovy ugolovnogo zakono-datel’stva Sssr i sojuznych respublik)Legge dell’Urss approvata il 25 dicembre1958, sulla base della quale furono redat-ti i codici penali delle «repubbliche fede-rate». Una legge simile era stata promul-gata il 29 ottobre 1924 (UK-60, UK-26).

FONDO INCENTIVI (poosˇcˇritel’nyjfond)Fondo a disposizione del direttore del-l’impresa che sfrutta il lavoro dei detenu-ti. Consiste in una piccola somma di de-naro, ma innanzitutto in machorka (v.),che è merce particolarmente richiesta. Ilfondo incentivi è rimpinguato grazie al-le razioni di tabacco che non vengonodistribuite ai detenuti. Si ricorre al fondoincentivi quando bisogna eseguire lavo-ri particolarmente importanti in condi-zioni oltremodo difficili; soprattuttoquando questi lavori vengono proposti auna squadra che ha appena finito il suoturno. Si trovano sempre dei volontari.Di solito vengono assegnati circa 12 g dimachorka a persona.

FORCA (viselica)Vedi pena capitale 9.

FORMULARIO (blank, formuljar)1. Formulario che l’amministrazionecompila con i dati del detenuto dopo il

FFIINNLLAANNDDEESSEE BBIIAANNCCOO

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Trenta le fucilazioni avvenivano in car-ceri appositamente attrezzate (v. carcereper l’esecuzione delle condanne a morte).2-24. Categorie di fucilati. 2.1. 1918: co-sacchi fatti prigionieri durante la difesa diCaricyno (il Comitato centrale del parti-to era lì rappresentato da Stalin). 2.2. Av-versari politici. 2.3. Criminali recidivi.3.1. 1918-20: contadini (v. infra 5.1, 10,arresti di massa 3.3). 3.2. Controrivolu-zionari.4.1. 1921: marinai di Kronstadt (circa10.000). 4.2. Controrivoluzionari: guar-die bianche.5.1. 1922: contadini (v. infra 10, Anto-nov, arresti di massa 3.3). 5.2. Credenti.6. 1922-31: basmacˇi (v. arresti di massa8).7. 1923-30: detenuti politici (menscevichi,socialisti rivoluzionari e altri). In una solanotte d’ottobre del 1929 alle Solovki sonofucilate circa 300 persone. La stessa sorte toc-cA ai detenuti comuni che hanno seppelli-to i cadaveri (v. infra 11, 14, 15.2, 18.1).8.1. 1927-28: trockisti. 8.2. Nemici con ilregolo, tecnici, ingegneri (v. arresti dimassa 11.4). 8.3. Criminali recidivi.9. 1929: jakuti, buriati-mongoli (v. arre-sti di massa 12).10. 1929-32: contadini, soprattutto inUcraina e nel Caucaso del Nord (v. deku-lakizzazione).11.1. Anni Trenta: detenuti politici (pe-riodicamente), soprattutto trockisti. 11.2.Criminali recidivi.12. 1932: spigolatori, per la legge del 7agosto (v. arresti di massa 16).13. Dicembre 1934: guardie bianche. Al-l’indomani dell’assassinio di Kirov sonofucilati più di cento detenuti in attesa digiudizio che erano stati arrestati prima ditale assassinio.14. 1936: detenuti politici. Si conduconofuori dagli isolatori politici trockisti,

menscevichi, socialisti rivoluzionari ec-cetera, e contro di loro si inscenano pro-cessi farsa che si concludono con con-danne a morte.15.1. 1936-38: Grande purga; per accuseevidentemente false circa un milione emezzo di persone sono condannate allafucilazione in processi a porte chiuse (v.ezˇovsˇcˇina 1.3). Diciotto anni dopo sa-ranno quasi tutti riabilitati post mortem.15.2. Detenuti politici e criminali recidi-vi, soprattutto renitenti: da Mosca sonoinviate nelle carceri e nei campi appositecommissioni dell’Nkvd, che in base ai fa-scicoli personali rintracciano i detenutipolitici sopravvissuti e anche alcune ca-tegorie arrestate nel 1934-38; inoltre siscelgono alcuni criminali recidivi, parti-colarmente numerosi all’Uchtpeclag (Ci-b’ju, Knjaz-Pogost eccetera). Sono tuttifucilati senza processo, in base alla deci-sione della commissione. Si stima che levittime siano state 100.000-200.000.16. Primavera del 1940: più di 14.000 uf-ficiali polacchi (v. Katyn’).17. Autunno 1940: circa 400 generali li-tuani, lettoni ed estoni e altri ufficialibaltici (v.).18.1. Fine giugno 1941 (subito dopo l’at-tacco della Germania hitleriana all’Urss):migliaia di detenuti politici arrestati daEzov; per loro si fabbricano nuove accusee dopo processi farsa li si fucila come«agenti di Hitler» (compresi gli ebrei).18.2. Come «misura operativa» sono fuci-lati i detenuti politici e i criminali recidivitutte le volte che, nella fretta di fuggire da-vanti ai tedeschi, l’Nkvd non fa in tempoa evacuare i luoghi di reclusione. Partico-larmente numerosi i fucilati a Rovno e aTallin. Nelle carceri di Leopoli sono fucila-te circa 7.000 persone, in quelle di Vilniuspiù di 4.000. A Berdicev il carcere viene fat-to saltare insieme alle persone (v. infra 20).

FFUUCCIILLAAZZIIOONNII DDII MMAASSSSAA

le extragiudiziali esclusivamente dallaVck, ma solo fino ai primi anni Trenta.Queste ultime avvenivano nel cortile diqualsiasi sede di Vck-Gpu-Ogpu. I con-dannati erano portati fuori dal sotterra-neo di notte, abbagliati con i fari dei ca-mion, e a quel punto si apriva il fuoco sudi loro. Il rumore dei motori accesi copri-va gli spari. 2. Dalla fine degli anni Ven-ti il monopolio delle fucilazioni appar-tenne soltanto all’Ogpu e dal 1934 al-l’Nkvd dell’Urss (Nkgb-Mgb-Mvd-Kgb).

FUCILAZIONE SECCA (suchoj rasstrel)Senza spargimento di sangue (v. tecnica-mente); si dice di qualsiasi lavoro tantomassacrante da uccidere, come l’abbatti-mento degli alberi nella taiga. Accadeche determinate persone o categorie dipersone siano inviate apposta a tali lavo-ri (v. fucilazione verde).

FUCILAZIONE VERDE (zelënyj rasstrel)Il lavoro al taglio del bosco, tanto duro dauccidere (v. fucilazione secca, tecnicamente).

FUCILAZIONI DI GARANIN(garaninskie rasstrely)Il tenente colonnello Garanin, direttoredell’Usvitlag sulla Kolyma, era a capodella trojka che nel 1937-38 compilavagli elenchi dei detenuti destinati alla fu-cilazione (v. fucilazioni di massa 15.2). Intutto alla Kolyma furono fucilati circa26.000 detenuti politici, criminali recidi-vi e renitenti (v.). Si dice che molti sianostati assassinati personalmente da Gara-nin. Nota: nel 1939 Garanin fu fucilatocome «nemico del popolo», non peròper gli arbitrii commessi, ma nell’ambitodella «liquidazione dei liquidatori».

FUCILAZIONI DI KASKETIN(kasˇketinskie rasstrely)Dal nome del capo della commissioneinviata da Mosca a Vorkuta nel 1938 pereffettuare fucilazioni di massa (v.). Simi-li commissioni imperversavano allora intutti i campi.

FUCILAZIONI DI MASSA(massovye rasstrely)1. Introduzione. 1.1. Nei primi anni delpotere sovietico i dati sul numero dei fu-cilati erano pubblicati, ma solo parzial-mente (v. arresti di massa 1.2). In seguitosi cominciò a diffonderli solo quando eraritenuto politicamente opportuno. Veri-ficare le supposizioni riguardo al nume-ro delle fucilazioni di massa è difficile,perché gli esecutori e gli altri testimonidi solito finivano a loro volta fucilati.1.2. Esistono documenti dai quali risultache negli ultimi novantadue anni dellozarismo furono giustiziate 6.321 persone(S. Userovic, Smertnye kazni v carskoj Ros-sii, Char’kov, 1931). I dati per il periodosovietico sono invece frammentari. Peresempio, solo in casi eccezionali sonostate rinvenute alcune fosse comuni incui furono sepolte molte migliaia di fuci-lati (v. Katyn’ 1, Vinnica). 1.3. Si stimache nel periodo della guerra civile fosse-ro fucilate dalla Ceka circa 50.000 perso-ne. Secondo quanto afferma uno deimembri del Collegio della Vck, MartinLacis, nel 1918 e nei primi sei mesi del1919 il Collegio fucilò 8.393 persone(Dva goda bor’by na vnutrennem fronte,Moskva, 1920). 1.4. La Vck e l’Ogpu disolito fucilavano di notte, nel cortile del-l’edificio da loro occupato, abbagliandoi condannati con i fari dei camion e co-prendo gli spari con il rumore dei moto-ri accesi. A partire dalla metà degli anni

FFUUCCIILLAAZZIIOONNEE SSEECCCCAA

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GGIIDDRROOSSTTRROOJJ DDEELLLL’’NNKKVVDD DDEELLLL’’UURRSSSS

GALINA BORISOVNA(Galina Borisovna)Designa scherzosamente la polizia politi-ca: le iniziali GB (v.) sono infatti le stes-se di Gosudarstvennaja Bezopasnost’, la Si-curezza dello Stato.

GB (GB)Sicurezza dello Stato. Nella denomina-zione ufficiale della polizia politica so-vietica la formula appare nel 1934 (v.Gugb).

GEBIST (gebist)A partire dagli anni Quaranta, agentedella Sicurezza dello Stato (v. GB, Gugb,Kgb, Mgb dell’Urss, Nkgb).

GENOCIDIO (genocid)A differenza di Hitler, il potere sovieticoproclama il suo amore per tutte le nazio-ni. Quando ne stermina alcune, nazionerussa compresa, lo fa «tecnicamente» (v.deportazioni di massa 3, 7.1, fucilazioni dimassa 1-23, Katyn’, ufficiali baltici,Vinnica,Vrangel’).

GERGO DELLA MALAVITA (fenja)La fenja è parlata dai malavitosi e, più ingenerale, da chi vuole esprimere così il

suo dissenso dalla cultura ufficiale. Nota:dopo la sconfitta della malavita odessitaall’inizio degli anni Quaranta, si osservaun rinnovamento del gergo, che diventatalvolta incomprensibile anche a chi co-nosceva la vecchia fenja.

GHIACCI, ANDARSENENEI GHIACCHI (l’dy, ujti vo l’dy)Fuggire dal lager (v. evasione 4). Nota: daicampi del nord è più facile fuggire quan-do le paludi della tundra sono ghiaccia-te, e nell’aria non ci sono nugoli di mo-scerini e zanzare.

GIDROPROEKT DELL’NKVDDELL’URSS (Gidroproekt Nkvd Sssr)Istituto per la progettazione di impiantiidraulici organizzato dal Gulag alla finedegli anni Trenta. Vi sono impiegatiscienziati, ingegneri e tecnici detenuti.Vedi anche Gidrostroj, Gulag 3.3, sˇarasˇ-ka.

GIDROSTROJ DELL’NKVDDELL’URSS (Gidrostroj Nkvd Sssr)Impresa per la costruzione di impiantiidraulici che ricorreva all’impiego di ma-

G

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19. 1941-46: durante la guerra e subitodopo, ogni campagna di arresti di massaè accompagnata da fucilazioni (v. arrestidi massa 24.1-2, 26).20. 1948: terremoto ad Aschabad. La po-lizia circonda le carceri distrutte e fucilatutti i detenuti che non hanno fatto intempo a fuggire.21. 1953-54: scioperi nei lager. Centinaiadi detenuti muoiono per le pallottole osotto i cingoli dei carri armati.22. Giugno 1962: centinaia di operaimuoiono nelle strade di Novocerkassk,quando il potere sovietico manda repar-ti di fucilieri e carri armati per reprimerela loro protesta (v. scioperi 1.1). 23. Dall’autunno 1962: sistematiche fuci-lazioni di internati che «terrorizzano i de-tenuti incamminati sulla via della corre-zione», in virtù dell’articolo 77-1, introdot-to nel luglio 1962 (VR 29:449). Sono consi-derati tentativi di terrorizzare i detenuti an-

che gli oltraggi e lo scherno («Bjulleten’Verchovnogo Suda Sssr», 1962, 6, p. 9).24. Dopo mezzo secolo di uso sistemati-co del terrore, lo Stato non ha più biso-gno di repressioni così frequenti ed este-se (v. battuto 2, capire 1).

FUMATE! (Zakurivaj!)Si dice quando si è nei guai e non c’è viadi scampo. Nota: quando gli alatori delVolga dovevano affrontare un tratto par-ticolarmente difficile, entrando nell’ac-qua fino al collo, il caposquadra li ferma-va con l’ordine «fumate!», perché c’era ilrischio che le borse del tabacco appese alcollo si bagnassero e non si potesse piùfumare per un pezzo.

FZU, SCUOLA DI FABBRICA(Fzu, fabricˇno-zavodskoe ucˇilisˇcˇe)Scuola annessa a una fabbrica o a un de-posito ferroviario. Durante la Seconda

FFUUMMAATTEE!!

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1. Nella stragrande maggioranza dei la-vori si devono rispettare delle norme diproduzione, la cui realizzazione è calco-lata in percentuale (v. norma 1, 2). Ingiorni/uomo è valutato invece il lavoronon quantificabile in termini di produ-zione, come quello del custode, del pian-tone eccetera: un giorno/uomo dà dirit-to alla stessa razione prevista per la rea-lizzazione del 100% della norma.2. Prima dell’introduzione dell’autofi-nanziamento, l’ente che impiegava lamanodopera forzata, per esempio ilkombinat Polimetallurgico di Noril’skdell’Mvd dell’Urss, versava al fornitoredella manodopera, l’Itl di Noril’sk, il co-sto del giorno/uomo per ogni detenutomesso a sua disposizione, fosse un pro-fessore di storia antica, un manovale oun ingegnere metallurgico. 3. Il costo di un giorno/uomo equivalegrossomodo al prezzo di 14,5 kg del pa-ne nero di qualità più scadente (fino allariforma monetaria del 1947, 13 rubli) enon solo copre le spese per il manteni-mento del detenuto stesso e del campocon la sua amministrazione e sorveglian-za, ma una determinata percentuale vaanche a incrementare il bilancio delloStato. Si calcola che il lavoro di 7-8 dete-nuti copra le spese per il mantenimentoe la pensione di un sorvegliante.

GITD (Gitd, Gubernskij ispravitel’no-trudovoj dom)Casa di lavoro correzionale (v.) di gover-natorato.

GIURARE ALLA ROSTOVIANA(bo zˇit’sja po rostovski)Giurare in maniera particolarmente co-lorita. Dopo Odessa (v.), infatti, Rostovsul Don divenne uno dei principali cen-

tri della malavita sovietica. Nota:: Do-stoevskij riporta questo giuramento:«Be’, se non ho detto la verità, che tu pos-sa crepare» (Quaderno siberiano n. 199).

GLAVGIDROVOLGODONSTROJDELL’NKVD DELL’URSS(Glavgidrovolgodonstroj Nkvd Sssr)Impresa per la costruzione del canaleVolga-Don (v. Gulag, Volgodon).

GLAVLES, DIREZIONE CENTRALEDELL’INDUSTRIA FORESTALE(Glavles, Glavnoe upravlenielesnoj promysˇlennosti)Creato alla fine degli anni Venti per ven-dere ai compratori stranieri il legnameprodotto dai lager dell’Ogpu, poi Nkvd. IlSevles, una delle sezioni del Glavles, am-ministrava l’industria forestale delle re-gioni settentrionali della Russia europea.Nel 1930, in seguito a una campagna in-ternazionale di protesta contro l’impiegodi manodopera forzata in Urss, furonoadottate misure affinché il personale del-le navi straniere venute a caricare il le-gname non potesse vedere i detenuti.

GOBBA (gorb)1. Dorso, schiena. «Guadagnare con lagobba»: con un duro lavoro fisico (ana-logo all’italiano “sgobbare”).2. «Con la gobba non ti sazi» (proverbio):con l’onesto lavoro non si sopravvive. Èuna delle prime lezioni che insegna il la-ger (v. marmitta 3, razione, risolutamenteincamminato sulla via della correzione).

GOLP (golp, golovnoj, glavnyj lagpunkt)Filiale di lager principale, dove hanno se-de la direzione e l’amministrazione.

GGOORRLLAAGG

nodopera forzata. Venne creata l’11 set-tembre 1940 (SZ 25:608; v. Gulag 3.3).

GIORNATA LAVORATIVA (rabocˇij de-n’)1. Ai tempi dello zar. Secondo il regola-mento penitenziario zarista (Sbornik po tju-remnoj cˇasti, Saratov, 1890) la giornata la-vorativa degli arrestati non poteva durarepiù di undici ore in estate e sette in inver-no, compreso il tempo per i pasti e lo stu-dio: di fatto i detenuti lavoravano rispetti-vamente nove e cinque ore (art. 351).2. Riduzione della giornata lavorativadopo il colpo di stato bolscevico. 2.1. Ibolscevichi stabiliscono per i detenuti lagiornata lavorativa di otto ore, uguale aquella in uso per i lavoratori liberi (SU1919 20:235, art. 32; ITK-24, art. 57). 2.2.L’ITK-33 conferma questa norma, macon la precisazione che «sono possibilieccezioni stabilite dall’Nkvd» (art. 74). 3. Prolungamento della giornata lavo-rativa. 3.1. Contemporaneamente, nel-l’atmosfera di pathos per l’edificazionedel socialismo, un’istruzione segreta (v.)dell’Nkvd prolunga prima a nove, e poi adieci ore la giornata lavorativa, con ungiorno di riposo ogni dieci. L’ennesimaistruzione raccomanda di distribuire cibocaldo ai detenuti due volte al giorno, pri-ma dell’uscita al lavoro e dopo il ritorno.La giornata lavorativa si prolunga così diun’ora, poiché viene eliminato l’interval-lo del pranzo. 3.2. Nel 1939 la direzionelocale della Kolyma introduce la giornatalavorativa di undici ore e mezza. Nel1941, dopo l’attacco tedesco, un’istruzio-ne segreta del Gulag fissa a undici ore emezza (senza calcolare il tempo dei trasfe-rimenti) la giornata lavorativa in tutti i la-ger del paese. Spesso le squadre sono te-nute al posto di lavoro finché non hannorealizzato la norma di produzione. 3.3.

Dalla fine degli anni Trenta nelle sezionipunitive si applica la giornata lavorativadi tredici ore. 3.4. Nel 1946 è reintrodot-ta la giornata di dieci ore, ma dopo il ri-torno al campo i detenuti devono svolge-re lavori e servizi all’interno della zona.4. Riduzione formale della giornata la-vorativa. 4.1. Dopo gli scioperi del1953-55 e sotto la pressione dell’opinio-ne pubblica mondiale (fra l’altro dellaFederazione internazionale dei sindacatiliberi), il potere sovietico alla fine deglianni Cinquanta ripristina «la giornatalavorativa di otto ore con riposo settima-nale» (ITK-70, art. 38). 4.2. Ma si precisache dopo il lavoro i detenuti «possonoessere coinvolti senza compenso in lavo-ri all’interno del campo e nei territoriadiacenti» (art. 41). Inoltre i detenuti so-no costretti, nelle ore di riposo, a parte-cipare a corsi di indottrinamento politi-co (v. lavoro di istruzione politica 2.2).

GIORNO DI CARNE (mjasnoj den’)Giorno, o piuttosto notte, in cui in uncarcere per i condannati a morte si ese-guivano le sentenze capitali. In una solanotte si potevano fucilare anche alcunedecine di persone, che a volte dovevanoaspettare a lungo il loro turno. Solo icondannati per atti terroristici erano fu-cilati immediatamente (Risoluzione delCik dell’Urss, primo dicembre 1934).Qualche tempo più tardi questo “privile-gio” fu esteso anche ai «diversionisti» eai «sabotatori»; la risoluzione relativa fuabrogata dopo la morte di Stalin («Partij-naja zizn’», 1957, 4, pp. 68-69).

GIORNO/UOMO (cˇeloveko/den’,cˇel/den’)Volume di lavoro che un uomo deve svol-gere in una giornata.

GGIIOORRNNAATTAA LLAAVVOORRAATTIIVVAA

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delle quali, secondo l’istruzione della Di-rezione sanitaria del Gulag, bisognava so-spendere i lavori all’aria aperta (tempo«verbalizzato», ovvero proibi tivo).2. Fino al 1936 il tempo era «verbalizza-to» a meno 35 gradi in assenza di vento.A seconda della forza del vento, i lavoriesterni erano interrotti anche con tempe-rature meno rigide. Con una velocità delvento di 20 m/sec erano sospesi indipen-dentemente dalla temperatura dell’aria.3. Nel 1936 un’istruzione segreta del Gu-lag abbassò il limite del tempo «verbaliz-zato» a meno 40 gradi. Sulla Kolyma, la di-rezione locale lo abbassò fino a meno 55.4. Il grafico delle condizioni meteorolo-giche verbalizzate era considerato un do-cumento «a esclusivo uso interno», ac-cessibile solo «a chi di dovere» (v. segretodi stato). I termometri esterni erano na-scosti ai detenuti.5. La «verbalizzazione» del tempo non ri-guardava i lavori di carico e scarico o diemergenza. Ma accadeva anche che, sen-za tener conto delle temperature, i dete-nuti fossero costretti a svolgere qualsiasitipo di lavoro all’aperto: «Sul posto di la-voro non c’è gelo!».6. Dopo gli scioperi nei campi, la direzio-ne cominciò a rispettare il primitivo grafi-co delle condizioni meteorologiche verba-lizzate. A partire dagli anni Sessanta furo-no considerate proibitive le temperatureinferiori a meno 40 gradi (v. verbalizzare).

GRANDE CASA (Bol’sˇoj dom)1. Nome della Lubjanka (v.).2. Enorme carcere giudiziario dell’Nkvd-Mvd-Kgb a Leningrado, in Litejnyj pro-spekt 4. Consiste di quattro corpi e fuinaugurato nel 1934, alla vigilia dell’as-sassinio di Kirov che servì da pretesto perla Grande purga, cominciata proprio con

l’arresto di centinaia di migliaia di lenin-gradesi (v. Kirov).

GRANDE PURGA (Velikaja cˇistka)Periodo di terrore di stato scatenato daStalin in Urss dal 1935 al 1938 e noto inOccidente come «purghe staliniane». InUrss e fra i comunisti del mondo la Gran-de purga è anche nota con il nome di«Trentasette». Per ordine di Stalin furonocompilate 383 liste degli esponenti più invista del partito e dello Stato, soggetti a«smascheramento» e fucilazione. Stalinapparve così come l’unico erede e genialecontinuatore di Lenin. Il pretesto fu l’as-sassinio di Kirov (v. Kirov). Antonov-Ov-seenko ritiene che la Grande purga abbiainghiottito 20 milioni di persone («DerSpiegel», 2 giugno 1984, p. 120). Nota: intutto il mondo è stata dedicata molta at-tenzione alla Grande purga, anche se ilnumero delle vittime della collettivizza-zione forzata fu incomparabilmente piùalto (v. dekulakizzazione 5.1). Nel primocaso morirono dei compagni di lotte diLenin, personaggi noti all’intelligencijaprogressista occidentale, nel secondo mi-lioni di «kulaki» senza nome, sacrificatisenza troppi scrupoli alla costruzione di«un mondo nuovo, giusto e felice».

GRANDE TERRA, CONTINENTE(Bol’sˇaja Zemlja, materik)Nelle regioni artiche della Siberia è chia-mata così la fascia del paese situata più asud, con la quale la zona artica è collegatasolo dalla navigazione fluviale, interrottadurante l’inverno. Nota: il termine erausato, quattro mesi all’anno, dai cacciato-ri russi della Siberia già nel XIX secolo.

GGUUAARRDDIIAA

GORLAG (Gorlag)Le prime sezioni del Gorlag furono orga-nizzate nel territorio dell’Itl di Noril’sk.Nota: alcuni detenuti ritenevano che ilnome significasse “lager statale a regimespeciale” (Gosudarstvennyj Osobo Re-zˇimnyj Lager’); altri “lager minerario”(Gorno-Rudnyj Lager’; v. campi speciali).

GOROCHOVAJA (Gorochovaja)Via di Pietrogrado-Leningrado (v. Vcˇk4.1), dove al civico n. 2 si trovava il car-cere giudiziario, accanto alla Direzioneregionale della Sicurezza dello Stato (dal-la Vck al Kgb).

GPU, DIREZIONE POLITICA DI STATO(Gpu, Gosudarstvennoe politicˇeskoe upravlenie)1. Creato sulla base della risoluzione delVcik del 6 febbraio 1922 «Sullo sciogli-mento della Commissione straordinariapanrussa e sulle regole di effettuazionedelle perquisizioni, delle confische e de-gli arresti» (SU 16:160). L’articolo 2 dellarisoluzione incarica l’Nkvd di: a) repri-mere ogni aperta azione controrivoluzio-naria, banditismo compreso; b) prenderemisure di difesa e lotta contro lo spionag-gio; c) difendere le ferrovie e le vie navi-gabili; d) assicurare la difesa politica deiconfini della Rsfsr; e) svolgere gli incari-chi speciali del Vcik o dell’Snk relativi al-la difesa dell’ordine rivoluzionario. «Perrealizzare questi obiettivi creare pressol’Nkvd della Rsfsr la Direzione politica diStato, sotto la presidenza personale delcommissario del popolo agli Affari inter-ni o di un suo vice designato dal Sovnar-kom, con sezioni periferiche nelle repub-bliche e nelle regioni autonome, presso icomitati esecutivi centrali, e nei gover-

natorati, presso i comitati esecutivi di go-vernatorato» (art. 3). 2. Praticamente il Gpu soppianta la «sop-pressa» Vck, ereditandone la sede mosco-vita (v. Lubjanka), i quadri, l’esperienza, imetodi e il suo capo Dzerzinskij, che è al-lo stesso tempo anche commissario delpopolo agli Affari interni, cioè responsa-bile di quello stesso dicastero a cui è «sub-ordinato» il Gpu. La risoluzione del Vcikdel 16 ottobre 1922 chiarisce che il pun-to e dell’articolo 2 della risoluzione del 6febbraio significa che in determinati casiil Gpu ha il «diritto di punire per via ex-tragiudiziale, anche con la fucilazione» edi inviare nei campi di lavoro coercitivole persone riconosciute socialmente peri-colose (SU 1922 40:844; v. sigle).3. Ben presto il Gpu acquista la stessa fa-ma della Vck. Nascono nuovi stornelli esi aggiornano quelli vecchi:

Il tè non voglio bere dalla teiera blu;no, non ti voglio amare,capo del Ghepeù!

Oppure:Ehi, piccola mela,dove stai rotolando?Se finisci al Ghepeùqui non ritorni più!

4. Quando alla fine di dicembre del 1922nasce l’Unione delle repubbliche sociali-ste sovietiche, il Gpu è riorganizzato inOgpu.

GRAFICO DELLE CONDIZIONI METEOROLOGICHE VERBALIZZATE(grafik aktirovannoj pogody)1. Curva tracciata fra l’ascissa delle tem-perature sotto lo zero (in gradi centigra-di) e l’ordinata della velocità del vento (inm/sec), che permetteva di determinare lecondizioni meteorologiche in presenza

GGOORROOCCHHOOVVAAJJAA

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MINISTRATIVI (Guas, Glavnoe upravle-nie administrativnych ssyl’nych)Organizzato negli anni Trenta, fu sop-presso nel 1953. Sfruttava i confinati inlavori di costruzione e d’altro genere.

GUBCEKA, COMMISSIONE STRAORDI-NARIA DI GOVERNATORATO (Gubcˇe-ka, Gubernskaja cˇrezvycˇajnaja komissija)1. Subito dopo il trasferimento a Mosca(v. Vcˇk 4.1), il 22 marzo 1918 il Collegiodella Vck decise di istituire le Ck di go-vernatorato, a cui poi fu concesso il dirit-to di punire «anche con la fucilazione».2. Nella celebre canzone della mala inti-tolata Murka si dice:

Con uno sbirro ti sei messae alla Gubceka sei andata a lavorare.

GUERRA DELLE CAGNE (sucˇ’ja vojna)Guerra spietata fra i criminali che osser-vano la legge della malavita (v.) e quelliche l’hanno violata (v. cagna 1). 1. In epoca zarista il mondo della mala-vita dello sterminato Impero russo costi-tuiva un’unica comunità, dalla quale era-no spietatamente scacciati i traditori. Apartire dai primi anni Venti, Ceka-Gpu-Nkvd-Mvd cercarono con ogni mezzo aloro disposizione di distruggere quest’u-nità, con il risultato che il numero dellecagne aumentò costantemente e si crea-rono le condizioni per un reciproco mas-sacro di criminali. 2. La guerra delle cagne imperversò so-prattutto dopo l’attacco della Germaniaall’Urss nell’estate del 1941; alcuni «ladriperbene» divennero allora ufficiali del-l’Armata rossa, il che fu considerato dauna parte notevole della comunità cri-minale come una «collaborazione con leautorità» contraria alla legge della mala-vita (v. Cappuccetto rosso).

3.1. La guerra delle cagne fu utilizzata si-stematicamente dal potere sovietico pereliminare alcuni criminali per mano dialtri. A tale scopo si faceva in modo chei gruppi ostili fossero alloggiati neglistessi locali. L’amministrazione non fer-mò subito le risse, aspettando che il nu-mero delle vittime aumentasse. 3.2.Questi metodi non portarono tuttaviaall’eliminazione della criminalità, poi-ché le condizioni sociali sovietiche fa -vorivano la sua inarrestabile diffusione.4. Vedi autodifesa 1, mattanza 1.

GUGB, DIREZIONE CENTRALEDELLA SICUREZZA DELLO STATO(Glavnoe upravlenie osudarstvennoj bezopasnosti)1. Dopo la morte di Menzinskij, commis-sario del popolo agli Affari interni e capodell’Ogpu, Stalin riorganizza l’apparatodella Sicurezza dello Stato: la risoluzionedel Cik del 10 luglio 1934 istituiscel’Nkvd dell’Urss, e al suo interno il Gugbin sostituzione dell’Ogpu (SU 36: 283). Il“nuovo” apparato della Sicurezza delloStato acquisisce i locali (la Lubjanka), iquadri e i metodi del disciolto Ogpu. Maper la prima volta nella storia dell’Urssnon ha ufficialmente facoltà di procede-re a fucilazioni extragiudiziali. 2. Presso l’Nkvd è creata la Commissionespeciale (v. Oso), che ha facoltà di rin-chiudere nei campi le persone «social-mente pericolose». 3. Genrich Jagoda, già vice di Menzin-skij, è nominato commissario del popo-lo agli Affari interni, capo del Gugb e pre-sidente dell’Oso. Quattro anni più tardiin un processo pubblico sarà condanna-to a morte come nemico del popolo, fra

GGUUGGBB

GTU, DIREZIONE CENTRALE CARCERI DEL KGB DELL’URSS (Gtu,Glavnoe tjuremnoe upravlenie Kgb Sssr)Dal 1954 amministra le carceri speciali, oisolatori politici, del Kgb (v. Gumz).

GUARDIA (karaul)La risoluzione del Vcik del 17 maggio1919 stabiliva che ogni 15 detenuti cidovessero essere 2 guardie (SU 20:235,art. 17). In linea di massima, questo rap-porto in seguito non è cambiato.

GUARDIA BIANCA (belogvardeec)Militare che ha combattuto contro i bol-scevichi durante la guerra civile degli an-ni 1918-21. Nota: più di vent’anni dopola fine della guerra civile, l’Armata rossaoccupò alcuni paesi europei occidentalidove si erano stabiliti dei soldati e ufficia-li dell’esercito bianco, che vennero arre-stati, ricondotti in Urss e condannati al-la fucilazione o a 10-20 anni di reclusio-ne per «lotta contro la classe operaia e ilmovimento rivoluzionario» (art. 58-13;v. arresti di massa 29.3, emigrato bianco).

GUARDIA DI SCORTADELL’NKJU DELLA RSFSR(konvojnaja strazˇa Nkju Rsfsr)Destinata alla sorveglianza dei luoghi direclusione dell’Nkju, è formata da milita-ri di professione; esiste dal 1918 al 1925,quando viene riorganizzata in guardia discorta dell’Urss (SZ 77:579).

GUARDIA DI SCORTADELL’NKVD-MVD DELL’URSS(konvojnaja ochrana Nkvd-Mvd Sssr)Nuovo nome delle truppe di scorta del-l’Urss dopo il passaggio all’Nkvd dell’Urss

nel 1934. La guardia di scorta è formatada soldati e sottufficiali in servizio di le-va, ma anche da militari di professione.

GUARDIA ESTERNA (naruzˇnaja ochra-na)Guardia armata collocata all’esterno dellazona recintata del lager; fa da sentinellasulle torrette di guardia e scorta i detenutial di fuori della zona recintata (v. Vochr).

GUARDIA INTERNA DEI LUOGHI DI PRIVAZIONE DELLA LIBERTÀ(vnutrennjaja ochrana mest lisˇenija svo-body)«Squadra di sorveglianza composta daglistessi reclusi [...]. Può essere armata»(ITK-33, artt. 86, 87). Fu soppressa nel1936 (v. Solovki 3.2, 9.1).

GUARDIANO (vachtër)1. Soldato della guardia armata che sor-veglia il passaggio attraverso la zona re-cintata (v. controllore, posto di guardia).Controlla i permessi del personale liberoe dei detenuti senza scorta ogni volta cheentrano o escono dalla zona. Lascia pas-sare i detenuti sotto scorta, a squadre oindividualmente, dopo averli contati everificati sull’elenco: se al ritorno di unasquadra manca qualcuno, il guardianonon lascerà entrare nessuno finché nonsi sia trovato il detenuto mancante, ofinché non gli sia presentato il relativodocumento giustificativo. Di solito è ar-mato di revolver.2. Custode disarmato di qualsiasi passag-gio, per esempio all’interno della zona.

GUAS DELL’NKVD DELL’URSS, DIRE-ZIONE CENTRALE CONFINATI AM-

GGUUAARRDDIIAA BBIIAANNCCAA

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GUITU, DIREZIONE CENTRALE DE-GLI ISTITUTI DI LAVORO CORREZIO-NALE DELL’NKJU DELLA RSFSR(Guitu, Glavnoe upravlenie ispravitel’no-trudovymi ucˇrezˇdenijami Nkju Rsfsr)Vedi ITK-33, artt. 58, 60. Fu creato neglianni Venti e soppresso nel 1934, quandotutti i luoghi di reclusione dipendentidal Commissariato del popolo alla Giu-stizia furono assorbiti dall’Nkvd del-l’Urss (SZ 56:421; v. Gulag 2.1).

GULAG, DIREZIONE CENTRALE DEI LAGER(Gulag, Glavnoe upravlenie lagerej)1. Il Gulag dell’Ogpu dell’Urss. 1.1. Gu-lag o Guitl dell’Ogpu è il nuovo nome as-sunto dall’amministrazione dei «campidi concentramento dell’Ogpu dell’Urss»nel 1930, allorché sono ribattezzati«campi di lavoro correzionale». Indipen-dentemente dal Gulag dell’Ogpu conti-nuano a esistere i campi di lavoro corre-zionale dell’Nkvd e dell’Nkju della Rsfsr edelle altre repubbliche federate. Di questitre sistemi di campi, il Gulag è il più seve-ro. 1.2. Il primo capo del Gulag è GenrichJagoda, poi sostituito da Matvej Berman.Entrambi saranno fucilati come «nemicidel popolo» (v. ezˇovsˇcˇina 1). 1.3. Svi-luppando l’esperienza delle Solovki (v.) ecompensando la mancanza di meccaniz-zazione con la forza muscolare di centi-naia di migliaia di detenuti affamati emal vestiti, il Gulag erige i primi gigante-schi cantieri del comunismo: Dneproges,Belomorkanal (v.), Bamlag (v.), Komso-mol’sk sull’Amur eccetera. L’Ogpu recla-mizza ampiamente la sua capacità di «ri-forgiare» i recidivi e i controrivoluziona-ri, trasformandoli in entusiasti arteficidell’edificazione del comunismo

(l’«edificazione del socialismo» apparvemolto dopo, quando fu evidente che ilcomunismo era ancora lontano). 1.4. Nel1934, con lo scioglimento dell’Ogpu e iltrasferimento delle sue funzioni al neo-nato Nkvd dell’Urss, anche il Gulag pas-sa al nuovo Commissariato del popolo.2. Il Gulag dell’Nkvd dell’Urss. 2.1. IlGulag dell’Nkvd (o dell’Mvd a partire dal1946) dell’Urss, ovvero la Direzione cen-trale dei campi di lavoro correzionale edegli insediamenti di lavoro dell’Nkvddell’Urss, è organizzato in base alla riso-luzione del Cik e dell’Snk dell’Urss del 10luglio 1934 «Sull’organizzazione del-l’Nkvd dell’Unione» (SZ 36:283, art. 3-e).Sotto il controllo del Gulag passano tut-ti i campi finora esistenti: quelli dell’Og-pu, dell’Nkvd della Rsfsr e dell’Nkju del-la Rsfsr e delle altre repubbliche federate.Per la prima volta tutti i campi dell’Ursssono riuniti sotto un’unica direzione (v.8 infra). 2.2. Nella risoluzione del Cik edell’Snk del 27 ottobre 1934 al nome del-l’organizzazione viene aggiunto «e deiluoghi di reclusione» (SZ 56:421), cioè alGulag sono subordinate anche le carceri.Capo del Gulag viene nominato MatvejBerman, finora capo del Gulag dell’Og-pu. Tutte le cariche principali sono occu-pate da suoi ex collaboratori, molti deiquali hanno alle spalle l’esperienza delleSolovki (v.). 3. Compiti e organizzazione. 3.1. AlGulag, diretto da un vicecommissariodel popolo con il grado di generale, sonoaffidati i seguenti compiti: a) isolare glielementi inaffidabili e indesiderabili,sfruttandoli nel contempo in qualità dimanodopera; b) trasferire questa mano-dopera a qualsiasi distanza e in qualsiasilocalità (a partire dai primi anni Quaran-ta, assumendosi il ruolo di appaltatore, ilGulag intraprende la costruzione di stra-

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GGUULLAAGG

l’altro con l’accusa di aver avvelenatoMenzinskij («Pravda», marzo 1938).4. Il 30 settembre 1936 Nikolaj Ezov ènominato commissario del popolo agliAffari interni, capo del Gugb e presiden-te dell’Oso. Due anni dopo viene nomi-nato suo vice l’intimo amico di Stalin La-vrentij Berija, che l’8 dicembre 1938 so-stituirà Ezov in tutte e tre le cariche (v.beriëvsˇcˇina, ezˇovsˇcˇina).5. La fama sinistra delle sigle «Ck-Vck-Gpu-Ogpu» passa non al Gugb, ma al-l’Nkvd. Per i detenuti in attesa di giudi-zio, tuttavia, «Gugb» è l’acronimo diGlavnoe Upravlenie gde b’jut, DirezioneCentrale dove picchiano.6. Nel febbraio del 1941 il Gugb vienesoppresso e sostituito dal Commissariatodel popolo alla Sicurezza dello Stato,l’Nkgb (v. banditismo di stato).

GUGIMP, DIREZIONE CENTRALEDELL’INDUSTRIA MINERARIA E METALLURGICA DELL’NKVD-MVD DELL’URSS (Gugimp, Glavnoe upravlenie gornoj i metal-lurgicˇeskoj promysˇlennosti Nkvd-MvdSssr)Creato alla fine degli anni Trenta, fu sop-presso nel 1953 (v. Gulag 8.1).

GUITK, DIREZIONE CENTRALE DEL-LE COLONIE DI LAVORO CORREZIO-NALE DELL’NKVD DELLA RSFSR(Guitk, Glavnoe upravlenie ispravitel’no-trudovych kolonij Nkvd Rsfsr)Esiste dal 1922 al 1931, quando il sistema pe-nitenziario passa temporaneamente sotto ilcontrollo del Commissariato del popolo al-la Giustizia della Rsfsr (SU 1931, 4:38).

GUITL, DIREZIONE CENTRALE DEICAMPI DI LAVORO CORREZIONALE DELL’OGPU (Guitl, Glavnoe upravlenieispravitel’no-trudovych lagerej Ogpu)1. La risoluzione dell’Snk dell’Urss del 7aprile 1930 (SZ 22:248) impone di invia-re nei campi di lavoro correzionale i con-dannati dal tribunale a una pena non in-feriore a 3 anni, e tutti i condannati dalCollegio dell’Ogpu (art. 2); di classificarei detenuti in tre categorie: lavoratori chegodono del diritto di voto (v. privato deidiritti politici), condannati per la primavolta a una pena fino a 5 anni; idem, conpene superiori a 5 anni; tutti gli elemen-ti non provenienti dalle classi lavoratricie quelli condannati per reati controrivo-luzionari (art. 15).2. Matvej Berman, uno dei cekisti più invista, è nominato capo del Guitl. Nel1934 si crea un unico sistema dei lagerper tutta l’Urss (v. Gulag), che assorbe ilGuitl insieme alla sua esperienza, al suostile di lavoro e al suo capo. 3. I detenuti del Guitl costruiscono laDneproges, il Belomorkanal, Magnito-gorsk, Komsomol’sk sull’Amur e altregrandi opere del socialismo.

GUITU, DIREZIONE CENTRALE DEGLIISTITUTI DI LAVORO CORREZIONALEDELL’MVD DELL’URSS(Guitu, Glavnoe upravlenie ispravitel’no-trudovymi ucˇrezˇdenijami Mvd Sssr)Nuovo nome assunto dal Gulag dopo il1953 (v. Gulag 8.2).

GGUUGGIIMMPP

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de e ferrovie nella vicina Mongolia, im-piegandovi detenuti esportati dall’Urss);c) aprire nuovi complessi di campi; d)eliminare periodicamente determinatecategorie di detenuti (v. fucilazioni dimassa 7, 11.1-2, 14, 15.2, 17, 18.1-2, 21,Solovki 9.5). 3.2. Questi compiti sono as-solti dalle seguenti direzioni e strutturedel Gulag: Direzione politica; Direzionequadri; Direzione operativa cekista; Pro-curatore del Gulag; Tribunali (v. tribuna-le di lager); Direzione sorveglianza e regi-me; Direzione finanziaria; Direzione sa-nitaria; Direzione amministrativo-eco-nomica eccetera. Dello sfruttamento del-la manodopera forzata si occupano se-zioni specializzate: per l’ammasso del le-gname, per le grandi opere, per l’agricol-tura, per l’estrazione mineraria eccetera.3.3. Durante il Grande terrore nei lagergiungono milioni di condannati. Alla fi-ne degli anni Trenta e nei primi anniQuaranta nascono una quindicina di di-rezioni centrali specializzate: Dal’stroj,Gusossdor, Gidrostroj, Guzds, Gugimp ealtre. Il ruolo della manodopera forzata èsempre lo stesso (v. 1.3 supra). 3.4. Daglianni Quaranta il Gulag monopolizza illavoro di ricerca scientifica per l’esercitoe la polizia (v. sˇarasˇka 4). Ogni direzio-ne centrale ha i suoi campi locali. Men-tre le opere del Gulag dell’Ogpu eranoampiamente reclamizzate, sull’attivitàdel Gulag dell’Nkvd dell’Urss la radio e lastampa tacciono. 4. Produttività della manodopera delGulag. La bassa produttività della mano-dopera forzata è compensata dal costobassissimo del suo mantenimento e dal-la possibilità di inviarla ovunque, anchenegli angoli più sperduti e lontani delpaese (v. baracca, appendice 1). Dato il ca-rattere primitivo del lavoro, per stimola-re la produttività si ricorre semplicemen-

te alla violenza, ma si utilizzano anchealtri metodi. L’attività del Gulag sfugge aogni controllo e il tasso di mortalità èelevatissimo.5. Le riserve di manodopera. Nel mo-mento della sua creazione, nel 1934, leprincipali riserve di manodopera del Gu-lag sono i contadini, vittime della collet-tivizzazione forzata delle campagne (v.dekulakizzazione). Segue poi l’ondata diKirov (v.), che ben presto si trasformanella Grande purga che invia nei lagermilioni di persone. Fino alla morte diStalin, nel 1953, al Gulag approdano re-golarmente le vittime di ogni campagnarepressiva (v. arresti di massa 21-36).6. Regime. A partire dal 1936 e fino allamorte di Stalin, il regime del Gulag si ina-sprisce progressivamente. I più colpitidalle repressioni sono i detenuti politici(v. campi speciali, Ktr, regime penitenziario).7. I complessi di campi. 7.1. I comples-si di campi del Gulag (direzioni di lager)sono solitamente amministrati da un ge-nerale, talvolta da un colonnello del-l’Nkvd-Mvd, responsabile sia della parteproduttiva che di quella penitenziaria.Poiché lui e i suoi collaboratori ricevonopremi e ricompense soprattutto per il su-peramento del piano produttivo, accadeche le esigenze del regime in singoli casisiano subordinate agli interessi della pro-duzione (v. lasciapassare 2). 7.2. I com-plessi di campi sono disseminati per tut-to il paese e non solo nelle zone più re-mote, ma perfino nelle capitali, benchéastutamente camuffati. Verso la metà de-gli anni Quaranta ne esistono già alcunecentinaia. Ciascuno ospita da alcune de-cine di migliaia a più di un milione di de-tenuti (v. popolazione penitenziaria 3).Non è infrequente che nelle regioni piùremote del paese la popolazione peniten-ziaria superi decisamente la popolazione

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libera locale. E il budget di alcuni com-plessi di campi supera di molto quello delterritorio, della regione o delle regioni sulcui territorio è situato. 7.3. Il complessodi campi non dipende dalle autorità loca-li, ma solo dal Gulag di Mosca. I suoi la-voratori, liberi o detenuti, non sono giu-dicabili dai tribunali locali (v. procura 3.1,tribunale di lager). La direzione di lagerdispone di proprie forze armate per lasorveglianza. Il ruolo della polizia è svol-to dalla Sezione operativa cekista (v.). 8. La «liquidazione» del Gulag. 8.1. Do-po la morte di Stalin tutte le direzioni spe-cializzate del Gulag passano ai relativi mi-nisteri, e al Gulag rimane la funzione difornitore di manodopera forzata (v. beriëv-sˇcˇina 3). Per il passaggio dei poteri delGusossdor (v.), il 26 agosto 1953 si devecreare un nuovo ministero del Trasportoautomobilistico e delle strade rotabili(«Pravda», 28 aprile 1954). 8.2. I vertici delpartito si affrettano a eliminare la parolastessa “Gulag”, il cui sinistro significato èormai noto fuori dei confini dell’Urss:«Nell’autunno del 1956 è stata ritenutainopportuna l’ulteriore esistenza dei cam-pi di lavoro correzionale e a tale propositosi è deciso di riorganizzarli in colonie di la-voro correzionale» («Partijnaja zizn’»,1957, 4, p. 67). Non viene pubblicata alcu-na risoluzione in merito e non si sa da chisia stata presa la decisione. Dall’ottobredel 1956 all’aprile del 1957 il Gulag «rior-ganizzato» si trova a dipendere dal mini-stero della Giustizia dell’Urss e i lager so-no ribattezzati «colonie» o «istituti di la-voro correzionale» (Itu). 8.3. Da allora perdissimulare l’esistenza dei campi si usa iltermine “istituto”: in Urss non ci sono piùné Gulag, né lager, né detenuti (v. detenu-to, detenuto politico, lavori coercitivi).

GUM, DIREZIONECENTRALE DELLA POLIZIA(Gum, Glavnoe upravlenie milicii)Nel 1946 diventa Gusm, Direzione cen-trale della polizia sovietica (v. polizia).Nota: si chiama Gum anche il grandemagazzino statale di Mosca.

GUMZ, GUMZAK, DIREZIONE CEN-TRALE DEI LUOGHI DI RECLUSIONE(Gumz, Gumzak, Glavnoe upravlenie mestami zakljucˇenija)1.1. Il Gumz della Rsfsr nasce nel novem-bre del 1917 e amministra sia le carceri,sia i campi dell’Nkvd, mentre dal Gumzdell’Nkju dipendono i luoghi di reclusio-ne del Commissariato del popolo allaGiustizia. Nel 1918 il Gumz dell’Nkju èsostituito, con una risoluzione dell’Nkjudel 22 luglio, dalla Sezione punitiva del-l’Nkju (SU 53:598, art. 6). 1.2. Nel 1921,1922 e 1934 ci sono successive riorganiz-zazioni (v. Gulag 2.1-2).2. Dall’aprile del 1957 all’agosto del 1962il Gumz dell’Mvd dell’Urss amministratutte le carceri del paese, escluse quelle dicompetenza del Gtu (v.). Le carceri ven-gono in seguito subordinate ai Moop re-pubblicani, per poi passare di nuovo al-l’Mvd dell’Urss.

GUPR, DIREZIONE CENTRALE LAVO-RI COERCITIVI DELL’NKVD DELLARSFSR Gupr, Glavnoe upravlenie prinudite-l’nych rabot Nkvd Rsfsr)«Al Gupr è affidata: a) l’organizzazione eil mantenimento dei campi di lavoro co-ercitivo [...]; d) la distribuzione della ma-nodopera forzata secondo i piani e gli in-carichi del Commissariato del popolo alLavoro» (v. Sezione lavori coercitivi del-

GGUUPPVVOOGGUULLAAGG

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IINNCCOORRRREEGGIIBBIILLEE

IFT, LAVORO FISICO INDIVIDUALE Ift, individual’nyj fizicˇeskij trud)Vedi certificare 2, Tft.

IMBOSCATO, PRIDUROK (pridurok)Nel gergo del Gulag, detenuto che è riusci-to a farsi assegnare a un lavoro amministra-tivo o qualsiasi altro lavoro privilegiato.1. «Le persone condannate per reati con-trorivoluzionari non sono autorizzate asvolgere mansioni amministrative» (SZ1930, 22:248, art. 16). Nel corso di tuttala storia dell’Urss, le autorità hanno sem-pre cercato di costringere i detenuti poli-tici a svolgere solo i lavori più pesanti. Seperò l’amministrazione non trova perso-nale qualificato tra i detenuti comuni,aggira i suoi stessi regolamenti, finendoper affidare ai politici dei posti ammini-strativi.2. Si distinguono due gruppi di imbosca-ti: imboscati della zona (comandanti-de-tenuti, ripartitori, magazzinieri, impie-gati, contabili, cuochi, calzolai, sarti) eimboscati della produzione (capimastri,ingegneri, meccanici, idraulici eccetera).

IMPEGNO SCRITTO (podpiska)1. L’impegno scritto a non divulgare inUrss viene richiesto in moltissimi casi e

luoghi di lavoro. Al momento della libe-razione i detenuti sono avvertiti che sa-ranno perseguibili penalmente se divul-gheranno notizie riguardanti i luoghi direclusione o «eseguiranno in libertà in-carichi ricevuti da detenuti». Pena: finoa 3 anni di privazione della libertà.2. Impegno scritto a non allontanarsi dauna certa località o provincia.

IMPIANTO SPECIALE (specob”ekt)Qualsiasi impianto, fabbrica o luogo didetenzione la cui destinazione deve ri-manere sconosciuta ai non addetti (v.carcere di massima sicurezza, carcere psi-chiatrico, carcere segreto, sˇarasˇka).

IMZ, ISPEZIONE DEILUOGHI DI RECLUSIONE(Imz, Inspekcija mest zakljucˇenija)Aveva accesso solo ai penitenziari dell’Nk-ju e fu soppressa nei primi anni Trenta. Iluoghi di reclusione dell’Nkvd e dell’Ogpuerano ispezionati dalla propria direzione.

INCORREGGIBILE (neispravimyj)«I detenuti incorreggibilmente indolentisaranno inviati nei campi del Nord»:istruzione segreta dell’Ogpu del 28 no-vembre 1933 (v. renitente).

Il’Nkvd). Creato nel 1922, il Gupr è sop-presso quello stesso anno e «le sue funzio-ni passano alla Direzione centrale dei luo-ghi di reclusione» («Ezenedel’nik sovet-skoj justicii» 1922/37-38; v. Gumz 1.2).

GUPVO, DIREZIONE CENTRALE DELLA GUARDIA DI FRONTIERA EINTERNA (Gupvo, Glavnoe upravleniepogranicˇnoj i vnutrennej ochrany)1. Il Gupvo del Gpu-Ogpu fu creato nel1922; assorbì le guardie di frontiera e leguardie interne e dei trasporti della Vck(v. unità a destinazione speciale, Vnus). 2. Il Gupvo dell’Nkvd dell’Urss fu istitui-to come una delle principali direzioni delCommissariato del popolo agli Affari in-terni, formato nel 1934 (SZ 36:283, art. 3-c; v. Direzione centrale delle truppe di scorta).3. Negli anni Quaranta le unità del Gupvofurono incaricate dai vertici del partito dideportare alcuni popoli dell’Urss, sradi-candoli dalle loro terre di origine (v. depor-tazioni di massa 7.1-2, unità a destinazionespeciale della Vcˇk).

4. Nel 1946 dal Gupvo si staccò il Guv-vo (v.).5. Durante la Seconda guerra mondialeunità del Gupvo e dell’Osnaz furono uti-lizzate come reparti di sbarramento (v.).6. Durante le azioni militari contro la po-polazione inerme era il capo della localedirezione del Kgb ad assumere il coman-do dei reparti del Gupvo.

GUSOSSDOR, DIREZIONE CENTRALESTRADE ROTABILI (Gusˇossdor, Glav-noe upravlenie sˇossejnych dorog)L’Snk dell’Urss deliberò il 3 marzo 1933:«Formare all’interno dell’Nkvd dell’Urssuna Direzione centrale strade rotabili(Gusossdor) [...] e localmente, all’inter-no degli Nkvd delle repubbliche federa-te, delle direzioni strade rotabili» (SZ14:121). Il Gusossdor sfruttava i detenu-ti dei campi dell’Ogpu e, dal 1934, delGulag dell’Nkvd. Aveva il monopolio as-soluto della costruzione di strade rotabi-li in Urss e in un paese amico come laMongolia. Nel 1953, con la riorganizza-

GGUUSSOOSSSSDDOORR

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lusioni a condizioni climatiche e geogra-fiche. 3.2. Nello stesso periodo gli stra-nieri provenienti dall’Europa occidenta-le detenuti nei lager di Tajset ricevevanolettere da casa all’indirizzo n. 9, mentre icittadini sovietici che lavoravano assie-me a loro le ricevevano all’indirizzo n. 4.4. Trent’anni dopo vigeva ancora lo stes-so principio, e in nessun indirizzo di de-tenuto s’incontravano mai le parole«carcere», «lager» o simili. Per esempio, icittadini sovietici rinchiusi nel manico-mio criminale di Cistopol’ ricevevanolettere all’indirizzo «Ist. UE-148/st.-4, Ci-stopol’ 422950, Repubblica autonomadei Tatari», mentre gli internati stranieriall’indirizzo «Mosca c.p. 5110/1-UE».5. I cittadini stranieri detenuti poteronocorrispondere con i parenti più stretti re-sidenti all’estero solo a partire dalla finedel 1952. Prima di allora qualsiasi dete-nuto al quale giungesse un pacco dall’e-stero andava incontro a sanzioni, venivainterrogato sul modo in cui l’indirizzo siera risaputo all’estero e rinchiuso in cel-la di rigore (v. corrispondenza 2.5).

INIZIALI PER INTERO!(Inicialy pol’nost’ju!)A volte le guardie carcerarie pronuncianoqueste parole in tono di rimprovero, quan-do alla loro richiesta «Iniziali!» il detenutorisponde appunto con le sole iniziali: nonsempre, infatti, il personale di sorveglian-za conosce il significato delle istruzioni ri-cevute (v. lettera dell’alfabeto 1.1).

INO, SEZIONE ESTERI DI VCK-OGPU-NKVD-MVD (Ino, Inostrannyj otdel Vcˇk-Ogpu-Nkvd-Mvd)Si occupava dello spionaggio all’estero.Più tardi l’Ino divenne Direzione esteri(Inu), per poi diventare una delle dire-zioni centrali del Kgb.

INQUIRENTE (sledovatel’) 1. Funzionario della Sicurezza dello Sta-to o degli Affari interni che raccoglie il«materiale», istruisce il caso, talvolta ar-resta (v. plenipotenziario operativo 3), for-mula l’imputazione, conduce l’inchiestapreliminare e stende l’atto d’accusa. Fi-no all’abolizione dell’Oso nel 1953 il ca-po della sezione inquirente decideva serinviare i casi al tribunale o all’Oso, alle-gando una proposta di sentenza (v.istruttoria 1, legalità socialista, misure spe-ciali 4).2. Fin dalla fondazione della Ceka, l’in-quirente si lascia guidare «dai dettamidella coscienza rivoluzionaria» e dal1922 anche dal codice di procedura pe-nale. La legge che vieta la tortura è sospe-sa da un’istruzione segreta ogni volta checiò fa comodo alla direzione del partitoo all’amministrazione, e in tal modo l’in-quirente che ricorre alla tortura formal-mente non viola la legge. Nota: nel 1955-56 furono riabilitati milioni di detenuticondannati sulla base di confessioniestorte con la tortura. Ma decine di mi-gliaia di inquirenti restarono impuniti,giacché formalmente non avevano vio-lato la legge (v. legalità socialista 1, 2, mi-sure illegali).3. Un bravo inquirente sovietico non èchi porta alla luce la verità, ma chi forni-sce il materiale necessario al capo d’im-putazione e alla condanna, secondo leindicazioni ricevute in anticipo. Nota: gliinquirenti del periodo delle purghe stali-niane amavano raccontare all’interroga-to: «Durante la mia istruzione, mi chiu-devano in un ufficio dove c’era solo untavolo. Mi mettevano in mano la gambadi una sedia e dichiaravano: “Non ti la-sciamo uscire finché non ottieni una pie-na confessione da questo tavolo”» (v. in-terrogatorio 1, istruttoria 3).

IINNOO

INDIA (Indija)1. La baracca di punizione o i suoi abi-tanti. Anche un singolo individuo. Nota:in una baracca sovraffollata fa caldo co-me in India, anche in inverno. Tutti so-no seminudi, alcuni perché hanno persogli abiti al gioco.2. Uno degli ultimi strati sociali del Gulag(v. colore 2.1). Anche un singolo indivi-duo. Nota: a causa della sistematica sele-zione (v. certificare) e del fatto che ogni la-ger cerca di sbarazzarsi del «materialeumano esaurito», in molti campi di trans-ito si accumulano notevoli contingenti diIndia. Ovunque li scagli l’ennesimo tra-sferimento, si gettano come cavallette suogni cosa commestibile, compresi i rifiuti.

INDICAZIONE SPECIALE(specukazanie, special’noe ukazanie)Durante la ezˇovsˇcˇina (v.) alcune perso-ne condannate da una sentenza dell’Oso(v.) erano inviate nei campi con un’indi-cazione speciale per il plenipotenziariooperativo locale. Il più delle volte si trat-tava di condannati per trockismo vero opresunto. Secondo l’indicazione specialel’oper doveva impiegare il detenuto solonei lavori più pesanti e vietargli la corri-spondenza per tutta la durata della pena;ogni trimestre doveva inviare un rappor-to su di lui alla direzione operativa ceki-sta del Gulag, e dunque doveva circon-darlo di una rete particolarmente fitta diinformatori (il che portava in genere auna nuova incriminazione).

INDIPENDENTE (bespredel’nik)Criminale che non appartiene a nessungruppo della malavita (v. colore 2).

INDIRIZZO DEL DETENUTO(adres zakljucˇënnogo) 1. A partire dalla metà degli anni Trentasi cominciò a sostituire con «casella po-

stale» le parole «carcere», «lager» eccete-ra nell’indirizzo dei detenuti, per nascon-dere il rapido aumento del numero deiluoghi di reclusione e la loro ubicazione.2. Riportiamo alcuni indirizzi autenticidel periodo tra la fine degli anni Trenta ela metà degli anni Cinquanta:1. Vachtang Chvtisavrisvili

stazione di Suslovo c.p. 247regione di Kemerovo

2. Lidija Pavlovna Suchinaprovincia di Cunskij c.p. 215/5-019regione di Irkutsk

3. Evlampij Petrovic Ivanovstazione di Pot’ma Javas c.p. 385/11-dRepubblica autonoma dei Mordvini

4. Mikola Tarasovic DzjubenkoTajset c.p. 224/6-205regione di Irkutsk

5. Eugene Al’bertovic HubbartBykovo c.p. 7014 – Mosca

6. Vasilij Il’ic CernychInta, c.p. «A.L.» 274/1-3Repubblica autonoma dei Komi

7. Nakamura ToidjiChabarovsk c.p. 224

8. Willi Friedrichovic SchulzMosca c.p. 224

9. Grazyna Vladyslavovna LipinskajaAssociazione della Croce rossa e dellamezzaluna rossa c.p. 384 – Mosca

3.1. Anche il luogo era segreto. Per esem-pio, all’inizio degli anni Cinquanta glistranieri provenienti dall’Europa occi-dentale incarcerati nella centrale di Alek-sandrovskoe, vicino a Irkutsk, riceveva-no lettere da casa all’indirizzo n. 8 (v. su-pra), mentre i giapponesi detenuti assie-me a loro le ricevevano all’indirizzo n. 7.Inoltre Chabarovsk si trova a circa 2.000km da Aleksandrovskoe in direzione est,Mosca invece a 7.000 km in direzioneovest. Nelle lettere inviate a casa i dete-nuti non potevano assolutamente fare al-

IINNDDIIAA

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2. Negli ultimi due casi l’inquirente agisceobbedendo a ordini dall’alto. Agendo disua iniziativa, rischierebbe infatti di esse-re chiamato a risponderne (v. inquirente 3,legalità socialista). Nota: le persone cadutenelle mani della Gestapo e della Sicurezzadello Stato sovietica di solito affermanoche la prima picchiava perché l’imputatodicesse la verità, la seconda perché men-tisse e confermasse palesi invenzioni.

INTERRUZIONE DELLA PRODUZIONE(pereryv v proizvodstve)Eufemismo per sciopero. Nota: poichéera severamente vietato parlare di scio-peri e astensione dal lavoro, nel 1953-55,quando massicce ondate di scioperisconvolsero il Gulag, l’Mvd inventò que-sta formula, usata dalle autorità nellacorrispondenza segreta.

INVALIDO (invalid)È riconosciuto invalido il detenuto che èdichiarato tale da un’apposita commis-sione (v. verbalizzare 2). Si distinguono trecategorie di invalidi: quelli della primacategoria sono totalmente esentati dal la-voro; quelli della seconda, per esempioprivi di un arto, sono utilizzati indivi-dualmente, nei lavori riservati agli inva-lidi; quelli della terza sono impiegati nei«lavori leggeri» (v. Lft, Sft). Se tali mansio-ni non sono disponibili, gli invalidi sonoutilizzati per qualsiasi lavoro, ma a lorovengono applicate norme di produzioneridotte (v. Tft 1, 2). In pratica ciò nonsempre è possibile (v. razione 6.13).

INVECCHIARE (sostarit’sja)«Se sai troppo, invecchierai in fretta!»: èciò che si dice a chi fa troppe domande.

INVENTARIO (inventarizacija)Controllo periodico, durante il quale siverifica che il detenuto sia ancora in pos-sesso degli oggetti fornitigli dallo Stato.Nelle carceri, dove è quasi impossibile far“sparire” i beni in dotazione, l’inventarioavviene più raramente. Nei campi, inve-ce, si fa sistematicamente e somiglia mol-to a una perquisizione (v.): nella baraccaentrano senza preavviso gli impiegati del-l’ufficio vestiario, accompagnati da co-mandanti e sorveglianti. Talvolta ciò ac-cade mentre i detenuti dormono. Gli abi-tanti della baracca sono tutti spinti in unangolo; poi, chiamati a turno per nome,devono avvicinarsi agli impiegati, checontrollano, registri alla mano, la presen-za degli oggetti in dotazione. Comandan-ti e sorveglianti badano a che i detenutigià ispezionati non passino niente a quel-li che devono ancora essere chiamati. Disolito il personale di sorveglianza appro-fitta dell’occasione per sequestrare ai de-tenuti ogni sorta di oggetti proibiti.

INVERNO (zima)1. «Dodici mesi d’inverno, e tutto il restoè estate»: si dice del clima artico o dellaKolyma (v.)2. «Inverno-estate-inverno-estate-inver-no-estate... e sconterai la pena senza ac-corgertene!»: battuta per consolare i nuo-vi arrivati.

ION, ISOLATORE A DESTINAZIONE PARTICOLARE(Ion, izoljator osobogo naznacˇenija)Vedi isolatore 4.

ISC, SETTORE INFORMAZIONI E INDAGINI (Iscˇ, informacionno-sledstvennaja cˇast’)Negli anni Venti e nei primi anni Trentaè sinonimo di settore operativo cekista.

IISSOO

INSEDIAMENTO (poselenie)Il regolamento dei campi di lavoro corre-zionale del 1930 decreta che i detenuti dicerte categorie «possono essere liberatiprima del termine della pena e autorizza-ti a insediarsi nei dintorni del campo»(SZ 22:248, artt. 25, 42; v. colono).

INSEDIAMENTO DI LAVORO(trudposelenie, trudovoe poselenie)Insediamento forzato di persone colpiteda repressione in una determinata loca-lità, in territori remoti e poco popolati. Ifuggitivi catturati sono giudicati per eva-sione e inviati nei lager (v. evasione 3.6).Il sistema degli insediamenti di lavoro èdi fatto il proseguimento di quello degliinsediamenti speciali (v. deportazione spe-ciale) e dal 1934 al 1953 si trova sotto ilcontrollo del Gulag (v. Gulag 2).

INSEDIAMENTO SPECIALE DI LAVO-RO (spectrudposelenie,special’noe trudovoeposelenie)Insediamento forzato in una determina-ta zona, unito al lavoro obbligatorio inbase a decisione amministrativa dell’O-so (v.). Infatti, secondo la risoluzione delCik dell’Urss «Sull’Nkvd» del 10 luglio1934 (SZ 36:283, art. 8), l’Oso ha facoltàdi inviare amministrativamente nei la-ger o al confino. In una risoluzione con-giunta del Cik e dell’Snk dell’Urss si spe-cifica che la Commissione speciale haanche facoltà di «liberare dall’ulteriorepermanenza negli insediamenti specialidi lavoro» (SZ 1935, 11:84, artt. 5-6).

INSEGNARE, ISTRUIRE (ucˇit’, naucˇi-t’)1. Picchiare (v.): «Il caporale mi ha istrui-to per mezz’ora, due bastoni ha spaccato».

2. «Insegneremo alla natura, conquiste-remo la libertà»: parola d’ordine inven-tata dall’Ogpu per i detenuti che costrui-vano il Belomorkanal (perfino alla natu-ra si può insegnare a suon di botte). «Senon sei capace, ti insegneremo. Se nonvuoi, ti costringeremo»: avvertimento ri-volto ai nuovi arrivati nel lager (qui, ami-co, non si scappa!).

INTENZIONE, PREPARAZIONE(namerenie, podgotovka)La legge sovietica non fa alcuna differen-za fra l’intenzione criminosa e la consu-mazione di un crimine: nella risoluzionedel Cik dell’Urss del primo dicembre1934 sull’immediata esecuzione dellesentenze capitali si nominano sia le per-sone che hanno compiuto atti terroristi-ci, sia quelle che li stavano solo prepa-rando («Pravda», 4 dicembre 1934).

INTERDIZIONE DALL’ESERCIZIO DIUNA DATA ATTIVITÀ O MESTIERE(zapresˇcˇenie zanjatija toj ili inoj dejatel’nost’ju ili promyslom)Menzionata nell’UK-26 (artt. 20-i, 23, 38)come misura di difesa sociale principale oaccessoria, è stabilita dal tribunale per unperiodo non superiore a 5 anni (v. misuraaccessoria di difesa sociale, misura principa-le di difesa sociale, privazione del diritto disvolgere determinate mansioni e attività).

INTERROGATORIO (dopros)1. L’interrogatorio serve: a chiarire le cir-costanze del reato; a ingarbugliarle, peresempio per scagionare un criminale co-mune privilegiato; a fabbricare il mate-riale per l’incriminazione e la condannadi una persona notoriamente innocentesia in casi politici, sia in casi penali co-muni (v. misure speciali).

IINNSSEEDDIIAAMMEENNTTOO

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ISTITUTI DI LAVOROCORREZIONALE, ITU(ispravitel’no-trudovye ucˇrezˇdenija, Itu)1. Il termine è usato dal 1919 accanto a«luoghi di privazione della libertà» o«luoghi di reclusione» per indicare cam-pi, colonie e carceri.2. Dalla fine degli anni Cinquanta deno-minazione ufficiale del sistema peniten-ziario unificato, articolato in sei gradi (v.appendice 7).

ISTITUTO (ucˇrezˇdenie)1. Dall’inizio degli anni Venti al 1934 iltermine «istituti di lavoro correzionale»indica carceri e lager (v. Guitu dell’Nkju);lo stesso a partire dai primi anni Sessan-ta (v. Guitu dell’Mvd).2. All’inizio degli anni Sessanta «istitu-to» si usa convenzionalmente al posto di«istituto di pena» (v. casella postale, Gu-lag 8.3, indirizzo del detenuto 4).

ISTRUTTORIA (sledstvie)Istruzione preventiva. 1. Nei primi anni del potere sovietico nonc’erano termini fissati per l’istruttoria. Isotterranei di tutte le Ck e i Gpu-Ogpuerano strapieni di detenuti in attesa digiudizio, che a volte venivano fucilatisenza neppure sapere di cosa erano accu-sati (v. decongestionamento dei luoghi di re-clusione1). Furono quindi stabiliti dei ter-mini massimi per l’istruttoria, che tutta-via si potevano facilmente prolungare.Nel periodo delle purghe staliniane(1936-38) l’istruttoria durava in mediacinque-sette mesi. Per alcuni casi il Presi-dium del Cik dell’Urss obbligava gli orga-ni inquirenti a condurre l’istruttoria «informa accelerata» («Pravda», 4 dicembre1934) e gli imputati erano «giudicati» efucilati entro dieci giorni dall’arresto. Ma

nello stesso periodo c’erano casi in cui l’i-struttoria durava anche due o tre anni, avolte perfino sei o sette. L’UPK-60 fissa unlimite di due mesi, che tuttavia può esse-re prolungato fino a nove mesi (art. 97).Il detenuto in attesa di giudizio viene in-formato della conclusione dell’istruttoria(v. duecentosei, inquirente).2. «Stare sotto istruttoria»: essere detenu-to in attesa di giudizio. 3. «Istruttoria attiva»: quella in cui si usaqualsiasi mezzo per estorcere deposizio-ni agli interrogati (v. misure illegali, misu-re speciali).

ISTRUZIONE, ISTRUZIONE SEGRETA, DIRETTIVA (instrukcija, sekretnaja instrukcija, direktiva)1. I frequenti casi di violazione delle leg-gi sovietiche da parte di organi statalinon erano formalmente dovuti ad arbi-trio, ma all’esatta applicazione di istru-zioni segrete che sospendevano la validi-tà di una determinata legge, ufficialmen-te ancora in vigore. Le istruzioni segreteerano emanate principalmente dagli or-gani degli Affari interni e della Sicurezzadello Stato e venivano comunicate sol-tanto a quelli che dovevano attuarle. Fe-ce eccezione l’istruzione segreta sul ri-corso alla tortura durante l’istruttoria,che nel 1937 il Comitato centrale dira-mò con una lettera segreta a tutte le or-ganizzazioni di partito dell’Urss (rappor-to di Chruscëv alla seduta chiusa del XX

congresso del Pcus del 1956).2. Riportiamo alcune istruzioni e diretti-ve segrete. 2.1. L’istruzione segreta delGumz (v.) del 25 novembre 1926 riduce ilsalario dei detenuti al 75% di quello deglioperai liberi, benché secondo la risoluzio-ne del Vcik del 1919 (SU 20:235, art. 33)ai detenuti spettasse lo stesso salario dei

IISSTTRRUUZZIIOONNEE

ISO, SEZIONE INFORMAZIONI E INDAGINI (Iso, informacionno-sledstvennyj otdel)Vedi Iscˇ.

ISOLAMENTO RIGIDO(strogaja izoljacija)Nelle sentenze, indica la carcerazione.1. Un decreto dell’Snk del 21 marzo 1921raccomanda al tribunale di «indicare nel-le sentenze se il condannato è soggetto aisolamento rigido o meno rigido» («Izve-stija», 25 marzo 1921). Anche l’UK-22 sta-bilisce che «nella sentenza deve essere in-dicato [...] se è richiesto l’isolamento rigi-do» (art. 34). Nell’articolo 47-4 dell’ITK-24, invece, si dice che «le persone non ap-partenenti alla classe lavoratrice [...] con-dannate alla privazione della libertà conisolamento rigido» sono inviate in «isola-tori a regime speciale», cioè in carceri.2. Nel 1930 la formula scompare dallesentenze giudiziarie, presto sostituita daltermine «carcerazione» (v.).

ISOLATORE (izoljator)1. Carcere di alta sicurezza.2. Carcere giudiziario (sledstvennyj izolja-tor, sizo).3. Isolatore a destinazione speciale o iso-latore speciale (specizoljator): carcere dialta sicurezza che assicura il «massimoisolamento dei detenuti socialmente pe-ricolosi» (ITK-24, art. 165). Gli isolatorispeciali esistono dal 1921 al 1930.4. Isolatore a destinazione particolare(dell’Ogpu): carcere per i detenuti politi-ci «pericolosi» (v. Solovki); nuovo nomedegli isolatori speciali, in uso dal 1930 al1937 (v. carcere a destinazione speciale).5. Isolatore disciplinare (v. sˇizo).

ISOLATORE POLITICO (politizoljator)Vedi isolatore 4.

ISPEZIONE (obchod)1. Visita del luogo di reclusione da partedelle autorità. Al loro ingresso tutti i de-tenuti devono alzarsi in piedi.2. Nelle carceri l’ispezione interna avvie-ne una volta al mese. Vi partecipano ildirettore dell’istituto, i responsabili delregime, del settore operativo cekista, delsettore sanitario eccetera, talvolta sol-tanto l’ufficiale di turno.3. Nei campi e nelle carceri può esserviun’ispezione delle autorità di Mosca, oregionali eccetera; per esempio una visi-ta del procuratore o di un funzionariodell’amministrazione. I visitatori vengo-no accompagnati dal direttore dell’isti-tuto e dai suoi collaboratori. Entrandonel locale, l’ufficiale di turno comunicala carica, ma non il cognome, dell’auto-rità più importante (v. domande? 2, Pro-cura 4.2).4. Durante l’ispezione dei locali dove so-no detenuti i cosiddetti «recidivi partico-larmente pericolosi», i rappresentanti del-la direzione ordinano a tutti di sedersi esolo allora lasciano entrare i visitatori; siritiene, infatti, che da seduti sia più diffi-cile scagliarsi contro una persona. L’auto-re non ha mai sentito parlare di inciden-ti simili.

ISTITUTI DI CURA E PENA (karatel’no-lecˇebnye zavedenija)Previsti da un decreto dell’Nkju del 1918(SU 53:598) «per arrestati con anomaliepsichiche evidenti, degenerati eccetera»(art. 3-4). Il termine non è più menziona-to né nel codice penale del 1922, né neisuccessivi.

IISSOOLLAAMMEENNTTOO RR IIGGIIDDOO

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lavoratori liberi. 2.2. La direttiva segretadel commissario del popolo agli Affari in-terni dell’Urss n. 143 del luglio 1935 rac-comanda di inviare al confino in localitàremote della Siberia, dopo la liberazionedai lager, molti condannati per gli artico-li 58 e 59. 2.3. Poco prima, un’istruzionesegreta del capo del Gulag ha introdottola giornata lavorativa di nove, e poi di die-ci ore, malgrado la risoluzione del Vcikche stabiliva per i detenuti la giornata diotto ore. Ben presto, nel 1937, una nuovaistruzione segreta del capo del Gulag in-troduce la giornata di undici ore e mezza.2.4. Dopo l’attacco della Germania hitle-riana all’Urss, la direttiva segreta n. 240del 23 giugno 1941 del commissario delpopolo agli Affari interni dell’Urss impo-ne di trattenere nei lager, fino a disposi-zione speciale, quasi tutti i detenuti poli-tici (art. 58) che hanno finito di scontarela pena e alcuni criminali recidivi. Dueanni dopo la fine della guerra questa di-rettiva è abrogata, ma si comincia ad ap-plicare quella del 1935 (v. supra 2.2). 2.5.Verso la metà degli anni Trenta una diret-tiva segreta del capo del Gulag propone disostituire il termine “distrofia alimenta-re” (v.) con la sigla AD nei certificati dimorte dei detenuti. 2.6. La direttiva n.020 del ministero degli Interni dell’Urssdel 14 gennaio 1972 peggiora sensibil-mente la situazione dei detenuti rispettoal codice del lavoro correzionale approva-to dal Soviet supremo nel 1970. Fra l’al-tro, raccomanda di considerare la parteci-pazione al lavoro di istruzione politicacome elemento indispensabile per defini-re «l’atteggiamento coscienzioso del de-tenuto verso il lavoro», da cui dipende laconcessione di diversi benefici.

ITD (Itd)Vedi casa di lavoro correzionale.

ITK (ITK)Vedi codice del lavoro correzionale dellaRsfsr.

ITK, COLONIA DI LAVORO CORREZIONALE(Itk, ispravitel’no-trudovaja kolonija)Vedi colonie 5.1, 6.1, 7.

ITL, CAMPO DI LAVORO CORREZIO-NALE (Itl, ispravitel’no-trudovoj lager’)Vedi campi di lavoro correzionale.

ITO, SEZIONE LAVORO CORREZIONALE DELL’NKJU(Ito, Ispravitel’no-trudovoj otdel Nkju)Prima del 1934 presso il Commissariatodel popolo alla Giustizia esistevano unaSezione centrale lavoro correzionale e del-le sezioni periferiche (di governatorato).

ITR, PERSONALE TECNICO E INGEGNERI(Itr, inzˇenerno-technicˇeskie rabotniki)I detenuti che appartengono a questa ca-tegoria godono di diversi privilegi (v. ap-pendice 1).

ITU (Itu)Vedi istituti di lavoro correzionale.

IVAN IVANOVIC (ivan ivanovicˇ)Nomignolo dato ai «fessi», soprattuttoagli intellettuali, a volte rispettoso, a vol-te beffardo. «Ti si tratta da ivan ivanovi-c, e tu...»: frase che di solito precedeun’aggressione.

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JJAARROOSSLLAAVVLL’’

JAJA (Jaja)Uno dei primi grandi campi femminili,prevalentemente per detenute comuni,situato sul fiume omonimo, nelle vici-nanze della ferrovia transiberiana, 180km a est di Novosibirsk. Aperto all’iniziodegli anni Trenta, la sua attività princi-pale era la confezione di divise per i de-tenuti e, dal 1941, per l’esercito. A parti-re dagli anni Cinquanta ospitò anche uncampo maschile, i cui detenuti erano im-piegati nell’ammasso del legname. Nota:nel campo femminile ci furono casi di

violenza di gruppo da parte delle detenu-te sugli uomini inviati per svolgervi deilavori (rifornimento d’acqua e simili).

JAROSLAVL’, CENTRALE DI(Jaroslavskij central)Vecchio carcere zarista vicino a Jarosla-vl’, circa 260 km a nord-est di Mosca. Da-gli anni Sessanta carcere a regime ordina-rio, con circa 2.000 detenuti. Già isolato-re politico e carcere a destinazione spe-ciale (v. carcere centrale).

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gente li chiamava «gli ufficiali polacchi».Avevano le mani legate dietro la schienacon del filo di ferro e il foro di una pallot-tola alla nuca (v. esecutore 3). La commis-sione internazionale di esperti invitatadai tedeschi, comprendente fra l’altro unbulgaro e un ceco, stabilì che lamorte eraavvenuta nell’aprile-maggio del 1940,cioè nel periodo in cui il territorio era inmano sovietica. Ciò era indicato sia dal-l’etàdella vegetazionecresciuta sulposto,siadalledatedelle lettere trovate sui cada-veri (v. ufficiali baltici 4,Vinnica).2. Dopo la sconfitta della Germania el’occupazione della Bulgaria e della Ce-coslovacchia da parte dell’Armata rossa,le autorità sovietiche rintracciarono l’e-sperto bulgaro e quello ceco della com-missione, i quali dichiararono che la lo-ro perizia era stata estorta con le minac-ce e che i militari polacchi erano stati uc-cisi nel 1942, cioè durante l’occupazionetedesca. Gli altri membri della commis-sione non fecero analoghe dichiarazioni.3. I polacchi uccisi erano parte di quei14.500 ufficiali, sottufficiali, poliziottieccetera internati dai sovietici dopo l’oc-cupazione della Polonia orientale nel1939. Degli altri non si hanno notizie.Dopo il crollo dell’Urss le autorità russehanno finito per riconoscere che il mas-sacro di Katyn’ era stato perpetrato dalregime sovietico. Nota: il professor Swja-niewicz, sfuggito al massacro, esponedettagliatamente gli eventi fino al mo-mento in cui gli ufficiali furono condot-ti nel bosco di Katyn’, da dove nessunodi loro fece ritorno (S. Swianiewicz, Wcieni Katynia, «Kultura», Paris, 1976).

KAVEZEDINEC, CHARBINEC(kavezˇedinec, charbinec)Ex lavoratore della ferrovia cinese orien-tale (Kitajsko-vostocˇnaja zˇeleznaja doro-

ga, Kvzd), o suo famigliare. Decine di mi-gliaia di kavezˇedincy giunsero in Urss nel1931, quando il governo sovietico ven-dette al Giappone la sua parte della ferro-via. Durante la ezˇovsˇcˇina furono quasitutti condannati come «spie del Giappo-ne». Nella maggioranza dei casi si tratta-va di persone nate nella Russia zarista oin Cina, che non erano mai state in Urssprima di allora. Avevano risposto a un in-vito del governo sovietico che promette-va loro ottime condizioni di vita e lavo-ro.

KEC , SETTORE GESTIONE BENI CO-MUNI (Kecˇ, kommunal’no-ekspluata-cionnaja cˇast’)Responsabile dell’utilizzo e della ripara-zione di baracche, tende, edifici eccetera(v. sezione di lager).

KEMEROVO (Kemerovo)Capoluogo di regione della Siberia. Dal1931 centro amministrativo di un gran-de lager, i cui detenuti sono impiegatinell’ammasso del legname, nell’estrazio-ne di carbone e nella metallurgia.

KEMPERRASPREDPUNKT,CENTRO DI SMISTAMENTO DI KEM’(Kemperraspredpunkt)Centro di smistamento dei campi delleSolovki, vicino alla città di Kem’, sullacosta della Carelia. Kem’ è unita da unadiga all’isola di Popov, vecchio carcere ditransito delle Solovki (v. Skitl).

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KKGGBBKKAAMMUURRLLAAGG

KAMURLAG, KARMURLAG(Kamurlag, Karmurlag,Karelo-murmanskie lagerja Ogpu)I campi della Carelia e di Murmansk ven-nero creati all’inizio degli anni Trenta,con detenuti trasferiti dall’arcipelagodelle Solovki. Erano subordinati alloSkitl (Itl delle Solovki e di Kem’) e aveva-no per centro amministrativo Kem’. At-tività principali erano il taglio del boscoe l’industria ittica.

KANTOVKA (kantovka)1. Lavoro leggero o ozio. I lavori comunisono così letali che si usa dire: «Un gior-no di kantovka è un anno di vita»; oppu-re: «Un giorno di kantovka è un anno disalute».2. Kantovat’sja: scansare il lavoro, batterela fiacca; oppure imboscarsi, procacciar-si un lavoro leggero.

KARLAG, KARAGANDALAG(Karlag, Karagandalag)Grande campo del Kazachstan, organiz-zato nel 1932-33. Attività principali so-no l’agricoltura e l’estrazione del carbo-ne e di minerali non ferrosi. Il centro am-ministrativo si trova vicino alla città diKaraganda.

KASA (kasˇa)Polenta o pappa di cereali o legumi, tra-dizionalmente l’alimento base dei russi.1. Modo di dire: «La kasˇa del lager sta al-la vera kasˇa russa come la legalità socia-lista sta alla legalità vera».2. La kasˇa del lager e del carcere è cottanell’acqua, talvolta con tracce di olio disemi. Il più delle volte è talmente liqui-da che si può bere.3. Riportiamo un elenco delle più notevarietà di kasˇa in ordine di gradimento,cominciando dalle più apprezzate daidetenuti: kasˇa di piselli (molto rara), digrano saraceno (molto rara), di riso (solonegli ospedali), di lenticchie (molto ra-ra), di avena (riso dei cavalli), di semoli-no, di granoturco, di orzo, di orzo perla-to, di frumento, di miglio, di migliomondato.

KATYN’ (Katyn’)Località a circa 15 km da Smolensk, nel-la Russia occidentale.1. Nell’estate del 1943, durante l’occupa-zione nazista, la popolazione locale mo-strò ai tedeschi un punto nella foresta do-ve i sovietici avevano massacrato dei pri-gionieri polacchi. Furono riesumati 4.143cadaveri in uniforme militare polacca. La

K

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KOLCHOZ (kolchoz)1. Nel gergo del lager, gruppo di detenu-ti o liberi che mangiano insieme (v. man-giare 1).2. Stupro collettivo (v. tram, coro).

KOLYMA (Kolyma)Fiume nel nord-est della Siberia, lungo2.600 km dalle sorgenti a nord di Ochotskalla foce nel mar della Siberia orientale.1. I campi della Kolyma, attivi dal 1932 al1956, divennero tristemente noti (v. Da-l’stroj, Usvitlag). Il clima della kolyma èmolto rigido: la temperatura scende ameno 60 gradi e oltre. La norma di pro-duzione per un minatore detenuto era150 kg al giorno; in epoca zarista un for-zato a Nercinsk doveva produrre 50 kg diminerale al giorno.2. Fra tutti i campi del periodo stalinia-no, la Kolyma si distingueva non soltan-to per la durezza del regime, ma ancheper la più alta mortalità fra i detenuti.3. La Kolyma è descritta da alcuni ex de-tenuti fra cui Varlam Salamov, AnatolijKrakoveckij, Evgenija Ginzburg, ElidorLipper, Vladimir Petrov. 4. La Kolyma è inoltre cantata in nume-rose canzoni, come nessun altro lager.4.1. «Io vivo presso il mare di Ochotsk...»(v. Magadan 2). 4.2. «Kolyma, Kolyma,pianeta incantato: dodici mesi d’inver-no, il resto è estate...» 4.3. «O Kolyma, siimaledetta, tu che incantato pianeta seidetta...» (dalla canzone Ricordo il porto diVanino).

KOLYMKA (kolymka)1. Berretto con i paraorecchi usato nei la-ger dal 1936, peggiore della siblonka (v.),usata a partire dal 1932, e di gran lungapeggiore della solovcˇanka, usata a parti-

re dal 1924. Nei lager, insomma, le cosevanno di male in peggio (v. cosacco).2. Lampada artigianale con stoppino ri-cavata da un barattolo di conserva. Nota:la kolymka era l’unica illuminazione nel-le baracche della Kolyma; alla sua luce sigiocava a carte, i capisquadra compilava-no i rapporti eccetera.

KOMBED (kombed)Vedi comitato dei poveri.

KOMSOMOL’CY (komsomol’cy)Iscritti al Komsomol, la Gioventù comu-nista.1. Verso la metà degli anni Trenta nei lagercominciarono a entrare giovani comuni-sti che avevano espresso opinioni un po’diverse da quelle ufficiali (v. arresti di mas-sa 19.1). Per qualche tempo si distinseronell’ambiente del campo per la loro fedenel socialismo, e perciò erano chiamatidagli altri detenuti appunto komsomol’cy.2. Detenuti, soprattutto politici, che sidefinivano così ironicamente, perché lastampa attribuiva ai soli komsomol’cy ilmerito delle opere realizzate con il lorolavoro (v. Komsomol’sk sull’Amur, Magni-togorsk). I giovani del Komsomol aveva-no effettivamente lavorato in quei can-tieri, ma solo come sorveglianti. Il termi-ne apparve all’inizio degli anni Trenta.

KOMSOMOL’SK SULL’AMUR(Komsomol’sk-na-Amure)Città costruita dai detenuti, di cui la pro-paganda ufficiale afferma che sarebbestata «fondata nel 1932 dai komsomol’cyaccorsi da tutta l’Unione Sovietica» (Bse).

KKOOTTLLAAGG

KGB, COMITATO PER LA SICUREZZA DELLO STATO PRESSO IL CONSIGLIODEI MINISTRI DELL’URSS(Kgb, Komitet gosudarstvennoj bezopasno-sti pri Sovete ministrov Sssr)1. Creato il 13 marzo 1954, occupa la se-de dell’ex Vck, Gpu, Ogpu, Nkvd, Nkgb,Mgb in via Lubjanka a Mosca e proseguel’attività dei suoi predecessori. La rete delKgb abbraccia tutte le sfere della vita delpaese e tutto il suo territorio, nonché tut-ti gli enti sovietici all’estero. Svolge atti-vità spionistica, diversiva e di disinfor-mazione in territorio straniero. È istitui-to al posto dell’Mgb dell’Urss, sciolto nel1953, subito dopo la morte di Stalin. NelKgb entrano gli ex funzionari dell’Mgbche dopo attenta verifica sono ritenutiparticolarmente fidati dalla nuova diri-genza del partito.2. Il Kgb svolge indagini e istruisce casirelativi ai «reati contro lo Stato». Ha a suadisposizione le carceri interne, le carceripsichiatriche eccetera (v. sezione speciale).Il primo presidente del Kgb è il generaleIvan Serov, insignito dell’Ordine di Le-nin per aver deportato centinaia di mi-gliaia di abitanti dei paesi baltici (v. depor-tazioni di massa 6, 7). In seguito la caricaè assunta da Aleksandr Selepin (dicembre1958); Vladimir Semicastnyj (novembre1961); Jurij Andropov (maggio 1967); Vi-talij Fedorcuk (maggio 1982); Viktor Ce-brikov (dicembre 1982), Vladimir Krjuc-kov (ottobre 1988). All’indomani del fal-lito colpo di stato dell’agosto 1991 Krju-ckov è arrestato, e Leonid Serbasin vienenominato presidente del Kgb, per esseresostituito ventiquattr’ore dopo da VadimBakatin, a sua volta destituito.3. La sigla Kgb è scherzosamente decifra-ta come Kodla Gosudarstvennych Bandi-tov, che vuol dire “cricca di banditi di

Stato”; o come Kodla Grubych Banditov,“cricca di banditi grossolani”.

KINGIR (Kingir)Città del Kazachstan. Nel 1954 nelle di-verse sezioni del campo speciale di Kin-gir inizia uno sciopero che degenera inrivolta (v. scioperi 3.1).

KIROV, ONDATA O ASSORTIMENTODI (Kirovskij potok, kirovskij nabor)Definizione corrente con cui si indicano icirca 100.000 leningradesi inviati neicampi e al confino dopo l’assassinio di Ki-rov, avvenuto nel dicembre 1934. Il termi-ne fu poi applicato anche agli abitanti dialtre località, arrestati con lo stesso prete-sto. Nella maggioranza dei casi essi si vide-ro appiccicare l’etichetta di «trockisti» efurono inviati al confino per 5 anni. Nel1937-38 i confinati furono nuovamentearrestati e inviati nei campi per 5-8 anni,dopo una nuova «istruttoria». La prima fa-se della repressione fu organizzata dalcommissario del popolo agli Affari interniJagoda. Stalin non lo ritenne abbastanzaenergico e lo sostituì con Ezov. Jagoda fufucilato nel 1936 (v. arresti di massa 18, de-portazioni di massa 4). Nota: Kirov, mem-bro del Politbjuro e primo segretario delComitato regionale del partito di Lenin-grado, godeva di grande autorità all’inter-no del partito e da molti era considerato ilfuturo successore di Stalin. Fu assassinatonel suo studio il primo dicembre 1934.Non si capisce in che modo l’assassino Ni-kolaev sia potuto penetrarvi, eludendo larigida sorveglianza. Nikolaev fu processa-to a porte chiuse e fucilato. Il 23 gennaio1935 anche il capo della Direzione lenin-gradese dell’Nkvd, Medved’, fu giudicatoa porte chiuse e condannato a morte.

KKIINNGGIIRR

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KONTRA, KONTRIK, K/R(kontra, kontrik, k/r)Il termine, coniato dai cekisti nel 1918con il significato di controrivoluzionario(v.), era usato anche con valore colletti-vo: «Dall’essiccatore Petrov si sono radu-nati di nuovo i kontra».

KOTLAG (Kotlag)Campi di Kotlas (fondati dall’Ogpu nel1930) specializzati nell’ammasso del le-gname. Kotlas è un importante nodo fer-roviario alla confluenza della Vycegda edella Dvina settentrionale. Il campo ditransito di Kotlas divenne un grosso cen-tro di smistamento sulla via per Vorkuta.

KOZEL’SK (Kozel’sk)Località 100 km a ovest di Tula, dove sitrovava un campo di prigionia con circa4.000 militari e altri cittadini polacchicatturati dai sovietici nel 1939 durantel’occupazione della Polonia orientale.Molti degli internati furono trucidati dal-l’Nkvd a Katyn’ (v.).

KPZ (Kpz)Vedi cella per la carcerazione preventiva.

KRA (Kra)Agitazione controrivoluzionaria (v. sigle).

KRASNAJA PRESNJA (Krasnaja Presnja)1. Quartiere di Mosca, in cui si trova uncarcere di transito ed esecutivo. 2. Carcere Krasnopresnenskaja dell’Nkvd-Mvd dell’Urss (v. carcere7).

KSIVA (ksiva, ksivënka)1. Dall’antico ebraico, attraverso l’yiddish:biglietto, lettera trasmessa di nascosto elu-

dendo i controlli; analogo a Kassieber nelgergo criminale tedesco (v. triangolo 1).2. Documenti falsi, passaporto falso.

KTR, LAVORI FORZATI,CAMPI DI LAVORI FORZATI(Ktr, katorzˇnye raboty, katorzˇnye lagerja)L’abbreviazione ktr significava «condan-nato ai lavori forzati» e nei campi di la-vori forzati era usata al posto di z/k.1. I lavori forzati zaristi furono aboliti dalGoverno provvisorio nel marzo del 1917.Il potere sovietico li ripristinò, con il decre-to del 19 aprile 1943, per quegli uomini edonne condannati «per tradimento dellapatria» che, in virtù di «circostanze atte-nuanti», avevano evitato la forca e dove-vano scontare 15 o 20 anni di Ktr, 10 in ca-si eccezionali. Per le autorità sovieticheerano «traditori» i collaborazionisti, comei poliziotti, gli operai delle fabbriche rima-sti al loro posto o le educatrici dei nidi chele autorità in fuga davanti all’avanzata te-desca si erano dimenticati di far sfollare. 2.1. Tutti i ktr erano utilizzati per i lavorimanuali più pesanti. Usufruivano di assi-stenza medica solo eccezionalmente, peresempio in caso di frattura; le ktr incinteerano costrette ad abortire (v. mamma 1).2.2. L’altissima mortalità fra i ktr è testi-moniata dal numero di matricola, che ve-niva loro attribuito in eterno e in caso dimorte non passava ai nuovi arrivati. I nu-meri consistevano di una o due lettere e daun numero, da 001 a 999. I primi ktr (esta-te 1943) avevano le lettere A, B, C eccete-ra. Per l’inizio dell’inverno dello stesso an-no e nelle stesse sezioni di lager apparverole lettere O, P, Q eccetera (v. appendice 5).3. I campi Ktr erano situati nel territoriodegli Itl del Gulag, in località remote:Vorkuta, Kazachstan, Kolyma, Noril’sk,Tajset; ma i contatti fra ktr e z/k eranopraticamente impossibili. I forzati lavo-

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ravano in settori riservati a loro, eseguen-do i lavori più duri sotto scorta rafforza-ta. Il controllo tecnico era affidato a lavo-ratori liberi o a condannati per reati co-muni. Erano condotti al lavoro in fila percinque, e tutte le mani destre degli ulti-mi detenuti di destra e tutte le mani sini-stre di quelli di sinistra erano incatenate.All’interno dei campi erano alloggiati inbaracche chiuse, con sbarre alle finestre.4. Non fu pubblicato alcun decreto sul-l’abolizione dei Ktr, ma nella primaveradel 1948 i detenuti sopravvissuti furonotrasferiti nei campi speciali.

KUCINO (Kucˇino)Località nei pressi di Mosca dove neglianni Quaranta e Cinquanta si trovavauna sˇarasˇka (v.) impegnata in ricerchedi fisica nucleare.

KULAK (kulak)Secondo il dizionario di Dal’ (St. Peter-burg-Moskva, 1912), «avaro, avido, tacca-gno». Nel linguaggio della propagandabolscevica, «ricco contadino-proprieta-rio, sfruttatore di contadini poveri» (dizio-nario di Ozegov, Moskva, 1963). Il termi-ne è applicato a tutti i contadini invisi alpotere sovietico. Ma fra loro ci sono moltipoveri e perciò la propaganda sovietica in-venta un nuovo termine: podkulacˇnik.Dall’inizio della collettivizzazione forzatanel 1929 al 1937 la stragrande maggioran-za della popolazione concentrazionaria ècostituita da kulaki e podkulacˇniki.

KUROPATY (Kuropaty)In questa foresta, situata presso Minsk inBielorussia, sono sepolti centinaia di mi-gliaia di fucilati, la cui morte risale allaGrande purga (resoconto dell’Accademiadelle Scienze della Bielorussia, luglio1988).

KVC, SETTORE CULTURALE ED EDUCATIVO(Kvcˇ, kul’turno-vospitatel’naja cˇast’)1. Compiti. 1.1. Le prime Kvc furono or-ganizzate dalla Direzione dei campi diconcentramento dell’Ogpu alla fine de-gli anni Venti. Conservarono il loro no-me, quando nel 1930 questi campi furo-no ribattezzati «campi di lavoro correzio-nale dell’Ogpu». In seguito l’istituto del-la Kvc fu confermato dall’Snk dell’Urssnel regolamento dei campi di lavoro cor-rezionale dell’Ogpu (SZ 1930 22:248), incui si dice che il lavoro della Kvc «deveessere conforme al carattere di classe ditutto il sistema dei campi di lavoro cor-rezionale, mettendosi prevalentementeal servizio dei detenuti provenienti dallaclasse operaia e contadina» e che «tutti idetenuti analfabeti di età inferiore ai 50anni devono frequentare nel tempo libe-ro i servizi culturali ed educativi» (artt.45, 46). 1.2. Di fatto il compito della Kvcera incitare la manodopera forzata a rea-lizzare e superare la norma di produzio-ne (v. artista della Kvcˇ, educatore 1.1-3,tabellone degli indici di produzione).2. Il controllo sulle Kvcˇ. 2.1. Origina-riamente il lavoro culturale ed educativonei campi era controllato dal Narkom-pros (ma non nei campi dell’Ogpu). Dal1934, nel sistema unificato del Gulag, leKvc erano controllate dal Gulag stesso (v.Kvo 2). 2.2. In seguito all’ennesima rior-ganizzazione del 1956, la Kvc fu sostitui-ta da una nuova struttura (v. lavoro diistruzione politica 2).3. Attività. Il direttore della Kvc era un uf-ficiale dell’Nkvd-Mvd, sottotenente o te-nente, che aveva a sua disposizione degliispettori e degli educatori, liberi o detenu-ti. Presso la Kvc c’erano un club e dei cir-coli dedicati a varie attività, i cui respon-

KKVVOOKKOOZZEELL’’SSKK

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LLAADDRROO

LADRO (vor)1. Definizione. Il termine russo vor hadue significati: nel linguaggio comuneindica il ladro, mentre nel gergo della ma-la designa un delinquente che rispetta lalegge della malavita, indipendentementedalla sua specializzazione (v. blatnoj).2. La legge della malavita. 2.1. Il «ladroonesto» o «nella legge» rispetta soltantoil codice d’onore della malavita e dis-prezza tutti quelli che non sono dei «ve-ri ladri» come lui. 2.2. Secondo la tradi-zione, un vero ladro non deve per nes-sun motivo mancare al dovere di solida-rietà verso i suoi pari, a rischio della vita.Non collabora mai con le autorità. Nonruba mai sulla pubblica via a una donnasola con un bambino (v. alias, posto diguardia 2). 2.3. Un vero ladro tiene mol-to al suo onore. Lo perde se trasgrediscela legge e se viene sodomizzato, soprat-tutto da «cagne» (v. cagna).3. Il codice. Il mondo della malavita co-stituisce una specie di circolo chiuso, do-ve un codice non scritto obbliga a osser-vare rigidamente delle regole, anch’essenon scritte. Ogni infrazione viene giudi-cata collegialmente dal «tribunale d’o-nore», e la persona riconosciuta colpevo-le è condannata senza appello all’esclu-

sione dalla malavita o a morte, general-mente per decapitazione; la sua testamozzata è presentata ai «giudici».4. Ammissione dei candidati. Non tuttipossono diventare veri ladri. Bisogna es-sere accettati dal gruppo e avere un padri-no fra i suoi membri. La decisione è pre-sa in presenza dell’interessato, che devedimostrare di saper rispettare la legge del-la malavita. Razza e religione non conta-no. A volte, ma non sempre, il candidatodeve prima uccidere una spia o una «ca-gna». Se fra i suoi amici c’è qualche ele-mento «sospetto», il suo assassinio sarà lacondizione necessaria all’ammissione.5. Il vero ladro, aristocratico della mala-vita. Il ladro è l’aristocratico del mondo cri-minale. Al suo arrivo in una cella di trans-ito, dove non conosce nessuno, si presen-ta subito, fin dalla soglia (v. uomo 2). I de-linquenti sanno riconoscersi fra loro. Fin-gere di essere un ladro davanti a chi lo è ve-ramente, quindi, può costare molto caro.6. La lotta delle autorità contro la ma-lavita. Fin dall’inizio, le autorità sovieti-che conducono una lotta senza quartie-re contro il mondo solidale e ben orga-nizzato della malavita. Con qualche suc-cesso (v. fucilazioni di massa 2.3, 7, 8.3,11.2, 15.2, 18.2, monopolio di stato).

L

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sabili erano nominati dal direttore. A dif-

ferenza degli artisti del Kvo, quelli della

Kvc non erano dispensati dal lavoro.

4. Stile. All’interno delle Kvc fiorì una par-

ticolare forma di kitch, che alcuni chia-

mano «realismo socialista della Kvc» o

«stile della Kvc».

KVO, SEZIONE CULTURALE ED EDUCATIVA(Kvo, kul’turno-vospitatel’nyj otdel)1. Nel sistema del Gulag (1934-53), il Kvocontinuò il lavoro della Kvc dei campi diconcentramento dell’Ogpu (v. Kvcˇ 1).

2. Il Kvo dirigeva l’attività delle diverseKvc delle sezioni di lager (v. Kvcˇ 2). Asua volta, il Kvo dipendeva dalla Direzio-ne politica del Gulag e concordava la suaattività con la sezione politica locale.

KKVVZZDD

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7. Folclore. Proverbi e modi di dire: 7.1.«Il ladro ruba, gli altri sgobbano». 7.2.«Non sgobbare, dice la legge». La leggedella malavita proibisce a un ladro di lavo-rare, sono gli altri detenuti, terrorizzati,che eseguono il lavoro al suo posto (v. leg-ge della malavita 2.2, squadra 2). 7.3. «Pa-rola di ladro!»: secondo la leggenda il veroladro mantiene sempre la parola data. Sinarra che ai tempi degli zar certi direttoridi carcere lasciassero uscire dei criminaliincalliti se davano la loro parola che sareb-bero rientrati. 7.4. «Il buon vecchio mon-do (il nobile mondo) della malavita!»:esclamazioni nostalgiche. 7.5. «Mi piacela vita dei ladri, ma ho fifa a rubare!».

LADRO POLACCO (pol’skij vor)Nome che indica un cosiddetto «semico-lorato», cioè un detenuto vicino all’am-biente della malavita. Spesso indipenden-te, non ha niente a che fare con la Polonia.

LADRO RITIRATO DAGLI AFFARI(otosˇlyj vor, otosˇedsˇij)Ladro che non esercita più la professione.Se non è diventato un traditore (v. cagna),è comunque rispettato dalla malavita.

LAGPUNKT (lagernyj punkt, lagpunkt)Vedi filiale di lager.

LAMENTELE (pretenzii)1. «Lamentele contro la scorta?». Secon-do il regolamento, il capo della scorta ètenuto a porre questa domanda ai dete-nuti di cui è responsabile prima di con-segnarli a chi di dovere. La risposta è ri-portata nel verbale di accettazione e con-segna dei detenuti.2. In genere, i detenuti rispondono :«No», perché sanno per esperienza che le

lamentele restano senza seguito, quandonon gli si ritorcono contro (v. reclami 3).3. I motivi di lamentela possono essere:maltrattamenti, pestaggi, mancata distri-buzione dell’acqua (la razione ordinariadei detenuti durante il trasferimento con-siste essenzialmente in aringhe salate),divieto dell’uso delle latrine, passivitàdella scorta di fronte alle ruberie di certidetenuti (che magari hanno rivenduto lamerce rubata agli stessi soldati di scorta).

LASCIAPASSARE (propusk)Nei campi, documento che concede aldetenuto il diritto di spostarsi senza scor-ta entro determinati limiti, in orari preci-si, talvolta ventiquattr’ore su ventiquat-tro (v. senza scorta).1. Vi sono lasciapassare validi una solavolta, lasciapassare provvisori, perma-nenti, individuali o collettivi. Qualun-que abuso comporta la confisca e anchedelle sanzioni.2. Le condizioni per il rilascio di questidocumenti sono stabilite da appositeistruzioni della Direzione operativa ceki-sta del Gulag: è il capo locale della guar-dia (v. Vochr, guardia militarizzata) checoncede i lasciapassare su richiesta deldatore di lavoro, ma solo previa autoriz-zazione del plenipotenziario operativo. Ilasciapassare non possono essere rilascia-ti ai politici, né a certe categorie di crimi-nali comuni particolarmente pericolosi.In alcuni casi, quando per un’esigenza diproduzione è assolutamente necessarioliberare dalla scorta un politico con par-ticolari competenze, il direttore del cam-po è abilitato a fare i passi necessari pres-so il capo della Direzione operativa ceki-sta del Gulag, ma a patto di avere l’aval-lo del suo vice incaricato degli affari ope-rativi cekisti.

LLAADDRROO PPOOLLAACCCCOO

3. A partire dal 1970, il rilascio dei lascia-passare è regolamentato dal codice dellavoro correzionale, che vieta categorica-mente di concederli ai politici, ai delin-quenti comuni particolarmente perico-losi, agli stranieri, agli apolidi eccetera(ITK-70, art. 31).

LATRINE (opravka)Opravka indica letteralmente “l’espleta-mento delle funzioni corporali”.1. «Preparatevi per le latrine!»: ordine delsorvegliante che va a prendere i detenutidi una cella per portarli al gabinetto.2. Nelle carceri, i detenuti sono condottialle latrine due volte al giorno: i primigabinetti fanno la loro comparsa nellecelle di alcune carceri solo negli anni Ses-santa. Secondo il regolamento interno, idetenuti sono tenuti a portar fuori il bu-gliolo, svuotarlo e lavarlo (v. portabuglio-lo, responsabile di cella). Nei gabinetti allaturca ci sono lavandini con acqua freddaper lavarsi. Nelle carceri di alta sicurezza,all’ingresso delle latrine il responsabiledi cella distribuisce a ogni detenuto unpezzetto di carta da imballaggio, general-mente di 8x8 cm. In epoca staliniana lostesso responsabile di cella recupera i fo-glietti all’uscita del gabinetto con la ma-no protetta da un guanto di gomma: get-ta quelli usati in un recipiente e quelliinutilizzati in un altro. Questo per evita-re che i detenuti conservino la carta perservirsene per chissà quale scopo contro-rivoluzionario.3.1. In certi casi, le latrine sono usate perscambiare qualche parola o informazionecon i detenuti degli altri piani (v. telefono).Una volta che i detenuti di una cella sonousciti dai gabinetti, il sorvegliante di tur-no controlla attentamente il locale primadell’arrivo del gruppo successivo. 3.2. Se-

condo il numero dei detenuti e la quanti-tà dei posti, la visita alle latrine dura dacinque minuti a un’ora, o anche di più. Avolte i guardiani costringono i detenuti auscire dalle latrine senza tener conto del-le loro necessità na turali.4. Secondo il regolamento, nei vagoniStolypin i detenuti dovrebbero esserecondotti alle latrine due volte al giorno.Questo non sempre avviene, per man-canza di tempo. Il soldato di scorta fauscire dallo scompartimento un detenu-to per volta (la presenza di molti detenu-ti nel corridoio potrebbe essere pericolo-sa per lui), richiude immediatamente laporta e spinge il detenuto verso il gabi-netto all’estremità del vagone. I gabinet-ti non hanno porte, e in tal modo un se-condo soldato di scorta può sorvegliare ildetenuto (uomo o donna). Ma qualcunoriesce ugualmente a far scivolare una let-tera nel buco (v. carro bestiame 1, corri-spondenza 5.1, triangolo).

LAVORETTO DA RACCOMANDATI (blatnaja rabotënka)Lavoro facile, ottenuto per raccomanda-zione (v. blat), o anche lavoretto per imalavitosi, che non amano faticare (v.blatnoj).

LAVORI COERCITIVI (prinudilovka,prinudraboty, prinuditel’nyj trud)1. Dopo la rivoluzione i bolscevichi in-troducono il principio della punizioneattraverso il lavoro coercitivo. Nei suoidiscorsi, Lenin se ne serve spesso per mi-nacciare «il nemico di classe» e l’8 mag-gio 1918 firma un decreto che punisce lepersone colpevoli di corruzione con «ilavori coercitivi più pesanti e più sgrade-voli» (SU 35:468; «Izvestija», 12 maggio).Il 22 luglio 1918 firma un nuovo decreto

LLAAVVOORRII CCOOEERRCCIITTIIVVII

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viati ai lavori di massa gli individui priva-ti della libertà provenienti dalle classi so-ciali ostili, nonché i lavoratori ricono-sciuti socialmente pericolosi data la natu-ra del crimine commesso».

LAVORI FORZATI (katorzˇnye raboty)Vedi Ktr.

LAVORO (rabota, trud)1. In Urss «il lavoro è una questione d’ono-re, di gloria, di valore e d’eroismo!» (Stalin).Dagli anni Trenta agli anni Cinquanta,questo slogan è affisso in tutti i campi so-vietici, così come «Conquistiamo la liber-tà anticipata con un lavoro onesto!».2. In genere, solo il lavoro manuale pe-sante è considerato lavoro vero. Tutti glialtri sono lavori da imboscati.3.Alcuni proverbi e modi di dire a propo-sito del lavoro. 3.1. «Il lavoro ama gli im-becilli, e gli imbecilli amano il lavoro!».3.2. «Il lavoro non è un lupo (un orso, unalepre): non scappa nei boschi!». 3.3. «Tumi chiedi di lavorare, capetto, ma non michiedi se oggi ho scopato!»: replica di cer-te detenute comuni ai sorveglianti che leassillano. 3.4. «Mio nonno lavorava, miopadre lavorava, io lavoro, e comunquenon ne vedo la fine!». 3.5. «Il lavoro facrepare i cavalli». 3.6. «Non è il lavoro cheuccide, è la norma!» (v. norma). 3.7. «Me-glio incitare al lavoro, che lavorare» (v. ar-tista della Kvcˇ, corrispondente di lager 2).3.8. «Lavorare per la razione» (v. razione dipane 8.5). 3.9. «Lavorare per la norma»:solo l’indispensabile per non avere noie.3.10. «Il sabato non si lavora, e da noi tut-ti i giorni è sabato!» (dice il blatnoj). 3.11.«Al lavoro esco, ma non chiedetemi dipiù!» (sempre il blatnoj). 4.1. «Non lavorare secondo la legge»: lalegge della malavita vieta ai delinquenti

di lavorare (v. ladro, legge della malavita2).4.2. «Non lavorare legalmente»: esseredispensati dal lavoro con regolare certifi-cato medico o per qualsiasi altro validomotivo (v. quote d’utilizzo della manodope-ra).

LAVORO CORREZIONALE(ispravitel’nyj trud)Mentre il lavoro coercitivo è destinato aicontrorivoluzionari e agli elementi so-cialmente estranei e pericolosi, per i«condannati provenienti dalla classe la-voratrice» nel 1920 viene introdotto ilprincipio del «lavoro correzionale».

LAVORO CULTURALE ED EDUCATIVO(kul’turno-vospitatel’naja rabota)A partire dal 1930, nuova denominazio-ne del lavoro di istruzione politica. Unarisoluzione del Consiglio dei commissaridel popolo del 7 aprile 1930 dichiara cheil lavoro culturale ed educativo deve es-sere «conforme al carattere di classe ditutto il sistema dei campi di lavoro corre-zionale» (SZ 22:248, art. 45; v. Kvcˇ).«Tutti i detenuti analfabeti di età inferio-re ai 50 anni devono frequentare neltempo libero i servizi culturali ed educa-tivi».

LAVORO DI ISTRUZIONE E ALFABE-TIZZAZIONE (kul’turno-prosvetitel’najarabota, kul’tprosvetrabota)Nei luoghi di reclusione, il suo scopo è in-segnare a leggere e a scrivere ai detenuti,fornire nozioni di cultura generale e unaformazione professionale, organizzare at-tività ricreative e culturali (SU 1918,53:598, art. 6). Il lavoro è diretto dal re-sponsabile del settore educativo, che ha adisposizione degli educatori e degli inse-gnanti, tutti nominati dal Gumz, ma con

LLAAVVOORROO DDII IISSTTRRUUZZIIOONNEE EE AALLFFAABBEETTIIZZZZAAZZIIOONNEE

che stabilisce per gli speculatori una pe-na detentiva «associata ai lavori coerciti-vi più duri» (SU 54:605; «Izvestija», 25luglio 1918). Infine, il 15 aprile 1919, ilVcik emana il decreto «Sui campi di lavo-ro coercitivo» (SU 12:124). Gli obiettivi el’organizzazione di questi campi sonosviluppati in un altro decreto del Vcik(SU 20:235) pubblicato sulle «Izvestija»del 17 maggio 1919 (v. campi 2).2. A partire dagli anni Venti, i lavori coer-citivi designano solo una sanzione consi-stente in una ritenuta sul salario, senza lareclusione in un istituto penitenziario.Questa sanzione è applicata per un perio-do massimo di un anno e per reati mino-ri. La denominazione ufficiale cambiapiù volte. 2.1. «Lavori coercitivi senza re-clusione in luoghi di privazione della li-bertà» (Princìpi fondamentali di dirittopenale della Rsfsr, 12 dicembre 1919; SU66:590, art. 25-1). 2.2. «Lavori coercitivisenza carcerazione»: «a) lavoro conformealla qualifica dell’interessato, con un sa-lario inferiore, ore straordinarie obbliga-torie e trasferimento in un’altra impresao un’altra località; b) lavoro manuale nonqualificato» (UK-22, artt. 32-c, 35). 2.3.«Lavori coercitivi senza privazione dellalibertà», da scontare «nell’impresa in cuil’interessato è impiegato o al di fuori del-la località di residenza», con ritenute sulsalario che possono arrivare fino al 25%(UK-26, artt. 20-d, 30). 2.4. «Lavori corre-zionali senza privazione della libertà»:nuova variante del nome precedente apartire dal 1933 (SU, 48:208). 2.5. «Lavo-ri correzionali senza privazione della li-bertà da scontare, in conformità alla sen-tenza del tribunale, sul luogo di lavoro oaltrove […] nella provincia di residenzadel condannato […] con ritenute sul sala-rio dal 5 al 20%, a favore dallo Stato» (UK-60, artt. 21-4, 28).

3. A partire dal 1933 la propaganda affer-ma che in Urss non esiste il lavoro coer-citivo. Sostenere il contrario è considera-to «diffamazione della realtà sovietica»,un’«invenzione menzognera» punitadalla legge.

LAVORI COERCITIVI SOCIALMENTE UTILI (obsˇcˇestvenno-prinuditel’nye raboty)Il decreto del Consiglio dei commissaridel popolo «Sulla privazione della libertà»(«Izvestija», 25 marzo 1921) diceva: «Incaso di condanna ai lavori coercitivi sen-za reclusione, specificare nella sentenza iltipo di sanzione: lavori coercitivi social-mente utili, o lavori coercitivi secondo laqualifica». Nel codice penale del 1922 enei successivi, l’espressione “lavori coer-citivi socialmente utili” non compare.

LAVORI COMUNI (obsˇcˇie raboty)I lavori manuali più pesanti, in miniera,al taglio del bosco o nei cantieri.

LAVORI CORREZIONALI(ispravitel’nye raboty)Vedi lavori coercitivi 2.4.

LAVORI CORREZIONALI SENZAPRIVAZIONE DELLA LIBERTÀ (ispravitel’no-trudovye raboty bez lisˇenija svobody)Vedi lavori coercitivi 2.4.

LAVORI DI MASSA (massovye raboty)Lavori manuali pesanti, in cui i detenutisono impiegati indipendentemente dallaloro qualifica (v. campi 9.2). Il termine èusato insieme a «lavori comuni» fino allametà degli anni Trenta, poi scompare.L’articolo 34 dell’ITK-33 recita: «Sono in-

LLAAVVOORRII CCOOEERRCCIITTIIVVII SSOOCCIIAALLMMEENNTTEE UUTTIILLII

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LLEEGGGGEE

1. I tre bracci che lo costituiscono sonodisposti a forma di K. Alle celle si accedeattraverso gallerie e passerelle dispostelungo i muri, su tre piani. Negli anni Ven-ti, in seguito a numerosi casi di detenutilanciatisi nel vuoto, tra le passerelle ven-gono tese delle reti metalliche. Nel pun-to in cui i tre blocchi si congiungono, unsorvegliante munito di una banderuolasegnala se la via è libera (v. schiocco 1).2. Il braccio principale contiene 260 cel-le individuali. Verso la metà degli anniTrenta ogni cella è attrezzata con duebrande disposte su due livelli, che occu-pano tre quarti dello spazio. I lavori diampliamento, iniziati all’epoca degli zar,sono completati dai sovietici: i braccivengono inseriti in una costruzione qua-drata sopraelevata, dove si trovano gliuffici degli inquirenti e altre celle.3. All’epoca delle purghe staliniane Le-fortovo è tristemente noto per le tortureparticolari che vi vengono inflitte. Vi so-no detenuti in attesa di giudizio pronti aconfessare qualunque cosa appena vieneloro comunicato che stanno per esservitrasferiti. Le celle di rigore di questo car-cere sono altrettanto famose.4. Alla fine degli anni Venti, accanto alcarcere di Lefortovo viene inaugurato l’I-stituto centrale di fluidodinamica e daallora i detenuti sotto inchiesta sono as-sordati dal rombo delle turbine. Neglianni staliniani i corridoi e le celle sonodipinti di nero. Nel carcere di Lefortovosi eseguono anche le condanne a morte.5. Solzenicyn vi ha trascorso qualchegiorno prima della sua espulsione dal-l’Urss nel 1974.

LEGALITÀ SOCIALISTA(socialisticˇeskaja zakonnost’)1. Fondamenti leninisti dell’etica edella legalità. Secondo il marxismo-le-

ninismo, l’etica e la legalità non possonoessere che concetti di classe, delle nozio-ni socialiste: «Per noi, la morale è subor-dinata agli interessi della lotta di classedel proletariato»; «La lotta per il rafforza-mento del comunismo è alla base dellamorale comunista» (V.I. Lenin, Polnoe so-branie socˇinenij, V, t. 41, Moskva, 1967-70, pp. 310, 313). Cosa sia negli interessidi questa lotta lo sa soltanto «l’avanguar-dia del proletariato», cioè il Partito co-munista: in pratica la persona, o il grup-po di persone, nelle cui mani è concen-trato tutto il potere (v. istruzione 1, legge2-7).2. Legalità dell’illegalità sovietica. Intutta la storia dell’Unione Sovietica, lalegalità (senza aggettivi) ha diritto di cit-tadinanza solo per un brevissimo perio-do, durante l’effimero disgelo che seguela morte di Stalin. Nel suo numero dell’a-prile 1957, il mensile «Partijnaja Zizn’»pubblica, in risposta ai lettori, un artico-lo intitolato Misure per il rafforzamentodella legalità e il rigoroso rispetto dei dirittidel cittadino. Ma ben presto la legalità ri-diventa “socialista”: la violazione delleleggi da parte delle autorità sovietichenon è considerata illegale quando è ordi-nata dai vertici del partito, e i reclamidelle vittime sono privi di fondamento.3. “Umanità” delle leggi sovietiche.«Le leggi sovietiche sono le più umanedel mondo, ma la loro clemenza deve ap-plicarsi soltanto ai lavoratori onesti,mentre nei confronti [...] degli elementi[...] la legge deve essere severa, perché es-si sono nostri nemici» (discorso del pre-sidente del Kgb, Selepin, «Pravda», 22 ot-tobre 1961; v. elemento).

LEGGE (zakon)Molti proverbi o modi di dire esprimonoquel che rappresenta la legge per il russo

l’assenso del Narkompros (ITK-24, artt.86, 87). Una risoluzione del Consiglio deicommissari del popolo del 30 giugno1920 affida al Narkompros il lavoro diistruzione e alfabetizzazione (SU 65:283),che però il 3 aprile 1922 torna a dipende-re dal Commissariato del popolo alla Giu-stizia (v. Kvcˇ, lavoro di istruzione politica).

LAVORO DI ISTRUZIONE POLITICA (politvospitatel’naja rabota)1. Sotto il regno dell’ultimo zar, e poi sot-to il Governo provvisorio, le autorità pe-nitenziarie si preoccupano esclusivamen-te della lotta all’analfabetismo. I detenu-ti analfabeti devono seguire dei corsi du-rante l’orario di lavoro. Dopo il colpo distato bolscevico dell’ottobre 1917, ilcommissario del popolo alla Giustizia or-dina di elaborare dei metodi educativi peri detenuti (ordinanza del 23 luglio 1918;SU 53:508). Il 15 novembre 1920 il com-missario del popolo alla Giustizia decideche il collegio pedagogico di ogni sezionedi lager sia presieduto dal responsabiledel settore istruzione ed educazione (art.132), che gli orari dei corsi siano fissati infunzione delle ore di lavoro (art. 133) eche «la frequenza della scuola sia obbliga-toria per tutti i detenuti di età inferiore ai50 anni» (art. 141; SU 1921, 23-24:141).2.1. Nel 1930 la sezione incaricata dell’e-ducazione diventa la sezione politica,posta sotto l’autorità dei commissariatidel popolo alla Giustizia e agli Affari in-terni. l’ITK-33 precisa che il lavoro diistruzione politica è condotto da un ap-posito consiglio di detenuti sotto la dire-zione del vicedirettore dell’istituto peni-tenziario, responsabile del settore istru-zione politica (artt. 65, 67). 2.2. La for-mazione politica può essere affidata a de-tenuti appartenenti alla classe lavoratri-ce, a condizione che non siano condan-

nati per delitti pericolosi dal punto di vi-sta sociale (art. 65). A partire da questomomento gli educatori sono reclutati trai ladri e i delinquenti di ogni genere, apatto che sappiano leggere e scrivere.3. Nei campi dipendenti dall’Ogpu, l’e-spressione “lavoro di istruzione politica”è sostituita dal 1930 da “lavoro culturaleed educativo” (v. Kvcˇ). Nel 1934 tutti icampi di lavoro del paese passano sottola tutela del Gulag, erede diretto del si-stema concentrazionario dell’Ogpu.4. Il termine “istruzione politica” è reintro-dotto in seguito alla liquidazione ufficialedel Gulag dopo la morte di Stalin nel 1953.Questa volta l’educazione politica dei de-tenuti è affidata al personale degli istitutipenitenziari e si estende anche ai confina-ti e ai deportati, come pure ai condannatiai lavori coercitivi senza privazione dellalibertà (ITK-70, artt. 83, 84, 93, 94).5. I detenuti sono tenuti a partecipare “at-tivamente” alle lezioni d’indottrinamen-to. La sola presenza non è sufficiente. Sen-za partecipazione attiva, il più accanitodei lavoratori non può ottenere il titolo di«lavoratore coscienzioso» e godere dei be-nefici che ne derivano (v. appendice 6).

LECCAPIEDI (nizkopoklonniki)Nei confronti della cultura borghese del-l’Occidente: tutte le persone che non ac-cettano lo sciovinismo russo della politi-ca culturale ufficiale.

LEFORTOVO, CARCERE GIUDIZIARIODI LEFORTOVO DELL’OGPU-NKVD-MGB-MVD-KGB DELL’URSS (Lefortovo, Lefortovskaja sledstvennajatjur’ma Ogpu-Nkvd-Mgb-Mvd-Kgb Sssr)Ex palazzo di Lefort, nel quartiere Bau-manskij di Mosca, costruito alla fine del XVIIsecolo e in seguito trasformato in carcere.

LLAAVVOORROO DDII IISSTTRRUUZZIIOONNEE PPOOLLIITTIICCAA

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LLEETTTTEERRAA DDEELLLL’’AALLFFAABBEETTOO

il detto: «Al lavoro, voglio proprio andar-ci, ma non devono chiedermi di più!».3. La legge proibisce a un delinquente di ru-bare a un altro detenuto la sua razione dipane (ma solo questa!), anche se si tratta diun fesso, cioè della sua preda abituale. Chiviola la legge diventa una “cagna”, che de-ve essere eliminata (v. guerra delle cagne).4. Dopo la Seconda guerra mondiale, i la-dri regolari che erano stati promossi uffi-ciali per i loro meriti sul fronte sonoespulsi dalla malavita per aver collabora-to con le autorità; introducono, allora,una nuova legge della malavita, più ela-stica di quella tradizionale.

LEGGERE LE LETTERE (pis’ma cˇitat’)Espressione usata dai detenuti per desi-gnare il rito della lettura della posta ne-gli isolatori politici, dalla fine degli anniTrenta all’inizio degli anni Cinquanta (v.corrispondenza).1. Per la lettura della posta, i detenuti so-no condotti fuori dalle celle comuni tra le6:00 e le 8:00 del mattino e chiusi in celleindividuali. Tra le 9:00 e le 11:00 ogni de-tenuto è condotto separatamente dal ple-nipotenziario operativo, che gli pone ladomanda di rito: «Qualche domanda?» epoi dichiara: «Non c’è posta per lei» op-pure gli consegna una lettera. Poiché ildetenuto è autorizzato a ricevere una so-la lettera al mese, l’oper mette da parte ilresto della posta, scegliendo una lettera acaso. A volte però nomina i mittenti, la-sciando la scelta al detenuto.2. Dopo la visita all’oper, ogni detenuto èricondotto nella cella individuale, dovepuò leggere la lettera. Qualche ora piùtardi, alle 3:00 o alle 5:00 del pomerig-gio, viene ricondotto dall’oper, che dinuovo chiede: «Qualche domanda?» egli ritira la lettera per aggiungerla al suo

fascicolo personale. Solo alle 8:00 di sera(a volte perfino alle 3:00 o alle 5:00 delmattino) i detenuti vengono riportatinella cella comune.3. Queste complicate manovre servono aevitare che i detenuti sappiano chi rima-ne più a lungo da solo con l’oper. È infattiprobabile che si tratti di un informatore.4. In certi isolatori politici le lettere sonoportate nella cella a mano a mano che ar-rivano al carcere, dopo aver passato ilcontrollo della censura, e i detenuti sonoautorizzati a conservarle. Ma l’oper puòsempre trattenerne qualcuna senza che ildestinatario ne sia informato.

LETTERA DELL’ALFABETO (bukva)1.1. «Con la lettera…?». Quando il sorve-gliante sussurra queste parole dallospioncino, il detenuto il cui cognome co-mincia con quella lettera deve dire il pro-prio nome, sempre a bassa voce. Se non èlui il detenuto richiesto, il guardianochiede: «Chi altro?» finché non si presen-ta la persona giusta. Allora il sorveglian-te gli chiede nome e patronimico. 1.2. Inun carcere giudiziario, questo può prelu-dere a un interrogatorio. Quando lospioncino si apre, cala un silenzio di tom-ba. Tutti gli occhi si fissano sulle labbradel guardiano. Appena viene pronuncia-ta la lettera, tutti quelli il cui cognome haun’altra iniziale tirano un sospiro di sol-lievo, perché gli interrogatori sono spes-so accompagnati da torture. 1.3. Se sitratta di detenuti già condannati, la do-manda è seguita da: «Articolo? Pena? Ter-mine della pena?» (v. preghiera 2).2.1. Grazie a questo complicato rituale, idetenuti non rischiano di venire a cono-scenza dell’identità dei loro vicini nel ca-so in cui il sorvegliante avesse sbagliatocella. 2.2. Quanto al bisbiglio, è indi-

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medio, e più in particolare per il detenu-to o l’ex detenuto. I detti dall’1 al 5 risal-gono all’epoca degli zar. Tutti gli altri siriferiscono alla realtà sovietica.1. «La legge è come il timone, va dove lagiri».2. «Carcere e miseria fan mettere giudizio».3. «Non ci si batte con il forte, non si facausa al ricco».4. «Lo zar è troppo lontano, il buon Diotroppo in alto».5. «Mosca non crede alle lacrime».6. «Il blat è superiore al Sovnarkom» o «Ilblat è superiore al commissario del popo-lo»: raccomandazioni e conoscenze val-gono più di ogni altra cosa (v. blat).7. «Le leggi sono fatte per gli idioti»:parafrasi dell’antico proverbio «Le legginon sono fatte per gli idioti», cioè soloun idiota può pensare che l’osservanzadella legge lo preservi dal carcere.8. «Si deve, non si deve…»: prima diprendere una decisione, le autorità poli-tiche, giudiziarie eccetera devono vederequale sia l’interesse del partito o delloStato (v. legalità socialista 1).9. «Purché ci sia l’uomo, l’articolo si tro-verà»: parafrasi dell’antico detto «Purchéci sia un collo, il giogo si troverà».10. «In attesa di giudizio sono tutti colo-ro che sono in libertà»: la polizia segretaha un fascicolo su tutti.11. «Gli organi non si sbagliano mai»:ogni sospetto è già condannato.12. «È impossibile arrestare tutti, ma bi-sogna provarci» (v. arresti di massa).13. “Leggi di gomma”: quelle che il po-tere può piegare a suo piacimento, a dan-no della popolazione o di un singolo (v.legalità socialista 1).14. «Decreto-segreto». Nei primi anni delregime sovietico, alcuni prendevano sul se-rio le leggi democratiche del nuovo gover-no, senza essere a conoscenza dei decreti

di applicazione che, invece, erano segreti.A chi reclamava giustizia, i burocrati sovie-tici spiegavano pazientemente: «Questo èquel che dice il decreto, ma cosa dice il se-greto?». Più tardi, i burocrati persero la pa-zienza e i cittadini la loro ingenuità.15. «La legge è una taiga, dove l’orso è ilprocuratore»: conta solo su te stesso.16. «Legge della Kolyma»: i campi dellaKolyma hanno la triste fama di essere ipeggiori (V. Salamov, Racconti della Koly-ma, Torino, 1999). Si dice anche «leggedella taiga» o «legge della tundra», con ilsignificato di “legge della giungla”.17. «L’Unione Sovietica si regge sul tur-piloquio, le raccomandazioni e la tufta»(v. tufta).Nota: secondo antichissime cre-denze russe, il mondo si reggerebbe sutre balene (v. battuto, istruzione, legalitàsocialista, picchiare).

LEGGE DELLA KOLYMA(kolymskji zakon)Vedi legge 16.

LEGGE DELLA MALAVITA(vorovskoj zakon)1. Legge non scritta che tramanda, conpochi cambiamenti, una tradizione plu-risecolare. Il delinquente di professione(nel gergo russo, ladro o blatnoj) che os-serva questa legge è chiamato “onesto”,“nella legge” o “regolare”.2.1. Questa legge definisce una sorta dideontologia della malavita e impone rego-le spietate che possono richiedere perfinoil sacrificio della vita. Proibisce ogni colla-borazione con le autorità, compresa l’am-ministrazione penitenziaria. 2.2. Un la-dro onesto può farsi condurre al lavoro, mauna volta sul cantiere non deve fare nien-te. È noto che un vero ladro non lavora eche il ladro ruba e gli altri sgobbano. Da qui

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LLIICCEENNZZIIAAMMEENNTTOO

LIBERAZIONE ANTICIPATA(dosrocˇnoe osvobozˇdenie, dosrocˇka)La risoluzione del Commissariato del po-polo alla Giustizia del 25 novembre 1918decreta che la domanda di liberazioneanticipata può essere presentata dal dete-nuto, dalla sua famiglia o da una com-missione smistamento. Nei primi due ca-si è indispensabile che il detenuto abbiagià scontato metà della pena. La richie-sta è esaminata dallo stesso tribunale cheha condannato il detenuto. Con il tra-scorrere degli anni, le liberazioni antici-pate si fanno sempre più rare (v. anno 1,computo delle giornate lavorative, liberazio-ne condizionale anticipata, appendice 2).

LIBERAZIONE CONDIZIONALE ANTI-CIPATA E SOSTITUZIONE DELLA PARTE RESIDUADELLA PENA CON UNA PENA PIÙ MITE, UDO(Uslovno-dosrocˇnoe osvobozdenie ot na-kazanija i zamena neotbytoj cˇasti naka-zanija bolee mjagkim, Udo)1. A partire dalla metà degli anni Tren-ta, l’Udo è applicato sempre più di ra-do. Nei primi anni del regime sovieticoil detenuto può contare su uno sconto dipena grazie al sistema del computo dellegiornate lavorative (v.). A partire dallametà degli anni Trenta, sono introdotteprogressive limitazioni.2. Abolizione dell’Udo. Nel 1934 l’Udoè soppresso. L’articolo 56 scompare dalcodice penale del 1926.3. Ripristino dell’Udo dopo la morte diStalin. 3.1. È soltanto dopo la morte diStalin e in seguito agli scioperi del 1953-55 che l’Udo viene ripristinato con un de-creto del presidente del Soviet supremodell’Urss del 14 luglio 1954. Esso si appli-ca a tutti i detenuti esemplari che hanno

scontato i due terzi della pena. 3.2. Secon-do l’UK-60, l’Udo può essere concesso daun tribunale, su richiesta dell’ammini-strazione penitenziaria e di una commis-sione di vigilanza, a persone condannateper reati senza premeditazione, che han-no scontato almeno metà della pena e sisono distinte «per la condotta irreprensi-bile e l’atteggiamento onesto verso il lavo-ro» (v. delatore). Agli individui condanna-ti per reati con premeditazione, invece, sipuò concedere l’Udo solo se hanno scon-tato i due terzi della pena (UK-60, art.53).4. Nuove restrizioni. Con il decreto delSoviet supremo della Rsfsr del 14 novem-bre 1969, il codice penale del 1960 è inte-grato con l’articolo 53-1, che esclude l’ap-plicazione dell’Udo a tutti i politici, comepure ai condannati per banditismo, par-tecipazione a scioperi nei campi, furto ag-gravato, falsificazione di denaro, trafficodi valuta, attentato contro un rappresen-tante delle forze dell’ordine, teppismoaggravato eccetera (v. anno, computo dellegiornate lavorative, liberazione anticipata).

LIBERO (vol’nyj)Chiunque non è detenuto: il personalelibero del campo, come l’infermiera, ilcomandante eccetera. Nota: l’aggettivo“libero” si applica a tutto ciò che non ap-partiene al lager. Si dice, per esempio,«pantaloni liberi».

LIBERTÀ (svoboda)«Ti insegneremo ad amare la libertà!»: tene faremo ingoiare tante che rimpiange-rai la libertà (v. insegnare).

LICENZIAMENTO(uvolnenie ot dolznosti)La sanzione del licenziamento è previstadal codice penale del 1922 (art. 32-8), dal

LLEETTTTEERREE

spensabile affinché dalle celle vicine nonsi possa cogliere nessuna informazione.3.1. Se il sorvegliante è soddisfatto dellerisposte, dà uno di questi ordini: «Prepa-rarsi secondo la stagione!» oppure: «Conla roba!». 3.2. Qualche secondo dopo, ilsecondino di guardia al corridoio fa usci-re l’interessato. Appena la porta si richiu-de dietro di lui, il sorvegliante controllaancora una volta i dati del detenuto, poigli dà una serie di ordini: «Mani dietro laschiena!»; «Mi segua davanti!» (sic: inrealtà è lui che segue il detenuto); «A de-stra!»; «A sinistra!»; «Scenda!»; «Salga!»;«Si fermi!»; «Faccia al muro!». 3.3. Duran-te le purghe staliniane, il detenuto è con-dotto agli interrogatori da tre sorveglian-ti: due lo tengono a braccetto, e il terzo,da dietro, dirige il corteo (v. manette 6).4. A un detenuto non viene mai dettodove lo si conduce.

LETTERE (litery, bukvy)Ecco qualche lettera che gli agenti dellaSicurezza dello Stato segnano sui fascico-li di diverse categorie di detenuti postisotto sorveglianza o già condannati: AS,elemento antisovietico; P, insorto (v. ban-ditismo 1); S, membro di una setta religio-sa; SI, contatti con stranieri (v. esperanti-sta); T, trockista; C, ecclesiastico (v.).

LFT, LAVORO FISICO LEGGERO(Lft, lëgkij fizicˇeskij trud)Una delle categorie di idoneità al lavoro(v. certificare 1, Tft). I detenuti apparte-nenti a questa categoria devono essereassegnati a lavori poco pesanti: cernitadel carbone, alcuni lavori agricoli, rac-colta dei rami nei boschi dopo l’abbatti-mento degli alberi eccetera. Ma moltospesso i lavori di questo genere non esi-stono, oppure se li accaparrano i racco-mandati. In tal caso, gli Lft sono destina-

ti a lavori pesanti, ma devono realizzaresolo il 50% della norma di produzione.In teoria: tenuto conto dell’organizza-zione del lavoro, gli Lft in realtà devonolavorare quanto gli altri. Quando si la-mentano, di solito ricevono la seguenterisposta: «Bisognerebbe metterti alla cer-nita dei biscotti, peccato che non ce n’è».

LIBERAZIONE (osvobozdenie)1. La liberazione pianificata è quella cheavviene al termine legale della pena. In ge-nere non presenta problemi, perché i do-cumenti sono stati preparati in anticipo.2. La liberazione può anche essere nonpianificata, cioè avvenire prima del termi-ne, in seguito alla revisione del caso, peramnistia eccetera; oppure dopo la scaden-za della pena, a causa di un errore ammi-nistrativo o di una disposizione speciale ec-cetera (v. soprannumerario,trattenuto).In talcaso pone spesso problemi, perché i docu-menti necessari non sempre sono pronti.3. A partire dalla fine degli anni Venti, ipolitici condannati da una trojka al mo-mento della liberazione ricevono nuovecondanne al lager o al confino nel Gran-de Nord. Nel migliore dei casi, hanno di-ritto a un «meno 6» o un «meno 12» (v.liberazione condizionale anticipata, meno).3.1. «Liberazione per archiviazione delcaso» o «perché il fatto non sussiste»: chiè liberato con queste formule riceve unpassaporto “pulito” (v. passaporto 7). 3.2.«Liberazione per estinzione della penasenza successive restrizioni», quali il di-vieto di soggiorno in determinate regio-ni o località (v. meno).4. «Avere la liberazione anticipata» nelgergo penitenziario significa anche mori-re prima di aver scontato la pena. Anche«essere liberati (portati via) con la targhet-ta sul piede sinistro» (v. tirare le cuoia).

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trezzati per le esecuzioni e le torture. Nel1955 al primo edificio se ne aggiunge unonuovo, anch’esso enorme, che si affacciasempre sulla piazza. 1.4. Questo carcereha accolto personaggi famosi: il socialistarivoluzionario Boris Savinkov (1924-25);il generale zarista Kutepov, rapito a Pari-gi nel 1930; il generale Okulicki, capo del-la delegazione della Armia Krajowa po-lacca, invitato a Mosca per concertareazioni comuni contro i nazisti; nel 1945,il diplomatico svedese Wallenberg e mol-ti altri, scomparsi senza lasciare traccia.Durante le purghe staliniane i vecchicompagni di Lenin, numerosi membridel Politbjuro e del partito passarono daquesto carcere prima di essere fucilati, co-me pure molti comunisti stranieri ai qua-li il governo sovietico aveva generosa-mente garantito asilo politico. Sono pas-sati dalla Lubjanka anche dei maresciallidell’Urss, generali, ammiragli, ministri,ricercatori, artisti e cekisti famosi e, manmano che l’Urss invadeva nuovi territori(in tempo di guerra come in tempo di pa-ce), anticomunisti stranieri. Vi sono pas-sati anche semplici cittadini, utilizzatiper “montare” casi importanti. Tra glistranieri rinchiusi alla Lubjanka, vi sonoanche generali e ammiragli tedeschi egiapponesi. Al contrario dei comunisti,nemmeno uno dei criminali di guerrastranieri è stato giustiziato: sono stati tut-ti rimpatriati nel corso degli anni Cin-quanta, cosa ritenuta all’epoca politica-mente «vantaggiosa» per le autorità.2. Nella, Malaja Lu bjanka, o Piccola Lub-janka, al numero 14 di via Bol’saja Lub-janka, si trovano gli uffici della poliziapolitica della regione di Mosca, e ancheun carcere interno.3. L’«accettazione» è un settore situatonei sotterranei della Grande Lubjanka do-ve alcuni accusati, prima che inizi l’istrut-

toria, sono messi a disposizione dei fun-zionari della polizia politica che istruisco-no altri casi su ordine speciale. Per loro,questi accusati sono fonti d’informazio-ni, e non soggetti a cui infliggere una pe-na a qualsiasi costo. Vengono quindi trat-tati in modo corretto e pragmatico.Quando non se ne ha più bisogno, vengo-no rimessi a disposizione dei loro inqui-renti. Le celle di questo settore non han-no finestre e sono illuminate giorno enotte da una luce violenta. Il cibo è buo-no e abbondante. Non vi sono celle di ri-gore. Le prime informazioni sull’accetta-zione risalgono agli anni Qua ranta.

LUCIGNOLO (fitil’)Dochodjaga, detenuto ridotto allo stremodelle forze. «Io devo scavare fondamen-ta, e il lager mi manda questi lucignoli».

LUK’JANOVKA, CARCERE LUK’JANOVSKAJA DELL’OGPU-MVD DELL’URSS (Luk’janovka,Luk’janovskajatjur’ma Ogpu-Mvd Sssr)Carcere situato nell’omonimo quartiere,a Kiev. L’edificio, risalente all’epoca diCaterina la Grande, ha la forma di una E.In epoca sovietica vi erano rinchiuse fi-no a 25.000 persone. Nel carcere vi sonoenormi celle di transito per centinaia didetenuti.

LUOGHI DI PENA(mesta otbyvanija nakazanija)A partire dal 1960, designa gli stabili-menti penitenziari e le zone di deporta-zione (v. carcerazione, pena).

LLUUOOGGHHII DDII RREECCLLUUSSIIOONNEE OO DDII PPRRIIVVAAZZIIOONNEE DDEELLLLAA LLIIBBEERRTTÀÀLLIIMMIITTAATTOORREE

codice penale del 1926 (artt. 20-8 e 37) eda quello del 1960 (artt. 21-7, 29). È sta-bilita dal tribunale per una durata massi-ma di 5 anni. L’UK-60 precisa: «comesanzione principale o accessoria».

LIMITATORE (predel’sˇcˇik)Etichetta appiccicata alla fine degli anniVenti agli ingegneri e ai tecnici che ten-tavano di dimostrare l’impossibilità direalizzare certi obiettivi produttivi a cau-sa dei limiti del potenziale industriale edel logorio delle attrezzature (v. arresti dimassa 11.4, caso di Sachty, danneggiatore2, fucilazioni di massa 8.2, Nagan 2, nemi-co, partito industriale, sˇarasˇka 3).

LIQUIDAZIONE DEI LIQUIDATORI(likvidacija likvidatorov)Eliminazione di alcuni funzionari dellaSicurezza dello Stato che avevano presoparte alla liquidazione di persone o grup-pi di persone sgraditi ai vertici del partito(v. beriëvsˇcˇina 2, ezovsˇcˇina 3, fucilazio-ni di massa 1). Dopo la morte di Stalin, Be-rija è fucilato dopo un «processo a portechiuse» assieme a qualche centinaio dicekisti sospettati di essergli rimasti fedeli.

LISENEC (lisˇenec)Vedi privato dei diritti.

LOCALE PER LA SEGREGAZIONECELLULARE, PKT(pomesˇcˇenie kamernogo tipa, Pkt)Dagli anni Sessanta «i Pkt sono destinatiai detenuti delle colonie di lavoro corre-zionale a regime speciale» (ITK-70, art.65). Circa il 70% della superficie del Pkt èoccupato da un tavolaccio continuo a duelivelli, per 8-14 persone. La finestra ha lesbarre, la porta ha il catenaccio. In un an-golo c’è un bugliolo. I detenuti vi vengo-no rinchiusi quando non sono al lavoro.

LOCALE PER LE PERQUISIZIONI(sˇmonal’noe pomesˇcˇenie)Locale appositamente predisposto perla perquisizione dei detenuti e dei loro ef-fetti personali (v. bagno secco,perquisizione).

LUBJANKA, GRANDE LUBJANKA(Lu bjanka, Bol’sˇaja Lubjanka)Chiamata anche “Grande Casa”. Sededella polizia politica a Mosca.1.1. Questo edificio di sei piani ospitava,prima della rivoluzione, la compagniad’assicurazioni Rossija. La sua facciataprincipale dà sulla piazza Lubjanka, l’al-tro lato su via Bol’saja Lubjanka: entram-be ribattezzate Dzerzinskij nel 1926, han-no ripreso il loro nome originale nel1991. 1.2. Dopo il trasferimento del go-verno sovietico da Pietrogrado a Mosca, il10-12 gennaio 1918, anche la Vck si in-stalla nella città, dapprima in un palazzoprivato di via Povarskaja, poi, a partiredal 30 marzo, nei locali della vecchiacompagnia d’assicurazioni Jakor’. È soloall’inizio del 1920 che la Vck trasloca alnumero 2 di via Bol’saja Lubjanka. Da al-lora, e fino al crollo dell’Urss nel 1991, lapolizia politica ha cambiato più volte no-me, ma mai la sede. 1.3. L’edificio dellaGrande Lubjanka ospita gli uffici degli in-quirenti, un carcere interno con 115 cel-le distribuite su due livelli e dei sotterra-nei. Il carcere è previsto per 200-500 de-tenuti in attesa di giudizio. Il pavimentodelle celle è di legno e, al contrario dellealtre carceri, le porte non hanno lo spor-tello, ma solo lo spioncino (v. votare). È ilcarcere più elegante dell’Urss. I cortilettiper l’ora d’aria si trovano sul tetto, chiusida alti muri che lasciano vedere solo ilcielo. Alla Lubjanka si fucilano anche icondannati a morte. A partire dal 1930, isotterranei vengono appositamente at-

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MMAACCHHOORRKKAA

MACCHIATOSI CASUALMENTE DI UN REATO(slucˇajno soversˇivsˇij prestuplenie)Formula applicata nei primi anni del po-tere sovietico a tutti gli individui di ori-gine operaia o contadina che erano allaloro prima condanna. Costoro venivanotrattati con grande benevolenza, a diffe-renza dei controrivoluzionari (anchequelli di origine operaia), dei banditi edegli speculatori. I bolscevichi mostraro-no a lungo e ostinatamente di credereche sotto il loro potere sarebbero com-pletamente scomparsi i «vizi dell’ignobi-le passato capitalista». Ancora all’iniziodegli anni Quaranta, un quarto di secolodopo il colpo di stato di ottobre, per at-tenuare una sentenza in un processo pe-nale si ricorreva alla formula «conside-rando le conseguenze del passato capita-listico», benché non di rado ci si riferissea imputati nati molto tempo dopo il1917.

MACCHINA (masˇina)1. «La macchina dell’Oso, una ruota edue stanghe», ovvero una carriola: l’Ososta alla legalità come la carriola sta allameccanizzazione. 2. Designazione corrente della carriola.

MACHNOVISTI (machnovcy)Uno dei gruppi criminali apparsi neglianni Quaranta (v. colore 1.1). Malavitosidiventati informatori, in lotta sia con i«ladri onesti» (v. ladro) che con gli altrigruppi. Nota: questo termine non haniente a che fare con l’anarchico Mach-no che durante la guerra civile combattécontro i Bianchi e i Rossi.

MACHORKA (machorka, machra)Tabacco molto forte e a buon mercato,fatto di foglie e gambi tritati, particolar-mente apprezzato dai detenuti. I fumato-ri lo arrotolano in carta di giornale.1. Distribuzione della machorka. Ognidetenuto fumatore ha diritto a una razio-ne di tabacco (machorka, in casi eccezio-nali sigarette russe), ma in realtà la distri-buzione del tabacco avviene solo nellecarceri più importanti.2. La penuria di machorka fa comodoalla direzione. Nei campi, il tabacco de-stinato ai detenuti viene generalmentesottratto a favore del «fondo incentivi»(v.) e assegnato solo a chi supera la nor-ma di produzione. L’autore ha avuto oc-casione di vedere una squadra, termina-to il suo turno di undici ore e mezza dilavoro, accettare di rimettersi subito al-

M

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LLUUOOGGHHII DDII RREECCLLUUSSIIOONNEE LLOONNTTAANNII

LUOGHI DI RECLUSIONE O DI PRIVAZIONE DELLA LIBERTÀ(mesta zakljucˇenija, mesta lisˇenija svo-body)1. Dopo il 1917, denominazione generi-ca delle carceri, dei campi, dei campi diconcentramento (1918) eccetera.2. La risoluzione del Cik e dell’Snk del 6gennaio 1928 istituisce «i luoghi ordina-ri di privazione della libertà», subordina-ti all’Nkvd o all’Nkju, e «i campi di lavo-ro correzionale in località remote del-l’Urss», dipendenti dall’Ogpu. Nei primivengono mandati i condannati a pene dimeno di 3 anni, nei secondi i detenutiche devono scontare pene maggiori.

3. I due termini sono in uso dal 1917 aglianni Trenta. In seguito sono sostituiti daaltre formule.

LUOGHI DI RECLUSIONE LONTANI,CAMPI DI LAVORO CORREZIONALEIN REGIONI REMOTE DELL’URSS(otdalënnye mesta zakljucˇenija, ispravitel’-no trudovye lagerja v otdalënnych rajonachSssr)La prima formula è usata fino alla metàdegli anni Venti. La seconda è introdot-ta dal codice penale del 1926 (art. 20-b).Secondo una risoluzione del Cik e del-l’Snk dell’Urss del 6 gennaio 1929, que-sti campi sono destinati a detenuti con-

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MMAAMMMMAA

lavoro forzato o Ktr, come pure nei cam-pi speciali, la temperatura minima peressere dispensati dal lavoro è di 38 gradi(v. simulazione 2, testa 2). Nelle carcerigiudiziarie per curare un detenuto in at-tesa di giudizio è necessario l’assenso fir-mato del suo inquirente. Se il detenutomuore sotto tortura, sul certificato dimorte si scrive: «decesso per arresto car-diaco» (v. misure speciali 3.8). Le unicheinformazioni ufficiali sul numero dei po-sti letto d’ospedale previsti per i detenu-ti sono state pubblicate nel 1919 (v. mor-talità, ospedale 1).

MAMMA (mamka)Detenuta che allatta o si trova all’ultimostadio della gravidanza.1. Gravidanza e parto. 1.1. Durante iprimi anni del regime sovietico capitache una donna incinta o con un bambi-no piccolo finisca in carcere, come acca-deva in epoca zarista. L’articolo 109 del-l’ITK-24 dispone che «quando arrivanonegli istituti di lavoro correzionale, ledonne siano autorizzate a tenere con lo-ro i lattanti». 1.2. «Le detenute, a partiredal quinto mese di gravidanza, non sonopiù mandate a lavorare fuori dai luoghidi reclusione senza il loro consenso»(ITK-24, art. 58). I successivi codici del la-voro correzionale non contengono indi-cazioni a questo proposito. Ma, a partiredagli anni Trenta, otto settimane primae quattro settimane dopo il parto le don-ne sono destinate a lavori leggeri (v. Lft)se le esigenze del cantiere lo consentono,e sono dispensate totalmente dal lavoroimmediatamente prima e dopo il parto.Per ogni bambino nato vivo, la madre ri-ceve qualche metro di stoffa. Anche se ilneonato non è considerato un detenuto,ha diritto a una «razione per bambini» e

la mamma a una «razione per mamme»(v. centro di riposo 1.3, appendice 1). Se-condo l’ITK-70, il trattamento del bam-bino e della madre dipende dalla condot-ta di quest’ultima: «Le detenute che la-vorano onestamente e rispettano le esi-genze del regime penitenziario […] sonoautorizzate a vivere all’esterno della co-lonia […] durante il periodo della gravi-danza e del parto, e fino a quando ilbambino abbia raggiunto l’età di due an-ni». Ma in caso di «violazione sistemati-ca o deliberata del regime o delle regoledi comportamento […] questo diritto èannullato» (art. 33; v. Ktr).2. Cura del bambino. 2.1. A seconda delloro numero, le mamme sono sistematein speciali cabine all’interno delle barac-che comuni, oppure in un’apposita ba-racca «per mamme». A ore stabilite ven-gono ricondotte sotto scorta dal lavoroper allattare il loro bambino. Di notte re-stano con lui. In certi campi esiste un vil-laggio dei bambini, dove alcune mammeriescono a trovare sistemazione comebambinaie. 2.2. Fino al 1934, le mammesono autorizzate a tenere con sé il lorobambino fino a quando raggiunge l’etàdi 4 anni (SU 40:245). L’ITK-70 fissa il li-mite d’età a 2 anni (art. 57). Durante ilterrore staliniano una disposizione se-greta del Nkvd dell’Urss fissava questo li-mite a 12 mesi. 2.3. Le mamme sono au-torizzate ad affidare il loro bambino allapropria famiglia. Ma i parenti non sem-pre accettano un «bastardo del lager»;inoltre, molto spesso non hanno i mezzinecessari per percorrere le migliaia dichilometri che li separano dal campo, oper sfamare una bocca in più.3. Allontanamento forzato dei bambi-ni. 3.1. Raggiunta l’età stabilita, i bambi-ni vengono inviati d’ufficio negli orfa-notrofi, cosa che viene annotata nel fa-

MMAAGGAADDAANN

l’opera per una presa di tabacco: 12,5 g atesta. I detenuti sono autorizzati ad ac-quistare la machorka con il proprio dena-ro, a patto di superare regolarmente lanorma. Il massimo è fissato in 100 gmensili a testa. Ma negli spacci dei cam-pi il tabacco manca quasi sempre.3. La machorka, valuta del Gulag. Nelmondo del Gulag la machorka è la valutapiù stabile. Una razione di pane standardvale due scatole da fiammiferi di machorka.4. I fumatori incalliti. Spesso i fumato-ri incalliti scambiano la razione di panecon della machorka, affrettando così laloro morte.5. Surrogati della machorka. A causadella penuria di machorka, i detenuti fu-mano una miscela fatta con la paglia delloro materasso triturata, pane grattugia-to e ovatta tolta dall’imbottitura delgiubbotto. In mancanza di carta, strap-pano del cartone dalla visiera del berret-to e lo grattano fino a ottenere una cartaabbastanza sottile.

MAGADAN (Magadan)1. Porto sul mare d’Ochotsk nella baia diNagaev, costruito dai detenuti dei campidella Kolyma, di cui è il centro ammini-strativo. La costruzione della città ha ini-zio nel 1933. La regione di Magadan ècreata con un decreto del Presidium delSoviet supremo il 3 dicembre 1953 (v.Kolyma, komsomol’cy, Vanino).2. All’inizio degli anni Trenta, un crimi-nale sconosciuto compose una canzonedi cui riportiamo la seguente strofa:Vicino al mare d’Ochotsk io vivo,là dove l’Estremo Oriente finisce,vivo senza pene né dolori,una nuova città io costruisco.

3. L’edificio più imponente della città èla «Casa Bianca», sede della Direzione re-

gionale del Kgb. La Direzione dell’Mvd sitrova, invece, nella «Casa Rossa», un po’più modesta.

MAGAZZINO VESTIARIO (vesˇcˇkap -tërka)Deposito di abiti, calzature, biancheria daletto. Di solito occupa una baracca all’in-terno della zona e dipende dal settore am-ministrativo o dal settore rifornimenti (v.blocco vestiario).

MAGNITOGORSK (Magnitogorsk)Importante città industriale della Sibe-ria, costruita dai detenuti tra il 1929 e il1931. È uno dei più grandi «cantieri delsocialismo». Si stima che circa 22.000 de-tenuti siano morti nel corso della sua co-struzione (v. Dal’stroj 4.2, komsomol’cy).

MALATTIE (bolezni)Nei campi, la malattia più diffusa e laprincipale causa di mortalità è l’esauri-mento dovuto alla malnutrizione e ai la-vori estenuanti (v. Rfi). A partire dagli an-ni Trenta, le epidemie diventano relati-vamente rare. Le malattie croniche, co-me artrite, asma, ipertensione, reumati-smi, malattie cardiovascolari eccetera,generalmente non vengono curate. I ma-lati non sono dispensati dal lavoro; inteoria dovrebbero essere destinati a lavo-ri meno duri, che però di regola non ba-stano per tutti i malati cronici. Il regola-mento prevede in questo caso delle nor-me di produzione ridotte, di impossibileapplicazione nel quadro del lavoro col-lettivo (v. squadra, Tft 2, 3). I malati so-no dispensati dal lavoro quando hannouna temperatura corporea superiore ai37,5 gradi, purché il numero dei malatinon superi il limite stabilito (v. quote diutilizzo della manodopera). Nei campi di

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MMAANNGGIIAARREE

zionario», reato punito con la fucilazione(v. fucilazioni di Garanin, rifiuto).3. Dopo la morte di Stalin nel 1953, lamancata uscita al lavoro è punita con la cel-la di rigore e la proibizione di pacchi, col-loqui eccetera. Dal 1975, i colpevoli sonorinchiusi nel carcere del campo fino a 3 me-si, con «razione da fame» (v.appendice 1 h).

MANCATO RIPUDIO DEL MARITO(neotkaz ot muzˇej)Durante le purghe staliniane l’Nkvd ob-bliga le mogli dei dirigenti politici arre-stati a rinnegare i mariti, definiti “nemi-ci del popolo”. Molte si rifiutano e sonocondannate dall’Oso a 5, 8 o 10 anni dicampo per «mancato ripudio del mari-to». Alcune subiscono la stessa sorte, puravendo accettato di rinnegare il marito(v. Olzˇir). Nota: un decreto non pubbli-cato del Consiglio dei commissari del po-polo e un’istruzione segreta del Commis-sariato del popolo alla Giustizia del 27novembre 1944 autorizzano i tribunaliad annullare incondizionatamente (egratuitamente!) il matrimonio, se unodei due coniugi è condannato in base aun articolo politico.

MANDATO D’ARRESTO (order na arest)Fino al 1934, sono abilitati a firmare ilmandato d’arresto il capo della Ceka odel Gpu-Ogpu locale, oppure il procura-tore. A partire dal 1934, il mandato d’ar-resto è firmato dal commissario del po-polo o dal capo della Direzione regiona-le dell’Nkvd-Nkgb-Mgb-Mvd, oppure dalprocuratore. A partire dalla fine degli an-ni Cinquanta solo il procuratore può fir-mare un mandato d’arresto. Ma sempresu proposta degli organi.

MANETTE (narucˇniki)1. Fin dai primi giorni della Rivoluzionedi febbraio, manette, camicie di forza ecelle di rigore sono abolite (v. regime pe-nitenziario 2.1). Nel 1924 le autorità so-vietiche dichiararono che «ai fini di ap-plicare efficacemente la politica di riedu-cazione attraverso il lavoro, il regime neiluoghi di reclusione non deve comporta-re alcun maltrattamento, né ammettereil ricorso a [...] manette, celle di rigore»(ITK-24, art. 49). Nota: il Regolamentocarcerario zarista raccomandava ai sorve-glianti di non maltrattare i detenuti enon far loro alcuna violenza, per non in-correre in severe sanzioni (Gernet, Istori-ja carskoj tjur’my, vol. II, p. 449).2. Dall’inizio degli anni Trenta manette,camicie di forza e celle d’isolamento tor-nano in vigore. L’articolo 38 del «Regola-mento delle colonie per minori delMoop dell’Urss» del 3 luglio 1968 dispo-ne che «il ricorso alle manette sia regola-mentato dal Moop».3. Secondo l’articolo 35 dell’ITK-70, i de-tenuti che «oppongono resistenza fisica alpersonale» possono vedersi infliggere ma-nette e camicia di forza (v. camicia di forza).4. Una disposizione segreta sull’uso dellemanette in vigore negli anni Quaranta eCinquanta afferma che stare con le manidietro la schiena per sei ore di seguitonon è dannoso per la salute. In realtà, inquesta posizione, alle persone corpulen-te o vestite con abiti pesanti comincianorapidamente a gonfiarsi le mani.5. Le manette si bloccano automatica-mente: se il detenuto muove le mani, sistringono attorno ai polsi. I detenuti piùesperti riescono ad aprirle.6. Durante le purghe staliniane i detenu-ti condotti a un interrogatorio venivanoammanettati (v. lettera dell’alfabeto 3.3).

MMAANNCCAATTAA DDEELLAAZZIIOONNEE

scicolo della detenuta, senza però preci-sare l’indirizzo: una volta liberata, la ma-dre ha enormi difficoltà a ritrovare suofiglio (v. bambini 3.3). Durante il terrorestaliniano, la presenza di bambini neicampi è considerata nociva per la disci-plina e la produttività delle detenute, eun’istruzione segreta dell’Nkvd dell’Urssdispone che a partire dai 12 mesi i bam-bini siano trasferiti negli orfanotrofi del-la previdenza sociale o dell’Nkvd (v.ezˇovsˇcˇina). 3.3. Il prelievo dei bambi-ni è pianificato e condotto come una ve-ra operazione militare. Il più delle volteavviene mentre la madre è al lavoro. Male scene di disperazione sono frequenti:le donne, pazze di dolore, si scaglianocontro i guardiani, sul filo spinato. E nelcampo risuonano a lungo le loro urla.4. Procreazione interessata. Alcune de-tenute fanno in modo di rimanere incin-te il più spesso possibile per sfuggire tem-poraneamente ai lavori più faticosi (v. si-mulazione 4.14).5. I padri. I padri sono detenuti, spessoimboscati (v.), oppure uomini liberi, sor-veglianti, personale della scorta. Uominie donne vivono in baracche separate: ibambini sono concepiti sul luogo di la-voro, a volte sotto gli occhi di tutti (v. Ja-ja, lavoro, moglie 2).

MANCATA DELAZIONE(nedonos, nedonesenie)1. In Urss la delazione è considerata unanobile azione. Nell’editoriale della«Pravda» del 20 dicembre 1937 si legge:«Ogni buon cittadino del nostro paeseconsidera suo dovere aiutare attivamen-te gli organi dell’Nkvd» (v. delatore, Pa-vlik Morozov).2. Secondo la legge del 6 giugno 1927, «lamancata denuncia di un reato controri-

voluzionario, preparato o commesso,comporta la privazione della libertà peralmeno 6 mesi» (SU 1949, 49:330) e lamancata denuncia di disordini di massa,banditismo e falsificazione di valuta è pu-nita con la privazione della libertà fino a6 mesi. In virtù di una legge del 20 luglio1934, i genitori di un militare fuggito al-l’estero sono puniti con la reclusione da 5a 10 anni per mancata delazione (SU1930, 30:173). Un decreto del Soviet su-premo del 4 giugno 1947 punisce con unapena da 2 a 3 anni la mancata denunciadel furto di beni dello stato o della collet-tività, e con una pena da 1 a 3 anni lamancata denuncia di reati contro lo statocome l’alto tradimento, lo spionaggio, ilsabotaggio, la fabbricazione di monetafalsa eccetera (VR 1962, 29:449). Nel 1967questa sanzione è estesa a una ventina di«reati contro la proprietà socialista» (VR23:533; v. mancato ripudio del marito).3. La mancata delazione è punita con laprivazione della libertà fino a 3 anni(UK-26, artt. 58-12, 59-13; UK-60, artt.88-1, 190; v. articolo 3, bambini 3.1, 4,Ol-zˇir, responsabilità collettiva, sapeva-ma-non-ha-detto-niente, sigle).

MANCATA USCITA AL LAVORO(nevychod)1. La mancata uscita al lavoro per insuf-ficienza di indumenti o scarpe figuraquotidianamente nei bollettini dell’am-ministrazione dei campi. Di solito non ètollerata, e il colpevole è mandato subitoin cella di rigore (v. norma 7.2, sperpero).2. Una disposizione segreta dell’Nkvd da-tata 1937 decreta che per ogni mancatauscita ingiustificata si stenda un verbale:alla terza infrazione si può aprire un pro-cedimento per «sabotaggio controrivolu-

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MMAATTEERRIIAALLEE

MARMITTA (kotël)Ognuna delle categorie alimentari attri-buite ai detenuti a seconda della loro po-sizione, stato di salute, produttività.1. Un’invenzione delle Solovki. Il siste-ma delle marmitte differenziate, inven-tato da un ex detenuto, Naftalij Frenkel’,in seguito generale dell’Mvd, viene isti-tuito nei campi delle Solovki verso la me-tà degli anni Venti. Successivamente èesteso a tutti i campi, con la sistematicadiminuzione dell’apporto calorico.2. Dati precisi sulle norme alimentaridell’epoca zarista, e molto vaghi suquelle dell’epoca sovietica. A differen-za del «Regolamento carcerario» zarista(v. appendice 2), nessun documento pub-blicato in Urss contiene dati precisi sul-l’alimentazione dei detenuti. 2.1. 1918:«I generi alimentari sono assegnati allepersone private della libertà a secondadel budget nazionale» (SU 1918 53:598,art. 26). 2.2. 1919: «La razione alimenta-re dei detenuti deve corrispondere allanorma alimentare degli addetti ai lavoripesanti» (SU 1919 20:235, art. 33). 2.3.1924: «L’alimentazione dei detenuti im-pegnati nel lavoro aumenta a secondadell’energia che impiegano» (ITK-24, art.75). 2.4. 1930: «La norma alimentare èstabilita dall’Ogpu […] e non può essereinferiore al numero di calorie indispen-sabili» (SZ-22:248, art. 21). 2.5. 1933: «Lenorme alimentari sono fissate secondo lecondizioni locali degli istituti di lavorocorrezionale della regione […] in base al-le relative disposizioni del Guitu» (ITK-33, art. 64). 2.6. 1970: «Il vitto dei dete-nuti garantisce un normale funziona-mento dell’organismo. Le norme ali-mentari differiscono a seconda dellecondizioni climatiche […], del tipo di la-

voro svolto, e dell’atteggiamento del de-tenuto nei riguardi del lavoro. I condan-nati all’isolatore disciplinare [...] e allacella di rigore hanno diritto solo a un’a-limentazione ridotta» (ITK-70, art. 56).3. Il numero di marmitte. 3.1. Nel 1930l’Ogpu stabiliva quattro marmitte o cate-gorie alimentari: di base, lavorativa, rin-forzata, punitiva (SZ-22:248, art. 21). 3.2.A partire dal 1934, nei campi si distinguo-no: la prima marmitta (per chi realizza lanorma al 75-99%); la seconda marmitta(100-124% della norma); la terza marmit-ta (125% e oltre); la quarta marmitta peringegneri e tecnici (Itr); e la marmitta pu-nitiva (v. appendice 1 a-g). Questo sistemavaria a seconda dei campi. Fino agli anniCinquanta in alcuni campi c’erano fino adieci marmitte diverse. Supplementi ul-teriori alla razione di base: un quarto dilitro di brodaglia o di altro cibo cotto.Parallelamente, aumento delle razioni dipane e di zucchero (v. appendice 1 a-f). 4. La beffa dei supplementi. Questi supple-menti alimentari non compensano affattoil maggior spreco di energia necessario perottenerli (v. razione di pane, squadra 2).5. I denari di Giuda. La marmitta mi-gliore si riceve talvolta non per uno sfor-zo supplementare nel lavoro, ma per or-dine del plenipotenziario operativo, peruna delazione (v. delatore 4.1).

MARMOCCHIO (ditja)«Tutto, purché il marmocchio lavori!»:parafrasi del vecchio detto russo «Tutto,purché il marmocchio non strilli!». Èdetto dai capi del campo a proposito deivari incentivi morali, come gli «albi d’o-nore» con i nomi dei migliori lavoratori.

MMAANNII

MANGIARE (kusˇat’)1. «Mangiare insieme»: i detenuti chemangiano insieme e condividono il pa-ne si fidano l’uno dell’altro e sono pron-ti a difendersi reciprocamente (v. fami-glia, kolchoz, regola di Mosca).2. «Mettersi a mangiare con le cagne»:diventare un traditore delle regole dellamalavita (v. cagna, guerra delle cagne).

MANI (ruki)1.1. «Mani dietro la schiena!», «Mani!»:ingiunzioni del sorvegliante che scortaun detenuto all’interno del carcere. Il re-golamento penitenziario interno preve-de che fuori della sua cella un detenutodebba sempre «tenere le mani dietro laschiena, con la destra che stringe il pol-so della sinistra». Molti non aspettanoneppure l’ordine del sorvegliante e lofanno in modo automatico appena var-cano la soglia della cella. 1.2. Sono tolle-rate quattro eccezioni: se il detenuto por-ta la sua «roba» (ma se può portarla conuna mano, l’altra deve stare dietro laschiena); se porta il bugliolo (se sono indue, possono tenersi in equilibrio con ilbraccio libero); quando i guardiani tra-scinano il detenuto torturato verso la suacella, dopo un interrogatorio; se il dete-nuto è invalido e privo delle braccia. 1.3.«E le mani?»: esclamazione del sorve-gliante quando il detenuto si dimenticadi metterle dietro la schiena. 1.4. «Lemani!»: esclamazione del personale pe-nitenziario o giudiziario quando vuoleimpedire al detenuto che viene picchia-to di proteggersi dai colpi. Nel Gulag siimpara presto che proteggersi può pro-vocare sevizie ancora più feroci (v. cami-cia di forza 1.1, picchiare 4).2. «Mani sopra la coperta!», «Fuori le ma-ni dalla coperta!»: ordine del guardiano

nelle carceri. I detenuti non sono auto-rizzati a dormire con le mani sotto la co-perta, per evitare che si suicidino taglian-dosi le vene (v. spioncino, suicidio 2).

MANICURE (manikjur)Tortura che consiste nello strappare leunghie (v. misure speciali).

MARIINSK (Mariinsk)Località e stazione ferroviaria tra Novosi-birsk e Krasnojarsk. Nei primi anni Tren-ta vi viene organizzato un complesso dicampi dove i detenuti lavorano nell’in-dustria del legno e nelle distillerie. Ospi-ta un grande centro di smistamento ecampi per invalidi.

MARINAI DI KRONSTADT(kronsˇtadtskie matrosy)Principali sostenitori dei bolscevichi du-rante il colpo di stato del 1917, i marinaidi Kronstadt nel marzo del 1921 insorse-ro contro la dittatura del partito di Le-nin, chiedendo «dei soviet senza bolsce-vichi». La loro rivolta fu soffocata nelsangue dall’Armata rossa (v. arresti dimassa 5.1, fucilazioni di massa 4.1). Alcu-ni sopravvissuti furono condannati, altrisi rifugiarono in Finlandia. Il governobolscevico proclamò un’amnistia perfarli rientrare: quelli che si lasciaronoconvincere vennero immediatamentemandati nei campi (v. amnistia 2.1, So-lovki 4.3).

MARITO, MARITO DI LAGER(muzˇ, lagernyj muzˇ)Vedi moglie 2.

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MMIINNIISSTTEERROO DDEELLLLAA GGIIUUSSTTIIZZIIAA

MEMBRO DI UNA SETTA RELIGIOSA(sektant)Qualsiasi credente, compresi i membridelle sette, che non nasconde la propria fe-de, malgrado le persecuzioni. I membri diuna setta religiosa si distinguono spessoper la loro moralità (v. monaca, religioso).

MENDELIANI (mendelevcˇy)Dal nome del botanico e genetista au-striaco Mendel. Etichetta inventata dallapolizia politica e ripresa dalla propagan-da del partito per definire i seguaci delgenetista Vavilov. Vavilov, che avevacondannato le teorie prive di fondamen-to scientifico di Lysenko, protetto di Sta-lin, morì in un lager nel 1943 (v. arresti dimassa 33).

MENO (minus)1. «Meno tre», «meno cinque» eccetera.Durante i primi anni del regime bolsce-vico, alle persone condannate al confinoè vietato il soggiorno in tre, cinque o piùcittà importanti (v. confino).2. A partire dal 1918, la Vck infligge agliabitanti di Mosca, Pietrogrado e Kiev chesono stati oggetto di repressione un me-no tre, che proibisce loro di vivere inqueste tre città. Poi i meno tre si trasfor-mano in meno cinque e, alla fine deglianni Venti, in meno sei e meno dodici.3. Dopo l’introduzione del sistema deipassaporti interni nel dicembre del 1932,il numero dei meno aumenta considere-volmente e all’inizio degli anni Quaran-ta si assegnano dei meno trentacinque eoltre, indicati da una nota in codice sulpassaporto (v. passaporto 5).4. «Cavarsela senza meno»: venire libera-ti senza alcuna restrizione riguardo allascelta del luogo di residenza.

5. «Vivere nei meno»: vivere nelle cittàvietate, dette anche città a regime.

MERCATINO DELLE PULCI(baracholka)Nel lager, luogo dove avviene lo scam-bio, talvolta il commercio, di oggetti usa-ti, razioni, machorka e altro.

METRÒ (metro)1.Posto per terra, sotto i tavolacci. Nei pe-riodi degli arresti di massa, ai detenuti ca-pita spesso di dormire nel metrò, nelle car-ceri di transito e in quelle giudiziarie (v. ae-roplani 1). Un detenuto che si rispetti, so-prattutto un criminale, lo considera unposto disonorevole (v. tavolaccio 3.2).2.Nome di un carcere ferroviario sul Pro-spekt Mira a Mosca. Esiste dagli anniCinquanta.

MGB, MINISTERO DELLA SICUREZZA DELLO STATO DELL’URSS (Mgb, Mini-sterstvo gosudarstvennoj bezopasnosti Sssr)Nuova denominazione dell’Nkgb del-l’Urss a partire dal 15 marzo 1946. Mer-kulov, fino ad allora commissario del po-polo alla Sicurezza dello Stato, diventaministro. Nello stesso anno è sostituitoda Abakumov. Dopo la caduta di Berija,entrambi vengono fucilati come nemicidel popolo. Poco dopo la morte di Stalin,gli Mgb dell’Urss e delle repubbliche fe-derate sono soppressi e le loro funzionivengono trasferite all’Mvd dell’Urss (v.banditismo di stato, campi di verifica e fil-traggio, campi speciali, sˇarasˇka 4, Ulagdell’Mgb dell’Urss). La sigla Mgb è inter-pretata da alcuni come: Ministerstvo Go-sBanditizma, o Ministerstvo Gde B’jut, cioè“ministero del banditismo di stato” o“ministero dove si picchia”.

LLAA MMAATTIITTAA SSFFAAMMEERRÀÀ

MARUSJA (Marusja)1. Nomignolo dato a qualunque ragazzao giovane donna. Si dice anche Masˇa.2. Amante di un delinquente comune.3. Vedi pederasta 2.4. La Marusja nera è il furgone per il tra-sporto degli arrestati (v. corvo 1).

MATERIALE (material, material’cˇik)Dati veri o falsi, che possono far giudicaree condannare un individuo: «Fa’ attenzio-ne, Ivan, che l’inquirente sta raccogliendodel materiale contro di te!»; «Lo sdentatoha fornito del materiale su di me, e così mihanno schiaffato dentro!» (v. caso 1.5).

LA MATITA SFAMERÀ(karandasˇ nakormit)Allusione all’arte di redigere i rapportisul lavoro eseguito, in maniera da gon-fiare i risultati e assicurare una razionesufficiente alla squadra (v. rapporto 4.1,tufta).

MATROSSKAJA TISINA(Matrosskaja Tisˇina)1. Carcere della Direzione dell’Nkvd-Mvd per la regione di Mosca. Ex carceremunicipale, si trova in via MatrosskajaTisina a Mosca. Fino all’inizio degli anniQuaranta ospitava l’Ufficio informazionicentrale, a cui ci si poteva rivolgere per sa-pere in quale carcere moscovita si trovas-se un arrestato (v. comando 1.1). Le infor-mazioni erano fornite solo ai coniugi o aifamigliari (v. vaglia postale 2). Se in viaMatrosskaja Tisina non si riusciva ad ave-re notizie, bisognava girare da un carcereall’altro e chiedere ovunque di consegna-re del denaro alla persona cercata. Quan-do il denaro veniva accettato, significavache l’arrestato si trovava lì.

2. A partire dalla fine degli anni Cin-quanta la Matrosskaja Tisina diventa se-de di un carcere psichiatrico.

MATTANZA (rubilovka, rubka)1. Massacri fra bande rivali di criminalicomuni (v. guerra delle cagne).2. Sterminio dei delatori (v. autodifesa,delatore 4.3).

MCKVedi Commissione straordinaria di Mosca.

MEDICI, CASO DEI MEDICI(delo vracˇej)Vedi assassini 3.

MEDVEZ’EGORSK, MEDVEZ’JA GORA, MEDGORA(Medvezˇ’egorsk, Medve zˇ’ja gora, Medgo-ra)In questa città, situata sulle rive del lagoOnega, nel nord della Russia europea, sitrova fino alla metà degli anni Trental’amministrazione del Belomorkanal e delBelbaltlag.Nota: è qui che vengono man-date le persone condannate per omoses-sualità (in gran numero negli anni Trenta).

MEMBRO DELLA FAMIGLIA (cˇlen se-m’i)Persona sottoposta a repressioni in quan-to famigliare di un condannato. Una ri-soluzione del Cik dell’Urss dell’8 luglio1934 introduce nel codice penale l’arti-colo 58-1c, che punisce con la reclusioneda 5 a 10 anni i membri maggiorenni del-la famiglia di un militare fuggito all’este-ro (SZ 33:255; v. articolo 3, sigle).

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MMIISSUURREE SSPPEECCIIAALLII

ri» era punito con la fucilazione. Avendoconstatato che i minori erano perseguibi-li penalmente solo in caso di delitto pre-meditato, il Presidium del Soviet supremodell’Urss chiarì che in questo modo si vio-lava la legge sovietica, che prevedeva la re-sponsabilità penale anche nei casi di delit-to non premeditato (VS 1941:32). Lo stes-so decreto ricordava che i minori avrebbe-ro dovuto «scontare la pena nelle coloniedi lavoro correzionale per bambini». 3. Il destino dei minori nei campi. Lamaggioranza dei minori è attratta dai cri-minali recidivi. L’aggressività e le azionifulminee dei minori terrorizzano gli altridetenuti, esclusi i recidivi. Questi ragazzie ragazze non solo rubano, ma uccidonoanche, spesso in gruppo. Le colonie di la-voro correzionale per bambini, in cui so-no custoditi ladri, prostitute e assassini dientrambi i sessi, si trasformano in un in-ferno. Vi finiscono anche bambini di me-no di 12 anni, perché spesso un ladrun-colo di 8-10 anni nasconde il cognome el’indirizzo dei genitori: la polizia non in-siste e scrive nel verbale «età, circa anni12», il che permette al tribunale di con-dannare “legittimamente” il bambino einviarlo in un lager. Il potere locale hatutto l’interesse che nella sua zona ci siaun potenziale criminale in meno. L’auto-re ha incontrato nei campi molti bambi-ni dall’età apparente di 7-9 anni. Alcuninon sapevano ancora pronunciare cor-rettamente singole consonanti.4. A differenza dei precedenti codici dellavoro correzionale, quello del 1970 insi-steva sulla necessità che i minori condan-nati per delitti premeditati fossero sepa-rati dagli adulti durante il periodo di re-clusione (art. 18). In passato, la separazio-ne dei minori dagli adulti nei lager a cau-sa delle condizioni materiali era solo unapia intenzione.

MINUTINO (minutocˇka)1. «Un minutino di pazienza per batterela fiacca tutto l’anno»: vale la pena disoffrire un minutino, provocandosi peresempio qualche mutilazione, per assi-curarsi l’esenzione dal lavoro per un an-no (v. autolesionista 1, simulazione).2. «Dieci anni fa sono stato convocatoper un minutino, e sono ancora dentro!»:risposta che si riceve quando si chiedequalcosa per un minutino. Nota: quandoprocedono a un arresto in luogo pubbli-co, gli agenti invitano molto gentilmen-te l’interessato a seguirli per un minutino(v. deportazioni di massa 7.3).

MISSIONE (komandirovka)Sottosezione provvisoria di un campo, ge-neralmente in un luogo isolato, dove i de-tenuti sono mandati per eseguire un de-terminato lavoro. I detenuti vengono ac-compagnati da un comandante, un ripar-titore e un infermiere. Il pane e gli altriprodotti alimentari sono forniti dalla se-zione di lager e cucinati sul posto. Nellemissioni piccole i detenuti ricevono la co-siddetta «razione secca» e la cucinano dasé. Essendo meno controllati, sono menooppressi dalla loro condizione di detenu-ti (v. sezione di lager).

MISURA ACCESSORIA DI DIFESASOCIALE, MISURA PUNITIVA ACCES-SORIA (dopolnitel’naja mera social’nojzasˇcˇity, dopolnitel’naja mera nakazanija)Fino al 1934 viene usato il primo termine,poi il secondo (v. confino, confisca dei beni,espulsione,misura principale di difesa sociale).

MMIINNIISSTTEERROO DDEELLLL’’OORRDDIINNEE PPUUBBBBLLIICCOO

MINIMA, RAZIONE ALIMENTAREMINIMA (garantijka, garantijnyj paëk)Razione alimentare di base, detta «di ga-ranzia», distribuita ai detenuti che realiz-zano almeno il 75% della norma di produ-zione (v. razione 6.9,appendice 1 a). «Cam-pare con la minima»: ricevere solo la razio-ne base, senza alcun supplemento (v. più).

MINIMA, RAZIONE DI PANE MINIMA(garantijka, garantijnaia pajka)Razione di pane minima, detta «di ga-ranzia», distribuita ai detenuti che realiz-zano almeno il 75% della norma di pro-duzione (v. razione di pane, appendice 1 a).

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA(Ministerstvo Justicii)Nome assunto dal Commissariato del po-polo alla Giustizia dal 1946. In origine, esi-stono solo i ministeri della Giustizia dellerepubbliche federate e autonome, che nel1953 sono sostituiti dal ministero dellaGiustizia dell’Urss. Dall’ottobre 1956 al-l’aprile 1957 questo ministero ammini-stra i luoghi di reclusione, che in seguitotornano sotto la tutela dell’Mvd dell’Urss.

MINISTERO DELL’ORDINE PUBBLICO,MOOP (Ministerstvo Ochrany Obsˇcˇestven-nogo Porjadka, Moop)Nel 1962 gli Mvd delle repubbliche fede-rate sono ribattezzati Moop (SZ 35:535).Fra l’altro, gestiscono per breve tempo iluoghi di reclusione prima che torninonuovamente sotto il controllo dell’Mvddell’Urss. Nell’agosto del 1966, al postodei Moop delle repubbliche è istituito unMoop dell’Urss, con Scelokov come mi-nistro. Il 28 dicembre 1968 il Moop del-l’Urss viene soppresso, sostituito dal-l’Mvd dell’Urss.

MINLAG (Minlag)Campo minerario, il cui centro ammini-strativo è Inta. Vedi campi speciali.

MINORE (maloletok, maloletka)1. Età dei minori. I decreti dell’Snk del14 gennaio 1918 e 6 marzo 1920 aboliro-no «i processi e la carcerazione per i mi-nori» (SU 1918 16:227; SU 1920 13:83).In base al primo decreto era consideratominorenne chi non aveva raggiunto i 17anni di età. Il secondo decreto invece de-finiva minori le persone di età compresafra 14 e 18 anni. L’UK-22 distingueva ilminorenne di origine «operaia o conta-dina» da quello appartenente a una«classe estranea». Nel primo caso la mi-nore età andava dai 16 ai 20 anni. Nel se-condo, dai 14 ai 16. L’UK-26 fissava i li-miti di età a 14 e 17 anni per tutti, indi-pendentemente dall’origine di classe. 2. Responsabilità penale a partire dai 12anni. «Allo scopo di debellare nel minortempo possibile la delinquenza minori-le», il 7 aprile 1935 il Cik e l’Snk dell’Urssstabilirono che «i minori, a partire dai 12anni di età, che si sono resi colpevoli di fur-to [...] omicidio o tentato omicidio, saran-no sottoposti a processo penale con l’ap-plicazione di tutte le misure punitive» (SZ19:155). Ai sensi dell’articolo 136 del co-dice penale allora in vigore l’omicidio pre-meditato era punito con la detenzione perun periodo non superiore a 10 anni. Inol-tre «i minori, a partire dai 12 anni di età,colpevoli di [...] aver manomesso i binariferroviari saranno sottoposti a processopenale con l’applicazione di tutte le misu-re punitive» (Decreto del 10 dicembre1940, VS 1940 n. 52). In base all’articolo58-9 del codice penale allora vigente «ildanneggiamento [...] dei binari ferrovia-

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MMOOOOPP

sario degli Affari interni, organizza un la-boratorio chimico centrale. Questi meto-di richiedono troppo tempo e devono es-sere abbandonati a metà degli anni Tren-ta, quando iniziano le repressioni di mas-sa. Nota: Jagoda, condannato e fucilatonel 1938, è accusato fra l’altro dell’avve-lenamento del suo predecessore Menzin-skij e del tentato avvelenamento del suosuccessore Ezov. 3.5. Fra i metodi psico-logici che sono sempre esistiti ci sono ilricatto («Arrestiamo tua moglie!», «Rin-chiudiamo tua figlia insieme a dei crimi-nali» eccetera), l’intimidazione, l’isola-mento completo, l’assenza totale d’infor-mazioni e assistenza giuridica eccetera.Queste misure vengono adottate semprepiù spesso. 3.6. A partire dalla metà deglianni Sessanta, sotto Breznev, con Andro-pov presidente del Kgb, aumenta il ricor-so alle «misure speciali psichiatriche»che, a differenza delle altre, sono impie-gate solo con i dissidenti (v. carcere psi-chiatrico). 3.7. La morte sotto tortura è unevento relativamente raro, perché gli in-quirenti ricevono una formazione ade-guata e, nei casi critici, un medico sugge-risce se proseguire l’interrogatorio o no.La decisione spetta al responsabile dellasezione inquirente. Il certificato di mortedi un imputato ucciso dalle torture ripor-ta la formula «deceduto per arresto car-diaco» (v. distrofia).4. Legittimità del ricorso alle misurespeciali. La legge sovietica non vieta ilricorso alla tortura e ad altre misure spe-ciali durante l’interrogatorio, vieta sol-tanto le «misure illegali» (UK-26, art.115; UK-60, art. 179). Ma sono le autori-tà del partito a determinare ciò che è le-gale o illegale in funzione dei propri in-teressi (v. legalità socialista). Perciò in de-terminate circostanze, per ordine deivertici del partito, la legge non ha più vi-

gore e le misure illegali diventano legali(v. inquirente 2).

MODULO A (forma A)Modulo di liberazione (v. certificato di li-berazione).

MOGLI DI BANDERISTI(banderovskie zˇëny)Fra queste detenute ce n’erano molte lacui unica attività antisovietica consiste-va nell’essere mogli dei loro mariti (v.banderista).

MOGLIE (zˇena)1. «Moglie di un nemico del popolo»:donna che subisce repressioni in quanto«membro della famiglia» (v. sigle). Dete-nuta condannata «per il marito» (v. arti-colo 3, Olzˇir).2. «Moglie di lager»: detenuta che convi-ve con un compagno di reclusione. Nota:i rapporti sessuali fra i detenuti, comequelli fra detenuti e personale libero, so-no vietati, pena la reclusione in cella dirigore. In caso di legame duraturo, siprovvede a separare gli interessati, trasfe-rendo quello che è più facilmente sosti-tuibile sul luogo di lavoro. Accade ancheche si creino legami molto solidi e che di-versi anni dopo le coppie formatesi nellager si riuniscano in libertà. Nota 2: nel1929, al fine di incentivare il lavoro degliarrestati, agli uomini e alle donne cam-pioni di produttività si consentiva dicontrarre matrimonio. Il fascicolo perso-nale fungeva da documento d’identità(v. caso 2). I condannati in base all’artico-lo 58, però, erano esclusi da questo privi-legio. In ogni caso la pratica fu ben pre-sto abolita.

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MISURA PRINCIPALE DI DIFESA SO-CIALE (osnovnaja mera social’noj zasˇ-cˇity)Gli articoli 20 e 23 del codice penale del1926 prevedono le seguenti misure prin-cipali di difesa sociale: condanna comenemico dei lavoratori, con le conseguen-ze che ne derivano; privazione della li-bertà e lavori correzionali senza privazio-ne della libertà. La fucilazione non è nep-pure menzionata (v. fucilazioni di massa,misura accessoria di difesa sociale).

MISURE ILLEGALI, ATTI ILLEGALI(nezakonnye mery ili dejstvija)In teoria il ricorso a misure illegali du-rante gli interrogatori era proibito dallalegge e punito con la privazione della li-bertà fino a 5 anni (UK-26, art. 115) o da3 a 5 anni (UK-60, art. 179).

MISURE SPECIALI (specmery)Nel linguaggio della polizia segreta, tor-ture, percosse e minacce.1. Inevitabilità delle misure speciali.1.1. La necessità di adottare misure spe-ciali è dovuta all’incapacità degli organidella sicurezza di condurre un’inchiesta:motivo per cui «si torturano gli accusatiperché dicano la verità». Per esempio:«Dov’è nascosto l’oro?» (v. febbre dell’o-ro). Con il tempo, gli organi si perfezio-nano. A partire dagli anni Sessanta, que-ste misure vengono applicate meno fre-quentemente. 1.2. La tortura è indispen-sabile per fabbricare accuse e montareprocessi fondati su menzogne eclatanti(v. caso di Sachty, nemico, processi di Mo-sca, sabotatore). Si tortura il detenuto inattesa di giudizio perché menta. Talvoltasi può ricorrere alla tortura non per ordi-ne del partito, ma per servire gli interes-

si di certi funzionari della Sicurezza (v.interrogatorio 2).2. Tipi di misure speciali. Vi sono duescuole. In origine esiste solo la «scuola fi-sica», che non esige dai cekisti alcunaparticolare formazione, soltanto forza fi-sica e resistenza psicologica. A metà de-gli anni Venti, nasce la «scuola chimica»,più scientifica, ma più difficile da appli-care su vasta scala. I metodi psicologicisono adottati costantemente. Le misurespeciali della scuola fisica vengono ap-plicate in tutti i casi in cui il partito habisogno di risultati rapidi e di massa. Il ri-corso a questi metodi si intensifica dopoi processi di Mosca, perché dopo la con-danna e l’esecuzione di un politico si de-vono condannare molti altri innocenti,allo scopo di rendere più credibile il pro-cesso (v. coda).3. Metodi 3.1. Il ricorso massiccio allatortura ha inizio la notte fra il 17 e il 18agosto 1937. La mattina del 18 agosto,gran parte degli imputati del carcere diButyrki, dov’è stato incarcerato anchel’autore, rientrano dagli interrogatorinotturni con segni visibili di percosse. Te-stimonianze provenienti da altre carcericonfermano che quella notte in tutta l’U-nione Sovietica era accaduta la stessa co-sa, e che le tecniche erano ovunque iden-tiche. 3.2. Le torture più diffuse, sia fisi-che sia psicologiche, sono descritte detta-gliatamente da Solzenicyn in ArcipelagoGulag. 3.3. A partire dalla fine degli anniCinquanta, le torture fisiche si fanno me-no frequenti, grazie a una migliore for-mazione dei funzionari della Sicurezzadello Stato, al ricorso a metodi psicologi-ci più raffinati e a una rete di spie semprepiù sviluppata. 3.4. Le misure speciali«chimiche» sono apparse alla fine deglianni Venti. Ma è solo all’inizio degli an-ni Trenta che Jagoda, allora vicecommis-

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MMUUSSEERRUUOOLLAA

tuti penitenziari del paese sono riuniti inun unico sistema, il Gulag, che fissa econtrolla norme e regolamenti, vale a di-re regola a propria discrezione la mortali-tà (v. distrofia, giornata lavorativa 2, 3).3. Prima del Grande terrore. Fino all’ini-zio degli anni Trenta, le norme sanitarie ele condizioni di lavoro sono fissate in mo-do da garantire la sopravvivenza della ma-nodopera forzata a basso costo per alme-no tre o quattro anni. Le malattie cronichenon vengono mai curate. Ai detenuti chenon lavorano (detenuti politici in isola-mento, invalidi, eccetera) si applicanonorme sanitarie e mediche differenziate.4. Dopo il Grande terrore. 4.1. Alla finedegli anni Trenta, i campi sono sommer-si da milioni di vittime del Grande terro-re, alle quali vengono applicate tecnichedi sterminio, per la prima volta su scalatanto vasta (v. sterminio). 4.2. Si riporta-no di seguito le statistiche sulla mortali-tà calcolate da un ex pianificatore del-l’Uchtpeclag per quel campo. Se si tienecome riferimento il tasso di mortalità delperiodo 1931-32, si rileva la seguenteevoluzione: 1933-36, +150%; 1937-38,+300%; 1939-41, +400% (M. Rozanov,Zavoevateli belych pjaten, Limburg, 1951).Alla mortalità pianificata dal centro biso-gna poi aggiungere la mortalità conse-guente all’arbitrio dell’amministrazionelocale. (v. Dal’stroj 4.2, Ktr 2.2, Solovki10.2). 4.3. Altri testimoni stimano cheall’inizio degli anni Quaranta la mortali-tà dei detenuti fosse del 30% (E. Lipper,Elf Jahre in sowjetischen Gefängnissen undLagern, Zürich, 1950). 4.4. Su più di unmilione di polacchi arrestati dai sovieticidopo l’annessione della Polonia nel 1939ne muoiono circa 270.000 (E. Danger-field, Beyond the Urals, London, 1946).5. Diverse norme di mortalità pianifi-cata. 5.1.Le norme di mortalità, vale a di-

re il tasso di mortalità previsto dal piano,differiscono a seconda delle categorie deidetenuti e dei periodi. Se il tasso di mor-talità previsto viene superato, i colpevolisono puniti per «sperpero di manodope-ra». 5.2. In caso di un eccessivo aumentodella mortalità, il centro manifesta la suadisapprovazione, generalmente sottoforma di un messaggio cifrato: «Frenatela mortalità!» (v. norma 8.1).6. Registrazione. Alla morte di ogni de-tenuto viene redatto un certificato in piùcopie da inviare a vari uffici e direzionidell’amministrazione penitenziaria.

MOSCA (Moskva)1. Dopo il colpo di stato bolscevico, Pietro-grado resta la capitale della Rsfsr fino al 12marzo 1918, data in cui è trasferita a Mo-sca. Nel 1922, quando è creata l’Unione So-vietica, Mosca diventa capitale dell’Urss.2. «Mosca è lontana, Dio è in alto». Se-condo un vecchio proverbio «Lo zar èlontano, Dio è in alto»: non c’è nessunoda cui andare a lamentarsi e, d’altronde,non servirebbe a niente (v. collettiva 1, la-mentele, picchiare 4).3. «Mosca non crede alle lacrime»: il po-tere è indifferente all’umiliazione e allesofferenze dei postulanti (v. processi diMosca, regola di Mosca).

MOSCOVA-VOLGA (Moskva-Volga)Canale costruito dai detenuti tra il 1932 eil 1937. Il campo si chiama Dmitrovlag oDmitlag, o anche campo di Suzdal’. Vi la-vora circa mezzo milione di detenuti.

MUR, POLIZIA CRIMINALE(Mur, Milicija ugolovnogo rozyska)Vedi polizia 2.

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MONACA (monasˇka)1. Le religiose ortodosse si distinguonofin dal 1917 per il loro coraggio (v. bigot-to). Preferiscono farsi fucilare piuttostoche «lavorare per l’Anticristo». Della me-desima integrità danno prova le religio-se cattoliche o di altre confessioni e isemplici credenti che le autorità sovieti-che spediscono in massa nel Gulag dopol’occupazione della Polonia orientale edella Lituania nel 1939-40. I lunghi annidi Gulag finiranno per stroncarle.2. Detenuta che osserva rigorosamente iprecetti della sua religione nonostante lepersecuzioni.

MONDO DELLA MALAVITA(vorovskoj mir)Vedi ladro 7.5.

MONOPOLIO DI STATO (gosmonopolija)«Perché il banditismo e il saccheggio so-no repressi così severamente?». «Perchécostituiscono una violazione del mono-polio di stato!»: modo di dire degli anniVenti (v. banditismo di stato).

MOOP (Moop)Vedi ministero dell’Ordine pubblico.MOP, PERSONALE DI SERVIZIO (Mop,mladsˇij obsluzˇivajusˇcˇij personal)Nei campi sono gli spazzini, le donnedelle pulizie, i guardiani notturni, i pian-toni eccetera (v. Sft). Secondo il regola-mento questi lavori dovrebbero essereassegnati a individui fisicamente carenti,ma spesso se li accaparrano semplice-mente i più furbi. Il Mop riceve la razio-ne minima, ma è pur sempre meglio chesfinirsi ai lavori pesanti.

MORSE DELLE CARCERI (morzjanka)1. La tiptologia per comunicare tra le cel-le è strettamente vietata e i detenuti sor-presi in flagrante sono messi in isolamen-to (v. regolamento interno 3). In certe carce-ri per politici, i tavolacci sono sistemati inmezzo alle celle e ai detenuti è proibitoavvicinarsi ai muri. Nota: i bolscevichi de-tenuti nella fortezza di Schlüsselburg,una delle più terribili durante lo zarismo,«praticavano per ore il morse delle carce-ri» (Na katorzˇnom ostrove… 1907-1917, acura di J. Margolin, Leningrad, 1966).2. Nel morse delle carceri, il punto èespresso con un colpo battuto sul muro ela linea con due. In un altro sistema usatodi frequente ci si serve di un quadrato sud-diviso in caselle, una per ogni lettera del-l’alfabeto. Il primo colpo indica la fila, ilsecondo il posto della lettera nella fila. Esi-ste anche un altro sistema chiamato «alfa-beto di Bestuzev», dell’inizio del XIX secolo(v. corrispondenza 5.1, telefono, telegrafo).

MORTALITÀ (smertnost’)1. Un segreto di stato. La mortalità tra idetenuti è tanto elevata che a partire dal-la metà degli anni Trenta le cifre diven-tano segreto di stato.2. Cause della mortalità. La mortalitàdipende tra l’altro dall’alimentazione,dalla non osservanza di certe norme sani-tarie e dalle condizioni di lavoro. Duran-te i primi anni del regime sovietico, que-ste condizioni sono identiche a quelledella popolazione civile. Inoltre, neicampi i controlli sono affidati a organicompetenti indipendenti dall’ammini-strazione penitenziaria (SU 1918, 53:598,artt. 26, 27; SU 1919, 12:124, art. 8). Ciòperò non vale per i luoghi di reclusionedell’Ogpu, che sono sottratti a qualsiasicontrollo esterno. Nel 1934 tutti gli isti-

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NNEEGGAATTOORRII

NACHODKA (Nachodka) Porto dell’Estremo Oriente a circa 100 kma est di Vladivostok. Punto di transito peri campi della Kolyma: è da lì che partono,dal 1932 agli anni Cinquanta, i convoglidi detenuti trasportati per nave al porto diMagadan e sulla Kolyma (v. Kolyma).

NACMEN (nacmen)Abbreviazione ufficiale di «minoranzanazionale». Nel linguaggio popolare de-signa i non russi e non slavi. Curiosa-mente, i russi adoperano questo termineanche nelle regioni e nelle repubblichein cui la nazionalità in questione è mag-gioritaria: «A Taskent mi ha arrestato unpoliziotto, un nacmen, che parlava malis-simo il russo!».

NAGAN (Nagan)1. Revolver, che prende il nome dall’ar-maiolo belga Nagan, in uso nell’esercitoe nella polizia russa dalla fine del XIX se-colo fino agli anni Trenta del XX secolo. 2. «Il Nagan sulla scrivania». Non solo icekisti amavano posare il revolver sullascrivania durante l’interrogatorio di unarrestato; negli anni Venti lo facevanoanche i commissari bolscevichi, discu-tendo dei problemi di produzione nelleimprese (v. limitatore).

NARKOM (narkom, narodnyj komissar)1. Abbreviazione di commissario del po-polo.2. Abbreviazione di narkoman, cioè “dro-gato” (v. cˇifir, preventorio di cura e lavoro).

NAZIONALISMO BORGHESE(burzˇuaz nyj nacionalizm)Fin dai primi anni dopo il colpo di statobolscevico, nelle carceri e nei campi sitrovano persone condannate per «nazio-nalismo borghese». All’inizio, fra loro cisono anche dei russi, ma solo fino ai pri-mi anni Venti. All’autore, che ha cono-sciuto decine di istituti penitenziari so-vietici dal 1937 al 1958, non è mai capi-tato di incontrare russi con questo capod’accusa. Invece il numero dei naziona-listi borghesi non russi aumenta semprepiù di anno in anno. Nota: nel 1918, Le-nin scriveva: «Grattate un bolscevico,troverete un russo imperialista e sciovi-nista» (v. arresti di massa 8, 12, 19.2, 21,23.1-3, 26.2, 28, 35, bandito 2, deporta-zioni di massa 7).

NEGATORI (otricalovka)Insieme dei detenuti «che negano il lavo-ro e la disciplina». Si tratta di solito di cri-minali comuni. Ma alla categoria vengo-

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MMUUZZIIKK

MURKA (Murka)Celebre canzone della malavita degli an-ni Venti:Con uno sbirro ti sei messa, e alla Gubceka sei andata a lavorare.Il nostro covo hai rivelato:e adesso prendi una pallottola nel

cuore!

MUSCHIO, FUGGIRE NEL MUSCHIO(moch, ujti vo mchi)Evadere da un campo in estate (v. evasio-ne 4, ghiacci).

MUSERUOLA (namordnik)1.1. Pannello opaco di legno o ferro, rara-mente di vetro smerigliato, applicato all’e-sterno della finestra di una cella in modoche il detenuto possa vedere solo una stret-

ta striscia di cielo. La museruola è inclina-ta: il bordo superiore è a circa 40 cm dal mu-ro, quello inferiore a 15 cm, permettendocosì il lancio di messaggi (v. cavallo). Le mu-seruole compaiono alle finestre delle car-ceri giudiziarie verso la metà degli anniVenti e negli isolatori politici nel 1936. Lecentrali zariste non ne avevano. Sono chia-mate anche «visiere» o «astucci». 1.2.Cosìrecitano alcuni versi di Irina Ratusinskaja: Lasciami alla museruoladella libertà respirare un poco l’aria.

2. Museruola è chiamata anche la «deca-denza dai diritti» (v. corna 2, meno).

MUZIK (muzˇik)In russo significa “contadino”, nel gergodel Gulag invece il muzˇik è un detenutoche non appartiene ad alcun gruppo, ma,a differenza dei «fessi», conosce la mala-

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NNKKVVDD

TO (Nkgb, Narodnyj Komissariat Gosu-darstvennoj Bezopasnosti)Nel 1941 sono fondati l’Nkgb dell’Urss e gliNkgb di ognuna delle repubbliche federa-te. Poi vengono soppressi per essere succes-sivamente ristabiliti (v. Nkvd 5). Merkulov,già direttore del Gugb dell’Nkvd dell’Urss,è nominato commissario del popolo del-l’Nkgb dell’Urss. Nel 1946 tutti i commis-sariati del popolo vengono ribattezzatiministeri e l’Nkgb diventa Mgb. Nota: la si-gla Nkgb a volte è decifrata come: Na-rodnyj Komissariat Gde B’jut, “Commissa-riato del popolo dove si picchia” (v. bandi-tismo di stato, gebist,Kgb).

NKJU, COMMISSARIATO DEL POPOLO ALLA GIUSTIZIA (Nkju, Narodnyj komissariat justicii)1. Istituito nel 1917 (v. Snk). Dal 1917 al1922 esiste solo l’Nkju della Rsfsr e delle re-pubbliche autonome che ne fanno parte;con la formazione dell’Unione delle Re-pubbliche socialiste sovietiche nel 1922, siformano Nkju anche nelle altre repubbli-che, ma non esiste un Commissariato delpopolo alla Giustizia a livello nazionale. 2.Originariamente i luoghi di reclusionedipendono dall’Nkju (v. Direzione carceridell’Nkju, Sezione punitiva dell’Nkju), mala Vck, e più tardi l’Nkvd, organizzanopropri luoghi di reclusione. Nel 1930 tut-ti i campi dell’Nkvd passano sotto il con-trollo dell’Nkju, poi nel 1934 tutto il set-tore penitenziario passa al Gulag del-l’Nkvd dell’Urss (v. Nkvd 3, 4).3. Nel 1946 l’Nkju è ribattezzato ministe-ro della Giustizia.

NKVD, COMMISSARIATO DEL POPO-LO AGLI AFFARI INTERNI (Nkvd, Na-rodnyj Komissariat Vnutrennich Del)1.1. Creato il 26 ottobre (8 novembre)1917. Soppresso nel 1930. Ricreato nel1934 per tutta l’Urss, con l’assorbimentodell’Ogpu. Ribattezzato Mvd nel 1946 (v.Commissariato del popolo, Gugb). 1.2. Dal1934, la sigla è spesso interpretata come“Neizvestno Kogda Vernus’ Domoj”, “Nonso quando rientrerò a casa”. Spesso, in-fatti, i detenuti convocati dall’Nkvd, co-me succedeva prima con il Gpu o la Ce-ka, scompaiono per molto tempo, a vol-te per sempre (v. Volgodon 2).2. Dal 1917 al 1922 esiste solo un Nkvdper la Rsfsr e per le repubbliche autonomeche ne fanno parte. A partire dal 1922, an-no di fondazione dell’Urss, ogni repub-blica sovietica è dotata del proprio Nkvd.3. Nel 1930 tutti gli Nkvd sono soppressie le direzioni di polizia e di polizia crimi-nale che erano sotto la sua autorità pas-sano sotto quella del Consiglio dei com-missari del popolo delle rispettive repub-bliche. I campi, così come l’organizzazio-ne della deportazione e dei lavori coerci-tivi, dipendono allora dai commissariatidel popolo alla Giustizia di ognuna dellerepubbliche (Decreto del Cik e dell’Snkdell’Urss, 15 dicembre 1930, SZ 60:640).4.1. Un decreto del Comitato esecutivocentrale dell’Urss del 10 luglio 1934 fon-da un Nkvd dell’Urss con le seguenti di-rezioni: Sicurezza dello Stato; poliziaoperaia e contadina; guardie di frontierae guardie interne; lotta contro gli incen-di; campi di lavoro correzionale e inse-diamenti di lavoro (SZ 36:283; v. campi 1,6, Gulag 2.1, Oso). 4.2. Parallelamente al-la creazione dell’Nkvd dell’Urss sono

NNEEMMIICCOO

no ascritti anche i credenti che si rifiuta-no di lavorare la domenica e in occasionedelle festività religiose (v. renitente).

NEMICO (vrag)1. Il termine “nemico” serve a qualifica-re ogni avversario reale o presunto del re-gime sovietico. È indispensabile per di-stinguere il buon grano dal loglio. L’o-dio, così come la delazione, è una dellevirtù coltivate dal sistema. 2.1. «Nemico del popolo». Per la prima vol-ta questo epiteto giacobino è usato da Le-nin nel 1917, a proposito dei suoi avversa-ri politici. Nel 1918 il decreto del Vcik«Sulle forniture di derrate alimentari»propone di «dichiarare nemici del popolo»i contadini che si oppongono alle requisi-zioni di grano e di «condannarli alla reclu-sione per un periodo non inferiore a 10 an-ni» (SU 35: 468, art. 3). Essere dichiarati«nemici della rivoluzione o del popolo» èuna delle pene previste dai «Princìpi gui-da di diritto penale della Rsfsr» del 12 di-cembre 1919 (SU 66:590, art. 25-l). Nel co-dice penale del 1922 e nei successivi l’e-spressione “nemico del popolo” non figu-ra; tornerà in uso quando Stalin nel 1927lo applicherà a Trockij, a tutti i trockisti ve-ri o presunti e agli oppositori della sua dit-tatura. 2.2. Durante la ezˇovsˇcˇina (v.) laradio e la stampa bollano con questo ter-mine le vittime del terrore staliniano e, in-fine, “nemico del popolo” diventa termi-ne giuridico ufficiale (v. sigle); i sorve-glianti dei luoghi di reclusione a ogni cam-bio di guardia devono dichiarare: «Prendoin consegna il posto numero... per la sor-veglianza dei nemici del popolo» (v. ami-co del popolo). 2.3. «Se il nemico non si ar-rende, lo si annienta». Nel periodo dellaezˇovsˇcˇina gli inquirenti ripetono agliinterrogati queste parole di Gor’kij, gran-

de amico di Stalin e dei cekisti (v. Solovki9.3).3. «Nemico con il regolo» o «nemico del-la Repubblica»: etichette con cui neglianni Venti i bolscevichi bollano gli inge-gneri e i tecnici considerati responsabilidei fallimenti economici, dovuti in real-tà all’incompetenza dei pianificatori.4. «Nemico del socialismo»: designa apartire dal 1918 tutti i vecchi rivoluzio-nari sospettati di opporsi alla dittaturabolscevica. Poco più tardi anche costorosaranno fregiati dell’infamante titolo di«nemico del popolo».5. «Nemico dei lavoratori». L’articolo 27dell’UK-26, introdotto con la legge del 6giugno 1927 (SU 49:330), precisa che ognipersona dichiarata «nemico dei lavorato-ri» è soggetta a espulsione a vita dall’Ursscon privazione della cittadinanza. Nota:l’articolo è introdotto in vista dell’espul-sione di Trockij e il successivo codice pe-nale, del 1960, non lo contempla più.6. «Nemico di classe»: fino alla metà de-gli anni Trenta, si fa una netta distinzio-ne fra i detenuti «usciti dalle classi lavo-ratrici» e gli «elementi socialmente estra-nei». «I nemici di classe e gli elementi so-cialmente estranei erano sottoposti a se-vere misure di repressione e a un regimepiù duro» («Ezenedel’nik sovetskoj justi-cii», 1928/14). Dalla metà degli anniTrenta il termine scompare: resta solo ladistinzione fra controrivoluzionari e de-tenuti comuni, dal momento che il Po-litbjuro ha decretato che in Urss la «so-cietà senza classi» è realizzata.

NKGB, COMMISSARIATO DEL POPO-LO PER LA SICUREZZA DELLO STA-

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speciale (v. campi speciali, Ktr). Verso la fi-ne degli anni Cinquanta a Noril’sk ci so-no circa 80.000 detenuti. Nel 1953 ilcampo diviene teatro di scioperi (v. scio-peri, soldatini, ufficiali baltici).

NORMA (norma)1. Ai detenuti sono applicate le stesse nor-me degli operai liberi (sterratori, tagliale-gna e minatori di professione). Ma i dete-nuti sono mandati a svolgere lavori che ilpiù delle volte non corrispondono alla lo-ro qualifica e a cui non sono abituati; peresempio, un insegnante, un ufficiale, ungiornalista o una cantante lirica sonomandati ad abbattere alberi. Inoltre, le lo-ro condizioni materiali sono notevol-mente peggiori di quelle degli operai libe-ri e di conseguenza è più difficile rispetta-re la norma. A partire dalla metà degli an-ni Trenta, la giornata di lavoro è portata adieci ore, poi, dal 1941 al 1946, a undici oree mezza, e la norma di produzione aumen-ta in proporzione, senza tener conto dellafatica accumulata (v. giorno/uomo).2.1. Le norme di produzione sono calco-late in maniera minuziosa. Per la spala-tura, per esempio, si fa distinzione tra:neve appena caduta, neve soffice, neveaccumulata da poco, neve accumulatada molto (che richiede la pressione delpiede sulla pala), neve ben pressata, ne-ve gelata (da spaccare a colpi di piccone).Una serie di coefficienti definisce la di-stanza alla quale va buttata la neve, l’al-tezza dei mucchi, eccetera. Queste nor-me sono spesso corrette e aumentate.2.2. Al taglio del bosco, la norma di pro-duzione giornaliera è di 10 metri cubi dilegname a testa. Per l’estrazione del car-bone, è di 5,5 tonnellate (anni Trenta)eccetera. Nota: secondo gli appunti delprincipe Volkonskij, un decabrista, neglianni Trenta del XIX secolo la norma di

produzione per l’estrazione di mineraliera di 3 pudy, equivalenti a 48 kg al gior-no a testa.3. Il vitto dei detenuti dipende dal lororendimento ma soprattutto dall’applica-zione della norma. Il talento del capo -squadra nel redigere i rapporti e la com-piacenza del datore di lavoro sono dun-que determinanti (v. rapporto).4. Spesso il datore di lavoro è obbligatoad aver cura della sua manodopera, poi-ché in molti casi il ricambio è possibilesolo dopo la riapertura della navigazionefluviale. Questo lo induce a barare un po’sulla norma (v. centro di riposo).5. «Acchiappare la norma»: realizzare lanorma allo scopo di assicurarsi una ra-zione sufficiente di cibo. Una volta ac-chiappata la norma, si finge soltanto dilavorare.6. «Non è il lavoro che uccide, è la norma!»:un’applicazione rigida e spietata dellanorma può distruggere fisicamente anchei detenuti più robusti (v. razione di pane).7.1. Norma alimentare: tipo di razionegiornaliera garantita a una categoria didetenuti. Termine usato spesso al postodi «razione». Nessuna informazione sul-le norme alimentari dei detenuti è maistata pubblicata in Urss (v. appendice 2).7.2. «È alimentato secondo la norma, èvestito secondo la stagione»: formulastandard con cui si giustifica la punizio-ne di un detenuto che si è rifiutato di an-dare al lavoro per insufficienza di cibo oindumenti adeguati. Le norme, in questocampo, sono piuttosto vaghe: «i detenu-ti addetti a lavori all’aria aperta devonoessere dotati di vestiti adeguati alla sta-gione e alle condizioni di lavoro» (Rego-lamento dei luoghi di reclusione, SU1921, 23-24, 141, art. 125.; v. mancatauscita al lavoro). Nota: è accaduto all’auto-re di lavorare all’aria aperta con una tem-

NNOORRMMAANNOOBBIILLEE MMOONNDDOO DDEELLLLAA MMAALLAAVVIITTAA

creati gli Nkvd delle repubbliche sovieti-che (v. plenipotenziario 3).5. Il 3 febbraio 1941 viene fondato l’Nkgbdell’Urss. Lo stesso avviene nelle repub-bliche federate. Tuttavia, gli Nkgb dellerepubbliche dipendono dall’Nkgb di Mo-sca e non dal Consiglio dei commissaridel popolo delle rispettive repubbliche.In virtù di un decreto del 20 luglio dellostesso anno, le due amministrazioni sifondono di nuovo nell’Nkvd, ma nell’a-prile 1943 vengono nuovamente divise.6. Il primo commissario del popolo agliAffari interni è Rykov, poi fucilato nel1938 come nemico del popolo. Il 19 mar-zo 1919 è nominato Dzerzinskij, pur re-stando presidente della Vck, che in segui-to diventa Gpu e Ogpu. Egli mantienequesti due incarichi fino alla morte, avve-nuta il 20 luglio 1926. Allora la carica vie-ne assunta da Menzinskij, sostituito allasua morte, nel luglio del 1934, dal suo vi-ce Jagoda (arrestato nel 1936 e processa-to e fucilato come nemico del popolo). Ilsuo successore è Ezov, «il commissario delpopolo staliniano», il quale scomparesenza alcun processo nel 1939, dopo esse-re stato sostituito da Berija nel 1938, a suavolta dichiarato nemico del popolo quin-dici anni più tardi e fucilato. È l’ultimodei capi della Sicurezza dello Stato a mo-rire fucilato (v. beriëvsˇcˇina, ezˇovsˇcˇi-na).

NOBILE MONDO DELLA MALAVITA(blagorodnyj vorovskoj mir)Il mondo dei veri delinquenti. Innume-revoli leggende esaltano le prodezze del-la malavita della Russia degli zar, e anchedell’inizio dell’era sovietica (v. blatnoj 1,guerra delle cagne, ladro). I delinquentirimpiangono i vecchi tempi, proprio co-me gli uomini dell’Nkvd-Mvd-Kgb han-no nostalgia del tempo eroico degli inizi

dello Stato bolscevico, quando regnaval’arbitrio dei cekisti.

NOCIVITÁ (vrednost’)Razione per nocività: razione con sup-plemento speciale per i detenuti addettia lavori nocivi, per esempio nelle indu-strie chimiche, negli altiforni eccetera (v.appendice 1 s).

NOGTEV (Nogtev)Vedi Solovki 3.1, 13.1.

NON RIENTRATO (nevozvrasˇcˇenec)Cittadino sovietico inviato all’estero inmissione che si è rifiutato di rientrare inpatria. Fenomeno abbastanza frequente,soprattutto negli anni Venti e Trenta. Al-cuni di questi non-rientrati sono assassi-nati all’estero dagli agenti del Gpu o del-l’Nkvd. I non-rientrati recuperati nei ter-ritori occupati dall’esercito sovietico allafine della Seconda guerra mondiale sonoarrestati e inviati nei campi per 10-20 an-ni per «tradimento della patria» (v. guar-dia bianca).

NORIL’LAG, NORIL’KOMBINAT, ITL DINORIL’SK, COMPLESSO POLIMETAL-LURGICO DI NORIL’SK DELL’NKVD-MVD DELL’URSS(Noril’lag, Noril’kombinat, Noril’skij Itl,Noril’skij polimetallurgicˇeskij kombinat Nkvd-Mvd)Campo di lavoro correzionale creato nel1936 sulla riva destra dello Enisej, oltre ilCircolo polare artico. Qui si estraeva ni-chel, rame, cobalto e carbone. La città diNoril’sk, centro amministrativo del cam-po, viene costruita dai detenuti a partiredal 1936. Nel 1943 vi vengono creati deisettori di Ktr e, nel 1948, di un campo

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OOGGPPUU

OCCHI (glaza)«Devo vedere i suoi occhi!»: con questa fra-se la guardia carceraria sveglia il detenutoche si gira per sfuggire alla luce della lam-pada accesa tutta la notte. Si ritiene che unsorvegliante sia in grado di vedere se un de-tenuto è ancora vivo dai suoi occhi, anchese dorme. Ciò accade essenzialmente nel-le carceri giudiziarie, non nei campi. An-che di giorno, il sorvegliante deve control-lare che gli occhi del detenuto siano aper-ti, perché il regolamento non lo autorizzaa dormire nel corso della giornata. Per que-sta ragione è severamente proibito voltarela schiena allo spioncino (v. mani 2).

OCCIDENTALI (zapadniki)Termine che definisce le popolazioni bal-tiche, della Polonia e della Romania. Mi-gliaia di occidentali furono mandati neicampi o deportati dopo l’annessione diquesti paesi all’Urss nel 1939-40 (v. arre-sti di massa 21, 23, 28).

OCO (Ocˇo, Operativno-cˇekistskij otdel)Vedi Sezione operativa cˇekista.

ODESSA, MAMMA-ODESSA(Odessa, Odessa-mama)Nel XIX secolo e fino all’inizio degli anni

Quaranta del XX, Odessa è il centro dellamalavita russa. Molti criminali di Odes-sa sono ebrei, e questo spiega perché algergo della malavita siano mescolate pa-role yiddish.

OGPU, DIREZIONE POLITICA UNIFICATA DI STATO DELL’URSS(Ogpu, Ob”edinënnoe Gosudarstvennoe Politi cˇeskoe Upravlenie Sssr)1. Creato presso il Consiglio dei commis-sari del popolo dell’Urss con un decretodel Comitato esecutivo centrale dell’Urssil 15 novembre 1923 «allo scopo di unifi-care gli sforzi rivoluzionari per combatte-re la controrivoluzione politica ed eco-nomica, lo spionaggio e il banditismo»(SZ 12:105, art. 1). Il presidente dell’Og-pu fa parte del Consiglio dei commissaridel popolo, con voto consultivo (art. 1).L’Ogpu gestisce il funzionamento deiGpu (v.) delle repubbliche federate e del-le sezioni speciali, gli organi dei traspor-ti, la protezione delle frontiere dell’Urss eil lavoro operativo a livello nazionale(artt. 2, 4). L’Ogpu dispone di truppe spe-ciali ed è rappresentato alla Corte supre-ma dell’Urss; è la Procura della Corte stes-sa che controlla la legalità dei suoi atti(artt. 8, 11, 12).

O

NNOOVVAAJJAA ZZEEMMLLJJAA

peratura di 40° sotto zero vestito con ungiubbotto imbottito, un busˇlat, un paiodi pantaloni, calze di cotone trapuntatoe, al posto delle scarpe, calzari di cordaintrecciata. Questa tenuta ufficialmenteè considerata «adeguata alla stagione».8.1. «Norma di mortalità (dei detenuti)»:molto fluttuante, fissata secondo consi-derazioni economiche e politiche. È piùelevata nei campi disciplinari o nei cam-pi speciali (v. Ktr 2.2, ufficiali baltici 3).8.2. Il superamento della norma di mor-talità prevista è considerato come uno«sperpero di forza lavoro» e i funzionaririconosciuti colpevoli rischiano di essereperseguiti penalmente per incompetenza(v. mortalità 5.2, sperpero di forza la voro).

NOVAJA ZEMLJA (Novaja Zemlja)Su quest’isola situata tra il mar di Barentse il mar di Kara, dove si estrae l’uraniodalla fine degli anni Trenta, si trovavauno dei più terribili campi mimetizzati.Era estremamente raro che qualcuno nefacesse ritorno.

NOVE GRAMMI DI PIOMBO(devjat’ gramm svinca)Vedi esecutore 3, pena capitale 10.6.

NOVINSKAJA, CARCERE DI (Novinskaja tjur’ma)Carcere di Mosca per donne condannateper delitti comuni.

NUMERATO (nomernik)Dalla fine degli anni Trenta all’inizio de-gli anni Cinquanta, detenuto che portaun numero, in alcune carceri di isola-mento per politici (v. numeri).

NUMERI (nomera)1.1. In epoca zarista, i forzati portavanoun numero sul dorso. La Rivoluzione difebbraio abolì questi numeri, abolendocontemporaneamente il lavoro forzato.Un quarto di secolo più tardi, le autoritàsovietiche reintrodussero sia il lavoroforzato sia i numeri (v. Ktr 2.2). Dal 1943fino agli scioperi del 1953-55, per i dete-nuti politici e per i detenuti comuni reci-divi i numeri tornarono a essere obbliga-

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OORRËËLL

sione» (Risoluzione dell’Nkju della Rsfsr,15 novembre 1920, SU 1921, 23-24:141).«L’opera di istruzione ed educazione neiluoghi di reclusione è diretta dal respon-sabile del servizio istruzione ed educazio-ne, che presiede il collegio pedagogico»(art. 132); «l’orario delle lezioni è predi-sposto in conformità all’orario di lavoro»(art. 133); «la frequenza della scuola è ob-bligatoria per tutti i detenuti di età infe-riore ai 50 anni» (art. 141). L’ITK-33 so-stituì l’opera di istruzione ed educazionecon il lavoro di istruzione politica (v.Kvcˇ, lavoro di istruzione politica).

ORA D’ARIA (progulka)1. A differenza dei detenuti dell’epocazarista che, anche nella fortezza diSchlüsselburg, si ritrovavano durantel’ora d’aria (J. Margolin, Na katorzˇnomostrove, Leningrad, 1966, p. 55), i detenu-ti sovietici sono condotti alla passeggia-ta cella per cella, in cortiletti minuscoli(v. cortiletto dell’ora d’aria).2. A partire dall’inizio degli anni Venti efino alla fine degli anni Cinquanta, lapasseggiata ha la durata di 12-15 minutinelle carceri giudiziarie e di 20-30 minu-ti in quelle esecutive. Durante il terrorestaliniano, i detenuti camminano tuttinella stessa direzione, in fila indiana, insilenzio, le mani dietro la schiena, gli oc-chi bassi. Durante il Grande terrore, nel-le carceri giudiziarie di Mosca e Lenin-grado le passeggiate a volte hanno luogodi notte (v. regolamento interno 4).3. Secondo gli articoli 145-146 dell’ITK-24, i detenuti in cella di rigore hanno di-ritto all’ora d’aria solo una volta ogni tregiorni (al tempo degli zar erano 20 minu-ti ogni giorno). Durante il terrore stali-niano, l’ora d’aria è totalmente soppres-sa per i detenuti in isolamento. A partire

dalla fine degli anni Cinquanta, la pas-seggiata nelle carceri a regime ordinariodura un’ora, nelle carceri a regime duromezz’ora. La privazione del diritto all’orad’aria è una delle sanzioni amministrati-ve meno severe. L’ITK-70 precisa che l’o-ra d’aria è concessa di giorno (art. 68).

ORA/UOMO (cˇeloveko/cˇas)Quantità di lavoro che una persona è te-nuta a svolgere in un’ora. Rappresentaun’unità di misura del lavoro. «Per sca-vare queste fondamenta ci vorranno 34ore/uomo».

ORDINE DI VIAGGIO (putëvka)Nel contesto del Gulag è un documentoche ordina di recarsi da una località all’al-tra. All’inizio degli anni Venti viene con-segnato dagli organi di Vck-Gpu-Ogpualle mogli degli espulsi o dei confinaticontrorivoluzionari. Dall’inizio degli an-ni Trenta l’ordine di viaggio non esistepiù, perché le mogli sono accompagnatesotto scorta fino al luogo di destinazione(v. sigle).

ORDINE SPECIALE (specnarjad)Ordine dell’amministrazione centraledei campi o di un’altra amministrazionepenitenziaria che ingiunge di mettereimmediatamente le persone nominatenell’elenco a disposizione di un determi-nato organo. I convocati non sono ne-cessariamente accompagnati da unascorta speciale (v. convocazione speciale,trasporto sotto scorta).

ORËL, CENTRALE DI(Orlovskij central)Vecchio carcere zarista nella città di Orël,trasformato dai bolscevichi in isolatorepolitico. Nel 1941 vi si trovavano ancora

OOIITTDD

2. Dzerzinskij, ex presidente del Gpu del-la Rsfsr e commissario del popolo agli Af-fari interni, è nominato presidente del-l’Ogpu. Il nuovo organo ha sempre sedealla Lubjanka e mantiene i vecchi quadridel Gpu, le loro usanze e i loro metodi.3. Sono istituiti presso l’Ogpu un colle-gio e una Commissione speciale, Oso,che, per via extragiudiziale, decidono dimandare nei campi o fucilare le personericonosciute colpevoli. 4. Dopo la morte di Dzerzinskij nel 1926,il suo vice Menzinskij gli succede nellefunzioni di commissario del popolo e dicapo dell’Ogpu.5. Alla morte di Menzinskij nel 1934,l’Ogpu viene ristrutturato: nasce l’Nkvddell’Urss, che assorbe anche l’Ogpu. Jago-da, il vice di Menzinskij, è nominatocommissario del popolo agli Affari inter-ni dell’Urss e capo del Gugb. Due anni do-po, è accusato di aver avvelenato Menzin-skij e fucilato come nemico del popolo.

OITD (Oitd)Vedi casa di lavoro correzionale di circoscri-zione.

OKB, UFFICIO PROGETTI SPECIALE(Okb, osoboe konstruktorskoe bjuro)Vedi sˇarasˇka.

OLP, FILIALE DISTACCATA DI LAGER (Olp, otdel’nyj lagpunkt)Vedi filiale di lager, golp.

OLZIR, CAMPI SPECIALI PER MOGLIDI TRADITORI DELLA PATRIA (Olzˇir, osobye lagerja zˇën izmennikov ro-diny)I primi Olzir apparvero nel 1937-38, e giànell’estate del 1940 erano diventati un

fenomeno di massa (v. Alzˇir, arresti dimassa 20, mancata delazione, mogli).

OMZ, LIBERATO DAILUOGHI DI RECLUSIONE (Omz,Osvobozˇdënnyj iz mest zakljucˇeni-ja)Nota apposta dalla polizia sul passapor-to, sostituita in seguito con un’indicazio-ne in codice (v. passaporto 5, 7).

OOE, ELEMENTO SOCIALMENTE PERICOLOSO(Ooe, Obsˇcˇestvenno-opasnyj element)1. Formula adottata dal 1918 al 1953 daVck-Gpu-Ogpu-Nkvd-Mvd per deportarele persone indesiderabili. A partire dall’i-nizio degli anni Trenta gli «elementi so-cialmente pericolosi» sono mandati neicampi.2. «Sanzioni penali sono applicate allepersone che hanno commesso atti so-cialmente pericolosi o che rappresenta-no un pericolo a causa del loro passato odei loro legami con la malavita» (UK-26,art. 7; v. sigle).3. A partire dal 1934, la sigla Ooe è uti-lizzata anche a proposito di individui po-liticamente sospetti (v. Oso).

OP (Op)Vedi centro di riposo.

OPER (oper)Vedi plenipotenziario operativo.

OPERA DI ISTRUZIONE ED EDUCA-ZIONE NEI LUOGHI DI RECLUSIONE(ucˇebno-vospitatel’noe delo v mestachzakljucˇenija)È definita dagli articoli 130-149 del «Re-golamento dei luoghi ordinari di reclu-

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OOSSOO

dre quando io mi trascinavo già da un la-ger all’altro»: rivolto a un novellino.

OSNAZ (Osnaz)Vedi unità a destinazione speciale dellaVcˇk.

OSO, COMMISSIONE SPECIALE(Oso, Osoboe sovesˇcˇanie)Organo extragiudiziale della Sicurezzadello Stato che emette sentenze in assen-za dell’imputato (v. articolo sette). Nota: laCommissione speciale fu istituita benprima dei bolscevichi, da Alessandro III,conosciuto da tutti gli studenti sovieticicome un “feroce reazionario”.1. Oso dell’Ogpu. 1.1. Alla fine degli an-ni Venti, l’Oso dell’Ogpu eredita le fun-zioni giudiziarie dal Collegio dell’Ogpu,che a sua volta era succeduto alle ses -sioni giudicanti del Collegio della Vck.Tutti emettono, in assenza dell’imputa-to, sentenze che possono arrivare fino al-la condanna a morte. 1.2. Il regolamen-to dei campi di lavoro correzionale del 7aprile 1930 decreta che «i campi di lavo-ro correzionale accolgano, fra gli altri,quanti sono stati condannati per deci-sione del Collegio o della Commissionespeciale dell’Ogpu» (SZ 22:248, art. 10).2. Oso dell’Nkvd dell’Urss. Nel 1934l’Ogpu entra a far parte dell’Nkvd del-l’Urss appena costituito (SZ 36:283, art.8). Tra il 1941 e il 1953 le autorità sovieti-che sopprimono e riattivano in varie ri-prese l’Nkgb-Mgb, che è dotato di unapropria Commissione speciale (v. Mgb del-l’Urss,Nkgb,Nkvd).3. Struttura dell’Oso. Il commissario delpopolo (ministro) agli Affari interni (allaSicurezza) ricopre d’ufficio la funzione dipresidente dell’Oso, i cui membri sonosuoi collaboratori. Il procuratore del-l’Urss, o il viceprocuratore, assiste alle

sessioni, così come il rappresentante delComitato centrale del partito.4. Prerogative. Ufficialmente, l’Oso del-l’Nkvd è abilitato a «condannare indivi-dui riconosciuti socialmente pericolosial confino [...] all’espulsione [...] e alladetenzione nei campi di lavoro, per unperiodo che può arrivare fino a 5 anni».La fucilazione non è menzionata (SZ1935 11:84, art. 1-a,c). Con l’espressione«socialmente pericoloso» si intende «po-liticamente inaffidabile» (v. sigle).5. Sviluppo sistematico. 5.1. Un’istru-zione segreta del 1937 alza la pena massi-ma da 5 a 8 anni e, poco dopo, a 10 anni.A metà degli anni Quaranta, l’Oso con-danna a 20 anni, poi a 25 anni di campo odi carcere. A partire dal 1948, deporta a vi-ta i vecchi detenuti politici e nel 1953compaiono negli isolatori i primi politicicondannati per decisione dell’Oso all’er-gastolo, misura non prevista da alcun co-dice penale sovietico. 5.2. Un testo delCollegio militare della Corte suprema del-l’Urss del febbraio 1989 cita un condan-nato alla pena di morte in virtù di un’or-dinanza dell’Nkvd e del procuratore del-l’Urss, dimostrando che l’Oso ha pronun-ciato condanne a morte a partire dal 1937.6. Casi assegnati all’Oso. 6.1. La poliziapolitica indirizza all’Oso i casi per i qualila giustizia sovietica non potrebbe pro-nunciare una condanna, per motivi for-mali. Di solito, la pena chiesta dall’inqui-rente è confermata dall’Oso. Nel corso diuna seduta, l’Oso pronuncia centinaia,perfino migliaia di sentenze. 6.2. A parti-re dalla fine degli anni Trenta, circa la me-tà dei detenuti politici, cioè diversi milio-ni di persone, è condannata dall’Oso. 7. Irrevocabilità delle decisioni dell’O-so. Dato che le decisioni dell’Oso sonoextragiudiziali, non possono essere og-getto di revisione da parte di istanze giu-

OORRGGAANNII

degli sr, tra cui Marija Spiridonova, Ma-jorov e altri (v. fucilazioni di massa 18.1).Dagli anni Sessanta comprende una se-zione psichiatrica.

ORGANI (organy)1. Designazione corrente della polizia,soprattutto politica, in tutte le sue tra-sformazioni: Vck, Gpu, Ogpu, Nkvd,Nkgb, Mvd, Mgb, Kgb (v. sbagliarsi). 2. Organi incaricati dell’esecuzione dellepene: servizi dell’Mvd dell’Urss (v.Moop).Si dividono a seconda del tipo di pena: or-gani per la privazione della libertà, per ilconfino, per l’espulsione, per i lavori cor-rezionali senza privazione della libertà.

ORSO BIANCO (belyj medved’)1. «Avrete l’occasione di ammazzare unorso bianco!»: è con questa frase che i de-tenuti più anziani dei campi dell’Articoaccoglievano i nuovi arrivati.2. «Ti spedisco dagli orsi bianchi!»: mi-naccia usata durante l’istruttoria (v. osce-nità 3.5).

ORTAGGI (ovosˇcˇi)A partire dal 1934, in base a un’istruzio-ne segreta del Gulag, nella razione gior-naliera di ortaggi sono calcolate anche lefoglie e i gambi (v. appendice 1).

OSCENITÀ (pochabsˇcˇina)L’uso delle oscenità nel gergo dei detenu-ti risulta particolarmente marcato, an-che per lo specifico tabù che in epoca so-vietica ne vietava l’uso nei testi stampa-ti. Riportiamo alcune espressioni e modidi dire, suddivisi per tema.1. Fottere. 1.1. «Continuerai a vivere, manon avrai più voglia di fottere!». 1.2. «Aforza di bere e di mangiare solo acqua,non avrai più voglia di fottere!». L’autore

ha avuto la sorpresa di constatare che an-che i contadini dei kolchoz conoscevanoquesto detto. 1.3. «Com’è bella la nostrabandiera! A destra il martello, a sinistra lafalce, puoi battere o puoi falciare, ma co-munque ti fotteranno!». Questo graffito,trovato in un gabinetto pubblico all’ini-zio degli anni Trenta, mette in agitazionel’Ogpu: migliaia di persone sono costret-te a un test grafologico e centinaia vengo-no condannate. Nota: dalle numerosestorie che l’autore ha sentito raccontarenei campi e nelle carceri, risulta che permolti uomini l’atto sessuale deve esserenecessariamente violento. Si ritiene chela donna debba opporre resistenza. Altri-menti è una puttana. Molti esibiscono iloro graffi con la stessa fierezza con cui unmilitare sovietico mostra le sue medaglie. 2. Cazzo. 2.1. «Un cazzo è sempre piùgrosso nelle mani di un altro»: l’erba delvicino è sempre più verde. 2.2. «È fattoper sgobbare come un cazzo». 2.3. «A cu-lo furbo, cazzo a vite!»: è impossibile evi-tare i guai e, se provi a fare il furbo, saràanche peggio. 2.4. «Tirare la pelle sulcazzo»: tentare invano di dissimulare ciòche è evidente, darsi da fare inutilmente.2.5. «Non cercare di spaventare una don-na con un grosso cazzo, ha certo visto dimeglio!». 2.6. «La felicità non è un caz-zo, non puoi prenderla in mano».3. Fica. 3.1. «Non si possono tenere nellastessa mano la fica e le tette»: non si puòavere tutto in una volta. 3.2. «Acchiappa-re le mosche con la fica»: dormire, lasciar-si sfuggire un’occasione favorevole. 3.3.«Mi serve come una sveglia alla fica!»: aproposito di un oggetto inutile. 3.4. «Unafica battagliera»: si dice di una donna in-traprendente e disinvolta. 3.5.«Ti mandoin un posto dove non vedrai una fica vivaper dieci anni!»: minaccia dell’inquiren-te. 3.6. «Stavi ancora nella fica di tua ma-

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OOSSTTIILLIITTÀÀ

cioè 20 uomini per posto letto. Da alloranon vi sono altri dati pubblicati e il rap-porto fra i letti d’ospedale e il numero deidetenuti è definito da istruzioni internesegrete. Dalla metà degli anni Trenta neicampi c’è un posto letto ogni 200-250detenuti.2. Dalla metà degli anni Trenta l’ospeda-lizzazione del detenuto è condizionatadall’assenso del plenipotenziario opera-tivo o dell’inquirente, che d’altra partepuò sempre ordinare all’ospedale di ac-cogliere una persona di suo gradimento.3. Il «Regolamento dei campi di lavorocorrezionale» del 1930 ammette che «incasi eccezionali, quando non c’è un ospe-dale nel campo», i detenuti che hanno bi-sogno di particolari cure siano ricoveratinegli ospedali comuni (SZ 22:248, art.29). Ma l’esperienza dell’epoca zarista in-segna che le evasioni sono più facili dagliospedali cittadini e così, a partire dallametà degli anni Trenta, i detenuti non so-no più ammessi negli ospedali “liberi”. 4. Il soggiorno in ospedale implica un’a-limentazione e condizioni di vita miglio-ri. Inoltre per il detenuto del lager signi-fica un periodo di riposo dal lavoro este-nuante e per il carcerato un’attenuazio-ne dell’isolamento, poiché in una corsiad’ospedale finiscono persone di diversecelle (v. malattie, settore sanitario).

OSPEDALE PSICHIATRICO DI TIPO ORDINARIO(psichiatricˇeskaja bol’nica obsˇcˇego tipa)Vi si internano le persone che «per le lo-ro condizioni psichiche e il carattere delloro comportamento socialmente peri-coloso hanno bisogno di ricovero inospedale e di trattamento obbligatorio»(UK-60, art. 59; v. carcere psichiatrico, trat-tamento obbligatorio).

OSPEDALE PSICHIATRICO DI TIPO SPECIALE (psichiatricˇeskaja bol’nica special’nogo ti-pa)Vi si internano «i malati di mente che perle loro condizioni psichiche e il caratteredel loro comportamento socialmente pe-ricoloso rappresentano un particolare pe-ricolo per la società»; essi «sono internatiin condizioni di stretta sorveglianza»(UK-60, art. 59; v. carcere psichiatrico, trat-tamento obbligatorio).

OSSA, BUTTARE LE OSSA SUL TAVO-LACCIO (zabrosit’ kostocˇki na nary)Riposarsi, imboscarsi.

OSTASKOV (Ostasˇkov)Località presso il lago Seliger, 320 km anord-est di Mosca, dove nel 1939-40 fu-rono internati circa 6.500 ufficiali polac-chi in seguito al patto Ribbentrop-Molo-tov sulla spartizione della Polonia (v.Katyn’ 3, Vinnica).

OSTILITÀ (vrazˇda)1. Fra diversi gruppi di detenuti l’ostilitàpoteva avere carattere periodico o co-stante. Per evitare risse e omicidi, l’am-ministrazione penitenziaria locale cerca-va di tenere separati i gruppi ostili. Mapoteva capitare che su indicazione delplenipotenziario operativo fossero allog-giati insieme apposta (v. colore 1, delatore4.3, guerra delle cagne 3).2. L’ostilità fra comuni e politici, nota nelcarcere zarista e in quello sovietico delprimo periodo, era conseguenza del com-portamento delle autorità, che ostenta-vano la loro preferenza per i criminali co-

OOSSOOBBIISSTT

diziarie o della Procura. Solo l’Oso è abi-litato a rivedere le proprie sentenze. Nonsi conoscono casi di annullamento diuna sentenza emessa dalla Commissionespeciale ma, eccezionalmente, può acca-dere che in seguito a pressioni del capodel Gulag certe pene siano ridotte diqualche mese, in particolare nel caso didetenuti che hanno ottenuto risultatistraordinari nel lavoro. Queste riduzionipossono portare una pena di 20 anni a19 anni e 4 mesi. Ogni caso è oggetto diuna decisione particolare. Le autorità su-preme, sia che si tratti del Comitato cen-trale del partito o del Soviet supremo del-l’Urss, non hanno mai annullato una de-cisione dell’Oso.8. Un pezzo di carta invece del proces-so. 8.1. Un funzionario dà lettura al con-dannato della sentenza dell’Oso, sottoforma di un estratto del verbale della se-duta. Di solito questo avviene nel carce-re giudiziario, ma accade anche che lacondanna gli sia notificata quando stagià scontando la pena in un lager. Il con-dannato è tenuto a firmare sul retro delfoglietto. Se lo richiede, è autorizzato aleggere il contenuto. Nel caso si rifiuti difirmare, il funzionario annota: «Ha pre-so conoscenza della decisione dell’Oso»e il sorvegliante convalida il documentocon la propria firma. 8.2. Il formulariodell’«estratto del verbale» non è piùgrande di una cartolina postale. Sottol’intestazione «Commissione specialepresso il commissario del popolo (mini-stro)...» si può leggere: a sinistra «senti-to», e a destra «si delibera». Sotto «senti-to» sono battuti a macchina nome, co-gnome, patronimico, anno di nascita,nazionalità (cioè l’appartenenza etnica:russa, ebraica eccetera), iscrizione o me-no al partito, luogo di lavoro e professio-ne del condannato. A destra: «Per attivi-

tà controrivoluzionaria, deportare in uncampo di lavoro correzionale per x anni»(v. sigle). A partire dalla fine degli anniQuaranta, nelle sentenze dell’Oso noncompaiono più le sigle ma gli articoli delcodice penale, e alcuni condannati sonomandati in carcere e non nei campi.9. Sentenze fatte in serie. 9.1. Sfuggen-do a ogni controllo, l’Oso è la macchinaideale per montare a catena le condannedi individui sospettati dalla polizia poli-tica o criminale (v. macchina 1). 9.2.L’autore si è trovato in un convoglio dicirca 600 uomini che erano stati tutticondannati nel corso di un’unica sedutadell’Oso il 7 aprile 1939.10. Abolizione dell’Oso. 10.1. Nel set-tembre 1953, poco dopo la morte di Sta-lin, l’Oso viene abolito dopo trentacin-que anni di piena attività. È il giornale«Partijnaja Zizn’» (1957, 4, p. 69) a darnenotizia. Ma nessun decreto è pubblicato aquesto proposito. Nota: l’Oso è ormai inu-tile da un pezzo, dato che in Urss per tut-ti i giudici le indicazioni del partito stan-no al di sopra della voce della coscienza edel rispetto della legge. 10.2. Solo trenta-sette anni più tardi un decreto del presi-dente dell’Urss del 13 agosto 1990 dichia-ra illegali le repressioni di massa degli an-ni 1920-50, precisando che sono state«perpetrate in gran parte […] da sedicen-ti commissioni speciali, collegi, trojki edvojki» («Izvestija», 14 agosto 1990).

OSOBIST (osobist)Impiegato della sezione speciale (v. sezio-ne speciale).

OSPEDALE (bol’nica)1. Il decreto «Sui campi di lavoro coerci-tivo» del 1919 stabilisce «15 posti lettoogni 300 detenuti» (SU 20:235, art. 24),

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PPAACCCCOO

PACCO (peredacˇa)Generi alimentari, tabacco e oggetti diuso personale portati al detenuto dall’e-sterno (v. bacillo 2, pacco postale).1. Al tempo degli zar. 1.1. Al tempo de-gli zar, il volume e il numero dei pacchinon avevano limitazioni. Questo stato dicose durò ancora per qualche tempo do-po la presa del potere da parte dei bolsce-vichi. 1.2. Oltre che dalla famiglia, i pac-chi venivano portati ai detenuti da sco-nosciuti, per beneficenza. Una vecchiacanzone popolare dice: «La domenica lavecchia madre arriva al portone del car-cere […] per portare un pacco al figlio». 2. In epoca sovietica. 2.1. In epoca so-vietica l’aiuto ai detenuti è consideratouna mancanza di lealtà verso le autorità(v. comitato dei poveri 3, Croce rossa politi-ca). Durante il terrore staliniano, i pacchisono sistematicamente vietati per i poli-tici in attesa di giudizio. Ma dopo la con-danna, prima del trasferimento nei cam-pi, i detenuti sono autorizzati a prepara-re una lista di indumenti da chiedere al-la famiglia, che deve contenere unica-mente l’indirizzo della famiglia e l’elen-co degli indumenti. È vietato anche ilpiù piccolo messaggio. Un sorvegliantein uniforme si reca senza alcun preavvi-

so a casa del condannato, consegna la li-sta alla persona che trova in casa e, in ri-sposta a tutte le domande che gli vengo-no poste, risponde precipitosamente:«Presto! Presto!». Poi va via con gli indu-menti. Queste liste costituiscono per lafamiglia la prova materiale che il loro pa-rente, arrestato da mesi, a volte anche daun anno, è ancora vivo. Quasi tutti gli in-dumenti, raccolti in gran fretta da unamadre o una moglie sconvolta, sarannorubati dai delinquenti comuni durante iltrasporto. 2.2. Fino al 1956 i politici nonpossono ricevere pacchi.3. Limitazioni sistematiche dei pacchi.Regolamenti ufficiali relativi ai pacchi.3.1. 1918: «I doni portati dall’esternonon sono autorizzati che su speciale de-cisione della commissione smistamento,e non sono destinati a uso personale, mavanno nel fondo comune» (SU 1953,53:598, art. 26). 3.2. 1919: «È vietato por-tare prodotti alimentari ai detenuti a tito-lo individuale. La totalità dei pacchi è de-stinata al fondo comune» (SU 1920,20:235, art. 43). 3.3. 1924: «Il surplus deiprodotti alimentari contenuti nei pacchiva a migliorare il vitto dei detenuti» (ITK-24, art. 140). 3.4. 1930: «I detenuti han-no il diritto di ricevere dei pacchi» (SZ

P

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OOZZEERRLLAAGG

muni (v. amico del popolo, nemico 2.2, so-cialmente vicino).3. I detenuti politici divennero così i pa-ria del Gulag, e i criminali li ritenevanonaturalmente inclini a migliorare la pro-pria posizione diventando delatori. Av-valoravano questa tesi i detenuti politicidel periodo del Grande terrore, molti deiquali sottolineavano la loro devozione aStalin (v. detenuto politico 4.1).4. Un ulteriore motivo di ostilità fra cri-minali comuni e politici era costituitodal fatto che tutti gli inasprimenti di re-gime destinati ai politici erano poi im-mancabilmente estesi anche ai criminalirecidivi (erano i dirigenti dei lager, inca-

paci di porre un freno all’arroganza deirecidivi, a chiedere a Mosca provvedi-menti in tal senso): il confino al terminedella pena, i campi e le carceri a regimespeciale eccetera. La pena di morte abo-lita nel 1947 fu ben presto reintrodottaper i politici e, in seguito, anche per i cri-minali comuni (v. pena capitale 9).5. In seguito alla partecipazione di dete-nuti politici e comuni agli scioperi del1953-55, l’ostilità fra i due gruppi si atte-nuò sensibilmente. Anche perché fra i po-litici si incontravano sempre più spessopersone che non approvavano il regimesovietico.

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PPAASSSSAAPPOORRTTOO

madi sono considerati vagabondi (v. zin-garo). Per la sanzione vedi vagabondaggio.2.1. Secondo un decreto del Comitatoesecutivo centrale della Rsfsr del 18 mar-zo 1918 «La Vck e le Ceka di governato-rato sono abilitate a internare [...] gli ele-menti parassitari [...] nei campi di lavorocoercitivo per un periodo non superiorea 5 anni» (SU 1918, 22-23:115, nota al-l’art. 1). 2.2. Le «Izvestija» del 25 dicem-bre 1923 pubblicano un comunicato diDzerzinskij sull’espulsione da Mosca deinepmen (quelli che si sono arricchiti du-rante il periodo della Nep) e un avverti-mento alle persone che pensano di con-durre a Mosca «una vita da parassita».2.3. L’articolo 209-1 dell’UK-60 è inte-grato dal decreto del Presidium del So-viet supremo del 25 febbraio 1970: «Il ri-fiuto di applicare la decisone del Comi-tato esecutivo che ingiunge di porre finea un’esistenza parassitaria [...] è punitocon la privazione della libertà per un pe-riodo che può arrivare fino a 2 anni».2.4. Nel dicembre 1982 questa sanzioneè portata a 5 anni in caso di recidività.

PARRUCCHIERI (parikmachery)I contadini affamati che tagliavano lespighe nei campi e per questo erano con-dannati a 10 anni di lager (v. sette/otto,spighe).

PARTITO INDUSTRIALE (Prompartija)1. Partito creato, secondo l’Ogpu, da ungruppo di ingegneri e tecnici allo scopodi sabotare l’industria sovietica. Il pro-cesso pubblico al partito industriale siconclude a Mosca il 25 novembre 1930con la condanna di tutti gli imputati. Al-cuni sono condannati alla pena di mor-te, fra questi Ramzin, eminente speciali-sta di termodinamica.

2. Nessuno degli accusati osa denuncia-re le torture a cui viene sottoposto du-rante l’istruttoria (v. capire). Tutti dichia-rano che gli insuccessi economici, dovu-ti in realtà all’incompetenza della dire-zione del partito, sono l’effetto di atti disabotaggio che loro stessi hanno perpe-trato. La pena di morte è per tutti com-mutata in 10 anni di privazione della li-bertà nei lager dell’Ogpu, dove natural-mente c’è un bisogno pressante di spe-cialisti di alto livello (v. Belomorkanal 1,caso di Sachty, sˇarasˇka).

PASSAPORTO (pasport)1.1. Nel dicembre del 1932, conclusa lacollettivizzazione forzata delle campa-gne, il Comitato esecutivo centrale del-l’Urss e il Consiglio dei commissari delpopolo dell’Urss introducono il sistemadei passaporti interni (v. dekulakizzazio-ne). Questi passaporti diventano obbliga-tori per «tutti i cittadini a partire dai 16anni, domiciliati nelle città e nei borghioperai, per i lavoratori dei trasporti, deisovchoz e dei cantieri di costruzione» (SZ84:517, art. 1; «Izvestija», 28 dicembre1932). Le persone prive di passaporto so-no passibili di ammenda e, in caso pro-vengano da altre località, sono espulseper via amministrativa (art. 11; v. trenta-cinque). 1.2. Fra gli altri dati, il passapor-to interno indica obbligatoriamente lanazionalità, cioè l’etnia, e il luogo di do-micilio del titolare, come pure ogni as-sunzione al lavoro, licenziamento e cam-bio di domicilio. Per i militari e i dipen-denti degli Interni e della Sicurezza delloStato, la tessera di servizio sostituisce ilpassaporto.2. Il passaporto è registrato nel luogo didomicilio permanente; il nomadismo èconsiderato «vagabondaggio» e proibito

22:248, art. 35). 3.5. 1933: «Le personeprivate della libertà sono autorizzate a ri-cevere dei pacchi in conformità alle istru-zioni del Guitu» (ITK-33, art. 58).4. Limitazioni del contenuto. Ispezio-ne. 4.1. A partire dalla fine degli anniCinquanta sono introdotte restrizionidrastiche: i minori hanno diritto solo a 6pacchi all’anno; gli adulti, in funzionedel loro regime penitenziario, a 1, 2 o 3pacchi all’anno, di non più di 3 kg cia-scuno. La carne, il cioccolato, gli agrumieccetera sono totalmente proibiti. Si hadiritto a un pacco solo dopo aver sconta-to metà della pena e a condizione di una«condotta irreprensibile». Per quelli che,in seguito a una sanzione amministrati-va, sono stati trasferiti da una colonia dilavoro correzionale in un carcere, i pac-chi sono totalmente vietati (ITK-70, artt.62, 65; v. appendice 6). 4.2. L’ispezionedei pacchi ha lo scopo di intercettare imessaggi o gli oggetti proibiti. Anche iprodotti alimentari e il sapone vengonotagliati a pezzi, con lo stesso coltello.

PACCO POSTALE (posylka)1. Fino agli anni Sessanta. Nei luoghi direclusione dove ai detenuti è consentitala corrispondenza si accettano anchepacchi postali spediti dall’Urss, limitatisoltanto dalle comuni norme postali. Al-l’inizio degli anni Cinquanta ad alcunecategorie di detenuti è consentito riceve-re anche pacchi dall’estero (v. corrispon-denza 2.5). Sono ammesse conserve diogni genere, cioccolata, scarpe, indu-menti, articoli di cancelleria.2. Dopo gli anni Sessanta. A partire daiprimi anni Sessanta l’amministrazionepenitenziaria introduce limitazioni alpeso e alla quantità dei pacchi.3. Ulteriori restrizioni. Si possono rice-vere pacchi solamente dopo aver sconta-

to metà della pena con «condotta irre-prensibile». Sono proibiti diversi prodot-ti, fra cui la carne e i derivati, la ciocco-lata eccetera. Chi sconta la pena in car-cere non può ricevere pacchi di alcun ge-nere (v. appendice 6).4. Articoli vietati. Sono tradizionalmen-te vietati: vino e alcolici; stupefacenti,talvolta anche il tè (v. cˇifir); oggetti me-tallici, anche i più inoffensivi come ilgancio dei pantaloni, per timore chevengano limati e trasformati in coltelli;cinture, stringhe, lacci, perché il detenu-to non si impicchi. A partire dagli anniSessanta sono consentiti i rasoi di sicu-rezza, consegnati solo al momento dellarasatura.

PAN (pan, pany)Letteralmente “signore” in polacco. Co-sì sono chiamati i polacchi deportati inmassa in Urss in seguito al patto Ribben-trop-Molotov sulla spartizione della Po-lonia del 1939. Questo titolo è dato so-prattutto ai polacchi vestiti meglio deisovietici (v. arresti di massa 21, 28, fasci-sti antihitleriani).

PARACADUTE (parasˇjut)Vedi cavallo.

PARACADUTISTA (parasˇjutist)Cimice che cade dal tavolaccio superioresulla persona che dorme di sotto, feno-meno purtroppo frequente.

PARASSITA (tunejadec)Individuo arrestato o condannato perparassitismo (v. ukaznik 7).

PARASSITISMO (tunejadstvo)1. Il potere sovietico definisce “parassiti-smo” la mendicità e il vagabondaggio; i no-

PPAACCCCOO PPOOSSTTAALLEE

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PPEENNAA CCAAPPIITTAALLEE

retta arrotolata. Alcuni sono tanto esau-sti che appena si siedono si addormenta-no subito. Di qui l’espressione «pausa si-garetta con sonnellino» (v. machorka).

PAVLIK MOROZOV (Pavlik Morozov)Figlio di contadini che, durante la collet-tivizzazione forzata del 1929-32, denunciòil padre all’Ogpu e per questo fu picchiatoa morte dai compaesani indignati. Le au-torità sovietiche ne fecero un eroe. Moltipalazzi dei pionieri portano il suo nome (v.dekulakizzazione,mancata delazione).

PCK (Pcˇk)Vedi Commissione straordinaria di Pietro-grado per la lotta alla controrivoluzione e alsabotaggio.

PECORA (Pecˇora)Centro amministrativo di un complessodi campi creato verso la metà degli anniVenti nel bacino della Pecora e dei suoiaffluenti Usa e Izma come una delle se-zioni dei lager delle Solovki (v. Solovki2.2, Uchtpecˇlag).

PEDERASTA (pederast, piderast)1. Insulto generico, spesso usato dalledonne nei confronti degli uomini.2. Omosessuale. Chiamato anche attiz-zatoio, caprone, galletto, foulard rosso;oppure designato con diversi diminutivifemminili: daska, zojka, maska, man’ka,margaritka eccetera.

PELLAGRA (pellagra)Malattia della pelle dovuta ad avitami-nosi, caratterizzata da croste e squame.Certi individui che patiscono la famemanifestano gli stessi sintomi e sonoclassificati come «pellagrosi», secondouna disposizione della Direzione sanita-ria del Gulag (v. distrofia, razione 6.4, Rfi).

PELO (sˇerst’)Categoria di detenuti o di persone in ge-nerale. Di solito il personale penitenziariopossiede un fiuto infallibile nel distingue-re il pelo dei nuovi arrivati, e individua acolpo sicuro ladri, cagne, teppisti, sgob-boni e miserabili di vario genere (v. colore).

PENA (nakazanie)All’inizio i bolscevichi, convinti di poterpresto liquidare polizia, carceri, pene,pena di morte eccetera, cominciarono aeliminare certe parole per sostituirle conespressioni lunghe e pompose. Nel codi-ce penale della Rsfsr del 1922, le peneerano ancora chiamate «misure puniti-ve», ma già nel codice penale del 1926diventarono «misure di difesa sociale».Nel 1934, però, si tornò alle «misure pu-nitive» (SZ 1934, 33:225), termine rima-sto nel codice penale del 1960.

PENA CAPITALE (vysˇak, vyssˇaja meranakazanija, smertnaja kazn’)1. Introduzione. Prima del colpo di statodell’ottobre 1917, Lenin e il suo partito de-nunciano violentemente la pena di mor-te. Ma, poiché il regime sovietico non puòfarne a meno, in seguito si limitano a insi-stere sul suo carattere «eccezionale». Nelcodice penale del 1960, 32 reati sono pu-niti con la pena capitale (v. appendice 8).2. Al tempo degli zar. La condanna amorte era pronunciata a seguito di pro-cessi a porte aperte e ogni esecuzione av-veniva in pubblico. Secondo i dati di unostorico sovietico, vi sono state in mediasessanta esecuzioni all’anno negli ultiminovant’anni del vecchio regime, com-preso il periodo della sanguinosa repres-sione seguita alla rivoluzione del 1905(S. Userovic, Smertnaja kazn’ v carskojRossii, Char’kov, 1931).

PPAATTRROONNAATTII

dalla legge (v. zingaro). La polizia vi an-nota ogni spostamento del titolare entrole 72 ore, a partire dagli anni Quarantaentro le 24 ore. Non ci si può fare assu-mere senza un passaporto che indichi laresidenza nella data località. Poiché icontadini sono esclusi dal sistema deipassaporti interni, è impossibile per lorospostarsi e andare a cercare lavoro in cit-tà per sfuggire alla carestia (v. deportazio-ni di massa 9). Lo stesso vale per le deci-ne di milioni di dekulakizzati deportatiin Siberia e per i bambini sfuggiti alla col-lettivizzazione, anch’essi privati del pas-saporto (v. minore 2).3. I kolchoziani sono autorizzati ad as-sentarsi dal kolchoz solo se muniti di uncertificato emesso dal presidente del kol-choz, con l’indicazione del motivo e del-la durata dell’assenza, che in nessun ca-so può superare i trenta giorni. I passa-porti interni sono rilasciati ai contadinisolo alla fine degli anni Settanta, ma ilConsiglio dei ministri dell’Urss vieta lo-ro formalmente di cambiare lavoro e diassentarsi senza autorizzazione scrittadel presidente del kolchoz. Nota: un se-colo prima, nel 1861, il decreto dello zarAlessandro II che aboliva la servitù dellagleba offriva ai contadini questa libertà,senza restrizioni (v. Vkp(b)).4. A Mosca, a Leningrado e nelle capita-li delle repubbliche federate, nei centriindustriali importanti, nei nodi ferrovia-ri, nei porti, nelle stazioni climatiche,nella fascia di confine eccetera i passa-porti sono rilasciati solo a quanti vi risie-devano già prima del 27 dicembre 1932,o vi sono nati dopo quella data. A partequeste eccezioni, in tali località chiusevengono registrate solo le persone invia-te dalle autorità.5. I passaporti interni consegnati ai dete-nuti liberati riportano una nota speciale

(v. Omz). A partire dagli anni Quaranta,questa nota diventa: «Rilasciato in baseall’articolo 38 (39) della direttiva sui pas-saporti interni». In un’appendice nonpubblicata di questa direttiva sono elen-cate le località dove al titolare è proibitosoggiornare e il tipo di imprese e di man-sioni che gli sono interdette. Grazie aquesta lista, i responsabili di caseggiatosanno se possono registrare l’interessatoe i datori di lavoro se possono assumerlo.6.1. Il soggiorno in una località senzapassaporto interno è punito per via am-ministrativa e, in alcuni casi, giudiziaria,con 2 anni di privazione della libertà aisensi dell’articolo 192-a, introdotto nel-l’UK-26 il primo luglio 1934 (SU 1927,27:157). 6.2. In virtù di un decreto delSoviet supremo della Rsfsr del 25 feb-braio 1970, questa sanzione passa a 4 an-ni di privazione della libertà (VS 14:256,UK-60, art. 209).7. «Passaporto sporco», «passaporto puli-to»: con o senza indicazioni in codice ri-guardanti i precedenti penali del titolare.

PATRONATI (patronaty)Istituiti sotto gli zar, venivano in aiutodegli ex detenuti. Esistono ancora perqualche tempo dopo il colpo di stato diottobre, poi sono soppressi e ripristinatiprovvisoriamente nel 1918 (SU 1953,53:598, art. 6-9). In seguito, la polizia ela Sicurezza dello Stato sono le sole a in-teressarsi degli ex detenuti (v. passaporto5, vagabondaggio).

PAUSA SIGARETTA (perekur)Non esistono regole precise riguardo allapausa sigaretta. Più il regime del campoè duro, più queste pause sono rare: ai for-zati era addirittura vietato fumare. I de-tenuti spesso fumano a turno una siga-

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6. Stalin segue l’esempio degli zar. 6.1.Dopo milioni di esecuzioni avvenute neisotterranei delle carceri sovietiche conun colpo alla nuca, Stalin il 17 aprile1943 fa promulgare un decreto che rein-troduce la pena di morte per impiccagio-ne pubblica, come sotto gli zar, per i col-pevoli, veri o presunti, di tradimento e dicollaborazione con il nemico durante laSeconda guerra mondiale. 6.2. Questeesecuzioni, filmate e proiettate in tutto ilpaese, proseguono per circa due anni. Ildecreto non sarà mai abrogato, ma il co-dice penale successivo non menzionapiù la pena di morte per impiccagione.7. Manipolazioni semantiche. Manipo-lando la lingua russa a loro piacimento, leautorità sovietiche tentano a volte di mi-metizzare la pena di morte (v. kulak). Co-sì, la risoluzione del Vcik del 6 febbraio1922, all’articolo 2-f, cita, fra gli altri com-piti del Gpu, «l’attuazione delle disposi-zioni speciali del Presidium del Vcik e delSovnarkom». Solo il 16 ottobre dello stes-so anno il Comitato esecutivo finisce perriconoscere che si tratta né più né menodi esecuzioni extragiudiziarie (SU 1940,40, 844, art. 1).8. Abolizioni della pena di morte. 8.1.Il 28 ottobre 1917, subito dopo il colpodi stato bolscevico, per incitare i soldatia disertare e a passare dalla parte dei bol-scevichi, minoritari a Pietrogrado, il IICongresso dei soviet dichiara che «la pe-na di morte è abolita nelle zone del fron-te, e la libertà di propaganda politica è ri-stabilita». In seguito, gli storici sovieticipresenteranno questa misura come «l’a-bolizione della pena di morte da partedei bolscevichi». 8.2. Il 17 gennaio 1920,dopo una serie di vittorie durante laguerra civile, un decreto abolisce la penadi morte (SU 1922, 4-5:22), il che riduceil numero delle esecuzioni, senza tutta-

via porvi fine. Smirnov, presidente deltribunale rivoluzionario, riconosce che639 persone sono state giustiziate in ba-se a sentenze del suo tribunale nel corsodell’anno 1920 («Izvestija», 9 dicembre1921). Nel maggio 1920 è promulgato unaltro decreto, questa volta segreto, in cuisi precisa che il decreto di gennaio non siapplica nelle zone dove proseguono leostilità. 8.3.Una nuova abolizione appa-rirà un quarto di secolo più tardi, con ildecreto del Soviet supremo del 26 mag-gio 1947, che sostituisce la pena di mor-te con 25 anni di privazione della libertà(VS 1947/17). Ma i detenuti dell’epocasanno che le esecuzioni continuano. 8.4.Questa abolizione viene presto annullatain seguito a petizioni «spontanee» dellapopolazione, che chiede al Soviet supre-mo di ripristinare la pena di morte per icollaboratori, le spie, i traditori della pa-tria eccetera, ma non per i banditi, i sac-cheggiatori e gli assassini. E il 12 gennaio1950 il Soviet supremo, sempre cedendoalle «sollecitazioni» della popolazione,ristabilisce la pena di morte «in confor-mità alle petizioni indirizzate da repub-bliche, sindacati, organizzazioni conta-dine, intellettuali eccetera» (VS 1950/3).9. Nomi ufficiali. All’inizio i bolscevichi,ufficialmente contrari alla pena di morte,provano un certo imbarazzo a chiamarlacon il suo nome. Ecco alcuni termini uffi-ciali: a) fucilazione (SU 1919, 66:590); b)misura punitiva suprema (UK-22, art. 33);c) misura eccezionale di protezione delloStato dei lavoratori – fucilazione (UK-26,art. 21); d) misura suprema di difesa socia-le – fucilazione (SU 1922, 49:330); e) san-zione penale suprema – fucilazione (SU1934, 33:255); f) pena di morte per impic-cagione (Decreto del 17 aprile 1943); g)pena di morte (dal 1947). È il termine ri-portato nell’articolo 23 dell’UK-60.

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PPEENNAA CCAAPPIITTAALLEE

3. La Rivoluzione di febbraio. Dopo laRivoluzione di febbraio, il Governoprovvisorio abolisce la pena di morte,tranne sui fronti dove le armate russe so-no impegnate contro i tedeschi.4. Sotto il regime sovietico. 4.1. Dopoaver rovesciato il Governo provvisorionell’ottobre 1917, il partito di Leninreintroduce la pena di morte. Mentre esi-stono statistiche precise sulle esecuzionisotto il regime zarista, si ignora ancora ilnumero esatto dei giustiziati dal regimesovietico. Le condanne a morte sonoemesse a seguito di processi, spesso truc-cati e a porte chiuse, ma anche dalla po-lizia politica in assenza dell’interessato.Le condanne sono portate a conoscenzadel pubblico solo quando è ritenuto uti-le, le statistiche diventano segreto di sta-to. 4.2. Secondo Smirnov, presidente deltribunale rivoluzionario di Mosca, soloquest’utimo avrebbe emesso nel 1918-19circa 1.150 condanne a morte («Izvesti-ja», 9 dicembre 1921). Martin Lacis,membro del collegio della Ceka, ricono-sce che dal novembre 1917 all’ottobre1918 furono giustiziate circa 350 perso-ne al mese (M. Lacis, Dva goda na vnutren-nem fronte, Moskva, 1920). Altri testimo-ni stimano il numero dei giustiziati in2.000 circa. 4.3. Il 21 febbraio 1918 il go-verno di Lenin promulga un decreto cheordina la fucilazione di ogni borgheseidoneo al lavoro, uomo o donna, che sisia rifiutato di scavare le trincee. 4.4. Sicalcola che durante le repressioni di mas-sa del 1936-38 i fucilati siano stati più diun milione. Mezzo secolo dopo, e qua-rant’anni dopo la fine della Secondaguerra mondiale, in Urss si giustiziavanoancora più di 100 persone l’anno («DieWelt/dpa», 12 ottobre 1982). La stessa ci-fra è stata confermata nel 1993 all’auto-re da un ufficiale dell’ex Kgb, in occasio-

ne di una visita a un carcere di Mosca.4.5. All’inizio degli anni Cinquanta, inseguito alle numerose uccisioni di dela-tori da parte dei detenuti, le autorità or-ganizzano un’ondata di manifestazioni«spontanee» per reclamare il ripristinodella pena capitale per omicidio volonta-rio (v. autodifesa). Il Soviet supremo,sempre sensibile ai desideri del popolo,promulga allora il decreto del 30 aprile1954 che ristabilisce la pena di morte peromicidio (VS 1954/11). In seguito, la pe-na di morte è sistematicamente estesa adaltri delitti. 4.6. Questi i dati comunicatidal ministero della Giustizia dell’Urss(«Argumenty i fakty», 2 agosto 1991):

1985: 770 giustiziati 20 graziati1986: 526 411987: 344 471988: 271 721989: 276 231990: 195 29

4.7. A titolo di confronto, negli StatiUniti vi sono state 21 esecuzioni nel cor-so del 1984 («Le Monde», 30-31 agosto1987).5. Estensione della pena di morte agliadolescenti. 5.1. Le leggi del 7 aprile1935 e del 10 dicembre 1940 dispongo-no che per certi delitti i minori debbanoessere giudicati «con tutto il rigore dellalegge», vale a dire che a partire dai 12 an-ni non viene più applicata loro la legisla-zione per i minori. Per alcuni di questidelitti è prevista la pena capitale, anchese il codice del 1926 precisava che era ap-plicabile solo nel caso in cui il colpevoleal momento del delitto avesse più di 18anni. 5.2. L’autore è a conoscenza di uncaso di esecuzione di un minore di 17 an-ni, Sasa, accusato di terrorismo e giusti-ziato nel 1947 per aver scritto sul murodella sua baracca: «Morte a Stalin!».

PPEENNAA CCAAPPIITTAALLEE

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PPEERRQQUUIISSIIZZ IIOONNEE

PERQUISITORE (sˇmonal’sˇik)La persona che effettua la perquisizione(v.) di regola è un sorvegliante. Durantela perquisizione sopra la divisa indossaun camice bianco; in testa porta un ber-retto con la stella rossa.

PERQUISIZIONE (sˇmon, sˇcˇupalka)1. I metodi non cambiano. L’autore haconstatato che la tecnica delle innume-revoli perquisizioni a cui è stato sottopo-sto dal 1937 al 1961 è identica a quelladescritta da decine di persone che hannoconosciuto le carceri e i campi sovieticiprima e dopo di lui (v. 5, 6 infra). Rispet-to all’epoca zarista l’elenco degli oggettisequestrati è molto più lungo e la perqui-sizione più accurata (v. 6.4 infra).2. Cosa si cerca nelle carceri e primadei trasferimenti. 2.1. Nelle carceri giu-diziarie ed esecutive vengono sequestra-ti tutti gli oggetti metallici: spille da ba-lia, aghi, forcine per capelli eccetera; sitagliano bottoni metallici, ganci sugliabiti e sulle scarpe, cerniere eccetera, inquanto si ritiene che il detenuto possatrasformare in un’arma pericolosa qual-siasi pezzetto di metallo, affilandolo pa-zientemente sul pavimento di cementodella cella. Si confisca il dentifricio pervia dei tubetti di stagno. Tuttavia daglianni Sessanta in alcune carceri è consen-tito usare il proprio rasoio di sicurezza,conservato dal sorvegliante e distribuitosolo al momento della rasatura. 2.2. So-no sequestrati anche pettini e spazzolinida denti in osso: l’amministrazione peni-tenziaria sa che perfino l’uomo delle ca-verne sapeva fabbricare armi letali conl’osso. 2.3. Sono vietate cinture, bretelle,cravatte, asciugamani lunghi, nelle car-ceri giudiziarie anche le stringhe per lescarpe, qualsiasi legaccio viene tagliato

(per esempio dai tradizionali mutandonidi tela). 2.4. Nelle carceri giudiziarie, e inalcune esecutive, sono vietate matite ecarta per scrivere, perfino il più minusco-lo frammento di grafite. 2.5. I detenutiin trasferimento sono perquisiti dallascorta che cerca in particolar modo col-telli o lame. Poiché è relativamente faci-le nasconderli negli oggetti duri, la scor-ta getta via tutte le scatole, gli astucci pergli occhiali, le valigie eccetera. 3. Cosa si cerca nei campi. 3.1. Nellebaracche dei lager si sequestrano coltelli,asce, qualsiasi attrezzo portato dal luogodi lavoro, tutto quello che si sospetta ru-bato e che può servire per un’evasione:somme significative di denaro, scorte digeneri alimentari, per esempio 1-2 kg digallette, abiti civili eccetera. Inoltre sonoconfiscati gli strumenti musicali, vietatiai detenuti alla fine degli anni Trenta.3.2. Perquisizioni accurate vengono ef-fettuate ogni volta che i detenuti varca-no il portone per recarsi al lavoro (v. adu-nata e invio a lavoro 3.2).4. Frequenza delle perquisizioni. I dete-nuti sono perquisiti in diverse occasioni.4.1.All’arrivo in carcere. 4.2.Alla parten-za dal carcere o dal lager (si ritirano bi-glietti, indirizzi eccetera). 4.3. Prima diun trasferimento. 4.4 All’uscita al lavoroe al ritorno. 4.5. Al momento della reclu-sione in cella di rigore o nello sˇizo (v.).4.6. Prima del primo maggio e del 7 no-vembre, anniversario del colpo di statobolscevico, quando si sequestra qualsiasioggetto rosso (camicia, pantaloni, eccete-ra) perché i «nemici del popolo» non pro-fanino la festa «nazionale» facendo sven-tolare fazzoletti rossi da dietro le sbarresocialiste (v. compagno 1). 4.7. Regolar-mente ogni quattro-sei settimane. 4.8.Nelle carceri, e talvolta anche nei campi,i tavolacci, le brande e gli effetti persona-

10. Nomi in gergo. Per le espressioni po-polari e gergali la traduzione non può cheessere approssimativa. 10.1. «Spedire allasezione agraria»: si chiama così il servizioincaricato, dopo il colpo di stato bolsce-vico, della distribuzione della terra aicontadini; molti si ribellano, compren-dendo l’inganno (v. fucilazioni di massa3.1, 5.1, legge 14). 10.2. «Un colpo allanuca» o «un buco nella nuca» (v. esecuto-re 3). 10.3. «Spedire a sinistra». 10.4.«Spedire (finire) da Duchonin»: il genera-le Duchonin, comandante supremo dellearmate nel 1918, fu silurato da Lenin peressersi rifiutato di prendere contatti conl’alto comando tedesco, dopo che il par-tito bolscevico aveva deciso di firmare lapace. Duchonin fu linciato dai suoi stessisoldati. 10.5. «Spedire sulla luna» (moltotempo prima del primo volo nello spa-zio). 10.6. «Beccarsi nove grammi» e«prenderne per sette copechi»: il peso e ilprezzo di una pallottola da revolver Na-gan (anni Venti-Trenta). 10.7. «Spedirenel muschio»: nel Grande Nord, sul per-mafrost, i detenuti incaricati di seppellirei cadaveri dei compagni si limitavano a ri-coprirli sommariamente con il muschio.10.8. «Mettere al muro»: nei primi annidel regime bolscevico, le persone eranofucilate mettendole con la faccia al muro.A partire dall’inizio degli anni Trenta, so-no giustiziate in sotterranei delle carceriappositamente predisposti. 10.9. «Con-dannare per la prima categoria»: gergodella polizia. Vedi anche articolo, carcereper l’esecuzione delle condanne a morte, con-dannato a morte, esecutore, fucilazioni dimassa 1-23, giorno di carne, appendice 8.

PENA PRINCIPALE(osnovnaja mera nakazanija)Termine introdotto dall’UK-60. L’artico-lo 22 prevede le seguenti pene principa-

li: privazione della libertà, lavori corre-zionali senza privazione della libertà, in-vio in un battaglione disciplinare. Comepene principali o accessorie si possonoapplicare: l’espulsione, il confino, la pri-vazione del diritto di svolgere determina-te mansioni e attività, l’ammenda ecce-tera (v. misura accessoria di difesa sociale).

PENSARE (dumat’)Quando si rimprovera loro di lavoraresenza riflettere, i detenuti spesso rispon-dono : «Pensa il verro mentre monta lascrofa»; «Il tacchino pensava troppo, e glihanno tagliato la testa»; «Pensino i caval-li, loro hanno la testa grossa!»; «Pensino icapi, loro leggono i giornali!».

PERCENTUALE (procentovka)Giustificativo compilato dal caposqua-dra, da cui risulta la percentuale di realiz-zazione della norma di ciascun membrodella squadra. Serve a stabilire le catego-rie alimentari (v. foglio di marmitta).

PERCHÉ? (Za cˇto?)1. Fra gli arrestati per la prima volta, sonomolti a porsi questa domanda. Fino al pri-mo interrogatorio (v. carcere, inquirente 3).2. «Sa perché è stato arrestato?»: una vec-chia tradizione cekista vuole che il primointerrogatorio abbia inizio con questeparole. La risposta può aiutare a formu-lare l’imputazione (v. carcere, detenuto inattesa di giudizio 1, stare dentro).

PERFIDA CASETTA (chitryj domik)L’ufficio del plenipotenziario operativo(v.). Di regola, si trova all’esterno dellazona del campo: in tal modo per i dete-nuti è più difficile notare chi la frequen-ta e mettere le mani sulle carte segreteche vi sono custodite.

PPEENNAA PPRRIINNCCIIPPAALLEE

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sono sorveglianti donne è affidata a qual-che impiegata. Dove non c’è personalefemminile, a perquisire è un uomo. Di so-lito egli viola il regolamento e permettealla perquisita di tenere mutande e reggi-seno. L’ispezione della bocca, delle nari-ci, delle orecchie e dei capelli segue lestesse modalità usate per gli uomini. Se èuna donna a perquisire, è tenuta a indos-sare un guanto di gomma per ispeziona-re la vagina. 6.3. Di solito una perquisi-zione personale dura da 5 a 30 minuti,mentre una perquisizione del locale finoa due o tre ore, a seconda delle sue di-mensioni e del numero dei detenuti. Avolte la perquisizione avviene di notte (v.bagno secco, locale per le perquisizioni).7. Punizioni. Le punizioni per gli oggettivietati rinvenuti dipendono dal tipo dipenitenziario e dalla direzione. Per esem-pio in un carcere giudiziario o esecutivoogni ago scoperto viene sequestrato e ilcolpevole rinchiuso in cella di rigore percinque-sette giorni. In un carcere di trans-ito, invece, di solito ci si limita a ritirarel’ago, mentre nei campi, di regola, non losi sequestra neppure. Per un piccolo pez-zo di latta che il sorvegliante definisce“coltello” nel verbale della perquisizione(anche se non misura più di 1x2 cm) ilperquisito finisce immancabilmente incella di rigore per una decina di giorni. Sea un carcerato viene trovato del pane ta-gliato a fette e firma un verbale in cui si di-ce «tagliato con il coltello», finirà in celladi rigore, anche se non gli è stato trovatoalcun coltello e il pane è stato tagliato conun filo o con il manico del cucchiaio.

PERSONALE TECNICO-AMMINI STRA TIVO(administrativno-technicˇeskij personal)Vedi Atp.

PERTAMINSK (Pertaminsk)Località nel nord-ovest della Russia, vici-no a Cholmogory, dove si trova uno deiprimi campi del Gpu (v. Solovki 1.1).

PESCE (ryba)Uno dei principali elementi della dietadei detenuti.1.1. Nelle carceri, la norma è di circa 80g al giorno e nei campi di circa 130 g.Una parte scompare nella zuppa, dovenon si ritrovano che le lische, l’altra vie-ne data a porzioni. 1.2. Di regola, si trat-ta di pesce di qualità mediocre.2.1. «Occhi neri»: zuppa di pesce nellaquale si vedono galleggiare solo gli occhie qualche lisca. Allusione a una famosacanzone zigana. 2.2. «Meglio un pescepiccolo che uno scarafaggio grosso».

PESO MASSIMO (tjazˇeloves)Condannato a una pena pesante (v. cˇer-vonec, pena capitale).

PFL (Pfl)Vedi campi di verifica e filtraggio.

PIANTONE (dneval’nyj)Detenuto incaricato di tenere in ordineuna baracca, un ufficio eccetera. Oltre aoccuparsi della pulizia, il piantone vigilaaffinché gli abitanti della baracca dis-pongano sempre di acqua bollita. Il suoè considerato «lavoro fisico leggero»:l’amministrazione è tenuta ad affidarlo adegli invalidi, ma molto spesso sono idelinquenti comuni che si accaparranoquesti posti (v. mop, picchiare 2, Tft).

PIASTRINA, TARGHETTA (birka, jarlyk)1.1. Piastrina applicata, in conformità al-le direttive, all’alluce sinistro di un dete-nuto morto, prima della sepoltura. 1.2. Il

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li dei detenuti sono perquisiti mentre idetenuti sono a fare il bagno (una voltaogni dieci giorni). 4.9. In qualsiasi mo-mento, per una delazione o un sospetto.4.10.Ogni inventario è occasione per ef-fettuare una perquisizione dei locali e de-gli effetti personali dei detenuti. 5. Come si esegue l’ispezione degli ef-fetti personali del detenuto. 5.1. Neicasi 4.1-3, 5 (v. supra) i detenuti sonoperquisiti assieme alla loro roba. Nei ca-si 4.7-9 possono venire condotti in unapposito locale (v. locale per le perquisizio-ni). Allora ricevono l’ordine: «Tutti conla roba!» (v. roba 4). Per la perquisizionedel primo tipo, nella cella o nella barac-ca fa irruzione all’improvviso un gruppodi sorveglianti, che caccia tutti i detenu-ti in un angolo. Mentre alcuni li tengo-no d’occhio, gli altri perquisiscono laparte sgombra del locale e i detenuti. 5.2.Si esaminano tutte le fessure delle pareti,del pavimento, dei tavoli, i letti eccetera.Dove c’è un bugliolo, ordinano di solle-varlo (non ci sarà nascosto qualcosa sot-to?), e poi lo fanno portare alla latrina evuotare, per controllare che non vi siastato gettato niente. 5.3. Gli effetti per-sonali dei detenuti sono esaminati unoper uno: vengono rovesciate le tasche ; siinfila il dito o la mano in tutti i punti rat-toppati ; ogni cucitura è attentamente ta-stata; si piegano le scarpe (non ci saràuna lama nascosta nella suola?), i tacchisono scrupolosamente studiati (non cisarà un nascondiglio?) e, in caso di dub-bio, frugati con il coltello, lo stesso concui poi si taglieranno il pane e gli altri ge-neri alimentari del detenuto, e anche ilsapone. Il sorvegliante fruga la polveredentifricia con il manico dello spazzoli-no da denti e verifica che questo non siastato affilato, e così il manico del cuc-chiaio di alluminio; controlla che non

sia stato staccato il manico dal boccaled’alluminio in dotazione. Nelle carceri sirompono tutti gli oggetti fatti dai dete-nuti con la mollica di pane o con scato-le di sigarette e di fiammiferi (astucci pergli occhiali e simili) per accertarsi chenon vi sia nascosto un ago o una lama. 6. Come si perquisisce il detenuto, uo-mo e donna. 6.1. La perquisizione per-sonale comincia con l’ordine: «Si spo-gli!». Senza toccare il perquisito il sorve-gliante gli ordina di tastarsi da solo bar-ba e capelli (nelle carceri giudiziarie nonè obbligatorio radersi il cranio), poi ordi-na di aprire la bocca e vi guarda dentro;di muovere la lingua (chissà mai che nonci sia nascosto qualcosa sotto); di solleva-re le braccia. Guarda se non c’è nientesotto le ascelle; osserva le mani, e le ditadevono essere aperte. L’ordine successi-vo è: «Sollevi il membro!»; quindi: «Aprail membro!». Al novellino che non capi-sce, il sorvegliante spiega pazientemen-te, muovendo in avanti due dita divari-cate: «Ce l’ha chiuso. Lo apra!» e spostaindietro le dita. Poi: «Si metta accovac-ciato!» (non ci sarà qualcosa stretto fra lenatiche?). Poi: «Si giri!». Dopo l’ispezio-ne della schiena un nuovo ordine: «Sichini in avanti. Posi le mani sulle nati-che. Le scosti!». Quando il sorvegliantefa coscienziosamente il suo dovere di ser-vizio, i raggi della stella rossa sul suo ber-retto illuminano la profondità del didie-tro del detenuto. Nota: nel Gulag l’auto-re non ha mai sentito parlare degli astuc-ci metallici che a quanto pare userebbe-ro i detenuti in Occidente. Infine si esa-minano i piedi, mentre il detenuto devemuovere le dita. 6.2. Secondo il regola-mento, sorvegliante e perquisito devonoessere dello stesso sesso e la norma è ri-spettata dove è possibile. La perquisizio-ne delle donne negli istituti dove non ci

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PPIIAASSTTRRIINNAAPPEERRQQUUIISSIIZZIIOONNEE

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sentire questa frase: «Non pensare trop-po, altrimenti ti verranno i pidocchi!».

PIGRIZIA (len’)1. «Stare al fresco per la pigrizia»: pernon aver voluto presentare una delazio-ne. Si racconta questo aneddoto: nel1937 tre veterani della guerra civile stan-no bevendo insieme; A dice: «È difficilecredere che tutti quelli che mettono den-tro siano dei traditori». Gli altri tacciono.Alle tre di notte ritornano nelle rispetti-ve case. Alle quattro l’Nkvd arresta B«Perché?» domanda. «Perché non hai de-nunciato A per propaganda antisovieti-ca». «Ma io sarei venuto da voi alle 10 delmattino, mi ha preso la pigrizia, nonavevo voglia di venire in piena notte». «Eallora beccati dieci anni per la pigrizia!»(C invece era corso subito all’Nkvd!).2. «E quando devi parlare non ti prende lapigrizia?»: risposta a chi, senza scendere daltavolaccio, chiede a un altro di passargliqualcosa. L’espressione è annotata nelQuaderno siberianodi Dostoevskij al n.189.

PIÙ (pljus)1. Supplemento alla razione quotidianain funzione della produttività del dete-nuto. Ogni «più» consiste in 100 g di pa-ne nero, un supplemento di zuppa, kasˇao zucchero, come pure in piatti-premio:del sugo, una focaccia, un pezzetto di pe-sce eccetera. Generalmente, i «più» sonoquattro (v. appendice 1 b-f).2. Anni di confino dopo la scadenza dellapena detentiva. «A Zorik hanno appioppa-to un sette più cinque»: è stato condanna-to a 7 anni di reclusione seguiti da 5 annidi confino (v. confino 4.3-4, corna 2).

PKT (Pkt)Vedi locale per la segregazione cellulare.

PLENIPOTENZIARIO (upolnomo-cˇennyj)1. Fin dal principio, la Vck ricopre il ter-ritorio nazionale e tutti i settori di attivi-tà del paese con una rete di plenipoten-ziari. Progressivamente questi costitui-scono un apparato sempre più potente(v. Ceka di distretto, Commissione straordi-naria di Mosca, Commissione straordinariadi Pietrogrado, Gubcˇeka, sezione speciale).2. Il plenipotenziario dell’Ogpu presso ilConsiglio dei commissari del popolo diuna repubblica federata è un alto funzio-nario dell’Ogpu che dirige il Gpu locale(Decreto del Cik del 15 dicembre 1923sull’Ogpu, SZ 12:105, art. 9). Nota: nonesiste plenipotenziario per la Rsfsr.3. La carica di plenipotenziario del-l’Nkvd dell’Urss per la Rsfsr viene istitui-ta in occasione della creazione dell’Nkvddell’Urss il 10 luglio 1934 (SZ-36:283,art. 4). Nota: nelle altre repubbliche fede-rate i Commissariati del popolo degli Af-fari interni non sono subordinati al Con-siglio dei commissari del popolo di que-ste repubbliche, bensì all’Nkvd dell’Urssa Mosca.

PLENIPOTENZIARIO OPERATIVO, OPER (operativnyj upolnomocˇennyj,operupolnomocˇennyj, oper) Agente locale della polizia politica (Sicu-rezza dello Stato o Affari interni).1. Vecchi metodi cˇekisti. Il sistema disorveglianza poliziesca dell’intera nazio-ne attraverso una rete di plenipotenziari èistituito dalla Vck alcune settimane dopoil colpo di stato dell’ottobre 1917. L’istitu-to degli oper continua questo sistema.2. Una capillare rete di sorveglianza.La rete degli oper ricopre tutta l’Urss finoalla più piccola unità amministrativa,

PPLLEENNIIPPOOTTEENNZZIIAARRIIOO OOPPEERRAATTIIVVOO

numero di fascicolo del defunto è scrittoa matita, per resistere meglio all’umidità.Lo stesso numero è inoltre indicato sullatarghetta che funge da lapide, piantata«sul luogo dell’inumazione». I cadaverivengono seppelliti in un terreno incolto,fuori del recinto del campo. Secondo unalegge del 1930 (SZ 1922:248, art. 41), nel-l’atto di morte si specifica la causa del de-cesso (v. Rfi). Se il morto aveva dei dentid’oro, questi gli vengono estratti e sonomandati all’amministrazione centrale in-sieme all’atto di morte. 1.3. Le direttivedispongono anche che prima di lasciaruscire un cadavere dal recinto del campo,il guardiano di turno gli fracassi il craniocon un martello di legno o gli trapassi lacassa toracica con una barra di ferro in-candescente, per scongiurare ogni simu-lazione e tentativo d’evasione (v. verbaliz-zare 1). 1.4. Il cadavere è inumato nudo ocon biancheria personale di qualità sca-dente. Dagli anni Trenta alla metà deglianni Quaranta, la sepoltura viene fattasenza bara. Dall’inizio degli anni Settan-ta, il defunto è rivestito con la divisa peni-tenziaria e posto in una cassa di legnogrezzo. A volte, la cassa è sostituita con unsacco di tela. 1.5. L’inumazione ha luogoin presenza del ripartitore e di un sottuffi-ciale. In casi assolutamente eccezionali, ildirettore del campo può autorizzare qual-che compagno del morto ad accompa-gnarlo fino al luogo di sepoltura. La fami-glia riceve l’avviso del decesso per posta.2. Nel gergo della malavita la targhettadesigna anche il passaporto e i documen-ti d’identità (v. ksiva 2).

PIATTO COMMERCIALE (kommercˇe skoe bljudo)Piatto caldo che i detenuti, dopo l’istitu-zione in alcuni campi del-l’«autofinanziamento», sono autorizzati

ad acquistare allo spaccio del campo percompletare la loro razione, ma solo acondizione di aver realizzato la norma diproduzione. Dopo le rivolte nei campidel 1953-55, questa limitazione è abolita(v. scioperi 3). Alla fine degli anni Cin-quanta, il piatto commerciale scompare.

PICCHIARE (bit’)1. Proverbi popolari e modi di dire. «Se sipicchia a lungo una lepre, le si può inse-gnare ad accendere i fiammiferi»; «Se sipicchia a lungo un contadino russo, lo sipuò indurre a inventare l’orologio» (at-tribuito a Pietro il Grande); da qui l’ideadella sˇarasˇka (v.)2. «Picchia il piantone, e la razione si tro-verà»: proverbio della malavita (v. razio-ne di pane 7.7).3. «Picchia i tuoi, perché gli altri ti tema-no» (v. ezˇovsˇcˇina).4. «Ti picchiano e non ti lasciano piange-re»: lamentarsi spesso non serve che a far-si punire (v. potere sovietico1, reclami3, 6).5. «Non picchiare chi è caduto: è troppofacile». Nel gergo della malavita “nonpicchiare chi è caduto” designa un lavo-ro molto leggero (v. battuto, lavoretto daraccomandati).

PIDOCCHI, PEDICULOSI (vsˇi, vsˇivo-st’)Fino all’inizio degli anni Trenta nellecarceri e nei campi la pediculosi era piut-tosto rara. Ma dalla fine degli anni Cin-quanta l’amministrazione centrale di-venne meno meticolosa: i controlli sani-tari diminuirono e i pidocchi ricompar-vero. Nei viaggi di trasferimento sonosempre stati un flagello incontrollabile.Nota: secondo una credenza popolare «ipidocchi si annidano su quelli che pen-sano troppo». È capitato all’autore di

PPIIAATTTTOO CCOOMMMMEERRCCIIAALLEE

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PPOOLLIIZZIIOOTTTTOO

PLICO SPECIALE (specpaket)Dossier speciale, rilegato e con cinque si-gilli, recapitato per corriere. Un plico spe-ciale inviato dal centro al capo del servi-zio operativo può, per esempio, contene-re l’ordine di fucilare determinate cate-gorie di detenuti (v. fucilazioni di massa 7,11, 14, 15.2, 18). Durante la Secondaguerra mondiale ci furono casi in cui, te-mendo di effettuare un arresto nella fa-scia del fronte, il capo della sezione spe-ciale inviava il militare «interessato» nel-le retrovie con un plico speciale conte-nente il suo ordine di arresto. Talvolta ilmilitare rischiava la vita per recapitarlo.

PLOTONE DELLA GUARDIA, PLOTONE DELLA VOCHR(vzvod ochrany, vzvod Vochr)Esiste presso ogni sezione di lager. Il ca-po del plotone della Vochr è subordina-to al capo della divisione e non al diret-tore della sezione di lager. La caserma delplotone della Vochr è situata all’esternodella zona, nelle vicinanze del campo (v.Vochr, guardia militarizzata).

PODKULACNIK (podkulacˇnik)Termine inventato dalla propaganda so-vietica per designare i contadini poveriche, durante la collettivizzazione forzata,rifiutano di prendere parte al saccheggiodelle fattorie dei kulaki o che, per altre ra-gioni, sono malvisti dalle autorità. Sono in-viati nei campi o deportati, proprio comei kulaki (v. arresti di massa 13.1, dekulakiz-zazione, deportazioni di massa 3, kulak).

POLACCO BIANCO, B/P(belopoljak, b/p)Con questo termine, comparso nel 1920durante la guerra tra i bolscevichi e lanuova Repubblica polacca, si indicavano

i polacchi invisi alle autorità sovietiche;il termine riappare nel 1939, al momen-to dell’annessione da parte dell’Urss del-la zona orientale della Polonia (v. finlan-dese bianco, nazionalismo borghese).

POLIAVITAMINOSI (poliavitaminoz)Una delle formule usate dall’amministra-zione del Gulag per designare l’esauri-mento fisico dovuto alla sottoalimenta-zione (v. distrofia, Rfi).

POLIZIA, MILIZIA (milicija)Con il termine “milizia” i sovietici defi-niscono la loro polizia.1. Una risoluzione del Commissariato delpopolo agli Affari interni, pubblicata cinquegiorni dopo la presa del potere dei bolscevi-chi, propone a tutti i soviet dei deputati dicreare «una milizia operaia totalmente edesclusivamente gestita dai soviet» (SU1917, 1:15). Nel 1918, una risoluzione del-l’Nkvd e del Commissariato del popolo al-la Giustizia della Rsfsr decreta che la poliziasia sottoposta all’Nkvd («Izvestija», 13, 15,17 ottobre 1918). Nel 1932 la polizia passasotto la tutela dell’Ogpu (SZ 34:518) e nel1934 sotto quella dell’Nkvd dell’Urss (SZ36:283). Dal 1946 è sotto l’autorità del-l’Mgb dell’Urss e, a partire dal mese di mar-zo del 1953, sotto quella dell’Mvd dell’Urss.2. Si fa distinzione tra: polizia criminale;polizia industriale, incaricata della prote-zione dei siti industriali; polizia specializ-zata, addetta al controllo delle vie naviga-bili, delle ferrovie eccetera; polizia ammi-nistrativa, destinata all’emissione deipassaporti interni, alla registrazione del-la residenza, alla circolazione stradale, al-l’ispezione sanitaria; riserve della polizia.3. Fino al 1946, la denominazione ufficia-le della polizia è «milizia operaia e conta-dina». Successivamente diventa «milizia

PPLLIICCOO

come pure le forze armate, i trasporti, lefabbriche, il Gulag, gli istituti di ricerca etutti gli organismi sovietici all’estero. 3. Sdoppiamento della rete. Dopo la ri-unificazione della Sicurezza dello Stato edel Commissariato degli Affari interninel 1934, un solo plenipotenziario ope-rativo rappresenta entrambi i dicasteri.Ma fra il 1941 e il 1953, il servizio dellaSicurezza dello Stato viene più volte stac-cato dal Commissariato-ministero degliAffari interni e così, in ogni istituzione oente, si hanno ora due, ora un unico oper.4. Poteri dell’oper. L’oper non è subordi-nato all’autorità locale o al capo dell’isti-tuzione in cui agisce. Nel sistema del Gu-lag, per esempio, la sezione operativa diun campo non rende conto al direttoredel campo, ma solo alla direzione opera-tiva cekista del Gulag.5. Campo d’azione. 5.1. L’oper è abilita-to a istituire un procedimento penale e acondurre un’istruttoria preliminare. Èlui che procede alle perquisizioni e agliarresti. Fino al 1953, decide se il caso cheistruisce deve essere inviato al tribunaleo all’Oso, che di regola si limita a confer-mare la condanna proposta dall’oper.5.2. L’oper può suggerire al direttore del-l’ente al quale è assegnato di prenderel’una o l’altra decisione «nell’interessedella sicurezza dello Stato», senza esseretenuto a dare spiegazioni. Per esempiopuò provocare il licenziamento di un la-voratore utile all’impresa che si è rifiuta-to di collaborare con lui, o ottenere il re-clutamento di un lavoratore incompe-tente, se ha accettato di passargli delleinformazioni. 5.3. Il compito dell’operconsiste nel vedere e sentire tutto nel suosettore, nel far fallire le iniziative sponta-nee (solo quelle suggerite dall’alto sonobuone), nel seguire scrupolosamente tut-ti i suoi «assistiti», compresi i membri del

partito e la direzione stessa, e nel tenerpronti dei fascicoli su ognuno di loro, alfine di potere in qualsiasi momento farlicondannare in base a un articolo adatto(v. articolo). 5.4. A questo scopo, l’operannota pazientemente nel dossier deisuoi «soggetti» tutte le informazioni pos-sibili. A volte è a conoscenza di dettaglitali da dare a quelli che interroga l’im-pressione di essere onnisciente (v. comu-nicazione fra le celle). 5.5. Può rinunciarea perseguire un individuo colpevole diun delitto se ritiene di poterlo utilizzareper fabbricare un caso più «interessante»(v. inquirente 2, legalità socialista 1, 2).6. La mancanza di princìpi dei cittadi-ni è l’ideale dell’oper. 6.1. Lo strumen-to principale dell’oper è l’ampia rete diinformatori di cui dispone. Dal punto divista dello Stato sovietico, il cittadinoideale è un individuo cinico, venale esenza scrupoli (v. capire, delatore). 6.2.Nei luoghi di reclusione, l’oper dedicamolte energie a disperdere sistematica-mente i gruppi solidali che si creano frai detenuti (v. ricomposizione della cella).

PLICO, FASCICOLO DI VIAGGIO(paket, etapnoe delo)Dossier che accompagna il detenuto du-rante il trasferimento; contiene il suo fa-scicolo personale (v. caso 2). Sulla busta,chiusa con 5 sigilli di ceralacca, è incol-lata la fotografia del detenuto e sono ri-portati i suoi dati (v. preghiera 2). Nel luo-go di partenza i detenuti vengono conse-gnati insieme ai plichi al capo della scor-ta, che verifica l’identità dei detenuti efirma una ricevuta: durante il trasferi-mento, sarà lui a custodire i fascicoli diviaggio. Una volta giunti a destinazione,consegna a chi di dovere detenuti e pli-chi, e la procedura si ripete.

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infatti, avrebbe perduto per sempre il suoonore di «vero ladro» (v. zona proibita 2).

POSTO DI GUARDIA SEGRETO(sekret, sekretka, sekretnyj post)La zona circostante il campo è dissemi-nata di posti di guardia mimetizzati do-ve montano la guardia, giorno e notte,militari incaricati di catturare gli evasi.Nelle regioni desertiche i posti di guardiasegreti si possono trovare a decine di chi-lometri dal campo.

POTERE SOVIETICO (Sovetskaja vlast’)1. «Allora non le piace il potere sovieti-co?»: frase usata spesso dai cekisti per in-timidire i detenuti.2. «Questo non è il potere sovietico!» op-pure «questo non è il potere dei soviet, èquello delle Solovki!»: formule che risal-gono agli anni Venti, quando qualcunocredeva ancora che il potere sovieticofosse il difensore del popolo.

POT’MA (Pot’ma)Complesso di campi nella Repubblica au-tonoma dei Mordvini. Dalla fine deglianni Quaranta, diventano campi per i de-tenuti stranieri (v. Dubrovlag).

PP OGPU, RAPPRESENTANZA PLENIPOTENZIARIA DELL’OGPU(Pp Ogpu, Polnomocˇnoe predstavitel’stvo Ogpu)Dispone dei pieni poteri dell’Ogpu a li-vello di governatorato, distretto o pressoun’amministrazione (v. Ogpu 1, plenipo-tenziario operativo).

PRECEDENTI PENALI (sudimost’)1. Avere precedenti penali comporta tut-ta una serie di limitazioni rispetto allascelta del luogo di residenza e di lavoro(v. meno, passaporto 5, strascico).

PPRREEMMIIOO DDII PPRROODDUUZZIIOONNEE

2.1. L’estinzione dei precedenti penali av-viene per amnistia o per decisione del tri-bunale qualche tempo dopo la liberazio-ne, se l’ex detenuto in quel periodo nonha commesso altri reati. 2.2. Tuttavia neiformulari che deve compilare chi vieneassunto in alcune imprese sovietiche, ol-tre a quella sui precedenti penali, figuraanche la domanda: «È mai stato giudicatocon successiva estinzione dei precedentipenali? Da chi? Quando? Da chi è statocondannato e in base a quale articolo?».

PREGHIERA (molitva)1. Parole di avvertimento che l’uomo discorta rivolge ai detenuti che prende inconsegna: «Attenzione, detenuti! Men-tre camminate, serrate i ranghi, non par-late, non raccogliete nulla da terra! Unpasso a sinistra o un passo a destra saran-no considerati fuga! La scorta spara sen-za preavviso! Capito?» (v. secondo sparo).2. Formula d’identificazione del detenu-to: nome, cognome, patronimico, annodi nascita, articolo del codice penale, du-rata della pena, data di scadenza della pe-na. A qualunque ufficiale gli chieda ilnome, il detenuto è tenuto a recitare (disolito con voce monotona) tutta la for-mula, che compare obbligatoriamenteanche su ogni istanza scritta indirizzatasia all’amministrazione locale sia ai mas-simi organi del potere. La stessa formulaaccompagna inoltre il nome del detenu-to sulle liste per la distribuzione degli in-dumenti, dello zucchero eccetera.

PREMEDITATAMENTE,DOLOSAMENTE (umysˇlenno, zlostno)Termine impiegato dall’inquirente nelredigere il verbale dell’interrogatorio alloscopo di assicurare la pena più pesante:alcuni articoli dei codici penali stabilisco-

PPOOLLPPEETTTTAA

sovietica» (v. cella per la carcerazione pre-ventiva, Gum).

POLIZIOTTO, MILIZIANO (milicioner)Le autorità sovietiche usano il termine“miliziano” per evitare la parola “poliziot-to”, che ha una connotazione negativa.

POLPETTA (kotletka)«Fare una polpetta»: picchiare crudel-mente, soprattutto durante un interro-gatorio (v. carne, misure speciali).

POPOLAZIONE PENITENZIARIA(cˇislennost’ penitenciarnogo naselenija)1. Al tempo degli zar. In epoca zarista iprocessi erano aperti e le statistiche peni-tenziarie venivano pubblicate.2. In epoca sovietica. 2.1. Dopo la presadel potere anche i bolscevichi pubblica-rono tali dati, credendo ancora che sottoil loro potere le condizioni che generava-no la criminalità, e quindi la criminalità,sarebbero inevitabilmente sparite. Fino aiprimi anni Venti le «Izvestija» pubblica-vano regolarmente i dati sulla popolazio-ne penitenziaria. Ma ben presto si videche le cifre continuavano ad aumentare,e all’inizio degli anni Trenta si preferì te-nerle segrete. Da allora costituirono se-greto di stato. 2.2. Il Glavlit, Direzione ge-nerale della censura, pubblicò a questoproposito un lungo elenco segreto dei te-mi penitenziari che non dovevano com-parire sulla stampa senza il consenso del-l’Nkvd dell’Urss (V. Calidze, UgolovnajaRossija, New York, 1977, p. 307).3. Dati comparativi. Nella Russia zaristac’erano, nel 1912, 133.000 detenuti. InUrss ce n’erano: nel 1924 86.000; nel 1927circa 200.000; nel 1937 circa 16 milioni;negli anni Quaranta e Cinquanta dai 17 ai22 milioni; negli anni Settanta circa 3 mi-

lioni; negli anni Ottanta circa 4 milioni. Ilprimo maggio 1990 c’erano 700.000 con-dannati negli istituti di lavoro correziona-le («Argumenty i fakty», 23-24 giugno1990). Nota: alcuni prigionieri, come icontabili o gli addetti alla pianificazione,conoscevano il numero dei detenuti neicampi. Addizionando le cifre, si può otte-nere approssimativamente l’entità dellapopolazione concentrazionaria in Urss.Ma oltre ai detenuti, nei luoghi di reclu-sione c’erano le persone in attesa di giudi-zio e i condannati in viaggio di trasferi-mento. È difficile calcolarne il numero.

PORTABUGLIOLO (parasˇenosec)Detenuto incaricato di portar fuori il bu-gliolo; per analogia con «portabandie-ra». Generalmente marcia in testa e glialtri lo seguono in fila per due (v. buglio-lo 1.1, latrine 2).

POSTO DI GUARDIA (vachta)1. Garitta del controllore incaricato disorvegliare il portone che chiude il recin-to del campo. A volte costituisce un’en-trata, un punto di passaggio. Dalla garit-ta si deve poter controllare l’ingresso delcampo. Uno o due controllori armati vimontano la guardia ventiquattr’ore suventiquattro. Quando varcano il recintodel campo le guardie che hanno un’armasono tenute a consegnarla al controllore,poiché nessuno deve portare armi all’in-terno di un istituto penitenziario. Il postodi guardia è collegato da una linea diret-ta al capo delle guardie (v. guardiano 1, 2).2. Un detenuto braccato dai suoi compa-gni può trovare rifugio al posto di guar-dia. Ma la legge della malavita lo vieta e sisono visti casi in cui un blatnoj inseguitoda cagne si è lasciato sgozzare piuttosto dicercarvi riparo: pur avendo salva la vita,

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bertà per un periodo massimo di un an-no» (art. 186; v. trattamento obbligatorio).

PRIBLATNËNNYJ (priblatnënnyj)Persona vicina all’ambiente dei malavi-tosi ma non riconosciuta da loro cometale (v. colore, detenuto politico 4.1).

PRIDUROK (pridurok)Vedi imboscato.

PRIGIONIERO DI GUERRA, V/P(voennoplennyj, v/p)Termine usato durante la Seconda guerramondiale per designare i prigionieri diguerra stranieri. Alcuni di questi sono ac-cusati di crimini di guerra dalle autorità so-vietiche e condannati a pene che vanno da10 a 25 anni. Nel 1956, dopo la fine dellaguerra, la loro restituzione è al centro del-le negoziazioni politiche (v. amnistie 6.3,7.3). Per i prigionieri di guerra sovietici, ve-di campi di verifica e filtraggio, soldatini.

PRIMA CATEGORIA (pervaja kategorija)1. «Condannare per la prima categoria»:in gergo poliziesco, condannare a morte(v. pena capitale 10.9).2. «Razione di pane di prima categoria»o «razione di pane del commissario delpopolo» (v. razione di pane 4).

PRIMI DIECI ANNI (pervych desjat’ let)«I primi dieci anni sono difficili, poi tiabitui»: si dice della detenzione. Oppure,alla fine degli anni Sessanta: «I primi cin-que anni sono duri, e poi è sempre peg-gio» (v. suicidio 1).

PRIVATO DEI DIRITTI (lisˇenec)Persona ascritta, in virtù della «Dichiara-zione dei diritti dei lavoratori e del popo-

lo sfruttato della Rsfsr» approvata il 10 lu-glio 1918, alla categoria dei cittadini «pri-vati dei diritti che possono essere usati adanno della rivoluzione socialista» (art.23). Secondo l’articolo 65 della Dichiara-zione appartengono a questa categoria gli«elementi socialmente estranei»: gli sfrut-tatori, il clero, i malati di mente, i condan-nati per delitti infamanti. La propagandabolscevica crea attorno a loro un’atmosfe-ra tale, che queste persone non sono piùconsiderate esseri umani. I lisˇency vengo-no perseguitati anche nei campi: come icontrorivoluzionari, «non possono svol-gere mansioni amministrative ed econo-miche» (Risoluzione dell’Snk sui campi dilavoro correzionale, SZ 1930 22:248, art.16). La Costituzione del 1936 non li men-ziona e il termine “lisˇenec” a poco a pocoscompare (v. decadenza dai diritti politici,Guitl, privazione dei diritti politici).

PRIVAZIONE DEI DIRITTI CIVILI,PRIVAZIONE DEI DIRITTI(lisˇenie grazˇdanskich prav, lisˇenie prav)Espressione utilizzata in luogo di «deca-denza dai diritti politici e da singoli dirit-ti civili» o di «privazione del diritto disvolgere determinate mansioni e attivi-tà». A partire dalla fine degli anni Cin-quanta, si usa quasi esclusivamente «pri-vazione dei diritti».

PRIVAZIONE DEI DIRITTI POLITICI(lisˇenie politicˇeskich prav)Introdotta fra le altre sanzione dai «Prin-cìpi fondamentali di diritto penale» del 12dicembre 1919 (SU 66:590; v. decadenza daidiritti politici, privazione dei diritti civili).

PPRRIIVVAAZZIIOONNEE DDEELLLLAA LLIIBBEERRTTÀÀPPRREEPPAARRAARRSSII

no una pena più severa se il delitto è sta-to commesso con premeditazione (v. au-tolesionista 2, legge 1, 2, 9, 13, rifiuto 1.4).

PREMIO DI PRODUZIONE(premvoznagrazˇdenie)Premio versato al detenuto per il supera-mento della norma di produzione. 1. Introduzione. Conformemente alprincipio in vigore dal 1919, il sostenta-mento del campo e dell’amministrazio-ne deve essere garantito dal lavoro deidetenuti (SU 20:235, art. 35). Il campo siattribuisce quindi il 100% del loro gua-dagno e li ricompensa solo per la produ-zione che eccede questa percentuale.2. Riduzioni sistematiche. All’inizio ilsalario dei detenuti è uguale a quello deilavoratori liberi (SU 1919, 20:235, art.34). In seguito è fissato dall’Nkvd, di co-mune accordo con il Commissariato delpopolo al Lavoro (ITK-24, art. 70). Un’i-struzione segreta dell’amministrazionepenitenziaria del 25 novembre 1926 ri-duce il compenso per i detenuti al 75%del salario dei lavoratori liberi.3. La riduzione continua. 3.1. Parallela-mente, vengono applicate le tariffe più bas-se e trattenute ammende di ogni genere.Agli invalidi dispensati dal lavoro per ra-gioni di salute non spettano premi di pro-duzione. 3.2.Negli anni Quaranta un dete-nuto in media riceve 23 rubli al mese,quando un chilo di pane nero o 50 g di ta-bacco costano 200 rubli (al mercato nero,perché nello spaccio del campo tali prodot-ti sono assenti o strettamente razionati).4. Dopo gli anni Cinquanta. In seguitoagli scioperi nei campi del 1953-55, sottola pressione della Federazione mondialedei sindacati liberi e dell’opinione inter-nazionale, per la quale qualunque lavoronon salariato significa schiavitù, il gover-no sovietico dichiara che ai detenuti non

è corrisposto un premio di produzionema un salario. Non meno del 10% del sa-lario viene girato sul conto personale deidetenuti «che non hanno infranto il re-golamento e che hanno realizzato le nor-me di produzione», mentre il resto servea rimborsare le spese di alimentazione,vestiario eccetera (ITK-70, art. 39).

PREPARARSI (prigotovit’sja)«Prepararsi!»: così il sorvegliante avverteil detenuto che sta per essere condottofuori dalla sua cella, senza fornire altrespiegazioni. Solo in tre casi lo si informadel luogo di destinazione: se lo conduco-no alle latrine, all’ora d’aria o al bagno.Talvolta anche allo spaccio (v. lettera del-l’alfabeto 1.1, 2.1, roba 1, 2, stagione 1).

PRESSIONE (vozdejstvie)Tortura. «Esercitare pressione» significatorturare (v. inquirente 2, misure speciali).

PRESTO! PRESTO! (Bystro! Bystro!)1. Formula comunemente impiegata perspronare i detenuti, così come «Avanti!Avanti!» (Davaj-davaj!).2. «La gatta frettolosa fa i gattini ciechi.»:risposta dei detenuti alle ingiunzioni deicapi.

PREVENTORIO DI CURA E LAVORO(lecˇebno-trudovoj profilaktorij)«Nel caso in cui un alcolizzato o un tossi-codipendente abbia commesso un reato esia stato condannato a una pena che noncomporta la privazione della libertà, co-stui è soggetto a trattamento obbligatorioin un istituto sanitario con un appositoregime di cura e lavoro» (UK-60, art. 62).«L’evasione da un preventorio di cura elavoro è punita con la privazione della li-

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dell’UK-60, può essere impedito dallaProcura se corrisponde alle direttive delpartito. La Procura invece può interveni-re in caso di vizio di forma e in caso di in-frazione della legge da parte di un rappre-sentante del partito, se si tratta di unapersona di cui il partito ha deciso di sba-razzarsi. Berija, Abakumov, Rjumin e altrieminenti cekisti sono giustiziati perchéintralciano quelli che vogliono prendereil potere, ma il fatto di aver praticato latortura costituisce solo un capo d’accusaaccessorio. 2.2. I casi giudicati dall’Osonon sono di competenza della Procura.3. Procure diverse. 3.1. Durante tuttal’epoca sovietica, la Procura subisce mol-teplici ristrutturazioni. La prima è la Pro-cura della Rsfsr. Dopo la costituzione del-l’Urss nel dicembre 1922, sono create leprocure delle repubbliche federate e unaProcura della Corte suprema dell’Urss,poi anche procure militari, dei trasporti,delle truppe dell’Nkvd-Mvd, del Gulag einfine una procura incaricata di control-lare l’attività dell’Nkvd (che «sorveglia»solo ciò che l’Nkvd le permette di sorve-gliare). 3.2. Nel 1934 la Procura dellaCorte suprema dell’Urss è sostituita dal-la Procura dell’Unione delle repubblichesocialiste sovietiche (SZ 1:2, a. 2b). Nel1946 il procuratore dell’Urss è denomi-nato procuratore generale dell’Urss (VSn. 10), il testo della Costituzione è emen-dato e la Procura dell’Urss diventa Procu-ra generale dell’Unione delle repubbli-che socialiste sovietiche. Nel quadro del-la pretesa destalinizzazione del 1953, laProcura delle truppe dell’Mvd viene abo-lita e nel 1957 sono soppresse anche leprocure dei trasporti («Partijnaja Zizn’»,1957, 4, p. 68).4. Qualche aspetto dell’attività dellaProcura. 4.1. Formalmente, la Procuracontrolla gli organi del potere esecutivo,

fra cui la Sicurezza dello Stato. In realtà,i funzionari della Procura sanno benissi-mo che la loro sorte dipende totalmentedagli organi della Sicurezza dello Stato,che d’altra parte, se violano la legge, lofanno su indicazione del partito (v. lega-lità socialista 2). Anche eventuali reclamiriguardanti «i metodi illeciti» presentatial procuratore, che assiste obbligatoria-mente alla firma del verbale di chiusuradell’istruttoria, restano senza alcun se-guito, quando non danno luogo a conse-guenze sgradevoli. 4.2. La Procura con-trolla sistematicamente le carceri giudi-ziarie e gli altri luoghi di reclusione, neilimiti consentiti dalla Sicurezza delloStato. Di regola, i reclami e i ricorsi deicondannati non sono presi in considera-zione. Nota: nella primavera del 1949l’autore, che si trovava nel carcere inter-no della Direzione regionale della Sicu-rezza dello Stato di Krasnojarsk, si la-mentò del freddo con un procuratore invisita al carcere, mostrandogli lo spessostrato di ghiaccio che ricopriva il murodella sua cella. Il procuratore gli spiegòpazientemente che in autunno dovevaessere colata dell’acqua, poi ghiacciatacon il freddo: era del tutto normale. Sem-brava perfino stupito del fatto che il re-clamante non comprendesse una cosacosì elementare (v. reclami 3, 5).5. Il detenuto e la Procura. 5.1.La Procu-ra sovietica non può proteggere nessunocontro l’arbitrio del regime. Ma in certi ca-si isolati può almeno essere utile. Peresempio, i parenti prossimi di una perso-na scomparsa, dopo essere passati per gliuffici di tutte le procure, possono imbat-tersi in quella a cui gli organi della sicurez-za hanno proposto di firmare il mandatodi arresto; la Procura comunica allora allafamiglia l’articolo in virtù del quale il lorocongiunto è stato arrestato. Questo aiuta

PPRROOCCUURRAA

PRIVAZIONE DEL DIRITTO DI SVOL-GERE DETERMINATE MANSIONI EATTIVITÀ (lisˇenie prava zanimat’ opre-delënnye dolzˇnosti i zanimat’sja oprede-lënnoj dejatel’nost’ju)Citata nell’UK-60 fra altri tipi di sanzio-ni (art. 21-5). Stabilita dal tribunale «perun periodo da 1 a 5 anni, come penaprincipale o accessoria» (art. 29).

PRIVAZIONE DELLA LIBERTÀ(lisˇenie svobody)Termine impiegato a partire dal 1917-18 inluogo di «carcerazione», per esempio nel-la risoluzione del Commissariato del popo-lo alla Giustizia del 23 giugno 1918 «Sullaprivazione della libertà come misura puni-tiva» (SU 53:598). Sarà utilizzato in tutti icodici penali successivi (v. carcerazione).

PROCESSI DI MOSCA(Moskovskie processy)1. Processi pubblici truccati contro i lea-der più importanti del partito e dello Sta-to, in particolare i compagni di lotta di Le-nin. Tutti riconoscono pubblicamente diaver commesso i crimini più inverosimili.2. Il primo processo ha luogo nell’agostodel 1936: 16 persone, fra cui Zinov’ev, Ka-menev e altri, sono accusate di aver crea-to un «centro terroristico» diretto daTrockij. Il processo termina con la con-danna alla fucilazione per tutti (v. doman-da di grazia 1). Il secondo processo, quel-lo al «centro antisovietico trockista», sisvolge nel gennaio del 1937: 13 personesono giustiziate, fra cui Pjatakov e Serebr-jakov. Il terzo processo, quello al «bloccoantisovietico trockista di destra», si svol-ge nel marzo del 1938: i 21 imputati, fracui Bucharin, Rykov, Rakovskij, Krestin-skij e Jagoda, vengono tutti giustiziati.

Krestinskij è il solo a ritrattare le deposi-zioni estorte sotto tortura. Il presidentesospende allora la seduta, dopodiché Kre-stinskij conferma le deposizioni iniziali.3. I processi di Mosca costituiscono lachiave di volta della Grande purga. Ognicondannato si trascina dietro una coda diqualche migliaio di nomi. Dopo lo ster-minio della vecchia guardia leninista,Stalin resta l’unico erede del fondatoredello Stato sovietico (v. caso di Sachty, co-da, Grande purga).

PROCURA (prokuratura)1. Introduzione. 1.1. Secondo il dizio-nario Ozegov (Mosca, 1960) l’obiettivodella Procura è «vigilare sul rispetto del-le leggi e della legalità». In Urss, la lega-lità è unicamente socialista, vale a direche corrisponde allo spirito del partito diLenin, secondo il quale «ogni problemadeve essere risolto dal punto di vista de-gli interessi del proletariato», ovvero se-condo le indicazioni della direzione delpartito. 1.2. La direzione del partito ne-gli anni 1936-38 decide che è «nell’inte-resse del proletariato» far giustiziare piùdi un milione di persone. La tortura èpraticata in modo massiccio. Ma in nes-sun momento la Procura rileva infrazio-ni alla legalità socialista. Nel 1955-56 ladirezione del partito ritiene che sia «nel-l’interesse del proletariato» riabilitare levittime delle repressioni di massa. LaProcura prende subito le disposizioni ne-cessarie, senza tuttavia perseguire penal-mente le centinaia di inquirenti che ave-vano praticato la tortura o i giudici cheavevano mandato a morte quelle vittimeinnocenti, ora riabilitate.2. Ruolo della Procura. 2.1.Nessun attoillegale della polizia politica, per esempioil ricorso alla violenza durante l’interro-gatorio, contemplato dall’articolo 179

PPRROOCCEESSSSII DDII MMOOSSCCAA

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PPUURRGGAA

Urss non vi sono «né campi di concen-tramento, né detenuti».

PUGACËVKA, TORRE DI PUGACËV(Pugacˇëvka, Pugacˇëvskaja basˇnja)La torre nel carcere di Butyrki (v.) dove furinchiuso Emel’jan Pugacëv nel XVIII seco-lo. Nella torre ci sono celle singole e celle

più grandi. Durante le purghe stalinianevi si tenevano gli arrestati più importanti.

PURGA (cˇistka)1. All’inizio, il termine si applica solo al-le epurazioni condotte periodicamentedal partito per sbarazzarsi dei suoi mem-bri ritenuti indegni, cioè ostili. Ben pre-

a ritrovare il carcere dove verosimilmentesi trova (v. Matrosskaja Tisˇina, vaglia po-stale 2). 5.2. Nell’ambito della destaliniz-zazione, il Soviet supremo dell’Urss ratifi-ca, con il decreto del 24 maggio 1955, ilRegolamento sul potere di controllo dellaProcura, «un programma preciso» che ob-bliga gli organi della Procura a dar provad’intransigenza «nella lotta per un rispet-to rigoroso della legalità da parte di tuttele istituzioni» («Partijnaja Zizn’», 1957, 4,p. 66). È la prima e unica volta che un do-cumento sovietico non parla di legalitàsocialista, ma semplicemente di legalità.Vedi anche procuratore.

PROCURATORE (prokuror)1. Procuratore bianco. «Vas’ka è stato li-berato dal procuratore bianco»: Vas’ka èevaso in inverno. La fuga d’inverno èsempre difficile, ma nella zona artica èquasi impossibile spostarsi nella tundrafinché non gelano gli innumerevoli ru-scelli e paludi e non spariscono i nugolidi zanzare e moscerini.2. Procuratore verde. «Arriva la primave-ra, e sarò liberato dal procuratore verde»:sto per evadere.3. «La legge è una taiga, dove l’orso è ilprocuratore» (v. legge 15). Vedi ancheProcura.

PROCURE DEI TRASPORTI(transportnye prokuratury)Le procure dei trasporti ferroviari, fluvia-li eccetera funzionano a partire dal 1934.Sono abolite nel 1960.

PROFILASSI (profilaktika)1. Profilassi sociale: prevenzione della re-sistenza che certe categorie di personepossono opporre a misure che le autori-tà sovietiche stanno per prendere. La

profilassi consiste in arresti preliminari ealtre misure repressive contro i rappre-sentanti più attivi delle categorie prese dimira, che sono condannati con decisio-ne extragiudiziaria e inviati nel Gulag. Èpraticata dagli inizi del regime sovietico,ma diventa sistematica con Stalin (v. le-galità socialista).2. Esecuzioni profilattiche: applicate allapopolazione libera, in particolare duran-te i primi anni del regime sovietico. Dal-la fine degli anni Venti riguardano anchealcune categorie di detenuti. Le esecuzio-ni profilattiche colpiscono sistematica-mente i vertici civili e militari dei paesiannessi dall’Urss.

PROPAGATORE DI DICERIE FALSE(rasprostranitel’ lozˇnych sluchov)I propagatori di dicerie, reali o false, ge-neralmente sono mandati nei campi per10 anni, per decisione dell’Oso. Durantela Seconda guerra mondiale spesso èconsiderato propagatore di dicerie chiannuncia la presa di una città sovieticaprima che la notizia sia stata pubblicata(v. arresti di massa 24.1).

PROVVISORIAMENTE FERMATI OISOLATI (PER 10 O 20 ANNI)(vremenno zaderzˇannye,vremennoizolirovannye na 10 ili 20 let)È così che si qualificano ironicamente idetenuti politici, dopo un’intervistaconcessa all’inizio degli anni Trenta daMolotov, presidente del Consiglio deicommissari del popolo, al redattore di«Temps», Jacques Chastenet. «Non ci so-no prigionieri politici in Urss» aveva di-chiarato Molotov, «ci sono soltanto deifermati provvisoriamente» (v. vridlo). No-ta: una quindicina d’anni più tardi il mi-nistro Vysinskij dichiara all’Onu che in

PPRROOCCUURRAATTOORREE

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QQUUOOTTEE DDII UUTTIILLIIZZZZOO DDEELLLLAA MMAANNOODDOOPPEERRAA

2. «Giocarsi il quinto»: il criminale recidi-vo che giocando a carte ha già perso tuttopuò «giocarsi il quinto (o il terzo, o il secon-do)», cioè in caso di perdita si impegna auccidere la quinta (terza, seconda) perso-na che entrerà nel locale dove si sta giocan-do, di solito la baracca (v. carte da gioco 2).

QUOTE DI UTILIZZO DELLAMANODOPERA(limit ispol’zovanija rabocˇej sily)1. «Tutti i detenuti devono svolgere unlavoro manuale» (SU 1919 20:235, art.35). Prima dell’introduzione delle quotedi utilizzo della manodopera questa re-gola si rivela inapplicabile ma, nonstan-te ciò, le autorità la reintroducono nel1943 e nel 1948 (v. campi speciali, Ktr).2. Le quote di utilizzo della manodoperasono fissate all’inizio degli anni Trenta.

Norme molto rigide suddividono i dete-nuti in diversi gruppi: A, gli operai im-piegati nella produzione e il personaletecnico; B, il personale di servizio; C e D,i dispensati legalmente dal lavoro (esen-tati dal medico, ospedalizzati, invalidi al100%, «verbalizzati» o detenuti che nonpossono essere condotti al lavoro per in-sufficienza di vestiti o calzature) e i reni-tenti, quelli reclusi nell’isolatore discipli-nare senza uscita al lavoro eccetera. Il re-golamento esige che il gruppo A non siainferiore all’85% della popolazione peni-tenziaria, il gruppo B non superi il 9-10%, i gruppi C e D il 5-6%. L’ammini-strazione non è sempre in grado di ri-spettare questi limiti molto stretti e allo-ra deve presentare dei rapporti truccati(v. malattie, simulazione 2, tufta).

QQUUAALLIIFFIICCAA

QUALIFICA (special’nost’)1. Lavorare secondo la propria qualifica èun grande privilegio, perché non solo evi-ta al detenuto i lavori pesanti ma procuraanche, in certi casi, delle soddisfazioni.2.1. Una risoluzione del Consiglio deicommissari del popolo dell’Urss del 1930specifica che i detenuti devono essere as-segnati a lavori corrispondenti alla loroqualifica (SZ 22:248, art. 20). Contempo-raneamente però si proibisce di utilizza-re i politici in mansioni amministrative.2.2. A partire dal 1943, si creano nuovi ti-pi di campi, dove i politici possono esse-re impiegati solo nei lavori manuali piùpesanti. In casi eccezionali il plenipoten-ziario operativo può autorizzare un poli-tico a lavorare secondo la sua qualifica,purché lo specialista accetti di collabora-re con lui (v. campi speciali, Ktr).3. All’arrivo nei campi i detenuti devonospecificare la loro professione. Per evitarei lavori pesanti, talvolta imbrogliano di-chiarando di esercitare un mestiere diver-so. Un filosofo, per esempio, dichiarerà diessere un calzolaio. A volte funziona.

QUARANTENA (karantin)I detenuti che arrivano in un carcere ese-cutivo sono tenuti in quarantena per due

settimane. Nei campi, dall’inizio degli an-ni Trenta non c’è quarantena, tranne in ca-so di epidemia. In genere dura 30 giorni.

QUATTRO/SEI (cˇetyre sˇestych)Il decreto del 4 giugno 1947 «Sul furto diproprietà statale o collettiva» sanzionaquesto reato con una pena che può an-dare da 10 a 25 anni di privazione dellalibertà (v. sette/otto, ukaznik 5).

QUELLO PER CUI HAI LOTTATO TI SIÈ RIVOLTATO CONTRO!(Za cˇto borolsja, na to i naporolsja!)Battuta usata dai delinquenti comuni deicampi con i nuovi arrivati, vittime dellaGrande purga, che si considerano ingran parte comunisti leali.

QUINTO (pjatyj)1. «Fucilare il quinto»: tradizionalmente,quando viene sedata una rivolta o anchesolo una protesta collettiva, si fucila un ri-belle su cinque; a volte uno su dieci. Peresempio nel 1921 i reggimenti che si rifiu-tarono di aprire il fuoco contro i marinaidi Kronstadt vennero disarmati, fatti alli-neare e ogni quinto fu fucilato. Durante larepressione degli scioperi nei lager del1953-55 di solito si fucilava ogni decimo.

Q

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dra deve arrangiarsi con quello che ri-esce a trovare, utilizzando ogni sorta dimateriale: vecchia carta d’imballaggio,pezzi di sacchi di cemento o di compen-sato, corteccia di betulla eccetera. Devetirare a mano le righe e scrivere le inte-stazioni di tutte le colonne. Non dispo-ne di un ufficio e redige il rapporto do-ve capita, spesso all’aperto. Spesso ri-corre all’aiuto di qualche elemento del-la squadra (v. caposquadra 3).4. L’arte di redigere un rapporto. 4.1.Se il caposquadra non padroneggia l’ar-te di redigere i rapporti, cioè di imbro-gliare nella descrizione dei lavori che sifanno passare come eseguiti, la squadrapatirà la fame, qualunque sia la percen-tuale della norma realizzata. Al contra-rio, un rapporto abilmente redatto puòsfamare anche chi non ha raggiunto lanorma (v. la matita sfamerà, tufta). Maper far questo, è necessario che il capo -squadra sappia orientarsi nel dedalo diinnumerevoli regole. E che abbia ottimirapporti con l’addetto al controllo del-le norme, il quale può applicare al me-desimo lavoro delle norme più o menofavorevoli, o semplicemente «imbro-gliare»; con il capocantiere che può as-segnare alla squadra un compito più omeno vantaggioso nel cantiere di cui èresponsabile; con il ripartitore, che puòmandare la squadra in un lotto più omeno vantaggioso eccetera (v. norma2). 4.2. Può accadere che, nell’interessedi tutta la squadra, una parte del lavoroeseguito da uno dei membri sia caricatadal caposquadra sul conto di un altro.Per esempio, se uno ha realizzato lanorma al 109% e un altro al 46%, rien-trando così nella categoria «disciplina-re», questo danneggia la squadra nelsuo insieme. Ma se un 5% viene toltodal conto del primo per essere messo su

quello del secondo, quest’ultimo nonrientrerà nella categoria «disciplinare»,mentre il campione di produzione nonperderà il suo supplemento di viveri (v.appendice 1 b-f). Preoccupandosi dellarazione dei membri della squadra, il ca-posquadra assicura al tempo stesso lapropria, che dipende dal rendimentocomplessivo della squadra. 4.3. I lavorinon sottoposti a norme, come quellodel guardiano notturno, sono segnatinel rapporto in giorni/uomo, che equi-valgono al 100% della norma. Questosfavorisce le squadre che la realizzanooltre il 100% (v. squadra 2).

RAPPRESENTANTE PLENIPOTENZIA-RIO DELLA VCK, PP VCK(polnomocˇnyj predstavitel’ Vcˇk, PpVcˇk)A partire dal 1921 il rappresentante ple-nipotenziario della Vck controlla unitàamministrative territoriali o singoli en-ti. Con il tempo questo sistema di sor-veglianza andrà perfezionandosi.

RAZIONE, PAËK (paëk)Norma alimentare (v. foglio di marmitta).Nota: a causa della povertà del piatto cal-do e dell’impossibilità di sapere che per-centuale della razione alimentare trove-rà concretamente nella sua scodella, ildetenuto è portato a considerare la ra-zione di pane come la base della sua ali-mentazione, e tutto il resto come un ele-mento secondario (v. razione di pane).1. Razione del detenuto all’epoca de-gli zar. Il «Regolamento sulla detenzio-ne» del 1890 dà una lista dettagliata deigeneri alimentari che costituiscono larazione del detenuto, come pure il loropeso esatto (v. appendice 2). L’articolo206 di questo regolamento precisa che

RRAAZZIIOONNEERRAAPPPPOORRTTII SSEESSSSUUAALLII

RAPPORTI SESSUALI(polovye otnosˇe nija)Vedi collettiva 2, Jaja, moglie 2, pedera-sta, Volodja.

RAPPORTO (raporticˇka)Bollettino d’informazione sui lavorieseguiti da una squadra e sulla realizza-zione della norma di produzione.1. Obiettivo del rapporto. Il rapportoviene compilato dal caposquadra e con-tiene una descrizione dettagliata dei la-vori eseguiti dalla squadra in generale eda ogni singolo membro, con il volumedi lavoro prodotto e la percentuale del-la norma realizzata. È redatto in due co-pie: una serve alla sezione amministra-tivo-economica del campo per determi-nare la norma alimentare della squadraper i tre giorni successivi; la seconda èutilizzata per calcolare la somma che ildatore di lavoro verserà al campo per lamanodopera fornita. Fino all’istituzio-ne dell’autofinanziamento, il valore diun detenuto era il medesimo, sia chesvolgesse un lavoro pesante, sia che fos-se uno specialista qualificato (v. foglio dimarmitta 2, giorno/uomo, marmitta 3.2,premio di produzione).2. Descrizione. 2.1. Il rapporto precisail nome dei lavoratori della squadra (da

20 a 35) e, per ognuno, il volume dei la-vori eseguiti durante la giornata e la per-centuale della norma realizzata (v. nor-ma 2). Accanto a ogni nome, nelle casel-le corrispondenti ci sono, quindi, unadecina di dati. La redazione di questorapporto è lunga e laboriosa. Le due co-pie devono essere verificate prima dellafine del lavoro e firmate dal caposqua-dra, poi controfirmate dal caporeparto,dall’addetto al controllo delle norme,dal capocantiere o dal responsabile dellotto e dal «pianificatore», che deveconfermare che i lavori descritti nel rap-porto corrispondano al piano e, quindi,siano riconosciuti e pagati. Al momen-to della redazione del rapporto tutti i la-vori menzionati, naturalmente, non so-no ancora stati completati. 2.2. Al ritor-no dal lavoro, il caposquadra trasmettela seconda copia del rapporto alla sezio-ne amministrativo-economica, che cal-colerà la norma alimentare a condizio-ne che il rapporto sia stato controfirma-to dal contabile e dal direttore del cam-po. Il documento finale è così corredatodi almeno otto firme.3. Tecnica di redazione. Poiché l’am-ministrazione non fornisce moduli e lacarta è terribilmente scarsa, il caposqua-

R

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co, ma il peso della razione dietetica èdel 50% inferiore a quello della razionenormale. 6.13. Razione per invalidi,cioè per i detenuti dispensati dal lavoroper invalidità: è un po’ inferiore alla ra-zione minima. 6.14. Razione Itr: razio-ne per gli ingegneri e i tecnici (v. appen-dice 1 m). 6.15. Razione polare: razionerinforzata per i detenuti dei campi situa-ti oltre il Circolo polare (v. appendice 1q). 6.16. Razione d’isolamento: in celladi rigore (v. appendice 1 h). 6.17. Razio-ne a lettere: razione particolarmente ric-ca di calorie, superiore alla razione Itr,distribuita ad alcuni detenuti specializ-zati di altissimo livello. È il direttore delcampo a prescrivere personalmentequeste razioni, contraddistinte dalle let-tere A, B e C, attingendo a fondi a suadisposizione (v. razione di pane). 6.18.Razione per minori: razione standarddistribuita indipendentemente dal ren-dimento (v. appendice 1 r). 6.19. RazioneMop: razione per il personale di servi-zio, quasi identica alla razione minima.6.20. Razione da grande freddo: supple-mento d’alcol di circa 50 cl distribuito inoccasione di lavori d’urgenza effettuatiall’aperto con una temperatura inferio-re a meno 40 gradi. Fino alla fine deglianni Trenta, i detenuti avevano diritto a100 centilitri d’alcol a testa per otto oredi lavoro a una temperatura inferiore ameno 35 gradi. Anche i palombari chescendono sott’acqua con una tempera-tura esterna inferiore allo zero hanno di-ritto alla razione di grande freddo. 6.21.Razione del commissario del popolo:equivale alla razione minima. «Campa-re con la razione del commissario» si-gnifica essere ridotto alla sola razioneminima. 6.22. Razione per detenuto inattesa di giudizio: poiché il detenuto inattesa di giudizio ha diritto a 100 g di pa-

ne e 10 di zucchero al giorno in più ri-spetto al renitente (v.), e senza dover la-vorare, può accadere che, per godere diun simile privilegio, un delinquente uc-cida un altro detenuto. Generalmentelo fa in autunno, per passare l’inverno alcaldo. La nuova condanna che gli saràinflitta non farà che accrescere la sua fa-ma (v. appendice 1 i). 6.23. Razione poli-tica (v.). 6.24. Razione completa: razio-ne prevista dalla norma e non ridotta inseguito a errori burocratici, imbrogli ec-cetera. 6.25. Pacco: razione alimentaresuperiore alla razione a lettere, prescrit-ta occasionalmente per singole personee prelevata dai fondi del direttore. In ge-nere il supplemento consiste in qualchescatoletta di conserva e in un po’ di zuc-chero. 6.26. Razione dell’inquirente:supplemento alimentare per il detenutoin attesa di giudizio che se lo è «merita-to», prelevato da un fondo apposita-mente messo a disposizione dall’inqui-rente: pane bianco con burro e prosciut-to, tè zuccherato con limone, piatti cal-di, sigarette russe, talvolta anche alcol ealtre meraviglie provenienti dal buffetdegli ufficiali. Simili squisitezze sono of-ferte all’imputato nell’ufficio dell’in-quirente. I piatti caldi vengono ordina-ti alle cucine e portati all’imputato nel-la sua cella a patto naturalmente che visia tenuto da solo. 6.27. Razione stacha-novista, razione di lavoratore d’assalto:corrisponde in calorie all’incirca alla ra-zione Itr, ma con 1.200 g di pane. Distri-buita a detenuti estremamente efficien-ti sul lavoro e che realizzano la norma diproduzione al 200% per almeno quindi-ci giorni di fila. 6.28. Razione da regimeduro: norma alimentare per detenutiche subiscono una sanzione ammini-strativa in un lager a regime duro o spe-ciale (a partire dai primi anni Sessanta).

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i detenuti hanno diritto alla stessa ra-zione dei soldati dell’esercito. Inoltre,l’articolo 220 prevede che si faccianocollette e donazioni a favore dei dete-nuti e a questo scopo si espongono del-le cassette per le offerte nelle chiese.2. Dati ufficiali sulla razione del dete-nuto sovietico. Le autorità sovietichehanno pubblicato un unico documen-to contenente informazioni precise sul-l’alimentazione dei detenuti nella «Rac-colta di materiali della Sezione punitivacentrale del Commissariato del popoloalla Giustizia» (Mosca, 1920). Per esem-pio, un detenuto in attesa di giudizioha diritto a 1.922 calorie al giorno.Questo però riguarda solo le carceri delCommissariato del popolo alla Giusti-zia, non quelle dell’Nkvd. Tutte le altreinformazioni sono volutamente vaghe(v. marmitta 2).3. Dati segreti. Secondo le «Norme ali-mentari mensili», non pubblicate(Uchtpeclag, 27 maggio 1937), la razio-ne quotidiana di un detenuto che svol-ge un lavoro fisico pesante (Tft) in uncampo situato oltre il Circolo polarefornisce 1.292 calorie (A.K. Herling, TheSoviet Slave Empire, New York, 1951, p.218), mentre la norma cui ha diritto ne-gli Stati Uniti un lavoratore che compieil medesimo lavoro è di 3.100-3.900 ca-lorie al giorno (nel 1920, un carceratoaveva diritto a 1.922 calorie!).4. Differenziazione delle razioni. Lacategoria della razione dipende dallarealizzazione della norma di produzio-ne da parte del detenuto (v. appendice 1a-f), o dalla sua condizione. Nota: i sup-plementi per il superamento della nor-ma non compensano il maggiore con-sumo di energia necessario a conseguir-li (v. razione di pane, scala alimentare).

5. Fame organizzata. L’amministrazio-ne penitenziaria, che utilizza la fameper stimolare la produttività, si impe-gna sistematicamente a impedire ai de-tenuti di migliorare la loro razione (v.pacco postale 3, appendice 3, 6 e-f).6. Tipi e categorie di razioni. 6.1. Ra-zione di emergenza: comporta un sup-plemento distribuito insieme alla razio-ne. 6.2. Razione anti-scorbuto: contienecirca 150 g di crauti. Supplemento datosu prescrizione medica (v. appendice 1 t).6.3. Razione Atp (v. appendice 1 l). 6.4.Razione anti-pellagra: supplemento da-to ai pellagrosi su prescrizione medica, apatto che non vi sia penuria di ortaggi(v. appendice 1 t). 6.5. Razione per mam-ma, razione per donna incinta, razioneper donna incinta e nutrice (v. appendi-ce 1 p). 6.6. Razione da assedio (distri-buita nelle carceri di Leningrado duran-te l’assedio): 125 g di pane e un quartodi litro di brodaglia al giorno. 6.7. Razio-ne speciale, razione per nocività: sup-plemento alimentare distribuito, a mo’di indennizzo per il lavoro nocivo allasalute, a certi detenuti che lavorano incantieri particolarmente pericolosi.Consiste in un quarto di litro di latte algiorno oltre la razione normale. 6.8. Ra-zione ospedaliera (v. ospedale 4). 6.9. Ra-zione minima: razione alla quale un de-tenuto ha diritto per un giorno/uomo oper un rendimento compreso tra il 75 eil 99% della norma (v. giorno/uomo, ap-pendice 1 a). 6.10. Razione da fame (v.appendice 1 h). 6.11.Razione per bambi-ni (v. appendice 1 o). 6.12. Razione die-tetica: distribuita ai malati non ospeda-lizzati su prescrizione medica. Dato cheil numero di queste razioni è molto limi-tato, in gran parte dei casi a goderne so-no delatori e imboscati. Generalmente,il pane nero è sostituito con pane bian-

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RRAAZZIIOONNEERRAAZZIIOONNEE

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Consiste in mezzo litro d’acqua bollen-te, un cucchiaino di sale e mezzo litro dizuppa al giorno e, come razione di pane,un giorno 450 g e un giorno 400 g. 6.29.Razione secca: prodotti distribuiti diret-tamente al detenuto, che si prepara dasolo da mangiare, per esempio quandonon esiste né spaccio né cucina nella se-zione di lager (v. missione). Il vantaggiodella razione secca consiste nel fatto chegli interessati cucinano per conto loro ei prodotti non vengono rubati nel pas-saggio dal magazzino alla scodella. Larazione secca distribuita ai detenuti du-rante i trasferimenti è meno vantaggio-sa (v. Stolypin 3.1, appendice 1 k). 6.30.Razione carceraria: per i detenuti reclu-si negli isolatori politici e in altre carce-ri esecutive (v. appendice 1). Nota: a par-tire dai primi anni Sessanta, il lavoro ob-bligatorio è introdotto anche nelle car-ceri e la razione dipende dal rendimen-to del detenuto. 6.31. Razione del fron-te: distribuita nelle carceri situate inprossimità del fronte, consiste in 400 gdi pane, 9 g di zucchero e mezzo litro dizuppa due volte al giorno. 6.32. Razioneper minatori: distribuita ai minatori chesuperano sistematicamente la norma diproduzione (v. appendice 1 r). 6.33. Ra-zione punitiva: per i detenuti che realiz-zano meno del 50% della norma di pro-duzione e per quelli rinchiusi negli iso-latori disciplinari con obbligo di lavora-re (v. appendice 1 g). 6.34. Razione di tra-sferimento: per i detenuti trasferiti sot-to scorta, per tre o quattro giorni al mas-simo (v. Stolypin 3.1, appendice 1 k).

RAZIONE DEL COMMISSARIO DELPOPOLO (narkomovskaja pajka)Termine impiegato dalla metà degli an-ni Venti fino all’inizio degli anni Qua-

ranta. Designa la più piccola razionequotidiana di pane, una specie di salariominimo dei detenuti: il commissario delpopolo, e poi il ministro, era infatti con-siderato il garante della razione di base.

RAZIONE DI PANE, PAJKA (pajka)Norma di pane quotidiana, in media tra400 e 800 g. È considerata dal detenutocome la base della sua alimentazione.1. La razione di pane in Salamov. Piùdella metà delle calorie che riceve il de-tenuto è contenuta nel pane. «Il piattocaldo non è quantificabile, il suo valorenutritivo dipende da mille fattori con-tingenti: dall’onestà del cuoco, dal suostato di sazietà e dalla sua applicazionenel lavoro, perché un cuoco scansafati-che è circondato da aiutanti ai quali of-fre porzioni supplementari; dall’effica-cia dei controlli, dalla sazietà e dall’one-stà degli uomini della scorta, dalla pre-senza o dall’assenza di delinquenti. Infi-ne, e questo dipende dal caso, dal me-stolo: il mestolo di un addetto alla dis-tribuzione che pesca solo liquido, puòannullare quasi completamente il valo-re nutritivo del piatto caldo» (V. Sala-mov, Racconti della Kolyma, Torino,1999).2. Razione di pane unica all’epoca de-gli zar. In epoca zarista i detenuti riceve-vano tutti la medesima razione di pane:due libbre, pari a 812 g al giorno, corri-spondenti al doppio circa della razionebase quotidiana del detenuto sovietico(v.minima, appendice 1 a). Inoltre, i dete-nuti che svolgevano un lavoro fisico pe-sante avevano diritto a una libbra di pa-ne supplementare, cioè a un totale di1.228,5 g. Nei campi sovietici, invece, larazione di pane massima è di 1.200 g.

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3. La razione differenziata sovietica3.1. La razione di pane, compresa tra300 e 1.200 g, è fissata in funzione del-la condizione del detenuto (v. appendi-ce 1 a-c) o della realizzazione della nor-ma di produzione, più esattamente del-l’arte con cui è stato redatto il rapportosu questo lavoro; v. rapporto 4).4. Differenti categorie di razioni dipane. Si distinguono le seguenti cate-gorie di razioni di pane: minima, per in-validi, Itr (ingegneri e tecnici), di primacategoria, stachanovista o per lavorato-ri d’assalto, disciplinare eccetera (v. ap-pendice 1).5. Sinonimi. Nomi popolari della razio-ne di pane: cantuccio di pane, bastone.6. Nomi della razione di pane in fun-zione del peso. La trecento (da fame), laquattrocento (disciplinare), la quattro-centocinquanta (minima), la seicento,la settecento, la ottocento, la novecento.7. Espressioni, proverbi e detti. 7.1. Lasanta razione di pane, il santo bastone.7.2. La sudata razione di pane, il sudatobastone. 7.3. La razione di pane guada-gnata con il sudore della fronte. 7.4. Larazione di pane legale. 7.5. «Non è la ra-zione piccola a uccidere, è la grande»:nel lager, chi sgobba per guadagnare larazione maggiore morirà prima di chilavora solo per guadagnare la razioneminima, perché il supplemento noncompensa gli ulteriori sforzi fatti. 7.6.«Per la sudata razione, si è picchiati amorte»: il pestaggio collettivo, talvoltamortale, di chi ruba una razione di pa-ne, o è sospettato di averlo fatto, è un fe-nomeno frequente. Nessuno lo difende-rà. Ma se il ladro è un urka (v.), gli altridetenuti non oseranno punirlo. 7.7.«Picchiate il piantone, e la razionescomparsa salterà fuori»: il piantone èincaricato di vigilare affinché non si

perda nulla. Se qualcosa scompare, sta alui ritrovarla (v. picchiare 2). 7.8. «Gua-dagnarsi il cantuccio di pane»: guada-gnarsi da vivere. «Ivan è un saldatore ec-cellente, al campo riuscirà a guadagnar-si il cantuccio di pane»: se la caverà, an-che se «con la gobba non ti sazi» (v. gob-ba). 7.9. «Lavorare per la razione di pa-ne» si dice di uno specialista di alto li-vello il cui salario si riduce alla razionedi pane, anche se migliorata (v. razione6.14, sˇarasˇka 4). 7.10. «Campare conla minima»: ricevere la norma alimenta-re di base; non avere altra risorsa ali-mentare che la razione «garantita» (v.più 1).

RAZIONE DI PANE LEGALE(zakonnaja pajka)Porzione di pane alla quale il detenutoha diritto (v. razione di pane).

RAZIONE DI TRASFERIMENTO(etapnyj paëk)Razione distribuita ai detenuti per i tra-sferimenti, chiamata anche «razionesecca», dato che non comprende il piat-to caldo. Spesso consiste in un’aringasalata e un po’ di pane (v. appendice 1 k).

RAZIONE POLITICA(politpaëk, politicˇeskij paëk)Razione del detenuto politico durantegli anni Venti. Definitivamente sop-pressa nel 1930 (v. detenuto politico).1. La razione politica comprende fra l’al-tro dei supplementi di pane, general-mente bianco, di burro, di zucchero (unchilo al mese), di tabacco eccetera. Unrappresentante dei detenuti politici assi-ste alla consegna dei prodotti alle cucine.2. Sergej Gan così descrive la razione po-litica dell’isolatore politico di Celjabinsk

RRAAZZIIOONNEE PPOOLLIITTIICCAARRAAZZIIOONNEE DDEELL CCOOMMMMIISSSSAARRIIOO DDEELL PPOOPPOOLLOO

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(artt. 73-86); l’UK-26 in «controrivolu-zionari» e «reati contro l’amministrazio-ne particolarmente pericolosi per l’U-nione Sovietica» (rispettivamente artt.dal 58-1 al 58-14 e dal 59-1 al 59-13).L’articolo 58 fu introdotto dal «Regola-mento sui reati contro lo Stato» del 25febbraio 1927 (SZ 12:123). 2. Dopo la morte di Stalin e dopo gliscioperi del 1953-55 il Soviet supremodell’Urss approvò, il 25 dicembre 1958,la legge «Sulla responsabilità penale peri reati contro lo Stato», che stabiliva unlimite massimo di 15 anni per le penedetentive. La fucilazione era prevista dasette articoli su dieci (VS 1959, 1). 3. La legge del 25 febbraio 1958 fu in-clusa nell’UK-60. Divideva i reati con-tro lo Stato in «particolarmente perico-losi» e «altri» (rispettivamente artt. 64-73 e dal 74 all’88-2).4. Alla prima categoria appartenevano ireati politici, fra cui lo spionaggio, allaseconda i reati penali gravi.5. Il decreto del Soviet supremo del-l’Urss dell’11 gennaio 1984 intensificòla repressione dei reati contro lo Statoampliando i concetti di «tradimentodella patria», «sabotaggio» eccetera.

REATI GRAVI (tjazˇkie prestuplenija)Tutti i reati politici e quei reati penaliche sono diretti contro il monopoliodello Stato: il banditismo, la falsifica-zione di denaro eccetera.

REATI SESSUALI(polovye prestuplenija)

REATO TENTATO(pokusˇenie na prestuplenie)La giustizia sovietica riconosce la re-sponsabilità penale in caso di tentato

reato (UK-26, art. 15). Negli anni Trenta,il procuratore e giurista sovietico Vysin-skij “dimostra” nei suoi lavori che l’in-tenzione è tanto criminale quanto il cri-mine effettivamente perpetrato (v. sigle).

RECIDIVO PARTICOLARMENTE PERICOLOSO, OOR(Osobo opasnyj recidivist, Oor)1. Sono così classificati i detenuti giàprecedentemente condannati per reatopolitico (UK-60, artt. 64-73), o per ten-tato reato politico, banditismo, falsifi-cazione di denaro, operazioni valutarieillecite, brigantaggio, stupro collettivo,furto della proprietà statale eccetera(decreto del Soviet supremo della Rsfsrdel 14 novembre 1969).2. I detenuti classificati come «recidiviparticolarmente pericolosi» sono rin-chiusi in carceri o campi a regime seve-ro o speciale, in condizioni estrema-mente dure (v. appendice 4, 6, 7.3).

RECINZIONE (predzonnik)1. Filo spinato teso tra paletti dell’altez-za di 60-70 cm lungo il recinto del cam-po, all’interno e, a volte, anche all’e-sterno (v. zona, zona proibita).2. Zona vietata.

RECLAG (Recˇlag)Le prime sezioni del Reclag sono createnel territorio dei campi di lavoro corre-zionale di Vorkuta, Tajset e altri. Il centroamministrativo è Vorkuta, nella repub-blica dei Komi. Reclag significa “campodel fiume”. Vedi anche campi speciali.

RECLAMI, RICORSI (zˇaloby, zajavlenija)1. Il diritto di presentare reclamo. 1.1.I detenuti sono autorizzati a sottoporre

RREECCLLAAMMII

nel 1923-24: 450 g di pane, 170 g di car-ne, 225 g di kasˇa; 20 g di grassi; 20 g dizucchero e 13 sigarette al giorno (Lettersfrom Russian Prisons, New York, 1925).

RAZIONE PUNITIVA(sˇtrafnaja pajka, sˇtrafnoj paëk)Distribuita ai detenuti colpiti da qual-che sanzione disciplinare o a coloro chehanno realizzato meno del 50% dellanorma, meno del 75% in certi campi ne-gli anni staliniani (v. appendice 1 g).

RAZIONE SUDATA (krovnaja pajka)Razione di pane guadagnata con un la-voro massacrante che ha fatto versarelacrime di sangue. «Per la sudata razio-ne, si è picchiati a morte»: il furto dellarazione di pane è considerato il piùignobile dei delitti» (v. ladro 2.2).

REATI (prestuplenija)1. Introduzione. Il potere sovieticonon riconosce reati politici (v. detenutopolitico 1.1, 2.2, 3.1). Dal 1917 al 1959sono chiamati «reati controrivoluzio-nari», mentre dal 1960 si parla di «con-dannati per reati particolarmente peri-colosi contro lo Stato».2. Nomi convenzionali dei reati poli-tici. 2.1. L’UK-26 distingue tra reati «di-retti contro il regime sovietico [...] e perquesto particolarmente pericolosi» e«tutti gli altri» (art. 46). I primi sono ap-punto i reati «controrivoluzionari» o k/r(art. 58-1,14); i secondi i reati comuni.Alla prima categoria appartengono: iltradimento della patria, la rivolta arma-ta, i contatti con stranieri a scopi contro-rivoluzionari, l’aiuto alla borghesia in-ternazionale, lo spionaggio, il danneg-giamento, il terrorismo, la diversione,l’agitazione antisovietica, l’organizza-

zione controrivoluzionaria, la mancatadenuncia, il sabotaggio eccetera. For-malmente solo la mancata denuncia(art. 58-12) non è punita con la fucilazio-ne. 2.2. L’UK-60 non cita i k/r e conside-ra qualsiasi reato «un attentato al siste-ma sociale o statale» (art. 7); tuttavia so-no ritenuti più gravi i reati politici, defi-niti «reati particolarmente pericolosicontro lo Stato» (artt. 64-73): tradimen-to della Patria (con la maiuscola), spio-naggio, terrorismo, diversione, danneg-giamento, agitazione antisovietica, pro-paganda di guerra, organizzazione direati particolarmente pericolosi controlo Stato e gli stessi reati commessi controun altro Stato del blocco sovietico. Pertutti gli articoli politici l’UK-26 e l’UK-60prevedono pene fino alla pena capitaleinclusa. 2.3. Con il decreto del 16 set-tembre 1966 è introdotto inoltre l’arti-colo 190-1, che punisce con la privazio-ne della libertà fino a 3 anni per «inven-zioni calunniose che diffamino il regimestatale o sociale sovietico» (RS 38:1038).3. Reati comuni. Nei primi anni del po-tere sovietico sono ritenuti tali i «reaticommessi da lavoratori per scarsa co-scienza, accidentalmente o in seguito apesanti condizioni materiali». Sono trat-tati con clemenza, indipendentementedalla gravità dell’azione commessa. Apartire dagli anni Trenta il termine pas-sa a designare tutti i reati non controri-voluzionari. Con l’introduzione delnuovo codice penale nel 1960 il terminecade in disuso.

REATI CONTRO LO STATO (gosprestu-plenija, gosudarstvennye prestuplenija)1. L’UK-22 suddivideva i reati contro loStato in «controrivoluzionari» (artt. 57-72) e «reati contro l’amministrazione»

RRAAZZIIOONNEE PPUUNNIITTIIVVAA

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divenuto cieco in carcere, viene a sapereche un’operazione può restituirgli la vi-sta. Detta una lettera in cui chiede di es-sere trasferito in un luogo di reclusionedove sia possibile operarlo. Sei mesi do-po riceve una risposta vaga e allora si ri-volge a un’altra istanza. Medesimo risul-tato. Due anni più tardi finisce per scri-vere al procuratore generale dell’Urss.Un anno dopo arriva la risposta: «Dopoapprofondito esame, il ricorso è stato re-spinto, dato che la colpevolezza di K. èstata provata durante l’istruttoria, edegli è stato condannato giustamente».6. Reclami o ricorsi? Dai tempi dellepurghe staliniane, i detenuti non si la-mentano più, evitando perfino di usarela parola “reclamo” (v. credere).7. Una leggenda. Questa leggenda cir-colava nei campi negli anni Venti. Alcu-ni alti funzionari di Mosca vanno a visi-tare un campo lontano, passano in rivi-sta i detenuti e chiedono loro se hannoreclami. Silenzio. La domanda viene ri-petuta tre volte. Nessuna risposta. Allo-ra il capo della delegazione di Mosca or-dina ai detenuti di girarsi. Appena fuoridallo sguardo dei dirigenti locali, i dete-nuti ritrovano la parola. I funzionari diMosca annotano tutte le loro lamentelee metà dei dirigenti locali sono condot-ti nella capitale, dove vengono fucilati.

RECLUTARE (zaverbovat’)1. Indurre o costringere alla delazione:«L’oper ha reclutato lo Strabico, e quel-lo ha fregato il suo miglior amico».2. Trascinarsi dietro una coda (v.), nonresistere alle pressioni dell’inquirente efare il nome di veri o presunti complici.

REGIME, A REGIME (rezˇimnyj)«Città a regime»: città dove certe cate-gorie di ex detenuti non possono sog-

giornare, come Mosca, Leningrado, lecapitali delle repubbliche sovietiche, icentri industriali, i nodi ferroviari, lezone di frontiera, le stazioni termali ebalneari eccetera (v. passaporto 5).

REGIME DI SEMILIBERTÀ(polusvobodnyj rezˇim)Regime meno severo nelle case di lavo-ro correzionale di transizione (v.), dovesono trasferiti i detenuti comuni che sistanno emendando (ITK-24, art. 47-5).Questo sistema è presto abbandonato.Nota: durante gli scioperi del 1953-55,in alcuni campi i detenuti si concedonoda soli un regime di semi-libertà, stabi-lendosi all’esterno della zona recintata.

REGIME INIZIALE(pervonacˇal’nyj rezˇim)«I detenuti sottoposti al regime inizialesono impiegati nei lavori comuni, vivo-no all’interno del campo, in baracchespeciali dalle quali non hanno diritto diuscire liberamente, e vanno a lavorare aore fisse» (SU del 1930, 22:248, art. 16).Questo regime esiste fino all’inizio deglianni Trenta (v. regime penitenziario 2.2).

REGIME ORDINARIO (obsˇcˇij rezˇim)Il primo dei sei gradi del sistema peni-tenziario regressivo instaurato negli an-ni Sessanta (v. appendice 6.1).

REGIME PENITENZIARIO(penitenciarnyj rezˇim)1. Osservazioni generali. 1.1. Una del-le caratteristiche del regime penitenzia-rio sovietico è il suo inasprimento siste-matico e il costante impegno delle auto-rità per legalizzare l’arbitrio e il sadismoe far sì che i prigionieri politici si ritrovi-no nell’ultimo girone dell’inferno con-

RREEGGIIMMEE PPEENNIITTEENNZZIIAARRIIOO

reclami e ricorsi scritti all’amministra-zione penitenziaria, agli organi della Si-curezza dello Stato, agli organi giudizia-ri e alla Procura, alle istanze governativee a quelle del partito a tutti i livelli, cosìcome ai massimi esponenti del partito edel governo, a titolo personale (v. regola-mento interno 4). 1.2. Una legge specialevieta a certe categorie di detenuti di pre-sentare ricorsi per cassazione o doman-de di grazia: per esempio, alle persone«accusate di aver preparato o perpetratoatti terroristici» («Pravda», 4 dicembre1934). Il 14 settembre 1937 questa leggeè estesa alle persone accusate di aver pre-parato o perpetrato atti di sabotaggio.1.3.Dalla fine degli anni Venti i reclamie i ricorsi collettivi sono strettamenteproibiti, come pure i ricorsi riguardantiterze persone (v. collettiva 1). 1.4. Nellecarceri giudiziarie, dove è vietato posse-dere il necessario per scrivere, ogni diecigiorni l’amministrazione distribuisce achi lo desidera un foglio delle dimensio-ni di una cartolina postale, penna e in-chiostro. 1.5.La risposta al ricorso arrivadopo tre-otto mesi ed è quasi sempre ne-gativa. Talvolta, non arriva affatto. Nonè indirizzata all’interessato ma al diretto-re dell’istituto penitenziario: «Vogliateinformare il detenuto tal dei tali che, do-po approfondito esame, il suo ricorsodel… riguardante… è stato respinto, da-to che…». Viene data lettura della rispo-sta all’interessato, che è tenuto a firmar-la sul retro. 1.6. A decidere se il reclamosarà inoltrato è l’inquirente (nelle carce-ri giudiziarie) o il plenipotenziario ope-rativo. Le istanze che non passano sonounite al dossier dell’interessato, quelleinoltrate vengono accompagnate dauna nota, la cui copia è allegata al dossier.2. Reclami all’amministrazione loca-le. I reclami e i ricorsi destinati all’am-

ministrazione locale, compresi quelliindirizzati al direttore del carcere, pas-sano prima dal plenipotenziario opera-tivo, o dall’inquirente, e sono esamina-ti conformemente alle loro indicazioni.In genere si tratta di reclami riguardan-ti questioni pratiche di vita quotidiana.3. Reclami sulle condizioni di deten-zione. 3.1. I reclami riguardanti le con-dizioni di detenzione come l’arbitriodell’amministrazione o il terrore semi-nato dai criminali recidivi, spesso fini-scono per ritorcersi contro il reclaman-te, per esempio quando l’amministra-zione comunica il suo nome ai recidivicontro i quali ha protestato (v. tecnica-mente 1). 3.2. Inoltre i reclami riguar-danti l’arbitrio delle autorità, le condi-zioni di detenzione eccetera, possonofacilmente dar luogo a un’accusa di«diffamazione della realtà sovietica» (v.norma 7.2, stazione climatica 2).4. Ricorsi riguardanti il caso. 4.1. Ac-cade che ricorsi riguardanti il processoraggiungano uno scopo se, senza tocca-re la sostanza dell’imputazione, denun-ciano un vizio di procedura che può darluogo a una revisione. In questo caso laseconda sentenza può essere meno se-vera. Ma la liberazione è quasi sempreda escludere. I ricorsi contro le decisio-ni dell’Oso non sono presi in conside-razione dagli organi giudiziari e dallaProcura (da cui l’Oso è totalmente indi-pendente), i quali a volte comunicanoal ricorrente che del suo ricorso è stato«informato l’ufficio competente», sen-za precisare quale (v. Oso). 4.2.Non vie-ne dato alcun seguito ai reclami che de-nunciano le torture durante gli interro-gatori se c’erano delle istruzioni segretea giustificarle (v. legalità socialista 2).5. Efficacia dei reclami e dei ricorsi.Un fatto realmente accaduto: Kazakov,

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tori liberi. Nelle imprese che impieganodetenuti, il numero dei lavoratori liberinon può superare il 15% del totale el’amministrazione penitenziaria è auto-rizzata a sottoporli a perquisizioni (ITK-70, art. 34). Vedi anche appendice 6.

REGIME POLITICO (politicˇeskij re-zˇim)Regime applicato ai detenuti politici fi-no al 1930 in alcuni penitenziari. È il re-gime meno severo, quasi come all’epocadegli zar. I politici non sono mescolati aidelinquenti comuni, eleggono uno sta-rosta (v.) che li rappresenta davanti al-l’amministrazione, hanno diritto a unarazione speciale detta «politica» e lo sta-rosta è autorizzato a controllare gli ali-menti consegnati alle cucine; possonoricevere pacchi, inclusi quelli della Cro-ce rossa politica, e sono autorizzati a te-nere una corrispondenza (sotto il con-trollo della censura), così come a riceve-re riviste e libri sovietici e anche stranie-ri, ma non politici; possono parteciparea dibattiti e seminari, ma solo fra politi-ci; durante il giorno, hanno diritto illi-mitato all’ora d’aria e possono fare sport.Non sono obbligati a lavorare. Il regimepolitico è definitivamente abolito neglianni staliniani (v. detenuto politico 3.1).

REGIME RAFFORZATO(usilënnyj rezˇim)Instaurato nel 1960 per i condannatiper reati gravi (v. appendice 6.2).

REGIME SEVERO (strogij rezˇim)Terzo dei sei gradi del sistema peniten-ziario regressivo instaurato negli anniSessanta (v. appendice 6.6).

REGIME SPECIALE (osobyj rezˇim)L’ultimo dei sei gradi del sistema peni-tenziario regressivo instaurato negli an-ni Sessanta (v. isolamento rigido, regimepenitenziario 3, appendice 6.4).

REGIONI LONTANE DELLA SIBERIA(otdalënnye rajony Sibiri)Una risoluzione congiunta del Comita-to esecutivo centrale e del Consiglio deicommissari del popolo dell’Urss del 20luglio 1934 dispone che «i membri del-la famiglia di un traditore della patria[…] sono soggetti a deportazione in re-gioni lontane della Siberia» (SU 30:173).Ciò sottintende che la maggior parte delterritorio nazionale è considerata d’uffi-cio una zona di seconda categoria. L’e-spressione non compare più nell’UK-60.

REGISTRO DEL MATERIALE IN DOTAZIONE (armaturka, armaturnja knizka)Nel registro sono elencati gli effetti per-sonali che il detenuto possedeva al suoarrivo nell’istituto penitenziario e che haconsegnato al deposito. Vi figura anchela lista degli indumenti e degli oggettiche costituiscono il suo corredo di dete-nuto. Ogni registrazione è convalidatadalla sua firma. Se, al momento dell’in-ventario, manca anche un solo articolo,il detenuto è inserito nella lista degli scia-lacquatori (v.). Il registro del materiale indotazione è conservato all’ufficio vestia-rio e non viene mai dato al detenuto (v.inventario, sperpero, verbalizzare 1).

REGOLA DI MOSCA(Moskovskoe pravilo)Usanza secondo la quale, quando piùpersone mangiano dalla medesima sco-

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RREEGGOOLLAAMMEENNTTOO IINNTTEERRNNOO

centrazionario. Ogni volta che la propa-ganda parla delle condizioni di vita neiluoghi di reclusione paragonandole aquelle di una «stazione balneare e ter-male», è l’annuncio di un nuovo ina-sprimento del regime. Prima che il Gu-lag assorbisse tutti gli istituti di pena, ilregime nei luoghi di reclusione del-l’Nkvd era molto più mite che in quellidell’Ogpu. 1.2. Se il regime diventa me-no duro, è sempre in seguito a una resi-stenza energica dei detenuti o in caso digrave pericolo esterno (v. campi 8, scio-peri 4.1). 1.3. Questo accade anche sot-to la pressione dell’opinione pubblicainternazionale, in situazioni in cui il po-tere è costretto a tenerne conto. È pro-prio in queste condizioni, alla fine deglianni Quaranta, che la giornata di lavoronei campi è ridotta a otto ore (v. giorna-ta lavorativa 4). 1.4. L’esperienza dimo-stra che più i detenuti sono terrorizzati,più il regime penitenziario diventa fero-ce (v. Solovki 9.2). Le misure più drasti-che sono prese nella seconda metà deglianni Trenta e nei primi anni Quaranta,quando i docili «cinquantotto» (v.) co-stituiscono la maggioranza dei detenutie gli intellettuali occidentali hanno perStalin un’ammirazione sconfinata.2. Inasprimento sistematico. 2.1. Do-po la Rivoluzione di febbraio, il regimepenitenziario è sensibilmente ammor-bidito: si aboliscono manette, camiciedi forza, celle di rigore eccetera. Impa-dronitisi del potere, i bolscevichi nondecidono immediatamente di reintro-durre misure più aspre (v. cella di rigore,manette). Ma a partire dalla fine degli an-ni Venti il regime si fa più duro, e versola metà degli anni Trenta supera decisa-mente la ferocia delle carceri zariste. 2.2.Fino alla fine degli anni Venti, e anchenei primi anni Trenta, le autorità sovie-

tiche sembrano credere ancora che car-ceri e campi possano effettivamente cor-reggere i detenuti. Vige quindi un siste-ma di alleggerimento progressivo del re-gime: negli anni Venti per esempio esi-ste un regime di semi-libertà, come all’e-poca zarista, e all’inizio degli anni Tren-ta i detenuti possono passare dal regimeordinario a quello «mitigato», e poi al re-gime «privilegiato» (sistema «progressi-vo»). 2.3. Verso la metà degli anni Tren-ta, il regime penitenziario si inaspriscebrutalmente (v. campi di lavoro correzio-nale). Gli scioperi del 1953-55 costringo-no le autorità ad ammorbidirlo, ma allafine degli anni Cinquanta molte conces-sioni sono revocate, senza però che si ri-stabilisca il regime degli anni Quaranta.3. Dopo la destalinizzazione. 3.1. Ilnuovo regime (v.campi speciali,Ktr,Solov-ki 11.1) è codificato dall’ITK-70, che in-staura un sistema regressivo a sei gradi.L’assegnazione dei condannati a uno diquesti gradi è fissata dalla sentenza del tri-bunale, ma i detenuti possono essere tra-sferiti, unicamente a un livello inferiore,per semplice decisione dell’amministra-zione dell’istituto penitenziario (v. colo-nie di lavoro correzionale, appendice 6). 3.2.Il regime viene sistematicamente ina-sprito attraverso delle istruzioni segrete.4. Metodi di lavoro più moderni einasprimento del regime. A partire da-gli anni Sessanta, i detenuti sono impie-gati sempre più spesso in fabbriche, of-ficine o laboratori. Sono presi alloranella duplice morsa del regime peniten-ziario e della disciplina del lavoro indu-striale: la condizione dei costruttori dipiramidi unita a quella degli eroi diTempi moderni di Chaplin.5. Estensione del regime penitenzia-rio ai lavoratori liberi. Il nuovo regimepenitenziario si estende anche ai lavora-

RREEGGIIMMEE PPEENNIITTEENNZZIIAARRIIOO

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RREESSPPOONNSSAABBIILLIITTÀÀ CCOOLLLLEETTTTIIVVAA

l’Mvd i rei di delitti contro lo Stato so-no sotto la «tutela» dell’Mgb.

REPARTI ARMATI SPECIALI DELLACK, FORMAZIONI SPECIALI DELLAVCK (osobye vooruzˇënnye otrjady Ck,osobye otdely Vcˇk)Formazioni create dalla Vck nel 1917 ein seguito legalizzate: «La Vck e tutte leCk locali hanno il diritto di organizzaredei reparti armati speciali. L’entità deireparti locali è fissata dai relativi Comi-tati esecutivi, previo accordo con laVck» (novembre 1918, SU 80:842, art.7; v. truppe interne, unità a destinazionespeciale della Vcˇk, Vcˇk 7.2).

REPARTI DI SBARRAMENTO(zagraditel’nye otrjady)1. Nei primi anni del potere sovietico,vengono così definiti i reparti armatidella Vck che partecipano alla confiscadei prodotti agricoli ai contadini.2. Formazioni speciali delle truppe del-l’Nkvd-Mvd, create per ordine di Stalindal 18 luglio 1942: seguono le unitàdell’Armata rossa passate all’offensiva esparano ai soldati che si ritirano o si fer-mano. Nota: non si sa ancora quanti dei20 milioni di soldati sovietici morti du-rante la Seconda guerra mondiale sianostati uccisi dai reparti di sbarramento.

REPARTO MILITARE DELLA VCK,TRUPPE DELLA VCK(boevoj otrjad Vcˇk, otrjady Vcˇk, vojskaVcˇk)Formazione militare unificata creata il31 marzo 1918 dai diversi gruppi arma-ti a disposizione della Vck. Il primo erastato organizzato il 12 (24) novembre1917 e constava di 30 uomini. La risolu-

zione del Sovnarkom sulla creazione delreparto militare fu approvata solo il 14(27) gennaio 1918. Entro l’aprile dellostesso anno la formazione contava circa1.000 uomini (v. Gupvo, truppe interne).

REPRESSIONI (repressii)Vedi arresti di massa, deportazioni di mas-sa, fucilazioni di massa.

REPRESSO (repressirovannyj)Termine passato nella lingua corrente.Designa una persona condannata conuna sentenza del tribunale o di un orga-no extragiudiziale. Dopo la liberazione,il represso è sorvegliato dalla polizia.Non può risiedere in alcune località né ac-cedere a certi impieghi (v. passaporto 5).

RESIDUI DEL PASSATO(ostatki prosˇlogo)Espressione usata dai tribunali per con-cedere l’attenuante in caso di reati co-muni. Si teneva conto dell’ignoranzadelle masse, caratteristica dell’epoca za-rista. L’autore ha avuto l’occasione di ri-scontrare quest’espressione nell’attod’accusa di giovani delinquenti naticertamente dopo il colpo di stato di ot-tobre (v. eredità dello zarismo,macchiato-si casualmente di un reato).

RESPONSABILE DEL REGIME(pomporezˇimu, pomosˇcˇnik nacˇal’ni-ka po rezˇimu, rezˇimnik, nacˇal’nik re-zˇima)Ufficiale responsabile dell’applicazionedelle istruzioni relative alla sorveglian-za e al regime penitenziario. Dipendedal direttore del carcere e dalla Direzio-ne centrale sorveglianza e regime.

della, l’ultimo a posare il cucchiaio hal’obbligo di lavare i piatti. Ognuno si af-fretta quindi a posare il cucchiaio escla-mando: «Mosca!» (v. mangiare 1).

REGOLAMENTO INTERNO(pravila vnutrennego rasporjadka)1. Introduzione. In tutto il territoriodell’Urss, in ogni cella di ogni carcere, aeccezione delle celle di rigore, sulla pa-rete di fronte alla porta è affisso un pan-nello di cartone con il Regolamento in-terno. In oltre mezzo secolo non è qua-si cambiato. È composto di tre parti dis-uguali; la terza («È permesso ai detenu-ti…») è la più breve. Quanto ai dirittidei detenuti, non esistono.2. I detenuti sono tenuti a… I detenu-ti sono tenuti «ad alzarsi in piedi quan-do entra nella cella il direttore del car-cere» (il Regolamento del 1936 aggiun-ge «o il sorvegliante o un altro respon-sabile»), «a portar fuori il bugliolo tuttii giorni» eccetera.3. È vietato ai detenuti… È vietato aidetenuti «ostruire lo spioncino, salirein piedi sulle brande, sulle panche, av-vicinarsi alle finestre, posare qualsiasicosa sul davanzale delle finestre, parla-re ad alta voce, battere sul muro o co-municare con altre celle, tracciare segnio iscrizioni sui muri, turbare il silenziocarcerario» eccetera.4. È permesso ai detenuti… È permes-so ai detenuti «fare una passeggiataquotidiana nel cortile del carcere, dovesono liberi di muoversi in qualsiasi di-rezione; presentare reclami a qualsiasiistanza dello stato, giudiziaria o del par-tito» eccetera (v. reclami 5).5. Chi firma il regolamento interno?Sotto il testo del Regolamento interno fi-gura la firma del capo della Direzione car-ceri. Negli anni Trenta ricopriva que-

st’incarico il commissario di primo ran-go della Sicurezza dello Stato, Vejnstok.Nel 1938, in tutte le celle di tutte le carce-ri dell’Unione Sovietica appare da ungiorno all’altro un nuovo regolamentoperfettamente identico al precedente,ma con la firma di un nuovo direttore:Antonov. Dopo qualche mese è di nuovosostituito da un altro regolamento, sem-pre uguale, firmato semplicemente: «Ca-po della Direzione carceri», senza nome.6. Il regolamento del 1972. Con l’or-dinanza n. 20 dell’Mvd dell’Urss del 14gennaio 1972 si vara un nuovo regola-mento interno, che praticamente nonsi distingue dai precedenti.

REKORDIST (rekordist)Parola adoperata nel lager al posto distachanovista o lavoratore d’assalto (v.compagno 1).

RELIGIOSO (religioznik)Laico accusato o condannato per la suafede o attività religiosa (v. bigotto, eccle-siastico, monaca). Nota: alla fine deglianni Cinquanta fanno la loro appari-zione dei campi appositamente riserva-ti ai religiosi e ai sacerdoti.

RENITENTE (otkazcˇik)Detenuto che si rifiuta di lavorare (v. fu-cilazioni di massa 15.2, rifiuto 1).

REO DI DELITTI CONTRO LO STATO(gosudarstvennyj prestupnik)Dai primi anni Quaranta alla fine deglianni Cinquanta, persona condannataper reati contro lo Stato, banditismo ec-cetera. In alcuni isolatori politici, quan-do gli chiedono il nome, il condannatodeve rispondere: «Reo di delitti controlo Stato tal dei tali». Nelle carceri del-

RREEKKOORRDDIISSTT

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nev e decine di capi bolscevichi con-dannati con i processi di Mosca, le au-torità ritengono politicamente conve-niente pronunciare la loro riabilitazio-ne postuma.3. Si sono visti casi isolati di riabilitazio-ne anche sotto Stalin. Per esempio, nelcampo di Noril’sk, dal quale sono passa-ti circa mezzo milione di detenuti tra il1936 e il 1948, ci sono state cinque o seiriabilitazioni di delinquenti comuni euna riabilitazione di un politico, tutteper vizio di forma. Nota: poiché i casi giu-dicati dall’Oso non dipendono dalle au-torità giudiziarie, nessuna persona con-dannata dall’Oso è mai stata riabilitata.L’autore è anche a conoscenza di un casoin cui, mentre un politico condannatoda un collegio militare era stato riabilita-to, sua moglie, condannata dall’Oso co-me «membro della famiglia», è rimastanel lager dopo la liberazione del marito.

RICERTIFICAZIONE (perekomissovka)Rivalutazione periodica dell’attitudineal lavoro dei detenuti in vista dell’inse-rimento in una categoria superiore (v.certificare). Si adotta quando non è pre-visto nessun arrivo di detenuti «freschi»che possano sostituire gli inabili al lavo-ro, per esempio quando in inverno, nelGrande Nord i fiumi, unico mezzo di co-municazione, non sono navigabili.

RICOMPOSIZIONE DELLA CELLA(rasformirovanie kamery)Misura di sicurezza adottata sistemati-camente nelle carceri allo scopo di im-pedire il formarsi di gruppi solidali didetenuti. Può anche essere adottata co-me provvedimento repressivo (v. pleni-potenziario operativo 6.2).

1.1. La ricomposizione della cella av-viene da una a tre volte al mese. Di so-lito l’8-10% dei detenuti è prelevato etrasferito in altre celle. Ai detenuti stes-si viene chiesto di compilare un elencodegli abitanti della cella: a tale scopo ri-cevono un foglio di carta e una matita(non copiativa!), che spesso viene uti-lizzata per trarne pezzetti di grafite concui si fabbricano matitine in miniatura(là dove sono proibite). 1.2. Nelle carce-ri giudiziarie l’amministrazione deveprestare particolare attenzione che la ri-composizione delle celle non faccia in-contrare dei coimputati, cosa che acca-de molto raramente.2. In occasione di questi rimescolamen-ti si ha uno scambio di informazioni.Nelle carceri giudiziarie accade di sape-re da terzi come sta procedendo l’istrut-toria di un coimputato. Gli inquirentiutilizzano la ricomposizione della cellaper infiltrarvi una chioccia (v.).

RIDERE (smejat’sja)1. «Ride chi è forte»: il forte ha sempreragione e quindi se la ride di tutti. 2.«Per uno che ride, novantanove pian-gono»: l’allusione è al plenipotenziariooperativo o al blatnoj.

RIEDUCAZIONE (perevospitanie)Vedi adattamento alla comunità di lavo-ro, capire.

RIFIUTO (otkaz)1. Rifiuto di lavorare. Poiché il lavoro èla base del sistema penitenziario sovieti-co, ogni rifiuto di lavorare è severamen-te punito. 1.1. La risoluzione del Com-missariato del popolo alla Giustizia del23 luglio 1918 «Sulla privazione della li-bertà» dispone che ogni individuo che

RRIIFFIIUUTTOO

RESPONSABILE DI CELLA(dezˇurnyj po kamere)I detenuti ricoprono questa funzione aturno. Il responsabile è incaricato diprovvedere alla pulizia della cella e di ri-spondere alle domande delle autorità(v. domande?, starosta).

RESPONSABILITÀ COLLETTIVA(kru govaja poruka)Il principio della responsabilità colletti-va, ovvero la pratica di prendere ostag-gi e cioè il principio della punibilità perazioni commesse da altri, è menziona-to ufficialmente solo nei primi anni delpotere sovietico. In seguito la responsa-bilità collettiva entra nella pratica so-vietica pur non essendo più chiamataper nome, ma con l’espressione «man-cata delazione» (v.).1. «Per prevenire le evasioni può essereintrodotto il principio della responsabi-lità collettiva» (Risoluzione dell’Snk«Sui campi di lavori forzati», SU 1919,SU 20:235, art. 38). 2. La risoluzione del Consiglio del lavo-ro e della difesa del 15 febbraio 1919impone alla Vck di prendere in ostaggioi contadini delle località dove lo sgom-bero della neve dai binari ferroviari«non avviene in maniera soddisfacente[...] se lo sgombero non sarà completa-to, saranno fucilati» (Dekrety Sovetskojvlasti, IV, Moskva, 1968, p. 167). 3. Oltre 100 persone arrestate prima del-l’assassinio di Kirov (v.) furono proces-sate per direttissima e condannate allapena capitale; la condanna fu subitoeseguita («Pravda», 4 dicembre 1934).

REVISIONE (peresledstvie, peresmotr)Nuova istruttoria di un caso già giudi-cato, di solito per vizio di forma; talvol-

ta, del tutto inaspettatamente per ilcondannato, e comunque molto di ra-do, in seguito a ricorso (v. reclami 4, 5).Non è mai stato riesaminato neppureun caso giudicato da un organo extra-giudiziale (trojka, Oso). Il riesame di-pende dagli organi giudiziari o dallaProcura, ma può essere indotto dalleautorità del partito. Per esempio, dopola disfatta dell’Armata rossa nel 1941,Stalin ordina la revisione dei processi dimolti generali condannati, così come laloro liberazione, in particolare quella diRokosovskij. Nel 1956 la direzione delpartito giudica politicamente utile ri-abilitare i milioni di vittime delle pur-ghe staliniane e ordina la revisione inmassa dei loro processi.

RFI, ESAURIMENTO FISICO INTENSO(Rfi, rezkoe fizicˇeskoe istosˇcˇenie)Formula introdotta alla fine degli anniTrenta. Sui certificati di morte dei dete-nuti, tale sigla indica con discrezione lacausa del decesso (v. distrofia).

RIABILITAZIONE (reabilitacija)1. Di regola, i condannati per reati poli-tici (contro lo Stato) non hanno alcunaprobabilità di essere riabilitati, poichénel loro caso l’andamento dell’istrutto-ria e la condanna sono state concorda-te in anticipo con le autorità del parti-to. La riabilitazione è possibile solo inseguito a mutamenti della situazionepolitica e non costituisce la rettifica diun errore giudiziario (v. sbagliarsi).2. Dopo la morte di Stalin i suoi succes-sori condannano il «culto della perso-nalità» e promuovono la riabilitazionedi massa delle vittime dello stalinismo.Nel 1988, trentacinque anni dopo l’ese-cuzione di Bucharin, Zinov’ev, Kame-

RREEVVIISSIIOONNEE

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bia spesso nome, ma resta una costantedel sistema.3. La ripetizione della condanna riguar-da certe categorie di ex detenuti politi-ci, i condannati per banditismo eccete-ra. Agli inizi, i ripetenti sono condan-nati a pene da 3 a 5 anni, a volte 2. Do-po il Grande terrore, devono scontare8, poi 10 anni. Con la seconda purgadel 1947-49, la pena diventa di 10, 15 o20 anni. Nota: nel 1939, l’autore ha in-contrato dei ripetenti che non avevanopraticamente lasciato i campi e le carce-ri da vent’anni, senza essere mai staticondannati a più di 8 anni di seguito.

RISOLUTAMENTE INCAMMINATOSULLA VIA DELLA CORREZIONE(tvërdo vstavsˇij na put’ ispravlenija)1. Espressione usata ufficiosamente dal-l’amministrazione penitenziaria fin da-gli anni Quaranta per designare i dete-nuti che collaborano con essa (v. delato-re 1.2). In seguito, l’espressione apparenei testi ufficiali: un decreto del Sovietsupremo del 5 maggio 1961 istituisce lapena di morte per «i recidivi particolar-mente pericolosi» che terrorizzano i lo-ro compagni «risolutamente incammi-nati sulla via della correzione» (v. auto-difesa, delatore 2, recidivo particolarmentepericoloso).2. La condotta dei condannati «risolu-tamente incamminati sulla via dellacorrezione» è riconosciuta d’ufficio co-me «irreprensibile», e il loro atteggia-mento verso il lavoro «onesto», il che,secondo l’ITK-70, li autorizza ad acce-dere ad alcuni benefici (v. appendice 6 c-f). Tuttavia, è sempre il plenipotenzia-rio operativo che decide ciò che è «irre-prensibile» e «onesto» (v. capire, colonie2.2, 6.1, gobba 2).

3. «Non puoi accollarmi una nuova ac-cusa per un’inezia, capo, proprio ades-so che sono risolutamente incammina-to sulla via!» dichiara all’oper un delin-quente sorpreso in flagrante.

RITIRATA (otboj)Il segnale di riposo viene dato alle22:00. In cella di rigore un’ora più tardi.1. Nei campi è indicata da alcuni colpisu una rotaia appesa davanti al coman-do. Dopo la ritirata non si può più usci-re dalle baracche. 2. In carcere la ritirata è annunciata dalsorvegliante cella per cella. In alcunipenitenziari da uno sfarfallio della lam-padina (v. sveglia).

RIVENDICAZIONE (trebovanie)L’amministrazione penitenziaria nontollera rivendicazioni da parte dei dete-nuti, che possono solo «chiedere». Lerivendicazioni sono prese in considera-zione dalle autorità solo in caso di rivol-ta, fino a quando questa non sia statasedata (v. scioperi 4).

ROBA (vesˇcˇi)1. Effetti personali che il detenuto ha ildiritto di tenere con sé in cella o nellabaracca. Sono chiamati anche stracci,carabattole, merce eccetera.2.1. «Prepararsi con la roba!» oppure«Con la roba!»: quest’ordine significache il chiamato sarà trasferito altrove,per esempio in un’altra cella, in cella dirigore o in ospedale (v. sˇizo) 2.2. Nelcarcere giudiziario, a seconda dell’anda-mento dell’istruttoria, può significare iltrasferimento in un edificio speciale peressere sottoposto a tortura (v. Lefortovo3, Suchanovka 2) o in una cella appositaper coloro che attendono il processo odevono conoscere la sentenza pronun-

RROOBBAA

rifiuti di lavorare «non potrà uscire dalcarcere, anche se ha scontato la pena in-flitta dal tribunale, fino a quando con ilsuo lavoro non avrà rimborsato le spesedel suo mantenimento». «Se rifiuta, gliviene ridotta la razione e, infine, è trasfe-rito in isolamento (carcere speciale)»(SU 53:598, art. 28). 1.2. La risoluzionedel Comitato esecutivo centrale dellaRsfsr «Sui campi di lavoro coercitivo» del17 maggio 1919 decreta che il rifiuto dilavorare venga punito «in virtù di unadisposizione speciale» (SU 20:235, art.40). 1.3. Secondo una disposizione se-greta dell’Ogpu del 28 novembre 1933,chiunque si rifiuti di lavorare deve esse-re inviato nei campi dell’estremo Nord.1.4. A partire dal Grande terrore, il rifiu-to di lavorare è considerato «un atto disabotaggio controrivoluzionario dell’e-dificazione del socialismo» e punito aisensi dell’articolo 58-14. Nella maggio-ranza dei casi, ciò riguarda i delinquenticomuni recidivi che così non solo do-vranno scontare 10 anni supplementari,ma rientreranno nella disprezzata cate-goria dei politici. A partire dai primi an-ni Quaranta, il terzo rifiuto di lavorare èpunito con la pena di morte (v. fucilazio-ni di massa 18.1-2). 1.5. In virtù dell’ar-ticolo 40 dell’ITK-70, per qualunque ri-fiuto sistematico di lavorare, oltre allepunizioni abituali, il renitente si vedeprelevare direttamente dal conto perso-nale le spese del suo mantenimento (v.mancata uscita al lavoro 3).2. Il documento che attesta il rifiuto dilavorare. È redatto da un rappresentan-te dell’amministrazione e serve a giusti-ficare l’invio in cella di rigore, con leconseguenze che ne derivano. Spessocontiene la formula «si rifiuta sistema-ticamente di lavorare» che, corrispon-dente o meno alla verità, assicurerà una

punizione più severa. Il rifiuto è obbli-gatoriamente controfirmato da un in-fermiere, a conferma che il renitente èidoneo al lavoro (v. norma 7.2).

RIFORMATORIO (reformatorij)Citato tra i luoghi di privazione della li-bertà nella risoluzione del Commissa-riato del popolo alla Giustizia del 1918«Sulla privazione della libertà» (SU53:598, art. 3-2). In un decreto del Con-siglio dei commissari del popolo del1920 «Sui casi riguardanti minori», ilCommissariato del popolo alla Giustiziasi ripromette, con il Commissariato delpopolo all’Istruzione, di organizzare dei«riformatori» per i minori (SU 13:83,art. 3). A partire dal 1924, questo tipo diistituto non viene più menzionato. Lo«Statuto del Primo riformatorio russoper giovani da 17 a 21 anni» è stato pub-blicato dalle «Izvestija» l’11 luglio 1918.

RIPARTITORE (narjadcˇik)Impiegato incaricato della distribuzio-ne della manodopera del campo. Hal’opportunità di trarne numerosi van-taggi. I ripartitori possono essere dei de-tenuti comuni (v. imboscato).

RIPETENTE (povtornik)1. Condannato per la seconda volta conaccuse varie, in seguito a un processotruccato. In genere, il ripetente è con-dannato per lo stesso reato della primavolta, per lo più in absentia (v. arresti dimassa 37, trattenuto).2. I ripetenti appaiono a partire dagli an-ni Venti: la seconda condanna viene ap-plicata quando il regime sovietico si cre-de minacciato, spesso in previsione dimisure economiche, sociali o politiche(v. arresti di massa 33). Il fenomeno cam-

RRIIFFOORRMMAATTOORRIIOO

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SSAALLAARRIIOO

SABATO COMUNISTA (subbotnik)In Urss, i sabati comunisti sono giornatedurante le quali i cittadini lavorano gra-tuitamente per la collettività. Nei campi,l’amministrazione vi fa ricorso quandovuole far eseguire dei lavori straordinari:pulizie, spalatura della neve eccetera.Tuttavia il termine non appare mai neidocumenti ufficiali, per evitare il sacrile-gio e non offendere la memoria di Lenin,iniziatore del sabato comunista, quandoassieme ai compagni aveva spazzato per-sonalmente il cortile del Cremlino (v.compagno 1, rekordist).

SABOTAGGIO CONTRORIVOLUZIO-NARIO (kontrrevoljucionnyj sabotazˇ)Termine introdotto dalle Norme sui rea-ti contro lo Stato (SZ 1927, 12:123) edentrato nel codice penale del 1926 (art.58-14). Le pene previste per il sabotaggiocontrorivoluzionario possono arrivarealla fucilazione (v. danneggiatore, sabota-tore, sigle).

SABOTATORE (sabotazˇnik)1. A partire dal 1919, i bolscevichi attri-buiscono agli ingegneri e ai tecnici la re-sponsabilità dei fallimenti economicidovuti alla loro incompetenza. Questi

ingegneri vengono arrestati come sabo-tatori (v. arresti di massa 4.1).2. Dal 1921 in poi, rientrano in questacategoria anche i contadini che si rifiuta-no di consegnare il loro raccolto (v. arre-sti di massa 3.3, 6.1, danneggiatore).

SACCHEGGIATORE (raschititel’)Detenuto in attesa di giudizio o condan-nato in base al decreto quattro/sei persaccheggio dei beni dello stato o benipubblici (v. arresti di massa 16, fucilazio-ni di massa 12, quattro/sei, sette/otto).

SACCO DI PIETRA (kamennyj mesˇok)1. Nome popolare del carcere (v. carcere 6).2. Celle di rigore delle Solovki. Oltre chenelle celle di isolamento «normali», i de-tenuti vengono rinchiusi in nicchie sca-vate dai monaci nei muri del monastero,talmente strette che un uomo di corpora-tura normale deve esservi ficcato dentroa forza. In un sacco di pietra non ci si puòmuovere, né raddrizzarsi (v. cella di rigore1.2, 8, Solovki 9.1).

SALARIO (zarplata)Alla fine degli anni Cinquanta, questotermine sostituisce quello di «premio diproduzione», in seguito alla firma da

S

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ciata in absentia dall’Oso: gli imputatisono infatti tenuti all’oscuro di ciò cheli aspetta e non devono conoscere l’esi-to del processo dei prori compagni. Al-cuni compagni di cella si affrettano arammentare al convocato la promessadi mettersi in contatto con le loro fami-glie (v. vaglia postale 3). Altri si accorda-no sulla possibilità di comunicare lasentenza ricevuta (v. corrispondenza5.1). Altri ancora si stringono la manoin silenzio. 2.3. L’isolamento e la man-canza di informazioni sono tali che icompagni rimasti in cella cercano di in-dovinare quale sarà il destino del con-vocato basandosi sui dati più insignifi-canti: l’hanno portato via di giorno o dinotte? Prima o dopo la distribuzione delcibo? Con la scodella del carcere o sen-za? Si è sentito che hanno ordinato dilasciarla oppure l’ha portata con sé? L’-hanno condotto a destra o a sinistra delcorridoio? E così via. Di solito alcuni de-tenuti incollano l’orecchio alla portaappena richiusa. 3. «Con la roba al bugliolo!»: vecchioscherzo carcerario. In una grande cellapiena zeppa di gente, qualcuno, standosulla porta, grida all’improvviso il co-gnome di un compagno. Tutti ammuto-liscono di colpo. Quando, impalliden-

do, il chiamato risponde, il buontem-pone gli dice: «Con la roba al buglio-lo!». Secondo il galateo del carcere è ri-tenuto uno scherzo di cattivo gusto, so-prattutto in un carcere giudiziario. 4. «Prepararsi tutti con la roba!» oppu-re «Tutti con la roba!»: quest’ordine si-gnifica per lo più una perquisizione (v.),oppure un semplice trasferimento in al-tro luogo.

ROMANZIERE (romanist)1.Nel gergo dei delinquenti e dei campi,chi sa raccontare storie. Le storie roman-tiche che narrano di principi e principes-se sono estremamente apprezzate, so-prattutto tra i criminali e le canaglie, cheadorano i romanzi di Dumas o di Eugè-ne Sue. L’ultimo fraer (v. fesso) non hanulla da temere dalla malavita se è unbuon romanziere. Nota: Salamov ha de-dicato molti racconti al fenomeno deiromanzieri nei campi (V. Salamov,Essaissur le monde du crime, Paris, 1993).2. Persona che durante gli interrogatoriinventa dei romanzi, vale a dire confes-sioni fantasiose e prolisse, fatali ad altrie spesso a lui stesso (v. coda).

R/S (r/s)Vedi forza lavoro.

RROOMMAANNZZIIEERREE

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parte dell’Urss di accordi internazionalisecondo i quali ogni lavoro non salaria-to ha il sapore della schiavitù (v. premiodi produzione 4).

SANDRINO DI FERRO (zˇeleznyj Surik)Soprannome dato ad Aleksandr Selepin,capo del Kgb dal 1958 al 1961, per ana-logia con Dzerzinskij, noto nell’agiogra-fia ufficiale come “Feliks di ferro”.

SAPERE (znat’)«Chi sa troppo, invecchia presto»: me-glio non sapere niente, per non dover te-stimoniare e avere a che fare con la giu-stizia. «Abito in fondo al villaggio, non soniente!»: risposta diventata proverbiale.

SAPEVA-MA-NON-HA-DETTO-NIENTE(znal-a-ne-skazal)Di solito si dice di qualcuno che non hadenunciato. Designa anche una personacondannata per mancata delazione (v.delatore, responsabilità collettiva).

SARASKA, SARAGA, OKB, UFFICIOPROGETTI SPECIALE (sˇarasˇka, sˇa-raga, Okb, osoboe konstruktorskoe bjuro)1. Definizione. Istituto segreto di ricercascientifica e progettazione, dove sotto ilcontrollo degli organi della Sicurezza del-lo Stato lavorano scienziati e ingegneri,di regola condannati per «sabotaggio del-l’edificazione del socialismo», «attentatoalla potenza difensiva dell’Urss» eccetera(v. caso di Sachty, partito industriale).2. Nascita delle saraski. All’inizio deglianni Venti, al fine di ripristinare l’indu-stria distrutta, l’Ogpu cedette in affittogli ingegneri e gli specialisti arrestati: leimprese dovevano versare all’Ogpu il 60-70% dello stipendio spettante agli spe-cialisti. Una scorta armata li conduceva

ogni giorno al lavoro e li riportava in car-cere; qualcosa di simile accadeva nellaParigi giacobina del 1792. Con il tempol’Ogpu propose ad alcune imprese di or-ganizzare sul loro territorio degli apposi-ti locali carcerari. 3. Rapido sviluppo. 3.1. In seguito gliorgani della Sicurezza dello Stato preseroa sfruttare direttamente i «propri» scien-ziati e ingegneri, organizzando le sˇara-sˇki, o uffici progetti speciali, e monopo-lizzando a poco a poco i lavori di ricercascientifica e, in parte, la produzione neisettori più importanti dell’industria bel-lica e nel campo della tecnica elettronicapoliziesca (v. Solovki 7.1). 3.2. Per esem-pio, all’inizio degli anni Trenta i micro-biologi detenuti nell’ex convento fem-minile di Suzdal’ misero a punto delle ar-mi batteriologiche. Le sˇarasˇki più fa-mose si trovavano a Mosca, Rybinsk, Bo-l’sino, Taganrog (aviazione; v. Seliger). 4. Organizzazione. A partire dalla metàdegli anni Quaranta tutte le sˇarasˇkipassano sotto il controllo di una direzio-ne speciale dell’Mgb, che monopolizza illavoro di ricerca scientifica per i bisognidell’esercito e della polizia (v. Gulag 3.4).Gli specialisti e gli scienziati che lavora-no nelle sˇarasˇki, in alcuni casi persona-lità di fama mondiale, «lavorano per larazione», seppure migliorata rispetto aquella normale (v. razione 8.5); inoltrehanno il diritto e la possibilità di manda-re vaglia a casa. La corrispondenza è con-sentita solo con i parenti più prossimi,che tuttavia non sanno di cosa si occupi-no i loro cari e dove si trovaino (v. indi-rizzo del detenuto 3.1). Ma in alcune sˇa-rasˇki a singoli detenuti sono consentitianche i colloqui. Un elenco delle sˇarasˇ-ki esistenti alla fine degli anni Settanta èriportato in UdSSR Reiseführer durch Ge-fängnisse..., Uhldingen, 1980, p. 346.

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5. La saraska nella letteratura. Alla de-scrizione della vita nella sˇarasˇka sonodedicate alcune opere, fra cui il romanzodi Solzenicyn Il primo cerchio (Milano,1970), Tupolevskaja sˇaraga di Saragin (G.Ozerov), Utoli moi pecˇalidi Lev Kopelev ealtre.

SBAGLIARSI (osˇibat’sja)«Il Kgb non si sbaglia mai». Proprio comela Ceka, il Gpu, l’Nkvd, l’Nkgb, l’Mgb el’Mvd. Si trova anche l’espressione: «Gliorgani non si sbagliano» e «Se ti arrestano,è perché sei colpevole» (v. detenuto in atte-sa di giudizio 1,Oso 9.1, riabilitazione 1).

SCALA ALIMENTARE, SCALA DELLA FAME (sˇkala pitanija, sˇkala goloda)Sistema differenziato dell’alimentazionedei detenuti a seconda non tanto dall’ef-fettiva realizzazione della norma, quan-to dei valori riportati nel rapporto (v. rap-porto 4.1). La scala alimentare fu propo-sta verso la metà degli anni Venti dal de-tenuto Naftalij Frenkel’ alle isole Solov-ki. Già all’inizio degli anni Trenta era dif-fusa in tutti i campi dell’Urss (v. marmit-ta). Frenkel’ divenne uno dei capi delleSolovki. Dopo la liberazione lavorò nel-l’Nkvd e morì a Mosca, con il grado di ge-nerale, negli anni Settanta.

SCANSAFATICHE (filon)Chi cerca in ogni modo di sottrarsi al la-voro. Negli anni Venti, i detenuti deicampi delle Solovki interpretano la paro-la filon come un acronimo di Fiktivnyj In-valid Lagerej Osobogo Naznacˇenija, “inva-lido fittizio dei campi a destinazione spe-ciale” (v. kantovka, tufta 2).

SCEGLIERE I BISCOTTI(perebirat’ pecˇen’e)Quando un detenuto classificato comeidoneo al lavoro leggero (Lft) reclama unlavoro corrispondente alla sua categoria,riceve di solito questa risposta: «Ti avreimandato a scegliere i biscotti, ma biscot-ti non ce ne sono, e invece c’è da scava-re delle fondamenta» (v. Tft 3).

SCHIOCCO (sˇcˇëlkanie)1.1. Il sorvegliante che accompagna il de-tenuto all’interno del carcere fa schiocca-re le dita o la lingua a mo’ di avvertimen-to, per evitare incontri fortuiti con dete-nuti di altre celle (v. faccia al muro!). 1.2.In alcune carceri, per esempio a Butyrki,invece dello schiocco, l’accompagnatorebatte la chiave contro la fibbia della cin-tura. In ogni carcere il metodo di segna-lazione, scelto una volta per tutte, è rima-sto invariato per decenni. 2. Far schioccare l’otturatore del fucilealle spalle del detenuto è un metodo uti-lizzato da alcuni soldati della scorta perfargli affrettare il passo.

SCIALACQUATORE (promotcˇik)Detenuto al quale, durante l’inventario,risulta mancare qualcuno degli oggettiche gli sono stati assegnati e che sono ri-portati nel registro del materiale in dota-zione (v. sperpero). 1.1. Il detenuto deverimborsare il prezzo dell’oggetto man-cante. Originariamente nel valutarlo si te-neva conto dell’usura, poi si cominciò arichiedere il prezzo di un oggetto nuovo.1.2. Dati i problemi di approvvigiona-mento, la popolazione libera compera vo-lentieri le cose rubate nel lager e perciò dal1924 «si esige il vero prezzo di mercato»,superiore a quello statale (ITK-24, art.

SSCCIIAALLAACCQQUUAATTOORREESSAANNDDRRIINNOO DDII FFEERRRROO

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amnistia 5.3) suscita l’indignazione dicentinaia di migliaia di detenuti dei cam-pi speciali. Nel 1953 scoppiano rivolte indiverse parti dell’Urss: a Vorkuta e a circa2.000 km più a est, a Noril’sk; a Tajset, inSiberia orientale, e in Kazachstan (a Kin-gir nel maggio-giugno 1954, a Ekibastuz ea Dzezkazgan nel giugno dello stesso an-no), e di nuovo a Vorkuta. In tutti i casi idetenuti sono indignati dai sempre piùfrequenti casi di guardie che sparano su diloro dall’alto delle torrette senza chel’amministrazione prenda provvedimen-ti, neppure quando ci sono delle vittime.Quasi ovunque ai detenuti politici insciopero si uniscono i criminali comuni.La stampa sovietica non ne parla. Perfinonella corrispondenza segreta non compa-re mai la parola “sciopero”, che non è pro-nunciata neppure nelle conversazioniprivate fra i cekisti. 3.2. L’amministrazio-ne si ritira dalle sezioni di lager in rivolta,ma la guardia esterna resta al suo posto. Idetenuti eleggono un comitato di sciope-ro che subito crea un affidabile serviziod’ordine e organizza tutti gli altri servizi.In tutte le sezioni di lager i comitati disciopero, pur non essendo collegati, assu-mono la stessa posizione: riconoscono lalegge sovietica, ma protestano control’arbitrio delle autorità locali; chiedonoun regime più mite nei campi speciali,equiparato a quello dei campi ordinariper detenuti comuni. Gli scioperanti di-chiarano che interromperanno gli scio-peri all’arrivo di una commissione gover-nativa da Mosca che ascolti le loro riven-dicazioni. Alcuni comitati stampano arti-gianalmente dei volantini che inviano,grazie a rudimentali aerostati, nel villag-gio del personale libero, per render noti imotivi e gli scopi dello sciopero. Moscainvia delle commissioni. 3.3. Nonostan-te le migliaia di chilometri che dividono

i campi in sciopero, i comitati avanzanoovunque le stesse rivendicazioni. Chie-dono alla commissione governativa di: 1)garantire che non si spari sui detenuti; 2)eliminare i numeri sugli abiti (v. appendi-ce 6 g); 3) non rinchiudere i detenuti nel-le baracche ed eliminare le sbarre alle fi-nestre (v. appendice 6 a); 4) ridurre la gior-nata lavorativa a nove ore (in alcuni cam-pi chiedono perfino la giornata lavorati-va di otto ore, come il proletariato euro-peo nel XIX secolo); 5) abolire le limitazio-ni alla corrispondenza con la famiglia (v.appendice 6 d); 6) ripristinare il computodelle giornate lavorative per lo scontodella pena; 7) eliminare la separazione frauomini e donne sul luogo di lavoro; 8)imporre all’amministrazione del campodi trattare più umanamente i detenuti; 9)eliminare i delatori (v. delatore; mattanza);10) estendere ai politici l’amnistia del 27marzo 1953 (v. amnistia 8); 11) migliora-re il vitto (v. appendice1, 2) e la qualità del-le uniformi e consentire ai detenuti di in-dossare abiti propri. 3.4. Le commissionigiunte da Mosca respingono il punto 7,ma promettono di caldeggiare l’approva-zione di tutti gli altri. Alcuni giorni dopoinformano gli scioperanti che Mosca haaccolto i punti 1-4. Poco dopo sono accet-tati anche i rimanenti, tranne il punto 6,che deve essere ulteriormente studiato.Gli scioperanti non ottengono alcuna ga-ranzia e la loro risolutezza si attenua.Molti avevano paura di scioperare fin dal-l’inizio. L’amministrazione riesce a to-gliere gli indecisi dai campi che hannoproclamato lo sciopero. Contro gli altriinvia truppe dell’Mvd, con mitragliatricie carri armati. In ogni sezione di lager larivolta è sedata a prezzo di decine e centi-naia di vittime. Lo stesso accade nelle se-zioni femminili. I sopravvissuti vannosotto processo: molti saranno poi fucila-

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119); nel 1933 si parla solo di «risarcimen-to del danno arrecato» (ITK-33, art. 79-4). 2. Dal 1936 un’istruzione segreta del Gu-lag fissava «un rimborso di 12,5 volte ilvalore dell’oggetto». Data l’esiguità deipremi di produzione e il valore dell’og-getto perduto, certi detenuti avrebberodovuto lavorare anche più di 500 anni.Alla fine degli anni Quaranta fu stabilitodi trattenere una somma pari a cinquevolte il valore dell’oggetto.3. Lo scialacquatore viene inserito in unapposito elenco e finché non avrà rim-borsato interamente la somma fissata, glisi assegneranno solo abiti vecchi (v. du-rata); lo spreco influisce inoltre negativa-mente sul giudizio in merito al suo «gra-do di ravvedimento».

SCIOPERI (zabastovki)1. Introduzione. 1.1. Avendo proclama-to che in Urss il potere appartiene ai lavo-ratori, i dirigenti del paese furono natu-ralmente costretti a negare l’esistenza de-gli scioperi. Pochissimi in Urss avevanosentito parlare del grande sciopero di No-vocerkassk del 2 luglio 1962, e anche al-l’estero notizie in proposito cominciaro-no a filtrare solo otto anni dopo, benchéper le vie della città fossero state uccisedalle truppe alcune centinaia di persone.1.2. Un segreto ancora più fitto circondagli scioperi nei lager: non li si chiama pernome neppure nelle comunicazioni se-grete (v. interruzione della produzione). Par-ticolarmente scarse sono le notizie sugliscioperi nei lager fino alla metà degli an-ni Trenta, mentre si hanno informazioniabbastanza dettagliate sui grandi sciope-ri del 1953-55; molti protagonisti di que-ste agitazioni si ritrovarono in seguito al-l’estero. Gli scioperi nei lager assumono

diverse forme: scioperi della fame collet-tivi, interruzione dei lavori o rivolte.2. Gli scioperi prima del 1953. 2.1. Nel1936 a Vorkuta circa 500 trockisti procla-mano lo sciopero della fame, rivendican-do i diritti dei detenuti politici. Due annidopo, durante l’ennesima ondata di ter-rore, saranno tutti fucilati (v. fucilazioni diKasˇketin, fucilazioni di massa 15.2). 2.2.Nell’agosto del 1941, nei pressi di Lenin-grado, scioperano i detenuti inviati a sca-vare trincee. Reparti dell’Nkvd uccidonosul posto circa 300 persone. 2.3. Nel gen-naio del 1942 alcuni detenuti di una se-zione del Vorkutlag disarmano le guardiee fuggono nella taiga: vengono tutti ucci-si. 2.4. Nel 1946 in un campo del nord cir-ca 5.000 detenuti insorti sono sterminaticon il gas (S. Jurasov, «Na rubeze», 1952,5 [settembre], pp. 25-26). 2.5. Nel 1947,protestando contro l’arbitrio della dire-zione locale, scioperano gli ex soldati delfronte detenuti nei campi vicino a Igarka,sullo Enisej, e a Vorkuta. La direzione li fatrucidare dai criminali recidivi, che poivengono a loro volta fucilati. 2.6. Nellostesso anno scoppia la rivolta nelle stivedel battello Kim, che porta i detenuti allaKolyma. Con una temperatura inferioreallo zero, gli insorti vengono innaffiaticon gli idranti. Nel porto di Magadan so-no poi scaricate diverse centinaia di cada-veri congelati, mentre molti sopravvissu-ti sono ormai degli invalidi. 2.7. Nel set-tembre del 1948 a Vorkuta l’ex tenentecolonnello sovietico Mechteev e altri po-litici liberano migliaia di detenuti, anchecomuni, e insieme a parte del personalelibero del campo fuggono verso il nord-ovest degli Urali. Sono mitragliati da unaereo. Sopravvivono circa 40 persone. 3. I grandi scioperi del 1953-55. 3.1. L’e-sclusione dei detenuti politici dall’amni-stia emanata dopo la morte di Stalin (v.

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zo giorno lo portano in ambulatorio perl’alimentazione forzata a metà giornata,e dal sesto giorno anche alle 17:00. Fin-ché dura lo sciopero della fame, il dete-nuto non può uscire né per l’ora d’ariané per fare il bagno. 3. Alimentazione forzata. Si tratta disomministrazione di cibo liquido trami-te una sonda introdotta nello stomacoattraverso la bocca. Se il paziente serra lemascelle, lo costringono a rilassarle pre-mendole forte con un oggetto duro. Incaso di accanita resistenza, fanno indos-sare la camicia di forza e introducono lasonda per via rettale. Poiché di solito chiproclama lo sciopero della fame vuolelottare per i propri diritti, e non tentare ilsuicidio, sono pochi quelli che oppongo-no resistenza. Se l’infermiera immergeprima la sonda in un liquido, essa passe-rà in modo indolore, a condizione che ilpaziente la stringa subito forte con le lab-bra, per evitare di inghiottire aria, il cheè molto doloroso. Non si avverte né il gu-sto, né la quantità del liquido introdotto,e neppure la temperatura, dato che il li-quido è riscaldato a temperatura corpo-rea. Secondo l’istruzione della Direzionesanitaria, il liquido deve essere costituitoda un quarto di litro di latte tiepido conzucchero e burro. Con il tempo lo si so-stituisce sempre più spesso con semoli-no, una piccola quantità di zucchero eacqua bollita. Scioperi della fame fre-quenti o prolungati causano danni irre-versibili all’organismo. L’autore sa di unosciopero della fame durato 72 giorni. 4. Misure amministrative. Il direttoredel carcere o del campo è informato ilgiorno stesso di ogni sciopero della fame.Con il passare dei giorni, vengono infor-mati gradi sempre più alti delle gerarchiedell’Nkvd-Mvd e della Procura. I tempi ele tappe di questo iter sono fissati da istru-

zioni segrete, ignote allo scioperante, chequindi cerca di resistere il più a lungo pos-sibile, sperando che il caso giunga final-mente a conoscenza di un’autorità conpotere decisionale in materia. Senza scio-pero della fame di solito è inutile presen-tare reclamo (v. reclami 4.1-2, 5). Inoltreil detenuto ignora se l’ingiustizia controcui vuole protestare non sia stata autoriz-zata da qualche altra istruzione segreta (v.legalità socialista 1, 2, legge 2).5. Atteggiamento dell’amministrazio-ne. Le autorità sovietiche di qualsiasi li-vello sono abituate a considerare la mi-nima concessione come una sconfittadel potere. Se talvolta sono costrette adaccogliere le rivendicazioni di un dete-nuto, fanno di tutto perché ciò non ap-paia come una sua «vittoria» ma comeuna «semplice coincidenza». E alla primaoccasione si rimangiano tutto quello chesono state costrette a concedere (v. scio-peri 4.1). Solo una lotta ostinata e inces-sante permette di ottenere risultati dure-voli (v. sciopero della fame secco).

SCIOPERO DELLA FAME SECCO(suchaja golodovka)Sciopero della fame e della sete. Dettoanche «sciopero della fame nero», è rite-nuto più duro. Nota: all’autore è capita-to di fare sia lo sciopero della fame chequello della fame e della sete, ma non haavvertito nessuna differenza.

SCONTO DI PENA (zacˇëty)Vedi computo delle giornate lavorative.

SCORTA (konvoj)Guardia armata che accompagna gli arre-stati, i detenuti eccetera (v. lamentele, pre-ghiera, scorta di Vologda, senza scorta).

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ti, ma la maggioranza sarà inviata nellecarceri a regime o nei campi a regime spe-ciale con pene di 25 anni (v. Spassk). 4. Dopo gli scioperi del 1953-55. 4.1. Leconcessioni a cui il potere sovietico è sta-to costretto dalle circostanze sono rite-nute temporanee (v. sciopero della fame5). 4.2. Per qualche tempo dopo gli scio-peri i detenuti godono di un regime no-tevolmente più mite, ricevono un vittomigliore eccetera. Alcuni si stabilisconofuori della zona del campo insieme allafamiglia, come era consentito fare a certecategorie di forzati in epoca zarista. Ma apoco a poco si ristabilisce l’ordine sovie-tico e le autorità si rimangiano quasi tut-to: il punto 1 è respinto; il punto 2 è ac-colto, ma diciotto anni dopo un’istruzio-ne segreta del ministero degli Interni da-tata 1972 sostituisce i numeri con il co-gnome del detenuto cucito sull’unifor-me. Ben presto, oltre al cognome, è obbli-gatorio portare anche il numero del fasci-colo personale. Il punto 3 è inizialmenteaccolto, ma dalla fine degli anni Cin-quanta ricompaiono le sbarre alle fine-stre delle baracche, anche se solo per al-cune categorie di detenuti (v. locale per lasegregazione cellulare). Il punto 4 è accol-to; ma dopo la giornata lavorativa di ot-to ore sono previste altre due ore di lavo-ro non retribuito per «i servizi nel campoe nei terreni adiacenti» (ITK-70, art. 41).Inoltre è praticamente obbligatoria la fre-quenza delle lezioni di indottrinamentopolitico. I punti 6-9 sono respinti. Perquanto riguarda il punto 10, i decreti del17 settembre 1955 e del 20 settembre1956 accolgono le principali richieste de-gli scioperanti (v. amnistia 6.2, 7.3). Per ilpunto 11 si ha un temporaneo migliora-mento, dopodiché tutto torna nella nor-ma. Dagli scioperi le autorità traggono ladebita lezione e nel 1962 il codice pena-

le della Rsfsr viene integrato con l’artico-lo 77-1, che prevede da 8 anni di reclusio-ne alla pena di morte per «azioni che dis-organizzino il lavoro degli istituti di lavo-ro correzionale» (VR 1962, 29:449).

SCIOPERO DELLA FAME (golodovka)1. Storia. Nei primi tempi i bolscevichinon considerano lo sciopero della famecome un «intervento controrivoluziona-rio contro il potere sovietico» e lo vieta-no solo alla fine degli anni Venti. Le pur-ghe staliniane del 1936-38 riempionocarceri e campi di folle di leali cittadinisovietici, che neppure si sognano di pro-clamare scioperi della fame: l’ultimogrande sciopero della fame di detenutipolitici del periodo staliniano risale al1936 (v. scioperi 2.1). Per molti anni taliscioperi non sono praticamente puniti.Chi li proclama viene trasferito in unacella singola. Alla fine di uno scioperodella fame prolungato si è ricoverati perqualche giorno nell’ospedale del carcere.Con l’inizio degli anni Sessanta tuttocambia. Chi proclama uno sciopero dellafame è rinchiuso in cella di rigore o nellosˇizo (v.). Inoltre, per punizione è trasfe-rito a un regime più severo e privato del-la corrispondenza, dei pacchi, dello spac-cio e dei colloqui. Nondimeno queste for-me di protesta diventano sempre più fre-quenti, e non di rado si tratta di scioperidella fame collettivi di solidarietà.2. Modalità. Lo sciopero comincia con ilrifiuto della razione di pane mattutina econ una dichiarazione orale, dopodichéal detenuto viene richiesto di scrivereuna spiegazione e solo a questo punto loscioperante è trasferito in una cella sin-gola o in cella di rigore, in isolatore disci-plinare eccetera. Nei giorni successivi,ogni mattina gli presentano la razione dipane e, in caso di rifiuto, a partire dal ter-

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SSCCOORRTTAA DDII VVOOLLOOGGDDAASSCCIIOOPPEERROO DDEELLLLAA FFAAMMEE

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2. Questo metodo è ugualmente impiega-to nelle carceri giudiziarie al fine di terro-rizzare il detenuto in attesa di giudizio,politico o comune, e costringerlo a colla-borare con l’inquirente (v. carcere 4.1).

SEDICESIMA COMPAGNIA(sˇestnadcataja rota)«Finire nella sedicesima compagnia» si-gnifica morire (v. tirare le cuoia). Nota: al-l’inizio degli anni Venti i detenuti delleSolovki erano suddivisi in 15 compagnie.Il cimitero era chiamato «la sedicesimacompagnia».

SEGRETATO (zasekrecˇennyj)Aggettivo inventato appositamente dal-la polizia politica all’inizio degli anniTrenta.1. Obiettivo segretato: contrariamenteagli impianti segreti (officina, fabbricaeccetera), di cui si conosce l’esistenza,anche se non l’attività, gli obiettivi se-gretati sono talmente nascosti al mondoesterno che solo gli iniziati sono al cor-rente della loro esistenza. Esistono dete-nuti segretati, carceri e campi segretati. Idetenuti sono totalmente isolati: nienteposta né giornali. Le famiglie sono infor-mate dalla direzione locale della poliziapolitica che il loro parente è stato con-dannato alla «detenzione senza dirittoalla corrispondenza» (v. campi senza dirit-to alla corrispondenza) . Quest’espressionepuò anche significare che il condannatoè stato fucilato. Generalmente, gli obiet-tivi segretati si trovano in luoghi lontanie deserti (v. carcere mimetizzato).2. Agente o impiegato segretato: personacontrollata che si è impegnata sotto giu-ramento a non divulgare i segreti di cuipuò venire a conoscenza nell’eserciziodelle sue funzioni.

SEGRETO DI STATO (gostajna)1. Anche in tempo di pace, la divulgazio-ne di un segreto di stato è punita con lamorte. Nell’UK-26 la pena capitale perquesto reato è prevista dagli articoli 58-1,58-6 e 193; nell’UK-60 dagli articoli 64,65 e 75. Un decreto del Soviet supremodell’Urss dell’11 gennaio 1984 estende leleggi sul segreto di stato al «segreto di ser-vizio» che il codice penale non menzio-nava fino ad allora (v. pena capitale).2. Quasi tutte le informazioni che non so-no state pubblicate dalla stampa possonocostituire segreto di stato. Anche un’in-formazione pubblicata dalla stampa loca-le, ma ignorata da Mosca, può conside-rarsi segreta (la stampa locale, in genere,non è distribuita nel resto del paese, poi-ché potrebbe rivelare dati segreti). E per-sino ciò che è stato pubblicato ufficial-mente a Mosca può diventare segreto distato, se nel frattempo i dirigenti hannocambiato idea. Ecco perché nelle biblio-teche pubbliche le collezioni della «Prav-da» e delle «Izvestija» dei primi decennidel regime non sono accessibili a tutti.3. I bollettini meteorologici di certe re-gioni dell’Urss chiuse agli stranieri costi-tuiscono segreto di stato, dato che po-trebbero essere utilizzati dagli imperiali-sti per un’invasione a sorpresa.4. Il lungo «Elenco delle informazioniche costituiscono un segreto di stato» siconclude all’articolo 14 con la frase «e al-tre informazioni che il Consiglio dei mi-nistri dell’Urss giudicherà non soggette adivulgazione» (SZ 1926, 32:213; «Izvesti-ja», 10 giugno 1947).

SELIGER (Seliger)Isola situata sul lago Seliger, a metà stra-da tra Mosca e Leningrado, sede, verso lametà degli anni Quaranta, di una sˇara-

SSEEMMIINNAATTOORREE DDII PPAANNIICCOO

SCORTA DI VOLOGDA(Vologodskij konvoj)«La scorta di Vologda non scherza»: può es-sere detto più o meno seriamente, a secon-da delle circostanze. Questo modo di direrisale alla metà degli anni Venti, quando idetenuti erano condotti nel nord dellaRussia (Solovki) e da Vologda li accompa-gnava una nuova scorta, delle Solovki, chesi distingueva per la brutalità e la facilitàcon cui ricorreva alle armi (v. Solovki 9.3).

SCORTA SPECIALE (speckonvoj)1. Scorta che accompagna al luogo di de-stinazione un detenuto o un piccolo grup-po convocato urgentemente, utilizzandoqualsiasi mezzo di trasporto (compresiaviazione civile, treni passeggeri eccetera)e accorciando così sensibilmente i tempidel trasferimento. A seconda della distan-za e dei mezzi di trasporto utilizzati, puòessere composta da 1 o 4 persone, che ve-stono talvolta abiti civili. Accade che do-po il trasferimento urgente di un detenu-to a migliaia di chilometri di distanza ci siaccorga che c’è stato un errore: allora il de-tenuto è ricondotto subito indietro, macon i normali mezzi di trasporto.2. Ogni scorta scelta appositamente peruna missione segreta, per esempio peraccompagnare persone al luogo di un’e-secuzione di massa (v. dekulakizzazione1.2, deportazioni di massa 7.1, fucilazionidi massa 18.2).

SCUOLA CHIMICA (chimicˇeskaja sˇko-la)Vedi misure speciali 2.

SCUOLA FISICA (fizicˇeskaja sˇkola)Vedi misure speciali 2.

SECONDA PURGA (vtoraja cˇistka)Vedi arresti di massa 33, bambini 3, 4, co-smopolita, ripetente.

SECONDA SEZIONE (vtoroj otdel)Equivale alla Sezione registrazione e smi-stamento (Uro), attiva fino all’inizio de-gli anni Trenta, e in alcuni campi anchepiù tardi.

SECONDO SPARO (vtoroj vystrel)Secondo il regolamento del servizio discorta, quando un detenuto esce dai ran-ghi senza esserne stato autorizzato, il sol-dato che lo scorta deve sparare un primocolpo di avvertimento in aria. Accade cheegli spari deliberatamente: un soldatoche uccide un detenuto «durante un ten-tativo d’evasione» riceve infatti un enco-mio e gode di una licenza supplementa-re. In tal caso, il primo colpo è per il de-tenuto e il secondo è sparato in aria, da-to che la formula «dopo un colpo di av-vertimento» deve figurare nel rapporto.L’inchiesta, obbligatoria, il più delle vol-te è puramente formale (v. preghiera 1).

SEDARE LE RIVOLTE NELLE CELLE(usmirenie kamery)1. Pratica applicata dall’amministrazio-ne, soprattutto nelle carceri destinate ai de-tenuti comuni. Per sedare una rivolta o deidisordini in una cella, le autorità vi trasfe-riscono un numero doppio di delinquen-ti del clan nemico e per qualche tempo noninterferiscono (v.guerra delle cagne). Alla fi-ne, si provvede a portar fuori i cadaveri econtro gli assassini si apre un nuovo pro-cedimento. La lista delle benemerenze deidelinquenti si arricchisce così di un’enne-sima condanna per assassinio, ed essi ri-scuotono anche un premio: una mancia-ta di tabacco o una razione di pane.

SSCCOORRTTAA SSPPEECCIIAALLEE

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sˇka dove lavorano scienziati, tecnici eingegneri aeronautici tedeschi, fatti pri-gionieri dai sovietici.

SEMICOLORATO (polucvetnoj)Persona vicina all’ambiente malavitoso,ma non ancora accolta al suo interno (v.colore 1, priblatnënnyj).

SEMINATORE DI PANICO (sejatel’ paniki)Formula dell’Oso grazie alla quale, du-rante la Seconda guerra mondiale, mi-gliaia di persone vengono inviate neicampi per 10 anni. Spesso sono conside-rati seminatori di panico quelli che an-nunciano l’avanzata dei tedeschi un po’prima della stampa sovietica.

SENTENZA SPECIALE DELL’OGPU(osoboe postanovlenie Ogpu)Formula che designa un giudizio pronun-ciato in absentia da un organo extragiudi-ziale: «Possono essere inviati nei campi dilavoro correzionale [...] i condannati daun tribunale [...] a una pena non inferio-re a tre anni, o le persone condannate conuna sentenza speciale dell’Ogpu» (SZ1930, 22:248, art. 2; v. Collegio della Vcˇk3, Collegio dell’Ogpu,Oso 7). Le condannea morte in base a queste sentenze furonoemesse fino a quando l’Ogpu non confluìnell’Nkvd dell’Urss nel 1934.

SENZA SCORTA(beskonvojnyj, beskonvojka)1. Detenuto munito di un lasciapassare.2. Gruppo o squadra di detenuti autoriz-zati ad andare al lavoro con un lasciapas-sare collettivo e a lavorare senza sorve-glianza armata.

SERPANTINKA(Serpantinka, Serpantinnoe)Carcere giudiziario dei campi della Koly-ma situato nell’omonima località, a qual-che centinaio di chilometri da Magadan.Noto per la crudeltà dei suoi inquirenti edel personale penitenziario. Nel 1938 al-la Serpantinka furono fucilati circa25.000 detenuti (v. fucilazioni di Garanin).

SERVILISMO NEI CONFRONTIDELL’OCCIDENTE(preklonenie pered zapadom)Vedi leccapiedi.

SERVIZIO DI LAVORO OBBLIGATORIO(trudovaja povinnost’)Introdotto con un decreto del Consigliodei commissari del popolo il 19 gennaio1920 per i lavoratori e le persone «che nonhanno un’occupazione utile». Si tratta so-prattutto di lavori agricoli, della costru-zione di strade eccetera (SU1920, 8:49).

SERVIZIO D’ORDINE INTERNO,GUARDIA INTERNA (samookaraulivanie, samoochrana, vnutrennjaja ochrana)Nei campi, servizio di guardia affidatoper un certo periodo ai detenuti. Istituitoper la prima volta sulle Solovki all’iniziodegli anni Venti, viene in seguito estesoagli altri campi. La guardia interna all’i-nizio è affidata a ex cekisti condannatiper reati comuni e, successivamente, aqualsiasi detenuto non politico, di prefe-renza ai condannati per reati militari. Ametà degli anni Trenta la guardia internaviene soppressa, ma rimane in alcunicampi fino all’inizio degli anni Quaranta(v. Solovki 3.2). Nota: i membri del servi-zio d’ordine interno, temendo di perdere

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il loro posto privilegiato, sono di solitomolto più spietati delle guardie libere.

SERVIZIO OPERATIVO CEKISTA (ope-rativno-cˇekistskoe otdelenie, operotdele-nie)Ufficio del plenipotenziario operativo diuna filiale di lager, di solito subordinatoalla Sezione operativa cekista.

SESSIONE FUORI SEDE (vyezdnaja sessija)Seduta di un tribunale fuori della sua se-de regolare. Nota: durante la Grande pur-ga, centinaia di migliaia di persone sonogiudicate dalle sessioni fuori sede delCollegio militare.

SESSIONE GIUDICANTE DEL COLLE-GIO DI VCK-GPU-OGPU (Sudebnoe za-sedanie Kollegii Vcˇk-Gpu-Ogpu)1. Organo abilitato a pronunciare con-danne all’espulsione, al confino, alla pri-vazione della libertà e alla pena di mortein assenza dell’imputato.2. La Commissione straordinaria panrus-sa (Vck) presso il Consiglio dei commis-sari del popolo della Rsfsr è costituita il 7(20) dicembre 1917, partendo da un ap-punto manoscritto di Lenin mai pubbli-cato ma citato per esteso da Martin Lacis,membro del collegio della Vck, sulle «Iz-vestija» del 10 febbraio 1922.3. Le sessioni giudicanti sono presieduteda Dzerzinskij, presidente della Vck. Al-l’inizio vi prendono parte anche deimembri dell’Nkju e dell’Nkvd. Poiché irappresentanti del Commissariato delpopolo alla Giustizia appartengono tuttial Partito socialista rivoluzionario (men-tre quelli dell’Nkvd, come i membri del-la Vck, sono bolscevichi), alla fine vengo-no sostituiti.

4. Il 6 febbraio 1922 un decreto sopprimela Vck e la sostituisce con il Gpu (Direzio-ne politica di Stato), subordinato al Com-missariato del popolo agli Affari interni.5. Il 15 novembre 1922 il Gpu diventa Og-pu (Direzione politica di Stato unificata)presso il Consiglio dei commissari del po-polo. La sessione giudicante del Collegiodell’Ogpu conserva tutte le prerogativedegli analoghi organi del Gpu e della Vck.6. Verso la fine degli anni Venti, la sessio-ne giudicante del Collegio dell’Ogpuprende il nome di Oso (Commissionespeciale) presso l’Ogpu.7. Il decreto del 10 luglio 1934 istituisceil Commissariato del popolo agli Internidell’Urss, che «abolisce» l’Ogpu, assor-bendolo ed ereditandone le funzioni.

SETTANTA (semidesjatnik)A partire dagli anni Sessanta, accusato ocondannato, in virtù dell’articolo 70 delcodice penale del 1960, per propagandaantisovietica (v. detenuto politico 5.2).

SETTE/OTTO (sem’ vos’mych)Risoluzione del Cik e dell’Snk dell’Urssdel 7 agosto 1932 «Sulla tutela dei benidelle imprese statali, dei kolchoz e dellecooperative, e sul rafforzamento dellaproprietà collettiva socialista». Questa ri-soluzione prevede la pena di morte per ilfurto di beni pubblici o, in caso di circo-stanze attenuanti, 10 anni di lager. Vienepromulgata nel periodo in cui la classecontadina, rovinata dalla collettivizza-zione, è decimata dalla carestia (v. spi-ghe). L’autore ha incontrato in carcere unoperaio di Leningrado condannato a 10anni per aver ripescato dal mare un tron-co d’albero portato dalla marea. Centi-naia di migliaia di contadini e operai so-no stati spediti nei campi grazie a questa

SSEETTTTOORREE OOPPEERRAATTIIVVOO CCEEKKIISSTTAASSEENNTTEENNZZAA SSPPEECCIIAALLEE DDEELLLL’’OOGGPPUU

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legge. Nel testo delle amnistie proclama-te successivamente, si trova invariabil-mente la menzione «non si applica aicondannati in virtù della legge del 7/81932». Questo divieto scompare sola-mente dopo la morte di Stalin (VS 8 set-tembre 1953; v. quattro/sei, saccheggiato-re, ukaznik 1).

SETTORE OPERATIVO CEKISTA,TERZO SETTORE (opercˇast’,opercˇekistskaja cˇast’, tret’ja cˇast’)1. Ufficio di una sezione di lager o di uncarcere che rappresenta la Sicurezza del-lo Stato o gli Interni. Il direttore del set-tore operativo cekista è responsabile da-vanti alla sezione operativa, e non al di-rettore dell’istituto penitenziario doveopera (v. plenipotenziario operativo 3).2. A differenza degli altri uffici amministra-tivi della sezione di lager, il locale del set-tore operativo cekista si trova all’esternodella zona recintata, in un piccolo edificioindipendente (v.cˇekista 2, perfida casetta).

SETTORE POLITICO (politcˇast’)Compare nelle sezioni di lager e nei carce-ri nel 1956. Negli anni Sessanta, sostitui-sce il settore culturale ed educativo (v. la-voro di istruzione politica, sezione politica).

SETTORE REGISTRAZIONE E SMISTAMENTO, URC(Ucˇëtno-raspredelitel’naja cˇast’, Urcˇ)In una sezione di lager, una colonia o unistituto correzionale, si occupa della regi-strazione e dello smistamento della ma-nodopera detenuta. Generalmente è di-retto da un impiegato libero. Gli ispetto-ri e i ripartitori, invece, sono quasi sem-pre detenuti (v. sezione di lager, sezione re-gistrazione e smistamento).

SETTORE SANITARIO (sancˇast’)Organismo responsabile dell’igiene e del-la salute dei detenuti di un istituto peniten-ziario: campo, carcere, colonia eccetera.1. Assistenza sanitaria. A partire dal1930, sono i settori sanitari ad avere la re-sponsabilità dell’igiene e della salute deidetenuti, all’inizio solo nei campi di con-centramento dell’Ogpu, poi in tutti gliistituti penitenziari del paese. Ogni sezio-ne di lager e ogni carcere hanno un setto-re sanitario, che dipende contemporanea-mente dalla direzione dell’istituto e dal re-sponsabile della Sezione sanitaria (v.).2. Il settore sanitario dipende unica-mente dall’amministrazione peniten-ziaria. All’inizio, l’igiene e la salute deidetenuti dipendono dal Commissariatodel popolo alla Sanità. Ma a partire daglianni Venti la direzione dei campi del-l’Ogpu crea un proprio servizio medico esanitario e fissa proprie regole, molto piùsvantaggiose per i detenuti di quelle delCommissariato alla Sanità. Ben prestoanche i campi dell’Nkvd e dell’Nkju si af-francano dal controllo del Commissaria-to del popolo alla Sanità.3. Peggioramento dell’assistenza sani-taria. 3.1. Il trasferimento della respon-sabilità dei servizi medici e sanitari allasola amministrazione penitenziaria com-porta il loro deterioramento sistematico.Negli anni Quaranta, inoltre, nel sistemaunificato dei campi dell’Nkvd si stabili-scono norme di assistenza medica chevariano a seconda della gravità delle pe-ne (v. campi speciali 3.3, Ktr 2.1, appendi-ce 5 b). 3.2. Al momento della riorganiz-zazione del sistema penitenziario neglianni Sessanta, l’assistenza medica e sani-taria dei detenuti resta di competenzadell’amministrazione penitenziaria e

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non del ministero della Sanità (benchéquest’ultimo vi sia formalmente coinvol-to). È, però, abolito il principio delle nor-me di assistenza medica in funzione del-la gravità della pena.4. Impiego di detenuti medici o infer-mieri. 4.1. All’origine, oltre ai medici eagli infermieri qualificati del Commissa-riato del popolo alla Sanità, si impieganoanche medici e infermieri detenuti (masolo nei campi, non nelle carceri). Que-sto avviene anche dopo che l’assistenzamedica e sanitaria passa sotto il control-lo del Gulag nel 1934. 4.2. Il responsabi-le del settore sanitario è generalmente unmedico o un paramedico libero; può es-sere eccezionalmente un detenuto, manon nei campi a regime severo come Ktre campi speciali, dove è strettamente vie-tato impiegare i detenuti secondo la loroqualifica. A partire dagli anni Sessanta,solo le persone libere possono esercitarela professione medica in un istituto peni-tenziario. Gli infermieri, in compenso,sono spesso dei detenuti, soprattutto nel-le carceri psichiatriche.5. Leggi e regolamenti. 5.1. 1918: com-pito del Servizio medico e sanitario deiluoghi di privazione della libertà è «gesti-re, insieme al Commissariato del popoloalla Sanità, che le concorda con l’assisten-za medica e sanitaria dei detenuti […] or-ganizzare ospedali e ambulatori» (SU53:598, sez. 5). 5.2. 1919: «La vigilanzagenerale sulle condizioni sanitarie [...] è acarico della Sezione sanitaria del Comita-to esecutivo locale [...] l’assistenza medi-ca ai detenuti è affidata a un medico e aun infermiere professionale nominatidalla Sezione sanitaria del Comitato ese-cutivo locale» (SU 20:235, artt. 20-23).5.3. 1924: «Le misure mediche e sanitarienei luoghi di reclusione e la vigilanza sudi esse sono di competenza del Commis-

sariato del popolo alla Sanità, con l’accor-do della Direzione generale dei luoghi diprivazione della libertà» (ITK-24, art.195). 5.4. 1930: «Ogni campo [dell’Ogpu]deve avere un settore sanitario». «L’assi-stenza medica è fornita ai detenuti dalpersonale medico dei campi […] i detenu-ti che devono essere ospedalizzati sono ri-coverati negli ospedali dei campi» (SZ22:248, artt. 5, 29; v. ospedale 3). 5.5.1933: «L’applicazione delle misure medi-che e sanitarie nei luoghi di privazionedella libertà che dipendono dal Commis-sariato del popolo alla Giustizia dellaRsfsr è affidata agli istituti di lavoro corre-zionale, sotto la responsabilità della Dire-zione generale degli istituti di lavoro cor-rezionale, sulla base di regolamenti ema-nati dal Commissariato del popolo allaSanità della Rsfsr» (ITK-33, art. 84). 5.6.Anni Quaranta: a partire dal 1943, l’assi-stenza medica fornita ai detenuti è in fun-zione della gravità della loro pena (v. cam-pi speciali 3.3, Ktr 2.1, zek 2). 5.7. 1970:«Nei luoghi di privazione della libertà siorganizzano i necessari istituti di cura […]le modalità dell’assistenza medica […] so-no definite dal ministero degli Affari in-terni e dal ministero della Sanità del-l’Urss» (ITK-70, art. 57). Vedi anche ma-lattie, ospedale, quote d’utilizzo della mano-dopera 1, testa 2, trattamento sanitario.

SETTORE SPECIALE (speccˇast’)In un istituto penitenziario, custodisce ifascicoli dei detenuti. La lista dei detenu-ti di cui dispone il settore speciale per-mette, dopo ciascun appello, di verifica-re le presenze. A questo settore spetta re-digere i documenti per i detenuti libera-ti. Fino agli anni Cinquanta, quando lapena di un controrivoluzionario o di uncriminale recidivo sta per scadere, il set-

SSEEVVZZEELLDDOORRLLAAGGSSEETTTTOORREE PPOOLLIITTIICCOO

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SSEEZZIIOONNEE SSPPEECCIIAALLEE

5. I detenuti dicono che “abitano” nellatale o talaltra sezione di lager, ma l’e-spressione ufficiale è «essere custoditi»(v. Golp, missione, filiale di lager).

SEZIONE DI LAGER CON CATENE (kandal’noe lagotdelenie)Così si chiamava nel 1943 la sezione dicampo di lavori forzati da dove i detenutierano condotti al lavoro in catene (v. Ktr 3).

SEZIONE DI LAGER DEGLI URALIDEL NORD DELL’USLON DELL’OGPU(Severo-Ural’skoe otdelenie Uslon Ogpu)Sezione del campo delle Solovki creatanel 1931 per la produzione di legname.Successivamente si sviluppa in due com-plessi indipendenti, il Sevural’lag e il So-likamlag, che saranno assorbiti dal Gu-lag nel 1934. All’inizio la Sezione degliUrali del Nord rifornisce soltanto l’Og-pu. Tristemente nota per il suo elevatotasso di mortalità (v. norma 7.2).

SEZIONE ISTRUZIONEPOLITICA, VPO(Vospitatel’no-politicˇeskij otdel, )VpoSi occupa del lavoro di istruzione politicanei campi di concentramento dell’Ogpu,dirigendo i settori culturali ed educativi(v. Kvcˇ, lavoro di istruzione politica).

SEZIONE LAVORI COERCITIVI DELL’NKVD(Otdel prinuditel’nych rabot Nkvd)Nei primi anni del potere sovietico la Se-zione lavori coercitivi distribuiva la ma-nodopera forzata secondo i piani e gliobiettivi del Commissariato del popoloal Lavoro. Nel 1922 fu sostituita dal Guprdell’Nkvd (v. lavori coercitivi 1, 2).

SEZIONE OPERATIVA CEKISTA, OCO,TERZA SEZIONE(Opercˇekistskij otdel, Ocˇo, Operativno-cˇekistskij otdel, operotdel, tretij otdel)Ufficio del plenipotenziario operativodel lager, che dirige l’attività dei plenipo-tenziari operativi delle sezioni di lager (v.cˇekista 2).

SEZIONE POLITICA (politotdel)In ogni Direzione di lager nel 1937 fucreata una Sezione politica, attraverso laquale il partito esercitava il suo control-lo su tutta la direzione, esclusa la sola Se-zione operativa cekista, con cui comun-que la Sezione politica collaborava stret-tamente. La Sezione politica non era sub-ordinata al direttore del campo, ma allaDirezione politica del Gulag a Mosca eassegnava alcuni compiti alla Sezioneculturale ed educativa (Kvo). Non avevasottosezioni territoriali. Con la riorga-nizzazione del Gulag nel 1956 mutò an-che la struttura della Sezione politica.

SEZIONE PUNITIVA DELL’NKJU DEL-LA RSFSR (karatel’nyj otdel Nkju Rsfsr)Dal 24 maggio 1918, il nuovo nome del-la Direzione carceri dell’Nkju della Rsfsr(SU 53:598, art. 6). Nel 1921 fu ripristi-nata la vecchia denominazione (UK-22,art. 51). Oltre alla Sezione punitiva cen-trale ve ne erano anche a livello di gover-natorato (v. Gumz 1, 2).

SEZIONE REGISTRAZIONE E SMISTAMENTO, URO(Ucˇëtno-raspredelitel’nyj otdel, Uro)Ha il compito di registrare e distribuire lamanodopera detenuta. Dipende dalla di-rezione di un lager, di una colonia o di

tore speciale è tenuto a informarne il ple-nipotenziario operativo, che deve dare ilsuo consenso alla liberazione (v. Gupvo,unità a destinazione speciale).

SEVOSTLAG DELL’OGPU(Sevostlag Ogpu)Campo dnel nord-est della parte europeadella Russia, creato alla fine degli anniVenti e integrato nel Gulag nel 1934. Danon confondere con l’Usvitlag (v.).

SEVZELDORLAG, SEVZELDORSTROJ (Sevzˇeldorlag, Sevzˇeldorstroj)Complesso di campi e impresa del Gulag(v. Guzˇeldor) incaricata della costruzio-ne della ferrovia Kotlas-Vorkuta, dellalunghezza di 1.100 km (1938-41). Circa30.000 detenuti sono morti costruendola tratta Kotlas-Kozva (M. Rozanov, Za-voevateli belych pjaten, Limburg, 1951).Così diceva una canzone dell’epoca:Dal Ust’-Vym’ a Uchtamilioni di zek costruivano la ferrovia.Li mandavano al lavoro coperti di

straccie nella pancia solo baccalà.

SEZIONE AGRARIA (zemel’nyj otdel)Vedi pena capitale 10.1.

SEZIONE COLONIZZAZIONE(pereselencˇeskij otdel)Istituita all’interno dell’Nkvd dell’Urssnel 1936 al posto della Commissione pan-sovietica per la colonizzazione pressol’Snk dell’Urss (SZ 37:322). Aveva il com-pito di pianificare e amministrare la colo-nizzazione agricola delle terre vergini (v.deportato speciale, Direzione centrale colo-nizzazione dell’Nkvd dell’Urss).

SEZIONE DI LAGER, L/O(lagotdelenie, l/o)Unità di base di un complesso di campi(v. campo 1, zona 2.3).1. Dopo la morte di Stalin e la liquidazio-ne del Gulag, la formula «sezione di la-ger» viene sostituita dai termini «zona» o«colonia» (v. Gulag 8.1-2).2. Una sezione di lager è composta da al-cune baracche, raramente più di 30, e i suoieffettivi oscillano da qualche centinaio aqualche migliaio di detenuti. Un com-plesso di campi, o Direzione di lager, com-prende a sua volta decine di sezioni, conuna popolazione che può andare da qual-che decina di migliaia a diverse centinaiadi migliaia di detenuti, a volte anche di più.3. Nelle zone industriali, le sezioni di la-ger sono situate di preferenza il più vici-no possibile al luogo di lavoro, ma pos-sono anche distare diversi chilometri. 4.1. In ogni sezione di lager ci sono l’uffi-cio del direttore e del suo vice, il coman-do, un settore registrazione e smistamen-to (Urc), un ufficio contabilità (v. statomaggiore), le cucine, i magazzini dei vive-ri e del vestiario, un settore sanitario conambulatorio, un ospedale con una venti-na di letti, un settore culturale ed educa-tivo (Kvc) e l’immancabile isolatore disci-plinare (v. sˇizo). Il settore operativo ceki-sta si trova al di fuori della zona recintata(v. perfida casetta). Quando una personaentra o esce dalla sezione di lager, deveper forza passare dal posto di guardia. Lesquadre che vanno al lavoro o i detenutiin partenza per un trasferimento, invece,passano dal portone. 4.2. Nei cantieri dicostruzione di canali, strade, ferrovie enei centri di estrazione di minerali, al po-sto di «sezione di lager», si utilizzano i ter-mini «distanza», «colonna», «falange»,«chiusa», «miniera», «cava» eccetera.

SSEEZZIIOONNEE AAGGRRAARRIIAA

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SGOBBONE (rabotjaga)1. Chiunque non sia uno scansafatiche.2. Membro di una squadra.

SGUALDRINA DEI TEDESCHI(nemeckaja podstilka)Ragazza o donna che ha avuto rapporticon un tedesco durante la guerra, o è so-spettata di averli avuti. È punita con 10 an-ni di reclusione «per collaborazionismocon l’occupante» (v. arresti di massa 29.2).

SIBERIA (Sibir’)Fedele alle vecchie tradizioni zariste, ilregime sovietico continua a utilizzare laSiberia come luogo di deportazione: «Imembri della famiglia di un traditoredella patria […] sono soggetti a deporta-zione in regioni lontane della Siberia»(Risoluzione del Comitato esecutivo cen-trale dell’Urss, 8 giugno 1934, art. 58-1bUK1926; SZ 33:225). Questa formulanon si trova più nel codice penale del1960 (v. campi lontani, colonizzazione 1,deportazioni di massa 3, 4, 6.1, 8.1-2,istruzione 2.2, Ktr, ufficiali baltici 1).

SIBLAG (Siblag)Campi dell’Ogpu creati in Siberia all’ini-zio degli anni Trenta. Forniscono mano-dopera detenuta al Glavles, organismoche sfrutta le foreste della Siberia occi-dentale e centrale. Centro amministrati-vo: Mariinsk. Integrato nel Gulag nel1934 (v. siblonka).

SIBLONKA (siblonka)Berretto con il paraorecchie di cotone im-bottito, distribuito ai detenuti del Siblaga partire dagli anni Trenta (v. cosacco,kolymka, solovcˇanka).

SIGLATO (liternik)Persona condannata non da un tribuna-le ma da un organo extragiudiziale, cheusa delle sigle per definire i capi di impu-tazione (v. Oso, sigle).

SIGLE (bukvy, litery)Gli organi extragiudiziali, come i collegidella Vck e del Gpu, la trojka e l’Oso, for-mulano le loro sentenze facendo riferi-mento non ad articoli del codice penalema a sigle. Dal 1917 fino alla morte diStalin nel 1953, l’apparato della Sicurez-za dello Stato può condannare a peneche vanno fino alla pena di morte. All’i-nizio, le sentenze sono personalizzate,per esempio: «X, iscritto al partito, essen-dosi astenuto al momento della votazio-ne della mozione [riguardante il castigo«eccezionalmente severo» da infliggereai marinai di Kronstadt], è condannato aun anno di detenzione in un campo diconcentramento» (F. Dan, Dva goda ski-tanij, Berlin, 1922). Oppure: «Per averpartecipato a bande di banditi bianchi,Dovnar-Zapol’skij, ricco proprietario ter-riero, e la possidente Sebeko [...] sonocondannati alla fucilazione» («Izvestija»,21 gennaio 1921). Ben presto, le senten-ze personalizzate sono sostituite da for-mule stereotipate (v. Oso, siglato).Per il significato degli asterischi, si vedaal termine della lista. 1. Asa*: agitazione antisovietica. A parti-re dalla fine degli anni Trenta, questa si-gla sostituisce sempre più spesso la siglaKra (v. agitatore, detenuto politico 5.2, vac-ca del kolchoz).2. Ase: elemento antisovietico (v. arrestidi massa 21, 23.1).3. Asvz**: complotto militare antisovietico.4. B/p: polacco bianco. All’inizio deglianni Venti, pene di 3 o 5 anni di lager;

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SSIIGGLLEE

un istituto correzionale (v. settore registra-zione e smistamento).

SEZIONE SANITARIA (Sanotdel, Sano)Sezione sanitaria della direzione di un la-ger o di una colonia o della Direzione re-gionale luoghi di reclusione. Da essa di-pendono i settori sanitari delle singolesezioni di lager, colonie e carceri.

SEZIONE SPECIALE (specotdel)Rappresentanza dell’Eku (v.) in tutte leimprese sovietiche di rilievo. È diretta daun funzionario della Sicurezza dello Sta-to. L’attività della Sezione speciale è se-greta: dispone di un budget dell’impresao dell’istituzione, ma il suo capo rispon-de solo davanti all’Eku. Al responsabiledella Sezione speciale è trasmessa obbli-gatoriamente copia dei rapporti che l’im-presa invia alle istanze superiori. La Se-zione speciale li controlla, utilizzando larete dei suoi informatori segreti. Con illoro aiuto vigila anche sulle «condizionipolitico-morali» dei quadri e apre dei fa-scicoli su di loro. Nelle imprese più pic-cole funzionano degli uffici speciali: i«settori speciali» (v.).

SEZIONE SPECIALE DELLA VCK, OO(Osobyj otdel Vcˇk, Oo)Istituita con il decreto del Vcik del 21 feb-braio 1919 «per la lotta contro la contro-rivoluzione e lo spionaggio nell’esercitoe nella flotta» (SU 6:58, art. 1). Oltre aquella centrale, furono istituite anche se-zioni speciali nei governatorati, al frontee nell’esercito. Il controllo e la direzionegenerale apparteneva all’Oo della Vck(Risoluzione del Consiglio del lavoro edella difesa, 13 maggio 1919, SU 20:247,art. 2). Da quel momento, le sezioni spe-ciali rimasero un elemento costante del-la Sicurezza dello Stato sovietica.

SEZIONE TRASPORTI DELLA VCK,TOVCK (Transportnyj otdel Vcˇk, Tovcˇk)Creata con una risoluzione del Consigliodei commissari del popolo del 7 agosto1918 per combattere la controrivoluzio-ne, il sabotaggio e i reati di servizio neitrasporti. Il punto 3 di questa risoluzioneinvita la Vck a «liberare immediatamen-te e reintegrare nelle loro funzioni tutti iferrovieri […] arrestati senza fondamen-to» (v. Vcˇk 5.4).

SFT, LAVORO FISICO MEDIO(Sft, Srednij fizicˇeskij trud)Designa una delle categorie di idoneità allavoro, tra l’Lft e il Tft. In teoria, per gliSft una norma realizzata al 75% equiva-le a una norma realizzata al 100%. Ma ilpiù delle volte le condizioni di lavororendono impossibile applicare questa re-gola (v. Lft, Tft).

SGABUZZINO (razminnaja budka)Box destinato a «evitare gli incontri». Del-le dimensioni di un armadio, è situato nelcorridoio del carcere e il sorvegliante virinchiude temporaneamente il detenutoche accompagna perché non possa vede-re un altro detenuto che passa per lo stes-so corridoio. Questi sgabuzzini accostatial muro sono larghi da 60 a 120 cm e pro-fondi da 80 cm a 1 m, con pareti ciecheche arrivano fino al soffitto. La porta, chesi chiude dall’esterno, è provvista di unospioncino. Sono vivamente illuminati dauna lampadina comandata dall’esterno.Una stretta panca fissata al muro permet-te di sedersi. Di solito si resta lì dentro peril tempo del passaggio dell’altro detenu-to, ma può accadere di rimanervi parec-chie ore. Gli sgabuzzini non sono provvi-sti di bugliolo (v. faccia al muro!).

SSEEZZIIOONNEE SSPPEECCIIAALLEE DDEELLLLAA VVCCKK

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nel 1939, 8 o 10 anni; nel 1942-45, da 10a 25 anni (v. arresti di massa 21, 28).5. Cs: membro della famiglia. Uguale aCsr (v. membro della famiglia).6. Csir**: membro della famiglia di untraditore della patria.7. Csr: membro della famiglia di una vit-tima delle repressioni. Come Cs. Questaformula è in uso dal 1919 alla metà deglianni Trenta. Inizialmente, le pene vannoda 1 a 2 anni di espulsione. A partire dal-la metà degli anni Trenta, da 3 a 6 annidi confino, poi da 3 a 5 anni di campo epiù tardi da 5 a 8 anni (v. centocinque,membro della famiglia).8. Csvn***: membro della famiglia di unnemico del popolo.9. Propagatore di voci.10. Elogio della tecnica tedesca, dal 1941al 1943. Ogni commento positivo su que-sto tema comporta 10 anni di campo. 11. Kra****: agitazione controrivoluzio-naria (v. agitatore, detenuto politico 5.2,vacca del kolchoz).12. Krd****: attività controrivoluzionaria.13. Krg****: gruppo controrivoluzionario.14. Krtd*: attività controrivoluzionariatrockista, dal 1927 al 1941. Nota: la lette-ra T (v.) aggrava sensibilmente la situa-zione del condannato. 15. Krtzd*: attività controrivoluzionariatrockista e zinov’eviana, dal 1936 al 1940.16. Ooe: elemento socialmente pericolo-so, dal 1918 al 1953. Inizialmente, fino a3 anni di confino. A partire dalla fine de-gli anni Trenta, 8 o 10 anni di lager. 17. Oor: recidivo particolarmente peri-coloso (criminale comune).18. Pd: attività criminale. A partire dal1931, 3 o 5 anni di campo per delin-quenti comuni. Dalla fine degli anniTrenta, 8 o 10 anni.19. Plkrd*: attività controrivoluzionariadi destra e di sinistra.

20. Ps***: sabotaggio industriale.21. Ps***: sospetto spionaggio (v. articolosette).22. Pz: servilismo nei confronti dell’Oc-cidente o della sua cultura decadente,1947-1953. 10 anni di campo. 23. Rvn***: parente di un nemico del po-polo.Nota: dopo la fucilazione, nel 1937,del maresciallo Tuchacevskij, di suo fra-tello e di due sue sorelle, l’Oso mandanei lager con questa sigla sua madre, unaltro fratello, altre due sorelle e la figliaquindicenne. Lo stesso anno, semprecon la medesima formula, l’Oso condan-na a 8 anni di lager il figlio tredicennedel presidente del governo ucraino Ljub-cenko, anch’egli fucilato. Oltre ai paren-ti del nemico del popolo sono mandatinei campi, senza curarsi di cambiare si-gla, i suoi amici, collaboratori, ex mogli,amanti, ex amanti, autisti personali, do-mestici eccetera. Le mogli e i parentiprossimi sono generalmente privati deldiritto alla corrispondenza.24. Schv***: sabotaggio agricolo. Dalla fi-ne degli anni Venti al 1942 (v. sabotatore).25. Seminatore di panico.26. Soe: elemento socialmente pericolo-so, a volte Ooe (reo di delitti comuni). Apartire dal 1918. All’inizio 3 anni, poi 5anni di confino o di lager. Dalla metà de-gli anni Trenta, 8 o 10 anni di lager. Nota:successivamente, questa formula è utiliz-zata anche dai tribunali. L’articolo 49 delcodice penale del 1922 dichiara che «lepersone riconosciute dal tribunale comesocialmente pericolose a causa della loroattività criminale o dei loro legami congli ambienti criminali […] possono esse-re private con sentenza del tribunale deldiritto di risiedere in certe località, per unperiodo non superiore a 3 anni» (v. artico-lo sette). Nella risoluzione del Plenum del-la Corte suprema dell’Urss del 12 luglio

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1946, n. 8/5, si precisa che il tribunalepuò condannare al confino o all’espul-sione le persone considerate «socialmen-te pericolose, anche nel caso in cui sianostate riconosciute innocenti del reato lo-ro contestato» (UK 1956, p. 138). Le penesono le medesime che per gli Ooe.27. Sp***: spionaggio.28. Spbf: resa ai finlandesi bianchi (v. sol-datini).29. Sve: elemento socialmente nocivo,dalla metà degli anni Venti al 1953.Uguale a Soe.30. Tn***: intenzioni terroristiche (v. ar-ticolo sette).31. Vad**: elogio della democrazia ame-ricana, 1947-1950 (v. leccapiedi).32. Vat**: elogio della tecnica americana,a partire dal 1941. 33. Zir***: moglie di un traditore dellapatria. 34. Zvn***: moglie di un nemico del po-polo (v. articolo 3, mancata delazione,membro della famiglia, Olzˇir).

Significato degli asterischi:* Dal 1934 al 1936: 3 o 5 anni di con-fino o di lager; dal 1936 al 1939: 5 o 8anni di lager, eccezionalmente 3; dal1939 al 1940: 10 anni di lager.** Dal 1942 al 1943: 10 anni di lager(«comune»); dal 1943 al 1947: 10, 15o 20 anni di lavori forzati; dal 1947 al1953: da 10 a 25 anni di campo spe-ciale o di carcere.*** Dal 1936 al 1940: 5 o 8 anni di la-ger, eccezionalmente 3; a partire dal1940: 10 anni di lager.**** A partire dalla metà degli anniTrenta, parallelamente all’aggettivo«controrivoluzionario», si usa anche«antisovietico». Dopo le purghe del1936-38, il primo termine scompare.

SILENZIO CARCERARIO(tjuremnaja tisˇina)Il regolamento interno delle carceri proi-bisce di «turbare il silenzio carcerario».Nelle celle, i detenuti hanno il diritto diparlare solo a bassa voce. Ogni infrazio-ne è punita con la cella di rigore. I guar-diani si rivolgono ai detenuti bisbiglian-do, e loro devono rispondere allo stessomodo (v. lettera dell’alfabeto 2.2). I dete-nuti accompagnati fuori dalla cella nonpossono parlare, né produrre alcun suo-no (v. tosse). I pavimenti dei corridoi so-no ricoperti di una passatoia, in modoche dalle celle non si sentano i passi deisorveglianti. Nota: nelle carceri di trans-ito, il silenzio è meno rispettato (v. carce-re di transito 2).

SIMULARE (zamastyrit’)Provocare artificialmente i sintomi diuna malattia. «Vasek ha saputo che sta-vano per spedirlo alla Kolyma, e ha si-mulato una sifilide».

SIMULATORE (mastyrsˇcˇik)Persona che pratica la simulazione, esper-to in simulazione.

SIMULAZIONE (mastyrka, zamastyrka)1. Il provocare artificialmente dei sinto-mi patologici (v. aggravante, autolesioni-sta, minutino 1, renitente, simulare, simu-latore). Nota: dall’inizio degli anni Ses-santa, la parola mastyrka indica anche glistupefacenti.2. I lavori forzati estenuanti, l’alimenta-zione insufficiente, l’obbligo di lavorareanche per i malati e la severità delle pu-nizioni per chi vi si sottrae: tutto questoinduce a ricorrere alla simulazione (v.

SSIIMMUULLAAZZIIOONNEESSIIGGLLEE

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de Nord, il ghiaccio non si scioglie più,tanto che i pavimenti sono gelati anchein estate. Le celle comuni di solito sonosovraffollate e perfino d’inverno vi si sof-foca. Nelle celle singole, al contrario, sigela anche d’estate.2. Incarcerazione. 2.1. Nello sˇizo si puòvenir rinchiusi fino a quindici giorni(ITK-70, art. 53), sulla base di un ordinescritto del direttore dell’istituto peniten-ziario, di cui viene data lettura al condan-nato. Nell’ordine si dice perché e perquanti giorni il detenuto viene rinchiusoin cella di rigore ed è indicato se la reclu-sione comporta il lavoro esterno oppureno. 2.2. Prima di entrare nello sˇizo il de-tenuto è perquisito e gli si toglie tutto,tranne la biancheria: gli abiti gli vengonoconsegnati solo per la notte. Non sonoconsentiti oggetti personali, né tabacco.Il vitto è decisamente peggiore del nor-male (v. cella di rigore, appendice 1 g-h).

SKITL, CAMPO DI LAVOROCORREZIONALE SOLOVKI-KEM’(Skitl, Solovecko-Kem’skij ispravitel’no-tru-dovoj lager’)Nuova denominazione data ai campidelle Solovki quando il loro centro am-ministrativo è trasferito a Kem’, sul con-tinente (v. Solovki).

SLON (Slon)Vedi Solovki.

SMERS (Smersˇ)1.1. Direzione speciale del controspio-naggio delle forze armate sovietiche dal1942 al 1946. Capo della Smers è Abaku-mov, ufficiale della Sicurezza dello Stato.1.2. La Smers è particolarmente attivacontro le popolazioni dei territori sovie-tici occupati dai tedeschi durante la Se-

conda guerra mondiale, come pure con-tro i militari sovietici che sono caduti pri-gionieri o sono stati accerchiati. Sono intanti, centinaia di migliaia, a essere man-dati nei campi di verifica e filtraggio (v.).2. La Smers è tristemente nota per il fre-quente ricorso alle torture. Secondo alcu-ni il suo nome sarebbe l’acronimo di Sovet-skij metod razoblacˇenija sˇpionov, “Metodosovietico di smascheramento delle spie”:un metodo che consiste nel far confessarequalunque cosa a chiunque. In realtà, il no-me non è altro che una contrazione delloslogan Smert’ sˇpionam!, “Morte allespie!”.

SMIDTICHA (Smidticha)Così è chiamato il monte Smidt, vicino aNoril’sk, nella penisola di Tajmyr. Mi-gliaia di detenuti del campo di Noril’sk visono sepolti (v. tirare le cuoia). Nota: ilgeofisico Otto Julievic Smidt esploròl’Artico sovietico negli anni Trenta. Enon venne arrestato.

SNK DELLA RSFSR, CONSIGLIO DEICOMMISSARI DEL POPOLO DELLARSFSR (Snk Rsfsr, Sovet narodnychkomissarov Rsfsr)Istituito con un decreto del 28 ottobre1917. Nel dicembre 1922 è creato il Con-siglio dei commissari del popolo del-l’Urss. Esistono consigli dei commissaridel popolo anche nelle repubbliche fede-rate e autonome. Con il decreto del 15marzo 1946 sono tutti ribattezzati «con-sigli dei ministri».

SOCIALMENTE VICINO (social’no blizkij)Imputato o condannato per un reato co-mune (v. bytovik). Usata dal 1918, questaformula corrisponde a «proveniente dal-

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gobba 2, quote d’utilizzo della manodopera,verbalizzare 2).3. La simulazione, se scoperta, porta allacella di rigore o anche davanti al tribuna-le, poiché è considerata un atto di sabo-taggio («danneggiamento della proprietàdello Stato»!).4. Qualche metodo usato per simulare unamalattia; alcuni erano già in uso nei bagnipenali zaristi. 4.1. Ingurgitare sale in gran-de quantità. L’acqua bevuta in seguito perplacare la sete provoca l’idropisia. 4.2.Av-volgere una parte del corpo con degli strac-ci e versarvi sopra acqua bollente: le lesio-ni che ne derivano non somigliano a ustio-ni e vengono spesso scambiate dai mediciper un sintomo patologico. 4.3. Bere unaforte infusione di tabacco allo scopo di ac-celerare il battito cardiaco. 4.4. Fumare fo-glie di tè per provocare una malattia pol-monare. 4.5. Introdurre in un taglio prati-cato nella pelle un filo che è stato primapassato tra i denti (mai lavati). Dopo qual-che giorno, la lesione diventa purulenta.4.6. Bruciarsi il palato con una sigaretta. Lelesioni possono durare parecchio tempo,perché il medico non ha i mezzi per curar-le. 4.7. Bruciarsi i genitali con una sigaret-ta. Le lesioni sono simili ai sintomi della si-filide, il che esclude la partenza per campilontani, che sono i più temuti. Lo stesso ri-sultato può essere raggiunto introducen-do del sapone liquido nell’uretra. 4.8. In-trodursi sotto le palpebre della mina di ma-tita copiativa ridotta in polvere, per provo-care un’infezione oculare. 4.9. In inverno,esporre al gelo le dita delle mani o dei pie-di. In funzione della gravità delle lesioni, sipuò ottenere una dispensa dal lavoro didue giorni. In caso di amputazione di qual-che dito, si può essere trasferiti nella cate-goria degli Lft. 4.10. Ingoiare grandi quan-tità di sapone: la diarrea che ne conseguepuò garantire una dispensa di un giorno.

4.11. Farsi salire la temperatura. Esistonovari sistemi per riuscirci, ma quasi semprequesta simulazione viene facilmente sco-perta. 4.12. Iniettarsi del petrolio provocafebbre alta e foruncolosi. 4.13. In carcere,il metodo più usato consiste nell’ingoiarequalunque cosa (cucchiaini di alluminio oaltro) per finire all’ospedale del carcere,dove il cibo e le condizioni di vita sono mi-gliori. 4.14. Alcune detenute cercano di ri-manere incinte, al fine di evitare per qual-che tempo il lavoro massacrante al tagliodel bosco o in miniera (v. mamma 5).

SIONISTA (sionist)Termine al quale la propaganda sovieticaconferisce a partire dal 1947 una conno-tazione ingiuriosa, analoga a quella digiudeo (v. arresti di massa 34, assassini3.1, cosmopolita).

SIRENA (gudok)1. «L’orso si è messo a ruggire»: sirenache chiama al lavoro.2. «La tortora si è messa a tubare»: sirenadi fine lavoro.

SIZO, ISOLATORE DISCIPLINARE(sˇi zo, sˇtrafnoj izoljator)Dall’inizio degli anni Trenta, con questotermine si designano nei lager e nelle co-lonie le celle di rigore (v. Pkt).1. Ubicazione e struttura. 1.1. Di rego-la lo sˇizo si trova al di fuori della zona(v.) e lontano dalle altre costruzioni. Lecelle possono essere comuni o individua-li. Di solito vi è rinchiuso circa il 10%della popolazione penitenziaria. Il co-mandante dello sˇizo, un condannatoper reati comuni, vive lì in un locale se-parato. 1.2. Al momento di costruire losˇizo, si allaga l’intercapedine sotto il pa-vimento di cemento: l’acqua in invernoghiaccia e, date le temperature del gran-

SSIIOONNIISSTTAA

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SOLIKAMLAG (Solikamlag)Vedi Sezione di lager degli Urali del Norddell’Uslon dell’Ogpu, Solovki.

SOLOVCANKA (solovcˇanka)Copricapo con il paraorecchie distribuitonei campi delle Solovki. Fatto con pannomilitare proveniente dalle vecchie scortezariste, qualitativamente molto miglioredella siblonka e della kolymka (v. cosacco1, epoca zarista, kolymka 1, siblonka).

SOLOVKI, CAMPI A DESTINAZIONESPECIALE DEL NORD O DELLE SOLOVKI, SLON, USLON, SKITL, USLAG, L’ISOLA (Solovki, Severnye iliSoloveckie lagerja osobogo naznacˇenija,Slon,Uslon, Skitl,Uslag, ostrov)Campi situati nell’arcipelago delle Solov-ki, nel Mar bianco, all’imbocco della baiadi Onega. Ne fanno parte l’isola Solovec-kij o isola Grande, 25 km circa da est aovest, e 15 km da nord a sud; la GrandeMuskalma; la Piccola Muskalma; l’isolaAnzerskij; l’isola Kond e anche l’isola Po-pov, che si trova a circa 40 km a ovest.Sull’isola principale delle Solovki c’è unmonastero fondato nel XV secolo e chiu-so dalle autorità nel 1922. In epoca zari-sta, nelle celle di questo monastero veni-vano rinchiusi gli scismatici e gli adeptidelle sette, come pure alcuni prigionieripolitici (una ventina nel XIX secolo).1. Le isole Solovki sono messe a dispo-sizione del Gpu. 1.1. Nel 1922 il gover-no sovietico mette le isole Solovki, com-preso il monastero, a disposizione delGpu, perché vi possa trasferire i detenutidei campi di concentramento di Chol-mogory e di Pertominsk. 1.2. I cekisti siaffrettano a convertire in lager gli edificidel monastero, distruggendo tutte le

campane e sbarazzandosi dei monaci,mandati agli estremi confini della Russiao uccisi. Alcuni sono risparmiati e conti-nuano a lavorare presso il monastero fi-no alla metà degli anni Venti. Molte co-struzioni in legno sono incendiate, cosìcome la biblioteca e gli archivi. Tutti i te-sori del monastero sono saccheggiati.Ben presto le attività agricole e artigiana-li locali, che prosperavano da secoli, co-minciano a decadere. 2. Storia. 2.1. I campi delle Solovki, oSlon, funzionano dal 1923 al 1939. La di-rezione si trova nel Cremlino dell’isolaSoloveckij. Ufficialmente i campi delleSolovki sono chiamati «Campi a destina-zione speciale del nord». Ma in una riso-luzione dell’Snk del 10 marzo 1925 ri-guardante il trasferimento dei controri-voluzionari negli isolatori politici situatisul continente, la sigla Slon è letta come«Campi a destinazione speciale delle So-lovki». 2.2. Fino al 1929, quelli delle So-lovki sono gli unici campi di concentra-mento sovietici, benché abbiano già se-zioni sul continente (Pecora, Solikamlageccetera). 2.3. Nel 1930, tutti i campi diconcentramento dell’Ogpu sono ribat-tezzati «campi di lavoro correzionale», e icampi delle Solovki prendono allora ilnome di Skitl (v.). Nel 1934, l’Ogpu è as-sorbito dall’Nkvd dell’Urss (v. Gulag 1.4,2.1). Nel 1937 viene creato lo Ston, carce-re a destinazione speciale delle Solovki(v.). 2.4. Questi campi, situati in prossi-mità della frontiera finlandese, sonochiusi nel 1939 e tutti i detenuti sono tra-sferiti altrove. Già negli anni Venti le pri-me notizie sulle Solovki erano filtrate inOccidente, grazie ai pochissimi detenutiriusciti a evadere e a rifugiarsi all’estero.3. Amministrazione dei campi. 3.1. Di-rettore dell’Uslon è Aleksandr Nogtev,mentre Gleb Bokij, membro del Collegio

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la classe lavoratrice». Ma gli operai accu-sati o condannati per reati politici, i co-siddetti k/r, sono comunque consideratinemici di classe (v. amico del popolo, ne-mico). L’ITK-24 distingue i detenuti «pro-venienti dalla classe lavoratrice» e quelli«non appartenenti alla classe lavoratri-ce» (art. 47-3,4). Il termine cade in disusoverso la fine degli anni Cinquanta.

SOCIAL-TRADITORE (social-izmennik)Deformazione dispregiativa di social-ri-voluzionario dopo l’attentato a Lenindel 1918.

SOLDATINI (soldatiki)Militari sovietici fatti prigionieri dai fin-landesi durante l’aggressione della Fin-landia da parte dell’Urss nel 1939-40 erestituiti in seguito a un accordo tra i duepaesi. Chiamati anche «eroi della prigio-nia finlandese».1. Accoglienza in pompa magna. Le au-torità sovietiche accolgono i prigionieridi guerra con banda, discorsi e fiori, e poili mandano sotto scorta verso una desti-nazione sconosciuta, che risulterà essereil Gulag. I soldatini sono isolati dagli altridetenuti: in un primo tempo vengonoobbligati a sottomettersi a un regolamen-to militare, con ginnastica al mattino ec-cetera, e non devono lavorare. In occasio-ne della prima visita ai bagni del lager, la-sciano le loro divise per la disinfezione,come al solito. Quando le recuperano,tutti i galloni, le medaglie e le stelle rossesono spariti. Ancora non sanno che nonsono più soldati, ma abitanti del Gulag.2. Nel Gulag. Alcuni giorni dopo, li dis-tribuiscono nelle diverse sezioni di lager,alloggiandoli in baracche separate. Digiorno sono inviati al lavoro sotto scortae la sera, sempre sotto scorta, sono con-

dotti agli interrogatori: gli ufficiali dellapolizia politica li interrogano sulle circo-stanze della loro resa al nemico (v. campidi verifica e filtraggio).3. Non ancora detenuti. 3.1.Questi inter-rogatori si concludono nel corso dell’esta-te e dell’autunno 1940, e i fascicoli di que-sti soldati vengono inviati all’Oso, a Mo-sca, da dove qualche settimana più tardi ar-rivano decisioni riguardanti ogni singolomilitare: «Per resa ai finlandesi bianchi, in-viare in un campo di lavoro correzionaleper anni». Sono condannati per lo più a 8o 10 anni, qualcuno a 5, pochissimi a 3. 3.2.Fino alla condanna da parte dell’Oso, nonvengono ufficialmente chiamati «dete-nuti» ma «operai». Si trovano, per esempio,degli ordini così formulati: «Per essersipresentato in ritardo all’adunata, l’ope-raio Petrov Luka Il’ic è punito con cinquegiorni di isolatore disciplinare».4. Destinazione dei soldatini. I soldati-ni, tutti soldati semplici e sottufficiali, so-no considerati delinquenti comuni e dis-tribuiti nei campi situati lungo le coste eu-ropee e asiatiche del Mar glaciale artico. 5. Destino degli ufficiali. Gli ufficialisono rinchiusi nelle carceri giudiziarie,interrogati e processati per «alto tradi-mento». Molti vengono fucilati.

SOLDATO DEL CANALE (kanaloarmeec)Detenuto che lavora nel cantiere del Be-lomorkanal. Nota: la parola russa è for-mata sul modello di krasnoarmeec, «sol-dato dell’Armata rossa». Agli albori delGulag, infatti, i suoi fondatori cercarono,per quanto possibile, di imprimergli uncarattere militare (v. Belomorkanal, com-pagnia, Solovki, stato maggiore, zek).

SOLDATO DEL LAVORO (trudoarmeec)Vedi armata del lavoro.

SSOOLLDDAATTOO DDEELL CCAANNAALLEE

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ri sono svolti dai soli controrivoluziona-ri, poiché all’epoca i politici non hannol’obbligo di lavorare e i delinquenti si ri-fiutano (v. legge 1.3).8. Attività culturali ed educative. All’i-nizio, i detenuti possono dedicarsi libe-ramente ad «attività culturali ed educati-ve», ma in seguito tali attività sono sot-toposte al controllo della direzione. Perqualche tempo esiste perfino una Socie-tà etnografica delle Solovki che studia,per esempio, «la lingua convenzionaledei detenuti dei campi delle Solovki». Siallestiscono spettacoli. Un giorno il coroaccoglie le autorità giunte da Mosca conla seguente canzone:Voi che ci avete offerto le Solovkise veniste a passare un po’ di tempo qui!Restate dunque da noi qualche annettoe vedrete che ve ne ricorderete.

Le autorità scoppiano a ridere. Nota: l’au-tore ha avuto l’occasione di sentire que-ste strofe sulle rive dello Enisej alla finedegli anni Quaranta.9. Ruolo dell’arbitrio. 9.1. I campi delleSolovki sono celebri per la crudeltà deiloro capi, sia detenuti, sia funzionari del-l’Ogpu (v. potere sovietico). I pestaggi, avolte mortali, sono all’ordine del giorno,come pure la pratica di affamare i dete-nuti ed esporli al freddo a volte fino allamorte, gli stupri individuali e collettivi,la tortura delle zanzare d’estate, e in in-verno quella che consiste nell’innaffiarei detenuti con acqua fredda e lasciarli al-l’aperto. Infine, il trattamento inflittoagli evasi, che vengono picchiati a mortee i cui corpi mutilati sono abbandonatiper giorni davanti al portone del campo,pratica che poi si diffonde in tutti i cam-pi sovietici. 9.2. Anche se tutto ciò nonavviene per ordine dell’Ogpu, è indubbioche queste sevizie servono ai suoi scopi:spezzare moralmente i detenuti per tra-

sformarli in «materiale umano» docile econvinto della propria impotenza. 9.3.Periodicamente giungono da Moscacommissioni dell’Ogpu che puniscono ipiù sfrontati fra questi piccoli tiranni. Sesi tratta di detenuti, li fucilano. Quantoai cekisti, nel peggiore dei casi li trasferi-scono in un altro posto sul continente.Dopo la partenza della commissione,tutto rientra “nella norma”. Quando levoci sulle violenze delle Solovki comin-ciano a diffondersi nel mondo libero,l’Ogpu invita lo scrittore Maksim Gor’-kij, che visita le Solovki nel 1929; ritornapieno di entusiasmo «per la saggezza el’umanità dei cekisti» (v. Belomorkanal 3,nemico 1). 9.4. Dopo questa visita, i capidelle Solovki oltrepassano a tal punto i li-miti che quello stesso anno l’Ogpu man-da un’altra commissione, presieduta daFel’dman, fucilato in seguito durante laGrande purga come nemico del popolo.Per la prima volta vengono giustiziati deicekisti. Seguirà un anno di relativo “libe-ralismo”. 9.5. Le esecuzioni periodichedi detenuti ordinate da Mosca incorag-giano l’arbitrio dell’amministrazione lo-cale (v. istruzione). 9.6. Dopo la fine dellaSeconda guerra mondiale, ci voglionoquasi trent’anni per far scomparire letracce dei quindici anni di attività delGpu-Nkvd nell’arcipelago, prima di po-tervi creare un museo e un parco nazio-nale. In seguito all’esperienza di Katyn’ edi Vinnica, le autorità sovietiche ritrova-no e dissotterrano decine di migliaia dicadaveri, ne polverizzano le ossa e le dis-perdono nel mare.10. Effettivi e mortalità. 10.1. La popo-lazione delle Solovki è di circa 4.000 de-tenuti nel 1923, più di 20.000 nel 1927,e più di 650.000 all’inizio degli anniTrenta, comprese le sezioni di lager situa-te sul continente. Circa il 20% è costitui-

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dell’Ogpu, è responsabile dei campi del-l’Ogpu. Entrambi cadranno in disgraziadurante il Grande terrore. Soltanto Nog-tev sopravviverà. 3.2. L’amministrazionedei campi delle Solovki ha sede dapprimanel Cremlino dell’isola Soloveckij, poi aKem’, sul continente: pochi cekisti occu-pano i posti di maggiore responsabilità,mentre tutti gli altri incarichi sono affi-dati a detenuti comuni e a ex cekisti con-dannati per reati comuni (v.autogestione).Anche il servizio di guardia armata è svol-to da detenuti, ex soldati dell’Armata ros-sa o ex cekisti. 3.3. I detenuti che occupa-no questi posti godono di enormi privile-gi. Poiché vogliono conservarli, molti sitrasformano, sotto l’occhio benevolo deicekisti, in despoti feroci e sadici.4. Categorie di detenuti. 4.1. I primi 150detenuti sono condotti alle Solovki il pri-mo giugno 1923. Nel 1932, molti vengo-no trasferiti nei cantieri del Belomorka-nal. A partire dalla metà degli anni Tren-ta, invece, gli internati delle Solovki sonomandati a Kem’. 4.2. Nei primi tempi si di-stinguono tre categorie di detenuti: i poli-tici, i controrivoluzionari (queste due ca-tegorie costituiscono l’80% dei detenuti)e i delinquenti comuni recidivi, fra cui leprostitute (v. blatnoj,detenuto politico 3.1).4.3. Sono considerati controrivoluziona-ri i membri dei partiti reazionari, i digni-tari del vecchio regime, gli alti funzionarie gli ufficiali zaristi, i membri del Partitocostituzionale democratico e di altri grup-pi non rivoluzionari, il clero di tutte leconfessioni, i ricchi, i patrioti non russi(ucraini, caucasici eccetera), i russi rien-trati dall’estero (v. amnistia 2), gli stranie-ri, i marinai di Kronstadt sfuggiti al mas-sacro, i contadini di Tambov (v.Antonov),alcuni comandanti dell’Armata rossa, glielementi socialmente pericolosi (Soe), gliassassini di Vojkov, gli studenti cinesi, gli

speculatori eccetera. 4.4. Nel 1924, a cau-sa del sovraffollamento dei campi, si pro-cede a un «decongestionamento»: circa500 criminali recidivi sono liberati.5. Politici. 5.1. Fino alla metà degli anniVenti, i politici godono di una serie di pri-vilegi. Non sono costretti a lavorare ehanno alloggi a parte: alcuni vivono per-fino con la famiglia. Sono autorizzati apasseggiare a loro piacimento durante leore diurne, a praticare sport, a discutere,anche se solo fra di loro, a ricevere giorna-li eccetera (v. detenuto politico, razione po-litica, regime politico). 5.2. Il 19 dicembre1923 scoppia una rissa tra le guardie e al-cuni detenuti politici che pattinavano sulghiaccio. Le guardie aprono il fuoco. Cisono dei morti, ma i colpevoli non ven-gono puniti. 5.3. Ben presto comincianole fucilazioni di gruppi di detenuti politi-ci, in base a liste preparate dall’Ogpu aMosca (v. fucilazioni di massa 7, 11.1, 14).6. Trattamento dei detenuti. 6.1. I de-tenuti sono ripartiti in compagnie e inplotoni. Ejchmans, il vice di Nogtev, ma-nifesta un gusto particolare per l’inqua-dramento militare. Ma questo non ri-guarda i politici. 6.2. I controrivoluzio-nari vengono rinchiusi insieme ai crimi-nali recidivi, cosa che rende ancor piùpenosa la loro situazione. I delinquenticomuni si giocano a carte la loro roba, illoro cibo e perfino la loro testa (v. carteda gioco 2) e li terrorizzano nei più svaria-ti modi.7. Lavoro. 7.1. All’inizio, il lavoro deidetenuti serve unicamente ai bisogni delcampo: raccolta della torba, fluitazionedel legname, pesca, agricoltura, officinemeccaniche, mattonificio eccetera. In se-guito, i campi lavorano per l’Ogpu, e agliinizi degli anni Trenta le attività econo-miche sono inserite nel Gosplan (v. sˇa-rasˇka 3.1). 7.2. Praticamente tutti i lavo-

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pravvissuti o sono evasi, hanno pubbli-cato delle memorie. Ne elenchiamo alcu-ne in ordine cronologico: S.A. Malsagoff,An Island Hell, Londra, 1925; Letters fromRussian Prisons, New York, 1925; I. Bezso-noff, Mes 26 prisons et mon évasion des So-lovki, Paris, 1928; I.M. ZajcevSolovki,Shangai, 1931; V.V. Tchernavin, I speakfor the Silent, Boston, 1935; Red Goals,London, 1935; G. Kitchin, Prisoner of theOgpu, London-New York-Toronto, 1935;M.Z. Nikonov-Smorodin, Krasnaja kator-ga, Sofia, 1938; B. Sapir, in D. Dallin, B.Nikolaevsky, Forced Labor in Soviet Russia,New Haven, 1947; A. Solzenicyn, Arcipe-lago Gulag, Milano, 2001; V. Salamov, Iracconti della Kolyma, Torino, 1999.14. La collina della Scure. La collina del-la Scure è famosa nella storia del campodelle Solovki. Su questa collina alta 85 m,situata sull’isola Soloveckij, si trova uneremo al quale si accede per una scala di300 gradini. Dal 1928 al 1939 l’eremo ser-ve da carcere di rigore del campo. È com-pletamento isolato: i detenuti non sonocondotti al lavoro e il personale, compo-sto da delinquenti comuni, vive sul po-sto. È il regno dell’arbitrio assoluto. Oltreai detenuti che subiscono sanzioni disci-plinari, vi sono rinchiuse persone con-dannate «all’isolamento rigido» dal Col-legio dell’Ogpu. Questa collina è così tri-stemente famosa che negli anni Cin-quanta, quando il campo delle Solovkiera chiuso da tempo, si cantava ancora:All’ottava versta sta la collina della

Scure,e, sotto la collina, i cadaveri.Solo il vento vi passa.E la madre non saprà maidove giace sepolto suo figlio.

Vedi anche potere sovietico, solovcˇanka,tufta.

IL SONNO FA BENE AI NERVI E INGANNA LA FAME(Son ukrepljaet nervy i ne trebuet pisˇcˇi)Modo di dire. Il detenuto in attesa di giu-dizio sogna di dormire perché di notte lotrascinano agli interrogatori, e di giornoil sorvegliante non gli lascia chiudere oc-chio. Il condannato, invece, apprezza ilsonno perché è sempre sfinito e quandodorme non sente la fame (v. uomo 2).

SOPRANNUMERARIO (bezucˇëtcˇik)Detenuto per il quale non c’è un fascico-lo né una sentenza, e che dunque è reclu-so illegalmente. Tutti i codici di procedu-ra penale impongono al procuratore di«liberare immediatamente chiunque siastato privato illegalmente della libertà»(UPK-60, art. 11). Di fatto è sempre piùlaborioso giustificare una liberazione,piuttosto che una detenzione. Le vicissi-tudini di un soprannumerario sono de-scritte da Salamov nel racconto AliasBerdy (I racconti di Kolyma, Torino, 1999).

SOPRAVVIVERE A OGNI COSTO (vy zˇit’ ljuboj cenoj)Principio adottato da alcuni in segreto,da altri apertamente. Pochi lo negano.

SORVEGLIANTE (nadziratel’)Il regolamento del 1926 sulla sorveglian-za dei luoghi di reclusione definisce tregradi di sorveglianti: il sorvegliante, ilcaposorvegliante e il sorvegliante anzia-no (SU 1926, 1698).

SORVEGLIANZA (nadzor)1. Sorveglianza manifesta: applicata a cer-te categorie di detenuti liberati e ai confi-nati, che hanno l’obbligo di presentarsi a

SSPPAACCCCIIOO

to da criminali comuni recidivi. 10.2.L’alta mortalità non si spiega solo con illavoro fisico estenuante o con l’insuffi-cienza di cibo e cure mediche. Molti de-tenuti muoiono per le sevizie. Un’altracausa di mortalità è l’incompetenza del-l’amministrazione: accade che il camposia sorpreso dall’inverno con scorte in-sufficienti, e l’arcipelago resta isolato daighiacci per molti mesi di seguito, senzapoter ricevere rifornimenti alimentaridal continente. In alcuni anni, durantel’inverno muore circa un terzo dei dete-nuti. Inoltre le epidemie fanno la loroparte: nel 1929, il tifo causa la morte dicirca 20.000 detenuti.11. Le Solovki: pietra miliare nella sto-ria del Gulag e della costruzione del co-munismo. 11.1. Le Solovki sono una tap-pa fondamentale sulla via della costruzio-ne del radioso avvenire attraverso il lavo-ro coercitivo. Quei quindici anni di espe-rimenti condotti su centinaia di migliaiadi detenuti finiscono per convincere ilpartito di Lenin che nelle specifiche con-dizioni sovietiche il lavoro forzato è van-taggioso, che il miglior modo di educarel’uomo è piegarlo psicologicamente e chesi può ottenere moltissimo aumentandosolo di qualche grammo la sua misera ra-zione (v. marmitta 4). 11.2. L’esperienzadelle Solovki dimostra anche che la dela-zione è il mezzo più efficace per spezzarela solidarietà degli oppressi. Inoltre, igno-rando completamente i reclami e le ri-chieste dei detenuti, le autorità finisconoper convincerli della loro totale inutilità.11.3. L’esperienza acquisita dall’Ogpu al-le Solovki non solo è sfruttata nell’orga-nizzazione dei campi in generale, ma vie-ne applicata con successo anche alla mas-sa dei cittadini sovietici (v. campi speciali,Gulag, Ktr, appendice 6). Parallelamente,certi metodi di autodifesa messi a punto

dai detenuti delle Solovki sono adottatidalla popolazione civile (v. tufta). 11.4.Diversi principi affermatisi alle Solovkisono poi introdotti nella pratica peniten-ziaria sovietica: a) il detenuto politico de-ve trovarsi in una posizione di inferioritàrispetto al criminale comune, principioapplicato più tardi da Mussolini e Hitler;b) prolungando le pene, è possibile au-mentare la disponibilità di manodoperaforzata (v. trattenuto); c) una volta “libera-ti”, i detenuti politici e alcuni delinquen-ti comuni non devono tornare alle lorocase, ma li si invia al confino (una risolu-zione in tal senso è approvata nell’autun-no del 1924 dal Comitato esecutivo cen-trale su proposta dell’Ogpu, e a partire dal1960 l’obbligo del confino al termine del-la pena detentiva è già stabilito dalla sen-tenza del tribunale); d) gli evasi catturatisono picchiati a morte e i loro cadaverideturpati sono esposti alla vista dei com-pagni; e) la scala alimentare (v.) eccetera.12. Le Solovki nella Grande enciclope-dia Sovietica. La Grande EnciclopediaSovietica (Mosca, 1970-78, t. 24, p. 155)presenta, alla voce Solovki, il seguentetesto: «Sull’isola Grande delle Solovki fufondato nel XV secolo uno dei più impor-tanti monasteri della Russia. Dal 1974 leisole Solovki sono diventate un parconazionale e un museo storico di Stato».Nessuna allusione alle decine di migliaiadi detenuti che vi sono stati torturati eassassinati.13. Fonti. 13.1. Le principali fonti dellapresente voce sono le conversazioni chel’autore ha avuto con centinaia di ex de-tenuti delle Solovki e con l’ex direttoreNogtev, incontrato nel 1938 nel carceredi Butyrki: certo che sarebbe stato fucila-to, Nogtev ha parlato del suo passato alleSolovki con cinica franchezza. 13.2. Mol-ti ex detenuti delle Solovki, che sono so-

SSOOLLOOVVKKII

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SPB (Spb)Vedi carcere psichiatrico.

SPC, SETTORE POLITICO SEGRETO(Spcˇ, Sekretno-politicˇeskaja cˇast’)Sottosezione dell’Spo (v.) negli enti e nel-le imprese più piccole.

SPECULATORE (spekuljant)1. Speculatore nel senso letterale del ter-mine.2. Qualsiasi persona sgradita al regimeche la polizia trovi in possesso di prodot-ti alimentari o altre merci, anche in mini-me quantità, che il potere sovietico nonè in grado di fornire alla popolazione.

SPERPERO (promot)Ammanco di un capo di vestiario o altromateriale assegnato al detenuto, scoper-to durante l’inventario (v. scialacquatore).

SPERPERO DI FORZA LAVORO(pereraschod rabocˇej sily)Superamento del tasso di mortalità pre-visto per la manodopera forzata (v. mor-talità 5.2, norma 8.2).

SPIA (sˇpion)Vedi sigle 21, 27.

SPIEGAZIONE (ob”jasnenie)1. Al detenuto ritenuto colpevole diun’infrazione del regolamento, vera opresunta, viene proposto di scrivere unaspiegazione. Se acconsente, deve senz’al-tro aspettarsi una sanzione, indipenden-temente dalle motivazioni che ha addot-to. Il direttore dell’istituto infatti si servi-rà della spiegazione solo per apporvi la ri-soluzione relativa alla misura punitivapresa nei confronti del detenuto.

2. «Le sanzioni disciplinari si applicanosolo dopo opportuna verifica e dopo averascoltato le spiegazioni del colpevole»(ITK-24, art. 147).

SPIGHE (koloski)«Stare al fresco per le spighe»: essere ar-restato o condannato per aver spigolatoqualche spiga rimasta dopo il raccolto.In base alla legge del 7 agosto 1932, talereato veniva punito con 10 anni di lager(v. parrucchieri, sette/otto).

SPIONCINO (glazok, volcˇok)Piccola apertura nella porta della cella,attraverso la quale guarda il sorvegliante.È dotato di vetro e si chiude dall’esterno.Talvolta sul vetro è dipinto un occhio. Ilregolamento interno vieta al detenuto diostruire lo spioncino. Nel regolamento enei documenti ufficiali la parola è sem-pre scritta fra virgolette (v. bugliolo 1.2).

SPO, SEZIONE POLITICA SEGRETA (Spo, Sekretno-politicˇeskij otdel)1. All’inizio degli anni Venti, l’Spo del-l’Ogpu sorveglia l’attività dei gruppi po-litici.2. A partire dagli anni Trenta, sorveglial’apparato statale e quello del partito,l’intelligencija e le scienze «ideologiche»,come le scienze umane eccetera (v. Spcˇ).

SPORTELLINO (fortocˇka, kormusˇka)1. Apertura nella porta della cella, sottolo spioncino. Detta anche «mangiatoia»,misura circa 30x20 cm e il suo bordo in-feriore è posto a circa 1,20 m dal pavi-mento. Lo sportello si può aprire solodall’esterno: ribaltandosi, forma una pic-cola mensola su cui si può posare la sco-della o altro. È qui che il detenuto firmai documenti che gli vengono presentati.

SSQQUUAADDRRAA

scadenze fisse (ogni due settimane, a vol-te più di frequente) per la firma (v. visto).2. Sorveglianza segreta: pedinamento,controllo della corrispondenza, intercet-tazioni telefoniche eccetera.

SOSTITUTO (podmensˇcˇik)Condannato che accetta di prendere ilposto di un altro detenuto condannato auna pena più lunga (v. destino).

SPACCIO (larëk, lavocˇka)1. Per qualche tempo dopo il colpo distato di ottobre rimane in vigore la tradi-zione delle carceri zariste e i detenutipossono fare acquisti praticamente sen-za limitazioni. Nei campi appena creatinon esistono spacci e gli oggetti ordina-ti dai detenuti sono acquistati dai sorve-glianti. In seguito, il potere sovietico li-mita sistematicamente la quantità e l’as-sortimento delle merci ammesse. 2. Inizialmente queste limitazioni dipen-dono dalla categoria a cui appartiene ildetenuto (Regolamento dei luoghi di re-clusione del 15 novembre 1920, SU 192123-24:141, art. 173). Più tardi sono deter-minate dalle difficoltà economiche: apartire dai primi anni Trenta lo zucche-ro, e in seguito anche altri generi alimen-tari, compreso il pane, vengono vendutisolo a coloro che realizzano regolarmen-te la norma. Verso la metà degli anniTrenta nelle carceri gli acquisti non pos-sono superare i 50 rubli al mese per per-sona. A partire dai primi anni Sessantasono introdotte rigide limitazioni. A cau-sa delle croniche difficoltà di approvvi-gionamento della popolazione sovietica,la gamma delle merci disponibili neglispacci delle carceri e dei lager continua a

ridursi. Spesso vi si trovano solo ciocco-latini e sigarette esageratamente costosi. 3. Nuove rigide restrizioni sono intro-dotte ufficialmente dall’ITK-70 (in realtànon fanno che confermare un’istruzionesegreta dei primi anni Sessanta): a secon-da della categoria, i detenuti sono auto-rizzati a spendere da 2 a 7 rubli al mese,ma a condizione che queste somme sia-no state guadagnate durante il periododi detenzione (v. appendice 6 f).4. Fino ai primi anni Sessanta, gli spaccidei campi accettano pagamenti in dena-ro o tramite giroconto. Quelli delle car-ceri, solo tramite giroconto, fin dalla me-tà degli anni Venti. 5. «Avere lo spaccio»: avere diritto a far-vi acquisti. «Privare dello spaccio»: pri-vare di tale diritto, come punizione. Ve-di anche pacco.

SPALERNAJA (Spalernaja)Vecchio carcere zarista a Leningrado, invia Spalernaja. All’interno dell’edificiotutti e quattro i piani sono controllabilisimultaneamente grazie a un sistema digallerie. Contiene circa 300 celle comunie individuali.

SPALLINE AZZURRE (golubopogonniki)Soldati delle truppe dell’Mvd incaricati,dopo il 1948, della sorveglianza dei cam-pi speciali dell’Mgb.

SPALLINE ROSSE (krasnopogonniki)Soldati delle truppe dell’Mvd, addetti al-la sorveglianza dei luoghi di reclusione.

SPASSK (Spassk)Campo situato in Estremo Oriente. Nel1954 vi vengono trasferiti dei detenutiche avevano partecipato agli scioperi diEkibastuz, Dzezkazgan e Vorkuta (v. cam-pi speciali, scioperi 3.4).

SSPPAALLEERRNNAAJJAA

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STALIN (Stalin)1. Introduzione. Dalla fine degli anniVenti e fino alla sua morte nel 1953, ilnome di Stalin è citato in ogni trasmis-sione radiofonica e in ogni numero digiornale, centinaia di volte e in decine dilingue. A partire dalla Grande purga, lapropaganda associa il nome di Stalin aquelli dei capi dell’apparato repressivosovietico: «N.I. Ezov, il commissario delpopolo di Stalin», «L.P. Berija, compagnodi lotte e amico personale di Stalin» (v.addio fratelli!, Vcˇk 1.2).2. Epiteti ufficiali di Stalin nella stampae alla radio. Qualche epiteto ufficiale: ilgeniale Stalin; Stalin, il nostro caro padre;il saggio Stalin; l’umano, il buon Stalin;Stalin, il geniale continuatore del GrandeLenin (non è Lenin il genio, ma Stalin);Stalin, il Lenin di oggi; Stalin, il miglioramico (secondo le circostanze) degli arti-glieri, dei minatori, dei bambini, dei kol-choziani, degli aviatori, degli scrittori, deicarristi, dei popoli oppressi eccetera.3. Epiteti non ufficiali (popolari).Qualche epiteto non ufficiale (popolare):il miglior amico dei detenuti (tra virgo-lette); il miglior amico dei cekisti (senzavirgolette); il padrone. Nota: «Andare dalpadrone» significa essere arrestati.4. Epiteti non ufficiali (in uso fra la ma-lavita). 4.1. Qualche epiteto dato dallamalavita: a) il lustrascarpe (soprannomedato ai caucasici che erano per tradizionelustrascarpe nelle città dell’Impero russo:in genere erano piccoli, bruni e portava-no i baffi); b) la belva; c) il padrino; d) lapipa; e) i baffi, baffone; f) il diavolo baf-futo; g) culonero (nomignolo dato ai cau-casici o agli abitanti dell’Asia centrale).4.2. «Stalin al Cremlino se ne frega di tut-ti»: parodia di «Stalin al Cremlino pensa

a tutti», didascalia di un ritratto ufficialeche raffigura Stalin nel suo ufficio delCremlino, di notte, chino sulle carte.

STARE DENTRO (sidet’)I nuovi arrivati chiedono spesso agli an-ziani del Gulag: «Perché sei dentro?».Qualche risposta:1. «Per colpa degli americani»: è il caso deicittadini sovietici liberati alla fine dellaSeconda guerra mondiale dagli americanie quindi, per la polizia politica, reclutatidai loro servizi di spionaggio. Se si trattadi donne: «Per amore di un americano».2. «Per colpa degli inglesi». La stessa co-sa. Nota: secondo gli accordi di Jalta, gliinglesi consegnarono non solo tutti i cit-tadini sovietici che si trovavano nei ter-ritori liberati alla fine della Secondaguerra mondiale, ma anche degli ex sol-dati dell’Armata bianca, emigrati e altriex cittadini dell’impero zarista, che nonerano menzionati nell’accordo.3. «Per chiacchiere», «per una parola»:per agitazione antisovietica (v. agitatore,chiacchierone).4. «Per colpa di gente cattiva»: per unadenuncia.5. «Per colpa della vacca del kolchoz» (v.vacca del kolchoz).6. «Per un bicchiere d’acqua». Durante laSeconda guerra mondiale il gesto di offri-re un bicchiere d’acqua all’occupante eraconsiderato collaborazionismo e punitocon 10-15 anni di lager.7. «Per la pigrizia» (v. pigrizia).8. «Per colpa dei tedeschi» o «per colpadell’occupazione»: per collaborazioni-smo reale o presunto, o per convivenzacon dei tedeschi venivano inflitti 10, 15o 20 anni di Ktr o di campo speciale.9. «Per non aver ripudiato il marito».

SSTTAARROOSSTTAA

Nota: nel carcere interno della GrandeLubjanka non c’è sportellino e il ciboviene passato attraverso la porta socchiu-sa della cella.2.1. Lo sportellino della finestra in alcu-ne carceri viene chiuso a chiave dal sor-vegliante e la cella può essere aerata soloin determinati orari, indipendentemen-te dal desiderio dei detenuti. 2.2. Nellecelle in cui l’aerazione non è regolamen-tata, nascono talvolta seri conflitti fra idetenuti che vogliono aprire lo sportelli-no e quelli che non vogliono.

SPOSARE (zˇenit’)Nel linguaggio popolare significa coin-volgere qualcuno suo malgrado. «Hannosposato Griska con Ivan» significa che lihanno accusati di aver commesso un de-litto insieme. «Mi hanno sposato a miainsaputa» significa mi hanno coinvoltosenza chiedere il mio parere. «Mi hannosposato al 58»: mi hanno appioppatol’articolo 58, quello che punisce i reatipolitici.

SPU, DIREZIONE POLITICA SEGRETADELLA SICUREZZA DELLO STATO(Spu, Sekretno-politicˇeskoe upravlenie go-sbezopasnosti)Vedi Spcˇ, Spo.

SQUADRA (brigada)1.1. Gruppo di 15-35 detenuti, o operai li-beri, che svolgono insieme un determina-to lavoro. È comandata da un caposqua-dra (v.). Le squadre sono contrassegnateda un numero o dal nome del caposqua-dra. Nella baracca i suoi membri alloggia-no nella stessa sezione. 1.2. Nel gennaiodel 1918 la «Gazeta Rabocego i Krest’jan-skogo Pravitel’stva» n. 16 pubblica una ri-

soluzione concernente la formazione disquadre di detenuti abili al lavoro. 2. Data l’alimentazione insufficiente,quelli che il lager non ha ancora logora-to cercano di realizzare più del 100% del-la norma di produzione, per ottenereuna razione migliore (v. marmitta 4). Mapoiché la norma di produzione è calcola-ta per la squadra intera, tenendo contodel numero dei suoi componenti, quelliche sono ancora in grado di realizzarla osuperarla fanno spietatamente pressionesui più deboli.3. Gli operai qualificati, i tecnici e gli im-piegati degli uffici lavorano alle direttedipendenze del datore di lavoro e il ruo-lo del loro caposquadra si limita a que-stioni pratiche. Tali brigate possono con-tare anche 100 o più persone.

STAGIONE (sezon)1. «Prepararsi secondo la stagione»: ordi-ne sussurrato dal sorvegliante al detenu-to (v. lettera dell’alfabeto). Questa formu-la, contrariamente a «prepararsi con laroba», significa che il detenuto sarà poiricondotto nella sua cella. A seconda del-l’ora e del tipo di convocazione, indivi-duale o di gruppo, il detenuto può indo-vinare dove lo porteranno. Nelle carcerigiudiziarie, quando viene fatto uscire unsolo detenuto significa che viene con-dotto a un interrogatorio, da dove a vol-te fa ritorno una settimana dopo (v. cate-na di montaggio). Se si tratta di un grup-po intero, può essere accompagnato nel-l’ufficio del carcere per le foto segnaleti-che o le impronte digitali. In tutte le car-ceri, essere convocato «secondo la sta-gione» di giorno può significare il trasfe-rimento in cella d’isolamento.2. «Vestito secondo la stagione» (v. nor-ma 7.2).

SSTTAAGGIIOONNEE

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box per qualche tempo e poi portati alladoccia e di lì in cella. Tutto ciò richiedediverse ore. Ogni detenuto in arrivo e inpartenza passa attraverso la stazione. Iltermine era già usato in epoca zarista.

STAZIONE CLIMATICA (kurort)1. Nel gergo dei detenuti designa i luoghidi reclusione (v. carcere 6).2. «Qui non siete in una stazione clima-tica»: a partire dalla ezˇovsˇcˇina, rispostaabituale dei responsabili ai detenuti chesi lamentano delle condizioni di deten-zione (v. campi di lavoro correzionale 2, re-clami 3). Nota: quando la stampa sovieti-ca paragona le condizioni di vita dellecarceri e dei campi a quelle di una stazio-ne climatica, è segno che si prepara uninasprimento del regime (v. regime peni-tenziario 1).

STEPLAG (Steplag)Le prime sezioni dello Steplag sono crea-te all’interno di alcuni campi di lavorocorrezionale in diverse regioni del Ka-zachstan (Balchas, Curlai-Nura, Spassk,Rudnik, Kingir). Centro amministrativoè Karaganda. Steplag significa “campodelle steppe” (v. scioperi 3.1). Vedi anchecampi speciali.

STERMINIO (istreblenie)«Non vi hanno portato qui per correg-gervi, ma per sterminarvi» oppure «perpunirvi»: spesso negli anni delle purghestaliniane la direzione così rispondevaalle lamentele dei politici riguardanti lecondizioni di vita e lavoro (v. campi di la-voro correzionale 2).

STIVA (trjum)In carcere è la cella di rigore. «Scenderenella stiva»: commettere di proposito

qualche mancanza per finire in cella di ri-gore. Per esempio se si vuole comunicarecon un altro detenuto lì rinchiuso (v. cel-la di rigore 8).

STOLYPIN, VAGONE STOLYPIN(Stolypin, stolypinka)Vagone ferroviario destinato al trasportodei detenuti; prende il nome da Pëtr A.Stolypin, presidente del Consiglio deiministri e ministro degli Interni di Nico-la II dal 1906 al 1911. Proprio su sua ini-ziativa questo tipo di vagone fu messo incircolazione all’inizio del XX secolo. Inepoca sovietica, lo Stolypin è chiamatoanche vagonzak o «vagone di Stalin».1. Allestimento del vagone. 1.1. UnoStolypin è un vagone ordinario per viag-giatori di seconda classe, nel quale i tra-mezzi che separano gli scompartimentidal corridoio sono sostituiti da grate conporte scorrevoli, sempre a grate, chiuse achiave dall’esterno. La luce penetra inquesti scompartimenti solo attraverso i fi-nestrini dotati di sbarre del corridoio (so-lo gli scompartimenti riservati alla scortahanno finestrini, mentre in epoca zaristali avevano anche le carrozze dei detenuti).Tra i vagoni, i soffietti sono chiusi da gra-te. 1.2. A un’estremità della carrozza sitrova il gabinetto per la scorta, all’altraquello per i detenuti. Di regola, dovrebbe-ro esservi condotti due volte al giorno, maa causa del «sovraffollamento» ci vannouna volta sola. La guardia fa uscire ognidetenuto separatamente, richiude imme-diatamente la porta dietro di lui, e lo fa an-dare di corsa fino al gabinetto, che non haporta. Qualche zek riesce comunque a farcadere una lettera sui binari (v. triangolo).I primi tre scompartimenti, separati dalcorridoio con tramezzi normali, senza gra-te, sono riservati ai soldati della scorta e al-

SSTTOOLLYYPPIINN

10. «Per non aver onorato il padre e lamadre»: risposta data da chi vuole elude-re la domanda.11. «Per un accento sbagliato». Una leg-genda narra che negli anni Venti, facen-do la coda per il pane, una vecchia aves-se letto ad alta voce lo slogan: «La scien-za ai lavoratori!» con un’intonazionesbagliata, e questo le fosse valso l’arresto.12. «Per l’oro» (v. febbre dell’oro).13. «Per la politica»: per l’articolo 58.14. «Per una dormita». Nelle carceri ad-dormentarsi al momento sbagliato puòcostare la cella di rigore. 15. «Per un cazzo». Nota: a questa rispostadi solito fa seguito questo scambio di bat-tute: «E quanto ti hanno dato?». «Diecianni!». «Bugiardo! Per un cazzo ti appiop-pano 25 anni. Se te ne hanno dati 10, vuoldire che hai fatto qualcosa» (v. trattenuto).

STAROBEL’SK (Starobel’sk)Località a ovest di Mosca, tra Valujki e Lu-gansk. In un campo nei pressi di Starobe-l’sk nel 1939 vengono internati circa3.860 militari polacchi, che sparisconosenza lasciare traccia (v. Katyn’, Kozel’sk,Ostasˇkov).

STAROSTA (starosta)Nelle carceri, rappresentante dei detenuti.1. Nelle carceri zariste. Nelle carceri za-riste lo starosta era eletto dai detenuticon un voto per alzata di mano e rappre-sentava tutte le celle; durante il giorno,infatti, le celle erano aperte e i detenutipotevano comunicare liberamente.2. Il carcere sovietico riprende le tradi-zioni zariste. All’inizio, le autorità sovie-tiche tollerano questa tradizione e laestendono anche ai campi (Decreto delComitato esecutivo centrale della Rsfsrdel 1919, SU 20:235, art. 39).

3. Poi le limita… Ma ben presto la liberacomunicazione tra le celle è proibita: leporte restano chiuse ventiquattr’ore suventiquattro. Da allora, ogni cella eleggeil suo starosta. A partire dagli anni Trenta,l’elezione dello starosta deve essere con-fermata dall’amministrazione. Quandoquesta lo ritiene necessario, priva lo sta-rosta del suo incarico e ordina una nuovaelezione.4. E finalmente le sopprime. Nell’esta-te del 1938 l’eleggibilità dello starosta èsoppressa in tutti gli istituti penitenziaridell’Urss. Ormai viene designato dal-l’amministrazione (v. comitato dei poveri3); in seguito è sostituito dal responsabi-le di cella (v.). Nota: al momento dell’an-nessione della parte orientale della Polo-nia nel 1939 e dei paesi baltici nel 1940,e poi con la rioccupazione di questi ter-ritori da parte dell’Urss nel 1943, l’eleg-gibilità dello starosta è tollerata per qual-che tempo nelle carceri di quei paesi.

STATO MAGGIORE (sˇtab)Ufficio dell’amministrazione di un lagero di una sezione di lager. Nota: il termineè usato a partire dagli anni Venti neicampi di concentramento dell’Ogpu epiù tardi negli Itl (v. soldato del canale).

STAZIONE (vokzal)Accettazione del carcere di Butyrki; è ilprimo edificio sulla sinistra, subito dopoil portone. Un furgone cellulare scorta inuovi arrivati fino alla porta, attraversola quale sono condotti in un’enorme sa-la, lungo le cui pareti sono disposti deglistretti box. I nuovi arrivati vi vengonorinchiusi, ognuno separatamente, in at-tesa di essere registrati negli elenchi car-cerari, dopodiché sono perquisiti (v. per-quisizione), nuovamente rinchiusi nel

SSTTAATTOO MMAAGGGGIIOORREE

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to senza scorta al di fuori della zona delcampo (art. 31). Nota: prima che venisseintrodotta questa segregazione, molte in-formazioni sul Gulag erano state divulga-te nel mondo libero proprio da ex detenu-ti stranieri. Trovandosi insieme alla mas-sa dei detenuti, gli stranieri avevano lapossibilità di conoscere dettagliatamentele leggi scritte e non scritte del Gulag.2. Nel 1983 il termine “stranieri” fu so-stituito da «cittadini stranieri».3. Un decreto del Soviet supremo del 25maggio 1984 puniva con un’ammendafino a 100 rubli i cittadini sovietici cheospitavano stranieri senza l’autorizzazio-ne degli organi competenti (integrazioneall’art. 197 dell’UK-60).

STRASCICO (zadok)1. Vecchia condanna.2. Delitto mai scoperto o vecchia condan-na passata inosservata durante l’inchiesta.

STUZZICADENTI (zubocˇistka)Baionetta. Nota: la baionetta russa somi-glia a un ago. Dal 1917 alla fine degli an-ni Quaranta le guardie che scortavano idetenuti erano armate di fucile a baionet-ta. Più tardi il fucile fu sostituito dal mitra.

SUCAN (Sucˇan)Stazione ferroviaria e centro di smista-mento situato a 130 km a est di Vladivo-stok. Vi passano i detenuti diretti ai cam-pi della Kolyma.

SUCHANOVKA, SUCHANOVO(Suchanovka, Suchanovo)Chiostro di santa Caterina: antico mona-stero nei dintorni di Mosca trasformatoin carcere per detenuti in attesa di giudi-zio particolarmente importanti e irridu-

cibili. A partire dal 1937, carcere giudi-ziario speciale dell’Nkvd dell’Urss.1. Durante il terrore staliniano, gli inqui-renti di Lefortovo minacciavano gli ac-cusati di spedirli a Suchanovo, assicuran-do che, in confronto, Lefortovo sarebbesembrato loro «un giardino d’infanzia»(v. ezˇovsˇcˇina).2. Nel suo libro An American in the Gulag(New York, 1967) Aleksandr Dolgun de-scrive le torture che ha subito a Suchano-vo nel 1948-49.

SUICIDIO (samoubijstvo)1. Il suicidio è un fenomeno straordina-riamente raro tra i detenuti. Secondo ildetto: «I primi dieci anni sono difficili,poi ti abitui».2. Sono piuttosto i carcerati in attesa digiudizio quelli che pensano al suicidio,perché temono di non sopportare le tor-ture. Ma sono sottoposti a una vigilanzacontinua, osservati giorno e notte attra-verso lo spioncino, a volte ogni 10-15 se-condi (v. mani 2). Nelle carceri giudizia-rie ci sono reti metalliche di protezione,tese lungo le scale e sui pianerottoli, alloscopo di prevenire i suicidi. Nel carceredi Butyrki, dice la leggenda, queste reticompaiono nel 1925, dopo il presuntosuicidio di Boris Savinkov.3. «Alla centrale di Aleksandrovskoe si èimpiccato un condannato» dice una vec-chia canzone di epoca zarista.

SUONARE IL PIANO (igrat’ na rojale)Farsi prendere le impronte digitali.

SUPERSIMULAZIONE (peremastyrka)Simulazione estrema, che può ancheconcludersi con la morte (v. simulazione).SUSSURRATORE (sˇeptun)Vedi delatore 5.

SSIICCOOVVKKAA

la loro cucina. Tutti gli altri sono destinatiai detenuti e l’ultimo serve da cella di iso-lamento (v. cella di rigore 5).2. Allestimento degli scompartimenti.Lungo i due tramezzi di ogni scomparti-mento si trovano tre livelli di panche.Ogni coppia di panche viene poi unitacon delle tavole, in modo da formare 3giacigli sovrapposti, su ognuno dei qualipossono dormire 4 persone, 12 per scom-partimento. A volte i detenuti sono co-stretti a stendersi anche per terra. Si arrivaa farci stare fino a 25 persone e anche dipiù. Tutti devono sdraiarsi con la testacontro la grata del corridoio. Nel 1939,l’autore è stato trasportato in uno scom-partimento dove si ammucchiavano 28persone in uno spazio di 9 metri cubi.3. Il viaggio. 3.1. I detenuti stannosdraiati per tutto il viaggio, perché nonc’è spazio sufficiente per alzarsi. La razio-ne viene data loro prima della partenza,a volte già in viaggio. Di regola, si trattadi un pesce salato (v. razione di trasferi-mento, appendice 1 k). I soldati della scor-ta sono tenuti a dar loro da bere, ma de-vono andare a prendere l’acqua potabilenelle stazioni durante le fermate; un sec-chio basta a malapena per uno scompar-timento, e la distribuzione dura molto,tanto più che le guardie hanno un solobicchiere. I detenuti perciò soffrono con-tinuamente la sete. 3.2. Alcuni convoglidi vagoni Stolypin viaggiano per diecigiorni di fila, o più; in media, i treni so-vietici a lunga percorrenza non copronopiù di 1.000 km in ventiquattr’ore. I de-tenuti mandati verso destinazioni lonta-ne sono periodicamente scaricati nellecarceri di transito situate lungo il tragit-to, perciò di solito non restano più di treo quattro giorni chiusi nel loro Stolypin.4. Le fermate. Alle fermate, quando i de-tenuti devono essere scaricati, ad atten-

derli c’è un distaccamento di guardie ar-mate che li prende in consegna per con-durli, con un cellulare o un semplice ca-mion, fino alla loro destinazione provvi-soria, il carcere di transito locale. La con-segna e l’accettazione dei detenuti e deiloro fascicoli è fatta in base a liste nomi-native. Se tutto corrisponde (in caso con-trario, ci sarà da aspettare per ore sedutiper terra nel cortile), i nuovi arrivati sonocondotti ai bagni, poi a una visita medicasommaria, allo scopo di isolare gli even-tuali malati contagiosi. Dopodiché sonofinalmente mandati nelle celle, dove rice-vono una razione normale (v. appendice 1f) e possono “riposare” per qualche gior-no o settimana.5. A ogni treno il suo Stolypin. 5.1. Inepoca zarista, gli Stolypin erano aggan-ciati ai treni ordinari. Alle fermate, lascorta non impediva alla gente di avvici-narsi e dare ai detenuti pane e tabacco, co-sa che invece le autorità sovietiche proi-biscono severamente. 5.2. A partire daiprimi anni Trenta, a ogni treno di lungapercorrenza sono sistematicamente ag-ganciati uno o più vagoni Stolypin. Si tro-vano subito dopo la locomotiva, primadel vagone postale, lontano dalle carroz-ze passeggeri. Se qualcuno cerca di avvici-narsi, la scorta si affretta ad allontanarlo.

STON (Ston)Vedi carcere a destinazione speciale delleSolovki.

STRANIERI E APOLIDI(inostrancy i lica bez grazˇdanstva)1. Fu l’ITK-70 a introdurre per la primavolta regole particolari concernenti i de-tenuti stranieri e apolidi, stabilendo chedovevano essere internati in luoghi di-versi da quelli dei cittadini sovietici (artt.6, 18). Era loro proibito ogni spostamen-

SSTTOONN

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inferiori sono più comodi, ma decisa-mente più freddi, e inoltre vi cade l’im-mondizia da quelli superiori. 1.3. I tavo-lacci a trepiani sono rari.Vengonoallesti-ti in alcune carceri giudiziarie o di trans-ito nei periodi delle repressioni di massa.2. Proibizione formale del tavolacciocontinuo. Nella risoluzione del Vcik«Sui campi di lavoro forzato» del 1919 sidice che «allo scopo di scongiurare leepidemie si vieta di allestire tavolaccicontinui» (SU 20:235, art. 48). Ma perquasi mezzo secolo le baracche dei lagerfurono attrezzate quasi esclusivamenteproprio con questo tipo di tavolacci.3. Proverbi e modi di dire. 3.1. «Ab-bronzarsi o incicciottirsi sul tavolaccio»:non fare nulla, stare sdraiati sul tavolac-cio invece di andare al lavoro; «C’era unatale tempesta di neve, che per tre giorninon ci hanno mandato a lavorare e tuttala brigata si incicciottiva sui tavolacci».3.2. «Cacciare sotto il tavolaccio (conuno straccio bagnato)»: in senso letteraleo figurato; obbligare a sottomettersi.«Zorka-la-belva ha cacciato tutta la briga-ta sotto il tavolaccio». Nota: un urka chesi rispetti non si sdraia mai volontaria-mente sotto il tavolaccio.

TECNICAMENTE (technicˇeski)1.Commettere un crimine inmodo indi-retto: «La malavita ha fatto fuori Zorkatecnicamente, gli ha confiscato la razionefinché non è crepato». Nota: il detenutononsiarrischiaareclamarepressol’ammi-nistrazione,bensapendochel’unicorisul-tato che puòottenere è di farsi picchiare amorte da quelli di cui si è lamentato.2. I metodi tecnici sono applicati anchedal plenipotenziario operativo. Se vuolesbarazzarsi di un delatore smascheratodai suoi compagni, e quindi inutilizzabi-

le, lo fa trasferire nella baracca dove sitrovano i detenuti che ha denunciato.Secondo una vecchia tradizione dellamalavita, la sua testa mozzata finirà lanotte stessa sul mucchio della spazzatu-ra. Il plenipotenziario scoprirà i colpevo-li, e giustizia sarà fatta.3. Il partito, a sua volta, utilizza i metoditecnici per sbarazzarsi di certe categoriedi detenuti: dà all’amministrazione l’or-dine di «applicare le norme di produzio-ne inmodo rigido» alla categoria presa dimira, il che inevitabilmente porta allamorte per sfinimento (v. distrofia). È co-sì, fra l’altro, che le autorità sovietichehanno assassinato tecnicamente nume-rosi ufficiali baltici (v. ufficiali baltici 3).

TEDESCHI DEL VOLGA(nemcy Povolzˇ’ja)Vedi armata del lavoro 1.2, deportazioni dimassa 7.

TELEFONO (telefon)1. «Parlare al telefono», «parlare attraver-so il boccale»: parlare ad alta voce tenen-do laparte inferioredel visopremuta con-tro un boccalemetallico il cui fondo è ap-plicato al muro della cella vicina. La vocesi sentirà dall’altro lato, soprattutto se ilvicino di cella preme al muro un boccalerovesciato, accostando l’orecchio al fon-do. La comunicazione non è perfetta, mail guardiano, dal corridoio, non se ne ac-corge facilmente. Secondo lo stesso prin-cipio si utilizzano i tubi del riscaldamen-to centrale, che permettono di telefonarea celle più lontane.2. In certe carceri, i tubi di scarico per-mettono di telefonare da un piano all’al-tro. Per farsi sentire bene bisogna acco-stare il viso al buco della latrina (v. latri-ne 3, regolamento interno 3).

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TTEELLEEFFOONNOOTT,, LLEETTTTEERRAA TT

T, LETTERA T (t, bukva t) Significa trockista (v. indicazione speciale,sigle). Questa lettera è indicata sul dossierdei condannati per trockismo e ricordaagli ufficiali della Sicurezza che il dete-nuto in questione deve essere tassativa-mente sottoposto a un regime particolar-mente severo.

T/A (t/a)Vedi armata del lavoro.

TABACCO (tabak)Vedi machorka.

TABELLONE DEGLI INDICI DI PRODUZIONE (doska pokazatelej)È esposto ovunque lavorino operai insuf-ficientemente pagati, sia liberi, sia dete-nuti, e deve servire da incentivo psicolo-gico. Sotto il simbolo di una tartaruga so-no segnati i nomi dei lavoratori più inef-ficienti, che «si trascinano in coda» (avolte per loro c’è un apposito «tabellonenero» o «albo del disonore), mentre sot-to il simbolo di un aereo, una locomoti-va o un camion sono menzionati i piùproduttivi (v. artista della Kvcˇ, educatore,Kvcˇ 1.2, marmocchio).

TAGANKA, CARCERE TAGANSKAJA (Taganka, Taganskaja tjur’ma)Vecchio carcere moscovita nel quartiereProletarskij, vicino alla piazza Taganskaja.È un edificio a tre piani con gallerie inter-ne, lungo le quali è tesa una rete metallicaper prevenire i tentativi di suicidio. Il car-cere è stato smantellato negli anni Settan-ta. Da una canzone degli anni Trenta:Sono rinchiuso nella Taganka come in un barattolo di conserva,dietro la porta passeggia lo sbirro.

TAJSET (Tajsˇet)Città della Siberia orientale a 600 km dallago Bajkal. Centro amministrativo di unenorme complesso concentrazionariospecializzato nell’ammasso del legnamee punto di partenza della ferrovia Bajkal-Amur (v. Bamlag, Ozerlag).

TAVOLACCIO (nary)1. Tipi di tavolaccio. 1.1. Si distinguonoil tavolaccio continuo e il sistema a cuc-cette (v.). Di regola l’uno e l’altro sono adue piani, in casi eccezionali a un solo pia-no, per esempio nei rifugi interrati (v.zemljanka) dal soffitto basso. 1.2. Sui ta-volacci superiori fa più caldo, ma l’aria èviziata e bisogna arrampicarvisi. Quelli

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TFT, LAVORO FISICO PESANTE (Tft, Tjazˇëlyj fizicˇeskij trud)1. Differenti categorie di lavoro fisico.Durante lo zarismo si distinguevano trecategorie di condannati ai lavori forzati:forti, deboli e inabili. Questa classifica-zione resta in vigore nei campi sovieticifino alla metà degli anni Venti: prima ca-tegoria o Tft, seconda categoria o Lft (la-voro fisico leggero), terza categoria, gliinvalidi. In seguito, queste categorie sisuddividono ulteriormente, finché a me-tà degli anni Quaranta ne esistono unadecina: minatori, suddivisi in livelli; Tft,lavoro pesante; Sft, lavoro medio; Lft, la-voro leggero; Ift, lavoro individuale edue categorie di invalidi (v. invalido).2. Distinzioni teoriche. Queste catego-rie sono definite in funzione della normadi produzione loro imposta. Così i mina-tori e i Tft devono realizzare la norma al100%, gli Sft al 75%, gli Lft al 50% e gliIft al 25%. Gli invalidi, che non lavora-no a cottimo, hanno diritto alla razioneminima (v. marmitta 2, minima).3. Differenze fra teoria e pratica. Spessoil lavoro di squadra e altre esigenze esclu-dono la possibilità di ripartire la manodo-pera secondo le categorie di idoneità al la-voro a cui appartengono i singoli detenu-ti (v. squadra). Talvolta i lavori leggeri oindividuali semplicemente non esistono,oppure sono già stati assegnati, e non achi ne ha diritto per il suo stato di salutema ai raccomandati. Quindi, la distinzio-ne tra le categorie è puramente fittizia (v.scegliere i biscotti, tufta 2).

TIPTOLOGIA (perestukivanie)Tipo di comunicazione fra le celle, con-sistente nel battere messaggi sul muro (v.morse delle carceri).

TIRARE (natjagivat’, natjanut’)1. «Tirare la norma»: imbrogliare, inter-pretare nel modo più favorevole la nor-ma applicata a un lavoro (v. norma 4, rap-porto 4.1, tufta).2. «Tirare la legge» (v. legge 1).3. «Tirare verso la pena di morte»: si dicedi un inquirente che istruisce un caso inmodo che l’imputato sia condannato amorte (v. legge 13).

TIRARE LE CUOIA (zagnut’sja)1. Sepoltura. I detenuti morti sono inuma-ti fuori della zona recintata. In casi eccezio-nali un numero limitato di compagni è au-torizzato ad assistere alla sepoltura.2. Altri sinonimi di “morire”. «Essere li-berati (portati via) con la targhetta sulpiede sinistro», «indossare il busˇlat di le-gno», «avere la liberazione anticipata»,«stendere gli zoccoli (le gambe)», «anda-re sotto la scarpata» (durante la colletti-vizzazione forzata, i contadini deportatiche morivano nel trasporto in carri be-stiame venivano sepolti sotto la massic-ciata della ferrovia), «andare sotto il vul-cano» (in Siberia orientale), «finire all’ot-tavo chilometro o al trentaduesimo pic-chetto» cioè là dove nel dato campo sisotterrano i detenuti morti, «finire nellasedicesima compagnia» (alle Solovki, ne-gli anni Venti, i detenuti erano suddivisiin quindici compagnie), «andare sotto laSmidticha» (ai piedi del monte Smidt,così chiamato in onore di un celebre geo-fisico sovietico, nella penisola di Tajmyr,sono sepolte centinaia di migliaia di de-

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TELEGRAFO (telegraf)Mezzo di comunicazione fra le celle: ci siscambia messaggi battendo sul muro o suitubi del riscaldamento centrale (v. morsedelle carceri,regolamento interno 3,telefono).

TENDA (palatka)Nelle sezioni di lager o nelle «missioni»ancora in fase di organizzazione, i dete-nuti talvolta dormono sotto le tende o,se queste mancano, all’addiaccio. Acca-de spesso che passino l’inverno sotto letende, se la direzione ritiene che altri la-vori siano più urgenti della costruzionedelle baracche. Generalmente le tendepossono ospitare 250 uomini (v. baracca,zemljanka).

TENERE QUALCUNO AL GANCIO(krjucˇok, imet’ na krjucˇke)Avere qualcuno in pugno, essere in con-dizioni di ricattarlo (v. ladro, plenipoten-ziario operativo 5).

TERMOMETRO (termometr)Manganello con cui il caposquadra, il ca-pocantiere o altri colpiscono i detenuti allavoro. Il termine compare nei campidella Kolyma.

TERZA SEZIONE (Tretij otdel)Vedi Sezione operativa cˇekista.

TESTA (golova)Vedi pensare, testoline.1. «Gli taglieranno la testa, e poi dirannoche è andata così». Allude all’impunitàdei criminali: nessuno oserà denunciarli,anche se l’assassinio è stato commessosotto gli occhi di tutti; di qui la lorosfrontatezza e il loro cinismo.2. «Sarai esonerato solo se mi porterai latesta sotto il braccio». Neppure le perso-

ne gravemente malate vengono esonera-te dal lavoro (v. malattie, quote di utilizzodella manodopera, simulazione 2).

TESTOLINE (golovki)1. I cacciatori russi e autoctoni del norddella Siberia ricevono un premio in de-naro o in natura per la cattura di un de-tenuto evaso. Poiché è molto difficile erischioso riportare attraverso la tundraun fuggitivo pronto a tutto, il cacciatorelo uccide e si limita a portare alle autori-tà la sua testa. Per evitare spostamentitroppo frequenti, nasconde in un postosicuro le testoline raccolte durante l’in-verno e in primavera le mette in un sac-co per andarle a consegnare al campo,dove riceverà un premio dopo l’identifi-cazione di ogni testa. A volte per erroreuccide qualche membro di una spedizio-ne geologica che si è perso nella tundra.Ma sono i rischi del mestiere. Comunquesia, il cacciatore è pagato per le «testebuone». 2. Se un novellino chiede a un autocto-no che cosa sono quelle specie di angu-rie che porta nel sacco, si sente risponde-re: «Testoline»; un cacciatore russo, inve-ce, darà una risposta evasiva. I detenutioriginari della Siberia settentrionale, sia-no essi russi o autoctoni, non scontanomai la loro pena nella regione. In questomodo il cacciatore non rischia di uccide-re un proprio vicino. Nessun problemadi coscienza!3. Anatol Krakowiecki (Ksia˛z˙ka o Koly-me, London, 1950) riferisce le parole diun cacciatore scontento: «Adesso, peruna bottiglia di alcol puro, un pacchettodi tè e cinquanta rubli [...] bisogna porta-re una testolina tagliata! Prima bastavaportare l’orecchio destro» (v. cacciatori diuomini).

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TTOOBBOOLL’’SSKKTTEELLEEGGRRAAFFOO

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termine «trasporto sotto scorta» (v. ri-composizione della cella).

TRASPORTO SOTTO SCORTA (etap)1. Dati generali. 1.1. Un convoglio può es-sere costituito da parecchie migliaia di de-tenuti e percorrere migliaia di chilometri,utilizzando vari mezzi di trasporto. 1.2. Idetenuti non sono mai informati della de-stinazione e sono avvisati della partenzasolo all’ultimo minuto. Quelli che hannofatto in tempo ad ambientarsi nel lorocampo, infatti, farebbero di tutto per evi-tare di partire, temendo di avere una sortepeggiore altrove. Ecco perché la partenzadei convogli è preparata nel massimo se-greto e nel giorno stabilito si procede a del-le retate a sorpresa. 2. I compagni di convoglio. Far partedel medesimo convoglio, soprattutto seil tragitto è lungo, crea a volte tra i dete-nuti legami solidi e duraturi (v. compagnodi viaggio).3. Trasporto ferroviario. Vedi carro be-stiame, Stolypin.4. Trasporto marittimo. I detenuti sonorinchiusi nelle stive delle navi, in condi-zioni simili a quelle descritte a propositodel trasporto fluviale. Ma ci sono più livel-li di tavolacci e si possono trasportare fi-no a 6.000-9.000 detenuti contempora-neamente (v. Da’lstroj 4.1).5. Trasporto fluviale. 5.1. I detenuti, pa-recchie centinaia, sono caricati nelle sti-ve dei barconi, equipaggiate di tavolaccia più livelli, così ravvicinati che è impos-sibile sedersi normalmente. Non hannonemmeno lo spazio per muoversi e devo-no rimanere distesi durante tutto il viag-gio, che può durare fino a due o tre setti-mane. 5.2.Nei primi tempi, si lasciavanosalire i detenuti sul ponte a piccoli grup-pi per prendere l’aria e la cucina da cam-

po della scorta preparava pasti caldi. Maa partire dal Grande terrore i detenutinon hanno più il diritto di uscire e i pasticaldi sono soppressi: si distribuisce solouna razione secca (v. razione 6.29). 5.3.Proprio sotto il boccaporto, sul fondodella stiva, accanto alla scala, ci sono duebarili della capacità di una decina di sec-chi. Uno è pieno di acqua potabile, l’al-tro serve da bugliolo. Per svuotarlo nelcorso del viaggio, le guardie danno duesecchi ai detenuti, che se li passano dimano in mano lungo la scala. I secchigocciolanti arrivano così fino all’ultimodella catena, che li svuota fuori bordo.Per lui è un’occasione per vedere il cieloe respirare un po’ d’aria fresca. Dato chei coperchi sono vietati, perché potrebbe-ro essere usati come armi, succede spessoche cadano delle gocce nel barile dell’ac-qua potabile accanto al bugliolo e tutto ilconvoglio si ammala di dissenteria. 5.4.Le navi dei mercanti di schiavi del XVII se-colo raffigurate sulle vecchie stampe mo-strano impressionanti somiglianze con laflottiglia del Gulag. Ma, a differenza deimercanti di schiavi di un tempo, il regi-me sovietico, rispettoso dei diritti del-l’uomo, non incatena i suoi cittadini.6. Trasporto su camion. Si fanno salire25 detenuti con la loro roba sul cassone diun camion da due tonnellate e mezza otre tonnellate; devono stare tutti accovac-ciati, in senso contrario a quello di mar-cia. Così, chi volesse saltare giù durante ilviaggio, cadrebbe lungo disteso, diven-tando facile bersaglio per i soldati dellascorta seduti sul tetto della cabina. Altridue soldati sono seduti sulle sponde nel-la parte posteriore del cassone. Il capo del-la scorta, responsabile dei fascicoli, si tro-va nella cabina accanto all’autista. Dopoil 1937, quando un convoglio attraversaun villaggio, si coprono i detenuti con un

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tenuti del lager di Noril’sk; v. atto di mor-te del detenuto, piastrina 1.3).

TOBOL’SK, CENTRALE DI(Tobol’skij central)Vecchio carcere zarista nella città di Tobo-l’sk, sull’Irtys, che si trova circa 130 km anord della Transiberiana. È descritto an-che da Dostoevskij nelle Memorie da unacasa di morti. Ancora in funzione in epocasovietica.

TON (Ton)Vedi carcere a destinazione speciale.

TOSSE (kasˇel’)Uno dei pretesti utilizzati dall’ammini-strazione carceraria per mandare in celladi rigore: «Per aver comunicato con la cel-la vicina tossendo secondo un codiceconvenuto» (v. cella di rigore 4.2, comuni-cazione fra le celle, silenzio carcerario).

TOVCK (Tovcˇk)Vedi Sezione trasporti della Vcˇk.

TRADITORE DELLA PATRIA(izmennik rodine)1. La legge del 20 luglio 1934 (SZ 30:173)definisce quattro tipi di alto tradimento.Per tre è prevista la pena di morte, anchein tempo di pace, mentre per il quarto,mancata delazione, la legge commina 10anni di reclusione. Durante il Grandeterrore, quasi tutti i militari arrestati so-no condannati come traditori della pa-tria; le loro mogli e i loro figli sono invia-ti «legalmente» nei campi (v. bambini 3,mancata delazione, Olzˇir, responsabilitàcollettiva, sigle).2. Durante la Seconda guerra mondialemolti militari sovietici fuggiti dalle zoneoccupate o dai campi di prigionia per

raggiungere l’Armata rossa sono arresta-ti e condannati come traditori della pa-tria (v. campi di verifica e filtraggio).3. Dall’inizio degli anni Quaranta qual-siasi detenuto politico è un traditore del-la patria.

TRADITORE DEL SOCIALISMO(izmennik sozializmu)Dalla primavera del 1918, i bolscevichichiamano così i menscevichi, gli sr e glialtri loro vecchi compagni nella lotta ri-voluzionaria contro l’autocrazia. È com-pito della Ceka arrestare e giudicare i tra-ditori del socialismo.

TRAFFICANTE DI VALUTA (valjutcˇik)È così definito chi viola le «regole sulleoperazioni valutarie», cioè chi è trovato inpossesso di valuta straniera senza docu-menti giustificativi ufficiali. L’UK-26 pre-vede per questo reato fino a 3 anni di pri-vazione della libertà (art. 59-12), l’UK-60fino a un anno (art. 154-2); per il decretodel Soviet supremo dell’Urss del primo lu-glio 1961 la falsificazione di denaro sovie-tico o di valuta straniera è punita con la pe-na di morte (UK-60, art. 87).

TRAM (tramvaj)Nel linguaggio della malavita «passaresotto il tram» significa essere vittima diuno stupro collettivo (v. chitarra, coro,kolchoz 2).

TRASFERIMENTO (perevod)Spostamento dei detenuti da una cella aun’altra, o da una zona a un’altra vicina.Per un trasferimento a una distanza mag-giore, anche all’interno di un medesimocomplesso di campi, i detenuti usano il

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TTRRAASSPPOORRTTOO SSOOTTTTOO SSCCOORRTTAATTOONN

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1.Una risoluzione del Commissariato delpopolo alla Giustizia del 23 luglio 1918decreta che dopo l’estinzione della penail detenuto non venga liberato finché nonha rimborsato con il lavoro le spese delsuo mantenimento (SU 53:598, art. 28).2. Alla fine della guerra civile, i detenutidei campi a destinazione speciale dellaVck, istituiti appositamente per tenere inisolamento «fino alla fine della guerra ci-vile», sono quasi tutti condannati dallastessa Vck a 5 anni supplementari (SU1920, 20:235).3. Una risoluzione del Commissariatodel popolo alla Giustizia del 15 novem-bre 1920 cita tra le misure disciplinari «ilprolungamento della pena» (SU 1921,23-24:141, artt. 183, 184).4. A partire dalla metà degli anni Venti,l’Ogpu trattiene sempre più frequente-mente nei suoi campi o invia al confinoin regioni lontane certe categorie di de-tenuti che hanno già scontato la pena.5. Un decreto del Comitato esecutivocentrale della Rsfsr del 26 marzo 1928stabilisce che è indispensabile prolunga-re la pena alle persone «che non si pre-stano alla correzione», o prendere nuovemisure di protezione sociale nei loroconfronti («Ezenedel’nik sovetskoj justi-cii», 1928/14, citato da P. Losev, G. Ragu-lin, p. 204).6. Nel 1932, allo scadere dei 5 anni diconfino inflitti a decine di migliaia ditrockisti, l’Ogpu prolunga loro la pena di2 anni. Saranno poi tutti travolti dall’on-data di arresti che fa seguito all’assassi-nio di Kirov nel 1934.7. All’indomani dell’attacco di Hitlercontro l’Urss, il 22 giugno 1941, un’i-struzione segreta dell’Nkvd del 23 giu-gno 1941 ordina che determinate cate-gorie di detenuti, una volta estinta la pe-na, siano trattenute in reclusione «fino a

disposizione speciale». Questa misura ri-guarda quasi tutti i politici e alcuni cri-minali recidivi. Sarà abrogata solo nel1947. Tuttavia i detenuti interessati nonsaranno Ma, bensì inviati al confino inregioni lontane. Un detenuto “fortuna-to”, che nel 1936 era stato condannatosolo a 5 anni, alla fine ne ha scontati 11.8. Durante la seconda purga del 1947-49i trattenuti sono sostituiti dai «ripetenti»:poco prima del termine della pena, con-tro alcune categorie di politici si aprononuovi procedimenti, che di solito ripren-dono i vecchi capi d’accusa (la polizia po-litica non si sbaglia mai!). L’inquirente re-gistra le proteste del detenuto senza cer-care di fargli confessare i suoi «crimini»sotto tortura, poi il caso è giudicato dal-l’Oso, che emette la condanna senza nep-pure convocare l’imputato.9. Il principio del prolungamento dellepene pronunciate da un tribunale è fi-nalmente elevato a legge quando, il 13settembre 1983, il codice penale in vigo-re è integrato con l’articolo 188-3, checommina fino a 3 anni di reclusione, e fi-no a 5 per i politici e i recidivi, per «il ri-fiuto ostinato di obbedire all’ammini-strazione penitenziaria». Questo nuovoarticolo è conosciuto con il nome di «ar-ticolo Andropov», all’epoca capo del Kgb(v. articolo 5).

TRECENTO (trëchsotka)Razione di pane «da fame»: 300 g (v. ap-pendice 1 h).

TRE-NOVE (Tri-devjat’)Punto di transito non lontano da Vladi-vostok, da dove partono i detenuti perl’isola di Sachalin dai primi anni Cin-quanta.

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telone e viene loro proibito di muoversi.Questo per dissimulare il carico agli occhidei profani. Un convoglio di parecchi ca-mion è seguito da una scorta supplemen-tare in camionetta. Generalmente, il tra-sporto avviene in camion solo per i tragit-ti che non superano i 200 km.7. Trasporto a piedi. 7.1. I trasporti apiedi sono relativamente rari, di solitocoprono distanze molto brevi. I detenu-ti attraversano i luoghi abitati a gruppi didieci. Ogni due o tre gruppi, a sinistra ea destra, ci sono guardie armate di fucili.All’inizio e alla fine della colonna, mar-ciano altre guardie armate con i cani. Icuriosi sono dispersi. Ma a partire dalGrande terrore la popolazione non fa piùcaso a questi cortei (al tempo degli zar,c’era l’abitudine di donare ai detenutipane, tabacco eccetera, cosa severamen-te vietata dalle autorità sovietiche). 7.2.Rawicz (The Long Walk, New York, 1956)ha descritto un lungo trasferimento apiedi: i detenuti marciavano a due a due,in colonne di cento, dietro una cinquan-tina di camion. Gli uomini erano attac-cati con le manette a una lunga catenaagganciata ai camion. In questo modo5.000 detenuti partirono da Irkutsk apiedi, nel dicembre del 1942, in direzio-ne nord, e marciarono per più di 150 km.Di notte attraversavano i centri abitati edi giorno dormivano.

TRATTAMENTO OBBLIGATORIO(prinuditel’noe lecˇenie)Menzionato nel codice penale del 1926solo all’articolo 24: «inserimento in unistituto di cura con isolamento». Il codi-ce penale del 1960, invece, vi dedica unintero capitolo: «Sulle misure obbligato-rie di carattere medico ed educativo»(artt. 58-63). Ben quattro articoli e sei pa-gine di commentario sono dedicati

esclusivamente alle cure psichiatricheobbligatorie; il caso degli alcolizzati e deiminori è trattato in articoli a parte. Il ri-covero in ospedale psichiatrico avvieneper decisione del tribunale (art. 59). Èsempre quest’ultimo che decide, d’accor-do con l’ospedale, che dipende dal Kgb,l’inizio, il cambiamento e la conclusionedel trattamento psichiatrico obbligato-rio (art. 60). Si fa distinzione tra ospeda-li psichiatrici ordinari e speciali (art. 59).La durata delle cure psichiatriche obbli-gatorie non è fissata (disposizione del 14febbraio 1967; VS 1967/4, p. 37; v. carce-re psichiatrico).

TRATTAMENTO SANITARIO(sanobrabotka)Doccia o bagno a vapore, rasatura del ca-po, disinfestazione degli abiti (v. forno).Agli uomini, completamente nudi, ven-gono rasati cranio e viso con la macchi-netta. Alle donne viene rasato il craniosolo se una di loro ha i pidocchi. Il pubenon viene rasato sistematicamente, maspesso prima dei trasferimenti. Nelle car-ceri giudiziarie, sono i sorveglianti «del-lo stesso sesso del detenuto» che eserci-tano le funzioni di barbieri. Nelle carceridi transito può accadere che siano degliuomini a rasare le donne, e viceversa.Ogni volta che un detenuto arriva in uncarcere, subisce obbligatoriamente iltrattamento sanitario.

TRATTENUTO(peresidcˇik, sverchsrocˇ nik)Detenuto che non viene liberato allo sca-dere della pena (v. ripetente). Il termineappare nel 1941, ma fin dai primi annidel potere sovietico il regime si è semprepreoccupato di prolungare il periodo didetenzione.

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TTRREENNTTAACCIINNQQUUEETTRRAATTTTAAMMEENNTTOO OOBBBBLLIIGGAATTOORRIIOO

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to repressivo, i tribunali e le carceri di-venteranno inutili. Nell’attesa, il decreton. 1 sui tribunali del 24 novembre 1917«sopprime tutte le istituzioni giudizia-rie» e istituisce «dei tribunali locali inca-ricati dei casi penali» e «dei tribunali ri-voluzionari per lottare contro le forzecontrorivoluzionarie» (v. tribunale popo-lare). 1.2. Lo statuto dei tribunali popo-lari è sviluppato nel decreto n. 2 sui tri-bunali del 3 febbraio 1918, mentre il de-creto n. 3 del 30 settembre 1918 specifi-ca che il tribunale popolare è l’unicaistanza giudiziaria abilitata a esaminaretutti i casi, a eccezione di quelli di com-petenza dei tribunali rivoluzionari (v. tri-bunale regionale). 1.3. All’inizio i giudicisi lasciano guidare solo dalla loro «co-scienza rivoluzionaria». Il primo codicepenale è introdotto nel 1922. Dopo lacreazione dell’Urss, un decreto del Co-mitato esecutivo centrale dell’Urss del 29ottobre 1924 stabilisce i «Fondamentidel diritto penale dell’Urss e delle repub-bliche federate». 1.4. All’inizio degli an-ni Venti, durante la Nep, si assiste a qual-che tentativo di mitigare l’apparato re-pressivo. Invano.2. Ordinamento giudiziario «legale».Le due istanze giudiziarie create in origi-ne con il decreto del 1917 cominciano aproliferare. Ecco una lista non esaustivadei tribunali:1) Corte suprema dell’Urss e, presso que-sta, collegi civili, penali, ferroviari, uncollegio per le vie navigabili e un colle-gio militare; 2) corti supreme delle re-pubbliche federate e, presso queste, deicollegi civili e penali; 3) tribunale supre-mo presso il Comitato esecutivo centra-le della Rsfsr; 4) tribunale militare rivolu-zionario; 5) tribunali militari della flottamilitare; 6) tribunali militari dei distrettimilitari; 7) tribunali militari delle truppe

dell’Nkvd-Mvd; 8) tribunale militare fer-roviario; 9) tribunale supremo rivoluzio-nario dell’Urss; 10) tribunali rivoluzio-nari municipali; 11) tribunali municipa-li; 12) tribunali di governatorato; 13) tri-bunali territoriali; 14) collegi di lager (ditribunali regionali); 15) tribunali di la-ger; 16) tribunali competenti in materiadi trasporti ferroviari; 17) tribunali loca-li; 18) tribunali popolari; 19) tribunalimilitari numerati; 20) tribunali regiona-li e, presso questi, collegi civili, penali edi lager; 21) tribunale speciale rivoluzio-nario; 22) tribunale rivoluzionario mili-tare di campo; 23) tribunali di reggimen-to; 24) tribunali rivoluzionari militari;25) tribunali rivoluzionari militari delleferrovie; 26) tribunali rivoluzionari; 27)collegio speciale della Corte supremadell’Urss e collegi speciali delle corti su-preme delle repubbliche federate e deitribunali territoriali e regionali; 28) tri-bunali speciali; 29) tribunale militarespeciale; 30) tribunale dello Stato mag-giore delle truppe della guardia interna.3. Ordinamento extragiudiziario. Dal1918 al 1953, condanne extragiudizialial confino, all’espulsione, alla privazionedella libertà e alla pena di morte sonopronunciate dalla Vck e dalle sue sezionilocali e speciali, dalla Tck Ck dei traspor-ti), dal Collegio giudicante del Gpu-Og-pu e dall’Oso.4. Dopo Stalin. 4.1. La legge del 25 di-cembre 1958 istituisce i seguenti tribuna-li: 1) Corte suprema dell’Urss e, pressoquesta, collegi giudicanti per i casi civilie penali e collegio militare; 2) corti supre-me delle repubbliche federate; 3) cortisupreme delle repubbliche autonome; 4)tribunali territoriali e tribunali regionali;5) tribunali delle regioni autonome; 6)tribunali dei circondari nazionali; 7) tri-

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TRENTACINQUE (tridcat’-pjatnik)Condannato in virtù dell’articolo 35 del-l’UK-26. Questo articolo prevede, fra l’al-tro, il soggiorno obbligato in una deter-minata località «accompagnato o menodai lavori correzionali» per le persone «lacui permanenza in una data località èconsiderata socialmente pericolosa». Ilparagrafo 3 del commento all’articolo 30dell’UK-26, relativo ai lavori correziona-li senza privazione della libertà, decretache quanti rifiutano di recarsi sul luogodi lavoro cui sono stati assegnati sarannointernati in un campo. All’inizio deglianni Trenta l’articolo 35 è applicato mas-sicciamente nei confronti delle personesenza fissa dimora e senza passaporto (v.passaporto 1.1), che nella maggior partedei casi vengono condannate, da un tri-bunale o da una trojka, a una pena di 3-5 anni, eccezionalmente di 1 o 2 anni.

TRENTANOVE (tridcat’ devjataja)L’articolo 39 del regolamento sui passa-porti, non pubblicato (v. passaporto 5).

TRENTASETTE (tridcat’ sed’moj)Anno 1937. Nome popolare del Grandeterrore. «Se ci fosse un “Trentasette” an-che solo per sei mesi, si ripulirebbe il pae-se dagli elementi antisovietici in un bat-ter d’occhio»: sogno degli ufficiali delKgb nostalgici dei vecchi tempi.

TRENTOTTO (tridcat’ vos’maja)L’articolo 38 del regolamento sui passa-porti, non pubblicato (v. passaporto 5).

TRIANGOLO (treugol’nik)1. Lettera piegata a triangolo, con l’indi-rizzo scritto su uno dei lati. Questo siste-

ma era comune nel XIX secolo, special-mente presso i soldati e i contadini.2. In epoca sovietica è utilizzato dai de-tenuti. Durante i trasporti in treno versoi campi, gettano il triangolo, non affran-cato, dal buco della latrina. È più facilenei carri bestiame che nei vagoni Stoly-pin. I triangoli sono spesso raccolti daicantonieri che li spediscono, malgrado irischi che corrono. Molti triangoli giun-gono a destinazione, anche negli annidelle repressioni staliniane.

TRIBUNALE COMPETENTE IN MATE-RIA DI TRASPORTI FERROVIARI (Linejnyj transportnyj sud)Sostituisce nel 1934 il Tribunale ferroviario.Soppresso nel 1956 («Partijnaja Zizn’»,1957, 4, p. 68).

TRIBUNALE COMPETENTE IN MATE-RIA DI TRASPORTI FLUVIALI(Vodno-transportnyj sud)Funziona dal 1922 al 1934 (v. tribunale eordinamento giudiziario 2).

TRIBUNALE DI LAGER (lagsud)Dipendente direttamente dall’Nkvd-Mvd dell’Urss, sostituisce i collegi di la-ger all’inizio degli anni Quaranta. Dopola morte di Stalin nel 1953, i tribunali dilager spariscono, senza che alcun docu-mento ufficiale sia mai stato pubblicatoin proposito (v. collegio di lager del tribu-nale regionale).

TRIBUNALE E ORDINAMENTO GIU-DIZIARIO (sud i sudoustrojstvo)1. Utopia marxista e realtà sovietica.1.1. Nel 1917 i bolscevichi sono convin-ti che con la socializzazione dei mezzi diproduzione le cause della criminalitànon tarderanno a scomparire, e l’appara-

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TTRRIIBBUUNNAALLEE MMIILLIITTAARREETTRREENNTTAANNOOVVEE

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un giudice popolare permanente; da ungiudice popolare permanente e due mem-bri della corte popolare che si alternano;oppure da un giudice popolare e sei mem-bri della corte popolare a rotazione (art. 5;v. tribunale e ordinamento giudiziario).

TRIBUNALE REGIONALE(Oblastnoj sud, oblsud)Sono di competenza di questo tribunalei reati contro lo Stato, a eccezione dellospionaggio e di alcuni altri, e diversi rea-ti comuni (v. tribunale e ordinamento giu-diziario 1.2).

TRIBUNALE RIVOLUZIONARIO(Revoljucionnyj tribunal, revtribunal)I tribunali rivoluzionari degli operai e deicontadini sono istituiti il 24 novembre (7dicembre) 1917 con il decreto n. 1 sul tri-bunale «per lottare contro le forze contro-rivoluzionarie […] lo sciacallaggio e il sac-cheggio, il sabotaggio e altri abusi dei com-mercianti, degli industriali, dei funziona-ri eccetera» (SU 45:50). Nel regolamentodel tribunale rivoluzionario si dice che igiudici hanno «il diritto illimitato di eser-citare la repressione», che il tribunale rivo-luzionario è «esclusivamente guidato dal-le circostanze del caso e dai dettami dellacoscienza rivoluzionaria» (SU 13:132, art.25; «Izvestija», 12 aprile 1919). I tribunalirivoluzionari sono soppressi nel 1922, al-la fine della guerra civile (v. tribunale mili-tare rivoluzionario, tribunale speciale).

TRIBUNALE RIVOLUZIONARIOMILITARE DELLA VOCHR(Revoljucion nyj voennyj tribunal Vochr)Fondato l’11 gennaio 1920 dal Consigliomilitare rivoluzionario della repubblicaper giudicare i reati commessi da soldatie comandanti della Vochr. Dal 17 marzo1920, sono di sua competenza anche i

casi di incursione armata nelle zone inprossimità del fronte. Abolito nel 1922(v. guardia interna, Vochr).

TRIBUNALE RIVOLUZIONARIOMILITARE DELLE FERROVIE(Revoljucionnyj voennyj zˇeleznodorozˇnyjtribunal)Dal 1920 al 1922 giudica i reati commes-si sulle linee ferroviarie. Creato con il de-creto del Comitato esecutivo centraledella Rsfsr del 18 marzo 1920 (SU 22-23:115). Il presidente del Tovck fa parted’ufficio del collegio di questo tribunale(v. tribunale rivoluzionario).

TRIBUNALE RIVOLUZIONARIO SPE -CIALE PRESSO LA VCK, PER LA LOT-TA CONTRO LA SPECULAZIONE, ILFURTO E GLI ABUSI NEGLI ORGANIDELL’ECONOMIA (Spectribunal, Oso byjrevoljucionnyj tribunal pri Vcˇk po bor’be sospekuljaciej, chisˇcˇnicˇestvom, zloupotre-blenijami po dolzˇnosti v chozjajstvennychi raspredelitel’nych organach)Istituito con un decreto del Comitato ese-cutivo centrale della Rsfsr il 21 ottobre1919, è composto da tre membri. Comin-cia a funzionare il 14 novembre 1919 sot-to la presidenza di Dzerzinskij. «Nelle suesentenze, questo tribunale si lascia guida-re dai soli interessi della rivoluzione enon è vincolato da alcuna forma di pro-cedura giudiziaria». Le sue sentenze sonoirrevocabili (SU 35:504, art. 3). Vieneabolito il 18 marzo 1920 (SU 22-23:115;v. tribunale rivoluzionario).

TRIBUNALE SPECIALE(specsud, special’nyj sud)1. Il tribunale speciale è istituito dal pote-re supremo quando i vertici del partito de-siderano che qualche personaggio partico-

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bunali popolari di distretto, municipali;8) tribunali militari.4.2. La legge del 25 dicembre 1958 non fanessun accenno alla procedura extragiu-diziale e l’UK-60 insiste sul fatto che «unacondanna può essere applicata solo su de-cisione di un tribunale» (art. 3; v. Oso).

TRIBUNALE MILITARE(Voennyj tribunal)Tribunale di un distretto militare, delletruppe sovietiche d’occupazione, dellaflotta, di una guarnigione. Giudica i rea-ti commessi da militari, polizia politica,personale degli istituti penitenziari, sol-dati e graduati delle truppe di scorta del-l’Mvd dell’Urss, come pure tutti i casi dispionaggio (Regolamento dei tribunalimilitari, art. 9, legge del 25 dicembre1958; v. Collegio militare della Corte supre-ma dell’Urss, Tribunale militare delle trup-pe dell’Nkvd-Mvd dell’Urss). Il decreto delSoviet supremo dell’Urss del 21 gennaio1968 prevede la possibilità di creare deitribunali militari per ogni arma: esercito,marina, aviazione.

TRIBUNALE MILITARE DELLE TRUPPE DELL’NKVD-MVD DELL’URSS (Voennyj tribunal vojsk Nkvd-Mvd Sssr)A partire dal 1934, giudica sui reati com-messi da quadri e personale degli Interni(Nkvd-Mvd dell’Urss) e dal personale delsistema penitenziario. È soppresso l’11settembre 1953 («Partijnaja Zizn’»,1957/4, p. 68; v. tribunale di lager).

TRIBUNALE MILITARE NUMERATO(Nomernoj voennyj tribunal)In tempo di pace, giudica i casi relativi areati commessi da militari per i quali nonè prevista la pena capitale. I tribunali mi-

litari numerati funzionano dal 1922 al1958 (v. tribunale e ordinamento giudizia-rio). Nota: il numero è usato a mo’ di co-dice. Per esempio: «fabbrica numero…»per «fabbrica di proiettili», «tribunale nu-mero…» per «tribunale presso il tale reg-gimento di fanteria».

TRIBUNALE MILITARE RIVOLUZIO-NARIO (Voenno-revoljucionnyj sud)Dal 1917 al 1922, era competente a giu-dicare sui casi di speculazione (SU 1917,3:33).

TRIBUNALE MILITARERIVOLUZIONARIO DI CAMPO(Polevoj voenno-revoljucionnyj tribunal)Istituito «per esaminare i casi di rivolte,spionaggio, alto tradimento, sabotaggio,speculazione, brigantaggio, rapina, scia-callaggio, diffusione di dicerie false, dan-neggiamento volontario di strade, diser-zione eccetera». Funziona in permanen-za dal 1919, anno della sua creazione(«Izvestija», 19 luglio), fino alla fine del-la guerra civile nel 1921.

TRIBUNALE POPOLARE(Narodnyj sud, narsud)Tribunale che giudica tutti i casi che nonrientrano nelle competenze dei tribunalirivoluzionari (Decreto n. 1 del Consigliodei commissari del popolo sui tribunali,24 novembre 1917, SU 4:50) e, dopo l’a-bolizione dei tribunali rivoluzionari, tut-ti i casi a eccezione dei reati controrivolu-zionari (secondo la formula adottata dalcodice penale del 1960 «a eccezione deireati contro lo Stato»). Il regolamento delTribunale popolare della Rsfsr pubblicatodal Comitato esecutivo centrale dellaRsfsr il 21 ottobre 1920 (SU 16:94) decretache i tribunali popolari operino sul terri-torio della provincia e siano costituiti: da

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TTRRIITTAACCAARRNNEETTRRBBUUNNAALLEE MMIILLIITTAARREE DDEELLLLEE TTRRUUPPPPEE DDEELLLL’’NNKKVVDD--MMVVDD

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TROVARE (najti)«Hai trovato, non rallegrarti. Hai perdu-to, non affliggerti»: nulla ha importanza(v. entrando non ti affliggere).

TRUPPE DEL KGB DELL’URSS(Vojska Kgb Sssr)In precedenza truppe dell’Mvd, subordi-nate al Kgb nell’aprile 1954. Poco dopo,passano nuovamente sotto la tutela del-l’Mvd dell’Urss. Ma, in caso di crisi, è ilcapo locale del Kgb che prende la dire-zione delle operazioni (v. Guvvo, spallineazzurre, truppe interne).

TRUPPE DELL’MGB DELL’URSS (Vojska Mgb Sssr)Vedi truppe dell’Mvd dell’Urss.

TRUPPE DELL’MVD DELL’URSS(Vojska Mvd Sssr)Già truppe dell’Nkvd dell’Urss. Esistonodal 1946 al 1950. Dal 1950 al 1953 di-pendono dall’Mgb dell’Urss. In seguitoalla soppressione dell’Mgb, ripassanosotto l’autorità dell’Mvd dell’Urss. Perun breve periodo dopo la morte di Stalinnel 1953, e di nuovo nel 1967, per qual-che mese, sono subordinate all’esercitosovietico, per poi passare nuovamentealle dipendenze dell’Mvd dell’Urss (v.Guvvo, spalline rosse, truppe del Kgb del-l’Urss, truppe interne).

TRUPPE DELL’NKVD DELL’URSS(Vojska Nkvd Sssr)Vedi Gupvo, Guvvo, truppe dell’Mvd del-l’Urss, truppe interne, unità a destinazionespeciale della Vcˇk.

TRUPPE DI SCORTA DELLA RSFSR,TRUPPE DI SCORTA DELL’URSS(konvojnye vojska Rsfsr,konvojnye vojska Sssr)Esistono reggimenti e divisioni di truppedi scorta. Si distinguono le truppe discorta assegnate a un determinato tragit-to, quelle che accompagnano i detenutidal punto di partenza al punto di arrivoe le scorte speciali.

TRUPPE INTERNE (Vnutrennie vojska)1. Create dalla Vck poco dopo il colpo distato bolscevico per proteggere il nuovoregime (v. unità a destinazione speciale del-la Vcˇk).2. Le truppe interne subiscono diverse ri-strutturazioni, mutando più volte appar-tenenza e nome: reparti militari della Vck(1917); corpo delle truppe della Vck(1918); Con (1918); Vochr (1919); Vnus(1920); truppe della Vck (1921); unità spe-ciali delle truppe del Gpu (1922); truppespeciali dell’Ogpu (1923); truppe del-l’Nkvd dell’Urss; Osnaz (1934); truppedell’Mvd dell’Urss (1946, 1953, 1954,1967); truppe dell’Mgb dell’Urss (1950; v.Guvvo, truppe del Kgb dell’Urss, truppe del-l’Mvd dell’Urss).

TRUPPE SPECIALI DELL’OGPU(Oso bye vojska Ogpu)«L’Ogpu dispone di truppe speciali la cuiconsistenza è stabilita dall’Sto [Consigliodel lavoro e della difesa] dell’Urss, e chedipendono direttamente dal presidentedell’Ogpu o dal suo vice» (SZ 1923,12:105, art. 8; v. truppe interne, unità spe-ciali delle truppe del Gpu).

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larmente importante sia giudicato con ilmassimo di pubblicità, secondo un copio-ne prestabilito. È il caso, per esempio, deiprocessi di Mosca (v. legalità socialista 2).2. Dopo la morte di Stalin i tribunali spe-ciali furono aboliti («Partijnaja zizn’»,1957, 4, p. 68). In seguito le corti specialitornarono a riunirsi a porte chiuse, manon fu pubblicato alcun documento aproposito della loro istituzione.

TRITACARNE (mjasorubka)1. Qualsiasi periodo di repressioni dimassa, e il Grande terrore in particolare.2. Misure che hanno lo scopo di spezzarela volontà del detenuto in attesa di giudi-zio: catena di montaggio (v.), privazionedel sonno, provocazioni, torture eccetera.«Ivan era finito in un tale tritacarne, chenon distingueva più il giorno e la notte».

TROCKISTA (trockist)1. Persona condannata per attività troc-kista, reale o presunta, o per relazioni,reali o presunte, con trockisti, veri o fal-si. I primi arresti di trockisti comincianonel 1925 e proseguono per quindici annicirca (v. arresti di massa 11.1, 18, 20).2. Delle «indicazioni speciali» stabilisco-no per i trockisti un regime penitenzia-rio particolarmente severo.3. Nel marzo 1937, in occasione del Ple-num del Comitato centrale, Stalin rim-provera le organizzazioni del partito peraver «espulso dei compagni solo perchéerano passati in una via dove aveva vis-suto un trockista». Dopo questa dichia-razione, l’Nkvd si scatena contro i trocki-sti con raddoppiato accanimento.

TROJKA (trojka, spectrojka)Commissione tripartita. 1. «Tribunale» di una Ceka locale o di unarappresentanza del Gpu-Ogpu, che emet-

te la sua sentenza in assenza dell’imputa-to. Le trojki pronunciano condanne chepossono arrivare fino alla pena di morte efunzionano dal 1918 al 1934, e dal 1936al 1953 (v. Collegio della Vcˇk, sessione giu-dicante del collegio di Vcˇk-Gpu-Ogpu).2. All’inizio fanno parte della trojka il se-gretario del Comitato di governatoratodel partito, il presidente del Comitato ese-cutivo di governatorato e il presidente del-la Ceka locale. Le trojki sono composte poisolo da cekisti (v. trojka delle fucilazioni).

TROJKA DELLA POLIZIA(milicejskaja trojka)Vedi trojki speciali.

TROJKA DELLE FUCILAZIONI(rasstrel’naja trojka)Commissione inviata nei luoghi di reclu-sione per effettuare le fucilazioni. È soli-tamente costituita da tre persone (v. fuci-lazioni di Garanin, trojka).

TROJKI SPECIALI (osobye trojki)1. Trojki speciali della Vck, del Gpu e del-l’Ogpu (v. trojka 2).2. Le trojki speciali dell’Ogpu funzionanodi pari passo con quelle della polizia, cheinviano nei campi per 5 anni gli «ele-menti socialmente pericolosi» (v. sigle),così come gli individui che hanno viola-to i regolamenti sui passaporti interni. Letrojki della polizia agiscono dall’iniziodegli anni Trenta al 1953.3. Le trojki speciali presso direzioni regio-nali dell’Nkvd dell’Urss funzionano apartire dal 1936, quando l’Oso non riescepiù a far fronte al lavoro. Non condanna-no più a 5 anni, come era previsto dallalegge, ma a 10 e 15 anni di detenzione,poi a 20 e anche a 25 anni. Sono abolitecontemporaneamente all’Oso nel 1953.

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TTTTTTTTRROOCCKKIISSTTAA

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UUFFFFIIVVCCIIAALLII BBAALLTTIICCII

UCHTPECLAG, CAMPI DELL’UCHTAE DELLA PECORA, UPL(Uchtpecˇlag, Ucht-Pecˇorskie lagerja, Upl)Campo di concentramento creato dal-l’Ogpu nel 1923 nel bacino dell’Uchta edella Pecora, nel nord della Russia euro-pea. Nel 1934 il campo passa sotto l’auto-rità del Gulag. Attività principali: il tagliodel bosco, la fluitazione del legname, l’e-strazione di carbone e petrolio. Nel 1937il complesso è suddiviso in quattro cam-pi distinti: Vorkuta, Pecora, Uchta e ilcampo Zeleznodoroznyj, destinato allacostruzione delle linee ferroviarie Cib’ju-Kotlas e Cib’ju-Vorkuta (v. Gulag 8.1).

UCK (Ucˇk)Vedi Ceka di distretto.

UDO (Udo)Vedi liberazione condizionale anticipata.

UFFICIALI BALTICI (baltijskie oficery)Ufficiali dell’esercito estone, lettone e li-tuano, arrestati dalle autorità sovietichedopo l’annessione delle repubbliche bal-tiche nell’estate del 1940.1. Subito dopo l’annessione, questi uffi-ciali sono invitati a Mosca, con il prete-sto di seguire un corso di formazione pri-

ma di essere incorporati nell’Armata ros-sa. Accolti calorosamente al loro arrivo,vengono immediatamente trasferiti inun’altra stazione, da dove sono mandatisotto scorta in Siberia, nei campi del Gu-lag (v. Vorkutlag 2).2. Là vengono suddivisi in squadre e as-segnati ai lavori comuni (v.), isolati daglialtri detenuti. I generali e alcuni alti uffi-ciali sono separati dagli altri e mandatisul lago Lama, nella penisola di Tajmyr(territorio del campo di Noril’sk). Nonsono costretti a lavorare, salvo che per leloro necessità.3. Agli altri ufficiali mandati ai lavori co-muni le norme di produzione sono ap-plicate in maniera rigidissima. Isolati da-gli altri detenuti avvezzi ai trucchi e agliimbrogli dei campi, che avrebbero potu-to renderli partecipi della loro esperien-za, in molti muoiono di sfinimento, vit-time di un lavoro massacrante (v. istru-zione, tecnicamente, tufta).4. Dopo alcuni mesi, gli ufficiali soprav-vissuti sono informati con un avviso (chedevono firmare) della decisione dell’Osoche li condanna per alto tradimento a 15o 20 anni di lager, in qualche caso a 10.Tutti i generali mandati sul lago Lama, cir-ca 400, sono fucilati (v.Katyn’ 1).

UTRUST (trest)All’inizio degli anni Trenta, alcuni cam-pi dell’Ogpu sono ribattezzati «trust», inseguito a una campagna condotta in Oc-cidente contro lo sfruttamento di mano-dopera forzata in Urss. I detenuti che sitrovano in zone raggiungibili dalle navistraniere venute a caricare legname sonomandati in regioni più interne del paesee si fanno sparire in fretta filo spinato etorrette. Questa mascherata non dura alungo, perché gli stranieri si interessanopiù al prezzo (molto basso) del carbone edel legname sovietico, che alle violazio-ni dei diritti dell’uomo (v. Glavles).

TTT, LAVORI ESCLUSIVAMENTE PESANTI (Ttt, Tol’ko tjazˇëlyj trud)Annotazione del plenipotenziario opera-tivo sul fascicolo personale di certi dete-nuti, dagli anni Trenta alla morte di Stalin.

TUFTA (tufta)Imbroglio, lavoro fittizio, rapporto falsi-ficato sull’esecuzione di un lavoro.1. Il termine compare per la prima voltanel linguaggio dei criminali recidivi del-le Solovki verso la metà degli anni Venti.È citato in Uslovnyj jazyk zakljucënnych la-gerej di N. Vinogradov (Isole Solovki,1927; v. Solovki 8). All’inizio degli anniTrenta, un numero considerevole di de-tenuti delle Solovki è trasferito nel can-tiere del Belomorkanal (v.), dove nasce ildetto «senza la tufta e l’ammonal, non cisarebbe il Belomorkanal». Da lì il feno-meno, e il termine che lo definisce, co-mincia a diffondersi in tutti i campi so-vietici, finché negli anni Trenta il termi-ne esce dai confini del Gulag per arric-chire la lingua di Puskin. Un detenuto haconfidato all’autore di aver sentito pro-

nunciare per la prima volta questa paro-la da una persona libera a Mosca, nel1935. All’inizio degli anni Quaranta ifunzionari sovietici lo usano in privato,parlando dei loro rapporti ufficiali sullarealizzazione del piano di produzione.2. Il termine tufta sembra derivare da Tft,che significa “lavoro fisico pesante”, spes-so pronunciato te-fe-te dai russi pocoistruiti. Tft è una delle categorie a cui l’ap-posita commissione assegna i detenuti aseconda della loro idoneità al lavoro. Laleggenda narra che i criminali del campodelle Solovki, quando erano classificatiTft, dicevano: «Volete del “Te-fe-te”? E noivi facciamo vedere del “te-fe-ta”!». Da qui,il termine tufta. Secondo il lessicografo Ki-rill Uspenskij invece la parola deriverebbedall’antico ebraico.3. È Lenin a creare i presupposti della dif-fusione della tufta, quando dichiara allaX Conferenza panrussa del partito nel1921 che se mai i bolscevichi fossero ri-usciti a dimostrare nei fatti la superioritàdel sistema economico comunista sul si-stema capitalista, avrebbero «vinto suscala mondiale sicuramente e definitiva-mente». Benché si tratti di un’evidenteutopia, i discepoli di Lenin decidono diagire come se fosse realtà, cosa che com-porta inevitabilmente la tufta, la menzo-gna e il terrore di stato.4. I detenuti delle Solovki, tuttavia, nonsono gli inventori della tufta: alla fine delXVIII secolo il principe Potëmkin avevafatto innalzare delle facciate finte di vil-laggi modello sulle rive del Dnepr dovedoveva passare Caterina II. Degli attoridei teatri di San Pietroburgo, vestiti dacontadini, s’inchinavano rispettosamen-te davanti a Sua Maestà. Da allora, l’e-spressione “villaggio di Potëmkin” figu-ra nelle enciclopedie in tutte le lingue,compresa la russa. La Grande Enciclope-

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TTUUFFTTAA

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ni dalle scuole professionali (v. fezeusˇ-nik).4. Decreto del 4 giugno 1947 sul furto diproprietà statale e collettiva.5. Decreto del 10 gennaio 1955 sul picco-lo furto di proprietà statale e collettiva.6. Decreto del 4 agosto 1966 sul teppi-smo.7. Decreto del 25 febbraio 1970 sul paras-sitismo, che manda nei campi nuove le-gioni di detenuti, fra i quali il futuro pre-mio Nobel della letteratura Iosif Brod-skij.

UKGB, DIREZIONE DEL KGB(Ukgb, Upravlenie Kgb)Vedi Kgb.

ULAG DELL’MGB DELL’URSS, DIRE-ZIONE DEI CAMPI DELL’MGB (UlagMgb Sssr, Upravlenie lagerjami Mgb Sssr)Vedi campi speciali 3.1.

UMGB, DIREZIONE DELL’MGB(Umgb, Upravlenie Mgb)Vedi Mgb dell’Urss.

UMVD, DIREZIONE DELL’MVD(Umvd, Upravlenie Mvd)Vedi Mvd dell’Urss.

UNIONE SOVIETICA (Sovetskij Sojuz)Usato con lo stesso significato di «poteresovietico» (v. tufta).

UNITÀ A DESTINAZIONE SPECIALE,CON (Casti osobogo naznacˇenija, Con)Create per ordine del Comitato centraledel partito nell’aprile del 1919 in difesadella rivoluzione. Sono costituite esclusi-vamente da membri del partito e da kom-somol’cy (v.). Come le truppe della Vck,partecipano alla repressione delle insur-

rezioni popolari. Sciolte nel 1924 (v. uni-tà a destinazione speciale della Vcˇk).

UNITÀ A DESTINAZIONE SPECIALEDELLA VCK, OSNAZ(Otdely osobogo naznacˇenija Vcˇk,Osnaz)In seguito denominate «truppe a destina-zione speciale». La sigla Osnaz ricomparenegli anni Settanta (v. truppe interne).

UNITÀ MILITARI CORREZIONALI (Voenno-ispravitel’nye cˇasti)Nuova denominazione delle unità mili-tari punitive a partire dal maggio del1930 (SZ 27:298; v. battaglione punitivo).

UNITÀ MILITARI PUNITIVE(Strafnye voinskie cˇasti)Ribattezzate «unità militari correzionali»nel 1930 (v. battaglione punitivo).

UNITÀ SPECIALI DELLE TRUPPE DEL GPU (Osobye cˇasti vojsk Gpu)«Unità speciali di truppe, la cui consisten-za è definita da una risoluzione dell’Sto[Consiglio del lavoro e della difesa], co-mandate dallo stato maggiore specialedelle truppe del Gpu dell’Nkvd, che faparte degli organi del Gpu» (Risoluzionedel Vcik del 6 febbraio 1922 «Sullo sciogli-mento della Vck», SU 16:160, art. 6; v.truppe interne, truppe speciali dell’Ogpu).

UNIVERSITÀ (universitet)«Qui bisogna riflettere, non siamo micaall’università!»: così si prende in giro disolito un intellettuale che non sa maneg-giare il piccone (v. pensare).

UNKGB, DIREZIONE DELL’NKGB(Unkgb, Upravlenie Nkgb)Vedi Nkgb.

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UFFICIALI POLACCHI (pol’skie oficery)Migliaia di ufficiali e soldati polacchi fu-rono brutalmente massacrati e seppellitidai sovietici nella foresta di Katyn’ nel1940 (v. Katyn’).

UFFICIO REGISTRAZIONEE SMISTAMENTO, URB(Ucˇëtno-raspredelitel’noe bjuro, Urb)Ufficio dell’amministrazione del campoche era incaricato della registrazione edello smistamento della manodoperaforzata. Alla fine degli anni Venti, vennesostituito dal Settore registrazione e smi-stamento (v.).

UFFICIO SPECIALE N. 1(Specbjuro n. 1)Organizzato presso l’Mgb su indicazionedi Stalin negli anni Quaranta, per studia-re il modo di eliminare singoli individuiin modo che nessuna perizia potesse ac-certare l’assassinio. Venne soppresso do-po la morte di Stalin (v. misure speciali 3,4).

UFFICIO VESTIARIO (vesˇcˇstol)In una sezione o filiale di lager, ufficiodel settore amministrativo o del settorerifornimenti incaricato della distribuzio-ne degli abiti e della biancheria. Vi si cu-stodiscono i relativi registri.

UGLIC (Uglicˇ)Nella città di Uglic, sul Volga, 300 km anord di Mosca, si trova un vecchio carce-re zarista trasformato dai sovietici in iso-latore politico. Dopo la riorganizzazionedel sistema penitenziario alla fine deglianni Cinquanta e all’inizio dei Sessanta,il carcere è trasformato in colonia di lavo-ro correzionale a regime speciale.

UITK DELL’NKVD DELL’URSS, DIRE-ZIONE DELLE COLONIE DI LAVOROCORREZIONALE DELL’NKVD DEL-L’URSS (Uitk Nkvd Sssr, Upravlenie ispra-vitel’no-trudovymi kolonijami Nkvd Sssr)Esiste dal 1922 al 1930, data in cui le colo-nie di lavoro correzionale dell’Nkvd pas-sano sotto il controllo del Commissariatodel popolo alla Giustizia. Nel 1934 sonoassorbite dal Gulag (v. colonie 5.1).

UITU, UITU DELL’MVD DELL’URSS,DIREZIONE DEGLI ISTITUTI DI LA-VORO CORREZIONALE DELL’MVDDELL’URSS (Uitu, Uitu Mvd Sssr, Upravlenie ispravi -tel’no-trudovych ucˇrezˇdenij Mvd Sssr)Funziona dal 1956 (v. Guitu).

UK (UK)Vedi codice penale.

UKAZ Vedi decreto.

UKAZNIK (ukaznik)Persona condannata in virtù di un decre-to. La pubblicazione di ogni decreto èsempre seguita, e talvolta preceduta, da ar-resti di massa. Qui di seguito sono elenca-ti alcuni decreti che hanno mandato neicampi un gran numero di ukazniki.1. Decreto del 10 dicembre 1940 sulla re-sponsabilità penale dei minori a partiredal dodicesimo anno di età (v.minore 2).2.Decreto del 26 giugno 1940, sull’assen-teismo, e del 10 agosto 1940, sulla respon-sabilità per piccoli furti e teppismo, chemandano nei campi milioni di persone.3. Decreto del 28 dicembre 1940 sull’al-lontanamento non autorizzato dei giova-

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UUNNKKVVDDUUFFFFIICCIIAALLII PPOOLLAACCCCHHII

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UNKVD, DIREZIONE DELL’NKVD(Unkvd, Upravlenie Nkvd)Vedi Nkvd.

UNZLAG (Unzˇlag)Campi di lavoro correzionale dell’Ogpusituati nel bacino dell’Unza, un affluentedi sinistra del Volga. Creati all’inizio de-gli anni Trenta e specializzati nel tagliodel bosco e nella fluitazione del legname.Integrati nel Gulag nel 1934.

UOMO (cˇelovek)1. «Purché ci sia l’uomo, l’articolo si tro-verà» (v. articolo 4). 2. «Ci sono uomini, qui?»: grido di ricono-scimento di un blatnoj (v.) nel momento incui il sorvegliante lo introduce in una cel-la nuova. Pronuncia questa frase ad altavoce, senza aspettare che il sorvegliantechiuda la porta. Dall’angolo migliore del-la cella gli risponderanno: «Vieni qui!» e,allora, anche in una cella strapiena di gen-te, tutti gli faranno umilmente largo, sa-pendo con chi hanno a che fare.3. «Zitti, c’è un uomo che dorme»: dettotalvolta per scherzo, talvolta seriamente,se a riposare è un temuto blatnoj.4. «Sei un uomo o un poliziotto?»: si di-ce di una persona priva dei più elemen-tari sentimenti umani.

UPFL, DIREZIONE DEI CAMPI DI VE-RIFICA E FILTRAGGIO (Upfl,Upravlenieproverocˇno-fil’tracionnymi lagerjami)Formalmente subordinato all’Nkvd, difatto dipendeva dall’Nkgb (v. campi di ve-rifica e filtraggio).

UPK (UPK)Vedi codice di procedura penale.

URB (Urb)Vedi ufficio registrazione e smistamento.

URC (Urcˇ)Vedi settore registrazione e smistamento.

URKA (urka)Delinquente (v. blatnoj, colore 1, ladro).Nel gergo della malavita del diciannove-simo secolo, «ladro incallito e arrogante»(V.F. Trachtenberg, Blatnaja muzyka, St.Peterburg, 1908).

URO (Uro)Vedi sezione registrazione e smistamento.

USCIRE A METÀ DELLA PENA(polovinka, vyjti na polovinke)Essere liberati dal confino dopo averscontato metà della pena. Per un breveperiodo, alla fine degli anni Cinquanta,beneficiano di questa misura le persone«che si sono distinte per una condottaesemplare» o quelle a cui l’amministra-zione non riesce a trovare un lavoro.

USCITA AL LAVORO (vyvod)«Con uscita al lavoro» o «senza uscita allavoro»: queste formule accompagnanola condanna all’isolatore disciplinare (v.sˇizo). Nel primo caso i detenuti sonocondotti al lavoro e lavorano sotto scor-ta anche all’interno della zona recintata,il che rende difficili i contatti con gli al-tri detenuti, dai quali si potrebbe riceve-re della machorka o un pezzo di pane. Nelsecondo caso, i detenuti puniti non la-sciano la cella. Nel primo caso hanno di-ritto a una razione punitiva, nel secondoa una «razione da fame» (v. appendice 1 g-h). La differenza non è molto significati-va. Ma la cella «senza uscita al lavoro» èconsiderata una punizione più severa,

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perché ogni contatto con gli altri dete-nuti è praticamente impossibile. «Vasjasi è beccato dieci giorni senza uscita. Sireggeva a malapena sulle gambe quandol’hanno rilasciato».

USLAG, DIREZIONE DEI CAMPI DEL NORD (Uslag, Upravlenie severnych lagerej)Nome dato ai campi delle Solovki (v.)quando la loro direzione fu trasferita dal-l’isola Soloveckij a Kem’, sulla costa del-la Carelia, nel 1933.

USLON, DIREZIONE DEI CAMPI DELNORD A DESTINAZIONE SPECIALE (Uslon, Upravlenie severnych lagerej osobo-go naznacˇenija)

Designato anche con la sigla Slon, paro-la russa che significa “elefante”, da cuil’emblema di questo campo (v. Solovki).

UST’-VYM’, CENTRALE DI (Ust’-Vymskij central)Vecchio carcere zarista nella città di Ust’-Vym’, alla confluenza della Vym’ e dellaVycegda, nella repubblica dei Komi.

UST’-VYM’LAG (Ust’-Vym’lag)Uno dei campi staccatisi dall’Uchtpe clag al-l’inizio degli anni Trenta, specializzato neltaglio del bosco. Entra a far parte del Gulagnel 1934 (v.Gulag2.1).

USVITLAG, DIREZIONE DEI CAMPIDI LAVORO CORREZIONALE DEL NORD-EST DELL’OGPU-NKVD-MVD Usvitlag, Upravlenie severo-vostocˇnymi ispravitel’no-trudovymi lagerjami

UUSSVVIITTLLAAGGUUNNZZLLAAGG

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che prevede fino a 2 anni di privazionedella libertà per il soggiorno senza passa-porto (SU 27:157), considerato vagabon-daggio. L’articolo 209-1, introdotto nelcodice penale del 1960 con il decreto del25 febbraio 1970 (VR n. 14:256), prevedefino a 4 anni di privazione della libertàper questo reato.2. A seguito del l’introduzione del siste-ma dei passaporti all’inizio degli anniTrenta, i vagabondi e i senza passaportoappaiono in gran numero nei campi (v.zingaro).

VAGLIA POSTALE (perevod)1. Ogni detenuto che gode del diritto dicorrispondenza è autorizzato a riceveredei vaglia postali (v. campi segreti, campisenza diritto alla corrispondenza). A parti-re dall’inizio degli anni Venti, il denaronon viene più riscosso in contanti daldetenuto, ma accreditato sul suo contopersonale (SZ 1930, 22:248, art. 35). Eanche le sue possibilità di spendequeldenaro vengono limitate (v. spaccio 2, 3,appendice 6 f).2. Se il vaglia postale non viene rispedi-to al mittente, o se il denaro portato per-sonalmente è accettato dal carcere, que-sto significa che il destinatario si trovaproprio in quell’istituto penitenziario,informazione che non sempre è possibi-le ottenere altrimenti (v. Matrosskaja Ti-sˇina 1, Procura 5.1).3. Il detenuto viene informato dell’am-montare del vaglia, ma non del nome delmittente. In un carcere giudiziario que-sto è l’unico modo di avere un segno divita dal mondo esterno. Può accadereche un detenuto in attesa di giudiziochieda a un compagno di reclusione lacui istruttoria è terminata, e che quindidovrà lasciare il carcere, di imparare a

memoria un messaggio per la sua fami-glia e inviarlo durante il trasferimento allager (v. triangolo). Se il detenuto ricevein seguito un vaglia dell’importo indica-to nel messaggio, significa che questo ègiunto a destinazione. Ma l’amministra-zione, al corrente di questa pratica, a vol-te indica sulla ricevuta una cifra inferio-re a quella effettivamente inviata, ag-giungendo ai vaglia successivi la diffe-renza. A partire dall’inizio degli anniQuaranta, i vaglia sono autorizzati soloper importi fissi: 35 o 50 rubli. Questa re-strizione scomparirà in seguito.4. A partire dagli anni Sessanta, il dena-ro dei vaglia può essere speso allo spac-cio soltanto dalle donne incinte o che al-lattano e dai minori (ITK-70, art. 24).5. Nonostante le difficoltà materiali e irischi, per decine di anni molte moglimandano vaglia al marito detenuto (v.Matrosskaja Tisˇina, sigle).

VANINO (Vanino)Porto sovietico sul mar del Giappone,circa 1.000 km a nord di Vladivostok.Dagli anni Trenta ai primi anni Cin-quanta, porto d’imbarco dei detenuti di-retti alla Kolyma. (v. Magadan 2, traspor-to 4). Una canzone risalente agli anniTrenta dice:

Ricordo il porto di Vaninoe la vista del tetro battelloa bordo ci facevano salirenelle stive sudice e gelate.

VAPORE DI SCOREGGIA (perdjacˇij par)«Le grandi costruzioni del socialismo so-no state realizzate grazie al vapore di sco-reggia» (humour concentrazionario): laforza muscolare dei detenuti sostituiscele macchine.

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VVAAPPOORREE DDII SSCCOORREEGGGGIIAAVVAACCCCAA

VACCA (korova)1. Nel gergo della malavita, la vacca è unnovellino al quale dei compagni più an-ziani hanno proposto di partecipare a untentativo d’evasione. Generalmente è lu-singato di vedersi associato a delinquen-ti famosi: ignora, però, che se scarsegge-ranno i viveri, sarà ucciso e i suoi reni eil suo sangue saranno consumati crudi(gli evasi non accendono il fuoco nel ti-more di farsi avvistare). Se tutto va bene,o se i fuggitivi sono riacciuffati primache la vacca sia sacrificata, il novellinocapirà più tardi cosa ha rischiato.2. Nei campi e nelle carceri, quelli a cui ècapitato di mangiare carne umana sonochiamati cannibali. Curiosamente, ilcannibalismo è un fatto di cui i delin-quenti non si vantano, mentre ammet-tono volentieri di aver perpetrato altricrimini efferati.3. Il cannibalismo non è una novità del-l’epoca sovietica. Già sotto gli zar, uncerto Vasil’ev era evaso con un altro de-tenuto. Prima di essere catturato, avevamangiato il suo compagno (N. Lobas,«Vrac», 37, St. Peterburg, 1895). Ma solosotto il regime sovietico il fenomeno di-venta talmente frequente da far nascereuna serie di termini gergali specifici, tut-

ti assenti dai dizionari pubblicati fino al-la fine del XIX secolo e all’inizio del XX.Nota: la vacca è il simbolo della soprav-vivenza e della salvezza. Si ritiene chemolti dei bambini sopravvissuti alla Se-conda guerra mondiale lo debbano allatte della vacca che i loro genitori eranoriusciti a tenere a prezzo di mille sacrifi-ci, perfino in città.4. Sinonimi: bagaglio, montone.

VACCA DEL KOLCHOZ(kolchoznaja korova)Durante le repressioni staliniane, moltikolchoziani venivano inviati nei lagersenza alcun motivo. Una volta rinchiusi,quando i loro compagni chiedono per-ché si trovano lì, alcuni rispondono: «Percolpa della vacca del kolchoz. Era entra-ta in un campo di grano, io le ho detto:“Esci di lì, puttana di una vacca!” e sonostato accusato di calunnia del regime so-vietico. Mi hanno affibbiato 10 anni perl’articolo 58-10».

VAGABONDAGGIO (brodjazˇnicˇestvo)Proibito dalla legge sovietica.1. Con una risoluzione del Cik dell’Urssdel primo luglio 1934, il codice penaledel 1926 è integrato con l’articolo 192-a,

V

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ni Rossija. Invade progressivamente gliedifici vicini (v. Lubjanka). 4.2. Da allorala Lubjanka è sempre stata il quartier ge-nerale della Sicurezza dello Stato. Se haspesso cambiato nome, il suo obiettivo,invece, è rimasto immutato: assicurare aogni costo il mantenimento del potere aun pugno di usurpatori. Neppure i meto-di sono mutati: il terrore e la provocazio-ne poliziesca, tradizionalmente applica-ta dall’Ochrana zarista (v. delatore 1.1, 2,legalità socialista).5. Attività e sviluppo inarrestabile. 5.1.Succede spesso che la Vck oltrepassi i li-miti dei suoi poteri, cosa che il governosovietico si affretta a legalizzare a poste-riori. A partire dalla primavera 1918, laVck manda sistematicamente nei campile persone «sospette», senza la sentenzadi un tribunale. Questa pratica è legaliz-zata dal Comitato esecutivo centrale del-la Rsfsr solo il 17 febbraio 1919 (SU12:130). 5.2. Sebbene all’origine la Vcknon abbia facoltà di eseguire condanne amorte, Lacis, membro del Collegio, scri-ve che nel corso del primo semestre dellasua attività «la Vck ha fucilato solo deidelinquenti comuni: il primo fu il princi-pe Eboli, per [...] avere usurpato il nomedi membro della Commissione [dellaVck] […] Le prime esecuzioni di nemicipolitici hanno avuto luogo solo nel lu-glio del 1918» («Izvestija», 10 febbraio1922). È solo il 5 settembre 1918 che ilConsiglio dei commissari del popolo,«dopo aver sentito il rapporto del presi-dente della Vck», decide che determina-te categorie di persone sono «passibili diesecuzione» (SU 65:710). 5.3. Si ritieneche la Vck abbia fatto fucilare più di50.000 persone (W.H. Chamberlin, TheRussian Revolution, New York, 1953, vol.II, pp. 74-75; v. fucilazioni di massa, penacapitale). 5.4.Una rete sempre più fitta di

agenti della Vck ricopre tutto il territoriodel paese, come pure l’esercito e i princi-pali dicasteri (v. Ceka di distretto, Eko, gub-cˇeka, Ino, sezione speciale, Sezione traspor-ti della Vcˇk). 5.5. L’attività della Vck tur-ba l’economia del paese. Nel 1918, ilConsiglio della difesa degli operai e deicontadini pubblica un’ordinanza «Sugliarresti di responsabili amministrativi e dispecialisti effettuati dalla Vck» (SU,94:941). L’ ordinanza fa notare che «que-sti arresti hanno ripercussioni estrema-mente negative sul funzionamento delleistituzioni», perché «la sostituzione dicerti impiegati è talvolta pregiudizievoleal lavoro». Il Consiglio raccomandaquindi alla Vck «d’informare in prece-denza, ove possibile, l’ente interessato» o«di avvertire la relativa amministrazioneentro 48 ore dall’arresto» («Izvestija», 14dicembre 1918).6. Privilegi. 6.1. Un’ordinanza del Con-siglio della difesa degli operai e dei con-tadini del 15 marzo 1919 attribuisce aicekisti la razione alimentare migliore,quella dell’Armata rossa (all’epoca, tuttii generi alimentari erano razionati). Daallora, i privilegi degli agenti della Sicu-rezza dello Stato aumentano e negli anniTrenta superano anche quelli dei milita-ri. 6.2. I privilegi eccezionali e le prero-gative praticamente illimitate attraggo-no negli organi della Sicurezza ogni spe-cie di canaglie. Secondo Dzerzinskij, so-lo un santo o una canaglia possono ser-vire negli organi. «Ma i santi mi abban-donano, e restano solo le canaglie» con-clude in una lettera alla sorella (I. Deut-scher, Il profeta disarmato, Milano, 1959).7. Critiche alla Vcˇk e loro conseguen-ze. 7.1. Già nel 1918 le azioni della Vckpreoccupano anche alcuni bolscevichi.Alcune critiche si fanno sentire nel corsodelle riunioni e sulla stampa. Il Comita-

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VCK, CEKA, COMMISSIONESTRAORDINARIA PANRUSSA PRESSOIL CONSIGLIO DEI COMMISSARI DEL POPOLO (Vcˇk, Ck, VserossijskajaCrezvycˇajnaja Komissija pri Sovete narodnych komissarov)La stampa ufficiale e i documenti gover-nativi propongono diverse formulazionidegli obiettivi della Vck: «Per la lotta alsabotaggio e alla controrivoluzione», o«alla controrivoluzione, al sabotaggio eai reati di servizio», o ancora «al sabotag-gio e alla speculazione» eccetera (v. cˇeki-sta, Commissione straordinaria di Mosca,Commissione straordinaria di Pietrogrado,Sezione speciale della Vcˇk, Sezione traspor-ti della Vcˇk, tribunale rivoluzionario).1. Istituzione della Vcˇk. 1.1. La Vck èistituita sulla base di una risoluzione,mai pubblicata ufficialmente, del Consi-glio dei commissari del popolo dellaRsfsr del 7 (20) dicembre 1917. Sarà sop-pressa il 6 febbraio 1922 (v. Gpu). 1.2. Ilcontrollo della Vck, poi del Gpu e del-l’Ogpu, è esercitato dal Politbjuro.2. Descrizione ufficiale dei suoi compi-ti. 2.1. La risoluzione del 7 dicembre1917, benché mai pubblicata, è riportatasuccessivamente da Lacis, membro delcollegio della Vck («Izvestija», 10 feb-braio 1922). 2.2. «Denominare dettacommissione “Commissione straordina-ria panrussa presso il Consiglio dei com-missari del popolo per la lotta alla con-trorivoluzione e al sabotaggio” e confer-marla». I compiti della commissione so-no i seguenti: a) «Perseguire e liquidareogni tentativo e atto controrivoluziona-rio o di sabotaggio in tutta la Russia,chiunque ne sia l’autore»; b) «Deferire altribunale rivoluzionario tutti i sabotato-ri e controrivoluzionari, ed elaborare del-le misure di lotta contro di essi»; c)

«Condurre inchieste preliminari nellamisura in cui sono necessarie alla repres-sione»; d) «La Commissione è costituitadalle seguenti sezioni: 1. informativa 2.organizzativa (per l’organizzazione dellalotta contro la controrivoluzione in tut-ta la Russia) 3. di lotta». 2.3. «La Com-missione sarà definitivamente costituitadomani. Nel frattempo agisce la Com-missione liquidazione del Comitato mi-litare rivoluzionario (Vrk). La Commis-sione si interessa della stampa, del sabo-taggio, degli sr di destra, dei sabotatori edegli scioperanti. Misure adottate: confi-sca, espulsione, privazione delle tessered’approvvigionamento, pubblicazionedi liste di nemici del popolo eccetera».3. Direzione. «Il presidente e i membridel Collegio della Vck sono designati dalConsiglio dei commissari del popolo».Dzerzinskij è nominato presidente. Finoalla sua morte, rimane alla testa dellaVck, poi del Gpu e dell’Ogpu. A parteDzerzinskij, il collegio è costituito da set-te membri che cambiano nel corso deglianni. Menzinskij e Lacis ne fanno partedal 1918.4. La Vcˇk, modello immutabile dellaSicurezza dello Stato sovietica. 4.1. LaVck occupa l’ex palazzo del governatoredella città di Pietrogrado, al numero 2 divia Gorochovaja, poi ribattezzata Dzer-zinskij. All’inizio del marzo 1918 si tra-sferisce, insieme al governo, a Mosca, do-ve si installa nella casa di Sollogub, in viaPovarskaja. Il 30 marzo si stabilisce nellasede dell’ex compagnia d’assicurazioniJakor’, al numero 11 di via Bol’saja Lub-janka (v. Commissione straordinaria di Mo-sca, Commissione straordinaria di Pietro-grado). All’inizio del mese di dicembredel 1920, si insedia definitivamente alnumero 2 di via Bol’saja Lubjanka, nelpalazzo dell’ex compagnia d’assicurazio-

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VVCCKKVVCCKK

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con gli idranti (v. detenuto politico 3.1). Zi-nov’ev, Kamenev e altri vi furono reclusinel 1935. R. Wallenberg vi sarebbe statotrasferito all’inizio degli anni Sessanta (v.processi di Mosca, Vladimir).

VILLAGGIO DEI BAMBINI, KOMBINAT DEI BAMBINI(detgorodok, detkombinat)Zona del lager riservata alle detenute cheallattano e ai loro bambini, oppure ai so-li bambini, che le madri, sotto scorta,vanno ad allattare a ore fisse (v. bambini1, casa del bambino, mamma 3.1).

VINNICA (Vinnica)Capoluogo di regione nel sud della Rus-sia. Nel 1943 i tedeschi vi scoprirono, interreni appartenuti alla Direzione regio-nale dell’Nkvd, migliaia di cadaveri di uo-mini e donne fucilati nel 1937-38. Nota:dal 1989 la stampa sovietica segnala spes-so il ritrovamento di fosse comuni, sem-pre in terreni dell’Nkvd (v. Butovo,Grandepurga, Katyn’ 1, Solovki 9.6).

VISERLAG (Visˇerlag)Creato alla fine degli anni Venti sulla Vi-sera, un affluente di sinistra della Kama,come quarta sezione dei campi delle So-lovki, o loro filiale degli Urali, nel 1930diventa il campo indipendente della Vi-sera o Viserlag dell’Ogpu, la cui direzionesi trova a Vizajcha. Il Viserlag compren-de Solikamsk, Berezniki e Kizel’. Viene ri-organizzato nel 1956 (v. Gulag 8.2).

VISTO (otmetka)Firma del comandante (v.) sulla carta d’i-dentità del confinato. Anche il confina-to è tenuto a firmare il registro del co-mandante. A seconda delle condizionilocali e delle annotazioni nel fascicolo

del confinato, quest’ultimo deve presen-tarsi per il visto una volta ogni 30, 15, 7,5 giorni o ancora più frequentemente. Il13 settembre 1983 l’UK-60 viene integra-to con l’articolo 188-2, che prevede laprivazione della libertà fino a 3 anni perchi non si sia presentato alla data previ-sta (v. confinato 4, sorveglianza 1).

VJATKA, CARCERE DI TRANSITO DI,CARCERE DI TRANSITO DI KIROV (Vjatskaja peresyl’naja tjur’ma, Kirovskajaperesyl’ka)Uno dei carceri di transito più importantiper i convogli provenienti da Mosca e di-retti a est e a nord-est. Dal 1935, Vjatkaprende il nome di Kirov (v. Vjatlag).

VJATLAG, CAMPI DI LAVORO CORREZIONALE DI VJATKA(Vjatlag, Vjatskie ispravitel’no-trudovyelagerja)Situati nel nord-est della Russia europeanel bacino della Vjatka, con centro am-ministrativo nella città di Vjatka. Attivi-tà principale: taglio dei boschi. Fondatiall’inizio degli anni Trenta. Nota: nel1935 Vjatka è ribattezzata Kirov. Tutti gliistituti penitenziari conservano tuttavial’antico nome, per non insudiciare la glo-riosa memoria di un grande bolscevico.

VKP(B), PARTITO COMUNISTA PAN-SOVIETICO (DEI BOLSCEVICHI)(Vkp(b), Vsesojuznaja kommunisticˇeska-ja partija [bol’sˇevikov])Denominazione ufficiale del Partito co-munista dal 1926 al 1952. Per decine dimilioni di contadini e di detenuti, Vkp(b)è la sigla di : Vtoroe Krepostnoe Pravo (bol’-sˇevikov), “Seconda servitù della gleba(dei bolscevichi)”.

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to centrale si affretta a ricordare che laVck dipende direttamente dal partito eagisce secondo le sue direttive («Izvesti-ja», 8 febbraio 1918). Mette così fine aogni eventuale accusa contro la poliziapolitica. 7.2. Nell’ottobre del 1918, il Co-mitato esecutivo centrale della Rsfsr de-cide di nominare una commissione perstudiare l’attività della Vck ed elaborarnelo statuto («Izvestija», 26 ottobre). Duegiorni dopo, lo statuto è pronto e ratifi-cato (SU 80:842): conferma il diritto del-la Vck e delle Ceka locali di «disporre direparti armati speciali» (art. 7) e stabili-sce che il presidente della Vck faccia par-te d’ufficio del Collegio dell’Nkvd (art.4), mentre i commissariati del popoloagli Affari interni (Nkvd) e alla Giustiziadelegano i loro rappresentanti alla Vck(art. 5). Ma ben presto i cekisti costringo-no i delegati dell’Nkju a ritirarsi. In com-penso, la collaborazione con l’Nkvd sisviluppa senza attriti, in particolare apartire dal 16 marzo 1919, quando Dzer-zinskij cumula le cariche di commissariodel popolo agli Affari interni e di presi-dente della Vck.8. Folclore. 8.1. Una canzoncina popo-lare dice:Ehi, piccola mela,dove stai rotolando?Se finisci alla Vecekapiù non ritornerai!

8.2. Una tradizione popolare interpretal’acronimo Vck come Vsjakomu cˇelovekukrysˇka, cioè “Siamo tutti spacciati”.

VERBALIZZARE (aktirovat’)Redigere un atto (da parte di un’apposi-ta commissione).1. Gli oggetti verbalizzati sono cancellatidal registro e immediatamente distrutti inpresenza della commissione, per evitare

che in occasione del successivo inventariovengano presentati al posto di quelli per-duti o sperperati (v. sperpero).2. Un’apposita commissione medica pre-sieduta dal direttore del campo redige unatto sull’impossibilità di impiegare un de-tenuto come forza lavoro, a causa delle suecondizioni di salute. A seconda della for-mula usata, il detenuto può essere inviatoin un campo per invalidi oppure, se non èun politico o un recidivo particolarmentepericoloso, affidato alle cure dei famiglia-ri o ricoverato in un istituto per invalididella previdenza sociale.3. «Verbalizzare il tempo»: dichiarare periscritto che è impossibile svolgere lavoriesterni a causa delle condizioni meteoro-logiche (v. grafico delle condizioni meteoro-logiche verbalizzate). L’atto viene redattoda un’apposita commissione costituitada rappresentanti del datore di lavoro edel campo che fornisce la manodoperaforzata.

VERBALIZZATO (aktirovannyj)Si dice di un detenuto, un animale, uncapo di vestiario, una macchina ecceterache un’apposita commissione ha dichia-rato inservibile e inutilizzabile, redigen-do a tale proposito un atto formale. Tut-to ciò che è verbalizzato va eliminato,con l’unica eccezione dei detenuti (v. ver-balizzare 1, 2).

VERCHNEURAL’SK, CENTRALE DI (Verchneural’skij central)Fortezza del XVIII secolo e antico carcerezarista situato nella località omonima,sull’alto corso del fiume Ural, a 60 kmcirca da Magnitogorsk. Nel febbraio del1930 alcuni detenuti politici che voleva-no far valere i loro diritti vennero pic-chiati a colpi di manganello e innaffiati

308

VVKKPP((BB))VVEERRBBAALLIIZZZZAARREE

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VVLLAADDIIMMIIRR VVOORRKKUUTTLLAAGG

VOCHR, GUARDIA MILITARIZZATA DEI LUOGHI DI RECLUSIONE(Vochr, Voenizirovannaja ochrana mestzaklju cˇenija) 1. Prima del 1934, quando l’amministra-zione di tutti i campi si concentra nel-l’Nkvd dell’Urss, il Commissariato delpopolo alla Giustizia e l’Nkvd della Rsfsr,come pure quelli delle repubbliche fede-rate, hanno una propria Vochr (v. Vso).2. La Vochr agisce unicamente sul terri-torio dei luoghi di reclusione. I convogli,invece, sono sorvegliati dalle truppe discorta (v. Vochr).3. Gli effettivi della Vochr variano infunzione delle condizioni locali e rap-presentano il 3-5% o il 7,5% del numerodei detenuti. Si ritiene che durante le re-pressioni staliniane la Vochr contassepiù di un milione di uomini.4. Le guardie sono assunte con contrattidi tre anni rinnovabili e spesso sono con-tadini smobilitati che cercano con tutti imezzi di non tornare al kolchoz. Unavolta sul posto, il novizio sovente ha unochoc terribile, ma l’istruttore politicodella Vochr riesce facilmente a liberarlodei suoi scrupoli morali. L’educazionepolitica impartita agli uomini dellaVochr è riassunta dallo slogan che cam-peggia in ognuna delle loro caserme:«Combattente della Vochr, sii vigile!Non dimenticare che sorvegli dei tradi-tori della Patria, delle spie, dei sabotato-ri, dei banditi». Durante la Seconda guer-ra mondiale, numerose guardie dellaVochr sono mandate al fronte e sostitui-te con soldati feriti, che spesso hanno unatteggiamento molto più umano verso idetenuti.5. Fino agli anni Trenta, anche i delin-quenti comuni militano nella Vochr.

VOLGODON, CANALE VOLGA-DON (Volgodon)1. Scavato esclusivamente da detenuti. Ilavori hanno inizio alla fine degli anniTrenta e sono completati nel 1952. Co-me al solito, la propaganda sovietica at-tribuisce il merito di questa impresa aikomsomol’cy (v.).2. Battuta dell’epoca: «Per ogni komso-molec che ci è andato per i soldi, ci sonomille uomini spediti laggiù per un pez-zo». Nota: “laggiù per un pezzo” in russosuona nadolgo von, anagramma di na Vol-godon, sul Volgodon.

VOLODJA (Volodja)Diminutivo di Vladimir. Così vengonochiamate le lesbiche. Nota: in genere leVolodja hanno i capelli tagliati moltocorti (anche se nei campi le donne, con-trariamente agli uomini, non sono obbli-gatoriamente rasate), si vestono da uomoe si dimostrano molto volitive.

VOLOGDA (Vologda)In questa città, situata a 500 km da Mosca,si trova un vecchio carcere di transito, sul-la strada di Archangel’sk e delle Solovki.

VORKUTLAG, VORKUTPECLAG (Vorkutlag, Vorkutpecˇlag)1. Campo di lavoro correzionale del-l’Nkvd-Mvd della Vorkuta e della Pecora.Alla fine degli anni Quaranta vi si trova-no circa 150.000 detenuti. Il direttore èallora il generale Derevjanko. Il bacinocarbonifero della Vorkuta, nella repub-blica dei Komi oltre il Circolo polare arti-co, a ovest degli Urali, è sfruttato a parti-re dal 1932 dall’Uchtpeclag dell’Ogpu. Ènel 1936 che viene creato il campo indi-pendente della Vorkuta, sotto il control-lo dell’Nkvd (v. fucilazioni di Kasˇketin).

311

VLADIMIR, CENTRALE DI(Vladimirskij central)In questo capoluogo di regione situato acirca 250 km a est di Mosca si trova unantico carcere zarista ampliato dalle au-torità sovietiche nel 1937, poi nel 1948.Le grandi finestre del vecchio fabbricatosono state murate a metà e munite di«museruole» che impediscono ai prigio-nieri di guardare all’esterno. Come intutte le vecchie carceri, la chiesa è statatrasformata in centro di raccolta per icondannati in attesa di trasferimento. Fi-no a metà anni Cinquanta nella centraledi Vladimir si trovavano prigionieri diguerra tedeschi e giapponesi e altri citta-dini stranieri. All’epoca, il regime nonera molto duro, tanto che al rientro neiloro paesi nel 1955-56 questi stranierinon portarono con sé ricordi troppo ter-ribili. Negli anni Sessanta il carcere diVladimir divenne un carcere a regime se-vero, «destinato ai recidivi particolar-mente pericolosi e ai politici». Fra gli al-tri vi fu incarcerato Bukovskij. Raul Wal-lenberg, diplomatico svedese arrestatodalle forze d’occupazione sovietiche aBudapest nel gennaio 1945, si trovava lìnegli anni Cinquanta.

VLASOVIANO (vlasovec)Ex militare sovietico condannato dal tri-bunale per aver servito nell’esercito diVlasov durante la Seconda guerra mon-diale. Nota: Vlasov, generale sovieticofatto prigioniero dai tedeschi, era stato alcomando di un importante esercito for-mato da prigionieri di guerra sovieticiche morivano di fame nei campi di pri-gionia tedeschi. Stalin, infatti, aveva ri-fiutato di firmare la convenzione di Gi-nevra, lasciando ai tedeschi la facoltà ditrattare questi prigionieri a loro piaci-

mento. Gli Alleati consegnarono i solda-ti di Vlasov all’Urss. Una parte fu fucila-ta, la maggioranza venne spedita neicampi con pene da 15 a 25 anni, più ra-ramente 10.

VNUS, TRUPPE DEL SERVIZIO INTERNO (Vnus, Vojska vnutrennej sluzˇby)1. Sono create con un’ordinanza delConsiglio della Difesa il primo settembre1920, allo scopo di riunire sotto un uni-co comando tutte le truppe interne di va-ri dicasteri (v. Vochr, guardia interna). Al-l’inizio del mese di dicembre del 1920, leTruppe del servizio interno contano70.000 uomini, 17 divisioni e 14 brigatedistaccate. In teoria dipendono dal-l’Nkvd, ma in realtà sono subordinate al-la Vck, che ne controlla ufficialmenteuna parte.2. Alla fine della guerra civile, il Consi-glio della Difesa decide di sciogliere leTruppe del servizio interno, le cui unitàpassano agli ordini del Consiglio milita-re rivoluzionario, a eccezione di quelleche sono alle dirette dipendenze dellaVck (v. truppe della Vcˇk,Vochr, guardia in-terna).

VOCHR, GUARDIA INTERNADELLA REPUBBLICA(Vochr, Vnutrennjaja ochrana Respubliki)Unità militari dell’Nkvd, sottoposte inpratica alla Vck. Agiscono dal 1919 al1920 (v. truppe interne, Vnus). Il coman-dante della Vochr è il vicecommissariodel popolo agli Affari interni. Nota: Mo-roz, evocando gli anni 1919-20, parla di«formazioni speciali della Vck, di qual-che reparto della Vochr e dei Vnus» chelottano contro il nemico interno («Prav-da», 18 dicembre 1927).

310

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313

2. Dopo la spartizione della Polonia trala Germania di Hitler e l’Urss nel 1939,vengono portati al Vorkutlag decine dimigliaia di cittadini polacchi. Nel 1940vi finiscono migliaia di prigionieri diguerra sovietici liberati dopo la fine del-la guerra contro la Finlandia, come puredecine di migliaia di lituani, lettoni edestoni, i cui territori sono appena statiannessi all’Unione Sovietica. A partiredalla fine del 1943, decine di migliaia diprigionieri di guerra e civili tedeschi so-no mandati lì, come molti altri stranieri(v. arresti di massa 22, 23.1, 28, Ktr, Recˇ-lag, scioperi 2.1, 3.1).3. La linea ferroviaria Vorkuta-Kotlas ècostruita negli anni Quaranta dai dete-nuti. Ecco una canzone composta neglianni Trenta:Ed ecco, a tarda primaverafioriranno i rami di lillà,mentre io, condotto sotto scortascivolerò sulla gelata Vorkuta.

VOSTRO, NOSTRO! (vasˇe-nasˇe)«Fino alle otto è vostro, dopo le otto ènostro»: fino alle otto il potere è della po-lizia, ma poi domina incontrastata lamalavita. La frase riflette la realtà di alcu-ni sobborghi e cittadine.

VOTARE (golosovat’)Nelle celle del carcere della Lubjanka ifiammiferi sono vietati. Il detenuto chevuole fumare deve alzare il dito e atten-dere che il sorvegliante, che guarda spes-so dallo spioncino, gli passi del fuoco.Quest’operazione è detta «votare». Si di-ce che in Urss questo sia l’unico voto cheserve a qualcosa (v. Lubjanka 1.3).

VPO (Vpo)Vedi Sezione istruzione politica.

VPO, CORPO MILITARIZZATODEI VIGILI DEL FUOCO(Vpo, Voenizirovannaja pozˇarnaja ochra-na)Creato dal Gulag nel 1934, questo corpoè indipendente dalla Direzione generaledei vigili del fuoco dell’Nkvd dell’Urss.Gli ufficiali sono quadri del Gulag, i vigi-li del fuoco sono detenuti comuni. Nel1953 il corpo è integrato nella Direzionecentrale del corpo dei vigili del fuocodell’Mvd (v. Gulag 3.2).

VRANGEL’ (Vrangel’)Su quest’isola situata nel Mar glaciale ar-tico, tra il mar della Siberia orientale e ilmar dei Cukci, si trovava dagli inizi deglianni Quaranta un campo segreto del-l’Nkvd-Mvd dell’Urss. Alcuni stranieriche vi erano detenuti furono liberati nel1956 e poterono lasciare il paese (v. am-nistia 7.1). Secondo alcuni testimoni, nel1961 vi lavoravano ancora ex prigionie-ri di guerra tedeschi, fra i quali delle SS emembri della Gestapo, oltre a italiani,russi dell’esercito di Vlasov eccetera, tut-ti costoro erano stati dati per scomparsida molto tempo e usati come cavie peresperimenti medici.

VRIDLO, FACENTE TEMPORANEA-MENTE FUNZIONE DI CAVALLO(vridlo, vremenno ispolnjajusˇcˇij dolzˇno-st’ losˇadi)Altrimenti detto «cavallo ad interim».Denominazione ironica che si danno idetenuti politici durante il Grande terro-re (v. komsomol’cy 2). Nota: in quegli an-ni gli arresti sono talmente massicci chenelle imprese e nelle amministrazioninon c’è tempo per sostituire gli arrestatie quasi tutti i documenti portano delle

312

firme seguite dalla formula «facente tem-poraneamente funzione di direttore».VRK, COMITATO MILITARE RIVOLUZIONARIO(Vrk, Voenno-revoljucionnyj komitet)Formato dal Comitato esecutivo dei so-viet operai e contadini di Pietrogrado il16 (29) ottobre 1917, per la difesa di Pie-trogrado. Il 29 ottobre (11 novembre)1917, il Vrk passa sotto il controllo delCik della Rsfsr e svolge la funzione di po-lizia politica dei bolscevichi fino allacreazione della Vck. Il rappresentantedel Politbjuro del Comitato centrale deibolscevichi nel Comitato militare rivolu-zionario è Stalin. Nota: in un messaggiodel Sovnarkom firmato da Lenin e indi-rizzato al Vrk il 15 (28) novembre 1917,si dice che «tutte le persone colpevoli di[…] speculazione […] sono passibili di ar-resto immediato in virtù di ordinanzespeciali del Vrk» (SU 3:33).

VSO, CORPO MILITARIZZATO DEI FUCILIERI(Vso, Voenizirovannaja strel’kovaja ochra-na)Creato nei primi anni Venti per sorveglia-re i luoghi di reclusione, sarà sostituitodalla Vochr (v. Vochr, guardia militarizzata.

VUCK, COMMISSIONE STRAORDINARIA PANUCRAINA (Vucˇk, Vseukrainskaja cˇrezvycˇajnaja komissija)Creata il 3 dicembre 1918, dopo l’annes-sione dell’Ucraina da parte dei bolscevi-chi. Di fatto è guidata da Lacis, il rappre-sentante plenipotenziario della Vck diMosca. Viene soppressa nell’agosto1919, in seguito all’evacuazione causatadalla guerra civile. Man mano che l’Ar-mata rossa avanza, verso la fine del 1919l’attività di alcune delle sezioni locali ri-prende. Quando la Vck della Rsfsr è so-stituita dal Gpu, il governo ucraino pro-cede alla medesima riorganizzazione(1920), e solo allora il nome Vuck scom-pare (v. Vcˇk).

VVUUCCKKVVOOSSTTRROO,, NNOOSSTTRROO

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zionali» per essersi «sottratti al lavoro so-cialmente utile» (VS 1956, n. 21; v. paras-sitismo, trentacinque, vagabondaggio).

ZIR, MOGLIE DI UN TRADITORE DELLA PATRIA(Zir, zˇena izmennika rodine)Vedi Olzˇir, sigle.

ZONA (zona)1. Recinzione della zona. 1.1. General-mente, il recinto di una zona è costituitoda pali di legno piantati nel terreno perun terzo della loro altezza, che varia da 3a 8 m, a seconda delle condizioni locali.La distanza tra i pali è di 6 m circa. Da set-te a quindici giri di filo spinato sono tesiorizzontalmente tra i pali, e due in diago-nale. Il recinto può essere anche in legno,pietra o altri materiali. 1.2. In prossimitàdei centri abitati, affinché non sia possi-bile vedere cosa accade all’interno, la re-cinzione è fatta con assi e mattoni, con ilfilo spinato nella parte superiore. Neicampi di lavori forzati (Ktr), nei campispeciali e in quelli a regime severo, la re-cinzione è doppia. 1.3. La zona è il terri-torio delimitato dal recinto. Quando i de-tenuti lavorano all’aperto, la scorta deli-mita una zona con quattro segni conven-zionali (pietre, paletti). Chiunque superiquesto recinto immaginario può essereucciso per tentata evasione. 1.4. A ogniangolo della zona, all’esterno, si erge unatorretta di osservazione. Se la distanza tragli angoli è superiore a 200 m, nel mezzoci sarà una torretta supplementare. Tut-t’intorno, all’esterno, è teso un filo me-tallico su cui scorrono le catene dei canida guardia, che possono così muoversilungo tutto il recinto (v. zona proibita).2. Diversi tipi di zona. 2.1. Si dice «zona»ogni sezione di lager. Esempio: la zona n.

385-z del Dubrovlag. 2.2. «La grande zo-na» designa l’intera Unione Sovietica,che altro non è che un immenso lager, adifferenza della «piccola zona» che, inve-ce, è il campo vero e proprio. «Jasa è statotrasferito dalla piccola zona alla grandezona»: Jasa è stato liberato dal lager. 2.3.Zona per detenute con malattie veneree.2.4. Zona femminile. 2.5. Zona d’abita-zione: dove vivono i detenuti. A parte lebaracche, vi si trovano il comando, lospaccio, le cucine, i magazzini, il settoresanitario, i bagni eccetera. 2.6. Zona proi-bita (v.). 2.7. Zona delimitata all’internodi un campo a regime speciale. 2.8. Zonadi fuoco (v.). 2.9.Zona dei servizi: vi si tro-vano i laboratori (riparazioni, calzoleriaeccetera). 2.10. Zona di produzione o in-dustriale: dove lavorano i detenuti. 2.11.Zona dei malati mentali, o zona psichia-trica. 2.12. Zona dell’amministrazione.2.13. Zona disciplinare (Zur).3. Espressioni. 3.1. «Trovarsi fuori dellazona», «uscire dalla zona»: trovarsi fuoridel recinto del campo, con un lasciapas-sare o sotto scorta. 3.2. «Svincolarsi dal-la zona»: evadere. 3.3. «Uscirò dalla zo-na, capo, ma non aspettarti altro da me»:così dicono i delinquenti. Vale a dire:«Andrò al cantiere, ma non ho intenzio-ne di lavorare».

ZONA DI FUOCO (ognevaja zona)Spazio raggiungibile dal tiro delle guar-die appostate sulle torrette d’osservazio-ne, delimitato dai due recinti di filo spi-nato che costituiscono il confine delcampo. Zone di fuoco possono essere or-ganizzate anche all’interno del campo,allo scopo di separare due gruppi antago-nisti (v. guerra delle cagne), o le baracchedei detenuti dal magazzino, o ancora lebaracche degli uomini da quelle delledonne eccetera.

315314

ZZOONNAA DDII FFUUOOCCOOZZAAMMPPAA

ZAMPA (lapa)1. «Succhiarsi la zampa»: fare la fame, rice-vere solo la razione minima. «Vas’ka è sta-to spedito ai lavori comuni e sono due me-si che si succhia la zampa con la minima».2. «Strizzare la zampa a qualcuno»: co-stringerlo a dare una bustarella.

ZANZARE, ESPORRE ALLE ZANZARE(komariki, vystavit’ na komariki)Punizione inflitta a volte ai detenuti inestate: sono esposti a torso nudo allepunture di zanzare e moscerini, che pul-lulano nelle zone paludose (v. Solovki 9).

ZEK (zek, zeka)1. La parola è stata creata partendo dall’ab-breviazione ufficiale z/k, che sta per zakl-ju cˇënnyj kanaloarmeec, cioè detenu-to/soldato «del canale», in pratica detenu-to che lavora nei cantieri del canale marBianco-mar Baltico dal 1931 al 1933. È di-ventato un termine corrente per designa-re il detenuto, fino ai primi anni Sessanta.2. «Uno zek morto vale più di uno zekmalato»: non è necessario nutrirlo né cu-rarlo, né dispensarlo dal lavoro; prover-bio apparso negli anni Trenta (v. mortali-tà 4.2, quote di utilizzo della manodopera,settore sanitario 5.6, testa 2).

ZELDORLAG (Zeldorlag)Vedi Guzˇeldor.

ZEMLJANKA (zemljanka)Rifugio interrato. Nei lager appena creati idetenuti sono condotti in un luogo dis-abitato e costretti a costruirsi delle zeml-janki: scavano una buca profonda 1,5 m,larga 6 e lunga 10-15; le pareti laterali in as-sicelle sono alzate di mezzo metro sopra illivello del terreno e coperte con un tetto.L’ingresso è sul lato corto, con una ripidascala che porta verso il basso. L’unica fine-strella è nell’altra parete corta. All’inter-no, lungo le pareti lunghe, ci sono tavo-lacci continui a due livelli su ogni lato. Alriscaldamento provvedono due stufettedi ferro (v. baracca).

ZIETTA (tëtka)Negli anni Venti, designa il Gpu e l’Ogpunelle conversazioni e nella corrisponden-za privata (v. Galina Borisovna).

ZINGARO (cygan)Il decreto del Soviet supremo dell’Urssdel 5 ottobre 1956 «Sull’inserimento nellavoro degli zingari dediti al vagabondag-gio» prevede per loro «una pena massimadi 5 anni di confino unito ai lavori corre-

Z

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appendici

316

ZONA PROIBITA(zapretnaja zona, zapretka)1. Zona sgombra da una parte e dall’altradel filo spinato, della palizzata o del mu-ro che delimita il campo. Larga da 3 a 20m, secondo i casi, è segnalata da filo spi-nato teso tra paletti di 80 cm circa, a vol-te semplicemente da cartelli con la scrit-ta “Zona proibita”. Viene sistematica-mente rastrellata in modo da rendere vi-sibile la minima traccia di passi. Questolavoro, di cui è incaricato un detenuto fi-dato, diventa superfluo quando il terre-no è coperto di neve. Le guardie dalle tor-rette di osservazione aprono il fuoco suchiunque tenti di penetrare nella zonaproibita, a eccezione di quelli che sonomandati dalla direzione per rastrellarla.2. «Buttarsi nella zona proibita»: si dicequando un detenuto salta nella zonaproibita per sfuggire a un compagno. Inquesto caso, la sentinella è tenuta a pro-teggere chi è inseguito. 3. Una canzone popolare dice:Zio Vanja con l’armonica

con l’armonica s’è messo a suonare!A suonare nella zona proibital’hanno fatto secco in un baleno.

ZUCCHERO (sachar)La razione di zucchero è di 7-32 g al gior-no (v. appendice 1, 2). Nelle carceri, è dis-tribuito tutte le mattine: due zollette ouna misura standard di zucchero in pol-vere. Nei campi, una volta ogni diecigiorni, secondo una lista nominativa cheogni beneficiario deve firmare. General-mente, quelli che fanno la distribuzionelo inumidiscono, riuscendo così a im-brogliare un po’ sul peso.

ZUR, ZONA DISCIPLINARE(Zur, Zona usilënnogo rezˇima)Nome dato ad alcune zone o sezioni pu-nitive a partire dagli anni Quaranta (v.Bur).

ZVN, MOGLIE DI UN NEMICO DELPOPOLO (Zvn, zˇena vraga naroda)Vedi Olzˇir, sigle.

ZZOONNAA PPRROOIIBBIITTAA

figura 5. sezione trasversale della zona di un campo speciale.

zona proibita

recinzione interna

territorio del campo

territorio esterno al campo

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319

arazione di base (minima)

450

780

132

21500

96

a

b75-99%

+100

+5b

c100-124%

+200

+10

c

d125-149%

+300

+15

d

e150% e più

+400

e

fpiatto premio

+30

+60

+18

+335

+4+6

f

grazione punitiva (detenuti che hanno realizzato meno

del 50% della norma di produzione, o soggetti a sanzioni

disciplinari)

400

3580

420

55

g

hrazione da fame (detenuti soggetti a sanzioni disciplinari

che non sono condotti al lavoro)

300

3573

400

5h

irazione di detenuto in attesa di giudizio

400

935

7318

400

55

i

jrazione carceraria (detenuti che scontano la

pena in carcere)

600

1460

8018

420

56

j

krazione di trasferimento

700

15167

k

lrazione Atp (personale tecnico-amministrativo)

600

25138

173

48913

2010

l

mrazione Itr (personale tecnico e ingegneri)

800

32170

223

691080

2713

m

nrazione per minori

450

25100

170

50500

6620

200

n

orazione per bambini

2750

3333

400

1717

28400

o

pper “mamme” (donne incinte o nutrici)

+400

+15

+32

+8+194

+2+40

p

qpolare (nei campi oltre il Circolo polare)

+150

+30

+20

+7200

q

rper minatori o per lavoratori d’assalto

+400

+100

+50

+10

+200

+1+2

107

r

sper nocività

+250

s

tantiscorbuto (su prescrizione medica)

+160

+5t

categorie di razioni

1

pane

2

zucchero

3

cereale

4

pesce

5

carne

6

ortaggi

7materie

grasse

8 olio

vegetale

9

farina

10 latte

composizione delle razioni (in grammi). I supplementi sono indicati con un +

supplemento in funzione della realizza-

zione della norma di produttività del la-

voro (i limiti e il peso dei supplementi

variano da un campo all’altro)

supplementispeciali

appendice 1

razione quotidiana dei detenuti sovietici

A partire dalla metà degli anni Trenta, ogni informazione riguardante le condizioni di vita nel sistema penitenziario, compresa la razione dei detenuti, diventa segre-

to di stato. La seguente tabella è stata compilata in base ai dati raccolti dall’autore e da altri testimoni, nonché alle informazioni fornite da Paul Barton in L’in

stitution

concentrationn

aire en Ru

ssie 193

0-19

57, Paris, Plon, 1959; e da Albert Konrad Herling in The Soviet Slave Empire, New York, Wilfred Funk Inc. Publisher, 1951 (v. m

armit-

ta 1

-5,scala alim

entare).

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321320

appendice 3la fame sostituisce lo “knut”

1. Il potere sovietico sostituisce lo knut, la sferza del bagno penale zarista, con un dosaggio della fame accuratamentestudiato (v. scala alimentare). La base dell’alimentazione del detenuto è talmente inferiore al minimo vitale che leautorità sovietiche si sono sempre rifiutate di pubblicare i dati, preferendo usare formule quali: «I detenuti ricevo-no un’alimentazione che garantisce un normale funzionamento dell’organismo» (ITK-70, art. 56), ma a condizio-ne «di un atteggiamento onesto verso il lavoro e di una condotta irreprensibile». In caso contrario, hanno dirittosolo a una «razione ridotta».

2. Razione ridotta, v. appendice 1 g-h.Soppressione della carne, dello zucchero, dei grassi animali, della pasta eccetera.

3. In base ai dati dei sindacati della Rft, dal 1937 al 1955 i detenuti del Gulag addetti a lavori pesanti potevano con-tare su 1.100-1.300 calorie al giorno, a patto che realizzassero la norma di produzione almeno per il 90 percento(Gewerkschaftliche Monatshefte B.D.G., 1956/11), mentre secondo i dati dell’Onu sulla tutela della salute, il loro fab-bisogno calorico sarebbe stato compreso tra le 3.100 e le 3.900 calorie al giorno.

4. Il peso e la quantità dei pacchi ai quali hanno diritto i detenuti sono rigorosamente limitati, come pure la varietàdei generi alimentari che sono autorizzati a ricevere. Lo stesso vale per i prodotti che i detenuti possono acquista-re con il denaro guadagnato (v. appendice 6 e-f).

5. Secondo il decreto del Presidium del Soviet supremo della Rsfsr pubblicato il 7 giugno 1972, qualunque cittadinoche abbia cercato di trasmettere a un detenuto generi alimentari o altri articoli sottoposti alle restrizioni summen-zionate, è passibile di incriminazione penale (VR 24:615). Vedi anche cella di rigore 2.7, ortaggi. Nota: al tempo de-gli zar era del tutto normale fare l’elemosina ai detenuti, come attestato dall’illustrazione del libro Ssylka i katargav Sibiri (XVII-nacˇ. XX v.), Novosibirsk, 1975, p.124.

domenica tagliatelle in brodo kasa pappa di cerealipasta 102,24 g grano saraceno 136,32 g Grano saraceno 72,42 gcarne (seconda scelta) 127,80 g lardo 21,30 g Lardo 8,52 gorzo perlato 8,52 g sale 8,52 g Sale 4,26 gsale 17,04 g pane nero 819 g

lunedì zuppa di cavoli kasa pappa di cerealicavolo 127,80 g miglio mondato 136,32 g miglio mondato 72,42 gcarne 102,24 g lardo 21,30 g lardo 8,52 gavena 17,04 g sale 8,52 g sale 4,26 gfarina 12,78 g pane nero 819 gsale 16,04 gcipolla 4,26 gpepealloro

martedì come lunedì, ma con grano saraceno anziché miglio mondato.

mercoledì piselli kasa pappa di cerealipiselli 136,32 g miglio mondato 153,36 g miglio mondato 102,24 gfarina 17,04 g lardo 21,30 g lardo 17,04 gsale 17,04 g sale 8,52 g sale 4,26 gcipolla 4,26 g pane nero 819 g

giovedì come lunedì, ma a pranzo kasa, a cena orzo brillato.

venerdì come mercoledì, ma con grano saraceno anziché miglio mondato.

sabato come lunedì.

appendice 2razione quotidiana dei detenuti nella russia zarista

piatto unico

cena

primo piatto secondo piatto

pranzo

Nota: in Urss non è mai stato pubblicato nessun dato concreto sull’alimentazione dei detenuti. Il Codicedel lavoro correzionale in vigore precisa che il vitto dei detenuti «garantisce un normale funzionamentodell’organismo», a patto tuttavia che essi manifestino un «atteggiamento onesto verso il lavoro» e abbia-no una «condotta irreprensibile» (ITK-70, art. 56). Vedi anche marmitta 2.

Fonte: T.M. Lopato, Sbornik uzakonenij i rasporjazˇenij po tjuremnoj cˇasti, Perm’, 1903, «Appendice n. 35»,p. 211 (le vecchie misure di peso sono state convertite in grammi).

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323322

A-ITL (1930-1959)

a. Dalla sveglia fino alla ritirata, i detenuti sono auto-rizzati a muoversi liberamente all’interno della zonadel campo.

b. I detenuti sono dispensati dal lavoro quando la lo-ro temperatura raggiunge i 37,5 gradi. In casi eccezio-nali, la quota di detenuti dispensati per malattia puòessere leggermente aumentata.

b. I detenuti sono dispensati dal lavoro solo con piùdi 38 gradi di febbre, e a patto che non siano supera-te le quote dei malati.

c. Un appello al giorno. c. Due appelli al giorno.

d. Autorizzazione a spedire una lettera al mese a qual-siasi persona residente in Urss. Fino alla fine degli an-ni Cinquanta, la posta, i vaglia e i pacchi non sono li-mitati.

d. I detenuti sono autorizzati a spedire una lettera almese, ma solo ai parenti prossimi residenti in Urss. So-no autorizzati a ricevere una lettera al mese. I vaglia ei pacchi ricevuti oltre il limite autorizzato vengono re-spinti al mittente senza alcuna spiegazione. Lo stessoaccade quando il destinatario è provvisoriamente pri-vato del diritto di ricevere posta (sanzione ammini-strativa).

e. I detenuti sono autorizzati a lavorare secondo la lo-ro qualifica, con delle restrizioni per i politici; ma acausa della penuria di specialisti, le autorità sono co-strette a fare delle eccezioni.

e. I detenuti sono impiegati esclusivamente nei lavo-ri pesanti; ma a causa della penuria di mano d’operaspecializzata, le autorità penitenziarie sono costrette afare delle eccezioni.

f. I detenuti sono autorizzati a muoversi liberamentesul posto di lavoro, all’interno del territorio recintato(il che permette loro di entrare in contatto con dete-nuti di altri settori di campo e, a volte, di mandare unalettera tramite un lavoratore libero).

f. I detenuti sono sorvegliati anche sul luogo di lavo-ro. È proibito comunicare con i detenuti di altri setto-ri di campo e con i lavoratori liberi.

g. I detenuti non portano il numero di matricola su-gli indumenti.

g. Tutti gli indumenti sono obbligatoriamente marca-ti con il numero di matricola.

h. Il caposquadra alloggia con i suoi uomini nella stes-sa baracca; la sua razione dipende dal rendimento dellasquadra, cosa che lo induce a redigere con cura i rappor-ti sui lavori effettuati per assicurare ai suoi uomini untrattamento relativamente corretto (v. rapporto 4.1).

h. Il caposquadra è un delinquente comune recidivoalloggiato fuori del recinto del campo speciale; la suarazione non dipende dal rendimento della squadra,perciò non si cura di stendere i rapporti con accortez-za per assicurarle un vitto migliore. Per conservare ilsuo posto, terrorizza i membri della squadra.

i. Nelle baracche comuni, la malavita è un vero fla-gello.

i. I campi speciali sono riservati unicamente ai poli-tici.

B-CAMPI SPECIALI (1948-1954)

a. Quando i detenuti non sono al lavoro, sono chiusinelle baracche. Vengono condotti in fila allo spaccio, al-l’infermeria eccetera.

appendice 5tabella comparativa dei regimi di detenzione negli itl e nei campi speciali

A – LAVORI FORZATI ZARISTI

a. La razione è identica per tutti i detenuti, indipen-dentemente dal loro rendimento.Alcuni esempi:

pane di segale 819 gcarne 106 glardo 21,6 gcereali 50 g

(v. appendice 2).

b. Giorni di riposo: tutte le domeniche e i giorni del-le feste religiose ortodosse: circa 80 giorni all’anno.

b. Nessun giorno di riposo: 365 giorni lavorativi al-l’anno.

c. Durata della giornata lavorativa: in estate 11 ore, ininverno 7 (con un’interruzione di 2 ore per il pranzoe i corsi di alfabetizzazione).

c. 11 ore e mezza tutto l’anno.

d. Quando non lavorano, i forzati sono rinchiusi, incatene.

d. La stessa cosa, ma senza catene.

e. Dopo aver scontato una parte della loro pena, i for-zati possono sollecitare il diritto di muoversi libera-mente durante il giorno.

e. I forzati sovietici non godono di alcuna attenuazio-ne del regime.

f. Al bagno penale è assegnato un infermiere qualifi-cato.

f. Sotto il socialismo, i forzati ricevono cure medichesolo in caso di frattura ossea. Le donne incinte vengo-no fatte abortire.

g. La corrispondenza è controllata, ma mai limitataquantitativamente.

g. Ogni rapporto con il mondo esterno è vietato.

h. Sono previste riduzioni di pena per buona condotta.Grazie alla legge del 31 luglio 1870, i forzati sono auto-rizzati a chiedere lo status di colono e a far venire la lo-ro famiglia dopo aver scontato una parte della pena.

h. Ogni eventuale miglioramento è escluso per i for-zati sovietici.

i. Nelle miniere di Nercinsk, i forzati estraggono 50 kgdi metallo per ogni turno.

i. La norma d’estrazione passa a 1,5 tonnellate di mi-nerale per turno.

B – LAVORI FORZATI SOVIETICI

a. Razione per i detenuti che hanno realizzato il 90-100% della norma di produzione. Alcuni esempi:

pane di segale 750 gcarne 21 golio di semi 9 gkasa 80 g

(v. appendice 1).

appendice 4tabella comparativa dei lavori forzati zaristi e sovietici

Fonte: testimonianze di vecchi forzati zaristi e sovietici; W. Doroszewicz, Sachalin, Warszawa, 1901; osserva-zioni e interviste condotte dall’autore.

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325324

a. Ottobre 1917 (pene illimitate, per esempio «fino alla vittoria del comunismo nel mondo intero»).b. Decreto del Consiglio dei commissari del popolo del 21 marzo 1921 «Sulla privazione di libertà» («Izvestija» del25 marzo 1921).

c. Codice penale della Rsfsr del 1922, articolo 34 e Codice penale del 1926, articolo 28.d. Risoluzione del Comitato esecutivo centrale dell’Urss dell’8 agosto 1936 (SU 44:370).e. Risoluzione del Comitato esecutivo centrale dell’Urss del 2 ottobre 1937 (SU 66:297).f. Istruzione, mai pubblicata, dell’Mvd dell’Urss del 1948 che introduce la condanna a vita. Solo l’Oso pressol’Mvd dell’Urss pronuncia queste condanne fino al 1953.

g. Codice penale della Rsfsr del 1960, articolo 24.

Nota: Il prolungamento della pena con decreto amministrativo è praticato fin dai primi anni del regimesovietico. A partire dall’inizio degli anni Trenta, alcuni detenuti dopo aver scontato la loro pena vengonoarrestati e giudicati di nuovo. Negli isolatori politici, molti detenuti sono reclusi a tempo indeterminato.Dalla fine degli anni Cinquanta queste pratiche sono abolite, ma un decreto pubblicato nel 1983 autoriz-za il direttore del campo a sollecitare presso il tribunale locale un prolungamento della pena detentiva peri condannati considerati «irriducibili». Si veda anche pena 1.2.

appendice 7limite legale e illegale della durata della pena

pena illimitata

pena illimitata

25anni

20anni

15anni

10anni

5anni

25anni

20anni

15anni

10anni

5anni

a. b.c. d.e. f. g.

appendice 6sistema penitenziario regressivo a 6 gradi

Secondo il Codice del lavoro correzionale del 1970 esistono sei categorie di detenzione: regime ordinario (art. 62);regime rafforzato (art. 63); regime duro (art. 64); regime speciale (art. 65); regime carcerario ordinario (art. 69); re-gime carcerario duro (art 70).

i detenuti sono autorizzati a regimeordinario

regimerafforzato

regimeduro

regimespeciale

regimecarcerarioordinario

regimecarcerarioduro

senza a. spedire posta (all’anno) limitazioni 36 24 12 12 6

b. ricevere stampati (all’anno) 2 2 2 2 2 2

c. avere colloqui brevi (all’anno) 3 2 2 1 2 0

d. avere colloqui lunghi (all’anno) 2+1 2+1 1+1 1+1 0 0

e. ricevere pacchi (all’anno)* 3 2 1 1 0 0

f. spendere per cibo eccetera x rubli al mese 7+4 6+3 5+2 4+1 3+1 2

g. usufruire dell’ora d’aria quotidiana 1 ora 1/2 ora

h. baracche comuni, aperte durante il giorno;h. uniforme penitenziaria ordinaria + + +

i. celle carcerarie; uniforme penitenziariai. a strisce + + +

j. tutti i detenuti sono tenuti a portare sugli i. abiti il loro nome e numero di fascicolo + + + + + +

gradi

condizioni di vita dei detenuti regimeordinario

regimerafforzato

regimeduro

regimespeciale

regimecarcerarioordinario

regimecarcerarioduro

gradi

* Solo dopo aver scontato metà della pena e a patto di una condotta irreprensibile (v. lavoro di istruzionepolitica 2.2). A guisa di sanzione, i detenuti possono essere privati per un certo periodo di tutti i beneficielencati alle lettere a-f.

Lettera a: l’articolo 385 del Regolamento carcerario zarista prevedeva come sanzione il divieto di corri-spondenza per un periodo di «non oltre un mese».Lettera e: il peso dei pacchi è strettamente limitato a 1-3 chilogrammi (a seconda del grado di regime); cer-ti prodotti sono totalmente esclusi, come la carne e i derivati, il cioccolato, gli agrumi eccetera.

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327326

appendice 9 adeportazioni di massa di popolazioni autoctone

Documenti segreti, caduti nelle mani della Resistenza lituana all’inizio degli anni Quaranta e pubblicati in Al-bert Konrad Herling, The Soviet Slave Empire, New York, 1981.

Unione delle Repubbliche socialiste sovieticheCommissariato del popolo alla Sicurezza dello Stato (Nkgb)

31 maggio 1941Pl. Dzerzinskij 2Mosca

Al commissario del popolo alla Sicurezza dello Stato della Ssr di LituaniaCompagno GLADKOVKovno

Avendo preso conoscenza del Suo rapporto speciale n. 1/933 datato 10 maggio 1941 riguardante gli intrighi anti-sovietici dell’ex dirigenza di Tautinikai [Partito nazionalista], Saulis [Guardia nazionale], di poliziotti e kulaki inmerito all’attuazione delle misure legate alle forniture obbligatorie di cereali allo Stato, il commissario del popoloalla Sicurezza dello Stato dell’Urss, compagno MERKULOV, ordina di:prendere misure per la deportazione verso regioni lontane dell’Urss degli elementi antisovietici attivamente im-pegnati nell’agitazione controrivoluzionaria.

Il documento ha valore esecutivo

Firmato:Il vice capo della III sezione dell’Nkgb dell’Urss, capitano della Sicurezza dello Stato, SEVELEV.

Il capo del IV settore della III sezione dell’Nkgb dell’Urss, capitano della Sicurezza dello Stato, RODIONOV.

allegato 9bmodalità per la separazione delle famiglie

Dato che molti fra gli espulsi devono essere arrestati e collocati in appositi campi, mentre le loro famiglie sono in-viate verso luoghi di deportazione speciale in regioni lontane dell’Urss, è indispensabile che l’arresto dei capifa-miglia e quello dei famigliari avvenga simultaneamente, senza peraltro che siano avvertiti della prossima separa-zione. Dopo la perquisizione della casa del deportato e una volta preparati i documenti del fascicolo personale, ilfunzionario compila le carte del capofamiglia e le unisce al suo fascicolo personale, mentre le carte degli altri mem-bri della famiglia sono allegate al dossier della famiglia che parte per gli insediamenti speciali.Tutta la famiglia è trasportata alla stazione di partenza nello stesso carro: solo dopo l’arrivo sul posto, il capofami-glia è separato e messo in un vagone speciale. Durante i preparativi, il capofamiglia è stato informato che il baga-glio per gli uomini e quello per le donne deve essere sistemato in valigie separate, poiché uomini e donne passa-no il trattamento sanitario separatamente.

appendice 8articoli per cui è prevista la fucilazione

Il codice penale del 1960 classificava nei seguenti gruppi gli articoli per i quali era prevista la pena di morte:a. Crimini particolarmente pericolosi contro lo Stato: art. 64 (tradimento della patria), 65 (spionaggio), 66 (attoterroristico), 67 (idem, contro il rappresentante di uno Stato straniero), 68 (diversione), 72 (partecipazione al-l’attività di organizzazioni antisovietiche), 73 (le azioni sopra elencate, commesse contro un altro Stato di la-voratori);

b. Altri crimini contro lo Stato: art. 77 (banditismo), 77-1 (azioni che disorganizzano l’attività degli istituti di la-voro correzionale, ovvero gli scioperi dei detenuti e la resistenza contro le spie; l’articolo fu aggiunto al codicein seguito ai numerosi disordini scoppiati nei campi negli anni Cinquanta), 81 (renitenza alla leva in tempo diguerra), 87 (fabbricazione o emissione di denaro falso o titoli), 88 (violazione delle regole sulle operazioni va-lutarie; questo articolo punisce fra l’altro il possesso di valuta straniera senza documenti giustificativi);

c. Crimini contro la proprietà socialista: art. 93-1 (gravi sottrazioni di proprietà statale o collettiva);d. Crimini contro la vita, la salute, la libertà e la dignità della persona: art. 102 (omicidio premeditato con circo-stanze aggravanti); 117 (violenza carnale, di gruppo o da parte di un recidivo riconosciuto come particolarmen-te pericoloso);

e. Crimini contro l’ordine pubblico: art. 191-2 (attentato alla vita di un agente di polizia o di un ausiliario volon-tario, cioè solo il tentato omicidio!);

f. Crimini militari: art. 238-c, 240-c, 242-b, 247-d, 248, 249-b, 251-c, 255-f, 257-d, 260-c, 261, 262-b, 263, 264 (re-sa volontaria al nemico per viltà o codardia; nel corso della Seconda guerra mondiale la quasi totalità dei pri-gionieri di guerra sovietici liberati dall’Armata rossa o fuggiti furono inviati nel Gulag), 266, 267.

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1931Atholl Duchess of, The Conscription of a People, Philipp Allan, London.Cernova-Kolbasina O.E., Vospominanija o sovetskich tjur’mach, Parizskaia gruppa sodejstvija partii s.r., Paris.Cikalenko L., Solovec’ka katorga, Warszawa.Eccard F., Le travail forcé en Russie soviétique, «La revue hebdomadaire», 25 aprile, pp. 457-472.Fairburn W.A., Forced Labor in Soviet Russia, Nation Press Printing Co., New York.Forced Labour in Russia? Facts and documents, «British-Russian Gazette & Trade Outlook, Ltd.», London.Jurcenko V., Sljachami na Solovki, L’vov.Jurcenko V., Iz soloveckogo pekla na volju, Cervona kalina, L’vov.Mel’gunov S., Cekistskij Olimp, «Bor’ba za Rossiju», 212, 214.Pim A., Bateson E., Reports on Russian Timber Camps, London.A Selection of documents relative to the labour legislation in force in the Union of Soviet Socialist Republics, London.Soviet Death Corridors, «Literary Digest», 109, 2 maggio, p.16.Zajcev I., Solovki; kommunisticˇeskaja katorga, ili mesto pytok i smerti, Shangai.

1932Kluge E., Warheit uber Sowjet Russland, R. Streller, Leipzig.

1933Chernavin V., Prison Life in Ussr, «The Slavonic and East European Review», 12, 34, luglio, pp. 63-78.Essad-Bey (Leo Noussimbaun), OGPU, the Plot against the World, Viking Press, New York.Out of the Deep, G. Bles, London.

1934Chernavin V., Life in Concentration Camps in USSR, «The Slavonic and East European Review», 12, 34, gennaio, pp.387-408.

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1935Auerbach L. et alii, Belomor: an Account of the Construction of the New Canal Between the White Sea and the Baltic Sea,Harrison Smith & Robert Haas, New York.

Kitchin G., Prisoner of the OGPU, Longmans, New York.Red Goals, London (versione inglese). Dmitrievna O., 18 Jahre der Sowietherschaft, Wien, (edizione completa in lin-gua tedesca).

Rempel J., Der Sowjethölle entronnen, Kassel.Tchenavin V.V., I Speak for the Silent, Cushman & Flint, Halle.

1936Anzerova A., Aus dem Lande der Strummen, Breslau.Goul R., Le Maitre de la Tcheka. Histoire de la Terreur en URSS, 1917-1938, Les Editions de France, Paris.

1937Feltheim O., Po sovetskim tjur’mam, «Sovremennye zapiski», 65, pp. 323-346.Schwarz A., In Wologda’s Weissen Waldern, Altona.Solonevic I., Den’ vracˇa v konclagere, «Golos Rossii», Sofia.

1938Greife H., Zwangsarbeit in der Sowetunion, Nibelungen Verlag, Leipzig.Kiselev-Gromov N.I., Lageri smerti v SSSR, Shangai.Nikolajew P., Bauern unter Hammer und Sichel, Nibelungen, Berlin.Russinov A., Die grosse Täuschung, Berlin.Zajcev I.M., Cetyre goda v strane smerti, Partija Rossijskich Nacionalistov, Shangai.

329328

appendice 10nonostante le numerose, schiaccianti testimonianze, l’opinione pubblica mondiale

si è rifiutata a lungo di riconoscere la realtà concentrazionaria sovieticaL. Zorin, nel suo Soviet Prisons and Concentration Camps. An annoted Bibliography 1917-1980. Newtonville, Massa-chusetts, 1980, ha contato oltre cinquanta opere, pubblicate fuori dall’Unione Sovietica prima del 1937, che de-scrivono la realtà concentrazionaria sovietica. Dopo il Grande terrore del 1937, solo chi era in malafede potevanon riconoscere questa realtà.

1919Naudeau L., Five months in Moscow prison, «Current History Magazine of the New York Times», ottobre, pp. 127-136; ivi novembre, pp. 318-321.

1920Kalpashnikov A., Prisoner of Trotsky’s, Garden City, Doubleday, New York.

1921Mengden W., von, Secret letters from a Bolshevist Prison, «Atlantic Monthly», Boston, 127, maggio, pp. 673-683.Pasvolsky L., Soviet Prisons, «Current History Magazine of the New York Times», 14, luglio, pp. 672-677.

1922Denikin A.I., My Arrest and Imprisonment, «Living Age», Boston, 313 (luglio 17), pp. 689-694.

1923Davydova N., Polgoda v zakljucˇenii; dnevnik 1920-21, Berlin.Groseclose E.E., Prisons of Despair; an Experience in the Russian Cheka, «Atlantic Monthly», Boston, 132, dicembre,pp. 833-844.

1924Aronson G., Socialisty v tjur’me, «Na cuzoj storone», 6, pp. 201-224.Mel’gunov S.P., Krasnyj terror v Rossii, Berlin, 2a. ed.Orzechovskij V., Stranicˇka Krasnogo terrora, «Na cuzoj storone», 8, pp. 99-108.

1925Aronson G., Iz zapisok tjuremnogo starosty, «Na cuzoj storone», 9, pp. 57-89.Aronson G., Skitanija, «Na cuzoj storone», 10, pp. 157-180.Berkman A. (a cura di), Letters from Russian Prisons, International Committee for Political Prisoners, A.&C. Boni,New York.

Stepanova P., V zˇenskoj kamere osobogo otdela, «Na cuzoj storone», 12, pp. 88-112.

1926Malsagoff S.A., An Island Hell: a Soviet Prison in the Far North, A.M. Philipot., London.

1928Bessonov J.D., Mes 26 prisons et mon évasion de Solovki, Payot, Paris.Mel’gunova-Stepanova P.E., Gde ne slysˇno smecha, Paris.Schirvindt E., Russian Prisons, London.

1929Aronson G., Na zare krasnogo terrora, Berlin.Cederholm B., In the Clutches of the Tcheka, Houghton, New York.

1930Martyrdom of Soviet Political Offenders, «Literary Digest», 104, 4 gennaio, pp.14-15.

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331330

UK-60: Ugolovnyj kodeks Rsfsr 1960 g. (Codice penale della Rsfsr del 1960).UPK-22: Ugolovno-processual’nyj kodeks Rsfsr 1922 g. (Codice di procedura pena-le della Rsfsr del 1922).

UPK-26: Ugolovno-processual’nyj kodeks Rsfsr 1926 g. (Codice di procedura pena-le della Rsfsr del 1926).

UPK-22: Ugolovno-processual’nyj kodeks Rsfsr 1960 g. (Codice di procedura pena-le della Rsfsr del 1960).

Vcik: Vserossijskij Central’nyj Ispolnitel’nyj Komitet (Comitato esecutivo centra-le panrusso).

VR: Ukaz Prezidiuma Verchovnogo Soveta Rsfsr (decreto del Presidium del Sovietsupremo della Rsfsr).

VS: Ukaz Prezidiuma Verchovnogo Soveta Sssr (decreto del Presidium del Sovietsupremo dell’Urss).

Bse: Bol’saja sovetskaja enciklopedija (Grande enciclopedia sovietica), 30 voll., 3ediz., 1970-87.

Cik: Central’nyj ispolnitel’nyj komitet (Comitato esecutivo centrale).ITK-24: Ispravitel’no-trudovoj kodeks Rsfsr 1924 g. (Codice del lavoro correziona-le della Rsfsr del 1924).

ITK-33: Ispravitel’no-trudovoj kodeks Rsfsr 1933 g. (Codice del lavoro correziona-le della Rsfsr del 1933).

ITK-70: Ispravitel’no-trudovoj kodeks Rsfsr 1970 g. (Codice del lavoro correziona-le della Rsfsr del 1970).

Narkompros: Narodnyj komissariat prosvescenija (Commissariato del popolo all’I-struzione).

Narkomzem: Narodnyj komissariat zemledelija (Commissariato del popolo all’A-gricoltura).

Rsfsr: Rossijskaja Sovetskaja Federativnaja Socialisticeskaja Respublika (Repubblicasocialista federativa sovietica russa).

Snk, Sovnarkom: Sovet narodnych komissarov (Consiglio dei commissari del po-polo).

Sr: socialist-revoljucioner (socialista rivoluzionario).Ssr: Sovetskaja Socialisticeskaja Respublika (Repubblica socialista sovietica).Ssrlja: Slovar’ sovremennogo russkogo literaturnogo jazyka An Sssr (Dizionario del-la lingua russa letteraria contemporanea, Accademia delle Scienze dell’Urss) 17voll., Moskva-Leningrad, 1950-65.

Sto: Sovet Truda i Oborony (Consiglio del lavoro e della difesa).SU: Sobranie uzakonenij (zakonov) Rsfsr (Raccolta delle leggi della Rsfsr).SZ: Sobranie uzakonenij (zakonov) pravitel’stva Sssr (Raccolta delle leggi del gover-no dell’Urss).

UK-22: Ugolovnyj kodeks Rsfsr 1922 g. (Codice penale della Rsfsr del 1922).UK-26: Ugolovnyj kodeks Rsfsr 1926 g. (Codice penale della Rsfsr del 1926).

indice delle sigle

Sono qui elencate le sigle e le abbreviazioni che non compaiono come voci del dizionario.

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bandit: bandito, 38.banditizm: banditismo, 37.baracholka: mercatino delle pulci, 183.barak usilënnogo rezˇima: baracca di ri-gore, 39.

barak: baracca, 38.basmacˇ: basmac, 39.Bbk: Bbk, 40.Belbaltlag, Belomorsko-Baltijskij ispravite-l’no-trudovoj lager’: Belbaltlag, 40.

beloemigrant: emigrato bianco, 121.belofin: finlandese bianco, 128.belogvardeec: guardia bianca, 138.Belomorkanal, Belomorsko-Baltijskij ka-nal: Belomorkanal 40.

Belomorstroj: Belomorstroj, 41.belopoljak, b/p: polacco bianco, 219.Belozerskij central: Belozersk, 41.belye chalaty: camici bianchi, 47.belyj medved’: orso bianco, 200.beriëvsˇcˇina: beriëvscina, 41.Berlag: Berlag, 41.beskonvojnyj, beskonvojka: senza scorta,258.

bespredel’nik: indipendente, 146.besprizorniki, besprizornye: bambini ab-bandonati, 36.

bessrocˇka: colonia a tempo indetermi-nato, 82.

bezucˇëtcˇik: soprannumerario, 275.bezuprecˇnoe povedenie: condotta irre-prensibile, 92.

birka, jarlyk: piastrina, 215.bit’: picchiare, 216.bitië opredeljaet soznanie: le botte deter-minano la confessione, 43.

Bitr, Bjuro ispravitel’no-trudovych rabot,Bjuro prinuditel’nych rabot: Bitr, 42.

bityj: battuto, 40.blagodetel’: benefattore, 41.blagorodnyj vorovskoj mir: nobile mondodella malavita, 194.

blank, formuljar: formulario, 128.blat: blat, 42.

blatnaja rabotënka: lavoretto da racco-mandati, 163.

blatnoj: blatnoj, 42.blatnoj: criminale, 100.boevoj otrjad Vcˇk, otrjady Vcˇk, vojskaVcˇk: reparto militare della Vck, 243.

bogomol: bigotto, 42.Bokij, Gleb: Bokij, 43.bolezni: malattie, 176.bol’nica: ospedale, 202.bol’sˇaja Zemlja, materik: grande terra,137.

Bolsˇevo: Bolsevo, 43.bol’sˇoj dom: Grande casa, 137.boltun: chiacchierone, 74.bony: buoni, 44.box: box, 43.bozˇit’sja po rostovski: giurare alla rosto-viana, 135.

brigada: squadra, 277.brigadir, bugor: caposquadra, 55.brodjazˇnicˇestvo: vagabondaggio, 304.buket: bouquet, 43.bukva: lettera dell’alfabeto, 169.bukvy, litery: sigle, 265.Bur, barak usilënnogo rezˇima: Bur, 44.burki: burki, 45.burovec: burovec, 45.burzˇuaznyj nacionalizm: nazionalismoborghese, 191.

busˇlat: buslat, 45.Butovo: Butovo, 45.Buttjur: Buttjur, 45.Butyrki, Butyrka: Butyrki, 45.bystro! bystro!: presto! presto!, 222.bytovik: bytovik, 45.

carskoe vremja: epoca zarista, 121.cˇasti osobogo naznacˇenija: unità a de-stinazione speciale, 302.

Ceka: Ceka, 68.cˇekist: cekista, 68.Celjabinskij central: Celjabinsk, 69.cˇelovek: uomo, 302.

333332

abortsˇcˇica: abortista, 17.AD: AD, 18.administrativnaja ssylka, admssylka: con-fino amministrativo, 94.

administrativno-technicˇeskij personal:personale tecnico-amministrativo,215.

adres zakljucˇënnogo: indirizzo del dete-nuto, 146.

advokat: avvocato, 34.agitacija: agitazione, 21.agitator: agitatore, 21.agravant: aggravante, 21.akcept: accettazione, 18.akt o smerti zakljucˇënnogo: atto di mor-te del detenuto, 33.

aktirovannyj: verbalizzato, 308.aktirovat’: verbalizzare, 308.aktivist: attivista, 33.Aleksandrovskij central:Aleksandrovskoe,centrale di, 21.

Alzˇir, Akmolinskij Lager’ Zën Izmenni-kov Rodiny: Alzir, 22.

amerikanec: americano, 22.aminazin: aminazina, 22.amnistija: amnistia, 22.Andropov: Andropov, 25.anekdotcˇik: barzellettaro, 39.anno: anno, 25.

antigitlerovskie fasˇisty: fascisti antihitle-riani, 127.

antisovetskij element: elemento antiso-vietico, 121.

antisovietcˇik: antisovietico, 25.Antonov, Aleksandr Stepanovicˇ: Anto-nov, 25.

archiv A, archiv n. 3: archivio A, 26.arestnyj dom: casa per il fermo, 65.armaturka, armaturnja knizˇka: registrodel materiale in dotazione, 241.

arsenal’naja: arsenale, 30.Atp, administrativno-technicˇeskij perso-nal: Atp, 32.

attestacionnaja komissija: commissionedi valutazione, 87.

avtozak: cellulare, 71.

bacat’, toptat’: bacat’, 35.bachily: bachily, 35.bacilla: bacillo, 35.bacil’nyj: bacillifero, 35.baltijskie barony: baroni baltici, 39.baltijskie oficery: ufficiali baltici, 299.Bam,Bajkalo-Amurskajamagistral’: Bam,35.

Bamlag: Bamlag, 37.banderovec, banderovka: banderista, 37.banderovskie zˇëny: mogli di banderisti,187.

indice bilingue

Page 167: jacques rossi manuale del gulag - Memorial Italia-

dom predvaritel’nogo zakljucˇenija: casaper la carcerazione preventiva, .

dom prinuditel’nogo truda, dom prinudite-l’nych rabot, Dopr, : casa di lavoro co-ercitivo, 65.

dom rebënka: casa del bambino, 65.dom rodnoj: casa natale, 65.dom zakljucˇenija: casa di reclusione, 65.dopolnitel’naja mera social’noj zasˇcˇity,dopolnitel’naja mera nakazanija: misu-ra accessoria di difesa sociale, 185.

dopros: interrogatorio, 148.dopusk: accesso, 18.doska pokazatelej: tabellone degli indicidi produzione, 284.

dosrocˇnoe osvobozˇdenie, dosrocˇka: li-berazione anticipata, 170.

dovesok: aggiunta, 21.dovod: accompagnamento, 18.Dpz: Dpz, 117.drug naroda: amico del popolo, 22.drug zakljucˇënnych: amico dei detenuti,22.

druzˇba druzˇboj, a tabacˇëk vroz’!: l’ami-cizia è l’amicizia, ma a ciascuno il suotabacco!, 22.

Dubrovlag: Dubrovlag, 117.dumat’: pensare, 212.dvesti sˇestaja: duecentosei, 117.dvesti tret’ja: duecentotre, 117.Dzˇezkazgan: Dzezkazgan, 119.Dzˇurma: Dzurma, 119.

Ekibastuz: Ekibastuz, 120.Eko, Ekonomicˇeskij otdel Vcˇk-Gpu-Og-pu: Eko, 120.

Eku, Ekonomicˇeskoe upravlenie Nkvd-Mvd Sssr: Eku, 120.

element: elemento, 121.El’gen: El’gen, 121.esˇelon: convoglio, 96.esperantist: esperantista, 122.etap: trasporto sotto scorta, 288.etapnajakamera:celladitrasferimento,71.

etapnyj paëk: razione di trasferimento,235.

etika, eticˇnost’: etica, 123.ezˇovsˇcˇina: ezovscina, 125.Ezˇovskij nabor: assortimento di Ezov,32.

falanga: falange, 126.fasˇist: fascista, 126.fenja: gergo della malavita, 133.fezeusˇnik: fezeusnik, 127.filon: scansafatiche, 251.fitil’: lucignolo, 173.fizicˇeskaja sˇkola: scuola fisica, 256.forma A: modulo A, 187.fortocˇka, kormusˇka: sportellino, 277.fraer, frajer: fesso, 127.Fzu, fabricˇno-zavodkoe ucˇilisˇcˇe: Fzu,132.

GB: GB, 133.GalinaBorisovna:GalinaBorisovna,133.Garaninskie rasstrely: fucilazioni di Ga-ranin, 130.

garantijka, garantijnaia pajka: minima,razione di pane minima, 183.

garantijka, garantijnyj paëk: minima, ra-zione alimentare minima, 183.

gebist: gebist, 133.genocid: genocidio, 133.geroi s finskogo plena: eroi dei campi diprigionia finlandesi, 121.

Gidroproekt Nkvd Sssr: Gidroproekt del-l’Nkvd dell’Urss, 133.

Gidrostroj Nkvd Sssr: Gidrostroj del-l’Nkvd dell’Urss, 133.

gitara: chitarra, 74.Gitd,Gubernskij ispravitel’no-trudovojdom:Gitd, 135.

Glavgidrovolgodonstroj Nkvd Sssr: Glavgi-drovolgodonstroj dell’Nkvddell’Urss,135.

Glavles,Glavnoeupravlenielesnojpromysˇlen-nosti:Glavles,135.

335

cˇeloveko/cˇas: ora/uomo, 199.cˇeloveko/den’, cˇel/den’: giorno/uomo,134.

central’naja tjur’ma, central: carcere cen-trale, 59.

Central’noe upravlenie konvojnymi vojska-mi Rsfsr: Direzione centrale delle trup-pe di scorta della Rsfsr, 114.

Central’noe upravlenie lagerjami prinudi-tel’nych rabot pri Nkvd Rsfsr: Direzionecentrale dei campi di lavoro coerciti-vo presso l’Nkvd della Rsfsr, 114.

cerkov’: chiesa, 74.cerkovnik: ecclesiastico, 120.Cernjachovsk: Cernjachovsk, 72.cˇernozˇopyj, cˇernozadyj: culonero, 101.cˇervonec: cervonec , 73.cˇestnoe otnosˇenie k trudu: atteggiamen-to onesto verso il lavoro, 33.

cˇetyre sˇestych: quattro/sei, 228.charbinec: charbinec, 74.chimicˇeskaja sˇkola: scuola chimica,256.

chimija: chimica, 74.chimik: chimico, 74.chitryj domik: perfida casetta, 212.Cholmogory: Cholmogory, 74.chor: coro, 97.chozrascˇët: autofinanziamento, 34.chudozˇnik Kvcˇ: artista della Kvc, 32.chvost: coda, 76.Cib’ju: Cib’ju, 74.cˇifir: cifir, 74.cˇifirist: cifirist, 74.cˇislennost’ penitenciarnogo naselenija:popolazione penitenziaria, 220.

cˇistka: purga, 226.Cito, Central’nyj ispravitel’no-trudovoj ot-del Nkju Rsfsr: Cito, 75.

cˇlen sem’i: membro della famiglia, 182.Con: Con, 91.Crezvycˇajnaja komissija po bor’be skontrrevoljuciej i sabotazˇem: Commis-

sione straordinaria per la lotta allacontrorivoluzione e al sabotaggio, 89.

cygan: zingaro, 314.

dal’nie lagerja, lagerja v otdalënnychmest-nostjach Sssr: campi lontani, 52.

Dal’stroj: Dal’stroj, 102.delo vracˇej: medici, 182.delo: caso, 66.desjatnik: capomastro, 55.desjatyj punkt: comma dieci, 87.detgorodok, detkombinat: villaggio deibambini, 309.

deti: bambini, 36.detkolonija: colonia per bambini, 82.detskie lagerja: campi per bambini, 53.devjat’ gramm svinca: nove grammi dipiombo, 196.

dezˇurnyj po kamere: responsabile di cel-la, 243.

dezertir: disertore, 115.dezokamera: camera di disinfestazione,47.

direktiva: direttiva, 113.disciplinarnyj batal’on: battaglione di di-sciplina, 40.

disciplinarnyj: disciplinare, 115.distrofija, alimentarnaja distrofija, AD:distrofia, 115.

distrofik: distrofico, 115.ditja: marmocchio, 181.divizionVochr:divisionedellaVochr,115.Dmitlag,Dmitrovskij lager’, Suzdal’skij la-ger’: Dmitlag, 115.

Dmitrovskij central, Dmitrovskaja tjur’-ma: Dmitrov, 116.

dneval’nyj: piantone, 215.do okoncˇanija: fine, 127.dochodit’, dojti: arrivare (al socialismo),30.

dochodjaga: dochodjaga, 116.dom lisˇenija svobody: casa di privazionedella libertà, 65.

334

Page 168: jacques rossi manuale del gulag - Memorial Italia-

Ino, Inostrannyj otdel Vcˇk-Ogpu-Nkvd-Mvd: Ino, 147.

inostrancy i lica bez grazˇdanstva: stra-nieri e apolidi, 282.

instrukcija, sekretnaja instrukcija, direkti-va: istruzione, 151.

invalid: invalido, 149.invalidnye lagerja: campiper invalidi, 53.inventarizacija: inventario, 149.Ion, izoljator osobogo naznacˇenija: Ion,149.

Iscˇ, Informacionno-sledstvennaja cˇast’:Isc, 149.

Iso, Informacionno-sledstvennyj otdel: Iso,149.

ispolnitel’: esecutore, 122.ispoved’: confessione, 92.ispravitel’no-trudovye raboty bez lisˇenijasvobody: lavori correzionali senza pri-vazione della libertà, 164.

ispravitel’nye raboty: lavori correzionali,164.

ispravitel’nyj trud: lavoro correzionale,165.

Ispravitel’no-trudovoj kodeks Rsfsr: Codi-ce del lavoro correzionale della Rsfsr,76.

ispravitel’no-trudovye lagerja, Itl: campidi lavoro correzionale, Itl, 51.

ispravitel’no-trudovye ucˇrezˇdenija, Itu:istituti di lavoro correzionale Itu, 150.

ispravtruddom, truddom, ispravitel’no-trudovoj dom, Itd: casa di lavoro corre-zionale, casa di lavoro, Itd, 65.

istreblenie: sterminio, 280.ITK: ITK, 152.Itk, ispravitel’no-trudovaja kolonija: Itk,colonia di lavoro correzionale, 152.

Itl, ispravitel’no-trudovoj lager’: Itl, 152.Ito, Ispravitel’no-trudovoj otdel Nkju: Ito,152.

Itr, inzˇenerno-technicˇeskie rabotniki: Itr,152.

Itu: Itu, 152.

ivan ivanovicˇ: ivan ivanovic, 152.Izˇma: Izma, 152.izmennik rodine: traditore della patria,288.

izmennik sozializmu: traditore del socia-lismo, 288.

izoljator: isolatore, 150.

Jaja: jaja, 153.jajca: coglioni, 78.Jaroslavskij central: Jaroslavl’, centraledi, 153.

kamennyj mesˇok: sacco di pietra, 249.kamernaja agitacija: agitazione di cella,21.

kamernyj,vnutrikamernyjbanditizm: ban-ditismodi cella, 37.

Kamurlag, Karmurlag Karelo-murmanskielagerja Ogpu: Kamurlag, 154.

kanaloarmeec: soldato del canale, 270.kandal’noe lagotdelenie: sezione di lagercon catene, 262.

kantovka: kantovka, 154.karandasˇ nakormit: la matita sfamerà,182.

karantin: quarantena, 228.karatel’no-lecˇebnye zavedenija: istitutidi cura e pena, 150.

Karatel’nyj otdel Nkju Rsfsr: Sezione pu-nitiva dell’Nkju della Rsfsr, 263.

karaul: guardia, 137.karcer: cella di rigore, 69.Karlag, Karagandalag: Karlag, 154.kasˇa: kasa, 154.kasˇel’: tosse, 288.Kasˇketinskie rasstrely: fucilazioni di Ka-sketin, 130.

kassacija: cassazione, 67.katorzˇnye raboty: lavori forzati, 165.katusˇka: bobina, 42.Katyn’: Katyn’, 154.kavezˇedinec, charbinec: kavezedi-nec,155.

337

Glavnoe pereselencˇeskoe upravlenie NkvdSssr: Direzione generale colonizzazio-ne dell’Nkvd dell’Urss, 114.

glaza: occhi, 197.glazok, volcˇok: spioncino, 277.golod, goloducha: fame, 126.golodovka: sciopero della fame, 254.golosovat’: votare, 312.golova: testa, 286.golovki: testoline, 286.Golp, golovnoj, glavnyj lagpunkt: Golp,135.

golubopogonniki: spalline azzurre, 276.gorb: gobba, 135.gorbusˇka, gorbyl’: cantuccio di pane,55.

Gorlag: Gorlag, 135.Gorochovaja: Gorochovaja, 136.gorodskaja tjur’ma: carcere municipale,61.

gosbanditizm: banditismo di stato, 38.gosmonopolija: monopolio di stato, 187.gosprestuplenija, gosudarstvennye prestu-plenija: reati contro lo stato, 236.

gostajna: segreto di stato, 257.gosudarstvennyj prestupnik: reo di delitticontro lo stato, 242.

Gpu, Gosudarstvennoe politicˇeskoe upra-vlenie: Gpu, 136.

grafik aktirovannoj pogody: grafico dellecondizioni meteorologiche verbaliz-zate, 136.

grazˇdanin: cittadino, 76.Gtu, Glavnoe tjuremnoe upravlenie KgbSssr: Gtu, 137.

Guas, Glavnoe upravlenie administra-tivnych ssyl’nych: Guas dell’Nkvd del-l’Urss, 138.

Gubcˇeka, Gubernskaja cˇrezvycˇajnajakomissija: Gubceka, 138.

gudok: sirena, 268.Gugb, Glavnoe upravlenie gosudarstven-noj bezopasnosti: Gugb, 139.

Gugimp, Glavnoe upravlenie gornoj i me-tallurgicˇeskoj promysˇlennosti Nkvd-Mvd Sssr: Gugimp, 140.

Guitk,Glavnoeupravlenie ispravitel’no-tru-dovych kolonij Nkvd Rsfsr: Guitk, 140.

Guitl, Glavnoe upravlenie ispravitel’no-trudovych lagerej Ogpu: Guitl, 140.

Guitu, Glavnoe upravlenie ispravitel’no-trudovymi ucˇrezˇdenijami Mvd Sssr:Guitu, Direzione centrale degli istitu-ti di lavoro correzionale dell’Mvd del-l’Urss, 140.

Guitu, Glavnoe upravlenie ispravitel’no-trudovymi ucˇrezˇdenijami Nkju Rsfsr:Guitu, Direzione centrale degli istitu-ti di lavoro correzionale dell’Nkjudella Rsfsr, 140.

Gulag, Glavnoe upravlenie lagerej: Gulag,140.

Gum, Glavnoe upravlenie milicii: Gum,143.

Gumz, Gumzak, Glavnoe upravlenie me-stami zakljucˇenija: Gumz, 143.

Gupr, Glavnoe upravlenie prinuditel’nychrabot Nkvd Rsfsr: Gupr, 143.

Gupvo, Glavnoe upravlenie pogranicˇnoj ivnutrennej ochrany: Gupvo, 143.

Gusˇossdor, Glavnoe upravlenie sˇos-sejnych dorog: Gusossdor, 144.

gutalinsˇcˇik: lustrascarpe, 174.Guvvo, Glavnoe upravlenie vojsk vnutren-nej ochrany Mvd Sssr: Guvvo, 144.

Guzˇeldor, Glavnoe upravlenie zˇelezno-dorozˇnogo stroitel’stva Nkvd-Mvd Sssr:Guzeldor, 144.

Ift, individual’nyj fizicˇeskij trud: Ift, 145.igrat’ na rojale: suonare il piano, 283.Imz, inspekcija mest zakljucˇenija: Imz,145.

indija: india, 146.inicialy pol’nost’ju!: iniziali per intero!,147.

336

Page 169: jacques rossi manuale del gulag - Memorial Italia-

krugovaja poruka: responsabilità colletti-va, 243.

ksiva, ksivënka: ksiva, 158.Ktr, katorzˇnye raboty, katorzˇnye lagerja:Ktr, 158.

Kucˇino: Kucino, 158.kulak: kulak, 159.kul’turno-prosvetitel’naja rabota kul’tpro-svetrabota: lavoro di istruzione e alfa-betizzazione, 165.

kul’turno-vospitatel’naja dejatel’nost’: at-tività culturale ed educativa, 33.

kul’turno-vospitatel’naja rabota: lavoroculturale ed educativo, 165.

Kuropaty: Kuropaty, 165.kurort: stazione climatica, 280.kusˇat’: mangiare, 179.Kvcˇ, Kul’turno-vospitatel’naja cˇast’:Kvc, 159.

Kvo, Kul’turno-vospitatel’nyj otdel: Kvo,159.

Kvzˇd, Kitajsko-vostocˇnaja zˇeleznajadoroga: Kvzd, 160.

lagbanditizm: banditismo di lager, 37.lager’: campo, 54.lagerja bez prava perepiski, zakrytye lager-ja: campi senza diritto alla corrispon-denza, 53.

lagerja osobogo naznacˇenija: campi a de-stinazione speciale, 49.

lagerja prinuditel’nych rabot: campi di la-voro coercitivo, 50.

lagerja, lageri: campi, 47.lagernyj punkt, lagpunkt: filiale di lager,127.

lagkollegija, lagernaja kollegija oblastnogosuda: collegio di lager del tribunale re-gionale, 80.

lagkor, lagernyj korrespondent: corrispon-dente di lager, 97.

lagotdelenie, l/o: sezione di lager, 262.lagsud: tribunale di lager, 292.lapa: zampa, 314.

larëcˇnaja komissija, lavocˇnaja komissi-ja: commissione spaccio, 88.

larëcˇnik, larëcˇnica, zavlar’kom: addet-to/a allo spaccio, 19.

larëk, lavocˇka: spaccio, 275.l’dy, ujti vo l’dy: ghiacci, 133.lecˇebno-trudovoj profilaktorij: prevento-rio di cura e lavoro, 222.

Lefortovo, Lefortovskaja sledstvennaja tju-r’ma Ogpu-Nkvd-Mgb-Mvd-Kgb Sssr:Lefortovo, 166.

len’: pigrizia, 217.Lft, lëgkij fizicˇeskij trud: Lft, 170.licom k stene!: faccia al muro!, 126.likvidacija likvidatorov: liquidazione deiliquidatori, 172.

limit ispol’zovanija rabocˇej sily: quote diutilizzo della manodopera, 229.

Linejnyj transportnyj sud: Tribunale com-petente in materia di trasporti ferro-viari, 292.

lisˇenec: privato dei diritti, 223.lisˇenie grazˇdanskich prav, lisˇenie prav:privazione dei diritti civili, 223.

lisˇenie politicˇeskich prav: privazionedei diritti politici, 223.

lisˇeniepravazanimat’ opredelënnyedolzˇ-nosti i zanimat’sja opredelënnoj dejatel’-nost’ju:privazionedeldirittodisvolge-re determinate mansioni e attività,223.

lisˇenie svobody: privazione della libertà,223.

liternik: siglato, 265.liternye stat’i: articoli-sigle, 31.litery, bukvy: lettere, 170.ljudoed: cannibale, 55.lovcy ljudej: cacciatori di uomini, 46.Lubjanka, Bol’sˇaja Lubjanka: Lubjanka,172.

Luk’janovka, Luk’janovskaia tiur’ma Og-pu-Mvd Sssr: Luk’janovka, 173.

machnovcy: machnovisti, 175.

339

kazak: cosacco, 100.Kecˇ,Kommunal’no-ekspluatacionnajacˇa-st’: Kec, 155.

Kemerovo: Kemerovo, 155.Kemperraspredpunkg: Kemperraspred-punkt, 155.

Kgb, Komitet gosudarstvennoj bezopasno-sti pri Sovete ministrov Sssr: Kgb, 155.

Kingir: Kingir, 156.kipjatil’sˇcˇik, kubovoj: bollitore, 43.kirovskij potok, kirovskij nabor: Kirov, 156.kleveta na Sssr: diffamazione dell’Urss,143.

klop: cimice, 74.kolchoz: kolchoz, 155.kolchoznaja korova: vacca del kolchoz,304.

kollegija Ogpu: Collegio dell’Ogpu, 79.kollegija Vcˇk: Collegio della Vck, 79.kollegija vospitatelej: collegio degli edu-catori, 79.

kollektivka, kollektivnaja zˇaloba, kollek-tivnoe zajavlenie: collettiva, 81.

kolonii: colonie, 83.kolonizacija: colonizzazione, 84.kolonna: colonna, 84.koloski: spighe, 277.Kolyma: Kolyma, 156.kolymka: kolymka, 157.kolymskji zakon: leggedellaKolyma,168.komandirovka: missione, 185.komariki, vystavit’ na komariki: zanzare,314.

kombed: comitato dei poveri, 86.komendant: comandante, 85.komendatura: comando, 86.komissar: commissario, 87.komissovat’: certificare, 72.kommercˇeskoe bljudo: piatto commer-ciale, 216.

kommunizm: comunismo, 91.komsomol’cy: komsomol’cy, 157.Komsomol’sk-na-Amure: Komsomol’sksull’Amur, 157.

kon’, parasˇjut: cavallo, 68.konclagerja,koncentracionnyelagerja:cam-pi di concentramento, 50.konfiskacija imusˇcˇestva: confisca deibeni, 94.

kontingent: contingente, 95.kontra, kontrik, k/r: kontra, 157.kontrolër: controllore, 96.kontrrevoljucioner, k/r: controrivoluzio-nario, 96.

kontrrevoljucionnyj sabotazˇ: sabotaggiocontrorivoluzionario, 249.

konveer: catena di montaggio, 68.konvoj: scorta, 255.konvojnaja ochrana Nkvd-Mvd Sssr: guar-dia di scorta dell’Nkvd-Mvd dell’Urss,138.

konvojnaja strazˇa Nkju Rsfsr: guardia discorta dell’Nkju della Rsfsr, 138.

konvojnye vojska Rsfsr, konvojnye vojskaSssr: truppe di scorta della Rsfsr, 297.

korova: vacca, 304.kosmopolit: cosmopolita, 100.kotël: marmitta, 180.Kotlag: Kotlag, 157.kotletka: polpetta, 220.kotlovka, kotlovyj list: foglio di marmit-ta, 128.

Kozel’sk: Kozel’sk, 158.Kpz, kamera predvaritel’nogo zakljucˇeni-ja: cella per la carcerazione preventi-va, 71.

kra: kra, 158.Krasnaja Presnja: Krasnaja Presnja, 158.Krasnaja Sapocˇka: Cappuccetto Rosso,56.

krasnopogonniki: spalline rosse, 276.krestnik: figlioccio, 127.Kresty: Croci, 101.krjucˇok, imet’ na krjucˇke: tenere qual-cuno al gancio, 286.

kronsˇtadtskie matrosy: marinai diKronstadt, 180.

krovnaja pajka: razione sudata, 236.

338

Page 170: jacques rossi manuale del gulag - Memorial Italia-

naparnik: compagno di turno, 89.narjadcˇik: ripartitore, 246.narkom,narodnyj komissar: narkom,191.narkomovskaja pajka: razione del com-missario del popolo, 234.

Narodnyj komissariat, narkomat: Com-missariato del popolo, 87.

Narodnyj sud, narsud: tribunale popola-re, 294.

narucˇniki: manette, 179.naruzˇnaja ochrana: guardia esterna,138.

nary: tavolaccio, 284.nasedka, kurucha: chioccia, 74.nasledie carizma, nasledie prosˇlogo: ere-dità dello zarismo, 121.

natjagivat’, natjanut’: tirare, 287.nedonos, nedonesenie: mancata delazio-ne, 178.

neispravimyj: incorreggibile, 145.nemcy Povolzˇ’ja: tedeschi del Volga,285.

nemeckaja podstilka: sgualdrina dei te-deschi, 264.

neotkaz ot muzˇej: mancato ripudio delmarito, 179.

nevozvrasˇcˇenec: non rientrato, 197.nevychod: mancata uscita al lavoro, 178.nezakonnye mery ili dejstvija: misure ille-gali, 185.

nizkopoklonniki: leccapiedi, 166.Nkgb, Narodnyj komissariat gosudarstven-noj bezopasnosti: Nkgb, 192.

Nkju, Narodnyj komissariat justicii: Nkju,193.

Nkvd, Narodnyj komissariat vnutrennichdel: Nkvd, 193.

Nogtev: Nogtev, 194.nomera: numeri, 196.nomernaja tjur’ma: carcerenumerato,61.nomernik: numerato, 196.nomernoj voennyj tribunal: tribunale mi-litare numerato, 294.

nomernoj zavod, nomernoj ob”ekt: fabbri-ca numerata, 126.

Noril’lag, Noril’kombinat, Noril’skij Itl,Noril’skij polimetallurgicˇeskij kombi-nat Nkvd-Mvd: Noril’lag, 194.

norma: norma, 194.normirovsˇcˇik: addetto al controllo del-la norma, 18.

Novaja Zemlja: Novaja Zemlja, 196.Novinskaja tjur’ma: Novinskaja, 196.

ob”jasnenie: spiegazione, 276.obchod: ispezione, 150.oblastnoj sud, oblsud: tribunale regiona-le, 294.

obmundirovanie, vesˇcˇdovol’stvie: abbi-gliamento, 17.

obsˇcˇaja tjur’ma: carcere ordinario, 61.obsˇcˇestvenno-prinuditel’nye raboty: la-vori coercitivi socialmente utili, 164.

obsˇcˇie lagerja: campi comuni, 50.obsˇcˇie raboty: lavori comuni, 164.obsˇcˇij rezˇim: regime ordinario, 239.obuv’: calzature, 47.obvinilovka, obvinitel’noe zakljucˇenie:atto d’accusa, 33.

ocˇnaja stavka: confronto, 95.Ocˇo, Operativno-cˇekistskij otdel: Servi-zio operativo cekista, 197.

Odessa, Odessa-mama: Odessa, mam-ma-Odessa, 197.

odinocˇka, odinocˇnaja kamera: cella in-dividuale, 71.

odnodelec, podel’nik: coimputato, 79.odnoetapnik, soetapnik: compagno diviaggio, 89.

ognevaja zona: zona di fuoco, 315.Ogpu, Ob”edinënnoe gosudarstvennoe po-liticˇeskoe upravlenie Sssr: Ogpu, 197.

Oitd: Oitd, 198.Okb, osoboe konstruktorskoe bjuro: Okb,198.

okoncˇanie: conclusione, 91.okruzˇenec: accerchiato, 17.

341

machorka, machra: machorka, 175.Magadan: Magadan, 176.Magnitogorsk: Magnitogorsk, 176.maloletok, maloletka: minore, 184.mamka: mamma, 177.manikjur: manicure, 180.Mariinsk: Mariinsk, 180.marusja: Marusja, 181.masˇina: macchina, 175.massovaja ssylka: deportazioni di mas-sa, 107.

massovye aresty: arresti di massa, 27.massovye raboty: lavori di massa, 164.massovye rasstrely: fucilazioni di massa,130.

mast’: colore, 85.mastyrka, zamastyrka: simulazione, 265.mastyrsˇcˇik: simulatore, 265.material, material’cˇik: materiale, 181.materik: continente, 95.Matrosskaja Tisˇina: Matrosskaja Tisina,182.

Mcˇk: Mck, 182.Medvezˇ’egorsk, Medvezˇ’ja Gora, Medgo-ra: Medvez’egorsk, 182.

mendelevcˇy: mendeliani, 182.menjat’ sud’bu: destino, 110.mesta otbyvanija nakazanija: luoghi dipena, 173.

mesta zakljucˇenija, mesta lisˇenija svo-body: luoghi di reclusione o di priva-zione della libertà, 173.

mestozˇitel’stvo: domicilio, 116.metro: metrò, 183.mezˇkamernaja svjaz’, mezˇdukamernajasvjaz’: comunicazione fra le celle, 91.

Mgb, Ministerstvo gosudarstvennoj bezo-pasnosti Sssr: Mgb, 183.

milicejskaja trojka: trojka della polizia,296.

milicija: polizia, 219.milicioner: poliziotto, 219.Ministerstvo Justicii: ministero della Giu-stizia, 183.

Minlag: Minlag, 184.minus: meno, 183.minutocˇka: minutino, 185.mjasnoj den’: giorno di carne, 134.mjaso: carne, 63.mjasorubka: tritacarne, 295.moch, ujti vo mchi: muschio, 189.molitva: preghiera, 221.monasˇka: monaca, 187.Moop, Ministerstvo ochrany obsˇcˇestven-nogo porjadka: ministero dell’Ordinepubblico, 187.

Mop, mladsˇij obsluzˇivajusˇcˇij personal:Mop, 188.

morzjanka: morse delle carceri, 188.Moskovskaja cˇrezvycˇajnaja komissija:Commissione straordinaria di Mosca,88.

moskovskie processy: processi di Mosca,224.

moskovskoe pravilo: regoladiMosca, 241.Moskva: Mosca, 189.Moskva-Volga: Moscova-Volga, 189.Mur,Milicijaugolovnogorozyska:Mur,189.Murka: Murka, 189.muzˇ, lagernyj muzˇ: marito, 180.muzˇik: muzik, 190.Mvd Sssr, Ministerstvo vnutrennich delSssr: Mvd dell’Urss, 190.

nabljudatel’naja komissija: commissionedi vigilanza, 87.

nabor: assortimento, 32.nacˇal’nicˇek: capetto, 55.nacˇal’nik, nacˇal’stvo: capo, 55.Nachodka: Nachodka, 191.nacmen: nacmen, 191.nadziratel’: sorvegliante, 275.nadzor: sorveglianza, 275.nagan: nagan, 191.najti: trovare, 296.nakazanie: pena, 209.namerenie, podgotovka: intenzione, 148.namordnik: museruola, 189.

340

Page 171: jacques rossi manuale del gulag - Memorial Italia-

otdely osobogo naznacˇenija Vcˇk: unità adestinazione speciale della Vck, 301.

otdycha punkt, Op, ozdorovitel’nyj punkt:centro di riposo, 71.

otkaz: rifiuto, 245.otkazcˇik: renitente, 242.otlucˇka: assenza, 32.otmetka: visto, 309.otosˇlyj vor, otosˇedsˇij: ladro ritirato da-gli affari, 162.

otpusk: congedo, 95.otricalovka: negatori, 191.ovosˇcˇi: ortaggi, 200.ovsjanka, ovsjanocˇka: avena, 34.Ozerlag: Ozerlag, 204.

paëk: razione, 231.pajka: razione di pane, 234.paket, etapnoe delo: plico, 218.palatka: tenda, 286.pan, pany: pan, 206.parasˇa: bugliolo, 43.parasˇenosec: portabugliolo, 220.parasˇjut: paracadute, 206parasˇjutist: paracadutista, 206.parikmachery: parrucchieri, 207.parilka: bagno a vapore, 35.pasport: passaporto, 207.patronaty: patronati, 208.Pavlik Morozov: Pavlik Morozov, 209.Pcˇk, Petrogradskaja cˇrezvycˇajnaja ko-missija pobor’be s kontrrevoljuciej i sabo-tazˇem: Commissione straordinaria diPietrogrado per la lotta contro la con-trorivoluzione e il sabotaggio, 89.

Pecˇora: Pecora, 209.pederast, piderast: pederasta, 209.pellagra: pellagra, 209.penitenciarnyj rezˇim: regime peniten-ziario, 239.

perdjacˇij par: vapore di scoreggia, 305.perebirat’ pecˇen’e: scegliere i biscotti,251.

perechodnoj ispravitel’no-trudovoj dom:casa di lavoro correzionale di trans-izione, 65.

peredacˇa: pacco, 205.pereklicˇka po formuljaram, poverka poformuljaram: appello su formulario,26.

perekomissovka: ricertificazione, 245.perekur: pausa sigaretta, 208.peremastyrka: supersimulazione, 283.perepiska: corrispondenza, 97.pereraschod rabocˇej sily: sperpero di for-za lavoro, 276.

pereryv v proizvodstve: interruzione dellaproduzione, 149.

Pereselencˇeskij otdel: Sezione colonizza-zione, 262.

peresidcˇik, sverchsrocˇnik: trattenuto,290.

peresledstvie, peresmotr: revisione, 244.perestukivanie: tiptologia, 287.peresyl’nyj punkt, perpunkt: centro ditransito, 72.

peresylka, peresyl’naja, peresyl’nyj lager’,tranzitnaja ili etapnaja tjur’ma: carceredi transito, 60.

perevod: trasferimento, 288.perevod: vaglia postale, 305.perevospitanie: rieducazione 245.Permskie lagerja, Permskij kompleks kolo-nij: campi di Perm’, 51.

Pertaminsk: Pertaminsk, 215.pervaja kategorija: prima categoria, 223.pervonacˇal’nyj rezˇim: regime iniziale,239.

pervych desjat’ let: primi dieci anni, 223.Pfl: Pfl, 215.pis’ma cˇitat’: leggere le lettere, 169.pjat’desjat devjataja: cinquantanove, 74.pjat’desjat vos’maja: cinquantotto, 75.pjatyj: quinto, 228Pkt, Pomesˇcˇenie kamernogo tipa: localeper la segregazione cellulare, 172.

pljus: più, 217.

343

okruzˇnoj ispravtruddom: casa di lavorocorrezionale di circoscrizione, 65.

Olp, otdel’nyj lagpunkt: Olp, 198.Olzˇir, osobye lagerja zˇën izmennikov ro-diny: Olzir, 198.

Omz, osvobozˇdënnyj iz mest zakljucˇeni-ja: Omz, 198.

on-zˇe: alias, 21.Ooe, Obsˇcˇestvenno-opasnyj element:Ooe, 198.

Op: Op, 198.oper: oper, 198.Operativno-cˇekistskoe otdelenie, Operot-delenie: Servizio operativo cekista,258.

Operativno-cˇekistskoe upravlenie, Opercˇe-kistskoe upravlenie: Direzione operativacekista,114.

operativnyj upolnomocˇennyj, operupolno-mocˇennyj, oper: plenipotenziariooperativo, 217.

Opercˇast’, opercˇekistskaja cˇast’, tret’jacˇast’: Settore operativo cekista, 259.

Opercˇekistskij otdel, Ocˇo, Operativno-cˇekistskij otdel, Operotdel, Tretij otdel:Sezione operativa cekista, 263.

opravka: latrine, 163.order na arest: mandato d’arresto, 179.organy: organi, 200.orlovskij central: Orël, 199.oruzˇ’e: armi, 26.osˇibat’sja: sbagliarsi, 251.Osnaz: Osnaz, 200.osnovnaja mera nakazanija: pena princi-pale, 212.

osnovnaja mera social’noj zasˇcˇity: mi-sura principale di difesa sociale, 185.

osnovy ugolovnogo zakonodatel’stva Sssr isojuznych respublik: fondamenti di di-ritto penale dell’Urss e delle repubbli-che federate, 128.

Oso, Osoboe sovesˇcˇanie: Oso, 201.osobaja dvojka: dvojka speciale, 118.

osobist: osobist, 202.osobo opasnyj recidivist, Oor: recidivoparticolarmente pericoloso, 237.

osobo rezˇimnaja tjur’ma: carcere a regi-me speciale, 59.

osoboe postanovlenie Ogpu: sentenza spe-ciale dell’Ogpu, 258.

osoboe rasporjazˇenie: disposizione spe-ciale, 115.

osobye cˇasti vojsk Gpu: unità specialidelle truppe del Gpu, 301.

osobye lagerja zˇën izmennikov rodiny:campi speciali permogli di traditorio-della patria, 54.

osobye trojki: trojki speciali, 296.osobye vojska Ogpu: truppe speciali del-l’Ogpu, 297.

osobye vooruzˇënnye otrjady Ck, osobyeotdely Vcˇk: reparti armati specialidella Ck, 242.

osobye vosstanovitel’nye i stroitel’nye la-gerja: campi speciali per la ricostru-zione, 54.

Osobyj otdel Vcˇk, Oo: Sezione specialedella Vck, 264.

osobyj rezˇim: regime speciale, 241.Ostasˇkov: Ostaskov, 203.ostatki prosˇlogo: residui del passato,243.

osuzˇdënnyj: condannato, 91.osvobozˇdenie: liberazione, 170.osvobozˇdenie ot raboty: esenzione dal la-voro, 122.

otboj: ritirata, 247.otdalënnye mesta zakljucˇenija, ispravite-l’no trudovye lagerja v otdalënnych rajo-nach Sssr: luoghi di reclusione lonta-ni, 174.

otdalënnye rajony Sibiri: regioni lontanedella Siberia, 241.

Otdel prinuditel’nych rabot Nkvd: Sezionelavori coercitivi dell’Nkvd, 263.

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Page 172: jacques rossi manuale del gulag - Memorial Italia-

prinuditel’naja kollektivizacija: colletti-vizzazione forzata, 81.

pripëk: acqua nel pane, 18.prisposoblenie k trudovomu obsˇcˇezˇitiju:adattamento alla comunità di lavoro,18.

procentovka: percentuale, 212.profilaktika: profilassi, 226.progulka: ora d’aria, 199.progulocˇnyj dvorik: cortiletto dell’orad’aria, 99.

proizvol: arbitrio, 26.prokuratura: procura, 224.prokuror: procuratore, 226.promot: sperpero, 276.promotcˇik: scialacquatore, 251.prompartija: Partito industriale, 207.propusk: lasciapassare, 162.prosˇcˇajte, bratcy!: addio fratelli!, 19.proverocˇno-fil’tracionnye lagerja: campidi verifica e filtraggio, 51.

prozˇarka: forno, 129.prozˇarsˇcˇik: addetto al forno, 18.psichiatricˇeskaja bol’nica obsˇcˇego tipa:ospedale psichiatrico di tipo ordina-rio, 203.

psichiatricˇeskaja bol’nica special’nogo ti-pa: ospedale psichiatrico di tipo spe-ciale, 203.

psichotjur’ma, specpsichbol’nica, SPB:carcere psichiatrico, 62.

Pugacˇëvka, Pugacˇëvskaja basˇnja: Puga-cëvka, 226.

putëvka: ordine di viaggio, 199.

r/s: r/s, 248.rabguzˇsila: forza lavoro da tiro, 129.rabocˇij den’: giornata lavorativa,134.rabota, trud: lavoro, 165.rabotjaga: sgobbone, 264.rabsila, r/s: forza lavoro, 129.raporticˇka: rapporto, 230.raschititel’: saccheggiatore, 249.

rasformirovanie kamery: ricomposizionedella cella, 245.

raskulacˇit’: dekulakizzare, 104.raskulacˇka, raskulacˇivanie: dekulakiz-zazione, 104.

rasporjaditel’nye komissii: commissioniassegnazione, 89.

raspred, raspredelitel’nyj punkt: centro dismistamento, 72.

raspredelitel’naja komissija, raspredko-missija: commissione smistamento,88.

rasprostranitel’ lozˇnych sluchov: propa-gatore di dicerie false, 226.

rasstrel: fucilazione, 129.rasstrel’naja tjur’ma, ispolnitel’naja tjur’-ma: carcere per l’esecuzione dellecondanne a morte, 62.

rasstrel’naja trojka: trojka delle fucilazio-ni, 296.

rasstrel’naja komissija: commissione fu-cilazioni, 88.

rasstrel’naja stat’ja: articolo capitale, 31.razgruzka mest zakljucˇenija: deconge-stionamento dei luoghi di reclusione,104.

razgruzocˇnye komissii: commissioni peril decongestionamento, 89.

razminnaja budka: sgabuzzino, 264.razrjad, kategorija: categoria, 67.razvod: adunata e invio al lavoro, 19.reabilitacija: riabilitazione, 244.Recˇlag: Reclag, 237.reformatorij: riformatorio, 246.rekordist: rekordist, 242.religioznik: religioso, 242.repressii: repressioni, 243.repressirovannyj: represso, 243.resˇenie: decisione, 104.Revoljucionnyj tribunal, revtribunal: tri-bunale rivoluzionario, .

Revoljucionnyj voennyj tribunal Vochr: tri-bunale rivoluzionario militare dellaVochr, 295.

345

pobeg: evasione, 123.pocˇtovyj jasˇcˇik, p/ja: casella postale,cp, 66.

pochabsˇcˇina: oscenità, 200.pod”ëm: sveglia, 283.podkulacˇnik: podkulacnik, 219.podmensˇcˇik: sostituto, 275.podpisat’: firmare, 128.podpiska: impegno scritto, 145.pokusˇenie na prestuplenie: reato tentato,237.

pol’skie oficery: ufficiali polacchi, 300.polevoj voenno-revoljucionnyj tribunal:tribunale militare rivoluzionario dicampo, 294.

poliavitaminoz: poliavitaminosi, 219.Politcˇast’: Settore politico, 260.Politicˇeskij krasnyj krest, Pkk: Croce ros-sa politica, 100.

politicˇeskij rezˇim: regime politico, 241.politicˇeskij zakljucˇënnyj, politzaklju-cˇënnyj,politik: detenutopolitico, 111.

politizoljator: isolatore politico, 150.politkatorzˇanin: forzato politico, 129.Politotdel: Sezione politica, 263.politpaëk, politicˇeskij paëk: razione poli-tica, 235.

Politupravlenie: Direzione politica, 114.politvospitatel’naja rabota: lavoro diistruzione politica, 166.

polnomocˇnyj predstavitel’ Vcˇk, Pp Vcˇk:rappresentante plenipotenziario del-la Vck, 231.

polovinka, vyjti na polovinke: uscire a me-tà della pena, 302.

polovye otnosˇenija: rapporti sessuali,230.

polovye prestuplenija: reati sessuali, 237.pol’skij vor: ladro polacco, 162.polucvetnoj: semicolorato, 257.polusvobodnyj rezˇim: regime di semili-bertà, 239.

pomilovka, pomilovanie: domanda digrazia, 116.

pomosˇcˇnik smerti: ausiliario dellamorte,33.

pomporezˇimu, pomosˇcˇnik nacˇal’nikapo rezˇimu, rezˇimnik, nacˇal’nik rezˇi-ma: responsabile del regime, 243.

ponjat’: capire, 55.poosˇcˇritel’nyj fond: fondo incentivi,128.

porazˇenec: disfattista, 115.porazˇenie politicˇeskich i otdel’nych grazˇ-danskich prav: decadenza dai diritti po-litici e da singoli diritti civili, 103.

poselenec, pereselenec: colono, 84.poselenie: insediamento, 148.postel’nye prinadlezˇnosti: corredo da let-to, 97.

posylka: pacco postale, 206.Pot’ma: Pot’ma, 221.poverka: appello, 25.povtornik: ripetente, 246.pozˇiznenno: a vita, 17.Pp Ogpu, polnomocˇnoe predstavitel’stvoOgpu: Pp Ogpu, 221.

pravila vnutrennego rasporjadka: regola-mento interno, 241.

pravil’no osuzˇdën: condannato giusta-mente, 92.

predel’sˇcˇik: limitatore, 172.predvaritel’noe zakljucˇenie pod strazˇu:carcerazione preventiva, 57.

predzonnik: recinzione, 237.preklonenie pered zapadom: servilismonei confronti dell’occidente, 258.

premvoznagrazˇdenie: premio di produ-zione, 221.

prestuplenija: reati, 236.pretenzii: lamentele, 162.priblatnënnyj: priblatnënnyj, 222.pridurok: imboscato, 145.prigotovit’sja: prepararsi, 222.prinudilovka, prinudraboty, prinuditel’nyjtrud: lavori coercitivi, 163.

prinuditel’noe lecˇenie: trattamento ob-bligatorio, 290.

344

Page 173: jacques rossi manuale del gulag - Memorial Italia-

smertnaja kamera: cella della morte, 69.smertnik: condannato a morte, 91.smertnost’: mortalità, 188.Smidticha: Smidticha, 269.smirilka, rubasˇka: camicia di forza, 47.sˇmon, sˇcˇupalka: perquisizione, 213.sˇmonal’noe pomesˇcˇenie: locale per leperquisizioni, 172.

sˇmonal’sˇik: perquisitore, 213.Snk Rsfsr, Sovet narodnych komissarovRsfsr: Snk della Rsfsr, 269.

sobacˇnik: canile, 54.social’noblizkij: socialmentevicino,269.socialisticˇeskaja zakonnost’: legalità so-cialista, 167.

social-izmennik: social-traditore, 269.soldatiki: soldatini, 269.Solikamlag: Solikamlag, 270.solovcˇanka: solovcanka, 270.Soloveckaja tjur’ma osobogo naznacˇenija:carcere a destinazione speciale delleSolovki, 58.

Solovki, Severnye ili Soloveckie lagerja oso-bogo naznacˇenija, Slon, Uslon, Skitl,Uslag, Ostrov: Solovki, 270.

son ukrepljaet nervy i ne trebuet pisˇcˇi: ilsonno fa bene ai nervi e inganna lafame, 275.

soobsˇcˇenie: comunicazione, 91.sostarit’sja: invecchiare, 149.sovetskaja vlast’: potere sovietico, 221.Sovetskij Sojuz: Unione Sovietica, 301.Spalernaja: Spalernaja, 276.Spassk: Spassk, 276.Spb: Spb, 276.Spcˇ, Sekretno-politicˇeskaja cˇast: Spc,276.

specbat, specbatal’on: battaglione specia-le, 40.

Specbjuro n. 1: Ufficio speciale n. 1, 300.speccˇast’: settore speciale, 261.specetap: convoglio speciale, 97.special’nost’: qualifica, 228.

Special’naja komissija bezopasnosti Po-litbjuro: Commissione speciale sicu-rezza del Politbjuro, 88.

special’nye lagerja, speclag, osobye lagerja,osoblag: campi speciali, 53.

speckollegija, special’naja sudebnaja kol-legija: collegio giudicante speciale,80.

speckomendatura: comando speciale, 86.speckontingent, s/k: contingente specia-le, 95.

speckonvoj: scorta speciale, 256.specmery: misure speciali, 185.specnarjad: ordine speciale, 199.specob”ekt: impianto speciale, 145.specotdel: sezione speciale, 263.specpaket: plico speciale, 218.specpereselenec, s/p: deportato speciale,107.

specpereselenie, specposelenie: deporta-zione speciale, 107.

specstroj: cantiere speciale, 55.specsud, special’nyj sud: tribunale specia-le, 295.

spectjur’ma, specizoljator: carcere specia-le, 63.

spectribunal, osobyj revoljucionnyj tribu-nal pri Vcˇk po bor’be so spekuljaciej,chisˇcˇnicˇestvom, zloupotreblenijamipo dolzˇnosti v chozjajstvennych i ra-spredelitel’nych organach: tribunale ri-voluzionario speciale presso la Vck,295.

spectrudposelenie, special’noe trudovoe po-selenie: insediamento speciale di lavo-ro, 148.

specukazanie, special’noe ukazanie: indi-cazione speciale, 146.

specupravlenie: direzione speciale, 114.specvyzov: convocazione speciale, 96.spekuljant: speculatore, 276.sˇpion: spia, 276.Spo, sekretno-politicˇeskij otdel: Spo, 277.

347

Revoljucionnyj voennyj zˇeleznodorozˇnyjtribunal: tribunale rivoluzionario mi-litare delle ferrovie, 295.

rezˇimnaja tjur’ma: carcere a regime, 58.rezˇimnye lagerja, osobo rezˇimnye lager-ja: campi a regime, 50.

rezˇimnyj: regime, 239.Rfi, rezkoe fizicˇeskoe istosˇcˇenie: Rfi,244.

roga: corna, 97.romanist: romanziere, 248.rota: compagnia, 89.rubilovka, rubka: mattanza, 182.ruki: mani, 180.Rur, rota usilënnogo rezˇima: Rur, 248.ryba: pesce, 215.

sabotazˇnik: sabotatore, 249.sachar: zucchero, 316.Sachtinskoe delo, Sachtinskij process: casodi Sachty, 67.

samolëty: aeroplani, 20.samooborona: autodifesa, 33.samookaraulivanie, samoochrana, vnu-trennjaja ochrana: servizio d’ordineinterno, 258.

samorub: autolesionista, 34.samoubijstvo: suicidio, 283.samoupravlenie: autogestione, 34.sancˇast’: settore sanitario, 260.Sano, Sanotdel: Sezione sanitaria, 263.sanobrabotka: trattamentosanitario,290.sˇarasˇka, sˇaraga, Okb, osoboe konstruk-torskoe bjuro: saraska, 250.

sˇcˇëlkanie: schiocco, 251.sed’maja stat’ja: articolo sette, 31.sejatel’paniki: seminatoredipanico,257.sekret, sekretka, sekretnyj post: posto diguardia segreto, 220.

sekretnaja tjur’ma: carcere segreto, 63.sekretnye lagerja: campi segreti, 53.sekretnyj sotrudnik, seksot: collaboratoresegreto, 79.

sektant: membro di una setta religiosa,182.

Seliger: Seliger, 257.sem’ vos’mych: sette/otto, 259.semidesjatnik: settanta, 259.sem’ja: famiglia, 126.sˇeptun: sussurratore, 283.Serpantinka, Serpantinnoe: Serpantinka,258.

sˇerst’: pelo, 209.sˇestnadcataja rota: sedicesima compa-gnia, 256.

Severo-Ural’skoe otdelenie Uslon Ogpu: Se-zione di lager degli Urali del nord del-l’Uslon dell’Ogpu, 262.

SevostlagOgpu: Sevostlagdell’Ogpu,261.Sevzˇeldorlag, Sevzˇeldorstroj: Sevzeldor-lag, 261.

sezon: stagione, 278.Sft, srednij fizicˇeskij trud: Sft, 264.Sibir’: Siberia, 264.Siblag: Siblag, 265.siblonka: siblonka, 265.sidet’: stare dentro, 279.sionist: sionista, 268.sˇizo, sˇtrafnoj izoljator: sizo, 268.sˇkala pitanija, sˇkala goloda: scala ali-mentare, 251.

Skitl, Solovecko-Kem’skij ispravitel’no-tru-dovoj lager’: Skitl, 268.

slabosilka, slabkomanda, slabosil’najakomanda: deboli, 103.

sledovatel’: inquirente, 147.sledstvennyj, podsledstvennyj: detenutoin attesa di giudizio, 111.

sledstvie: istruttoria, 151.sledvennaja tjur’ma: carcere giudiziario,60.

Slon: Slon, 269.slucˇajno soversˇivsˇij prestuplenie: mac-chiatosi casualmente di un reato,175.

smejat’sja: ridere, 245.Smersˇ: Smers, 269.

346

Page 174: jacques rossi manuale del gulag - Memorial Italia-

tjur’ma na obsˇcˇem rezˇime, na strogomrezˇime: carcere a regime ordinario,58.

tjur’ma Nkgb: carcere dell’Nkgb, 59.tjur’ma Nkvd: carcere dell’Nkvd, 58.tjur’ma osobogo naznacˇenija, Ton: carce-re a destinazione speciale, Ton, 58.

tjur’ma: carcere, 57.Tjuremnaja kollegija pri Nkju: Collegiodelle carceri presso l’Nkju, 79.

tjuremnaja tisˇina: silenzio carcerario,267.

Tjuremnoe upravlenie Gugb Nkvd Sssr: Di-rezione carceri del Gugb dell’Nkvddell’Urss, 113.

Tjuremnoe upravlenie Mvd Sssr: Direzio-ne carceri dell’Mvd dell’Urss, 114.

Tjuremnoe upravlenie Nkgb-Mgb Sssr: Di-rezione carceri dell’Nkgb-Mgb del-l’Urss, 114.

Tjuremnoe upravlenie Nkju Rsfsr, IV otdelNkju: Direzione carceri dell’Nkju del-la Rsfsr, IV sezione dell’Nkju, 114.

tjuremnoe zakljucˇenie, tjurzak: carcera-zione, 56.

Tobol’skj central: Tobol’sk, 287.Ton: Ton, 288.tovarisˇcˇ: compagno, 89.Tovcˇk: Tovck, 288.tramvaj: tram, 288.Transportnaja kollegija Verchovnogo sudaSssr: Collegio trasporti della Corte su-prema dell’Urss, 81.

Transportnyj otdel Vcˇk: Sezione traspor-ti della Vck, 264.

transportnye prokuratury: procure dei tra-sporti, 223.

trëchsotka: trecento, 291.trebovanie: rivendicazione, 247.trest: trust, 297.Tretij otdel: Terza sezione, 286.treugol’nik: triangolo, 292.tridcat’ devjataja: trentanove, 292.tridcat’ sed’moj: trentasette, 292.

tridcat’ vos’maja: trentotto, 292.tridcat’-pjatnik: trentacinque, 291.tri-devjat’: tre-nove, 291.trjum: stiva, 281.trockist: trockista, 296.trojka, spectrojka: trojka, 296.trudoarmeec: soldato del lavoro, 270.Trudovaja Armija, trudarmija, t/a: Arma-ta del lavoro, 26.

trudovaja povinnost’: servizio di lavoroobbligatorio, 258.

trudovoe sorevnovanie, trudsorevnovanie:emulazione del lavoro, 121.

trudposelenec: colono del lavoro, 84.trudposelenie, trudovoe poselenie: insedia-mento di lavoro, 148.

Ttt, tol’ko tjazˇëlyj trud: Ttt, 297.tufta: tufta, 298.tunejadec: parassita, 206.tunejadstvo: parassitismo, 206.tvërdo vstavsˇij na put’ ispravlenija: riso-lutamente incamminato sulla via del-la correzione, 247.

ubijcy: assassini, 32.ucˇebno-vospitatel’noe delo v mestachzakljucˇenija: opera di istruzione ededucazione nei luoghi di reclusione,198.

ucˇëtno-raspredelitel’noe bjuroUrb, Urb, :ufficio registrazione e smistamento,301.

ucˇëtno-raspredelitel’naja cˇast’, Urcˇ: set-tore registrazione e smistamento,260.

ucˇëtno-raspredelitel’nyj otdel, Uro: sezio-ne registrazione e smistamento, 263.

ucˇit’, naucˇit’: insegnare, 148.Ucˇk: Uck, 299.ucˇrezˇdenie: istituto, 151.Uchtpecˇlag, Ucht-pecˇorskie lagerja, Upl:Uchtpeclag, 299.

udalenie: allontanamento, 22.

349

spravka ob osvobozˇdenii, forma A: certi-ficato di liberazione, 73.

Spu, Sekretno-politicˇeskoe upravlenie go-sbezopasnosti: Spu, 277.

srok: durata, durata della pena, 117.ssylka: confino, 93.ssyl’noposelenec: colono-deportato, 84.ssyl’nyj: confinato, 92.sˇtab: stato maggiore, 280.stacionarnaja, otsidocˇnaja, srocˇnaja tju-r’ma: carcere esecutivo, 60.

Stalin: Stalin, 278.Starobel’sk: Starobel’sk, 279.starosta: starosta, 279.stat’ja, stat’ja ugolovnogo kodeksa: artico-lo, 31.

Steplag: Steplag, 280.stirki, stiry: carte da gioco, 64.sto pervyj, sto pervyj kilometr: centouno,71.

Stolypin, stolypinka: Stolypin, 281.Ston: Ston, 282.stopjatnica: centocinque, 71.sˇtrafbat, sˇtrafnoj batal’on: battaglionepunitivo, 40.

sˇtrafnaja pajka, sˇtrafnoj paëk: razionepunitiva, 236.

sˇtrafnye voinskie cˇasti: unità militaripunitive, 301.

strogaja izoljacija: isolamento rigido,150.

strogij rezˇim: regime severo, 241.strogorezˇimnye lagerja: campi a regimesevero, 50.

stukac: delatore, 106.subbotnik: sabato comunista, 249.Sucˇan: Sucan, 282.sucˇ’ja vojna: guerra delle cagne, 139.suchaja banja: bagno secco, 35.suchaja golodovka: sciopero della famesecco, 255.

Suchanovka,Suchanovo:Suchanovka,282.suchoj rasstrel: fucilazione secca, 130.

sud i sudoustrojstvo: tribunale e ordina-mento giudiziario, 292.

sudebnaja kollegija Ogpu: Collegio giudi-cante dell’Ogpu, 80.

sudebnoe razbiratel’svo: dibattimento,113.

sudebnoe zasedanie kollegii Vcˇk-Gpu-Og-pu: sessione giudicante del collegio diVck-Gpu-Ogpu, 259.

sudebno-nadzornaja kollegija Verchovno-go suda Sssr: collegio di controllo giu-risdizionale della Corte suprema del-l’Urss, 80.

sudimost’: precedenti penali, 221suka: cagna, 46.susˇilka: essiccatoio, 123.Suzdal’skij central: Suzdal’, 283.svidanie, svidanka: colloquio, 81.Svir’lag: Svir’lag, 283.svoboda: libertà, 171.Sycˇovka: Sycovka, 283.

t, bukva t: t, lettera t, 284.t/a: t/a, 284.tabak: tabacco, 284.tacˇka: carriola, 63.Taganka, Taganskaja tjur’ma: Taganka,284.

Tajsˇet: Tajset, 284.talon: buono pasto, 44.tëtka: zietta, 314.technicˇeski: tecnicamente, 285.telefon: telefono, 285.telegraf: telegrafo, 286.teljacˇij vagon: carro bestiame, 63.termometr: termometro, 286.Tft, tjazˇëlyj fizicˇeskij trud: Tft, 287.tjazˇeloves: peso massimo, 215.tjazˇkie prestuplenija: reati gravi, 237.tjur’ma Kgb: carcere del Kgb, 59.tjur’ma Mgb: carcere dell’Mgb, 59.tjur’ma Mvd: carcere dell’Mvd, 59.

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Page 175: jacques rossi manuale del gulag - Memorial Italia-

Vinnica: Vinnica, 309Visˇerlag: Viserlag, 309.viselica: forca, 128.Vjatlag, Vjatskie ispravitel’no-trudovye la-gerja: Vjatlag, 309.

Vjatskaja peresyl’naja tjur’ma, Kirovskajaperesyl’ka: Vjatka, 309.

Vkp(b),Vsesojuznaja kommunisticˇeskajapartija (bol’sˇevikov): Vkp(b), 309.

Vladimirskij central: Vladimir, 310.vlasovec: vlasoviano, 310.Vnus, vojska vnutrennej sluzˇby: Vnus,310.

vnutrennie vojska: truppe interne, 297.vnutrennjaja ochrana mest lisˇenija svo-body: guardia interna dei luoghi diprivazione della libertà, 138.

vnutrennjaja tjur’ma, vnutrjanka: carcereinterno, 60.

Vochr, Vnutrennjaja ochrana respubliki:Vochr, Guardia interna della repub-blica, 310.

Vochr, Voenizirovannaja ochrana mestzakljucˇenija: Vochr, Guardia milita-rizzata dei luoghi di reclusione, 311.

vodnaja kollegija Verchovnogo suda Sssr:collegio vie navigabili della Corte su-prema dell’Urss, 81.

vodno-transportnyj sud: tribunale compe-tenteinmateriaditrasporifluviali,292.

voennaja kollegija Verchovnogo suda Sssr:collegio militare della Corte supremadell’Urss, 80.

voennaja tjur’ma: carcere militare, 61.voenno-ispravitel’nye cˇasti: unità milita-ri correzionali, 301.

voenno-revoljucionnyj sud: Tribunale mi-litare rivoluzionario, 294.

voennyj tribunal vojsk Nkvd-Mvd Sssr: tri-bunale militare delle truppe del-l’Nkvd-Mvd dell’Urss, 294.

voennyj tribunal: tribunale militare, 293.voenoplennyj, v/p: prigioniero di guerra,223.

vojska Kgb Sssr: truppe del Kgb dell’Urss,296.

vojska Mgb Sssr: truppe dell’Mgb del-l’Urss, 297.

vojska Mvd Sssr: truppe dell’Mvd del-l’Urss, 297.

vojska Nkvd Sssr: truppe dell’Nkvd del-l’Urss, 297.

vokzal: stazione, 280.vol’nyj: libero, 171.Volgodon: Volgodon, 311.vol’naja ssylka: confino volontario, 94.vol’noposelenec, kolonizirovannyj: colonovolontario, 85.

volodja: volodja, 311.Vologda: Vologda, 311.vologodskij konvoj: scorta di Vologda,255.

voprosy est’?: domande?, 116.vor: ladro, 161.vorkutlag, Vorkutpecˇlag: Vorkutlag, 311.voron, cˇërnyj voron: corvo, 99.vorovat’, ukrast’: rubare, 248.vorovskojmir:mondodellamalavita,187.vorovskojzakon: leggedellamalavita,168.vospitanie: educazione, 120.vospitatel’: educatore, 120.Vospitatel’no-politicˇeskij otdel, Vpo: Se-zione istruzione politica, 263.

vozdejstvie: pressione, 222.Vpo, Voenizirovannaja pozˇarnaja ochra-na: Vpo, Corpo militarizzato dei vigi-li del fuoco, 312.

Vpo: Vpo, 312.vrag: nemico, 192.Vrangel’: Vrangel’, 312.vrazˇda: ostilità, 203.vreditel’,vreditel’stvo:danneggiatore,103.vrednost’: nocività, 194.vremenno zaderzˇannye, vremenno izoliro-vannye (na 10 ili 20 let): provvisoria-mente fermati o isolati (per 10 o 20anni), 226.

351

Udo: Udo, 299.uezdnaja Ck: Ceka di distretto, 68.Uglicˇ: Uglic, 300.ugolovka: carcere per delinquenti comu-ni, 61.

Ugolovno-processual’nyj kodeks, Upk: Co-dice di procedura penale, Upk, 77.

Ugolovnyj kodeks, UK: Codice penale,UK, 77.

Uitk Nkvd Sssr, Upravlenie ispravitel’no-trudovymi kolonijami Nkvd Sssr: Uitkdell’Nkvd dell’Urss, 300.

Uitu, Uitu Mvd Sssr, Upravlenie ispravite-l’no-trudovych ucˇrezˇdenij Mvd Sssr:Uitu, 300.

UK: UK, 300.ukaz: decreto, 104.ukaznik: ukaznik, 300.Ukgb, Upravlenie Kgb: Ukgb, 301.Ulag Mgb Sssr, Upravlenie lagerjami MgbSssr: Ulag dell’Mgb dell’Urss, 301.

Uumgb, Upravlenie Mgb: Umgb, 301.Umvd, Upravlenie Mvd: Umvd, 301.umysˇlenno, zlostno: premeditatamente,221.

universitet: università, 301.Unkgb, Upravlenie Nkgb: Unkgb, 301.Unkvd, Upravlenie Nkvd: Unkvd, 301.Unzˇlag: Unzlag, 302.Upfl, Upravlenie proverocˇno-fil’tra-zionnymi lagerjami: Upfl, 302.

UPK: UPK, 302.upolnomocˇennyj: plenipotenziario,217.

upravlenie: direzione, 113.urka: urka, 302.urok, na urok: compito, 90.usatyj: baffone, 35.usilënnyj rezˇim: regime rafforzato, 241.Uslag, Upravlenie Severnych lagerej: Us-lag, 303.

Uslon, Upravlenie Severnych lagerej osobo-go naznacˇenija: Uslon, 303.

uslovno-dosrocˇnoe osvobozˇdenie ot na-kazanija i zamena neotbytoj cˇasti na-kazanija bolee mjagkim, Udo: liberazio-ne condizionale anticipata e sostitu-zione della parte non scontata dellapena con una pena più mite, Udo,171.

uslovnoe osuzˇdenie i uslovno-dosrocˇnoeosvobozˇdenie: condanna condiziona-le e liberazione condizionale antici-pata, 91.

usmirenie kamery: sedare le rivolte nellecelle, 256.

Ust’-Vym’lag: Ust’-Vym’lag, 303.Ust’-Vymskij central: Ust’-Vym’, 303.Usvitlag, Upravlenie Severo-vostocˇnymiispravitel’no-trudovymi lagerjami Ogpu-Nkvd-Mvd: Usvitlag, 303.

uvolnenie ot dolzˇnosti: licenziamento,171.

vachta: posto di guardia, 220.vachtër: guardiano, 138.vagonka,vagonnajasistema:cuccette,101.valjutcˇik: trafficante di valuta, 288.Vanino: Vanino, 305.vasˇe nasˇe: vostro nostro!, 312.Vcˇk, Ck, Vserossijskaja CrezvycˇajnajaKomissija: Vck, 306.

vchodjasˇij, ne grusti, vychodjasˇij, ne ra-dujsja: entrando non ti affliggere,uscendo non gioire!, 121.

Velikaja cˇistka: Grande purga, 137.Verchneural’skij central: Verchneural’sk,308.

Verchovnyj sud Sssr, Verchovnye sudy so-juznych respublik: Corte suprema del-l’Urss, 99.

verit’: credere, 100.vesˇcˇblok: blocco vestiario, 42.vesˇcˇi: roba, 247.vesˇcˇkaptërka: magazzino vestiario,176.

vesˇcˇstol: ufficio vestiario, 300.

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Vridlo, vremenno ispolnjajusˇcˇij dolzˇno-st’ losˇadi: Vridlo, facente tempora-neamente funzione di cavallo, 312.

Vrk, Voenno-revoljucionnyj komitet: Vrk,313.

vsˇi, vsˇivost’: pidocchi, 213.Vso, Voenizirovannaja strel’kovaja ochra-na: Vso, 313.

Vtoraja cˇistka: seconda purga, 256.Vtoroj otdel: seconda sezione, 256.vtoroj vystrel: secondo sparo, 256.Vucˇk, Vseukrainskaja cˇrezvycˇajnajakomissija: Vuck, 313.

vyezdnajasessija: sessionefuori sede,258.vykolocˇennye pokazanija: deposizioniestorte, 110.

vysˇak, vyssˇaja mera nakazanija, smert-naja lazn’: pena capitale, 209.

vysylka: espulsione, 122.vyvod: uscita al lavoro, 302.

vyzˇit’ ljuboj cenoj: sopravvivere a ognicosto, 275.

vzvod ochrany, vzvod Vochr: plotone del-la guardia, 219.

za cˇto?: perché?, 212.za cˇto borolsja, na to i naporolsja!: quel-lo per cui hai lottato ti si è rivoltatocontro!, 228.

zabastovki: scioperi, 252.zabrosit’ kostocˇki na nary: ossa, 203.zacˇëty: computo delle giornate lavora-tive, sconto di pena, 90.

zacˇëty: sconto di pena, 255.zaderzˇat’: fermare, 127.zadok: strascico, 282.zagnut’sja: tirare le cuoia, 287.zagraditel’nye otrjady: reparti di sbarra-mento, 243.

zakljucˇënnyj: detenuto, 111.zakon: legge, 167.

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