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CRISTIANO SOCIALI NEWS - QUINDICINALE DEL MOVIMENTO DEI CRISTIANO-SOCIALI - Poste italiane spa - spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art.1, DCB - Roma “La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250”. Italia Solidarietà (segue a pag. 8) per un’Italia solidale L a chiusura traumatica della legislatura rilancia il dilemma della po- litica italiana: uscire dalla crisi che la sta estenuando oppure co- noscere una ulteriore involuzione. Lo scioglimento anticipato delle Ca- mere coglie il Paese in un momento particolarmente delicato. Blocca l’opera risanatrice e riformatrice avviata dal Governo Prodi, proprio mentre i problemi italiani sono resi più acuti dalle tensioni provenien- ti dal disordine globale e frena il forte impulso innovativo che la na- scita del Partito Democratico sta dando alla politica italiana. Il calcolo privato e il respiro breve di una parte rilevante della nostra politica hanno impedito perfino che alle elezioni del 13 aprile si po- tesse andare sanando la vergogna di una legge elettorale voluta pro- prio per impedire la riforma della politica. 20 febbraio 2008 Anno XIi - Numero 1 - 2 20 febbraio 2008 Anno XII - Numero 1 - 2 CITTADINI CRISTIANI PER UNA NUOVA RESPONSABILITÀ. LAICITÀ, BUONA POLITICA, RIFORMISMO SOLIDALE. SPECIALE DOCUMENTI Italia Solidarietà Laboratorio di formazione e di cultura politica per adesioni: www.cristianosociali.it www.mimmoluca.it fax 06 68300539
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Italia Solidarietà - CRISTIANO SOCIALICRISTIANO SOCIALI NEWS - QUINDICINALE DEL MOVIMENTO DEI CRISTIANO-SOCIALI - Poste italiane spa - spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004

Oct 03, 2020

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Italia Solidarietà

(segue a pag. 8)

per un’Italia solidale

L a chiusura traumatica della legislatura rilancia il dilemma della po-litica italiana: uscire dalla crisi che la sta estenuando oppure co-

noscere una ulteriore involuzione. Lo scioglimento anticipato delle Ca-mere coglie il Paese in un momento particolarmente delicato. Bloccal’opera risanatrice e riformatrice avviata dal Governo Prodi, propriomentre i problemi italiani sono resi più acuti dalle tensioni provenien-ti dal disordine globale e frena il forte impulso innovativo che la na-scita del Partito Democratico sta dando alla politica italiana. Il calcolo privato e il respiro breve di una parte rilevante della nostrapolitica hanno impedito perfino che alle elezioni del 13 aprile si po-tesse andare sanando la vergogna di una legge elettorale voluta pro-prio per impedire la riforma della politica.

20 febbraio 2008Anno XIi - Numero 1 - € 2 20 febbraio 2008Anno XII - Numero 1 - € 2

CITTADINI CRISTIANI PER UNA NUOVA RESPONSABILITÀ.LAICITÀ, BUONA POLITICA, RIFORMISMO SOLIDALE.

SPECIALEDOCUMENTI

ItaliaSolidarietà

Laboratoriodi formazione

e di cultura politica

per adesioni:www.cristianosociali.it

www.mimmoluca.itfax 06 68300539

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UN’ITALIA PIÙ LIBERA, PIÙ GIUSTA, PIÙ SOLIDALE

Le sorti di una seria riforma della politica edella società italiana restano legate alla ca-pacità di stabilire legami più forti con la so-cietà. Solo una rete di collegamenti più este-si, continui ed aperti può assicurare nuova-mente alla politica il flusso di idee, energie evalori che è indispensabile per arrestarne ildeperimento e consentirne la ripresa. Questa ricostruzione esige un forte riorienta-mento della cultura politica. Anche di quellasin qui espressa nella costruzione del Pd. È qui che va fatto valere, secondo noi, l’ap-porto di quel riformismo che ha le sue radicinella tradizione cristiano sociale, nel cattolice-simo democratico di matrice popolare, nel so-lidarismo che si esprime nel volontariato, nel-l’associazionismo di cittadinanza, nel sinda-cato, nelle comunità parrocchiali. Per questoavvertiamo l’urgenza di collegarci con tutti co-loro che condividono il valore di queste radicicristiane del riformismo. Centralità della que-stione sociale; scelte radicali di innovazione edi cambiamento nell’organizzazione dell’eco-nomia, della politica e della società, con unaforte attenzione alle loro dimensioni europeee internazionali. Questo riformismo è consa-pevole che non c’è pace senza sviluppo e nonc’è vero sviluppo se non orientato alla promo-zione umana e alla giustizia sociale. Valorizzare questa tradizione, impedire cheessa si isterilisca e si riduca a strumento cor-

rentizio, vuol dire oggi alimentarla ed ani-marla con un impulso culturale di ampio re-spiro. A questo mirano il nostro impegno e lanostra proposta. In questa direzione, riteniamo necessario la-vorare su tre assi tematici: la laicità, come cri-terio fondante e metodo permanente della de-mocrazia politica; la buona politica, comeorizzonte di senso di una riforma capace diridare credibilità alla democrazia; il riformi-smo solidale, alimentato dai valori irrinun-ciabili dell’equità e della solidarietà.

ITALIA LAICITÀ DEMOCRATICA

La laicità democratica va ripensata come lacondizione di un dialogo costante, orienta-to alla convivenza civile e al bene comune.Una tale laicità deve continuare a garantirela Repubblica da ogni forma di integralismoreligioso, ideologico ed economico, ma de-ve anche stabilire forme e regole per il rico-noscimento e il dialogo tra tutte le culture –religiose o secolari – che scelgano di muo-versi nello spazio pubblico per il bene dellacomunità. Tra laicità democratica e libertà religiosa vie-ne così a formarsi un rapporto di reciproci-tà. Le diverse fedi religiose accettano e pra-ticano, nello spazio pubblico, il principio eil metodo della laicità democratica; la Re-pubblica riconosce e promuove la loro libertàdi esprimersi, valorizzando il loro contribu-

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to alla qualità dello sviluppo umano e dellasocietà civile. Le prove che hanno segnato gli ultimi anni,riproponendo talvolta in modo esasperato ilconflitto tra valori religiosi e autonomia dellapolitica, ci spingono a ritenere necessario unrinnovato confronto tra credenti e non cre-denti per la costruzione di un’etica civile con-divisa. Anche il Partito Democratico può di-ventare un laboratorio avanzato di questoconfronto. Una laicità rinnovata esige la ricerca di unamediazione etica e antropologica, in gradodi comunicare il legame tra i valori che la po-litica afferma e la sua capacità di promuove-re autenticamente la persona umana. È lo sti-le che ha animato i nostri Costituenti e che haconsentito di mettere a fondamento della Car-ta una sintesi condivisa. Una sintesi permea-ta dai valori del personalismo e del solidari-smo cristiano ben più di quanto sarebbe sta-to possibile praticando una prova di forza at-torno a “verità” contrapposte. Nasce da questa consapevolezza la nostrachiara assunzione di responsabilità in quan-to cittadini cristiani. Essere laici democraticivuol dire riconoscere alla Chiesa il diritto-do-vere di proporre alla società i criteri etici de-sunti dal Vangelo e contrastare il ripresentar-si di forme di laicismo ideologico e di anti-clericalismo. Ci impegniamo ad operare perché quei cri-teri etici trovino ampia accoglienza nella vi-ta civile ed ad utilizzare, a questo fine, tuttele risorse del confronto pubblico e della dia-

lettica democratica. E proprio per questo rap-presentiamo, nel contempo, le ragioni del-l’autonomia della politica e di quanti in essaoperano nella ricerca delle “cose buone o ri-ducibili al bene”: in un contesto democraticoquesta ricerca richiede sempre la mediazio-ne e la sintesi tra diversi punti di vista.

BUONA POLITICA

Per essere “buona” la politica deve ritrova-re il suo senso, ridefinire i suoi fini e ripen-sare le sue forme. Il tempo che viviamo nonconsente politiche di corto respiro. È buonauna politica che torna ad investire sulla pro-pria moralità e quindi promuove un’eticapubblica condivisa e vigila sulla coerenzatra mezzi e fini. Questa politica contrasta ogni appropria-zione privata delle istituzioni ed ogni formadi corruzione; promuove la partecipazionedei cittadini; assume la cultura della re-sponsabilità, della legalità e delle regole; faseriamente i conti con lo scandalo dei suoicosti; investe nella formazione di una classedirigente rinnovata; supera gli inaccettabilisquilibri di genere nella rappresentanza enelle istituzioni del paese. Sono dunque ne-cessarie riforme che assicurino alle istituzio-ni le condizioni di certezza e di efficacia nel-l’esercizio del potere politico e nel controllodemocratico su di esso. È necessaria, altre-sì, una radicale e profonda modifica del co-stume civile; un vero riorientamento cultura-le che scardini la falsa scala di valori cheidentifica il bene con il successo; che sosti-tuisce le ideologie decadute con le nuove ido-latrie del consumo intensivo; che alimentauna crescente indisponibilità a temperare leesigenze individuali con quelle degli altri econ il bene comune. Qui davvero si impone una sinergia ineditadi quanti, con motivazioni religiose o sem-plicemente in nome della comune umanità,siano preoccupati di una simile prospettivae intendano correggerla attivando un gran-de processo formativo che rivaluti in ognicampo le prospettive di una società giusta edavvero solidale nei valori, nelle istituzionie nelle prassi di vita.

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RIFORMISMO SOLIDALE

La proposta del riformismo solidale contrastal’affermazione di quanti ritengono che la “mo-dernità” possa fare a meno dello sviluppoumano, dell’equità e della coesione sociale o,nella migliore delle ipotesi, li considera comericadute, eventuali, dei meccanismi automa-tici del liberismo economico. Non intendiamo estraniarci dalla modernità:essa è il tempo in cui siamo chiamati a vive-re e a portare il nostro contributo. Crediamo nell’innovazione: riconosciamo lestraordinarie opportunità che la globalizza-zione e le trasformazioni della nostra epocaoffrono al genere umano, ma agiamo perchétutti e tutte possano fruirne. Questo vuol direcontrastare con determinazione le distorsionie le ingiustizie di un capitalismo globale im-perniato sul liberismo, che pretende di mer-catizzare tutto, compresa la vita e i beni es-senziali naturali come l’acqua. L’idea-forza della solidarietà qualifica in mo-do essenziale la nostra idea di giustizia. Lagiustizia supera la dimensione individuale enon può fare a meno della solidarietà. Insie-me, giustizia e solidarietà stanno nelle radicipiù autentiche e profonde della sinistra, delcristianesimo sociale, di tanta parte del cat-tolicesimo democratico. La nostra iniziativa culturale vuole fare uscirequeste idee-forza dalla marginalità in cui ilneoliberismo pretende di relegarle e vuole ri-lanciarle alla luce dei cambiamenti sociali.Nessun processo di innovazione può affer-marsi a danno dei diritti delle persone, dellefamiglie, dello spirito pubblico, del bene co-mune. Altrimenti l’uguaglianza delle opportu-nità diventa puramente formale. Non può es-serci società giusta senza una consapevole as-sunzione di responsabilità da parte dei citta-dini e delle comunità. La strategia dei diritti,da sola, fa spesso parti uguali tra disuguali.L’azione solidale, per noi, è il complementonecessario delle politiche familiari, delle stra-tegie di pari opportunità e di equità. Il riformismo solidale deve misurarsi oggi conle sfide del tempo dell’incertezza: il lavoroflessibile, esigenza della società della cono-scenza, diventa precarietà senza diritti e spe-

gne la fiducia dei giovani nel futuro; l’econo-mia pretende di piegare tutto alla sua logica;torna la guerra come sanguinoso leit-motivdella nostra vita quotidiana; il terrorismo in-ternazionale può colpirci in ogni momento.Fino ad una questione ambientale che si ri-vela in tutta la sua urgenza e la sua gravità. Una buona politica deve avere il coraggio diguardare in faccia queste sfide. E per affron-tarle deve darsi un obiettivo irrinunciabile: di-ventare europea ed assumere un orizzonteglobale. Solo così potrà costruire un realeequilibrio multipolare e un sistema di gover-no europeo e mondiale fondati sulla pace, lademocrazia, la cooperazione tra i popoli. So-lo così potrà offrire speranza, valori e futurodignitoso ai giovani e alle giovani e potrà tor-nare ad appassionarli. Per queste ragioni noiproponiamo una politica di sviluppo che fadella conoscenza e dell’innovazione il suo vet-tore portante e che contrasta la precarietà el’insicurezza sociale. Proponiamo un welfareche sia insieme solidale e di sviluppo; che se-gni il passaggio da politiche risarcitorie a po-litiche attive, preveda forti politiche pubblichema abbia il suo baricentro nelle dimensionilocali e comunitarie, promuova il volontaria-to e la cittadinanza attiva e investa sulle di-mensioni sociali dell’economia di welfare. Pensiamo ad un Piano sociale nazionale chepunti a far interagire i diversi ambiti: politi-che attive del lavoro; investimento su scuola,università e ricerca; politiche della famiglia;riqualificazione del welfare; lotta alla pover-

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tà, rinascita del Mezzogiorno; politica del-l’immigrazione orientata all’integrazione e al-l’inclusione nella cittadinanza.

LA SFIDA CULTURALE

Il progetto che proponiamo vuole avere, in-sieme, un respiro culturale e una forte atten-zione formativa. La cultura della buona poli-tica deve oggi farsi strada nel rumore assor-dante della società dell’intrattenimento multi-mediale: non basta elaborare buoni conte-nuti; ancora più urgente è il renderli consa-pevolmente condivisi. Per questo proponiamodi attraversare i tre assi individuati – laicitàdemocratica, buona politica e riformismo so-lidale – con un progetto formativo scandito incinque diverse direttrici: la storia, la demo-crazia, la solidarietà, la pace, il lavoro.

Formare alla storia, vuol dire guidare alla co-noscenza dei fatti e del loro significato, sen-za vuoti di memoria o forzature finalizzate adisegni precostituiti. La creazione di un amal-gama politico utile al paese non cancella leprovenienze e le ispirazioni di riferimento.Non ricordarle è dannoso, metterle in comu-ne è fecondo. Come cittadini cristiani, siamosollecitati a riproporre con animo critico la vi-cenda della partecipazione civile dei cattoli-ci in Italia nelle sue continuità ma anche nel-le sue cesure e nei suoi travagli; ci sembra im-

portante approfondire l’evolversi delle stessadottrina sociale della Chiesa, da un atteg-giamento di condanna delle antiche “moder-nità” ad una comprensione dei “segni dei tem-pi” nel Concilio Vaticano II. E intendiamo sot-tolineare che il ruolo pubblico dei cattolici piùche nel passaggio dall’opposizione al gover-no si è manifestato nella evoluzione dal lun-go contrasto alla democrazia fino al suo ri-conoscimento come bene da costruire e dacustodire. Parte essenziale di questa formazione e sno-do indispensabile verso il tema successivo,è una forte attenzione alla Costituzione chepredisponga le coscienze alla democrazianon in astratto, ma nel concreto della vicen-da italiana. Tanto più nel momento in cui vie-ne messa in dubbio la validità della Costitu-zione come piattaforma di principi e valorinella quale può riconoscersi tutto il popoloitaliano. Di fronte ad inedite sfide, è compito dei ri-formisti puntare ad un’etica pubblica condi-visa, che abbia nella Carta i suoi fondamenti.Un’etica capace di promuovere concreta-mente, nel Paese, un tessuto di convivenzaautenticamente civile, di legalità, di giustiziasociale.

Formare alla democrazia, in un tempo chela vede in crescente difficoltà di fronte allenuove sfide, vuol dire anzitutto riaffermarlanon solo nelle sue dimensioni di rappresen-tanza politica e di governo istituzionale maanche come assunzione dei principi di re-sponsabilità e di sussidiarietà orientati al be-ne comune e fortemente innervati in strategiedi partecipazione, inclusione, solidarietà, au-togoverno. Questa formazione non può essere solo teo-rica; deve misurarsi concretamente con l’in-novazione di strategie, metodi e strumenti cheè oggi necessaria per affermare nuove pos-sibilità di sintesi fra decisione e rappresen-tanza, tra governo istituzionale e responsa-bilità di cittadinanza.

Formare alla solidarietà è una specificazio-ne qualificante della direttrice precedente. As-sumere il compito di una riforma della de-mocrazia per una buona politica, vuol direoggi fare i conti, in modo insieme convinto ed

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equilibrato, con il principio di sussidiarietà.Vuol dire prendere atto dell’urgenza di colle-gare in modo corretto forme civili e forme po-litiche di solidarietà proprio per ridare allapolitica la sua ispirazione etica, la sua capa-cità di rappresentare e incarnare non solo in-teressi ma i valori condivisi ed esperienze dialta qualità civile.

Formare alla pace significa assumerne il va-lore come “destino dell’uomo” e quindi co-me rifiuto radicale ed assoluto di ogni vio-lenza sulla dignità e sulla vita umana in ogniluogo e in ogni momento. È questo, per noi,il terreno sul quale chiamare a confrontoquanti con buona volontà vogliano concor-rere ad un’azione comune di promozioneumana. La sfida è importante, sia per passare dal-le guerre preventive alla prevenzione deiconflitti sia per contrastare ogni visione ri-duttiva del diritto alla vita. Può essere inol-tre questo il campo per realizzare un dise-gno di riconversione planetaria in cui il dis-armo sia la premessa e la risorsa di un au-tentico sviluppo.

Formare al lavoro significa assumere l’attivi-tà umana come un fondamento centrale del-la dignità della persona e della cittadinanzae come diritto proclamato ma non garantito;e quindi come compito di ricerca della co-munità perché esso diventi esigibile nella piùlarga misura e qualità. Nella cultura della Repubblica, prima anco-

ra che nell’azione politica, devono diventarecentrali l’impegno per la sicurezza e la sta-bilità del lavoro, l’obiettivo di accrescere leopportunità di occupazione per i giovani eper le donne e di garantire una retribuzioneequa e dignitosa. Una politica attiva del lavoro deve assicura-re un forte investimento nel capitale umanoche riqualifichi il sistema educativo e garan-tisca la formazione continua; deve estenderei diritti e le protezioni sociali ai lavori non tu-telati con un nuovo sistema di ammortizzato-ri sociali; deve conciliare in modo efficacetempi di lavoro, vita familiare e attività di cu-ra, promuovendo il benessere delle famiglie,a partire da quelle numerose.

UN LABORATORIOCULTURALE E FORMATIVO

Per tutte le ragioni che abbiamo indicato,proponiamo la realizzazione di un Labora-torio di formazione e di cultura politica, de-nominato “Italia solidarietà”, come primoluogo e strumento di questo vasto ed impe-gnativo progetto. Elaborare e condividere una nuova cultura po-litica con chiara impronta riformista e solida-le, favorire la circolazione delle idee nel Pd,nel sindacato, nell’associazionismo e nel pae-se, evitando l’irrigidirsi del confronto dentrovecchie logiche correntizie, formare una nuo-va classe dirigente diffusa: sono questi gli obiet-tivi-chiave cui il Laboratorio intende contribui-re. Lo concepiamo come un’iniziativa aperta eplurale, autonoma dai partiti, con un suo co-ordinamento nazionale ma saldamente radi-cata nei territori e nella loro specificità. E cisembra importante promuoverla già in questafase elettorale per marcare la concreta possi-bilità di un diverso costume politico. Da questo inizio potranno scaturire in futuroulteriori sviluppi: un’associazione culturale confunzioni promozionali, una fondazione, unavera scuola di formazione... In questa direzio-ne rivolgiamo un appello a tutti coloro che con-dividono l’ispirazione e i fini di questo proget-to perché si sentano parte di questa impresa econtribuiscano a realizzarla e a gestirla.

Roma, 7 febbraio 2008

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MIMMO LUCÀDeputato Pd Coordinatore Cristiano sociali

LUCIO BABOLINPresidente CNCA

EMANUELA BAIOSenatrice Pd

TARCISIO BARBOAmministratore locale Trieste

DORINA BIANCHIDeputato Pd

GIANNA BITTOGarante Nazionale Cs

NINO BOETIConsigliere regionale Piemonte

CECILIA BRIGHISindacalista Cisl

RENATA BROVEDANIPres.te Commissione Pariopportunità Friuli V.G.

PINA BRUSTOLINResponsabile naz.le Acli Colf

NICOLA CACACEEconomista

MASSIMO CAMPEDELLISociologo

RAFFAELE CANANZIAgire Politicamente

FRANCESCO CAROLEOAvvocato

GIOVANNI CARBONELLADeputato Pd

VALENTINO CASTELLANIDocente universitario

STEFANO CECCANTIDocente universitario

FRANCO CHIUSOLIEx senatore

SAMUELE CIAMBRIELLOGiornalista

GIOVANNI COLOMBOConsigliere comunale Milano

PAOLO CORSINISindaco di Brescia

GUIDO DE GUIDIEx senatore

CLAUDIO DELLA PORTAEsecutivo Cristiano sociali

RICCARDO DELLA ROCCAEsecutivo Cristiano sociali

LEOPOLDO DI GIROLAMODeputato Pd

CATERINA DOLCHERDifensore civico Friuli V.G.

COSIMO DURANTEAmministratore locale Lecce

LAUREDANA ERCOLANIMedico, Esecutivo Cs

VINCENZO FILARDODirettore ATAM Reggio Calabria

FRANCESCO FLORENZANOPresidente Unieda

ROMANO FORLEOMedico

EMILIO GABAGLIOEsecutivo Cristiano sociali

ANDREA GAMBAAmministratore locale Asti

DINO GASPARRIInsegnante

MARCO GRANELLIConsigliere comunale Milano

GERO GRASSIDeputato Pd

SILVIO LAIConsigliere regionale Sardegna

DONATA LENZIDeputato Pd

MARCELLA LUCIDISottosegretario Ministero dell’Interno

GIUSEPPE LUMIADeputato Pd

SERGIO MARELLIPresidente Ong italiane

SALVATORE MARGIOTTADeputato Pd

IGNAZIO MARINOSenatore Pd

GIOVANNI MIGLIETTAAmministratore locale Asti

RAFFAELE MORESEPresidente Confservizi

SALVATORE NOTARARIGOAmministratore locale Enna

GIULIA PAGLIAI FORLEOOperatrice sanitaria

FRANCO PASSUELLOEx Presidente Acli

GIANNI PENSABENEPres.te rete europea Economia sociale

MICHELE PETRAROIAConsigliere regionale Molise

GIANNINO PIANATeologo

CARLO PIGNOCCOSindacalista Cisl

FILIPPO PIZZOLATODocente universitario

ALDO PREDAEx senatore

LINO PRENNACoordinatore Agire Politicamente

GIANMARCO PROIETTIMovimento giovanile salesiano

FABIO PROTASONIEsecutivo Cristiano sociali

DOMENICO ROSATIGiornalista, ex Presidente Acli

MATTEO ROSSIPd Lombardia

VITTORIO SAMMARCODirettore Cristiano sociali news

GIOVANNI BATTISTA SGRITTADocente universitario

MARIO SICAAmbasciatore emerito

FERDINANDO SIRINGOPresidenza Movi

SERGIO SOAVEPresidente Pd Piemonte

CLAUDIO STANZANISindacalista Cisl

ALESSANDRO TESINIConsigliere regionale Friuli V. G.

FRANCESCO TOLOTTIDeputato Pd

GIORGIO TONINISenatore Pd

SOANA TORTORAPresidente consiglio nazionale Acli

FRANCESCO TRANIELLODocente universitario

GUALTIERO ZANOLINIComitato mondiale scoutismo

GIANCARLO ZIZOLAGiornalista

SERAFINO ZUCCHELLISottosegretario Ministero Salute

IPROMOTORI

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Così si è spinto oltre la soglia d’allarmequel clima di sfiducia che è oggi il malepiù grave della società italiana.Di fronte a questo scenario inquietante av-vertiamo, in quanto cittadini e da cristia-ni, l’esigenza di rinnovare una forte as-sunzione di responsabilità. Scegliamo di guardare oltre le angustiedel presente per cercare di immettere ra-gioni di speranza civile nella vita del pae-se: mettiamo in comune alcune “idee ri-costruttive” per contribuire a contrastarela tendenza della sfida elettorale a cri-stallizzare la ricerca e bloccare il con-fronto. Vogliamo contribuire a promuovere unanuova stagione di fecondità dell’ispira-zione cristiana, che per noi è un talentoda condividere nella vita pubblica e nel-

la società. Ci ac-comuna un’iden-tica passione po-litica per il benecomune e questoci spinge a noncoltivare un os-sessivo spirito diparte. In moltipartecipiamo al-l’impresa innova-trice del Pd matutti siamo con-vinti che essa nonbasterà, da sola,

a far uscire la politica dalla sua crisi.Siamo quindi sinceramente interessatiad ogni iniziativa che, dal sistema poli-tico e dalla società civile, intenda seria-mente impegnarsi in quest’opera rifor-matrice. Con questo spirito riproponiamo le valu-tazioni e le motivazioni del documentopresentato alla vigilia dell’Assemblea co-stituente del Pd1 che trovò l’adesione dimolte personalità del mondo della cultu-ra, della politica e delle formazioni sociali:ci sembra che esse conservino intatte laloro pertinenza e la loro attualità. Con una specificazione importante, pe-rò: indichiamo la ripresa di un impegnoeducativo e formativo come via obbli-gata per dare senso ad un’azione poli-tica che cerchi di guardare più alto e piùlontano. La sfida elettorale richiede la mobilita-zione di tutte le energie necessarie percreare le condizioni di una svolta mo-rale, culturale e politica nella vicendaitaliana. La campagna elettorale, quindi, deve giàessere l’occasione per avviare, a partiredalle realtà territoriali, un percorso che co-involga tutti i soggetti interessati e disponi-bili ad impegnarsi per fare un’Italia nuo-va, più libera, più giusta, più solidale.

1 Cristiani per il Partito democratico. Laicità, buonapolitica, riformismo solidale. Aprile 2007

CRISTIANO SOCIALI NEWS QUINDICINALE DEL MOVIMENTO DEI CRISTIANO SOCIALI

Sede Nazionale del MovimentoPiazza Adriana,5Tel. 06/68300537-38 Fax 06/68300539

Editore: Il Bianco e Il Rosso scarl editoreRedazione: Piazza Adriana, 5 - RomaDirettore Responsabile: Vittorio SammarcoDirettore Editoriale: Domenico LucàAutorizzazione: Tribunale di Roma, n. 00424-97 del 4/7/97Progetto grafico e impaginazione: Aesse ComunicazioneStampa: Ugo Quintily S.p.A. - Roma

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