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CAPITOLO 2 Flussi turistici: confronti, tendenze, prospettive
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CAPITOLO 2 Flussi turistici: confronti, tendenze, prospettive · CAPITOLO 2 Flussi turistici: confronti, ... flussi turistici in Italia con la seguente destinazione: mare 45,2%, ...

Feb 17, 2019

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CAPITOLO 2 Flussi turistici: confronti, tendenze, prospettive

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GAL dei Due Laghi Progetto Turismo Tematico

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2.1 Turismo montano e turismo di lago: scenari di riferimento Il turismo nell’area del GAL si caratterizza per diversi aspetti ma è soprattutto l’ambiente di lago e montano, non sempre tra di loro integrati, a rappresentare la maggiore attrattività. Un primo inquadramento di carattere generale mette a confronto i flussi turistici nel nostro Paese. Il Touring Club Italiano nell’Annuario del turismo 2004, indica la distribuzione dei flussi turistici in Italia con la seguente destinazione: mare 45,2%, montagna 19,5%, città o località d’arte 8,4% e lago 2,2%. Dai dati raccolti emerge che la maggiore durata del soggiorno, da 4 notti in poi, si ha al mare 56.9%, poi in montagna 16.5%, in città o località d’arte 5,9% e al lago solo 1.7%. In Italia oltre la metà dei turisti organizza il viaggio senza alcuna prenotazione (50,6%), poi con prenotazione diretta (31.9%) o presso agenzia (16.9%). In maggioranza i turisti preferiscono alloggi privati (56,4%) , soprattutto presso parenti o amici (34.9%) oppure in abitazioni di proprietà (11.5%) o in abitazioni o stanze in affitto (8,5%); il rimanente 43.6% alloggia prevalentemente in alberghi (34,0%), presso altre strutture ricettive (8.5%), ecc. L’Istat per il 2003 rileva una tendenza deludente per il turismo italiano, soprattutto nei primi mesi dell’anno, d distribuisce le preferenze della destinazione dei flussi turistici nel seguente modo: mare 26.00%, montagna 21,80%, cultura 16,30% e altre destinazioni 11,90%. Le differenze con i dati del TCI sono rilevanti a conferma di quanto sia complesso e delicato l’utilizzo dei dati relativi ai flussi turistici come fonte primaria per stabilire le strategie turistiche locali, anche in presenza di fonti di prestigio e di rilevanza anche internazionale. Il turismo montano negli ultimi anni si presenta nelle Alpi come un “prodotto maturo” e un recente studio (Andrea Macchiavelli, “Il turismo alpino nel mercato globale: condizioni di competitività in una prospettiva di turismo sostenibile”, Anno Internazionale della montagna. High summit, Milano, 8 maggio 2002) ha evidenziato che nel periodo 1990-1998 in tutto l’Arco Alpino è in flessione, soprattutto in alcuni cantoni svizzeri e nella Rhone Alp francese. Nello stesso periodo solo la provincia di Sondrio ha una sia pur modesta variazione positiva (+ 0.5% come media annua). Lo studio citato indica tre cause prevalenti di queste tendenze negative: “la comparsa di nuove destinazioni in paesi prima estranei al mercato turistico…; lo sviluppo dei sistemi di trasporto … che ha consentito la raggiungibilità di destinazioni lontane a costi sempre più abbordabili; l’enorme crescita dei canali

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di comunicazione e informazione, in particolare attraverso la rete informatica, che ha reso possibile una più diffusa conoscenza delle opportunità di offerta”. Andando più a fondo nelle analisi si colgono altre motivazioni rispetto a queste tendenze critiche che rendono meno competitivo il turismo alpino: cambiano gli interessi e le mode dei consumatori, cresce l’attrazione verso nuove località anche montane che offrono paesaggi e opportunità nuove, diverse, l’offerta turistica è frammentata, non integrata, senza una adeguata valorizzazione di tutte le potenzialità e l’organizzazione ricettiva e dei servizi non si è adeguatamente evoluta e innovata. Si tratta di generalizzazioni che confermano tendenze e valutazioni note, anche se accanto a stazioni turistiche prestigiose in difficoltà, non mancano località che presentano un segno opposto, di successo. Infatti uno degli aspetti meno considerati è la duplice competitività e talvolta contraddittoria che impegna il turismo alpino: da un lato la concorrenza di località montane di altri paesi e continenti e, dall’altro, la forte competitività interna, fra le diverse stazioni alpine di uno stesso Paese, di una stessa regione. Fra i molti convegni promossi nell’Anno Internazionale della montagna (2002) sono stati proposti scenari alternativi alle tendenze critiche del “sistema montagna” (abbandono, invecchiamento, emarginazione, esodo agricolo, crisi delle industrie di base, presenza di un turismo invasivo soprattutto legato al turismo delle nevi, degli impianti sciistici, ecc.) che poggiano su alcuni giudizi condivisi:

a. evoluzione e trasformazione dei modelli culturali e di comportamento da parte di tutti i soggetti interessati verso un turismo sostenibile: turisti e consumatori, imprenditori della filiera turistica, associazioni e organismi di valorizzazione e di promozione turistica, degli amministratori pubblici ai vari livelli, a cominciare da quelli comunali;

b. la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, delle risorse naturali e

paesistiche, della biodiversità, quale punto di forza in tutte le stagioni di un rilancio del turismo alpino;

c. la cultura in senso lato, intesa come patrimonio di beni archeologici

monumentali e artistici, di storia, di tradizioni, di dialetti, di beni religiosi, ecc., l’educazione e la formazione, anche nell’ottica di un turismo didattico, congressuale;

d. i prodotti tipici agroalimentari e artigianali, che originano una

riscoperta del territorio, una maggior tenuta delle imprese agricole, che possono vendere direttamente i loro prodotti, a la diffusione di nuove forme di turismo quale l’agriturismo, inteso non solo come ristorante con una diversa denominazione;

e. la salute, le terme. il relax, la cura di erbe e di altri prodotti naturali

per il benessere fisico mentale;

f. gli sport eco compatibili, strutture servizi manifestazioni ed eventi per il tempo libero, lo spettacolo, il divertimento, l’intrattenimento;

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Sono forme di fruizione turistica, che ritroviamo nelle Proposte, in grado di interessare un pubblico molto vasto: bambini, giovani, anziani, famiglie, gruppi, cultori appassionati studiosi delle diverse risorse… Un approfondimento, sia di inquadramento che di analisi per le aree comasche e lecchesi, è possibile per gli anni 1999-2001medante gli scenari predisposti dalla Regione Lombardia per il Programma Triennale per il turismo (Deliberazione Consiglio Regionale 11 novembre 2003. N. VII/910. Programma triennale degli interventi per l’incremento del turismo verso la Lombardia 2003-2005). Le informazioni riguardano in particolare gli arrivi e le presenze nelle strutture alberghiere. Consideriamo in particolare gli arrivi nel 2001, confrontando, come risulta dalla seguente Tabella, le caratteristiche della Lombardia con quelle delle APT di Como e di Lecco, ricordando che le informazioni riguardano gli interi territori regionali e provinciali, quindi non solo lago e montagna, ma anche i capoluoghi e i territori collinari e di pianura.

Arrivi Presenze % % Permanenza Stranieri Italiani Totale Totale Stranieri 01/00 Italiani Stranieri

Lombardia 3.193.825 3.886.914 6.990.739 18.749.882 44,40 12,60 2,70 2,70 APT di Como 310.457 176.538 486.995 1.149.379 63,70 -4,40 1,80 2,70 APT di Lecco 29.480 65.423 94.904 293.098 31,10 -4,00 2,50 4,40

Il Poliedro: elaborazione su dati IRER, APT Como e APT Lecco. La Tabella consente un rapido confronto su alcuni indicatori essenziali:

a. il peso modesto dell’area comasca (7,0%) e soprattutto lecchese (1,4%) sul movimento turistico negli alberghi lombardi

b. l’importante prevalenza del turismo straniero nel comasco sia rispetto ai

valori medi regionali sia, in particolare, rispetto all’area lecchese

c. la dinamica critica 2001/2000 sia nell’area comasca che lecchese rispetto ad una netta tendenza positiva della media regionale

d. il limitato numero di giornate di presenza negli alberghi in Lombardia e

nelle due aree a confronto, sia pure con un maggior soggiorno degli stranieri Le dinamiche dei flussi, come già annotato, cambiano di anno in anno, anche di segno opposto, sia fra i turisti italiani sia fra gli stranieri. Il Lombardia fra il 1999 ed il 2000 gli arrivi erano diminuiti, soprattutto fra gli italiani, mentre nell’anno successivo si è verificato un netto incremento in entrambe le componenti: nel comasco e soprattutto nel lecchese il 2000 è stato un anno positivo,

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soprattutto per l’arrivo degli stranieri (+8,8% nel comasco e 13.8% nel lecchese) rispetto le fori flessioni del 2001. La stessa fonte Regionale consente per il 2000 un confronto fra il turismo lacuale e quello montano, sia pure definito in base alle presenze e non agli arrivi La lettura dei dati consente alcune rapide osservazioni:

a. la maggior rilevanza del turismo lacuale rispetto a quello montano sul turismo lombardo nel suo complesso

b. il turismo lacuale è caratterizzato dalla elevata presenza di stranieri,

soprattutto nel Lago di Como e nel Lago Ceresio, e in minore nell’area lecchese

Località lacuali % %

Stranieri Italiani Totale Stranieri 00/98 Lombardia 4.626.998 2.156.292 6.783.290 68,20 2,60APT di Como 584.950 100.760 685.710 85,30 7,50APT di Lecco 86.136 126.945 213.081 40,40 7,50

Il Poliedro: elaborazione su dati IRER, APT Como e APT Lecco.

Località montane % % Stranieri Italiani Totale Stranieri 00/98

Lombardia 613.051 1.975.057 2.588.108 23,70 -5,80APT di Como 1.490 10.027 11.517 14,90 191,40APT di Lecco 2.218 15.235 17.453 12,70 10,50

Il Poliedro: elaborazione su dati IRER, APT Como e APT Lecco.

c. il turismo lacuale del Lago di Como, sia per l’area comasca sia lecchese, ha una modesta incidenza sul turismo lacuale lombardo (13,4%) dominato dall’area bresciana, con il Lago di Garda

d. rispetto al 1998 il turismo lacuale in Lombardia presenta un leggero

incremento, più accentuato e in modo eguale sulle due aree lariane

e. gli stranieri hanno una modesta incidenza sul turismo montano (23,7%) che si comprime ulteriormente sulle montagne comasche e lecchesi

f. in Lombardia fra il 1998 ed il 2000 le presenze turistiche in montagna

sono diminuite del 5,8%, soprattutto fra gli stranieri, mentre sono quasi triplicate nell’area comasca – tenendo presente la modesta consistenza di questo turismo - e aumentato, sia pure in misura assai più contenuta, nelle montagne lecchesi. In entrambe le realtà lariane l’incremento % è stato più accentuato fra gli stranieri.

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g. il turismo montano lariano ha un peso irrilevante sulle presenze turistiche sulle montagne lombarde, dominato delle montagne valtellinesi e valchiavennasche, ma anche, in modo più contenuto, nelle montagne bresciano e bergamasche.

Una particolare riflessione riguarda la stagionalità delle due realtà turistiche. Il turismo di lago è prevalentemente estivo, anche se le presenze, se non i soggiorni, già si avvertono nella tarda primavera e proseguono, con la bella stagione, sino a settembre avanzato. La montagna presenta una doppia stagionalità turistica: quella estiva, limitata dalla metà di giugno alla prima metà di settembre, ma concentrata tra luglio e agosto, e quella invernale, legata in particolare agli sport delle nevi. In questa stagione le presenze sono prevalentemente accentrate nel periodo natalizio (dal 20dicembre al 10 gennaio) ma, secondo l’innevamento, possono protrarsi sino a marzo. La ricettività lacuale è fortemente caratterizzata dalle presenze in campeggi, soprattutto nell’Alto Lago di Como, da Colico a Domaso, e a Porlezza, sul lago Ceresio, mentre in quella montana, soprattutto in Valsassina, si ha una rilevante presenza di case di vacanza, di “seconde case”, come vedremo nell’analisi dell’offerta ricettiva. Questa breve annotazione conferma per un verso come il turismo di tutta l’area sia determinato dalle diverse caratteristiche ambientali di lago e di montagna e come queste abbiano determinato e determinano i flussi turistici ai quali risponde, non sempre con la flessibilità richiesta, l’adeguamento dell’offerta ricettiva e complementare.

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2.2 Il turismo in Lombardia: confronto. Da un’ analisi sui comportamenti della domanda turistica e sui fattori che determinano la scelta della Lombardia come destinazione di vacanza, emerge come, dopo la flessione del mercato avutasi del 2000, in parte dovuta all’Anno Giubilare ed ai suoi effetti di modificazione sulla mappa della distribuzione regionale dei flussi turistici, si sia riscontrata, nel 2001, una forte ripresa turistica frenata solamente, durante il secondo semestre, dall’influsso della recessione economica conseguente l’11 Settembre e dalla generale congiuntura economica internazionale sfavorevole in corso. Durante il primo semestre del 2002 si procrastina questa flessione e si accusa una diminuzione media nei flussi turistici in Lombardia ed in Italia in generale che arriva a toccare, considerando sia la componente di presenze italiane che quella di presenze straniere, a picchi dell’8% in negativo. Bisogna aspettare il secondo semestre 2002 per ravvisare un’inversione di tendenza che faccia ben sperare per il superamento del periodo negativo invernale, con una crescita del 2,5% delle presenze straniere e un calo minimale di quelle italiane (-0,4%), questo periodo segna l’inizio di una timida ripresa. Questo trend si basa sulla variegata domanda turistica lombarda, che, con il manifestarsi di una molteplicità di motivazioni di vacanza e soggiorno, permette lo sfruttamento delle molteplici risorse della regione ma costringe a doversi confrontare con richieste ed esigenze variegate e spesso molto distanti l’una dall’altra. Vediamo meglio quali possono essere considerati i fattori di attrazione turistica della Lombardia e che genere di turismo essi determinino. - il turismo culturale risulta essere in costante crescita. Esso abbraccia sempre più diversificate fasce di popolazione alla ricerca di differenti forme di prodotto culturale. Motivi sociali ed economici propri dei nostri tempi, l’aumento dei livelli d’istruzione, l’innalzamento dell’età media, la crescente abitudine alla frammentazione delle vacanze e la conseguente relativa riduzione del tempo ad esse dedicato, hanno portato ad un forte incremento della domanda turistica rivolta ai beni culturali.Si tratta di un turista “maturo” ed esigente che avanza richieste sempre più diversificate perhè vuole poter incrementare il senso di soddisfazione derivante dalla fruizione delle opere d’arte visitate. Così nasce la necessità proposte aggiuntive al fine di creare un’ offerta più completa attorno ai poli d’attrazione artistici: servizi, momenti di intrattenimento, possibilità di svago e di incontro fanno oggi parte del paniere di richieste proprio del turista culturale. In quest’ottica si aprono grandi possibilità per le cosiddette “città d’arte minori”, dove la complessità della domanda può essere soddisfatta da una più facilmente percepibile offerta culturale globale comprendente dimensione artistica, storica, gastronomica e architettonica, e di cui il turista può fruire con minor dispersione di tempo e quindi di interesse rispetto alle grandi città. La maggior offerta di attrattive di interesse artistico e di musei risulta chiaramente essere concentrata in Milano, che sorprendentemente coinvolge nell’interesse del turista anche i comuni dell’hinterland metropolitano. Brescia e Bergamo, a loro volta, con numerosi siti di interesse (rispettivamente 48 e 371), esemplificano l’importanza che anche la pianura in generale ricopre nell’ambito del turismo culturale.

1 Cfr I modelli innovativi per l’organizzazione del turismo a livello regionale. Milano, 2003

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- il turismo enogastronomico, ovvero quello che vede il turista spinto dalla volontà di fondere il proprio interesse nei confronti dei prodotti tipici e dei vini di una determinata zona con la possibilità di entrare a contatto diretto con i produttori, l’ambiente, il clima e le tradizioni proprie dei luoghi ai quali i prodotti stessi sono legati, è oggi in piena evoluzione e rappresenta ormai una vera e propria “moda” sotto molti aspetti. Il fenomeno del turismo enogastronomico acquista una duplice valenza per lo sviluppo della zona interessata. Sviluppandosi infatti prevalentemente al di fuori dei canonici periodi di vacanza ed avendo come protagonisti soggetti di livello sociale ed economico generalmente medio alto, generalmente non interessati al prodotto tipico fine a se stesso, ma come occasione di conoscenza del territorio,esso risulta fondamentale in un’ottica di destagionalizzazione della presenza turistica, e, al tempo stesso, costituisce un fattore propulsivo di primaria importanza per lo sviluppo dell’interesse verso lo stesso territorio. - sebbene risulti essere, per offerta insufficiente rispetto alla richiesta in forte crescita, un segmento turistico di nicchia, l’agriturismo rappresenta oggi una tipologia affermata ed in espansione. La domanda di strutture agrituristiche, si concentra prevalentemente nelle aree prealpine dove il più marcato contatto con la natura è elemento qualificante per il turista, e nell’area varesina, dove di fatto costituisce l’unica forma di ricettività turistica vacanziera. - la domanda per il cosiddetto turismo ambientale, che riassume tutte le forme ricreative basate su di uno stretto contatto con la natura, risulta essere molto diversificata a causa delle molteplici variabili da cui origina e di fronte alle quali si è chiamati a differenti modalità di intervento. Il turismo ambientale infatti racchiude diverse tipologie di destinazione che vanno dalle zone rurali site in prossimità dei grandi centri urbani, ai luoghi propri del turismo collinare e di campagna, alle aree protette, a quelle isolate e adatte ad un turismo selvaggio, fino alle zone a ridosso delle località turistiche tradizionali. Per ognuna di queste mete si possono individuare poi una tipologia di domanda turistica possibile: si va dall’escursionismo, al turismo di breve periodo, al turismo di nuclei familiari, al turismo scolastico, a quello della terza età, fino a quello legato allo svolgimento di attività sportive. - il turismo termale rappresenta oggi, per Lombardia un potenziale mercato su cui investire. Secondo studi Doxa-Mercury, infatti, la domanda nazionale di termalismo cinvolge solo il 2,5% della popolazione, ma recenti indagini stimano un mercato potenziale teorico italiano pari al 76,5% degli individui e un mercato potenziale effettivo attestato al 61,5%, lasciano così intravedere la possibilità di un notevole ampliamento della base de mercato. - il turismo lacuale non può non venire citato tra i segmenti turistici di attrazione della Lombardia. Si tratta di un turismo stagionale prevalentemente estivo caratterizzato da alta presenza di stranieri, per lo più provenienti da Germania, Paesi Bassi, RegnoUnito e Francia,l’aumento dei quali si è accompagnato in questi ultimi anni ad una costante diminuzione della clientela italiana.

- il turismo d’affari, fieristico e congressuale, ricopre un’importanza primaria soprattutto nell’area di Milano, la quale, pur avendo ceduto il primato italiano a Roma nel 2000 per quanto riguarda il numero di congressisti annui, è stata,

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negli anni passati, protagonista di una crescita della presenza dei congressisti stessi molto elevata con un’incremento, tra il 1997 ed il 2000, del 56,3%.

2000 1999 1998 1997 Congressi 9.130 6.882 12.221 10.794 Conressisti 2.166.195 2.334.062 2.036.597 1.385.412 Il Poliedro: elaborazione su dati Osservatoio congressuale 1997, 1998, 1999, 2000 La diffusione dei flussi turistici in Lombardia, seppur vasta e presente su un’ampia parte del territorio, presenta delle aree dove la concentrazione risulta evidentemente più elevata rispetto alle altre, come risulta dal grafico.

000001000000

2000000

3000000

4000000

5000000

6000000

7000000

8000000

9000000

10000000

Area metropolitanamilanese

Basso Garda

Alto Garda

Alta Valtellina

Pianura bresciana

Oltrepo' pavese

Bassa Valtellina

Adda- Pianura lecchese

Valle Imagna

Bassa Val Seriana

Il Poliedro: Presenze turistiche annue. Elaborazione su dati IRER Se consideriamo che il turismo d’affari è la principale fonte di flussi turistici sia nell’area metrpolitana milanese, che nelle aree di pianura (bresciana, bergamasca comasca e varesina) risulta evidente come questo sia il genere di turismo prevalente nella regione. Le macrozone che presentano la maggior concentrazione di turisti, sono, come prevedibile, quelle interessate dal turismo lacuale a marcata connotazione

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ricreativa e quelle nelle quali si è sviluppato un forte turismo montano.Troviamo infatti al primo posto per concentrazione la sponda lombarda del Lago di Garda (Alto e Basso Garda) con un totale di oltre 5,2 milnioni di presenze e quella dell’Alta Valtellina che riceve annualmente circa 1,5 milioni di turisti all’anno. Possiamo utilizzare i dati sulla permanenza media dei turisti per capire quale tipo di turismo, itinerante, statico o d’affari, interessi le varie aree. Infatti una permanenza media prolungata, spesso dovuta ad un’alta richiesta turistica stagionale e scarse forme di turismo ”a breve” è indice di un prevalente turismo stanziale, generalmente extralberghiero, come quello riscontrabile nelle maggiori aree di vacanza, montana o lacuale; mentre una bassa permanenza media indica la presenza di un tipo di turismo itinerante, spesso riconducibile a turismo a sfondo culturale o d’affari. Permanenza media Permanenza mediaValsassina 6,9gg. Pianura pavese 2,2 gg.Bassa Valcamonica 6,6gg. Triangolo lariano 2,1 gg.Alto Garda

6,3gg.Pianura

bergamasca 2,0 gg.Valle Imagna

6,0gg.Brianza

Pianura comasca 1,9 gg.Val Sabbia Val Trompia 5,9gg. Pianura varesina 1,8 gg.Il Poliedro: Permanenza media. Elaborazione su dati IRER Un’altro importante indice per comprendere il genere di turismo presente in un’area è sicuramente l’utilizzo alberghiero annuale Indici di utilizzazione APT

Alberghiera annuale Alberghiera max

VARESE 34 41 COMO 26 57 SONDRIO 24 58 MILANO 40 51 BERGAMO 40 51 BRESCIA 36 71 PAVIA 28 4 CREMONA 33 41 MANTOVA 35 42 LECCO 24 42 LODI 56 78 LIVIGNO 36 81 LOMBARDIA 33 Il Poliedro: Indici di utilizzazione. Elaborazione su dati IRER

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Il livello di utilizzo annuo delle strutture alberghiere è strettamente correlato al tipo di turismo presente. Un’indice elevato (maggiore al 40%) è indicatore di un prevalente sviluppo di un turismo d’affari sicuramente meo condizionato dalle variazioni stagionali. Livelli appena inferiori si riscontrano nelle aree di turismo vacanziero che offrono possibilità di sfruttamento sia estiva che invernale. Un’utilizzo medio(tra il 30% ed il 40%) è generalmente fisiologico delle aree vacanziere estive (le zone lacuali). Un’indice di utilizzo basso invece (sotto il 20%) è proprio delle zone dove il turismo soffre di più, solitamente ritroviamo in questa fascia le aree di vacanza di bassa montagna. Risulta interessante analizzare il grado di incidenza straniera (presenze straniere/presenze totali) riscontrabile nelle varie zone del territorio. Questo indice ci mostra il grado di attrazione nei confronti degli stranieri, e, come si può notare dal grafico, questa risulta ben distribuita tra le aree lombarde. Indotta sia da un turismo vacanziero, prevalentemente nelle zone lacuali, sia da un turismo d’affari, sviluppato intorno alle aree urbane, l’internazionalità del movimento turistico in Lombardia è mediamente elevata e posiziona la regione al quinto posto in Italia con un’incidenza totale attestata attorno al 46,1%. Da notare come nelle aree lacuali l’incidenza del turismo straniero sia marcatissima, con una presenza variabile tra il 60% ed il 90% delle presenze totali infatti, in qualche caso e in determinati periodi, si arriva a sfiorare l’esclusività del turismo straniero rispetto a quello nazionale. In virtù di un turismo d’affari predominante, nelle aree urbane, l’incidenza straniera sulle presenze oscilla tra il 40% ed il 60% in funzione del grado di internazionalizzazione dell’economia dell’area stessa. Bassa risulta essere invece l’incidenza nelle zone dove è predominante il turismo montano estivo o il turismo termale, zone connotate da permanenza media generalmente lunga e scarsa mobilità come le valli bergamasche, la Valeriana e la Valsassina.

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0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

LARIO OCCIDENTALE

TRIANGOLO LARIANO

VAL SABBIA

PIANURA COMASCA

PREALPI VARESINE

ISEO

PIANURA VARESINA

ALTA VALTELLINA

PIANURA BERGAMASCA

MANTOVANO

SEBINO

PIANURA PAVESE

BASSA VALTELLINA

VALLE IMAGNA

VALSASSINA

BASSA VALSERIANA

BASSA VALCAMONICA

Il Poliedro: Incidenza turisti stranieri. Elaborazione dati IRER Da notare come nelle aree lacuali l’incidenza del turismo straniero sia marcatissima, con una presenza variabile tra il 60% ed il 90% delle presenze totali infatti, in qualche caso e in determinati periodi, si arriva a sfiorare l’esclusività del turismo straniero rispetto a quello nazionale. In virtù di un turismo d’affari predominante, nelle aree urbane, l’incidenza straniera sulle presenze oscilla tra il 40% ed il 60% in funzione del grado di internazionalizzazione dell’economia dell’area stessa. Bassa risulta essere invece l’incidenza nelle zone dove è predominante il turismo montano estivo o il turismo termale, zone connotate da permanenza media generalmente lunga e scarsa mobilità come le valli bergamasche, la Valeriana e la Valsassina.

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2.3 Analisi comparativa tra territori con caratteri simili nel contesto lombardo Al fine di comprendere più a fondo la struttura dalla domanda turistica del territorio del Gal dei Due Laghi sono state individuati alcuni bacini turistici in ambito regionale che presentano alcune analogie con la morfologia ed il sistema territoriale dell’oggetto di questa ricerca. Le aree individuate, come si vede nella tabella allegata, si suddividono a seconda delle caratteristiche loro proprie riconducibili ad aree di montagna, aree di lago e aree che uniscono le due opzioni. Tra quelle individuate di turismo legato alla montagna sono state considerate:

• l’Alta Valtellina, • la Val Chiavenna, • l’Alta Val Canonica, • l’Alta Val Seriana – Val di Scalve, • la Val Brembana, • la Valsassina, • La Bassa Valtellina, • l’Oltrepò Pavese.

Per quanto riguarda invece gli ambiti territoriali caratterizzati in modo prevalente dalla presenza del turismo di Lago sono stati ritenuti importanti:

• il Basso Garda, • il Lago Maggiore Orientale.

I restanti comprensori hanno al loro interno Comuni il cui territorio si sviluppa sia in prossimità del lago che in corrispondenza di sistemi montuosi rilevanti dal punto di vista turistico e socio-economico e sono:

• L’Alto Garda, • Il Lario Orientale, • Laro Intelvese, • Lario Occidentale, • Il Triangolo Lariano, • Lago d’Iseo e Franciacorta.

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INDICATORE/AREA Alta Valtellina Val Chiavenna Alta Val Camonica Alto Garda Basso Garda

Alta Val Seriana-Val di Scalve

Val Brembana Lago Maggiore Orientale

Oltrepò Pavese

Movimento turistico Presenze 1.565.659 201.187 282.129 1.899.227 3.344.648 266.262 146.606 248.369 84.439

Permanenza media 5 3,6 4,8 6,3 5,4 4,8 4,4 3,1 3,7 incidenza stranieri 33 24,8 22,9 76,7 64,9 8,7 12,1 54,5 9,5

variazione presenze 98/2001 0,5 0,7 -4,2 5,4 5,3 2,2 -7,7 33 4,7 Strutture alberghiere

Alberghi 228 38 50 209 177 57 64 49 47 Posti letto alberghi 11.953 1.896 2.019 10.836 8.137 2.322 2258 1.618 1.541

Incidenza 1-2 stelle 24,7 31 17,4 19,2 17,6 37,3 44,5 39 54,7 Strutture extra alberghiere

Campeggi 4 3 3 11 44 5 4 7 1 Posti letto campeggi 729 995 794 5.555 25.290 2.548 2.190 2.278 720

Agriturismo* 4 2 1 17 11 1 2 1 3 Posti letto abitazioni 25.136 26.828 30.384 28.456 39.836 63.544 74.324 31.816 19.424

Abitazioni per vacanza 6.284 6.707 7.596 7.114 9.959 15.886 18.581 7.954 4.856 Attrazioni e servizi turistici

Ristoranti 61 45 36 96 175 116 139 92 35 Piste da sci - Km totali 219 48 80 100 164

INDICATORE/AREA Lario Intelvese Lario Occidentale Lario Orientale Valsassina Bassa

Valtellina Iseo - Franciacorta

Triangolo Lariano

Movimento turistico Presenze 236.770 600.126 345.525 88.861 62.549 587.034 202.443

Permanenza media 2,9 4,6 3,1 6,9 2,9 4 2,1 incidenza stranieri 72,1 87,4 40,4 11,1 14,7 43,9 73

variazione presenze 98/2001 1,5 28,2 8,1 14,2 10,6 0,2 -3,6 Strutture alberghiere

Alberghi 53 62 46 39 37 57 61 Posti letto alberghi 2.547 3.184 1.639 1.261 1.206 2.161 2.257

Incidenza 1-2 stelle 27,3 37 24,3 66,7 57,6 21,1 40,4 Strutture extra alberghiere

Campeggi 6 36 18 2 1 21 3 Posti letto campeggi 1.725 9.946 1.992 460 80 6.636 730

Agriturismo* 2 3 11 Posti letto abitazioni 29.612 27.948 29.916 55.672 20.932 9.084 33.840

Abitazioni per vacanza 7.403 6.987 7.479 13.918 5.233 2.271 8.460 Attrazioni e servizi turistici

Ristoranti 48 85 131 58 38 165 103 Piste da sci - Km totali 0 (30)

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Successivamente all’individuazione dei territori di riferimento per la comparazione l’indagine è proceduta con il riconoscimento di indicatori utili all’esegesi dei dati. Sono state ravvisate quattro categorie principali all’interno delle quali si è proceduto ad una ulteriore suddivisione per parametri: nel compiere tale operazione si è cercato di utilizzare indicatori significativi sia per l’aspetto quantitativo che per l’aspetto qualitativo dalla struttura turistica. Ciò che emerge dalla lettura critica dei dati raccolti in tabella rappresenta per alcuni versi la conferma dell’immagine di predominanza di alcune realtà, che si collocano ad un livello superiore nel panorama dell’offerta turistica globale e non solo regionale, quali l’Alta Valtellina, prossima sede dei Mondiali di Sci Alpino in programma tra gennaio e febbraio del 2005, e il lago di Garda, il quale per aspetti differenti tra il territorio dell’Alto e quello del Basso Garda rimane comunque il comprensorio turistico regionale più frequentato e meglio servito, con un rapporto causa-effetto da definire. D’altro canto dalla tabella emergono altre realtà di tutto rispetto che, pur non avendo i valori in termini assoluti dei poli maggiori, occupano consistenti quote dell’offerta turistica regionale, con la particolare tendenza alla specializzazione verso alcune tipologie di utenti con un’offerta “tematica”della struttura turistica. Tra questi possiamo riconoscere ad esempio il caso del Lario occidentale la cui offerta è particolarmente apprezzata da turisti stranieri, perlopiù tedeschi e olandesi, che la monopolizzano, oppure ancora della fascia prealpina con Valsassina Val Brembana e Val Seriana, la cui offerta turistica è caratterizzata quasi esclusivamente da abitazioni per vacanza e seconde case e con una incidenza piuttosto elevata di alberghi di modesta qualità. Nella lettura vanno considerate tuttavia due notazioni particolari per due indicatori che sono gli agriturismo e le piste da sci: per il primo occorre osservare i dati raccolti in maniera critica e con la consapevolezza del concetto di agriturismo che è ben distinto e maggiormente legato al presidio del territorio della mera ristorazione, anche se questa avviene promuovendo prodotti tipici coltivati dalle aziende locali, e quindi prima di prendere i dati riportati in tabella per occorrerebbe quantomeno un maggiore approfondimento. La seconda nota è relativa alla quantità di km totali di piste da sci, in quanto è doveroso tenere in considerazione la qualità dei comprensori sciistici poiché se è pur vero che ai 219 km dell’Alta Valtellina corrisponde una qualità dell’offerta di prim’ordine, la stessa equazione potrebbe non valere per i comprensori della Val Brembana o della Val Seriana rispetto a quelli della Val Chiavenna o della Val Camonica. Se si analizzano in maniera più approfondita i parametri scelti, con i relativi dati di supporto è possibile individuare alcune peculiarità proprie delle singole macroaree di riferimento.

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Montagna Per quanto riguarda le aree considerate i cui comuni appartengono ad aree montane, che quindi sono rappresentative di una determinata struttura turistica, emergono tra gli indicatori considerati alcuni parametri significativi. Per cominciare le presenze registrate in questi territori sono tendenzialmente minori rispetto a quelle registrate nelle altre macroaree, fatta eccezione per l’Alta Valtellina che tuttavia rappresenta un comprensorio di valore assoluto a livello internazionale e quindi difficilmente confrontabile con realtà secondarie legate ad un turismo prevalentemente locale, che per la maggior parte appartengono alla fascia prealpina o addirittura all’Appennino come nel caso dell’Oltrepò Pavese. Questa relativa “cultura turistica” trova conferma nella variazione dei dati di andamento dell’afflusso turistico che, nelle aree montane rispetto alle altre considerate, vede una crescita ridotta fatta eccezione per il caso della Valsassina e dell’Oltrepò Pavese e in alcuni casi come in Alta Val Camonica o in Val Brembana addirittura si riscontra una riduzione consistente delle presenze turistiche sul territorio.

-10

-5

0

5

10

15

Alta ValtellinaVal ChiavennaAlta Val CamonicaAlta Val Seriana-Val di ScalveValsassinaVal BrembanaOltrepò PaveseBassa Valtellina

Il Poliedro: Variazione Presenze 1998/2001. Elaborazione su dati Irer, “I modelli innovativi per l’organizzazione del turismo a livello regionale” Continuando il confronto con le macroaree dei territori lacuali e quelli misti un altro indicatore utile a comprendere la struttura caratteristica del turismo nelle aree montane è l’incidenza delle strutture alberghiere di modesta qualità rispetto all’offerta globale degli alberghi. Infatti proprio nelle aree montane considerate, se si escludono la solita Alta Valtellina e l’Alta Val Camonica, questo parametro assume dei valori consistenti, in particolare nella fascia prealpina, compresa la bassa Valtellina e nell’Oltrepò caratterizzando di fatti l’offerta turistica dell’area e soprattutto il target di turisti e la modalità con la quale la frequentano. In particolare la struttura alberghiera della Valsassina risulta essere fortemente caratterizzata (quasi il 70%) dalla presenza di strutture di limitata qualità.

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0

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Alta Valtellina

Val Chiavenna

Alta Val Camonica

Alta Val Seriana-Val di Scalve

Valsassina

Val Brembana

Oltrepò Pavese

Bassa Valtellina

Il Poliedro: Incidenza alberghi 1–2 stelle. Elaborazione su dati Irer, “I modelli innovativi per l’organizzazione del turismo a livello regionale” Di riflesso proprio laddove la qualità delle strutture alberghiere è minore si è osservato in questi anni la ripresa dello sviluppo del fenomeno delle seconde case e delle abitazioni per vacanza; questa tesi tuttavia non trova riscontro ne nell’Oltrepò e nemmeno nella Bassa Valtellina che mantengono una struttura atipica.

02.0004.0006.0008.000

10.00012.00014.00016.00018.00020.000

Alta Valtellina

Val Chiavenna

Alta Val Camonica

Alta Val Seriana-Val di Scalve

Valsassina

Val Brembana

Oltrepò Pavese

Bassa Valtellina

Il Poliedro: elaborazione su dati Irer, “I modelli innovativi per l’organizzazione del turismo a livello regionale” Come si può osservare chiaramente dal grafico, l’offerta turistica della fascia prealpina, costituita dai comprensori della Val Brembana, della Valsassina e dell’Alta Val Seriana – Val di Scalve, è fortemente interessata da questa forma di accoglienza, tanto da

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caratterizzarne la struttura territoriale e sociale e non solo quella strettamente legata al turismo. La particolare forma di turismo legata alle abitazioni per vacanza comporta alcuni considerevoli vantaggi per il territorio su cui si sviluppa, ma allo stesso tempo comporta alcuni non trascurabili svantaggi quali ad esempio il consumo di suolo e la compromissione del paesaggio, senza contare il sottoutilizzo del patrimonio edilizio. Oltre a questi occorre considerare l’impatto che ha sull’economia locale e indirettamente sulla continuità abitativa di alcuni centri, soprattutto dei più sperduti; questi aspetti devono forzatamente essere presi in seria considerazione in sede di pianificazione territoriale e urbanistica valutando caso per caso quali sono le ricadute positive e negative dell’espansione di questo fenomeno.

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Lago Nel considerare le aree strettamente legate al turismo di lago è importante tenere presente la differenza tra le due realtà prese in esame, infatti se il Lago Maggiore Orientale è una area relativamente debole, seppur con una discreta vocazione turistica, l’area del Basso Garda risulta invece essere in assoluto a livello regionale l’area maggiormente vocata al settore turistico, o quantomeno la più apprezzata.

0

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2.500.000

3.000.000

3.500.000Alta Valtellina

Val Chiavenna

Alta Val Camonica

Alto Garda

Basso Garda

Alta Val Seriana-Val di Scalve

Val Brembana

Lago Maggiore Orientale

Oltrepò Pavese

Lario Intelvese

Lario Occidentale

Lario Orientale

Valsassina

Bassa Valtellina

Iseo - Franciacorta

Triangolo Lariano

Il Poliedro: Presenze 2001. Elaborazione su dati Irer, “I modelli innovativi per l’organizzazione del turismo a livello regionale” La lettura della tabella prosegue con l’osservazione relativa ad una caratteristica tipica del turismo di lago: l’incidenza degli stranieri. Infatti sia per questione di prossimità con gli stati di provenienza, grazie alla presenza di canali infrastrutturali importanti, che per un fatto prettamente culturale, i flussi turistici verso le sponde dei laghi lombardi sono una realtà consolidata da diversi anni. Questo fenomeno presuppone la predisposizione locale ad un tipo di accoglienza mirata a livello internazionale, che tuttavia non si limiti alla semplice comunicazione in differenti lingue, ma che si estenda alla promozione ed alla ricerca di sempre maggiori opportunità di soddisfacimento di una domanda in crescita.

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48505254565860626466

Basso Garda Lago Maggiore Orientale

Il Poliedro: Incidenza stranieri. Elaborazione su dati Irer, “I modelli innovativi per l’organizzazione del turismo a livello regionale” allo stesso tempo è pur vero che se il turismo lacuale è proiettato verso una dimensione internazionale per quanto riguarda le presenze di più giorni, che in genere hanno ricadute positive soprattutto sulle strutture alberghiere o sui campeggi, occorre sottolineare il fatto che i grandi laghi lombardi si trovano a non più di un’ora di auto dai grossi bacini di potenziali utenti, quali Milano e gli altri popolosi centri della Pianura Padana. Questo aspetto fa di queste aree la meta ideale di “gite fuori porta” per grossi flussi di traffico che quindi usufruiscono dell’offerta turistica in maniera differente da coloro che si muovono per più giorni ed in particolare hanno ricadute positive sulle strutture ricettive della ristorazione, come testimonia l’elevato numero di ristoranti rispetto alle altre macroaree prese in considerazione.

48505254565860626466

Basso Garda Lago Maggiore Orientale

Il Poliedro: Numero di Ristoranti. Elaborazione su dati Irer, “I modelli innovativi per l’organizzazione del turismo a livello regionale”

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Integrato Lago-Montagna I valori riscontrati all’interno di questa macroarea sono fortemente influenzati, e quindi in qualche modo condizionati, dal prevalere del turismo legato al lago piuttosto che quello legato alla montagna all’interno di ogni singola area. Una successiva osservazione degna di nota è data dal fatto che tre aree su le quattro considerate sono situate sulle sponde e nell’entroterra in prossimità del Lago di Como, così come il territorio oggetto di questa ricerca. In particolare i dati relativi al Lario Intelvese sono comprensivi dei comuni bagnati dal Lago Ceresio che storicamente hanno strette relazioni, grazie alla favorevole posizione, con la Svizzera e l’Europa centrale in genere. Non è un caso quindi che l’incidenza di turisti stranieri sia tra le più elevate in assoluto, come si può notare dal grafico sottostante.

0102030405060708090

Alto Garda

Lario Intelvese

Lario Occidentale

Lario Orientale

Triangolo Lariano

Iseo - Franciacorta

Il Poliedro: Incidenza Stranieri. Elaborazione su dati Irer, “I modelli innovativi per l’organizzazione del turismo a livello regionale” Ancora più significativo è lo stesso parametro rilevato nel Lario Occidentale dove la quasi totalità dei turisti che vi soggiornano è straniera, ben 87 persone su 100. La logica conseguenza di questa rilevazione è che i turisti stranieri cercano le condizioni generate dall’offerta turistica di questi territori, strutturata come si vede nel successivo grafico.

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

Alto Garda

Lario Intelvese

Lario Occidentale

Lario Orientale

Triangolo Lariano

Iseo - Franciacorta

Posti letto alberghi

Posti letto campeggi

Posti letto abitazioni

Il Poliedro: Posti letto delle strutture ricettive. Elaborazione su dati Irer, “I modelli innovativi per l’organizzazione del turismo a livello regionale”.

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in riferimento a quanto appena detto è interessante notare come nel territorio del Lario Intelvese sia presente una forbice molto accentuata tra i posti letto di abitazioni per vacanza e posti letto in albergo e in campeggio, mentre nel Lario Occidentale dove la presenza straniera è ancora più massiccia, questa differenza sia meno estesa a causa del considerevole numero di posti letto nei numerosi campeggi più che per i posti letto in albergo che tra le altre cose hanno una modesta qualità in media. Differente è invece la situazione del Lario Orientale che soffre un po’ la sua morfologia caratterizzata da una fascia costiera ridotta e difficilmente fruibile dal punto di vista turistico, anche a causa del corridoio infrastrutturale, e da una zona interna difficilmente raggiungibile per via della prossimità dei ripidi pendii. Queste caratteristiche, in particolare la presenza della strada a scorrimento veloce e della ferrovia, hanno però consentito di improntare lo sviluppo della fascia costiera sulla riqualificazione dei centri storici lungo il lago, indirizzando la propria domanda verso una qualità e una ricercatezza di assoluto valore con un carattere di elevata sostenibilità nell’ottica della qualità dello spazio e della sua fruizione. Per quanto riguarda invece la parte interna la presenza della ferrovia consente di ipotizzare una serie di proposte di itinerari ciclo-escurisionistici e di trekking, caratterizzati in maniera totale dal principio di mobilità sostenibile. Il confronto con il territorio dell’Alto Garda è possibile considerando la proporzione delle distribuzioni dei parametri della struttura turistica poiché i valori assoluti, soprattutto per quanto riguarda le strutture alberghiere e i dati relativi alle presenze, per i quali questo comprensorio turistico è decisamente meglio attrezzato. Tra i casi considerati è singolare osservare la distribuzione dei posti letto nell’area del Lago d’Iseo e Franciacorta che presenta una struttura completamente differente rispetto alle altre aree prese in considerazione sviluppando la propria offerta turistica in modo poco rilevante per quanto riguarda le strutture ricettive che consentono il pernottamento, mentre relativamente alle strutture legate alla ristorazione, come si vede dal grafico, l’offerta cresce notevolmente ponendosi al di sopra della media delle aree considerate, che pur vantano una tradizione turistica più rinomata.

020406080

100120140160180

Alto Garda

Lario Intelvese

Lario Occidentale

Lario Orientale

Triangolo Lariano

Iseo - Franciacorta

Il Poliedro: Numero di ristoranti. Elaborazione su dati Irer, “I modelli innovativi per l’organizzazione del turismo a livello regionale”.

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2.4 Analisi dei flussi turistici nel territorio del GAL dei Due Laghi Analisi dei flussi turistici nell’area del Lecchese Questa analisi è stata realizzata con lo scopo di comprendere al meglio quali sono le tendenze dei flussi turistici che dal 1998 al 2003 hanno caratterizzato il sistema turistico dell’area che si sviluppa sulla sponda orientale del Lago di Como e si estende fino ai confini provinciali, ossia il territorio della Comunità Montana Valsassina, Val d’Esino e Valvarrone, e una parte della Comunità Montana del Lario Orientale. Per rendere maggiormente visibili le caratteristiche del territorio e i flussi che lo interessano, laddove questo è stato possibile, i dati sono stati considerati in maniera disaggregata in due zone distinte che sono:

• L’area interessata dai comuni a lago; • La Valsassina.

Area lago

Area Lago (escluso il capoluogo) Italiani Stranieri Arrivi Presenze Arrivi Presenze Totali 1998 29065 111667 19562 51559 Totali 1999 27242 110245 20536 52333 Totali 2000 25987 105749 20278 55067 Totali 2001 22126 94672 20790 59700 Totali 2002 22938 101267 21480 62591 Totali 2003 26074 121972 21323 62177

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

140000

Totali1998

Totali1999

Totali2000

Totali2001

Totali2002

Totali2003

Italiani ArriviItaliani PresenzeStranieri ArriviStranieri Presenze

Il Poliedro: Flussi turistici dell’Area Lago. Elaborazione su dati APT Lecchese

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Analizzando i flussi turistici dei comuni che si affacciano lungo la sponda orientale del Lario è possibile osservare come gli arrivi siano maggiormente consistenti rispetto al capoluogo, in particolar modo quelli relativi ai turisti stranieri che mantengono negli anni una presenza costante al di sopra delle 20.000 unità con una lievissima crescita riscontrabile dal 2000 al 2003, per quanto riguarda invece i turisti italiani l’andamento descritto dal grafico mostra una costante flessione fino al 2001 dove la tendenza sembra invertirsi crescendo lentamente, senza tuttavia raggiungere i valori del 1998. Considerando invece le presenze il discorso è differente in quanto è possibile osservare un costante aumento delle presenze straniere che si attestano decisamente al di sopra della realtà di Lecco, con un leggero rallentamento del trend successivamente al 2001, mentre questo dato per la presenza di turisti italiani è completamente ribaltato in quanto è ben visibile la flessione di presenze fino al 2001 dopodichè si è registrata una impennata di che ha consentito di raggiungere nel 2003 un picco di oltre 120.000 presenze.

Area Lago Totale Arrivi Presenze

Totali 1998 48627 163226 Totali 1999 47778 162578 Totali 2000 46265 160816 Totali 2001 42916 154372 Totali 2002 44418 163858 Totali 2003 47397 184149

020000400006000080000

100000120000140000160000180000200000

Totali 1998 Totali 1999 Totali 2000 Totali 2001 Totali 2002 Totali 2003

Arrivi Presenze

Il Poliedro: Flussi turistici dell’Area Lago, valori aggregati. Elaborazione su dati APT Lecchese Dal grafico relativo al rendiconto totale degli arrivi e delle presenze registrate nei comuni affacciati sulla sponda orientale del Lago di Como, si evince un andamento costante degli arrivi, lievemente decrescente fino al 2001 e con un inversione di tendenza da quel momento al 2003, mentre più interessante è la situazione delle presenze che, trascinata dall’afflusso dei turisti italiani, disegna un trend positivo indice di una sempre maggiore durata del periodo di permanenza nelle strutture alberghiere.

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Valsassina

Area Valsassina Italiani Stranieri Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totali 1998 12815 68908 1927 7196 Totali 1999 13147 66834 2075 7399 Totali 2000 12088 71125 2361 7242 Totali 2001 11360 81637 3573 13784 Totali 2002 9921 64191 1340 6809 Totali 2003 9140 55369 998 4268

0

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20000

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90000

Totali1998

Totali1999

Totali2000

Totali2001

Totali2002

Totali2003

Italiani ArriviItaliani PresenzeStranieri ArriviStranieri Presenze

Il Poliedro: Flussi turistici dell’Area Valsassina. Elaborazione su dati APT Lecchese Continuando l’analisi dei flussi turistici del Lecchese con i dati relativi alla Valsassina è possibile a prima vista osservare le differenti caratteristiche che identificano questo territorio; infatti se consideriamo gli arrivi registrati nelle strutture alberghiere della Valsassina si nota come i valori assoluti siano decisamente contenuti ed in costante decremento, al di sotto delle 10.000 unità nel 2003, ma il fenomeno è ancora più accentuato considerando l’arrivo di turisti stranieri in valle, che dopo un picco schedato nel 2001 raggiunge la quota quasi irrisoria di 998 arrivi, che confermano la scarsa vocazione della ricettività di valle verso l’utenza proveniente a altri paesi. Questo grafico tuttavia permette di evidenziare l’elevata forbice tra arrivi e presenze, indice di una elevata permanenza media nelle strutture ricettive (alberghiere).

Area Valsassina Totale

Arrivi Presenze Totali 1998 14742 76104 Totali 1999 15222 74233 Totali 2000 14449 78367 Totali 2001 14933 95421 Totali 2002 11261 71000 Totali 2003 10138 59637

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Totali 1998 Totali 1999 Totali 2000 Totali 2001 Totali 2002 Totali 2003

Arrivi Presenze

Il Poliedro: Flussi turistici dell’Area Valsassina, valori aggregati. Elaborazione su dati APT Lecchese dall’andamento del resoconto totale dei dati raccolti è possibile estrapolare la tendenza generale che caratterizza questa area che mette in mostra una certa continuità decrescente per quanto concerne gli arrivi, mentre differente è il discorso sulle presenze e quindi sulla permanenza media che dopo una crescita progressivamente sempre maggiore fino al 2001, registra successivamente una preoccupante discesa fino al 2003 indice di una sensibile riduzione della permanenza media degli utenti frequentatori delle strutture ricettive della Valsassina. Nel considerare la tendenza generale di questo territorio è importante considerare come la maggior parte delle strutture ricettive presenti sia di scarsa qualità o comunque necessiti di interventi più o meno importanti di riqualificazione. Comunque occorre tenere i considerazione che l’elemento trainante dell’economia turistica della zona è la seconda casa, nei confronti della quale la raccolta dei dati si rivela difficoltosa e scarsamente precisa. Di conseguenza analizzare i flussi turistici sui dati raccolti, a nostra disposizione, soprattutto per la Valsassina può dimostrarsi non veritiero proprio perché parziale.

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Analisi dei flussi turistici del comasco Ai fini della ricerca si è ritenuto importante analizzare la tendenza che ha caratterizzato le dinamiche turistiche nella parte di territorio del Gal che si sviluppa sul lato occidentale del Lago di Como. Questa porzione si può identificare con l’estensione del territorio della Comunità Montana dell’Alto Lario Occidentale insieme a quello della Comunità Montana della Alpi Lepontine e quindi comprendendo anche i comuni che sono bagnati dal Lago Ceresio, in prossimità del confine con la Svizzera. Anche in questo caso quindi sono stati considerati due ambiti distinti che, attraverso una lettura disaggregata dei dati, consentono di ottenere una fotografia delle dinamiche turistiche nella porzione di territorio comasco presa in considerazione:

• Area Alto Lario Occidentale; • Area Alpi Lepontine.

Area Alto Lario Occidentale

Area Alto Lario Occidentale Italiani Stranieri Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totali 2000 9.728 40.141 29.951 160.420 Totali 2001 9.980 39.037 29.726 148.591 Totali 2002 10.079 43.290 25.822 137.254 Totali 2003 11.710 45.246 26.602 138.523

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

180.000

Totali 2000 Totali 2001 Totali 2002 Totali 2003

Italiani ArriviItaliani PresenzeStranieri ArriviStranieri Presenze

Il Poliedro: Flussi turistici dell’Area Alto Lario Occidentale. Elaborazione su dati APT Como La tendenza che emerge da una prima osservazione dei dati forniti dalla Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Como, è completamente opposta a quanto si registra nei dati omologhi riferiti al territorio lecchese, in quanto sia dal punto di vista degli arrivi che da quello delle presenze, il numero di turisti provenienti da altre nazioni è decisamente superiore a quello dei turisti provenienti dal bacino nazionale. Le proporzioni non lasciano dubbi o incertezze, in quanto gli arrivi degli stranieri sono

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circa di tre volte superiori rispetto a quelli italiani e per le presenze questo gap aumenta ancor più, salvo riscontrare una progressiva diminuzione di questo rapporto. Dal grafico si evince inoltre come a fronte di una certa stabilità nel numero di arrivi (considerando una leggera flessione degli stranieri tra il 2001 ed il 2002), il dato relativo alla presenza si è rivelato più incostante, facendo registrare una crescita delle presenze italiane ed allo stesso tempo una flessione importante e continua delle presenze degli stranieri. Si può calcolare che la durata media della permanenza dei turisti stranieri passa da 5.4 giorni nel 2000 ai 5.2 giorni fatti registrare nel 2003, mentre questa diminuzione risulta più accentuata nel computo dei turisti italiani che passano dai 4.1 giorni del 2000 ai 3.8 giorni del 2003; ciò si può spiegare con la riduzione della forbice esistente tra arrivi e presenze, che appunto per i turisti italiani ha fatto osservare in proporzione un maggior valore degli arrivi rispetto alle presenze.

Area Alto Lario Occidentale Totale Arrivi Presenze

Totali 2000 39.679 202.244 Totali 2001 39.706 187.628 Totali 2002 35.901 180.544 Totali 2003 38.312 183.769

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

Totali 2000 Totali 2001 Totali 2002 Totali 2003

Arrivi Presenze

Il Poliedro: Flussi turistici dell’Area Alto Lario Occidentale, valori aggregati. Elaborazione su dati APT Como. Se si osserva il grafico e la tabella relativi ai dati aggregati si ottiene una conferma dello sviluppo costante e lineare degli arrivi, che si attestano bene o male sugli stessi valori nel range di anni considerati. Per quanto riguarda le presenze invece occorre evidenziare come la flessione osservata nel dato dei turisti stranieri trascini verso il basso la tendenza generale.

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Proprio questo aspetto sottolinea ancor più l’incidenza che il turismo internazionale ha su questo territorio e di conseguenza mette in luce il grado di relazione che esso ha con le dinamiche turistiche di scala globale, relazione che in momenti di congiuntura internazionale come questo può rivelarsi una forma di dipendenza patologica che può rivelarsi oltremodo dannosa per lo sviluppo locale del territorio. Area Alpi Lepontine

Area Alpi Lepontine Italiani Stranieri Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Totali 2000 14.729 42.550 61.459 280.696 Totali 2001 12.247 36.677 79.532 375.821 Totali 2002 8.391 27.199 59.583 299.058 Totali 2003 11.253 43.154 65.328 336.248

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

400.000

Totali 2000 Totali 2001 Totali 2002 Totali 2003

Italiani ArriviItaliani PresenzeStranieri ArriviStranieri Presenze

Il Poliedro: Flussi turistici dell’Area Alpi Lepontine. Elaborazione su dati APT Como Per quanto riguarda l’ambito territoriale che fa riferimento alla C.M. della Alpi Lepontine, il dato che spicca, e che lo differenzia da gli altri territori è il valore assoluto, la dimensione del movimento turistico che risulta di gran lunga superiore. I principali “responsabili” di questi importanti flussi turistici sono i turisti provenienti da paesi stranieri che incidono in maniera incontrastata nel computo totale degli arrivi e soprattutto delle presenze. Proprio quest’ultimo dato assume valori molto importanti circa doppi rispetto ad esempio alle presenze registrate nell’Alto Lario Occidentale che tra quelli analizzati finora è il territorio con i valori più elevati. Come si osserva dalla tabella e dal grafico relativo, i valori che contraddistinguono questa area hanno un duplice aspetto: per quanto riguarda arrivi e presenze di turisti italiani i dati sono in linea con le altre realtà, mentre i dati che fanno “la differenza” sono quelli relativi ad arrivi e presenze di turisti stranieri. Questo fenomeno si può giustificare con il rapporto di prossimità che questo territorio ha rispetto agli assi infrasturtturali

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svizzeri che portano verso i paesi dell’Europa centrale, oltre alla presenza di località particolarmente rinomate, tra le quali Menaggio, che tradizionalmente hanno strutturato la propria offerta turistica con particolare attenzione al turismo internazionale.

Area Alpi Lepontine Totale Arrivi Presenze

Totali 2000 76.188 323.246 Totali 2001 91.779 412.498 Totali 2002 67.974 326.257 Totali 2003 76.581 379.402

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

400.000

450.000

Totali 2000 Totali 2001 Totali 2002 Totali 2003

Arrivi Presenze

Il Poliedro: Flussi turistici dell’Area Alpi Lepontine, valori aggregati. Elaborazione su dati APT Como Osservando i dati aggregati, oltre alla dimensione dei flussi turistici emergono le dinamiche che li hanno caratterizzati negli ultimi quattro anni: come accade anche nelle altre aree il 2001 ha rappresentato un anno boom per il turismo sfondando qui il muro delle 400.000 presenze, e come altrettanto spesso accade nei territori analizzati l’anno successivo registra una brusca frenata soprattutto a causa della particolare situazione internazionale che si è verificata dopo gli attentati terroristici negli Stati Uniti. Infatti qui come altrove, è proprio il turismo internazionale a risentirne maggiormente e a maggior ragione i territori che ne sono maggiormente interessati sono quelli che accusano maggiormente il colpo. Tuttavia i dati raccolti consentono un cauto ottimismo, se si considera la ripresa dell’intero settore fatta registrare nel 2003 sia dal punto di vista degli arrivi che soprattutto dal punto di vista delle presenze.

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Conclusioni Dall’analisi dei dati dell’affluenza verso il territorio considerato da parte di turisti italiani e appartenenti al bacino di altri paesi è possibile individuare alcuni elementi che portano a pensare in che modo e verso quali strutture e località si muoveranno gli utenti. Un elemento degno di nota è il fatto che nell’area lago. Sia sulla sponda lecchese che su quella occidentale e nell’area del Ceresio i dati relativi alle presenze mostrano una crescita importante dei valori, indicando così un deciso aumento nei giorni di permanenza nelle strutture che hanno registrato il dato. Questo elemento apparentemente è in controtendenza rispetto a quella che è la tendenza attuale, data dal particolare momento di congiuntura internazionale, ossia della riduzione delle presenze rispetto agli arrivi, tuttavia a questo proposito occorre sottolineare come l’area dell’Alto Lario Occidentale non è definita da caratteristiche così positive, ma fa registrare una tendenza molto più lineare, con un incremento decisamente modesto. Queste considerazioni potrebbero essere significative del fatto che il turismo lacuale sta progressivamente cambiando alcuni parametri che tradizionalmente lo hanno contraddistinto, quindi anche la brevità del soggiorno. È ovviamente una ipotesi, che tuttavia potrebbe rappresentare un punto di partenza per considerare il lago come una realtà in progressiva crescita che si pone come elemento trainante per i comuni ed i territori limitrofi interni che beneficiano della qualità paesistico ambientale, delle atmosfere e non solo, che i bacini lacustri assicurano. Dai dati elaborati emerge un ulteriore spunto di riflessione che è relativo alla presenza di turismo internazionale che, soprattutto nei territori posti ad ovest del Lago di Como incide in modo fondamentale sull’intera filiera del turismo. Questo elemento rappresenta una potenzialità enorme in quanto, se gestita in maniera adeguato aggiornando progressivamente le strutture alle esigenze della domanda con servizi sempre più puntuali ed efficienti, può consentire di operare su un bacino di utenza decisamente ampio ponendo le basi per un salto di qualità per tutto il territorio. Ciò tuttavia può rivelarsi un’arma a doppio taglio poiché oltre ad aumentare la dimensione del bacino di utenza, aumentano anche i fattori che possono influire negativamente sull’afflusso turistico nella zona; basti pensare ai dati relativi alle dinamiche successive al 2001, dove tutte le aree lacuali che hanno una forte incidenza di turismo straniero, hanno fatto registrare dati in allarmante discesa a causa della crisi terroristica a livello internazionale. Nello stesso periodo in Valsassina, che ha una struttura dell’offerta turistica orientata verso un’utenza interna, ha fatto registrare una tendenza completamente agli antipodi, con un incremento di assoluto interesse. La riflessione che emerge da questa analisi è relativa al pericolo che corrono alcune aree a specializzarsi, e quindi a rendersi troppo dipendenti e vincolate, rispetto ad un’unica tipologia di turisti. Tale pericolo è sostanzialmente legato al rischio di vedere la propria stagione turistica rovinata a causa di variabili esterne indipendenti dalla qualità dell’offerta di sevizi; a questo proposito diventa importante strutturare la propria offerta turistica in maniera integrata, in modo da operare attraverso strategie volte all’acquisizione di adeguate quote di mercato, sia di quello internazionale che di quello nazionale. In questo senso si può considerare il turismo come un elemento costituito da due corpi principali di utenti: gli utenti fidelizzati, ossia quelli che tradizionalmente si recano nelle stesse strutture, o quantomeno negli stessi luoghi, con una certa

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regolarità nel corso degli anni; allo stesso tempo si può considerare una quota di utenza fluttuante, che è alla ricerca di nuove esperienze ed è proprio su questa che occorre intervenire offrendo valore aggiunto, con lo scopo di acquisirne una quota. Un altro tema che emerge dall’analisi dei flussi turistici è quello legato al preoccupante calo delle presenze turistiche della Valsassina: infatti dopo un boom in corrispondenza del 2001, che a livello regionale è stato uno dei più rilevanti, in relazione ovviamente alla dimensione della portata turistica, sono seguiti due annate particolarmente negative che hanno considerevolmente ridotto il margine positivo creato precedentemente, stabilizzandosi nel 2003 ben al di sotto dei valori registrati nel 1998. questo trend è stato comune sia per il bacino di utenza nazionale che internazionale. È rilevante proprio l’alternanza tra momenti positivi delle strutture che sono localizzate nei comuni caratterizzati dalla presenza del lago e quelle invece site in comuni montani e forse proprio questa alternanza può rappresentare la soluzione ed al tempo stesso l’energia per superare le momentanee empasse attraverso il continuo stimolo di ricerca di forme innovative di proposta e presentazione delle ricchezze proprie di ciascun territorio. Il rischio in questo caso è quello di esaurire progressivamente le risorse, concrete ed astratte, nella continua rincorsa alla ricerca di una soluzione che proprio per il suo carattere di inseguimento costante non può avere una valenza strategica. Differentemente un’ulteriore ipotesi è relativa alla graduale integrazione tra il sistema lacuale ed il sistema montano che si sviluppa su alcune polarità principali, che oltre a rappresentare la struttura portante delle attrazioni turistiche, rappresentano i luoghi di contatto tra i due sistemi: nodi di interscambio per la mobilità turistica (accessibilità e spostamenti interni) e delle informazioni che la riguardano, passaggi obbligati per immaginare una forma di perequazione tra il sistema Lago ed il sistema Montagna. Da questo lato il rischio è opposto, ossia l’incentivo ad un inaridimento generale i termini di progettualità locale.

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2.5 Le principali provenienze dei turisti internazionali Tradizionalmente il turismo lacuale è legato in modo rilevante al turismo internazionale, non a caso come si vede nel capitolo 2.3 le aree con una maggiore incidenza di turisti stranieri, sono proprio le aree che si affacciano sui laghi prealpini della Lombardia. In misura minore anche il turismo di montagna è fortemente legato alle presenze di utenti provenienti da altri paesi, soprattutto dai paesi germanofoni, tuttavia l’incidenza che essi hanno sul totale delle presenze è minore rispetto alle aree di lago. Per questi motivi si è ritenuto utile indagare su quali sono le origini principali dei flussi turistici verso il territorio dei Due Laghi.

PRESENZE DELLE PRINCIPALI NAZIONALITA' STRANIERE Germania USA GB Francia Svizzera Austria P.Bassi Totale Totali 2000 78.103 10.202 46.735 9.814 8.795 3.575 95.483 252.707Totali 2001 113.105 7.444 117.616 8.572 34.274 3.768 75.770 360.549Totali 2002 68.505 7.990 81.388 9.670 28.793 2.973 83.976 283.295Totali 2003 85.457 9.831 85.414 14.233 26.638 4.067 86.894 312.534

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

Germania USA GBFrancia

SvizzeraAustria

P.Bassi

Totali 2000Totali 2001Totali 2002Totali 2003

Il Poliedro: Principali provenienze straniere nelle Alpi Lepontine elaborazione su dati APT Como

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PRESENZE DELLE PRINCIPALI NAZIONALITA' STRANIERE

Germania USA GB Francia Svizzera Austria P.Bassi Totale Totali 2000 75.942 65 1.130 2.165 45.871 9.642 21.226 156.041Totali 2001 67.584 125 869 1.786 42.549 9.084 21.589 143.586Totali 2002 57.333 80 1.317 1.176 41.251 9.436 20.982 131.575Totali 2003 55.108 84 1.605 2.119 44.552 9.544 20.997 134.009

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

Germania USA GBFrancia

SvizzeraAustria

P.Bassi

Totali 2000

Totali 2001

Totali 2002

Totali 2003

Il Poliedro: Principali provenienze straniere nell’Alto Lario Occidentale elaborazione su dati APT Como

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PRESENZE DELLE PRINCIPALI NAZIONALITA' STRANIERE Germania USA GB Francia Svizzera Austria P.Bassi Totale Totali 1999 33391 16481 7449 9479 8165 5127 10239 90331 Totali 2000 33969 18300 10811 11482 8287 5292 9383 97524 Totali 2001 8650 5557 4772 3519 2258 1055 1690 27501

0

5000

10000

15000

20000

25000

30000

35000

Germania USA GBFrancia

SvizzeraAustria

P.Bassi

Totali 1999

Totali 2000

Totali 2001

Il Poliedro: Il Poliedro: Principali provenienze straniere nel Lecchese elaborazione su dati APT Lecco. Dall’osservazione dei dati presenti nelle tabelle qui sopra si possono trarre alcune brevi conclusioni che sintetizzano il risultato di questa analisi:

• La prima osservazione che appare palese è il valore assoluto dei dati: infatti basta guardare i valori fatti registrare sul territorio delle Alpi Lepontine per rendersi conto della dimensione del fenomeno turistico in questa area. Confrontando i dati con l’Alto Lario si notano dati superiori almeno del 40% per non parlare della sponda lecchese che registra valori inferiori di circa il 60%.

• La seconda osservazione è legata al territorio dell’Alto Lario Occidentale

che sembra specializzato su tre principali provenienze, tedeschi, svizzeri e olandesi che nel corso degli anni sembrano essere i più fidelizzati in quanto mostrano una costanza di presenze notevole. Lo stesso discorso non vale per i tedeschi che dopo il 2000 fanno registrare una preoccupante tendenza alla flessione.

• In generale si può osservare che i turisti tedeschi sono i più presenti in assoluto sul territorio dei Due Laghi seguiti dagli olandesi che fanno registrare interessanti valori sulla sponda comasca del Lario e del Ceresio. Da rilevare anche una nutrita presenza di britannici nell’area delle Alpi

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Lepontine, insieme agli svizzeri che però mostrano di gradire anche le Sponde dell’Alto Lago.

• Infine occorre specificare che i dati riportati per l’area lecchese sono

scarsamente utili ai fini della ricerca in quanto si riferiscono solo in parte allo stesso arco temporale e soprattutto perché sono riferiti all’intero territorio provinciale, quindi con l’aggiunta di località non comprese nel GAL. Tuttavia sono interessanti per evidenziare come la presenza di turisti stranieri si concentri soprattutto sul versante occidentale del Lario e nelle Alpi Lepontine.