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RIPASSO DELLA DISPENSA DEL PRIMO ANNO La dispensa del primo anno ha traato temi di idrogeolo- gia. È importante ricordare che il lago è la parte affiorante di un grande acquifero soer- raneo. È necessario quindi di- snguere tra bacino imbrifero o idrografico e bacino idro- geologico. Il primo è la parte di territorio delimitata dallo sparacque, ovvero la linea che unisce il culmine delle colline circostan. Il secondo è più ampio e raccoglie tue le acque piovane che, per caduta direa, scorrimento o percolazione, arrivano al lago. Il terreno emerso del bacino idrogeologico è costuito da rocce vulcaniche porose e permeabili araverso le quali l’acqua piovana percola e raggiunge la falda soerranea trascinando con sé eventuali sostanze solubili che si trovano in superficie. L’acqua della falda defluisce da nord verso sud, ossia verso l’emissario Marta. Questo ha una portata irrilevante tanto che il tempo di ricambio del lago è di circa 300 anni; l’evaporazione è il fenomeno dominante, ma anche i prelievi idrici influiscono sul bilancio idrologico. RIPASSO DELLA DISPENSA DEL SECONDO ANNO La dispensa delle classi seconde ha traato gli aspe biologici. Si disnguono gli organismi vegetali produori e gli organismi animali consumatori. Il fitoplancton è una immensa prateria che si estende su tuo il lago per uno spessore di decine di metri, fin dove arriva la luce solare. L’aumento dei vegetali, in parcolare del fitoplancton, com- porta un aumento degli animali che se ne cibano, sia micro- scopici (zooplancton) sia più grandi (i pesci). La comunità del benthos è costuita da animali, baeri e funghi che hanno lo scopo di decomporre le spoglie dei vegetali e degli animali che cadono sul fondo alla fine del loro ciclo vitale. RIPASSO DELLA DISPENSA DEL TERZO ANNO La dispensa delle terze classi ha traato i parametri fisici e chimici del lago. I vegetali e gli animali, come tu gli esseri viven, muoiono e le loro spoglie cadono sui fondali del lago dove vengono decompos. La decomposizione in presenza di ossigeno comporta un suo consumo. Se l’ossigeno è in quantà suffi- ciente, la decomposizione avviene in modo aerobico; se l’ossigeno si esaurisce, la decomposizione connua in modo anaerobico (p. e. putrefazione). L’ossigenazione dello strato di acqua al fondo avviene in febbraio e marzo se il lago si rimescola completamente per effeo dei ven di tramontana. L’ossigenazione al fondo dipende, quindi, dalle situazioni meteorologiche e non si può migliorare. Se la biomassa delle spoglie è eccessiva, l’ossigeno può diventare insufficiente. Ma cosa determina l’aumento di questa biomassa? I nutrien, fosforo e azoto, che arrivano al lago con i liquami urbani e con i dilavamen agricoli. L’eccesso di tali nutrien determina l’eutrofizzazione. 1 IL LAGO DI BOLSENA per le scuole secondarie di 1° grado - dispensa conclusiva Bolsena Latera San Lorenzo N. Gradoli Farnese Ischia di Castro Montefiascone Valentano Grotte di Castro Capodimonte Piansano Marta
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IL LAGO DI BOLSENA...Secchi e la clorofilla A. Sulla base di tali parametri l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ARPA LAZIO ha classificato “sufficiente” il lago

Sep 28, 2020

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Page 1: IL LAGO DI BOLSENA...Secchi e la clorofilla A. Sulla base di tali parametri l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ARPA LAZIO ha classificato “sufficiente” il lago

RIPASSO DELLA DISPENSA DEL PRIMO ANNO

La dispensa del primo anno ha trattato temi di idrogeolo­gia. È importante ricordare che il lago è la parte affiorante di un grande acquifero sotter­raneo. È necessario quindi di­stinguere tra bacino imbrifero o idrografico e bacino idro­geologico. Il primo è la parte di territorio delimitata dallo spartiacque, ovvero la linea che unisce il culmine delle colline circostanti. Il secondo è più ampio e raccoglie tutte le acque piovane che, per caduta diretta, scorrimento o percolazione, arrivano al lago. Il terreno emerso del bacino idrogeologico è costituito da rocce vulcaniche porose e permeabili attraverso le quali l’acqua piovana percola e raggiunge la falda sotterranea trascinando con sé eventuali sostanze solubili che si trovano in superficie. L’acqua della falda defluisce da nord verso sud, ossia verso l’emissario Marta. Questo ha una portata irrilevante tanto che il tempo di ricambio del lago è di circa 300 anni; l’evaporazione è il fenomeno

dominante, ma anche i prelievi idrici influiscono sul bilancio idrologico.

RIPASSO DELLA DISPENSA DEL SECONDO ANNO

La dispensa delle classi seconde ha trattato gli aspetti biologici. Si distinguono gli organismi vegetali produttori e gli organismi animali consumatori. Il fitoplancton è una immensa prateria che si estende su tutto il lago per uno spessore di decine di metri, fin dove arriva la luce solare. L’aumento dei vegetali, in particolare del fitoplancton, com­porta un aumento degli animali che se ne cibano, sia micro­scopici (zooplancton) sia più grandi (i pesci). La comunità del benthos è costituita da animali, batteri e funghi che hanno lo scopo di decomporre le spoglie dei vegetali e degli animali che cadono sul fondo alla fine del loro ciclo vitale.

RIPASSO DELLA DISPENSA DEL TERZO ANNO

La dispensa delle terze classi ha trattato i parametri fisici e chimici del lago. I vegetali e gli animali, come tutti gli esseri viventi, muoiono e le loro spoglie cadono sui fondali del lago dove vengono decomposti. La decomposizione in presenza di ossigeno comporta un suo consumo. Se l’ossigeno è in quantità suffi­ciente, la decomposizione avviene in modo aerobico; se l’ossigeno si esaurisce, la decomposizione continua in modo anaerobico (p. e. putrefazione). L’ossigenazione dello strato di acqua al fondo avviene in febbraio e marzo se il lago si rimescola completamente per effetto dei venti di tramontana. L’ossigenazione al fondo dipende, quindi, dalle situazioni meteorologiche e non si può migliorare. Se la biomassa delle spoglie è eccessiva, l’ossigeno può diventare insufficiente. Ma cosa determina l’aumento di questa biomassa? I nutrienti, fosforo e azoto, che arrivano al lago con i liquami urbani e con i dilavamenti agricoli. L’eccesso di tali nutrienti determina l’eutrofizzazione.

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IL LAGO DI BOLSENA per le scuole secondarie di 1° grado - dispensa conclusiva

Bolsena Latera San Lorenzo N.GradoliFarnese Ischia di Castro Montefiascone ValentanoGrotte di CastroCapodimonte PiansanoMarta

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LO STATO QUALITATIVO DEL LAGO DI BOLSENA Lo Stato ecologico dei Laghi (SEL) è una classificazione che definisce la loro qualità,

che tradizionalmente si basa su una scala decrescente: oligotrofico, mesotrofico e eutrofico oppure, più semplicemente, buono, sufficiente e mediocre. La valutazione è fatta tenendo conto del livello trofico (LTeco) e la eventuale presenza di sostanze chimiche nocive. Nel nostro caso viene considerata solo la presenza di sostanze chimiche usate in agricoltura e di provenienza casalinga, non essendoci industrie nel bacino. Il livello trofico, come indicato nella dispensa del terzo anno, si basa su quattro parametri: fosforo totale (TP), ossigeno disciolto, trasparenza misurata con il disco di Secchi e la clorofilla A. Sulla base di tali parametri l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ARPA LAZIO ha classificato “sufficiente” il lago di Bolsena, ritenendo

assente, o entro la norma, l’inquinamento chimico ma aumentato il livello trofico. Il fosforo totale viene determinato con analisi chimiche, in particolare del fosforo totale TP, su campioni prelevati a varie profondità. Nel nostro lago i campioni sono prelevati a sette profondità due volte all’anno nei periodi di massimo rimescolamento (TPR) e di massima stratificazione (TPs). Come esempio, la tabella mostra la concentrazione di fosforo in microgrammi/litro (µg/l = milionesimi di grammo per litro) alle varie profondità registrata nell’anno 2012. Nel corso dell’anno, la quantità media di TP nel corpo d’acqua varia poco, ma è evidente l’effetto della stratificazione che si sviluppa durante l’anno. Il grafico è il risultato di molti anni di prelievi ed ana­lisi. Esso mostra che nel­l’anno 2005 la concentra­zione del fosforo era di 8,2 microgrammi per litro, ma poi è aumentata di anno in anno fino a raddoppiare nel 2017. Ciò significa che l’eco­sistema non era in grado di depositare sul fondo tutto il fosforo in arrivo prove­niente dai liquami urbani e dall’agricoltura. In altre pa­role, il fosforo in arrivo era eccessivo rispetto alle pos­sibilità di abbattimento del­l’ecosistema. I quadrati grandi corrispondono agli anni in cui il rimescolamento è stato totale, i piccoli rombi corrispondono agli anni in cui è stato incompleto, ossia quando l’ossigenazione non ha raggiunto il fondo. Le misure del laboratorio chimico, essendo espresse in milionesimi di grammi per litro, non sono facili da visualizzare. Diventano più comprensibili se tradotte in kg o tonnellate (1000 kg) riferite all’intero volume del lago, che è di 9,2 km3. Con semplici moltiplicazioni, si ottiene che nel 2005 erano presenti nel lago 75 tonnellate di fosforo, divenute 150 nell’anno 2017. Ciò corrisponde ad un aumento di 17 kg di fosforo al giorno durante gli ultimi 12 anni considerati. Se il trend della concentrazione del fosforo continuerà ad aumentare come in passato, il risultato certo è che il lago diventerà irreversibilmente eutrofico. È presente una emergenza qualitativa.

LO STATO QUANTITATIVO DEL LAGO DI BOLSENA Il lago di Bolsena, trovandosi in una conca di origine vulcanica, ha un bacino estremamente piccolo che

raccoglie una scarsa quantità di acqua piovana. Ne consegue che l’acqua disponibile per i consumi umani è relativamente poca. Anche se il lago contiene un grande volume di acqua, questa non può essere utilizzata in misura superiore alla pioggia raccolta dal suo bacino idrogeologico, al netto dell’evaporazione. Il bilancio fra entrate ed uscite parla chiaro: la quantità di acqua prelevata per uso irriguo e potabile provoca la riduzione in egual misura

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metri TPR TPS

0 11 9

20 12 8

30 12 8

50 13 10

100 13 17

115 12 24

128 12 42

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della portata dell’emissario Marta. La sua portata diventa critica in estate, quando il clima è siccitoso e i consumi sono massimi. La portata estiva è inferiore al Deflusso Minimo Vitale (DMV) del fiume, per cui manca acqua per consumi addizionali. Se nei periodi estivi si usassero ripetutamente maggiori quantitativi di acqua rispetto agli attuali, la parte iniziale dell’emissario si prosciugherebbe, si abbasserebbe il livello del lago, emergerebbero le radici delle cannucce e le pietre di fronte al lungolago di Marta; inoltre i porti diventerebbero ancor meno agibili di quanto lo siano ora.

Per regolare la portata dell’emissario e il livello del lago, vi è la “traversa sul Marta”, un’antica struttura costruita oltre due secoli fa. Ha cinque bocchette delle quali le due estreme sono sempre rimaste chiuse. Le altre tre hanno delle paratoie che possono scorrere verticalmente a ghigliottina; però di queste viene utilizzata solo quella centrale, motorizzata, mentre le altre rimangono normalmente chiuse. L’acqua defluisce passando attraverso lo spazio sotto la paratoia centrale. Dal numero delle bocchette si comprende che, quando la traversa fu costruita, la portata dell’emissario era molto maggiore. Infatti, allora il tempo di ricambio era di 120 anni, ma ora è aumentato a 300 anni a causa dei prelievi e del clima più siccitoso. In conclusione, la disponibilità di acqua per le attività umane non dipende dal volume del lago, ma dalla superficie del bacino che determina, conseguentemente, la portata dell’emissario. È presente, pertanto, una emergenza quantitativa.

AGRICOLTURA INTENSIVA: UN RISCHIO PER LA FALDA ACQUIFERA La conversione di colture tradizionali eco­compatibili in altre intensive, che consumano acqua e usano

fitofarmaci, rappresenta un grave rischio di impoverimento della falda acquifera sia dal punto vista quantitativo che qualitativo.

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LA GEOTERMIA: UN ULTERIORE RISCHIO PER LA FALDA ACQUIFERA Nel bacino del lago di Bolsena e nelle zone circostanti

si contano molte richieste di ricerca e sfruttamento di risorsa geotermica che, per la loro estensione, potrebbero coinvolgere il territorio di 30 comuni, fra cui quelli del comprensorio lacustre. Gli impianti di più imminente autorizzazione sono quelli di Castel Giorgio e di Torre Alfina. Questa non è la sede adatta per approfondire l’argomento, essendo tali impianti ancora in iter autorizzativo con ricorsi presso il Tribunale Amministrativo. Ci limitiamo a riportare, a livello di informazione, il parere della Direzione Ambiente della Regione Lazio relativo all’impianto di Castel Giorgio: “in ossequio al principio di precauzione rispetto alle tematiche trattate non è possibile escludere impatti

negativi derivati dalla realizzazione del progetto in epigrafe, sulle zone di prelievo dell’acqua potabile”. In altre parole anche la geotermia, se autorizzata, consumerebbe e inquinerebbe l’acqua della falda acquifera superficiale, della quale il lago è la parte affiorante.

LA NORMATIVA CHE TUTELA IL LAGO

Il lago di Bolsena e il fiume emissario Marta fanno parte della Rete Natura 2000 essendo Siti di Interesse Co­munitario (SIC) e Zone Speciali di Conservazione (ZSC). Le leggi che li tutelano sono di origine europea e sono divenute leggi dello Stato Italiano. Tutelare il lago non è solo il desiderio prevalente della Cittadinanza e delle Amministrazioni locali, ma è un dovere sancito da un obbligo di legge. Il d.lgs 152/2009 prescrive che i laghi della Rete Natura 2000 debbano essere conservati e, se necessario, migliorati a livello qualitativo “buono”. Per il nostro lago è accaduto esattamente il contrario, essendo stato declassato da “buono” a “sufficiente” in questi ultimi anni. Le cause dell’aumento del livello trofico sono numerose. Come già esposto, il fosforo proviene dagli scarichi urbani e dall’agricoltura convenzionale. Per quanto riguarda gli scarichi urbani citiamo: le perdite del collettore fognario e delle sue stazioni di sollevamento; la mancanza a ponente di un tratto del collettore; le perdite dalle fognature comunali; i liquami provenienti dalle fosse biologiche dette “a perdere” utilizzate dalle case isolate; la mancanza di bacini di raccolta a supporto delle vasche delle stazioni di sollevamento nel caso di piogge eccessive, gli scarichi abusivi, ecc. Per quanto riguarda l’agricoltura, oltre alle percolazioni dei fertilizzanti e degli allevamenti, concorre la fine lavorazione dei letti di semina che le forti piogge dilavano verso il lago. La realizzazione di interventi correttivi parziali non è sufficiente per cambiare l’attuale trend dell’aumento della concentrazione di fosforo e del consumo di acqua, che nel tempo porteranno il lago all’eutrofizzazione. Occorre intervenire su TUTTE le cause di degrado qualitativo e quantitativo sopra indicate. Il lago e il suo emissario sono tutelati dalle normative europee, ma purtroppo non lo è il territorio del bacino idrogeologico. Tuttavia, la legge prescrive che per qualsiasi progetto che possa avere incidenza sui Siti di Interesse Comunitario è necessario ottenere il nulla osta della Regione a seguito di una propria Valutazione di Impatto Ambientale (VINCA). È una valutazione di carattere preventivo e obbligatorio. Fra i progetti da sottoporre alla VINCA vi sono le variazioni di uso del territorio, inclusa la conversione delle colture agricole da estensive a intensive (a parte la tradizionale rotazione agricola), la perforazione di nuovi pozzi d’acqua ed altro. Per ridurre il consumo di acqua e l’apporto di fosforo, l’ideale sarebbe che la “valle del lago”, ossia l’intero bacino idrogeologico, diventasse un DISTRETTO BIOLOGICO, a tutela non solo del lago, ma anche a vantaggio del turismo, della pesca, dell’agricoltura ecocompatibile e del generale benessere dei cittadini. Il nostro ambiente ha le caratteristiche e la possibilità di diventare in tal modo un esempio di tutela a livello europeo. Per iniziare questo percorso di tutela del lago è necessario comprenderne i problemi: questa è la finalità del progetto didattico Conoscere il Lago di Bolsena al quale le scuole stanno partecipando con impegno ed entusiasmo.

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