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CON LA FORZA DI CRISTO GRANDEZZA E LIMITI DELL’UOMO
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CON LA FORZA DI CRISTO 1 - donboscoparrocchia.pcn.net · PREGHIERA IN TUTTE LE RELIGIONI Da che cosa nasce questa necessità ... Essi hanno valore in se ... Padre comune non può

Feb 16, 2019

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CON LA FORZA DI CRISTO

GRANDEZZA E LIMITI DELL’UOMO

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Chi si prepara al matrimonio spera che la vita coniugale possa essere sempre gioiosa, serena e senza difficoltà, ma l’esperienza gli insegna che essa esigerà impegno, comporterà doveri, e avrà anche sacrifici. Egli sa che quanto si dice del matrimonio riguarda anche tutta la vita. La riuscita nel matrimonio e nella vita è una faticosa conquista; spesso le sole forze umane non bastano e si rivela necessario un aiuto, un sostegno, una forza più alta.

L’uomo ha infatti grandi capacità, ma anche forti limiti. E’ una persona che vive con gli altri uomini nel mondo, per realizzarsi umanamente. Costituito re dell’universo, ( “lo hai fatto

poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato” ( Sl 8, 6 ) resta con tutti i limiti della creatura ( “polvere sei e in polvere ritornerai” ( Gn 3, 19 ). Creato ad immagine di Dio, costituzionalmente proteso verso di lui e chiamato a vivere in sintonia con Lui, col peccato, ha rotto il rapporto con Dio e si ritrova svanito, diviso in se stesso, inclinato e incatenato al male, incapace di realizzarsi appieno.

Da solo non riesce a comprendere il vero senso della sua vita e non riesce a realizzarsi davvero. Ha bisogno di Dio che è la sua l’origine, il fondamento, la forza, la meta. Con Lui può tutto, senza di lui svanisce. E, con buona grazia di tutte le teorie filosofiche che hanno tentato di dare a meno di Dio, l’uomo da sempre e ovunque a lui tende. E riesce ad avere un rapporto con lui mediante la preghiera e i Sacramenti.

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LA PREGHIERA

I gesti, con cui l’uomo rivolge consapevolmente l’attenzione alla divinità e invoca il suo aiuto per avere vita e felicità, occupano da sempre un posto centrale nelle religioni. La preghiera non manca mai in ogni religione, in ogni autentica vita religiosa, anzi ne è il gesto centrale. (es.

preghiera di rappresentanti di religioni ad Assisi su invito di G.Paolo II )

PREGHIERA IN TUTTE LE RELIGIONI

Da che cosa nasce questa necessità vitale? Perché non basta dedicarsi con onestà e generosità agli impegni familiari e professionali e alle opere buone? Perché l’uomo avverte l’esigenza di avere un rapporto con Dio da cui si sente dipendente e che sente come sorgente della

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sua esistenza e nella preghiera l’uomo ne riconosce la grandezza esprime l’amore per lui; ringrazia e loda per i doni ricevuti; chiede e si dispone ad accogliere quelli sperati.

Ci sono varie maniere di intendere la religione: per esempio alcune tradizioni religiose la intendono come rientro solitario in se stessi o come rapporto con una potenza anonima.

PREGHIERA CRISTIANA

Il cristianesimo invece la intende come colloquio con Dio soggetto personale, che parla, ascolta, ed è sempre vicino.

Pregare per il cristiano significa dialogare con lui da persona a persona, dargli del tu, mettersi davanti a lui faccia a faccia, cuore a cuore. Sa che la preghiera è necessaria per entrare in contatto con Dio, dialogare con lui, aprirsi ai suoi doni, vivere da cristiani, essere salvati. Il cristiano prega come pregava Gesù, come Gesù gli ha insegnato di pregare. La preghiera cristiana è la preghiera stessa di Gesù comunicata ai suoi. E si può dire che di preghiera tratta ogni pagina del Vangelo, e che ogni incontro con Gesù è una lezione sulla preghiera

Lui dava molto tempo alla preghiera. Pregava mentre operava ( ti ringrazio o Padre) si sottraeva anche alla carità per pregare; passava le nottate n preghiera; ha pregato sempre fino all’ultimo respiro: “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito”

E ha impartito molte lezioni sulla preghiera. L’ha raccomandata per far fronte alle lotte della vita, per non entrare in tentazione, per ringraziare, per invocare la misericordia di Dio, per entrare in contatto con Dio. Ha anche insegnato una preghiera speciale, il Padre nostro.

La preghiera cristiana è colloquio di fede e di amore anzitutto con le Persone divine e poi con la Vergine Maria, gli angeli e i santi. In definitiva però è sempre rivolta al Padre, per lodarlo e supplicarlo. Essa coinvolge tutta la persona del credente, anche il suo corpo. Alcuni atteggiamenti comuni caratterizzano costantemente la preghiera autentica: adorazione, meraviglia, senso di

indegnità, ringraziamento, lode, invocazione pentimento. E vari sono i modi di pregare: in silenzio,

con le parole, con l’ascolto, con la meditazione, con la liturgia, nella contemplazione mistica, ecc Ma comunque si esprima con gesti e parole, o col pensiero e col cuore la preghiera autentica

è un rapporto intimo, vivo, sincero, profondo con Dio. E’ un atto di amore. E’ rispondere

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all’amore di Dio che ci cerca col nostro amore che cerca Dio. Nella preghiera il cristiano chiede perdono, ringrazia, loda, chiede aiuto. Ma quando pregare? Il Cristiano dedica alcuni momenti liberi da ogni altra attività alla preghiera pura, oltre la partecipazione alla Santa Messa festiva. Essi hanno valore in se stessi. E consentono di trasformare in preghiera anche gli altri tempi dedicati alle varie occupazioni. «Pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie» (1Ts 5,17-18). La preghiera è continua, se è continuo l’amore, se in ogni cosa facciamo la volontà di Dio: “L’unione con Dio non comprende solo gli esercizi di preghiera in senso proprio, ma anche il lavoro, lo studio, i rapporti familiari e sociali, il divertimento e la sofferenza, la vita e la morte. Occorre però evitare la dispersione e orientare tutto al Signore. Se sappiamo riconoscere la sua presenza e accogliere la sua volontà, se facciamo ogni cosa nel modo migliore, con prontezza e pace interiore, la nostra vita diventa un dialogo permanente, una preghiera continua.

LA FATICA DI PREGARE

Alcuni non pregano e si giustificano in un modo o in un altro: «Non ho tempo»; «Ho cose urgenti da fare»; «Non mi sento bene». Non sarebbe forse meglio riconoscere lealmente che pregare è faticoso e noi non ne abbiamo voglia? Pregare è faticoso perché Dio è nascosto e noi siamo presuntuosi, pigri, superficiali. La Bibbia a volte presenta la preghiera come un combattimento con Dio, ( lotta di Giacobbe con l’angelo ) un impegno difficile. Gesù raccomanda un’umiltà perseverante, Paolo vuole che i cristiani siano «perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12) e li esorta: «Pregate incessantemente... vigilando... con ogni perseveranza» (Ef 6,18). La preghiera è anche una lotta con noi stessi. Noi spontaneamente siamo più portati all’azione che alla preghiera, il nostro cuore è insensibile ai pensieri spirituali e non riesce a pensare a Dio con amore e consolazione.

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IL PADRE NOSTRO

Il “Padre nostro” è il modello di ogni preghiera, anzi la sintesi di tutto il vangelo. Il Signore Gesù ha consegnato una volta per sempre questa formula ai discepoli di ogni tempo.

E’ invocazione a Dio vicino e sublime. «Padre» è il nuovo nome di Dio. Dio è Padre perché ha un Figlio unigenito; diventa Padre degli uomini perché li ama fino a dare il suo Figlio e li fa partecipare alla vita di lui. Al Padre ci si rivolge con il cuore pieno di commozione, stupore, gratitudine, umile e incrollabile confidenza, perseverando nella preghiera anche quando egli sembra assente, desiderando di imitare la sua misericordia nei rapporti con gli altri.. La preghiera rivolta al Padre comune non può non essere solidale con tutti e per tutte le necessità. Mentre è vicinissimo come Padre, Dio rimane altissimo nella sua trascendenza. Lo riconosciamo, aggiungendo: «che sei nei cieli” .

E gli rivolgiamo sette domande. Le prime tre chiedono la gloria di Dio, che cioè Dio sia tutto in tutti, si compia il suo regno, si realizzi pienamente il suo disegno di salvezza. Le altre quattro riguardano la nostra vita, perché il regno di Dio coincide con la vita dell’uomo, e ci fanno chiedere pane e liberazione integrale. «Sia santificato il tuo nome”. Fatti riconoscere come Dio mediante il tuo popolo, purificato dal peccato e raccolto nell’unità. Abita tra noi in maniera più trasparente. La nostra vita ti manifesti tra i pagani… perché il tuo nome sia benedetto da tutti.

«Venga il tuo regno». Il regno di Dio, già presente mediante Gesù, giunga presto a compimento. Che la storia si affretti a camminare verso l’ultimo traguardo! «Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra». Dio attui presto «il mistero della sua volontà,... il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra» (Ef 1,9-10). La sua volontà è «che tutti gli uomini siano salvati» (1Tm 2,4). Chiediamo che si compia la volontà del Padre e non la nostra. Confidiamo nell’efficacia della sua grazia, ma siamo pronti a cooperare e obbedire.

Le ultime quattro domande riguardano la nostra vita, perché il regno di Dio coincide con la vita dell’uomo, e ci fanno chiedere pane e liberazione integrale

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«Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Concedici fin d’ora di gustare i beni spirituali del tuo convito regale e di avere in sovrappiù il necessario per vivere giorno per giorno. Vogliamo condividere con gli altri il pane che ci dai, perché sia veramente “nostro” e non egoisticamente posseduto.

«Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori». Riconosciamo di essere peccatori, «poiché tutti quanti manchiamo in molte cose» (Gc 3,2). Invochiamo la misericordia di Dio e ci disponiamo a riceverla, perdonando da parte nostra chi ci ha fatto dei torti.

«Non ci indurre in tentazione». Chiediamo che Dio non ci lasci soccombere nella tentazione, che ci conceda la grazia della perseveranza finale. «Ma liberaci dal male». Domandiamo di essere liberati dal «potere del maligno» (1Gv 5,19),

che ostacola il regno di Dio, e dai mali spirituali e fisici, di cui è artefice. «Liberaci!»: con questo grido appassionato la preghiera raccoglie il gemito del tempo presente, l’anelito alla liberazione integrale, al compimento ultimo.

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I SACRAMENTI

La preghiera è fondamentale per il cristiani . Essa apre a Dio, che vuole comunicare a noi i suoi doni, è aprire le finestre della nostra persona al sole di Dio che sempre vuole illuminarci , donarci forza, salvarci . comunicarci tutti suoi doni. Ma non ce li impone, aspetta il gesto di accettazione della preghiera.

I suoi doni Dio li fa a noi in molte maniere, ma quelli più significativi ce li comunica, mentre vengono posti gesti molto “umani”, visibili e persino fotografabili. Si tratta dei sacramenti, che i sono segni mediante i quali Gesù vuole incontraci in modo umano anche fisico, come faceva quando in Palestina operava miracoli . Li ha voluti per venirci incontro, dal momento che noi siamo esseri umani con corpo e spirito e in noi non c’è interiorità umana senza esteriorità. Si tratta di cose elementari: acqua, pane, vino, unguento, contatto con le mani, dire sì, riconoscere le proprie colpe…, cose semplici come il camminare di Gesù in Palestina.

Il linguaggio dei segni è un modo tipicamente umano di comunicare. L’uomo, essere spirituale e corporeo, percepisce ed esprime le realtà spirituali mediante segni materiali o simboli; nei rapporti di ogni giorno egli ricorre a un linguaggio che è fatto non solo di parole, ma anche di gesti e di comportamenti, attraverso i quali cerca di trasmettere un messaggio a qualcuno; egli fa uso di molti segni, per esempio. sorrisi, lacrime, strette di mano, baci, abbracci, ecc.. Anche in campo religioso si trovano molti segni: tutte le religioni fanno largo uso di gesti simbolici, organizzandoli in sistemi più o meno complessi, cioè in riti, che sono azioni simboliche dei credenti per esprimere la loro ricerca di Dio.

Nell’economia cristiana i Sacramenti sono segni come le mani di Cristo che toccavano, la parola di Cristo che giunge alle orecchie, il corpo di Cristo che la gente vedeva. Con essi Dio diviene visibile e tangibile nella Chiesa e ci incontra nei momenti più significativi della vita. Sono incontri di Dio con l’uomo durante i quali il Signore ci elargisce doni, che operano automaticamente e per la loro potenza possono cambiare la nostra vita, Esigono però da parte nostra l’accettazione, ossia la fede e le disposizioni del cuore.

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CRISTO SACRAMENTO DEL PADRE

Noi sappiamo che l’uomo da solo finisce per fallire l’esistenza e non si salva. Dopo il peccato solo Dio poteva ricreare un contatto salvante con l’uomo e salvarlo ed egli nella sua infinita misericordia ha deciso di farci incontrare nel suo Figlio unigenito divenuto uomo. Gesù per salvare l’uomo viene in terra, vive da uomo e pone una serie di gesti umani che hanno una potenza divina e sono salvanti: sono le sue parole, le sue azioni, la sua vita e in particolare la sua morte e risurrezione. Egli è stato il solo segno-sacramento di Dio per gli uomini, il salvatore, la via che porta a Dio e si è fatto incontrare da tutti. Chi ha accolto e accettato come gli apostoli e i primi cristiani, è stato salvato.

LA CHIESA SACRAMENTO DI CRISTO

Poi Gesù è tornato al Padre, ma per continuare l’opera, da lui iniziata, ha costituito sulla terra la sua Chiesa santa, corpo animato dallo Spirito. Essa è sacramento di Cristo, come Cristo è l’unico sacramento di Dio; in essa lo Spirito rende presente il Figlio incarnato, perché la grazia

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raggiunga ogni uomo: essa è il corpo di Cristo, la forma corporale della sua salvezza, in quanto si manifesta al mondo.

I SETTE SACRAMENTI

Alla Chiesa Cristo ha affidato alcuni segni, attraverso i quali ci lo si incontra e viene elargita la vita divina, che portano frutto in coloro che li ricevono con le disposizioni richieste, e costituiscono nel senso proprio del termine i sacramenti istituiti da Lui. Sono segni efficaci della grazia, mediante i quali viene manifestata e comunicata la vita divina secondo modalità proprie a ciascuno di essi, corrispondenti a diverse situazioni dell’esistenza. Sono sette: il battesimo, la

confermazione, l’eucaristia, la riconciliazione, l’unzione degli infermi, l’ordine e il matrimonio. Con i Sacramenti la vita di grazia nasce, cresce, si alimenta, viene risanata, viene propagata. Poiché con Cristo-capo, forma quasi un’unica persona mistica, la Chiesa li celebra come comunità sacerdotale, organicamente strutturata . Tutti i membri della chiesa, per il battesimo sono resi idonei a celebrare la liturgia ed alcuni per l’Ordine sacro sono posti a pascere la Chiesa con la parola e la grazia di Dio.

CRISTO-CHIESA-SACRAMENTI

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Primariamente i Sacramenti sono azioni personali di Cristo. «Non vi è altro mistero di Dio, se non Cristo». Il Signore, crocifisso e risorto, è il sacramento primordiale, in cui il Padre si è fatto definitivamente vicino, per donarci lo Spirito Santo e la vita eterna.

La Chiesa è il sacramento permanente della sua presenza salvifica nel mondo. I sacramenti sono la massima attuazione della sacramentalità della Chiesa, il compimento delle figure dell’Antico Testamento, il vertice di una sacramentalità generale diffusa nella storia e nel mondo. La Chiesa non dispone dei sacramenti a suo piacimento; li riceve e li custodisce fedelmente. Il loro autore è il Signore Gesù. È Cristo che celebra: è lui che battezza, riconcilia, consacra e benedice. Il ministro - vescovo, presbitero, diacono o laico, a seconda dei casi - agisce sempre in suo nome, come segno della sua presenza; l’efficacia del sacramento non dipende da lui: «Se Pietro battezza, è Cristo che battezza; se Giuda battezza, è Cristo che battezza». I sacramenti sono efficaci in quanto azioni di Cristo e, quando sono posti validamente, sempre conferiscono «la grazia che significano». Il Signore, malgrado l’indegnità dei ministri, rimane fedele alla sua Chiesa e si lascia incontrare comunque.

Tuttavia i sacramenti rimangono senza frutti, se chi li riceve non ha le dovute disposizioni, pone ostacolo alla grazia e non coopera con essa. Non hanno infatti la funzione di sostituire l’impegno personale, ma piuttosto di risvegliarlo, come un abbraccio non sostituisce l’amore, ma lo intensifica

POTENZA DEI SACRAMENTI

I sacramenti hanno una potenza travolgente: ci donano lo Spirito Santo , ci fanno diventare figli di Dio, ci danno le capacità per essere uomini autentici, cristiani veri, santi, per essere fedeli nel matrimonio, e in tutti gli impegni assunti, ci perdonano i peccati, ci donano la vita eterna, elargiscono la forza per affrontare sofferenze e morte. Sono potenzialità che l’uomo non potrebbe avere, perché superiori alle sue forze e perché si era reso incapace di entrare in contatto con Dio, che ne è la fonte con il peccato.

Tutti i sacramenti, a chi non pone ostacolo con l’attaccamento volontario al peccato, conferiscono la “grazia santificante”, cioè una partecipazione alla vita divina, che eleva intimamente nell’essere e nell’agire e abilita al dialogo con le Persone divine nella carità. Insieme i sacramenti costituiscono come un organismo vivo e splendido, che ha la base nel battesimo e il vertice nell’eucaristia. Fondano l’etica cristiana come sviluppo delle potenzialità ricevute nel

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battesimo, specificate negli altri sacramenti, perfezionate nell’eucaristia. Introducono nella storia la logica pasquale della carità, che penetra nelle varie situazioni, dando testimonianza al Signore crocifisso e risorto e risvegliamo l’attesa della risurrezione universale.

I singoli sacramenti rendono presente l’unico mistero pasquale in forme simboliche diverse, esprimono significati diversi e comunicano la vita nuova secondo aspetti diversi, in relazione ad alcune situazioni esistenziali tipiche di chi li riceve.

Il battesimo dà la grazia sacramentale come rigenerazione e passaggio dalla morte alla vita; la confermazione come crescita e forza di testimonianza; l’eucaristia come comunione e dono di sé; la penitenza come riconciliazione; l’unzione degli infermi come purificazione e conforto; l’ordine come servizio pastorale in nome di Cristo; il matrimonio come alleanza coniugale. Nei singoli sacramenti la grazia assume modalità diverse, come la luce si rifrange nei vari colori dell’arcobaleno. La riconciliazione ristabilisca la situazione di grazia.

Tre sacramenti sono detti dell’iniziazione cristiana. L’esistenza cristiana è vita in

Cristo e nella Chiesa e si costruisce con la grazia di Dio, ricevuta nei sacramenti del battesimo, della confermazione e dell’eucaristia, e con un cammino serio di formazione e di assunzione di responsabilità. : il battesimo è inizio della vita nuova, la confermazione, il suo rafforzamento, e l’eucaristia, il suo nutrimento mediante il corpo e il sangue di Cristo, in vista di una sempre più perfetta somiglianza con lui.

BATTESIMO

Il battesimo è fondamento della vita cristiana; è il sacramento della fede e della conversione a Cristo e la porta d’ingresso nella comunità cristiana. E’ necessario per la salvezza e chi lo rifiuta consapevolmente non può salvarsi. Esso però va tradotto ogni giorno in esperienza di vita, un adeguato cammino di fede. Per chi non conosce Cristo serve vivere secondo i dettami della coscienza. Il Battesimo: dona lo Spirito Santo libera dal peccato, rigenera come figli di Dio, rende partecipi della Chiesa; immerge nella morte di Cristo, fa risorgere a vita nuova; rende partecipi alla missione profetica, regale e sacerdotale

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CONFERMAZIONE

La confermazione è per ogni fedele ciò che per tutta la Chiesa è stata la Pentecoste, ciò che per Gesù è stata la discesa dello Spirito all’uscita dal Giordano. Cosa opera:

rafforza la nostra appartenenza a Cristo e alla Chiesa, perché possiamo crescere verso la santità e dare testimonianza al vangelo, superando con coraggio le difficoltà.

rafforza l’incorporazione battesimale a Cristo e alla Chiesa e la consacrazione alla missione profetica, regale e sacerdotale.

Comunica l’abbondanza dei doni dello Spirito, “i sette doni” che consentono di giungere alla perfezione della carità.

è il sacramento è il sacramento della crescita. Per ciò stesso è anche il sacramento della testimonianza, perché questa è strettamente legata alla maturità dell’esistenza cristiana. Mediante la confermazione i fedeli acquisiscono un legame più perfetto con la Chiesa.

«sono arricchiti di una forza speciale dello Spirito Santo e obbligati più strettamente a diffondere e a difendere la fede con la parola e con l’azione, come veri testimoni di Cristo». «Questo dono dello Spirito santo rende i fedeli in modo più perfetto conformi a Cristo e comunica loro la forza di rendere a lui testimonianza, per l’edificazione del suo corpo nella fede e nella carità». Infine, si può aggiungere che, concretizzandosi la comune vocazione alla santità e alla missione in vocazioni particolari, la cresima sostiene il cristiano nella ricerca della propria forma di vita e del servizio da offrire alla Chiesa e alla società.

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EUCARISTIA

L’Eucaristia è fonte e vertice di tutta la vita cristiana, rendimento di grazia al Padre, è il centro di tutta la vita cristiana per la Chiesa universale, per quella locale e per i singoli fedeli. L’Eucaristia è il centro e l’attuazione suprema della vita cristiana.

ripresenta, nel contesto di una preghiera di lode e di ringraziamento e nella forma di un convito sacrificale, il sacrificio pasquale di Cristo. Nella forma di un convito sacrificale la Chiesa rivive l’evento totale della Pasqua; fa memoria della morte e risurrezione del Signore, una memoria che non è semplice ricordo, ma ripresentazione reale dell’evento stesso nel rito.

Il pane è realmente il suo corpo donato; il vino è realmente il suo sangue versato. La sua parola con la potenza dello Spirito compie davvero quello che annuncia. Il pane e il vino non sono più cibo e bevanda usuali; sono diventati, per una conversione singolare e mirabile, che la Chiesa chiama transustanziazione, il corpo e il sangue del Signore.

La messa è il sacrificio del Calvario reso sacramentalmente presente sui nostri altari. La Messa è anche comunione con Cristo e con i fratelli.

Far comunione con colui che è passato da questo mondo al Padre significa ricevere un anticipo della vita eterna. Cristo conforma a sé la nostra personalità, preparando la completa trasformazione della gloriosa risurrezione

Infondendo nel cuore la carità di Cristo e la speranza del regno di Dio, l’eucaristia diventa la sorgente della missione del cristiano e della comunità ecclesiale.

La Chiesa raccomanda vivamente di ricevere la comunione eucaristica ogni volta che si partecipa alla santa Messa, accostandosi anche al calice, quando il rito lo prevede. D’altra parte si comprende come senza le dovute disposizioni la comunione sacramentale sarebbe in autentica

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RICONCILIAZIONE

Dopo la sua morte e risurrezione, Gesù ha trasmesso alla Chiesa il potere di rimettere i

peccati nella potenza dello Spirito. Questa missione viene svolta innanzitutto con la predicazione del vangelo, che chiama alla fede e alla conversione, e poi con il battesimo, che cancella ogni genere di peccato.. Ai battezzati ricaduti nella schiavitù del peccato, il Signore offre una nuova possibilità di salvezza attraverso il sacramento della penitenza o riconciliazione, che è necessario per quanti sono caduti in peccato mortale dopo il battesimo: nella Chiesa per la riconciliazione «ci sono l’acqua e le lacrime, l’acqua del battesimo e le lacrime della penitenza” Si può certo ottenere il perdono anche prima del sacramento, non però senza di esso, perché il dolore perfetto che giustifica, include il desiderio e il proposito di confessarsi al più presto. Invece il sacramento non è necessario per la remissione dei peccati veniali: basta essere sinceramente pentiti, compiere opere di carità, partecipare all’eucaristia. È comunque utile confessare anche i peccati veniali per ricevere la forza di una più sicura crescita spirituale.

La pratica del sacramento della riconciliazione soffre oggi una vasta crisi, in una situazione culturale in cui appaiono offuscati il senso di Dio e il senso del peccato. Solo all’interno di un serio cammino di conversione il sacramento della penitenza, cioè della conversione, ritrova il suo pieno significato.

UNZIONE DEGLI INFERMI

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Il sacramento dell’unzione dà al malato una grazia di consolazione e di purificazione; lo unisce al Signore Gesù nel suo mistero pasquale, in modo da conferire alla malattia una fecondità spirituale: «Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo

che è la Chiesa» (Col 1,24). L’unione degli infermi. purifica e conforta con una speciale grazia il cristiano che vive le difficoltà proprie della malattia grave o della vecchiaia. Nel momento in cui le nostre forze vengono meno, il sacramento, con il dono dello Spirito di consolazione, ci conforma a Cristo sofferente e glorioso, perché con lui offriamo noi stessi al Padre;

rafforza la nostra fede e ci dà sollievo spirituale; ci purifica dai disordini interiori lasciati dal peccato, proseguendo il rinnovamento iniziato con la riconciliazione.

ci libera dai peccati stessi nel caso che sia impossibile confessarsi; infine, se così dispone la Provvidenza,

può anche procurarci un miglioramento della salute fisica. La potenza del Signore risorto e del suo Spirito si manifesta sia concedendo ad alcuni la grazia della guarigione fisica sia, e ancor più, concedendo a molti altri la grazia di dare senso alla malattia.

ORDINE

L’ordine è il sacramento del ministero apostolico, grazie al quale la missione affidata da Cristo ai suoi apostoli continua ad essere esercitata nella Chiesa. Esso comporta tre gradi: l’episcopato, il presbiterato, il diaconato. Come dal battesimo ha origine il sacerdozio comune di tutti i fedeli, così dal sacramento dell’ordine ha origine il sacerdozio ministeriale dei vescovi e dei presbìteri, che in nome di Cristo insegnano il vangelo, presiedono la liturgia, guidano la comunità. Dallo stesso sacramento i diaconi ricevono la consacrazione per il servizio, come collaboratori qualificati del vescovo e dei presbìteri.

Attraverso l’ordinazione, conferita dal vescovo, viene trasmesso lo Spirito Santo ed impresso il carattere; perciò chi è diventato sacerdote non può ritornare laico. Il carattere proprio di questo sacramento configura a Cristo capo della Chiesa, in modo da poter agire in suo nome nell’insegnare, nel santificare, nel governare. Per questo il sacerdozio ministeriale differisce essenzialmente, non solo

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di grado, da quello comune dei fedeli; è al servizio di esso, lo genera e lo nutre con la Parola e con i sacramenti, specialmente con l’eucaristia.

MATRIMONIO

Il sacramento del matrimonio, segno dell’unione di Cristo e della Chiesa, dona agli sposi la grazia di amarsi con l’amore con cui Cristo ha amato la Chiesa: la grazia del sacramento perfeziona l’amore umano dei coniugi, consolida la loro unità indissolubile e li santifica nel cammino verso la vita eterna.

Vedi : “ La verità vi farà liberi” . capitoli 15-16-17-18