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Feste patronali Luco dei Marsi 2009

Mar 28, 2016

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Opuscolo feste patronali. Comune di Luco dei Marsi. comitato 2009
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Luchesi carissimi, grazie...Grazie per la simpatia e il calore con cui avete accolto il Comitato Feste Patronali di Luco dei Marsi 2009. Durante tutta la preparazione alla Festa, ci avete spalancato le porte delle vostre case e con grande generosità ci avete sostenuto. Noi, classe 1958, eravamo titubanti. Non nascondiamo che avevamo tanta fifa e pensavamo di non farcela. La crisi finanziaria, gli operai delle fabbriche in cassa integrazione, l’euro, le bollette, la benzina sempre più cara e non ultimo i festeggiamenti dell’anno scorso, grandiosi, con un bilancio che sembrava irraggiungibile e indispensabile per fare le feste; tutto contribuiva a farci gettare la spugna, già prima di cominciare. Eppure, è bastata la prima serata di riscossioni per farci toccare con mano il grande amore di noi luchesi per i nostri santi protettori e il rispetto e la comprensione che si porta a quelli che si sobbarcano a questa difficile impresa.. .Luco dei Marsi mai farà mancare il proprio sostegno alla festa della Madonna delle Grazie. Lei, apparsa miracolosamente ad un povero e sconosciuto viandante, ospite del nostro scomparso ospedale, è e sarà sempre nel cuore dei luchesi: per Lei nessun luchese esita a dare molto, se ha molto, o poco secondo il proprio poco. Da subito abbiamo capito che non avremmo avuto problemi di soldi. Bisognava solamente girare il paese in lungo e in largo, perché la gente ci stava aspettando sulla soglia delle case. Ancora grazie e speriamo di essere stati all’altezza della vostra generosità.Per quanto riguarda la festa, abbiamo predisposto un programma che ci faccia divertire, riflettere e crescere in “santità”, come ci dice don Michele. Abbiamo incaricato la banda dei Leoncini d’Abruzzo per allietare le nostre strade e il famoso concerto bandistico Città di Gravina in Puglie per la grande serata di sabato sera. Un gruppo di

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artisti dell’Aquila, pur con le difficoltà subite dallo spaventoso terremoto che li ha colpiti, ci farà gustare venerdì sera le più belle pagine dei musical, da Il Rugantino, a Grease, da Aggiungi un Posto a Tavola, a Notre Dame de Paris ecc. E poi, Domenica 23 Agosto piazza Umberto I si farà incantare da quel “trottolino amoroso” di Mietta, con la sua calda voce mediterranea.Venerdì alle 17,30, presso la sala della Società Operaia di Mutuo Soccorso, il professor Luciano Verdone, professore di psicologia e autore del libro “Emergenza educativa in un mondo che cambia” ci farà riflettere sui giovani e sull’ importanza della loro educazione, che è la vera emergenza della nostra società. Il suo messaggio è: ricominciamo a credere nei valori che dànno senso alla vita, la libertà di coscienza, l’amicizia, la legalità, la famiglia, …Per la crescita spirituale della nostra comunità è stato invitato Mons. Antonio Santucci, già vescovo di Trivento ed ora cappellano presso il Santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Per invocare con parole nuove la nostra Santa Protettrice abbiamo stampato un santino con l’immagine della Madonna delle Grazie e nel retro una dolce preghiera, scaturita dal cuore di una nostra stessa concittadina.Infine, abbiamo pensato ai bambini. Ci saranno clown, zucchero filato, nasi rossi e gonfiabili e tanti giochi all’aperto, perché i più piccoli possano vivere le feste di Luco con gioia e spensieratezza e possano da grandi attingere a questi ricordi per sentirsi sempre luchesi. Perché, se un uomo porta con sé molti bei momenti dell’infanzia, scrive Dostojievski, sarà al sicuro fino alla fine dei suoi giorni. Buone Feste Patronali a Tutti

Il presidente del Comitato Feste

Adriana Di Salvatore

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Nel Vademecum Diocesano delle feste religiose popolari troviamo queste affermazioni: “La festa fa parte dell’uomo. E’ espressione e insieme momento attrattivo di quel desiderio innato che anima segretamente i suoi progetti e il suo operare: l’aspirazione a vivere ed essere felice, l’esigenza di dare senso e pienezza alla propria vita. La voglia di far festa avvertita dall’uomo di tutti i tempi scaturisce dal presentimento che senso e pienezza risiedono in ultima analisi nell’amore condiviso e nella gioia che ne promana. La festa è epifania dell’amore desiderato e, in quei giorni, finalmente vissuto: le differenze e i rigidi rapporti sociali si stemperano e lasciano il posto al sentirsi famiglia”.Questi sono gli intenti delle feste che anche quest’anno celebriamo nel nostro paese. Sono per me, innanzi tutto, preghiera alla Madonna delle Grazie e ai Santi Patroni che commemoriamo per il bene spirituale e sociale di tutta la comunità parrocchiale, e augurio che tutti questi “oggetti del desiderio” portino a tutti la gioia di sentirsi famiglia e amanti degli altri.“La vita va oltre il lavoro… il lavoro ci serve per campare, ma ciò che ci fa vivere sono i sentimenti”.Il poeta tedesco Bertold Brecht scrisse: ”Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”. Intendeva dire che un popolo è fortunato se tutti coloro che ne fanno parte vivono adempiendo i loro doveri con limpida coscienza civile. In pratica, sarebbe un popolo di eroi. Penso che popoli di questo genere non esistono. Ogni uomo è diverso dagli altri e questa diversità comporta la varietà del disordine, purtroppo così evidente anche nella nostra comunità. Allora… c’è bisogno di eroi e di coltivarne la memoria. La chiesa coltiva la memoria, oltre che di Cristo,

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suo supremo eroe, anche di coloro che lo seguirono sulla strada del suo eroismo. Ricordiamoli con gioia e devozione anche quest’anno, essi portano “il sigillo di Dio”. Con essi il Santo abita fra gli uomini, mette le sue radici nella terra, parla il linguaggio degli uomini, è la santità delle strade.Simone Weil diceva:”Il mondo attuale ha bisogno di santi, di santi nuovi”. In questi giorni di festa, raccogliamo l’invito dei nostri Protettori. Partecipiamo alle liturgie e alle processioni nelle strade del nostro paese. I santi ci educano al pensiero di Cristo e ci ricordano cosa significa in concreto essere di Cristo.Anche i nostri vescovi insistono che “il testimone comunica con le sue scelte di vita, mostrando così che essere discepoli di Cristo non solo è possibile per l’uomo, ma arricchisce la sua umanità”. Solo lasciandoci correggere dalla Parola e dallo Spirito, potremo manifestare il volto di Dio e testimoniare il suo amore.Cari luchesi, siamo un terreno certo bisognoso di questi esempi eroici, ma anche assai favorevole. La chiesa,infatti, qui è una realtà molto viva – e lo vediamo !- che conserva una presenza capillare in mezzo alla gente di ogni età e condizione. Nelle nostre feste non dimentichiamo quest’anno i fratelli della nostra Provincia che soffrono e sono in ansia in situazioni di emergenza per un ritorno a casa, al lavoro, alla scuola e a rivedere risorte le loro chiese e i loro borghi.Da ultimo, ringrazio e plaudo al Comitato Feste 2009 che con impegno ha reso possibile anche quest’anno le nostre belle e amate feste della Madonna delle Grazie, benedico la collaborazione di tutto il popolo ed auguro un futuro sempre più radioso a tutto il popolo di Luco dei Marsi. Il Parroco

Don Michele Morgani

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Porto il mio saluto personale e della Amministrazione comunale di Luco a tutti i lettori di questo opuscolo, ed a tutti quanti, cogliendo l’occasione delle Feste Patronali, vorranno visitare il nostro paese.Allo stesso tempo voglio esprimere il più vivo ringraziamento a tutte le persone che sono impegnate, in questi giorni, per la realizzazione di questo opuscolo ed alla preparazione di una “Festa” che sarà, come ogni volta, unica ed irripetibile! Ringrazio dunque il Comitato Feste Patronali “2009 Classe ’58” per tutto quanto sta facendo.Continua l’indovinata formula di cambiare ogni anno il Comitato delle Feste; la ricerca di migliorarsi e di migliorare quanto fatto in precedenza non può che dare risultati positivi, ed in questo caso festeggiamenti sempre nuovi e coinvolgenti. Ancora una volta non ho potuto non notare l’affiatamento e la voglia di ritrovarsi insieme di tante e tante persone che attraverso il coinvolgimento nel Comitato, trovano momenti ed occasioni di confronto, cosa che invece sempre meno accade nella vita di tutti i giorni. Questo è un altro grande risultato che l’organizzare una festa così importante porta: tanti cittadini uniti per un unico grande evento! Mi rallegro quindi del vostro entusiasmo e della vostra partecipazione, ragazzi della “Classe ‘58”, e ci ritroveremo, insieme, nei momenti e nei giorni della Festa.

Buon lavoro al comitato e buona lettura e buone feste a tutti i cittadini!

Il Sindaco Camillo Cherubini

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Né più né meno, come in tutti gli altri paesi del mondo, anche a Luco dei Marsi abbiamo le nostre brave feste patronali. Le festeggiamo dopo ferragosto. Lo sparatore di Cerchio comincia a sparare il Giovedì pomeriggio, per annunciare l’uscita della prima processione; venerdì mattina sgancia tre o quattro colpi ben assestati che fanno rettecare i bambini di Luco e pure quelli di Trasacco e poi, la domenica, passata la mezzanotte mette la parole “fine” alle feste con i fuochi d’artifizio. Comincia in quel preciso momento il tempo di criticare i festaroli, o di elogiarli. I santi che la popolazione di Luco onora come protettori sono San Bonifacio IV, marsicano verace, Sant’Antonio da Padova nato a Lisbona, perciò portoghese, San Rocco, francese di Montpellier, San Giovanni il Battista, la Madonna dei Bisognosi e la Madonna delle Grazie dell’Ospedale. Detto per inciso, ci sono anche altri santi venerati dai luchesi e sono Sant’Antonio Abate, quello con je porchitte (festeggiato il 17 Gennaio) e Sant’Andrea (il 30 Novembre, quando c’è la Fiera). Poi c’è la festa dello Spirito Santo, ma non ne parliamo, perché è un dono che Dio ha riservato ai luchesi, per il quale è più giusto ringraziare che parlare. É tradizione che le statue dei Santi vengano portate in processione a cominciare dal Giovedì sera in tutto il territorio cittadino. I primi ad inginocchiarsi al passare dei santi sono gli abitanti della Petogna, seguono quelli dei “casotti” di Strada 40 e 39 e poi man mano gli altri, di tutti i “lati” di Luco. Ovunque, da Santa Maria alle Suore, dalle Casette a cimento al lato delle Campane, da un Foreluco all’altro, dalla Mola al lato di Francisco Bove tutti i luchesi al passare della processione si tolgono il cappello e si fanno il segno della croce, depositando l’offerta sulla guantiera. Il venerdì mattina, passa la zumpazzumpa

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Con la benedizione degli uomini retti si innalza una città, la bocca degli empi la demolisce

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e sveglia i bambini. La banda, intervallata dalle preghiere dei fedeli, accompagna i santi. (Da quando è sparita la Rinomata Banda Ciaffone, per suonare la solita i bandisti vengono o da Magliano o da Ortucchio). In processione, se non si porta bene il passo, tra i fedeli incolonnati si creano grossi vuoti, allora gli “Ave Maria” lanciati dalle pie donne si sprecano; AVEMARIAAA, AVEMARIAAA. Le grida si rincorrono di persona in persona fino a richiamare i distratti e ricompattare le fila. In processione non si parla, ma si risponde al Rosario. Qualcuno però si scommensa e fa notare i bei vestiti delle ragazze. Dopo la processione più solenne, quella della Domenica, in onore della Madonna, mentre le donne se la squagliano alla chetichella per andare a cacciare dal forno la sagna (che poi non è che la lasagna), i bambini e gli uomini si atturano le orecchie per sentire gli spari. Gli uccelli scappano a stormi e le sirene delle macchine dei romani cominciano a urlare all’impazzata.

Nella giornata di Giovedì 20 Agosto alle ore 16.00 partendo da Piazza Umberto I l’immagine della Madonna delle Grazie verrà portata in processione alle frazioni di Strada 39, Strada 40 e Petogna dove sarà celebrata la Santa Messa. Alle ore 21.00 serata musicale con Emi e Marido’ ( località Petogna )

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Batteria di colpi scuri e suono delle campane annunciano l’inizio alla festa Santa Messa: chiesa San Giovanni Battista Giro del paese della Banda I Leoncini d’Abruzzo diretta dal Maestro Paolo Alfano. Inaugurazione mercatino dei dolci tipici luchesiLa Guerra dei Lati: presentazione delle squadre e inizio con la caccia al tesoro.Santa Messa: chiesa San Giovanni Battista La Guerra dei Lati: torneo di briscola e tressette - gara di bocce e di hula hoop In collaborazione con la Società Operaia di Mutuo Soccorso: presentazione del libro “ Emergenza Educativa - In un mondo che cambia” relatore il Prof. Luciano Verdone autore del libro, seguirà dibattito. Santa Messa: chiesa San Giovanni Battista,processione e fiaccolata in onore di San Bonifacio e della Madonna dei Bisognosi . ( P.zza Umberto I, Via S. Bonifacio, Via Leone,C.so V. Emanuele, P.zza Sant’Antonio,Via Garibaldi, Via Seneca, Via C. Berardo,Via S. Maria , P.zza Angizia, Via Roma,

P.zza Umberto I )

I LOVE MUSICALAccademia delle Muse.

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San Bonifacio IV (nato nella Marsica in anno imprecisato e morto a Roma il 25 maggio 615) fu il 67° Papa della Chiesa cattolica. Eletto Vescovo di Roma il 15 settembre 608, il suo pontificato durò 7 anni. Il suo culto è attestato sin dal pontificato di Bonifacio VIII (1294-1303) che ne rinvenne le reliquie nella basilica Vaticana.Originario della regione Valeria (l’odierna Marsica), era figlio di un celebre medico di nome Giovanni. Il Liber Pontificalis menziona che il suo pontificato venne segnato da carestie, peste e inondazioni. Bonifacio chiese in dono all’imperatore Foca di Bisanzio il Pantheon di Roma, che venne convertito nel 609 in chiesa cristiana e intitolata alla Madonna Regina dei martiri, ovvero “Santa Maria ad Martyres”. In cambio, fu eretta nel Foro Romano una colonna onoraria all’imperatore Foca, l’ultimo monumento in ordine di tempo ad essere innalzato nel Foro. Bonifacio fu in precedenza un monaco, e, come Papa, promosse il monachesimo. Nel 610 convocò un sinodo dei Vescovi, al quale fu invitato Mellito, primo vescovo di Londra. Durante il suo pontificato l’imperatore persiano Cosroe occupò e devastò per l’ennesima volta Gerusalemme, molti cristiani furono trucidati e la reliqua della Santa Croce fu trafugata e portata alla corte dell’imperatore persiano. Il primo Novembre 609 istituì la Festa di Ognissanti, che ancora oggi viene celebrata in tutto il mondo con la visita nei cimiteri. La sua memoria liturgica è celebrata l’8 maggio.

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Oggi, sembra che gli adulti abbiano gettato la spugna della responsabilità educativa. Bisognerebbe che gli educatori, per primi, ricominciassero a credere nei valori come schemi di significato che danno senso alla vita. Soprattutto nei valori fondamentali, quelli che fungono da supporto a tutti gli altri: la dignità della persona, la libertà di coscienza, l’amicizia, la famiglia, la legalità, la giustizia, Dio... Siamo turbati da quanto sta succedendo e ci chiediamo il perché della violenza che la cronaca ogni giorno riporta. Abbiamo bisogno di capire.Cosa accade nella psiche di un individuo quando cede a comportamenti violenti?Perché è più facile essere violenti, quando si è in tanti?C’è, in quanto sta accadendo, anche una responsabilità della cultura? C’è una responsabilità dei mass media? Quali strati del nostro sistema sociale stanno cedendo e perché? Chi sono i responsabili?A quali strategie educative è opportuno ricorrere per arginare i fenomeni della violenza individuale e di gruppo?Nel testo, l’Autore cerca di rispondere a queste domande e include anche alcuni articoli della Costituzione Italiana che allargano ulteriormente lo spettro di riflessione. L’obiettivo del volume è di tipo cognitivo ed educativo: aiutare giovani, genitori, educatori a comprendere fenomeni sempre più problematici e stimolare chi legge a cercare le strategie d’intervento più opportune. Il testo è corredato da vari Training per gruppi e scuole.

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In un contesto sociale sempre più “globalizzato”, che con la forza della persuasione mediatica “costringe” un ragazzo di Bolzano e uno di Canicattì a desiderare lo stesso identico giocattolo e convince una ragazza di Londra a tatuarsi lo stesso simbolo di una ragazza di Tokio o ad indossare lo stesso jeans con lo stesso strappo al ginocchio..., si avverte l’importanza della identità di una comunità, l’esigenza di non disperdere il ricco patrimonio delle nostre tradizioni, l’urgenza di fare memoria del passato e delle origini della nostra civiltà agro-pastorale e riproporla alle nuove generazioni che ormai, se ne hanno cognizione, è solo per fugaci e sporadici accenni.

Nasce da questa premessa il desiderio di riportare in vita alcuni aspetti del nostro passato che si inseriscono a pieno titolo in un contesto sociale (quello del primo dopoguerra), dove i valori fondanti di una società si respiravano e si assimilavano in ogni ambiente e in ogni attività, pur nella miseria e nelle ristrettezze che modellavano il tenore di vita di gran parte della popolazione.Questi aspetti, marginali per una società colta e raffinata, ma autentici e concreti per quella realtà, erano quelli che riguardavano la vita dei ragazzi di cinquant’anni fa: i loro interessi, i loro divertimenti, i conflitti che caratterizzavano la gioventù, le lotte per conquistare importanza nel gruppo o per destare interesse in una ragazza. Allo scopo di riappropriarci delle nostre tradizioni e far rivivere ai luchesi

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uno spaccato di vita di quegli anni è nata la Guerra dei Lati.L’unica guerra che valga la pena di essere combattuta, perchè fatta di giochi e gare di abilità, forza e intelligenza in un sano spirito di competizione ludica e campanilistica. Doverose le spiegazioni: i “lati” sono i rioni storici di Luco, Santa Maria, Campane, Borghetto, Casette, Mola e Asilo; negli anni di cui stiamo parlando era molto sentita l’appartenenza all’uno o all’altro “lato” e i ragazzi formavano gruppi affiatati e compatti. All’interno di essi emergeva (e quindi “commannèva”) chi dimostrava più abilità nei giochi e nelle gare; per esempio diventava un mito chi riusciva a colpire i passeri con la frezza. La “guerra” era quella che si combatteva tra i ragazzi dei vari “lati” per dimostrare la propria supremazia o per ricacciare nel suo “lato” chi aveva sconfinato magari per corteggiare una ragazza del lato avversario. Lo spiccato senso campanilista, unito allo spirito d’avventura e all’esuberanza dell’età portavano, talvolta, a veri e propri scontri con ragazzi di altri “lati”. Nella fantasia giovanile questi scontri, a base di sassate e colpi di “spada”, assumevano le caratteristiche di vere e proprie guerre con tanto di avvertimenti e lanci di “allarme”. Non di rado si tornava a casa con ferite alla testa e ginocchia sanguinanti (sapendo di incorrere, per di più, nelle sgridate della mamma e nelle sberle del papà). Era per l’appunto la “guerra dei Lati”. A distanza di tanti anni, la Guerra dei Lati rispolvera quell’antagonismo tra i vari “lati” sostituendo alle sassate i giochi e le gare della tradizione, in un sano e divertente spirito ludico.

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Batteria di colpi scuri e suono delle campane Santa Messa: chiesa San Giovanni Battista Giro del paese della Banda “Città di Gravina di Puglia”La Guerra dei Lati: corsa con il monopattino – corsa con il cerchio e con il carrettino Santa Messa: chiesa San Giovanni Battista La Guerra dei Lati: corsa con i sacchi – corsa con la conca.Santa Messa: chiesa San Giovanni Battista, processione in onore di San Rocco e della Madonna delle Grazie

(P.zza Umberto I, Via F .Ciocci, Viale Duca degli Abruzzi,

Via Dante, Via Regina Elena, Via Campo Sportivo,

Via Toscanini, Via A. Torlonia, Via Piemonte,

Viale Duca degli Abruzzi, Via F. Ciocci, P.zza Umberto I )

Concerto Musicale con la banda“Città di GRAVINA di PUGLIA“diretta dal Maestro Giuseppe Basile.

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Batteria di colpi scuri e suono delle campane Santa Messa: chiesa San Giovanni Battista Giro del paese della Banda “I Leoncini d’Abruzzo”Santa Messa: chiesa di Santa MariaSanta Messa: chiesa San Giovanni Battista, celebrata da Monsignor Antonio Santucci Vescovo emerito di Trivento e processione in onore di San Giovanni Battista, di Sant’Antonio da Padova e della Madonna delle Grazie. (P.zza Umberto I, Corso

Vittorio Emanuele, Via dei Marsi, Via Duca degli Abruzzi, Via Roma, P.zza Umberto I) La Guerra dei Lati: tiro con la frezza - tiro alla fune e salita alla corda.Animazione per Bambini: Gonfiabili - Clown della famiglia Rossi.Fanfara a Cavallo della Polizia di StatoSanta Messa: chiesa della Madonna delle GrazieMIETTA IN CONCERTOSpettacolo di fuochi pirotecnici a cura della ditta Fireworks Italy F.lli AMICONI di Cerchio

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Al di là del tuo sguardoDalle volubili congiunture esistenzialiSi snoda il senso della fiduciaNel materno sostegno,O Beata Vergine.Parola lucente dell’amore divinoTaciuta e nascosta nel cuoreDi ogni essere umano dimoraFeconda di ogni letiziaCome seme nel pratoCome lievito di paneCome chiarore diafanoDi lucciole sognantiChe mai s’oscura.Nel giorno sei il silenzioChe germoglia meraviglieSui giardini inediti del cielo

Con il corallo fioritoDegli odorosi oleandri.Quando scende la seraNei ciechi labirintiDelle strade senza uscitaTi cerco, consolatrice instancabile,Nel luccichio delle stelleSul ventaglio delle nubiNel vento che smuove le ombre.Come volo di pettirosso che s’alzaNello splendore dell’auroraCanta il tuo sorriso sulla mia animaChe indugia come bimbo rannicchiatoTra le tue braccia palpitanti fatte Tenera culla profumateDi madre soave di teneri affetti.

Maria Assunta Oddi

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Di note alate e d’umiltà vestitaChe nell’aere vola in alto comeI vapori di un lago terso e cilestrinoÈ la tua immagine , amabile Maria,Al comparir del sole ai primi albori.Beata e tenera fanciulla di GiudeaA noi mortali non è dato salire Dove tu brilli come faro tra gli ardui Bastioni dei monti a guidar benevola Dal cielo audace e altero

Il nostro periglioso navigar.Un sospirar di palpiti frementiSul tuo virgineo seno è l’amoreChe a noi ti lega come madre ai figli. Datrice di gioia eterna grazie al Candido Fiore della tua innocenza l’universo S’immerge nel sorriso stupendo Di un bambino a rinnovar la vita Dalla penombra di una grotta Con l’incanto di un prato a primavera.

Maria Assunta Oddi

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Ideazione: Daniela Spalletti ed Eligio Di Giampietro

Realizzazione e stampa:

Via Ponte Mancino, 35 - 67043 CELANO (AQ)Tel. 0863 793326 - Fax 0863 1828020 - Cell. 393 9271107

www.keyronitalia.it [email protected]

Il comitato classe “1958” ringrazia la cittadinanza e tutti

coloro che si sono adoperati per la buona riuscita della festa .

COMITATO CLASSE “1958”

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