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I. Kant Il criticismo
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I. Kant Il criticismo. La critica della ragion pura (1781) Scopo di questa opera è una critica della facoltà razionale in generale dal punto di vista.

May 01, 2015

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Raul Costanzo
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Page 1: I. Kant Il criticismo. La critica della ragion pura (1781) Scopo di questa opera è una critica della facoltà razionale in generale dal punto di vista.

I. Kant

Il criticismo

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La critica della ragion pura (1781)

• Scopo di questa opera è una critica della “facoltà razionale in generale” dal punto di vista di tutte le conoscenze alle quali la ragione può tendere indipendentemente da ogni esperienza;

• La determinazione dei limiti della pura conoscenza razionale

• La discussione della possibilità o impossibilità della metafisica in generale

• La fondazione della possibilità della conoscenza a priori

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La critica della ragione pura come tribunale della ragione

• Contro dogmatismo, scetticismo e indifferentismo.• Il tormentato terreno della metafisica - sapere, secondo Kant,

assoluto e definitivo, tale da conferire unità e fondamento a ogni altro sapere -

• La fisiologia descrittiva dell’intelletto umano di Locke - • Il criticismo, una ricerca tesa ad affrontare i problemi della

metafisica attraverso una riflessione sui limiti e sulle condizioni della ragione umana. Il problema critico è un problema di validità e non di realtà.

• La ragione deve assumere il compito “della conoscenza di sé e istituisca un tribunale che la tuteli nelle sue giuste pretese, ma tolga di mezzo le pretese senza fondamento, non certo arbitrariamente bensì in base alle sue leggi eterne e immutabili; e questo tribunale altro non è se non la critica della ragion pura stessa”

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• “Con questa espressione non intendo alludere ad una critica dei libri e dei sistemi, ma alla critica della facoltà della ragione in generale, rispetto a tutte le conoscenze a cui essa può aspirare indipendentemente da ogni esperienza;

Quindi alla decisione sulla possibilità o impossibilità di una metafisica in generale, alla determinazione tanto delle fonti quanto dell’estensione e dei limiti della medesima, il tutto però in base a principi” (Prefazione)

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Le scienze

• Matematica, rivoluzione nel mondo antico• Fisica- rivoluzione da Galilei a Newton• La metafisica, sapere assoluto entra in

contraddizione con la natura finita dell’uomo.

• Stabilire le condizioni e i limiti di possibilità del sapere accessibile all’uomo quale essere pensante finito

• Ragione costruttiva ma non creatrice

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Cosa conosciamo?

• Delle cose conosciamo a priori quello stesso che noi vi mettiamo.

• Ricercare gli elementi della ragion pura in quello che si può confermare o contraddire per mezzo di un esperimento

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conoscenza

• Ogni nostra conoscenza incomincia con l’esperienza ma non ogni nostra conoscenza deriva tutta dall’esperienza

• Vi sono conoscenze che sono indipendenti dall’esperienza e dalle stesse impressioni dei sensi.

• Tali conoscenze sono dette a priori e sono distinte dalle empiriche, che hanno la loro origine a posteriori, cioè nell’esperienza

• Le conoscenze a priori sono dette anche pure ad esempio la proposizione ogni cangiamento ha la sua

causa.

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Giudizio a priori

• Necessità e vera universalità sono segni distintivi sicuri di una conoscenza a priori

e sono inseparabilmente inerenti l’uno all’altro

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Giudizi analitici e sintetici

• Giudizio analitico: il predicato B appartiene al soggetto A come qualcosa che è contenuto (implicitamente) in questo concetto A; la connessione viene pensata per Identità. Giudizi esplicativi

• Giudizio sintetico: il predicato B è esterno al soggetto A, benchè stia in connessione con esso. Giudizi estensivi.

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I giudizi sperimentali

• Sono sempre sintetici e nell’esperienza trovano la loro possibile sintesi.

• Quelli matematici sono sintetici a priori, come pure quelli della fisica.

• e quelli della metafisica?

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Giudizio sintetico a priori

• I caratteri sono: necessità, universalità ed espansione

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Struttura dell’opera

• I. Dottrina degli elementi

A) Estetica trascendentale

B) Logica trascendentale{a) analitica trascendentale

b) dialettica trasc

• II. Dottrina trascendentale del metodo

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Senso e intelletto

• Il senso , gli oggetti ci sono dati

• Intelletto, gli oggetti sono pensati

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intuizione

• Forma pura della sensibilità, in cui tutta la varietà dei fenomeni viene intuita in determinati rapporti

• La semplice forma dei fenomeni è ciò che la sensibilità può fornire a priori

• Due forme pure di intuizione sensibile, come principi della conoscenza a-priori: spazio e tempo

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Lo spazio

• È una rappresentazione necessaria a priori

• sta a fondamento di tutte le rappresentazioni esterne

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Il tempo

• Rappresentazione necessaria a priori, che sta a fondamento di tutte le rappresentazioni interne.

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intelletto

• Capacità di produrre spontaneamente rappresentazioni – spontaneità della conoscenza

• Conoscenza discorsiva, per concetti

• I concetti si fondano sulla spontaneità del pensiero, allo stesso modo che le intuizioni sensibili si fondano sulla recettività delle impressioni

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intelletto

• Facoltà di giudicare• Pensare è la conoscenza per concetti• La sintesi pura delle rappresentazioni

viene ricondotta a concetti• Sequenza della conoscenza: il molteplice

(che ci è dato) delle intuizioni pure; la sintesi del molteplice attraverso l’immaginazione, l’unità attraverso i concetti.

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Tavola delle categorie

• Quantità – unità, pluralità, totalità

• Qualità: realtà, negazione, limitazione

• Relazione- inerenza e sussistenza, causalità e dipendenza, comunanza.

• Modalità – possibilità – impossibilità; esistenza-inesistenza , necessità-contingenza

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Anal. Tras. L.1, cap. ii, sez.1, par 14

• Il celebre Locke…David Hume … entrambi derivarono i concetti puri dell’intelletto dall’esperienza

• Esigenza effettiva delle conoscenze scientifiche a priori

• Fantasticheria e scetticismo• Unificazione non è data degli oggetti ma

dal soggetto, essendo un atto della sua spontanea attività

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unificazione

• Il concetto di unificazione implica oltre al concetto del molteplice e della sintesi di esso, anche quello di unità di esso.

• Unificazione è la rappresentazione dell’unità sintetica del molteplice.

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La deduzione trascendentale

• Giustificazione della loro validità e uso delle categorie

• Perché le categorie, pur essendo forme oggettive della nostra mente, pretendono di valere anche per gli oggetti? Forme attraverso cui l’io penso elabora l’esperienza

• Io penso, centro unificatore, appercezione o autocoscienza trascendentale. Principio supremo della conoscenza umana

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Io penso

• Appercezione pura, o originaria, che produce la rappresentazione Io penso

• Unità trascendentale dell’autocoscienza

• Consapevolezza della sintesi, in quanto data a priori, è il fondamento della identità dell’appercezione stessa che precede ogni mio pensiero determinato

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• Stabilire il fondamento intellettuale a priori della nostra conoscenza

• Limitare l’uso delle categorie alla conoscenza delle cose in quanto oggetti di un’esperienza possibile.

• Tutto quello che l’intelletto produce da se medesimo, senza prenderlo a prestito dall’esperienza, non lo possiede tuttavia ad altro uso, che per servirsene nell’esperienza

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Lo schematismo trascendentale

• La mediazione tra sensibilità e intelletto, due facoltà eterogenee.

• Gli schemi sono perciò le categorie calate nel tempo, ovvero le regole attraverso cui l’intelletto condiziona il tempo secondo i propri concetti.

• I principi sintetici dell’intelletto puro

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• Assiomi dell’intuizione

• Le anticipazioni della percezione

• Le analogie dell’esperienza

• I postulati del pensiero empirico in generale

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L’io legislatore della natura

• L’io è il legislatore della natura in senso formale, ovvero il soggetto delle relazioni generali che costituiscono il tessuto dell’esperienza fenomenica

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Dialettica trascendentale

• Oggetto di indagine: la ragione e le sue idee• Analisi e smascheramento dei ragionamenti

fallaci della metafisica

• -- Io sostanza - Psicologia razionale: Paralogismi

-- Il mondo come cosa in sé - Cosmologia razionale: ANTINOMIE (tesi e antitesi)

-- Dio – teologia razionale – Le prove dell’esistenza di Dio

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La critica alle prove dell’esistenza di Dio

• Prova ontologica o a priori (dalla perfezione si deduce l’esistenza)

• Prova cosmologica

• Prova fisico-teleologica (dall’ordine, dalla finalità e dalla bellezza del mondo per risalire a Dio)