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1 Interventi di Caritas Italiana in risposta ai cicloni Idai e Kenneth in Mozambico, Malawi e Zimbabwe Aggiornamento a settembre 2019 Contesto Il Ciclone Idai ha colpito il Mozambico, il Malawi e lo Zimbabwe il 14 marzo. Il ciclone Kenneth a fine aprile ha colpito le isole Comore e il nord del Mozambico. Per la prima volta nella storia recente del paese, due forti cicloni tropicali (Idai e Kenneth) hanno colpito il Mozambico nella stessa stagione. Il primo si è abbattuto sulla seconda città più popolosa del paese, Beira e continuando il suo tragitto verso l’interno, sulle province di Sofala, Zambezia, Manica e Inhambane. Il 24 aprile, il ciclone tropicale Kenneth è passato a nord delle Isole Comore, colpendo l'isola di Ngazidja per poi proseguire verso il Mozambico, in particolare nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del paese (diocesi di Pemba). Con raffiche di vento fino a 220 km/h, Kenneth è stato il ciclone più forte che si sia mai abbattuto sul continente africano. I cicloni hanno provocato piogge torrenziali e alluvioni per giorni colpendo circa 2,2 milioni di persone in un'area vastissima di 64 distretti in 6 province, 3000 Km2 di superficie alluvionata, danni ingenti alle coltivazioni, alle infrastrutture, alle fonti di approvvigionamento idrico, alle strutture scolastiche. Secondo le autorità mozambicane sono state 648 le vittime, 1700 i feriti, 430.000 gli sfollati (a luglio 2019 sono 75.000), 277.000 le abitazione danneggiate o distrutte. Solo il primo ciclone ha distrutto 715.000 ettari di coltivazioni con un danno stimato dalla Banca Mondiali di 258 milioni di euro. Precedentemente ai cicloni circa 815.000 persone erano già in condizioni di insicurezza alimentare al centro e al sud del paese. In Malawi, il conto finale dei deceduti è di 60 persone, mentre gli sfollati, inizialmente circa 90.000 in 15 distretti, a luglio 2019 sono tutti rientrati nelle aree di origine o reinsediati in altre zone. Tuttavia, circa 730.000 persone colpite dal ciclone necessitano ancora di assistenza alimentare e si attende un aumento a oltre 1 milione entro marzo 2020 a causa di previsioni negative sui raccolti e l’aumento dei prezzi. Nello Zimbabwe le persone colpite sono state circa 270.000 con più di 350 morti. Lo Zimbabwe è stato colpito gravemente dal ciclone Idai in sette distretti: Chipinge, Chimanimani, Buhera, Bikita, Mutare, Gutu e Chiredzi. La grande maggioranza delle persone colpite si trova nei distretti di Chipinge e Chimanimani. I danni infrastrutturali nella città di Chimanimani sono stati ingenti: circa il 95% delle strade e dei ponti risulta gravemente danneggiato e la città è rimasta isolata per settimane. In totale il ciclone ha provocato circa 51.000 sfollati di cui a luglio 2019 erano rientrati nelle aree di origine in 35.000 circa. I restanti 15.000 sono accolti in gran parte presso famiglie ospitanti e una parte presso centri di accoglienza. Permangono condizioni di grave insicurezza alimentare, di cui già precedentemente il paese soffriva, che le alluvioni hanno esacerbato. Secondo lo Zimbabwe Vulnerability Assessment Committee (ZimVac) circa il 25% della popolazione rurale è in situazione di crisi, quota che si stima possa salire al 40% entro i primi mesi del 2020. A Chimanimani il tasso di malnutrizione grave è dello 0,8%, mentre la quota di minori con problemi della crescita è del 35.3%
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Jan 24, 2020

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Interventi di Caritas Italiana in risposta ai cicloni Idai e Kenneth in Mozambico, Malawi e Zimbabwe

Aggiornamento a settembre 2019

Contesto Il Ciclone Idai ha colpito il Mozambico, il Malawi e lo Zimbabwe il 14 marzo. Il ciclone Kenneth a fine aprile ha colpito le isole Comore e il nord del Mozambico. Per la prima volta nella storia recente del paese, due forti cicloni tropicali (Idai e Kenneth) hanno colpito il Mozambico nella stessa stagione. Il primo si è abbattuto sulla seconda città più popolosa del paese, Beira e continuando il suo tragitto verso l’interno, sulle province di Sofala, Zambezia, Manica e Inhambane. Il 24 aprile, il ciclone tropicale Kenneth è passato a nord delle Isole Comore, colpendo l'isola di Ngazidja per poi proseguire verso il Mozambico, in particolare nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del paese (diocesi di Pemba). Con raffiche di vento fino a 220 km/h, Kenneth è stato il ciclone più forte che si sia mai abbattuto sul continente africano. I cicloni hanno provocato piogge torrenziali e alluvioni per giorni colpendo circa 2,2 milioni di persone in un'area vastissima di 64 distretti in 6 province, 3000 Km2 di superficie alluvionata, danni ingenti alle coltivazioni, alle infrastrutture, alle fonti di approvvigionamento idrico, alle strutture scolastiche. Secondo le autorità mozambicane sono state 648 le vittime, 1700 i feriti, 430.000 gli sfollati (a luglio 2019 sono 75.000), 277.000 le abitazione danneggiate o distrutte. Solo il primo ciclone ha distrutto 715.000 ettari di coltivazioni con un danno stimato dalla Banca Mondiali di 258 milioni di euro. Precedentemente ai cicloni circa 815.000 persone erano già in condizioni di insicurezza alimentare al centro e al sud del paese. In Malawi, il conto finale dei deceduti è di 60 persone, mentre gli sfollati, inizialmente circa 90.000 in 15 distretti, a luglio 2019 sono tutti rientrati nelle aree di origine o reinsediati in altre zone. Tuttavia, circa 730.000 persone colpite dal ciclone necessitano ancora di assistenza alimentare e si attende un aumento a oltre 1 milione entro marzo 2020 a causa di previsioni negative sui raccolti e l’aumento dei prezzi. Nello Zimbabwe le persone colpite sono state circa 270.000 con più di 350 morti. Lo Zimbabwe è stato colpito gravemente dal ciclone Idai in sette distretti: Chipinge, Chimanimani, Buhera, Bikita, Mutare, Gutu e Chiredzi. La grande maggioranza delle persone colpite si trova nei distretti di Chipinge e Chimanimani. I danni infrastrutturali nella città di Chimanimani sono stati ingenti: circa il 95% delle strade e dei ponti risulta gravemente danneggiato e la città è rimasta isolata per settimane. In totale il ciclone ha provocato circa 51.000 sfollati di cui a luglio 2019 erano rientrati nelle aree di origine in 35.000 circa. I restanti 15.000 sono accolti in gran parte presso famiglie ospitanti e una parte presso centri di accoglienza. Permangono condizioni di grave insicurezza alimentare, di cui già precedentemente il paese soffriva, che le alluvioni hanno esacerbato. Secondo lo Zimbabwe Vulnerability Assessment Committee (ZimVac) circa il 25% della popolazione rurale è in situazione di crisi, quota che si stima possa salire al 40% entro i primi mesi del 2020. A Chimanimani il tasso di malnutrizione grave è dello 0,8%, mentre la quota di minori con problemi della crescita è del 35.3%

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Interventi di Caritas Italiana in collaborazione con la rete Caritas internazionale e Chiesa locale

A seguito di uno stanziamento di un milione di euro dall’ 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana in favore delle popolazioni colpite dai cicloni e da offerte ricevute per l’emergenza, Caritas Italiana supporta interventi nei tre paesi promossi sia da Caritas locali che da altri attori ecclesiali. Di seguito una tabella riepilogativa e il dettaglio degli interventi in corso per paese.

Paese Partner in loco Settore di intervento Contributo di Caritas Italiana

Mozambico Caritas Mozambiçana Aiuto d’urgenza – Alloggi temporanei Ricostruzione, ripristino attività produttive, acqua e igiene

280.000

Mozambico CUAMM Medici con l’Africa Igiene e sanità 100.000 Mozambico Fondazione AVSI Aiuto d’urgenza – beni non alimentari -

Alloggi temporanei 100.000

Mozambico Arcidiocesi di Beira Riabilitazione di n. 4 scuole secondarie 320.000 Malawi CADECOM (Caritas Malawi) Aiuto d’urgenza – beni alimentari 30.000 Malawi Padri Monfortani Aiuto d’urgenza – beni alimentari –

ripristino attività produttive, riabilitazione

120.000

Zimbabwe Caritas Zimbabwe Aiuto d’urgenza, riabilitazione, ripristino attività produttive

150.000

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Mozambico Interventi in collaborazione con Caritas Mozambiçana All’indomani del ciclone Caritas Mozambiçana ha lanciato un piano di intervento di aiuti di urgenza della durata di tre mesi nelle province di Sofala (diocesi di Beria), Manica (diocesi di Chimoi), Zambezia (diocesi di Quelimane) a cui si è aggiunta la diocesi di Pemba in seguito al secondo ciclone. Gli interventi si sono conclusi a fine giugno raggiungendo 7.450 famiglie circa (oltre 40.000 persone) con kit igienico sanitari, alloggi temporanei, cibo, indumenti, utensili da cucina ed altri beni di prima necessità. Il costo totale è stato di oltre 1,7 milioni di euro includendo ingenti quantitativi di donazioni di beni da parte di altre agenzie umanitarie e raccolte effettuate nel paese che hanno aumentato in modo significativo l’entità degli interventi. Il programma si è adattato in base all’evolversi della situazione sul campo e ai bisogni che via via andavano definendosi nelle varie diocesi nonché alle risorse di varia tipologia che si sono aggiunte a quelle inizialmente preventivate. Come, nelle diocesi di Beira e Quelimane dove si è reso necessario aumentare la fornitura di attrezzi agricoli e sementi per consentire il ritorno delle comunità alle attività agricole così come maggiori risorse per coprire i bisogni di alloggio e strutture igienico-sanitarie come le latrine nei campi temporanei.

Inoltre, dal punto di vista della logistica si è reso necessario aumentare i costi di trasporto per raggiungere località remote e aprire centri di coordinamento in prossimità dei campi temporanei laddove gli uffici diocesani erano troppo lontani. In termini di impiego di risorse, le attività più importanti sono state la distribuzione di alloggi temporanei con la distribuzione di teloni, beni di prima necessità non alimentari (es. utensili da cucina e indumenti) e attività inerenti l’accesso all’acqua, la sanità e l’igiene come la fornitura di latrine e di kit-igienico sanitari.

Interventi in corso (luglio 2019 – giugno 2020) A luglio 2019 Caritas Mozambicana ha avviato un nuovo programma di 12 mesi, in continuità con il precedente che, oltre ad aiuti di urgenza laddove ancora necessario, contiene soprattutto supporto al ripristino delle attività produttive (agricoltura e allevamento), la riabilitazione e la ricostruzione di abitazioni a 1.000 famiglie, interventi di ripristino e riabilitazione di servizi per l’igiene e di strutture per l’approvvigionamento e la conservazione dell’acqua. Le aree di riferimento sono le diocesi di Beira, Quelimane, Chimoio e Pemba. Di seguito uno schema riepilogativo degli interventi realizzati, in corso e programmati nei tre macroambiti.

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Ambito marzo–maggio 2019 maggio–agosto 2019 sett.2019 – giugno 2020 Attività produttive: agricoltura, allevamento

distribuzione di sementi e attrezzi

- Orticoltura - Sistemi irrigui - Fornitura di animali - consulenza tecnica

- sementi e materiali per ripristino delle coltivazioni nella stagione agricole principale

- consulenza tecnica - gruppi di microcredito

Acqua e Igiene

distribuzione di kit igienico sanitari

- sistemi di approvvigionamento idrico e servizi per l’igiene comunitari (scuole, mercati…)

- campagne di sensibilizzazione -

- ricostruzione e riparazione latrine per le abitazioni

- campagne di sensibilizzazione

Alloggi Ripari di urgenza - riparazione e ricostruzione di 1000 abitazioni secondo un modello modulare che consenta ampliamenti incrementali successivi.

- riduzione del rischio: formazione e tecniche di costruzione

- costruzione e riparazione di abitazioni permanenti

In ogni diocesi saranno identificate le attività prioritarie in base ai bisogni e alle risorse del territorio con un approccio basato sulle comunità. Complessivamente il piano prevede di raggiungere 14.000 famiglie pari a circa 76.000 persone. Le comunità coinvolte dal programma sono le medesime assistite nella prima fase di aiuto d'urgenza in ordine a dare continuità e offrire un accompagnamento sino al ripristino delle condizioni prima del ciclone e possibilmente migliorarle.

Aree di intervento

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Ripristino attività produttive La strategia adottata da Caritas Mozambico è di diversificare le tipologie di intervento a seconda delle caratteristiche agro ecologiche e le specifiche esigenze in ciascuna diocesi. L’obiettivo è di raggiungere 13.500 famiglie con un aiuto alla ripresa delle coltivazioni. A Capo Delgado e parte di Sofola all’agricoltura è possibile aggiungere una componete di sostegno alla pesca data la preminenza di questa attività in quest’area. Nelle zone di pianura dell'area centrale del paese durante i mesi invernali (Giugno-Settembre) sono forniti semi e strumenti per l'orticoltura, sia attraverso l'acquisto sul mercato sia tramite distribuzione diretta. Ciò è accompagnato da un sostegno tecnico e da interventi per l'irrigazione con la fornitura di annaffiatoi e pompe a pedali. Nelle zone collinari si lavora con piccoli agricoltori sulla coltivazione dei semi di cassava. In alcune diocesi si fornisce anche pollame per allevamento alle famiglie che hanno perduto ogni fonte di sostentamento. Dove possibile il progetto utlizza strumenti quali i voucher (elettronici o cartacei) e liste di controllo per consentire alle famiglie di scegliere i loro pacchetti di semi preferiti. Il progetto mira anche ad avviare 2-3 piantagioni dimostrative di orticoltura e vivai. Inoltre si forniscono sementi per la campagna agricola principale per il ripristino delle condizioni di sicurezza alimentare precedenti ai cicloni e migliorarle se possibile. Sono promosse fiere dei semi, che privilegiano l'inclusione dei piccoli produttori di sementi nei distretti di Luabo e Chinde in Zambézia. L'accompagnamento tecnico fornito potrà includere anche pratiche di conservazione dell'acqua, pacciamatura, compostaggio, rotazione del raccolto. Inoltre, in una seconda fase, sono promossi tra gli agricoltori gruppi di risparmio e prestito comunitari autogestiti (SILC) per favorire l'acquisto di cibo, semi, materiali l'avvio di sistemi di irrigazione municipali utilizzati per l'orticoltura. La filosofia di base dei SILC è che i risparmi del gruppo vengano utilizzati all'interno del gruppo stesso suscitando una maggiore motivazione al buon fine dei prestiti. I gruppi sono autogestiti e sostenibili, non necessitando di strutture di gestione rilevanti. I tassi di interesse sono determinati collettivamente dal gruppo stesso. Caritas fornirà una formazione ai membri per l'autogestione dei gruppi per favorire la loro prosecuzione anche oltre la conclusione del progetto. Acqua e igiene La strategia nella prima e seconda fase del programma si concentra sul miglioramento dell'approvvigionamento idrico e la costruzione di latrine a livello di strutture di comunità, la costruzione di latrine di migliore qualità per le famiglie e la diffusione di campagne informative su igiene e sanità. L'accompagnamento tecnico gioca un ruolo fondamentale per creare risorse nelle comunità in grado nel lungo termine di fornire supporto tecnico per pratiche di costruzione di latrine più sicure. Nella prima fase la realizzazione di latrine in strutture comunitarie utilizzando tecniche migliorate e coinvolgendo e formando lavoratori locali, crea le condizioni per l'utilizzo delle medesime tecniche per la realizzazione di latrine nelle abitazioni. Gli interventi includono la costruzione diretta di latrine in strutture comunitarie, come scuole e mercati, nelle abitazioni e il rafforzamento dei comitati di gestione comunitari. Le attività di approvvigionamento idrico includono la riabilitazione e la pulizia di punti d'acqua, la costruzione di cisterne, il monitoraggio regolare della qualità dell'acqua e la promozione della raccolta dell'acqua piovana nelle scuole e potenzialmente nelle famiglie. Infine le campagne informative sull'igiene e l'uso dell'acqua accompagnano la distribuzione dei kit igienico-sanitari. I materiali ed i messaggi chiave sono scelti in modo partecipato attraverso piccoli gruppi di discussione con i beneficiari. L'efficacia delle campagne è valutata tramite un monitoraggio, effettuato il mese successivo, sull'uso delle pratiche raccomandate. Successivamente, con l'avvio del piano di ricostruzione delle abitazioni, sono realizzate latrine a cupola in calcestruzzo (Dome Slab) alle famiglie. Questa tipologia, raccomandata dal governo, è facile da realizzare e trasportare ed è igienicamente adeguata ed utilizzata in molti contesti a rischio epidemie. Alloggi La Caritas adotta un approccio basato sulla comunità per adattare la ricostruzione alle effettive esigenze specifiche. Le famiglie beneficiarie sono coinvolte nell'identificazione dei luoghi dove ricostruire e nella progettazione. Inizialmente è utilizzato un modulo abitativo transitorio modulare predisposto per possibili ampliamenti futuri sino alla realizzazione di strutture permanenti. Il modulo prevede una casa tra i 18 e 24 mq (2 camere da letto per 5 persone) realizzata con tecniche di costruzione sicure (Build Back Safer) che possa rappresentare un modello per altre famiglie nella comunità. Le tecniche si basano su standard che

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consentano all'abitazione di resistere a forti venti e alluvioni impiegando materiali disponibili localmente. Oltre ai materiali, Caritas fornisce la formazione necessaria e punta a raggiungere 1.000 famiglie nelle quattro diocesi di Beira, Quelimane, Chimoio, Pemba.

Costo del programma

VOCE DI COSTO COSTO IN EURO % SUL TOTALE Sicurezza alimentare e nutrizione: voucher, input agricoli per autoproduzione, distribuzione cibo 375.000 17%

Ripristino attività produttive: orticultura, formazione, sistemi irrigui, microcredito, fornitura di animali 531.000 24%

Accesso all’acqua, sanità: costruzione di latrine, ripristino fonti d’acqua , campagne di sensibilizzazione, recupero acqua piovana

219.000 10%

Alloggi: ricostruzione e riparazione di abitazioni per 1000 famiglie 481.000 22%

Rafforzamento di capacità, formazione e sensibilizzazione su riduzione del rischio, advocacy 20.000 1%

Costi di logistica e attuazione del programma in loco* 590.000 27% TOTALE 2.216.000 100%

(*) Comprendono i costi nel paese di Caritas Mozambiçana, incluso il personale, per coordinamento, logistica, gestione, monitoraggio, comunicazione, valutazione dei bisogni, necessari all’attuazione degli interventi in loco

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Interventi in collaborazione con Fondazione AVSI Il progetto di 7 mesi punta a fornire assistenza alle persone sfollate ospitate a “Sao Pedro”, campo istituito il 4/4/2019 con il coordinamento di IOM (Organizzazione Internazionale Migrazioni) nei terreni della parrocchia “Sao Pedro Claver”, messi a disposizione dalla Diocesi di Beira. Con il contributo di Caritas Italiana sono in atto i seguenti interventi:

▪ garantire assistenza alle persone ospitate nel campo S. Pedro, attraverso la distribuzione di beni di prima necessità;

▪ incoraggiare la capacità di recupero delle persone ospitate nel campo S. Pedro, attraverso un supporto materiale e psico-sociale.

I beneficiari del programma sono 500 famiglie (circa 2.500 persone). La distribuzione di beni primari non alimentari include: taniche per l’acqua, detersivo per il bucato e saponi per l’igiene personale; compresse disinfettanti da cucini, pentole, tazze, utensili da cucina, lampade solari. Sono inoltre distribuiti 500 kit per ripari di urgenza per le famiglie del campo di San Pedro e delle comunità circostanti. Il kit è composto da: 2 teloni di plastica; 6 pali da legno; Corde; filo zincato, chiodi ed altri utensili. Per quanto riguarda il sostegno psico-sociale, l’intervento prevede: la creazione di CFS (Children Friendly Spaces), una campagna di sensibilizzazione sulle pratiche igienico sanitarie e rischio di malattie, supporto psico-sociale. Le persone colpite dal ciclone IDAI sono esposte a numerosi rischi in quanto potenzialmente vulnerabili in termini di protezione fisica e psico-sociale, in particolare per i bambini e le donne. Interventi in collaborazione con l’Arcidiocesi di Beira Numerose le scuole gestite dalla Chiesa per le quali la diocesi di Beira ha in programma la riparazione e il rafforzamento contro futuri alluvioni/cicloni. In particolare sono state identificate quattro scuole secondarie inagibili per le quali è stato chiesto un aiuto a Caritas Italiana per la loro riparazione. In totale sono 43 aule per circa 5000 studenti. Il costo è di 320.000 euro che Caritas Italiana si è impegnata a coprire per intero.

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Interventi in collaborazione con CUAMM Medici con l’Africa

Il CUAMM opera in Mozambico dal 1978 e dal 2003 è presente a Beira supportando l’Ospedale centrale, 6 centri per la salute e 8 consultori per la salute dei giovani e degli adolescenti. A seguito del ciclone, si è avviato un intervento d’urgenza con la distribuzione di beni alimentari, e materiali nel settore igienico-sanitario e medico-chirurgico d’urgenza come segue:

AIUTI FORNITI COSTO IN EURO % SUL TOTALE Kit alimentari (zucchero, olio, riso, farina) 35.200 35,2% Reti zanzariere 7.000 7,0% Farmaci 11.300 11,3% Fornitura di cloro per potabilizzazione dell'acqua 3.500 3,5% Materiale per la disinfezione (guanti, disinfettanti) 22.000 22,0% Materiale per l'attività clinica e la chirurgia di base 7.000 7,0% Attrezzature sanitarie (glucometri, termometri, ecc.) 14.000 14,0% TOTALE 100.000 100%

Zimbabwe Interventi in collaborazione con Caritas Zimbabwe L'obiettivo generale del progetto è di sostenere la popolazione colpita dal ciclone attraverso la fornitura di aiuti di urgenza e il supporto alla ricostruzione dei sistemi produttivi delle famiglie in sette distretti dello Zimbabwe (Chimanimani, Bikita, Chipinge, Gutu, Zaka, Buhera, e Chikomba). Questi distretti sono stati scelti perché tra i più colpiti e concordati nell’ambito del coordinamento con le altre organizzazioni presenti sul campo. Riguardo agli interventi di assistenza, essi consistono nella distribuzione di cibo, beni non alimentari di prima necessità e kit per l’igiene personale. Inoltre, sono in via di definizione schemi di cash-for-work da mettere in atto non appena le condizioni economiche generali dell’area lo consentiranno.

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Parallelamente, sono in programma attività di ripristino della fornitura idrica con la riparazione di infrastrutture danneggiate o distrutte, la ricostruzione di latrine, la promozione dell'igiene (soprattutto per quanto riguarda il controllo del colera) e la riabilitazione degli impianti per la fornitura di acqua corrente nelle scuole. Ci sono infine interventi per la ripresa delle attività agricole, attraverso la fornitura di semi, fertilizzanti e mangime per gli animali in particolare nel distretto di Chimanimani che risulta il maggiormente colpito, con circa il 63% delle coltivazioni di mais (alimento su cui si basa gran parte della dieta del paese) distrutte dal passaggio del ciclone. Caritas sta fornendo anche un sostegno alla ricostruzione di abitazioni secondo modelli standard nella diocesi di Harare.

VOCE DI COSTO COSTO IN EURO % SUL TOTALE Sicurezza alimentare e nutrizione 240.000 26% Alloggio e beni non alimentari 23.400 2% Ripristino attività agricole 57.000 6% Accesso all’acqua, sanità e kit igienico-sanitari 318.000 34% Costi di logistica e attuazione del programma in loco* 300.500 36% TOTALE 938.900 100%

(*) Comprendono i costi nel paese di Caritas Zimbabwe, incluso il personale, per coordinamento, logistica, gestione, monitoraggio, comunicazione, valutazione dei bisogni, necessari all’attuazione degli interventi in loco. Malawi Interventi in collaborazione con Caritas Malawi (CADECOM) A seguito del ciclone Idai, CADECOM, che nel febbraio 2019 aveva lanciato un programma di intervento a sostegno delle popolazioni colpite da insicurezza alimentare, ha rivisto il piano di intervento per portare assistenza anche alle popolazioni colpite dalle alluvioni. L’intervento di CADECOM si protrarrà fino a almeno ottobre 2019. Il piano ha un costo complessivo di circa 835.000 euro ed ha raggiunto oltre 130.000 nuclei familiari nei seguenti ambiti:

▪ fornitura di kit igienico sanitari con filtri e purificatori di acqua a 113.000 famiglie ▪ sostegno con la fornitura dei mezzi necessari alla coltivazione a 1.600 famiglie ▪ sostegno a 13.800 famiglie con la fornitura di cibo (farina di mais, legumi, usipa, soia, olio, zucchero

e sale) , beni non-alimentari (materassini, coperte ed altro) e materiale per alloggi temporanei (teloni);

▪ fornitura di integratori alimentari a 5.500 donne in gravidanza o in allattamento; ▪ Attività di formazione a 80 membri di gruppi locali di protezione civile in 5 distretti per accrescere le

capacità di risposta, prevenzione, adattamento alla variabilità climatica. A questi interventi si aggiunge un piano di ricostruzione e riparazione temporanea di 450 abitazioni danneggiate attualmente in corso.

▪ Costo

VOCE DI COSTO BUDGET IN EURO % SUL TOTALE

Sicurezza alimentare e nutrizione 117.000 14% Fornitura d’acqua, interventi sanitari e di promozione dell’igiene 116.000 14% Alloggi temporanei, ricollocazione sfollati e beni non alimentari 498.000 60% Costi di logistica e attuazione del programma in loco* 104.000 12% TOTALE 835.000 100%

(*) Comprendono i costi nel paese di CADECOM, incluso il personale, per logistica, coordinamento, gestione, monitoraggio, comunicazione, valutazione dei bisogni, necessari all’attuazione degli interventi in loco

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Interventi in collaborazione con i Padri Monfortani La missione dei Padri Monfortani si trova a Balaka, diocesi di Mangochi, in uno dei distretti colpiti dalle alluvioni. La missione è stata sin da subito luogo di accoglienza e aiuto per la popolazione colpita dalle alluvioni. L’intervento appoggiato da Caritas Italiana ha consentito di:

● allestire un punto di distribuzione di farina di mais e di materiale accessorio; ● garantire il supporto nutrizionale giornaliero ai bambini e ai ragazzi in età scolare, per un numero

complessivo di almeno 2.000 persone; ● assicurare un pasto quotidiano con il giusto apporto nutritivo per almeno 1500 nuclei familiari (circa

9.000 persone); ● supportare gli agricoltori nella semina per il prossimo raccolto e nella riparazione delle proprie

abitazioni, attraverso forme di supporto economico e utensili. Inoltre, a partire da luglio 2019, grazie ad un ulteriore contributo di Caritas Italiana proveniente da offerte, si è avviata una nuovo progetto per il sostegno all’agricoltura e all’allevamento per 100 ragazze e 80 ragazzi. Il progetto prevede un percorso formativo, unito alla fornitura dei mezzi necessari all’avvio delle attività migliorando le tecniche agricole e zootecniche e riducendo la vulnerabilità. Costo degli interventi nei diversi paesi Di seguito il dettaglio dei costi unitari dei principali interventi in atto che è possibile sostenere con un'offerta a Caritas Italiana.

VOCE DI COSTO COSTO PER UNITA’ Costruzione di una latrina Dome Slab 300 € Costruzione di una cisterna per l'acqua 700 € Trivellazione di un pozzo e manutenzione 5.000 € 1 tecnico agronomo per un mese 300 € Formatore/coordinatore gruppi SILC per un mese 300 € Sementi e materiali per una famiglia 40 € Sistema di irrigazione comunitario (costo per impianto) 700 € Materiali per riparazione della casa ad una famiglia 220 € Costruzione di un modulo abitativo transitorio 1.200 € Rimborso spese per un volontario per la distribuzione di beni per un giorno 7 € Riparazione di un'aula (compreso rifacimento del tetto) (costo medio) 7.400 € Kit per l’igiene personale 14 €