Progettazione di un sistema informativo pilota per il monitoraggio dell’inclusione sociale delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti Cristina Freguja, Istat 6 febbraio 2017
Progettazione di un sistema informativo pilota per il monitoraggio dell’inclusione sociale delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti
Cristina Freguja, Istat
6 febbraio 2017
Le dimensioni del fenomeno in Italia Non esiste una stima ufficiale sul numero di Rom, Sinti e Caminanti
(RSC) che vivono in Italia; né indagini quantitative su larga scala che
abbiano rilevato informazioni sulle loro condizioni di vita.
Secondo la valutazione qualitativa contenuta nella strategia
nazionale d’inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti (UNAR
2012), il numero dei RSC in Italia era compreso tra 120.000 e
180.000 individui.
Si tratta di una popolazione composta da gruppi molto eterogenei dal
punto di vista culturale e linguistico, presenti in Italia almeno dal 1400,
e giunti in diverse ondate (italiani, stranieri UE o
extra-UE, stranieri con diritto di asilo o protezione
sussidiaria, apolidi de facto, anche nati in Italia
da apolidi di fatto).
Per misurare i risultati delle Strategie Nazionali, “gli Stati membri devono
indicare i loro scopi in termini di obiettivi quantificabili sostenuti da chiari
dati di riferimento, in modo da permettere di misurare i progressi
conseguiti” (Commissione Europea).
migliorare la conoscenza statistica di queste popolazioni
mettere a punto un sistema di indicatori per il monitoraggio di
politiche di inclusione
coordinare le proprie azioni (Working Party on Roma integration
monitoring coordinato dall'Agenzia dell'Unione europea per i diritti
fondamentali -FRA)
Misurare i progressi conseguiti…
Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (UNAR),
Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI),
Istituto nazionale di statistica (ISTAT)
Convenzione per la progettazione di un sistema informativo pilota per il
monitoraggio dell’inclusione sociale della popolazione RSC (luglio, 2013).
Il progetto ha previsto la ricognizione delle fonti di dati esistenti sulla
popolazione RSC in 4 comuni delle regioni in ritardo di sviluppo (già
obiettivo convergenza):
Napoli, Bari, Catania e Lamezia Terme.
L’approccio metodologico
Definire gli strumenti e le metodologie per la ricognizione di fonti di
dati sulle popolazioni RSC di natura amministrativa e da indagini
(amministrazioni centrali o locali, università, centri o enti di ricerca,
ecc.).
Condurre la rilevazione sulle fonti di dati.
Progettare un sistema informativo pilota con riferimento ai 4 assi
identificati dalla Strategia nazionale di inclusione (salute, abitazione,
istruzione, lavoro).
Il piano di lavoro
“interlocutori privilegiati”: enti/associazioni, pubblici e privati, che
per diverse ragioni si occupano di RSC e che possono rilevare o
avere a disposizione fonti di dati
questionario (face to face) sulle fonti di dati, da somministrare agli
interlocutori privilegiati
archivio con le principali caratteristiche delle fonti di dati esistenti
sulle popolazioni RSC nei 4 comuni oggetto di indagine
Gli strumenti
Caratteristiche socio-demografiche (età, sesso, Paese di nascita e di cittadinanza, stato civile, regolarità del soggiorno, iscrizione all’anagrafe italiana)
Istruzione e formazione professionale(iscrizione, frequenza, ritiro, trasferimento, conseguimento titolo per livello di istruzione)
Lavoro(condizione occupazionale, rapporto di lavoro, tipo di impiego, settore, ammontare salario/reddito, pensioni o sussidi)
Condizione di salute e ricorso ai servizi sanitari e sociali(iscrizione al SSN, ricovero, day hospital, pronto soccorso - presa in carico e accompagnamento, contributi economici, residenza anagrafica fittizia, affidamento familiare minori…)
Condizioni abitative (per tipologia abitativa - campo attrezzato, insediamento spontaneo, centro di accoglienza, casa ERP o privata- si rileva: numero di persone coabitanti, servizi e infrastrutture presenti, ubicazione)
Condizioni economiche (ammontare, fonte e tipologia di reddito)
I contenuti informativi
116 intervistatitra enti pubblici*(56) e associazioni (60)
* 8 Ministeri, 6 enti tra Aziende sanitarie locali e Agenzie di sanità pubblica, 6 enti facenti parte della Croce rossa italiana, 4 Centri di giustizia minorile, 4 Prefetture, 4 Provincie, 3 Questure, 5 Regioni, 7 Uffici scolastici provinciali, 4 Comuni e 5 altri istituti pubblici
La maggioranza degli enti e delle associazioni intervistati (62% pari a 72) non produce, né commissiona, né elabora dati che permettono di identificare direttamente la popolazione RSC (fonte diretta)
I principali risultati (1/3)
Ente
naz
iona
le
Ente
reg.
/pro
vi...
Ente
com
./su.
..
Asso
ciaz
ione
...
Asso
ciaz
ione
r...
Asso
ciaz
ione
...
11
35
10
1923
18
44 enti e associazioni producono, commissionano o elaborano dati che permettono di identificare direttamente la popolazione RSC
Corrispondono al 34% degli enti (19) e al 42% delle associazioni (25) intervistati
I principali risultati (2/3)E
nte
nazi
onal
e
Ent
e re
g./p
rov.
..
Ent
e co
m./s
u...
Ass
ocia
zion
e...
Ass
ocia
zion
e r..
.
Ass
ocia
zion
e...
3
10
6 6
109
Sono state individuate 62 fonti di dati. La maggioranza trae origine da progetti sviluppati soprattutto a livello locale
I principali risultati (3/3)
4.8
35.5
59.7
NazionaleRegionale/provincialeComunale/subcomunale
Livello territoriale dei dati:
Bari: 19 fonti Catania: 18 fonti Lamezia Terme: 10 fonti Napoli: 28 fonti
15.8
42.1
42.1
16.7
33.3
50,0
30,0
30,0
40,0
10.7
17.9
71.4
Tutte le fonti di dati derivano da un preciso criterio di selezione della popolazione di riferimento:
Nessuna fonte fa riferimento alla totalità della popolazione RSC
La popolazione di riferimento
per il 58,1% delle fonti si tratta della condizione abitativa (ad esempio RSC in campi o in insediamenti), che è anche l’unico criterio di selezione nella metà dei casi.
per il 32,2% del ricorso ai servizi sanitari (ad es. utenti di centri di ascolto, consultori, ambulatori, unità di strada, ...).
per il 25,8% del livello di istruzione o formazione (ad es. alunni della scuola elementare o media inferiore).
per il 25,8% delle caratteristiche socio-demografiche (ad es. popolazione maschile, di una determinata fascia d’età o appartenente a specifiche tipologie familiari).
Modalità di identificazione della popolazione RSC
Il principale metodo di identificazione (59,7%) si basa sull’uso di variabili proxy, in particolare relative alla zona di residenza (41,9%)
Sol
o A
uto-
iden
tific
azio
ne
Sol
o Id
entif
icaz
ione
di t
erzi
Sol
o P
roxy
Aut
o-id
entif
icaz
ione
e id
entif
ic.
di te
rzi
Aut
o-id
entif
icaz
ione
e p
roxy
Iden
tific
azio
ne d
i ter
zi e
pro
xy
Tut
te le
3 m
odal
ità
7
15
11
3
13
7 6
I contenuti informativi delle fonti
Sesso, età, Paese di nascita e di cittadinanza Campi: ubicazione servizi disponibili, n. persone presenti Iscrizione e frequenza per scuola elementare e media inferiore Progetti specifici su minori (in affidamento familiare, sottoposti a tutela) Malattie croniche, disabilità, iscrizione al SSN Condizione di occupato/non occupato Presenza di fonti di reddito
Socio-de-mografiche
Condizioni abitative
Istruzione/formazione
Servizi sociali
Servizi sanitari
Lavoro Situazione economica
98.4
77.471.0
46.8 43.5 38.7
16.1
Frequenza, periodo di riferimento, disponibilità dei dati
Le fonti si distribuiscono equamente tra quelle aggiornate in maniera continua (37,7%), con aggiornamenti periodici (27,9%) e occasionali (34,4%).
Quasi i due terzi (63,9%) contengono dati riferiti al biennio 2014-2015. Ma i dati più recenti si riferiscono a un territorio al più comunale (67,6%).
Solo un quinto (21%) pubblica i dati (nel 13% delle fonti i dati non sono accessibili).
Le principali evidenze Le fonti rilevate traggono origine da progetti sviluppati in massima parte a
livello locale.
Le informazioni di base, anche quando esistenti, sono raccolte senza alcun
coordinamento, talora in modo estemporaneo, con frequenza
occasionale, secondo metodologie diverse che le rendono riferibili a realtà
molto specifiche, non facilmente confrontabili né esportabili ad altri
contesti, per quanto simili.
La modalità di identificazione della popolazione RSC rappresenta un
aspetto particolarmente critico. Le autorità locali, i servizi sociali, le associazioni conoscono in maniera
approfondita le condizioni di vita della popolazione RSC,
soprattutto con specifico riferimento ai campi, alle condizioni
igienico-sanitarie e alla frequenza scolastica dei minori.
Invisibilità delle persone che:
non vogliono dichiarare la propria appartenenza alla popolazione RSC;
vivono in aree difficilmente accessibili (come campi non strutturati);
sono incluse erroneamente nella stima perché presenti su un territorio con un’elevata presenza di RSC;
La definizione di persona RSC presenta, in termini operativi, non poche problematicità (rilevanza, accuratezza), richiedendo un compromesso tra correttezza teorica ed effettiva praticabilità (modalità di identificazione).
Criticità del contesto italiano
Eterogeneità della popolazione RSC: Necessità di un patrimonio informativo che riguardi i diversi
gruppi che compongono il mosaico di queste popolazioni Non limitarsi a indagare aree circoscritte (ad es. gli
insediamenti)
Etnia E’ nota in letteratura la riluttanza dei RSC a farsi identificare come
appartenenti a tali minoranze etniche;
nel caso di indagini effettuate presso gli insediamenti o in edifici noti alle istituzioni per essere abitati da RSC, il problema appare di secondaria importanza;
più difficile monitorare gruppi che hanno perso, in parte o del tutto, le consuetudini di vita proprie delle popolazioni RSC;
disegnare il continuum di posizioni fra gli “integrati” e coloro che vivono una situazione di estrema vulnerabilità ed esclusione sociale, valutandone consistenza numerica, caratteristiche e trasformazioni in funzione
delle policy ad esse dedicati;
vie alternative per la stima della presenzadi queste popolazioni sul nostro territorioe per l’analisi delle loro condizioni di vita.
Dati sensibili: il dettato normativo
Il trattamento dei dati sensibili da parte di soggetti pubblici è consentito: per disposizione di legge che specifichi
tipo di dati trattabili, operazioni eseguibili e finalità di rilevanteinteresse pubblico perseguite;
per disposizione di legge, che specifichi le finalità di rilevanti interesse pubblico, insieme ad un atto di natura regolamentare del titolare del trattamento, che identifichi e renda pubbliche le principali caratteristiche del trattamento, i tipi di dati trattati e le operazioni eseguibili.
Il trattamento dei dati sensibili da parte di privati o di enti pubblici economici è ammesso solo con il consenso scritto dell'interessato e previa autorizzazione del Garante.
L’Istat e gli altri soggetti del Sistema statistico nazionale possono trattare dati sensibili nell’ambito del Programma statistico nazionale indicando i dati sensibili oggetto di trattamento, le rilevazioni per le quali gli stessi sono trattati e le modalità del trattamento.
Linee guida e raccomandazioni (1/2)
Su mandato della Commissione, l’agenzia dell’Unione europea
per i diritti fondamentali (FRA), in collaborazione con i
rappresentanti dei Paesi membri, ha lavorato alla progettazione
di un sistema di indicatori di monitoraggio e di valutazione delle
politiche sulla popolazione RSC, comparabili a livello europeo, con
riferimento ai 4 assi della strategia.
Secondo un modello cosiddetto S-P-O (Structure-Process-Outcome),
l’approccio muove dai principali diritti fondamentali (indicatori di
struttura) che ispirano i programmi e le politiche descritti nelle strategie
nazionali e nei report prodotti a livello locale, nazionale o europeo dalla
FRA o dalla Commissione europea (indicatori di processo), per
misurare, infine, i risultati conseguiti dalle politiche (indicatori di
risultato).Indi
cato
ri di
mon
itora
ggio
Linee guida e raccomandazioni (2/2) Studio di appropriate metodologie indirette per l’identificazione
delle popolazioni oggetto di interesse e per la relativa raccolta di
informazioni da testare attentamente anche alla luce della
normativa vigente a tutela dei cittadini…
… possibilità di incrociare dati provenienti da diverse fonti
amministrative (ad. esempio il cognome e il luogo di
residenza=etnia).
Uniformare, organizzare e sistematizzare la raccolta di
informazioni costituisce un imperativo per il futuro sviluppo di
basi di dati armonizzati (vocabolario comune, classificazioni
ufficiali, adeguate tecniche di raccolta dei dati).
Linee guida e raccomandazioni (2/2)
Maggiore informazione, sensibilizzazione e formazione
degli enti che entrano in contatto con le popolazioni RSC e
che a vario titolo raccolgono dati a fini statistici, gestionali o
amministrativi.
Sistemi di incentivazione a un maggiore sfruttamento dei giacimenti
informativi esistenti e alla promozione di iniziative di coordinamento
della produzione di informazioni statistiche nell’ambito del
Programma statistico nazionale.