Velletri, 5 marzo 2014 2 Attualità Schiacciato da un debito con le banche che gli aveva fatto perdere non solo il sonno ma anche la voglia di vive- re, un imprenditore del nord est dell’Italia, non regge il peso della vergo- gna e compie l’estremo atto lasciando la famiglia e i conoscenti increduli. I familiari che conoscevano l’impegno del congiunto nella conduzione dell’azienda e della puntualità e punti- gliosità nei rapporti con le banche, vogliono andare a fondo con le banche. Solo ora però, a distanza di due anni, hanno fatto una scoperta che rende l’innominabile evento ancora più lace- rante: in realtà era lui ad essere credito- re nei confronti delle banche! Come è potuto succedere? Esattamente come succede in tutti i rapporti tra imprese e banche: “per effetto di interessi gonfia- ti, doppi interessi e composti, conditi con commissioni e spese non pattuite, né autorizzate e ingiustificate, le banche lo tenevano sotto il "giogo" dello stroz- zinaggio, superando di gran lunga il tasso di interesse "soglia" oltre il quale si commette l'odioso illecito di usura”. Come spiega il presidente di una asso- ciazione di consumatori, che ha proce- duto in questi anni ad esaminare e veri- ficare i saldi delle banche pretese credi- trici. Il risultato è amaro quanto l’impotenza nei confronti di chi ti tor- tura, innocente, sino alla morte: la vit- tima, istigata al suicidio dalla banca, aveva già saldato i suoi debiti ed era addirittura rientrato dal rosso, già dal 2003. Ma la perizia rivela un’altra atro- ce verità: “secondo due dettagliatissime perizie econometrico - matematiche eseguite dall’associazione, non erano le banche creditrici (rispettivamente di 54mila e 40mila euro) ma l'imprendi- tore stesso. E il credito vantato nei con- fronti di una delle due banche ammon- terebbe a ben 270.627 euro, dei quali 99.000 circa di usura e 172.000 di ana- tocismo bancario (il calcolo degli inte- ressi sugli interessi, ndr). Mentre ammonta a Euro 407.060,98 il debito del secondo istituto di credito, di cui 271 mila circa di anatocismo e 136 mila di usura”. Ci scusiamo, con gli affezionati let- tori della rubrica, per averli rattristati con questo paradossale e terribile epi- sodio. Purtroppo la realtà ci costringe a confrontarci ogni giorno con casi di disperazione insanabile: la cronaca conta a centinaia i casi di suicidio, spes- so, causati dalla stretta creditizia delle banche e dagli interessi usurai che stroz- zano tutte le attività. Le banche vanno combattute. A colpi di norme e sentenze, le quali ci dicono che oltre il 90% dei mutui, nonché degli affidamenti in conto cor- rente sono illegittimi e cioè nulli, o meglio annullabili: spetterà infatti al mutuatario o al correntista farsi carico di chiedere al giudice una sentenza di accertamento della illiceità del mutuo e la conseguente condanna della banca alla restituzione delle somme illecita- mente pretese. Come il mugnaio di Potsdam, anche noi abbiamo un giudi- ce “a Berlino”, ma come quel giudice anche i nostri hanno difficoltà a farsi ascoltare. La giurisprudenza è piena di sentenze di condanna delle banche per- ché calcolano illecitamente interessi sugli interessi, perché esigono commis- sioni di massimo scoperto, semplice- mente illegittime e non dovute e soprattutto perché non rispettano mai il tasso convenuto all’inizio del rappor- to. La giurisprudenza ha da tempo con- dannato le banche a restituire tutti gli interessi, anche quelli già pagati, per totale illegittimità del mutuo. I mutui, infatti, sono sempre confezionati in modo punitivo dalle banche, applican- do il piano di ammortamento con il sistema di calcolo “alla francese”, com- prendente capitale ed interesse, dove gli interessi, illegittimi, comunque, perché contrari alla norma (l’art. 1283 cc) che vieta l’anatocismo, gonfiano a dismisu- ra il capitale, e comunque imponendo sempre interessi di mora elevatissimi e quindi “sproporzionati”, che inevitabil- mente lanciano gli interessi ben oltre la soglia limite usuraia. I nostri giudici hanno già assestato due bei colpi all’arroganza delle banche: il primo, con la sentenza della Corte Costituzionale dell’aprile del 2012, che contrastò il potere delle lobby delle banche, che erano riusciti a farsi fare un decreto ad hoc (il cd decreto “salva ban- che”), che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del decreto nella parte che, sotto la mannaia della prescrizione, avrebbe vanificato migliaia di conten- ziosi relativi all’anatocismo. Il secondo con la sentenza, recentis- sima, della Corte di Cassazione che, per l’ennesima e finora inascoltata volta, sancisce l’ineludibile principio che, qualora nel contratto di mutuo siano stati convenuti interessi usurari, la clau- sola è nulla e non sono dovuti interessi. Va precisato che, mentre il principio ora enunciato era già stato recepito, anche se con molta riluttanza, dai giu- dici di merito, la novità consiste nell’aver definitivamente fatto rientrare nel calcolo degli interessi che compon- gono il tasso effettivo, anche gli “inte- ressi moratori”, dovuti in caso di ina- dempimento anche momentaneo, di solito talmente sproporzionati da far superare sempre la soglia dell’usura. Non si esagera, dunque, dicendo che nei rapporti con le banche i con- tratti di mutuo o di conto corrente sono tutti illegittimi e usurai. Ci permettiamo di sottoporvi, ora, un breve vademecum per evitare lo stress quotidiano della guerra contro le banche: 1. Leggete sempre il contratto di mutuo: non è una reliquia da tenere in cassaforte (se non l’avete, cosa che succede spesso, chiedetene una copia); 2. valutate il tasso “concordato” (cioè imposto dalla banca), includendovi, non soltanto gli interessi ma anche le spese (di qualsiasi tipo e denominazio- ne) ed, infine, soprattutto, gli interessi di mora (imposti come “pena” per i ritardati pagamenti); 3. raffrontate il tasso così ottenuto con i tassi soglia sta- biliti dal ministero ogni anno. Ricordiamo, in proposito che nei mutui a tasso variabile questa soglia può essere superata in qualsiasi momento del rapporto, non solo quello iniziale; 4. a questo punto, notificate una diffida alla banca, intimandole di applicare la sentenza della Cassazione e poi andate … dall’avocato!. Sì purtrop- po è così: togliere soldi, anche se dovu- ti, alle banche è impresa da …profes- sionisti. Riprendendo la nostra citazione, vi ricorderete sicuramente come finì al povero mugnaio Arnold: alla morte dell’imperatore Federico, i cortigiani, rimisero tutto “ a posto” cancellando i benefici concessigli. La morale è sem- plice ed intuitiva anche per noi: quan- do le banche si troveranno a dover resti- tuire tutti i soldi illecitamente estorti e quindi, a privarsi di quelle centinaia di miliardi, donategli graziosamente dalla BCE, e che hanno deciso di investire in BOT dal sicuro rendimento, e persino di intaccare il patrimonio, rimpolpato, con un “tagliente” colpo di mano (vi ricordate la “ghigliottina” del presiden- te della Camera?) dalla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia, allora entrerà in azione la loro lobby e la legge cambierà, a loro favore, naturalmente e, forse, non ci sarà più tempo.. Non si può attendere. Bisogna agire subito. Che mutuo! Ariccia e Velletri insieme per il progetto Presentato il progetto per la crea- zione di un'Officina dell'arte e dei mestieri in collaborazione con il Comune di Ariccia. Obiettivo del progetto è quello di sviluppare delle competenze informatiche applicate all'artigianato, all'artigianato artistico e alla creatività Specifiche azioni di formazione per integrare le nuove tec- nologie con i mestieri tradizionali e creare nuove opportunità formative e professionali per i giovani del territo- rio dei Castelli Romani. Il progetto prevede due officine: una a Velletri e una ad Ariccia che avranno delle peculiarità specifiche ma perfettamente integrate e comple- mentari. L'officina di Velletri sarà più orientata all'artigianato e alle nuove professioni, sono previsti laboratori di formazione delle competenze infor- matiche per la scenografia, la fotogra- fia, l'artigianato orafo e artistico, la digitalizzazione degli archivi storici. L'officina di Ariccia sarà il centro per la formazione delle esperienze creative come la musica ma anche luogo di rivitalizzazione degli antichi mestieri. Si registra l'importante novità della collaborazione tra comuni, punto qualificante dell'avviso pubbli- co ma anche viatico per incentivare le collaborazioni territoriali che saranno sempre più al centro delle politiche di gestione dei nuovi fondi europei. Ariccia e Velletri hanno saputo met- tere a fattor comune un progetto innovativo e creativo che vede anche la collaborazione di CNA e Confesercenti che presteranno la loro esperienza al servizio dei giovani che gestiranno le officine in caso di asse- gnazione dei fondi, poco più di 100 mila euro per due anni. Soddisfazione espressa dall'asses- sore alle Politiche giovanili del Comune di Velletri Luca Masi che ha evidenziato come il progetto vuole mettere in relazione la tecnologia con la tradizione nel solco delle esperienze già maturate delle due associazioni di categoria coinvolte. Inoltre, per l'as- sessore, è importante intercettare la spiccata sensibilità dei ragazzi all'uso delle tecnologie orientandole però alla produzione creativa di servizi e oggetti che possono anche rappresen- tare uno sbocco professionale. Masi ringrazia l'assessore Matteo Martizi del Comune di Ariccia per la fattiva collaborazione prestata nella redazione del progetto, primo passo verso una prospettiva di maggiore coinvolgimento dei due comuni in una più ampia cornice territoriale. EDITORE ABCom. s.r.l. Autorizzazione n. 5/01 del 20/02/2001 del Tribunale di Velletri Numero 07 Anno XIV 5 marzo 2014 DIRETTORE RESPONSABILE Massimo TOSTI REDAZIONE 00049 Velletri (Rm) Via Basilio Magni, 3 Tel/Fax 06.9641511 [email protected] CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ Graphicarts 06.9638397 - 331.4341637 [email protected] TIPOGRAFIA Arti Grafiche Agostini S.r.l. Via Decollatura, 64 00118 Morena (Rm) Stampato il 4 marzo 2014 La testata “Velletri Oggi” si riserva il pieno ed esclu- sivo diritto di pubblicazione, modificazione e stampa a propria insindacabile discrezione senza alcun preavviso ne autorizzazione. Articoli, foto ed altro materiale, anche se non pubblicato, non si restituiscono. La collaborazione a qualsiasi livello e sotto qualsiasi forma è gratuita salvo esplicito e scritto diverso accordo. E’ vietata ogni tipo di riproduzione di testi, foto, disegni, marchi, etc. senza espli- cita autorizzazione del Direttore. INIQUITALIA Rubrica a cura dell’Avv. Ascenzio La Rocca PEC [email protected] Il 3 e 4 marzo, presso il Ristorante Il Castagnone di Nemi, si svolgerà il II° Congresso dello SPI Roma Sud-Pomezia-Castelli. Un appuntamento che corona una fase precongressuale che ha visto più di 40 assemblee su tutto il terri- torio ed i sette Congressi delle Leghe. Un percorso che non ha niente di liturgico ma che è stato un momento importante di incontro con le iscritte e gli iscritti dello SPI e di discussione delle Tesi Congressuali della CGIL: “Il lavoro decide il futuro” e “Il sin- dacato è un’altra cosa”. La Tesi numero 1, di cui è prima firmataria Susanna Camusso, ha rice- vuto più di 9400 consensi (31 voti al documento di Cremaschi) dalle migliaia di pensionate e pensionati che hanno voluto dare il proprio con- tributo allo SPI e alla CGIL. Questo Congresso riveste un significato ed un’importanza partico- lari, giacché si svolge in un momen- to così difficile ed incerto per il Paese. Lo SPI del territorio, in que- ste due giornate di lavori intensi che coinvolgeranno circa 130 delegati, ha l’obiettivo di rimarcare la centra- lità dei temi del lavoro, delle pensio- ni, della rappresentanza, del welfare, del patto fra generazioni, della memoria. “Il Congresso mette al centro il lavoro come valore primario, perché solo attraverso il lavoro si restituisce la dignità alle giovani generazioni - dichiara Rosa Carbone, Segretaria Generale dello SPI del Comprensorio – Proporremo di lot- tare come sempre insieme alla Confederazione, perché i pensionati sono in pensione dal lavoro, non dalla lotta!” Lo spirito con cui lo SPI del ter- ritorio va a Congresso è perfettamen- te sintetizzato nella brochure dell’evento. La foto di Nelson Mandela, esempio di coraggio e lotta per la libertà, con le parole d’ordine LAVORO GIUSTIZIA EQUITA’ SVILUPPO, e lo slogan “Per conti- nuare ad esserci. La forza del nostro viaggio”. Officine dell’Arte e dei Mestieri “In pensione dal lavoro non certamente dalla lotta” PENSIONATI