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GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 Renato Ferlinghetti Università degli Studi di Bergamo Centro Studi Sul Territorio (CST) ‘L. Pagani’ Bergamo, 24 ottobre 2019 Anno accademico 2019-2020 Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione
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GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

Oct 31, 2021

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Page 1: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

GEOGRAFIA URBANA E

REGIONALE 1

Renato Ferlinghetti

Università degli Studi di Bergamo

Centro Studi Sul Territorio (CST) ‘L. Pagani’

Bergamo, 24 ottobre 2019

Anno accademico 2019-2020

Dipartimento di Lettere, Filosofia,

Comunicazione

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I pdf delle lezioni sono settimanalmente pubblicate nella

pagina del corso nel sito della nostra Università

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Il nostro percorso disciplinare

• La geografia scienza dell’umanizzazione della

Terra

• Il processo di territorializzazione

• La varietà della Geografia

• Visione della territorializzazione (determinismo,

possibilismo, strutturalismo o funzionalismo, geografia

umanistica)

• Il concetto di regione e le ragioni della regione

• Le invarianti strutturali del territorio lombardo

• Ambienti, territori e paesaggi del territorio lombardo

• Uno sguardo regionale al mondo: le nuove vie della

seta

• La rappresentazione cartografica

• 1° Attività sperimentale: Dal luogo di formazione alla

formazione del luogo

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Le tre domande della geografia:

dove, come, perchè• Originario e universale è il problema di

rapportarsi allo spazio, localizzando

(dove!) sé stessi e gli altri oggetti

geografici gli uni rispetto agli altri, nonché

qualificandoli nella loro tipicità, cioè

descrivendoli (come!)qualitativamente e,

progressivamente, classificarli e

interpretarli (perché!).

• (Corna-Pellegrini, 2002, p. 128)

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• Varietà e ricchezza della Geografia

• Le molteplicità dei generi si possono ordinare secondo tre tipi di concezione:

• Descrittiva (dove, come)

• Esplicativa, nel senso della scienza positivista (perché)

• Comprensiva, che si sforzi cioè di considerare gli uomini nella loro diversità piuttosto che partire da uno schema a priori.

• Queste concezioni non si escludono l’un l’altra: da questa diversità di approcci nasce il continuo arricchimento e sviluppo della Geografia

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Adalberto Vallega, Le grammatiche della geografia,

Bologna, Patron, 2004.

• Approccio geografico.

• Possiamo considerare il territorio come un insieme di elementi, umani e naturali, che si compongono variamente tra loro e interagiscono formando strutture. In tal modo costruiamo conoscenza e produciamo rappresentazioni usando una piattaforma razionalista, grazie alla quale consideriamo strutture territoriali costituite da elementi legati tra loro da relazioni casuali. (grammatica razionalista)

• Valori culturali dei luoghi, le loro ragioni di essere in rapporto alla vita delle persone e delle singole comunità umane, in sostanza ci consente di comprendere il senso esistenziale del modo con cui la superficie terrestre è immaginata, abitata, utilizzata, (grammatica umanistica)

• Le due grammatiche costituiscono due modi nettamente differenziati di costruzione del discorso geografico.

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Varietà delle geografie

• Caratteristico del procedere e del contrapporsi delle diverse scuole di pensiero geografico è che non si sono mai sostituite l’una all’altra. Ciò contraddice, almeno per la geografia, l’ipotesi di Thomas Kuhn, secondo la quale, nel procedere della riflessione scientifica, sempre nuovi paradigmi interpretativi sostituiscono quelli precedenti, i quali tendono a rilevarsi obsoleti. Nella ricerca geografica non è stato cosi.

• (Corna-Pellegrini, 1992, p. 15)

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Varietà delle geografie

• Tutto ciò complica un poco i modelli tradizionali di ricerca geografica, ma li arricchisce straordinariamente, e soprattutto li avvicina ad un diffuso bisogno di conoscere e capire il mondo. Inoltre ciò facilita l’interazione tra le geografie e le altre discipline scientifiche ed umanistiche, molto delle quali hanno pieno titolo per “leggere” aspetti diversi e peculiari del territorio.

• (Corna-Pellegrini, 2002)

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I fini delle discipline geografiche

• Balza in primo piano l’esigenza di una geografia che,

insieme a tutte le altre materie curriculari, arricchisca la

personalità dell’allievo e del cittadino insegnandogli a:

• guardare il territorio (quello vicino, ma anche quello

lontano), decodificare i suoi segni, leggere talune sue

immagini sintetiche, capire le sue capacità d’uso da

parte degli uomini, rispettarne le culture così varie, e

conservarne, infine, i valori ambientali così delicati e

spesso irripetibili.

• (Corna-Pellegrini, 2002)

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La Geografia razionalista e il concetto di territorio un

termine dalle diverse interpretazioni

• Approccio geografico.

• Possiamo considerare il territorio come un insieme di elementi, umani e naturali, che si compongono variamente tra loro e interagiscono formando strutture. In tal modo costruiamo conoscenza e produciamo rappresentazioni usando una piattaforma razionalista, grazie alla quale consideriamo strutture territoriali costituite da elementi legati tra loro da relazioni casuali. (grammatica razionalista)

• Il territorio il cuore dell’interesse geografico

• Diciamo spazio un’estensione della superficie terreste dotata di meri attributi fisici e chiamiamo territorio uno spazio sopra cui si è esercitato un qualche lavoro umano; il processo attraverso il quale questo artefatto si costruisce ed evolve è la territorializzazione.” (A. Turco, 1988)

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Dallo spazio al territorio, dalla Terra al Mondo

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Teoria della territorializzazione

• - Il processo di territorializzazione si articola in tre fasi:

• 1) Controllo intellettuale; manifestazione che riguarda la sfera intellettuale

• Denominazione

• 2) Controllo materiale; manifestazione che riguarda la sfera materiale

• Reificazione

• 3) Controllo strutturale; manifestazione che riguarda la sfera dell’organizzazione sociale

• Strutturazione

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Determinismo ambientale

Quando

• Dall’Ottocento al primo Novecento

• Asserti

• La natura determina le forme con cui le comunità umane si insediano sul territorio e ne sfruttano le risorse

• Le manifestazioni umane sono il frutto di un adattamento a ciò che la natura consente di fare

• Il geografo indaga le influenze esercitate dalla natura

• Opere paradigmatiche

• Friederich Ratzel 1882 – 1891, Anthropogeographie (Geografia antropica)

• Contesto ideologico

• Darwinismo, Positivismo

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Determinismo ambientale

Diversi autori dell’età classica (Ippocrate, Platone,

Aristotele, Strabone) avevano trovato le cause, o

meglio le motivazioni del maggiore sviluppo di una

società in alcuni elementi naturali dell’ambiente in

cui era inserita.

Aristotele (Politica, VII libro) «il clima delle regioni fredde

rende quelle popolazioni più vigorose e forti, mentre gli

Asiatici mancano di quell’energia e dunque propendono

maggiormente per il dispotismo e la schiavitù» .

Il cristianesimo trascurò la questione partendo dall’assioma

che entrambe, natura e uomo, fossero creature divine.

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Determinismo ambientale

• Nell’età classica

• Descrizione della molteplicità degli aspetti della

superficie terrestre

• Strabone (58 a. C. – tra 21 e 25 d.C.)

• Autore dell’opera Geografia e dei Commentari storici

• La Geografia comprende 17 libri che descrivono le

regione dell’epoca conosciute e abitate. I primi due libri

trattano dei problemi, degli scopi, dei limiti e dei

destinatari della scienza geografica, il V e il VI affrontano

il territorio italiano.

• (Strabone, Geografia.L’Italia libri V-VI, Milano, BUR – Rizzoli, 1988)

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Leggi i primi otto

capoversi delle

conclusioni fornite da

Strabone per

giustificare il primato

dell’Italia nel I secolo

a.C.

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Le cause del primato italiano

• 1. Difesa dai mari e dalle catene montuose;

• 2. Presenza di coste basse adatte alla difesa e

insenature riparate adatte alla realizzazione di porti

• 3. Varietà climatica e ampio sviluppo latitudinale della

penisola italiana.

• 4. Fertilità dei suoli e struttura geomorfologica articolata

in costa, pianura, fascia collinare e montana

• 5. Diffuso reticolo idrografico e ampia presenza di

sorgenti e di risorse minerali e di boschi ed elevata

qualità dei prodotti alimentari sia per gli uomini che per

gli animali

• 6. Posizione centrale nel Mediterraneo

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Determinismo ambientale

Nel XIX secolo

Le teorie evoluzionistiche del XVIII e XIX secolodimostravano che è l’ambiente il fattore che influisce inmodo determinante sull’evoluzione e che l’uomo non erapiù al centro della creazione.

Centralità dell’ambiente e nascita dell’ecologia (ErnstHeinrich Haeckel 1834-1919), come scienzedell’ambiente.

Applicando le stesse idee ai gruppi umani, si ricava che losviluppo delle diverse società è una risposta allesollecitazioni dell’ambiente.

L’ambiente non influenza soltanto flora e fauna, ma anchele società umane. Ciò ovviamente non in maniera diretta,ma attraverso tutta una serie di condizionamenti che siesplicano nella distribuzione dell’uomo sulla Terra, neisuoi tratti razziali, nei suoi modi di abitare, produrre,organizzarsi socialmente, politicamente, culturalmente.

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Determinismo ambientale

• All’analisi geografica spetta dunque il compito di esaminare le leggi meccaniche e chimiche della natura i cui elementi sono esattamente quantificabili e di individuare attraverso esse altre leggi che stabiliscano quale tipo di società e di organizzazione del territorio può generare un determinato ambiente. I due termini della ricerca: l’uomo e l’ambiente sono infatti legati tra loro da un rapporto di causa ed effetto; ma le condizioni fisiche dell’ambiente naturale restano il vero soggetto della ricerca perché da esse è possibile determinare il comportamento e il livello di sviluppo della società umana.

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SOCIETA’AMBIENTE

Determinismo ambientale

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Possibilismo

• Quando

• Primo metà del Novecento

• Asserti

• Le manifestazioni territoriali dell’interazione uomo-natura sono il frutto di una reciproca influenza

• “Non è più l’ambiente che determina le azioni dell’uomo, ma è l’uomo che interferisce criticamente con la natura, che la plasma secondo le sue capacità e i suoi interessi, che dà al luogo in cui vive un particolare valore”

• Il geografo indaga le influenze integrando conoscenze fisiche e storiche

• Opere paradigmatiche

• Paul Vidal de la Brache, 1903,1913, 1922; Lucien Febvre, 1922

• Contesto ideologico

• Neoidealismo

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Possibilismo

• Asserti della teoria:

• A) La natura non esprime soltanto vincoli nei riguardi delle comunità umane, ma offre loro anche un campo di possibilità per insediarsi sulla superficie terrestre e utilizzarne le risorse;

• B) Pur essendo soggette a condizionamenti prodotti dall’ambiente fisico in cui si trovano, le singole comunità umane esercitano una scelta tra le possibilità loro offerte dalla natura;

• C) la scelta, che presuppone l’esistenza di gradi di libertà, è compiuta in rapporto alla cultura delle comunità umane e alle tecnologie d’intervento sul territorio di cui esse dispongono;

• D) in questo quadro, la comunità umana si comporta come un fattore geografico, nel senso che è in grado di influire sull’evoluzione della natura.

• (Vallega, 2004, p. 18)

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SOCIETA’AMBIENTE

AMBIENTESOCIETA’

La natura propone e l’uomo dispone

Possibilismo

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Possibilismo

• Genere di vita: l’insieme delle attività, dei mezzi tecnici, degli strumenti di lavoro, delle forme di abitazione, dei modi di vivere, vestire, alimentarsi che caratterizzano una società; deriva dalla storia degli adattamenti e delle scelte che quella società ha compiuto nel suo processo di occupazione di un certo spazio.

• Regione: ambito della superficie terrestre nella quale si è affermato un certo genere di vita, spazio i cui limiti non sono definiti con precisione, ma che sono dati dall’esistenza di condizioni ambientali particolari rispetto alle quali è venuto proponendosi quel genere di vita che connota la regione stessa.

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SOCIETA’AMBIENTE

AMBIENTESOCIETA’

SOCIETA’GENERE DI

VITALUOGO

Possibilismo

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È considerato il padre del possibilismo geografico (o

ecologismo umanista). Dopo aver studiato la geografia

del determinismo di scuola tedesca, formulò un

pensiero innovativo, secondo il quale l'uomo non è

rigidamente vincolato dall'ambiente fisico, ma è a sua

volta un fattore geografico in grado di modellare e

modificare il territorio.

L'uomo, dunque, compie delle scelte tra le varie

possibilità offerte dal territorio, con la tecnologia e la

civiltà riesce addirittura ad aggirare gli ostacoli della

natura, il tutto lasciando la sua impronta nell'"ambiente

di vita".

Partendo dal paesaggio che la collettività umana

modifica con il suo "genere di vita", si arriva alla

regione, rappresentazione concreta del binomio uomo-

ambiente. Ogni regione è dunque unica e irripetibile,

mai se ne troveranno due uguali, anche di fronte a

paesaggi originariamente simili (concetto di regione

vidaliana).

Anche in contesti simili, dunque, un ruolo fondamentale

per l'evoluzione storica delle società è fornito dalle

componenti antropiche e culturali. (Wikipedia, 2012)

Paul Vidal de La

Blache, 1845-

1918)

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Strutturalismo• Quando?

• Anni Trenta

• Opere paradigmatiche

• Richard Hartshorne geografo americano (1899 - 1992),

• le opere The nature of geography (1939) e Perspective

• on the nature of geography (1959).

• Asserti

• La superficie terrestre è costituita da elementi, fisici e umani, legati tra loro da relazioni.

• Le relazioni tra gli elementi di una struttura sono interpretate in termini causalistici, cioè gli elementi si comportano in parte come causa in parte come effetto

• La superficie terrestre è come un mosaico di strutture generate dall’interazione tra comunità umane e natura.

• La struttura territoriale è uno spazio omogeneo al proprio interno e differenziato nei confronti dello spazio esterno.

Contesto ideologico

• Strutturalismo

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Strutturalismo

• La superficie terrestre è costituita da

strutture, intese come tessiture di elementi dai

quali dipende la differenziazione del territorio

• La struttura territoriale produce funzioni.

• La funzione è l’insieme di prodotti e dei risultati

che nascono dal modo con cui la struttura si

comporta, agisce e si organizza. Es. la funzione

di un’area agricola consiste nel produrre le

risorse alimentari.

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Visione strutturalista

• La visione strutturalista si basa su un’immagine generale della superficie terrestre territorializzata:

• Il territorio è inteso come un campo di forza in cui un magnete governa l’intorno. In questa visione, il magnete è la metafora di un fulcro territoriale che esercita influenze sul territorio circostante. La città e la sua area di gravitazione costituiscono un esempio dell’applicazione di questa immagine di fondo: la città è il magnete, mentre l’area di gravitazione è la superficie ove l’energia del magnete si sviluppa orientando ogni oggetto.

• Il territorio è dunque immaginato come un mosaico di fulcri e di aree dominate da fulcri, e la territorializzazione è assunta come creazione e ri-creazione di fulcri e aree.

• (Vallega, 2004, pp. 33-34)

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Il territorio è dunque immaginato come un mosaico di fulcri e di

aree dominate da fulcri, e la territorializzazione è assunta come

creazione e ri-creazione di fulcri e aree

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Strutturalismo

• Punti di forza dell’approccio strutturalista

• semplice: rimanda a un archetipo, quello di elementi interconnessi, ben presente nella nostra mente;

• solido: disegna con chiarezza il territorio e il rapporto tra comunità umane e natura;

• polivalente: si presta a spiegare ogni manifestazione territoriale, dalla città agli usi agricoli del suolo, dall’industrializzazione alle reti di comunicazione.

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Visione strutturalista

• L’impianto logico della visione basata sui

principi dello strutturalismo è definita da

Vallega ‘grammatica razionalista’ perché

utilizza la piattaforma concettuale dei

principi cartesiani. (causa, effetto, strutture, spiegazione con la razionalità)

(Vallega, 2004,pp.30-34)

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Strutturalismo

• Finalità

• Ambisce a scoprire verità e principi generali e a fornire strumenti efficaci per la prassi territoriale.

• Persegue

• L’idea di progresso razionale.

• Conoscere secondo ragione produce progresso, il progresso legittima la produzione di conoscenza secondo ragione.

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• Il progresso, la sfida di ogni comunità umana

• Nel Novecento, nel periodo tra i due conflitti mondiali,il progresso si è identificato con la crescita economicaespressa dall’aumento dell’occupazione e dellaricchezza, in modo da estendere le basi del benesseredelle comunità umane.

• Dagli anni Settanta (Conferenza delle Nazioni Unitesull’ambiente umano; Stoccolma, 1972) il progresso èstato inteso come produzione di ricchezza eoccupazione nel rispetto dell’ambiente.

• Dagli anni Novanta (Conferenza delle Nazioni Unite suAmbiente e Sviluppo; Rio de Janeiro, 1992). Il progressoè inteso come sviluppo sostenibile cioè ilperseguimento d’integrità ecologica, efficienzaeconomica ed equità sociale.

Page 35: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

La sostenibilità un termine troppo usato, ma poco conosciuto

L’indice di

prosperità urbana

(CPI, City

Prosperity Index),

elaborato

dall’ONU, utilizzato

per definire lo stato

di fatto in cui si

trova una città

Page 36: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

La prosperità urbana come obiettivo delle politiche urbane

L’indice di prosperità urbana (CPI, City Prosperity Index), elaborato

dall’ONU, utilizzato per definire lo stato di fatto in cui si trova una città si

articola in cinque obiettivi:

1. Generare sviluppo economico ed occupazione capace di

garantire livelli di benessere a tutta la popolazione

2. Fornire servizi infrastrutturali (strade, acquedotti, fognature,

ecc.) che rispondano alle esigenze della popolazione

3. Provvedere i servizi sociali (istruzione, scuola, divertimenti,

sicurezza, ecc.)

4. Ridurre le diseguaglianze e la presenza di ghetti di povertà

5. Evitare che lo sviluppo economico avvenga a discapito

delle risorse non rinnovabili e dell’ambiente (Sviluppo

sostenibile)

Page 37: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

Il cammino verso la sostenibilità

Gli anni Sessanta: pionieri e precursori’60 in ambito scientifico matura la consapevolezza dei rischi

tecnologici (esplosioni nucleari, uso del DDT, ecc.)

Commoner “Nuclear information” 1958-1964

“Scientist and Citzen” 1964-1968

“Environment” dal 1969

Carson, Primavera silenziosa, 1962

1968

Crisi di senso nei confronti dei modelli di sviluppo basati su

una rapida crescita degli indicatori economici (Prodotto Nazionale

Lordo, Indice d’industrializzazione, ecc.) e contestazione dei

capisaldi economici e politici delle società occidentali. Crescita

d’interesse verso la diversità, per ciò che fino allora era stato

trascurato: la natura di fronte alla tecnicità, il “Terzo Mondo” di

fronte ai Paesi sviluppati.

Page 38: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

Donne che hanno rivoluzionato il nostro sguardo sul mondo

Rachel Louise Carson (27 maggio 1907 – 1964), biologa e zoologa

statunitense

Page 39: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

Il cammino verso la sostenibilità

La svolta degli anni Settanta

Affermazione dell’ecologia come movimento collettivo

1 Aprile 1970 Earth Day

Visione sistemica dell’ambiente, E. Odum, Fondamenti di ecologia,

1971

1972 Conferenza di Stoccolma, Habitat organizzata dall’ONU

1972 Pubblicazione del Rapporto del MIT (Massachusetts Institute

of Technology): I limiti dello sviluppo

1973 Quarta guerra arabo-israeliana e successiva crisi energetica

Page 40: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

La Terra un sistema complesso fortemente integrato

Page 41: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

Il futuro della Terra, un domani senza futuro

Page 42: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

La crisi petrolifera del 1973, un esempio di scala

mondiale di carenza di una risorsa primaria

Page 43: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

Non sempre una crisi genera solo

problemi!

Page 44: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

Il cammino verso la sostenibilità

• Gli anni Ottanta e l’invenzione dello sviluppo sostenibile

• 1987 pubblicazione del rapporto della Commissione

Mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (Rapporto

Brundtland): Il futuro di noi tutti

• Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che

soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la

capacità delle generazioni future di soddisfare i propri

• (WCED, 1987)

Page 45: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

Donne che hanno rivoluzionato il nostro sguardo sul

mondo

Gro Harlem Brundtland (Oslo,

20 aprile 1939) medico e

politico norvegese

Page 46: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

Le Garanzie della sostenibilità

• Dal punto di vista ecologico

• - la conservazione dell’habitat, cioè dello spazio in cui si sviluppano le

comunità biologiche

• - la conservazione del numero di specie, cioè della diversità biologica

(biodiversità) esistente sul pianeta

• - la tutela della resilienza, cioè della capacità dell’ecosistema di

continuare a evolversi nello stesso modo pur in presenza di disturbi

provenienti dalle comunità umane;

Page 47: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

Le Garanzie della sostenibilità

• Dal punto di vista sociale

• - equità sociale: a ogni componente della comunità devono essere

garantiti i diritti naturali, soprattutto le fondamentali libertà personali e la

possibilità di esprimere le proprie capacità

• - equità rispetto all’ambiente: ogni persona deve poter utilizzare le

risorse dell’ecosistema e fruire dei suoi valori estetici

• Equità rispetto alle generazioni future: esse hanno il diritto di fruire

dell’ecosistema in misura almeno uguale a quella con cui ne fruiscono le

attuali generazioni.

• Dal punto di vista economiche

• - ottimizzazione cioè il raggiungimento dei fini con il minimo spreco e la

massima adeguatezza di strumenti e di risorse utilizzabili

• - efficienza nel determinare uno sviluppo armonico e solidale fra le

diverse regioni del pianeta

Page 48: GEOGRAFIA URBANA E REGIONALE 1 - UniBg

Il cammino verso la sostenibilitàGli anni Novanta: i tentativi di attuazione dello sviluppo

sostenibile

1992 Conferenza di Rio, Ambiente e Sviluppo

I frutti di Rio

Dichiarazione sull’ambiente e lo sviluppo

Convenzioni internazionali (Biodiversità, Foreste, Clima)

Agenda 21

1994 1° Conferenza europea sulla città sostenibile e approvazione della Carta delle città europee verso la sostenibilità o carta di Aalborg

1997 Protocollo di Kyoto relativo alla riduzione dei gas a effetto serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto, fluorocarburi idrati, perfluorocarburi e esafluoro di zolfo) responsabili del riscaldamento globale del pianeta