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• valvole, regolatori di flusso e dispositivi di sicurezza lungo il circuito;
• sistema elettrico di comando.
Manometro
Serbatoio
FiltroLivello
Motore
PompaDistributore
Cilindro
Valvola di blocco doppia
Strozzatore
Esempio schematico di argano di sollevamento e/o montaggio
Il funzionamento di un meccanismo oleodinamico è basato sulla produzione e il controllo di
un flusso di olio in pressione (fino a circa 300 bar) per muovere i cilindri attuatori.
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Cosi funzionano i vari componenti:
Gruppo motopompa Produce la pressione e la portata di olio necessaria.
I distributori e
le elettrovalvole
Dirigono il flusso di olio in pressione ai vari cilindri e determinano
i movimenti di fuoriuscita e rientro degli steli.
Le valvole
Regolano la pressione massima e bloccano il movimento degli
steli al cessare del comando.
I regolatori di portata
(strozzatori)
Controllano la velocità dei cilindri quando le strutture si muovono
sotto l’effetto del peso proprio e tenderebbero a raggiungere una
velocità più alta di quella prodotta dalla portata di olio che viene
inviata ai cilindri.
I filtri e il manometro I filtri trattengono le impurità.
Il manometro visualizza la pressione di mandata, il parametro di
funzionamento più importante dell’impianto.
I misuratori di livello Impediscono lo svuotamento del serbatoio, evitando i rischi
derivanti dall’aspirazione e dalla conseguente presenza di aria
nei circuiti.
Il sistema elettrico di
comando
Controlla il motore e le elettrovalvole.
Per la sicurezza e la durata dei componenti è importante:
- verificare che non vi siano perdite di olio nei circuiti;
- sostituire periodicamente i filtri e l’olio del serbatoio, preferibilmente con gli steli dei
cilindri in posizione rientrata per avere la massima quantità di olio nel serbatoio;
- fare verificare periodicamente da personale specializzato la taratura delle valvole;
- verificare l’assenza di corrosione sugli steli e sui tubi rigidi dei cilindri;
- utilizzare i comandi in modo da evitare sovrasollecitazioni.
- non manomettere le tarature.
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3.7 DISPOSITIVI RILEVANTI AI FINI DELLA SICUREZZA
Gli apparecchi di sollevamento sono dotati di una serie di dispositivi tali da garantire, se tarati
in modo corretto, i requisiti minimi di sicurezza previsti dalle norme e gli eventuali ulteriori
requisiti previsti in sede di progettazione.
Nel seguito sono descritti i principali e più diffusi dispositivi di sicurezza presenti su una gru
per l’edilizia:
• FINECORSA di SALITA (Fc Sa)
Impedisce la collisione del bozzello contro il carrello arrestando il motore di
sollevamento e provocando la chiusura del freno.
E’ generalmente costituito da un contagiri meccanico montato sull’asse del tamburo di
sollevamento con un dispositivo a camme che si muove con la rotazione del tamburo.
Nella posizione di finecorsa di salita una camma apre il contatto elettrico che produce
l’arresto del movimento. La regolazione avviene spostando la camma fino ad agire sul
microinterruttore, quando il gancio è nella posizione di taratura.
Effettuando la taratura è necessario tenere conto anche del possibile avvolgimento
irregolare della fune sul tamburo che porta a ritardare l’arresto del movimento rispetto
alla posizione di taratura.
La verifica di funzionamento deve essere eseguita azionando la velocità massima
consentita di salita. In condizioni normali il bozzello si deve fermare ad una certa
distanza dal carrello per evitare l’urto anche in caso di avvolgimento irregolare della
fune sul tamburo.
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• FINECORSA di DISCESA (Fc Di)
Impedisce il totale svolgimento della fune dal tamburo arrestando il motore di sollevamento e provocando la chiusura del freno.
Contrariamente a quanto spesso si ritiene, non ha la funzione di fermare il movimento di discesa del gancio nel punto più basso del cantiere (UNI EN
12077-2 § 3.8).
Normalmente il funzionamento di questo dispositivo è identico a quello del finecorsa di
salita appena descritto ed è contenuto nello stesso involucro.
Conviene effettuare la taratura con macchina montata, svolgendo la fune dal tamburo
fino a lasciare circa 5 spire di fune avvolta, per impedire sia di sovraccaricare il
capofisso sul tamburo, sia, al limite, di avvolgere la fune al contrario sul tamburo (Il
minimo di legge è di 3 spire, ma bisogna considerare che la frenata con carico
massimo prodotta dal finecorsa consente comunque uno spazio di arresto che
richiede uno svolgimento ulteriore di fune dal tamburo).
• LIMITATORE di VELOCITA’ in prossimità dei finecorsa di salita e discesa (LVS1).
Non è obbligatorio, ma produce un utile rallentamento del carico prima che il bozzello
raggiunga la posizione dei finecorsa di salita e discesa escludendo la marcia veloce in
anticipo rispetto alla posizione di taratura dei finecorsa.
Sulle gru VICARIO è sufficiente tarare i finecorsa di salita e discesa per ottenere
automaticamente la funzione di rallentamento anticipato del carico in quanto entrambe
le due camme, prima di aprire il contatto che arresta il movimento, aprono il contatto
del limitatore di velocità. Altri metodi possono essere adottati per raggiungere lo
stesso scopo.
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• FINECORSA SUI MOVIMENTI DI TRASLAZIONE DEL CARRELLO
Impediscono l’urto del carrello contro i tamponi presenti sul braccio in coda (FcVi), in
punta (FcLo) e a metà braccio per braccio ripiegato (FcLoR).
Sulle gru VICARIO questo dispositivo produce automaticamente il rallentamento del
carrello in anticipo rispetto alla posizione di taratura dei finecorsa in punta e in coda al
braccio (LVC).
La taratura può avvenire a macchina montata e deve produrre l’arresto del carrello a
non meno di 20 cm dai tamponi ammortizzanti, in tutte le velocità di traslazione.
Normalmente il funzionamento è identico a quello appena illustrato per i finecorsa di
salita e discesa. Più raramente si tratta di microinterruttori che vengono premuti
direttamente dal carrello in punta e in coda al braccio; in questo caso generalmente
non necessitano di taratura.
• LIMITATORE DI MOMENTO con intervento sui movimenti di “Salita” e “Lontano”
(LM).
Impedisce il sollevamento e la traslazione verso la punta dei carichi eccedenti il
carico massimo, arrestando i motori di sollevamento e traslazione lontano e
provocando la chiusura dei rispettivi freni.
Sulle gru recenti sono contemporaneamente azionati i segnali acustici e visivi di
sovraccarico costituiti da un cicalino e una luce rossa.
Nella prassi quotidiana è sicuramente ritenuto il dispositivo di sicurezza più
importante, poiché previene i sovraccarichi che potrebbero anche causare il
ribaltamento della gru.
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La taratura avviene sollevando in punta il carico ammesso aumentato del 5%.
Nelle gru VICARIO, per le quali i movimenti di sollevamento e traslazione
sono controllati da inverter, il microinterruttore ha al suo interno un secondo contatto che, con sovraccarico del 20% , interrompe il circuito di potenza
degli inverter in caso di mancato arresto per sovraccarico del 5%. Tale dispositivo non
necessita di taratura. Il secondo contatto interviene automaticamente in caso di necessità. E’ sufficiente verificare periodicamente il funzionamento, controllando che
dopo aver premuto a fondo il pulsante dei microinterruttori si produca un ritorno a riposo del contattore generale dei movimenti di sollevamento e traslazione.
Sulle gru recenti in parallelo al limitatore di momento è installato un microinterruttore
(PLM) da tarare al 90% del carico ammesso in punta, con lo scopo di preavvisare il
manovratore dell’approssimarsi dello stato di sovraccarico della gru, con l’accensione
di una luce gialla ed eventualmente di un cicalino.
Esempio di installazione del limitatore di momento e di preavviso sul tirante posteriore della gru
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LIMITATORE DI CARICO MASSIMO (LCM) con intervento sui movimenti di
“Salita” ed eventualmente “Lontano”.
Impedisce il sollevamento (e su alcune macchine anche la traslazione verso la
punta) dei carichi eccedenti il carico massimo, arrestando il motore di sollevamento
(ed eventualmente di traslazione) e provocando la chiusura del freno. Sulle gru recenti
sono contemporaneamente azionati i segnali acustici e visivi di sovraccarico costituiti
da un cicalino e una luce rossa.
La taratura deve avvenire sollevando il massimo carico ammesso aumentato del 5%,
in una posizione qualsiasi tra la torre e il cartello del carico massimo.
Il dispositivo può essere realizzato in vari modi. Spesso è azionato dal telaio
dell’argano di sollevamento o da una puleggia che si muovono in modo proporzionale
allo sforzo esercitato dalla fune di sollevamento, fino a premere sul pulsante di un
microinterruttore che ferma i movimenti.
• LIMITATORE DI VELOCITÀ DI SOLLEVAMENTO (LVS)
Impedisce l’inserimento della marcia più veloce di sollevamento con carichi
superiori alle portate ammesse per evitare sovrasollecitazioni alle strutture e
proteggere il motore.
La taratura avviene utilizzando un carico pari al carico nominale ammesso in marcia
veloce velocità aumentato del 5%, verificando che, il carico nominale possa essere
sollevato alla massima velocità, mentre il carico maggiorato del 5% possa essere
sollevato solo alle velocità inferiori.
Anche per i limitatori di velocità possono esistere varie forme costruttive.
LCM LVS
Esempio di installazione del limitatore di carico massimo e di velocità sull ’argano di sollevamento che si solleva
in funzione del carico applicato alla fune.
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• FINECORSA DI ROTAZIONE
Impedisce l'attorcigliamento eccessivo dei cavi di alimentazione e dell'organo di
comando, causato dalla rotazione della gru.
E’ generalmente costituito da un contagiri meccanico montato su un pignone che
ingrana con la dentatura della ralla ed interrompe la rotazione della gru, togliendo
l’alimentazione ai relè “sinistra” e “destra”.
La regolazione del finecorsa può essere
effettuata in modo da consentire alla gru una
rotazione di circa due giri.
Durante la taratura prestare attenzione che le
camme non si sovrappongano per evitare di
interrompere contemporaneamente i due
movimenti e di mettere conseguentemente fuori
servizio la gru.
• ALTRI DISPOSITIVI
Altri dispositivi consentono di migliorare ulteriormente la sicurezza della macchina. Ad esempio: � Rilevatore del numero di giri del tamburo di sollevamento in grado di
evitare il superamento della velocità massima prevista in caso di
malfunzionamento del sistema “inverter-motore” interrompendo l’alimentazione
del motore e del freno.
� Rilevatore dell'avvolgimento della fune che evita la fuoriuscita e
l’accavallamento della fune sui tamburi interrompendo il movimento.
� Avvisatori acustici e/o luminosi con luce gialla di preavviso del momento
massimo che si attiva al raggiungimento del 90% del momento ammissibile
sulla gru.
� Controllo livello minimo olio in centralina che impedisce il funzionamento
della pompa idraulica quando per scarsità di olio nel serbatoio esiste il rischio di
immettere aria nei cilindri di montaggio.
• EVOLUZIONI IN CORSO
Recentemente sono apparse sul mercato macchine con dispositivi di sicurezza basati sul rilevamento elettronico del carico, della posizione del braccio e del gancio della
gru. In questa trattazione non ci occuperemo di questi dispositivi sia perché non sono ancora molto diffusi, sia perché la loro taratura è riservata al personale specializzato
del servizio di assistenza delle ditte produttrici, con modalità di intervento diverso da caso a caso.
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4 INSTALLAZIONE E UTILIZZO DELLA GRU
4.1 LA SCELTA DELL’UBICAZIONE
Nella scelta dell’ubicazione di una gru l’utente normalmente si preoccupa che il raggio
d’azione copra l’intero cantiere e che la movimentazione dei carichi sia la più razionale
possibile.
L’installatore deve però tenere in considerazione anche altri aspetti, forse meno immediati
ma fondamentali per l’efficienza della gru e per la sicurezza del cantiere.
Egli dovrà preoccuparsi dell’idoneità del terreno sul quale si posizionerà la gru, della facilità
di accesso per la manutenzione, degli spazi necessari per effettuare l’installazione e del
coordinamento dei collaboratori per tutta la durata della sua prestazione.
Particolare attenzione dovrà poi riservare all’eventuale rischio di interferenza della gru con
ostacoli di qualunque natura quali linee elettriche, costruzioni, alberi, compreso il rischio di
una possibile interferenza con altre gru e parti di esse.
Divieto di installazione con rischio di interferenza
Il posizionamento della gru deve essere fatto in modo che questa possa essere libera di
ruotare senza incontrare ostacoli. Non è consentita l’installazione della gru con rischio di
collisione della struttura con ostacoli di qualsiasi natura.
Nel seguito sono illustrate le principali condizioni di interferenza che si possono verificare in
un cantiere e gli eventuali provvedimenti da adottare:
• Interferenza con linee elettriche aeree.
Attorno alle linee elettriche aeree non adeguatamente protette è prevista una zona di
rispetto assoluto che varia tra 3 e 7 metri (Art.83 D. Lgs n 81 del 9/4/08). Per evitare di
invadere tale zona sono richiesti arresti meccanici in aggiunta ai finecorsa elettrici.
In ogni caso la rotazione non può essere limitata, poiché non è consentito adottare
arresti meccanici per il movimento di rotazione. E’ necessario inoltre, prestare
attenzione anche alle oscillazioni dell’organo di presa affinché il carico e le funi non
invadano la zona di rispetto.
In caso di vicinanza di linee elettriche aeree scoperte ad alta tensione, è comunque
sempre consigliabile consultare l’ente gestore.
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• Interferenza con ostacoli vari, comprese le funi di altre gru.
Gru in esercizio
Ogni interferenza deve essere tassativamente evitata. Per evitavate rischi di
interferenza sono ammessi finecorsa elettrici.
La circolare 12/1/84 del Ministero del Lavoro ipotizza l’interferenza di una gru con le
funi di sollevamento di altre gru, anche di imprese diverse e indica, tra i provvedimenti
da prendere, la nomina di un coordinatore che stabilisca le precedenze nelle zona
comune di manovra.
Gru fuori esercizio
Non deve essere possibile alcuna forma di interferenza, con la gru libera di ruotare.
Il carrello e il gancio devono essere posti nella posizione indicata sul manuale
d’istruzioni.
• Interferenza con zone di rispetto a lato
di autostrade, ferrovie, ecc…
Consultare l’ente interessato.
4.2 LE REAZIONI SUGLI STABILIZZATORI
Ogni stabilizzatore trasmette al suolo reazioni verticali e orizzontali.
Le reazioni verticali sono dovute a:
� pesi propri
� peso del carico sollevato
� inerzia di accelerazione e frenatura del carico
� inerzia di rotazione, traslazione e forza centrifuga
� forza del vento
La somma delle reazioni verticali sugli stabilizzatori è sempre pari alla somma dei pesi
della gru e del carico sollevato, maggiorata degli effetti dinamici dovuti al sollevamento.
Le reazioni verticali sono uguali sui quattro appoggi solo se la gru è perfettamente bilanciata,
situazione che si presenta raramente nelle moderne gru automontati che hanno
contrappesi molto vicini al centro di rotazione e di conseguenza sono già sbilanciate verso
il braccio anche quando sono scariche.
In tutti gli altri casi la reazione al suolo è diversa sui 4 stabilizzatori. Nelle condizioni di
carico più gravose uno stabilizzatore può sostenere da solo il 75% della somma dei
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pesi della gru e del carico sollevato, maggiorata degli effetti dinamici dovuti al
sollevamento.
Inoltre, quando la gru non è livellata correttamente, può succedere che uno o due
stabilizzatori collaborano poco alla stabilità della macchina, quindi lo stabilizzatore sotto al
braccio può sostenere da solo un carico ancora più elevato.
Il valore massimo della reazione che può essere trasmesso al suolo da uno stabilizzatore
costituisce la reazione massima. Essa interessa un solo stabilizzatore ma può essere
trasmessa al suolo alternativamente da tutti gli stabilizzatori al ruotare della gru.
Il valore della reazione massima è sempre indicato sui manuali di istruzione e sulle targhe
della gru e deve essere uti lizzato dai tecnici incaricati del dimensionamento delle basi di
appoggio e delle fondazioni.
Le reazioni orizzontali sono dovute a:
� inerzia di rotazione, traslazione e forza centrifuga
� forza del vento
Sullo stabilizzatore più caricato il valore della reazione orizzontale, di solito, non supera il
10% del valore della reazione verticale.
La reazione orizzontale normalmente è trascurata nel calcolo delle fondazioni. Mentre, deve
essere considerata nel caso di montaggio della gru su piedistalli molto alti.
Esempio di distribuzione
delle reazioni al suolo
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4.3 LE BASI DI APPOGGIO
Le gru sono normalmente corredate di 4 stabilizzatori a vite con flangie di appoggio che
trasmettono al suolo una pressione specifica generalmente compresa tra 10 e 15 daN/cm2.
Difficilmente il suolo dei cantieri può sopportare questa pressione.
A titolo di esempio si riportano i valori di resistenza ammissibile di alcuni tipi di terreno:
• terreno compatto: da 1 a 2 daN/cm2
• massicciata: da 2 a 5 “
• calcestruzzo magro: fino a 12 “
E’ quindi necessario interporre tra la flangia e il suolo un idoneo piedistallo più largo
della flangia per ridurre la pressione al suolo a valori compatibili con la resistenza del terreno.
In ogni caso si sconsiglia di installare la gru direttamente su un terreno con resistenza
inferiore a 3 daN/cm2
4.4 LE FONDAZIONI
Quando il terreno non è idoneo a sopportare la pressione degli stabilizzatori bisogna
prevedere un’adeguata fondazione.
La migliore fondazione è costituita da 4 plinti indipendenti.
Le fondazioni a platea, se realizzate a regola d’arte, sono molto più dispendiose e devono
essere ben progettate. Queste devono essere impiegate solo quando strettamente
indispensabili in base alle caratteristiche del suolo.
Una platea mal realizzata può facilmente rompersi o inclinarsi sotto il peso degli stabilizzatori.
In presenza di scavi è bene effettuare uno studio geologico del terreno per stabilire la
distanza tra la base delle fondazioni e lo scavo. In ogni caso questa distanza non deve
mai essere inferiore alla profondità dello scavo stesso.
Verificare sempre l’assenza di cunicoli, pozzetti, cavità nascoste, ecc... nel suolo sottostante
l’area interessata dagli stabilizzatori e dalle fondazioni della gru.
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4.5 LE CONDIZIONI AMBIENTALI AMMESSE
Le condizioni ambientali possono porre limitazioni all’utilizzo in condizioni di sicurezza degli
apparecchi di sollevamento. Queste limitazioni possono derivare dalla scarsa illuminazione
del luogo di lavoro, dalla temperatura ambiente troppo bassa o troppo alta, dalla presenza di
neve sulla struttura e da una eccessiva velocità del vento. I manuali d'uso e manutenzione
indicano chiaramente quali sono le condizioni ammesse per l’uti lizzo della gru.
Affinché la movimentazione del carico possa avvenire in sicurezza occorre che l'illuminazione
dell'ambiente di lavoro sia tale da garantire una buona visibilità delle traiettorie e consentire
una corretta valutazione delle distanze.
Per quanto riguarda la temperatura, gli apparecchi di sollevamento sono solitamente
progettati per lavorare in condizioni ottimali in un intervallo di temperature compreso tra 0° e
+40°. (Norma CEI 60204) Le basse temperature, infatti, peggiorano le caratteristiche
meccaniche dei materiali e le caratteristiche funzionali dei componenti elettrici ed elettronici,
il gelo può disturbare il funzionamento dei limitatori di carico creando delle masse solide tra i
microinterruttori e i tastatori, mentre le alte temperature sono dannose per i motori e i
componenti elettronici.
Con opportune precauzioni, ed in accordo con il costruttore, può essere consentito lavorare
con temperature comprese tra -15°e +50°.
La neve sul braccio comporta un sovraccarico della struttura della gru. Prima di procedere
all’utilizzo della macchina, ferme restando le limitazioni sulla temperatura, è necessario
tentare di rimuovere la neve accumulata con alcune manovre a vuoto. Se ciò non è possibile
occorre attendere lo scioglimento della neve. E’ possibile lavorare con carichi ridotti, per
compensare il carico della neve, solo se il limitatore di momento è costruito per essere
sensibile alla somma dei carichi presenti sul braccio.
Per quanto riguarda il vento le gru a torre sono progettate per resistere fino ad una velocità
di 72 km/h in esercizio e di 50 Km/h nelle fasi di montaggio.
In caso di vento più forte la gru deve essere posta fuori servizio, sia perché risulterebbe
difficoltoso il controllo delle manovre, sia perché potrebbero sorgere problemi di stabilità e
resistenza delle strutture.
Le gru fuori servizio sono progettate per sopportare al minimo una velocità del vento di 130
Km/h al suolo e di 152 Km/h a 20 m di altezza.
In zone dove è prevedibile una velocità del vento superiore è necessario consultare le
istruzioni per verificare la velocità massima effettivamente considerata in sede di progetto,
oppure bisogna contattare i l fabbricante.
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4.6 LA CAPACITA’ DI CARICO DELLA GRU
Qualsiasi apparecchio di sollevamento è caratterizzato da uno specifico diagramma di carico,
per ogni configurazione prevista.
Normalmente per ogni configurazione l’entità del carico sollevabile varia in modo continuo dal
valore di punta al valore massimo, in relazione inversamente proporzionale allo sbraccio.
Per ogni configurazione devono essere esposte le targhe di portata con i valori più
significativi del carico sollevabile in relazione allo sbraccio.
Alcune configurazioni, generalmente con braccio impennato, prevedono il sollevamento di un
carico costante su tutta la lunghezza del braccio.
A titolo di esempio riportiamo i diagrammi di carico relativo ad un modello prodotto dalla OMV
Off. Mecc. Vicario S.p.A..
25.000
10.711
21.910
18.850
15.795
22.015
20.700
2200
24.640
13.790
24.600
30.500
25
800
23
885
21
987
19
1112
17
1270
15
1473
13
1745
10,67
2200kg
m
10°
25°
12.669
1800 1400 1200 950 800
15.657
17.829
21.684
3.600
950
1200
1400
8001600
22.780
750
R 1,9 m
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4.7 LE FORZE AGENTI SULLA GRU
Le forze agenti sulla gru sono evidentemente diverse per gru in servizio e fuori servizio.
La gru in servizio è sottoposta alle forze permanenti dovute ai pesi propri e ad una serie di
forze variabili dovute al carico, ai movimenti e all’azione dinamica del vento.
Questo è l’elenco completo delle forze agenti sulla struttura della gru in servizio:
• Forze permanenti dovute ai pesi propri della struttura.
• Forze variabili dovute al carico da sollevare.
• Forze variabili dovute al tiro delle funi.
• Forze variabili dovute alle inerzie di movimento e alla forza centrifuga di rotazione.
• Forze variabili dovute al vento agente sulla gru e sul carico.
La gru fuori servizio è sottoposta alle forze permanenti dovute ai pesi propri e alla sola forza
variabile dovuta all’azione dinamica del vento, che in questo caso può raggiungere l’intensità
massima prevista nel luogo di installazione della gru (vento di tempesta).
Questo è l’elenco completo delle forze agenti sulla gru in condizioni di fuori servizio:
• Forze dovute ai pesi propri della struttura.
• Forze dovute all’azione dinamica del vento sulla struttura tenendo in considerazione il
vento massimo (vento di tempesta) prevedibile nel luogo di installazione.
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4.8 LA STABILITA’ AL RIBALTAMENTO
Per stabilità al ribaltamento si indica l'attitudine di una gru ad essere stabile sotto l’effetto dei
carichi applicati, incrementati dei coefficienti di sicurezza previsti dalle norme.
Lo schema indica tutti i carichi che possono interessare una gru.
L’asse teorico di ribaltamento corrisponde alla linea degli gli stabilizzatori sotto al braccio.
Come è facile capire, tutte le forze verticali poste alla destra dell’asse di ribaltamento
favoriscono il ribaltamento della gru, mentre le forze verticali alla sinistra dell'asse concorrono
alla stabilità e corrispondono alle forze dovute al contrappeso e alla porzione dei pesi propri
che si trova entro la base di appoggio della gru.
Le forze orizzontali possono avere effetti stabilizzanti o ribaltanti, secondo la loro direzione:
quelle indicate nello schema, ad esempio, producono tutte un effetto ribaltante.
Pesi propri
a sbalzo
Carico
Inerzia di
struttura
Inerzia traslazione
Forza centrifuga
Vento su carico
scorrimento
Vento su
Inerzia rotazione
Rh 1 = totale
Rv 2
Rv 1
Rh 2
Rh 4
Rh 3
Contrappeso e pesiRv 3
propri entro la base
ASSE DI
RIBALTAMENTO
(eventuale)
Le forze che concorrono alla stabilità producono un momento stabilizzante Ms, mentre le
forze che concorrono al ribaltamento producono un momento ribaltante Mr, dove per
momento si intende il prodotto della forza per la sua distanza dall’asse di ribaltamento.
E’ ovvio che la stabilità complessiva è garantita solo se Ms > Mr.
Quindi per la gru in servizio deve risultare:
Rv3 x D3 > Rv1 x D1 + Rv2 x D2 + Rh1 x H1 + Rh2 x H2 + Rh3 x H3 + Rh4 x H4
Mentre per la gru fuori servizio deve risultare:
Rv3 x D3 > Rv1 x D1 + Rh4 x H4 dove questa volta Rh4 è la forza del vento massimo prevedibile.
Per semplicità in queste formule non sono stati indicati i coefficienti di sicurezza, previsti dalle
norme, che devono essere applicati ad alcune componenti dei carichi ribaltanti.
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Questi coefficienti variano da norma a norma. A titolo di esempio si riportano alcuni valori
indicativi:
Condizione Componente di carico Coefficienti da applicare
(valori indicativi)
Carico sollevato da 1,5 a 1,6
Forze d'inerzia 0
Caso I: stabilità statica
Carichi del vento 0
Carico sollevato da 1,1 a 1,45
Forze d'inerzia da 1 a 1,1
Caso II: stabilità dinamica
Carichi del vento da 1 a 1,1
Carico sollevato 1,2
Forze d'inerzia 0
Caso III: vento massimo
Carichi del vento 0
Carico sollevato da -0,2 a -0,3
Forze d'inerzia 0
Caso IV: rilascio improvviso
del carico Carichi del vento 1
Questo vuol dire, ad esempio, che in condizioni statiche la gru deve mantenere la sua
stabilità con un sovraccarico fino al 60% del carico nominale.
Avvertenza
A volte succede di sentire qualche utilizzatore che si dice convinto che le gru possono sopportare un
carico maggiorato anche del 100% o del 200%.
Questo é assolutamente falso!
E' invece vero che non é mai ammesso sovraccaricare una gru. Gli unici sovraccarichi ammessi sono
quelli di collaudo statico (25%) e dinamico (10%) che devono essere applicati solo in caso di
giustificata necessità, da personale qualificato.
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4.9 MESSA IN SERVIZIO E FUORI SERVIZIO DELLA GRU
Messa in servizio della gru.
All’inizio di ogni turno di lavoro, prima della messa in servizio della gru occorre assicurarsi
della piena efficienza della gru e del luogo d’installazione, con le seguenti operazioni:
• verificare a vista la base di appoggio e il livellamento;
• verificare a vista la sagoma della gru che deve risultare immutata, senza alcuna
deformazioni dei suoi elementi;
• verificare la completezza del contrappeso;
• verificare a vista i conduttori di messa a terra e di alimentazione;
• verificare a vista l'integrità del cavo dell'organo di comando;
• verificare a vista l’avvolgimento delle funi e l'assenza di danneggiamenti evidenti;
• controllare il funzionamento del segnale di “Allarme” e la rispondenza tra movimenti
e indicazioni sull’organo di comando;
• verificare l’efficienza dei motori e dei freni con alcune manovre a vuoto;
• controllare a vista l'integrità dei limitatori e dei finecorsa;
• verificare che non vi siano ostacoli nel raggio di rotazione della gru;
• verificare la presenza e l’integrità di tutte le targhe previste sulla macchina;
• attivare il freno a dischi del motore di rotazione agendo sull’apposito comando di
blocco e sblocco.
Messa fuori servizio della gru.
Con messa fuori servizio della gru si intende l’operazione con la quale la gru viene posta in
condizioni di sicurezza nei seguenti casi:
• al termine di ogni turno di lavoro;
• durante i turni di lavoro quando la gru non viene utilizzata per un lungo periodo
oppure in assenza del personale addetto alla conduzione;
• durante i turni di lavoro quando la velocità del vento supera i 72 km/h.
Per la messa fuori servizio della gru è necessario:
• liberare il gancio da ogni eventuale carico o accessorio di sollevamento;
• sollevare il bozzello alla massima altezza;
• portare il carrello nella posizione indicata dalle istruzioni (di solito vicino alla torre);
• liberare la rotazione sbloccando con l’apposito comando il freno di rotazione;
• effettuare un movimento di rotazione con arresto attraverso il pulsante di
emergenza per verificare che la rotazione sia effettivamente libera;
• togliere corrente all’impianto tramite il sezionatore generale.
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4.10 CRITERI DI CONDUZIONE
Ecco alcune semplici indicazioni su come condurre i vari movimenti di una gru per edilizia:
Sollevamento: Salita
Prima di avviare il movimento di salita verificare:
- la corretta imbracatura del carico;
- che la catena del gancio e le funi del bozzello non siano attorcigliate;
- che il dispositivo antisganciamento del gancio funzioni regolarmente.
Avviare il movimento in modo progressivo distanziando di qualche secondo l’inserimento
delle varie velocità, senza inserire la marcia veloce prima che il carico sia staccato dal suolo.
Non utilizzare la marcia veloce per carichi superiori a quelli ammessi e mantenere la velocità
prescelta per tutta la manovra, evitando inuti li cambi di velocità.
In prossimità del fine corsa di salita rallentare la velocità e procedere con attenzione.
Al momento di interrompere il movimento tenere conto dei tempi di decelerazione che
producono una corsa residua del gancio dopo l’interruzione del comando.
Sollevamento: Discesa
Verificare che la traiettoria del carico sia sgombra da ostacoli.
Avviare il movimento in modo progressivo distanziando di qualche secondo l’inserimento
delle varie velocità e non utilizzare la marcia veloce per carichi superiori a quelli ammessi.
Mantenere la velocità prescelta per tutta la manovra, evitando inutili cambi di velocità.
Al momento di interrompere il movimento tenere conto dei tempi di decelerazione che
producono una corsa residua del gancio “h” dopo l’interruzione del comando. Se i l rilascio del
comando avviene troppo tardi si rischia di urtare violentemente il carico al suolo.
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Traslazione del carrello: vicino e lontano
Prima di iniziare il movimento verificare che la traiettoria del carico sia sgombra da ostacoli.
Avviare i movimenti in modo molto progressivo.
Per evitare oscillazioni attendere sempre che il carico si porti sulla perpendicolare del carrello
prima di effettuare cambi di velocità.
In accelerazione non inserire una velocità superiore a quella in atto finché il carico è arretrato
rispetto alla perpendicolare del carrello.
Al momento dell’arresto scalare le velocità in modo molto progressivo.
Come limitare e spegnere le oscillazioni del carico
Per limitare le oscillazioni del carico bisogna sempre tentare di portare il carrello sulla
perpendicolare del carico, con movimento sincrono alla oscillazione in atto.
Allo stesso modo, in prossimità della posizione di arrivo, si possono effettuare piccoli
spostamenti del carrello, a bassa velocità, per spegnere eventuali oscillazioni residue del
carico.
Le oscillazioni si amplificano se si effettuano movimenti in direzione opposta.
Movimento del carrello
che amplifica le oscillazioni
Movimento del carrello
che riduce le oscillazioni
Avviare il movimento o
aumentare la velocità
quando il carico é arrivato
sulla perpendicolare
A B C
del carrel lo "pos. B"
Perpendicolare al carico
Perpendicolare al carico
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Rotazione: destra e sinistra
Valgono sostanzialmente le stesse indicazioni fornite per il movimento di traslazione.
Prima di iniziare il movimento verificare che le traiettorie del carico, del braccio e del
contrappeso siano sgombre da ostacoli.
Avviare i movimenti in modo molto progressivo.
Per evitare oscillazioni inserire la velocità superiore a quella in atto solo dopo che il carico in
accelerazione si portato sulla perpendicolare del braccio. Non inserire una velocità superiore
a quella in atto finché il carico è arretrato rispetto alla perpendicolare del braccio.
Al momento di interrompere il movimento tenere conto dei tempi di decelerazione che
producono una corsa residua del braccio dopo l’interruzione del comando.
I movimenti di accostamento finale possono essere effettuati con la prima velocità.
Come limitare le oscillazioni del carico
Come per il movimento di traslazione del carrello per bloccare le oscillazioni del carico
bisogna sempre tentare di portare il braccio sulla perpendicolare del carico, con movimento
sincrono alla oscillazione in atto.
Le oscillazioni si amplificano se si effettuano invece movimenti in direzione opposta.
é il movimento che
circostanza,
Perpendicolare al carico
la rotazione DESTRA
riduce le oscillazioni
Ad esempio, in questa
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Scorrimento della gru su binario: avanti e indietro
E’ un movimento oggi poco diffuso sulle gru per edilizia.
Valgono le stesse indicazioni fornite per il movimento di traslazione, tenendo conto che in
questo caso è l’intera gru che si muove.
Montaggio idraulico
Per queste operazioni è bene impiegare personale esperto e seguire punto per punto le
istruzioni del fabbricante.
Ricordarsi di pressurizzare i cilindri secondo le indicazioni del fabbricante prima di iniziare le
manovre.
Tutti i movimenti devono essere eseguiti con gradualità tenendo bene sotto controllo le varie
parti e le traiettorie della struttura.
Non alternare movimenti di montaggio e smontaggio in sequenza rapida per evitare
contraccolpi dovuti alle sovrappressioni nei cilindri.
Non effettuare inuti li interruzioni dei comandi, ma fare il possibile per portare sempre a
compimento il movimento con una sola manovra.
Se durante i movimenti di montaggio e smontaggio si innescano oscillazioni cicliche sulla
struttura interrompere la manovra e attendere lo spegnimento delle oscillazioni prima di
riprendere il movimento. In questo caso, ad operazioni ultimate, richiedere l’intervento del
servizio di assistenza poiché potrebbe essere necessario controllare la taratura delle valvole
e degli strozzatori dell’impianto oleodinamico.
Montaggio meccanico con taglie a funi.
Anche in questo caso è fondamentale impiegare personale esperto e seguire punto per
punto le istruzioni del fabbricante.
E’ sempre buona norma effettuare le operazioni con regolarità per evitare sovrasollecitazioni
sulle strutture.
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Arresto di emergenza
Le gru sono dotate di un pulsante a fungo, di colore rosso, per l’arresto di emergenza e di un
sezionatore manuale di linea.
Il pulsante di arresto di emergenza e il sezionatore di linea producono l'interruzione
dell'alimentazione di tutti i motori e i freni con l'arresto contemporaneo di tutti i movimenti
con le seguenti modalità:
• arresto immediato per sollevamento, traslazione, scorrimento e montaggio;
• arresto in tempo normale per la rotazione, se è stata effettuata con una corretta
taratura del freno a dischi.
L’arresto di emergenza è da utilizzare solo per evitare condizioni di pericolo poiché provoca
forti sovrasollecitazioni sulla macchina.
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4.11 SEGNALI GESTUALI
A completamento degli argomenti trattati si è ritenuto uti le allegare le disposizioni basilari per
le segnalazioni d'imbracatura e spostamento dei carichi secondo quanto previsto dal D.Lgs
493/96 allegato IX:
1. Proprietà
Un segnale gestuale deve essere preciso, semplice, ampio, facile da eseguire e da comprendere e nettamente
distinto da un alt ro segnale gestuale.
L'impiego contemporaneo delle due braccia deve farsi in modo simmetrico e per un singolo segnale gestuale.
I gesti impiegati, nel rispetto delle caratteristiche sopra indicate, potranno variare leggermente o essere più
particolareggiati rispetto alle figurazioni riportate al punto 3, purché il significato e la comprensione siano per lo
meno equivalenti.
2. Regole particolari d'impiego
2.1. La persona che emette i segnali, detta "segnalatore", impartisce, per mezzo di segnali gestuali, le istruzioni
di manovra al destinatario dei segnali, detto "operatore".
2.2. Il segnalatore deve essere in condizioni di seguire con gli occhi la totalità delle manovre, senza essere
esposto a rischi a causa di esse.
2.3. Il segnalatore deve rivolgere la propria attenzione esclusivamente al comando delle manovre e alla
sicurezza dei lavoratori che si trovano nelle vicinanze.
2.4. Se non sono soddisfatte le condizioni di cui al punto 2.2, occorrerà prevedere uno o più segnalatori
ausiliari.
2.5. Quando l 'operatore non può eseguire con le dovute garanzie di sicurezza gli ordini ricevuti, deve
sospendere la manovra in corso e chiedere nuove istruzioni.
2.6. Accessori della segnalazione gestuale
Il segnalatore deve essere individuato agevolmente dall'operatore.
Il segnalatore deve indossare o impugnare uno o più elementi di riconoscimento adatti, come giubbotto, casco,
manicotti, bracciali, palette.
Gli elementi di riconoscimento sono di colore vivo, preferibilmente unico, e riservato esclusivamente al
segnalatore.
3. Gesti convenzionali da utilizzare
Premessa:
La serie dei gesti convenzionali che si riporta di seguito non pregiudica la possibilità di impiego di altri sistemi di
codici applicabili a livello comunitario, in particolare in certi settori nei quali si usino le stesse manovre.
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46
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4.12 GLI USI NON CONSENTITI
L'ambiente di lavoro naturale delle gru a torre è il cantiere edile. Riflettendo sul numero di
persone, sulle attrezzature e sui beni presenti nel cantiere stesso e nei suoi dintorni, è facile
intuire quali potrebbero essere le conseguenze di un utilizzo non corretto della gru.
Per evitare situazioni di pericolo o di danneggiamento della stessa gru riportiamo di seguito
la lista di quelli che, in base alla nostra esperienza, sono gli usi non consentiti più
frequentemente messi in atto:
1) non sollevare carichi eccedenti la portata della gru;
2) non sollevare in “veloce” carichi superiori a quelli ammessi;
3) non effettuare tiri inclinati e operazioni di traino del carico;
4) non tentare di sollevare carichi vincolati al suolo;
5) non scaricare repentinamente il carico con accessori che permettono il rilascio istantaneo, tagliando
l’imbracatura, ecc;
6) non tentare di sollevare carichi vincolati al suolo dal gelo;
7) non sollevare o depositare bruscamente il carico;
8) non sollevare il carico da piani di appoggio non stabili, quali natanti, impalcature pericolanti, ecc;
9) non sollevare carichi agganciati fuori dall’asse baricentrico;
10) non far pendolare il carico sospeso per depositarlo al di fuori del raggio di azione della gru;
11) non eseguire manovre in presenza di rischio di collisione con ostacoli di qualunque natura;
12) non appoggiare il gancio a terra;
13) non lasciare carichi appesi quando la gru è fuori servizio, né ancorare il gancio in alcun modo;
14) non utilizzare la contromanovra per i movimenti di sollevamento e traslazione (non iniziare una manovra se
gli effetti dinamici della manovra precedente non si sono esauriti);
15) non passare con il carico sulle persone;
16) non effettuare manovre senza il controllo visivo del carico, se non validamente coadiuvati da apposito
sistema di segnalazione;
17) non apporre sull’apparecchio insegne, cartelli o qualunque alt ro oggetto non previsto, tali da incrementare la
superficie esposta al vento;
18) non sollevare persone;
19) non sollevare carichi aventi superficie esposta al vento superiore a quella ammessa;
20) non utilizzare l’apparecchio se questo non è in perfetta efficienza;
21) non usare i finecorsa come organi da manovra per arrestare il carico in posizioni prestabilite;
22) non usare il pulsante di "arresto" per fermare i movimenti della gru;
23) non usare la gru come strumento per demolizioni;
24) non consentire a personale poco qualificato l’uso della gru;
Per alcune di queste manovre non consentite si riporta di seguito uno schema esplicativo.
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4.13 VERIFICHE E MANUTENZIONE
Condizione indispensabile affinché una gru possa operare in piena efficienza e in sicurezza è
che sia soggetta ad un regolare programma di manutenzione e sorveglianza in accordo con
quanto è stabilito dalle norme e leggi vigenti, dallo stato della tecnica e dal costruttore.
Il programma di manutenzione comprende sia interventi di tipo ordinario (con cadenza
giornaliera, settimanale e mensile), durante i quali sono previste ispezioni, controlli e verifiche
che possono essere condotte direttamente dall’operatore addetto all’uso della gru, e
interventi di tipo periodico per i quali può essere richiesto l’intervento di personale qualificato.
In ogni caso, durante qualsiasi operazione di manutenzione è obbligatorio:
• porre la gru fuori servizio e in sicurezza utilizzando l’apposito cartello “Fuori servizio
per manutenzione” ;
• provvedere a bloccare il sezionatore del quadro elettrico della gru sulla posizione “0”
con apposito lucchetto;
• che gli operatori incaricati della manutenzione siano dotati e indossino tutte le
protezioni antinfortunistiche previste (scarpe antinfortunistiche, guanti, casco di
protezione, sistemi anticaduta, ecc…);
• verificare al termine delle operazioni, prima della messa in servizio della macchina, la
piena efficienza della gru e ripristinare tutte le protezioni degli organi meccanici della
stessa qualora siano stati rimossi.
Manutenzione giornaliera.
In normali condizioni d’uso ci si può limitare ad effettuare i controlli previsti prima della messa
in servizio giornaliera della gru descritti al paragrafo 4.9.
Manutenzione settimanale.
• Effettuare una verifica funzionale dei limitatori e del segnale acustico e/o luminoso di
sovraccarico e preavviso, attivando manualmente i relativi microinterruttori;
• effettuare una verifica funzionale dei finecorsa provocando l'intervento, con cautela,
con manovre a vuoto a tutte le velocità;
• verificare le fondazioni, gli appoggi, lo stato e il serraggio degli stabilizzatori a vite e la
messa in bolla della gru;
• controllare l'efficienza del gancio e della sicurezza antisganciamento;
• controllare le condizioni di lubrificazione delle funi, nella parte accessibile, e l'assenza
di usura e deformazioni;
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Manutenzione mensile.
Oltre alle operazioni elencate per la manutenzione settimanale devono essere effettuate le
seguenti operazioni:
• lubrificare la dentatura della ralla e del pignone;
• lubrificare le sfere della ralla attraverso gli appositi ingrassatori; allo scopo, portare la
gru nella posizione di finecorsa di rotazione a sinistra, o destra; iniettare grasso in uno
degli ingrassatori e contemporaneamente fare ruotare la gru per due giri completi,
senza interruzione e senza inversione del senso di marcia; ripetere l’operazione per il
secondo giro di sfere se presente;
• verificare la taratura del freno di sollevamento e di traslazione sollevando a pochi
centimetri da terra e traslando in direzione "Vicino" il carico massimo di collaudo
dinamico;
• verificare la taratura dei limitatori di carico e di momento sollevando i rispettivi carichi
di taratura e verificare il funzionamento degli extracorsa, se esistono, premendo a
mano i l pulsante del limitatore per ulteriori 1,5 mm;
• verificare il funzionamento dell’indicatore di sovraccarico con segnale acustico e luce
rossa;
• verificare la taratura dei finecorsa di salita, discesa, vicino, lontano;
• verificare la taratura e il funzionamento del segnalatore con luce arancio di
avvicinamento al momento limite, se previsto sulla gru;
• verificare il funzionamento del rilevatore dell’avvolgimento della fune sui tamburi di
sollevamento e traslazione, se previsto sulla gru;
• verificare la taratura del freno a dischi della rotazione (freno di stazionamento ed
emergenza) provocando la frenata del movimento di rotazione a vuoto con il pulsante
di arresto di emergenza;
• verificare l'efficienza del dispositivo di sblocco del freno di rotazione;
• verificare l'integrità di tutte le targhe;
• qualora durante questi interventi di verifica si dovessero riscontrare delle anomalie
occorre intervenire per ripristinare l’efficienza della gru.
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Sostituzione preventiva dei pezzi soggetti a usura
La gru e i suoi componenti durante il normale utilizzo subiscono un deterioramento legato
alla naturale usura. Per mantenere sempre in piena efficienza la gru e ridurre i pericoli
derivanti da possibili rotture causate dall’usura sono previsti degli interventi di sostituzione
preventiva dei vari componenti. Quale componente e quando sostituirlo non può essere
stabilito in maniera semplice in quanto l’invecchiamento dipende da vari fattori. In ogni caso
sui manuali d’uso e manutenzione sono solitamente riportati dei criteri di massima, basati
sulle esperienze acquisite, che possono essere utilizzati per verificare i vari componenti e
stabilire l’eventuale sostituzione. A titolo d’esempio si può consultare il paragrafo 13.10 del
manuale d’uso e manutenzione della gru OMV Officine Meccaniche VICARIO S.p.A.
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5 ACCESSORI DI SOLLEVAMENTO
5.1 DEFINIZIONE
Quando non è possibile il collegamento diretto tra i l carico da movimentare e l'organo di
presa dell'apparecchio di sollevamento, occorre ricorrere agli accessori di sollevamento
definiti dal D.P.R. 459/96 all. 1 come:
"Componenti o attrezzature non collegate alle macchine e disposte tra la macchina e il carico
oppure sul carico per consentire la presa" (4.1.1.a)
I più uti lizzati per la movimentazione del materiale nei cantieri edili sono gli accessori di
imbracatura, le forche, le benne, i cassoni e le ceste.
Ci occuperemo nel seguito di questi accessori a partire dalle imbracature definite secondo lo
stesso D.P.R. 459/96 all. 1, come:
"Accessori di sollevamento che servono alla realizzazione o all'impiego di una braca, quali
ganci ad occhiello, maniglie, anelli golfari, ecc... "
5.2 TIPOLOGIE E CARATTERISTICHE E USO DELLE BRACHE
Esistono essenzialmente tre diverse tipologie di tiranti d'imbracatura:
• Tiranti di imbracatura in fune. Costituite da funi d'acciaio aventi alle estremità dei
terminali che consentono i l collegamento con i ganci della gru e il carico da sollevare.
• Tiranti di imbracatura in catena. Simili alle precedenti con delle catene a maglie
saldate in luogo delle funi.
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• Tiranti di imbracatura in fibra sintetica. Realizzate mediante fasce di fibre sintetiche.
Criteri di scelta
La scelta del corretto accessorio d'imbracatura è legata essenzialmente ai seguenti fattori:
• Portata dipendente dal carico massimo che deve essere sollevato. Qualora la massa
fosse eccentrica o non perfettamente equilibrata occorre considerare la ripartizione dei
carichi sui singoli punti di presa o di imbracatura.
• Natura del carico da movimentare. Le brache in fune o in catena sono indicate per
carichi anche elevati ma non delicati, per i quali sono più indicate le brache in fibra
sintetica.
• Condizioni ambientali.
Metodi di imbracatura, centro di gravità, influenza dell’angolo d’apertura
Per il collegamento al gancio dell'apparecchio di sollevamento si utilizza generalmente
un'apposita campanella (tiranti in fune e in catena), oppure un asola realizzata sul tirante
(tirante in fune o in fibra). Le asole nei tiranti in fune devono essere protette, se necessario,
con redance e costruite con manicotti.
Il collegamento al carico può avvenire
direttamente, se questo è predisposto con
opportuni punti d'aggancio, ai quali
collegare il gancio dell'imbracatura.
Diversamente si può utilizzare la stessa
braca per realizzare la legatura del carico
passandola attorno ad esso a formare un
cappio o un cesto.
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Occorre precisare che per alcuni tipi d'imbracatura può esserci una riduzione della portata, in
funzione dalla modalità di collegamento o della configurazione assunta dall'imbracatura. A
titolo d'esempio, per l'imbracatura a nodo scorsoio è prescritta una riduzione del 20% della
portata utile del tirante.
Per eseguire la movimentazione del carico senza che questo s'inclini e oscilli è necessario
individuare preventivamente il suo centro di gravità e posizionare opportunamente le
imbracature rispetto ad esso:
• Nel caso si utilizzi un tirante a singolo tratto questo deve essere disposto sulla
verticale del il centro di gravità.
• Nel caso di tirante a due tratti questi devono essere disposti simmetricamente e il
gancio dell'apparecchio di sollevamento deve essere sulla verticale del centro di
gravità.
• Quando i tiranti sono quattro o più i punti d'attacco dovrebbero giacere tutti sullo
stesso piano, per avere un'uniforme distribuzione del tiro su tutti i rami del sistema.
In ogni caso, quando ciò non è possibile, è necessario non superare la portata del
tirante più sollecitato.
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Inoltre, a parità di carico movimentato, lo sforzo sul singolo tirante dipende dall'angolo di tiro
rispetto alla verticale: maggiore è l'angolo maggiore è lo sforzo sul tirante.
Per tener conto di quest'effetto si ricorre a dei coefficienti di incremento dello sforzo sul
tirante in funzione dell'angolo che esso forma rispetto alla verticale.
Lo stesso coefficiente può essere impiegato come coefficiente riduttivo della portata, come
meglio spiegato dall’esempio che segue.
Una coppia di tiranti in fune, la cui portata utile nominale complessiva è di 10.000 Kg, é
collegata al carico con un angolo al vertice pari a 60°, al quale corrisponde un coefficiente di
riduttivo della portata (o di incremento dello sforzo) pari a C=1,155. La portata utile in questa
configurazione diventa quindi Pu=10.000 / 1,155=8658 Kg.
60° 60°
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Movimentazione del carico (Schemi tratti da SUVA cod. 88801.i –Ente di assicurazione svizzero - www.suva.ch)
Controlli preliminari
Prima di eseguire la movimentazione dei carichi è importante ai fini della sicurezza:
1. Controllare visivamente lo stato degli accessori di sollevamento.
2. Verificare la totale integrità ed efficienza.
3. Verificare che il carico sia adatto ad essere sollevato con la braca in uso e non
contenga parti sciolte.
4. Verificare che il carico sia ben bilanciato per il sollevamento
5. Verificare che le brache siano utilizzate in modo da rendere impossibile qualsiasi
spostamento durante le operazioni di movimentazione.
6. Assicurarsi che la braca non subisca danneggiamenti durante il sollevamento.
7. Assicurarsi che la superficie d’appoggio dove deve essere depositato il carico sia
idonea a sopportarne il peso, non presenti una conformazione che possa danneggiare
il carico o pregiudicare la stabilità dello stesso, non siano presenti ostacoli o persone
nella zona di posa. Eventualmente, predisporre delle travi di legno o altro materiale
per evitare lo schiacciamento dei tiranti e assicurare la stabilità al carico.
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Presa e manovra
La presa e la manovra del carico collegato all'imbracatura devono avvenire con molta
attenzione, delicatamente e senza strappi.
1. Eventuale personale nelle vicinanze del carico deve trovarsi in posizione tale da poter
scansare il carico in caso di movimenti imprevisti dello stesso e non vi sia rischio di
caduta o schiacciamento. Inoltre, è opportuno tenere le mani ed altre parti del corpo
lontane dal tirante di imbracatura per prevenire ferite durante il tensionamento del
tirante.
2. Vi deve essere contatto visivo diretto con i l carico o con l'eventuale segnalatore.
3. Iniziare l'operazione di sollevamento del carico ponendo lentamente in tensione
l'imbracatura fino a sollevare il carico di pochi centimetri. Verificare la tenuta e la
stabilità dell'imbracatura.
4. Interrompere la manovra se il carico tende a rovesciarsi o l'imbracatura perde
efficacia.
5. Proseguire nella movimentazione solo se il carico risulta stabile.
6. Quando occorre effettuare manovre manuali per movimentare il carico agire sempre
spingendolo e mai tirandolo verso di sé per evitare pericoli di schiacciamento.
7. Depositare il carico con cautela accertandosi che risulti stabile prima di allentare
l’imbracatura.
8. Rimuovere a mano il tirante.
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5.3 CASSONI, CESTE, BENNE E FORCHE.
La movimentazione di tutti quei materiali quali laterizi, pietrame, ghiaia e altri materiali minuti,
non idonei ad essere movimentati mediante l'utilizzo d'imbracature, avviene utilizzando
benne, cassoni metallici, ceste e forche:
• Benne per impasti cementizi (Figura A). Sono utilizzate per la movimentazione
d'impasti cementizi quali malte e calcestruzzi. Sono dotate di sistema per il rilascio del
materiale.
• Cassoni metallici (Figura B). Sono utilizzati per la movimentazione di materiale di
maceria o di laterizi.
• Ceste (Figura C). Sono utilizzate per la movimentazione di manufatti e materiale
componibile.
• Forche (Figura D). L'utilizzo delle forche per la movimentazione di materiale posto su
bancali, opportunamente imballato (imbrachi, reggenti, cellophane), è limitato alla
movimentazione dei carichi in prossimità del suolo con altezza massima consentita
pari a 1,8 m, ossia per il carico e scarico dal cassone del camion. E' consentito
l'utilizzo delle forche per il sollevamento in quota di materiali quali laterizi se questi
sono posti all'interno d'opportuni cassoni.
A
B
C
D
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Ai fini della sicurezza nell'utilizzo di questi accessori è necessario:
• non superare le portate previste;
• non eccedere il livello di carico per evitare, durante il sollevamento, la fuoriuscita e
successiva caduta al suolo di materiale;
• nell'utilizzo delle forche assicurarsi della capacità della forca di trattenere il carico;
• non utilizzare le ceste o i cassoni per il sollevamento in quota di persone;
• rispettare sempre le istruzioni del fabbricante.
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5.4 MANUTENZIONE ORDINARIA DEGLI ACCESSORI DI SOLLEVAMENTO
Comprende semplici operazioni di manutenzione o di verifica, che possono essere eseguite
direttamente dall'operatore senza l'ausilio di strumenti o attrezzature particolari, nei tempi e
modi indicati di seguito.
Interventi giornalieri:
• verifiche visive generali;
• verifiche di controllo per un buon funzionamento durante le fasi operative;
• mantenimento della pulizia generale dell'accessorio.
Interventi settimanali
• controllo delle linguette di sicurezza di eventuali ganci;
• controllo dello stato di lubrificazione e se necessario lubrificare i componenti per
garantire il regolare funzionamento e ridurre l'usura;
• controllo dell'integrità e dell'efficienza dei componenti.
Interventi mensili
• verifica dello stato d'usura dei componenti;
• verifica dell'ingrassaggio dei perni delle cerniere dove presenti;
• verifica efficienza e conservazione della imbracatura (usura, abrasioni, tagli,
piegature,ecc..)
In ogni caso si raccomanda di consultare i l manuale di istruzioni dell'accessorio di
sollevamento impiegato per ricavare le informazioni specifiche relative alle operazione di
manutenzione ordinaria e periodica.
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6 CONSERVAZIONE E COMPILAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE A CORREDO
DELLA GRU
Il fabbricante è tenuto a fornire la seguente documentazione a corredo della gru:
- manuale di istruzioni per l’installazione, l’uso e la manutenzione;
- manuale dei ricambi;
- dichiarazione di conformità CE;
- registro di controllo o istruzione per la sua formazione;
- documentazione per la denuncia all’ I.S.P.E.S.L.;
- istruzioni per la denuncia e gli adempimenti di legge successivi (facoltativo).
Il manuale di istruzioni, il registro di controllo con la dichiarazione CE e il manuale dei
ricambi, forniti a corredo della gru, devono essere considerati come parte integrante della
macchina ed essere conservati, per futuri riferimenti, fino allo smantellamento finale.
Il manuale d’istruzioni in particolare deve essere conservato a cura del responsabile della
gru, anche in copia, in un luogo protetto, asciutto e al riparo dai raggi del sole ed essere
sempre disponibile per la consultazione nei pressi della macchina. In caso di
danneggiamento l’utente potrà richiedere un duplicato al fabbricante.
La denuncia all’ I.S.P.E.S.L. con la documentazione del fabbricante deve essere effettuata
prima della messa in servizio della gru
Il registro di controllo deve essere compilato dal proprietario della gru o da un suo dipendente
regolarmente delegato, oppure da una ditta esterna qualificata appositamente incaricata. A
richiesta deve essere esibito agli organi di controllo.