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G. AGAMBEN Homo sacer. Il potere sovrano e la nuda vita, Einaudi, Torino 2005 2 .
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G. Agamben

Feb 23, 2016

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G. Agamben. Homo sacer . Il potere sovrano e la nuda vita , Einaudi, Torino 2005 2 . Vita . Platone, Filebo Aristotele, Etica Nicomachea. La modernità è segnata dall’ingresso della zoè nella sfera politica. Politicizzazione della nuda vita!. La vita uccidibile e insacrificabile. - PowerPoint PPT Presentation
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Page 1: G. Agamben

G. AGAMBENHomo sacer. Il potere sovrano e la nuda vita, Einaudi, Torino 20052.

Page 2: G. Agamben

Vita • Platone, Filebo• Aristotele, Etica Nicomachea

• Semplice fatto di vivere.• Comune a tutti gli uominiZoè• Forma o maniera di vivere

propria di un singolo o di un gruppoBios

La modernità è segnata dall’ingresso della zoè nella sfera politica. Politicizzazione della nuda vita!

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LA VITA UCCIDIBILE E INSACRIFICABILEÈ la protagonista del libro di Agamben

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Prima parte. La logica della sovranità• La sovranità è in se stessa paradossale: garante del

sistema, ma al disopra del sistema.• La sovranità è analoga alla nuda vita, perché anch’essa

è un’eccezione.• La dinamica è quella di atto-potenza:

• Cf Metafisica 1050b, 10: «Ciò che è potente può sia essere che non essere. Perché lo stesso è potente tanto di essere che di non essere».

• Potenza e atto sono i due aspetti del processo di autofondazione sovrana dell’essere.

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Seconda parte. Homo sacer• Sesto Pomepo Festo (III sec. d.C.), Significato delle

parole, voce ‘sacer mons’:• “uomo sacro è, però, colui che il popolo ha giudicato

per un delitto; e non è lecito sacrificarlo, ma chi lo uccide, non sarà condannato per omicidio”.

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Homo sacer• È insacrificabile.• È uccidibile.

• È al di fuori sia del diritto divino che del diritto civile.

• Per il suo carattere di eccezionalità, la vita sacra è analoga alla sovranità:• “sovrana è la sfera in cui si può uccidere senza commettere

omicidio e senza celebrare un sacrificio; e sacra, cioè uccidibile e insacrificabile, è la vita che è stata catturata in questa sfera”.

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Vita sacra• Indica la soggezione della vita a un potere di morte.

• La vita sacra in origine non ha a che fare con la sfera religiosa, ma con la vita politica.

• Ma solo un’autorità sovrana, che è anch’essa un’eccezione, può collocare la vita in una sfera d’eccezione.

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Potere di vita e di morte…• È proprio del sovrano.

• Prolungamento del diritto di vita e di morte che il pater familias ha sui figli maschi: vitae necisque potestas.

• Vita sacra: vita esposta alla possibilità di morte.

• Il potere sovrano si costituisce quando nel momento in cui la politica assume dentro di sé la vita sacra, cioè l’uccidibilità della vita.

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Terza parte. Il campo come paradigma biopolitico del moderno.• Il campo è il paradigma biopolitico del moderno.

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Il caso dei rifugiati• «Se i rifugiati rappresentano, nell’ordinamento dello Stato-

nazione moderno, un elemento così inquietante, è innanzitutto perché, spezzando la continuità fra uomo e cittadino, fra natività e nazionalità, essi mettono in crisi la finzione originaria della sovranità moderna. Esibendo alla luce lo scarto fra nascita e nazione, il rifugiato fa apparire per un attimo sulla scena politica quella nuda vita che ne costituisce il segreto presupposto. In questo senso, egli è veramente, come suggerisce H. Arendt, “l’uomo dei diritti”, la sua prima e unica apparizione reale al di fuori della maschera del cittadino che costantemente lo ricopre. Ma, proprio per questo, la sua figura è così difficile da definire politicamente».

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Il campo di concentramento nazista• La vita uccidibile senza commettere omicidio.• Programma Grafeneck per l’eliminazione dei malati

mentali: eliminare la vita indegna di essere vissuta.

• Homines sacri come Versuchepersonen: le cavie umane.• Cf condannati a morte utilizzati per misurare la resistenza

all’acqua gelida.

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Quando ci troviamo in presenza di un campo:

• «Se questo è vero, se l’essenza del campo consiste nella materializzazione dello stato di eccezione e nella conseguente creazione di uno spazio in cui la nuda vita e la norma entrano in una soglia di indistinzione, dovremo ammettere – conclude Agamben - , allora, che ci troviamo virtualmente in presenza di un campo ogni volta che viene creata una tale struttura, indipendentemente dall’entità dei crimini che vi sono commessi e qualunque ne siano le denominazioni e la specifica topografia. Sarà un campo tanto lo stadio di Bari in cui nel 1991 la polizia italiana ammassò provvisoriamente gli immigrati clandestini albanesi prima di rispedirli nel loro paese, che il velodromo d’inverno in cui le autorità di Vichy raccolsero gli ebrei prima di consegnarli ai tedeschi».

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IL CAMPO E NON LA CITTÀ È OGGI IL PARADIGMA BIOPOLITICO DELL’OCCIDENTE.

Conclusione