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Distribuzione gratuita - Anno 8 - n. 5/2010 - Settembre/Ottobre CONSIGLI Attenzione ai computer SPAZIO BIMBI Ritrovare il ritmo QUATTRO ZAMPE Cardiologia veterinaria In aletta Gli esercizi per tenersi in forma ABBIATE CURA DEI VOSTRI DENTI
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Il Gazzettino della Farmacia

Mar 22, 2016

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Stefano Trotta

Il Gazzettino della Farmacia - Settembre-Ottobre 2010
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CONSIGLIAttenzione ai computer

SPAZIO BIMBIRitrovare il ritmo

QUATTRO ZAMPECardiologia veterinaria

In alettaGli esercizi

per tenersi in forma

ABBIATE CURA DEI VOSTRI DENTI

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Un momento di attenzione riservato ai “non più giovani”, con i suggerimenti

di un bravo allenatore. Tutte indicazioni delle quali fare tesoro, la prima delle quali

è la cadenza degli impegni: gli anziani è bene che si muovano non più di 2-3 volte

la settimana, con esercizi suddivisi sempre in più fasi: riscaldamento, allenamento

e raffreddamento. Da privilegiare, e non è una novità, la bici da camera,

con la variante delle bike horizontal, dotate di uno schienale molto utile a non

sforzare i muscoli della schiena. Si consiglia l’impiego del cardiofrequenzimetro,

con il quale studiare meccanismi allenanti, in base all’età e all’efficienza del “motore”.

Molta attenzione, doverosa, anche per i piccoli chiamati al ritorno alle abitudini

di sempre dopo la pausa estiva. Gli impegni quotidiani impongono

una riprogrammazione neuro-endocrina, in sintonia con l’ambiente. Per non

perdere ritmo e concentrazione.

Curioso, esistono anche i laboratori di energia mentale, da un’idea di Mapi

Mano, medico di valore, fondatrice e presidente di Lem, cooperativa piemontese

che organizza in Valle di Viù corsi di ogni tipo: attività fisica, ecologia mentale, potere

creativo, alimentazione e cucina. Niente di eccentrico, molto da imparare

per ritrovare consapevolezza di sé.

Un’indagine riferisce che 4 persone su 10 che trascorrono più di 20 ore settimanali

davanti a un computer lamentano problemi visivi o irritazioni oculari croniche.

Si chiama Office Eye Syndrome il corredo di disturbi che, in italiano, riconosciamo

come sindrome del videoterminalista.

L’approfondimento è dedicato alla sudorazione, problema da non

sottostimare, con l’aiuto della dermatologa Virginia Caliendo. Da ultimo,

in realtà in copertina, l’importanza della prevenzione dentale, che vanta ogni anno

un mese dedicato. Scopriamo che cosa e come fare senza alcuna spesa.

Sergio Meda

SommarioSPECIALE

Prevenzione dentale

CONSIGLIComputer nemico della vista?

APPROFONDIMENTOI meccanismi della sudorazione

ANZIANIGli esercizi per tenersi in forma

SPAZIO BIMBIRitrovare il ritmo

SALUTE A 4 ZAMPECuore di fido da monitorare

BENESSERELaboratori di energia mentale

RISPONDE IL FARMACISTA 13

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www.clubsalute.it

Anziani in movimento

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Vicenda datata, quasi antica, quella del mese di ottobre dedicato in Italia alla pre-venzione dentale, appuntamento che vive quest’anno la sua ventinovesima edizione. Storia, quella della profilassi odontoiatrica, di felici consuetudini ma anche di prege-voli novità: oltre agli adulti, ad esempio, quest’anno viene presa in considerazione

la fascia d’età compresa tra i 6 e i 12 anni, accompagnati dai componenti della fa-miglia. Il disegno del 2010 è, insomma, valutare lo stato di salute orale di tutta la famiglia e dare consigli su misura per cia-scuno dei componenti. Secondo dato da appuntare, per dir loro grazie, è il nume-ro sempre più ampio di dentisti aderenti

all’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi), che vi partecipano gratuitamente. L’Andi ha diffusione in tutta Italia e vanta 22mila dentisti associati. Il focus dell’ini-ziativa, come sempre, sono le visite di con-trollo gratuite per tutto il mese di ottobre prenotabili attraverso il numero verde 800.600110. L’addetto che risponderà vi segnalerà il nome del più vicino dentista Andi. Dopodichè provvederete diretta-mente a fissare un appuntamento presso il suo studio.

PREVENZIONE ORALE

Le visite di controllo sono indispensabili, come sottolinea Gianfranco Prada, neoe-letto presidente dell’Andi, per monitorare lo stato di salute della bocca degli italiani: «La prevenzione orale è troppo importan-te, a maggior ragione in tempi di crisi eco-nomica in cui non pochi italiani rinuncia-no anche a una semplice visita di controllo

Visite da programmareNon scordatevi di prenotarne una odontotecnica, gratuita, in ottobre, durante il mese della prevenzione dentale. Accompagnate in particolare i vostri figli fra i 6 e i 12 anni, come suggerisce Gianfranco Prada, presidente dell’Associazione nazionale dentisti italiani

800.600110 è il numero verdePrendete nota, per l’appuntamento di ottobre, del numero verde (gratuito) 800.600110, attivo per le prenotazioni delle visite dalle 10 alle 22 di ogni giorno, compreso il fine settimana. In particolare ogni martedì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 c’è anche la pos-

sibilità di ricevere una consulenza te-lefonica personalizzata da parte di un dentista Andi. Basta chiamare per porre domande, ricevere informazioni e chiarire dubbi sull’igiene orale e sulla prevenzione dentale.

Due concorsi a premioTutti coloro che parteciperanno al Mese della Prevenzione Dentale av-valendosi della visita gratuita potran-no partecipare all’estrazione di una fornitura annuale di prodotti Menta-dent per tutta la famiglia (di cui usu-fruirà anche il dentista di riferimento). C’è di più, chi fra il 14 settembre e il 15 novembre privilegerà i prodotti Mentadent (www.mentadent.it) po-trà vincere un viaggio a Parigi e vivere una giornata a Disneyland Paris.

Le visite di controllo sono indispensabili per monitorare lo stato di salute della bocca

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Speciale

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che, non dimentichiamolo, dovrebbe ave-re cadenza annuale. Altri ragionamenti intervengono nel processo di consapevo-lezza dei singoli, a partire dall’igiene orale. È importante mantenere una bocca este-ticamente gradevole e perciò sana, con il vantaggio rilevante del benessere psicolo-gico che deriva da un bel sorriso. Il sorriso, è superfluo dirlo, è un’arma che tutti vor-rebbero possedere».

LE NOVItà 2010

Quest’anno c’è un’importante novità: per tutto il mese di ottobre, Mentadent e Andi offriranno l’applicazione di un prodotto al fluoro in gel particolarmente attivo ed ef-ficace per rinforzare i denti e proteggere il sorriso dei bambini, formulato per un utiliz-zo esclusivamente professionale. Con questi presupposti i dentisti che aderiscono all’ini-ziativa potranno, ove necessario, effettuare gratuitamente la fluoroprofilassi, dopo aver valutato lo stato di salute dei denti dei pa-zienti più piccoli.Il mese della prevenzione dentale è nato nel 1980 con l’obiettivo di informare il largo pubblico della necessità, massimamente a livello odontoiatrico, di prevenire piuttosto che curare, promuovendo una visita denti-stica di controllo come momento indispen-sabile non solo per curare i disturbi del cavo

orale, ma soprattutto per evitare che com-paiano. I risultati crescono di anno in anno, come testimoniano i numeri più recenti, quelli dello scorso anno: oltre 35mila visite effettuate ad ottobre per controllare lo stato di salute della bocca e dare preziosi consigli su come migliorare la prevenzione di tutta la famiglia. Fondamentale, oltre a controlli periodici della salute dei denti, è l’attenzione quotidiana alla loro igiene. «Semplici sono i precetti», chiarisce Prada, «la salute dei denti può essere migliorata lavandoli almeno due volte al giorno, mattina e sera».

Sergio Meda in collaborazione con Gianfranco Prada,

Presidente Andi

Nasce il primo controllo gratuito della protesi dentale

Il 2010 vede l’esordio della prima Cam-pagna di controllo gratuito della protesi dentale. Dal 1° al 21 settembre, grazie alla collaborazione fra Polident e l’Asso-ciazione nazionale dentisti italiani (Andi), telefonando al numero 848.000200 si potrà prenotare un “tagliando”. L’obietti-vo è sensibilizzare gli italiani a controllare

regolarmente la protesi: solo così è possi-bile evitare problemi gengivali, di masti-cazione e di salute della bocca in gene-rale. Nel 2010 sono sei le città interessate dall’iniziativa (Bergamo, Brindisi, Lucca, Vercelli, Verona, Viterbo), per maggiori informazioni www.lamiaprotesi.it

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Davvero il computer fa così male?I dati più aggiornati arrivano dagli Stati Uni-ti, dove è stato riscontrato negli ultimi anni un forte aumento dei disturbi dell’apparato oculo-visivo e di patologie dell’arto supe-riore (sindrome del tunnel carpale, tendini-ti) in chi passa molte ore seduto davanti ad uno schermo. L’emergenza americana deve essere considerata un campanello d’allar-me visto che nel nostro Paese siamo ancora a livello di disturbi e dolori muscolari facil-mente correggibili.

Quali sono allora i segnali a cui prestare attenzione?I segnali sono molteplici: a livello visivo si avverte senso di affaticamento, difficoltà di lettura, visione doppia, fotofobia; a livello oculare i problemi sono di bruciore, lacri-mazione, prurito, irritazione, secchezza, sensazione di corpo estraneo nell’occhio; si possono evidenziare anche problemi di cefalea, astenia, vertigine e tensione gene-ralizzata, oltre che veri e propri problemi osteoarticolari.

Questi disturbi sono legati solo al tempo eccessivo passato davanti allo schermo o c’è dell’altro?La causa di questi sintomi è dovuta prin-cipalmente alla ridotta frequenza di am-miccamento (sbattere delle palpebre) che determina l’aumento di evaporazione del liquifilm lacrimale e una conseguente sec-chezza, ma di fatto al manifestarsi di tale sin-drome concorrono altri elementi: l’ambiente di lavoro, la postura e anche la qualità dello schermo. Parametro primario per giudicare la qua-lità dello spazio lavorativo è di certo l’illu-minazione: bisogna evitare il più possibi-le riflessi e ombre parassite sullo schermo, sia che provengano da luce artificiale che da luce naturale, ed evitare neon di scarsa quali-tà perchè concorrono alla sensazione di affa-ticamento visivo. Anche il ricambio dell’aria è un parametro di cui tenere conto: la sinto-matologia della sindrome del videotermina-lista sembra infatti acuirsi quando ci si trova in locali climatizzati che non provvedono ad un regolare ricambio d’aria.La posizione ergonomica corretta preve-de schiena eretta, braccia perpendicolari al terreno e avambracci paralleli. La ta-stiera deve essere posta a 45 cm dall’oc-chio e lo schermo a 60 (e comunque tra schermo e occhio non deve mai esserci una distanza inferiore ai 50 o superiore ai 90 cm). Il computer deve essere di buona qualità, dal momento che una non buona risoluzio-ne porta allo sfarfallamento dell’immagine e quindi all’affaticamento visivo. I caratteri sul-lo schermo devono avere buona definizione, forma chiara e grandezza sufficiente. Anche la combinazione colore/sfondo è importan-

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Computer nemico della vista?Negli ultimi 10 anni il numero di persone che utilizzano il computer per lavoro o per passione è enormemente aumentato, evidenziando problematiche visive in passato irrilevanti. Secondo alcune stime circa il 40% delle persone che passa più di 20 ore settimanali davanti al computer lamenta problemi visivi o irritazioni oculari croniche. Stiamo parlando di quella che viene definita sindrome del videoterminalista, etichettata dagli inglesi come Office Eye Syndrome.Antonello Pizzino, medico oculista responsabile del servizio di chirurgia oculare Ospedale Villa Laura a Bologna, ci spiega quali sono gli effetti dannosi provocati da una prolungata permanenza davanti allo schermo.

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te: ideale nero su bianco, ma valide anche giallo su nero, giallo su blu e rosso su verde, per la nota complementarietà dei colori.

Una volta sistemati gli aspetti “tecnici” della postazione lavorativa (posizione,

postura e schermo) cosa dobbiamo fare per venire in aiuto ai nostri occhi?Fare un accertamento oculistico che per-metta un’adeguata correzione di difetti visivi precedenti, come miopia, ipermetropia o astigmatismo e che ne scongiuri il peggiora-

mento grazie all’uso di lenti correttive. Usa-re lacrime artificiali contro la secchezza oculare, a maggior ragione se portatori di lenti a contatto (anche due-tre volte al giorno). Battere spesso le palpebre: davanti al computer il tempo di ammiccamento è 5 volte inferiore al normale, per questo è bene ricordarsi di farlo volontariamente. E, infine, prendersi le giuste pause di lavoro, quelle di legge e quelle di buon senso: ogni due ore allontanarsi dallo schermo e distrarsi alme-no per 15 minuti e rimettere spesso “a fuoco” i propri occhi, fissando per alcuni secondi oltre lo schermo un punto fisso distante al-meno due-tre metri.

Laura Camanziin collaborazione con Antonello Pizzino,

medico oculista a Bologna

Consigli

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Un aiuto dalla luteinaI problemi agli occhi colpiscono sempre di più gli italiani (la miopia è in costante aumento), ma frutta e verdura possono venire in aiuto. I carotenoidi (pigmenti organici come la luteina e la zeaxantina) hanno effetti positivi sulla vista e gioca-no un ruolo chiave sulla retina e sulle prestazioni visive. Questi due carotenoi-di, oltre che negli integratori dietetici, si trovano comunemente nella verdura a

foglia verde (spinaci, bietole, crescione, broccoli) e nella frutta e nella verdura colorata, soprattutto se arancione, ol-tre che nel mais e nel tuorlo d’uovo. Le proprietà antiossidanti di questi caro-tenoidi si concentrano soprattutto a livello della macula retinica, svolgen-do un’importante azione protettiva. L’organismo umano però non è in grado di sintetizzare queste sostanze che de-

vono essere costantemente reintegrate con gli alimenti. Studi recenti hanno di-mostrato risultati molto positivi, confer-mando i benefici dell’apporto di luteina. Non solo in persone con particolari pa-tologie oculari, anche in individui sani che hanno così potuto beneficiare degli effetti positivi e protettivi, soprattutto per prevenire il comune affaticamento visivo da computer.

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ApprofondimentoMECCANISMI FISIOLOGICI

La sudorazione

La sudorazione è un meccanismo fisiologico con cui il nostro orga-nismo mantiene a valori costanti la temperatura corporea interna (omeostasi termica). Si può quindi dire che la funzione principale delle ghiandole sudoripare è legata al loro essenziale contributo nella termoregolazione. Grazie al sudore e alla vasodilatazione cu-tanea, infatti, la temperatura corporea può rimanere relativamente costante anche in ambienti particolarmente caldi. Ricordiamo però che il sudore, da solo, non è sufficiente per raffreddare il corpo e affinché si abbia una corretta termodispersione è necessario che il sudore evapori: solo passando dallo stato liquido allo stato di vapo-re si ha la sottrazione di calore al corpo. In particolare, per un gram-mo di acqua che evapora dalla superficie corporea si calcola che vengano sottratte all’organismo 0,58 kcal. Una curiosità: il disagio percepito quando ci si trova in ambienti caldo-umidi è determinato dall’umidità ambientale che ostacola l’evaporazione del sudore.

Cos’è dunque il sudore?Il sudore è il prodotto di secrezione di milioni di ghiandole sudo-ripare disperse nello strato intermedio della cute umana, concen-trate maggiormente a livello della fronte, del cuoio capelluto, delle ascelle, del palmo della mano e della pianta del piede.Il sudore si presenta come un liquido incolore, leggermente salato, di reazione acida e con composizione variabile di sali (principal-

mente sodio, potassio, magnesio e cloro), in rapporto alle diverse condizioni fisiologiche dell’organismo. È costituito per la massima parte da acqua e da una percentuale variabile tra lo 0,5 e l’1,5% di sostanze solide organiche (un quarto circa) e inorganiche (gli altri tre quarti), tra cui vari composti azotati (urea, creatinina, ammoniaca).Il pH, come già accennato leggermente acido, è compreso tra 4 e 6,5: la presenza di lattato tende ad acidificare il sudore, mentre l’ammoniaca ne sposta il pH verso valori superiori. Quest’ultima, l’ammoniaca, oltre a rientrare nella composizione del sudore fre-sco, viene prodotta in quantità importanti dai batteri che popolano la superficie cutanea: l’abbondanza di questa sostanza contribui-sce a conferire un odore sgradevole al prodotto delle ghiandole sudoripare.

La sudorazione è controllata da un’area del Sistema nervoso cen-trale (Snc), l’ipotalamo, il quale contiene neuroni sensibili alle va-riazioni di calore interno, sia per il caldo che per il freddo. Quando la temperatura interna cresce fra i 37 e i 42 gradi (febbre, attività sportiva eccetera) o quando i recettori cutanei deputati registrano un aumento della temperatura atmosferica, i neuroni del Snc ven-gono eccitati e, a loro volta, inviano impulsi alle ghiandole eccrine deputate a “produrre” il sudore.

Il nostro corpo produce circa mezzo litro di sudore al giorno ma quando la temperatura sale notevolmente

possiamo arrivare a espellerne più di due litri all’ora e una sudorazione troppo abbondante in tempi brevi

comporta rischio di disidratazione e di eccessiva perdita di sali

a cura della dermatologa Virginia Caliendo

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CLASSIFICAZIONE

Si distinguono tre tipi di sudorazione: termica, psichica e farma-cologica.- La sudorazione termica è indotta da un aumento della tempera-tura corporea ed è diversa nelle varie aree dell’organismo.- La sudorazione psichica avviene in risposta a particolari stati d’animo come ansia, stress ed emozioni. La risposta a questi sti-moli è soggettiva, ma generalmente limitata ad aree corporee ben precise. Al contrario della sudorazione termica, che si accom-pagna sempre ad una dilatazione dei vasi sanguigni, la sudorazio-ne psichica induce vasocostrizione.- La sudorazione farmacologica può essere indotta da vari com-ponenti chimici, derivati da catecolamine, antidepressivi, ma an-che da alcuni cibi e spezie.Esistono infine alcune particolari condizioni, come febbre, infe-zioni e squilibri metabolici (diabete, obesità, ipertiroidismo) in grado di incrementare la produzione di sudore (vedi iperidrosi).

IPERIDROSI

Con il termine iperidrosi si indica un’eccessiva secrezione di sudo-re rispetto alla norma. Può essere Essenziale, quando idiopatica (malattia senza causa nota), o Secondaria quando invece le cause si conoscono: stimoli endocrini (ipoglicemia, ipertiroidismo), obe-sità, menopausa (intesa come “modificazione “ ormonale), dietetici (consumo elevato di alimenti o integratori a base di agenti termo-geni), farmaci (antipiretici, colinergici, antidepressivi, amfetamine), vegetativi (iperidrosi indotta da vomito, nausea o dolore).La sudorazione, si sa, è un fenomeno fisiologico, soprattutto nei mesi estivi ma se troppo abbondante (e in tempi brevi) comporta rischi di disidratazione e di eccessiva perdita di sali, oltre a rappre-

sentare un notevole ostacolo alle relazioni sociali e un possibile in-dizio di uno stato patologico.La localizzazione del problema è un primo, importante, indizio dia-gnostico. Se è estesa a tutta la superficie corporea (iperidrosi gene-ralizzata) è probabile che alla base vi sia un problema endocrino, come l’ipertiroidismo (eccessiva produzione di ormoni tiroidei), farmacologico, febbrile eccetera.Al contrario, gli stati emozionali sono generalmente implicati nella comparsa di iperidrosi localizzata: palmo delle mani, pianta dei pie-di, area ascellare e fronte. E se l’eccessiva sudorazione alle estremi-tà è spesso associata, l’iperidrosi ascellare può sussistere anche da sola. In questo ultimo caso il disturbo è quasi sempre espressione di particolari stati emozionali.

Buono a sapersiVa ricordato che il sudore può essere, come accennato, la manifestazione clinica di un problema internistico, e quindi il medico va sempre contattato quando:• vi è una prolungata, eccessiva ed inspiegabile sudo-

razione;• la sudorazione è accompagnata o seguita dal dolore

toracico o dalla pressione;• la sudorazione è accompagnata da perdita di peso o

si verifica più spesso durante il sonno;• la sudorazione è accompagnata da febbre, dolore

al petto, mancanza di respiro o un battito cardiaco accelerato.

II

Page 11: Il Gazzettino della Farmacia

CuRA E tRAttAmENtO

Dal momento che l’iperidrosi ha un grosso impatto sociale e psi-cologico e può essere causa di notevoli disagi in ambito lavorativo (pensiamo, ad esempio, ad un’attività che necessiti di una note-vole precisione manipolativa), è importante stabilire un percorso terapeutico adeguato. Nei casi di iperidrosi secondaria andranno ricercate le cause e la terapia sarà volta a risolvere la condizione patologica che è responsabile dell’iperidrosi.In tutti gli altri casi vediamo come si può affrontare il problema:- oltre alle normali pratiche igieniche, vanno evitati gli indumenti troppo aderenti, specie se costituiti da fibre sintetiche; - in farmacia si possono trovare particolari deodoranti a lunga du-rata, capaci di limitare il disturbo grazie alla presenza di cloruro di alluminio esaidrato al 10-15% . Indicati soprattutto per la regione ascellare, possono essere preparati anche dal farmacista e rappre-sentano la prima linea di terapia. Da ricordare che in alcuni casi il cloruro di alluminio può non essere così ben tollerato e determi-nare reazioni localizzate come rossore e prurito;- nelle forme palmo-plantari può essere utilizzata una soluzione a base di glutaraldeide che può però determinare una colorazione giallastra della cute. Un’alternativa è rappresentata dalla metena-mina in soluzione alcolica; o l’acido tannico nelle forme macera-tive plantari;- la bromidrosi (sudorazione maleodorante) richiede un’accurata igiene personale, applicazioni topiche di cloroidrossialluminio e può giovarsi della depilazione. La terapia si basa sull’utilizzo di sedativi ed ansiolitici, capaci di limitare l’eccessiva emotività, ma anche di ridurre la soglia di vigilanza e causare sonnolenza. Men-tre il trattamento generale può avvalersi anche di anticolinergici, che aiutano a prevenire la stimolazione delle ghiandole sudori-pare ma i risultati sono incostanti e gli effetti collaterali spesso insopportabili nel lungo periodo.Anche la ionoforesi può produrre una temporanea perdita della capacità di produrre sudore, nel caso la suddetta strategia antitra-spirante non abbia dato gli effetti sperati. La ionoforesi consiste nel collegare un generatore di corrente a bassa intensità a una bacinella d’acqua in cui sono immerse le mani o i piedi del pa-ziente. Il flusso di cariche energetiche generato dall’apparecchio agisce “bloccando” temporaneamente la produzione delle ghian-dole sudoripare. L’efficacia di questa tecnica terapeutica nella cura dell’iperidrosi è variabile: buona per i casi più lievi e meno apprezzabile nelle situazioni più intense.

E IL BOtuLINO?

Merita particolare attenzione l’impiego della tossina botulinica applicato alla cura dell’iperidrosi. Il botox (tossina botulinica di tipo A) è stata approvata nel 2004 per il trattamento della sudo-razione grave, e dell’iperidrosi ascellare primaria. Questa tossina induce una paralisi flaccida, cioè l’incapacità di contrarre i muscoli (compresi quelli involontari) a causa del mancato rilascio di ace-tilcolina da parte delle terminazioni nervose. Se impiegata in con-centrazioni infinitesimamente piccole, ha un’azione miorilassante limitata all’area di iniezione e può così contribuire a distendere le

rughe o a bloccare la secrezione sudoripara (dal momento che l’attività delle ghiandole deputate alla produzione di sudore è controllata dal sistema nervoso). Solo dopo 4-6 mesi dall’inie-zione si ha una graduale ripresa dell’attività secretiva ed in molti casi è sufficiente un singolo trattamento all’anno. Quest’ultimo consiste in molteplici iniezioni locali della tossina ed è indicato precipuamente per l’area ascellare - il volto è controindicato - e va effettuato in regime di anestesia adeguato.Infine, in caso di iperidrosi importante ed invalidante, vengono proposte procedure chirurgiche mini invasive (simpatectomia endoscopica toracica) basate sulla rimozione delle ghiandole sudoripare o sull’interruzione della loro innervazione simpatica.

Zoom

• Sudando si eliminano varie sostanze come farmaci e/o alcuni costituenti di particolari cibi.

• Sudano maggiormente gli uomini, per via del meta-bolismo più attivo che rende necessaria una maggiore dispersione del calore prodotto. Non esistono, invece, variazioni significative tra individui appartenenti a razze diverse.

• Il sudore entra nella composizione del film idrolipidico, quella sottile pellicola che protegge l'epidermide e a cui si devono funzioni quali: respingere le aggressioni batte-riche e opporsi, grazie al suo pH acido, alla colonizzazio-ne cutanea ad opera di numerosi microrganismi patoge-ni (che inducono malattie).

• Il sudore contiene anticorpi (IgA, IgG, IgE), che ne au-mentano l'azione difensiva contro le aggressioni esterne.

• Le ghiandole sudoripare svolgono anche una funzione escretrice di cataboliti (più comunemente noti come “tossine”), seppur moderata se paragonata a quella dei principali organi emuntori dell'organismo come i reni.

ApprofondimentoMECCANISMI FISIOLOGICI

III

Page 12: Il Gazzettino della Farmacia

Gioia di muoversi

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Page 13: Il Gazzettino della Farmacia

Per i “non più giovani”, consigliamo di al-lenarsi a almeno 2-3 volte la settimana. Il perché è presto detto: tutti i giorni diventa pericoloso - i muscoli non riposano - una vol-ta sola è quasi inutile. Gli esercizi si dividono, sostanzialmente, in tre fasi: (cfr, illustrazioni in aletta esterna)

RISCALDAmENtO (10 mINutI)

L’obiettivo è di aumentare gradualmente la temperatura corporea per trasportare più ossigeno possibile ai muscoli. Così facendo si arriva a una frequenza cardiaca di circa 100 battiti al minuto. In questa fase basta camminare muovendo le braccia in avanti e indietro, fare stretching portando i talloni vicino ai glutei, eseguire lente rotazioni del busto, fare leggeri piegamenti delle gambe.

ALLENAmENtO (mASSImO 25 mINutI)

Allungati i muscoli e con le prime gocce di sudore, è ora di svolgere esercizi di forza, resistenza e flessibilità delle articolazioni. Stando attenti a non superare i 130 battiti al minuto e fermandosi al primo accenno di dolore. Come esercizi potete effettuare dei piegamenti sulle gambe, tenendo le punte dei piedi rivolte verso l’esterno (3 se-rie da 15); sollevarvi sulle punte dei piedi (si tonificano i polpacci); sollevare oggetti fino all’altezza delle spalle, a braccia tese (due

bottiglie da mezzo litro d’acqua vanno più che bene - 2 serie da 10); eseguire flessioni sulle braccia in piedi, appoggiando le mani al muro (2 serie da 10).

RAFFREDDAmENtO (10 mINutI)

Molta attenzione va dedicata a quest’ultima parte del lavoro. Bisogna, infatti, tornare alla frequenza cardiaca del riscaldamento, in modo progressivo. Quindi esercizi leggeri, effettuati con grande attenzione: a quattro zampe, cercate di inarcare il dorso (tipo i gatti); da sdraiati, con le gambe piegate, in-spirate gonfiando la pancia e espirate sgon-fiandola, schiacciando la zona lombare della schiena; sempre da sdraiati, afferrate una gamba e portatela al petto, mantenendo la posizione per almeno 30 secondi; seduti su una sedia, eseguite rotazioni del mento o ruotate il capo prima a destra e poi a sinistra.

Gianni Poliin collaborazione con Giacomo Burreto,

preparatore atletico

Anziani

Esercizi per tenersi in formaArrivati a una certa età non è pensabile cercare la prestazione, bisogna privilegiare il lavoro aerobico, eseguito con un certo criterio. E evitare di provare dolore

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Il cardiofrequenzimetro

Ausili meccaniciLa cyclette, di gran moda negli anni Ottanta, è forse lo strumento migliore per tenersi in forma perché di facile utilizzo, si può definire comodamente lo sforzo da sostenere e non presenta controindicazioni in fatto di postura e movimenti, visto che pedalare è, per la stragrande maggioranza delle perso-ne, molto naturale. Anzi, se dovete ac-quistarne una, fatevi mostrare anche le bike horizontal: hanno uno schienale molto utile per non sforzare i muscoli della schiena.Anche il tapis roulant, evitando accu-ratamente di correrci forte, si presta all’esercizio domestico. Meglio cam-minare o, al limite “corricchiare”, senza esagerare con le velocità e le penden-ze. Sconsigliato, invece, il vogatore: ba-sta sbagliare movimenti e postura per incorrere in fastidiosi problemi musco-lari e articolari.

Molto utile e molto facile da usare. Ecco perché consigliamo a tutti, giovani e non più giovani, di acquistare un cardiofre-quenzimetro, apparecchio in grado di calcolare – in tempo reale – le pulsazioni del muscolo cardiaco per eccellenza, il cuore. Non solo, se si sottrae a 220 l’età e si calcola il 60-70% del risultato, si scopre la frequenza giusta di ognuno per svol-gere attività fisica, ovvero i battiti a fine

riscaldamento. Ad esempio Mario ha 69 anni: 220-69=151. Il 60-70% equivale a circa 99-100 battiti, raggiunti i quali po-trà passare alla “fase allenamento”. Dopo un po’ di tempo Mario potrà aumentare la soglia, arrivando anche all’80% (115-120 battiti) ma poi dovrà fermarsi: oltre rischierebbe di svolgere un lavoro anae-robico, sforzando l’apparato circolatorio.

G.P.

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Sebbene oggi l’avvicendarsi delle stagioni abbia un impatto minore sugli esseri viventi rispetto al passato, al rientro in città e alla vita di tutti i giorni può risultar difficile ritrovare ritmo e concentrazione, anche per i più piccoli

Dopo il lungo periodo di riposo delle va-canze, trascorse per lo più senza occupa-zioni e preoccupazioni, è ora di tornare agli impegni quotidiani.E questo per l’organismo non è uno scher-zo: deve, infatti, riprogrammarsi sul piano neuro-endocrino, dal momento che in autunno le giornate si accorciano, hanno meno luce e temperature più basse. Ma se il successo, anche nelle piccole cose, deri-va dalla capacità di anticipare il futuro e di organizzarsi per far fronte ad esso, è bene anche in questo caso adottare strategie di comportamento che aiutino a rientrare in sintonia con l’ambiente e con la nuova sta-gione alle porte.

VItAmINE E mINERALI PER tORNARE IN FORmA

Un malessere caratterizzato da ipersonnia, astenia al risveglio, minore resistenza alla fatica, talvolta anche tristezza e malinconia, viene diagnosticato negli adulti come SAD (Seasonal Affective Disorder), ma in forme più lievi può interessare anche i bambini.Per prolungare i benefici effetti dell’estate e goderne i risvolti positivi per tutto l’inverno è bene riprendere gradualmente il ritmo. E

questo vale per i grandi come per i piccini. Il primo passo è seguire un’alimentazione equilibrata per garantirsi un ottimale carico di energia. Integrazioni di vitamine e mi-nerali possono risultare utili per affrontare impegni sportivi e scolastici. Il fosforo confe-risce robustezza ad ossa e denti, il ferro, se carente, può ridurre la capacità di concen-trazione per ridotta ossigenazione, lo iodio è importante per lo sviluppo intellettivo del bambino (e si trova soprattutto nel pesce, è bene ricordarlo). Pappa reale e olivello spino-so sono fonti naturali di vitamine e minerali

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Ritrovare il ritmo

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con effetto tonico e corroborante. Da non dimenticare poi la vitamina C, utile per sti-molare il sistema immunitario: l’Acerola e la Rosa canina, disponibili in gocce e compres-se masticabili (per bambini sopra i tre anni) o in diluizioni omeopatiche per la prima in-fanzia, sono le fonti naturali in cui trovarla. Echinacea, Astragalo e Propoli prevengono e curano i malesseri legati agli sbalzi di tem-peratura e gli stati di raffreddamento: anche in questo caso si possono scegliere estratti vegetali in forme liquide e compresse per i più grandi, e preparati in granuli o liquidi in

diluizione omeopatica per i più piccoli.In caso di astenia, esaurimento fisico e men-tale, calo della memoria sono utili il Kalium Phosphoricum, uno dei dodici Sali di Schüs-sler, insieme ad Avena Sativa, Prugnolo e vitamine del gruppo B per un’azione antia-stenica e neurotonica. Se invece sono irrita-bilità e paura a colpire il bambino i rimedi omeopatici possono essere a base di Ignatia e Valeriana, che riducono l’ansia, o di Mimu-lus ed Aspen, due dei 38 Fiori di Bach capaci di riequilibrare le emozioni e ridimensionare paure precise o irrazionali.

SPORt E muSICA, PREZIOSI ALLEAtI

Per far riacquistare ritmo ed energia al proprio bambino dopo le vacanze anche lo sport può essere utile: conferisce tono muscolare, aiuta la socializzazione e mi-gliora l’umore. Praticato come gioco fino a 6-7 anni, diventa dai 9 agli 11 il momento giusto per indirizzarsi ad attività singole o di squadra, mentre nella vita degli adole-

scenti diviene un momento importante di confronto con i coetanei, con il consiglio dell’allenatore e l’impegno nelle gare che aiutano la formazione della personalità e rafforzano l’autostima. Se la pratica sportiva diventa parte integrante della vita del bam-bino è fondamentale abituarlo a bere molta acqua, perchè serve a regolare la tempera-tura corporea, lubrificare, dare supporto alle articolazioni, permettere la dissoluzione e lo scambio di nutrienti tra cellule e sangue, dissolvere i prodotti di scarto e consentirne l’eliminazione garantendo drenaggio e de-purazione.Anche il potere della musica non va sotto-valutato per il raggiungimento di un benes-sere psicofisico. La musica, infatti, è capace di regolare il battito cardiaco e il ritmo del respiro, producendo effetti a livello organico e psichico che aiutano a ritrovare non solo gioia e serenità, ma anche concentrazione ed energia.

Patrizia Mantoessi, farmacista

Spazio bimbi

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Il fosforo conferisce robustezza ad ossa e denti, il ferro, se carente, può ridurre la capacità di concentrazione per ridotta ossigenazione, lo iodio è importante per lo sviluppo intellettivo del bambino

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Quali sono le patologie più ricorrenti?Tra le malattie cardiache congenite più fre-quenti c’è il dotto arterioso pervio, una ma-lattia congenita che, se non riconosciuta per tempo, può portare anche alla morte. Il sospetto di una sua presenza può nascere dal rilievo, attraverso l’auscultazione, di un “soffio cardiaco” caratteristico. La diagnosi deve essere confermata da un esame eco-cardiografico eseguito da un cardiologo veterinario. Una volta diagnosticato il pro-blema si può intervenire sia attraverso so-luzioni chirurgiche, sia attraverso soluzioni meno invasive, garantendo al nostro amico una completa guarigione. Un’altra malattia cardiaca diffusa è la ste-nosi aortica, che prevede un restringimen-to della valvola aortica che, se lieve, può avere conseguenze minime, ma se grave può portare anche a scompenso cardiaco o morte improvvisa. Anche in questo caso per diagnosticarla è necessario un esame ecocardiografico, e sebbene ad oggi non esistano interventi risolutivi, la terapia

farmacologica può rallentarne il decorso. Poiché la stenosi aortica è una malattia con una forte prevalenza in alcune razze, come il Boxer e il Terranova, negli ultimi anni sono stati avviati programmi di screening allo scopo di farne una diagnosi precoce. La stenosi polmonare può presentarsi in forme diverse. La più comune è rappresen-tata dalla mancata completa separazione dei lembi della valvola polmonare nel corso della vita fetale. Questa malattia è curabile attraverso una sorta di “palloncino” salva-cuore, basta diagnosticarla per tempo at-traverso una ecocardiografia.

Altri esempi?Ci sono poi le patologie cardiache acquisi-te, rappresentate da malattie cardiache che compaiono in genere negli animali adulti. È stato stimato che il 70% dei cani al di so-pra dei 7 anni sia affetto da prolasso della valvola mitralica con conseguente insuffi-cienza della stessa. I più colpiti sono i cani di piccola taglia e tra questi soprattutto il

Bassotto, il Cavalier King Charle Spaniel, lo Yorkshire Terrier ed il Barboncino. Recente-mente tuttavia, è stato dimostrato che an-che i cani anziani di taglia maggiore, come il Pastore Tedesco, possono essere colpiti. L’elevata incidenza di questa malattia nella popolazione canina non deve tuttavia allar-mare. Molti degli animali colpiti presenta-no, infatti, un decorso lento della malattia e, in alcuni casi, non evidenziano i sintomi dell’insufficienza cardiaca per tutta la dura-ta della loro vita. Tuttavia, il riconoscimento di un soffio cardiaco in un cane che non l’aveva mai presentato prima deve essere

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Cuore di Fido da monitorareAnche il cane soffre di cuore. E sempre di più, a guardare stime e dati. Il perché? Semplicemente li controlliamo di più, e meglio. E, in poche parole, prestiamo maggiore attenzione alla loro salute, sottoponendoli a più controlli, effettuati da persone - cardiologi e veterinari - sempre più preparati. Abbiamo approfondito l'argomento in compagnia del professor michele Borgarelli

Miocardiopatie felineA differenza dei cani, in cui i problemi cardiaci sono più facilmente diagnostica-bili perchè associati a segni clinici di facile identificazione, nei gatti la diagnosi delle cardiopatie risulta più complessa.Le malattie cardiache che maggiormen-te possono colpire i felini di casa sono le miocardiopatie. Queste patologie sono rappresentate da malattie primarie del muscolo cardiaco, e tra queste la più co-

mune è la cardiomiopatia ipertrofica, che è caratterizzata da un ispessimento delle pareti del cuore. Purtroppo i segni clinici di queste patologie non sono evidenti per lunghi periodi (anche se talvolta è possibile avvertire un soffio). In genere le razze più colpite sono quelle a pelo lun-go (Main Coon, Rag Doll, Persiani). Esami ecocardiografici periodici possono dia-gnosticare in tempo tali malattie.

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sempre seguito da altre indagini (quali un esame radiografico del torace e/o una eco-cardiografia), al fine di determinarne la gra-vità e l’eventuale necessità di una terapia.Un’altra patologia cardiaca comune nel cane è rappresentata dalla miocardiopatia dilatativa (diminuzione della funzione di pompa del cuore e conseguente dilata-zione dello stesso). Questa malattia colpi-sce prevalentemente cani di grossa taglia: Alano, Dobermann, Terranova e Levriero Irlandese. Il periodo asintomatico è piut-tosto lungo e questo ne rende difficile la diagnosi, che richiede anche in questo caso

un esame ecocardiografico eseguito da un cardiologo veterinario.

Curare tempestivamente i problemi car-diaci è fondamentale, ma come possia-mo riconoscerne i sintomi?La diagnosi accurata mediante esami più approfonditi (radiografia del torace e esa-me ecocardiografico) possono consentire al veterinario di instaurare una terapia tem-pestiva. I campanelli d’allarme che possono indicare la presenza di un problema cardia-co sono rappresentati da respiro affannoso a riposo, perdita di appetito e riduzione del-la capacità di esercizio fisico. Anche la tosse è un segnale da guardare con attenzione, soprattutto se secca, notturna e poco ru-morosa. È importante sottolineare però che questi sintomi sono spesso comuni anche ad altre malattie, e che quindi la loro pre-senza associata al riscontro di un soffio non implica necessariamente la presenza di uno scompenso cardiaco.

Interventi chirurgici, ma anche terapie di mantenimento. E riguardo le cure farma-cologiche che possiamo somministrare al nostro animale cosa può dirci?La terapia farmacologica dell’insufficienza cardiaca si basa sulla somministrazione di più farmaci, quali gli ACE inibitori, i diuretici e farmaci inotropo positivi. Gli ACE-inibitori permettono di compensare la costrizione patologica dei vasi sanguigni provocando una dilatazione di quelli arteriosi e venosi e riducono di conseguenza il lavoro cardiaco. I secondi favoriscono l’eliminazione dell’ac-qua e del cloruro di sodio e vengono utiliz-zati per ridurre gli edemi. I farmaci inotropo positivi invece (digoxina o pimobendan) aiutano a preservare la funzione di pompa del cuore. In ogni caso il veterinario deci-derà la terapia più adeguata in base all’età, al peso, al tipo di disfunzione e a quanto il

cane sarà penalizzato nella vita quotidiana, e darà al proprietario indicazioni sull’ali-mentazione e sullo stile di vita che l’anima-le in cura dovrà seguire.

Il cane cardiopatico deve dunque segui-re una dieta speciale?Il trattamento dietetico è molto importante nei cani con scompenso cardiaco clinica-mente evidente. Lo scopo è quello di ridur-re il lavoro del cuore, senza venir meno alle esigenze nutritive dell’animale. La dieta per un animale cardiopatico con segni di scom-penso cardiaco prevede una riduzione dell’apporto di sodio e l’utilizzo di cibi alta-mente digeribili suddivisi in piccole porzio-ni somministrate più volte al giorno.

Laura Camanzi in collaborazione con Michele Borgarelli, Dipl. ECVIM-CA (Car-

diology), Associate Professor of Cardiology Kansas State University, Manhattan, Kansas

Salute a quattro zampe

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Nel gatto la cardiomiopatia dilata-tiva, a differenza del cane, è deter-minata dal deficit di un aminoacido chiamato taurina, che causa anche gravi lesioni oculari. Il gatto non è in grado di sintetizzare questo ami-noacido che deve essere quindi co-stantemente reintegrato attraverso la dieta. A seguito di tale scoperta la maggior parte delle aziende produt-trici di alimenti per animali ha prov-veduto all’aggiunta di taurina nei prodotti in commercio e questo ha determinato una notevole riduzione della patologia.

Taurina, la sostanza salvacuore

I campanelli d’allarme di un problema cardiaco sono rappresentati da respiro affannoso a riposo, perdita di appetito e riduzione della capacità di esercizio fisico

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Benessere

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La Valle di Viù è un gioiello della natura a un’ora scarsa da Torino (48 km per la precisio-ne). Situata nelle Alpi Graie, fino alla secon-da guerra mondiale ad appannaggio della nobiltà torinese, è un luogo pressoché in-contaminato e raggiungibile solo attraverso due gallerie (importante barriera ai pesticidi e inquinanti della pianura). Qui, in una strut-tura recentemente ristrutturata, una serie di docenti tengono lezioni «per tornare a vivere e prendere coscienza di quello che si fa», per dirla con le parole della dottoressa Mano.

Come le è venuta questa idea, così lontana dai cliché turistici e, perché no, sanitari?Ho sempre visto di buon occhio le medicine orientali, dove l’alimentazione è parte inte-grante delle cure; successivamente, grazie ai risultati di studi condotti in modo “occidenta-le” si è visto che la sindrome metabolica au-menta, e di molto, il rischio di cancro e non solo di malattie osteoarticolari e cardiovasco-lari. Da questo presupposto ho cominciato ad approfondire tematiche come la cucina tradizionale, la ricerca della stagionalità e dei prodotti locali, rispetto della sapienza conta-dina e le coltivazioni biologiche e biodinami-che e, infine, la biodiversità.

Una cucina, se mi passa il termine, salutare.Esatto. Noi, adesso, mangiamo sempre tutto - anche i pomodori a dicembre - ma spesso sono prodotti che hanno fatto tantissima strada prima di raggiungere la nostra tavo-

la. Alcuni cibi sono ormai senza sapore o di sapore diverso da quello che dovrebbero avere. Il pane, ad esempio, è in caduta verti-cale in quanto a qualità: la farina industriale è sempre più fine, macinata dai rulli d’acciaio. Oltre a perdere di gusto, dura sempre meno ed è povero di valori nutritivi.

Il cibo come caposaldo, seguito da?Movimento, sempre e comunque. Migliora l’attività cardiovascolare, abbassa i valori di colesterolo, diverte.

Solo sport o anche discipline orientali?Entrambi. Quest’estate abbiamo proposto corsi di nordic walking (camminare con l’au-silio delle bacchette da sci: permette di solleci-tare i muscoli di braccia, gambe e bacino ndr) ma anche lezioni di yoga e ”attività fisica adattata” , molto utili per continuare, anche dopo una seduta dal professionista, il lavoro di guarigione. L’attività deve mirare sempre all’aumento della massa magra, alla flessibi-lità e soprattutto deve avere una compente ludica (ad esempio le danze folk ndr).

Sempre per il discorso di "prendere co-scienza di quello che si fa".Sì, che vale anche per la creatività. Chiunque, chi più chi meno, possiede talento. Il canto, il disegno, la pittura, il cucito sono tutte attività che fanno benissimo, al corpo e alla mente. A noi interessa instradare, far provare, stimola-re. Per divertirsi.

In ogni caso, i settori d’elezione di Lem sono quattro: alimentazione, creatività, movimento e ecologia mentale. Si, grazie a esperti nelle varie discipline - dal falegname al medico, passando per la sarta e il musicista - durante i week-end proponia-mo corsi di ogni tipo, alternando passeggia-te, degustazioni e attività all’aperto a vere e proprie lezioni in aula. Fatevi un giro sul sito www.laboratorioenergiamentale.it, oltre a una gallery fotografica, è possibile conoscere i curricula dei docenti e consultare il calenda-rio dei corsi dei mesi successivi. Vi aspetto.

Federico Meda

Laboratori di energia mentaleL’idea è venuta a maria Piera (mapi) mano, specialista in Ginecologia e Ostetricia, fondatrice e presidente di Lem, cooperativa piemontese che organizza corsi di ogni tipo: attività fisica, ecologia mentale, potere creativo, alimentazione e cucina

Studi recenti dimostrano come la pre-venzione primaria della malattia risieda nello stile di vita, correlato alla “sindrome metabolica”.Per "sindrome metabolica" si intende la tendenza ad aumentare di peso, soprattutto a livello addominale, ac-compagnata spesso da ipertensione e ipercolesterolemia, conseguenza di abitudini alimentari non corrette (in par-

ticolare zuccheri a rapido assorbimento e grassi animali), vita sedentaria e depres-sione, quest’ultima sia causa che conse-guenza di questo stile di vita.Gli studi dimostrano come la “sindrome metabolica” sia correlata alle malattie car-diovascolari e all’osteoporosi ma anche e, in modo significativo all’insorgenza di cancro, soprattutto alla mammella, alla prostata e al colon.

GLOSSARIO: SINDROME METABOLICA

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Bimestrale di informazione al pubblico della Cooperativa Farmaceutica Lecchese

Anno 8, n° 5 Settembre-Ottobre 2010Reg. Trib. Lecco N. 10/03

del 22/09/2003

Direttore responsabile Sergio Meda

Comitato Scientificodottor Paolo Borgarelli

dottoressa Valentina Guidi

CollaboratoriVirginia Caliendo, Laura Camanzi, Patrizia

Mantoessi, Federico Meda, Gianni Poli

Coordinamento redazionaleHand&Made Milano

Impaginazione e graficaDe Marchi di De Marchi Simone

www.de-marchi.com

StampatoreGam Edit Srl – Italy

Via A. Moro, 8 - 24035 Curno (Bg)

Associazione Nazionale EditoriaPeriodica Specializzata Socio Effettivo

A.N.E.S.ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA

PERIODICA SPECIALIZZATA

Associata al sistema Confindustria

Risponde il Farmacista

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Mi è aumentato il colesterolo. Ci sono soluzioni alternative ai farmaci?Se i valori non sono troppo alti, se non ci sono altri fattori predisponenti - obesità, diabete, precedenti problemi cardiovascolari eccetera - il consiglio, oltre alla dieta, è di assumere integratori a base di riso rosso fermentato, molto ricco di monacolina k, sostanza capace di ridurre la produzione di colesterolo. Il colesterolo, infatti, proviene per 1/3 dalla dieta e per 2/3 da quello che produce il nostro organismo. Ovviamente l’assunzione di questi integra-tori presuppone, in ogni caso, una dieta equilibrata, povera di alimenti ricchi di colesterolo, e l’esercizio fisico. Ci sono diversi integratori contenenti riso rosso fermentato, chiedete al vostro farmacista per la scelta delle formulazioni migliori.

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