Illuminazione L’illuminazione è un settore tecnologico che ha via via acquistato un posto determinante dello stile di vita contemporaneo, andando ben oltre la semplice funzione di “fare luce”. Infatti, progettare sistemi di illuminazione efficiente significa dover rispondere anche a necessità di diverso tipo, come: • il comfort visivo • la percezione ottimale dei colori • la vivibilità degli spazi pubblici • la sicurezza stradale Senza dimenticare i livelli sempre crescenti di efficienza energetica che oggi caratterizzano gli apparecchi di illuminazione, permettendoci di avere ottime prestazioni con costi energetici ed economici molto bassi. Un consistente risparmio energetico nell’illuminazione si può ottenere in primis in ambito residenziale, a partire dalle proprie abitazioni. Sostituendo semplicemente le vecchie lampadine incandescenti con apparecchi più efficienti (ad esempio le fluorescenti compatte), è possibile risparmiare fin da subito il 75-80% di energia elettrica senza nulla perdere in termini di comfort e qualità della luce. L’illuminazione è una voce ancor più importante nelle bollette energetiche di negozi e uffici. Attraverso alcuni accorgimenti gestionali e con l’adozione di tecnologie consolidate e/o di ultima generazione (ad esempio lampad e fluorescenti tubolari e LED), si possono soddisfare le esigenze più disparate. In questi casi risulta spesso indispensabile un’accurata progettazione illuminotecnica, in grado di ottimizzare appieno gli aspetti quantitativi e qualitativi delle sorgenti luminose. Uno degli ambiti più interessanti e con i più elevati margini di risparmio è quello dell’ illuminazione pubblica. Per illuminare meglio spendendo meno, è necessario che ogni comune si faccia promotore per il proprio territorio di interventi mirati alla riduzione degli sprechi e al raggiungimento degli standard qualitativi previsti dalle norme. Nella sezione che abbiamo dedicato all’illuminazione pubblica, si trovano preziosi consigli e informazioni pratiche, nonché i riferimenti normativi regionali, indispensabili per poter agire su scala locale. Non mancano inoltre approfondimenti sulle migliori tecnologie disponibili sul mercato (lampade, strutture di sostegno, alimentatori) e un’interessante rassegna di casi esemplari. Ovviamente, le lampade sono gli elementi fondamentali di ogni sistema di illuminazione. Ne proponiamo un elenco completo ed esaustivo (dalle lampade a incandescenza fino ai LED), in cui vengono descritte tutte le caratteristiche tecniche delle principali tecnologie di illuminazione. La classificazione delle strade rispetto alle necessità di illuminazione e la pianificazione degli interventi Vai ai paragrafi: Criteri di classificazione delle strade pubbliche Il margine di manovra dei consumi Pianificazione degli interventi L'illuminazione di strade, autostrade e altri luoghi pubblici contribuisce al benessere collettivo da più punti di vista. Una buona illuminazione partecipa alla sicurezza di automobilisti, motocilisti, ciclisti e pedoni aumentando la visibilità dei percorsi così riducendo le possibilità di incidenti. Oltre ad assicurare una maggiore sicurezza negli spostamenti, permette di scongiurare atti di microcriminalità e contribuisce al senso di sicurezza e di benessere di ognuno. Infatti, nelle ore notturne è molto più gradevole passeggiare e soffermarsi nei luoghi che sono bene illuminati. Per questa stessa ragione molte aree coperte, come i centri commerciali, sono illuminati "a giorno". Tuttavia, in un ottica di risparmio energetico, ossia di risparmio di risorse sia ambientali che economiche, è indispensabile verificare se e quanto è necessario illuminare una determinata strada o un luogo pubblico. Infatti, non sono rari i casi di strade e piazzali illuminati pienamente per tutta la notte senza ragione (ad esempio, le strade che anticipano uno sviluppo urbanistico non realizzato o i piazzali di parcheggio vuoti nelle ore notturne). Criteri di classificazione delle strade pubbliche La classificazione delle strade – le cui regole sono definite dal nuovo Codice della strada (Dl. 285 del 30 aprile 1992), dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 6792 del 5 novembre 2001, e dalle norme UNI 10439 e EN
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Illuminazione
L’illuminazione è un settore tecnologico che ha via via acquistato un posto determinante dello stile di vita
contemporaneo, andando ben oltre la semplice funzione di “fare luce”. Infatti, progettare sistemi di illuminazione
efficiente significa dover rispondere anche a necessità di diverso tipo, come:
• il comfort visivo
• la percezione ottimale dei colori
• la vivibilità degli spazi pubblici
• la sicurezza stradale
Senza dimenticare i livelli sempre crescenti di efficienza energetica che oggi caratterizzano gli apparecchi di
illuminazione, permettendoci di avere ottime prestazioni con costi energetici ed economici molto bassi.
Un consistente risparmio energetico nell’illuminazione si può ottenere in primis in ambito residenziale, a partire dalle
proprie abitazioni. Sostituendo semplicemente le vecchie lampadine incandescenti con apparecchi più efficienti (ad
esempio le fluorescenti compatte), è possibile risparmiare fin da subito il 75-80% di energia elettrica senza nulla perdere
in termini di comfort e qualità della luce.
L’illuminazione è una voce ancor più importante nelle bollette energetiche di negozi e uffici. Attraverso alcuni
accorgimenti gestionali e con l’adozione di tecnologie consolidate e/o di ultima generazione (ad esempio lampade
fluorescenti tubolari e LED), si possono soddisfare le esigenze più disparate. In questi casi risulta spesso indispensabile
un’accurata progettazione illuminotecnica, in grado di ottimizzare appieno gli aspetti quantitativi e qualitativi delle
sorgenti luminose.
Uno degli ambiti più interessanti e con i più elevati margini di risparmio è quello dell’illuminazione pubblica. Per
illuminare meglio spendendo meno, è necessario che ogni comune si faccia promotore per il proprio territorio di interventi
mirati alla riduzione degli sprechi e al raggiungimento degli standard qualitativi previsti dalle norme. Nella sezione che
abbiamo dedicato all’illuminazione pubblica, si trovano preziosi consigli e informazioni pratiche, nonché i riferimenti
normativi regionali, indispensabili per poter agire su scala locale. Non mancano inoltre approfondimenti sulle migliori
tecnologie disponibili sul mercato (lampade, strutture di sostegno, alimentatori) e un’interessante rassegna di casi
esemplari.
Ovviamente, le lampade sono gli elementi fondamentali di ogni sistema di illuminazione. Ne proponiamo un elenco
completo ed esaustivo (dalle lampade a incandescenza fino ai LED), in cui vengono descritte tutte le caratteristiche
tecniche delle principali tecnologie di illuminazione.
La classificazione delle strade rispetto alle necessità di illuminazione e la pianificazione
degli interventi
Vai ai paragrafi:
Criteri di classificazione delle strade pubbliche
Il margine di manovra dei consumi
Pianificazione degli interventi
L'illuminazione di strade, autostrade e altri luoghi pubblici contribuisce al benessere collettivo da più punti di vista. Una
buona illuminazione partecipa alla sicurezza di automobilisti, motocilisti, ciclisti e pedoni aumentando la visibilità dei
percorsi così riducendo le possibilità di incidenti. Oltre ad assicurare una maggiore sicurezza negli spostamenti, permette
di scongiurare atti di microcriminalità e contribuisce al senso di sicurezza e di benessere di ognuno. Infatti, nelle ore
notturne è molto più gradevole passeggiare e soffermarsi nei luoghi che sono bene illuminati. Per questa stessa ragione
molte aree coperte, come i centri commerciali, sono illuminati "a giorno".
Tuttavia, in un ottica di risparmio energetico, ossia di risparmio di risorse sia ambientali che economiche, è
indispensabile verificare se e quanto è necessario illuminare una determinata strada o un luogo pubblico. Infatti, non
sono rari i casi di strade e piazzali illuminati pienamente per tutta la notte senza ragione (ad esempio, le strade che
anticipano uno sviluppo urbanistico non realizzato o i piazzali di parcheggio vuoti nelle ore notturne).
Criteri di classificazione delle strade pubbliche
La classificazione delle strade – le cui regole sono definite dal nuovo Codice della strada (Dl. 285 del 30 aprile 1992), dal
Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 6792 del 5 novembre 2001, e dalle norme UNI 10439 e EN
Per un approfondimento sui principali parametri tecnici delle lampade, consulta la pagina "Efficienza e qualità
dell'illuminazione" nel menu di destra.
Vantaggi
• Elevatissima efficienza luminosa
• Lunga durata
• Risparmio energetico
Svantaggi
• Nessuna resa cromatica
• Accensione lenta
Ambiti di utilizzo
Trovano applicazione in tutti i contesti in cui si deve puntare alla massima economicità in fase di esercizio e in cui non è
richiesta alcuna qualità alla luce emessa. Questo è il caso ad esempio di un certo tipo di illuminazione stradale
(parcheggi, gallerie, svincoli autostradali, ecc.) e industriale (depositi, magazzini, ecc.), mentre non trovano pressoché
alcuna applicazione nei settori del residenziale, del commerciale e del terziario.
Le lampade fluorescenti compatte (CFL) sono tra le più comuni tecnologie di illuminazione efficiente, diffuse soprattutto
in ambito domestico. Rispetto alle tradizionali lampadine a incandescenza, hanno un migliore efficienza luminosa e una
durata media dieci volte superiore (10.000 ore anziché 1.000). La possibilità di scegliere tra una vasta gamma di tonalità
di colore, permette di applicarle nei contesti più diversi.
Le fluorescenti compatte appartengono alla tecnologia delle lampade a scarica e rappresentano una versione in
miniatura delle fluorescenti tubolari, con cui condividono il medesimo principio di funzionamento. Ma diversamente dalle
fluorescenti tubolari, le fluorescenti compatte hanno dimensioni più contenute e sono formate da uno o più tubi corti e
ricurvi.
Il principio di funzionamento si basa sull’interazione tra il flusso di elettroni, provenienti dall’elettrodo, e gli atomi di
mercurio presenti all’interno della lampada. Gli atomi di mercurio, eccitati, emettono una radiazione ultravioletta che, a
contatto con il materiale fluorescente con cui è rivestita internamente la lampada, si trasforma in luce visibile.
Appartenendo alla categoria delle lampade a scarica, necessitano di un alimentatore. Le fluorescenti compatte che
utilizziamo nelle nostre case hanno comune un attacco a vite (E27 ed E14) e sono dotate di un alimentatore elettronico
incorporato al loro interno. Per questa ragione vengono definite anche “fluorescenti compatte integrate”.
Al contrario, nelle “fluorescenti compatte non integrate” l’alimentatore elettronico è all’esterno della lampada,
identicamente a quanto avviene con le fluorescenti tubolari. Il principale vantaggio è dato dalla possibilità di riutilizzare lo
stesso alimentatore al termine del ciclo di vita della lampada.
L’assenza dell’alimentatore integrato diminuisce il costo e il peso delle lampade, che risultano anche più facilmente
riciclabili. Inoltre, alcuni modelli di alimentatore sono in grado di regolare il flusso luminoso e consentono così un ulteriore
risparmio. Le fluorescenti compatte non integrate costituiscono un’alternativa alle fluorescenti tubolari e trovano le
medesime applicazioni: uffici, esercizi commerciali, terziario, ecc.
Caratteristiche tecniche
Efficienza luminosa: 70-90 lumen/watt
Vita media: 6.000–15.000 ore
Indice di resa cromatica: 80-90
Temperatura di colore: 2.700-6.000 K
Alimentazione: 3-25 W
Per un approfondimento sui principali parametri tecnici delle lampade, consulta la pagina "Efficienza e qualità
dell'illuminazione" nel menu di destra.
Per sostituire una lampada a incandescenza tradizionale da 100 W, è sufficiente una fluorescente compatta da 20-25 W.
Questo corrisponde, in termini energetici ed economici, ad un risparmio netto del 75-80%.
Normalmente il rapporto di equivalenza tra lampade fluorescenti e a incandescenza è indicato in 1 a 5 (cioè 20 W
fluorescenti vanno a sostituire una lampada a incandescenza da 100 W). Altre fonti, però, ritengono che il giusto
rapporto sia di 1 a 4 (25 W fluorescenti per sostituire una lampada a incandescenza da 100 W): in questo caso il
risparmio energetico diminuirebbe leggermente, dall’80% al 75%.
Un semplice esempio: sostituendo 5 lampadine a incandescenza da 100 W con 5 fluorescenti compatte da 20 W, si ha
un risparmio annuo di energia elettrica superiore ai 50 euro. Con un utilizzo medio di 4 ore al giorno, il maggior costo
delle fluorescenti compatte si ripaga in un solo anno anno.
L’utilizzo delle fluorescenti compatte è particolarmente conveniente in tutti quegli ambienti interni, come ad esempio la
cucina e la sala da pranzo, in cui la luce rimane accesa per diverse ore al giorno e in maniera quanto più continuata.
Occorre infatti sottolineare che un elevato numero di accensioni e spegnimenti (oltre le 10 volte al giorno) abbassa
notevolmente la durata di vita di queste lampade.
Vantaggi
• Risparmio energetico
• Elevata efficienza luminosa
• Ampia gamma di tonalità di luce
• Lunga durata
Svantaggi
• Alto costo inizale
• Necessità di un alimentatore (solo se non integrato)
Ambiti di utilizzo
Sono utilizzate per l'illuminazione di interni ed esterni e sono particolarmente indicate per tutti gli usi prolungati. Occorre
infatti ricordare che frequenti accensioni e spegnimenti riducono notevolmente il tempo di vita di queste lampade.
Esistono tuttavia particolari modelli studiati per resistere a frequenti riaccensioni. Questo, insieme alla vasta gamma di
tonalità di colore diponibili, permette l'applicazione delle fluorescenti compatte nella maggior parte degli utilizzi
residenziali, commerciali e del terziario.
La tecnologia a LED rappresenta senza dubbio una delle maggiori innovazioni nel settore dell’illuminazione. Sono in
molti a scommettere che in un futuro molto prossimo la maggior parte degli apparecchi di illuminazione (domestica,
pubblica, commerciale) saranno a LED. In effetti, i continui miglioramenti in termini sia di efficienza che di riduzione dei
costi, sembrano confermare queste previsioni.
Il termine LED è un acronimo che sta per Light Emitting Diodes, cioè “diodi che emettono luce”.
I LED sono uno speciale tipo di diodi a giunzione p-n, formati da un sottile strato di materiale semiconduttore
drogato. Quando sono sottoposti ad una tensione diretta per ridurre la barriera di potenziale della giunzione, gli
elettroni della banda di conduzione del semiconduttore si ricombinano con le lacune della banda di valenza
rilasciando energia sufficiente da produrre fotoni. A causa dello spessore ridotto del chip un ragionevole numero
di questi fotoni può abbandonarlo ed essere emesso come luce. I LED sono formati da GaAs (arseniuro di gallio),
GaP (fosfuro di gallio), GaAsP (fosfuro arseniuro di gallio), SiC (carburo di silicio) e GaInN (nitruro di gallio e
indio). L'esatta scelta dei semiconduttori determina la lunghezza d'onda dell'emissione di picco dei fotoni,
l'efficienza nella conversione elettro-ottica e quindi l'intensità luminosa in uscita.
(fonte: wikipedia)
Da moltissimi anni i LED vengono impiegati in applicazioni elettroniche di vario tipo: si tratta delle comuni “spie” luminose
presenti in telecomandi, stereo, televisori, forni a microonde, ma anche sulle automobili, per le luci di posizione, le frecce
direzionali e l'illuminazione interna dell'abitacolo.
Realizzati inizialmente con colore rosso, sono stati successivamente sviluppati per ottenere i colori più diversi (verde,
giallo, arancio), fino ad arrivare al blu e quindi al bianco.
A parità di luce emessa, i LED permettono di risparmiare fino al 90% di elettricità rispetto a una lampada a
incandescenza. Hanno una durata di vita praticamente imbattibile (30.000-100.000 ore), che è almeno 5-10 volte più
lunga rispetto alle più efficienti lampade fluorescenti compatte disponibili sul mercato.
I LED emettono una luce fredda, non nel senso della tonalità di colore (che può essere sia “calda” che "fredda") ma del
calore emesso. Questo è indicativo della loro elevata efficienza, poiché dimostra che l’energia spesa si converte quasi
interamente in luce utile invece di trasformarsi in calore.
Basti pensare che le normali lampadine a incandescenza trasformano solo il 5% dell’energia spesa in luce, mentre il
restante 95% viene dissipato sotto forma di calore.
I LED di ultima generazione raggiungono un’efficienza luminosa anche di 120 lumen/watt, anche se per i LED più
economici i valori non superano normalmente i 40 lumen/watt.
Tra le tante caratteristiche positive dei LED, sottolineiamo l’accensione immediata e l’assenza di sostanze chimiche
pericolose (come ad esempio il mercurio), che ne consentono lo smaltimento indifferenziato.
Le ridottissime dimensioni dei singoli LED costituiscono un grande vantaggio impiantistico. E’ infatti possibile adattarli
facilmente a qualsiasi esigenza progettuale, per realizzare corpi o superfici luminose caratterizzate dai più diversi effetti
cromatici e con un occhio rivolto al design.
Ma oltre alle applicazioni professionali e creative, sono reperibili sul mercato lampade LED per l’illuminazione domestica,
con attacco a vite, di potenza tipicamente inferiore ai 10 W.
Possono sostituire lampade a incandescenza da 25-40 W, con risparmi in fase di esercizio che si aggirano attorno all’80-
90%. Presentano ancora costi proibitivi, anche se destinati a decrescere nel tempo. E purtroppo i LED a luce bianca, per
l’illuminazione di interni, hanno un’efficienza luminosa molto bassa, non superiore ai 10-20 lumen/watt.
Non sono quindi ancora confrontabili con le lampade fluorescenti, che presentano una maggiore efficienza luminosa e
hanno un prezzo inferiore. Probabilmente occorreranno almeno 10 anni, prima che i LED possano competere ad armi
pari con le lampade fluorescenti compatte e le alogene, nel campo dell’illuminazione domestica.
Caratteristiche tecniche
Efficienza luminosa: 10-120 lumen /watt
Vita media: 30.000-100.000 ore
Indice di resa cromatica: 60-80
Temperatura di colore: 3.000-9.000 K
Per un approfondimento sui principali parametri tecnici delle lampade, consulta la pagina "Efficienza e qualità
dell'illuminazione" nel menu di destra.
Vantaggi
• Elevatissima durata
• Assenza di manutenzione
• Assenza di sostanze pericolose
• Accensione a freddo immediata
• Resistenza agli urti e alle vibrazioni
• Dimensioni ridotte
• Flessibilità di installazione
• Possibilità di regolare la potenza
Svantaggi
• Alto costo iniziale
• Efficienza luminosa con margini di miglioramento
Ambiti di utilizzo
Negli ultimi anni, i LED hanno visto crescere enormemente le proprie potenzialità applicative: non più soltanto semplici
spie luminose o di stand-by, i LED iniziano a diffondersi in tutti i settori dell’illuminazione.
Dal punto di vista strettamente economico, l’unica applicazione in cui i LED risultano già oggi molto più convenienti di
qualsiasi altra tecnologia è l’illuminazione semaforica. Grazie alla lunghissima durata, la tecnologia a LED consente di
ridurre drasticamente il numero delle operazioni di manutenzione dei semafori. Oltre ovviamente al risparmio di energia
elettrica in fase di esercizio, che consente di ammortizzare l’investimento in brevissimo tempo.
Per quanto riguarda l’illuminazione di interni (residenziale, commerciale, terziario) ed esterni (illuminazione stradale,
ecc.), le lampade a LED non risultano pienamente competitive a causa del costo, che è ancora elevato, e dei valori
relativamente bassi di efficienza luminosa.
Ma i LED restano comunque la migliore tecnologia in tutte le applicazioni di lighting design, in cui la luce è parte
integrante del progetto architettonico e in cui si ricercano particolari effetti cromatici e di luce dinamica.
Lampade a ioduri metallici(adatte per impianti sportivi)
Le lampade a ioduri metallici appartengono alla grande famiglia delle tecnologie a scarica.
Queste lampade sono conosciute anche come "lampade ad alogenuri metallici". Ma poichè lo iodio è, tra gli alogeni,
l'elemento più comunemente utilizzato, si è consolidata la definizione di "lampade a ioduri metallici".
All’interno del bulbo in vetro, in cui è presente un tubo di scarica in quarzo, sono racchiusi vapori di mercurio o di sodio
ad alta pressione ed una miscela di ioduri metallici.
Hanno dimensioni ridotte, simili alle alogene, ma con un’efficienza e una durata di vita paragonabili a quelle delle
lampade fluorescenti. Sono caratterizzate da un’alta temperatura di colore (luce bianchissima) e da un’elevata resa
cromatica.
Avendo un flusso luminoso molto concentrato, consentono di realizzare impianti di illuminazione con potenze installate
più basse rispetto a quelle che comporterebbe l’adozione di altri tipi di lampade. Nella maggior parte dei casi, le lampade
a ioduri metallici vengono installate all’interno di proiettori dotati di un vetro protettivo.
Il principale svantaggio è dato dalla lentezza in fase di accensione: impiegano infatti circa 5 minuti per arrivare a pieno
regime. E in caso di spegnimento e di riaccensione a caldo, i tempi aumentano ulteriormente, fino 10 minuti per
recuperare interamente il flusso luminoso. Questi aspetti problematici sono dovuti ai complessi dispositivi che ne
regolano l’accensione e l’innesco.
Caratteristiche tecniche
Efficienza luminosa: 40-100 lumen/watt
Vita media: 6.000-20.000 ore
Indice di resa cromatica: 65-90
Temperatura di colore: 4.000-6.000 K
Alimentazione: fino a 1.000 W
Per un approfondimento sui principali parametri tecnici delle lampade, consulta la pagina "Efficienza e qualità
dell'illuminazione" nel menu di destra.
Vantaggi
• Risparmio energetico
• Ottima resa cromatica
• Luce bianca e brillante
• Dimensioni ridotte
• Lunga durata
Svantaggi • Accensione lenta
• Adozione di dispositivi per l’accensione e l’innesco
Ambiti di utilizzo
Queste caratteristiche le rendono adatte per illuminare grandi spazi, sia interni che esterni, attraverso l’utilizzo
di proiettori. Le lampade a ioduri metallici sono utilizzate negli showroom, negli spazi industriali e commerciali, ma
trovano importanti applicazioni anche negli impianti sportivi, negli spazi pubblici all’aperto e in generale in tutti quegli
ambiti in cui la qualità e la nitidezza della luce sono fattori essenziali.
La funzione dell’alimentatore, il funzionamento dell’apparecchio tradizionale e i vantaggi di quello elettronico
Le lampade utilizzate nell'illuminazione pubblica richiedono l'uso di un dispositivo, chiamato alimentatore, che permetta
di controllare (e modificare secondo necessità) la corrente che le alimenta. Infatti, prima di tutto, per essere avviate
queste lampade richiedono un maggiore potenziale elettrico (600 volt) rispetto a quello normalmente fornito dalla rete
(220-230 volts). In compenso, una volta avviate, le lampade offrono pochissima resistenza al passaggio dell'elettricità
per cui diventa necessario "frenare" il passaggio della corrente che altrimenti distruggerebbe la lampada.
Per immaginare l'effetto di un alimentatore incominciamo con l'immaginare un secchio, poi immaginiamo una
sottile pellicola di film plastico (identico a quello utilizzato per avvolgere gli alimenti) che ricopra il secchio e,
infine, un rubinetto dell'acqua. Immaginiamo quindi di volere riempire il secchio d'acqua senza poter agire sulla
pellicola di plastica che lo ricopre in altro modo che con il getto d'acqua del rubinetto. Se il getto è troppo debole,
è facile che l'acqua scorra sulla pellicola e finisca irrecuperabilmente intorno al secchio. Se il getto d'acqua è
molto molto forte, è quasi certo che la pellicola si squarcerà. Ma a questo punto, a causa della forza del getto,
l'acqua rimbalzerà sul fondo del secchio finendo inesorabilmente intorno al secchio (inzuppando lo
sperimentatore). Un immaginario "alimentatore" per rubinetto, che in quiesto caso potremmo chiamare
spruzzatore, ci permetterebbe, in un primo tempo, di aumentare la forza del getto per poter rompere la pellicola di
plastica posta sul secchio e, in un secondo tempo, di ridurre il getto in modo da riempire il secchio d'acqua senza
che questa rimbalzi sul fondo.
L'alimentatore tradizionale
Fino agli anni 90, l'alimentazione di ogni lampada stradale veniva eseguita da un reattore specifico, dotato, nel suo
nucleo, di un trasformatore elettromagnetico. In pratica con l'alimentatore tradizionale era necessario dotare ogni
lampada di un alimentatore calibrato sulle caratteristiche della lampada stessa.
Gli inconvenienti principali dell'apparecchio tradizionale sono due:
• l'alimentatore non può fare nulla contro gli sbalzi di tensione della rete, che accorciano la durata di vita della lampada.
Gli sbalzi sono dovuti agli improvvisi picchi o cali di domanda (ad esempio all'avvio o alla chiusura i grandi
impianti industriali generano una forte richiesta oppure una forte disponibilità di elettricità). Questi sbalzi vengono
trasmessi direttamente dall'alimentatore alla lampada, pregiudicandone la durata.
• l'alimentatore elettromagnetico incide notevolmente sui consumi poiché il suo stesso funzionamento assorbe una
quantità rilevante di energia: è stato valutato che il consumo sia pari a circa il 15% di quello della lampada (per cui, ad
esempio, una lampada da 100 W ai vapori di sodio ad alta pressione, che per poter funzionare usa questo tipo di
alimentatore, consuma in realtà 115W).
Possiano ora proseguire nella metafora che abbiamo proposto più in alto, in cui, per riempire un secchio coperto
da una membrana di plastica, abbiamo pensato all'alimentatore tradizionale come ad uno spruzzatore inserito sul
nostro rubinetto immaginario. In un primo tempo, lo spruzzatore concentra il getto d'acqua in modo da forare la
pellicola e poi, una volta rotta la pellicola, riaggiusta il getto d'acqua ad un livello conveniente per riempire il
secchio d'acqua. In questo modo non è necessario agire sul rubinetto per aumentare o diminuire la pressione
dell'acqua. Tuttavia lo spruzzatore non è comunque in grado di contrastare i cambiamenti di pressione dell'acqua
dovuti ai diversi prelievi fatti sulla rete di distribuzione. Perdippiù, pur essendo stato fatto appositamente per quel
tipo di rubinetto, questo spruzzatore alla vecchia maniera, provoca molte perdite d'acqua.
L'alimentatore elettronico
L'alimentatore elettronico svolge la stessa funzione dell'apparecchio elettromagnetico, ma il funzionamento è
completamente diverso. Il caso del trasformatore elettronico non si basa sull'effetto elettromagnetico, che prima
trasforma l'energia elettrica in un campo magnetico per poi ri-trasformare l'energia magnetica in energia elettrica
(operazione che comporta forti dispersioni di energia), ma direttamente sulle caratteristiche della corrente elettrica
(elettroniche appunto).
Grazie ad un circuito elettronico, infatti, la corrente alternata che proviene dalla rete elettrica viene prima livellata
con un condensatore in modo da diventare corrente continua. A questo punto un oscillatore genera una corrente
alternata ad alta frequenza. L'insieme condensatore-oscillatore costituisce il trasformatore elettronico. La
corrente viene poi stabilizzata tramite un dispositivo di misurazione della tensione di uscita. Se questa risulta
troppo alta viene ridotta l'energia inviata dall'oscillatore al trasformatore, se invece la tensione è troppo bassa
viene aumentato il flusso di energia. Il sistema è completato dalla presenza di sistemi di protezione contro
sovraccarichi e cortocircuiti, e da filtri necessari per evitare che il segnale ad alta frequenza si propaghi verso la
lampada oppure ritorni verso la rete elettrica.
Gli alimentatori elettronici sono assai più efficienti perché agendo direttamente sulla corrente elettrica consentono di
trasformarne le caratteristiche dell' elettricità disperdendo pochissima energia.
Vi sono altri vantaggi dell'alimentatore elettronico rispetto all'elettromagnetico. Esso infatti:
• assorbe gli sbalzi di tensione della rete e quindi prottegge la lampada da questi sbalzi e ne estende la vita utile
• può variare, e quindi regolare, la quantità di corrente distribuita alla lampada, e quindi pemettere di ridurrei consumi nei
periodi in cui si ha meno necessità di illuminare
• ha minore ingombro e minor peso a parità di potenza
Gli svantaggi sono dati:
• dal costo iniziale - maggiore rispetto a quello di un alimentatore tradizionale
• dalla delicatezza del cablaggio interno
• dall'affidabilità dei componenti elettronici. Se, infatti è molto raro che un trasformatore elettromagnetico si guasti, cap ita
più facilmente che un componente elettronico possa rivelarsi difettoso.
L'alimentatore programmabile (funzione dimmer)
Da alcuni anni, in particolare da quando si sono diffusi i dispositivi di illuminazione pubblica ed è aumentata l'attenzione
per il risparmio energetico, è diventat evidente che non è necessario mantenere lo stesso livello di illuminazione in tutte
le ore della notte. Questa nuova sensibilità è stata accolta dalla norma UNI 10439 del 2001 che consente di ridurre i
livelli di illuminazione quando il traffico risulti inferiore al 50% e la 25% del livello massimo consentito per ogni tipologia di
strada (Vedi Classificazione delle strade nel menu di sinistra).
Oggi sono presenti sul mercato alimentatori elettronici che permettono di programmare l'intensità della corrente da
distribuire alle lampade nei diversi orari. Gli alimentatori provvisti di questa funzione possono essere programmati
singolarmente oppure venir controllati a distanza tramite un sistema di telecontrollo.
Alimentatori e lampioni
Esistono poi alimentatori con prestazioni particolari, come Dibawatt (vedi menu di destra), che può essere applicato a
lampioni esistenti, senza necessità di rifacimento dell'intero impianto.
OPPORTUNITà E BANDI NAZIONALI ATTIVI
ESCo
Energy Service Company
Risparmio energetico a costo zero grazie alle ESCo
Numerose opportunità di risparmio energetico vengono tralasciate perché troppo onerose da finanziare, oppure perché
considerate non essenziali. Ad esempio, ad un Comune possono mancare i fondi necessari per investimenti in efficienza
energetica e impianti a fonti rinnovabili (in particolare, da quando vige il patto di stabilità), o invece un'azienda può
considerare quello energetico un tema marginale rispetto alla propria attività principale. Più spesso ancora avviene che
aziende ed enti pubblici non siano in grado di valutare i risparmi energetici ed economici conseguibili e soprattutto non
siano a conoscenza delle opportunità che hanno a disposizione per affrontare questi problemi. Eppure oggi esistono
imprese specializzate nella identificazione e conseguimento del risparmio energetico a costo zero per i committenti, le
cosiddette Società di servizi energetici o ESCo.
Le ESCo (Energy Service Company) sono nate negli Stati Uniti verso la fine degli anni '70 a seguito della crisi energetica
che aveva provocato bruschi aumenti dei prezzi dell'energia. Fu allora che alcuni produttori di sistemi di controllo e di
regolazione energetica, alcune società di consulenza energetica e i dipartimenti tecnici dei grandi produttori e distributori
di energia, identificarono una nuova modallità per vendere le soluzioni tecnologiche da loro sviluppate, e cioè finanziarle
direttamente. La cosa ebbe successo e la domanda di questo tipo di soluzione aumentò progressivamente, portando alla
nascita di società autonome e dedicate.
Da alcuni anni, e a seguito del forte impulso fornito dalla Direttiva 2006/32/Cesull'efficienza degli usi finali dell'energia,
queste società si sono diffuse anche in Italia.
Il primo riconoscimento formale del ruolo delle ESCo avviene con il Dm 20 luglio 2004, nelle cui Linee guida si legge che
le ESCo sono le "società, comprese le imprese artigiane e le loro forme consortili, che (…) hanno come oggetto sociale,
anche non esclusivo, l'offerta dei servizi integrati per la realizzazione e l'eventuale successiva gestione di interventi per
la riduzione dei consumi energetici".
Il Dm 30 maggio 2008 specifica poi che la ESCo è una "persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici, ovvero
altre misure di miglioramento dell'efficienza energetica nelle installazioni o nei locali dell'utente e, ciò facendo, accetta un
certo margine di rischio finanziario. Il pagamento dei servizi forniti si basa, totalmente o parzialmente, sul miglioramento
dell'efficienza energetica conseguito e sul raggiungimento degli altri criteri di rendimento stabiliti".
Il meccanismo di base
Le ESCo sono soggetti specializzati, che:
• reperiscono le risorse finanziarie richieste,
• eseguono la diagnosi energetica, lo studio di fattibilità e la progettazione,
• realizzano l’intervento,
• conducono, post intervento, la manutenzione e l'operatività.
Esse agiscono utilizzando, quando necessario, il meccanismo del Finanziamento Tramite Terzi (FTT).
In pratica, le ESCo offrono – a costo zero per l'ente pubblico o l'azienda – la diagnosi, il progetto, gli interventi di
efficientamento e la gestione energetica post intervento. Stipulano con l'ente pubblico o l'azienda un particolare contratto
che consente loro di retribuirsi con i risultati dell’intervento (risparmio energetico) e con gli incentivi nazionali all’eff icienza
energetica e alle rinnovabili.
Gli interventi delle ESCo
Le ESCo agiscono in tutti gli ambiti in cui un singolo intervento o la combinazione di diversi interventi possono generare
risparmi di energia. Da un punto di vista generale, le ESCo possono dunque proporre progetti che integrano interventi di
efficienza energetica e impianti a fonti rinnovabili. In linea di massima, finora le ESCo si sono però particolarmente
specializzate nei settori dell’efficienza energetica e degli impianti di produzione di energia che danno diritto ai Certificati
Bianchi e cioè:
• climatizzazione degli ambienti con recuperi di calore in edifici precedentemente climatizzati con energia non
rinnovabile,
• impianti a biomassa per produzione di calore, pannelli solari, calore geotermico a bassa entalpia, impianti
cogenerativi,
• illuminazione pubblica, illuminazione d'interni commerciali e industriali, ecc.
In linea di massima le ESCo offrono ai loro clienti un servizio integrato, ossia la progettazione o riprogettazione degli
impianti in una logica di risparmio, l'installazione e poi la manutenzione e gestione degli impianti stessi.
Un altro beneficio che deriva dall'intervento di una ESCo è che - occupandosi della gestione degli impianti – è
questo soggetto che si fa carico di gran parte dei problemi di conduzione (manutenzione, sostituzione degli
apparecchi difettosi, ecc.). L'affidamento si interrompe solo quando, alla fine dei pagamenti, la proprietà degli
impianti è definitivamente ceduta all'impresa o ente beneficiario dell'intervento.
Come si ripagano le ESCo: risparmio e Certificati Bianchi La ESCo fornisce un miglioramento dell'efficienza energetica di un impianto individuando le soluzioni tecniche e - in linea
di massima - le forme di finanziamento più adatte. La sua remunerazione è strettamente legata alla quantità di energia
risparmiata (soluzione tecnica) in relazione con l'investimento fatto (identificazione delle migliori condizioni di
finanziamento). E' dunque il risparmio economico stesso fornito dall'intervento a retribuire in parte la ESCo: il proprietario
dell'impianto in pratica continua a pagare la stessa cifra che pagava prima dell'intervento e con la differenza rimborsa la
ESCO.
In realtà le ESCo hanno la possibilità di fare utili soprattutto perché hanno diritto a ottenere Certificati Bianchi in
numero corrispondente all'efficienza energetica realizzata dall'insieme dei loro interventi. I certificati vengono rivenduti
alle società di distribuzione di elettricità e gas a cui è imposto per legge di realizzare determinate quote di efficienza
energetica o di acquistare le quote corrispondenti sul mercato (vedi voce nel menu di sinistra).
Alcuni osservatori ritengono che l'incentivo sia in grado di coprire poco più del costo del progetto, e che solo
l'efficienza del progetto stesso e dunque i risparmi che ne derivano rendono le cose vantaggiose per la ESCo.
Le modifiche al meccanismo introdotte nel novembre 2011 dalle nuove Linee Guida hanno, a parere dell’Autorità,
aumentato la “capacità dei TEE di contribuire alla copertura dei costi di investimento in tecnologie ad alta
efficienza energetica".
Chi mette i capitali d'investimento?
Fermo restando che il motore che ha dato impulso alle ESCo è certamente costituito dagli incentivi dei Certificati Bianchi,
è evidente che trattandosi spesso di interventi molto costosi, deve entrare in gioco una terza parte, quella cioè che
finanzia le operazioni rendendo disponibili i capitali iniziali: una banca o una società finanziaria.
In linea di massima, è la stessa ESCo ad avere un suo interlocutore bancario privilegiato, riuscendo così a garantire al
suo cliente la soluzione completa del problema, sia dal punto di vista tecnico che finanziario. In questo caso la
responsabilità ufficiale è completamente della ESCo. Ma può avvenire il contrario, e cioè che l'azienda, o l'ente che vuole
effettuare interventi di efficienza energetica abbiano una diretta apertura di credito e che la ESCo intervenga solo per la
parte tecnica. Il meccanismo di fondo è comunque identico: cambierà solo il tipo di contratto.
La qualifica ESCo, le forme societarie
Per qualificarsi come ESCo è necessario solo che nell’oggetto sociale sia specificato il ruolo di operatore nel settore dei
servizi energetici integrati.
Le ESCo che operano sul mercato hanno provenienze molto diverse. In alcuni casi sono associate ad un distributore di
energia elettrica o gas, altre volte derivano da società che forniscono sistemi di climatizzazione al settore immobiliare. In
altri casi ancora sono imprese che offrono servizi di gestione dell'energia o consulenze sui processi organizzativi e di
gestione energetica. Oppure ancora sono sotto-settori di imprese che costruiscono grandi impianti chiavi in mano.
La maggior parte delle ESCo presenti sul mercato sono imprese private, ma esistono anche ESCo a statuto
pubblico/privato che sono organizzate per facilitare gli interventi negli enti pubblici. E' loro consentito infatti di usufruire
della semplificazione amministrativa che consente di prendere in affidamento diretto gli interventi, superando gli obblighi
sugli appalti pubblici (Dlgs 18 agosto 2000, n. 267 e Finanziaria 2002).
Per orientarsi nel sempre più ricco panorama delle ESCo, è meglio valutare attentamente le competenze e le
realizzazioni di ognuna per verificare se corrispondono al tipo di intervento che si vuole effettuare.
L'Autorità per l'Energia pubblica comunque l'elenco delle ESCo che hanno ottenuto certificazioni dei risparmi energetici
conseguiti, e dunque Certificati Bianchi (vedi menu a sinistra).
Le tipologie di contratto
Le diverse combinazioni di servizi offerti dalle ESCo danno luogo a diversi tipi di contratti. Ciò che cambia è
sostanzialmente il rapporto intercorrente fra i tre soggetti principali: ESCO, utente, istituto di credito.
Energy performance contract (EPC)
Quando i soggetti implicati sono solo due (ESCo e cliente), in quanto è una di queste due parti che garantisce il
finanziamento e lo gestisce, si potrebbe avere un “contratto di performance energetica”, EPC. E’ la ESCo che gestisce
non solo l’intervento, ma la successiva fornitura di energia. Il contratto è basato sul risultato di risparmio energetico che
si conseguirà e la ridistribuzione dei risparmi dipende da come è ripartito l'investimento e dallo schema contrattuale
prescelto.
I due schemi più noti di EPC sono lo lo "shared savings" (risparmi condivisi) e il"guaranteed savings" (risparmi
garantiti).
Con il primo, i due contraenti si suddividono i risparmi conseguiti in modo percentuale, a seconda di quanto hanno
investito, per un periodo fissato. Si ha dunque un risultato economico variabile per entrambi.
Con il secondo vengono invece stabilite, per il periodo necessario, rate prefissate di pagamento alla ESCo, sulla base di
un risparmio garantito per il cliente (dunque la rata sarà inferiore alla precedente spesa energetica). In questo caso il
cliente ha benefici certi, mentre i ricavi della ESCo sono variabili.
Contratto di finanziamento tramite terzi (FTT)
Il meccanismo è sostanzialmente identico al precedente, con la differenza che il finanziamento è fornito da una banca o
da altro organismo finanziario che viene coinvolto dalla ESCo. Dal punto di vista del beneficiario non vi è differenza tra
questi contratti. Per la ESCo può risultare una facilitazione non solo in termini di disponibilità finanziarie, ma anche
perché l’istituto di credito ha maggiore competenza nella valutazione dei rischi che riguardano l’impresa committente.
Investimenti innovativi nelle Regioni Convergenza
Al fine di rafforzare la competitività dei sistemi produttivi e lo sviluppo tecnologico nelle aree delle regioni dell’Obiettivo
Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), è stato varato, nell’ambito del Piano di Azione Coesione, un
nuovo intervento per l’agevolazione di programmi di investimento innovativi.
L'iniziativa è stata istituita con decreto ministeriale 29 luglio 2013 e successivamente attuata con decreto direttoriale 20
novembre 2013, che stabilisce termini e modalità di presentazione delle domande per l’accesso alle agevolazioni.
L'intervento prevede una dotazione finanziaria di 150 milioni di euro, di cui il 60% è riservato alle piccole e medie
imprese. Nell'ambito di questa riserva, è istituita una sottoriserva pari al 25% della stessa destinata alle micro e piccole
imprese.
Le agevolazioni sono concesse nella forma della “sovvenzione rimborsabile”, uncontributo finanziario diretto
rimborsabile parzialmente senza interessi. La “sovvenzione” copre il 75% delle spese ammissibili ed è restituita
dall’impresa beneficiaria per una quota variabile in relazione alla dimensione (70% per le piccole imprese, 80% per le
medie e 90% per le grandi).
L’intervento è attuato con procedura valutativa “a sportello”.
Soggetti beneficiari Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese che, alla data di presentazione della domanda, sono in possesso dei
seguenti requisiti:
a) essere regolarmente costituite da almeno due anni ed iscritte nel Registro delle imprese; se si tratta di imprese di
servizi, essere costituite sotto forma di società;
b) essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposte a
procedure concorsuali;
c) trovarsi in regime di contabilità ordinaria;
d) non rientrare tra le imprese che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato,
gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea;
e) trovarsi in regola con le disposizioni vigenti in materia di normativa edilizia ed urbanistica, del lavoro, della
prevenzione degli infortuni e della salvaguardia dell'ambiente ed essere in regola con gli obblighi contributivi;
f) non essere state destinatarie, nei tre anni precedenti la domanda, di provvedimenti di revoca totale di agevolazioni
concesse dal Ministero, ad eccezione di quelli derivanti da rinunce;
g) aver restituito agevolazioni godute per le quali è stato disposto dal Ministero un ordine di recupero;
h) non trovarsi in condizioni tali da risultare impresa in difficoltà così come individuata nel Regolamento GBER.
Progetti ammissibili
I programmi ammissibili alle agevolazioni devono prevedere la realizzazione di investimenti innovativi.
Sono considerati innovativi gli investimenti relativi a:
a) sistemi composti da una o più unità di lavoro gestite da apparecchiature elettroniche, che governino, a mezzo di
programmi, la progressione logica delle fasi del ciclo tecnologico destinate a svolgere una o più delle seguenti funzioni
legate al ciclo produttivo: lavorazione, montaggio, manipolazione, controllo, misura, trasporto, magazzinaggio;
b) sistemi di automazione industriale che tramite l’interazione, attraverso specifici algoritmi, tra parti meccaniche e
dispositivi elettronici, quali computer dedicati, come i PLC (programmable logic controller), mezzi robotizzati, sensori,
trasduttori, sistemi di visione artificiale, micro controller o altro, permettono il governo e il controllo di una o più fasi del
ciclo produttivo;
c) computer dedicati per il disegno industriale dei prodotti, la progettazione tecnica dei processi produttivi, la produzione
della documentazione tecnica, la gestione delle operazioni legate al ciclo produttivo o alla fornitura di servizi, il controllo e
il collaudo dei prodotti o dei servizi lavorati nonché per il sistema gestionale, organizzativo e commerciale;
d) apparecchiature specialistiche per la fornitura di servizi avanzati;
e) programmi informatici per l'utilizzazione delle apparecchiature e dei sistemi di cui alle lettere precedenti non
incorporati nelle apparecchiature e nei sistemi stessi;
f) apparecchiature scientifiche destinate a laboratori ed uffici di progettazione aziendale;
g) sistemi e macchinari, gestiti da apparecchiature elettroniche, finalizzati alla riduzione degli impatti ambientali oltre i
livelli stabiliti dalle norme nazionali e comunitarie in materia o in grado di innalzare il livello di tutela ambientale in
assenza di norme definite;
h) sistemi, macchinari e programmi, gestiti da apparecchiature elettroniche, finalizzati al miglioramento delle condizioni di
sicurezza in conformità alle normative europee, nazionali e regionali in materia.
I programmi di investimento devono essere finalizzati allo svolgimento delleseguenti attività economiche:
a) attività manifatturiere di cui alla sezione C della classificazione delle attività economiche ATECO 2007;
Attenzione: sono esclusi i settori della siderurgia, della cantieristica navale, dell'industria carboniera e delle fibre
sintetiche e al settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli di cui all’allegato I del
Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
b) produzione e distribuzione di energia elettrica e di calore di cui alla sezione D della predetta classificazione
ATECO, nei limiti indicati nell'allegato al decreto;
Allegato Dm 29 luglio 2013 - "A. Condizioni di ammissibilità per i programmi riferiti alle attività di produzione e
distribuzione di energia elettrica e di calore"
I programmi di investimento ammissibili devono riguardare la produzione e distribuzione di energia elettrica e di
calore, di cui alle classi 35.1 e 35.3 della classificazione delle attività economiche ATECO 2007, limitatamente
agli impianti alimentati da fonti rinnovabili o che concorrono all’incremento dell’efficienza energetica e al
risparmio energetico, con potenza non superiore a 50 MW elettrici.
A tal fine:
a) per fonti rinnovabili si intendono: le fonti energetiche rinnovabili non fossili (eolica, solare, geotermica, del moto
ondoso, maremotrice, idraulica, biomasse, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas).
In particolare, per biomasse si intende: la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti
dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché
la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani;
b) per impianti che concorrono all’incremento dell’efficienza energetica e al risparmio energetico si intendono:
quelli di cogenerazione, quelli che utilizzano calore di risulta, fumi di scarico ed altre forme di energia
recuperabile in processi e in impianti e quelli che utilizzano fonti fossili prodotte esclusivamente da giacimenti
minori isolati;
c) gli impianti di cogenerazione sono quelli definiti dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas e rispondenti ai valori
limite concernenti l’Indice di Risparmio di Energia (IRE) e il Limite Termico (LT) stabiliti dall’Autorità medesima.
Detti impianti devono obbligatoriamente dotarsi, nell’ambito del programma da agevolare, della strumentazione
necessaria per la rilevazione degli elementi utili a verificare il rispetto dei citati valori limite. Il mancato
raggiungimento di tali valori, ridotti del 5 per cento in ciascuno degli anni del periodo previsto dall’articolo 6,
comma 2, lettera f), del presente decreto, o l’assenza della strumentazione di rilevazione, riscontrata nel detto
periodo, comporta la revoca delle agevolazioni, commisurata al periodo di mancato rispetto delle suddette
condizioni;
d) tra le spese ammissibili sono comprese anche quelle relative agli impianti di distribuzione dell’energia elettrica,
del vapore e dell’acqua calda, purché gli stessi siano di proprietà dell’impresa produttrice, siano realizzati su
terreni di cui l’impresa stessa abbia piena disponibilità, per la parte necessaria a raggiungere l’utente della
fornitura e/o del servizio e, comunque, non oltre il territorio comunale nel quale è ubicato l’impianto di produzione
oggetto del programma da agevolare.
c) attività di servizi come individuate nell'allegato al presente decreto.
Allegato Dm 29 luglio 2013 - "A. Elenco delle attività di servizi ammissibili"
52 - Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti, con esclusione dei mezzi di trasporto.
L’agevolazione consiste in un finanziamento agevolato senza interessi, con ammortamento della durata di 10 anni a
far data dal momento del completamento del programma d’investimento (data erogazione a saldo del finanziamento
concesso).
Il massimale agevolabile è pari al 75% del costo ammissibile del programma d’investimento, mentre il restante 25%
deve essere apportato dal beneficiario a titolo di mezzi propri e/o di indebitamento bancario non coperto da alcuna
agevolazione pubblica.
Termini per la presentazione delle domande
In data 19 marzo 2014 è stato firmato il decreto del Direttore generale per gli incentivi alle imprese del Ministero dello sviluppo economico con il quale sono individuati i termini e le modalità di presentazione delle domande per l’accesso alle agevolazioni, previste dal decreto ministeriale 5 dicembre 2013 in favore di programmi integrati d'investimento finalizzati alla riduzione ed alla razionalizzazione dell’uso dell'energia primaria utilizzata nei cicli di lavorazione e di erogazione dei servizi svolti all'interno di unità produttive esistenti e localizzate in una delle regioni Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia). Lo stesso provvedimento fornisce, inoltre, indicazioni in merito alle modalità di istruttoria delle domande e ai successivi adempimenti a carico delle imprese. La domanda di agevolazioni e la documentazione indicata, firmate digitalmente, devono essere presentate, pena l’invalidità,a partire dalle ore 10.00 del 23 aprile 2014, attraverso un’apposita procedura informatica accessibile dalla sezione “Bando Efficienza Energetica” di questo sito.
Le imprese possono iniziare la fase di compilazione della domanda e dei relativi allegati a partire dal 15 aprile 2014. La chiusura dello sportello per la presentazione delle domande è disposta con provvedimento del Direttore generale per gli incentivi alle imprese e comunicata nel sito internet del Ministero e nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Dal febbraio 2009 è operante il cosiddetto "bonus elettrico": in pratica uno sconto che viene applicato alle bollette dell'energia elettrica delle famiglie a basso
reddito (disagio economico) e di chi, affetto da gravi malattie, è costretto ad utilizzare apparecchiature elettromedicali per il mantenimento in vita (disagio fisico).
Tempi del bonus Il bonus può essere richiesto retroattivamente anche per il 2008. In questo caso le richieste devono pervenire entro il 30 giugno del 2009.
Per le richieste relative all'anno 2009, invece, in caso di disagio economico il bonus viene riconosciuto per dodici mesi, al termine dei quali
occorre presealido per un anno.
In caso di disagio fisico, il bonus è riconosciuto ogni anno, senza interruzione fino a che sussiste la necessità di utilizzare le apparecchiature
elettromedicali indispensabili per il mantenimento in vita.